MEETING M
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23 agosto 2016
#5
anno 26
PRIMO PIANO
11.15
15.00
17.00
19.00
zUN ABBRACCIO CHE CAMBIA LA STORIA
INCONTRARSI IN PERIFERIA
GIUSTIZIA E SEPARAZIONE DEI POTERI
DALL’AMORE NESSUNO FUGGE. CARCERI SENZA CARCERIERI
Partecipano: Vladimir Legoyda, presidente del Dipartimento per i Rapporti tra Chiesa e Società e Mass Media del Patriarcato di Mosca; S. Ecc. Mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca. Introduce Alberto Savorana, Portavoce di Comunione e Liberazione.
Partecipano: José Maria “Pepe” di Paola, coordinatore della commissione episcopale contro la tossicodipendenza; Jean-François Morin, direttore Association Le Rocher Oasis des Cités, Francia. Introduce Monica Poletto, presidente Compagnia delle Opere Sociali.
Partecipano: Giovanni Canzio, primo presidente della Corte Suprema di Cassazione; Giovanni Legnini, vice presidente Consiglio Superiore della Magistratura. Introduce Paolo Tosoni, Avvocato.
Partecipano: Cledorvino Belini, presidente sviluppo di Gruppo FCA; Daniel Luiz da Silva, ex carcerato; Valdeci Antônio Ferreira, direttore generale FBAC; Luiz Carlos Rezende e Santos, giudice del Tribunale di Giustizia di Minas Gerais. Introduce Andrea Tornielli.
SALONE B3
SALONE B3
AUDITORIUM B3
SALONE B3
Un’Europa che è possibile ricostruire Moavero: «La speculazione finanziaria globale si scatena contro la debolezza dell’Unione. Oggi serve più federazione» Più federazione, un esercito comune, un Fbi europeo: sono i suggerimenti all’Unione europea di Enzo Moavero, docente alla Luiss di Roma, intervenuto ieri al Meeting. Professor Moavero, dove sta andando
l’Europa? L’Europa è certamente in crisi. È in crisi la sua identità e la sua stessa esistenza. Ma per capire bene perché, occorre fare un passo indietro. Il processo d’integrazione europea ha avuto una
forte sintonia con l’opinione pubblica finché ci si è occupati soprattutto di questioni legate al funzionamento di un grande mercato di libero scambio; e finché si è riuscito a mantenere vivo il sogno, o comunque il progetto, di
Enzo Moavero, docente alla Luiss di Roma, con il professor Joseph Weiler, intervenuti al Meeting sulla crisi e sul futuro dell’Europa
Ecco nel caos doni imprevisti per ricostrure Zohr è una parola araba che significa mezzogiorno. Zohr è il nome di uno dei più grandi giacimenti di gas del mondo, scoperto nel Mediterraneo: acque territoriali di Egitto, Cipro, Israele. Paesi che se lo vogliono sfruttare devono parlarsi, devono collaborare. Il racconto di Claudio Descalzi, il capo dell’Eni, penetra nel Grande Disordine del mondo per por-
tare alla luce una evidenza nuova. Si dice sempre che le guerre nascono per controllare le risorse. E quante guerre vediamo, quanto sangue ci scorre a fianco. Ma con Zohr è come se la Terra stessa dicesse: ehi, guardate qui questo nuovo dono, vi consegno un’altra opportunità. Vi serve? Parlatene, io vi dò la possibilità di farlo. Sta a voi. In quella stessa geografia che ci riserva tanti dolori spunta un segnale nuovo, la mappa si popola di indicazioni diverse. Un imprevisto, come un regalo non dovuto. Se guardiamo, se osserviamo, se viviamo intensamente, possiamo finalmente penetrare il caos e scorgere i regali
disseminati in ogni dove, i doni che racchiudono continuamente promesse nuove. Qui al Meeting arriva la dolce signora Kisanak, sindaco di Diyabarkir, capitale della regione della Turchia a maggioranza curda. Ci capiamo su quel che significa avere quel tipo di responsabilità in quel tipo di nazione. E arriva il padre francescano Firas Lufti, uscito da Aleppo, dall’Aleppo di questi giorni, incontra Staffan De Mistura, l’inviato dell’Onu per la Siria. Ci capiamo anche su questo. Ieri poi si è parlato di Croazia. Che si rivela una opportunità, come (...) Roberto Fontolan segue a pag. 5
un’Unione europea federale. Quando si rompe il giocattolo? Si rompe progressivamente, in forza di una sequenza di avvenimenti imprevisti. Il primo è un evento positivo: la fine del sistema sovietico e la fine della divisione dell’Europa in due. La caduta del Muro, insomma. Sì. Segna l’apogeo di quell’idea di Europa citata, che fa un passo importante verso un allargamento rapido. Il secondo evento è la crisi economico-finanziaria che trova nell’Europa tutta un grande punto debole. Paesi che condividono la stessa moneta e hanno integrato molto le loro economie, hanno però situazioni legate ai conti pubblici nazionali molto diverse. La speculazione finanziaria globale si scatena contro questa debolezza. È la crisi greca. Terzo punto di crisi? Le migrazioni. Per la prima volta, da Colombo in poi, I migranti vengono da noi, non sono gli europei che vanno altrove. E per l’Europa è una batosta. Quarto fattore, professore? Le guerre, in parte legate al terrorismo: una parte preponderante genera l’emigrazione. (...) segue a pag. 2
Alfano e De Maizière Il futuro dell’Ue pag. 3 Cassese: poca società nello stato pag. 6 Al fast food c’è più gusto pag. 12