Notiziario Meeting dicembre 2011

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eeting m Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma DCB Rimini valida dal 01/06/98” - € 1,00

NOTIZIARIO

R I V I S TA D E L L A F O N D A Z I O N E M E E T I N G P E R L ’ A M I C I Z I A F R A I P O P O L I

Il filo della certezza

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ANNO XXXI

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INTERVENTI lettivismo erano i modelli culturali disponibili e di tutti erano chiari limiti e contraddizioni. Da dove ripartire, dunque? Occorreva ricostruire daccapo una base teoretica su cui fondare l’intero edificio costituzionale. (…) C’era un punto potenzialmente condivisibile da parte di tutti, a fronte dei drammi di quell’epoca – l’unico punto condivisibile davanti ai drammi di qualunque epoca –: occorreva ripartire dal valore della persona umana, occorreva partire dall’uomo. «Ciò che abbiamo in comune con l’altro non è tanto da ricercare nella sua ideologia, quanto in quella struttura nativa, in quelle esigenze umane, in quei criteri originari per cui egli è uomo come noi (…); fra ideologie diverse ciò che è in comune è proprio l’umanità degli uomini che portano quelle ideologie come vessilli di speranza o di risposta» (don Luigi Giussani). In questo l’apporto dei cattolici fu assai significativo. (…) Per molti costituenti fu chiaro che la persona umana intesa nella sua integralità doveva costituire la pietra miliare della ricostruzione della società e delle istituzioni. La Costituzione italiana fu ed è la Costituzione di tutti perché è una Costituzione per l’uomo – come affermò l’onorevole La Pira nel suo intervento in Assemblea Costituente l’11 marzo 1947. Attingendo alle concezioni tomistiche – secondo le quali un assetto giuridico, quale è la Costituzione, deve essere proporzionato all’assetto sociale e umano – proposero un progetto giuridico il cui fondamento era costituito dall’uomo reale e dalla realtà sociale in cui si svolge l’umana esistenza. (…) Con grande realismo, nel pieno di un acceso dibattito relativo al ruolo delle istituzioni religiose, di nuovo La Pira osservava: «Guardate in campagna: cosa vedete in un piccolo villaggio? C’è il campanile, la Chiesa, c’è il palazzo del Comune, c’è la scuola, c’è la camera del lavoro, la casa del popolo; esistono tutte queste forme

Il giuramento dei nuovi giudici della Corte Costituzionale al Quirinale

di attività sociale. Esistono. Quindi una Costituzione pluralista, la quale è il vestito di questa realtà concreta, deve per forza tener conto di questa struttura sociale». Una passione per l’uomo considerato nella sua realtà storica permise, non senza passare attraverso incomprensioni e vivaci discussioni, di raggiungere infine un accordo condiviso. (…) Se il fondamento fu un elemento ampiamente condiviso, non mancarono nelle articolazioni concrete del testo costituzionale momenti meno adamantini. Luci e ombre, come si è detto nella mostra sui «150 anni di sussidiarietà». (…) Queste ultime osservazioni sulle disposizioni di «compromesso» e sulla loro intrinseca flessibilità ci suggeriscono un’ultima rapida considerazione, che non intende essere una “conclusione”, ma piuttosto l’invito ad aprirsi a nuovi spunti di riflessione. Che cosa è la Costituzione? Qual è il suo ruolo nella vita di una società, di un popolo? (…) La Costituzione non è un testo giuridico qualunque: essa si colloca alle estreme propaggini dell’universo giuridico, in continuo contatto con l’espe-

rienza viva del popolo e della società di cui essa costituisce l’architettura giuridica fondamentale. Non è neppure un pezzo di antiquariato o un semplice documento storico. Si tratta invece di un testo il cui contenuto e le cui potenzialità sono continuamente rimodulate alla luce dell’esperienza storica e della realtà viva di una società. (…) La partita costituzionale è dunque sempre tutta da giocare non tanto – come è accaduto nel corso degli ultimi vent’anni – ponendo il problema della revisione e della riforma costituzionale, quanto per far parlare il testo e fargli esprimere tutte le potenzialità che esso contiene. Certamente le istituzioni politiche e di garanzia svolgono un ruolo essenziale in questa partita. Eppure, come era chiaro ai grandi giuristi del secondo dopoguerra, il soggetto che può infondere vita al testo costituzionale è anzitutto il popolo, di cui le istituzioni sono costantemente chiamate a farsi interpreti. (L’intervento integrale è pubblicato nel libro “Una certezza per l’esistenza”, BUR Saggi)

lavoriamo in più di 70 paesi, per portarvi energia 62

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MEETING 2011 za, della volontà e dell’impegno. Dell’impegno operoso e sapiente, fatto di spirito di sacrificio e di massimo slancio creativo e innovativo. Impegno che non può venire o essere promosso solo dallo Stato, ma che sia espresso dalle persone, dalle comunità locali, dai corpi intermedi, secondo quella concezione e logica di sussidiarietà, che come ha sottolineato il Presidente Vittadini e come documenta la Mostra presentata a questo Meeting, ha fatto, di una straordinaria diffusione di attività imprenditoriali e sociali e di risposte ai bisogni comuni costruite dal basso, un motore decisivo per la ricostruzione e il cambiamento del nostro Paese. (…) E’ possibile, mi si chiede, che si riproduca quella grande tensione, quello stesso impegno verso il bene comune ? La mia risposta è che può la forza delle cose, può la drammaticità delle sfide del nostro tempo, rappresentare la molla che spinga verso un grande sforzo collettivo come quello da cui scaturì la ricostruzione democratica, politica, morale e materiale del nostro Paese dopo la Liberazione dal nazifascismo. I contesti storici sono, certo, completamente diversi ; la storia, nel male e nel bene, non si ripete. Ma la storia che abbiamo vissuto in 150 anni di Unità, nei suoi momenti migliori, come quando sapemmo rialzarci da tremende cadute e poi evitare fatali vicoli ciechi, racchiude il DNA della nazione. E quello non si è disperso, e non può disperdersi. I valori che voi testimoniate ce lo dicono ; ce lo dicono le tante espressioni, che io accolgo in Quirinale, dell’Italia dell’impegno civile e della solidarietà, dell’associazionismo laico e cattolico, di molteplici forme di cooperazione disinteressata e generosa. E, perché si creino le condizioni di un rinnovato slancio che attraversi la società in uno spirito di operosa sussidiarietà, contiamo anche sulle risorse che scaturiscono dalla costante, fruttuosa ricerca di “giuste forme di 60

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150 ANNI I DISCORSI DEL PRESIDENTE IN UN LIBRO “Una e indivisibile. Riflessione sui 150 anni della nostra Italia” è il titolo del libro edito da Rizzoli (2011). Il volume raccoglie i discorsi pronunciati dal Presidente della Repubblica, che firma anche la prefazione, in occasione della ricorrenza dei 150 anni di unità nazionale, tra cui anche quello pronunciato nell’auditorium del Meeting di Rimini il 21 agosto scorso.

Una e indivisibile. Riflessioni sui 150 anni della nostra Italia Giorgio Napolitano Prezzo di copertina € 15,00 2011, 174 p. Editore Rizzoli (collana Varia) Disponibile anche in ebook

collaborazione” – secondo le parole di Benedetto XVI – “fra la comunità civile e quella religiosa”. Ma potrà anche l’apporto insostituibile della politica e dello Stato manifestarsi in modo da rendere possibile il superamento delle criticità e delle sfide che oggi stringono l’Italia ? Ci sono momenti in cui – diciamolo pure - si può disperarne. Ma non credo a una impermeabilità della politica che possa durare ancora a lungo, sotto l’incalzare degli eventi, delle sollecitazioni che crescono all’interno e vengono dall’esterno del Paese. Il prezzo che si paga per il prevalere – nella sfera della politica – di calcoli di parte e di logiche di scontro sta diventando insostenibile. Una cosa è credere nella democrazia dell’alternanza ; altra cosa è lasciarla degenerare in modo sterile e dirompente dal punto di vista del comune interesse nazio-

nale. Ci fa riflettere anche quel che accade nel grande paese che è stato, con le sue peculiarità istituzionali, il luogo storico di una democrazia dell’alternanza capace di far fronte alle responsabilità anche di un determinante ruolo mondiale. Negli Stati Uniti vediamo appunto come, nell’attuale critico momento, il radicalizzarsi dello spirito partigiano e della contrapposizione tra schieramenti orientati storicamente a competere ma anche a convergere, stia provocando danni assai gravi per l’America e per il mondo, in una congiuntura difficile pure per quella causa della pace, dei diritti umani, dell’amicizia tra i popoli – si pensi alla tragedia del Corno d’Africa – che è iscritta nella stessa ragion d’essere del vostro Meeting. Qui in Italia, va perciò valorizzato ogni sforzo di disgelo e di dialogo, come quello espressosi nella nascita e nelle iniziative, cari amici Lupi e Letta, dell’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà. Ma bisogna andare molto oltre, e rapidamente. Spetta anche a voi, giovani, operare, premere in questo senso : e predisporvi a fare la vostra parte impegnandovi nell’attività politica. C’è bisogno di nuove leve e di nuovi apporti. Non fatevi condizionare da quel che si è sedimentato in meno di due decenni: chiusure, arroccamenti, faziosità, obbiettivi di potere, e anche personalismi dilaganti in seno ad ogni parte. Portate nell’impegno politico le vostre motivazioni spirituali, morali, sociali, il vostro senso del bene comune, il vostro attaccamento ai principi e valori della Costituzione e alle istituzioni repubblicane: apritevi così all’incontro con interlocutori rappresentativi di altre, diverse radici culturali. Portate, nel tempo dell’incertezza, il vostro anelito di certezza. È per tutto questo che rappresentate, come ha detto nel modo più semplice la professoressa Guarnieri, “una risorsa umana per il nostro paese”. Ebbene, fatela valere ancora di più : è il mio augurio e il mio incitamento.


INTERVENTI EDITORIALE

LaIlcostituzione motore e il popolo

del desiderio

Il 2 settembre 2011 la costituzionalista Marta Cartabia, per diverse volte relatrice al Meeting e curatrice tra gli altri della mostra “150 anni di Sussidiarietà”, è stata nominata dal Presidente della Repubblica giudice della Corte Costituzionale. Proponiamo qui un brano del suo intervento al Meeting di quest’anno. A tema il processo costituente, portatore di esempi positivi

Nelle prime giornate del Meeting di quest’anno, una domanda era ricorrente. “Come è possibile parlare di certezza, nel tempo in cui viviamo? Ma siete sicuri?”. Era da qualche giorno iniziata la speculazione sul debito pubblico itae c’è una parola capace di descri«problematico presente». Proprio rere quel tempo può essere di inseliano, lo scontro politico sempre più forte.Tutto sembrava evidente, tranne la vere in modo pertinente il temcome il tempo che stiamo attravergnamento per ricercare le risorse che possibilità di qualcosa di certo e positivo. po in cui si trovò a operare l’Assando ora, anche il tempo della elaoggi, come allora, possono trasforCome ha scritto il giornalista John in un suo in articolo sull’Irish Times, semblea Costituente, eletta al fine di borazione della Costituzione italia-Waters mare la crisi una opportunità (…). che troverete in queste pagine, c’era chi si aspettava di vedere al Meeting elaborare la nuova Costituzione delna è, infatti, un tempo drammatico, Di che natura era la crisi di quelgente abbattuta, appesantita dalla crisi. El’epoca? invece,Quali per fortuna, realtà è Ogni semla neo-nata Repubblica italiana dopo di grave difficoltà, in cui crollavano aspetti la investiva? pre più strutture grande disociali quello che si può Chivita è venuto Meeting il referendum istituzionale del 2 giuantiche lasciando die-immaginare. aspetto della socialealera travoltoe gno 1946, è la parola “crisi”, in un tro di macerie eda rovine (…)haEppudalla crisi. Eravive unaincrisi totale, di chi l’haséosservato lontano potuto scoprire “persone azione”, come interduplice significato. Nel suo discorso re ildetto tempo della elaborazione della Sardo, dimensione sociale, ha il direttore dell’Unità Claudio un popolo dieconomica, uomini certi, irnazionale, politica e anche culturale. del 21 agosto qui al Meeting, in occaCostituzione italiana è stato anche il riducibili, segnato da giovani di cuore che desiderano qualcosa di grande, (…)che hanno un futuro più incerto. sione dell’inaugurazione della mostra tempopaura di undel nuovo inizio: un tempo senza futuro, anche se sono quelli di giudizio sul passato e un tempo di Senza idealizzazioni retoriche – giacper i “150 anni di sussidiarietà”, il A qualche mese di distanza, in circostanze ancora difficili e precarie, nuove opportunità proprio come chédel non mancarono, vedremo, Presidente della Repubblica Giorgio che cosa può– insegnarci l’edizione Meeting 2011?come Che della cerNapolitano parlava del nostro oggi l’etimologia greca del termine “crisi” ombre e incertezze, reticenze e ambitezza non ne possiamo fare a meno, pena perdere la possibilità di esÈ POSSIBILE comePERCHÈ di un «tempo di crisi», di un suggerisce. Ecco allora che ripercorguità di certo correggibili – la Costisere veri uomini. Conferma questo per esempio il dibattito che si è tuzione italiana determinò le condiPARLARE DI CERTEZZA svolto sulle pagine del quotidiano online IlSussidiario filosofi zioni perché la rinascitatra fosse possi-e uomini di cultura intorno alla relazione di quest’anno tenuta dal NEL TEMPO E NEL PERIODO bile. (…) Che cosa permise che fida losofo Costantino Esposito; lo dice il successo che ha avuto lacatamouna crisi così profonda – una IN CUI VIVIAMO itinerante in tutta Italia, perchè stra dei 150 anni di sussidiarietà, strofe, si è detto – derivasse l’occaindica la possibilità per ognuno sione di noididiun ripartire e non soccombere cammino, e ne emergesuna non potenzialità di sviluppo? E alla crisi. E ancora la sfida che se l’Italia sia un paese per vecchi, di addiveancor prima, cosa permise ma dia spazio al desiderio e all’impegno delle nuove generazioni, tema lannireperché a un accordo in un ciato proprio a Rimini. L’unica possibilità il motorecostruttivo del desiderio si contesto politico lacerato da divisioriaccenda è trovare qualcun altro in cui questo motore sia acceso. Il Meeting ni eche ostilità? (…) nel fare cultura: è stato questa possibilità. Questo è il tratto lo distingue Il compito cui erano i costiscommettere sull’esperienza umana dell’altro, chiunque essochiamati sia, ricercando tuenti era davvero arduo, anche per quel brandello di verità che permettere anche ciò che sembra impossibile. Per l’assenza di modelli culturali di rifedon Giussani, e un moesempio che l’amicizia nata tra un preterimento. brianzolo, Ciò che i costituenti avevanaco buddista, Habukawa, generasse a distanza di 24 anni modelli cinque giorni di no di fronte erano e teorie dialogo tra cristiani e buddhisti. Sì. È successo anche questo amostrato fine ottobre politiche che avevano la loroe ve lo raccontiamo in queste pagine. Buona lettura. inadeguatezza. La crisi, oltre che di natura economica, sociale, politica e internazionale, era culturale e di vasta portata. (…) Aldo Carosi, Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e Marta Cartabia Totalitarismo, individualismo e col- >

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MESSAGGI

AL CUORE DELLA TUA ENERGIA C’È UN CERVELLO.

dimensione fondamentale dell’uomo. E losità che lo circondava. Attraverso il Nicodemo, lasciarsi rigenerare dai Sacramenti e dalla preghiera, riscoprire in essi giustamente, perché è proprio dalla Figlio, nella potenza dello Spirito Sanl’alveo di ogni autentica certezza. La coscienza di essa che deriva la certezza to, il Padre ci ha svelato definitivamenChiesa, rendendo presente nel tempo il con cui l’uomo affronta l’esistenza. Il te il futuro positivo che ci attende. “Il mistero dell’eternità di Dio, è il soggetriconoscimento della propria origine e fatto che questo futuro esista, cambia il to adeguato di questa certezza. Nella la “prossimità” di questa stessa origine a presente; il presente viene toccato dalla realtà futura, e così le cose future si rivercomunità ecclesiale la pro-esistenza del tutti i momenti dell’esistenza sono la sano in quelle presenti e le presenti in Figlio di Dio ci raggiunge; in essa la vita condizione che permette all’uomo un’auquelle future” (ibid., 7). Cristo risorto, eterna, a cui tutta l’esistenza è destinatentica maturazione della sua personapresente nella sua Chiesa, nei Sacrata, diventa sperimentabile già da ora. lità, uno sguardo positivo verso il futumenti e con il suo Spirito, è il fonda“L’immortalità cristiana - affermava ro e una feconda incidenza storica. È questo un dato antropologico verificamento ultimo e definitivo dell’esistenall’inizio del secolo scorso Padre Festugière - ha per carattere proprio di essebile già nell’esperienza quotidiana: un za, la certezza della nostra speranza. Egli re l’espansione di un’amicizia”. Cos’è bambino è tanto più certo e sicuro quanè l’eschaton già presente, colui che fa infatti il Paradiso se non il compiersi to più sperimenta la vicinanza dei genidell’esistenza stessa un avvenimento definitivo dell’amicizia con Cristo e tra tori. Ma proprio rimanendo sull’esempositivo, una storia di salvezza nella quadi noi? In questa prospettiva, prosegue pio del bambino capiamo che, da solo, le ogni circostanza rivela il suo vero significato in rapporto all’eterno. Se manca il religioso francese, “poco importa in il riconoscimento della propria origine questa coscienza è facile cadere nei rischi seguito dove ci si trovi. Il cielo è in verie, conseguentemente, della propria strutdell’attualismo, nel sensazionalismo deltà là dove è il Cristo. Così il cuore che turale dipendenza non basta.Anzi potreble emozioni, in cui tutto si riduce a fenoama non desidera altra gioia se non quelbe apparire - come la storia ha ampiameno, o della disperazione, nella quale la di vivere sempre presso l’amato”. L’esimente dimostrato - un peso di cui libeogni circostanza appare senza senso. stenza, dunque, non è un procedere cierarsi. Ciò che rende “forte” il bambino è la certezza dell’amore dei genitori. Allora l’esistenza diventa una ricerca co, ma è un andare incontro a colui che ci ama. Sappiamo quindi dove stiamo Occorre, dunque, entrare nell’amore di affannosa di avvenimenti, di novità pasandando, verso chi siamo diretti e quechi ci ha voluti per poter sperimentare seggere, che, alla fine, risultano delusto orienta tutta l’esistenza. la positività dell’esistenza. Se manca una denti. Solo la certezza che nasce dalla Eccellenza, auguro che questi brevi pendelle due, la coscienza dell’origine e la fede permette all’uomo di vivere in modo sieri possano essere di aiuto per coloro certezza della meta di bene cui l’uomo intenso il presente e, nello stesso tempo, di trascenderlo, scorgendo in esso i che prendono parte al Meeting. Sua Sanè chiamato, diventa impossibile spiegariflessi dell’eterno cui il tempo è orditità Benedetto XVI desidera assicurare re il dinamismo profondo dell’esistennato. Solo la presenza riconosciuta di a tutti, con affetto, il Suo ricordo nella za e comprendere l’uomo. Già nella stoCristo, fonte della vita e destino delpreghiera e, auspicando che la riflessioria del popolo di Israele, soprattutto nell’uomo, è capace di risvegliare in noi la ne di questi giorni rafforzi la certezza l’esperienza dell’esodo descritta nelnostalgia del Paradiso e così di proietche solo Cristo illumina pienamente la l’Antico Testamento, emerge come la forza della speranza derivi dalla presentarci con fiducia nel futuro, senza paunostra esistenza umana, di cuore invia a Lei, ai responsabili e agli organizzatori za paterna di Dio che guida il suo popore e senza false illusioni. della manifestazione, come pure a tutti lo, dalla memoria viva delle sue azioni e I drammi del secolo scorso hanno ampiai presenti, una particolare Benedizione dalla promessa luminosa sul futuro. mente dimostrato che quando viene Apostolica. L’uomo non può vivere senza una cermeno la speranza cristiana, quando cioè Unisco anch’io un cordiale saluto e mi tezza sul proprio destino. “Solo quando viene meno la certezza della fede e il desiderio delle “cose ultime”, l’uomo si valgo della circostanza per confermaril futuro è certo come realtà positiva, smarrisce e diventa vittima del potere, mi con sensi di distinto ossequio dell’ diventa vivibile anche il presente” (Beneinizia a chiedere la vita a chi la vita non Eccellenza Vostra Reverendissima devodetto XVI, Enc. Spe Salvi, 2). Ma su può dare. Una fede senza speranza ha tissimo nel Signore quale certezza l’uomo può fondare ragioprovocato l’insorgere di una speranza nevolmente la propria esistenza? Qual senza la fede, intramondana. è, in definitiva, la speranza che non delude? Con l’avvento di Cristo la promesOggi più che mai noi cristiani siamo sa che alimentava la speranza del popochiamati a rendere ragione della spelo di Israele raggiunge il suo compiranza che è in noi, a testimoniare nel mento, assume un volto personale. In quell’“oltre” senza il quale tutto ENEL HOME STATION. IL FUTUROmondo DELLA MOBILITÀ ABITA A CASA TUA. Tarcisio Card. Bertone Segretario di Stato di Sua Santità Cristo Gesù il destino dell’uomo è starimane incomprensibile. Ma per questo Già oggi, per aprire le porte al futuro ti basta aprire la porta del tuo garage. Infatti, con la to strappato definitivamente dalla nebuoccorre “rinascere” come disse Gesù a Home Station, Enel è in prima linea nella realizzazione di soluzioni evolute e intelligenti per ricaricare l’auto elettrica direttamente a casa tua e farti circolare in città sempre più sostenibili, grazie anche ai 500 punti di ricarica innovativi che diventeranno oltre 3000 nel 2012. 58 eeting DICEMBRE2011 Per questo, quando vuoi entrare nella nuova era della mobilità, devi solo entrare a casa tua.

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SOMMARIO MESSAGGI

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Giorgio Napolitano al Meeting DICEMBRE 2 0 1 1

w w w . m e e t i n g r i m i n i . o r g “LA NATURA DELL’UOMO È RAPPORTO CON L’INFINITO” (IL TEMA DELLA XXXIII EDIZIONE DEL MEETING CHE SI SVOLGERÀ A RIMINI DAL 19 AL 25 AGOSTO 2012)

EDITORIALE

Il motore del desiderio

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di Matteo Lessi

Un messaggio che ha richiamato il paese alle sueINforze umane e morali di fonte alla grave crisi italiana e IL MEETING GIAPPONE europea, rivolto ai giovani e al bisognoDue “di nuove levedue e nuovi apporti”. Stralcicuore dall’intervento mondi culture lo stesso 8 del presidente della Repubblica

In Giappone seguendo due maestri

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di Emilia Guarnieri

Rimini-Monte Koya nel segno di un’amicizia 12

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on le celebrazioni del Centocinquantenario ci si è impegnati a trarre, senza ricorreIn copertina: Alcune immagini dell'edizione 2011 re ad alcuna forzatura o enfasi retodel Meeting rica, ragioni di orgoglio e di fiducia da un’esperienza di storico avanzamento e progresso della società italiana, anche se tra tanti alti e bassi, tragiche deviazioni pagate a carissimo prezzo, e dure, faticose riprese. Ma perché abbiamo insistito tanto sulle prove che l’Italia unita ha superato, sulla capacità che ha dimostrato di non perdersi, di non declinare, né dopo l’emorragia e le conseguenze traumatiche di una guerra pure vinta, né dopo la vergogna di una guerra d’aggressione e l’umiliazione di una sconfitta, e quindi di fronte

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Anno XXXI - N. 4, Dicembre 2011 Questo numero è stato chiuso il 06/12/2011 Proprietario/Editore: Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli Autorizzazione del Tribunale di Rimini n. 2008 del 2/11/82 DIRETTORE RESPONSABILE: Alver Metalli COORDINAMENTO REDAZIONALE: Matteo Lessi REDAZIONE: Filomena Armentano, Vanni Casadei, Erika Elleri, Piergiorgio Gattei, Walter Gatti, Rosanna Menghi FOTO: Roberto Masi, Angelo Tosi PROGETTO GRAFICO: Davide Cestari, Lucia Crimi VIDEOIMPAGINAZIONE: IMMpAGINA - Rimini STAMPA: Pazzini - Villa Verucchio - Rimini REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Via Flaminia, 18-20 - C.P. 1106 - 47923 Rimini Tel 0541/78.31.00 Telefax 0541/78.64.22. email - meeting@meetingrimini.org www.meetingrimini.org PUBBLICITÀ: Evidentia Communication (società a direzione e coordinamento di Fondazione Meeting): Tel 0541/18.32.501 Fax 0541/78.64.22

Il Presidente Napolitano parla al Meeting

all’eredità del fascismo eCONTRIBUTI alla sfida del e di esito incerto. ricostruire il paese nellaGiorni democrazia Questoilcisegno dice la crisi che stiamo che lasciano 15 attraversando. Crisi mondiale, crisi ? Perché abbiamo sottolineato come europea, e dentro questo quadro l’Ital’Italia abbia poi saputo attraversare CERTEZZA E VERITÀ lia, con i suoi punti di forza e con le le tensioni della guerra fredda restanVerità senza 19di sue debolezze, con il suo carico do salda nelle sue fondamenta uni- certezza certezza verità? problemi antichi e recenti, di ordine tarie e democratiche e o infine regge- senza ad attacchi mortali istituzionale e politico, di ordine strutre GIOVANI con successo PROTAGONISTI allo Stato e alla convivenza civile come turale, sociale 23 e civile. Nel messaggio Giovani alla ribalta quello del terrorismo? di fine anno 2008, in presenza di una di Filomena Armentano Ebbene, abbiamo insistito tanto, e crisi finanziaria che dagli Stati UniDA FUORI con pieno fondamento,VISTI su quel che ti si propagava all’Europa e minacMosca chiamaciava Rimini l’Italia e gli italiani hanno mostrato l’intera economia mondiale,27 disdi Giovanna Parravicini di essere in periodi cruciali del loro si – riecheggiando le famose parole Roosevelt,di appena passato, e sulle grandi riserve di risordel Presidente Irlanda, Francia, Spagna, parlano noi elet29 to nel 1932 – “l’unica cosa di cui aver se umane e morali, d’intelligenza e SITO perché paura è la paura stessa”. Ma dinanzi di lavoro di cui disponiamo, On linedavantutto il Meeting 2011 a fatti così inquietanti, dinanzi a33 crile sfide e le prove che abbiamo di Lorenzo Ronci si gravi, bisogna parlare – e voglio ti sono più che mai ardue, profonde ripeterlo oggi qui, rivolgendomi ai FOTOREPORTAGE giovani – il linguaggio della verità : Pronti all’imprevedibile 35 induce al pessimiperché esso “non smo, ma sollecita a reagire con coraggio e lungimiranza”. MOSTRE Abbiamo, noi qui, in Italia, parlato I ‘150 anni’ riaccendono il desiderio 51 in questi tre anni il linguaggio della di Filomena Armentano verità ? Lo abbiamo fatto abbastanza, tutti noi che abbiamo responsaLIBRI bilità nelle istituzioni, nella società, E come esperienza 55 di Emilia Guarnieri nelle famiglie, nei rapporti con le giovani generazioni ? Stiamo attenti, MESSAGGI dare fiducia non significa alimentaL’uomo non viveresenza certezza illusioni ; non si da fiducia e 57 non Giorgio Napolitano al Meeting 59 si suscitano le reazioni necessarie, minimizzando o sdrammatizzando i INTERVENTI nodi critici della realtà, ma guardanLa costituzione dovi e il popolo in faccia con intelligenza e61 con coraggio. Il coraggio della speran- > DICEMBRE2011

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LIBRI l’incontro tra persone di fede e cultura diversa , è frutto dell’esperienza, è lo stupore di un’amicizia che accade tra uomini che riconoscono di avere in comune lo stesso cuore e la stessa tensione al vero e al bene. E questa amicizia precede e genera il dialogo, il confronto, la consapevolezza delle legittime diversità. Ma c’è un ulteriore fattore di esperienza nel Meeting, un fattore di cui inevitabilmente questo libro non tratta, perchè è un fattore che fa cultura attraverso il lavoro e non attraverso la parola: sono i 4000 volontari che collaborano alla realizzazione del Meeting. Anche quest’anno la certezza della loro passione ideale ha costruito un luogo dove tutti hanno potuto incontrarsi e parlare, dove, come ha detto un’ospite egiziana, i valori non sono qualcosa di cui discutere, ma qualcosa che si vede “camminare”. Ecco allora cosa è adombrato in quella inusuale congiunzione “E l’esistenza diventa una immensa certezza”, il coraggio dell’esperienza, il coraggio di prendere sul

L’auditorium del Meeting

serio i propri desideri e di paragonarli con la realtà e con gli incontri che la vita dona. Questo è ciò che genera la certezza. Questa è la cultura che anche il contenuto di questo libro documenta.

Grazie ai protagonisti di questo Meeting sulla certezza, grazie all’amico Savorana che ancora una volta ci ripropone la ricchezza di questa cultura generata dall’esperienza.

IL MEETING 2011 IN UN LIBRO È disponibile nelle principali librerie italiane il volume “Una certezza per l’esistenza” a cura di Emanuela Belloni e Alberto Savorana, edizioni Bur Saggi Rizzoli; oltre 40 interventi tratti dall’edizione del Meeting 2011 per ripercorre la provocazione culturale della manifestazione che ha avuto come titolo “E l’esistenza diventa una immensa certezza”. Il libro vuole offrire uno spaccato dei temi e degli interventi principali del’edizione appena trascorsa: il tema dei 150 anni dell’unità d’Italia con gli interventi del Presidente Giorgio Napolitano, degli onorevoli Enrico Letta e Maurizio Lupi, di Giorgio Vittadini, Giuliano Amato e il giudice della corte costituzionale Marta Cartabia, gli interventi chiave sul tema di quest’anno dei filosofi Costantino Esposito e Fabrice Hadjadj, di padre Aldo Trento e lo psichiatra Eugenio Borgna, del custode di Terrasanta Pierbattista Pizzaballa e del biblista José Miguel Garcia. E ancora il mondo arabo con il presidente dell’università di al-Azhar Usamah Elabed e il cardinale patriarca di Alessandria Antonios Naguib, l’imprenditore Tarak Ben Ammar; il cardinale Robert Sarah sul tema del volontariato, l’economia con gli interventi di John Elkann e Corrado Passera, la politica con le testimonianza del deputato brasi-

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liano Marcos Zerbin e di Paul Jacob Bhatti e il dialogo con il giurista ebreo Joseph H.H. Weiler. Questi sono solo alcuni degli interventi pubblicati che indagano e affermano il bisogno condiviso di trovare qualcosa di sicuro, senza il quale il vivere stesso sarebbe inaccettabile. Uomini di scienza, leader religiosi, intellettuali, imprenditori, politici e persone comuni si sono confrontati per sette giorni, portando un contributo per affrontare quella che don Giussani ha definito “emergenza uomo” e documentando come il destino dell’uomo non sia un’inesorabile incertezza. Le testimonianze raccolte possono aiutare a prendere coscienza di che cosa è in gioco e di quale responsabilità compete a chiunque non abbia rinunciato a vivere all’altezza della propria umanità, secondo l’invito del Presidente Giorgio Napolitano: “Portate, nel tempo dell’incertezza, il vostro anelito di certezza”. Il Meeting è stata la possibilità di incontrare uomini certi, di fede, cultura ed estrazione sociale diversa, ma accomunati dalla stessa esperienza di certezza. Il libro vuole essere un contributo per rilanciare ancora questa esperienza di certezza, in un tempo che continua ad essere segnato da profonde incertezze.


IL MEETING IN MESSAGGI GIAPPONE

L’uomo non vive senza certezza Nel messaggio di Benedetto XVI l’esistenza come un “andare incontro a colui che ci ama”, sapendo “dove stiamo andando, verso chi siamo diretti e questo – afferma il Santo Padre – orienta tutta l’esistenza

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ccellenza Reverendissima, anche quest’anno ho la gioia di trasmettere il cordiale saluto del Santo Padre a Vostra Eccellenza, agli organizzatori e a tutti i partecipanti al Meeting per l’Amicizia tra i Popoli, che si svolge in questi giorni a Rimini. Il tema scelto per l’edizione 2011 - “E l’esistenza diventa un’immensa certezza” suscita vari profondi interrogativi: che cos’è l’esistenza? Che cos’è la certezza? E soprattutto: qual è il fondamento della certezza senza la quale l’uomo non può vivere? Sarebbe interessante entrare nella ricchissima riflessione che la filosofia, fin

La Santa Messa al Meeting

dai suoi albori, ha sviluppato attorno all’esperienza dell’esistere, dell’esserci, giungendo a conclusioni importanti, ma spesso anche contraddittorie e parziali. Possiamo tuttavia essere condotti direttamente all’essenziale partendo dall’etimologia latina del termine esistenza: ex sistere. Heidegger, interpretandola come un “non permanere”, ha messo in evidenza il carattere dinamico della vita dell’uomo. Ma ex sistere evoca in noi almeno altri due significati, ancora più descrittivi dell’esperienza umana dell’esistere e che, in un certo senso, sono all’origine del dinamismo stesso analizzato da Hei-

degger. La particella ex ci fa pensare a una provenienza e, nello stesso tempo, ad un distacco. L’esistenza sarebbe dunque uno “stare, essendo provenuti da” e, allo stesso tempo, un “portarsi oltre”, quasi un “trascendere” che definisce in modo permanente lo stesso “stare”.Tocchiamo qui il livello più originario della vita umana: la sua creaturalità, il suo essere strutturalmente dipendente da un’origine, il suo essere voluta da qualcuno verso cui, quasi inconsapevolmente, tende. Il compianto mons. Luigi Giussani, che con il suo fecondo carisma è all’origine della manifestazione riminese, ha più volte insistito su questa >

Due mondi due culture lo stesso cuore

1987. Monte Koya. Giappone. Don Luigi Giussani e il reverendo Habukawa si incontrano, nasce un’amicizia, che coinvolgerà il Meeting per tanti anni, con i monaci buddisti della scuola Shingon presenti ogni anno a Rimini. 2011, ancora il Monte Koya e in più Tokyo, Fukuy. Questa volta è il Meeting che arriva in Giappone invitato dall’ambasciata per una cinque giorni di dialogo su globalizzazione e fede insieme ai monaci e a esperti italiani dal 27 ottobre al 1 novembre. Incontri e dialoghi, scoprendo che quello che può cambiare il mondo è prima di tutto quello che cambia noi stessi. In queste pagine il racconto di Emilia Guarnieri e un foto diario di quei giorni. Su www.meetingrimini.org la cronaca di quelle giornata, gli interventi, gli articoli usciti e le immagini. DICEMBRE2011

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IL MEETING IN GIAPPONE

In Giappone seguendo due maestri Un avvenimento frutto di un’amicizia nata 24 anni fa tra don Luigi Giussani e il reveredendo Habuakawa, monaco buddista shingon. Un’amicizia continuata in questi anni come raccontano i segni e i fatti che hanno segnato il viaggio nell’Estremo Oriente di Emilia Guarnieri

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Pubb 13

l Santo Padre ad Assisi ha richiamato con forza che cosa comporta la scomparsa di Dio nella nostra società: “L’assenza di Dio porta al decadimento dell’uomo e dell’umanesimo”. Quando abbiamo letto queste parole, noi, una delegazione di persone di Comunione e Liberazione e del Meeting, con il cuore e la preghiera verso Assisi, eravamo a Tokyo, invitati dall’ambasciatore Vincenzo Petrone e dai monaci buddisti del monte Koya, per partecipare ad alcune giornate di dialogo tra cristianesimo e buddhismo sui grandi temi del senso religioso, del rapporto con la realtà, della bellezza, dell’educazione, in una società in cui le spinte a costruire un mondo fondato sull’assenza di Dio sono sempre più forti. Tutto è nato da un fatto accaduto 24 anni fa, ma che ha dominato e determinato le nostre giornate nipponiche. Era il maggio del 1987 quando mons.Giussani,fondatore di Comunione e Liberazione, incontrò al Koyasan, tempio del buddhismo Shingon, il reverendo Shodo Habukawa. Parlarono del bisogno che l’uomo ha dell’Assoluto, dell’ educazione dei giovani, della progressiva secolarizzazione della società. Nacque un’amicizia tra questi due grandi maestri, intessuta di stima, di rispetto, di affetto, di condivisa ansia di infinito. Dopo que10

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sto incontro don Giussani suggerì a noi del Meeting di invitare a Rimini i monaci per mostrare e raccontare la loro esperienza. Dal 1988 quattordici volte vennero in Italia, ma mai ci saremmo aspettati che quell’incontro avesse determinato a tal punto l’esistenza di Habukawa e della sua comunità da far dire ad uno dei suoi monaci, in occasione di una delle sessioni di lavoro, “già da quel giorno siamo uniti”. Nel messaggio inviato all’ambasciatore Petrone don Julián Carrón, aveva scritto, a proposito di Habukawa e don Giussani: “La storia del loro legame è un esempio solare di un ecumenismo reale, che non si esaurisce

Don Massimo Camisasca

in una generica tolleranza, estranea all’altro, ma è «un amore alla verità che è presente, fosse anche per un frammento, in chiunque», per cui «si è trascinati da un totalizzante stupore del bello. (…) Questa apertura fa trovare a casa propria presso chiunque conservi un brandello di verità, a proprio agio dovunque» (don Giussani)”. Un legame forte,ma non avremmo mai pensato di trovare una intera parete del monastero coperta dalle foto del Meeting e di don Giussani. Oppure che il reverendo Habukawa portasse il suo saluto nella prima serata presso l’ambasciata tenendo in mano la foto di don Giussani e che l’ambasciatore riconoscesse quell’amicizia nata 24 anni fa come “uno straordinario servizio al suo paese”. La prima mattina della nostra permanenza al tempio del Koyasan abbiamo partecipato alla suggestiva cerimonia del fuoco durante la quale l’abate Habukawa, accompagnato dalla musica e dai canti dei monaci, accende il sacro fuoco. Più di un’ora trascorre prima che il fuoco risplenda ed illumini con tutta la sua potenza.Un’intera ora, nella quale l’abate getta sulla fiamma, con calma ritualità un grano di incenso dopo l’altro, compiendo gesti che paiono quasi delicate carezze sull’incenso, sugli oggetti, su tutti i frammenti di realtà che la liturgia prevede debbano essere toccati.


LIBRI IL MEETING IN GIAPPONE

E come esperienza Il coraggio dell’esperienza, il coraggio di prendere sul serio i propri desideri e di paragonarli con la realtà e con gli incontri che la vita dona. Questo è ciò che genera la certezza. La prefazione di Emilia Guarnieri al libro sull’edizione appena trascorsa di Emilia Guarnieri

E l’esistenza diventa un’immensa certezza”: questo il titolo della 32 edizione del Meeting per l’amicizia tra i popoli, che si è svolto a Rimini dal 21 al 27 agosto 2011 e del quale il presente volume raccoglie alcuni dei contributi che ne hanno segnato il percorso culturale. Emilia Guarnierinei con ilmesi professor Habukawa Quando, cheSoho precedevano il Meeting, avevamo lanciato il temapenombra eravamo consapevoli di colNella illuminata solo da locarci all’interno dicon unacommosso sfida culquel fuoco si guarda turale. stupore quell’uomo visibilmente domiOsavamo di certezza in un nato da unparlare sentimento di obbedienincertempo segnato da profonde za al mistero dell’Assoluto, per lui sentezze ed einsenza una temperie za volto nome, maculturale non per relativista che fa dell’incertezza il questo meno reale . suo Alvessillo. termine di questa cerimonia, Era chiaro che nell’orizzonte della mentre sentivamo pronunciare i nomi riflessione che il di Meeting avrebbe di don Giussani, Giovanni Paolo sviluppato si stagliava unailfondaII e di don Francesco Ricci, sacermentale domanda: l’uomoaveva ragdote forlivese che “può per primo giungere certezze relativamente accompagnato don Giussani in Giap-a sé e alsiamo suo rapporto con la realtà?”. pone, passati lentamente davanUna intera settimana di appuntati alle immagini di questi sacerdoti menti è stata la documentazione di cristiani che i monaci buddhisti avecosa voluto possa fossero essere collocate la certezza ed è vano nel cuostata la possibilità re del loro tempio! di incontrare certi, diversi perafede, uomini Di fronte auomini quella preghiera, quei cultura, estrazione sociale, ma acco-a canti struggenti nella loro asprezza, munati dall’esperienza “inequei gesti così evocativi di deluna Mistero evitabile” al tempocertezza. stesso così bisognosi deldel Meeting tanticon si erano la Prima sua presenza, si toccavano mano chiesti il senso di verità, quella citati inusuale quei frammenti nel congiunzione “e”Carrón, con lavissuti qualeanche il timessaggio di don a

cura di neiEmanuela momentiBelloni diaincontro ufficiale come e Alberto Savorana nella seconda giornata a Tokyo presUna certezza per l’esistenza Presentazione di Emilia Guarnieri so l’Istituto Italiano di Cultura; a tema Edizioni Bur Saggi Rizzoli, dell’uomo con la realtà, il rapporto pp. 464 € 12,00 con Costantino Esposito che ha individuato nel tema della bellezza la possibilità di un dialogo fecondo, con il tolo esordiva che allievo lasciava come reverendo EishoeYagi, di Habuintuire chehaprima ci fosse qualcosa kawa, che raccontato la sua espedi nonindetto, qualcosa di presuprienza Uganda e in Kenya insieme posto che consentisse il raggiungia missionari cattolici, con il professor mento della Amitrano checertezza. ha raccontato le tracOra, Meeting concluso, possiamo ce dela cristianesimo in alcune opere riconoscere che quel “prima” Miyaha un del famoso scrittore giapponese nome: esperienza. zawa Kenji e con il poeta Marcoaldi Il ha Meeting stato il trionfo che rilevato2011 comeè“cristiani o buddell’esperienza. dhisti, oltre che i tanti “dubitanti” È risultato come me, siclamorosamente rivolgano le stesseevidente domanche all’origine di ogni evento culde sul senso trascendente della vita”. turale proposto, mostra, conferenLa bellezza è tornata il secondo giorza, con spettacolo, c’era lo spessore di no lo scultore giapponese Sotoo una ha esperienza umana. che raccontato il suo lavoro alla Chi leggerà le pagine di questo libro Sagrada Familia, alla ricerca di quelapprezzerà la ricchezza culturale la bellezza “che costruisce tutto.dei Si contributi in ma esso al vede da fuori, hacontenuti, una radice ma inter-

tempo stesso dovrà constatare quanto essi parlino il linguaggio dell’esperienza. È questo nesso tra esperienza e cultura uno dei tratti più significativi del Meeting, se per esperienza non si intende semplicemente un meccanico fare e se, quando si pensa alla cultura, si intende qualcosa di diverso dall’accumulo di nozioni o dalla gestione dell’ideologia. È ad difficile non riscontrare nel na” ogni uomo. Meeting certi tratti caratteristici Giornate piene, intense, “un avvedel carisma di don Giussani nel nimento frutto di una amicizia” l’ha quale i termini “cultura”Camisasca, ed “espedefinito don Massimo rienza” vivono di un aperti riverbero recichiedendo “di restare di fronte proco: “L’esperienza è il guidati capire una a ciò che può accadere, dai nella sua cosa... scoprirne il senso nostri maestri” Habukawa e don Giuscon ilgenerato resto”, “cultura connessione sani che “hanno amiciziaè introduzione persona nella tovera, segno didella una nuova civiltà”, ha talità del reale come senso nel quale ricordato don Ambrogio Pisoni delogni particolare acquista valore”. l’Università cattolica di Milano. Dopo Per don Giussani cultura espequesti giorni il dialogo noned può che rienza hanno a che fare continuare nel entrambe segno di un’amicizia con la questione senso, del signiche ha spalancatodel nuove porte attraficato ultimo del vivere. verso l’incontro con i monaci della E al Zen Meeting accade, quasi per scuola Soto del tempio Eiheiji osmosi, che chi difficilperché come ha interviene detto il reverendo mente riesce“Non a sottrarsi alla provoHabukawa: è qualcosa di 24 cazione di comunicare la propria anni fa, è qualcosa che sta accadendo esperienza, mettendosi ora”. L'esperienza vissuta inpersonalGiappoe offrendo spetmente gioco ne è perinnoi il contributo cheloconsetacolo nelle di una esperienza cheXVI dignamo mani di Benedetto venta cultura e di una cultura che come tentativo di immedesimazione nasce dall’esperienza. con il Suo cuore e spirito con cui ha Al Meeting anche il dialogo, > indetto la giornata di Assisi. DICEMBRE2011

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NAVIGA CON NOI 365 GIORNI ALL’ANNO

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Rimini-Monte Koya n www.meetingrimini.org

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24 anni di amicizia si condensano nella serata inaugurale presso la residenza dell'ambasciatore Vincenzo Petrone. "La persona di don Luigi Giussani per noi è indimenticabile", racconta Shodo Habukawa salutando i presenti dopo l'intervento del Presidente del Meeting e del Nunzio apostolico. C'è spazio anche per la musica Gagaku e un concerto del maestro giapponese Aoki con la musica napoletana.

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Tutte le foto del Meeting su flickr.com/photos/meetingdirimini Tutti i video del Meeting su youtube.com/meetingdirimini 28 OTTOBRE

“Abbiamo due amici che non tradiscono il cuore e la realtà”. Cosi don Ambrogio Pisoni conclude la seconda giornata che si svolge presso l'Istituto Italiano di Cultura parlando di don Giussani e Habukawa. A Tokyo si dialoga a partire dal tema del senso religioso e del rapporto dell'uomo con la realtà insieme a don Massimo Camisasca, lo studioso Giorgio Amitrano, l'abate Yagi, il filosofo Costantino Esposito e lo scrittore Franco Marcoaldi. 12

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MOSTRE IL MEETING IN GIAPPONE nuovo e molto provocatorio per tutti. Non è un caso che questa esperienza sia sbocciata proprio in questo particolare frangente storico, in cui la crisi è un dato e in cui è forte la domanda rispetto a dove può rinascere la crescita, da che cosa si può ricreare la ricchezza dell’Italia? «La mostra aiuta, nel periodo di crisi che stiamo vivendo – nota Alessandra Vitez –, a percepire qual sia il vero problema e cioè l’affievolirsi del desiderio dell’uomo. Un problema antropologico, dunque, prima ancora che economico e finanziario». Sarà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi possibile visitare la mostra “150 anni di Sussidiarietà” in tante altre città e tutto il calendario è disponibile sul sito www.meetingmostre.com. Da segnalare il fatto che la mostra sarà

figura di Sant’Agostino, dal 13 al ospitata dalla Camera dei Depu19 dicembre a Gatteo la mostra tati dal 25 gennaio al 7 febbraio “Alle fonti dell’energia”, dal 5 al 17 2012 e inaugurata dalle massime dicembre a Gorizia “Edith Stein”. istituzioni della Repubblica ItaFino al 12 dicembre a Livorno si liana. Sarà aperta al pubblico nella giornata del 5 febbraio. potrà visitare la mostra dedicata Non solo quella dedicata all’unità alla figura di San Carlo Borromeo d’Italia bensì tutte le mostre proche nei prossimi mesi, inoltre, sarà 29 OTTOBRE dotte dal Meeting continuano a giospitata a storia Romaarriva nellaal cornice di Il Meeting per la prima volta nella Monte Koya. Palazzo Borromeo, sede dell’amrare: «Le mostre itineranti – sottoLa sorpresa di trovare all'interno del monastero di Habukawa basciata d’Italia presso la Santail linea Alessandra Vitez – si stanno un'intera parete dedicata al Meeting e della partecipazione Sede. rivelando sempre digiorno più seguente un’occa-di oltre un centinaioi di persone alla giornata A stupire anchemassima il fattoautorità che sono sione durante l’anno che aiuta del convegno. Il reverendo Matsunaga, del molte le mostre degli anni passati l’uomo nella scoperta dell’umano, buddhismo Shingon, auspica "l'unione delle nostre forze per ad essere ancora del bello della veritàraggiungere di sé, dele sicollaborare alla felicita deimolto popoli".richieste in Italia e all’estero. Alcuni esempi gnificato delle cose. Le mostre itisono quelli della “Rosa bianca”, neranti sono sempre di più questo “Caravaggio”, “Guareschi”. «Signifatto e coinvolgono dal politico alfica che il desiderio che la gente ha l’imprenditore, dalle grandi città fino ai piccoli paesi per raggiundi conoscere è grande. Significa gere tutte le persone che si sentono che il desiderio che la gente ha di coinvolte con quei contenuti». coinvolgersi con la storia di altri, In programma a Pavia fino al 22 con qualcosa che commuove il dicembre la mostra dedicata alla cuore, è vivo».

el segno s di un’amicizia

31 OTTOBRE La mostra di “150 anni di Sussidiarietà” in Piazza Duomo a Milano

L'incontro con i monaci della scuola Soto Zen, nella prefettura di Fukuy presso il Tempio Eiheiji, uno dei centri più importanti del buddismo Zen. DICEMBRE2011

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Vivere sicuri non è solo un desiderio. È un diritto.

Noi di Finmeccanica crediamo che vivere liberi da ogni pericolo sia un diritto di tutti. Ecco perché 71.000 persone del nostro Gruppo lavorano ogni giorno in tutto il mondo per realizzare i migliori sistemi di sicurezza. Grazie ad una filosofia improntata a partnership durature e un’incessante ricerca nell’alta tecnologia, progettiamo e costruiamo aerei, elicotteri e sistemi integrati capaci di proteggere le reti di trasporto, le infrastrutture, i confini nazionali terrestri e marini e la vita di tutti i giorni. Che tu sia un pilota o un passeggero, un militare o un civile, la tua sicurezza è il nostro obiettivo. Perché oggi un mondo più sicuro è possibile.

Towards a Safer World


MOSTRE CONTRIBUTI

I ‘150 anni’ Giorni che lasciano il desiderio ilriaccendono segno Abbiamo chiesto ad alcuni ospiti dell’edizione di quest’anno di raccontarci ‘il loro Meeting’, in versione dedicata alla storia aGrande partiresuccesso da quelloper chelalimostra ha colpiti e segnati.itinerante Impressioni, racconti, giudizid’Italia. accomunati Adall’esperienza Milano pressodell’aver l’Università Cattolica, in piazza Duomo e inoltre in tante scuole in tutta Italia grazie visto un popolo certo alla versione ridotta. Non solo una mostra, ma l’occasione per riscoprire quel desiderio tutto italiano di Filomena Armentano

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l Meeting è efinito da tre tante mesi Ho incontrato conosciuto eppure è più vivo che mai. persone che ora posso chiamare Quello che è accaduto l’ultima Amici settimana agosto staverso riaccadendo Con vivadi gratitudine gli orgain giro per in di queste settinizzatori dell’Italia Meeting Rimini, ho mane secondo la stessa modalità. accolto con gioia l’invito di parteFinito Meeting è Siccome sempre era un cipare a ilquesto evento. esplodere di interesse richiela prima volta per me, ehodiscelto di ste», parola dil’avvenimento Alessandra Vitez, recondividere intero sponsabile del settore mostre tutdel tutta la settimana, per scoprirne Meeting. Una dimostrazione tangita la ricchezza e approfondirne lo bile? della mostra “150 spiritoIl esuccesso la struttura. anni di Sussidiarietà” in piazza Questo ha favorito il creare e rinDuomo a Milano dall’11 al 18 noforzare legami di amicizia con tandi tante scolaresche vembre, meta te persone ecclesiali, politiche oe anche di visitatori adulti, con impegnate nei campipiù dell’economia, 70 ragazzi a fare da scienza, guide e un festa della cultura, della dell’arfinale insieme a Enzo Jannacci. te, etc. Ho incontrato e ho conoUn’occasione di incontro di riflessciuto tante persone, che eora posso sione sul presente come aracconta chiamare Amici, grazie questo una delle tante professoresse che evento indimenticabile. Tale amihanno accompagnato i loro alunni cizia ha superato vari muri di sepaalla mostra: «Milinguistiche sembrava interesrazioni, culturali, e sociasante livelloarricchito educativole –mie racconta conoli, e haatanto l’insegnante in un liceo Sesto Che San scenze e riscaldato il miodicuore. Giovanni Francesca Zanelli – per il ricchezza! contenuto che ha: Il Meeting di quest’anno portava chi ha una è capace di una coil titolo: “Ecertezza l’esistenza diventa alla prostruire non rinunciando immensa certezza”. Non nascondo pria ha colpito l’attenall’inizio,Mi questo titolo rappreche, identità. zione con cui i miei alunni hanno sentava per me un enigma più che seguito l’argomento, anche se non un’indicazione del contenuto.Vivenriguardava programma di la do invece ililprogramma, trastudi, inconloro curiosità stimolata dal fatto che tri, tavole rotonde, mostre, film, conchi guidava era capace di dare le raferenze, accompagnamento, momengioni fino in fondo quelloinsieche ti di preghiera, pranzidie cene

diceva». Rientrati in classe lo stupore non li ha abbandonati. «Una ragazza per esempio – ci dice la professoressa Zanelli – ha apprezzato il fatto che le guide della mostra non si siano limitate a fornire informazioni puramente storiche, ma hanno mostrato diverse vicende di vita che nel loro piccolo sono state fondamentali per formare gli italiani». Infatti tra i liceali c’è chi è rimasto colpito dalla forza rivoluzionaria che un desiderio certo può avere. «Uno dei miei studenti – continua la prof – è rimasto colpito dal fatto che nel corso della storia d’Italia a creare unità tra gli italiani sono stati il desiderio di ripartire e la certezza di poter realizzare questo desiderio nella realtà. Si sono lasciati provocare molto anche dalla frase con cui l’accompagnatrice ha concluso la visita guidata, una frase di don Giussani: “Le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono felice l’uomo”. Soprattutto una ragazza la hasipercepita particolarmente me, è rivelato gradualmentevera un per sé citando l’esempio degli ita-e significato profondo che nasceva liani che spinti da ciò che cresceva, illuminando unali rendeva curiosifelici, ovvero aiutare il prossimo, tà e trasformandola in una visione hanno creato il nostro popolo di certezza, speranza, fiducia, ener-e fatto gia e evolvere gioia. il Paese. Ci ha anche fatto rilevare comementalità oggi purtroppo È vero che nella più difquesto valore non sia ritenuto fusa ai nostri giorni, sembra che così non importante, come invece lo era una sia più possibile alcuna vera certez-

volta e hatutto concluso invitandoci in za e che sia relativo. Il Meequesto momento di crisi a venirci ting ha chiarito e rinforzato la veritutti delleesolutà cheincontro l’Essere cercando stesso è fonte base zioni e assumendo di certezza, fiducia el’atteggiamento speranza. Come di quegli italianicon cheunhanno l’essere insieme, amorefatto che diventare l’Italia quella che è». non cerca il proprio interesse ma Fino a recuperare il senso il desil’interesse dell’altro, è una ecertezza derio del bene comune. «Quello che unisce le menti e i cuori, da cui che i ragazzi hanno – spiega scaturiscono energiaintuito e forza. Quel’insegnante è la consonanza sta certezza è una convinzionedelle viva desideri, mostra rispetto ai propri che abbiamo qualcosa dentro di noi, l’aderenza all’oggi, ala Lui, loro che viene darispetto Dio e appartiene particolare Hanno intuito perciò non presente. passerà mai, ma rimane l’esigenza per sé In (e quei per ogni e dura in eterno. giornisinho gola persona) di desiderare il bene sperimentato che essere e sopratcomune e che il popolo italiano retutto essere insieme, uniti, non è una cuperi valore della follia néilun’utopia, ma propria è la veritàimdi portanza perché in passato, ha sotutti noi. La comunione vissuta ci stenuto particolarmente uno di ha fatto superare tanti limiti indiloro, è stato proprio grazie questo viduali e ci ha portato alla acertezza che l’Italia riuscita aèuscire da vinnul’amoreè gratuito sempre merose crisi. Uno studente, per cente. esempio, ci ha raccontato che la Infine vorrei manifestare la mia mostra gli halafatto capirericevuta che, per-e gioia vissuta, ricchezza ché si realizzi un cambiamento, biil mio ringraziamento a tutti quelsogna desiderarlo, bisogna avere la li che hanno realizzato questo Meeconsapevolezza di appartenere a un ting. Non è facile esprimere tutto popolo in 150in anni di crisi ne ciò che che ho vissuto poche parole, ha avute tante vivo ma ènel sempre e che rimane mio riuscito cuore e anelle superarle grazie alla sua unità e al mie preghiere. desiderio di bellezzapossibilità, e felicità». per Grazie per questa La mostra, disponibile sia nellaAmiverquesto Meeting, e per questa sione cizia. completa itinerante che in quella preparataNaguib, per le S. B. ridotta, Card. Antonios scuole, si sta rivelando davvero Patriarca di Alessandria dei Copcome lo svelarsi di qualcosa di >> ti-Cattolici DICEMBRE2011

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Il popolo del Meeting

Volontari haitiani all’opera nella cucina del ristorante Graticula

I volontari egiziani 48

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Un volontario del PreMeeting


FOTOREPORTAGE CONTRIBUTI Qui incontro l’Italia che crede nei valori Da quando sono alla guida di Enel, il Meeting di Rimini ha sempre rappresentato per me un appuntamento importante. E non solo perché, grazie all’alto livello dei relatori, segna l’inizio del nuovo anno per la politica e per il mondo degli affari, ma anche perché mi permette di incontrare un pezzo d’Italia che crede nei valori dell’impegno e dell’operosità in cui mi riconosco. Quest’anno poi l’intervento del Presidente della Repubblica è stato davvero eccezionale: dall’alto della sua esperienza e della sua saggezza ci ha indicato con lucidità le cose da fare, richiamando tutti con forza alle proprie responsabilità verso il Paese e le future generazioni. Un monito indimenticabile a scuotersi dall’apatia per ritrovare la fiducia necessaria per superare la tempesta della crisi che stiamo attraversando. Mi ha rincuorato l’accoglienza calorosa e convinta che gli ha tributato il pubblico del Meeting. Un pubblico di persone attente, tra cui moltissimi giovani, che ha dimostrato di essere consapevole della gravità del momento e della necessità di non abbandonarsi all’indifferenza e all’egoiUno smo,degli perinfopoint trovaredelinMeeting noi stessi, nell’ “infinito bisogno di certezze dell’uomo” come recitava il tema del Meeting di quest’anno, l’energia per superare questa difficile fase della storia nostra e del mondo. Girando poi per gli stand, vedere l’entusiasmo e la concretezza che animava visitatori ed espositori, mi ha dato una carica di ottimismo di cui vi sono grato. La crisi ci costringe a uscire dalla routine, a cercare strade nuove. Il mondo delle imprese, il mondo del “fare”, ha il dovere della fiducia e si confronta ogni giorno con la necessità del cambiamento, pena l’uscita dal mercato. Con l’aiuto di tutte le persone che forti delle proprie certezze non temono il futuro, persone come quelle che ho incon-

ni non avevo ancora avuto esperienza diretta. Sin dai primi minuti, mi hanno molto colpito la partecipazione e l’entusiasmo, soprattutto da parte dei giovani, che sono davvero l’anima e la forza di questa manifestazione. Per questo, dopo aver visitato la mostra sulla Sussidiarietà, ho chiesto di poter incontrare alcuni di loro. Non solo per poter conoscere meglio lo spirito del Meeting, ma soprattutto per confrontare liberamente le nostre idee, praticamente su tutto: il lavoro, gli studi, il futuro, il nostro Paese, la famiglia e gli affetti personali. Con l’aiuto di uno di loro, William Barcella, il giorno dopo abbiamo voluto anche ritornare su alcuni degli argotrato al Meeting, ce la possiamo fare. menti che erano emersi, per condividerli con il pubblico – davvero caldo Sapremo guardare in faccia la reale numeroso – che era venuto ad assità senza paura. Per cambiarla. stere al dialogo con Bernard Scholz. Fulvio Conti, Amministratore deleHo potuto così raccontare un po’ di gato e Direttore generale Enel me, dei miei anni da studente e soprattutto delle mie prime esperienze lavoGiovani partecipi ed entusiasti: rative, prima alla General Electric e anima e forza di questa manifestazione poi in Fiat. Sono stati anni intensi, Quando ho ricevuto l’invito a pare per questo anche molto formatitecipare al Meeting, ho subito accetvi, nel corso dei quali ho vissuto in tato con piacere: avevo già conosciuto prima persona crisi e difficoltà di alcune iniziative, come La Piazza dei molti tipi, imparando una verità A scuola di atletica,importante: alunni e maestri pista Mestieri di Torino e il Banco Alimencheinfortunatamente le tare, ma dell’appuntamento di Rimi- tempeste non durano in eterno. >

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Al servizio del bene comune

In giro per la fiera, che io da anni Certo è stato necessario adattarmi visito durante il Meeting perché mi alle diverse situazioni; e ho imparapiace scoprire le mostre e seguire gli to a convivere con l’incertezza. incontri, inoltre, mi ha colpito una Ma per quanto pervasiva, l’incosa bellissima. Io al Meeting vencertezza non è mai assoluta. Ognu“Siamocostantementetentatididimenticareperchésiamolì,didimenticarecheilnostro go colpito dall’umanità che incontro. no può trovare in sé una serie di compitoèdirappresentareilpopoloelottareperisuoiinteressi.Èmoltofacilecadere punti di riferimento, che nel mio Mi ha colpito un gruppo di giovani caso sono: la curiosità e la voglia di di colore che cantavano i canti alpinellatrappoladiquestalogicaecominciareamuoversiperconquistaresemprepiùpoteree imparare; le mie personali convinni italiani e lo facevano con le loro dimenticarecheilnostroverocompitoèesserealserviziodellacostruzionedelbenecomune” zioni su cosa è bene e cosa è male; meravigliose voci africane con la loro (MarcosZerbini) naturalezza e la loro dolcezza. Mi è e poi, soprattutto, la verità. Penso sembrato questo un segno forte delche sia importante dirsi la verità, non la atipicità che si respira al Meeting raccontarsi storie e affrontare la vita e che forse solo lì si riesce a cogliere. a viso scoperto. Questo è stato il mesMi è stato di conforto per il valore saggio che ho voluto lanciare alla fine assoluto del canto popolare che tradell’incontro ai molti giovani che eravalica i confini riuscendo a coinvolno in sala. gere culture così lontane. Del resto, chi meglio dei giovani, Ambrogio Sparagna liberi dai condizionamenti e dalle abisiamo: l’intelligenza che ci orienta tudini, può cercare e dire sempre la verso la verità; la libertà che ci spinverità? ge al bene; la speranza che ci tiene John Elkann, Presidente Fiat ancorati alla nostra fede. Padre Pierbattista Pizzaballa,CustoIo arricchito e stupito dal Meeting de di Terra Santa Partecipare al Meeting di Rimini è stata, ancora una volta, un’espeCon i canti popolari in piazza si rienza molto arricchente, stimolantiene in piedi l’utopia te. della fraternità In un periodo di apparente disinQuella dello spettacolo inaugurateresse e appiattimento, come quelle è stata una serata che mi ha colpilo stiamo toilperché di tanta vivendo, sono rimasto Da che sinistra il deputato brasiliano Marcos Zerbini, ministropiena pakistano Paulumanità, Bhatti, il tanpresidente del Ppe Joseph Daul, il governatore Roberto Formigoni e ilimpressionato filosofo inglese Philip profondamente dalloBlondta gente, tanti colori, tanti sentimenti, condivisi in una piazza bellissima con spettacolo di un’assemblea così numerosa e attenta. L’impatto con un’inal’idea positive che attraverso i cantie popolari "Al Meeting sivede che cisono forze inItalia, che igiovanisono ungrossissimo spettata, colorata moltitudine di giodi varie regioni, di varie storie, si potenziale. Il bello èe che esistono. Da quiemerge ungrande ottimismo, che va cavalcato" vani, mi ha rincuorato suscitato in potesse tenere in piedi l’utopia della me sentimenti di lieto stupore e simfraternità. Per me è stata un’espe(JohnElkann) patia. rienza bellissima anche perché lo spetAlla riflessione, tema portante deltacolo con tanta gente si è svolto denl’intera iniziativa, dal titolo provocatro la città e, dunque, si è rivolto a torio: “L’esistenza diventa un’immensa tutti, non solo a chi era arrivato a certezza”, vorrei aggiungere un’ulteRimini venuto appositamente per il riore domanda, forse ancora più proMeeting. A tutti è stata offerta la posvocatoria, posta da San Paolo: “Che sibilità di condividere un desiderio. Chi riesce ad offrire questo spirito di cosa mai possiedi, che tu non abbia unione oggi ha una ricchezza imporricevuto? E se lo hai ricevuto, perché te ne vanti come se non lo avessi ricetante, un valore quasi assoluto, non vuto?” (1 Cor 4,7). Abbiamo ricevurelativo, va al di là delle singole volonto tutto! È la risposta che affiora, tà. In più, poi, una serata così bella immediata, alla mia mente. lascia il desiderio di replica e di riDal nulla di noi stessi abbiamo riceinventare altre cose insieme. Questa vuto l’esistenza, la giustificazione e per un artista è una cosa molto imporla vita immortale e tutto ciò che noi L’imprenditore John Elkann Iltante. presidente del Consiglio superiore della Magistratura Michele ViettiL 46 18

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CERTEZZA FOTOREPORTAGE E VERITÀ

“Lavitaèfelicità.Felicitàsignificaunacosa: ilfattodiesistere,chesiamoquioggi, chesiamovivimalgradotutteledifficoltà, malgradoleprovechedobbiamoaffrontare. Lavitadimiopadreèstataunatestimonianza permanentediquesto:chelavitaèundonodiDio" (ClaraLejeuneGaymard) A partire dalla relazione di Costantino Esposito sul tema del Meeting, inizia un imprevisto confronto

Verità senza certezza o certezza senza verità?

sulle pagine de IlSussidiario. A tema la questione della certezza che non può lasciare indifferenti. di Costantino Esposito

Ferraris e Mazzarella, Berti e BarA partire da quello che ha colpito le sia la vera posta in gioco di esso”. cellona, Belardinelli e Veca, Vattimo e me, che mi piacerebbe riproporre alcuUn confronto ricco di spunti, domanNatoli. Grandi nomi della filosofia e ne questioni ai miei compagni di scode, provocazioni, approdi ad alcune sociologia italiana sono intervenuti perta. Ad essere sincero le questioni evidenze e nuove aperture, che testisarebbero tante, ma (per oggi!) mi limisulle pagine del quotidiano online IlSusmonia come il tema della certezza sia to ad una soltanto, che nomino come sidiario.net confrontandosi sulla relauna questione che l'uomo di oggi non segue: verità senza certezza o certezzione del filosofo Costantino Esposito può eludere e che drammaticamente si za senza verità? dedicata al tema del Meeting. Un conpone come infinita domanda di qualcosa di certo per la vita di ogni uomo. Una delle domande più provocanti fronto definito dallo stesso Esposito La manager Clara Lejeune E Gaymard sinistra Conti, Paolo Bernard Pubblichiamo Da parte dell'Fulvio articolo delil Ministro emerse nelRomani, dibattito è se laScholz, certezza sia “una grande occasione. non solo per Corrado Passera e Giuseppe Orsi 19 ottobre dello stesso Esposito che si un’esperienza realmente necessaria e una più serrata verifica critica della confronta con gli interventi dei suoi positiva per l’essere umano, visto che mia proposta (come sempre accade quando interlocutori del calibro degli intercolleghi. essa (come argomenta Maurizio Fer"Inquesto difficile nostra storia, il vero insegnamento che esce dai150 anni,con venuti entranomomento nella partita), ma perdellaAll'indirizzo http://www.ilsussiraris) potrebbe anche coincidere rendermi contoildi quali invista siano le posidiario.net/Speciali/E-l-esistenzauna fiducia mal riposta o addirittura è ritrovare “noi”, diqualcosa che valga la pena difare pertutti. Renderciconto che zioni in gioco nell’odierno dibattito diventa-una-immensa-certezza/ potecon una fede in qualcosa di negativo una società costruita soltanto sull’io cessa diessere una società"o di(GiulianoAmato) filosofico e culturale, e soprattutto quate trovare tutti gli interventi. malvagio. Non soltanto si potrebbe nutrire una certezza come “fede cieca” in Hitler, ma ci si potrebbe anche fidare di una madre cattiva (secondo un tipico caso da psicoanalisi, ricordato anche da Pietro Barcellona). Sarebbe dunque ben più importante stare a ciò che è vero, preferire la verità oggettiva dei fatti, piuttosto che inseguire una certezza soggettiva che potrebbe sempre sbagliarsi. Ora, è vero (appunto) che noi potremmo scoprire di aver mal riposto la nostra fiducia in qualcuno che non lo meritava, ed è anche vero (appunto) che ci possono essere casi patologici di madri che vogliono il male dei figli: la partita dell’esistenza è sempre apertissima e noi non possiamo escludere la possibilità del male o l’inganno della ragioDa sinistra la storica Maria Bocci, il presidente dell’Istituto Treccani Giuliano Amato, Ma a me sembra che proprio il > il presidente della Fondazione per la sussidiarietà Giorgio Vittadini e la costituzionalista Martane. Cartabia Il filosofo Costantino Esposito durante il suo intervento in auditorium al Meeting

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MEETING 2011 fatto di giudicare negativamente que(benché forse avrei voluto essere un me non è solo ciò che è fuori di me o Voi, il popolo didonGiussani, diverso da me, ma è anche il “me stessta evenienza stia a dire che siamo fat“nativo digitale” del XXI secolo); e che miavete dato tanto, so” che mi è dato, che non ho fatto io, ti per la verità (o per dirla in prosa: siastamattina pioveva non ci sono dubma che mi trovo addosso, come una mo curiosi, interessati e bisognosi di bi, essendo stato costretto a rimanere immaginare nonpotete finitezza che domanda il senso di sé e capire come stanno effettivamente le a casa (anche se avevo programmato quanto miavete dato a tantilivelli: di tutto, o come una passività che è la di andare al mare). Certo, è così – con cose), e che precisamente questa conspirituale, fonte e delumano. genio. o senza di me! Ma se per esempio iosociale dizione o apertura permanente della Per farla breve, la certezza non è il mi accorgo che, essendoUna nato delle in que-cose piùgrandi nostra intelligenza attesta al tempo contrario della storia e della libertà sto mio tempo ho avuto modo di inconstesso che noi siamo sempre alla ricerstatointendere Wael Gianni Vatscopri- dato (comeèsembra trare la persona che amoche o dimiavete ca di una certezza per esistere. (JosephWeiler) re un mio talento grazie ai maestri che timo) ma è la scoperta di un signifiFermiamoci ancora un momento sul ho incontrato o al contesto in cui ho cato inesauribile della realtà nelle piecaso della madre cattiva: è vero che essa è cattiva (ne abbiamo finanche le studiato (e potrei continuare molto a ghe del tempo, nell’esperienza di ciò prove oggettive!), ma lo scoprirlo non ci lungo, come ciascuno di noi), allora che è contingente, nella mia decisiolascia indifferenti, tanto che da quescoprirei che quel fatto anagrafico porne di non archiviare ciò che accade, di accoglierlo come un dato, di assensta terribile verità potrebbero derivata in sé un fiume di certezza sul fatto tire ad esso. Assentire non vuol dire re carenze e traumi indelebili per tutche l’esistenza mi è stata data perché assolutamente essere sempre d’accorta la vita. Non posso allora attestarmi io potessi accoglierla e rispondere alle do o supinamente rassegnato a ciò che sulla verità senza in qualche modo metsue occasioni. c’è o è accaduto (e che molte volte giotere in gioco tutto il mio io, perché il E se prendessi sul serio il fatto meteoca contro le nostre aspettative), ma vero non è una formula matematica, rologico della pioggia di stamattina accettare la sua sfida, interrogare la ma un accadimento che mi tocca, mi come un evento che mi è dato per sua presenza, metterci in gioco. La interpella, chiede di me. Anzi, alcuni accorgermi con gratitudine di quanto sia importante casa mia come un luocertezza, dicevo a Rimini, è una dinamatematici ci testimoniano che anche go di rapporti, di costruzione e di cura mica che implica sempre il fattoreuna dimostrazione algebrica può essere fonte di commozione, nella scoperdella mia umanità? Non si tratta di un tempo, non è un acquisto fatto una ta stupefacente, come una volta ha “perché” che so già a priori, e con cui volta per tutte, ma è qualcosa che ha a che fare sempre (come ha richiascritto il matematico Eugene P. Wigner, posso “giustificare” le situazioni che Il filosofo e scrittoremato FabriceSalvatore Hadjadj Veca) con la nostra L’ebreo Joseph Weiler con l’amico musulmano che il mondo risponde alle nostre ipo- Weal nonFarouq vanno, ma della scoperta intellistessa incompletezza. Quest’ultima tesi: «(...) Il fatto miracoloso che il lingente che c’è un invito silenzioso che non indica un semplice limite da supeguaggio della matematica sia appromi viene dalle cose, che attende di esse(o in cui accomodarsi, tentando rare priato per la formulazione delle leggi re udito. Direi che questo è l’atto più Ildella volontariato è un’esperienza che nasce dal guardare l’altro (RobertSarah) di gestirlo nella maniera più convefisica è un regalo meraviglioso semplice e più originario della mia niente), ma coincide con l’impossibiche noi non comprendiamo, né merilibertà, cioè quello di accorgermi e di lità di arrestare la nostra domanda di tiamo» (The unreasonable effectiveaccogliere l’altro da me. E l’altro da ness of mathematics in the natural sciences, 1959). Naturalmente noi possiamo pensare – in astratto – una verità senza certezza, ma è come se pensassimo qualcosa a prescindere da colui che la pensa e che è chiamato a dare il suo assenso a ciò che riconosce come vero. Già nel dire “questo è vero!” si mette in moto la dinamica della certezza. Come ha rilevato con la consueta chiarezza Enrico Berti, anche la certezza (come l’essere o la verità) si dice in molti modi, e non può essere affrettatamente identificata con la coerenza logica o con la durezza non modificabile dei fatti della natura o degli accadimenti della stoI genitori della piccola Giulia, Riccardo Ribera d’Alcalà e Mariangela Fontanini, Il Cardinale Antonios Naguib e Mario Melazzini È certoRobert che ioSarah sono nato nel 1954 con il medico Bernard Dan e le loro figlie Ilria. cardinale 20 44

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CERTEZZA FOTOREPORTAGE E VERITÀ significato, e con il suo rilancio conLa posta ingioco della certezza è veramente radicale, unbisogno infinito che difficilmente tinuo alla scoperta del reale. Se noi può essere soddisfatto, nondall’infinito stesso (CostantinoEsposito) rinunciamo a priori all’ipotesi se almeno di una certezza, prima o poi rinunciamo alla verità, oppure la “blocchiamo” come ciò che non c’entra con noi. Tutto insomma si gioca a mio modo di vedere nel rapporto completamente aperto, cioè non pregiudiziale, tra la ragione e la realtà. Che questo sia il problema risulta ad esempio in una recente disputa tra il “pensiero debole” di Vattimo (non esistono fatti, ma solo interpretazioni) e il “nuovo realismo” di Ferraris (esistono dei fatti oggettivi non emendabili e indipendenti dalle nostre interpretazioni). Insomma: una ragione senza realtà, Il pubblico segue l’intervento di Costantino Esposito anche da altri luoghi del Meeting da un lato, e una realtà semplicemenche possiamo possedere e di tutte le dico senza le certezze che si possono te indipendente dalla ragione, dall’altranquillanti giustificazioni con cui costruire nella vita, ma senza quella tro (ne ho discusso con lo stesso Ferpossiamo illuderci –, ma addirittura certezza iniziale che la realtà ci rideraris in un dialogo apparso sulla rivista con la sua presenza, ridestando esaspera le contraddizioni della nostra sta “Tracce”, ottobre 2011). Delle due con ciò stesso quella “realtà” cui diaesistenza: segno che la certezza fiol’una: o i fatti che non si lasciano modimo volentieri il nome di “io”. risce, sobriamente, nella finitezza di ficare, o le interpretazioni che preCome una volta ha scritto G.K. questo mondo, non nella fuga in avantendono di modificare tutto. Ma nel Chesterton (nel grande libro su San ti verso altri mondi (che poi non sono gioco delle due posizioni è proprio il Ilnesso filosofo CostantinotraEsposito Tommaso d’Aquino): «Non va bene solo i nirvana religiosi ma anche gli costitutivo razionalità e realdire a un ateo che è un ateo; o attristupefacenti ideologici o gli eccitantà a risultare ormai inceppato, di modo buire a chi nega l’immortalità l’inti culturali). È quella condizione ontoche l’interpretazione resta solo una L’ecumenismo è amicizia, primalogica che teologia. E l’energia quisalverà tutta la Chiesa di cui ha parlato Eugenio che Maz-vedo famia di negarla; o pensare che si “prospettiva” soggettivistica, mentre (AndrewDavison) zarella, e di cui noi facciamo espepossa costringere un avversario ad l’unico senso possibile dell’oggettivirienza come di un legame originario ammettere di avere torto dimotà del reale è quello di essere esterno all’essere: prima di tutte le strategie strandogli che ha torto in base ai al soggetto. Nell’ermeneutica postche mettiamo in opera per costruire principi di qualcun altro, e non ai moderna è come se io non chiedessi le nostre certezze, siamo noi che nasciasuoi. Dopo il grande esempio di san più niente alla realtà, e la mia libertà Tommaso, è valido – o forse avrebmo da una certezza – vale a dire che fosse solo la bella violenza della volonbe dovuto sempre esserlo – il prinnon ci siamo dati l’essere ma provetà, o la (meno bella) violenza del potecipio che o non discutiamo affatto niamo da una “ragione” che è infinire; nel realismo oggettivistico (in cui con un uomo, o dobbiamo discutetamente più delle nostre rationes, cioè si risente un po’ l’eco del vecchio e re in base alle sue ragioni e non alle dei nostri calcoli, e che questa provenuovo positivismo) è come sela realnostre». Appunto io vorrei capire nienza è una chiamata cui non postà non chiedesse più niente a me, se siamo cessare di rispondere, perché nuovamente la mia “ipotesi” (o se non di essere riconosciuta come ciò così cesseremmo di “esistere”. volete, il percorso della mia certezche non sono io. Io, invece... beh, quelNon mi resta che rilanciare la queza) proprio prendendo sul serio le lo resta ancora solo il regno delle mie stione dunque: e non semplicemenragioni di chi non la condivide. D’alinterpretazioni e delle mie costruziote opponendo le mie ragioni alle ragiotronde, come il sagace Chesterton ni culturali. ni degli altri, ma cercando di capire ebbe a dire in un’altra occasione (nelMi ha colpito quando Sergio Belarse le ragioni che ciascuno matura nell’Autobiografia), «io ho discusso tutdinelli, riprendendo un tema su cui ta la vita senza mai litigare, perché la sua esperienza – a condizione, natuavevo insistito a Rimini, ha osservala cosa brutta dei litigi è che interralmente, che sia leale e non pregiuto che la certezza non solo ci inquierompono le discussioni». diziale con essa – possano “stare”, non ta – a differenza di tutte le sicurezze Don Stefano Alberto e l’anglicano Andrew Davison e accanto Padre Aldo Trento e il neuropsichiatra Aldo Borgna DICEMBRE2011

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Lo stupore del reale

Ricostruzione della sinagoga di Cafarnao nella mostra “Con gli occhi degli apostoli. Una Presenza che travolge la vita”

“Mia sorella, la vita”, la mostra dedicata al poeta Boris Pasternak

L’arte al tempo di Dante nella mostra “Non sembiava imagine che tace” 42

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DICEMBRE2011 Consumi ciclo combinatoNOTIZIARIO 4,8 (l/100km). Emissioni CO2 113 (g/km).

Le Madonne d’Abruzzo salvate dal terremoto del 2009 esposte al Museo di Rimini

www.fiat500.it


GIOVANI FOTOREPORTAGE PROTAGONISTI

Giovani alla ribalta “Qui ci sono i giovani che rifaranno l’Italia”. Più di uno slogan perché le facce e l’esperienza dei ragazzi universitari hanno contraddistinto l’edizione 2011. Guide, servizio d’accoglienza, sorveglianza, qualcuno anche in prima linea nei convegni. Li abbiamo cercati per chiedere loro cosa hanno conservato di quella settima eccezionale. di Filomena Armentano

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’è chi ha guidato il presidente della Repubblica lungo il percorso della mostra “150 anni di sussidiarietà”, come Francesco Babbi, e chi l’ha interrogato davanti alla platea dei 10 mila presenti in auditorium il 21 agosto scorso, come Eleonora Bonizzato ed Enrico Figini. C’è chi ha posto le sue domande a John Elkann, come William Barcella, ma anche chidel haMeeting accoltoad i visitatori ai canL’omaggio Antoni Gaudí celli, chi ha ripulito i tavoli del fastfood, chi ha pescato cartacce dalla piscina, chi ha annaffiato le piante, chi ha fatto le pulizie, chi ha battuto gli scontrini e le altre mille e una attività necessarie per lasciar venir fuori tutta la bellezza di un evento che non smette mai di sorprendere e salutare chi lo fa e chi lo visita lasciandogli un certo lieto languore, con la speranza di tornare l’anno dopo. Sono i giovani del Meeting, centinaia di volontari, soprattutto studenti universitari, che usano la settimana di vacanza prima di tornare tra studio ed esami per rendere possibile la manifestazione riminese. Dove sono e cosa fanno a due mesi di distanza? Cosa conservano ancora dell’esperienza al Meeting? Nora Bonizzato, studia lettere alla Cattolica di Milano, è al terzo anno, ha raccontato nel grande auditorium il lavoro fatto insieme ad altri studenti per preparare la mostra sui 150 di sussidiarietà al Presidente Giorgio NapoIllitano cardinale Dioniginelle Tettamanzi e spiegato giornate la mostra

ai visitatori. «Per me è stata la grande possibilità di riscoprire che ricchezza può scaturire dal rapporto serratissimo tra me e le circostanze che mi vengono incontro», racconta Nora. «Quando siamo arrivati a Rimini – continua – io e i miei amici, dopo un anno intensissimo di preparazione della mostra, pensavamo di conoscerne ogni singolo dettaglio. E invece l’abbiamo vista costruirsi letteralmente davanti ai nostri occhi dopo ogni turno di spiegazione, arricchita dalle facce, stupite o perplesse dei visitatori, con domande dalle quali si aprivano nuove piste di studio, tanto che nei ritagli di tempo approfondivamo le questioni irrisolte, le domande nuove». Di giorno in giorno innanzitutto l’esperienza del racconto non di una storia di tanti anni fa, ma di qualcosa che c’entra con il presente: «L’ultimo pannello, quello che dà il titolo alla mostra, di giorno in giorno l’abbiamo letto sempre di più come qualcosa di vero e vivo, dal buon proposito di raccontare la mostra alla testimonianza di qualcosa che accadeva a noi e di conseguenza agli altri». E ora? «È stata un’esperienza di certezza che non significa avere tutto a posto, tutto chiuso e impacchettato. La certezza che mi sostiene è piuttoLo scienziato sto un rapporto tra me e la realtà, la anglicano qualeJohn conPolkinghorne la sua forza non smette di chiedermicon diilimplicarmi, di esserci, di rabbino rispondere.Alon MiGoshen ha molto colpito vedeGottstein re come il riaprirsi continuo di tantis-

sime domande di fronte a un particolare anche piccolo come la mostra, sia davvero l'affascinante possibilità di non smettere mai di lavorare e di guardare, e che quindi la stessa cosa può realmente essere continuamente nuova». E nulla è più come prima. «Davanti al Presidente della Repubblica come all'ultima mamma di famiglia io posso raccontare questa avventura assolutamente entusiasmante che ho sperimentato con particolare potenza al Meeting, che però anche adesso, passati un paio di mesi, chiede di essere riscoperta e riguardata di fronte allo studio, alla vita in università, dove fra l'altro, per un mese, abbiamo esposto proprio la mostra dei 150 anni, alla crisi generale che non accenna a diminuire. Questo rende tutto veramente interessante e, a ripensarci, illumina ancora quella settimana al Meeting, nella certezza pur timida e piena di una reticenza inevitabile che di fronte a tutto posso starci io, continuamente rimessa al lavoro da tutta questa realtà che continua a chiedere di me». A tu per tu con Giorgio Napolitano è toccato stare anche a Francesco Babbi, studente di Economia in Cattolica, guida personale del Presidente tra i pannelli della mostra. «Il Presidente, come tutte le persone che l’hanno visitata, come tutte le persone che stanno visitando la mostra itinerante, è rimasto colpito più che dai contenuti, dalla speranza che questa mostra >

L’esperienza della certezza: un’evidenza che fa dialogare

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Chiarezza, Amicizia tra i popoli trasparenza, Amicizia tra uomini sempliCità. MEETING 2011

È possibile unirsie raccogliersi: iprincipiumanie moralie religiosiche ciuniscono sono molto piùnumerosidiquelliche ciseparano (AntoniosNaguib)

i valori con cui vogliamo continuare a crescere. 24 milioni di persone hanno scelto Wind perché condividono i nostri valori.

Da sinistra il vescovo ortodosso Armiah, il cardinale Antonios Naguib, il presidente del Meeting Emilia Guarnieri, il magistrato Hossam Mikawy e il rettore dell’Università di Al Azar Usamah Elabel

Perché sono stato chiamato io, musulmano, a fare La Bibbia, La Passione diCristo, GiovanniPaolo II... conunuomo ditvcome Ettore Bernabei?Miha detto spesso: “È il destino”. Io credo alla strada che Dio ciprepara. Siamo noia deviare o a seguirla. Cosìl’esistenza diventa una immensa certezza, ho pensato. Sono sicuro diessere stato scelto proprio perché musulmano (TarakBenAmmar) 40

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GIOVANI FOTOREPORTAGE PROTAGONISTI anche i visitatori se ne sono accorti: porta e che noi portiamo: si può uscigliere la gente ai cancelli e il modo DonGiussani, secondo me, «Noi eravamo alla sbarra sud – racre dalla crisi in cui siamo solo se si ritorcon cui uno può farlo. In quel caso è haascritto unlibro pericattolici, conta Simone – al cancello grande. stato ai cancelli. Adesso mi viene chiena desiderare, solo se sinonsolo ha la certezLa gente è stata molto disponibile, ci za che “le forze che cambiano la stosta la stessa attenzione rispetto al mio pergliitaliani, ma pertutta l’umanità ha trattato con un occhio di riguarria sono le stesse che cambiano il cuostudio, rispetto al modo in cui io guar(Abdel-FattahHassan) do perché sapevano che eravamo lì a re dell’uomo”. Di crisi come quella do ciò che studio, che sia la paleofare i volontari. Ci salutavano, ci rinodierna l’Italia ne ha viste, dalle guergrafia o il latino. Io li posso guardare superficialmente, incastrando delgraziavano. Ci ha fatto piacere che il re mondiali, agli anni di piombo, ma le frasi, oppure riconoscendo che anche nostro lavoro venisse così valorizzasi è sempre rialzata mettendo in gioquesta è un’opportunità di guardare to». co la sua grande capacità di cambiaseriamente all’esame che sto facendo. C’è chi ancora non riesce a non guarmento che la mostra testimonia». È una posizione rispetto alla realtà dare con gratitudine al duro lavoro ai Ci sono loro e ci sono quelli che fancancelli. molto pratica». A colpirla, poi, sono no lavori completamente diversi, lavo«Il lavoro ai cancelli al Meeting? Una ri che la fiera la vedono solo in lontastati i compagni di lavoro «per l’atnanza. Non fanno il lavoro, in appacosa che mi porto dietro ancora adestenzione e la cura che hanno avuto renza, più gratificante del mondo e ne so – afferma Marta Dolci, al quarto verso di me. Un atteggiamento che sono coscienti, ma loro giurano, toranno di Lettere – la cosa più vera è mi ha commossa perché si può rimanerebbero a farlo ad ogni edizione, che io sono ancora oggi estremamente nere tantoaltempo insieme non guarDon Ambrogio Pisoni insieme professore musulmano nonostante le difficoltà. Anzi, hanno grata a un’esperienza, ad una cosa ina-Hassan dando all’altro». Abdel-Fattah già chiesto di tornare dopo l’esperienza spettata come l’indicazione di lavoQualcuno dall’impegno ai cancelli, è stato aiutato a viere più intensamendel 2010, come racconta Simone Ardelrare i cancelli. Io mi accorgo sempre te quello che a fine turno avrebbe poi li, al terzo anno di Filosofia. di più che quello era proprio il posto La chiave è creare umanesimo, trovatounnuovo dentro la Fiera. «Avendo il «Lo avevamo fatto durante il Meedove io dovevo essere in quel momentempo dal daipopoli lavoro – speiga ting precedente, io e altri miei amici. to, che quell’esperienza lìche c’entra assononvenga dalleoccupato elité, ma Agnese Maderna, studentessa di FiloCi avevano assegnati al turno della lutamente con quello che devo fare sono molto sofia – non ne perdi altro a non far sera cosa che ci ha permesso di conoora. Tanto che adesso io(FrancoFrattini) curiosa di vedere ogni anno cosa accascere due persone straordinarie, Arnalniente, ma una volta dentro alla girandrà lì dove verrò messa a lavorare». E do e Maurizio, i nostri capoturno con dola di mostre, incontri e spettacoli, le “conseguenze” di quei sette giorni, cerchi quello che ti interessa. Per me cui ci siamo trovati bene e cheegiziani ci hanSamar Kassem, una dei volontari infatti, se le porta ancora dietro. «Cosa no spiegato cosa fare. Quell’esperienza lavorare ai cancelli ha significato viveè che mi porto ancora dietro? Come ci ha riempiti così tanto che quest’anno re più intelligentemente quella settidire... la cura con cui uno può accoabbiamo chiesto noi che ci mettessemana». ro ancora una volta ai cancelli, fatto inusuale perché in genere è uno dei lavori che si cerca in ogni modo di evitare. Noi lo abbiamo fatto per ritornare con loro. Quando abbiamo scoperto che ci avevano messi al turno del pomeriggio, infatti, ci siamo fatti spostare alla sera per continuare a lavorare con loro. Quello che ci ha colpiti di queste persone è stato proprio il modo di lavorare e di stare insieme, con una serietà e con una cura in quello che si faceva che non avevamo visto prima. Non si lasciava mai che il lavoro diventasse una routine. Tutti i giorni eravamo incoraggiati a ridomandarci il perché del dare cinque ore del proprio tempo gratuitamente nel turno al cancello. Questa modalità ha fatto sì che ogni giorno si trasformasse in una esperienza bella». E Da sinistra Wael Farouq, Franco Frattini, RobertoEleonora Fontolan, Tarak Ben AmmarFigini Bonizzato ed Enrico DICEMBRE2011

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Piazza Cavour. Un popolo in festa per i 150 anni

VALORE

NEL TEMPO. Innovazione. Qualità. Sicurezza. Sostenibilità.

L’Italia è un grande desiderio (Ambrogio Sparagna)

Gestione integrata dei servizi agli uffici di clientela primaria, pubblica e privata.

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FOTOREPORTAGE VISTI DA FUORI

Mosca chiama Rimini Da qualche anno alcune agenzie-stampa russe specializzate su temi religiosi dedicano un certo spazio al Meeting di Rimini. Quest’anno anche ITAR-TASS, agenzia laica erede della TASS – a suo tempo monopolista dell’informazione in Unione Sovietica ha diffuso la notizia ripresa nelle ore successive da varie agenzie e testate, tra cui Blagovest-info, NEWSru.com e Rossijskaja gazeta di Giovanna Parravicini

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lla mostra su Pasternak è dedisonalità di Boris Pasternak come pochi interrogativi esistenti in Russia. La cato un servizio sul numero di la conoscono, in Occidente come in sorpresa per le migliaia di volontari Il cantautore Niccolò Fabi L’attore Paolo Cevoli Il pianista coreano Kim Dong Kyu ottobre della Rivista del PatriarRussia: una personalità connotata da che si sentono protagonisti e partecicato di Mosca, il cui direttore, Sergej una statura umana che esprime in pripi del Meeting al loro posto di servizio, indipendentemente dalla possibiČapnin, è stato ospite del Meeting. Ai mo luogo la “certezza” (tema del Meelità di seguire i singoli eventi culturalettori del mensile ufficiale della Chieting 2011) come stupore di fronte a li. sa ortodossa russa sono stati proposti una Presenza che si rende evidente in E, naturalmente, la sorpresa di ritroun servizio fotografico sullo splendiogni cosa. «Mi desto, e mi abbraccia ciò che mi circonda», è il verso di > vare tra le pareti del Meeting la perdo allestimento della mostra e l’intervento di Ol’ga Sedakova alla presentazione, svoltasi domenica 21 agosto. Come tutti gli anni, gli ospiti russi al Meeting sono rimasti impressionati da tante cose, ma innanzitutto dal “popolo del Meeting”, dove non c’è soluzione di continuità tra quelli che lo “fanno” e quelli che lo “visitano”, perché ciascuno contribuisce a costruirlo così com’è. A cominciare dalla sorpresa dei nostri amici ortodossi, che hanno voluto partecipare alla messa celebrata la domenica mattina in Auditorium e vi hanno percepito un’impensabile atmosfera di unità e di raccoglimento, la bellezza di un gesto liturgico che faceva toccare con mano che le migliaia di persone radunate costituivano realmente un Corpo più grande della somma degli individui che lo componevano. Oppure la sorpresa di incontrare nella personalità del cardinal Newman, o di san Carlo Borromeo, protagonisti di altre mostre, l’eco di travagli e di cammini che – sebbene in epoche e contesti diversissimi – siPopolizio intrecciano con lal’opera storiadieChesterton gli La mostra «Miadel sorella la vita» dedicata al poeta Boris Pasternak Massimo interpreta “La ballata Cavallo bianco” DICEMBRE2011

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MEETING 2011 una poesia di Pasternak. La sorpresa diventa tanto più grande quando si entra in un campo minato come la politica, dove parrebbe tanto più impossibile, utopistico un collegamento con l’ideale. E proprio alla politica al Meeting è stato dedicato da Ksenija Lučenko, giornalista ospite del Meeting, un lungo articolo uscito il 5 settembre su Russkij žurnal. Si intitola Cristiani in politica oggi, e prende le mosse dall’omonimo incontro con Roberto Formigoni, Joseph Daul, capogruppo PPE al Parlamento Europeo, Marcos Zerbini, deputato dello stato federale di San Paolo, Phillip Blond, direttore del think-tank ResPublica e consigliere del premier David Cameron, e Paul Jacob Bhatti, consigliere del primo ministro di Islamabad per le minoranze religiose e fratello di Shabhaz Bhatti, unico ministro pakistano di fede cristiana, assassinato il 2 marzo scorso. Dopo aver illustrato a grandi linee il fenomeno Meeting e il carisma di Comunione e

“Portate il vostro anelito di certezza” Adriano Dell’asta, Giovanna Parravicini e Olga Sedakova

Liberazione di cui esso è un frutto maturo, l’articolo entra nello specifico del compito che i cristiani hanno nei confronti della società in cui vivono. Vi si sottolinea la positività del cristianesimo, che vede «un’opportunità di rinnovamento anche nella difficile situazione creatasi in Gran Bretagna dopo i recenti disordini» (intervento di Phillip Blond), e «la dimensione sociale e

ITAR-TASS, 29 AGOSTO 2011 La mostra «Mia sorella la vita», dedicata a Boris Pasternak, è entrata a far parte del programma di un forum cristiano internazionale che sta svolgendosi in questi giorni in Italia. Curata dalla Fondazione Russia Cristiana e dalla rivista «La Nuova Europa», la mostra presenta fotografie, manoscritti, spezzoni di filmati storici, mettendo in evidenza le radici cristiane dell’arte dello scrittore russo. Come ha chiarito la principale ispiratrice dell’iniziativa, Giovanna Parravicini, l’idea è nata da una frase pronunciata dallo stesso Pasternak: «L’artista discorre con Dio, e da questo dialogo scaturisce tutto ciò che egli scrive». «Del resto – ha aggiunto Parravicini – la nostra mostra ha preso il via dall’amicizia tra Pasternak e la pianista Marija Judina, che scorgeva nell’arte una via privilegiata – anzi l’unica per lei – di incontro con Dio». In primo piano nella mostra emergono i personaggi di Amleto e Faust, e naturalmente del Dottor Živago. I primi due sono legati all’attività di Boris Pasternak traduttore, che lavorò su Shakespeare e Goethe. Nel protagonista del romanzo, che valse allo scrittore un Nobel che egli tuttavia non ebbe mai la possibilità di ricevere, secondo i curatori della mostra echeggiano motivi faustiani e amletici. «Il tema di fondo della mostra è la vita: una vita concepita in modo tale da

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poter assumere anche altri nomi – eternità, immortalità, verità», ha detto ancora Parravicini. Oltre ai pannelli con testi dell’autore e fotografie, il percorso della mostra prevede un laboratorio teatrale e la proiezione di due documentari dedicati al poeta. Giovanna Parravicini è autrice del volume Liberi, che narra le vicende di alcuni straordinari personaggi che hanno determinato il clima spirituale nella Russia del XX secolo. Ha pubblicato numerosi articoli sulla Chiesa ortodossa russa in epoca sovietica, e ha svolto varie ricerche nell’ambito della storia dell’arte bizantina e russa. Il forum cristiano internazionale «Meeting per l’amicizia tra i popoli» si svolge annualmente a Rimini dal 1980 per iniziativa del movimento cattolico «Comunione e Liberazione». L’evento raduna personalità di spicco, artisti e politici di vari paesi. Il programma è dedicato alla discussione di tematiche legate ai problemi della religione e della fede, sviluppate attraverso una quantità di iniziative culturali, tra cui concerti, mostre, spettacoli, lezioni, presentazioni di libri, tavole rotonde e perfino competizioni sportive. Ospite d’onore del Meeting di quest’anno è stato il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. Vera Ščerbakova

politica propria del fatto cristiano, che non si può mai ridurre ad un fatto privato. Il cristianesimo non è può essere escluso dalla politica. La comunità cristiana ha il dovere di educare le persone alla costruzione del bene comune». Di conseguenza «ci si impegna in politica non per affermare le proprie idee, ma per difendere quello che l’esperienza dei cristiani e degli uomini sta costruendo nella società» (Formigoni). Una testimonianza nel sociale e in politica, che resta tuttavia irriducibile ai soli valori sociali e politici, come mostrano inequivocabilmente la vicenda di Shabhaz Bhatti e le parole del suo testamento spirituale: «Voglio vivere ai piedi di Cristo e morire per lui». L’autrice dimostra inoltre grande interesse per la figura di Newman e il movimento Radical Orthodoxy, che ripropone oggigiorno nel mondo anglosassone le medesime tematiche dell’ecumenismo e del rapporto Chiesa-società che sono di importanza cruciale per la società russa. La Lučenko riporta vari stralci dall’incontro I cristiani sulla pubblica piazza: dal viaggio di Benedetto XVI un nuovo umanesimo nel Regno Unito, mettendo in rilievo come la soluzione – di fronte al duplice rischio in cui incappa la società odierna, la secolarizzazione o il fondamentalismo religioso – sia da ricercarsi nell’unità tra fede e ragione a cui Benedetto XVI ha richiamato e indella particolare Il Presidente più con volte, le guide mostra nel suo viaggio in Inghilterra. “150 anni di Sussidiarietà”


FOTOREPORTAGE VISTI DA FUORI

Irlanda, Francia, Spagna, parlano di noi Alcuni articoli usciti all’estero raccontano l’edizione del Meeting. Sono tratti dal quotidiano irlandese Irish Times, con John Waters che confronta l’esperienza delle giornate a Rimini con la crisi irlandese, da quello francese La Croix con l’inviato Frederic Mounier per la prima volta a Rimini che è costretto a cambiare ottica rispetto al solito e dal settimanale spagnolo Alfa Y Omega

The Irish Times 26 agosto 2011

Queens’ College a Cambridge hanQuesti fenomeni sono così lontani no parlato della provvisoria natura da qualsiasi aspetto possibile immadella ricerca scientifica. Dal momenginabile della vita irlandese che è difto che la scienza si contraddice conLa nostra cultura è saturata di negaficile evitare la sensazione che un qualtività e cinismo tinuamente, concordano che non è che grave impoverimento sia sceso Qui a Rimini, in armonia con la sfipossibile “arrivare” da nessuna parte sulla nostra cultura e che questo sia da di quel titolo che non lascia spama solo avanzare con una certezza il risultato del collasso della dimen“C’èa bisogno di nuove leve e di nuovi apporti… Portate nell’impegno le vostre mozio compromessi, c’è il riconosciche è dipolitico per sé provvisoria. sione religiosa. mento che una crisi è in Portate, atto, ma non Se mi chiedessero di descrivere Viviamodell’incertezza, in un’età in cui il desiderio tivazioni spirituali. nel tempo il vostro anelito di certezza. È per l’umotutto di certezza sembra esistere in proc’è né senso di fatalismo né accettare dell’Irlanda in una parola, fino a questo che rappresentate una risorsa umanaallaper nostro Paese. Fatela valere ancora di porzione inversa suailpossibilità zione che quello che sta accadendo questa settimana avrei scelto “rabbia.” più:definitivo è il mioper augurio e il mio (Giorgio di esistere. Ma, invece diNapolitano) rischiare di sia le aspirazioni o leincitamento” Adesso invece intravedo il punto prinpiù per conoscere di più, abbassiamo speranze umane. La vita è un procipale; l’emozione dominante è reattiva e negativa invece che creativa e il livello dei nostri standard per fare cesso solo marginalmente collegato costruttiva. Qual’ è stato per esemsembrare che siamo arrivati a conoai prospetti economici, non è legata pio, il discorso politico più acclamascere quasi tutto. Perciò le incertezad essi. La vita continua. to dell’ultimo anno? Non è stata una ze presenti sembrano accompagnare Al Meeting questa settimana sono visionaria chiamata alle armi o l’inun desiderio quasi opprimente che venute migliaia di persone per partecipare ad ogni tipo di incontro: per vocazione dello spirito d’Irlanda, ma tutti i problemi vengano risolti una ascoltare filosofi e scienziati parlare la denuncia del Taoiseach, il primo volta per tutte. E più si intensifica la della natura della certezza; per osserministro Irlandese, al Papa e al Vatinostra preoccupazione a sistemare vare le mostre che raccontavano la cano il mese scorso. L’impulso è di tutto, più l’incertezza cresce. Una delle intuizioni che è emersa straordinaria vita del beato John Hendenunciare tutto invece che di annunripetutamente a Rimini questa settiry Newman; per scoprire il pensiero ciare qualsiasi cosa. mana è che le nostre culture non hanche ha portato generazioni di fisici a Questo spiega la difficoltà che stiano scelto una certezza umana: una contemplare l’atomo; per discutere mo vivendo nel tentativo di indicare un successore plausibile al Presidenchiarezza definitiva su fatti e signicon giornalisti il futuro della carta te Mary McAleese, che ha entusiaficati. Al contrario, tutto ha a che stampata; e per prendere parte ad alcusmato il Meeting di Rimini l’anno fare con la determinazione del nostro ni degli innumerevoli eventi che hanscorso. La nostra cultura è talmente passo su un particolare sentiero. Quelno commemorato i 150 anni dell’unità Meeting diEnrico Rimini in saturata di negatività e cinismo che loLupi, cheilsipresidente comprende e si scopre è cond’Italia. Da sinistraIli parlamentari Letta èe Maurizio essenza una creazione del Cattolicenon è in grado di offrire un leader tingente. Numerosi scienziati impordella Repubblica Giorgio Napolitano, il presidente del Meeting Emisimo, ma allo stesso tempo va oltre i che non mandi tutti a quel paese. tanti tra cui Lucio Rossi, che ha lavolia Guarnieri e il presidente della Fondazione per la sussidiarietà confini che sono convenzionalmente Credo che questi difetti della culturato con Large Hadron Collider, e Giorgio Vittadini, durante l’incontro di inaugurazione delle mostra attribuiti parola “religione.” ra irlandese emergano dalla natura > John Polkinghorne, ex presidente del “150 anni dialla sussidiarietà” DICEMBRE2011

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FOTOREPORTAGE VISTI DA FUORI di due istituzione chiave della nostra cultura: l’educazione e il giornalismo. L’abbandono della filosofia nelle nostre scuole è una dimensione del problema. Un aspetto ancora più serio è che il nostro sistema educativo insiste sullo sviluppo della memoria invece che della ragione. Come aveva diagnosticato il cardinale Newman, 150 anni fa, la natura frammentaria di quello che chiamiamo educazione impartisce pacchetti di informazione sotto varie etichette ma non fornisce un criterio dominante con cui unificare il tutto. Il giornalismo, di per sé il prodotto di un sistema educativo rachitico, riduce tutto ancora di più fino a confinare la realtà sotto il proprio controllo. Dettando e informando il menu quotidiano del pensiero dominante, le cronache dei nostri mezzi di comunicazione sono incredibilmente piatti, reattivi e guidati da ideologie sempliciste e sconosciute che sfruttano le emozioni negative dei cittadini per promuovere un’idea di destinazione che è un miraggio. Lo scetticismo, l’elemento più vitale di un giornalismo sano, è fuori controllo, così che le energie dominanti tendono alla demolizione invece che alla costruzione. E così la cultura è infuriata per la propria disintegrazione ma senza capirne le ragioni, e non avendo un terreno stabile su cui poggiarsi, non riesce a proporre una risposta coerente che possa salvarla. Il patriottismo non sono altro che attacchi subdoli alle azione non patriottiche degli altri; “valori” significa la denuncia degli ideali ereditati; “speranza” è una sentimentalità ricorrente che si pensa generata dal niente. Tutto si disfa, mentre invece la cronaca implica un certo progresso. ( John Waters) La Croix 29 agosto 2011 Rimini, l’incontro di 800.000 cattolici italiani

Il quotidiano francese La Croix

Il Meeting di Rimini, organizzato dal 21 al 27 agosto dal movimento cattolico italiano Comunione e Liberazione, al parco delle esposizioni della città balneare adriatica, ha attirato 800 000 persone. A Rimini, l’osservatore francese degli eventi religiosi italiani deve cambiare ottica. Questo gigantesco incontro, organizzato dal 1980 dal movimento cattolico Comunione e Liberazione (CL), non è comparabile a quello che accade di norma in Francia.Tanto più che il tema generale – “E l’esistenza diventa una immensa certezza” – è una provocazione, e non vuole essere seducente. In piena stagione di vacanze, accanto a spiagge affollatissime, con 38° all’ombra, tutto l’insieme ha qualcosa in comune con il Salone del libro, la Fiera di Parigi, le Settimane sociali di Francia, le sessioni della comunità dell’Emmanuel a Paray-le-Monial, senza dimenticare le università estive dei partiti politici. Il pubblico, dai 7 ai 77 anni, con pochissime teste bianche, partecipa ogni giorno in decine di migliaia, in totale circa 800.000 presenze. Si viene qui con la famiglia, come si fa in Italia, ma anche tra amici, in coppia. Tra il vociare tipico di qualsiasi rag-

gruppamento italiano di più di tre persone, ci si forma, ci si informa, si prega, ci si confronta. Si fa la coda per visitare, con impegno, esposizioni su san Carlo Borromeo, Boris Pasternak, sull’arte all’epoca di Dante, ma anche sulla struttura dell’atomo, sul teologo Newman, sull’Unità d’Italia o sulle scoperte archeologiche in Terrasanta. Maria, 45 anni, è venuta da Verona. Qui trova “della positività”. Lei non è certo un membro di CL e non pensa di diventarlo, perché, dice, “non vorrei avere degli obblighi”. Si vedono pochi sacerdoti. C’è la “gente vera”, con l’élite politica, industriale, culturale. È stato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ad aprire il raduno, il 21 agosto. I francesi sono pochi – “CL conta soltanto 250 membri in Francia”, constata Roberto Gulino, chirurgo che vive a Tolone da venticinque anni – ma molto apprezzati. Quest’anno mons. Dominique Rey, vescovo di Fréjus-Tolone, è il primo vescovo che viene dalla Francia dopo il cardinal Lustiger, tanto tempo fa. Clara Gaymard, presidente di General Electric France e figlia del professor Jérôme Lejeune, ha conquistato 800 persone evocando la figura di suo padre. Ma soprattutto il filosofo Fabrice Hadjadj, che l’anno scorso aveva fatto il discorso di chiusura, ha interessato un uditorio di circa 12.000 persone con un esercizio di apologetica sul tema de “L’inevitabile certezza”. Per lui, questo Meeting senza pari è possibile unicamente nell’“incoerenza italiana”: “Gli italiani affermano di rifiutare la vita cristiana, però vivono in massa in una cultura cristiana. Questa incoerenza rende possibile costruire ponti”. Ed è arrivato a spiegare all’amplissimo uditorio, che ha il tasso di fecondità più basso dell’OCDE: “Se abbiamo ricevuto la vita, è solo per donarla”. La sua critica del tecnicismo, dell’ecologismo e del fondamentalismo “che tendono tutti e tre all’estinzione dell’uomo” è stata accolta. > DICEMBRE2011

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MEETING 2011 Il Meeting è anche un momento di incontro importantissimo per la vita politica italiana. Questo paese ancora adolescente (l’unità risale appena a centocinquant’anni fa) attraversa nuovamente una profonda crisi: Silvio Berlusconi è disapprovato, rinascono tentazioni secessioniste, le misure di austerità sconvolgono i fragili equilibri locali, tra solidarietà famigliari e impotenza statale. […] A questo Meeting le forze del cuore sembrano vive. Giovedì sera, il pakistano Paul Bhatti, consigliere del governo per le minoranze religiose, e fratello del ministro cattolico Shabbaz, assassinato il 2 marzo scorso, ha commosso l’uditorio […] Il messaggio di Benedetto XVI trasmesso al Meeting è risuonato senza stonature: “I drammi del secolo scorso hanno ampiamente dimostrato che quando viene meno la speranza cristiana, quando cioè viene meno la certezza della fede e il desiderio delle ‘cose ultime’, l’uomo si smarrisce e diventa vittima del potere”. Severo ma giusto, il Santo Padre ha continuato: “Una fede senza speranza ha provocato l’insorgere di una speranza senza la fede”. “Qui, l’uomo cerca il bene”, dice Giuseppe, farmacista in un centro sanitario milanese. Membro di CL, viene ogni anno per “l’amicizia, la diversità, il rinnovamento intellettuale, spirituale, culturale”. Senza alcun dubbio, avrà trovato a Rimini di che “fare il pieno” per l’anno che viene. E, come dice l’editoriale firmato da Davide Rondoni, uno degli organizzatori, sul quotidiano del Meeting: “La certezza infatti non è l’elaborazione di un discorso perfetto, né tantomeno una presunzione. Ma nasce un incontro che rende ragione di tutte le cose della vita. Anche là dove appare la diversità e la contraddizione, esse sono ricondotte a una unità di esperienza. Siamo lieti come cristiani di suscitare in tan32

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ti una simile tensione positiva e costruttiva”. (Frédéric Mounier) Alfa y Omega 1 settembre 2011 Meeting di Rimini. La fede è un’esperienza Se Dio si è fatto vicino all’uomo, facendosi carne, allora non c’è miglior cammino per sostenere questo incontro che la realtà concreta di tutti i giorni. Dio, in realtà, non si trova nel vuoto, o come conseguenza di molti sforzi, ma nella vita, nell’allegria e nelle pene quotidiane. In questo modo l’esistenza si converte in un’immensa certezza, come recita il titolo del Meeting di Rimini che ha appena avuto luogo. Il Meeting di Rimini è l’incontro più significativo tra quelli che si celebrano ogni estate in seno alla Chiesa cattolica. […] L’incarico di offrire una valutazione sullo stato di certezza del nostro mondo è toccato a Costantino Esposito, professore di Storia della Filosofia all’Università di Bari, che ha affermato che “Sembra che la condizione più condivisa dagli uomini del nostro tempo – tanto diffusa da risultare quasi insuperabile, come una condizione ormai ‘naturale’ – sia l’in-

Il settimanale spagnolo Alfa y Omega

certezza. […] Noi siamo un bisogno insopprimibile di certezza che non riusciamo mai effettivamente a colmare. […] Il dramma della certezza mostra qui tutta la sua radicalità: il suo bisogno è infinito, e non può essere soddisfatto da niente”. Tuttavia, questa sete di infinito è colmata in Cristo, “quel caso unico nella storia dell’uomo, in cui il significato, il logos, è diventato amico. […] Dio è diventato uomo, permettendo all’uomo di essere finalmente se stesso, cioè un essere che domanda, desidera e attende, certo della risposta. […] Grazie alla sua resurrezione nella carne, si è compiuta una vera e propria ‘rivoluzione copernicana’ nella possibilità di conoscenza e nella capacità di certezza”. Ma dove possiamo trovare oggi, tra di noi, questa fonte di certezza che Dio offre al mondo? L’irlandese John Waters, vicedirettore dell’“Irish Time”, al Meeting ha parlato di “una reale disintegrazione del sistema dei valori, come si vede nelle rivolte di questi giorni. Non c’è più un sistema solido su cui appoggiarsi, e questo prima o poi porterà ad affrontare una domanda sulla struttura stessa della società e sul modo in cui creiamo gabbie per imprigionare il desiderio umano”. E ha portato come esempio lo scandalo del caso Murdoch e come il “‘quarto potere’ precipiterà. […] Abbiamo bisogno di un quinto potere. Ma chi sarà?”. La risposta non può venire da altro luogo che la realtà stessa, tanto ostinata che non può essere negata. L’anglicano Andrew Davison, professore alla Westcott House di Cambridge, ha manifestato la sua sorpresa davanti alla novità cristiana in cui si è imbattuto al Meeting “Voi vivete come se la fede fosse vera. I primi aspetti che mi hanno colpito sono il vostro zelo e la vostra gioia. Penso che solo una fede per cui possiamo dare la vita (come i martiri) possa essere vera”. (Juan Luis Vázquez DíazMayordomo)


SITO

On line tutto il Meeting 2011 Nella sezione Archivio tutti i testi e i video degli incontri. Per approfondire i contenuti dell’edizione appena trascorsa di Lorenzo Ronci

C

hi cerca trova, vademecum per webnauti. Una delle grandi novità che la nuova versione dei sito presenta da maggio è la sezione Archivio, un grande contenitore aggiornato con i contenuti del Meeting 2011. Per ogni convegno è disponibile il testo sia pubblicato in HTML sia in PDF per scaricarlo e leggerlo comodamente quando si vuole. Piuttosto che leggere, preferite ascoltare e vedere? Il Meeting ha pensato anche a voi. Ad ogni evento è collegato il relativo video con la possibilità di condividere tutto sul proprio blog o social network e gallery di immagini. Il sito si conferma, dunque, un grande tesoro di contenuti culturali e di news. Ogni incontro è raccontato in quattro sezioni, ognuna delle quali è facilmente individuabile e raggiungibile mediante collegamenti presenti all’interno della scheda. Andando con ordine una volta entrati dentro la scheda il primo elemento sono i personaggi intervenuti, di seguito il pdf da scaricare, gli oggetti multimediali e il testo degli incontri. Al’interno della sezione Archivio, raggiungibile dalla homepage del portale, è possibile compiere ricerche in questo modo. Nel campo Cerca possono essere ricercate singole parole (es. cuore); frasi intere inserendole tra gli apici (es. “il cuore dell’uomo”). Attraverso questo campo è possibile ricercare direttamente al-

l’interno dei testi degli incontri, delle schede delle mostre e degli spettacoli. Con il campo Anno si possono filtrare i risultati rispetto ad una edizione, con il campo Personaggio dà la possibilità di filtrare per relatore o

curatore di una mostra inserendo il cognome del personaggio ricercato (es. “Rossi”). Infine il campo Dove per filtrare la ricerca per convegni, mostre o spettacoli. Buona navigazione

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FOTOREPORTAGE VISTI DA FUORI di due istituzione chiave della nostra cultura: l’educazione e il giornalismo. L’abbandono della filosofia nelle nostre scuole è una dimensione del problema. Un aspetto ancora più serio è che il nostro sistema educativo insiste sullo sviluppo della memoria invece che della ragione. Come aveva diagnosticato il cardinale Newman, 150 anni fa, la natura frammentaria di quello che chiamiamo educazione impartisce pacchetti di informazione sotto varie etichette ma non fornisce un criterio dominante con cui unificare il tutto. Il giornalismo, di per sé il prodotto di un sistema educativo rachitico, riduce tutto ancora di più fino a confinare la realtà sotto il proprio controllo. Dettando e informando il menu quotidiano del pensiero dominante, le cronache dei nostri mezzi di comunicazione sono incredibilmente piatti, reattivi e guidati da ideologie sempliciste e sconosciute che sfruttano le emozioni negative dei cittadini per promuovere un’idea di destinazione che è un miraggio. Lo scetticismo, l’elemento più vitale di un giornalismo sano, è fuori controllo, così che le energie dominanti tendono alla demolizione invece che alla costruzione. E così la cultura è infuriata per la propria disintegrazione ma senza capirne le ragioni, e non avendo un terreno stabile su cui poggiarsi, non riesce a proporre una risposta coerente che possa salvarla. Il patriottismo non sono altro che attacchi subdoli alle azione non patriottiche degli altri; “valori” significa la denuncia degli ideali ereditati; “speranza” è una sentimentalità ricorrente che si pensa generata dal niente. Tutto si disfa, mentre invece la cronaca implica un certo progresso. ( John Waters) La Croix 29 agosto 2011 Rimini, l’incontro di 800.000 cattolici italiani

Il quotidiano francese La Croix

Il Meeting di Rimini, organizzato dal 21 al 27 agosto dal movimento cattolico italiano Comunione e Liberazione, al parco delle esposizioni della città balneare adriatica, ha attirato 800 000 persone. A Rimini, l’osservatore francese degli eventi religiosi italiani deve cambiare ottica. Questo gigantesco incontro, organizzato dal 1980 dal movimento cattolico Comunione e Liberazione (CL), non è comparabile a quello che accade di norma in Francia.Tanto più che il tema generale – “E l’esistenza diventa una immensa certezza” – è una provocazione, e non vuole essere seducente. In piena stagione di vacanze, accanto a spiagge affollatissime, con 38° all’ombra, tutto l’insieme ha qualcosa in comune con il Salone del libro, la Fiera di Parigi, le Settimane sociali di Francia, le sessioni della comunità dell’Emmanuel a Paray-le-Monial, senza dimenticare le università estive dei partiti politici. Il pubblico, dai 7 ai 77 anni, con pochissime teste bianche, partecipa ogni giorno in decine di migliaia, in totale circa 800.000 presenze. Si viene qui con la famiglia, come si fa in Italia, ma anche tra amici, in coppia. Tra il vociare tipico di qualsiasi rag-

gruppamento italiano di più di tre persone, ci si forma, ci si informa, si prega, ci si confronta. Si fa la coda per visitare, con impegno, esposizioni su san Carlo Borromeo, Boris Pasternak, sull’arte all’epoca di Dante, ma anche sulla struttura dell’atomo, sul teologo Newman, sull’Unità d’Italia o sulle scoperte archeologiche in Terrasanta. Maria, 45 anni, è venuta da Verona. Qui trova “della positività”. Lei non è certo un membro di CL e non pensa di diventarlo, perché, dice, “non vorrei avere degli obblighi”. Si vedono pochi sacerdoti. C’è la “gente vera”, con l’élite politica, industriale, culturale. È stato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ad aprire il raduno, il 21 agosto. I francesi sono pochi – “CL conta soltanto 250 membri in Francia”, constata Roberto Gulino, chirurgo che vive a Tolone da venticinque anni – ma molto apprezzati. Quest’anno mons. Dominique Rey, vescovo di Fréjus-Tolone, è il primo vescovo che viene dalla Francia dopo il cardinal Lustiger, tanto tempo fa. Clara Gaymard, presidente di General Electric France e figlia del professor Jérôme Lejeune, ha conquistato 800 persone evocando la figura di suo padre. Ma soprattutto il filosofo Fabrice Hadjadj, che l’anno scorso aveva fatto il discorso di chiusura, ha interessato un uditorio di circa 12.000 persone con un esercizio di apologetica sul tema de “L’inevitabile certezza”. Per lui, questo Meeting senza pari è possibile unicamente nell’“incoerenza italiana”: “Gli italiani affermano di rifiutare la vita cristiana, però vivono in massa in una cultura cristiana. Questa incoerenza rende possibile costruire ponti”. Ed è arrivato a spiegare all’amplissimo uditorio, che ha il tasso di fecondità più basso dell’OCDE: “Se abbiamo ricevuto la vita, è solo per donarla”. La sua critica del tecnicismo, dell’ecologismo e del fondamentalismo “che tendono tutti e tre all’estinzione dell’uomo” è stata accolta. > DICEMBRE2011

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MEETING 2011 una poesia di Pasternak. La sorpresa diventa tanto più grande quando si entra in un campo minato come la politica, dove parrebbe tanto più impossibile, utopistico un collegamento con l’ideale. E proprio alla politica al Meeting è stato dedicato da Ksenija Lučenko, giornalista ospite del Meeting, un lungo articolo uscito il 5 settembre su Russkij žurnal. Si intitola Cristiani in politica oggi, e prende le mosse dall’omonimo incontro con Roberto Formigoni, Joseph Daul, capogruppo PPE al Parlamento Europeo, Marcos Zerbini, deputato dello stato federale di San Paolo, Phillip Blond, direttore del think-tank ResPublica e consigliere del premier David Cameron, e Paul Jacob Bhatti, consigliere del primo ministro di Islamabad per le minoranze religiose e fratello di Shabhaz Bhatti, unico ministro pakistano di fede cristiana, assassinato il 2 marzo scorso. Dopo aver illustrato a grandi linee il fenomeno Meeting e il carisma di Comunione e

“Portate il vostro anelito di certezza” Adriano Dell’asta, Giovanna Parravicini e Olga Sedakova

Liberazione di cui esso è un frutto maturo, l’articolo entra nello specifico del compito che i cristiani hanno nei confronti della società in cui vivono. Vi si sottolinea la positività del cristianesimo, che vede «un’opportunità di rinnovamento anche nella difficile situazione creatasi in Gran Bretagna dopo i recenti disordini» (intervento di Phillip Blond), e «la dimensione sociale e

ITAR-TASS, 29 AGOSTO 2011 La mostra «Mia sorella la vita», dedicata a Boris Pasternak, è entrata a far parte del programma di un forum cristiano internazionale che sta svolgendosi in questi giorni in Italia. Curata dalla Fondazione Russia Cristiana e dalla rivista «La Nuova Europa», la mostra presenta fotografie, manoscritti, spezzoni di filmati storici, mettendo in evidenza le radici cristiane dell’arte dello scrittore russo. Come ha chiarito la principale ispiratrice dell’iniziativa, Giovanna Parravicini, l’idea è nata da una frase pronunciata dallo stesso Pasternak: «L’artista discorre con Dio, e da questo dialogo scaturisce tutto ciò che egli scrive». «Del resto – ha aggiunto Parravicini – la nostra mostra ha preso il via dall’amicizia tra Pasternak e la pianista Marija Judina, che scorgeva nell’arte una via privilegiata – anzi l’unica per lei – di incontro con Dio». In primo piano nella mostra emergono i personaggi di Amleto e Faust, e naturalmente del Dottor Živago. I primi due sono legati all’attività di Boris Pasternak traduttore, che lavorò su Shakespeare e Goethe. Nel protagonista del romanzo, che valse allo scrittore un Nobel che egli tuttavia non ebbe mai la possibilità di ricevere, secondo i curatori della mostra echeggiano motivi faustiani e amletici. «Il tema di fondo della mostra è la vita: una vita concepita in modo tale da

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poter assumere anche altri nomi – eternità, immortalità, verità», ha detto ancora Parravicini. Oltre ai pannelli con testi dell’autore e fotografie, il percorso della mostra prevede un laboratorio teatrale e la proiezione di due documentari dedicati al poeta. Giovanna Parravicini è autrice del volume Liberi, che narra le vicende di alcuni straordinari personaggi che hanno determinato il clima spirituale nella Russia del XX secolo. Ha pubblicato numerosi articoli sulla Chiesa ortodossa russa in epoca sovietica, e ha svolto varie ricerche nell’ambito della storia dell’arte bizantina e russa. Il forum cristiano internazionale «Meeting per l’amicizia tra i popoli» si svolge annualmente a Rimini dal 1980 per iniziativa del movimento cattolico «Comunione e Liberazione». L’evento raduna personalità di spicco, artisti e politici di vari paesi. Il programma è dedicato alla discussione di tematiche legate ai problemi della religione e della fede, sviluppate attraverso una quantità di iniziative culturali, tra cui concerti, mostre, spettacoli, lezioni, presentazioni di libri, tavole rotonde e perfino competizioni sportive. Ospite d’onore del Meeting di quest’anno è stato il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. Vera Ščerbakova

politica propria del fatto cristiano, che non si può mai ridurre ad un fatto privato. Il cristianesimo non è può essere escluso dalla politica. La comunità cristiana ha il dovere di educare le persone alla costruzione del bene comune». Di conseguenza «ci si impegna in politica non per affermare le proprie idee, ma per difendere quello che l’esperienza dei cristiani e degli uomini sta costruendo nella società» (Formigoni). Una testimonianza nel sociale e in politica, che resta tuttavia irriducibile ai soli valori sociali e politici, come mostrano inequivocabilmente la vicenda di Shabhaz Bhatti e le parole del suo testamento spirituale: «Voglio vivere ai piedi di Cristo e morire per lui». L’autrice dimostra inoltre grande interesse per la figura di Newman e il movimento Radical Orthodoxy, che ripropone oggigiorno nel mondo anglosassone le medesime tematiche dell’ecumenismo e del rapporto Chiesa-società che sono di importanza cruciale per la società russa. La Lučenko riporta vari stralci dall’incontro I cristiani sulla pubblica piazza: dal viaggio di Benedetto XVI un nuovo umanesimo nel Regno Unito, mettendo in rilievo come la soluzione – di fronte al duplice rischio in cui incappa la società odierna, la secolarizzazione o il fondamentalismo religioso – sia da ricercarsi nell’unità tra fede e ragione a cui Benedetto XVI ha e indella particolare Ilrichiamato Presidente più con volte, le guide mostra nel suo viaggio in Inghilterra. “150 anni di Sussidiarietà”


FOTOREPORTAGE VISTI DA FUORI

Irlanda, Francia, Spagna, parlano di noi Alcuni articoli usciti all’estero raccontano l’edizione del Meeting. Sono tratti dal quotidiano irlandese Irish Times, con John Waters che confronta l’esperienza delle giornate a Rimini con la crisi irlandese, da quello francese La Croix con l’inviato Frederic Mounier per la prima volta a Rimini che è costretto a cambiare ottica rispetto al solito e dal settimanale spagnolo Alfa Y Omega

The Irish Times 26 agosto 2011

Queens’ College a Cambridge hanQuesti fenomeni sono così lontani no parlato della provvisoria natura da qualsiasi aspetto possibile immadella ricerca scientifica. Dal momenginabile della vita irlandese che è difto che la scienza si contraddice conLa nostra cultura è saturata di negaficile evitare la sensazione che un qualtività e cinismo tinuamente, concordano che non è che grave impoverimento sia sceso Qui a Rimini, in armonia con la sfipossibile “arrivare” da nessuna parte sulla nostra cultura e che questo sia da di quel titolo che non lascia spama solo avanzare con una certezza il risultato del collasso della dimen“C’èa bisogno di nuove leve e di nuovi apporti… Portate nell’impegno le vostre mozio compromessi, c’è il riconosciche è dipolitico per sé provvisoria. sione religiosa. mento che una crisi è in Portate, atto, ma non Se mi chiedessero di descrivere Viviamodell’incertezza, in un’età in cui il desiderio tivazioni spirituali. nel tempo il vostro anelito di certezza. È per l’umotutto di certezza sembra esistere in proc’è né senso di fatalismo né accettare dell’Irlanda in una parola, fino a questo che rappresentate una risorsa umanaallaper nostro Paese. Fatela valere ancora di porzione inversa suailpossibilità zione che quello che sta accadendo questa settimana avrei scelto “rabbia.” più:definitivo è il mioper augurio e il mio (Giorgio di esistere. Ma, invece diNapolitano) rischiare di sia le aspirazioni o leincitamento” Adesso invece intravedo il punto prinpiù per conoscere di più, abbassiamo speranze umane. La vita è un procipale; l’emozione dominante è reattiva e negativa invece che creativa e il livello dei nostri standard per fare cesso solo marginalmente collegato costruttiva. Qual’ è stato per esemsembrare che siamo arrivati a conoai prospetti economici, non è legata pio, il discorso politico più acclamascere quasi tutto. Perciò le incertezad essi. La vita continua. to dell’ultimo anno? Non è stata una ze presenti sembrano accompagnare Al Meeting questa settimana sono visionaria chiamata alle armi o l’inun desiderio quasi opprimente che venute migliaia di persone per partecipare ad ogni tipo di incontro: per vocazione dello spirito d’Irlanda, ma tutti i problemi vengano risolti una ascoltare filosofi e scienziati parlare la denuncia del Taoiseach, il primo volta per tutte. E più si intensifica la della natura della certezza; per osserministro Irlandese, al Papa e al Vatinostra preoccupazione a sistemare vare le mostre che raccontavano la cano il mese scorso. L’impulso è di tutto, più l’incertezza cresce. Una delle intuizioni che è emersa straordinaria vita del beato John Hendenunciare tutto invece che di annunripetutamente a Rimini questa settiry Newman; per scoprire il pensiero ciare qualsiasi cosa. mana è che le nostre culture non hanche ha portato generazioni di fisici a Questo spiega la difficoltà che stiano scelto una certezza umana: una contemplare l’atomo; per discutere mo vivendo nel tentativo di indicare un successore plausibile al Presidenchiarezza definitiva su fatti e signicon giornalisti il futuro della carta te Mary McAleese, che ha entusiaficati. Al contrario, tutto ha a che stampata; e per prendere parte ad alcusmato il Meeting di Rimini l’anno fare con la determinazione del nostro ni degli innumerevoli eventi che hanscorso. La nostra cultura è talmente passo su un particolare sentiero. Quelno commemorato i 150 anni dell’unità Meeting diEnrico Rimini in saturata di negatività e cinismo che loLupi, cheilsipresidente comprende e si scopre è cond’Italia. Da sinistraIli parlamentari Letta èe Maurizio essenza una creazione del Cattolicenon è in grado di offrire un leader tingente. Numerosi scienziati impordella Repubblica Giorgio Napolitano, il presidente del Meeting Emisimo, ma allo stesso tempo va oltre i che non mandi tutti a quel paese. tanti tra cui Lucio Rossi, che ha lavolia Guarnieri e il presidente della Fondazione per la sussidiarietà confini che sono convenzionalmente Credo che questi difetti della culturato con Large Hadron Collider, e Giorgio Vittadini, durante l’incontro di inaugurazione delle mostra attribuiti parola “religione.” ra irlandese emergano dalla natura > John Polkinghorne, ex presidente del “150 anni dialla sussidiarietà” DICEMBRE2011

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Piazza Cavour. Un popolo in festa per i 150 anni

VALORE

NEL TEMPO. Innovazione. Qualità. Sicurezza. Sostenibilità.

L’Italia è un grande desiderio (Ambrogio Sparagna)

Gestione integrata dei servizi agli uffici di clientela primaria, pubblica e privata.

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www.marcopolospa.it DICEMBRE2011


FOTOREPORTAGE VISTI DA FUORI

Mosca chiama Rimini Da qualche anno alcune agenzie-stampa russe specializzate su temi religiosi dedicano un certo spazio al Meeting di Rimini. Quest’anno anche ITAR-TASS, agenzia laica erede della TASS – a suo tempo monopolista dell’informazione in Unione Sovietica ha diffuso la notizia ripresa nelle ore successive da varie agenzie e testate, tra cui Blagovest-info, NEWSru.com e Rossijskaja gazeta di Giovanna Parravicini

A

lla mostra su Pasternak è dedisonalità di Boris Pasternak come pochi interrogativi esistenti in Russia. La cato un servizio sul numero di la conoscono, in Occidente come in sorpresa per le migliaia di volontari Il cantautore Niccolò Fabi L’attore Paolo Cevoli Il pianista coreano Kim Dong Kyu ottobre della Rivista del PatriarRussia: una personalità connotata da che si sentono protagonisti e partecicato di Mosca, il cui direttore, Sergej una statura umana che esprime in pripi del Meeting al loro posto di servizio, indipendentemente dalla possibiČapnin, è stato ospite del Meeting. Ai mo luogo la “certezza” (tema del Meelità di seguire i singoli eventi culturalettori del mensile ufficiale della Chieting 2011) come stupore di fronte a li. sa ortodossa russa sono stati proposti una Presenza che si rende evidente in E, naturalmente, la sorpresa di ritroun servizio fotografico sullo splendiogni cosa. «Mi desto, e mi abbraccia ciò che mi circonda», è il verso di > vare tra le pareti del Meeting la perdo allestimento della mostra e l’intervento di Ol’ga Sedakova alla presentazione, svoltasi domenica 21 agosto. Come tutti gli anni, gli ospiti russi al Meeting sono rimasti impressionati da tante cose, ma innanzitutto dal “popolo del Meeting”, dove non c’è soluzione di continuità tra quelli che lo “fanno” e quelli che lo “visitano”, perché ciascuno contribuisce a costruirlo così com’è. A cominciare dalla sorpresa dei nostri amici ortodossi, che hanno voluto partecipare alla messa celebrata la domenica mattina in Auditorium e vi hanno percepito un’impensabile atmosfera di unità e di raccoglimento, la bellezza di un gesto liturgico che faceva toccare con mano che le migliaia di persone radunate costituivano realmente un Corpo più grande della somma degli individui che lo componevano. Oppure la sorpresa di incontrare nella personalità del cardinal Newman, o di san Carlo Borromeo, protagonisti di altre mostre, l’eco di travagli e di cammini che – sebbene in epoche e contesti diversissimi – siPopolizio intrecciano con lal’opera storiadieChesterton gli La mostra «Miadel sorella la vita» dedicata al poeta Boris Pasternak Massimo interpreta “La ballata Cavallo bianco” DICEMBRE2011

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Chiarezza, Amicizia tra i popoli trasparenza, Amicizia tra uomini sempliCità. MEETING 2011

È possibile unirsie raccogliersi: iprincipiumanie moralie religiosiche ciuniscono sono molto piùnumerosidiquelliche ciseparano (AntoniosNaguib)

i valori con cui vogliamo continuare a crescere. 24 milioni di persone hanno scelto Wind perché condividono i nostri valori.

Da sinistra il vescovo ortodosso Armiah, il cardinale Antonios Naguib, il presidente del Meeting Emilia Guarnieri, il magistrato Hossam Mikawy e il rettore dell’Università di Al Azar Usamah Elabel

Perché sono stato chiamato io, musulmano, a fare La Bibbia, La Passione diCristo, GiovanniPaolo II... conunuomo ditvcome Ettore Bernabei?Miha detto spesso: “È il destino”. Io credo alla strada che Dio ciprepara. Siamo noia deviare o a seguirla. Cosìl’esistenza diventa una immensa certezza, ho pensato. Sono sicuro diessere stato scelto proprio perché musulmano (TarakBenAmmar) 40

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GIOVANI FOTOREPORTAGE PROTAGONISTI anche i visitatori se ne sono accorti: porta e che noi portiamo: si può uscigliere la gente ai cancelli e il modo DonGiussani, secondo me, «Noi eravamo alla sbarra sud – racre dalla crisi in cui siamo solo se si ritorcon cui uno può farlo. In quel caso è haascritto unlibro pericattolici, conta Simone – al cancello grande. na desiderare, solo se sinonsolo ha la certezstato ai cancelli. Adesso mi viene chieLa gente è stata molto disponibile, ci za che “le forze che cambiano la stosta la stessa attenzione rispetto al mio pergliitaliani, ma pertutta l’umanità ha trattato con un occhio di riguarria sono le stesse che cambiano il cuostudio, rispetto al modo in cui io guar(Abdel-FattahHassan) do perché sapevano che eravamo lì a re dell’uomo”. Di crisi come quella do ciò che studio, che sia la paleofare i volontari. Ci salutavano, ci rinodierna l’Italia ne ha viste, dalle guergrafia o il latino. Io li posso guardare superficialmente, incastrando delgraziavano. Ci ha fatto piacere che il re mondiali, agli anni di piombo, ma le frasi, oppure riconoscendo che anche nostro lavoro venisse così valorizzasi è sempre rialzata mettendo in gioquesta è un’opportunità di guardare to». co la sua grande capacità di cambiaseriamente all’esame che sto facendo. C’è chi ancora non riesce a non guarmento che la mostra testimonia». È una posizione rispetto alla realtà dare con gratitudine al duro lavoro ai Ci sono loro e ci sono quelli che fancancelli. molto pratica». A colpirla, poi, sono no lavori completamente diversi, lavo«Il lavoro ai cancelli al Meeting? Una ri che la fiera la vedono solo in lontastati i compagni di lavoro «per l’atnanza. Non fanno il lavoro, in appacosa che mi porto dietro ancora adestenzione e la cura che hanno avuto renza, più gratificante del mondo e ne so – afferma Marta Dolci, al quarto verso di me. Un atteggiamento che sono coscienti, ma loro giurano, toranno di Lettere – la cosa più vera è mi ha commossa perché si può rimanerebbero a farlo ad ogni edizione, che io sono ancora oggi estremamente nere tantoaltempo insieme non guarDon Ambrogio Pisoni insieme professore musulmano nonostante le difficoltà. Anzi, hanno grata a un’esperienza, ad una cosa ina-Hassan dando all’altro». Abdel-Fattah già chiesto di tornare dopo l’esperienza spettata come l’indicazione di lavoQualcuno dall’impegno ai cancelli, è stato aiutato a viere più intensamendel 2010, come racconta Simone Ardelrare i cancelli. Io mi accorgo sempre te quello che a fine turno avrebbe poi li, al terzo anno di Filosofia. di più che quello era proprio il posto La chiave è creare umanesimo, trovatounnuovo dentro la Fiera. «Avendo il «Lo avevamo fatto durante il Meedove io dovevo essere in quel momentempo dal daipopoli lavoro – speiga ting precedente, io e altri miei amici. to, che quell’esperienza lìche c’entra assononvenga dalleoccupato elité, ma Agnese Maderna, studentessa di FiloCi avevano assegnati al turno della lutamente con quello che devo fare sono molto sofia – non ne perdi altro a non far sera cosa che ci ha permesso di conoora. Tanto che adesso io(FrancoFrattini) curiosa di vedere ogni anno cosa accascere due persone straordinarie, Arnalniente, ma una volta dentro alla girandrà lì dove verrò messa a lavorare». E do e Maurizio, i nostri capoturno con dola di mostre, incontri e spettacoli, le “conseguenze” di quei sette giorni, cerchi quello che ti interessa. Per me cui ci siamo trovati bene e cheegiziani ci hanSamar Kassem, una dei volontari infatti, se le porta ancora dietro. «Cosa no spiegato cosa fare. Quell’esperienza lavorare ai cancelli ha significato viveè che mi porto ancora dietro? Come ci ha riempiti così tanto che quest’anno re più intelligentemente quella settidire... la cura con cui uno può accoabbiamo chiesto noi che ci mettessemana». ro ancora una volta ai cancelli, fatto inusuale perché in genere è uno dei lavori che si cerca in ogni modo di evitare. Noi lo abbiamo fatto per ritornare con loro. Quando abbiamo scoperto che ci avevano messi al turno del pomeriggio, infatti, ci siamo fatti spostare alla sera per continuare a lavorare con loro. Quello che ci ha colpiti di queste persone è stato proprio il modo di lavorare e di stare insieme, con una serietà e con una cura in quello che si faceva che non avevamo visto prima. Non si lasciava mai che il lavoro diventasse una routine. Tutti i giorni eravamo incoraggiati a ridomandarci il perché del dare cinque ore del proprio tempo gratuitamente nel turno al cancello. Questa modalità ha fatto sì che ogni giorno si trasformasse in una esperienza bella». E Da sinistra Wael Farouq, Franco Frattini, RobertoEleonora Fontolan, Tarak Ben AmmarFigini Bonizzato ed Enrico DICEMBRE2011

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Lo stupore del reale

Ricostruzione della sinagoga di Cafarnao nella mostra “Con gli occhi degli apostoli. Una Presenza che travolge la vita”

“Mia sorella, la vita”, la mostra dedicata al poeta Boris Pasternak

L’arte al tempo di Dante nella mostra “Non sembiava imagine che tace” 42

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DICEMBRE2011 Consumi ciclo combinatoNOTIZIARIO 4,8 (l/100km). Emissioni CO2 113 (g/km).

Le Madonne d’Abruzzo salvate dal terremoto del 2009 esposte al Museo di Rimini

www.fiat500.it


GIOVANI FOTOREPORTAGE PROTAGONISTI

Giovani alla ribalta “Qui ci sono i giovani che rifaranno l’Italia”. Più di uno slogan perché le facce e l’esperienza dei ragazzi universitari hanno contraddistinto l’edizione 2011. Guide, servizio d’accoglienza, sorveglianza, qualcuno anche in prima linea nei convegni. Li abbiamo cercati per chiedere loro cosa hanno conservato di quella settima eccezionale. di Filomena Armentano

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’è chi ha guidato il presidente della Repubblica lungo il percorso della mostra “150 anni di sussidiarietà”, come Francesco Babbi, e chi l’ha interrogato davanti alla platea dei 10 mila presenti in auditorium il 21 agosto scorso, come Eleonora Bonizzato ed Enrico Figini. C’è chi ha posto le sue domande a John Elkann, come William Barcella, ma anche chidel haMeeting accoltoad i visitatori ai canL’omaggio Antoni Gaudí celli, chi ha ripulito i tavoli del fastfood, chi ha pescato cartacce dalla piscina, chi ha annaffiato le piante, chi ha fatto le pulizie, chi ha battuto gli scontrini e le altre mille e una attività necessarie per lasciar venir fuori tutta la bellezza di un evento che non smette mai di sorprendere e salutare chi lo fa e chi lo visita lasciandogli un certo lieto languore, con la speranza di tornare l’anno dopo. Sono i giovani del Meeting, centinaia di volontari, soprattutto studenti universitari, che usano la settimana di vacanza prima di tornare tra studio ed esami per rendere possibile la manifestazione riminese. Dove sono e cosa fanno a due mesi di distanza? Cosa conservano ancora dell’esperienza al Meeting? Nora Bonizzato, studia lettere alla Cattolica di Milano, è al terzo anno, ha raccontato nel grande auditorium il lavoro fatto insieme ad altri studenti per preparare la mostra sui 150 di sussidiarietà al Presidente Giorgio NapoIllitano cardinale Dioniginelle Tettamanzi e spiegato giornate la mostra

ai visitatori. «Per me è stata la grande possibilità di riscoprire che ricchezza può scaturire dal rapporto serratissimo tra me e le circostanze che mi vengono incontro», racconta Nora. «Quando siamo arrivati a Rimini – continua – io e i miei amici, dopo un anno intensissimo di preparazione della mostra, pensavamo di conoscerne ogni singolo dettaglio. E invece l’abbiamo vista costruirsi letteralmente davanti ai nostri occhi dopo ogni turno di spiegazione, arricchita dalle facce, stupite o perplesse dei visitatori, con domande dalle quali si aprivano nuove piste di studio, tanto che nei ritagli di tempo approfondivamo le questioni irrisolte, le domande nuove». Di giorno in giorno innanzitutto l’esperienza del racconto non di una storia di tanti anni fa, ma di qualcosa che c’entra con il presente: «L’ultimo pannello, quello che dà il titolo alla mostra, di giorno in giorno l’abbiamo letto sempre di più come qualcosa di vero e vivo, dal buon proposito di raccontare la mostra alla testimonianza di qualcosa che accadeva a noi e di conseguenza agli altri». E ora? «È stata un’esperienza di certezza che non significa avere tutto a posto, tutto chiuso e impacchettato. La certezza che mi sostiene è piuttoLo scienziato sto un rapporto tra me e la realtà, la anglicano qualeJohn conPolkinghorne la sua forza non smette di chiedermicon diilimplicarmi, di esserci, di rabbino rispondere.Alon MiGoshen ha molto colpito vedeGottstein re come il riaprirsi continuo di tantis-

sime domande di fronte a un particolare anche piccolo come la mostra, sia davvero l'affascinante possibilità di non smettere mai di lavorare e di guardare, e che quindi la stessa cosa può realmente essere continuamente nuova». E nulla è più come prima. «Davanti al Presidente della Repubblica come all'ultima mamma di famiglia io posso raccontare questa avventura assolutamente entusiasmante che ho sperimentato con particolare potenza al Meeting, che però anche adesso, passati un paio di mesi, chiede di essere riscoperta e riguardata di fronte allo studio, alla vita in università, dove fra l'altro, per un mese, abbiamo esposto proprio la mostra dei 150 anni, alla crisi generale che non accenna a diminuire. Questo rende tutto veramente interessante e, a ripensarci, illumina ancora quella settimana al Meeting, nella certezza pur timida e piena di una reticenza inevitabile che di fronte a tutto posso starci io, continuamente rimessa al lavoro da tutta questa realtà che continua a chiedere di me». A tu per tu con Giorgio Napolitano è toccato stare anche a Francesco Babbi, studente di Economia in Cattolica, guida personale del Presidente tra i pannelli della mostra. «Il Presidente, come tutte le persone che l’hanno visitata, come tutte le persone che stanno visitando la mostra itinerante, è rimasto colpito più che dai contenuti, dalla speranza che questa mostra >

L’esperienza della certezza: un’evidenza che fa dialogare

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MEETING 2011 fatto di giudicare negativamente que(benché forse avrei voluto essere un me non è solo ciò che è fuori di me o Voi, il popolo didonGiussani, diverso da me, ma è anche il “me stessta evenienza stia a dire che siamo fat“nativo digitale” del XXI secolo); e che miavete dato tanto, so” che mi è dato, che non ho fatto io, ti per la verità (o per dirla in prosa: siastamattina pioveva non ci sono dubma che mi trovo addosso, come una mo curiosi, interessati e bisognosi di bi, essendo stato costretto a rimanere immaginare nonpotete finitezza che domanda il senso di sé e capire come stanno effettivamente le a casa (anche se avevo programmato quanto miavete dato a tantilivelli: di tutto, o come una passività che è la di andare al mare). Certo, è così – con cose), e che precisamente questa conspirituale, fonte e delumano. genio. o senza di me! Ma se per esempio iosociale dizione o apertura permanente della Per farla breve, la certezza non è il mi accorgo che, essendoUna nato delle in que-cose piùgrandi nostra intelligenza attesta al tempo contrario della storia e della libertà sto mio tempo ho avuto modo di inconstesso che noi siamo sempre alla ricerstatointendere Wael Gianni Vatscopri- dato (comeèsembra trare la persona che amoche o dimiavete ca di una certezza per esistere. (JosephWeiler) re un mio talento grazie ai maestri che timo) ma è la scoperta di un signifiFermiamoci ancora un momento sul ho incontrato o al contesto in cui ho cato inesauribile della realtà nelle piecaso della madre cattiva: è vero che essa è cattiva (ne abbiamo finanche le studiato (e potrei continuare molto a ghe del tempo, nell’esperienza di ciò prove oggettive!), ma lo scoprirlo non ci lungo, come ciascuno di noi), allora che è contingente, nella mia decisiolascia indifferenti, tanto che da quescoprirei che quel fatto anagrafico porne di non archiviare ciò che accade, di accoglierlo come un dato, di assensta terribile verità potrebbero derivata in sé un fiume di certezza sul fatto tire ad esso. Assentire non vuol dire re carenze e traumi indelebili per tutche l’esistenza mi è stata data perché assolutamente essere sempre d’accorta la vita. Non posso allora attestarmi io potessi accoglierla e rispondere alle do o supinamente rassegnato a ciò che sulla verità senza in qualche modo metsue occasioni. c’è o è accaduto (e che molte volte giotere in gioco tutto il mio io, perché il E se prendessi sul serio il fatto meteoca contro le nostre aspettative), ma vero non è una formula matematica, rologico della pioggia di stamattina accettare la sua sfida, interrogare la ma un accadimento che mi tocca, mi come un evento che mi è dato per sua presenza, metterci in gioco. La interpella, chiede di me. Anzi, alcuni accorgermi con gratitudine di quanto sia importante casa mia come un luocertezza, dicevo a Rimini, è una dinamatematici ci testimoniano che anche go di rapporti, di costruzione e di cura mica che implica sempre il fattoreuna dimostrazione algebrica può essere fonte di commozione, nella scoperdella mia umanità? Non si tratta di un tempo, non è un acquisto fatto una ta stupefacente, come una volta ha “perché” che so già a priori, e con cui volta per tutte, ma è qualcosa che ha a che fare sempre (come ha richiascritto il matematico Eugene P. Wigner, posso “giustificare” le situazioni che Il filosofo e scrittoremato FabriceSalvatore Hadjadj Veca) con la nostra L’ebreo Joseph Weiler con l’amico musulmano che il mondo risponde alle nostre ipo- Weal nonFarouq vanno, ma della scoperta intellistessa incompletezza. Quest’ultima tesi: «(...) Il fatto miracoloso che il lingente che c’è un invito silenzioso che non indica un semplice limite da supeguaggio della matematica sia appromi viene dalle cose, che attende di esse(o in cui accomodarsi, tentando rare priato per la formulazione delle leggi re udito. Direi che questo è l’atto più Ildella volontariato è un’esperienza che nasce dal guardare l’altro (RobertSarah) di gestirlo nella maniera più convefisica è un regalo meraviglioso semplice e più originario della mia niente), ma coincide con l’impossibiche noi non comprendiamo, né merilibertà, cioè quello di accorgermi e di lità di arrestare la nostra domanda di tiamo» (The unreasonable effectiveaccogliere l’altro da me. E l’altro da ness of mathematics in the natural sciences, 1959). Naturalmente noi possiamo pensare – in astratto – una verità senza certezza, ma è come se pensassimo qualcosa a prescindere da colui che la pensa e che è chiamato a dare il suo assenso a ciò che riconosce come vero. Già nel dire “questo è vero!” si mette in moto la dinamica della certezza. Come ha rilevato con la consueta chiarezza Enrico Berti, anche la certezza (come l’essere o la verità) si dice in molti modi, e non può essere affrettatamente identificata con la coerenza logica o con la durezza non modificabile dei fatti della natura o degli accadimenti della stoI genitori della piccola Giulia, Riccardo Ribera d’Alcalà e Mariangela Fontanini, Il Cardinale Antonios Naguib e Mario Melazzini È certoRobert che ioSarah sono nato nel 1954 con il medico Bernard Dan e le loro figlie Ilria. cardinale 20 44

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CERTEZZA FOTOREPORTAGE E VERITÀ significato, e con il suo rilancio conLa posta ingioco della certezza è veramente radicale, unbisogno infinito che difficilmente tinuo alla scoperta del reale. Se noi può essere soddisfatto, nondall’infinito stesso (CostantinoEsposito) rinunciamo a priori all’ipotesi se almeno di una certezza, prima o poi rinunciamo alla verità, oppure la “blocchiamo” come ciò che non c’entra con noi. Tutto insomma si gioca a mio modo di vedere nel rapporto completamente aperto, cioè non pregiudiziale, tra la ragione e la realtà. Che questo sia il problema risulta ad esempio in una recente disputa tra il “pensiero debole” di Vattimo (non esistono fatti, ma solo interpretazioni) e il “nuovo realismo” di Ferraris (esistono dei fatti oggettivi non emendabili e indipendenti dalle nostre interpretazioni). Insomma: una ragione senza realtà, Il pubblico segue l’intervento di Costantino Esposito anche da altri luoghi del Meeting da un lato, e una realtà semplicemenche possiamo possedere e di tutte le dico senza le certezze che si possono te indipendente dalla ragione, dall’altranquillanti giustificazioni con cui costruire nella vita, ma senza quella tro (ne ho discusso con lo stesso Ferpossiamo illuderci –, ma addirittura certezza iniziale che la realtà ci rideraris in un dialogo apparso sulla rivista con la sua presenza, ridestando esaspera le contraddizioni della nostra sta “Tracce”, ottobre 2011). Delle due con ciò stesso quella “realtà” cui diaesistenza: segno che la certezza fiol’una: o i fatti che non si lasciano modimo volentieri il nome di “io”. risce, sobriamente, nella finitezza di ficare, o le interpretazioni che preCome una volta ha scritto G.K. questo mondo, non nella fuga in avantendono di modificare tutto. Ma nel Chesterton (nel grande libro su San ti verso altri mondi (che poi non sono gioco delle due posizioni è proprio il Il filosofo CostantinotraEsposito Tommaso d’Aquino): «Non va bene solo i nirvana religiosi ma anche gli nesso costitutivo razionalità e realdire a un ateo che è un ateo; o attristupefacenti ideologici o gli eccitantà a risultare ormai inceppato, di modo buire a chi nega l’immortalità l’inti culturali). È quella condizione ontoche l’interpretazione resta solo una L’ecumenismo è amicizia, primalogica che teologia. E l’energia quisalverà tutta la Chiesa di cui ha parlato Eugenio che Maz-vedo famia di negarla; o pensare che si “prospettiva” soggettivistica, mentre (AndrewDavison) zarella, e di cui noi facciamo espepossa costringere un avversario ad l’unico senso possibile dell’oggettivirienza come di un legame originario ammettere di avere torto dimotà del reale è quello di essere esterno all’essere: prima di tutte le strategie strandogli che ha torto in base ai al soggetto. Nell’ermeneutica postche mettiamo in opera per costruire principi di qualcun altro, e non ai moderna è come se io non chiedessi le nostre certezze, siamo noi che nasciasuoi. Dopo il grande esempio di san più niente alla realtà, e la mia libertà Tommaso, è valido – o forse avrebmo da una certezza – vale a dire che fosse solo la bella violenza della volonbe dovuto sempre esserlo – il prinnon ci siamo dati l’essere ma provetà, o la (meno bella) violenza del potecipio che o non discutiamo affatto niamo da una “ragione” che è infinire; nel realismo oggettivistico (in cui con un uomo, o dobbiamo discutetamente più delle nostre rationes, cioè si risente un po’ l’eco del vecchio e re in base alle sue ragioni e non alle dei nostri calcoli, e che questa provenuovo positivismo) è come sela realnostre». Appunto io vorrei capire nienza è una chiamata cui non postà non chiedesse più niente a me, se siamo cessare di rispondere, perché nuovamente la mia “ipotesi” (o se non di essere riconosciuta come ciò così cesseremmo di “esistere”. volete, il percorso della mia certezche non sono io. Io, invece... beh, quelNon mi resta che rilanciare la queza) proprio prendendo sul serio le lo resta ancora solo il regno delle mie stione dunque: e non semplicemenragioni di chi non la condivide. D’alinterpretazioni e delle mie costruziote opponendo le mie ragioni alle ragiotronde, come il sagace Chesterton ni culturali. ni degli altri, ma cercando di capire ebbe a dire in un’altra occasione (nelMi ha colpito quando Sergio Belarse le ragioni che ciascuno matura nell’Autobiografia), «io ho discusso tutdinelli, riprendendo un tema su cui ta la vita senza mai litigare, perché la sua esperienza – a condizione, natuavevo insistito a Rimini, ha osservala cosa brutta dei litigi è che interralmente, che sia leale e non pregiuto che la certezza non solo ci inquierompono le discussioni». diziale con essa – possano “stare”, non ta – a differenza di tutte le sicurezze Don Stefano Alberto e l’anglicano Andrew Davison e accanto Padre Aldo Trento e il neuropsichiatra Aldo Borgna DICEMBRE2011

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Al servizio del bene comune

In giro per la fiera, che io da anni Certo è stato necessario adattarmi visito durante il Meeting perché mi alle diverse situazioni; e ho imparapiace scoprire le mostre e seguire gli to a convivere con l’incertezza. incontri, inoltre, mi ha colpito una Ma per quanto pervasiva, l’incosa bellissima. Io al Meeting vencertezza non è mai assoluta. Ognu“Siamocostantementetentatididimenticareperchésiamolì,didimenticarecheilnostro go colpito dall’umanità che incontro. no può trovare in sé una serie di compitoèdirappresentareilpopoloelottareperisuoiinteressi.Èmoltofacilecadere punti di riferimento, che nel mio Mi ha colpito un gruppo di giovani caso sono: la curiosità e la voglia di di colore che cantavano i canti alpinellatrappoladiquestalogicaecominciareamuoversiperconquistaresemprepiùpoteree imparare; le mie personali convinni italiani e lo facevano con le loro dimenticarecheilnostroverocompitoèesserealserviziodellacostruzionedelbenecomune” zioni su cosa è bene e cosa è male; meravigliose voci africane con la loro (MarcosZerbini) naturalezza e la loro dolcezza. Mi è e poi, soprattutto, la verità. Penso sembrato questo un segno forte delche sia importante dirsi la verità, non la atipicità che si respira al Meeting raccontarsi storie e affrontare la vita e che forse solo lì si riesce a cogliere. a viso scoperto. Questo è stato il mesMi è stato di conforto per il valore saggio che ho voluto lanciare alla fine assoluto del canto popolare che tradell’incontro ai molti giovani che eravalica i confini riuscendo a coinvolno in sala. gere culture così lontane. Del resto, chi meglio dei giovani, Ambrogio Sparagna liberi dai condizionamenti e dalle abisiamo: l’intelligenza che ci orienta tudini, può cercare e dire sempre la verso la verità; la libertà che ci spinverità? ge al bene; la speranza che ci tiene John Elkann, Presidente Fiat ancorati alla nostra fede. Padre Pierbattista Pizzaballa,CustoIo arricchito e stupito dal Meeting de di Terra Santa Partecipare al Meeting di Rimini è stata, ancora una volta, un’espeCon i canti popolari in piazza si rienza molto arricchente, stimolantiene in piedi l’utopia te. della fraternità In un periodo di apparente disinQuella dello spettacolo inaugurateresse e appiattimento, come quelle è stata una serata che mi ha colpilo stiamo toilperché di tanta vivendo, sono rimasto Da che sinistra il deputato brasiliano Marcos Zerbini, ministropiena pakistano Paulumanità, Bhatti, il tanpresidente del Ppe Joseph Daul, il governatore Roberto Formigoni e ilimpressionato filosofo inglese Philip profondamente dalloBlondta gente, tanti colori, tanti sentimenti, condivisi in una piazza bellissima con spettacolo di un’assemblea così numerosa e attenta. L’impatto con un’inal’idea positive che attraverso i cantie popolari "Al Meeting sivede che cisono forze inItalia, che igiovanisono ungrossissimo spettata, colorata moltitudine di giodi varie regioni, di varie storie, si potenziale. Il bello èe che esistono. Da quiemerge ungrande ottimismo, che va cavalcato" vani, mi ha rincuorato suscitato in potesse tenere in piedi l’utopia della me sentimenti di lieto stupore e simfraternità. Per me è stata un’espe(JohnElkann) patia. rienza bellissima anche perché lo spetAlla riflessione, tema portante deltacolo con tanta gente si è svolto denl’intera iniziativa, dal titolo provocatro la città e, dunque, si è rivolto a torio: “L’esistenza diventa un’immensa tutti, non solo a chi era arrivato a certezza”, vorrei aggiungere un’ulteRimini venuto appositamente per il riore domanda, forse ancora più proMeeting. A tutti è stata offerta la posvocatoria, posta da San Paolo: “Che sibilità di condividere un desiderio. Chi riesce ad offrire questo spirito di cosa mai possiedi, che tu non abbia unione oggi ha una ricchezza imporricevuto? E se lo hai ricevuto, perché te ne vanti come se non lo avessi ricetante, un valore quasi assoluto, non vuto?” (1 Cor 4,7). Abbiamo ricevurelativo, va al di là delle singole volonto tutto! È la risposta che affiora, tà. In più, poi, una serata così bella immediata, alla mia mente. lascia il desiderio di replica e di riDal nulla di noi stessi abbiamo riceinventare altre cose insieme. Questa vuto l’esistenza, la giustificazione e per un artista è una cosa molto imporla vita immortale e tutto ciò che noi L’imprenditore John Elkann Iltante. presidente del Consiglio superiore della Magistratura Michele ViettiL 46 18

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CERTEZZA FOTOREPORTAGE E VERITÀ

“Lavitaèfelicità.Felicitàsignificaunacosa: ilfattodiesistere,chesiamoquioggi, chesiamovivimalgradotutteledifficoltà, malgradoleprovechedobbiamoaffrontare. Lavitadimiopadreèstataunatestimonianza permanentediquesto:chelavitaèundonodiDio" (ClaraLejeuneGaymard) A partire dalla relazione di Costantino Esposito sul tema del Meeting, inizia un imprevisto confronto

Verità senza certezza o certezza senza verità?

sulle pagine de IlSussidiario. A tema la questione della certezza che non può lasciare indifferenti. di Costantino Esposito

Ferraris e Mazzarella, Berti e BarA partire da quello che ha colpito le sia la vera posta in gioco di esso”. cellona, Belardinelli e Veca, Vattimo e me, che mi piacerebbe riproporre alcuUn confronto ricco di spunti, domanNatoli. Grandi nomi della filosofia e ne questioni ai miei compagni di scode, provocazioni, approdi ad alcune sociologia italiana sono intervenuti perta. Ad essere sincero le questioni evidenze e nuove aperture, che testisarebbero tante, ma (per oggi!) mi limisulle pagine del quotidiano online IlSusmonia come il tema della certezza sia to ad una soltanto, che nomino come sidiario.net confrontandosi sulla relauna questione che l'uomo di oggi non segue: verità senza certezza o certezzione del filosofo Costantino Esposito può eludere e che drammaticamente si za senza verità? dedicata al tema del Meeting. Un conpone come infinita domanda di qualcosa di certo per la vita di ogni uomo. Una delle domande più provocanti fronto definito dallo stesso Esposito La manager Clara Lejeune E Gaymard sinistra Conti, Paolo Bernard Pubblichiamo Da parte dell'Fulvio articolo delil Ministro emerse nelRomani, dibattito è se laScholz, certezza sia “una grande occasione. non solo per Corrado Passera e Giuseppe Orsi 19 ottobre dello stesso Esposito che si un’esperienza realmente necessaria e una più serrata verifica critica della confronta con gli interventi dei suoi positiva per l’essere umano, visto che mia proposta (come sempre accade quando interlocutori del calibro degli intercolleghi. essa (come argomenta Maurizio Fer"Inquesto difficile nostra storia, il vero insegnamento che esce dai150 anni,con venuti entranomomento nella partita), ma perdellaAll'indirizzo http://www.ilsussiraris) potrebbe anche coincidere rendermi contoildi quali invista siano le posidiario.net/Speciali/E-l-esistenzauna fiducia mal riposta o addirittura è ritrovare “noi”, diqualcosa che valga la pena difare pertutti. Renderciconto che zioni in gioco nell’odierno dibattito diventa-una-immensa-certezza/ potecon una fede in qualcosa di negativo una società costruita soltanto sull’io cessa diessere una società"o di(GiulianoAmato) filosofico e culturale, e soprattutto quate trovare tutti gli interventi. malvagio. Non soltanto si potrebbe nutrire una certezza come “fede cieca” in Hitler, ma ci si potrebbe anche fidare di una madre cattiva (secondo un tipico caso da psicoanalisi, ricordato anche da Pietro Barcellona). Sarebbe dunque ben più importante stare a ciò che è vero, preferire la verità oggettiva dei fatti, piuttosto che inseguire una certezza soggettiva che potrebbe sempre sbagliarsi. Ora, è vero (appunto) che noi potremmo scoprire di aver mal riposto la nostra fiducia in qualcuno che non lo meritava, ed è anche vero (appunto) che ci possono essere casi patologici di madri che vogliono il male dei figli: la partita dell’esistenza è sempre apertissima e noi non possiamo escludere la possibilità del male o l’inganno della ragioDa sinistra la storica Maria Bocci, il presidente dell’Istituto Treccani Giuliano Amato, Ma a me sembra che proprio il > il presidente della Fondazione per la sussidiarietà Giorgio Vittadini e la costituzionalista Martane. Cartabia Il filosofo Costantino Esposito durante il suo intervento in auditorium al Meeting

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Il popolo del Meeting

Volontari haitiani all’opera nella cucina del ristorante Graticula

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Un volontario del PreMeeting


FOTOREPORTAGE CONTRIBUTI Qui incontro l’Italia che crede nei valori Da quando sono alla guida di Enel, il Meeting di Rimini ha sempre rappresentato per me un appuntamento importante. E non solo perché, grazie all’alto livello dei relatori, segna l’inizio del nuovo anno per la politica e per il mondo degli affari, ma anche perché mi permette di incontrare un pezzo d’Italia che crede nei valori dell’impegno e dell’operosità in cui mi riconosco. Quest’anno poi l’intervento del Presidente della Repubblica è stato davvero eccezionale: dall’alto della sua esperienza e della sua saggezza ci ha indicato con lucidità le cose da fare, richiamando tutti con forza alle proprie responsabilità verso il Paese e le future generazioni. Un monito indimenticabile a scuotersi dall’apatia per ritrovare la fiducia necessaria per superare la tempesta della crisi che stiamo attraversando. Mi ha rincuorato l’accoglienza calorosa e convinta che gli ha tributato il pubblico del Meeting. Un pubblico di persone attente, tra cui moltissimi giovani, che ha dimostrato di essere consapevole della gravità del momento e della necessità di non abbandonarsi all’indifferenza e all’egoiUno smo,degli perinfopoint trovaredelinMeeting noi stessi, nell’ “infinito bisogno di certezze dell’uomo” come recitava il tema del Meeting di quest’anno, l’energia per superare questa difficile fase della storia nostra e del mondo. Girando poi per gli stand, vedere l’entusiasmo e la concretezza che animava visitatori ed espositori, mi ha dato una carica di ottimismo di cui vi sono grato. La crisi ci costringe a uscire dalla routine, a cercare strade nuove. Il mondo delle imprese, il mondo del “fare”, ha il dovere della fiducia e si confronta ogni giorno con la necessità del cambiamento, pena l’uscita dal mercato. Con l’aiuto di tutte le persone che forti delle proprie certezze non temono il futuro, persone come quelle che ho incon-

ni non avevo ancora avuto esperienza diretta. Sin dai primi minuti, mi hanno molto colpito la partecipazione e l’entusiasmo, soprattutto da parte dei giovani, che sono davvero l’anima e la forza di questa manifestazione. Per questo, dopo aver visitato la mostra sulla Sussidiarietà, ho chiesto di poter incontrare alcuni di loro. Non solo per poter conoscere meglio lo spirito del Meeting, ma soprattutto per confrontare liberamente le nostre idee, praticamente su tutto: il lavoro, gli studi, il futuro, il nostro Paese, la famiglia e gli affetti personali. Con l’aiuto di uno di loro, William Barcella, il giorno dopo abbiamo voluto anche ritornare su alcuni degli argotrato al Meeting, ce la possiamo fare. menti che erano emersi, per condividerli con il pubblico – davvero caldo Sapremo guardare in faccia la reale numeroso – che era venuto ad assità senza paura. Per cambiarla. stere al dialogo con Bernard Scholz. Fulvio Conti, Amministratore deleHo potuto così raccontare un po’ di gato e Direttore generale Enel me, dei miei anni da studente e soprattutto delle mie prime esperienze lavoGiovani partecipi ed entusiasti: rative, prima alla General Electric e anima e forza di questa manifestazione poi in Fiat. Sono stati anni intensi, Quando ho ricevuto l’invito a pare per questo anche molto formatitecipare al Meeting, ho subito accetvi, nel corso dei quali ho vissuto in tato con piacere: avevo già conosciuto prima persona crisi e difficoltà di alcune iniziative, come La Piazza dei molti tipi, imparando una verità A scuola di atletica,importante: alunni e maestri pista Mestieri di Torino e il Banco Alimencheinfortunatamente le tare, ma dell’appuntamento di Rimi- tempeste non durano in eterno. >

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Vivere sicuri non è solo un desiderio. È un diritto.

Noi di Finmeccanica crediamo che vivere liberi da ogni pericolo sia un diritto di tutti. Ecco perché 71.000 persone del nostro Gruppo lavorano ogni giorno in tutto il mondo per realizzare i migliori sistemi di sicurezza. Grazie ad una filosofia improntata a partnership durature e un’incessante ricerca nell’alta tecnologia, progettiamo e costruiamo aerei, elicotteri e sistemi integrati capaci di proteggere le reti di trasporto, le infrastrutture, i confini nazionali terrestri e marini e la vita di tutti i giorni. Che tu sia un pilota o un passeggero, un militare o un civile, la tua sicurezza è il nostro obiettivo. Perché oggi un mondo più sicuro è possibile.

Towards a Safer World


MOSTRE CONTRIBUTI

I ‘150 anni’ Giorni che lasciano il desiderio ilriaccendono segno Abbiamo chiesto ad alcuni ospiti dell’edizione di quest’anno di raccontarci ‘il loro Meeting’, in versione dedicata alla storia aGrande partiresuccesso da quelloper chelalimostra ha colpiti e segnati.itinerante Impressioni, racconti, giudizid’Italia. accomunati Adall’esperienza Milano pressodell’aver l’Università Cattolica, in piazza Duomo e inoltre in tante scuole in tutta Italia grazie visto un popolo certo alla versione ridotta. Non solo una mostra, ma l’occasione per riscoprire quel desiderio tutto italiano di Filomena Armentano

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l Meeting è efinito da tre tante mesi Ho incontrato conosciuto eppure è più vivo che mai. persone che ora posso chiamare Quello che è accaduto l’ultima Amici settimana agosto staverso riaccadendo Con vivadi gratitudine gli orgain giro per in di queste settinizzatori dell’Italia Meeting Rimini, ho mane secondo la stessa modalità. accolto con gioia l’invito di parteFinito Meeting è Siccome sempre era un cipare a ilquesto evento. esplodere di interesse richiela prima volta per me, ehodiscelto di ste», parola dil’avvenimento Alessandra Vitez, recondividere intero sponsabile del settore mostre tutdel tutta la settimana, per scoprirne Meeting. Una dimostrazione tangita la ricchezza e approfondirne lo bile? della mostra “150 spiritoIl esuccesso la struttura. anni di Sussidiarietà” in piazza Questo ha favorito il creare e rinDuomo a Milano dall’11 al 18 noforzare legami di amicizia con tandi tante scolaresche vembre, meta te persone ecclesiali, politiche oe anche di visitatori adulti, con impegnate nei campipiù dell’economia, 70 ragazzi a fare da scienza, guide e un festa della cultura, della dell’arfinale insieme a Enzo Jannacci. te, etc. Ho incontrato e ho conoUn’occasione di incontro di riflessciuto tante persone, che eora posso sione sul presente come aracconta chiamare Amici, grazie questo una delle tante professoresse che evento indimenticabile. Tale amihanno accompagnato i loro alunni cizia ha superato vari muri di sepaalla mostra: «Milinguistiche sembrava interesrazioni, culturali, e sociasante livelloarricchito educativole –mie racconta conoli, e haatanto l’insegnante in un liceo Sesto Che San scenze e riscaldato il miodicuore. Giovanni Francesca Zanelli – per il ricchezza! contenuto che ha: Il Meeting di quest’anno portava chi ha una è capace di una coil titolo: “Ecertezza l’esistenza diventa alla prostruire non rinunciando immensa certezza”. Non nascondo pria ha colpito l’attenall’inizio,Mi questo titolo rappreche, identità. zione con cui i miei alunni hanno sentava per me un enigma più che seguito l’argomento, anche se non un’indicazione del contenuto.Vivenriguardava programma di la do invece ililprogramma, trastudi, inconloro curiosità stimolata dal fatto che tri, tavole rotonde, mostre, film, conchi guidava era capace di dare le raferenze, accompagnamento, momengioni fino in fondo quelloinsieche ti di preghiera, pranzidie cene

diceva». Rientrati in classe lo stupore non li ha abbandonati. «Una ragazza per esempio – ci dice la professoressa Zanelli – ha apprezzato il fatto che le guide della mostra non si siano limitate a fornire informazioni puramente storiche, ma hanno mostrato diverse vicende di vita che nel loro piccolo sono state fondamentali per formare gli italiani». Infatti tra i liceali c’è chi è rimasto colpito dalla forza rivoluzionaria che un desiderio certo può avere. «Uno dei miei studenti – continua la prof – è rimasto colpito dal fatto che nel corso della storia d’Italia a creare unità tra gli italiani sono stati il desiderio di ripartire e la certezza di poter realizzare questo desiderio nella realtà. Si sono lasciati provocare molto anche dalla frase con cui l’accompagnatrice ha concluso la visita guidata, una frase di don Giussani: “Le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono felice l’uomo”. Soprattutto una ragazza la hasipercepita particolarmente me, è rivelato gradualmentevera un per sé citando l’esempio degli ita-e significato profondo che nasceva liani che spinti da ciò che cresceva, illuminando unali rendeva curiosifelici, ovvero aiutare il prossimo, tà e trasformandola in una visione hanno creato il nostro popolo di certezza, speranza, fiducia, ener-e fatto gia e evolvere gioia. il Paese. Ci ha anche fatto rilevare comementalità oggi purtroppo È vero che nella più difquesto valore non sia ritenuto fusa ai nostri giorni, sembra che così non importante, come invece lo era una sia più possibile alcuna vera certez-

volta e hatutto concluso invitandoci in za e che sia relativo. Il Meequesto momento di crisi a venirci ting ha chiarito e rinforzato la veritutti delleesolutà cheincontro l’Essere cercando stesso è fonte base zioni e assumendo di certezza, fiducia el’atteggiamento speranza. Come di quegli italianicon cheunhanno l’essere insieme, amorefatto che diventare l’Italia quella che è». non cerca il proprio interesse ma Fino a recuperare il senso il desil’interesse dell’altro, è una ecertezza derio del bene comune. «Quello che unisce le menti e i cuori, da cui che i ragazzi hanno – spiega scaturiscono energiaintuito e forza. Quel’insegnante è la consonanza sta certezza è una convinzionedelle viva desideri, mostra rispetto ai propri che abbiamo qualcosa dentro di noi, l’aderenza all’oggi, ala Lui, loro che viene darispetto Dio e appartiene particolare Hanno intuito perciò non presente. passerà mai, ma rimane l’esigenza per sé In (e quei per ogni e dura in eterno. giornisinho gola persona) di desiderare il bene sperimentato che essere e sopratcomune e che il popolo italiano retutto essere insieme, uniti, non è una cuperi valore della follia néilun’utopia, ma propria è la veritàimdi portanza perché in passato, ha sotutti noi. La comunione vissuta ci stenuto particolarmente uno di ha fatto superare tanti limiti indiloro, è stato proprio grazie questo viduali e ci ha portato alla acertezza che l’Italia riuscita aèuscire da vinnul’amoreè gratuito sempre merose crisi. Uno studente, per cente. esempio, ci ha raccontato che la Infine vorrei manifestare la mia mostra gli halafatto capirericevuta che, per-e gioia vissuta, ricchezza ché si realizzi un cambiamento, biil mio ringraziamento a tutti quelsogna desiderarlo, bisogna avere la li che hanno realizzato questo Meeconsapevolezza di appartenere a un ting. Non è facile esprimere tutto popolo chevissuto in 150in anni di crisi ne ciò che ho poche parole, ha avute tante vivo ma ènel sempre e che rimane mio riuscito cuore e anelle superarle grazie alla sua unità e al mie preghiere. desiderio di bellezzapossibilità, e felicità». per Grazie per questa La mostra, disponibile sia nellaAmiverquesto Meeting, e per questa sione cizia. completa itinerante che in quella preparataNaguib, per le S. B. ridotta, Card. Antonios scuole, si sta rivelando davvero Patriarca di Alessandria dei Copcome lo svelarsi di qualcosa di >> ti-Cattolici DICEMBRE2011

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NAVIGA CON NOI 365 GIORNI ALL’ANNO

IL MEETING IN GIAPPONE

Rimini-Monte Koya n www.meetingrimini.org

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24 anni di amicizia si condensano nella serata inaugurale presso la residenza dell'ambasciatore Vincenzo Petrone. "La persona di don Luigi Giussani per noi è indimenticabile", racconta Shodo Habukawa salutando i presenti dopo l'intervento del Presidente del Meeting e del Nunzio apostolico. C'è spazio anche per la musica Gagaku e un concerto del maestro giapponese Aoki con la musica napoletana.

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Tutte le foto del Meeting su flickr.com/photos/meetingdirimini Tutti i video del Meeting su youtube.com/meetingdirimini 28 OTTOBRE

“Abbiamo due amici che non tradiscono il cuore e la realtà”. Cosi don Ambrogio Pisoni conclude la seconda giornata che si svolge presso l'Istituto Italiano di Cultura parlando di don Giussani e Habukawa. A Tokyo si dialoga a partire dal tema del senso religioso e del rapporto dell'uomo con la realtà insieme a don Massimo Camisasca, lo studioso Giorgio Amitrano, l'abate Yagi, il filosofo Costantino Esposito e lo scrittore Franco Marcoaldi. 12

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MOSTRE IL MEETING IN GIAPPONE nuovo e molto provocatorio per tutti. Non è un caso che questa esperienza sia sbocciata proprio in questo particolare frangente storico, in cui la crisi è un dato e in cui è forte la domanda rispetto a dove può rinascere la crescita, da che cosa si può ricreare la ricchezza dell’Italia? «La mostra aiuta, nel periodo di crisi che stiamo vivendo – nota Alessandra Vitez –, a percepire qual sia il vero problema e cioè l’affievolirsi del desiderio dell’uomo. Un problema antropologico, dunque, prima ancora che economico e finanziario». Sarà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi possibile visitare la mostra “150 anni di Sussidiarietà” in tante altre città e tutto il calendario è disponibile sul sito www.meetingmostre.com. Da segnalare il fatto che la mostra sarà

figura di Sant’Agostino, dal 13 al ospitata dalla Camera dei Depu19 dicembre a Gatteo la mostra tati dal 25 gennaio al 7 febbraio “Alle fonti dell’energia”, dal 5 al 17 2012 e inaugurata dalle massime dicembre a Gorizia “Edith Stein”. istituzioni della Repubblica ItaFino al 12 dicembre a Livorno si liana. Sarà aperta al pubblico nella giornata del 5 febbraio. potrà visitare la mostra dedicata Non solo quella dedicata all’unità alla figura di San Carlo Borromeo d’Italia bensì tutte le mostre proche nei prossimi mesi, inoltre, sarà 29 OTTOBRE dotte dal Meeting continuano a giospitata a storia Romaarriva nellaal cornice di Il Meeting per la prima volta nella Monte Koya. Palazzo Borromeo, sede dell’amrare: «Le mostre itineranti – sottoLa sorpresa di trovare all'interno del monastero di Habukawa basciata d’Italia presso la Santail linea Alessandra Vitez – si stanno un'intera parete dedicata al Meeting e della partecipazione Sede. rivelando sempre digiorno più seguente un’occa-di oltre un centinaioi di persone alla giornata A stupire anchemassima il fattoautorità che sono sione durante l’anno che aiuta del convegno. Il reverendo Matsunaga, del molte le mostre degli anni passati l’uomo nella scoperta dell’umano, buddhismo Shingon, auspica "l'unione delle nostre forze per ad essere ancora del bello della veritàraggiungere di sé, dele sicollaborare alla felicita deimolto popoli".richieste in Italia e all’estero. Alcuni esempi gnificato delle cose. Le mostre itisono quelli della “Rosa bianca”, neranti sono sempre di più questo “Caravaggio”, “Guareschi”. «Signifatto e coinvolgono dal politico alfica che il desiderio che la gente ha l’imprenditore, dalle grandi città fino ai piccoli paesi per raggiundi conoscere è grande. Significa gere tutte le persone che si sentono che il desiderio che la gente ha di coinvolte con quei contenuti». coinvolgersi con la storia di altri, In programma a Pavia fino al 22 con qualcosa che commuove il dicembre la mostra dedicata alla cuore, è vivo».

el segno s di un’amicizia

31 OTTOBRE La mostra di “150 anni di Sussidiarietà” in Piazza Duomo a Milano

L'incontro con i monaci della scuola Soto Zen, nella prefettura di Fukuy presso il Tempio Eiheiji, uno dei centri più importanti del buddismo Zen. DICEMBRE2011

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IL MEETING IN GIAPPONE

In Giappone seguendo due maestri

MEETING RIMINI FILM FESTIVAL

Un avvenimento frutto di un’amicizia nata 24 anni fa tra don Luigi Giussani e il reveredendo Habuakawa, monaco buddista shingon. Un’amicizia continuata in questi anni come raccontano i segni e i fatti che hanno segnato il viaggio nell’Estremo Oriente di Emilia Guarnieri

Concorso internazionale di cortometraggi

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sto incontro don Giussani suggerì a in una generica tolleranza, estranea l Santo Padre ad Assisi ha richianoi del Meeting di invitare a Rimini all’altro, ma è «un amore alla verità mato con forza che cosa comi monaci per mostrare e raccontare la che è presente, fosse anche per un porta la scomparsa di Dio nelloro esperienza. Dal 1988 quattordiframmento, in chiunque», per cui «si la nostra società: “L’assenza di Dio è trascinati da un totalizzante stupoporta al decadimento dell’uomo e delci volte vennero in Italia, ma mai ci re del bello. (…) Questa apertura fa l’umanesimo”. Quando abbiamo letsaremmo aspettati che quell’incontro trovare a casa propria presso chiunto queste parole, noi, una delegazioavesse determinato a tal punto l’esique conservi un brandello di verità, a ne di persone di Comunione e Libestenza di Habukawa e della sua comuPresenta cortometraggio, durata massima di 10 minuti, 4 Maggio(don 2012Giuse potrai proprioentro agio ildovunque» razione e del Meeting, conil iltuo cuore e nità da fardella dire ad uno dei suoi monavincere un soggiorno studio di 10 settimane presso la School of Visual Arts, oppure una borsa sani)”. Un legame forte,ma non avrem- di la preghiera verso Assisi, eravamo a ci, in occasione di una delle sessioni studio di un anno presso delquel Cinema e della Televisione Cinecittà Roma una o ancora mo maidipensato di atrovare inte- un Tokyo, invitati dall’ambasciatore Vindil’Accademia lavoro, “già da giorno siamo di 1.500,00 ra parete del monastero coperta dalcenzo Petrone e premio dai monaci buddistieuro! uniti”. del monte Koya,Il Meeting per partecipare Nel messaggio inviato all’ambale foto del Meeting e di don Giussaad Rimini Film Festival, nasce con l’intento di valorizzare opere che raccontano e approfondiscono, sciatore Petrone don Julián Carrón, ni. Oppure che il reverendo Habualcune giornate di dialogo tra cristiacon autenticità, il tema dell’uomo impegnato con la vita quotidiana, svelandone gli aspetti seri, ironici, aveva scritto, a proposito di Habukakawa portasse il suo saluto nella prinesimo e buddhismo sui grandi temi drammatici, appassionati, enigmatici, ... wa e don Giussani: “La storia del loro ma serata presso l’ambasciata tenendel senso religioso, del rapporto con Al fine di condividere il percorso umano e professionale di ricerca, scoperta e giudizio, il Festival offre ai suoi legame è un esempio solare di do in mano la foto di don Giussani e la realtà, della bellezza, dell’educaun ecupartecipanti momenti di incontro con affermati maestri del settore. che l’ambasciatore riconoscesse quelzione, in una società in cui le spinte menismo reale, che non si esaurisce Scaricafondato immediatamente la scheda d’iscrizione e il regolamento l’amiciziasu: natawww.meetingrimini.org 24 anni fa come “uno a costruire un mondo suloppure su www.bestmovie.it straordinario servizio al suo paese”. l’assenza di Dio sono sempre più forLa prima mattina della nostra perti. manenza al tempio del Koyasan abbiaTutto è nato da un fatto accaduto mo partecipato alla suggestiva ceri24 anni fa, ma che ha dominato e determinato le nostre giornate nipmonia del fuoco durante la quale l’abaponiche. Era il maggio del 1987 quante Habukawa, accompagnato dalla do mons.Giussani,fondatore di Comumusica e dai canti dei monaci, accennione e Liberazione, incontrò al Koyade il sacro fuoco. Più di un’ora trascorre prima che il fuoco risplenda ed san, tempio del buddhismo Shingon, illumini con tutta la sua potenza.Un’inil reverendo Shodo Habukawa. Partera ora, nella quale l’abate getta sullarono del bisogno che l’uomo ha delda izzato Organ eeting la fiamma, con calma ritualità un gral’Assoluto, dell’ educazione dei gioM e poli zion Fondaizia fra i po no di incenso dopo l’altro, compienvani, dellaioprogressiva secolarizzaziomic on rmaz ni per l’a ione c s z Per in a r o b do gesti che paiono quasi delicate nefodella società. Nacque un’amicizia t a In coll f Visual Ar EATIVA CR o A l IN IC o e FF o O n carezze sull’incenso, sugli oggetti, su DE questi due grandi maestri, intesio Sch MAtra Televis o 31rispetto, di affetto, di ema e ione Milan 91 70 in tutti i frammenti di realtà che la litursuta di stima, di 41 C 05 9 o z +3 tel. Milan di Fonda vie st Mo e B 95 gia prevede debbano essere toccati. condivisa ansia di infinito. Dopo queDon Massimo Camisasca 99 a 43 fax +39 0541 Cinem ema

HAI UN CORTO NEL CASSETTO? È GIUNTA L’ORA DI MOSTRARLO A TUTTI!

...azione!

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LIBRI IL MEETING IN GIAPPONE

E come esperienza Il coraggio dell’esperienza, il coraggio di prendere sul serio i propri desideri e di paragonarli con la realtà e con gli incontri che la vita dona. Questo è ciò che genera la certezza. La prefazione di Emilia Guarnieri al libro sull’edizione appena trascorsa di Emilia Guarnieri

E l’esistenza diventa un’immensa certezza”: questo il titolo della 32 edizione del Meeting per l’amicizia tra i popoli, che si è svolto a Rimini dal 21 al 27 agosto 2011 e del quale il presente volume raccoglie alcuni dei contributi che ne hanno segnato il percorso culturale. Emilia Guarnierinei con ilmesi professor Habukawa Quando, cheSoho precedevano il Meeting, avevamo lanciato il temapenombra eravamo consapevoli di colNella illuminata solo da locarci all’interno dicon unacommosso sfida culquel fuoco si guarda turale. stupore quell’uomo visibilmente domiOsavamo di certezza in un nato da unparlare sentimento di obbedienincertempo segnato da profonde za al mistero dell’Assoluto, per lui sentezze ed einsenza una temperie za volto nome, maculturale non per relativista che fa dell’incertezza il questo meno reale . suo Alvessillo. termine di questa cerimonia, Era chiaro che nell’orizzonte della mentre sentivamo pronunciare i nomi riflessione che il di Meeting avrebbe di don Giussani, Giovanni Paolo sviluppato si stagliava unailfondaII e di don Francesco Ricci, sacermentale domanda: l’uomoaveva ragdote forlivese che “può per primo giungere certezze relativamente accompagnato don Giussani in Giap-a sé e alsiamo suo rapporto con la realtà?”. pone, passati lentamente davanUna intera settimana di appuntati alle immagini di questi sacerdoti menti è stata la documentazione di cristiani che i monaci buddhisti avecosa possa fossero essere collocate la certezza ed è vano voluto nel cuostata la possibilità re del loro tempio! di incontrare diversi perafede, uomini certi, Di fronte auomini quella preghiera, quei cultura, estrazione sociale, ma acco-a canti struggenti nella loro asprezza, munati dall’esperienza “inequei gesti così evocativi di deluna Mistero evitabile” al tempocertezza. stesso così bisognosi deldel Meeting tanticon si erano la Prima sua presenza, si toccavano mano chiesti il senso di verità, quella citati inusuale quei frammenti nel congiunzione “e”Carrón, con lavissuti qualeanche il timessaggio di don a

cura di neiEmanuela momentiBelloni diaincontro ufficiale come e Alberto Savorana nella seconda giornata a Tokyo presUna certezza per l’esistenza Presentazione di Emilia Guarnieri so l’Istituto Italiano di Cultura; a tema Edizioni Bur Saggi Rizzoli, dell’uomo con la realtà, il rapporto pp. 464 € 12,00 con Costantino Esposito che ha individuato nel tema della bellezza la possibilità di un dialogo fecondo, con il tolo esordiva che allievo lasciava come reverendo EishoeYagi, di Habuintuire chehaprima ci fosse qualcosa kawa, che raccontato la sua espedi nonindetto, qualcosa di presuprienza Uganda e in Kenya insieme posto che consentisse il raggiungia missionari cattolici, con il professor mento della Amitrano checertezza. ha raccontato le tracOra, Meeting concluso, possiamo ce dela cristianesimo in alcune opere riconoscere che quel “prima” Miyaha un del famoso scrittore giapponese nome: esperienza. zawa Kenji e con il poeta Marcoaldi stato il trionfo Il ha Meeting che rilevato2011 comeè“cristiani o buddell’esperienza. dhisti, oltre che i tanti “dubitanti” È risultato come me, siclamorosamente rivolgano le stesseevidente domanche all’origine di ogni evento culde sul senso trascendente della vita”. turale proposto, mostra, conferenLa bellezza è tornata il secondo giorza, con spettacolo, c’era lo spessore di no lo scultore giapponese Sotoo una ha esperienza umana. che raccontato il suo lavoro alla Chi leggerà le pagine di questo libro Sagrada Familia, alla ricerca di quelapprezzerà la ricchezza culturale la bellezza “che costruisce tutto.dei Si contributi in ma esso al vede da fuori, hacontenuti, una radice ma inter-

tempo stesso dovrà constatare quanto essi parlino il linguaggio dell’esperienza. È questo nesso tra esperienza e cultura uno dei tratti più significativi del Meeting, se per esperienza non si intende semplicemente un meccanico fare e se, quando si pensa alla cultura, si intende qualcosa di diverso dall’accumulo di nozioni o dalla gestione dell’ideologia. difficile non riscontrare nel na”Èad ogni uomo. Meeting tratti caratteristici Giornatecerti piene, intense, “un avvedel carisma di don Giussani nel nimento frutto di una amicizia” l’ha quale i termini “cultura”Camisasca, ed “espedefinito don Massimo rienza” vivono di un aperti riverbero recichiedendo “di restare di fronte proco: “L’esperienza è il guidati capire una a ciò che può accadere, dai cosa... scoprirne il senso nella sua nostri maestri” Habukawa e don Giuscon ilgenerato resto”, “cultura connessione sani che “hanno amiciziaè introduzione persona nella tovera, segno didella una nuova civiltà”, ha talità del reale come senso nel quale ricordato don Ambrogio Pisoni delogni particolare acquista valore”. l’Università cattolica di Milano. Dopo Per don Giussani cultura espequesti giorni il dialogo noned può che rienza hanno a che fare continuare nel entrambe segno di un’amicizia con ha la questione senso, del signiche spalancatodel nuove porte attraficato ultimo del vivere. verso l’incontro con i monaci della E al Zen Meeting accade, quasi per scuola Soto del tempio Eiheiji osmosi, che chi difficilperché come ha interviene detto il reverendo mente riesce“Non a sottrarsi alla provoHabukawa: è qualcosa di 24 cazione di comunicare la propria anni fa, è qualcosa che sta accadendo esperienza, mettendosi ora”. L'esperienza vissuta inpersonalGiappomente gioco e offrendo spetne è perinnoi il contributo cheloconsetacolo nelle di una esperienza cheXVI dignamo mani di Benedetto venta cultura e di una cultura che come tentativo di immedesimazione nasce dall’esperienza. con il Suo cuore e spirito con cui ha Al Meeting anche il dialogo, > indetto la giornata di Assisi. DICEMBRE2011

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LIBRI l’incontro tra persone di fede e cultura diversa , è frutto dell’esperienza, è lo stupore di un’amicizia che accade tra uomini che riconoscono di avere in comune lo stesso cuore e la stessa tensione al vero e al bene. E questa amicizia precede e genera il dialogo, il confronto, la consapevolezza delle legittime diversità. Ma c’è un ulteriore fattore di esperienza nel Meeting, un fattore di cui inevitabilmente questo libro non tratta, perchè è un fattore che fa cultura attraverso il lavoro e non attraverso la parola: sono i 4000 volontari che collaborano alla realizzazione del Meeting. Anche quest’anno la certezza della loro passione ideale ha costruito un luogo dove tutti hanno potuto incontrarsi e parlare, dove, come ha detto un’ospite egiziana, i valori non sono qualcosa di cui discutere, ma qualcosa che si vede “camminare”. Ecco allora cosa è adombrato in quella inusuale congiunzione “E l’esistenza diventa una immensa certezza”, il coraggio dell’esperienza, il coraggio di prendere sul

L’auditorium del Meeting

serio i propri desideri e di paragonarli con la realtà e con gli incontri che la vita dona. Questo è ciò che genera la certezza. Questa è la cultura che anche il contenuto di questo libro documenta.

Grazie ai protagonisti di questo Meeting sulla certezza, grazie all’amico Savorana che ancora una volta ci ripropone la ricchezza di questa cultura generata dall’esperienza.

IL MEETING 2011 IN UN LIBRO È disponibile nelle principali librerie italiane il volume “Una certezza per l’esistenza” a cura di Emanuela Belloni e Alberto Savorana, edizioni Bur Saggi Rizzoli; oltre 40 interventi tratti dall’edizione del Meeting 2011 per ripercorre la provocazione culturale della manifestazione che ha avuto come titolo “E l’esistenza diventa una immensa certezza”. Il libro vuole offrire uno spaccato dei temi e degli interventi principali del’edizione appena trascorsa: il tema dei 150 anni dell’unità d’Italia con gli interventi del Presidente Giorgio Napolitano, degli onorevoli Enrico Letta e Maurizio Lupi, di Giorgio Vittadini, Giuliano Amato e il giudice della corte costituzionale Marta Cartabia, gli interventi chiave sul tema di quest’anno dei filosofi Costantino Esposito e Fabrice Hadjadj, di padre Aldo Trento e lo psichiatra Eugenio Borgna, del custode di Terrasanta Pierbattista Pizzaballa e del biblista José Miguel Garcia. E ancora il mondo arabo con il presidente dell’università di al-Azhar Usamah Elabed e il cardinale patriarca di Alessandria Antonios Naguib, l’imprenditore Tarak Ben Ammar; il cardinale Robert Sarah sul tema del volontariato, l’economia con gli interventi di John Elkann e Corrado Passera, la politica con le testimonianza del deputato brasi-

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liano Marcos Zerbin e di Paul Jacob Bhatti e il dialogo con il giurista ebreo Joseph H.H. Weiler. Questi sono solo alcuni degli interventi pubblicati che indagano e affermano il bisogno condiviso di trovare qualcosa di sicuro, senza il quale il vivere stesso sarebbe inaccettabile. Uomini di scienza, leader religiosi, intellettuali, imprenditori, politici e persone comuni si sono confrontati per sette giorni, portando un contributo per affrontare quella che don Giussani ha definito “emergenza uomo” e documentando come il destino dell’uomo non sia un’inesorabile incertezza. Le testimonianze raccolte possono aiutare a prendere coscienza di che cosa è in gioco e di quale responsabilità compete a chiunque non abbia rinunciato a vivere all’altezza della propria umanità, secondo l’invito del Presidente Giorgio Napolitano: “Portate, nel tempo dell’incertezza, il vostro anelito di certezza”. Il Meeting è stata la possibilità di incontrare uomini certi, di fede, cultura ed estrazione sociale diversa, ma accomunati dalla stessa esperienza di certezza. Il libro vuole essere un contributo per rilanciare ancora questa esperienza di certezza, in un tempo che continua ad essere segnato da profonde incertezze.


IL MEETING IN MESSAGGI GIAPPONE

L’uomo non vive senza certezza Nel messaggio di Benedetto XVI l’esistenza come un “andare incontro a colui che ci ama”, sapendo “dove stiamo andando, verso chi siamo diretti e questo – afferma il Santo Padre – orienta tutta l’esistenza

E

ccellenza Reverendissima, anche quest’anno ho la gioia di trasmettere il cordiale saluto del Santo Padre a Vostra Eccellenza, agli organizzatori e a tutti i partecipanti al Meeting per l’Amicizia tra i Popoli, che si svolge in questi giorni a Rimini. Il tema scelto per l’edizione 2011 - “E l’esistenza diventa un’immensa certezza” suscita vari profondi interrogativi: che cos’è l’esistenza? Che cos’è la certezza? E soprattutto: qual è il fondamento della certezza senza la quale l’uomo non può vivere? Sarebbe interessante entrare nella ricchissima riflessione che la filosofia, fin

La Santa Messa al Meeting

dai suoi albori, ha sviluppato attorno all’esperienza dell’esistere, dell’esserci, giungendo a conclusioni importanti, ma spesso anche contraddittorie e parziali. Possiamo tuttavia essere condotti direttamente all’essenziale partendo dall’etimologia latina del termine esistenza: ex sistere. Heidegger, interpretandola come un “non permanere”, ha messo in evidenza il carattere dinamico della vita dell’uomo. Ma ex sistere evoca in noi almeno altri due significati, ancora più descrittivi dell’esperienza umana dell’esistere e che, in un certo senso, sono all’origine del dinamismo stesso analizzato da Hei-

degger. La particella ex ci fa pensare a una provenienza e, nello stesso tempo, ad un distacco. L’esistenza sarebbe dunque uno “stare, essendo provenuti da” e, allo stesso tempo, un “portarsi oltre”, quasi un “trascendere” che definisce in modo permanente lo stesso “stare”.Tocchiamo qui il livello più originario della vita umana: la sua creaturalità, il suo essere strutturalmente dipendente da un’origine, il suo essere voluta da qualcuno verso cui, quasi inconsapevolmente, tende. Il compianto mons. Luigi Giussani, che con il suo fecondo carisma è all’origine della manifestazione riminese, ha più volte insistito su questa >

Due mondi due culture lo stesso cuore

1987. Monte Koya. Giappone. Don Luigi Giussani e il reverendo Habukawa si incontrano, nasce un’amicizia, che coinvolgerà il Meeting per tanti anni, con i monaci buddisti della scuola Shingon presenti ogni anno a Rimini. 2011, ancora il Monte Koya e in più Tokyo, Fukuy. Questa volta è il Meeting che arriva in Giappone invitato dall’ambasciata per una cinque giorni di dialogo su globalizzazione e fede insieme ai monaci e a esperti italiani dal 27 ottobre al 1 novembre. Incontri e dialoghi, scoprendo che quello che può cambiare il mondo è prima di tutto quello che cambia noi stessi. In queste pagine il racconto di Emilia Guarnieri e un foto diario di quei giorni. Su www.meetingrimini.org la cronaca di quelle giornata, gli interventi, gli articoli usciti e le immagini. DICEMBRE2011

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MESSAGGI dimensione fondamentale dell’uomo. E giustamente, perché è proprio dalla coscienza di essa che deriva la certezza con cui l’uomo affronta l’esistenza. Il riconoscimento della propria origine e la “prossimità” di questa stessa origine a tutti i momenti dell’esistenza sono la condizione che permette all’uomo un’autentica maturazione della sua personalità, uno sguardo positivo verso il futuro e una feconda incidenza storica. È questo un dato antropologico verificabile già nell’esperienza quotidiana: un bambino è tanto più certo e sicuro quanto più sperimenta la vicinanza dei genitori. Ma proprio rimanendo sull’esempio del bambino capiamo che, da solo, il riconoscimento della propria origine e, conseguentemente, della propria strutturale dipendenza non basta.Anzi potrebbe apparire - come la storia ha ampiamente dimostrato - un peso di cui liberarsi. Ciò che rende “forte” il bambino è la certezza dell’amore dei genitori. Occorre, dunque, entrare nell’amore di chi ci ha voluti per poter sperimentare la positività dell’esistenza. Se manca una delle due, la coscienza dell’origine e la certezza della meta di bene cui l’uomo è chiamato, diventa impossibile spiegare il dinamismo profondo dell’esistenza e comprendere l’uomo. Già nella storia del popolo di Israele, soprattutto nell’esperienza dell’esodo descritta nell’Antico Testamento, emerge come la forza della speranza derivi dalla presenza paterna di Dio che guida il suo popolo, dalla memoria viva delle sue azioni e dalla promessa luminosa sul futuro. L’uomo non può vivere senza una certezza sul proprio destino. “Solo quando il futuro è certo come realtà positiva, diventa vivibile anche il presente” (Benedetto XVI, Enc. Spe Salvi, 2). Ma su quale certezza l’uomo può fondare ragionevolmente la propria esistenza? Qual è, in definitiva, la speranza che non delude? Con l’avvento di Cristo la promessa che alimentava la speranza del popolo di Israele raggiunge il suo compimento, assume un volto personale. In Cristo Gesù il destino dell’uomo è stato strappato definitivamente dalla nebu58

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losità che lo circondava. Attraverso il Figlio, nella potenza dello Spirito Santo, il Padre ci ha svelato definitivamente il futuro positivo che ci attende. “Il fatto che questo futuro esista, cambia il presente; il presente viene toccato dalla realtà futura, e così le cose future si riversano in quelle presenti e le presenti in quelle future” (ibid., 7). Cristo risorto, presente nella sua Chiesa, nei Sacramenti e con il suo Spirito, è il fondamento ultimo e definitivo dell’esistenza, la certezza della nostra speranza. Egli è l’eschaton già presente, colui che fa dell’esistenza stessa un avvenimento positivo, una storia di salvezza nella quale ogni circostanza rivela il suo vero significato in rapporto all’eterno. Se manca questa coscienza è facile cadere nei rischi dell’attualismo, nel sensazionalismo delle emozioni, in cui tutto si riduce a fenomeno, o della disperazione, nella quale ogni circostanza appare senza senso. Allora l’esistenza diventa una ricerca affannosa di avvenimenti, di novità passeggere, che, alla fine, risultano deludenti. Solo la certezza che nasce dalla fede permette all’uomo di vivere in modo intenso il presente e, nello stesso tempo, di trascenderlo, scorgendo in esso i riflessi dell’eterno cui il tempo è ordinato. Solo la presenza riconosciuta di Cristo, fonte della vita e destino dell’uomo, è capace di risvegliare in noi la nostalgia del Paradiso e così di proiettarci con fiducia nel futuro, senza paure e senza false illusioni. I drammi del secolo scorso hanno ampiamente dimostrato che quando viene meno la speranza cristiana, quando cioè viene meno la certezza della fede e il desiderio delle “cose ultime”, l’uomo si smarrisce e diventa vittima del potere, inizia a chiedere la vita a chi la vita non può dare. Una fede senza speranza ha provocato l’insorgere di una speranza senza la fede, intramondana. Oggi più che mai noi cristiani siamo chiamati a rendere ragione della speranza che è in noi, a testimoniare nel mondo quell’“oltre” senza il quale tutto rimane incomprensibile. Ma per questo occorre “rinascere” come disse Gesù a

Nicodemo, lasciarsi rigenerare dai Sacramenti e dalla preghiera, riscoprire in essi l’alveo di ogni autentica certezza. La Chiesa, rendendo presente nel tempo il mistero dell’eternità di Dio, è il soggetto adeguato di questa certezza. Nella comunità ecclesiale la pro-esistenza del Figlio di Dio ci raggiunge; in essa la vita eterna, a cui tutta l’esistenza è destinata, diventa sperimentabile già da ora. “L’immortalità cristiana - affermava all’inizio del secolo scorso Padre Festugière - ha per carattere proprio di essere l’espansione di un’amicizia”. Cos’è infatti il Paradiso se non il compiersi definitivo dell’amicizia con Cristo e tra di noi? In questa prospettiva, prosegue il religioso francese, “poco importa in seguito dove ci si trovi. Il cielo è in verità là dove è il Cristo. Così il cuore che ama non desidera altra gioia se non quella di vivere sempre presso l’amato”. L’esistenza, dunque, non è un procedere cieco, ma è un andare incontro a colui che ci ama. Sappiamo quindi dove stiamo andando, verso chi siamo diretti e questo orienta tutta l’esistenza. Eccellenza, auguro che questi brevi pensieri possano essere di aiuto per coloro che prendono parte al Meeting. Sua Santità Benedetto XVI desidera assicurare a tutti, con affetto, il Suo ricordo nella preghiera e, auspicando che la riflessione di questi giorni rafforzi la certezza che solo Cristo illumina pienamente la nostra esistenza umana, di cuore invia a Lei, ai responsabili e agli organizzatori della manifestazione, come pure a tutti i presenti, una particolare Benedizione Apostolica. Unisco anch’io un cordiale saluto e mi valgo della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio dell’ Eccellenza Vostra Reverendissima devotissimo nel Signore

Tarcisio Card. Bertone Segretario di Stato di Sua Santità


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SOMMARIO MESSAGGI

Giorgio Napolitano al Meeting DICEMBRE 2 0 1 1

w w w . m e e t i n g r i m i n i . o r g “LA NATURA DELL’UOMO È RAPPORTO CON L’INFINITO” (IL TEMA DELLA XXXIII EDIZIONE DEL MEETING CHE SI SVOLGERÀ A RIMINI DAL 19 AL 25 AGOSTO 2012)

EDITORIALE

Il motore del desiderio

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di Matteo Lessi

Un messaggio che ha richiamato il paese alle sueINforze umane e morali di fonte alla grave crisi italiana e IL MEETING GIAPPONE europea, rivolto ai giovani e al bisognoDue “di nuove levedue e nuovi apporti”. Stralcicuore dall’intervento mondi culture lo stesso 8 del presidente della Repubblica

In Giappone seguendo due maestri

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di Emilia Guarnieri

Rimini-Monte Koya nel segno di un’amicizia 12

C

on le celebrazioni del Centocinquantenario ci si è impegnati a trarre, senza ricorreIn copertina: Alcune immagini dell'edizione 2011 re ad alcuna forzatura o enfasi retodel Meeting rica, ragioni di orgoglio e di fiducia da un’esperienza di storico avanzamento e progresso della società italiana, anche se tra tanti alti e bassi, tragiche deviazioni pagate a carissimo prezzo, e dure, faticose riprese. Ma perché abbiamo insistito tanto sulle prove che l’Italia unita ha superato, sulla capacità che ha dimostrato di non perdersi, di non declinare, né dopo l’emorragia e le conseguenze traumatiche di una guerra pure vinta, né dopo la vergogna di una guerra d’aggressione e l’umiliazione di una sconfitta, e quindi di fronte

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Anno XXXI - N. 4, Dicembre 2011 Questo numero è stato chiuso il 06/12/2011 Proprietario/Editore: Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli Autorizzazione del Tribunale di Rimini n. 2008 del 2/11/82 DIRETTORE RESPONSABILE: Alver Metalli COORDINAMENTO REDAZIONALE: Matteo Lessi REDAZIONE: Filomena Armentano, Vanni Casadei, Erika Elleri, Piergiorgio Gattei, Walter Gatti, Rosanna Menghi FOTO: Roberto Masi, Angelo Tosi PROGETTO GRAFICO: Davide Cestari, Lucia Crimi VIDEOIMPAGINAZIONE: IMMpAGINA - Rimini STAMPA: Pazzini - Villa Verucchio - Rimini REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Via Flaminia, 18-20 - C.P. 1106 - 47923 Rimini Tel 0541/78.31.00 Telefax 0541/78.64.22. email - meeting@meetingrimini.org www.meetingrimini.org PUBBLICITÀ: Evidentia Communication (società a direzione e coordinamento di Fondazione Meeting): Tel 0541/18.32.501 Fax 0541/78.64.22

Il Presidente Napolitano parla al Meeting

all’eredità del fascismo eCONTRIBUTI alla sfida del e di esito incerto. ricostruire il paese nellaGiorni democrazia Questoilcisegno dice la crisi che stiamo che lasciano 15 attraversando. Crisi mondiale, crisi ? Perché abbiamo sottolineato come europea, e dentro questo quadro l’Ital’Italia abbia poi saputo attraversare CERTEZZA E VERITÀ lia, con i suoi punti di forza e con le le tensioni della guerra fredda restanVerità senza 19di sue debolezze, con il suo carico do salda nelle sue fondamenta uni- certezza certezza verità? problemi antichi e recenti, di ordine tarie e democratiche e o infine regge- senza ad attacchi mortali istituzionale e politico, di ordine strutre GIOVANI con successo PROTAGONISTI allo Stato e alla convivenza civile come turale, sociale 23 e civile. Nel messaggio Giovani alla ribalta quello del terrorismo? di fine anno 2008, in presenza di una di Filomena Armentano Ebbene, abbiamo insistito tanto, e crisi finanziaria che dagli Stati UniDA FUORI con pieno fondamento,VISTI su quel che ti si propagava all’Europa e minacMosca chiamaciava Rimini l’Italia e gli italiani hanno mostrato l’intera economia mondiale,27 disdi Giovanna Parravicini di essere in periodi cruciali del loro si – riecheggiando le famose parole Roosevelt,di appena passato, e sulle grandi riserve di risordel Presidente Irlanda, Francia, Spagna, parlano noi elet29 to nel 1932 – “l’unica cosa di cui aver se umane e morali, d’intelligenza e SITO perché paura è la paura stessa”. Ma dinanzi di lavoro di cui disponiamo, On linedavantutto il Meeting 2011 a fatti così inquietanti, dinanzi a33 crile sfide e le prove che abbiamo di Lorenzo Ronci si gravi, bisogna parlare – e voglio ti sono più che mai ardue, profonde ripeterlo oggi qui, rivolgendomi ai FOTOREPORTAGE giovani – il linguaggio della verità : Pronti all’imprevedibile 35 induce al pessimiperché esso “non di Francesca Glanzer smo, ma sollecita a reagire con coraggio e lungimiranza”. MOSTRE Abbiamo, noi qui, in Italia, parlato I ‘150 anni’ riaccendono il desiderio 51 in questi tre anni il linguaggio della di Filomena Armentano verità ? Lo abbiamo fatto abbastanza, tutti noi che abbiamo responsaLIBRI bilità nelle istituzioni, nella società, E come esperienza 55 di Emilia Guarnieri nelle famiglie, nei rapporti con le giovani generazioni ? Stiamo attenti, MESSAGGI dare fiducia non significa alimentaL’uomo non viveresenza certezza illusioni ; non si da fiducia e 57 non si suscitano le reazioni necessarie, Giorgio Napolitano al Meeting 59 minimizzando o sdrammatizzando i INTERVENTI nodi critici della realtà, ma guardanLa costituzione dovi e il popolo in faccia con intelligenza e61 con coraggio. Il coraggio della speran- > DICEMBRE2011

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MEETING 2011 za, della volontà e dell’impegno. Dell’impegno operoso e sapiente, fatto di spirito di sacrificio e di massimo slancio creativo e innovativo. Impegno che non può venire o essere promosso solo dallo Stato, ma che sia espresso dalle persone, dalle comunità locali, dai corpi intermedi, secondo quella concezione e logica di sussidiarietà, che come ha sottolineato il Presidente Vittadini e come documenta la Mostra presentata a questo Meeting, ha fatto, di una straordinaria diffusione di attività imprenditoriali e sociali e di risposte ai bisogni comuni costruite dal basso, un motore decisivo per la ricostruzione e il cambiamento del nostro Paese. (…) E’ possibile, mi si chiede, che si riproduca quella grande tensione, quello stesso impegno verso il bene comune ? La mia risposta è che può la forza delle cose, può la drammaticità delle sfide del nostro tempo, rappresentare la molla che spinga verso un grande sforzo collettivo come quello da cui scaturì la ricostruzione democratica, politica, morale e materiale del nostro Paese dopo la Liberazione dal nazifascismo. I contesti storici sono, certo, completamente diversi ; la storia, nel male e nel bene, non si ripete. Ma la storia che abbiamo vissuto in 150 anni di Unità, nei suoi momenti migliori, come quando sapemmo rialzarci da tremende cadute e poi evitare fatali vicoli ciechi, racchiude il DNA della nazione. E quello non si è disperso, e non può disperdersi. I valori che voi testimoniate ce lo dicono ; ce lo dicono le tante espressioni, che io accolgo in Quirinale, dell’Italia dell’impegno civile e della solidarietà, dell’associazionismo laico e cattolico, di molteplici forme di cooperazione disinteressata e generosa. E, perché si creino le condizioni di un rinnovato slancio che attraversi la società in uno spirito di operosa sussidiarietà, contiamo anche sulle risorse che scaturiscono dalla costante, fruttuosa ricerca di “giuste forme di 60

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150 ANNI I DISCORSI DEL PRESIDENTE IN UN LIBRO “Una e indivisibile. Riflessione sui 150 anni della nostra Italia” è il titolo del libro edito da Rizzoli (2011). Il volume raccoglie i discorsi pronunciati dal Presidente della Repubblica, che firma anche la prefazione, in occasione della ricorrenza dei 150 anni di unità nazionale, tra cui anche quello pronunciato nell’auditorium del Meeting di Rimini il 21 agosto scorso.

Una e indivisibile. Riflessioni sui 150 anni della nostra Italia Giorgio Napolitano Prezzo di copertina € 15,00 2011, 174 p. Editore Rizzoli (collana Varia) Disponibile anche in ebook

collaborazione” – secondo le parole di Benedetto XVI – “fra la comunità civile e quella religiosa”. Ma potrà anche l’apporto insostituibile della politica e dello Stato manifestarsi in modo da rendere possibile il superamento delle criticità e delle sfide che oggi stringono l’Italia ? Ci sono momenti in cui – diciamolo pure - si può disperarne. Ma non credo a una impermeabilità della politica che possa durare ancora a lungo, sotto l’incalzare degli eventi, delle sollecitazioni che crescono all’interno e vengono dall’esterno del Paese. Il prezzo che si paga per il prevalere – nella sfera della politica – di calcoli di parte e di logiche di scontro sta diventando insostenibile. Una cosa è credere nella democrazia dell’alternanza ; altra cosa è lasciarla degenerare in modo sterile e dirompente dal punto di vista del comune interesse nazio-

nale. Ci fa riflettere anche quel che accade nel grande paese che è stato, con le sue peculiarità istituzionali, il luogo storico di una democrazia dell’alternanza capace di far fronte alle responsabilità anche di un determinante ruolo mondiale. Negli Stati Uniti vediamo appunto come, nell’attuale critico momento, il radicalizzarsi dello spirito partigiano e della contrapposizione tra schieramenti orientati storicamente a competere ma anche a convergere, stia provocando danni assai gravi per l’America e per il mondo, in una congiuntura difficile pure per quella causa della pace, dei diritti umani, dell’amicizia tra i popoli – si pensi alla tragedia del Corno d’Africa – che è iscritta nella stessa ragion d’essere del vostro Meeting. Qui in Italia, va perciò valorizzato ogni sforzo di disgelo e di dialogo, come quello espressosi nella nascita e nelle iniziative, cari amici Lupi e Letta, dell’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà. Ma bisogna andare molto oltre, e rapidamente. Spetta anche a voi, giovani, operare, premere in questo senso : e predisporvi a fare la vostra parte impegnandovi nell’attività politica. C’è bisogno di nuove leve e di nuovi apporti. Non fatevi condizionare da quel che si è sedimentato in meno di due decenni: chiusure, arroccamenti, faziosità, obbiettivi di potere, e anche personalismi dilaganti in seno ad ogni parte. Portate nell’impegno politico le vostre motivazioni spirituali, morali, sociali, il vostro senso del bene comune, il vostro attaccamento ai principi e valori della Costituzione e alle istituzioni repubblicane: apritevi così all’incontro con interlocutori rappresentativi di altre, diverse radici culturali. Portate, nel tempo dell’incertezza, il vostro anelito di certezza. È per tutto questo che rappresentate, come ha detto nel modo più semplice la professoressa Guarnieri, “una risorsa umana per il nostro paese”. Ebbene, fatela valere ancora di più : è il mio augurio e il mio incitamento.


INTERVENTI EDITORIALE

LaIlcostituzione motore e il popolo

del desiderio

Il 2 settembre 2011 la costituzionalista Marta Cartabia, per diverse volte relatrice al Meeting e curatrice tra gli altri della mostra “150 anni di Sussidiarietà”, è stata nominata dal Presidente della Repubblica giudice della Corte Costituzionale. Proponiamo qui un brano del suo intervento al Meeting di quest’anno. A tema il processo costituente, portatore di esempi positivi

Nelle prime giornate del Meeting di quest’anno, una domanda era ricorrente. “Come è possibile parlare di certezza, nel tempo in cui viviamo? Ma siete sicuri?”. Era da qualche giorno iniziata la speculazione sul debito pubblico itae c’è una parola capace di descri«problematico presente». Proprio rere quel tempo può essere di inseliano, lo scontro politico sempre più forte.Tutto sembrava evidente, tranne la vere in modo pertinente il temcome il tempo che stiamo attravergnamento per ricercare le risorse che possibilità di qualcosa di certo e positivo. po in cui si trovò a operare l’Assando ora, anche il tempo della elaoggi, come allora, possono trasforCome ha scritto il giornalista John in un suo in articolo sull’Irish Times, semblea Costituente, eletta al fine di borazione della Costituzione italia-Waters mare la crisi una opportunità (…). che troverete in queste pagine, c’era chi si aspettava di vedere al Meeting elaborare la nuova Costituzione delna è, infatti, un tempo drammatico, Di che natura era la crisi di quelgente abbattuta, appesantita dalla crisi. El’epoca? invece,Quali per fortuna, realtà è Ogni semla neo-nata Repubblica italiana dopo di grave difficoltà, in cui crollavano aspetti la investiva? pre più strutture grande disociali quello che si può Chivita è venuto Meeting il referendum istituzionale del 2 giuantiche lasciando die-immaginare. aspetto della socialealera travoltoe gno 1946, è la parola “crisi”, in un tro di macerie eda rovine (…)haEppudalla crisi. Eravive unaincrisi totale, di chi l’haséosservato lontano potuto scoprire “persone azione”, come interduplice significato. Nel suo discorso re ildetto tempo della elaborazione della Sardo, dimensione sociale, ha il direttore dell’Unità Claudio un popolo dieconomica, uomini certi, irnazionale, politica e anche culturale. del 21 agosto qui al Meeting, in occaCostituzione italiana è stato anche il riducibili, segnato da giovani di cuore che desiderano qualcosa di grande, (…)che hanno un futuro più incerto. sione dell’inaugurazione della mostra tempopaura di undel nuovo inizio: un tempo senza futuro, anche se sono quelli di giudizio sul passato e un tempo di Senza idealizzazioni retoriche – giacper i “150 anni di sussidiarietà”, il A qualche mese di distanza, in circostanze ancora difficili e precarie, nuove opportunità proprio come chédel non mancarono, vedremo, Presidente della Repubblica Giorgio che cosa può– insegnarci l’edizione Meeting 2011?come Che della cerNapolitano parlava del nostro oggi l’etimologia greca del termine “crisi” ombre e incertezze, reticenze e ambitezza non ne possiamo fare a meno, pena perdere la possibilità di esÈ POSSIBILE comePERCHÈ di un «tempo di crisi», di un suggerisce. Ecco allora che ripercorguità di certo correggibili – la Costisere veri uomini. Conferma questo per esempio il dibattito che si è tuzione italiana determinò le condiPARLARE DI CERTEZZA svolto sulle pagine del quotidiano online IlSussidiario filosofi zioni perché la rinascitatra fosse possi-e uomini di cultura intorno alla relazione di quest’anno tenuta dal NEL TEMPO E NEL PERIODO bile. (…) Che cosa permise che fida losofo Costantino Esposito; lo dice il successo che ha avuto lacatamouna crisi così profonda – una IN CUI VIVIAMO itinerante in tutta Italia, perchè stra dei 150 anni di sussidiarietà, strofe, si è detto – derivasse l’occaindica la possibilità per ognuno sione di noididiun ripartire e non soccombere cammino, e ne emergesuna non potenzialità di sviluppo? E alla crisi. E ancora la sfida che se l’Italia sia un paese per vecchi, di addiveancor prima, cosa permise ma dia spazio al desiderio e all’impegno delle nuove generazioni, tema lannireperché a un accordo in un ciato proprio a Rimini. L’unica possibilità il motorecostruttivo del desiderio si contesto politico lacerato da divisioriaccenda è trovare qualcun altro in cui questo motore sia acceso. Il Meeting ni eche ostilità? (…) nel fare cultura: è stato questa possibilità. Questo è il tratto lo distingue Il compito cui erano i costiscommettere sull’esperienza umana dell’altro, chiunque essochiamati sia, ricercando tuenti era davvero arduo, anche per quel brandello di verità che permettere anche ciò che sembra impossibile. Per l’assenza di modelli culturali di rifedon Giussani, e un moesempio che l’amicizia nata tra un preterimento. brianzolo, Ciò che i costituenti avevanaco buddista, Habukawa, generasse a distanza di 24 anni modelli cinque giorni di no di fronte erano e teorie dialogo tra cristiani e buddhisti. Sì. È successo anche questo amostrato fine ottobre politiche che avevano la loroe ve lo raccontiamo in queste pagine. Buona lettura. inadeguatezza. La crisi, oltre che di natura economica, sociale, politica e internazionale, era culturale e di vasta portata. (…) Aldo Carosi, Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e Marta Cartabia Totalitarismo, individualismo e col- >

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INTERVENTI lettivismo erano i modelli culturali disponibili e di tutti erano chiari limiti e contraddizioni. Da dove ripartire, dunque? Occorreva ricostruire daccapo una base teoretica su cui fondare l’intero edificio costituzionale. (…) C’era un punto potenzialmente condivisibile da parte di tutti, a fronte dei drammi di quell’epoca – l’unico punto condivisibile davanti ai drammi di qualunque epoca –: occorreva ripartire dal valore della persona umana, occorreva partire dall’uomo. «Ciò che abbiamo in comune con l’altro non è tanto da ricercare nella sua ideologia, quanto in quella struttura nativa, in quelle esigenze umane, in quei criteri originari per cui egli è uomo come noi (…); fra ideologie diverse ciò che è in comune è proprio l’umanità degli uomini che portano quelle ideologie come vessilli di speranza o di risposta» (don Luigi Giussani). In questo l’apporto dei cattolici fu assai significativo. (…) Per molti costituenti fu chiaro che la persona umana intesa nella sua integralità doveva costituire la pietra miliare della ricostruzione della società e delle istituzioni. La Costituzione italiana fu ed è la Costituzione di tutti perché è una Costituzione per l’uomo – come affermò l’onorevole La Pira nel suo intervento in Assemblea Costituente l’11 marzo 1947. Attingendo alle concezioni tomistiche – secondo le quali un assetto giuridico, quale è la Costituzione, deve essere proporzionato all’assetto sociale e umano – proposero un progetto giuridico il cui fondamento era costituito dall’uomo reale e dalla realtà sociale in cui si svolge l’umana esistenza. (…) Con grande realismo, nel pieno di un acceso dibattito relativo al ruolo delle istituzioni religiose, di nuovo La Pira osservava: «Guardate in campagna: cosa vedete in un piccolo villaggio? C’è il campanile, la Chiesa, c’è il palazzo del Comune, c’è la scuola, c’è la camera del lavoro, la casa del popolo; esistono tutte queste forme

Il giuramento dei nuovi giudici della Corte Costituzionale al Quirinale

di attività sociale. Esistono. Quindi una Costituzione pluralista, la quale è il vestito di questa realtà concreta, deve per forza tener conto di questa struttura sociale». Una passione per l’uomo considerato nella sua realtà storica permise, non senza passare attraverso incomprensioni e vivaci discussioni, di raggiungere infine un accordo condiviso. (…) Se il fondamento fu un elemento ampiamente condiviso, non mancarono nelle articolazioni concrete del testo costituzionale momenti meno adamantini. Luci e ombre, come si è detto nella mostra sui «150 anni di sussidiarietà». (…) Queste ultime osservazioni sulle disposizioni di «compromesso» e sulla loro intrinseca flessibilità ci suggeriscono un’ultima rapida considerazione, che non intende essere una “conclusione”, ma piuttosto l’invito ad aprirsi a nuovi spunti di riflessione. Che cosa è la Costituzione? Qual è il suo ruolo nella vita di una società, di un popolo? (…) La Costituzione non è un testo giuridico qualunque: essa si colloca alle estreme propaggini dell’universo giuridico, in continuo contatto con l’espe-

rienza viva del popolo e della società di cui essa costituisce l’architettura giuridica fondamentale. Non è neppure un pezzo di antiquariato o un semplice documento storico. Si tratta invece di un testo il cui contenuto e le cui potenzialità sono continuamente rimodulate alla luce dell’esperienza storica e della realtà viva di una società. (…) La partita costituzionale è dunque sempre tutta da giocare non tanto – come è accaduto nel corso degli ultimi vent’anni – ponendo il problema della revisione e della riforma costituzionale, quanto per far parlare il testo e fargli esprimere tutte le potenzialità che esso contiene. Certamente le istituzioni politiche e di garanzia svolgono un ruolo essenziale in questa partita. Eppure, come era chiaro ai grandi giuristi del secondo dopoguerra, il soggetto che può infondere vita al testo costituzionale è anzitutto il popolo, di cui le istituzioni sono costantemente chiamate a farsi interpreti. (L’intervento integrale è pubblicato nel libro “Una certezza per l’esistenza”, BUR Saggi)

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