Quotidiano Meeting, mercoledì 24 agosto 2016

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MEETING M E R C O L E D Ì

24 agosto 2016

#6

anno 26

PRIMO PIANO

11.15 STORIA E FUTURO DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE

15.00

17.00

21.45

MIGRANTI, LA SFIDA DELL’INCONTRO

DIVERSI COME DUE GOCCE D'ACQUA.

Partecipano: Maria Elena Boschi; Francesco Paolo Casavola; Sabino Cassese. Introduce Andrea Simoncini, docente di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Firenze.

Partecipano: Domenico Lucano; Romano Prodi; Naguib Sawiris; S. Ecc. Mons. Silvano Maria Tomasi. Introduce Giorgio Paolucci.

LAVORARE PER LA PACE IN MEDIORIENTE

SALONE B3

SALONE B3

AUDITORIUM B3

ARENA D3

Partecipano: Jàn Figel; Paolo Gentiloni; Firas Lutfi. In occasione dell’incontro intervento di saluto di Pasquale Valentini, Segretario di Stato della Repubblica di San Marino. Introduce Roberto Fontolan.

Dedicato a Renzo Marotta. Di e con Gioele Dix

Uniti dalla tradizione e dal martirio Legoyda e monsignor Pezzi approfondiscono lo storico incontro di Cuba tra papa Francesco e il patriarca Kirill Una saletta dell’aeroporto dell’Avana a Cuba ha ospitato, lo scorso 12 febbraio, l’inaspettato abbraccio di papa Francesco con il patriarca di Russia Kirill. Un dialogo tra le massime autorità della Chiesa cattolica e di quella ortodossa.

Non era mai accaduto dal 1054, anno dello scisma d’Oriente. «Non vogliamo fare una commemorazione – afferma Alberto Savorana, portavoce di Cl moderatore dell’incontro proposto ieri dal Meeting – ma andare

a fondo di questo fatto che ha cambiato la storia». Monsignor Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca, e Vladimir Legoyda, presidente del Dipartimento per i rapporti tra Chiesa società e mass media del Pa-

MonsignorPaolo Pezzi, arcivescovo di Mosca. «L’incontro genera il desiderio di condividere, crea ponti che siamo chiamati a costruire»

L’altro, la risorsa che fa la differenza Non è una buona estate per parlare di un tema come quello del Meeting. Con tutta l'Europa sotto shock di fronte agli attacchi del jihadismo, con la Francia e la Germania che vedono le elezioni alle porte, con un nazionalismo radicale in forte crescita, con la coalizione internazionale che sta finalmente avanzando in Siria e in Iraq, con l'avvicinamento dei vecchi im-

peri di Turchia e Russia, con un populismo crescente negli Stati Uniti e le elezioni presidenziali in cui Trump può arrivare alla Casa Bianca, con una riforma costituzionale italiana vicina, con un ordine internazionale che si è lasciato alle spalle il sistema di stati sovrani di Westfalia senza sapere dopo 400 anni verso quale direzione sta andando: non conveniva modificare il titolo? Il messaggio di papa Francesco al Meeting, con un giudizio storico molto forte sulla radice di quel che è accaduto nelle ultime settimane nel mondo, ha reso impossibile qualsiasi "fuga". «Di fronte alle minacce alla pace e alla sicurezza dei

popoli e delle nazioni, siamo chiamati a prendere coscienza che è innanzitutto un'insicurezza esistenziale che ci fa avere paura dell'altro, come se fosse un nostro antagonista», ha evidenziato Francesco. La chiave per capire il «cambiamento epocale», la violenza jihadista, la risposta balbettante dell'Europa, un populismo e un nazionalismo alimentati dalla globalizzazione, è «un'insicurezza esistenziale». Quel che fa la differenza al Meeting, forse in modo inconsapevole, è che il valore dell'altro, prima che essere teorizzato, (...) Fernando De Haro segue a pag. 7

triarcato di Mosca, sottolineano l’entità dell’avvenimento e della dichiarazione congiunta dei due capi delle Chiese cristiane a partire dal tema dell’incontro. «Il fatto più significativo – spiega Pezzi – è stato proprio il guardarsi negli occhi scoprendo di essere un bene per l’altro […]. L’incontro genera il desiderio di condividere, crea ponti che siamo chiamati a costruire». Legoyda aggiunge come il patriarca senta la vicinanza del Papa nel riconoscimento di un contesto comune dove «da cristiani bisogna capire dove stiamo andando. La prosperità dell’umanità si genera con la libertà del singolo che attraverso la propria libertà decide se creare rapporti o distruggerli». Affermare l’altro porta a concepirsi fratelli. I due relatori illuminano le ragioni di un rapporto tra cattolici e ortodossi rimaste all’oscuro per molti secoli. «Si è fratelli – sostiene Pezzi – per la nostra comune origine: la fede in Cristo. Questo non cancella gli ostacoli, ma afferma che un fratello è chi si spende per il bene dell’altro. Si capisce se seguiamo il Vangelo da come (...) Andrea Fornasieri segue a pag. 2

Volontari nelle «casbah» parigine pag. 3 Padre Firas Lutfi sacerdote ad Aleppo pag. 5 Il detenuto con le chiavi della cella pag. 7


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