Quotidiano Meeting, giovedì 25 agosto 2016

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PRIMO PIANO

11.15 LA RICONCILIAZIONE STATI UNITI-CUBA

Partecipano: Miguel Benito “Mike” Fernandez; Pedro Freyre; Rolando Guillermo. Introduce Roberto Fontolan.

SALONE B3

15.00 LA MISERICORDIA COME PROCESSO POLITICO

Partecipa Antonio Spadaro, direttore de “La Civiltà Cattolica”. Introduce Alberto Savorana, portavoce di Comunione e Liberazione.

SALONE B3

17.00 MADRE TERESA: UNA SANTA PER IL NOSTRO TEMPO

Partecipano: Marcilio Haddad Andrino; Fernanda Rocha Andrino; Brian Kolodiejchuk; suor Serena, missionaria della Carità. Introduce Marina Ricci.

SALONE B3

21.45 È FESTA. Con Gene Gnocchi Ingresso libero

ARENA SPETTACOLI D3

La simpatia di chi non ha paura L’arcivescovo di Bologna Zuppi sprona la platea del Meeting. «Con Cristo incontriamo tutti con amore e coraggio» Una preghiera per chiedere a Dio di «accogliere chi ha perso la vita la scorsa notte durante il terremoto» segna l’inizio dell’incontro in B1, dove monsignor Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, è stato invitato

per descrivere la svolta nella Chiesa dopo il convegno della Cei a Firenze. «Che cosa ci sta chiedendo il papa?» chiede Davide Perillo, direttore di “Tracce”, rilanciando la domanda anche sulla tragedia del sisma. «Io

riassumerei l’incontro di Firenze con “Tu sei un bene per me”. Cioè, tu non sei un problema, per questo esco a cercarti, ho bisogno di te per essere più me stesso - spiega l’arcivescovo -. Noi cristiani sembriamo chiusi come

gli apostoli prima della Pentecoste: temiamo di “ammalarci”, di “sporcarci” nell’incontro con gli altri. Siamo determinati dalla paura e non dall’amore». Monsignor Zuppi attrae la platea in un percorso profondo ma vivace grazie alla sua gioiosa simpatia toscana. «Ma voi siete qui perché qualcuno vi ha fatto un discorso, o per qualcosa d’altro? A chi s’immedesimerà con le ferite del mondo, verrà voglia di amare il prossimo e cercherà le risposte che mancano, proprio come ha fatto il buon samaritano». Siamo chiamati alla grande sfida della ricostruzione: «I nostri figli oggi vedono solo indifferenza, stordimento e furti, ma la Chiesa deve essere come una madre che sta vicino al suo bambino anche quando si contorce dal dolore». Si può rispondere alle sfide in modo mediocre: «A Roma una signora non ha aperto al sindaco che citofonava alla sua porta perché “stava a cucinà li carciofi”. A noi la Chiesa chiede di cercare il bene e costruire con pazienza. Benedetto XVI parlava di un pellegrinaggio nel deserto spirituale del mondo contemporaneo, (...) Benedetta Parenti segue a pag.2

Uno dei momenti di raccoglimento in memoria delle vittime del terremoto che si sono moltiplicati ieri in tanti angoli della fiera di Rimini

La terra trema e riapre tante domande La morte che devasta il centro Italia, sotto le sembianze di un terremoto, porta con sé qualcosa di forse ancora peggiore: l'abitudine al dolore — ben rodata in questi mesi dal terrorismo, dalla guerra e dalle molte crisi dell'Occidente — rischia di non far più sentire alcun dolore al punto che, a poche ore dal sisma, quello che invece si sente

sono solo le solite chiacchiere di chi vorrebbe spiegare, accusare, analizzare e — proprio per questa strana abitudine a "cosificare" tutto — perdere l'occasione di stare in silenzio. Per ritrovare un punto di vista autentico da cui guardare tutto si può però partire dalle lacrime della maestra della scuola elementare di Amatrice davanti all'edificio dove insegna e che adesso giace a terra sventrato, distrutto dalla furia della "terra che trema". Oppure si possono ascoltare le tante voci di chi, da qualche ora, non ha più una casa, un negozio, un posto di lavoro. Tutte le nostre costruzioni sociali, che ben ci pro-

teggono dalle domande ultime della vita, improvvisamente crollano e ci lasciano nudi davanti alla realtà. La vita, tutta la vita — dal terremoto al collega di lavoro, dalla morte di un amico a un matrimonio che non va come vorresti — ci denuda, ci spoglia delle infinite strutture e difese che non permettono alle cose di incontrarci e di disturbarci. Organizziamo ogni cosa sapientemente, con l'obiettivo di essere tranquilli e lasciati in pace. Ma poi la terra trema, l'esistenza trema. E tutto si fa più drammatico: "dove dormirò stasera?, (...) Federico Pichetto segue a pag.3

Spadaro e la diplomazia del papa pag. 2 «Ecco perché Madre Teresa è santa» pag. 7 Libri al top: ecco i più venduti al Meeting pag. 14


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PRIMO PIANO

Zuppi: portiamo la nostra gioia «Incontrare gli altri è importante. Non solo “tu sei un bene per me”, ma tu hai bisogno di me per sapere il tuo valore. Il padre misericordioso abbraccia il figlio perché vede il potenziale di bene. Ci vuole simpatia per l’uomo segue da pag.1 (...) è la stessa cosa che ci chiede papa Francesco con l’andare nelle periferie». La Chiesa deve tornare a essere madre e maestra, ritrovare la sua creatività e generare figli, ma per ripartire occorre guardare il mondo e gli uomini con gli occhi della misericordia. L’amore apre il cuore e mette in movimento perché, nell’incontro con Cristo, torniamo a credere nell’amicizia: «Incontrare gli altri è importante. Non solo tu sei un bene per me, ma tu hai bisogno di me per sapere il tuo valore. Il padre misericordioso abbraccia suo figlio perché vede il potenziale di bene che è in lui. Quell’abbraccio non nasce da un’ingenuità: lui sa quanto vale suo figlio. In ognuno di noi, però, alberga anche il fariseo, il fratello maggiore che giudica tutto senza una prospettiva di bene». Come il padre misericordioso, oc-

«Francesco sa bene che la pace “pura” non esiste, ma sa anche che la Misericordia cambia il mondo», dice padre Antonio Spadaro, direttore de “La Civiltà Cattolica”, a “ilsussidiario.net”, alla vigilia dell’incontro al Meeting su “La diplomazia di Francesco”. Ma per papa Bergoglio la misericordia è anche una categoria politica; un elemento di cui oggi non si comprende ancora appieno la portata. Un accostamento, quello di misericordia e politica, che certo non viene spontaneo. Incontrando il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, l'11 gennaio scorso Papa Francesco ha evocato la misericordia otto volte. Dio agisce nella vita delle persone, ma anche dentro i processi storici dei popoli e delle nazioni, pure i più complessi e intricati. Così la misericordia di Dio si inserisce all'interno delle vicende di questo mondo, anche delle società e dei gruppi umani. Francesco esprime uno spirito profetico che incide sulla politica alta. In che modo questo principio si traduce in politica? Concretamente la misericordia come categoria politica in estrema sintesi significa: non considerare mai niente e nessuno come definitivamente “perduto” nei rapporti tra nazioni, popoli e Stati. Questo è il nucleo del suo significato politico. Eppure, un magistero ispirato alla misericordia sembrerebbe andare in direzione contraria

Monsignor Zuppi durante il suo intervento ieri al Meeting

corre avere simpatia per l’uomo. Così com’è. La simpatia apre un dialogo imprevisto e creativo, come gli apo-

stoli dopo la Pentecoste, colmi d’amore e capaci di dialogare in ogni lingua. «Dio vuole che tutti gli uo-

mini siano salvi e nell’incontro con l’altro accade la Grazia. Il Papa dice che occorrono tre virtù: umiltà, disinteresse e beatitudine. L’umiltà è disponibile, il disinteresse rivela la grandezza del cristiano perché siamo tutti una “povera voce”, la beatitudine è la gioia contagiosa che va incontro al “tu”. È l’andare “in Bassa allegramente”, come dice un canto a voi caro». Zuppi chiude evidenziando la grande responsabilità dei movimenti nella “Chiesa in uscita” indicata da papa Francesco: «Mi piace concludere citando le bellissime parole di Giussani nel ’98. “Il vero protagonista della storia è il mendicante: Cristo mendicante del cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo”. Portiamo la nostra gioia di umili lavoratori nella messe: scopriremo tanti “tu“ che saranno il nostro bene!». Benedetta Parenti

La diplomazia del Papa ambasciatore della pace Parla padre Spadaro: la misericordia come categoria politica significa non considerare mai niente e nessuno “perduto” nei rapporti tra stati rispetto a relazioni basate su strategie e rapporti di forza. Perché non è così? Perché la presenza misericordiosa di Dio può mutare un tempo di miseria geopolitica nella “pienezza del tempo” cristiana. Questa dunque è la potenza della misericordia: mutare il significato dei processi storici, sciogliendone le fangosità e travolgendone i detriti. Che cos'è la “paziente empatia” di cui si parla in “Evangelii Gaudium” e qual è il suo ruolo nell'azione pubblica, e dunque anche politica, di papa Francesco? La posizione voluta dal Papa consiste nel non dare torti e ragioni, perché alla radice comunque c'è una lotta di potere per la supremazia regionale, definita dal Papa “vana pretesa”. Non c'è dunque da immaginare uno schieramento per ragioni morali, ma si impone la necessità di vedere il quadro da un'ottica differente. Papa Francesco si è rivelato decisivo in varie questioni internazionali. In che modo papa Bergoglio fa le sue scelte? La misericordia si delinea politicamente in libertà fluida di

Padre Antonio Spadaro (a destra) con Alberto Savorana al Meeting 2014

movimento, in non accettazione di schieramenti rigidi. Tutto questo mette in moto logiche imprevedibili, proprie di una visione poliedrica. La logica qui è flessibile, elastica, in fondo espressione di un pragmatismo positivo. La sua è una geopolitica non deterministica, che scruta i segni oscuri dei tempi non per rassegnarvisi, ma per intenderli e, per quanto possibile, sovvertirli. In che modo entra qui in gioco la scelta delle periferie? Essa dopotutto riguarda lui stesso, un papa venuto dalla “perife-

ria sud del mondo”… In una intervista a “La Cárcova News”, un giornalino di quartiere legato a una villa miseria, Francesco ha chiarito che cosa egli intenda per periferia. Nella misura in cui usciamo dal centro e ci allontaniamo da esso scopriamo più cose, e quando guardiamo al centro da queste nuove cose che abbiamo scoperto, da nuovi posti, da queste periferie, vediamo che la realtà è diversa. E ha fatto un esempio: «L'Europa vista da Madrid nel XVI secolo era una cosa, però quando Magellano arriva

alla fine del continente americano, guarda all'Europa dal nuovo punto raggiunto e capisce un'altra cosa». Lo sguardo di Bergoglio è, dunque, quello di Magellano e vuole continuare a esserlo. Papa Francesco è preoccupato per i molti fronti caldi. A chi si appoggia? La Santa Sede ha stabilito o vuole stabilire rapporti diretti e fluidi con le superpotenze, senza voler entrare in reti precostituite di alleanze e influenze. E questo in un quadro internazionale molto diverso da quello vissuto fino a pochi anni fa e che richiede — in particolare per il Medio Oriente — soluzioni ben diverse da quelle già sperimentate in passato. Francesco lo ha capito, tra l'altro, decidendo il viaggio a Sarajevo e verificando la precarietà degli accordi di Dayton. Un'ultima domanda, padre Spadaro. Il titolo del Meeting e la diplomazia di Francesco. “Mai senza l'altro” era il titolo di un libro di Michel de Certeau. La mia vita non è mai concepibile senza l'altro, senza il tu. La vera tragedia non è il conflitto, ma la separazione. La tragedia accade soltanto quando si rinuncia all'altro e ci si separa. In questo senso, ad esempio, Francesco insiste sull'inserimento delle differenze (di epoche, di nazioni, di stili, di visioni…) nel processo di costruzione dell'Europa che, nata dall'incontro di civiltà e popoli, nasce per includere, non per contrapporre o escludere. Federico Ferraù


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PRIMO PIANO

Aleppo, la speranza che non crolla Padre Lutfi, senza una forza dall’alto non potremmo fare nulla. Figel: eliminare l’Isis e ripristinare fede e ragione Il nome Firas unisce due radici che significano cavallo e leone. Padre Lutfi da Aleppo si chiama Firas, e a ragione: nella città della distruzione la sua azione, insieme con quella di padre Ibrahim, mostra bellezza e forza. È un miracolo che sia riuscito a uscire da Aleppo e venire qui al Meeting a testimoniare che in Medio Oriente è possibile sperare contro ogni speranza. Lo ha fatto insieme a Jan Figel, primo inviato dell’Unione europea per la promozione della libertà religiosa nei paesi extra-Ue. «Speranza contro ogni disperazione», dice padre Lutfi, mentre fa scorrere immagini che questa disperazione e questa speranza documentano in modo commovente. Aleppo prima e dopo: rovine irriconoscibili, a causa di una guerra che ha fatto 380.000 morti, la metà donne e bambini. La parrocchia «sorella» di San Bonaventura: «Colpita dalle bombe ogni settimana, e ogni settimana da noi riparata, finora: abbiamo deciso di non farlo più, perché è inutile». Una statua della Madonna che incredibilmente intatta sul cornicione più

Padre Pepe, Monica Poletto e Jean François Morin

alto di un palazzo. «Senza una forza dall’alto non potremmo far nulla». Le bombole del gas che gli uomini dell’Isis imbottiscono di esplosivo: «Sono il regalo di Pasqua e di Natale, ne lanciano di più perché sanno che i cristiani sono riuniti». Altra foto: un fiume immenso di gente che fugge. «L’esodo degli innocenti», commenta padre Firas.

segue da pag. 1 (...) "che ne sarà di me, dei miei sogni e dei miei progetti?". L'incalzare delle domande ci fa arrivare, se siamo davvero liberi, fino in fondo: "Chi sono io?", "Per che cosa è fatta la mia vita?", "Come si fa a vivere?". È in quell'istante, fra le lacrime che accompagnano l'amara scoperta che tutto quello che c'era prima è finito ed è destinato a cambiare per sempre, che emerge il bisogno più grande e più vero dell'uomo: che Tu ci sia, che Io non sia solo. "Tu sei un bene per me" non è uno slogan mondialista da ripetere all'infinito, ma è la scoperta — ultima — definitiva della vita. Io ho bisogno di te per vivere, per uscire dalle macerie, per passare la notte, per ricominciare. Io senza di Te sono nulla, non posso andare da nessuna parte.

«Abbiamo accolto con gioia in casa venti vecchi malati e rimasti senza casa». Nella diapositiva si vede un buco nella finestra: un ordigno è passato di lì e ha ucciso un vecchio malato di 94 anni. Pochi centimetri di scarto e li avrebbe ammazzati tutti. «Un intervento divino». Poi vedi il frate curvo sull’anziana signora Réné, stesa sul letto come un crocefisso. «Con gesti semplici vo-

gliamo dire che tu sei un bene per me». I resti di un missile in casa. Il muro sbriciolato. «Quei mattoni li ho rimessi su io con le mie mani», in un gesto volutamente emblematico. Prosegue padre Firas: «Vogliamo costruire ponti, dialogo, fatti di pace. Ricordando con Giovanni Paolo II che chi regge le sorti del mondo davvero è Cristo, alfa e

La terra trema e riapre tante domande Nell'ora della debolezza, quando tutto crolla, riscopriamo così la vera natura del nostro Io. Il paradosso è che non ci sarebbe bisogno che le case si sbriciolino o che gli uomini muoiano per scoprirlo: basterebbe restare umani davanti a tutto e non illudersi di poter fare tutto da sé. Le migliaia di volontari in fila in queste ore per dare una mano, donare il sangue o aprire le porte delle proprie case agli sfollati, sono il segno di una strada possibile, reale per l'intero paese: la vita, infatti, la si riconquista solo dentro un rapporto, dentro un'amicizia. Ed è di questo che ha

bisogno l'Italia, è questo l'unico vero sogno per cui si può ricostruire l'Europa. Il fatto drammatico è che questo dato, pur essendo così fortemente presente nella nostra quotidiana esperienza, sembra emergere solo quando tutto crolla, tutto finisce e la vita ritorna ad essere nuda, vera. "Sarei certo di poter cambiare la mia vita se potessi cominciare a dire noi" diceva Giorgio Gaber. In quest'ora di strazio, e di grida alzate al Cielo, è la compagnia di un Tu il nuovo inizio di tutto, il punto dal quale poter ricominciare a onorare i morti, a curare i feriti, a

omega». Foto di un bel gruppone di volontari della mezzaluna rossa (la Croce rossa islamica). Sorridenti, in visita alla parrocchia: «Vengono periodicamente con quel sorriso per dirci: ci siamo anche noi». Il frate minimizza, ma l’opera è grandiosa: la scuola nella zona più colpita, l’unica ad Aleppo, il campo estivo con 350 ragazzini, un gruppone di loro che sguazza in piscina (hanno scavato un pozzo per avere l’acqua), un altro gruppone canta in piazza: «Voglio gioire, voglio cantare, voglio vivere. Signore non ci dimenticare». Jan Figel mette il Medio Oriente «in cima all’agenda mondiale», è «il punto gravitazionale del mondo di oggi» quello che sta accadendo è «genocidio», che peraltro prosegue le nefandezze del secolo dei lupi (due guerre mondiali, la shoah, i lager). L’Isis: «La sua eliminazione è la precondizione per la pace in Medio Oriente». Occorre anche un’azione più profonda e durevole: contro i fanatismi di ogni tipo e «riaffermare la ragione e la fede. Solo con esse ci sarà speranza». Maurizio Vitali

ricostruire le macerie di tante piccole case pericolanti che poi altro non sono che l'immagine più eloquente della nostra povera esistenza. Tutto, infatti, ricomincia da te, caro edicolante, barista, marito, moglie, figlio, volontario. Chiediamo che sia possibile, tra le lacrime di queste ore e la rabbia di questi tempi, che ciascuno di noi possa avere, semplicemente, gli occhi per vedere accanto a ciascuno questi "Tu" e trovare — ancora una volta — la pace. La pace vera di chi si sente così amato e voluto da poter perfino ricominciare, da poter perfino tornare a ricostruire. Dentro tutto, attraverso tutto. Perché nessuna notte dura davvero per sempre. E l'alba è lì, nello sguardo che non ti aspetti, ma che ha già cominciato a farti compagnia, a farti ritrovare te stesso e la tua infinita "voglia" di essere vivo. Federico Pichetto

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PRIMO PIANO

«Cambiati dalle immigrazioni» Monsignor Tomasi, già osservatore della Santa Sede all’Onu: più collaborazione tra i paesi di partenza, transito e arrivo Le migrazioni stanno già cambiando le società ospitanti, in Italia e in Europa. «Ma perché questa famiglia funzioni, è necessario che si regga su convinzioni fondamentali comuni che emergono dal cuore». A dirlo è monsignor Silvano Maria Tomasi, già osservatore per la Santa Sede alle Nazioni Unite e attualmente membro del Pontificio consiglio Giustizia e

CAFFÈ CON LA SPERANZA IN CARCERE

«Il dialogo è la via maestra per l’integrazione. Siamo membri di una stessa famiglia» pace, intervenuto ieri sotto i riflettori del Meeting. Monsignore, l'Italia è Paese accogliente, nondimeno i migranti sono talvolta percepiti come portatori di una diversità rispetto alla nostra tradizione e stile di vita. È ancora così? Per l'Europa, la diversità che caratterizza l'arrivo massiccio di richiedenti asilo e di immigrati dipende, in gran parte, dalla loro distanza culturale radicata nell'islam, e dalla maniera irrompente con cui sono sbarcati nel continente europeo. La percezione nazionale dell'emigrazione era ancora quella degli italiani

Monsignor Silvano Maria Tomasi al termine dell’incontro al Meeting

che andavano in America o più recentemente in Australia, e in circostanze molto diverse e meglio programmate. Lo scossone provocato dai recenti arrivi ha messo in luce la mancanza di una politica europea comune e di solidarietà. Ha dato l'allarme: qualcosa non funziona nelle nostre società. Sì. L'esperienza dei nuovi arrivi appare più come uno scontro tra due auto quando tutte e due sono modificate in maniera mutualmente distruttiva. Di quali condizioni c'è bisogno affinché questo incontro si trasformi in esperienza positiva?

Occorre una collaborazione reale tra Paesi di partenza, transito e arrivo, canali di emigrazione sicuri, rispetto delle leggi, disponibilità all'accoglienza, sapendo che siamo membri di una stessa famiglia che prende precedenza sulle frontiere. Ma perché questa famiglia funzioni, è necessario che si regga su convinzioni fondamentali comuni che emergono dal cuore, dalla legge naturale iscritta in ogni persona. I migranti non sono numeri. Ma si può davvero prescindere dal loro numero? Nel mondo l'86 per cento dei richiedenti asilo è accolto nei Paesi

in via di sviluppo. Non c'è un'invasione in atto. È deficitaria la governance delle migrazioni. Il prossimo 19 settembre si terrà il primo summit mondiale sulle migrazioni organizzato dalle Nazioni Unite a New York. I capi di stato e di governo, che si raduneranno per questo evento, arriveranno a stabilire misure concrete di protezione e di solidarietà? Che cosa intende fare la Chiesa cattolica per favorire il dialogo e l'integrazione degli immigrati di fede musulmana? La via del dialogo è la via maestra per l'integrazione. La Chiesa

Oggi alle 14.15, al “Caffè con” nel padiglione A1, sarà protagonista Rossana Gobbi, insegnante nel carcere Dozza a Bologna. Titolo dell’incontro “La speranza rinasce in carcere”. Seguirà alle 18.15 il confronto aperto “Prof, andiamo a conoscere i profughi?”. Parteciperanno Vincenzo Passarelli, insegnante, e un gruppo di studenti e profughi.

cattolica opera per l'assistenza pastorale a tutti gli immigrati. Ha messo a disposizione chiese per le comunità ortodosse e provveduto sacerdoti della stessa lingua per le comunità cattoliche. Nelle relazioni con il mondo musulmano il rapporto è più complesso, data la tradizione islamica che non separa religione e politica. Il dialogo dovrà orientarsi verso l'accettazione, da parte degli immigrati di fede islamica, di questa separazione, vitale per le democrazie europee, come verso l'accettazione del pluralismo e della libertà di coscienza.

Cinquanta mamme per un bimbo: il bene di Lampedusa Pietro Bartolo, responsabile del presidio sanitario di Lampedusa, ha presentato ieri al Meeting il film di Gianfranco Rosi “Fuocammare”

Pietro Bartolo, medico in prima linea sul fronte degli immigrati: «Partorì dopo lo sbarco, adottarono lei e il piccolo» In prima linea ad accogliere i migranti dal 1991, Pietro Bartolo, responsabile del presidio sanitario di Lampedusa, ha introdotto la visione del docufilm di Gianfranco Rosi “Fuocammare”. Come si accoglie chi sbarca sulle coste di Lampedusa? Sono persone non sempre malate o da curare, ma certamente molto sofferenti. Sono terrorizzate. Nei primi dieci metri del molo però cambiano volto. Capiscono che sono in un paese amico per un sorriso, un abbraccio o un succo di frutta che gli porgiamo. Il nostro approccio è quello umano perché è ciò di cui hanno più bisogno. Quali rapporti si generano tra il cittadino di Lampedusa e il migrante? Quello di Lampedusa è un popolo straordinario. Ricordo una notte quando una donna nigeriana incinta ebbe il travaglio

sul barcone. Non poteva partorire perché erano tutti schiacciati e non aveva spazio. Arrivò sul molo in gravi condizioni e rischiai molto facendola partorire nella mia struttura. Non so come la notizia potesse essere stata divulgata di notte, ma trovai fuori dalla sala cinquanta mamme con ogni genere di supporto: carrozzina, cibo, pannolini e vestiti. La madre chiamò la bimba Gift, dono. Mi ha impressionato vederle lì ad aspettare questa donna. Guardare la persona prima di analizzare il problema, può costituire una svolta? Assolutamente sì, perché è l’unica cosa che conta. Non dobbiamo considerarli solo come numeri. Troppo spesso consideriamo gli equilibri politici dimenticando l’uomo. Il film di Rosi può essere uno strumento utile?

Certo, come i giornali e la televisione. Quel film è una grande possibilità per portare questo messaggio al mondo. Questo è ciò che desidero: dire a tutti chi sono questi uomini. In un’intervista rilasciata a Berlino, dopo

il premio al film, lei disse «So che stanotte sono arrivati in duecento. Avrei voluto essere con loro invece che qui». Perché? Ciò che fa l’aiuta a vivere? Quando mi occupo delle ispezioni dei cadaveri avverto tutta la mia impotenza e mi arrabbio. Queste persone mi hanno aiutato più di quanto io abbia fatto con loro. Nel 2013 ho avuto un’ischemia cerebrale, dieci giorni dopo mi sono autodimesso e sono andato sul molo. Lì mi sono accorto di non essere inutile, che la mia vita aveva un valore anche nella malattia. Il tema proposto dal Meeting le sembra adeguato al mondo che viviamo? Eccome! Si parla di temi differenti ma con le stesse domande. Chi è l’altro? Che cosa centra con me? Anche io cerco di portare questo. Andrea Fornasieri


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INCONTRI

Riforme: il duello tra giuristi I costituzionalisti Cassese e Casavola a confronto con Simoncini. Il ministro Boschi ripartita per Roma prima dell’incontro per l’emergenza terremoto «Il terremoto ci ferisce, fa emergere una domanda da porre a qualcuno: alla coscienza, alla madre o al padre, a Dio». Andrea Simoncini, docente di diritto costituzionale all’Università di Firenze, è commosso mentre apre il dibattito in auditorium. Al suo fianco, assieme ai costituzionalisti Sabino Cassese e Francesco Paolo Casavola, doveva esserci anche il ministro Maria Elena Boschi. Ma l’emergenza l’ha richiamata a Roma: giunta in fiera verso le 10, è tornata nella capitale prima che cominciasse la ta-

vola rotonda. «Tu sei un bene per me - ha aggiunto Simoncini - significa aum e n t a re i m o m e n t i d i approfondimento e consapevolezza. Il titolo di questo Meeting è coraggioso, come ci ha ricordato il Papa: tutto sembra andare in senso opposto, gli altri sono percepiti come fastidio, se non come ostacolo». Ma ci sono luoghi come il Meeting dove emerge che l'altro è un bene. «Il nostro metodo consiste nel porre dei fatti e proporli perché diventino riflessione e costruzione». E i fatti

Da sinistra, Sabino Cassese, Andrea Simoncini e Francesco Paolo Casavola

hanno una loro persuasività. Ciò che Simoncini ha sottolineato è che la storia italiana testimonia che una casa comune creata dall'unità di culture diverse è possibile. E ha concluso: «Quale contributo rispetto alla riforma costituzionale? Che cosa c'è in gioco con la riforma? Lo scopo dell'incontro non è dire che cosa votare, ma cercare di fornire argomenti perché ognuno possa decidere». Casavola, presidente emerito della Consulta, ha fatto una cronistoria del perché il Parlamento

è fatto di due Camere e del perché l'unità d'Italia si è rivelata un progetto, più che una realtà: «Solo dopo il 2 giugno 1946 nacque il popolo italiano e i costituenti optarono per il modello bicamerale nel timore che una sola Camera fosse più debole rispetto al possibile prevalere di una sola parte politica. La nostra è una Costituzione di natura pattizia tra liberali, marxisti e cattolici: un vero compromesso storico». Meglio non toccarlo. Intervenire sulla Carta è necessario per Cassese. «Quando è nata

la necessità di una riforma che vada oltre il bicameralismo perfetto? Abbiamo due parti della Costituzione, la prima lungimirante (diritti e libertà) e la seconda da riformare (quella sull'organizzazione dello Stato). Già i costituenti erano consapevoli che doveva essere progressivamente cambiata. Abbiamo modificato la nostra Costituzione 15 volte, la Germania tre volte tanto. Già nel '46 Crisafulli affermava che “a una sola Camera dovrebbe spettare l'indirizzo politico”. E negli anni questa consapevolezza è aumentata». Fino agli anni '70, ha aggiunto, «la titolarità del potere normativo era delle Camere, oggi è del Parlamento europeo, di quello nazionale e dei 20 consigli regionali»: un po’ troppo, meglio sfoltire. Cassese sostiene il monocameralismo della riforma Renzi-Boschi: «Significa dare vita a un Senato che partecipa solo ad alcune materie legislative (soprattutto regioni ed Europa) proponendo quindi un sistema meno conflittuale nei rapporti tra Stato e Regioni e restituendo alla Camera la piena titolarità di controllore politico del governo al quale viene garantita maggior efficienza». Walter Viola


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PERSONAGGI

«Ha abbracciato la croce di Gesù» Al Meeting il postulatore della causa di canonizzazione di Madre Teresa: «Papa Francesco ha detto che misericordia significa letteralmente dare il cuore ai miseri. È ciò che lei ha fatto amando Cristo negli ultimi» Madre Teresa, la religiosa scelta da papa Francesco come testimone della misericordia e che sarà canonizzata a settembre, “torna” al Meeting attraverso le parole di Brian Kolodiejchuk, postulatore della causa di canonizzazione della fondatrice delle Missionarie della Carità. Papa Francesco ha indicato Madre Teresa come la santa da seguire per vivere pienamente quest’anno il Giubileo della misericordia. Perché questa scelta? Il Papa ha detto che misericordia significa letteralmente dare il cuore ai miseri. Questo è esattamente quel che ha fatto Madre Teresa. Anche Benedetto XVI aveva ricordato che la misericordia non deve calare dall’alto, ma richiede di dare qualcosa di sé. Madre Teresa non ha utilizzato molto la parola misericordia, l’ha messa in pratica con gesti concreti. Non parlava delle sue opere di misericordia, ma ha parlato del-

l’amore di Gesù verso gli ultimi. Papa Francesco a volte utilizza l’espressione “amore tenero”, sempre per indicare che il gesto parte dal cuore. Visitando la mostra allestita al Meeting, si resta colpiti dal fatto che Madre Teresa non è stata una super-donna esente da dubbi, ma ha convissuto per cinquant’anni con l’oscurità. Questo ribalta l’immagine comune che si ha dei santi. È corretto? Esatto. Madre Teresa era una donna concreta, con i piedi ben piantati sulla terra. Era una persona che amava donarsi agli ultimi. E allo stesso tempo era una mistica. Aveva una forte unione con Cristo, ma paradossalmente era così unita con Lui che Cristo ha voluto condividere con lei la sua sofferenza. Sulla croce Gesù si è sentito abbandonato e ha gridato questo a Dio. Madre Teresa diceva che la condivisione della sofferenza di Cristo è la più grande po-

Padre Brian Kolodiejchuk nello spazio di preghiera inserito nella mostra

vertà che si può sperimentare nel mondo. Essere non amati, non voluti, provare una solitudine profonda. Qual è nell’esperienza di Madre Teresa il valore della sofferenza umana? Mi piace citare un fatto accaduto alla madre: una volta andò da una malata e le disse che doveva essere lieta perché

era così sofferente da essere vicina a Cristo. La donna le rispose che allora desiderava allontanarsi da Cristo, perché troppo acuta la sua sofferenza. Questo spiega perché ci sono così pochi santi nel mondo. Perché non si diventa santi, non si può diventare intimi di Gesù senza abbracciare la croce. Madre Teresa non cercava la

sofferenza, la accettava. Il dolore non ha valore in sé, ma ha valore se viene accettato e poi offerto in unione con Gesù. Come è cambiato il suo giudizio su questa donna, dopo averne curato il percorso di canonizzazione? Dopo i lavori del processo di canonizzazione ne ho una conoscenza più completa. Adesso posso dire di conoscerla meglio. Che cosa significa per Madre Teresa dire la parola “tu”? Madre Teresa aveva una grande capacità empatica e di commuoversi di fronte a tutti perché lei per prima ha compatito, che significa “patire con”, la sofferenza di Cristo di cui ho parlato prima. Madre Teresa aveva il dono di tirare fuori dalle persone il meglio, senza fare distinzioni di razza, cultura o religione. Ogni persona era per lei un fratello o una sorella. Luca Brambilla

L’ITALIA CH HE LAVORA

MEETING DI RIMINI 2016

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MONDO MEETING

Quando lo spreco è fuorilegge L’onorevole Gadda, promotrice delle nuove norme per la donazione di alimenti, oggi in fiera per un incontro Sussidiarietà, buone pratiche e collaborazione tra imprese, volontari e istituzioni: la svolta è nata così «Una delle leggi più sussidiarie di cui l’Italia si è dotata». È ciò che pensa Marco Lucchini, d.g. del Banco Alimentare, della nuova legge contro gli sprechi alimentari e farmaceutici, approvata in tempi record (un anno e mezzo) dal Parlamento, poche settimane fa. Lucchini parteciperà, oggi alle 11.15, all’incontro “Cibo: un bene per tutti. Dalla lotta allo spreco alle nuove tec-

Come ci ha detto il Papa ci vuole coraggio per affermare che tu sei un bene per me, figuriamoci nel lavoro! Invece nella mostra proposta dalla Cdo agroalimentare, “You'll never walk alone”, emerge con una bellezza disarmante che è conveniente umanamente (ma non solo) guardare all'altro come bene, perché investiti da un Bene più grande che abbraccia tutto. Si respira un'ultima positività, la certezza che concepirsi insieme ad altri è una cosa dell'altro mondo, che tutto si cerca di fare al meglio, ma tutto è nelle mani di un Altro. È quanto si rivela nel racconto di quattro esperienze: C’è la storia di Luciano e del suo mulino: nel '97 lo affitta ma dopo vent’anni i padroni vogliono chiuderlo. Lui non ci sta e fa di tutto per difendere il lavoro suo e dei suoi collaboratori. Oggi, dopo anni di lavoro duro con proprietari e burocrazia, il mulino va bene. Il suo motto è “Age quod agis”, fai (bene) ciò che stai facendo! «Quello che mi ha fatto resistere è guardare positivo. È come quando vai in montagna e cerchi l'appiglio, cerchi ciò che c'è, non ciò che manca. Per far questo sono stato sostenuto da un'amicizia grande». La seconda è quella del salumificio di Flori e Patrizia. Attività ben avviata che poi va in crisi. Vengono al Meeting e in-

Il ristorante pugliese al Meeting ha aperto i battenti cinque edizioni fa grazie all’associazione Corte di San Nicola e si è confermato uno dei luoghi più frequentati in fiera. Il cuoco Lorenzo Malgeri racconta: «Alcuni mesi prima dell’inizio del Meeting con gli amici dell’associazione ci si occupa di preparare le basi di ciascun piatto. È un lavoro lungo che svolgiamo nei weekend». Dino Inglese, responsabile del ristorante, spiega: «Tutto questo può avvenire perché l’azienda Ditria, che si occupa della trasformazione dei prodotti, supporta questa attività garantendo la qualità delle

nologie” (Sala Illumia B1). Ci sarà anche la promotrice della normativa, l’onorevole Maria Chiara Gadda. Che ha giocato un ruolo decisivo nel coinvolgere imprese e realtà esemplari nell’attività di recupero delle eccedenze. «La legge nasce da un lungo lavoro di ascolto e osservazione delle buone pratiche, come quella del Banco alimentare, attive da anni in Italia -

spiega Gadda - e si inserisce perfettamente nel titolo del Meeting. Il tema non è una novità, ma è sul tavolo politico da tanto tempo, soprattutto dal 2003, anno della “Legge del Buon Samaritano”. Quella era una norma di pratica attuazione, ma lasciava chi voleva recuperare alimenti in balia di tanti provvedimenti sparsi e a volte contraddittori, mentre

oggi, con la cosiddetta legge Gadda, «si è data organicità per l’attuazione immediata dei suoi contenuti», dice Lucchini. Ora l’obiettivo, o almeno uno degli obiettivi, è quello di «raddoppiare la quantità di eccedenze raccolte – osserva Lucchini , passando da 500mila tonnellate ad almeno un milione. E credo accadrà». Alessandro Giuntini

Mai in cammino da soli nei «campi» della Cdo Al Padiglione A1 la mostra “You’ll never walk alone”: quattro storie di imprenditori che hanno imparato a guardare l’altro come un bene contrano delle persone che, come dice Patrizia, «mi fanno sentire a casa». S’iscrive alla Cdo e dopo qualche anno, sentendo una persona in una situazione simile parlarne senza pudori, chiede aiuto, nella consapevolezza che «è ragionevole fidarmi di voi: voi siete un bene per me. Con voi si può aprire il cuore». Ora il salumificio va bene. Poi ci

La mostra “You’ll never walk alone”, a cura della Cdo Agroalimentare (pad. A1)

POMPEO FARCHIONI «LA MIA BIRRA È NATA TRA DI VOI» Una storia nella storia del Meeting: è la presenza da 18 anni della famiglia Farchioni e delle loro aziende. «Da quando c'è la Cdo agroalimentare siamo sempre venuti a Rimini: prima portando l'olio per le bruschette dello stand e poi con la nostra birra dei "Mastri Birrai Umbri" che si può dire sia nata qui». Così Pompeo Farchioni, patron del gruppo Olii Farchioni SpA, che aggiunge: «Il Meeting crea quel rapporto tra le persone che

non ha eguali. Chi beve qui la nostra birra, ad esempio, la concepisce come sua, fatta da amici. Quello che ho trovato qui e nella Cdo è che chi incontri partecipa in maniera attiva a ciò che fai e considera i tuoi prodotti come suoi: una cosa dell'altro mondo! Venire qui è una festa, e per me e i miei figli, che hanno fatto anche i volontari, è una scuola di vita». W.V.

Mangi al Pugliese e aiuti le missioni materie prime». Il ristorante dispone anche di una sagra esterna che funziona come un fast food. Sempre Malgeri fa sapere: «Ci sono 126 ragazzi, che appartengono all’associazione e che sono una vera e propria comunità, che aiutano a cucinare, servire e pulire gli spazi del ristorante». Nonostante la giovane età colpisce la professionalità del servizio che viene offerto dai ragazzi ed è Franco Inglese, altro re-

sponsabile, a raccontarlo: «Prima del Meeting si organizzano vere e proprie lezioni su come servire a tavola, sulle norme di sicurezza e tutto quanto necessario per essere in regola». I menù presentano una ricca varietà di proposte, ma ciò che colpisce è l’intensità con cui vengono presentati perché, spiega il cameriere Marco, «l’affezione a questo luogo mi fa tenere a ciò che porto a tavola. Se non spiego loro che

Al Meeting si mangia anche pugliese

sono Elisa e Pierangelo e la loro cooperativa che, con i detenuti di Opera, fa il pane buono. Molto più di un’opera di misericordia: si dà un lavoro ai carcerati e con esso dignità e speranza. Come dice Pino, un detenuto dipendente, «loro sono un bene per me a tal punto che ora io voglio bene anche a me stesso». L'esperienza del perdono, dell'amore gratis, fa scoppiare il cuore! Infine, anche per “Checco Zalone”, per il dipendente pubblico, è possibile un'esperienza di libertà e creatività nel lavoro: è la testimonianza di Peppe, dirigente nel settore agricoltura della Regione Sicilia, e alcuni colleghi. Rinunciano ai singoli uffici e si mettono in un unico stanzone per lavorare insieme, aiutarsi, essere a disposizione di tutti: funzionari più umani, attenti ai bisogni degli utenti, disponibili ad andare ben oltre il dovuto. Invece di fare i corsi per agricoltori la mattina (quando i contadini lavorano) li fanno nel pomeriggio. «A che serve – dice Peppe - fare una cosa se non serve all'utente e soprattutto se non è utile a me stesso? Si può essere imprenditori anche da dipendenti pubblici, se non si è schiavi del cartellino, e giocando responsabilità fino in fondo in un'amicizia più grande». Walter Viola

cosa gusteranno, mi sembrerebbe di non volere bene fino in fondo a chi ho davanti». Tra le prelibatezze non bisogna perdersi le orecchiette con le cime di rapa, la puccia e, una delle novità di quest’anno, il panzerotto. È Dino a concludere: «Non vogliamo essere incensati, perché tutto ciò che facciamo è un servizio a un Altro, tanto è vero che il guadagno del ristorante viene devoluto in missioni di carità in Puglia. Chi viene qui ha un solo compito che è anche il motto del ristorante». «Infatti, mang’e citt!» (mangia e taci!), interrompe Gigi, uno dei camerieri più giovani. Luca Brambilla


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MOSTRE

La guerra e il martirio Per costruire Nel padiglione A5 la storia di due sacerdoti uccisi a Boves nel 1943 dalle SS mentre davano l’assoluzione alle vittime delle rappresaglie Così hanno testimoniato l’amore di Dio 8 settembre 1943. Il capo del governo Pietro Badoglio proclama l’armistizio. In Italia si scatena il caos. A Nord la situazione è particolarmente critica: molti soldati sono confusi, non sanno chi seguire. È in questo clima che si colloca la storia di don Giuseppe Bernardi e di don Mario Ghibaudo, sacerdoti nella cittadina di Boves, in provincia di Cuneo, a pochi chilometri dal fronte. Le SS naziste, guidate da Joachim Peiper, occupano la zona. I

due parroci iniziano a prodigarsi per portare aiuto alle persone, dando loro l’assoluzione, consapevoli di quanto stava per accadere. Il 19 settembre due soldati nazisti vengono rapiti dai partigiani. Don Giuseppe e don Mario riescono a risolvere diplomaticamente la situazione: Peiper promette la salvezza in cambio della restituzione degli ostaggi. Non manterrà la parola. Per Boves sarà una giornata di rappresaglia, di vendetta e di morte. Un soldato, una pi-

MOSTRE IL MEETING ITINERANTE

L’ingresso della mostra dedicata ai sacerdoti martiri di Boves

stola, un bambino. Un nonno chiede pietà. Il militare si volta e lo fredda in pochi istanti. Don Mario corre ad assolvere l’anziano morente, il soldato gli spara e pugnala il suo corpo esanime. Il cattolico don Giuseppe e l’imprenditore agnostico Antonio Vassallo cercano insieme di salvare più vite possibili. Muoiono uccisi con due colpi di pistola, i loro corpi bruciano cosparsi di benzina. Un soldato urla che l’unico dio è Hitler. La mostra “Martiri per una

nuova città” (padiglione A5) racconta queste vicende, soffermandosi sulla pace e sul perdono. Per costruire la pace, occorre andare dove la pace si genera, da Dio attraverso la preghiera. Davanti a Dio capisci meglio te stesso e l’altro. Don Mario e don Giuseppe martiri per essere stati al loro posto, sacerdoti fino in fondo, aver subito la violenza perché cristiani. È stato il loro modo di gridare a tutti l’amore di Dio. Luca Rimmauro

Si può portare a casa un pezzo di Meeting? Sì, tramite il servizio Mostre itineranti. Chi è interessato può chiamare il 0541.728565. In alternativa si può vistare www.meetingmostre.com, la pagina FB di MeetingMostre oppure scrivere a info@meetingmostre.com. A disposizione molti percorsi espositivi, tra cui quelli su Abramo, i migranti, la Georgia, Madre Teresa, l’abbraccio misericordioso ed il restauro della basilica di Betlemme. In catalogo anche mostre più piccole, come quella sulle carceri brasiliane dell’Apac, il terremoto del Friuli, la Fondazione Grassi, le opere lignee della chiesa veronese, la rivista Milano studenti, Padre Augusto Gianola, le suore di Carità dell’Assunzione, Leonardo da Vinci e quelle per ragazzi. Leonardo Cavallo


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SPETTACOLI

Davvero tu sei un Gene per me

21.45

UNIPOL SAI ARENA

D3

Il comico emiliano protagonista dell’«Aperitivo con...» alle 19 e della grande festa delle 22 che concluderà il Meeting 2016 Rock e comicità, chitarre e risate: il gran finale del Meeting di Rimini 2016 («È festa», stasera alle 21.45 all’UnipolSai Arena D3) avrà come protagonista Gene Gnocchi, maestro dell'ironia basata sulla quotidianità surreale, semplice e immediata. L'attore, cabarettista e scrittore di Fidenza, interprete (tra le altre trasmissioni di successo) di “Zelig”, “Emilio”, “Scherzi a parte” e “Mai dire gol”, vestirà i panni di una rockstar - enfaticamente chiamata “the Legend” - sull'orlo della pensione. Tra musica e commedia, tra teatro e concerto, Gene Gnocchi proporrà una lettura demitizzata e molto fuori dalle righe della figura delle rockstar, alle prese non tanto con la “fede cieca” dei

fans, bensì con i problemi di audio, l'insubordinazione dei musicisti, le critiche dei giornali-

Chitarre e risate: l’attore, cabarettista e scrittore vestirà i panni di una rockstar sull’orlo della pensione

sti e la delusione del pubblico. Tutt'altro che leggendaria, ma caotica, deludente e piena di rogne, è la vita di chi invecchia nel mondo delle sette note!

Con Gene e le sue parodie dello starsystem, in scena ci saranno Diego Cassani (chitarra), Paolo Trabucchi (batteria), Luca Barani (basso), e gli attori Roberto Cacciali e Paolo Ghezzi. Nelle videointerviste rilasciate da Gene Gnocchi per lanciare la sua presenza a Rimini, il comico ha annunciato che la sua band si chiama “I figli di Renzi”, in “omaggio” al presidente del Consiglio. La quotidiana intervista delle 19 («Aperitivo con...» all'area Piscine Ovest) vedrà proprio Gene Gnocchi dialogare con il pubblico, offrendo qualche anticipazione e molta leggera ironia sul rock, sul Meeting stesso e sulla politica italiana. Carlo Alberti

LA FESTA DEL VILLAGGIO

Villaggio Ragazzi in festa, questa sera alle 20,45 al teatro in C3, appuntamento con il maestro Villa e tutti gli amici. A seguire la celebrazione per il 40esimo anniversario della canzone “I Liocorni”, cantata e musicata dal vivo dai gruppi musicali: Al Morigi, gli Zafra e le Voci senza Frontiere.

Terra, bene prezioso Recenti stime ONU confermano la previsione che la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi di persone nel 2050. Per alimentare un così alto numero di esseri umani sarà necessario rivedere molte delle pratiche in corso e cercare soprattutto di preservare la risorsa base di ogni attività umana, la terra. Un terzo di tutti i territori emersi - pari a 5 miliardi di ettari - è utilizzato per l’agricoltura, una quota che, nonostante nuovi dissodamenti e nuove super fici messe a coltura, non si riesce realmente ad incrementare. Infatti, se per un verso si cerca di ottenere maggiore area coltivabile, d’altra parte una super ficie enorme di terreno viene continuamente sottratta all’agricoltura per fenomeni di impoverimento o desertificazione dei suoli e di urbanizzazione. Mai come in questo momento la terra appare come un bene da difendere e conservare. Le macchine agricole possono offrire un contributo decisivo non solo per la produttività dei suoli ma anche per la loro conservazione, grazie allo sviluppo di tecnologie e sistemi sempre più innovativi e attenti alla difesa e al mantenimento delle caratteristiche dei terreni e degli ecosistemi presenti nel Pianeta. FederUnacoma rappresenta i costruttori italiani di mezzi e attrezzature per l’agricoltura, un settore della meccanica che esprime un’ampia produzione in grado di rispondere alle più varie esigenze colturali, e in grado di proporre soluzioni innovative per un impiego sempre più sostenibile della risorsa terra, il nostro bene prezioso.

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VITA MEETING

MAGLIETTE GIALLE PIANTE VERDI E CATALOGHI GRIFFATI

Mena e Yuchun, si sono incontrate martedì al Meeting

Le volontarie che sorridono in cinese

C’è gente che fa cose gratificanti con la piva e gente che fa cose minime con gioia. Parliamo dei secondi, che è meglio. PARCHEGGIUMEST - Gli eroici del parcheggio Est. Ce n’è lì uno con un cappellaccio di paglia, con la sua piccola gang. Accolgono l’«automobilista incazzato» (stile Gioele Dix) come quello calmo con un cubitale «Seguici su instagram». L’account? «Parcheggiumest», tutto attaccato, leggilo in latino o come vuoi. Su instagram ci sono davvero. Avvertono: il buongiorno si vede dal parcheggio. C’è anche l’innopark2016: «Noi non siam mica normali/facciam servizi generali⁄vieni vieni a parcheggiar/ autista non ti adirar/il mio sorriso non può mancar». Non sarà alta poesia ma non c’è il lancio dei pomodori: anzi, un camionista regala una cassa di prugne. PIANTE VERDI – Tre in maglietta gialla tutte le mattine alle otto sono in giro con una gran cisterna e annaffiatoi. Devono dare l’acqua a 963 piante verdi. Lavoro ripetitivo, ma se lo fai bene, vedi la pianta che non si rinsecchisce. Preso dall’entusiasmo il più

dedito dei tre con l’ultima acqua ha innaffiato anche il prato. Di erba sintetica. CASSIERE IN ERBA – C’è una gara tra gli addetti alle casse: quella di chi sbrocca meno, vale a dire chi ha incassato una cifra pari al venduto. Qualcosa scappa a tutti. Uno o due euri in più o in meno. Maglia nera, tutti i santi giorni, tal Pietro da vattelapesca. Ammanco di euro 50 il primo giorno, poi 30, alla fine venti. Il totale è altino, ma i progressi sono evidenti. Per il 2018 sarà prontissimo. CATALOGO GRIFFATO - Vendere i biglietti della lotteria è dura. Ma i cataloghi Meeting è una tristezza. Un genio maglietta rosavolontario e pseudo-Borsalino bianco, anch’egli con la sua gang di giovanissimi, ha due registri per ingolosirti. Quello della compassione per il vu-cumprà: per un euro o due ti offre col catalogo anche un pacchetto di fazzoletti… una scatola di cerottini… un accendino… L’altro metodo è più ecclesiale e consiste nel catalogo con dedica autografa di Julián Carrón. Costa qualcosina in più, ma vuoi mettere. M.V.

Yuchun vede un manifesto del Meeting e dopo tre anni, appena maggiorenne, viene a fare la volontaria. Mena studia architettura, è in fiera per la prima volta e lavora gratis alla gelateria. «Lavorare con gli amici è bellissimo» Yuchun ha sedici anni quando vede per Rimini un manifesto che parla di meeting e amicizia fra i popoli. Parole che la incuriosiscono, vorrebbe andarci, purtroppo non può andare perché è minorenne e i suoi non la lasciano. Di accompagnarla poi non se ne parla, c’è tanto lavoro nel negozio di abbigliamento a Torre Pedrera e lei è preziosa perché conosce bene l’italiano. Deve aspettare di essere maggiorenne, tre anni dopo. Que-

st’estate, finalmente, può scrivere all’ufficio volontari e proporsi. Viene assegnata al lavoro nell’Auditorium B3, assiste agli incontri principali, come quello di Mattarella, è molto colpita da Wael Farouq. Diventa amica di Annarita, che la accompagna per i padiglioni, tra mostre e nuovi amici. Resta a bocca aperta davanti alle Apac del Brasile. «In Cina non si può neppure immaginare un carcere così, senza sorveglianti, senza

essere trattati male. Eppure esiste». Mentre racconta si commuove. «Non dobbiamo ricordare sempre le brutte cose che abbiamo vissuto, se no si crea un effetto che non finisce più». Yuchun, lo sai che qui al Meeting c’è un’altra volontaria cinese? «Davvero?» Si illumina. «Proprio qui?». L’andiamo a conoscere, si chiama Mena, ha 22 anni, vive a Pechino e ha la feli-

cità dipinta in faccia. L’incontro è tutto abbracci e sorrisi, con una bella discussione in lingua madre. Finisce con il selfie con tanto di stecca d’ordinanza. Mena è qui per la prima volta, fa la volontaria alla gelateria. «Qui è bellissimo, incontro tanti amici e persone nuove ogni giorno». Lei non è una che si accontenti. Originaria di Urumqi, al confine col Kazakhstan, dove vivono molte tribù nomadi, per conoscerle va a vivere con loro per un

Lo stand della Fondazione Ania, nella Hall Sud .

Guidare è una cosa seria e lo si impara “giocando” Nella hall Sud i test della Fondazione Ania per la sicurezza stradale La guida è una cosa seria e lo si può capire anche giocando. Sembra essere questa la filosofia adottatata da Ania, fondazione per la sicurezza stradale, presente al Meeting nella hall sud. Chi si presenta allo stand è invitato a misurarsi con simulatori di guida sicura e dinamica. All’inizio sembra di giocare a un videogioco super tecnologico. Dopodichè il test

si complica, perché gli istruttori di Ania invitano a guidare inserendo, nel controllo del volante, modifiche che danno la sensazione di aver bevuto, o di essere sotto l’effetto di stupefacenti. Si vedrà immancabilmente la propria auto uscire dal percorso e schiantarsi. Chi si sottopone al test vede crollare la propria sicurezza iniziale e diventa più disponi-

bile ad approfondire le proposte degli istruttori della fondazione. Tra queste la visita oculistica gratuita; ma anche proposte pensate esplicitamente per i giovani tra i diciotto e i ventisei anni, i cosiddetti “neo patentati”, che possono tentare di vincere un corso di guida sicura. Questo tipo di lezioni si sta diffondendo sempre più in Italia,

po’. Decide poi di andare per il mondo a imparare le lingue, va negli Stati Uniti e in Spagna, dove conosce alcune persone di Cl che l’affascinano, soprattutto David. Legge d’un fiato “Il senso religioso” e altri testi. Inzia a fare scuola di comunità. Torna in Cina e si fa un’ora e mezza di metro per andare a casa di persone mai viste, ma di Cl. E adesso è a Rimini, sempre per conoscere e non fermarsi mai. Alessandro Caprio

perché, da una parte, aumentano significativamente le abilità nella guida e insegnano a reagire in maniera corretta di fronte a ostacoli improvvisi, acqua planning e sbandamenti, dall’altra offrono ai neopatentati uno sconto

sull’assicurazione se questa partecipa al progetto “Patto giovani”. Il gadget che viene regalato al visitatore è un etilometro da utilizzare prima di mettersi alla guida, anche se come «è sempre meglio quando si esce con amici delegare il compito a uno di guidare e che questo non beva niente perché non c’è esperienza che possa evitare disastri se c’è un eccesso di tasso alcolemico». Parola di Umberto Delle Piane, pilota e istruttore di guida sicura ad Ania. Luca Brambilla


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VITA MEETING

Madre Teresa glorifica la libreria Fra i titoli più venduti tre volumi dedicati alla suora di Calcutta. In testa ai best-seller i cataloghi di alcune delle mostre più frequentate: la preferita in assoluto è «Restaurare il cielo» dedicata alla basilica della Natività Nelle prime ore di una delle ultime giornate d’agosto, un giovane forestiero, accompagnato da un’arietta che sa di fresco, si presenta davanti alla libreria del Meeting. Sarà la nostalgia delle “sudate carte”, sarà un improvviso moto di coscienza, ma oggi nessuno potrà impedire al ragazzo di comprarsi “Le cose semplici” di Luca Doninelli, che sta lì in prima fila nel settore Narrativa. Poi un sussulto. Sono 838 pagine e la sessione inizia settimana prossima. Non ce la farà mai. In stato confusionario il giovane chiede aiuto a un volontario, che lo invita all’acquisto di un catalogo, ma non uno di quelli vintage del settore Occasioni. Propone “Migranti. La sfida dell’incontro” e racconta di “American dream - In viaggio con i santi americani”. Le due mostre hanno accompagnato nell’ultima settimana migliaia di visitatori, e il nostro protagonista prova un certo imbarazzo nel realizzare

LA TOP TEN BETLEMME, MIGRANTI E USA Ecco la classifica dei libri e dvd più venduti dalla libreria durante questa edizione del Meeting. 1. «Restaurare il cielo» (Itaca), dvd della mostra. 2. «Migranti, la sfida dell’incontro» (Itaca), catalogo. 3. «American Dream» (Marietti), catalogo. 4. «Sii la mia luce» (Rizzoli), di Madre Teresa. 5. «Domande grandi dei bambini» (Itaca), di BottaLonardi. 6. «Govindo. Il dono di Madre Teresa» (San Paolo), di Marina Ricci. 7. «Il miracolo delle piccole cose» (Rizzoli), di Madre Teresa. 8. «Chiamatemi Isa» (Itaca), di Giorgia Coppari 9. «Le cose semplici» (Bompiani), di Luca Doninelli 10. «Diario di volo di Antoine de Saint-Exupéry e del suo Piccolo Principe» (Itaca)

improvvisamente che lui non è compreso tra di loro. Decide quindi di rimediare, controlla un istante il portafoglio e si convince a comprare i tre cataloghi, e lo avrebbe fatto se solo, mentre camminava verso la

cassa, il frastuono di una folla inferocita di mamme, professori, bambini e preti non avesse attirato la sua attenzione. Tutti si dimenano per accaparrarsi l’ultima copia di “Sii la mia luce” di Madre Teresa di Calcutta, il sag-

gio che mette in ombra autori ben più favoriti sulla carta come l’intramontabile De Wohl o Julián Carrón, forte dell’edizione economica de “La bellezza disarmata”. Sfuggendo da spintoni e gomitate il giovane forestiero raggiunge la parte opposta della libreria, dove rimane incuriosito dal «Diario di volo di Antoine de Saint-Exupéry e del suo Piccolo Principe». Il titolo troppo lungo e l’essersi accorto di essere nel settore Ragazzi lo fa però desistere dall’acquisto. La mattinata è ormai tarda, ma è proprio quando sembra dissolversi la speranza che nascono le idee più grandi. Che cos’è il genio? Fantasia, intuizione, decisione, velocità d’esecuzione. E una copia del dvd “Les Miserables”. «Guarda che è il musical lo avvisano - se proprio vuoi un dvd c’è il catalogo della mostra della Carlotti». Fu così che “Restaurare il cielo” diventò il titolo più venduto della libreria. Davide Grammatica

LIBRO A TU PER TU CON ALBACETE «Realtà e Ragione» è un volumetto che racchiude alcuni dei discorsi di Lorenzo Albacete. Un’intelligenza acuta, ilare, radicale nelle posizioni e originale nella proposta. Un dialogo con un personaggio debordante, vivo, alle cui provocazioni non si può rimanere indifferenti. Il libro, edito da Marietti S.p.A., è in Libreria A3 al Meeting. Tommaso Zanchettin

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LA GIORNATA

Oggi Spadaro e la diplomazia del Papa al Il miracolo di Madre Teresa Meeting Lotta allo spreco alimentare, la riconciliazione Usa-Cuba. E alla sera la festa finale

AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco); Carlo Federico Perno, Docente di Virologia all’Università di Tor Vergata di Roma e Direttore di Virologia Molecolare al Policlinico Tor Vergata. In occasione dell’incontro intervento di saluto di Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute. Introduce Gemma Migliaro, Presidente Associazione Medicina e Persona.

Incontri

WHAT’S HUMAN ABOUT TECHNOLOGY. DIALOGO CON… Ore 15.30 What? - Spazio Innovazione Piazza A5/C5. Partecipano: Arash Ajoudani, Ingegnere, Ricercatore presso Istituto Italiano di Tecnologia; Alessandro Vato, Ingegnere, ricercatore presso Istituto Italiano di Tecnologia.

LA RICONCILIAZIONE STATI UNITICUBA: RIMARGINARE UNA FERITA Ore 11.15 Salone Intesa Sanpaolo B3. Partecipano: Miguel Benito “Mike” Fernandez, Founder of MBF Healthcare Partners, Cuba; Pedro Freyre, Partner and Chair of the International Practice in the law firm of Akerman LLP, USA; Rolando Guillermo Suárez Cobián, Consigliere Giuridico della Conferenza Episcopale di Cuba. Introduce Roberto Fontolan, Direttore Centro Internazionale di Comunione e Liberazione. CIBO: UN BENE PER TUTTI. DALLA LOTTA ALLO SPRECO ALLE NUOVE TECNOLOGIE Ore 11.15 Sala Illumia B1. In collaborazione con Confagricoltura. Partecipano: Fabio Degli Esposti, Direttore Generale Nespresso Italiana; Maria Chiara Gadda, Deputata PD al Parlamento Italiano, promotrice della legge contro gli sprechi alimentari e farmaceutici; Massimo Goldoni, Presidente Federunacoma; Mario Guidi, Presidente Confagricoltura; Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali; Livia Pomodoro, Presidente Milan Center For Food Law and Policy. Introduce Marco Lucchini, Direttore Generale Fondazione Banco Alimentare Onlus. LE NUOVE FRONTIERE DELLA CHIRURGIA Ore 11.15 Sala Neri CONAI. Partecipano: Michael Bailey, Co-Direttore dell’International Centre of Excellence for Telesurgery, UK; Beatrice Lorenzin, Ministro

Volontari al parcheggio Est del Meeting

della Salute; Raffaele Pugliese, Presidente AIMS Academy (Advanced International Mini-invasive Surgery Academy). Introduce Manuela Lucchini, Giornalista TG1. WHAT’S HUMAN ABOUT TECHNOLOGY. DIALOGO CON… Ore 11.30 What? - Spazio Innovazione Piazza A5/C5. Partecipano: Fabio Catani, Professore di Ortopedia, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia; Giampiero Perri, Esperto di valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale. RACCONTI DI LEGNO. UN CAFFÈ CON… FEDERLEGNOARREDO Ore 13.45 Stand FederlegnoArredo Pad. C1. Direttore: Direttore responsabile: Editore: Associazione riconosciuta con D.P.R. n.869 del 6/8/1986, sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini. Tel. 0541-783100, Fax. 0541-786422

Performance teatrale di Andrea Carabelli, Attore e regista. Testi di Paolo Campoccia. LA DIPLOMAZIA DI FRANCESCO. LA MISERICORDIA COME PROCESSO POLITICO Ore 15.00 Salone Intesa Sanpaolo B3. Partecipa Antonio Spadaro, Direttore de La Civiltà Cattolica. Introduce Alberto Savorana, Portavoce di Comunione e Liberazione. LA SALUTE È CONTAGIOSA? Ore 15.00 Sala Illumia B1. Partecipano: Paolo Gradnik, Presidente Fondazione Banco Farmaceutico Onlus; Nicoletta Luppi, Presidente Gruppo Vaccini di Farmindustria; Mario Melazzini, Presidente Progetto grafico e Impaginazione: Èdita, Rimini

MADRE TERESA: UNA SANTA PER IL NOSTRO TEMPO Ore 17.00 Auditorium Intesa Sanpaolo B3. Partecipano: Marcilio Haddad Andrino, Ingegnere miracolato del Brasile; Fernanda Rocha Andrino, Moglie di Marcilio Haddad Andrino; Brian Kolodiejchuk, Postulatore della causa di canonizzazione di Madre Teresa; Suor Serena, Missionaria della Carità. Introduce Marina Ricci, Giornalista.

Spettacoli SPIRTO GENTIL - STABAT MATER di Giovanni Battista Pergolesi Ore 19.00 Sala Neri CONAI. Guida all’ascolto. Relatore Pier Paolo Bellini. APERITIVO CON... Gene Gnocchi Ore 19.00 Area Piscine Ovest. È FESTA con Gene Gnocchi Ore 21.45 Arena Spettacoli Unipolsai D3. Ingresso libero. *Chiusura padiglioni fieristici Ore 23.59. Pubblicità Ufficio commerciale Meeting Tel. 0541-783100

Fotolito e stampa: CED Via dell’Industria, 52 Erbusco (BS) Registrazione Tribunale di Rimini n.16/91 del 15/07/1991

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Per la realizzazione della XXXVII edizione del Meeting di Rimini si ringraziano tutti gli Enti che hanno collaborato, a vario titolo, alla buona riuscita della manifestazione. Con il patrocinio di: Presidenza del Consiigglio dei Miniisstrii;; Regione Emilia-Romagna; Comune di Rimini. Con il contributo di: FFo ondazione Cassa di Riissparmio di Riminii;; Rimini FFiierra a; Assoffo orm di Riminii,, Camerra a di Commercio di Riminii,, Center ffo or Ethics and Culturedella Notre Dame Univerrssityy,, USA

Con Avv Avveenire idee, analisi e approffo ondimenti prendono spazio e divveenta t no strumento di comprensione dei mutamenti della società e un contributo quotidiano aallla riscoperta d e i v a l o r i p ro ffo o n d i d e l l ’ e s s e r e c r i s t i a n i e c i t t a d i n i d e l l ’ I t a l i a e d e l m o n d o. Avvenire interpreta il cam mb biamento nella Chiesa e nei mondi vitali del caatttolicesimo, portando il lettore nel cuore delle vicende sociali e dei dibaatttiti culturali ed etici. Tu T utto questo è valorizzato da una proposta di lettura integraatta su tutte le piattaffo orme digitaalli, per garantire inffo ormazioni puntuali, autorevvo oli e costantemente aggiornaatte. Leggere Avvvvenire signiffiica ritrovarsi persone nuove nei vaallori di sempre, per essere insieme protagonisti nel cambiamento.

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