Quotidiano Meeting 2011 - sabato 27 agosto

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ANNO 21 Numero Sette Sabato

MEETING

O N A I D I T O U Q

27

QUALE DESTINO PER L’EUROPA? Con Gianni Pittella, Mario Mauro, Giulio Tremonti (nella foto). Introduce Bernhard Scholz. Auditorium B7

11.15

AGOSTO 2011

Scholz: cosa dirò a Tremonti pag. 2

Padre Aldo Trento, al centro, fra due amici sacerdoti. Nel pomeriggio sarà protagonista dell’incontro conclusivo del Meeting con lo psichiatra Eugenio Borgna.

La Primavera araba è una sfida per noi ra pochi giorni saremo costretti a ricordare i dieci anni che sono trascorsi dall’11 settembre 2001. Costretti perché è una di quelle date che assieme a qualche altra vorremmo istintivamente cancellare dal calendario. Sappiamo tutti che in quel giorno è cambiato qualcosa nella storia recente del mondo, c’è un prima e un dopo. Il decennio che si chiude è stato segnato da guerre, distruzioni e stragi e in un modo o nell’altro tutte riportano all’11 settembre 2001.

T

CIÒ CHE ABBIAMO DI PIÙ CARO Presentazione del libro di Luigi Giussani. Con Eugenio Borgna (nella foto), Aldo Trento. Introduce Emilia Guarnieri. Auditorium B7

15.00

Il cardinale volontario pag. 7

La guerra di Socci pag. 9

Strano ma certo È stato tutto molto difficile in questi anni: le relazioni tra le religioni, il dialogo tra le culture, gli stessi rapporti tra gli uomini. Ma possiamo dire con certezza che anche in questo tempo oscuro il Meeting è rimasto fedele alla sua origine, continuando nell’incessante opera di realizzare l’incontro tra mondi e persone differenti - persino molto differenti; l’opera di un guardarsi e parlarsi a tu per tu, anche se davanti a migliaia di spettatori attenti e coinvolti, anzi proprio in virtù di queste platee attente e coinvolte. Al Meeting abbiamo resistito a chi voleva e vuole chiudere le porte, separare le diversità, alzare il muro del “noi e loro”. La nostra esperienza di identità chiara e certa ci spalanca all’altro ed è sempre, sempre, la proposta di un cammino insieme, libero,

paziente e aperto. L’esperienza del Meeting rischia tutto nell’amore alla libertà dell’altro. Naturalmente è esposta all’errore – e quanti se ne fanno in una vita. Ma non impone, non presume, non giudica ideologicamente. Con tenacia, anno dopo anno, abbiamo aggiunto tessuto al filo che ci lega all’altra riva del Mediterraneo: ai nostri fratelli cristiani spesso in condizioni di gravi persecuzioni, al grande mondo arabo, alla religiosità islamica. Anche da questo è nata quella straordinaria esperienza chiamata Meeting del Cairo. Alcuni mesi fa abbiamo come tutti assistito stupefatti a ciò che accadeva in Tunisia, in Egitto e che poi ha contagiato via via quasi tutto il mondo arabo. Nessun economista o

presidente di banca o ministro aveva previsto la crisi finanziaria; analogamente nessun leader politico, analista o capo di organizzazioni mondiali aveva prefigurato eventi che hanno cambiato per sempre il volto del Medio Oriente e del Mediterraneo. Eventi che sono in corso e che hanno preso strade diverse: vediamo in questi giorni quel che accade in Libia, in Siria, e le tensioni che crescono un po’ dovunque nella regione. Ieri, con l’incontro dedicato alla Primavera araba, al suo drammatico fiorire, un altro passo si è aggiunto al cammino del nostro Meeting. E continueremo, con la coscienza che quel che accade è una sfida, una sfida per la conoscenza, per la politica, per la ragione, per il cuore. Una sfida a non restare mai tranquilli.


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