eeting m Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma DCB Rimini valida dal 01/06/98” - € 1,00
NOTIZIARIO
R I V I S TA D E L L A F O N D A Z I O N E M E E T I N G P E R L ’ A M I C I Z I A F R A I P O P O L I
Il 21 agosto è qui la Festa!
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ANNO XXXI
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EDITORIALE
Italiani popolo di... Volontari Degli italiani si dice che siano un popolo di santi, poeti e navigatori. A questa definizione a noi viene da aggiungere un popolo di gratuità. Si, sappiamo quanto è anacronistico dire questo in un periodo come quello in cui siamo. Ma al Meeting questo popolo c’è. Non sono i professionisti del volontariato, non sono quelli dal ‘cuore buono’ o con l’animo gentile. Sono 4000 volti, ognuno dei quali con una storia, una vita e le proprie difficoltà, simili a quelle di tanti italiani. Catalogarli come gli eroi del Meeting, sarebbe la cosa più sbagliata. Giusto invece è chiedersi ogni volta, ogni istante in cui si QUATTROMILA vede una maglietta, in cui si vede un loro gesto, qualunque esso sia ( cuocere le patatine, accompagnare un ospite, sorvegliare un parVOLONTARI AL LAVORO cheggio), perché lo fanno? PER IL MEETING. E perché poi negli ultimi anni si sono aggiunte oltre 100 persone COSA LI MUOVE? dall’estero, da 17 paesi diversi (quest’anno fra i volontari ci saIL DESIDERIO DI QUALCOSA ranno anche 30 cristiani e musulmani del Meeting Cairo)? “La meraviglia più grande del Meeting (…) siete voi”, disse don DI PIÙ GRANDE E PIÙ CERTO Luigi Giussani nel 1985 in un’omelia durante la messa per i voPER LA PROPRIA VITA. lontari. La parola chiave è la gratuità, “l’unico valore proprio delANCHE QUESTO POPOLO l’uomo, tutto il resto lo possono fare le macchine e le bestie e i DELLA GRATUITÀ È ITALIA. Superman, ma la gratuità no. Solo l’uomo”, continuò Giussani, “la gratuità è la posizione in cui l’uomo si mette quando fa qualche cosa magari anche per un certo calcolo anche per un certo contratto, anche per impeti naturali ma fa quella cosa lì con dentro in qualche modo il desiderio di sentire qualcosa di più grande”. E’ per questa gratuità che lo fanno e lo facciamo, per questo desiderio di qualcosa di grande e di certo per la propria vita. Per essere veramente uomini. E questo è un pezzo di Italia, un pezzo di quel popolo italiano di cui si canterà in piazza Cavour il 21 agosto, un pezzo di popolo che ha contagiato l’Egitto e tanti altri paesi. Perché non dovrebbe contagiare anche noi e tutto lo stivale?
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SOMMARIO
w w w . m e e t i n g r i m i n i . o r g «E NEANCHE D’UN NULLA TU DEVI VENIRE MENO ALL’UOMO, MA ESSERE VIVO, VIVO E NULL’ALTRO, VIVO E NULL’ALTRO FINO ALLA FINE». (BORIS PASTERNAK)
Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma DCB Rimini valida dal 01/06/98” - € 1,00
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R I V I S TA D E L L A F O N D A Z I O N E M E E T I N G P E R L ’ A M I C I Z I A F R A I P O P O L I
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ANNO XXXI
AGOSTO 2011
EDITORIALE
Il 21 agosto è qui la Festa!
Italiani popolo di..Volontari
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di Matteo Lessi
SPECIALE PRESENTAZIONI ROMA - L’anomalia Italia e il caso Mediterraneo 8 SAN MARINO - La sfida della certezza 18 ESPERIENZE In copertina: Piazza Cavour di Rimini dove si terrà la festa inaugurale del Meeting 2011
Pronti all’imprevedibile
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di Francesca Glanzer
IN-MOSTRA 2011
Ezechiele La storia d’amore tra Dio e Israele 31 di Jonah Linch
IN-MOSTRA 2011
L’arte salvata risplende al Meeting
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SPETTACOLI 2011
La grande lirica sul palco del Meeting 39 “Al dolore ho chiesto di farmi crescere” 43 Metti una sera alle Piscine Ovest 46 CORTI
Omaggio a Eugenio Corti
meeting
WEB
Seguire il Meeting da casa
NOTIZIARIO
Anno XXXI - N. 3, Agosto 2011 Questo numero è stato chiuso il 29/07/2011
PUBBLICITÀ: Evidentia Communication (società a direzione e coordinamento di Fondazione Meeting): Tel 0541/18.32.501 Fax 0541/78.64.22
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di Lorenzo Ronci
Proprietario/Editore: Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli Autorizzazione del Tribunale di Rimini n. 2008 del 2/11/82 DIRETTORE RESPONSABILE: Alver Metalli COORDINAMENTO REDAZIONALE: Matteo Lessi REDAZIONE: Filomena Armentano, Vanni Casadei, Erika Elleri, Piergiorgio Gattei, Walter Gatti, Rosanna Menghi FOTO: Roberto Masi, Angelo Tosi PROGETTO GRAFICO: Davide Cestari, Lucia Crimi VIDEOIMPAGINAZIONE: IMMpAGINA - Rimini STAMPA: Pazzini - Villa Verucchio - Rimini REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Via Flaminia, 18-20 - C.P. 1106 - 47923 Rimini Tel 0541/78.31.00 Telefax 0541/78.64.22. email - meeting@meetingrimini.org www.meetingrimini.org
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SPORT
Al Meeting anche lo sport è incontro
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di Filomena Armentano
VILLAGGIO RAGAZZI
Lasciate che i bambini vengano al Meeting 55 di Filomena Armentano
RISTORAZIONE
Al Meeting più gusto per tutti
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di Filomena Armentano
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SPECIALE PRESENTAZIONI
L’anomalia Italia e il caso Mediterraneo Sono stati i temi al centro della presentazione del Meeting 2011 svoltasi il 15 giugno a Roma all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Ecco la sintesi degli interventi dei protagonisti
orientali; il problema delCardinale Jean-Louis le risorse energetiche; il Tauran commercio delle armi; la Presidente del Pontificircolazione delle persocio Consiglio per il Diane; le minacce terroristilogo Inter-Religioso che; la realtà dei Balcani; Pensando al futuro meei cambiamenti in corso in ting, mi è venuta in menEgitto,Tunisia, Libia e le te la convinzione di quanloro conseguenze. to sia importante per l’uoNegli ultimi anni, le due mo di oggi la questione delCardinale la felicità. La felicità è la Jean-Louis Tauran rive del Mediterraneo si sono domanda fondamentale delallontanate a causa della disel’essere umano. Ognuno di noi vuol guaglianza delle condizioni di vita delessere felice. Ora, quando vediamo le popolazioni che vivono sulle coste, ciò che è avvenuto nel Maghreb, si dell’esodo di numerose famiglie e degli può pensare che, in fondo, non sia che scontri ideologici e religiosi. una manifestazione di questa irrepriQuest’evoluzione, però, non ha impedito al Mediterraneo di restare mibile ansia di felicità. I grandi evenun crogiuolo di civiltà: tre continenti di questa primavera hanno sorpreti, tre monoteismi, tante le eredità, da so tutti. Se guardiamo le rivendicaquella classica, a quelle araba, bizanzioni dei manifestanti, è interessante tina, ottomana, berbera… “Mediterrilevare prima di tutto che erano giovani che chiedevano lavoro, dignità, raneo” è sempre sinonimo di alterità. Si impone allora una domanda: è libertà, cultura e democrazia. Abbiamo notato tutti l’assenza completa di possibile oggi la coabitazione dei tre slogan antiamericani, antioccidentamonoteismi nell’area del Mediterrali, o antisionisti. neo? Il Mar Mediterraneo è una porta Non vi è altra soluzione che quella che consente d’incontrarsi ai tre condi vivere le nostre diverse culture e tinenti che vi si affacciano (Africa, religioni nel rispetto della specificità di ciascuno e con l’esercizio del doveAsia ed Europa); si apre verso l’imre di solidarietà. Praticare il dialogo menso oceano delle grandi scoperte. tra uomini e donne differenti comOggi i problemi mondiali si rifletporta la convinzione che tutti fortono tutti in questo mare che non è miamo una stessa famiglia, che c’è stato mai calmo: i conflitti medio8
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I partecipanti alla presentazione di Roma: Giorgio Vittadini, Franco Frattini, Cardinale Jean-Louis Tauran, Emilia Guarnieri e Francesco Maria Greco Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede.
una comunità umana, un bene universale, ma anche la volontà di opporsi alla xenofobia, alla chiusura delle frontiere, alle ideologie che diffondono l’odio. Il dialogo tra culture e religioni non ha solo lo scopo di aiutarci ad elaborare una cultura che permetta a tutti di vivere con dignità e
ROMA
nella sicurezza. Ritengo che i capi religiosi dei tre monoteismi dovrebbero unirsi per diffondere un’educazione al dialogo che sappia integrare le differenze: scoprire che, se siamo diversi e ci accettiamo come tali, mettiamo a disposizione della società quei valori che ispirano le scelte dei credenti: rispetto della comune natura umana, senso di fraternità, bisogno di vivere, riconoscimento della solidarietà di
tutti. Questa formazione della coscienza passa attraverso la cultura e l’educazione: scuola, università, ma anche sinagoga, chiesa e moschea, con i loro riti, e le loro lingue, ecc. Pensando al Mediterraneo di domani, credo che scopriremo che dobbiamo cambiare tutti la nostra visione. La sopravvalutazione del fattore economico provoca in alcuni un senso di autosufficienza e in altri un senso di sfruttamento. Solo le società
aperte possono vivere in pace. Non si può costruire la propria prosperità a danno degli altri. In realtà, il Mediterraneo ha assai più di due rive. Certamente, quelle del Medio e Vicino Oriente, ma poi le sponde dei Balcani e quelle dei popoli segnati dall’ortodossia.In Oriente non ci si trova mai in una relazione faccia a faccia, ma in una relazione complessa. I cristiani, in ogni caso, sanno che > AGOSTO2011
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Vivere sicuri non è solo un desiderio. È un diritto.
Noi di Finmeccanica crediamo che vivere liberi da ogni pericolo sia un diritto di tutti. Ecco perché 75.000 persone del nostro Gruppo lavorano ogni giorno in tutto il mondo per realizzare i migliori sistemi di sicurezza. Grazie ad una filosofia improntata a partnership durature e un’incessante ricerca nell’alta tecnologia, progettiamo e costruiamo aerei, elicotteri e sistemi integrati capaci di proteggere le reti di trasporto, le infrastrutture, i confini nazionali terrestri e marini e la vita di tutti i giorni. Che tu sia un pilota o un passeggero, un militare o un civile, la tua sicurezza è il nostro obiettivo. Perché oggi un mondo più sicuro è possibile.
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ROMA è mettendo al centro l’uomo, e tra gli uomini la persona del più debole e del più fragile, che si cresce in umanità. Il senso dell’altro è determinante per questo dialogo di pace. Dobbiamo perciò riconoscere i nostri errori e costruire il futuro di questa parte del mondo su valori etici che ci consentano di considerare l’altro nella sua specificità e di arricchire scambievolmente le nostre identità. Permettete a me, in quanto cristiano, di dire semplicemente che credo nell’uomo, capace delle derive più abiette, ma pure d’insegnare e curare. Le nostre religioni favoriscono una pedagogia dell’incontro: rispetto delle differenze e affermazione delle nostre identità: facilitano l’accettazione del pluralismo, in particolare nell’ambito familiare (scambio tra le generazioni e trasmissione dei valori); educano: insegnamento della storia e degli eventi religiosi; infine, a dispetto di tutte le carenze dei loro adepti, esse ricordano a tutti che “non di solo pane vive l’uomo”. Ebrei, cristiani e musulmani, crediamo che ciascuno di noi sia unico e sacro. E’ così che ci si ascolta, imparando a farsi largo non con i pugni, ma con argomenti ragionati e ragionevoli. Pensare il Mediterraneo significa per me riconoscere l’alterità, ricordarsi, consentire l’arricchimento reciproco per ricominciare ogni giorno a imparare a vivere insieme! Franco Frattini Ministro degli Esteri Quello che sta accadendo nel Mediterraneo, quello che sta rappresentando la cosiddetta primavera araba, deve essere considerato una svolta se noi lo considereremo davvero in tutte le sue sfaccettature, considerando tutti gli aspetti estremamente complessi di un passaggio che costituisce la messa in crisi di convinzioni radicate nella diplomazia internazionale. Queste convinzioni sono state messe in crisi profondamente. Credo che questo c’imponga anche un ripensamento legato
se nazionale deve essere a una riflessione critica sul una parte fondante della nostro passato recente, su nostra diplomazia? Non come contribuire a un equilibrio stabile nella regiocredo ci sia contraddizione mediterranea. ne tra il sostenere oggi un Questo equilibrio, se non interesse nazionale e la vogliamo sia fondato sulcostruzione insieme agli la sabbia (come lo erano altri di un tessuto fondadittature apparentemento sui diritti, sulla persote stabili ma in realtà molna, sulla democrazia su Franco Frattini to fragili), deve nascere fonquei valori che noi abbiamo dato sulla persona umana, in comune. Non c’è consu un umanesimo mediterraneo che traddizione. Questo è un punto molnasca e si alimenti con le libertà, a par- to importante perché affermare i dirittire dalla libertà religiosa che è la con- ti, costruire un nuovo umanesimo, dizione per fruire delle altre libertà. basarsi su rapporti di parternariato davQuali sono le certezze che sono cadu- vero egualitario, seguire un approccio te e quali sono i passi che ora abbia- nuovo, aiuta il nostro interesse nazionale, aiuta a difendere i valori su cui mo davanti? 1) Credevamo, sbagliando di gros- un paese come l’Italia si fonda. so, che vi fosse, se non una incompaIo credo che lavorare per la prospetibilità, una grande difficoltà di con- rità, per la stabilità e la sicurezza, si ciliare un mondo arabo inteso come possa fare se si costruisce basandosi su tale, come complesso di storia, di cul- un tessuto di valori comuni. tura, di tradizioni consolidate e antiQui viene un tema su cui credo la che, con un concetto di democrazia, comunità internazionale, a cominciapromozione dei diritti, rivendicazio- re dalle Nazioni Unite, dovrà interne delle libertà. rogarsi, proprio alla luce delle espe2) È caduta poi un’altra grande con- rienze che stiamo facendo (quella dolotraddizione di noi occidentali: quella rosa della Libia). Io credo dovremo di avere pensato per tanto tempo che interrogarci su quel principio che la nel medio oriente, in nord Africa, il Carta delle Nazioni Unite ha affernostro interesse strategico fosse quel- mato e alla luce del quale tante mislo di privilegiare la stabilità dei gover- sioni dell’Onu di ingerenza umanitani che ci riparavano dall’estremismo, ria si sono trasformate in azioni belliche frenavano i flussi degli immigrai che per difendere la popolazione civiclandestini, rispetto ai pilastri della le innocente. nostra storia, la democrazia, i diritti È possibile, è necessario, ormai indidelle persone, l’eguaglianza tra gli uomi- spensabile, riflettere sul fatto che quelni e le donne, la libertà della religio- la regola della Carta dell’Onu sull’inne. gerenza umanitaria, in nome della qua3) Abbiamo sbagliato nel pensare le noi siamo andati e andiamo a ristache quella stabilità ci sarebbe stata bilire il rispetto dei diritti e la protegarantita da regimi che erano in gra- zione dei civili a rischio, debba essere do davvero di controllare i loro popo- ripensato stabilendo una maggiore li. Questo non è stato. Il vento di liber- enfasi sulla prevenzione delle crisi anzità che ha cominciato a spirare ci ha ché solamente sulla reazione, che poi dimostrato che quei popoli in realtà finisce sempre per essere un’azione non amavano i loro dittatori, non ama- militare. E’ questo pilastro della Carta Onu vano i loro regimi. Allora cosa accade ora?. La nostra da rafforzare ovvero l’aspetto che riguarriflessione critica ed autocritica fa cade- da la prevenzione, la ricerca caparbia re anche il principio per cui l’interes- di una soluzione politica. > AGOSTO2011
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ROMA Abbiamo detto tante volte a parole di essere promotori e difensori dei diritti della persona umana e poi ci siamo trovati noi europei in una situazione in cui nessuno dei paesi membri fondatori dell’Europa ha ritenuto di sostenere l’azione dell’Italia per la difesa del Crocifisso, in cui nessuna nazione d’Europa ha co-sponsorizzato l’azione dell’Italia per la difesa dei cristiani d’oriente o dei cristiani d’Iraq. Se noi fossimo di un solo minuto in ritardo rispetto al vento di libertà e alla domanda di libertà dei giovani di piazza Tahrir e dei ragazzi di Tunisi, noi avremmo perso definitivamente (come Europa e anche come Italia) la credibilità a essere interlocutori. Non basterebbe più il piano Marshall, che pure è indispensabile, non basterebbero più gli investimenti, che pure sono fondamentali, sarebbe mancata quella leadership dei valori, quella leadeship morale che oggi abbiamo la possibilità di esercitare. Quando ci siamo battuti per le radici cristiane nella costituzione europea non lo facevamo soltanto perché siamo cristiani, lo abbiamo fatto anche perché eravamo convinti che affermare le radici cristiane dell’Europa nella Carta più alta d’Europa sarebbe stato un messaggio politico, ma soprattutto morale per il resto del mondo. Con dolore abbiamo visto dopo la rivoluzione di piazza Tahrir, i cristiani copti chiedere ancora più fortemente protezione rispetto a quando c’era il regime non democratico. Il fallimento della rivoluzione araba sarebbe quello in cui qualcuno dicesse, domani, che per alcuni diritti si stava meglio quando c’era il governo autoritario che ci proteggeva. Vale per la Siria, per l’Egitto, per la Tunisia. Per tutti questi paesi questo sarebbe il fallimento della primavera araba e noi abbiamo il dovere di lavorare perché questo non accada e perché l’estremismo e l’islamismo non si impadroniscano con il loro inverno dei
diritti di questa primavera.
re, di fronte all’incertezza non possiamo non dire che ci sentiamo a disagio. Questa incertezza fa soffrire, allora questo ci costringe a riconoscere che non siamo fatti per l’incertezza. Se l’incertezza e la paura ci mettono a disagio vuol dire che l’uomo è fatto per la cer-
Emilia Guarnieri Presidente Fondazione Meeting Il Meeting di quest’anno si colloca nel vasto orizzonte delle prospettive che da subito l’Ambasciatore ha Emilia Guarnieri apertocon le sue essenziali e puntuali citazioni. La ringrazio per tezza. questa introduzione e per la bellissiNon bastasse questo, c'è la seconma ospitalità che lei, e l’Ambasciata da evidenza, dettata dal dogma del d’Italia presso la Santa Sede, ci offre. pensiero relativista, che afferma che Così come il Meeting di quest’anno è impossibile pervenire alla certezza. si colloca nell’orizzonte delle proL'uomo non sarebbe in grado di ragspettive aperte dal cardinale Tauran: giungere certezze. Questo equivale a dire che l’uomo non è in grado di ragquesta grande tradizione del Medigiungere la realtà, non è in grado di terraneo che, proprio per la sua stoconoscere veramente se stesso e quelria e la sua tradizione, ci consente di lo che ha attorno. muoverci con fiducia nell’uomo. La Il Meeting di quest’anno si collogrande certezza su cui il Meeting da sempre si è mosso è questa stima delca nel contesto della sfida costituita l’uomo, del cuore e del desiderio delda queste due evidenze, per scoprire l’uomo. E anche per questo mi perse veramente il nostro destino è l'afmetto di ringraziare il ministro Fratfermazione di Sartre: “cosa sono le tini, di cui continua a colpirmi il granmie mani? la distanza incommensude coraggio con cui pone le questiorabile che mi divide dal mondo degli ni. Del coraggio di una politica esteoggetti e mi separa da essi per semra fatta del saper guardare alla realtà, pre” e quindi l’impossibilità di un rapporto con le cose che toglie il senso e di questo coraggio di saper ascoltare il gusto del vivere. Oppure se esiste la questa domanda di libertà, che anche possibilità di affermare un senso ed nelle vicende del nord Africa si muouna utilità della vita, poichè, come ve, di tutto questo ci sentiamo moldice Pavese,“Non c’è cosa più amara to partner, molto amici e non è un caso infatti che tutti questi ultimi dell’alba di un giorno in cui nulla accaMeeting l’hanno vista protagonista drà, non c’è cosa più amara dell'inudi importanti incontri di politica intertilità". nazionale seri, coraggiosi e non retoSe desideriamo una certezza, querici. sto desiderio è la prova che una cerVengo al tema di quest’anno,“L’esitezza deve pur esserci Non ci si può stenza diventa una immense certezesimere dal tentativo di guadagnarla, za”. non si può evitare il rischio di “lanCi sono come due grandi evidenze ciare la spada al di là delle cose note per trovare ciò che il cuore desidera” che tutti noi oggi viviamo. Da una come dice il guerriero della Ballata parte c’è una grande paura di fronte del cavallo bianco di Chesterton, che all’incertezza della vita: oggi si vive di sarà rappresentata al Meeting. Ma, una condizione di incertezza, tutto è incerto, dalla vita personale al lavoro appunto la spada va lanciata, la cerper i giovani, al futuro, alla politica, tezza va conquistata in un percorso, all’economia, al futuro della scena non arriva al di fuori di un cammino internazionale.Tutto è incerto. Eppue di una responsabilità, implica un > AGOSTO2011
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ROMA percorso della ragione e dell’esperienza umana. Occorre qualcosa che sfidi la paura di lanciarsi nell’avventura della vita. Ha scritto il poeta Carlo Betocchi: "Ciò che occorre è un uomo / non occorre la saggezza,/ ciò che occorre è un uomo / in spirito e verità; / non un paese, non le cose / ciò che occorre è un uomo / un passo sicuro e tanto salda / la mano che porge, che tutti / possano afferrarla e camminare / liberi e salvarsi". Il Meeting attraverso l’arte, le testimonianze, i contributi di scienziati, imprenditori, politici, uomini di cultura, vuole offrire il contributo di uomini così, persone che nella vita camminano libere. Il Meeting non è altro che un’esperienza di uomini che hanno incontrato altri uomini, appassionati alla vita e alla ricerca della certezza e della verità. Da 32 anni la tra-
marzo 2011 ha detto, proprio sul tema dell’unità d’Italia, che la molteplicità dei soggetti e delle situazioni non è in contraddizione con l’unità della nazione. Un’unità e pluralità sono a diversi livelli due valori che si arricchiscono mutuamente Giorgio Vittadini se vengono tenuti nel giusto e reciproco equilibrio. Il Presidente Napolitano nel discorso alle Camere del 17 marzo 2011 ha detto: non lasciamoci paralizzare dalGiorgio Vittadini l’orrore della retorica, per evitarla è Presidente Fondazione per la Sussufficiente affidarsi alla luminosa evisidiarietà Il Meeting comincerà con l’incondenza dei fatti. Nella nostra storia, tro con il Presidente Napolitano che nella nostra visione la parola unità inaugurerà la mostra che si intitola si sposa con altre: pluralità, diversi“150 anni di sussidiarietà”. Benedettà, solidarietà, sussidiarietà. L’idea to XVI ai membri dell’ANCI il 12 della mostra è di mostrare questa >
ma di questi rapporti si dilata, incidendo nella storia, costruendo legami e opere, ma soprattutto contribuendo, attraverso l’incontro e il confronto sulle ragioni della vita, ad educare uomini non rassegnati ad inseguire farfalle, ma ancora appassionati alla res pubblica, capaci di opporsi al tentativo di renderli schiavi del potere.
Un momento della presentazione di Roma
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ROMA anomalia sussidiaria dell’Italia: nel quadro delle tante cose dette importanti e giuste ce n’è anche una che vorremmo documentare, e cioè che l’Italia l’hanno fatta realtà di popolo, liberale, socialista, cattolica. Queste realtà sono all’origine delle diverse fasi della storia d’Italia, a partire dal periodo non facile dopo l’unità d’Italia, prima dell’avvento del fascismo, quando sia i cattolici nel quadro del non expedit, sia il movimento socialista e l’imprenditoria liberale hanno creato le basi perché questo paese fosse un paese di solidarietà e sussidiarietà. Questa sarà la prima fase della mostra. La seconda: tutto il periodo fascista non ha voluto dire la fine di questa Italia ma il continuare di fermenti, di possibilità di resistenza, di ripresa che sono sfociati nella “impossibile” ricostruzione del dopoguerra, preceduta, e questa è la terza fase della mostra, dalla Costituzione. In un clima di guerra fredda queste componenti, cattolica, socialista e liberale, hanno potuto costruire una Carta che ha portato alla democrazia. Il quarto sarà un altro punto strano, “impossibile”: il boom economico. Solo dopo 15
anni dalla distruzione post-bellica l’Italia diventa il settimo paese industriale del mondo, una potenza non basata su multinazionali potentissime ma su una rete di piccole e medie e allora grandi imprese che nascono stranamente perché un paese distrutto, un paese vinto, un paese mutilato in parte del suo territorio è stato in grado di riprendersi. La realizzazione della mostra ha visto come protagonisti alcuni importanti professori e 200 ragazzi, studenti universitari, che hanno lavorato in questo periodo andando a scartabellare, guidati dai professori, in archivi, in raccolte documenti, libri e altro. Ma cosa concludiamo nell’ultima parte? Concludiamo con qualcosa che forse è abbastanza originale come lettura dell’Italia perché forse ha qualcosa da dire anche sull’oggi. Che cosa ricaviamo da questi 150 anni? Che l’Italia è il paese del cambiamento. In un momento che ci chiede di cambiare, in cui tutti sono spaventati dal cambiamento, o vogliono cambiamenti che nascono innanzitutto da sovvertimenti politici, diciamo che l’Italia è stata creata da un vasto cambiamento popolare.
L’ingresso dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede
Un cambiamento non casuale, un cambiamento dovuto innanzitutto non a strategie politiche ma a quel tipo di conoscenza per avvenimento propria di un soggetto capace di desiderio. Al centro c’è un uomo che desidera, come diceva Giussani, cioè il senso religioso, la capacità di verità, giustizia e bellezza insita nel suo cuore. Un uomo che di fronte alle circostanze della vita non si abbatte, non si ferma, non si scoraggia, non lascia ad altri il fattore del cambiamento ma è più grande di queste circostanze. Un uomo che non smette di desiderare. Abbiamo sentito il Censis dire che l’appiattimento del desiderio è il problema di oggi, e il desiderio è stata la grande risorsa dell’uomo di fronte al cambiamento. Nell’Europa la specificità dell’Italia è che non ha mai ridotto, almeno teoricamente, l’idea di una conoscenza di questo tipo. Questa è la specificità che noi vediamo in questi 150 anni, che ha portato anche aggregazione perché questo modo di conoscere spinge a non stare da soli; perché, come dice sempre Giussani nel discorso di Assago, un uomo che desidera, un uomo che conosce in modo realistico non sta da solo, si mette insieme in movimenti, corpi intermedi, in realtà sociali, e questi sono i punti che custodiscono il suo desiderio, che aiutano ad essere realistici. Allora voi capite che questo messaggio, che sarà documentato puntualmente con fatti è un messaggio per l’oggi. Oggi di fronte a un momento di cambiamento, di fronte a grandi divisioni anche nel corpo sociale e amplificato da molti mezzi di comunicazione, si può dire che c’è un modo di stare insieme, senza annullare le diversità anche politiche, che può costruire un bene comune a patto che non si rinunci a questa posizione umana, quella che poi ha portato alle radici cristiane dell’Europa. Testi non rivisti dagli autori AGOSTO2011
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La sfida della certezza Venerdì 8 luglio si è tenuta a San Marino, al Centro Congressi Kursaal, la presentazione del Meeting 2011. Dopo l’introduzione del presidente Emilia Guarnieri, due “assaggi”: Ambrogio Sparagna e il coro Amarcanto hanno eseguito tre canti popolari dello spettacolo inaugurale e l’attore Andrea Carabelli ha letto alcuni brani de La ballata del cavallo bianco. Quindi i saluti delle autorità ed infine il portavoce Matteo Lessi ha illustrato i punti più importanti del programma Emilia Guarnieri Presidente Fondazione Meeting Questo per il Meeting è stato un anno molto intenso, c’è stata la grande esperienza, condivisa con gli amici musulmani d’Egitto, del Meeting Cairo, c’è stata la presentazione all’Onu, e c’è stato tutto il lavoro di preparazione e realizzazione del Meeting 2011, il Meeting della certezza. Un tema che ha sfidato innanzitutto noi. Che cos’è la certezza? Abbiamo constatato ancora una volta il peso doloroso dell’incertezza, esistenziale, sociale, politica, economica che grava su ognuno e sul mondo intero. Abbiamo anche sperimentato la violenza di certa cultura relativista che vorrebbe negare il diritto alla certezza, tacciando di dogmatismo qualunque posizione che affermi certezze relativamente alla vita e alla conoscenza della realtà. Una tale posizione è violenta, perché va contro il desiderio che l’uo-
mo ha di certezze. Se è vero che l’incertezza fa soffrire e che la certezza è desiderata, questo è la prova più evidente che all’uomo non può essere negato il cammino alla conquista della certezza. Il Meeting di quest’anno documenterà tanti e diversi percorsi relativi a questa conquista. Storie di uomini, del presente e del passato,scienziati, artisti,filosofi,imprenditori, politici, artisti, credenti e non credenti, cristiani, musulmani, ebrei. Tutte storie che mostrano come all’origine di ogni seria ed utile avventura umana ci sia l’ipotesi di una certezza. Il Meeting di quest’anno porta con sé una sottolineatura particolare: la certezza non è solo una posizione esistenziale, ma la certezza fa storia, uomini certi incidono nella storia. Tanto della ricchezza umana, culturale e artistica, che noi porteremo al Meeting di quest’anno sarà la documentazione di questo. > AGOSTO2011
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SAN MARINO La stessa giornata inaugurale, che vedrà il grande avvenimento della presenza del presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, sarà dedicata alla storia di una grande certezza, la storia della tradizione e della cultura del popolo italiano. Il Presidente infatti sarà al Meeting in occasione della mostra dal titolo 150 anni di sussidiarietà e su questo interverrà domenica nell’incontro inaugurale. Questa certezza che fa storia la si comprende anche dalle parole del Presidente stesso, nel Discorso alle Camere del 17 marzo 2011: “Nella nostra storia e nella nostra visione, la parola unità si sposa con altre: pluralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà. Reggeremo alle prove che ci attendono, come abbiamo fatto in momenti cruciali del passato, perché disponiamo anche oggi di grandi riserve di risorse umane e morali”. La mostra dei 150 anni esce con il logo ufficiale delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia. Lo spettacolo inaugurale di domenica sera, in piazza Cavour, perchè il Meeting ritorna quest’anno nel cuore della città, sarà anch’esso dedicato alla tradizione della poesia e della musica popolare italiana, con Ambrogio Sparagna, Davide Rondoni, Gianni Aversano e il coro Amarcanto che proporranno il grande repertorio del canti della tradizione e del popolo italiano. On. Antonella Mularoni Segretario di Stato agli Esteri della Repubblica di San Marino
Per la terza volta ho il piacere di in-
tervenire a questo appuntamento nella mia veste di segretario di stato per gli Affari Esteri e di confermare il forte interesse di San Marino a mantener vivo il legame che ci unisce alla grande kermesse riminese divenuta oramai un appuntamento fisso ed atteso per migliaia di visitatori che affluiscono da tutta Italia e non solo per partecipare a una serie di incontri ed eventi di altissimo profilo. Anche il titolo dell’edizione 2011 si preannuncia foriero di riflessioni profonde. E l’esistenza diventa una immensa certezza, una provocazione emblematica dinanzi a una società che pare aver perso molte certezze. Del resto, la vera sfida del Meeting, sempre vinta, sta proprio nell’andare oltre i vari cliché della società contemporanea o le tante banalità da cui rischiamo di essere sommersi e nel cercare, invece di muovere quelle corde del pensiero che uniscono e allo stesso tempo dividono popoli e culture e che appassionano tutti, filosofi, politologi, economisti, teologi e leader mondiali. Un tema, dunque, anche quest’anno affascinante che metterà certamente in luce le crisi del nostro tempo, il disorientamento di una società che non riflette o non riflette abbastanza sul significato proprio dell’esistenza umana e della sua infinita ricerca di motivazioni e di significati. Temi questi che richiamano la necessità di una maggiore e migliore conoscenza di noi stessi e delle aspirazioni e dei bisogni più profondi degli esseri umani. Intorno a questo importante titolo ruoterà tutta la serie di attività proprie dell’appuntamento riminese, che anche quest’anno rappresenterà l’evento cardine della riflessione politica, culturale e sociale del mondo contemporaneo e in Italia, ed a cui desidero rinnovare il pieno sostegno del Governo sanmarinese e la sincera gratitudine per poterne fare parte a pieno titolo contribuendo anche alla realizzazione di alcune sue iniziative.
Stefano Vitali Presidente della Provincia di Rimini
Per 32 anni Rimini è stata al centro del mondo, per una settimana Rimini è il centro del mondo perché vi sono passati capi di stato, il Papa, personaggi dell’economia, incroci di culture, scambi davvero importanti. Forse sono nati anche dei momenti di pace all’interno degli incontri che ci sono stati al Meeting. E allora rifletto sul fatto che questo immenso patrimonio che rappresenta e che ha rappresentato il Meeting molto spesso, parlo per me, come cittadino di Rimini, sia visto solo come un contenitore. Il Meeting come un contenitore da cui sono passate persone, statisti, ma del quale noi ci siamo nutriti poco. Lo abbiamo visto, non dico lontano, ma come un momento di passaggio. Credo invece che in questi ultimi anni il grande miracolo che sta succedendo è quello di sentirlo come nostro, come un patrimonio nostro, un qualcosa che ci arricchisce, che ci fa crescere, di cui andare orgogliosi. E il grande segno di quest’anno, perché è un grande segno ricominciare dalla piazza, ricominciare da Rimini, è un ulteriore passo verso questa consapevolezza. Dialoghiamo col mondo, certo, ma dialoghiamo anche tra di noi, relazioniamoci, sentiamolo come patrimonio perché se non partiamo insieme rimane un contenitore, importante, fondamentale, straordinario, però io lo voglio sentire mio e credo che questo miracolo stia avvenendo. E credo che giorno per > AGOSTO2011
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SAN MARINO giorno possiamo costruire un incontro sempre più straordinario per il nostro territorio per la nostra città. Credo che noi abbiamo bisogno di non farci passare tutto addosso, credo che noi abbiamo bisogno di prendere quello che il Meeting ci dà, quello che le persone che passano al Meeting ci danno, abbiamo bisogno di prenderlo come un patrimonio nostro. Ed è davvero per questo, Emilia lo sa perché le volte che c’incontriamo ci diciamo queste cose, credo che di passi avanti ne siano stati fatti tanti, ma ripeto, il segno di quest’anno coltiviamolo tutti. Il fatto di partire dalla piazza, di ricominciare dalla piazza perché allora diventa veramente un nostro patrimonio. Andrea Gnassi Sindaco di Rimini
Da 32 anni Emilia e gli amici del Meeting sono una certezza, la certezza di avere a Rimini, grazie alla tenacia alla sfida all’orgoglio di qualche donna e qualche uomo coraggioso, di avere la certezza di aver consolidato, di aver seminato una pianta che oggi ci permette di dare ancora una volta a Rimini quel profilo, quel rango internazionale di città europea, di città degli incontri. A Rimini arriva la via Flaminia e parte la via Emilia. Prima del passaggio a nord via terra che collegava Roma caput mundi al resto del mondo, dell’impero, l’unico passaggio da terra era per Rimini, il passaggio per Firenze arriverà molto più tardi. C’è un bellissimo libro di
Alberto Angela che racconta il viaggio di un sesterzo romano, che parte da Roma e arriva in Bretagna, arriva nella Dacia, fa il giro di questa immensa terra romana all’epoca dell’impero romano. E Rimini è lì, è uno dei pochi, tanti luoghi, terre d’incontri e passaggi, il sesterzo passa per la domus del chirurgo e incrocia appunto questa casa dove questo uomo di talento ha lasciato uno dei più grandi armamentari della chirurgia che hanno segnato la storia della medicina e che ancora oggi è molto attuale. E pensare che a Rimini ci sia questo grande contenitore, questa grande scatola animata di ricerca, di cammini, che dà alla nostra città davvero un profilo un rango internazionali come poteva avere quella Rimini romana di allora, questo spinge chiunque abbia qualche responsabilità istituzionale, a guardare, a investire nel Meeting perché è grazie a eventi come il Meeting che si rinsalda, si rinnova e si può mettere nella modernità una storia antica della nostra terra e della nostra città. Voi avete usato delle parole sulle quali bisognerebbe ogni tanto anche fermarsi a riflettere, ad approfondirne il senso perché molto spesso le parole sono state anche strumento e oggetto di divisione, di steccati. Quante volte sulla parola sussidiarietà ci si è fermati con uno sguardo a volte diffidente. Qualche settimana fa il vescovo ci ha esortato a ragionare su questo a scendere dal muro della diffidenza dove ognuno di noi in questo paese e anche nella nostra città in fondo è seduto. Un muro della diffidenza che anche su alcune parole ha costruito delle lontananze. Scendere da quel muro di diffidenza oggi secondo me è assolutamente non solo necessario, ma inevitabile perché viviamo tempi di crisi economica, di frantumazione sociale, tempi di smarrimento morale. E allora le parole che avete usato anche declinate, sfumate interpretate a se-
conda dei cammini che ognuno di noi ha, ci possono non solo avvicinare ma ci possono rendere possibili oggi cammini condivisi. Sussidiarietà, cooperazione, reciprocità sono il contrario di confine, steccato, di individualismo. Sono la ricerca di dare dei servizi, delle risposte a dei bisogni rispetto ai quali da soli non ce la si fa, non ce la fa il pubblico, non ce la fanno le istituzioni. Allora a me piace riflettere su queste parole ed è per questo che questa sera c’è un saluto di cuore, un saluto che vuole riflettere su questi tempi e anche sul coraggio di provare una scommessa sulle parole che voi avete usato. Massimo Pasquinelli Presidente della Fondazione Carim
Il Meeting è un gesto di grande internazionalità. Parte da Rimini verso il mondo, il mondo viene a Rimini. È un orizzonte spalancato sulla novità umana e culturale se emerge, dove emerge e chiunque la faccia emergere. Questo è il primo dato: l’internazionalità. Il secondo dato peculiare del Meeting è il suo legame con il territorio riminese e sammarinese. E’ un rapporto fecondo nel tempo, che si è evoluto, che si è sostanzialmente modificato nelle sue 32 edizioni. E anche quest’anno ci sono segni che io ho notato e anche gli amministratori hanno sottolineato che ripropongono questa attenzione. La mostra al museo, come quella di tanti anni fa, nel cuore della città, le storiche manifestazioni artistiche > AGOSTO2011
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SAN MARINO ed espositive del Meeting, lo spettacolo inaugurale in piazza Cavour. Anch’io do un significato particolare a questa circostanza. Come questa presentazione che avviene nella Repubblica di San Marino e che il segretario di stato ha ricordato nel suo intervento. Si è sempre guardato al Meeting soprattutto come un generatore, penso in particolare alle pagine di cronache locali, di presenze turistiche, capace di prolungare la stagione estiva, una valutazione vera e al tempo stesso anche così reale da diventare cinica, e di portare a Rimini personaggi famosi, l’attenzione del media e tutto il positivo, ma è solo questo o c’è dell’altro? Vi è anche una convenienza dall’avere a Rimini un evento come il Meeting? Che contributo ulteriore può offrire il Meeting stesso, la sua esperienza, la sua attività, la sua storia alla città, al territorio provinciale, alla Repubblica che ci ospita? E’ probabile che in qualche modo ci si debba ripensare, ci si debba rilanciare nel territorio? Come possono interloquire il Meeting e la città, la provincia, su questi temi? C’è un contributo originale del Meeting, anzitutto culturale che può dare uscendo dalla mera, per quanto indubbia importante, logica dell’impatto economico? E’ chiaro che questa domanda è rivolta a noi più che a coloro che il Meeting lo fanno. Io ritengo che sarebbe interessante si potesse sviluppare un rapporto, un dialogo su questi argomenti tra tutti i soggetti interessati (Rimini, Provincia, territorio di San Marino) come qualcuno prima ha ricordato al di fuori degli schemi ideologici, ma con l’attenzione comune ad aprire una pagina nuova nella storia locale. Mi pare che vi siano anche le condizioni per un dialogo non formale ma molto più sostanziale tra soggetti diversi tendenti tutti ad un medesimo destino che è la salvaguardia e la promozione della nostra comu-
nità civile siano ampiamente garantiti. Matteo Lessi Portavoce del Meeting
La sfida di questo Meeting è per noi, e per voi a cui lo proponiamo, la ricerca insieme di questa certezza che può rendere grande la vita, una sfida a farne esperienza insieme, per non essere condannati a un’impotenza desolante. Per ricominciare, per essere incidenti nella storia, per non lasciarsi travolgere e imprigionare dall’impotenza desolante che a volte la vita sembra proporre, che blocca, blocca gli uomini, blocca le opere, il Meeting vuole sfidare tutti quanti a guardare il desiderio di certezza che ognuno ha. I convegni, i temi che saranno trattati sono questa possibilità, la possibilità di una conoscenza nuova della realtà. La certezza, questa grande parola che ci impaurisce, di fronte alla quale scatta un timore reverenziale, quasi un timore a pronunciarla da quanto sembra impossibile da raggiungere. Invece noi (e questo è sempre stato nello spirito del Meeting) non abbiamo paura di parlarne, non abbiamo paura di andare al fondo e al Meeting lo faremo, in particolare in due incontri. Il primo con il filosofo Costantino Esposito sul tema del Meeting e l’altro con il filosofo francese Fabrice Hadjadj, per comprendere come la modernità sfida il raggiungimento di questa certezza. Certezza che non vuole essere un monolite che cala dall’alto, ma un imprevisto che nasce dalla ricerca, dal
desiderio dell’uomo. Perché, appunto, ogni uomo non può negare il desiderio che ha di un faro che lo guidi tra le onde della vita. Ed è una vita che per fortuna ci sorprende ancora. Ci ha sorpreso con il Meeting del Cairo, che è stato veramente come un fiore che nasce nel deserto, opera di quattro amici musulmani (che porteranno anche alcuni volontari egiziani a lavorare al Meeting quest’anno). E poi ha sorpreso noi e tutto il mondo con il grido di libertà che è nato nel mondo arabo. Queste due cosa saranno centrali nel Meeting perché racconteremo del Meeting Cairo, una vita di rapporti che sta andando avanti anche ora, un’amicizia reale tra cristiani e musulmani. E parleremo della grande sfida di fronte al quale si trova il mondo arabo, della stabilità nel rispetto dei diritti dell’uomo. Avremo il ministro Frattini, Wael Farouq, che è l’ispiratore del Meeting del Cairo, avremo l’imprenditore tunisino Tarek Ben Ammar e il segretario generale della Lega Araba. Già solo questi due incontri sono la documentazione di come il Meeting è un luogo aperto a tutti, in grado di incontrare chiunque e che parlare di certezza non impedisce un dialogo, ma anzi, lo provoca ancora di più. Al Meeting ci saranno ebrei, anglicani, ortodossi. In un Meeting del genere non poteva mancare, come avete già visto nel video delle mostre, un incontro dedicato a colui che nel mondo ha detto essere la certezza per tutti gli uomini: Gesù di Nazareth. Proprio seguendo l’insegnamento di Benedetto XVI che non esiste un Gesù storico e un Gesù della fede. L’esperienza che fecero gli apostoli non è qualcosa del passato, ma una possibilità anche per noi uomini moderni. E di fronte alla proposta di Cristo, lo ha scritto il grande Dostoevskij, ogni uomo deve prendere almeno posizione. Ad andare a fondo di questo grande tema, di uno che ha detto di > AGOSTO2011
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Costruzioni, Infrastrutture, Energia
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Chi costruisce sa molto bene, infatti, che è fondamentale partire da certezze, da punti fermi, per innalzare e sostenere qualsiasi opera
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SAN MARINO essere la certezza per tutti gli uomini ci aiuteranno il custode di Terrasanta padre Pizzaballa e il biblista Garcia, presentando la mostra su Cafarnao, che avete intravisto nel video delle mostre. Che cosa sperimentarono quegli uomini, gli apostoli, di fronte a quell’uomo che con la sua presenza gli cambiò la vita? Una rinascita umana, una riesplosione del desiderio e del loro essere uomini. E quindi c’è bisogno di uomini così, anche oggi, non solo 2000 anni fa. C’è bisogno di uomini per realizzare insieme opere e dare frutto e strada alla creatività. Ci vuole qualcosa di caro, qualcosa che smuova l’intimo umano perché riaccada questo. Per questo l’incontro finale del Meeting quest’anno è proprio qualcosa da non perdere, perché abbiamo chiesto a due personaggi molto diversi tra loro, lo psichiatra famoso a livello nazionale e internazionale Eugenio Borgna, l’altro è il missionario in Paraguay padre Aldo Trento, che è già stato al Meeting e tornerà quest’anno, di confrontarsi e raccontare la loro esperienza di una
certezza nella vita, a partire da il libro di Giussani Ciò che abbiamo di più caro, che presenteremo nell’incontro finale. Al Meeting ci saranno altre testimonianze, come quella di padre Scaringella, chirurgo in Madadascar, oppure di Davinson, anglicano affascinato da don Giussani, al Meeting ci saranno imprenditori come John Elkann e Clara Gaymard, ci saranno incontri sulla letteratura e l’arte, la scienza per capire quanto sono veramente oggettive e sicure le certezze che ci fornisce. Anche quest’anno ci sarà la politica, naturalmente. In un momento in cui si assiste a un declino del confronto politico, il Meeting vuole guardare alla politica, a quest’opera, perché è un’opera, con la dignità che merita, alla vera politica, non quella male praticata che ignora gli uomini e i fatti della realtà. Lo faremo con vari ministri: Maroni, Gelmini, Tremonti, Alfano, Sacconi, Calderoli. Lo faremo sulla giustizia con Vietti vicepresidente del CSM, il sindaco Fassino, guarderemo all’esperienza positiva che continua dell’Intergruppo per la Sus-
sidiarietà, un’opera interessante che continua in Parlamento. Vi segnalo un’ultima cosa, con la quale voglio chiudere, che è la presentazione che ci sarà al Meeting della traduzione in arabo del Rischio educativo di Giussani. Una iniziata nata proprio con il Meeting Cairo perché chi l’ha tradotto e chi lo verrà a presentare al Meeting è colui che durante quei giorni di ottobre era l’interprete ufficiale del Meeting Cairo, già parlamentare dei Fratelli Musulmani, rimasto affascinato dal quel libro lì, tant’è che ha deciso gratuitamente di dare una mano a tradurlo. Il Meeting di quest’anno è tutto questo, è la proposta per tutti di una strada e di un cammino insieme, è la mossa di ognuno di noi, di tante esperienze, di compagni di viaggio anche inaspettati che, in un mondo che suggerisce di fronte al timore della vita di rintanarsi ognuno nel proprio giardino, invece decidono di confrontarsi per compiere un passo in più nel cammino, insieme. Testi non rivisti dagli autori
La sala del Centro Congressi Kursaal durante la presentazione del Meeting 2011
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ESPERIENZE
Pronti all’imprevedibile Clara Gaymard, donna, madre e manager, figlia di Jérôme Lejeune sarà protagonista di un incontro al Meeting nel ciclo dedicato alle esperienze. In questa intervista al Corriere delle Opere di luglio si racconta… di Francesca Glanzer
lara Gaymard sarà la protagonista di uno degli appuntamenti del Meeting di Rimini dedicati al racconto di esperienze di uomini e donne che non temono i rischi e le sfide della vita e che, in vari ambiti, hanno trovato una certezza nell’affrontare la realtà. La Gaymard, presidente e ceo di GE France, nonché figlia del famoso genetista Jérôme Lejeune (lo scopritore della causa della Sindrome di Down), nel 2007 fra le 50 donne più potenti del mondo, ha risposto ad alcune domande che le abbiamo rivolto sul tema del Meeting di quest’anno e sul suo ruolo di donna-manager. Il tema del Meeting di quest’anno parte dalla constatazione che, nella mentalità più diffusa ai nostri giorni, nella coscienza con cui ciascuno di noi affronta le sfide e le fatiche del vivere, sembra che non sia più possibile alcuna vera certezza. Anche in campo economico, la recente crisi ha scardinato tutte le certezze possibili. Qual è la “certezza” che la guida nella sua attività quotidiana di manager e che la rende capace di prendere sul serio il suo desiderio e di operare per il bene suo e degli altri? Può raccontarci l’esperienza di certezza nella sua vita? «Non so cosa significhi la parola certezza. So che sono viva e credo che senza l’amore la vita non abbia alcun
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senso; penso però che l’essere umano sia pieno di dubbi. In compenso si possono avere convinzioni o impegni. E soprattutto credo che in questo mondo, in cui predomina l’incertezza, l’imprevedibile si imponga su di noi nonostante tutte le proiezioni scientifiche ed economiche. La forza dell’impegno è diventata quindi indispensabile. L’impegno in alcuni valori universali, l’accettazione della diversità come risorsa di ricchezza e soprattutto il saper riconoscere che non si può comprendere tutto, ma soprattutto l’aver sempre la predisposizione all’apprendimento sono elementi essenziali per condurre non solo la nostra vita, ma anche quelle che dipendono in parte da noi, sia che ciò avvenga nella sfera privata sia che si verifichi nell’ambiente lavorativo». Quanto ha contato, nella costruzione della sua “certezza”, l’esempio di suo padre, il fondatore della genetica moderna Jérôme Lejeune, il quale ha affrontato notevoli sacrifici in nome di una strenua difesa della vita? «Mio padre mi ha insegnato l’importanza dell’atteggiamento nei confronti della vita. Essendo lui uno scienziato, un genetista, sapeva che la vita comincia dal concepimento. Ed essendo un umanista, pensava che ogni vita valga la pena di essere vissuta. In quanto medico, avendo fatto il giuramento d’Ippocrate, si era impegnato
e aveva promesso di proteggere ogni vita, la vedova, il malato, l’orfano, e di dedicare la sua vita di medico a combattere la malattia ma anche ad amare e proteggere il malato. Non si è mai preoccupato di sapere se avrebbe vinto o perso. Ha rispettato i suoi impegni dapprima davanti a Dio e in seguito anche davanti agli uomini. A dire il vero, nella battaglia contro l’aborto, sapeva che la causa era persa, in ogni caso e nel contesto dell’epoca, ma diceva: “Io sono il loro medico, devo proteggerli e dire la verità. E la verità è che ogni vita umana comincia dal concepimento, quindi se posso guadagnare del tempo e salvare delle vite...”». Nella sua carriera ha dovuto affrontare difficoltà particolari causate dal suo essere donna? «Certamente. Ci sono persone che vogliono il tuo bene e che ti dicono, con fare quasi compassionevole, “ma mia piccola Clara, non ti rendi conto che la mole di lavoro, i figli… tutto ciò non sarebbe ragionevole”. Ci sono persone invece che ti giudicano e diffondono l’idea che tu sia una cattiva madre e un’ambiziosa. Quante volte ho sentito dire “Clara vuol tutto”, mentre io volevo semplicemente far bene il mio lavoro e non ho mai avuto ambizioni di carriera, consapevole che la famiglia è stata sempre la prima delle mie priorità. In realtà c’è la quasi impossibilità di raggiungere il potere reale. Le donne hanno conquistato responsabilità elevate e quelle che vi sono riuscite fanno delle meraviglie, ma da lì al dare loro il potere supremo ci sono ancora grandi passi da fare nella maggior parte dei Paesi». Le donne hanno combattuto molto per ottenere una parità con l’uomo, ma ancora oggi nel settore manageriale si evincono sostanziali differenze. L’istituzione di “quote rosa” secondo lei potrebbe essere utile? «Sì e non avrei detto ciò qualche anno fa. In Francia, per esempio, erano parecchi anni che il numero di donne che facevano parte dei consigli d’amministrazione nei grandi gruppi era
ESPERIENZE fermo sul 5,6%. Una legge ha imposto le quote rosa e di colpo le aziende hanno selezionato delle donne. Queste ultime non avevano necessariamente il pedigree richiesto e senza questa “costrizione”non sarebbero state scelte, pur essendo tutte straordinariamente competenti e facendo il loro lavoro con grande serietà». La manager può essere una donna che desidera fare carriera, ma che può avere anche il desiderio di essere moglie e madre, e le istituzioni devono supportare questi desideri offrendo delle strutture adeguate dove possono lasciare i propri figli. Quali politiche bisognerebbe adottare per favorire l’equilibrio tra famiglia e lavoro, per sostenere le relazioni che la costituiscono e agevolare gli obblighi che ne derivano? Lei com’è riuscita a conciliare la sua carriera con la sua numerosa famiglia e come applica le politiche di conciliazione nella sua azienda? «Avete ragione. I Paesi che hanno una forte natalità sono gli stessi che hanno adottato politiche efficaci che consentono alle donne di non dover scegliere tra la carriera e la vita familiare. C’è una stretta correlazione evidente tra la demografia e le politiche pubbliche. Guardate la differenza tra Germania e Italia e Paesi Scandinavi e Francia. È anche una questione di giustizia sociale perché altrimenti si rischia che solo i ricchi possano concedersi una famiglia numerosa. Dico sempre, infatti, che se non fossi stata francese, non avrei potuto avere una famiglia numerosa e lavorare. La fiscalità, le baby sitter, la scuola gratuita e accessibile dall’età di due anni, un alto livello di qualità e soprattutto il giudizio positivo della società hanno contribuito parecchio a spingere le coppie ad avere il terzo figlio. All’interno di un’impresa pianifichiamo il tempo che viene impiegato nel lavoro e consideriamo che un dipendente efficiente sia un persona felice nella vita privata. Quindi, dal momento in cui c’è una preoccupazione familiare o personale, facciamo di tutto per aiutarlo e sostenerlo».
Nel corso della sua esperienza come presidente dell’Afii, l’Agenzia francese per la promozione degli investimenti internazionali, lei ha cercato di attirare sempre più investimenti italiani in Francia, in particolare delle pmi. Oggi, invece, da parte di alcuni si adombra il rischio di una “colonizzazione” francese del nostro Paese. Come giudica lo stato dei rapporti economici tra Francia e Italia? «Francamente non capisco questo dibattito. In Francia, nel settore dell’industria, un dipendente su tre lavora per un’impresa straniera. Noi, all’interno di GE, impresa americana, siamo uno dei primi esportatori francesi di prodotti industriali nel mondo. Io sono fiera di lavorare per un’impresa che crea impiego in Francia, che
sviluppa centri di ricerca e utilizza la sua leadership a livello mondiale per fare della Francia una piattaforma internazionale. Sono sicura che lo stesso discorso valga per i gruppi francesi che acquisiscono imprese italiane. Vogliono avere successo, far crescere le imprese e dare loro la possibilità di aprirsi al mondo, essendo state le stesse troppo a lungo di dimensioni locali. L’Italia è ricca di uomini e donne di talento, di imprese che dovrebbero essere campioni mondiali e dovrebbero allearsi con chi è già riuscito a fare questa trasformazione. Si tratta di una vera possibilità di successo, di creazione di posti di lavoro e di irradiamento dell’animo italiano così bello e talentuoso».
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IN-MOSTRA 2011
Ezechiele La storia d’amore tra Dio e Israele La mostra proposta al Meeting dalla Fraternità San Carlo documenta che anche le crisi più gravi non sono l’ultima parola. Un allestimento multimediale che ricorda The tree of life con le voci di Andrea Soffiantini ed Ester Botta di Jonah Linch
vete copiato Malick? Sembra The tree of life”. Ecco la più frequente reazione al trailer di “…E rivivrai. Il profeta Ezechiele, la crisi e la speranza”, la mostra in allestimento al Meeting di Rimini 2011. (Il trailer è visibile su www.sancarlo.org) In effetti il paragone regge, anche se la mostra ha preso forma prima dell’uscita del film. La somiglianza c’è e deriva dal fatto che l’ispirazione di fondo è la stessa. Malick tenta di parlare della storia del mondo dall’inizio alla fine, e in parallelo racconta la storia di una famiglia, di un
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uomo, di ogni uomo. Tutto il cosmo (le stelle, il mare, le montagne…) nasce nella volontà del Creatore. Questa volontà non si ferma alla creazione della natura, ma giunge a un livello sublime con il dono della libertà: Dio ha voluto degli esseri a sua immagine e somiglianza, capaci di amare, di creare, di lavorare. Malick racconta queste due storie insieme. E anche noi. Ma la mostra fa un passo in più e introduce una terza storia: la storia di Israele. Non basta guardare a ciò che Dio ha fatto all’inizio di tutto e a ciò che fa oggi. Occorre guardare anche a ciò
che ha fatto nel frattempo, che è la chiave per capire ogni altra storia: la grandiosa storia d’amore che ha generato il popolo prediletto e in cui il suo Figlio è nato. All’interno di questa storia d’amore, troviamo due realtà fondamentali, il peccato, e la misericordia. Il primo lo conosciamo bene: è la conseguenza della libertà, che ha sempre due alternative. Può costruire, può distruggere. Può accogliere il dono della vita con gratitudine, o può cercare avidamente di impossessarsi di tutto. Qui entra in scena la seconda realtà. >
Il deserto: un’immagine della mostra.
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SAATCHI & SAATCHI
VI ABBIAMO ALLUNGATO LA VITA.
TASSO DI MORTALITÀ AUTOSTRADE PER L’ITALIA E LE SUE CONTROLLATE (numero di morti per miliardo di Km percorsi)
11,4
3,2 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
IL NOSTRO LAVORO È FARVI VIAGGIARE PIÙ SICURI. Da quando la Società è stata privatizzata nel 2000 ci siamo impegnati per aumentare la sicurezza sulla rete, in linea con l'obiettivo della Comunità Europea di dimezzare i morti sulla strada. Per arrivarci, assieme alla Consulta per la Sicurezza da noi costituita con alcune tra le principali Associazioni dei Consumatori, la Polizia Stradale ed altri interlocutori istituzionali impegnati sul fronte della sicurezza, abbiamo messo in campo tantissime iniziative, tra le quali: oltre 1.500 interventi di segnaletica e pavimentazioni speciali nei tratti a maggiore incidentalità, la riqualificazione di oltre 2.600 km di barriere spartitraffico anche con l’installazione di barriere di “nuova generazione”, la chiusura di tutti i 1.900 varchi aperti sullo spartitraffico con strutture mobili, le campagne di educazione contro i rischi della velocità, dell'alcool e del colpo di sonno (due milioni di caffé gratis distribuiti di notte). Ma c'è un'iniziativa che ci differenzia da tutti gli altri gestori di reti viarie nel mondo: il Tutor, ovvero il sistema di controllo della velocità media che abbiamo ideato, finanziato e installato in oltre 2500 km di rete. La gestione di questa tecnologia è affidata alla Polizia Stradale e pertanto, le relative sanzioni sono emesse e incassate direttamente dallo Stato. Grazie al Tutor abbiamo dimezzato la mortalità anno su anno e possiamo oggi annunciare di essere andati ben oltre gli obiettivi che ci eravamo posti. Dal 1999 ad oggi il tasso di mortalità si è abbassato da 11,4 a 3,2 (-72%). Il che vuol dire circa 300 morti in meno sulla strada all’anno. Ma non ci saremmo riusciti senza il vostro contributo. È per questo che vi chiediamo di continuare a guidare con responsabilità e prudenza, sempre.
www.autostrade.it
IN-MOSTRA 2011 Quante volte il popolo di Dio si è allontanato da lui? Non si riesce a contarle. Eppure lui è rimasto fedele. Come un buon padre, ha accettato di pazientare con i suoi figli per farli crescere, senza risparmiare loro le conseguenze delle loro azioni.E quando erano caduti così in basso che sembrava non ci fosse altro che la condanna e la morte, li ha risuscitati. Questa è la nostra storia.Tutto abbiamo ricevuto, la nostra storia inizia nel nulla. “Non c’eri, ci sei: dipendi”. Tutto abbiamo ricevuto, e molto abbiamo sprecato. E adesso la nostra tentazione più grave è di pensare che ormai sia troppo tardi. Ma Ezechiele ci insegna che non lo è. Anche la crisi più grave di tutta la storia d’Israele, la deportazione di Israele nel deserto di Babilonia, non era l’ultima parola: da quel deserto, il popolo torna a vivere. Ancora una volta, dal nulla Dio crea una cosa nuova—e vuole che in questa ri-creazione lavoriamo al suo fianco. L’allestimento al Meeting, progettato da una squadra di architetti capitanata da Maurizio Bellucci,sarà multimediale.Scenografie cinematografiche metteranno il
visitatore rapidamente in contatto con un mondo lontano, mentre la guida parlerà all’interno di una grande tenda nel deserto. Poi, tutta la storia d’amore tra Dio e Israele, che Ezechiele racconta attraverso il dialogo tra Dio e una giovane orfana, verrà proiettata in un video realizzato da Andrea Chiodi (regista di “Marina Judina, la pianista che commosse Stalin”, lo scorso anno al Meeting, e dei Centocinquant’anni d’Italia a Torino per Rai Uno). La “voce” di Dio è Andrea Soffiantini, che già ebbe questo ruolo nella mostra su Geremia (Meeting 2007). A questa voce reagisce la “trovatella”, Ester Botta, attrice televisiva e prescelta da Massimo Ranieri per la sua produzione de “L’opera da tre soldi” attualmente in tournee. L’introduzione multimediale dura poco più di dieci minuti. Contiene già tutti gli elementi essenziali della mostra, ma in una forma ancora da sviluppare. Quindi la parete della tenda si spalanca su una seconda sala dominata da un immenso simbolo del lavoro, la trasfigurazione della materia,che è anche simbolo della risurrezione e dell’eternità. Qui il percorso viene completato attraverso un affondo
che lega i temi messi inscena (lavoro e risurrezione) con le tre storie (creazione, Israele, vita di ogni uomo) suggerite nel video. A questo punto, la visita può terminare. Per chi invece rimane incuriosito dai temi trattati,i contenuti sono ampiamente approfonditi in una serie di pannelli. Oltre alla guida principale, ci saranno a disposizione molte altre guide che possono dedicare una visita personalizzata anche a gruppi di poche visitatori. Infine, due sussidi saranno disponibili: il catalogo della mostra, edito da Marietti, che contiene interventi di Marina Corradi, John Waters e Massimo Camisasca, e il prezioso libretto di Jean Daniélou, Il segno del tempio, ripubblicato da Cantagalli in occasione di questa mostra. Il “folle volo” di Malick è imperfetto, ma non per questo è meno utile o meno commovente. Anche il nostro tentativo risulterà parziale: condensare parecchi millenni in quarantacinque minuti di visita, per visitatori sudati e distratti, in agosto nella fiera di Rimini, è impresa sovrumana. E tuttavia affascinante, come la storia di Dio con noi.
Un’altra immagine della mostra.
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L’arte salvata risplende al Meeting Al Museo della città una mostra di Madonne (dipinti e sculture lignee) recuperate dopo i danneggiamenti del terremoto in Abruzzo. Il Soprintendente Lucia Arbace racconta la loro storia l filmato, che sarà riproposto su grande schermo nella mostra, è visibile anche su YouTube: si vedono i
I
Il manifesto ufficiale della mostra
vigili del fuoco che con coraggio e professionalità si avventurano nelle sale del museo ospitato nell’imponente e cin-
quecentesca fortezza spagnola dell’Aquila per portare in salvo le opere d’arte danneggiate dal terremoto dell’aprile 2009. Il Museo Nazionale d’Abruzzo era il principale della regione per la quantità e qualità dei reperti archeologici e artistici. Con la stessa cura con la quale spesso osserviamo i vigili del fuoco intervenire per portare in salvo le persone, nel filmato li vediamo impegnati a maneggiare quadri, sculture, pale d’altare. Le immagini mostrano i corridoi e le sale del Museo con i segni inequivocabili della tragedia che si è consumata più di due anni fa: uno spettacolo desolante. I pompieri camminano in mezzo ai calcinacci, sotto a tetti visibilmente crepati, e spesso si imbattono in sculture che sono rovinate a terra. Prendono le opere, le portano fuori dove i volontari e i funzionari della Soprintendenza le “impacchettano” a dovere per il trasporto. Immediatamente dopo il terremoto è scattata l’operazione di recupero delle opere d’arte danneggiate dal sisma. “Le opere salvate dai vigili del fuoco – racconta la Soprintendente Lucia Arbace – sono state portate per un primo intervento nei laboratori allestiti presso il Museo della Preistoria di Celano. Qui squadre di restauratori provenienti da ogni parte d’Italia, sotto la guida dei tecnici dell’OPD e dell’ISCR, due istituti d’eccellenza del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che si occupano di restauro, hanno provveduto a bloccare il processo di degrado in atto. Nel dicembre 2009 la Soprintendenza ha riaperto il Museo ospitato nel Castello Piccolomini di Celano, che in questo momento è il luogo della cultura più visitato d’Abruzzo. A Celano abbiamo realizzato la prima mostra con dodici opere, sculture e dipinti su tavola, del periodo medievale. Queste opere hanno rappresentato il primo nucleo della selezione per la mostra che dal 4 dicembre 2010 al 1 maggio 2011 è stata realizzata nel Castello del Buonconsiglio di Trento. In occasione di tale esposizione sono state aggiunte anche due sculture lignee provenienti dalla Diocesi di Teramo: >
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IN-MOSTRA 2011 la Madonna della Cattedrale e la Madonna col Bambino di Castelli, che in antico si conservava nella distrutta abbazia di San Salvatore. Entrambi sono due pezzi straordinari di grande valore artistico”. Con la Soprintendente Arbace abbiamo ricostruito la storia, gli antefatti, della mostra LA SAPIENZA RISPLENDE. Madonne d’Abruzzo tra Medioevo e Rinascimento che il Meeting organizza nel Museo della città dal 21 agosto (giorno d’apertura della manifestazione, al 1 novembre. Per la città e per i visitatori del Meeting si tratta dell’occasione unica per conoscere la ricchezza dell’arte fiorita in Abruzzo tra Medioevo e Rinascimento. “Per la mostra di Rimini – aggiunge la Soprintendente Arbace – abbiamo ampliato il progetto. Alle Madonne di origine medievale ne abbiamo aggiunte altre di periodo rinascimentale che mostrano la qualità e l’abilità di maestri eccellenti come Silvestro dell’Aquila, Giovanni di Biasuccio, Paolo Aquilano, Saturnino Gatti. I visitatori potranno così osservare come
Una delle opere esposte
dall’iconografia medievale caratterizzata dalla Madonna come regina e lactans si sia giunti ad una rappresentazione più naturalistica. Le Madonne rinascimentali reggono il bambino sulle ginocchia e lo curano amorevolmente. Si è quindi passati dall’idea di Sapienza che rispende, come recita il titolo della mostra, ad un sentimento di maggiore spiritualità in linea coi dettami dell’Osservanza francescana.” La Soprintendenza è impegnata in queste mostre fuori dai confini regionali non solo per informare l’opinione pubblica sul destino delle opere d’arte danneggiate dal terremoto e per documentare il lavoro di restauro compiuto, ma anche per far conoscere il patrimonio dell’arte abruzzese che, assai meno noto, non ha nulla da invidiare a quello delle vicine regioni Marche e Umbria. Si è colta l’occasione offerta dal terremoto per compiere un’opera di valorizzazione dell’arte, per sollevare il sipario e mostrare capolavori finora quasi sconosciuti. “Le opere che saranno esposte a Riminispiega la dottoressa Lucia Arbace – sono di pregevole fattura e alta qualità. I visitatori potranno apprezzare sia i dipinti che le sculture. Le opere del periodo rinascimentale, grazie al naturalismo e al verismo che esprimono, suscitano impressione e ammirazione. Le sculture emanano un notevole fascino. Non sono sculture algide o distaccate, ma la Madonna è rappresentata come una mamma trepidante per il suo bambino. I bambinelli delle Madonne rinascimentali sembrano veri neonati gioiosi. Viceversa, le opere medievali affascinano per la loro solennità per i contenuti simbolici della rappresentazione in bilico tra Oriente e Occidente. Direi che la mostra documenta in modo evidente la varietà e complessità dell’ iconografia mariana; attraverso le opere si verificano le radicali trasformazioni attraverso quattro secoli, dalla ‘regalità’ e sapienza dei capolavori realizzati per le grandi abbazie medievali, all’umanità del sentire rinascimentale ”. Saranno in mostra, eccezionalmente, anche la Madonna del latte di Montereale nel suo smagliante cromatismo, e la Madonna di Sivignano, riscoperta e “salvata”
da Federico Zeri negli anni sessanta del Novecento da un increscioso episodio di vendita clandestina, sventato dagli abitanti di Sivignano che fecero di tutto per nascondere la “loro” Madonna, impedendone così l’alienazione. Tra i capolavori del Rinascimento non si può dimenticare la Madonna in trono con angeli di Saturnino Gatti, pittore che si innesta nel solco della tradizione del centro Italia, simile nella finezza al Pinturicchio e nell’eleganza ai maestri umbri e laziali del Quattrocento.
Domenica 21 agosto - martedì 1 novembre
LA SAPIENZA RISPLENDE. MADONNE D’ABRUZZO TRA MEDIOEVO E RINASCIMENTO. Rimini, Musei Comunali Orari da domenica 21 a sabato 27 agosto: tutti i giorni 9,30 - 19,30. Orari dal 28 al 15 settembre: da martedì a sabato 9.30 - 12.30, 16.30 19.30. Orari dal 16 settembre al 1 novembre: da martedì a sabato 8.30 - 13.00, 16.00 -19.00; domenica e festivi 10.00 - 12.30, 15.00 - 19.00. Apertura serale: martedì e venerdì di agosto dalle 21 alle 23. Chiuso i lunedì non festivi Mostra promossa da: Meeting per l’amicizia fra i popoli, con la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Abruzzo e la Soprintendenza per i beni storici, artistici e etnoantropologici dell’Abruzzo. In collaborazione con: Museo della città di Rimini, Arcidiocesi di L’Aquila e la Diocesi di Teramo-Atri. A cura di: Lucia Arbace. Comitato scientifico: Lucia Arbace, Marco Bona Castellotti, Anna Colangelo, Mauro Congeduti, Caterina Dalia, Gaetano Curzi, Fabrizio Magani, Franco Marzatico, Graziella Mucciante, Cristiana Pasqualetti, Rosella Rosa, Ernestina Stinziani, Alessandro Tomei, Marta Vittorini. Catalogo Allemandi. Progetto espositivo: Aurelio Ciotti Filmato “Arte salvata”, Copyright Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici dell’Abruzzo Informazioni: tel. 0541.783100, mail: madonne.abruzzo@meetingrimini.org, ww.meetingrimini.org
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La grande lirica sul palco del Meeting Con l’Orchestra del Teatro Regio di Parma e i cantanti Silvia Dalla Bennetta, Luca Salsi e Gian Luca Pasolini una serata, martedì 23 agosto, dedicata alle più famose e immortali arie dell’opera
l titolo, Che più cercando io vò, è un verso de L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti. Niente di meglio per dare il senso di una serata dedicata alla grande opera lirica italiana. L’appuntamento al Meeting è per martedì 23 agosto alle ore 22 all’Arena D3. Da Rossini a Puccini, da Donizetti a Verdi, questi solo alcune delle più famose e immortali
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sinfonie d’opera insieme ad arie e duetti eseguiti da nomi di spicco della lirica italiana. Sul palco del Meeting si esibiranno il soprano Silvia della Benetta, il tenore Gian Luca Pasolini ed il baritono Luca Salsi, offrendo una serata di grande poesia. Ad accompagnarli sarà un’orchestra di grande valore, l’Orchestra da Camera del Teatro Regio di Parma di-
retta dal maestro Sergio Scarpellini. Vediamo alcuni protagonisti della serata. L’Orchestra del Teatro Regio di Parma è stata profondamente innovata nel 1999 in collaborazione con il Parma Opera Ensemble (oggi I Solisti del Teatro Regio di Parma), gruppo cameristico specializzato nel repertorio lirico e ben noto nel panorama musicale internazionale, i cui solisti sono oggi le prime parti dell’orchestra. Dal 2002 l’Orchestra è impegnata in tutte le produzioni liriche, concertistiche (sinfoniche e cameristiche), nei balletti, nelle tournée e nel Festival Verdi del Teatro Regio di Parma, affrontando il >
L’Orchestra da Camera del Teatro Regio di Parma
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GVM Care & Research si compone di oltre 30 strutture sanitarie in Italia e in Europa. La persona, il suo benessere: questo il fulcro attorno al quale ruota l’intera attività del Gruppo, prima organizzazione sanitaria privata italiana per numero di strutture e capillarità sul territorio nazionale, con poli di eccellenza per alta specialità e alta complessità.
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Europa:
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SPETTACOLI 2011 grande repertorio operistico, sinfonico e sacro, sotto la guida di alcuni tra i migliori direttori del panorama musicale internazionale: Muti, Maazel, Temirkanov, Bartoletti, Chung, De Burgos, Plasson, Palumbo, Guingal, Renzetti. Questo impegno ha ottenuto consensi di pubblico e critica e molti sono gli attestati di stima da parte dei direttori. Contraddistinta come soprano lirico di coloratura e in possesso di grande estensione vocale, interprete di ruoli virtuosistici tipici del bel canto, da Mozart a Rossini, da Bellini a Donizetti, Silvia Dalla Benetta sta affrontando un cambiamento di vocalità che la sta portando a debuttare nel repertorio drammatico di agilità. Ha lavorato con importanti direttori d’orchestra tra cui A. Allemandi, D. Callegari, F.M. Carminati, M. De Bernard, R. Gandolfi, C. Montanaro, P.G. Morandi, D. Oren, D. Renzetti, M. Rota, J. Webb, J. Kovatchev e ha cantato nei teatri più prestigiosi d’Europa. Il baritono Luca Salsi, nato a San Secondo Parmense, si è diplomato in canto al Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma sotto la guida del soprano Lucetta Bizzi, in seguito si è perfezionato con il baritono Carlo Meliciani. Ha debuttato giovanissimo al Teatro Comunale di Bologna nella Scala di seta di Rossini (1997). Vincitore, nel 2000, del primo premio assoluto al concorso “Gian Battista Viotti” di Vercelli, ha iniziato un’intensa attività che l’ha condotto su alcuni dei maggiori palcoscenici del mondo. Il cast è completato da Gian Luca Pasolini, un tenore italiano dotato di una vocalità particolarmente elegante, aderente ai diversi stili musicali, capace di abbracciare senza sforzo un vasto repertorio grazie alle sue particolari qualità tra cui una emissione morbida in tutta la gamma vocale specialmente in quella acuta e sovra acuta. Ha iniziato gli studi musicali a 30 anni ottenendo l’ammissione in conservatorio per “meriti speciali” per rare qualità vocali. Ha debuttato nel 2006 con Carmina Burana al Maggio Musicale Fiorentino con di-
retta radiofonica Rai3, scelto personalmente dal maestro Zubin Mehta per festeggiare il suo 70° compleanno. Nel 2007 ha iniziato la collaborazione con il Teatro alla Scala di Milano che gli ha offerto il ruolo di protagonista assoluto nella nuova opera di Fabio Vacchi Teneke, con la direzione di Roberto Abbado e la regia di Ermanno Olmi. Da questa data ha cantato regolarmente e collaborato con le delle maggiori istituzioni teatrali del mondo, tra cui New York, Los Angeles, Vancouver, Berlino, Milano, Mosca, San Pietroburgo, Beijīng, Seoul, Tokyo. A dirigere l’Orchestra e i cantanti sarà il maestro Sergio Pellegrini che dal 2005 è Presidente e Direttore artistico dell’Orchestra del Teatro Regio di Parma. In qualità di clarinettista, ha collaborato con numerose orchestre quali l’Orchestra Filarmonica della Scala, l’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, l’Orchestra da Camera Italiana del M° Salvatore Accardo, l’Orchestra da Camera di Mantova, l’Orchestra del Teatro Regio di Parma. Nel 2007 ha debuttato come direttore d’orchestra. Dal 2008 dirige nelle tournée in Italia l’East European Philharmonic Orchestra, formazione nata dalla collaborazione fra musicisti provenienti delle varie orchestre russe, ukraine, moldave e rumene. Ha diretto inoltre per gli Amici della
Silvia Dalla Benetta
Musica di Milano la Balkan Festival Orchestra nell’XVI edizione dei Notturni alla Villa Reale. Con l’Orchestra del Teatro Regio di Parma ha diretto solisti quali Nikolaj Luganski, Corrado Giuffredi, Andrea Oliva, Andrea Bacchetti e cantanti come Leo Nucci, Riccardo Zanellato, Gladis Rossi, Silvia Dalla Benetta e Bruno Ribeiro. Il 10 marzo 2012 dirigerà il soprano Barbara Frittoli con l’Orchestra da camera del Teatro Regio di Parma al Lisinski Concert Hall di Zagabria.
PROGRAMMA trascrizioni a cura di Stefano Franceschini Gioachino Rossini Cenerentola, Sinfonia Gioachino Rossini Il Barbiere di Siviglia, Una voce poco fa Giuseppe Verdi Il Trovatore, Udiste? Come albeggi Giuseppe Verdi La Traviata, Preludio atto I Giuseppe Verdi La Traviata, Di Provenza il mar Giuseppe Verdi La Traviata, Sempre libera Gaetano Donizetti La Favorita, Spirto gentil Vincenzo Bellini Norma, Sinfonia Gaetano Donizetti L’elisir d’amore, Una furtiva lagrima Giuseppe Verdi Otello, Ave Maria Giuseppe Verdi Un ballo in maschera, Eri tu Giuseppe Verdi Il Trovatore, Tacea la notte placida Giuseppe Verdi Rigoletto, Cortigiani vil razza dannata
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“Al dolore ho chiesto di farmi crescere” Niccolò Fabi approda al Meeting con un concerto nella serata del 25 agosto. In una canzone ha scritto: “eppure ci manca sempre qualcosa/la vita è una corsa meravigliosa/ eppure ci manca sempre qualcosa”
A
tanti, guardando la foto, verrà in mente una delle sue prime canzoni, quella con cui si presentò a Sanremo nel 1997, Capelli, premio della critica nelle Nuove Proposte. Scuola romana degli anni novanta, figlio d’arte, sei album all’attivo, tante canzoni, opere di solidarietà. Niccolò Fabi colpisce. Per la bellezza della musica e l’intensità delle parole. Parole che non escono a caso, i cosiddetti testi impegnati, ma che parlano della vita, della realtà, delle cose. Una vita che esprime domande come quando nella canzone La bellezza il cantautore romano scrive “eppure ci manca sempre qualcosa/la vita è una corsa meravigliosa/eppure ci manca sempre qualcosa”. Una vita che non sta
Niccolò Fabi
ferma, con al centro un uomo, un uomo che cerca questa bellezza e che scava nel profondo: “Per ogni cosa c'è un posto / ma quello della meraviglia / è solo un po' più nascosto”, un uomo che non si accontenta: “Ma le più lunghe passeggiate / le più bianche nevicate e le parole che ti scrivo / non so dove l'ho comprate / di sicuro le ho cercate senza nessuna fretta / perché l'argento sai si beve / ma l’oro si aspetta” (Il negozio di antiquariato). Parole in cui il desiderio di qualcosa di bello ritorna sempre, di una meraviglia, parole che raccontano il cuore che ha bisogno di “ricominciare a sentire”. A Niccolò Fabi, uomo di una timidezza e umiltà fuori dal comune, il destino ha riservato una prova grande: la morte improvvisa di sua figlia per la quale aveva scritto uno dei suoi capolavori Attesa e inaspettata, in cui descrive quello che accade quando nasce qualcosa, quando accade un evento che “cambia il peso delle cose”. Ha fatto scalpore l’annuncio dato su Facebook della morte. Scalpore può fare anche quello che lui ha detto a distanza, dopo qualche mese: “Penso che se c’era qualcuno a cui doveva capitare qualcosa di così devastante, è meglio sia capitato a me. Ma non per merito, non per fare l’eroe, ma per caratteristiche che mi appartengono. Ho
la grammatica del dolore, so parlare la lingua per affrontare quella cosa… Non ho mai voltato le spalle, facendo finta di nulla, al male. Ho sempre voluto capire perché e come quell’esperienza dolorosa mi potesse far crescere. Alla fine si cresce solo in mezzo all’impaccio. O alla tragedia.” E ancora sull’evento del 30 agosto 2010, il giorno in cui Olivia avrebbe compiuto gli anni, in cui ha radunato gli amici musicisti per un concerto gratuito: “Io ho cercato un conforto, un appoggio proprio fisico sul quale appoggiarmi. Io credo che la cosa grande di quella giornata è stata che ognuno abbia trovato qualcosa, non tanto io che nel caso specifico avevo una difficoltà grande… La sensazione che ognuno fosse venuto lì per avvicinarsi a se stesso, per avvicinarsi alla propria vita. Eventi così ti obbligano a prendere la tua vita in mano in maniera diversa e ognuno in quella giornata l’ha fatto”. E leggendo si vorrebbe domandare al cantautore come è possibile dire certe cose, quale sia la certezza per cui si possa guardare alla vita in questo modo, anche di fronte al dolore più grande, senza lasciarsi andare. Forse le risposte arriveranno al Meeting nel concerto di giovedì 25 agosto; quello che è certo è che non ha rinunciato a costruire. AGOSTO2011
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CORTI
Omaggio a Eugenio Corti L’itinerario umano e artistico del grande scrittore italiano, autore de Il cavallo rosso, al centro dello spettacolo teatrale Scolpire le parole in scena nella serata di martedì 23 agosto al Teatro D2
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ugenio Corti è un nome conosciuto al pubblico del Meeting. In molti avranno letto e apprezzato Il cavallo rosso, poderoso romanzo (giunto alla ventisettesima edizione e tradotto in varie lingue) che racconta il Novecento italiano, con ampi squarci sugli orrori della seconda guerra mondiale e della campagna di Russia. Recentemente, interpretata da Franco Branciaroli, è stato riproposta la sua prima opera teatrale, Processo e morte di Stalin, definito da Mario Apollonio “una delle più grandi tragedie del Novecento”. A proposito degli orrori del secondo scorso in una recente intervista ha osservato: “La visione dell’uomo di noi cristiani è la più adeguata a spiegare questo dramma. È l’abbandono
Un momento dello spettacolo
di Dio a moltiplicare gli orrori. Nei secoli passati non ci sono state tante stragi così sanguinose come nel Ventesimo. Il motivo è che il secolo scorso è il più scristianizzato della storia. La scristianizzazione sistematica sviluppatasi dal Cinquecento in poi ha fatto presa soprattutto in due grandi nazioni all’avanguardia della modernità anche se diversissime tra loro, la Germania e la Russia. Hitler e Stalin erano bestie molto affini. Dal punto di vista numerico i russi hanno fatto più morti: hanno cominciato per primi e hanno avuto più tempo. Ma dal punto di vista della radicalità i tedeschi erano peggio”. Lo spettacolo Scolpire le parole è un omaggio allo scrittore e in particolare, come recita il sottotiolo, alla
sua “milizia del vero” e al “canto della bellezza” che emerge dalle sue opere. L’omaggio teatrale a Eugenio Corti, che sarà proposto al Meeting nella serata di martedì 23 agosto, ha la struttura di una presentazione drammatizzata della figura e dell’opera dello scrittore e il suo obiettivo e quello di avvicinare lo spettatore all’uomo e alla sua opera letteraria. Si tratta di un percorso teatrale in cui si intrecciano armonicamente il livello del racconto biografico e la lettura drammatizzata di alcuni testi dello scrittore. La messa in scena dei momenti più rilevanti della vita di Eugenio Corti, rievocati nel dialogo tra Andrea Soffiantini e Paola Scaglione attraverso le parole con cui lo scrittore stesso li ha raccontati in diverse occasioni, si alterna alla lettura di alcuni episodi tratti dalle opere di Corti, in un percorso tematico che fa rivivere nella trasposizione scenica i temi principali dell'opera di questo scrittore (la fede vissuta, la guerra, la vocazione a scrivere, l'amore, il lavoro, la battaglia ideale, il senso del vivere e del morire). La rappresentazione, che riconosce e mette in scena l'indissolubile legame tra la vita e le opere di questo scrittore, deriva dalla consapevolezza che l'ipotesi di vita proposta da Corti nelle sue opere si esprime innanzitutto nella sua persona, nella sua testimonianza umana e artistica, nel suo essere maestro e compagno di strada per il lettore. L’omaggio è un progetto teatrale di Paola Scaglione, pubblicista, saggista e studiosa di letteratura, da molti anni si occupa in modo particolare dell'opera e del percorso biografico di Eugenio Corti. In scena ci sarà l’attore Andrea Soffiantini che dialogherà con Paola Scaglione. Il musicista Flavio Poppelli, che ha accompagnato al pianoforte in oltre 400 concerti in Italia e all'estero il cantautore Claudio Chieffo, proporrà intermezzi musicali con musiche del cantautore. AGOSTO2011
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Metti una sera alle Piscine Ovest Quattro formidabili spettacoli chiuderanno dal lunedì al giovedì le giornate del Meeting: Zero Assoluto, Tangaruah, Pontedera Big Band e Spring Rolls. Dal tango al rock, una fantasia di musica per tutti
uando la giornata del Meeting è ormai conclusa e ognuno ha fatto la sua bella scorpacciata di incontri e visite alle mostre, arriva il momento del relax. E a fornire relax e divertimento sono gli spettacoli proposti ogni sera alle 22 nell’area delle Piscine Ovest. Si comincia lunedì 22 agosto con un duo conosciuto dai giovani, gli Zero Assoluto, che arrivano al Meeting sull’onda del loro quarto album da poco uscito, Perdermi, distribuito da Emi Music. Perdermi è sicuramente un album maturo e importante per gli Zero Assoluto. Un album che “racconta storie di trentenni, raccontate da trentenni che mostrano maggiore consapevolezza di sè, ma al tempo stesso mostrano incertezza dinanzi ad un futuro che non offre nè sicurezza nè stabilità“. Il nucleo centrale dell’album, infatti, è dato proprio dall’esortazione che Matteo e Thomas danno ai ”giovani trentenni” a prender la vita di petto, a cercare di trarre il buono dalle cose e ad assaporarne la felicità anche in periodi meno positivi come quelli che stiamo vivendo. Prima delle loro esibizione saranno sul palco i Bunarma (dal dialetto calabrese, di animo buono), vincitori del Contest 2010 EdisonChange the music. Martedì 23
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Gli Zero Assoluto e i ballerini di Tangaruah
agosto si cambia completamente atmosfera: è di scena il tango. Lo spettacolo proposto dal gruppo Tangaruah non racconta solo la storia del tango argentino dalle sue origini fino alle ultime evoluzioni musicali, ma vuole dare uno spaccato della cultura di un popolo caratterizzato da una varietà incredibile di etnie, con una presenza importantissima di italiani, che si è riconosciuto in questa musica. La descrizione storica e musicale viene commentata da Patricio Lolli, argentino di La Plata, accompagnato al pianoforte e al ballo da Carlotta Santandrea e partirà dall’anno 1870, anno in cui la milonga campera arriva a Buenos Aires dalla sterminata Pampa e incomincerà a contaminare e ad essere a sua volta contaminata da tutti i popoli che
sbarcano al porto della grande città. Arriva da Cuba l’habanera, dagli africani insediati nel Rio della Plata arriva il Candombe, e poi arrivano gli italiani (l’80% dei compositori di tango argentino hanno cognomi italiani). La presenza degli italiani con la loro nostalgia della patria lontana imprime nella musica quella melanconia che caratterizza le melodie del tango della “seconda generazione”. La parte centrale dello spettacolo sarà dedicata ad un gigante della musica argentina: Astor Piazzolla, si parlerà della sua vita e del suo genio innovativo, dei problemi e incomprensioni avute nella sua patria a causa della sua musica non gradita dal popolo tanghero, degli aneddoti con i suoi musicisti e della sua grande ironia. Gran finale sarà il tango dell’ul-
SPETTACOLI 2011 tima generazione il “tango nuevo elettronico”, composto e cantato da Carlotta Santandrea, chitarra, bandoneon, basso elettrico, batteria, chitarra elettrica e basi di musica elettronica sintetizzata, e 2 ballerini (Alejandro Angelica e Carlotta Santandrea), che rappresenteranno il diverso stile del ballo dell’ultima generazione. Nella serata di mercoledì 24 agosto sale sul palco la Pontedera Big Band, espressione della Premiata Filarmonica Volere è Potere che dal 1835 rappresenta un’importante Associazione no profit di Pontedera, che promuove la cultura musicale in tutta la Toscanae costituisce un punto di aggregazione sociale per tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla musica. I 176 anni di storia sono stati costellati da numerose vittorie a concorsi nazionali ed internazionali: Torino, Cannes e, ci piace ricordare, la Coppa del Granduca Adolfo, primo premio al Concorso Internazionale di Differdange (Lussemburgo) nel 1959, e la vittoria nel 2010 al Concorso Inter-
La Pontedera Big Band
nazionale per bande giovanili Diffwinds 2010 tenutosi nella stessa città. La Pontedera Big Band nasce nel Gennaio 2010, raccogliendo l’eredità di varie formazioni jazz del territorio, con lo scopo di dare la possibilità ai “veterani” e ai giovani della Filarmonica “Volere è Potere” di integrarsi, scambiarsi esperienze musicali e suonare insieme. Vista l’esperienza di tutti i musicisti, la Pontedera Big Band si è presto consolidata con una netta impronta stilistica e professionale avvalendosi anche del supporto di professionisti già affermati nel panorama musicale Jazz. La formazione è composta da 20 elementi, ma il movimento coinvolge più di trenta elementi che a rotazione, a seconda degli eventi e del repertorio vengono chiamati a far parte del gruppo. Con l’impegno di tutti i soci, del Presidente Eugenio Leone, dei vari musicisti e con l’alta specializzazione degli insegnanti la Scuola la Big Band è diventata un “luogo” dove creatività, emozioni e divertimento si fondono.
Gli Spring Rolls
Nell’ultima serata, giovedì 25 Agosto, sul palco ci saranno gli Spring Rolls, un complesso vocale-strumentale capace di parlare tanto ai giovanissimi quanto agli amanti del rock classico. Da dove sbucano? Nell'interland riminese cinque talenti naturali, nutriti di solidi studi e di ampie frequentazioni musicali, maturano separatamente la propria sensibilità, iniziando giovanissimi il percorso musicale. Quando si incontrano, negli anni dell’adolescenza (tempo assai favorevole alla fioritura di band giovanili) emerge poco a poco, in occasionali collaborazioni, un'affinità di gusti e scelte artistiche, che li porta ad effettuare concerti dapprima in formazioni diverse (in due, a volte in tre, o in quattro, alternativamente), sino a chiudere il cerchio e tentare tutti insieme l'avventura, mettendo in comune l'esperienza e la creatività. Chi ascolta la musica degli Spring Rolls assapora infatti uno stile particolare, fatto di pennellate di blues, soul, con uno sguardo al jazz supportato da un substrato rock. In questo stile originale si dispongono a reinterpretare la migliore musica (straniera ed italiana) degli anni '80-'90, arricchendola con composizioni proprie. AGOSTO2011
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WEB
Seguire il Meeting da casa Notizie, foto, video, social network e tanto altro: come vivere tutta la settimana con un semplice click di Lorenzo Ronci
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on per tutti è possibile venire in fiera ad agosto e vivere il Meeting direttamente ‘sul campo’. Nessun problema, perché anche quest’anno il Meeting offre alcuni strumenti utili per seguire l’evento estivo anche da casa. Alcuni di questi sono certamente le notizie, gli articoli che raccontano quello che accade in fiera. Le foto, che mostrano le giornate del Meeting, ad esempio la quotidianità del popolo della fiera che ogni giorno riempie gli spazi fieristici, o le foto degli incontri, delle personalità ospiti, nonché degli spettacoli. Altri strumenti possono essere i comunicati sugli eventi, la rassegna stampa, con gli articoli delle
testate giornalistiche su ciò che sta avvenendo al Meeting, e il Quotidiano Meeting, il nostro giornale ufficiale on line dalle 10 del mattino. Tutto ciò è facilmente reperibile direttamente sul nostro sito www.meetingrimini.org. E non solo. Infatti sarà possibile anche guardare alcuni incontri in diretta, 15 per la precisione, e ben 60 seguibili in differita, con la possibilità quindi di vederli comodamente dal proprio pc. Ma non è finita qui. Infatti anche quest’anno il Meeting avrà il proprio tg: IlSussidiario.net - TgMeeting torna anche quest’anno con due edizioni al giorno, disponibili on line dalle 14 e dalle 19 e con un’edizione in inglese
disponibile dalle 24 ora italiana. Il Tg è disponibile sia sul sito del Meeting che su IlSussidiario.net, altro strumento privilegiato per informarsi e approfondire quello che accade a Rimini, con anticipazioni, interviste e interventi esclusivi. Il Meeting non poteva certamente non essere presente anche sui social network, e quindi sarà facile seguirci anche su Facebook (www.facebook.com/meetingrimini) eTwitter (www.twitter.com/meetingrimini). Inoltre sarà presto disponibile un’applicazione del Meeting per Iphone e Ipad. Non essere presenti al Meeting sarà davvero impossibile!
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Lottomatica - corporate graphic design and brand book management
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Il Gioco del Lotto per lo Sport
7 ingresso ovest
padiglione A7-C
SPORT
Al Meeting anche lo sport è incontro Per chi vuole allenare anche il corpo, oltre che la mente, non ha che da fare un tuffo ne Il Gioco del Lotto Sport Village. Molte le novità, tra cui la possibilità di sperimentare il gioco del golf. E non mancano i tradizionali appuntamenti agonistici come il tradizionale giro ciclistico dei castelli malatestiani di Filomena Armentano
utti insieme attorno a un green per imparare i valori dello stare insieme e della solidarietà. Novità delle novità al Meeting 2011 nel padiglione dedicato alle attività sportive saranno le 12 buche pensate per permettere a grandi e piccini di mettersi alla prova nell’intrigante gio-
T
co del golf. In campo, ovviamente, si scenderà tutti i giorni dalle 11 alle 18, non da soli bensì accompagnati da quattro professionisti. “L’iniziativa – spiega Silvano Fonti, con Matteo Tamagnini responsabile del programma sport per il Meeting – è possibile grazie al supporto della Fede-
razione italiana golf ed è solo una delle miriardi di proposte che si potranno trovare all’interno dello Sportvillage Gioco del Lotto”. Per una settimana, infatti, all’interno del padiglione sarà possibile giocare a basket, calcio, volley (anche in versione beach), rugby e anche biliardino, dama e scacchi e ad impreziosire lo Sport Village ci penseranno anche una mostra dedicata alla montagna e uno spettacolo di danza acrobatica. “Di ginnastica acrobatica – annuncia Fonti – avremo un assaggio con l’Acrobatic Team di Riccione. I ragazzi daranno prima una dimostrazione delle figure acrobatiche, molte ispirate a fatti della storia (come l’assalto alleTorri Gemelle) oppure alle più belle colonne sonore dei film, per poi invitare i più coraggiosi a fare parte delle coreografie mozzafiato”. L’appuntamento con Acrobatic team, allenato da Giovanni Foschi, è in programma per martedì 23 agosto dalle 16 alle 18. Per la prima volta all’interno del padiglione sport sarà allestita una mostra. >
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SPORT “Quindici pannelli – racconta Fonti – ispirati alla figura di Piergiorgio Frassati, appassionato di alpinismo, che descrivono attraverso la sua esperienza il rapporto dell’uomo con la montagna”. La mostra è a cura dell’associazione Gagliarda di San Benedetto del Tronto. Tra le immagini ne saranno esposte anche alcune che ritraggono il beato Giovanni Paolo II. Infatti a presentare il percorso sarà Lino Zani, per 21 anni guida alpina di Wojtyla, il 24 agosto alle 18. La presenza dello sport al Meeting è una tradizione di lunga data “perché spiega Fonti – attraverso l’insegnamento dello sport si trasmettono valori di aggregazione e solidarietà. Penso al rugby, per esempio, dove l’essere squadra fa si che l’uno sia in rapporto con l’altro e lo scopo non è giocare per sé ma per la squadra. Quella dello Sport Village è un’esperienza umanamente positiva che resta nel cuore dei ragazzi”. E allora via con il basket giovanile maschile under 13 (22-23 agosto dalle 14,15) e la scherma dal 21 al 26 agosto dalle 15 alle 19 in compagnia dell’Accademia d’armi Voltolini di Rimini. Imparare lo sport del cuore al Meeting di Rimini è possibile. Con il Lecco rugby, per esempio, si potrà conoscerne uno dei più rudi, ma proprio per
questo, di quelli che necessitano un maggiore fairplay (tutti i giorni dalle 11,30 alle 22), mentre con gli allenatori della Cdo sport e la Scuola di calcio l’appuntamento è dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 19. Per conoscere il Lacrosse, sport molto raro in Italia, basterà fare un salto allo Sport Village dal 23 al 26 dalle 15 alle 17, evento a cura delle Aquile nere Lacrosse Spezia. In collaborazione con Sky si svolgerà il Torneo di calcio balilla Meeting.“Un momento aperto a tutti e in particolare ai riminesi che vogliamo portare in Fiera durante la manifestazione, per-
ché ci siamo accorti che attorno al biliardino ci si ritrova con grande semplicità”. Il Meeting ancora una volta ha pensato ai disabili, ai quali proporrà il basket in carrozzina, e il calcio a 5 (con la squadra Rolafer Briantea 84,campione d’Italia 2011). “C’era una volta”, è il nome dell’area dove si potrà giocare come facevano i nonni (magari facendo in modo che siano proprio loro a insegnarcelo) per strada tanti anni fa come salto alla corda, tiro alla fune, la ruzzola e tanti altri. Due giornate speciali saranno quelle del “Mercoledì da leoni”, per districarsi tra gimkana e baseball (il 24 dalle 15 alle 17), e la Gagliarda’s Meeting, torneo di calcio a cinque che vede in sfida sei opere di accoglienza aderenti alla Compagnia delle opere. Fuori dai confini della Fiera torneranno il Giro dei castelli malatestiani e della Repubblica di San Marino, tappa fissa della giornata inaugurale, con partenza alle 7 dalla Fiera, mentre appena due ore dopo dal Multieventi Domus di Serravalle partirà il Triathlon sprint del Titano. A passeggio per le vie di Rimini per scoprine storia e bellezze si potrà andare 23 e 26 agosto alle 21, con partenza dall’Arco di Augusto, mentre il 24 agosto alle 17,30 i corridori taglieranno il nastro della Corri Rimini. AGOSTO2011
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INFORMARSI BENE, VIVERE MEGLIO Dalle 14.00 alle 15.00
Dalle 18.30 alle 19.30
MULTICULTURALITÀ E INTEGRAZIONE ALIMENTARE (Daniela Martini - Nutrizionista Nutrition Foundation of Italy)
OGNI ACQUA MINERALE HA IL SUO GUSTO: IN VIAGGIO TRA LE FONTI DEL BELPAESE (Simone Rugiati - Chef e conduttore televisivo con Massimo De Bellis - Medico Specialista in Medicina Termale)
L’IMPORTANZA DI UNA CORRETTA IDRATAZIONE: I FALSI MITI E LE VERITÀ SCIENTIFICHE (Mario Pappagallo - Giornalista medico-scientifico)
LA PLASTICA: UNA RISORSA DALLE 1000 VITE (Fabio Chimetto - Responsabile Ricerca & Sviluppo Sanpellegrino S.p.A. Nestlé Waters Italia)
LA PLASTICA: UNA RISORSA DALLE 1000 VITE (Fabio Chimetto - Responsabile Ricerca & Sviluppo Sanpellegrino S.p.A. Nestlé Waters Italia)
NON SI BUTTA VIA NIENTE, QUANDO LO SPRECO SI TRASFORMA IN RICCHEZZA (Marco Lucchini - Direttore Generale Fondazione Banco Alimentare Onlus)
“NATURALMENTE” ACQUA: ALLA SUA SCOPERTA DALLA FONTE ALLA TAVOLA (Renza Tomasello - Responsabile Assicurazione Qualità Sanpellegrino S.p.A. Nestlé Waters Italia)
MAMMA, MANAGER E MOLTO PIÙ (Pilar Montilla - Responsabile Ricerca e Progetti Internazionali Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna)
ETICHETTIAMO: SCOPRIRE IL CONTENUTO DELLE ETICHETTE SUI PRODOTTI ALIMENTARI (Tina Napoli - Coordinatrice programmi e campagne a tutela del consumatore Cittadinanzattiva Onlus)
ALIMENTAZIONE E SOVRAPPESO (Giuseppe Fatati - Presidente Fondazione ADI Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica)
Cerchi risposte? Ti aspettiamo al Nestlé Point. Padiglione C5 Al termine degli incontri sarete nostri ospiti per una pausa caffé
VILLAGGIO RAGAZZI
Lasciate che i bambini vengano al Meeting Nei padiglioni della Fiera un’area kids che ogni giorno accoglie gli under 11 con canti, giochi, mostre, laboratori, spettacoli. I più piccoli scopriranno anche come si arriva alla certezza scientifica di Filomena Armentano
U
n luogo da favola si concretizza nella realtà. Per i più piccoli, al Meeting il posto giusto è Incredibile Enel - Villaggio Ragazzi, un intero padiglione dedicato ai bimbi e ai ragazzi fino agli 11 anni che ogni giorno saranno accolti da canti, balli e giochi, laboratori di attività manuali e gioco motricità, mostre, una libreria “animata dei piccoli”, incontri del pomeriggio, serate di animazione e divertimento. Un’“area kids” con tantissime
sorprese. “Il Villaggio Ragazzi – spiega Raffaella Ottaviani, insieme ad Antonietta Garbuglia responsabile della realtà ideata da Elisabetta Vitas – nasce come servizio alle famiglie che decidono di venire al Meeting. Si sa che la proposta del festival culturale non è appena quella di una visita, ma è proprio vivere un’esperienza. Noi saremo lì ogni giorno dal 21 al 27 agosto per permettere alle famiglie, ad ogni componente della fami-
glia, di vivere questa proposta in totalità”. Insomma, non si tratta appena di un baby parking. “L’idea che cerchiamo di perseguire è quella non di creare un parcheggio, un recinto in cui lasciare i ragazzi, bensì di proporre loro qualcosa in più: lo stesso spirito educativo che il Meeting, forse in modo più complesso, propone ai loro genitori”. Non a caso il Villaggio propone ogni anno ai suoi bimbi una mostra che >
Il Capobanda insieme ai frequentatori del villaggio ragazzi
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Un sorso sopra tutti. 65 anni di insuperabile bontà. Con il 70% di frutta ancora oggi la nostra qualità è sovrana.
MOLTO PIÙ CHE BUONO
VILLAGGIO RAGAZZI in modo a loro più familiare riproponga il tema scientifico dell’anno.“Siamo tutti scienziati!” è, infatti, l’esposizione didattica interattiva il cui obiettivo è scoprire le basi sulle quali si può fondare una certezza scientifica, attraverso pannelli,esperimenti “dal vivo” e osservazioni al microscopio che permetteranno ai ragazzi di immergersi in una sorta di laboratorio scientifico e affrontare, divertendosi, le grandi avventure della scienza. Il programma è ricco e puntuale, sempre “Cerchiamo di diversificare la proposta e dunque per i piccoli abbiamo pensato una parte ludica, mentre per i più grandi un programma che va di apri passo con il titolo del Meeting. Da qui l’idea di ospitare la mostra sulla scienza, accanto a spettacoli e incontri che si richiamano sempre alla proposta del tema. La nostra preoccupazione, inoltre, è anche quella che la loro esperienza sia reale e non virtuale”. Negli anni il Villaggio si è dotato di luoghi che sono entrati nel cuore dei bimbi del Meeting. Come, per esempio, lo spazio “Piccole Tracce” e “Pim Pam”, oppure il teatro di padre Marco Finco, altrimenti conosciuto come il laboratorio di Fincomics, dove tutti i giorni alle 15 si potrà assistere allo spettacolo laboratorio “L’Eterno ha bisogno di tempo” di e con Giorgio Borghini, alle 17 il laboratorio dal titolo “Ecco il mare”, alle
19 lo spettacolo musicale “Il viaggio, il capitano e il mare” con Padre Marco Finco, Giorgio Borghini e Umberto Tenaglia. Un altro classico, quello delle serate teatrali (alle 21), tornerà inoltre all’interno di quella che è la vera novità del Meeting 2011 ovvero l’arena di Incredibile Enel. In programma: domenica 21, serata di canti e balli con il Maestro Villa e gli amici del villaggio; lunedì 22, la Compagnia dei Menditanti presenta “SCIARIVARI’,attenzione! arrivano i clown! cosa accadrà mai?” di e con Miro Gatti e Drai Pastori e la straordinaria collaborazione di Sara Massucco; martedì 23, Enel presenta La Tombola dell’Energia con Patrizio Roversi; mercoledì 24, la “Compagnia dei Rintocchi”
presenta “Merlino…il maestro, ovvero ogni riferimento alla spada nella roccia è puramente casuale”; giovedì 25, l’associazione “L’altro cantiere” presenta “Cappuccetto Rosso e l’Angelo”di Giampiero Pizzol; venerdì 26, festa finale del Villaggio con canti e balli in compagnia del maestro Villa e di tutti gli amici del Villaggio. L’Incredibile Enel, uno spazio di 800 metri quadri, all’interno del Villaggio, sarà, infatti, una grande arena, simile a un teatro greco, con tanti posti a sedere dove poter assistere ai numerosi spettacoli di svago e di divulgazione scientifica: laboratori sperimentali, rappresentazioni teatrali, concerti. Oltre ai singoli eventi, la struttura offrirà costantemente la possibilità di visite guidate con personale specializzato lungo “percorsi dell’energia” diversificati in virtù della fascia d’età. Anche quest’anno Service Web sarà presente all’interno del Villaggio Ragazzi con il baby club per bambini dai 4 agli 8 anni, un luogo dove i genitori potranno affidare i bambini, per una o più ore, a personale qualificato (il servizio è a pagamento e verranno effettuati sconti per i fratelli, per informazioni tel. 0541-52065). E quando sarà ora dello spuntino anche i bebè e le mamme avranno un luogo capace di ospitarli: la Papperia Casa Humana, un punto attrezzato per mamma e bambino in un ambiente tranquillo e riservato. AGOSTO2011
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RISTORAZIONE
Al Meeting più gusto per tutti Non è solo uno slogan, è una piacevole realtà grazie agli otto ristoranti tipici e ai nove fast food che apriranno i battenti dal 21 al 27 agosto in Fiera. Ecco come quest’anno ci si potrà leccare i baffi di Filomena Armentano
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l Meeting più gusto per tutti. Uno degli esempi più evidenti della filosofia del Meeting a tavola è rintracciabile nell’esperienza del ristorante Il chicco e il grano (padiglione C3). “L’idea di mettere le mani in pasta – spiega Francesco Dendena – ci è venuta pensando al fatto che al Meeting le famiglie erano le più in difficoltà con la ristorazione. In genere, i ristoranti tipici hanno un listino un po’ esoso per le famiglie composte da mamma e papà con tre bambini. Allo stesso tempo è proibitivo il fast food perché c’è troppa fila e poco spazio dove lasciare i passeggini. Noi abbiamo pensato di creare un luogo adatto a loro nei pressi del Villaggio ragazzi. Siamo un po’ come un fast food, ma serviamo a tavola in tempi da record”. Così Il chicco è cre-
sciuto fino ad accogliere ben 430 coperti.Torneranno in menu anche quest’anno grandi classici del Chicco come l’amatissima dai piccoli cotoletta con le patatine e pasta in bianco o al sugo, primi e risotti per i più grandi (un pasto completo costa sui 10 euro,ma si può scegliere anche un solo piatto). Novità del menu 2011, però, sarà il risotto alla milanese, ovvero il riso allo zafferano con accanto un morbido ossobuco. I prodotti sono quelli della Cascina Santa Marta. La navicella del mio ingegno è,invece, l’insegna tanto originale quanto inconfondibile del Ristorante toscano. “Il piatto che ci rappresenta di più – Paolo Provvedi - è la bistecca alla fiorentina, simbolo della nostra toscanità. Prendiamo la carne delle bestie chiani-
ne. In menu anche i nostri salumi e i nostri formaggi. L’obiettivo è dare un timbro ben preciso alla nostra presenza al Meeting: la nostra toscanità”. Oltre alla “ciccia”, un po’ più costosa, La navicella (700 coperti) permetterà di scegliere tra varie fasce di menu a partire da 12 euro in su. Non poteva che arrivare dall’Abruzzo il ristorante tipico della solidarietà (con 450 coperti). “Centocinquanta volontari si muovono ogni anno dall’Abruzzo per aiutare una scuola (la Domus Mariae di Pescara) – spiega Fabrizio Ferrati - e si portano dietro esclusivamente i prodotti locali. Vini, formaggi, carni. Quest’anno in menu avremo una grande novità. Faranno il loro ingresso (ci auguriamo trionfale) le “pallotte cacie e ove”, polpette di formaggio e uova ripassate in sugo di pomodoro”. Novità a parte non mancheranno assolutamente i grandi classici abruzzesi, ovvero i gustosi arrosticini di carne di pecora, oppure le lasagne, i salumi tipici e, dulcis in fundo una buona genziana per digerire. Un menu intero (compreso un quarto di vino) parte dai 15 euro. Gli amanti delle carni alla brace non potranno mancare l’appuntamento con il Consorzio del vitellone bianco dell’Appennino centrale “Il nostro piatto forte – spiega Fausto Rivarola del ristorante Graticula (500 posti in totale) > AGOSTO2011
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RISTORAZIONE - è la carne alla griglia, specie la costata. In menu abbiamo anche lo spezzatino, gli straccetti passati in padella con un po’ di aceto balsamico.Tuttavia dopo due anni di sola carne, per il 2011 proporremo alcuni abbinamenti, tutti da scoprire con la pasta”. Da non perdere anche il gran finale della Graticula, ovvero il dessert campione del mondo nel 1992 a Bruxelles: ciambella al marzapane servita con crema inglese e panna. Chiamano in campo Pellegrino Artusi e Federico Fellini i prodi del ristorante romagnolo (700 posti), capitanati da Giovanna Camprini. “Siamo ben organizzati per un servizio veloce. Il nostro piatto forte – racconta – si chiama Amarcord: un primo da scegliere tra i passatelli asciutti, le tagliatelle, il risotto di mare”. Tuttavia tutti i menù del Romagnolo sono improntati alla tipicità estrema, non a caso si chiamano Artusiano di campagna (cappelletti al ragù, coniglio arrosto, gratin) e Artusiano di mare (risotto, fritto, spiedino, insalatina). E poi i taglieri con squacquerone e i fichi caramellati, la piada con la caponata di verdure, crostini e gnocco fritto. Fiore all’occhiello del Ristorante romagnolo è anche l’allestimento, che quest’anno vedrà alle pareti immagini di Fellini. Il costo per menu parte dagli 8 e non supera i 21 euro. Novità tra le tipicità di quest’anno due esperimenti di take away: la bruschetteria e la risotteria. “Nel pensare alla bruschetteria – spiega Marco Ialeggio - noi ci siamo basati sull’idea di offrire un servizio veloce e dunque puntando ad un menu ricco di bruschette, piatti freddi, insalatoni. Insomma, cose rapide ed estive, come per esempio l’insalata di farro gamberi e zucchine. Il nostro segreto è la qualità delle materie prime utilizzate”. Menu a partire da 5 euro, bibita compresa. L’idea della Risotteria, invece, è venuta a un commercialista e a un veterinario (dicono di essere capaci di mantecare il riso per 30mila persone in una settimana). “E’ un’idea che avevamo in mente da anni - spiega Pier Luigi Mortaro, il veterinario – ovvero quella di
proporre il piatto tipico veronese alla gente che frequenta il Meeting. Si tratta del “risotto all’isolana”, dalla cittadina di Isola Della Scala, e si prepara con il riso vialone nano igp, condito con carne di maiale o di manzo”. Ovviamente per gustare al meglio il risotto veronese è indispensabile il vino giusto.“Consiglio il bianco Trebbiano o il rosso Sangiovese. Il costo è di 5 euro a risotto. Dulcis in fundo l’Osteria veneta (400 posti),“un’area enogastronomica – spie-
ga Lucio Mazzucato - dove poter degustare le migliori pietanze della cucina veneta. Il tutto dentro a un ambiente curato nei minimi particolari (allestimento, musica, costumi, profumi tipici veneti) per riportare il calore della regione. Mare, montagna, collina, pianura, fiumi, laghi, zone termali: tutto questo accompagna la storia gastronomica della nostra regione ed è ciò che vogliamo far conoscere e apprezzare”. Costo menu medio 13 euro. AGOSTO2011
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Costruiamo basi solide e sicure per le grandi opere dell’uomo Innovazione continua, valorizzazione del capitale umano, tradizione imprenditoriale hanno permesso al Gruppo Trevi di diventare uno dei principali protagonisti mondiali nell’ingegneria del sottosuolo e nella progettazione e costruzione di impianti avanzati per il settore geotecnico e per quello della perforazione per ricerca idrica, geotermica e idrocarburi. In ogni parte del mondo, in tutti i progetti intrapresi, il Gruppo
Trevi lavora con l’ambiente e per l’ambiente, in sintonia con le persone, in accordo con le culture e rispettandone valori ed aspirazioni. Oggi, dopo oltre 50 anni, affrontiamo le nuove sfide con la consapevolezza di aver maturato un’esperienza importante, con il supporto di tecnologie mirate e innovative, ma soprattutto con la forza di uomini pervasi da grandi valori, capacità e passioni.
www.trevigroup.com
Ci sono grandi progetti e progetti che diventano grandi e ci sono grandi idee che diventeranno grandi realtà, o parte di una grande realtà: il nostro Paese.
in collaborazione con
MEETING RIMINI - 21.27 AGOSTO 2011 - RIMINI FIERA PAD. D5
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Fin da quando è nata, eni ha unito l’Italia. E non stiamo parlando solamente di sviluppo economico e industriale, ma anche di tutte quelle iniziative di valore sociale e culturale che eni ha lanciato nel corso degli anni e che hanno contribuito a creare un’identità nazionale. È per questo che al meeting di Rimini, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, eni vuole raccontare il nostro comune passato per parlare del nostro comune futuro. Vieni a trovarci al padiglione D5. Lo immagineremo insieme, quel futuro.
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