Quotidiano Meeting | 24 agosto 2023

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EDITORIALE

Accettare la sfida del cambiamento

Come “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile” anche all’interno dei luoghi di lavoro?

La nostra esperienza ci porta a dire che l’amicizia si crea nelle scuole, nelle università, in una squadra sportiva, ma non in un ufficio o in una fabbrica. I luoghi di lavoro sono spesso “palestre di concorrenza” tra colleghi e si ha un’assenza di condivisione che, anche come effetto indiretto dello smartworking, sembra una caratteristica inevitabile delle nostre aziende. Il cambiamento d’epoca profetizzato da papa Francesco è caratterizzato da una generale paura verso il futuro. Un dato deve farci riflettere: secondo il Global Rework Report 2023 della società Kelly, nel nostro paese il 33 per cento dei lavoratori pensa di lasciare il proprio posto di lavoro entro un anno in quanto insoddisfatti delle situazioni in cui si trovano a lavorare. Questo disagio lo troviamo, in particolare, nei giovani che non concepiscono più il lavoro come un fine in nome del quale sacrificare i propri interessi, ma come un mezzo per dare consistenza alla loro esistenza per esprimere pienamente se stessi.

La provocazione dei giovani che ci chiede di privilegiare l’essere piuttosto che il fare riguarda in realtà tutti noi. È una provocazione “antropologica” e l’unica soluzione evidente è offerta dalla ricerca di relazioni autentiche. Il lavoro della Compagnia delle Opere in questo anno è stato proprio caratterizzato da questa domanda: come accettare la sfida del cambiamento delle nostre aziende che questa epoca ci chiede così urgentemente? Il nostro tentativo come Cdo vuole essere una proposta per tutti di una compagnia che “non si origina come un luogo di progetti e neppure come uno schie -

ANNO 44 N° 5

La presidente della Consulta Silvana Sciarra: «Il lavoro al centro della Costituzione»

Il cuore della democrazia

A pagina 12

Stasera alle Piscine Ovest

Lavoro e democrazia, ma soprattutto dignità e tutela dei lavoratori, sono stati i temi al centro della “lezione” di Silvana Sciarra, presidente della Corte costituzionale, intervenuta in uno degli incontri della Fondazione per la Sussidiarietà. Ampio spazio ai protagonisti delle istituzioni negli ultimi giorni del Meeting. Ieri i due vice-premier Antonio Tajani e Matteo Salvini hanno rilanciato la politica del “fare”, con i capisaldi

della cooperazione con l’Africa e della realizzazione di grandi infrastrutture come il ponte di Messina. Una linea operativa che migliorerebbe gli scambi, avvicinando i popoli e promuovendo la pace. E domani è atteso l’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Bernard Scholz: «Onorati della sua visita, che per noi ha il valore di una apertura al futuro».

Alle pagine 2-3

, RACCONTI, CRONACHE A MICROFONO APERTO

24
di Guido Bardelli
UNA CIVILTÀ NON CRESCE SENZA CULTURA DIALOGO E BELLEZZA NE SONO LA LINFA VITALE SOSTIENI IL MEETING COSTRUIAMO INSIEME QUESTA GRANDE STORIA DONA ORA AI DESK HALL SUD · A3 · A5 · C1 · C5 · D0 DONA SUBITO DAL TUO SMARTPHONE sostienici.meetingrimini.org
Volontari “invisibili” al lavoro
Dietro le quinte
Music Contest La finale con Morgan
INTERVISTE
A pagina 14 (Continua a pagina 4)

PRIMO PIANO I vicepremier Tajani e Salvini sono intervenuti su politiche di cooperazione e nuove infrastrutture

«Il Mediterraneo torni a essere luogo di pace»

Il “piano Mattei” per l’Africa e il ponte di Messina elementi di una strategia per promuovere sviluppo

L’accento è stato posto sul “fare” (più scambi virtuosi con l’Africa e più infrastrutture in tutta Italia), ma il dato di fondo degli interventi dei vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini può essere riassunto in una comune visione: lo sviluppo è la via privilegiata per combattere la povertà e costruire la pace. «Un africano su cinque – ha detto Cindy Hensley Mc Cain (direttore del World Food Programme) – soffre di fame cronica, ma ora dobbiamo passare dalla fase dell’assistenza a quella degli interventi sulle cause». Introdotto dal presidente della Fondazione Meeting Bernhard Scholz e reagendo alle domande del segretario generale Avsi Giampaolo Silvestri, il ministro Tajani ha confermato a questo proposito che in autunno verrà presentato il “piano Mattei per l’Africa”, da intendersi come la parte italiana di un programma europeo paragonabile a un nuovo grande piano Marshall. «Con i paesi africani – ha detto – dobbiamo

instaurare rapporti di solida amicizia e con una strategia comune, vincente per tutte le parti in causa. I vantaggi devono essere reciproci e noi dobbiamo fornire saper fare e tecnologie». E poi ha elencato quanto già si sta facendo da parte del ministero degli Esteri: aiutare le scuole italiane in Africa, aumentare le borse di studio per formare giovani africani nelle nostre università, allargare i flussi degli immigrati con una adeguata formazione, ampliare la presenza di ambasciate.

«Intendiamo – ha aggiunto il ministro –assicurare anche un maggior sostegno alla rete missionaria nei paesi africani, che è di fondamentale importanza per la formazione dei giovani ed è un presidio di pace insostituibile». Neanche a farlo apposta, nel successivo incontro su infrastrutture e Pnrr, moderato dal professor Lanfranco Senn, il ministro Salvini ha rilanciato il tema del Mediterraneo, che«deve tornare a diventare luogo di scambi economici e culturali». Per questo moti-

Ne hanno parlato ieri i presidenti di Lombardia, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia

vo, ha aggiunto, è l’ora di aprire i cantieri del grande ponte di Messina, una campata unica di 3.300 metri (la più lunga del mondo), ribattezzato nell’occasione “il ponte degli italiani”. «Abbiamo infrastrutture in larga parte progettate e costruite più di cinquanta anni fa – ha detto Luigi Ferraris, ad di Ferrovie dello Stato, – e dal 2008 gli investimenti sono continuamente diminuiti». Urge pertanto un piano decennale nel quale i soggetti pubblici e privati devono collaborare senza tentennamenti e che, come ha spiegato Maximo Ibarra (ad Engineering), dovrà riguardare anche l’infrastrutturazione digitale. «Fare, senza se e senza ma.

E superando veti ideologici e interessi di parte», ha insistito il presidente della Liguria Giovanni Toti. E il sindaco di Bari e presidente Anci Antonio Decaro ha sottolineato la enorme capacità di iniziativa dei Comuni, «che pur avendo a disposizione 40 miliardi hanno presentato progetti per 80» ma ora devono fare i conti col riordinamento di risorse già pianificate.

Autonomia differenziata, percorso accidentato

Violini: «Necessario approvare i Lep per conciliare sussidiarietà e uniformità di servizi a tutti i cittadini»

di Lucio Bergamaschi

Il disegno di legge Calderoli noto come “Autonomia differenziata” va avanti ma le riserve continuano ad essere molte e attraversano trasversalmente i due schieramenti politici rischiando di lacerarli.

Il dibattito di ieri “Quale Stato e quali regioni” ha fatto il punto su una vicenda tecnicamente complessa e politicamente delicata. Lorenza Violini, docente di diritto costituzionale e componente della Commissione che sta definendo i Lep (livelli essenziali di prestazioni), ha offerto in esordio un quadro aggiornato della situazione. «Il lavoro della commissione è agli sgoccioli, in autunno consegneremo il nostro lavoro e altrettanto faranno i gruppi che stanno definendo i fabbisogni e costi standard. Poi – ha proseguito la professoressa come a indicare una strada per uscire dall’empasse politico – si potrebbe procedere all’approvazione in tempi rapi-

di tramite decreto legislativo o anche un Dpcm. Sarebbe comunque un percorso costituzionalmente corretto».

«Senza la definizione dei Lep – ha detto con forza Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna – non si può procedere con l’autonomia differenziata perché le regioni non avrebbero chiare le materie e le competenze specifiche su cui richiederla. La mia regione – ha proseguito Bonaccini – è la prima nelle classifiche nel rapporto tra costo pro capite e qualità delle prestazioni quindi non ho certo paura dell’autonomia ma c’è una parte rilevante del Paese che rischia di restare indietro».

«Se non fosse stato per il Pdl Calderoli – ha sottolineato dal canto suo il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana – non si sarebbe mai messo mano ai Lep come non è stato fatto per 53 anni. I due percorsi sono paralleli ma non interdipendenti: chiedere una legge sui Lep per far partire l’autonomia è solo un

modo per prendere tempo, per coprire il timore di qualche regione di non essere in grado di dare risposte adeguate ai propri cittadini. Andiamo avanti, so che Stefano (Bonaccini ndr) anche se non lo può dire è d’accordo con me!».

Tenta di mediare Massimiliano Fedriga, che oltre ad essere presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia è anche presidente della Conferenza delle Regioni. «Non facciamo dell’autonomia una bandiera ideologica: qui si tratta di stabilire chi può erogare il miglior servizio al minor costo in una determinata materia garantendo comunque l’uniformità delle prestazioni in tutto il Paese. I Lep – ha proseguito Fedriga – andavano fatti comunque indipendentemente dall’autonomia. Approviamoli al più presto e procediamo poi a dare alle regioni competenze nelle dieci materie previste dall’art. 116 della Costituzione. Si può fare in fretta e bene».

Su un punto i tre interlocutori politici concordano senza riserve: la solidarietà alle popolazioni della Romagna colpita dalla recente alluvione. E qui scatta l’applauso più convinto e cordiale dalla sala. Appuntamento all’anno prossimo con l’autonomia differenziata approvata?

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PRIMO PIANO La lezione di Silvana Sciarra, giuslavorista e presidente della Corte costituzionale

Se il padrone è un algoritmo…

Che l’Italia sia una Repubblica democratica fondata sul lavoro non è un preambolo di maniera della nostra Costituzione; è un’affermazione di valore ideale e di conseguente efficacia normativa. Tanto che a buon diritto si può definire il lavoro come “cuore della democrazia”. Parole di Silvana Sciarra, giuslavorista e presidente della Corte costituizionale all’incontro di ieri al Meeting introdotto e concluso dal presidente della Fondazione per la sussidiarietà, Giorgio Vittadini. I valori ideali, come ha sottolineato Vittadini nella conclusione, non vanno mai dati per scontati né sottovalutati. In forza di essi, infatti, la norma, le regole che concretizzano dignità, diritti e doveri, hanno consistenza e anche la possibilità di evolvere adeguatamente nei rapidi cambiamenti.

I principi attuati in una certa forma al tempo della grande fabbrica meccanica e dell’operaio massa devono trovare oggi forme idonee per assicurare tutele e dignità ai rider, a chi è comandato da una piattaforma, a chi si trova ad operare in contesti di robot e intelligenza artificiale.

CAMMINO DELLA VITA

Nella Costituzione c’è un ottima base per tutto questo. Il lavoro nella cultura dei costituenti non è ridotto ad azione per produrre merci e profitti ma, ha sottolineato la Sciarra, «è un cammino della vita, per questo si pone al cuore della democrazia. Concetto che si avvicina non poco al magistero di Giovanni Paolo II che nella prima parte della “Laborem Exercens” afferma la dimensione soggettiva del lavoro, il suo essere espressione e realizzazione della persona umana.

Del resto così ha proseguito la presidente della Consulta: «Il lavoro su cui è fondata la nostra Repubblica democratica – vi ricordo l’art. 1 della Costituzione – è il lavoro delle persone intese come individui e come collettività.

Generazione lavoro è la formula che propone oggi la Fondazione per la sussidiarietà».

Da questo caposaldo deriva il riconoscimento del diritto al lavoro, correlato a quanto si dice nell’articolo 4, cioè il dovere del cittadino nello svolgere «secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società».

Il presidente della Repubblica domani in Auditorium

Con Mattarella una nuova apertura

Il Meeting si prepara ad accogliere domani il presidente della Repubblica.

«Sergio Mattarella - ricorda Bernhard Scholz, presidente della Fondazione Meeting -ci farà l’onore della sua presenza alle 12 in auditorium. La sua visita darà a questa giornata che comunemente viene chiamata “conclusiva” sicuramente il valore di una apertura al futuro, che nella ricchezza degli incontri che avvengono in questo contesto chiederà a ognuno di noi di contribuire alla costruzione di una amicizia sociale capace di affrontare le sfide che ci aspettano».

Per Mattarella si tratterà della terza partecipazione perché, dopo la visita del 2016, quando intervenne sul tema “La Repubblica ha 70 anni”, Mattarella si collegò anche due anni fa, il 20 agosto 2021, con un messaggio in diretta. Nel 2016 il capo dello Stato affermò tra l’altro: «La Repubblica italiana ha appena compiuto settant’anni. Anch’essa è giovane: i tempi biologici sono più lunghi per le istituzioni. Ha già affrontato e superato prove impegnative. Per diventare più forte ha bisogno di

rinnovato entusiasmo, di fraternità, di curiosità per l’altro, di voglia di futuro, del coraggio di misurarsi con le nuove sfide che abbiamo di fronte». Nel 2021, sullo sfondo dell’emergenza Covid, disse: «In questi ultimi anni abbiamo compreso con maggiore chiarezza di aver bisogno del sostegno degli altri. Abbiamo fatto esperienza del dolore, della paura, della solitudine, ma nella comunità si sono trovate risorse preziose. Avere il coraggio di dire “io” richiama la necessità di rivolgersi ad altri, a uno o a tanti tu».

Bisogna essere, a questo punto, onesti e ammettere, come ha fatto il vertice sociale europeo nel 2021, che «continuano a mancare – ha scandito la Sciarra – forme di inclusione sociale per i più fragili, per i disoccupati di lungo periodo, per quanti hanno una bassa qualifica professionale, per chi lavora con contratti non standard.  Ancora più drammatica la condizione dei detenuti, cui si offrono scarsissime opportunità formative e lavorative».

SINDACATO E CONTRATTAZIONE

Altro elemento importante per cui il lavoro è motore della democrazia è il concetto di rappresentanza: «La rappresentanza dei lavoratori si sviluppa in parallelo alla rappresentanza politica, pur essendo altra cosa da questa. Leggiamo il primo comma dell’art. 39: “L’organizzazione sindacale è libera”. Il sindacato diviene espressione di una democrazia in movimento. La contrattazione collettiva solo volontaria, da un lato, fiorita in Italia – come del resto in molti paesi del Nord Europa, restii all’intervento della legge –, e, dall’altro lato, l’intervento solo settoriale del legislatore in attuazione dell’art. 40 nel regolare l’esercizio del diritto di sciopero, limitandosi ai servizi essenziali, hanno contribuito a rendere originale il sistema italiano nel quadro comparato».

UNA DIVISIONE OBSOLETA

Importante invece nello sviluppo della riflessione giuridica a livello europeo è l’introduzione del concetto di “rapporti di lavoro personali”, tendente a superare la classica ma ormai obsoleta divisione tra lavoro subordinato e autonomo, favorendo la strada della contrattazione e delle tutele anche per lavori come i rider, di cui si è detto all’inizio, e ad altri impieghi poco protetti.

Le parole della presidente della Consulta: «Il diritto del lavoro, e con esso l’azione dei soggetti collettivi, si propongono di convertire via via le tutele, orientandole verso mutevoli formule organizzative. In questo processo modulare di nuova sistemazione della disciplina, i lavoratori in quanto persone devono poter accedere ai diritti fondamentali, sia individuali sia collettivi, indipendentemente dal tipo di contratto che stipulano con il datore di lavoro».

Anche se il padrone è un algoritmo.

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«Il lavoro è il cuore della democrazia. E i lavoratori hanno diritto a dignità e tutele indipendentemente dal tipo di contratto»

EDITORIALE

[Segue da pagina 1]

ramento sociale. Essa è un esempio per tutti che ci può essere un cambiamento in atto, che dentro l’operato normale ci può essere una dimensione strana, nuova: la gratuità” (L. Giussani, “L’io, il potere, le opere: Contributi da un’esperienza,” Marietti 2000, pagg. 154-161). La paura del futuro, la solitudine nei luoghi di lavoro non si supera con astratti e a volte insopportabili richiami etici, ma incontrando presenze significative che nella realtà quotidiana testimoniano una diversità umana. Cdo vuole continuare a testimoniare, anche con forme differenti rispetto alla sua origine, la capacità di vivere una “amicizia operativa” come ci ha più volte invitato a fare don Giussani. Vuol dire sostenersi tra imprenditori, anche concorrenti, vuol dire favorire dialoghi all’interno della Compagnia delle Opere ma anche all’esterno di essa. Confronti tra generazioni e tra visioni diverse. Sono questi arricchimenti che sostengono l’imprenditore e gli consentono di affrontare le sfide di un mondo che sta rapidamente cambiando. Crediamo che il futuro di questo Paese passi dalla generazione di spazi di società nuova che, senza alcuna pretesa di egemonia, costituiscono una speranza di costruire – come ci dice Papa Francesco – una “comunità felice”.

EDITORIAL

Accept the challenge of change

Is it possible for “Human existence is an inexhaustible friendship” to also manifest within the workplace?

Our experience leads us to assert that friendships form within schools, universities, sports teams, but not typically in offices or factories. Workplaces often become “arenas of competition” among colleagues, fostering a lack of sharing that, even as an indirect consequence of remote work, seems to be an inevitable characteristic of our companies. The “prophesized change of era,” as foreseen by Pope Francis, is marked by a pervasive fear of the future. One fact that should prompt reflection is this: according to the 2023 Global Rework Report by Kelly, 33% of workers in Italy are contemplating leaving their jobs within a year due to dissatisfaction with their work situations.

This unease is particularly prominent among the youth who no longer perceive work as an end to which they should sacrifice their interests; instead, they view it as a means to give sub -

stance to their existence and express themselves fully.

The challenge posed by young people, advocating for a prioritization of “being” over “doing,” is, in reality, relevant to all of us. This challenge has an “anthropological” dimension, and the only apparent solution lies in the pursuit of authentic relationships.

The focus of the Compagnia delle Opere this year has been centered around this question: how can we embrace the imperative of change that this era urgently demands from our companies? Our effort as CDO aims to present a proposition for everyone – a company that “does not originate as a place of projects or even as a social stance. It serves as an example for everyone that change can indeed take place; within ordinary activities, there can exist an unfamiliar, novel dimension: gratuitousness” (L. Giussani, “L’io, il potere, le opere: Contributi da un’esperienza,” Marietti 2000, pages 154-161).

Overcoming the apprehensions about the future and the isolation experienced in workplaces is not achieved

through abstract and at times burdensome ethical appeals, but by encountering meaningful presences that, in our everyday reality, testify to human diversity. CDO continues to bear witness, even through different forms from its inception, to the capacity for experiencing an “operational friendship,” as Don Giussani consistently invited us to do. This entails mutual support among entrepreneurs – even competitors – and the cultivation of dialogues within the Compagnia delle Opere and beyond – fostering interactions across generations and diverse perspectives.

These enriching interactions bolster entrepreneurs and equip them to confront the challenges of a rapidly evolving world. We firmly believe that the future of this country hinges on the creation of spaces for a novel society that, devoid of any claims to hegemony, constitutes a beacon of hope to construct – as Pope Francis articulates – a “happy community.”

(Traduzione di Luigi Tassinari)

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IN FIERA “Resurgence”: viaggio nell’architettura urbana, spazio di relazioni e di comunicazione

Crescere con la città

Rigenerazione come valorizzazione dell’esistente in Italia, Brasile e Colombia. Così rinascono i quartieri fantasma

L’architettura urbana è, per eccellenza, uno spazio di relazioni e di comunicazione. La progettazione urbana deve, per questo, non prescindere mai dal fatto che quelle strade, quei parchi, quei palazzi e quelle case sono il contesto in cui le persone e la società vivono e crescono. Il concetto di rigenerazione urbana parte proprio da questo: riorganizzare la città, ammodernarla e farla crescere, ripartendo dall’esistente. La mostra “Resurgence. Vivere e ripensare la città”, organizzata con il sostegno di sostegno di Hines, Fondazione Patrimonio Comune, Ars Aedificandi e Streetvox e curata da Luigi Benatti, Dario Fossati, Guido Bardelli, Francesco Cucco e Andrea Castellotti, porta esempi vicini e lontani di questo. Si parte dal progetto di riqualificazione della Torre Velasca di Milano (uno dei progetti edilizi di fine Anni ’50 più discussi) a cura di Hines e dello studio Asti Architetti, per arrivare alla riqualificazione del contesto urbano delle grandi stazioni, come Milano, Roma, Napoli, fino ai progetti più lontani di grandi rigenerazioni urbane, come quelle che hanno interessato le favelas di Salvador de Bahia in Brasile e di Medellin in

Colombia. Gli esempi di Salvador e di Medellin rendono particolarmente bene quelli che sono gli effetti di una riprogettazione conservativa dell’esistente. In entrambi i casi, la logica utilizzata negli anni è stata quella di portare i servizi nei quartieri fantasma, abusivi, rendendoli di fatto parte del tessuto urbano. Il caso di Salvador de Bahia è esemplare. Alla fine degli Anni ’80 la favela di Novo Ala-

gados era composta in parte da palafitte, in una zona semipaludosa e putrida. Non era, tuttavia, pensabile, per una serie di ragioni, chiedere a 15mila persone di lasciare le loro case. La soluzione è arrivata con il rendere salubre l’area, riqualificandola dal punto di vista urbanistico e sostituendo le palafitte con vere e proprie case. Il progetto è stato promosso da Avsi con l’aiuto della Ban -

ca Mondiale e dello Stato italiano. La vera novità è che l’intervento urbanistico è stato portato avanti negli anni con la diretta collaborazione degli abitanti, coinvolti nella fase realizzativa, ma anche per individuare le soluzioni migliori. La gestione degli interventi, che i singoli nuclei famigliari hanno potuto realizzare in cooperazione fra loro, viene assistita anche da iniziative di accesso al credito, autofinanziate. Nel caso di Medellin, l’amministrazione cittadina non ha inteso radere al suolo le favelas cresciute sui fianchi delle montagne, ma ha pensato di iniziare a collegarle meglio con il resto della città, per esempio con una cabinovia.

Dal 2004 le Metrocable sono diventate sei. Inoltre, accanto alle stazioni delle singole linee, sono stati effettuati diversi interventi, volti in primis a portare servizi, a partire dalle scuole. Si tratta di esempi in cui l’architettura ha preso spunto dalla sociologia e ne è stata fonte di ispirazione e riflessione al tempo stesso. La mostra porta i contributi di architetti, ingegneri, progettisti e pensatori come Luca Molinari, Stefano Boeri, Marco Tognetti, Mario Abbadessa, Ignacio Vicens Y Hualde, Gianni Verga, Silvano Petrosino.

IL DI BATTITO In auto verso il futuro

La rigenerazione urbana è un tema strettamente collegato a quello del futuro della mobilità. Dietro alle nuove prospettive per l’automotive e alla transizione elettrica si nasconde, in verità, il grande tema di come ci spostiamo, come utilizziamo l’auto e come lo spostarsi sia una condizione e, al tempo stesso, un riflesso della costruzione di relazioni fra persone. L’auto è solo un mezzo di trasporto o un mezzo che ci mette in relazione con città e territori? Come concepiamo, in generale, lo spostarsi? Solo in modo funzionale o c’è qualcosa di più? Il dibattito sulla mobilità verte in gran parte sull’opportunità o meno che i vari livelli di governo promuovano scelte tecnologiche stringenti: allo Stato, all’Europa, spetta il compito di

tracciare la strada o fissare dei limiti alle emissioni e lasciare al singolo la libertà di scegliere i mezzi più idonei? È il tema dell’incontro in programma oggi alle 17 in Sala Ferrovie dello Stato B2, dal titolo “Le auto di domani: presente e futuro della mobilità”, con: Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti; Benedetto Carambia, responsabile ricerca, sviluppo e innovazione di Movyon, società del Gruppo Aspi (Autostrade per l’Italia); Massimiliano Salini, deputato al Parlamento europeo; Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci; Alberto Viano, deputy country managing director Ald Automotive LeasePlan. Modera Marco Piuri, direttore generale di Fnm e amministratore delegato di Trenord.

5 GIOVEDÌ 24 AGOSTO
A.P.

INCONTRI Dialogo tra il cardinale José Tolentino de Mendonça e lo scrittore Daniele Mencarelli

Amici anche della luna in ciel

Le grandi domande sull’esistenza e il Mistero che rende possibile il rapporto e il perdono tra gli uomini

“Che fai tu luna in ciel? Il mistero sconfinato dell’amicizia” è il tema dell’incontro che oggi alle 17 all’Auditorium isibank vedrà confrontarsi il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione e poeta, e lo scrittore e poeta Daniele Mencarelli. Un tema quanto mai interessante quello che il cardinal de Mendonça e Daniele Mencarelli affronteranno, un tema che vuol sfidare tutti coloro che stanno partecipando al Meeting a riconoscere il rapporto che esiste tra le grandi domande sulla vita e l’amicizia, come si generi e che cosa renda inesauribile quest’ultima. Nel cammino che tutti stanno facendo al Meeting questo passaggio è fondamentale: che l’amicizia porti con sé i grandi perché della vita è il segno del suo fascino e della sua continuità, se invece l’amicizia perdesse questa profondità diventerebbe una grigia connivenza o non avrebbe storia, perché prevarrebbero le conflittualità dell’individualismo nichilista.

Il cardinal José Tolentino de Mendonça è portoghese e ha una lunga esperienza in campo teologico ed esegetico; ha una grande conoscenza della letteratura e del suo linguaggio, a sua volta è poeta di grande sensibilità.

Ha da poco pubblicato per le edizioni Piemme “Amicizia. Un incontro che riempie la vita”, in cui racconta dell’amicizia come di un abbraccio che riguarda il destino dell’esistenza.

Nel 2018 papa Francesco lo ha scelto per predicare gli esercizi spirituali per la Curia romana sul tema “Elogio della sete”, poi lo ha nominato cardinale. Nel 2022 è stato nominato prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione.

Daniele Mencarelli è poeta e scrittore. La sua poesia è di grande intensità e sa cogliere i tratti autentici dell’umano. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo romanzo, “La casa degli sguardi”, a cui sono seguiti “Tutto chiede salvezza”, “Sempre tornare” e “Fame d’aria”.

Mencarelli sottolinea il rapporto tra la domanda di Leopardi e il mistero dell’a-

micizia: in quella domanda di fronte alla luna vi è l’urgenza «di investire il visibile e l’inumano di sentimenti di vicinanza e di aspirazioni alla vicinanza. L’uomo solo cerca anche nell’inumano qualcosa che si possa affratellare a lui».

Per Mencarelli l’amicizia è lo spazio di completamento dell’uomo e porta a condividere le esperienze che si fanno così da moltiplicarle. Per sostenere questa sua profonda convinzione racconta un episodio che gli è accaduto nell’85 a Roma di fronte a quella stupenda nevicata: lì sperimentò cosa volesse dire vivere un’amicizia e scrisse una poesia che diceva che stare vicino ad un’altra persona rende più bella la neve. Da soli di fronte a qualcosa di attraente ci si commuove, ma che vi sia un’altra persona con cui condividerlo moltiplica quell’emozione, è ancora più bello. Anche nelle difficoltà l’amicizia fa da moltiplicatore, è un sostegno, è un reggersi insieme. Mencarelli condivide la sottolineatura che ha fatto monsignor Baturi sulla difficoltà contemporanea di accettare

il perdono. «Negli ultimi trent’anni - evidenzia a questo proposito - vi è stato uno scollamento tra uomo e realtà. Ci vuole un’esperienza di avvicinamento all’altro da sé e a ciò che l’altro può offrirci e noi non siamo in grado di offrirci come il perdono». Occorre da una parte sconfiggere la severità disumana che abbiamo su noi stessi, dall’altra parte ci dobbiamo far perdonare e in primis sconfiggere quella paura che ha spinto l’uomo a diffidare dell’altro uomo.

«Il Meeting questo lo fa e in modo tangibile - sottolinea Mencarelli -. Io che sono aspirante credente ho trovato in tante persone del movimento di Comunione e liberazione una visione dell’esistenza, prima ancora che una ricerca spirituale. In tante di queste persone ho trovato che “da solo non basto”, che la realtà è da esplorare e da esplorare almeno in due». Questa è la certezza di Mencarelli che tutto diventa più bello nell’esperienza di un’amicizia, in due ciò che colpisce e commuove l’essere umano si moltiplica, si dilata, è una ricchezza che si diffonde.

GIOVEDÌ 24 AGOSTO 6

INCONTRI Don Paolo Prosperi e Giuseppe Pezzini a confronto in Auditorium sull’attualità di Tolkien

La (vera) missione di Frodo

Dimensione individuale e comunionale sono indivisibili e opporle genera violenza. Come mostra il “Signore degli Anelli”

A cinquant’anni dalla morte di Tolkien, perché leggere il “Signore degli Anelli”? Qual è la missione del protagonista Frodo? Don Paolo Prosperi, della Fraternità San Carlo, e Giuseppe Pezzini, docente a Oxford, lo spiegheranno stasera alle 21 in Auditorium. Ecco cosa anticipano al “Quotidiano Meeting”.

Don Paolo Prosperi: «Tolkien vuol farci recuperare il sentimento della qualità “epica” dell’esistenza: l’uomo assurge alla “gloria” per cui è fatto non solo aderendo alla missione, piccola o grande, che Dio gli assegna, ma anche accettando di combattere il male. Certo, va capito chi siano i Nazgul e i Balrog con cui anche noi siamo chiamati a battagliare. Ma resta che l’uomo di Tolkien è un guerriero. Perciò continua ad affascinare i giovani, il cui cuore sa che se non esiste un grande ideale per cui combattere allora non c’è possibilità di vera grandezza. Tolkien poi sa che il mito dà accesso a verità nascoste, che offrono chiavi per decifrare

AREA INTERNAZIONALE | PAD C3

C’È UN’ITALIA CHE COOPERA

la complessità della realtà. Il mito dà accesso a verità profonde eppure avvolte dal silenzio, non immediatamente percepibili sulla base dell’esperienza immediata, inafferrabili se non attraverso il racconto di una storia. Il mito dunque vuole illuminare la complessità del visibile, mostrando come dietro ciò che appare si cela un mistero – cioè una “storia” che spiega l’essere delle cose. Il cattolicissimo Tolkien poi dimostra che la fede cristiana compresa e vissuta supera, salva e persino resuscita il mito. La sua è una fede che non uccide l’immaginazione mito-poetica dell’uomo, bensì la redime e potenzia, spingendola a forgiare nuove figure e profezie dei suoi Misteri».

Giuseppe Pezzini: «Tema dell’incontro sarà il rapporto tra la dimensione personale e comunionale dell’esistenza, cioè tra io e noi, individuo e compagnia, bene del singolo e bene collettivo. Opporre queste dimensioni genera violenza, come dimostrato dalle grandi ideologie del ’900. E ancora oggi vediamo fronteggiarsi un individualismo estremo,

che predica l’autonomia totale, contro un’esaltazione del bene collettivo, a scapito dell’individuo. La polarità fra io

e noi è invece un paradosso chiave del Signore degli Anelli. I personaggi sono chiamati ad aderire a una missione individuale (Frodo è chiamato a portare l’Anello – lui solo – fino al Monte Fato) ma che ha implicazioni per il bene di tutti e che non sarebbe concepibile senza l’amicizia con Sam e Gandalf e senza la Compagnia dell’Anello. Le dimensioni individuale e comunionale così sono poli imprescindibili della stessa esperienza, come due eliche dello stesso Dna narrativo. Il compimento della missione di Frodo coincide con la sua decisione di affidarsi al Destino che gliel’ha consegnata, al punto di accettare la possibilità di fallire: il suo atto di misericordia per il traditore Gollum è cruciale, come atto gratuito di amore e obbedienza a un Bene che trascende spazio e tempo. In Tolkien il compimento dell’io arriva come culmine di una storia di amicizia tra il Creatore e le sue creature, assimilate nel mistero della sua natura, che è relazione e misericordia, e cioè amore, un’amicizia inesauribile e onnipotente».

La Sicurezza Alimentare e diritto al c ibo ibo
della Cooperazione Italiana 7 GIOVEDÌ 24 AGOSTO
percorsi e storie

IN FIERA Nel Padiglione C3 una galleria cno i progetti del ministero degli Affari esteri

Un faro nel mondo, l’Italia coopera

Talk show, percorsi tematici, mostre sugli obiettivi dell’Agenda 2030 con novità e connessioni al tema del Meeting

Il padiglione C3 del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale è un cuore pulsante di progetti, incontri, storie da scoprire e comprendere.

Lo spazio internazionale dell’Italia che coopera, presente da alcuni anni al Meeting, ha un claime di forte richiamo con il tema attuale: le strade dell’amicizia. Le strade da percorrere sono molte: ognuna racconta storie di impegno di organismi governativi e istituzioni, ma anche il coraggio di uomini e donne nella loro unicità: operatori laici, religiosi, volontari, lavoratori di varie regioni del mondo accomunati dal desiderio di affrontare vari tipi di crisi, umanitarie o economiche, e trovare rimedi condivisi. Per accedere nell’area si passa dal desk dove ad accogliere i visitatori ci sono Beatrice, Pietro e altri volontari in maglietta verde che fanno anche da

guide. È come entrare in un labirinto, un dedalo di strade, dove campeggiano i tabelloni colorati con i 17 obiettivi dell’agenda 2030. Sulla sinistra e la destra del padiglione i 169 sotto obiettivi sui quali collaborano i partner europei. La parte centrale è occupata dalla mostra sui quattro obiettivi sviluppati dall’Italia attraverso grandi progetti del ministero: sostegno alla Siria con le azioni di cooperazione sviluppate per aiutare le popolazioni afflitte dalla guerra; il Mediterraneo crocevia di popoli e culture dei paesi che si affacciano sul Mare Nostrum; sicurezza alimentare strettamente legata ai temi del clima e surriscaldamento globale; libertà religiosa con le attività finanziate per ristrutturare chiese e patrimoni architettonici distrutti dalle bombe, ma anche per favorire il dialogo interreligioso fra le diverse fedi.

A simboleggiare l’impegno e la fratellanza fra i popoli è stato posto un faro

esattamente al centro dello spazio circolare.

La visita prosegue allo stand del Ciheam, agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo con sede a Bari. Costituita nel 1962 ha lo scopo di realizzare master e progetti di formazione in vari stati del nord Africa, dell’area subsahariana e asiatica.

Ad oggi ha sviluppato decine di attività e applicato concretamente i risultati delle ricerche in Marocco, Tunisia, Egitto, Pakistan, Giordania, Siria, quali Nemo Kantara o Seminare resilienza, per creare infrastrutture, portare macchinari e formazione per le popolazioni in grado di seguire autonomamente attività agricole, quali le coltivazioni di ulivi, allevamento, pesca e approvvigionamento alimentare.

Ogni giorno (alle 14 e 18) in un’apposita arena vengono approfonditi, in talk e workshop, progetti e buone prassi di cooperazione.

Nella Hall Sud lo spazio della Fondazione con simulatori di guida. Attenzione anche alla salute e al welfare

Ania: dieci anni al Meeting. In sicurezza

Con la sua partecipazione rinnovata, la Fondazione ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) celebra i dieci anni di collaborazione all’interno del Meeting, offrendo ai visitatori informazione mirata in ambito di prevenzione dei rischi e assicurazione.

La Fondazione è nata nel 2004 per volontà delle compagnie d’assicurazione italiane e da allora ha agito per ridurre il numero e la gravità degli incidenti stradali. Durante questi anni grazie alla sua progettualità si è inserita tra i soggetti più autorevoli nel campo della sicurezza stradale a livello nazionale ed europeo. Dal 2017, inoltre, la sua missione si è ampliata, allargando il proprio raggio d’azione verso gli ambiti della salute e della previdenza, al fine di diffondere la cultura della protezione verso le imprese e le famiglie italiane.

È partendo dall’interesse verso la comunità che si sviluppa lo stand presente in Hall sud, in cui uno dei temi centrali è la sicurezza sulle strade, e che rivolge

principalmente l’attenzione verso i neopatentati. Nelle tre postazioni di simulatori i giovani si calano in un’esperienza di guida sicura sotto la supervisione di un pilota esperto, affrontando esercizi e prove che difficilmente possono sperimentare su strada durante la scuola guida.

In questa edizione del Meeting il focus della Fondazione si concentra anche sui veicoli elettrici, in particolare sui monopattini, mezzi di trasporto sempre di maggior utilizzo, specie nelle città dove il traffico risulta una minaccia costante. L’interesse è rivolto a sensibilizzare i giovani, grazie a un video che elenca le

regole necessarie per guidare il mezzo elettrico in tutta sicurezza.

Lo stand offre anche un assaggio dell’attenzione che ha la Fondazione sul tema della salute con l’”Area visita oculistica” dove, grazie a specialisti, i visitatori potranno godere di un check up gratuito. Disponibile, poi, un’area nella quale si possono approfondire alcune tematiche legate al welfare: tutti i visitatori possono comporre un diagramma partecipato, i cui risultati sono visibili man mano che si completa il grafico. Lo scopo dietro a tale progetto è fornire informazioni sul settore assicurativo, in particolare sulle polizze “long term care”, e vedere quanto gli italiani ne sono informati a riguardo. Grazie a questo nuovo approccio comunicativo, la Fondazione ANIA si conferma un laboratorio in cui sperimentare soluzioni innovative e strategiche per dare un contributo concreto alla prevenzione e alla protezione dei giovani, delle famiglie e degli anziani, diffondendo al tempo stesso una nuova e più completa conoscenza dell’assicurazione nel nostro paese.

GIOVEDÌ 24 AGOSTO 8

IN FIERA L’Agorà della Compagnia delle opere, luogo di incontri e di relazioni umane e professionali

Imprese e lavoro: amicizia operativa

Una

piazza e un “salotto”. Oggi focus su educazione, occupazione e sviluppo dell’io

Una piazza dove gli imprenditori e i lavoratori possono incontrarsi e stringere nuove relazioni professionali. Così si presenta l’Agorà della Compagnia delle opere nel padiglione A5. All’interno di uno spazio aperto, arredato da grandi pannelli bianchi e blu, un palchetto con poltroncine ospita le tavole rotonde, più in fondo vicino alle pareti un’area semicircolare con tavolini e sedie è predisposta per incontri più ravvicinati con gli imprenditori. Quasi un salotto.

Il direttore generale di Cdo Stefano Frigerio evidenzia che «L’Agorà, con i suoi cinquecento metri quadri è pensata come un luogo di incontro, confronto, conoscenza e giudizio. Il lavoro di preparazione è stato accompagnato dalla lettura del testo di don Giussani “Io il potere e le opere”, da cui è tratta la frase proposta all’ingresso dello spazio che accoglie i visitatori».

Stefano Gheno, presidente di Cdo opere sociali sottolinea, la crescita rilevante

delle presenze: «Lo scorso anno poteva essere necessario un buon passaparola per invitare la gente, oggi invece arrivano numerosi e lo spazio quasi non contiene tutti; sta nascendo un luogo dove

diventa possibile una reale amicizia operativa».

Anche Matteo Ferracin, vicepresidente di Cdo opere sociali, invita alla partecipazione attiva dei visitatori: «Qui trovano

un luogo dove negli incontri si intrecciano umanità e professionalità».

Nel palinsesto degli incontri oggi alle 16 è in programma una tavola rotonda “Senza lavoro non c’è dignità. Educare al lavoro per sviluppare il soggetto”. Saranno protagonisti Chiara di Domenico di Inpresa, Enrico Tiozzo dell’Associazione centri di solidarietà, Cristiana Poggio di Piazza dei Mestieri e Adriano Moraglio, dell’associazione “La goccia di Lube”, che si occupa a Torino del reinserimento lavorativo dei carcerati vicino al fine della pena.

La presenza della Cdo al Meeting insieme allo spazio dell’arena Agorà, si articola anche nella mostra “Il gusto del quotidiano” dedicata al lavoro come compimento da san Benedetto a oggi, promossa da Cdo agroalimentare in A3 e curata da Roberto Ravaioli, Fabio Saini, Michelangelo Menna e Stefano Pezzini. La Cdo Sport è invece presente nei padiglioni A7e C7 con numerose iniziative realizzate insieme al Centro sportivo italiano.

MILANO - TORINO - VERONA - RIMINI - ROMA - FIRENZE - MODENA SENIGALLIA - FROSINONE - BARI - CAGLIARI - MESSINA - MATERA 9 GIOVEDÌ 24 AGOSTO

IN MOSTRA L’esposizione “Un compito nel mondo” tra dignità e responsabilità, per incentivare il cambiamento

Dai problemi nascono i fiori

Una carrellata di esempi virtuosi suggeriscono strade e modalità per vincere le sfide del lavoro in Italia

di

Caterina Tonut

Un mare increspato ma baciato dal sole. Il lavoro, in Italia, non è sempre rose e fiori ma può fiorire e far fiorire. È l’intento di “Un compito nel mondo. Dignità, lavoro e responsabilità”. La mostra prima scoperchia, senza giri di parole, il marcio, quello che non va. In Italia solo il 5% delle persone è soddisfatta del proprio lavoro, le donne vengono penalizzate dalla gravidanza, lo smart working crea solitudine. Dal dramma dei migranti, spesso inconsapevoli dei loro diritti, alla sofferenza di chi, senza occupazione, si sente svilito. Ma niente paura. Il male passa subito la parola al bene. Come nelle proiezioni video, che saltano dalle frasi, su sfondo nero, che elencano dati che rattristano, a filmati a colori di tutt’altro genere: vengono a galla esempi virtuosi, eccezioni che hanno visto e risolto problemi. Come nei casi di Danone e Merck Serono, realtà dove la gravidanza è un valore: cosa può essere più formativo di una nascita con l’empatia

e la voglia di impattare sul mondo che porta con sé? E poi Banda Biscotti, progetto nato a Verbania, dove i carcerati sfornano dolci e sorrisi, accompagnati nel ritorno alla libertà: perché solo il 2% dei detenuti che trova lavoro ritorna in carcere.

Gli esempi si moltiplicano e creano voglia di emulazione. Di passare la parola. «Fa parte della cultura della responsabilità far incuriosire», spiega Felice Siciliano, uno dei curatori della mostra, promossa da Team Service insieme a Lucio Brunelli, Renato Cerisola, Ivan Guizzardi e Francesco Seghezzi. «Il lavoro, dice papa Francesco nel video inaugurale, deve donare felicità e dignità. E lì – prosegue Siciliano –dove qualcuno ha costruito qualcosa di buono, lo possono fare tutti. C’è bisogno di unirsi però. Tutte le realtà prese in esame ce l’hanno fatta grazie a una fitta rete. Il bello è che i visitatori usciti dalla mostra ci hanno messo del loro scrivendoci tanti altri esempi virtuosi». L’amicizia fa anche qui da pa -

Siamo pronti ad assicurare la ripartenza

Il settore assicurativo e l’ANIA sono fortemente impegnati e attivi sui temi dell’innovazione e della sostenibilità, in assoluta sintonia con il PNRR e in collaborazione con le Istituzioni, con tutte le altre forze economiche e sociali per assicurare lo sviluppo sostenibile del Paese a vantaggio e sicurezza delle nuove generazioni. Siamo pronti ad assicurare la ripartenza. Su questo ci mettiamo la firma.

drona. Così si passa da un filmato che ritrae tante persone con la stessa maglietta e un cellulare in mano, insieme ma alienate – proprio come i borghesi dipinto “Sera sul viale Karl Johan” di Munch –, a una frase del Papa a fine esposizione: «Come sarebbe diversa la nostra vita se imparassimo davvero,

giorno per giorno, a lavorare, pensare e costruire insieme».

A due passi dalla mostra balza all’occhio una frase su una maglietta: “Siamo diversi perché siamo fatti di-versi”: è lo stand di PizzAut, altra realtà da applausi. Raggi di speranza che si fanno spazio nel buio. Passaparola.

GIOVEDÌ
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QUOTID. MEETING 2021-3 inserz.pdf 3 04/08/21 16:05
24 AGOSTO

IN MOSTRA Monsignor Francesco Follo curatore della mostra dedicata alla santa di Lisieux

Teresina: il sapere dell’amore

Può accadere che un monsignore venga chiamato a celebrare una messa a Lisieux.

Può accadere che nell’attesa della funzione decida di salutare il rettore del santuario dedicato a santa Teresa in quella cittadina.

Può accadere che nel colloquio si inneschi quella irriducibile sequela di fatti, all’inizio molto piccoli, e poi sempre più imponenti, che porterà a un autentico miracolo: «Nel 2021, su proposta suggerita e sostenuta da noi, il governo francese ha scelto santa Teresina come personalità da onorare nel 2023 in occasione dei 150 anni dalla nascita» dice monsignor Francesco Follo, cremonese, antropologo per studi, per anni incaricato come osservatore della Santa Sede all’Unesco.

Continua: «Avevamo inviato la lettera al governo e santa Teresa del Bambin Gesù è stata scelta tra una nutrita rappresentanza dell’intellighenzia francese. Al rap -

presentante del governo ho sottolineato che un risultato simile è stato possibile solo grazie alla laicità francese». Quando ride, monsignor Follo lo fa con volto simpatico e buono. «Avevamo messo in evidenza la figura di santa Teresina come dottore della Chiesa e dalla commissione governativa è stata valutata nel suo valore di donna, come intellettuale e come ricercatrice di senso».

Il curatore della mostra allestita nel padiglione A1 della Fiera spiega questo ul-

timo aspetto: «Filosofia significa amore al sapere ma c’è anche il sapere dell’amore; quest’ultima è stata la qualifica di Teresina».

«Ecco, l’idea della mostra è nata così». E ancora: «Che sorprese ho avuto nei suoi scritti: li avevo letti da seminarista; rileggendoli adesso sono rimasto colpito dalla maturità di questa giovane donna». Piccoli fatti dentro la piccola via della santa francese.

«Lo scopo della mostra è fare conoscere

a tutti il messaggio d’amore di Teresa nei vari amori della sua vita». Questo il percorso cronologico e tematico della mostra.

«In pochi anni è stata proclamata santa e il suo culto si è diffuso rapidamente. La chiesa santuario a Lisieux è stata costruita in pochissimo tempo – sottolinea monsignor Follo – È stata davvero più utile in Cielo che in terra come ha lasciato scritto in una sua lettera».

Sempre il curatore: «Teresina è stata una donna semplice senza particolare cultura ma ha avuto una profondità di rapporto con il Mistero grandissima attraverso le sue stesse fragilità: la morte della madre, la malattia del padre, la sua a 12 anni, la vita in monastero con le sue difficoltà.

Tutto ciò la rende vicina perché la piccola via si percorre partendo da quello che si è, non dalla propria performance. Teresina ha uno stile semplice, di una ragazza che ha fatto appena le scuole dell’obbligo ma con una sapienza di una donna matura».

11 GIOVEDÌ 24 AGOSTO
«Il suo culto si è diffuso rapidamente. È stata davvero più utile in cielo che in terra, come ha scritto in una sua lettera»

IN FIERA Donare tempo a servizio dell’opera di un altro per edificare qualcosa che resta nel cuore quando si torna a casa

Al lavoro con i volontari invisibili

Costruiscono il Meeting anche se non si notano. Dall’ufficio atti al pronto intervento, ecco i gesti di «pura gratuità»

di

Matteo Rigamonti

Tra gli oltre tremila volontari che contribuiscono alla costruzione del Meeting ce ne sono alcuni il cui impegno è «pura gratuità». Così descrive il lavoro di quanti trascrivono gli atti Giorgio, responsabile di questa preziosa “divisione” che trasporta la voce delle centinaia di relatori in testi scritti a futura memoria. Un’opera che prosegue tutto l’anno. Perché, sebbene in quest’ambito l’evoluzione tecnologica sia continua, la quantità di incontri da sbobinare è importante. E i ritmi non sono banali. Agli inizi le registrazioni giravano su piastre, musicassette, poi è arrivato il digitale e oggi si può leggere un testo al computer che lo trascrive, ma resta da controllare con attenzione. La squadra si è costruita negli anni «grazie al passaparola», prosegue Giorgio, ma tutti hanno chiara la ragione del perché lo fanno: «Donare il proprio tempo a servizio dell’opera di un Altro».

LA TESTIMONIANZA

Se nell’ufficio atti la radicalità del gesto è esemplare per tutti, sono tanti i lavori “nascosti”. Per esempio, oltre all’armata di manovalanza gratuita e creativa che edifica le mostre durante il pre-Meeting, c’è un manipolo di volontari che opera come pronto intervento durante l’evento. È la squadra, composta da una sessan -

Così ho vinto le mie paure

di Francesco Tocchio

Mi chiamo Francesco, ho 30 anni e questo è il mio primo anno di volontariato al Meeting di Rimini. Qualche anno fa sono stato solo visitatore. Sono stato assegnato all’accoglienza, agli ingressi, ed essendo per me una nuova esperienza non sapevo cosa mi attendeva né come si sarebbe svolto il lavoro. Non sapevo chi sarebbero stati i miei colleghi né come risolvere i problemi dei visitatori. Questo ha generato molta ansia in me, quasi fino a farmi rifiutare, ancora prima di iniziare, perché ero convinto di non farcela, sottovalutando un po’ le mie capacità.

Quando ho iniziato, però, ho cominciato ad assistere i primi visitatori, capendo piano piano i loro bisogni e le loro difficoltà. Guardando i miei colleghi, ho capito cosa serviva per aiutarli: dalla scansione del Qr code alla registrazione tramite l’app del Meeting. Questa esperienza per me è stata molto positiva perché mi ha fatto capire che la paura svanisce quando senti di essere utile per gli altri. Sono stato circondato da belle persone, soprattutto positive e animate dal cuore, con le quali si è instaurato subito un rapporto di amicizia.

tina di elementi, universitari e non solo, che, da dietro le quinte, «aiuta a creare le migliori condizioni per accogliere i visitatori in Fiera», ci spiega Stefano, il coordinatore. Lo fanno rispondendo a imprevisti e necessità di ogni tipo: magazzino, supporto tecnico alle sale e agli spazi all’esterno come il Teatro Galli.

Che ci sia bisogno di un microfono, un cavo, una decina di sedie o di ripristinare un pannello danneggiato, la task force è subito operativa.

E se l’umile dedizione di quanti aiutano a mantenere pulito ogni angolo della fiera non passa certo inosservata, forse meno appariscente è la pazienza di chi innaffia le piante per rinfrescare gli arredi negli spazi pubblici. Ma qual è il senso di tutto questo? «Il gesto di chi installa un microfono non è meno importante delle parole di chi parla», ha ricordato nei giorni scorsi un sacerdote che celebrava la Messa per i volontari. «È questo il grande valore educativo del Meeting, che aiuta a tornare a casa più certi». Più certi di cosa? «Che la vita è grande perché presa dentro qualcosa di più grande». Un’«amicizia che ti incontra e poi resta tua». Per sempre. «L’unica volta che – ha concluso – non ho potuto partecipare al Meeting, l’ho comunque vissuto dal letto che non potevo lasciare».

UNITÀ CINOFILE

Sicurezza a quattro zampe

Tra le tante professionalità “nascoste” in fiera, c’è quella di K-9 Services, che mette a disposizione del Meeting le unità cinofile per la sicurezza. Si tratta di sette bellissimi labrador da lavoro neri, provenienti da tutta Italia, che all’alba controllano ogni angolo dell’esposizione fiutando esplosivi (a questo sono addestrati) o altre sostanze pericolose. A guidarli un team di conduttori, come Davide e Paola che, ci hanno spiegato, sono rimasti colpiti dai tanti giovani, volontari e amici che si incontrano. Sebbene qui per la prima volta e per lavoro, tra un controllo e l’altro, sono comunque riusciti ad “assaggiare” un po’ di Meeting, chi sostando per rifocillarsi alla taverna spagnola e chi sbirciando i pannelli della mostra su don Camillo e Peppone. Poi di nuovo operativi, in coro con gli altri cani che “vigilano” sulla vita tra gli stand, un labrador marrone e un paio di grigioni delle forze dell’ordine.

GIOVEDÌ 24 AGOSTO 12
M.R.

VOLTI CHE COSTRUISCONO Annalena Valenti anima il Villaggio Ragazzi con le sue letture per bambini e adolescenti

Un sostegno inesauribile

L’appello di Mammaoca alle giovani famiglie: «Invitate tutti a esserci e a donare, spezzando i muri delle comfort-zone»

Promuovere il Meeting partendo da ciò che ciascuno di noi può fare. Questo il messaggio di Annalena Valenti, fondatrice del blog Mammaoca, dallo pseudonimo con cui ha esordito sulla rivista “Tempi”, giornalista specializzata nelle tematiche inerenti la vita di famiglia e la narrativa per bambini.

Nelle precedenti edizioni ha partecipato, a volte come ospite altre come collaboratrice attiva, fino a quando, a partire dall’anno scorso, ha iniziato a dedicarsi a tempo pieno al Villaggio Ragazzi. «Il Meeting – afferma l’ideatrice del blog – è una di quelle poche manifestazioni in cui è reale lo scambio di conoscenze che porta alla nascita di amicizie inesauribili e grazie alle quali puoi vedere il mondo attraverso la conoscenza nata da quel rapporto».

È per questa ragione che Annalena Valenti ci tiene ad aiutare il Meeting e, ricordando a tutti che ha valore anche il più piccolo supporto, ribadisce: «Il primo modo per sostenerlo è farlo conoscere e invitare altri, spezzando le nostre comfort-zone con qualcosa che ci arricchisce», come a sua volta ha sempre fatto con i figli. Sebbene il suo personale apporto sia maggiormente incentrato sull’organizzazione delle letture all’interno del Villaggio Ragazzi, Valenti si impegna a trovare a sua volta «qualche invenzione per poterlo sostenere in modo ancor più efficace», ma ribadisce che il suo desiderio più grande «è che la gente venga, anche se per uno o due giorni soltanto, perché il Meeting fa entrare a contatto con una realtà che è veramente rara da trovare». Annalena, che negli ultimi due anni è sempre stata fortemente attiva nella ma-

nifestazione, sente la sua partecipazione volta al mantenimento di un evento così importante come una grande responsabilità. E allo stesso tempo riconosce l’accortezza dei genitori che hanno preso le redini del Villaggio Ragazzi da dopo la pandemia. «Mi piace il fatto che sia sempre in crescita, in evoluzione – continua parlando dall’interno dello spazio da lei curato – e mi sbalordisce vedere tante famiglie e bambini: quest’anno sembrano il doppio dell’anno scorso!». Concludendo, Mammaoca invita tutti a un gesto semplice, ma dal valore inesauribile. Oltre a partecipare vivamente e far conoscere l’evento a più persone possibili, tutti possono, infatti, sostenere il Meeting con una donazione ai desk presenti in ogni padiglione, attraverso il sito o direttamente dall’app, aggiungendo un euro agli acquisti in ristorazione o comprando i biglietti della lotteria venduti dai volontari.

13 GIOVEDÌ 24 AGOSTO

SPETTACOLI Sul palco dell’area Piscine Ovest Illumia la finale del Meeting Music Contest

Il canzoniere secondo Morgan

Nel pomeriggio un seminario con l’artista, poi riflettori

di Daniele Maria Ragno

«L’uomo è amicizia, che a sua volta è amore, ovvero la cosa più bella in assoluto». Il nome di Morgan racchiude in sé tante peculiarità che sono proprie di un artista sui generis: eccentricità e ricercatezza, finezza e genialità. È innegabile il fatto che nel panorama musicale rappresenti una garanzia di qualità, come dimostrano i successi ottenuti in carriera, dai primi passi con i Bluvertigo fino ai pluripremiati album da solista.

Il suo impegno nella promozione della cultura sonora è notevole, puntellato di collaborazioni con stelle internazionali, programmi televisivi e popolari contest musicali. «L’Italia sta subendo un impoverimento culturale drammatico - commenta il musicista - bisogna agire dal basso per puntare in alto, a cambiamenti sociali e politici che rivoluzionino l’istruzione dei giovani».

In virtù di questa vocazione educativa, il cantante monzese torna dopo otto anni al Meeting dove, sul Palco spettacoli

accesi sull’ultimo atto del concorso

Piscine Ovest Illumia, alle ore 18 sarà protagonista di un seminario aperto a musicisti in erba e interessati. Lezioni di scrittura e arrangiamento si alterneranno a esibizioni al pianoforte, il tutto condito con quella dose di imprevedibilità che da una personalità come la sua è lecito aspettarsi.

Ma non finisce qui. Alle ore 21.30 si concluderà la terza edizione del Meeting

Music Contest con l’esibizione dei cinque finalisti che saranno giudicati dallo stesso Morgan assieme al direttore artistico Otello Cenci: Alice Mammola, Claudia Salvini, Emanuele Conte, Humanoira, Marta.

La serata è realizzata col contributo del Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza, ideato da Giordano Sangiorgi, acuto esperto del mercato. «Viviamo una musica a due velocità: una estremamente banale, realizzata in poco tempo e in modo poco professionale; in contemporanea, ci sono cantautori e band di enorme talento che sono completamente oscurati dai media mainstream per il

costo del loro lavoro». Sul valore di eventi come il Meeting music contest, Sangiorgi è certo che sia «un’occasione preziosa per dare visibilità a giovani emergenti, che si presentano al pubblico con testi e musiche di qualità, in assoluta controtendenza col mercato attuale».

BOOK CORNER

PROGRAMMA DI OGGI

Ore 11 | Fame d’aria. Daniele Mencarelli

L’autore; Letizia Bardazzi, Associazione Italiana Centri Culturali

Ore 14.30 | La regola dell’amore. Gianluca Attanasio, Lidia Catalano, Ilaria Giudici

Gli autori; Alessandra Govi, Associazione Italiana Centri Culturali

Ore 16 | Il mio nome nel vento. Alessandro Rivali

L’autore; Silvia Guidi, Centro Culturale di Roma

Stasera, al Teatro Galli, Gabriele Lavia porta in scena l’opera forse più sconcertante di Dostoevskij

Vita seria di un uomo ridicolo

“Io sono un uomo ridicolo. Ora mi chiamano pazzo. Questo sarebbe un avanzamento di grado, se io, per loro, non rimanessi ridicolo come prima”.

Con queste parole prende avvio il racconto fantastico di Fedor Dostoevskij

“Il sogno di un uomo ridicolo”. Un uomo di circa quarantacinque anni, isolato e scontento, medita il suicidio. È seduto su una poltrona nella sua stanza e ha una pistola pronta nel cassetto. Casualmente però si addormenta e inizia a sognare la sua vita dopo la morte, da tutto ciò che avviene dal momento dello sparo, al funerale fino all’arrivo in una sorta di Eden primordiale, un mondo simile alla terra ma abitato da esseri ancora puri, incorrotti, dove non c’è sofferenza, le relazioni sono senza invidie e gelosie e tutti vivono insieme in “una specie di vicendevole innamoramento totale, generale”. L’arrivo del protagonista però scombina l’ordine precostituito e porta in questo mondo perfetto sentimenti tipicamente

umani: la vanità, la gelosia, l’invidia, il dolore. Accorgendosi di averli corrotti chiede di essere ucciso ma nessuno crede alle sue parole. A quel punto si sveglia e torna alla sua realtà. Impressionato dal realismo del sogno è persuaso di aver avuto una visione di come sarebbe il mondo senza male e corruzione e decide che suo compito sarà di testimoniarlo a tutti, per sempre.

Gabriele Lavia, attore e regista di successo, amante dell’autore russo fin dalla giovinezza, nella sua lunga carriera ha più volte interpretato le sue opere e a questa in particolare è molto legato perché permette di riflettere sulla condizione umana attuale riaffermando con le parole sempre attuali di Dostoevskij: “Gli uomini possono essere bellissimi e felici, senza perdere la capacità di vivere sulla terra. Non voglio e non posso credere che il male sia lo stato normale degli uomini”.

Stasera alle ore 21.30, al Teatro Galli di Rimini.

IN SALA NERI GENERALI Jazz per Enzo Piccinini

L’umanità di Enzo Piccinini non lascia indifferente nessuno e continua a generare, soprattutto in chi l’ha conosciuto e ne è stato affascinato. Nell’occasione della causa di beatificazione da poco in atto è nato il progetto “Il cuore in ogni cosa”. Maurizio Carugno, jazzista e amico del chirurgo modenese, ha composto musiche originali insieme al bassista Roberto Viganò. Sul palco monsignor Giovanni Mosciatti, vescovo di Imola, alla tromba; Raimondo Meli Lupi alla chitarra e Massimo Pintori alla batteria. Opere di Fabrizio Loschi. Stasera alle ore 21.

GIOVEDÌ 24 AGOSTO 14
A.M.

GIOVEDÌ 24 AGOSTO

OGGI IN FIERA

INCONTRI

AMICIZIE INESAURIBILI. “CIÒ CHE NON MUORE MAI”. LA FIGURA DI TAKASHI

NAGAIOre 12:00 Auditorium isybank

D3Mauro-Giuseppe Lepori, Abate Generale dell’Ordine Cistercense; Paola Marenco, Vicepresidente del Comitato Amici di Takashi e Midori Nagai. Modera Letizia Bardazzi, Presidente Associazione Italiana Centri Culturali.

UNIVERSO VIVO. INDAGINE SCIENTIFICA

E SENSO DELLA NATURAOre 13:00

Sala Neri Generali-Cattolica

Marco Bersanelli, Professore ordinario di Astrofisica, Dipartimento di Fisica, Università degli Studi di Milano; Giorgio Dieci, Professore Ordinario di Biologia molecolare, Università degli Studi di Parma.

Modera Paola Platania, Ricercatrice all’Istituto per la Scienza e la Tecnologia dei Plasmi, CNR, Milano.

RESURGENCE:

PROGETTARE IL FUTURO DELLE CITTÀ

Ore 13:00 Sala Ferrovie dello Stato B2

In diretta su Askanews

Andrea Gibelli, Presidente FNM; Gaetano

Manfredi, Sindaco di Napoli; Mario Occhiuto, Presidente Fondazione Patrimonio

Comune. Modera Luigi Benatti, Architetto Partner Studio TECO+.

PIANO B. NUOVE MAPPE

PER CHI CI CREDE ANCORA

Ore 13:00 Sala Conai A2

In diretta su Telepace

Il convegno è stato realizzato grazie al contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura

Leonardo Becchetti, Professore Ordinario di Economia Politica, Università di Roma

Tor Vergata; Marco Bentivogli, Coordinatore Nazionale Base Italia, Esperto politiche di innovazione industriale e del lavoro; Mariaflavia Cascelli, Responsabile Organizzazioni giovanili ASviS; Carla Collicelli, Sociologa, Consulta scientifica del Cortile dei Gentili; Luca Farè, Ricercatore Universatario; Chiara Giaccardi, Professoressa di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Università Cattolica del Sacro Cuore; Luca Jahier, Già Presidente CESE, Giornalista e politologo; Mauro Magatti, Professore di Sociologia

Generale, Università Cattolica del Sacro Cuore; Giampaolo Riolo, Giurista e membro di Economy of Francesco; Alessandro Rosina, Professore di Demografia, Università Cattolica del Sacro Cuore; Roberto Rossini, Docente di Sociologia, Canossa Campus; Caterina Sturaro, Ricercatrice Universitaria; Chiara Subrizi, Economista, membro di Economy of Francesco; Paolo Venturi, Direttore Aiccon - Centro studi Università di Bologna; Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà.

Modera Tonia Cartolano, Giornalista di SkyTg24.

L’AUDACIA DI UN’IDEA

CHE CAMBIA LE VITE

Ore 14:00 Spazio Internazionale C3

Introduzione e moderazione di Biagio Di Terlizzi, vicedirettore del CIHEAM Bari; Mara Semeraro, coordinatrice piattaforma FEED, CIHEAM Bari; Mohamedou Moha-

med Abdallahi, direttore della Toogga Sarl, Mauritania; esperienze in Palestina e Siria per rilanciale la resilienza e la sovranità alimentare (videomessaggi); Matteo Biagini, assistente al coordinamento del progetto Nemo Kantara, Tunisia.

FRA DEMOCRAZIA E AUTOCRAZIA:

IL DESTINO DELLA LIBERTÀ

Ore 15:00 Auditorium isybank D3

In diretta su Askanews, Famiglia Cristiana Shadi Hamid, Writer at The Atlantic, senior fellow at the Brookings Institution; Mikhail Shishkin, Scrittore e giornalista russo vincitore dei premi Russian Booker, Russian National Bestseller, Big Book e Premio Strega Europeo 2022. Modera Mattia Ferraresi, Caporedattore Domani.

FOOD SECURITY E SOSTENIBILITÀ: COOPERARE PER CRESCERE

Ore 16:00 Spazio Internazionale C3

In collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste; Edmondo Cirielli, Viceministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale; Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura; Giangiacomo Pierini, Direttore Corporate Affairs & Sostenibilità Coca-Cola HBC Italia e Presidente ASSOBIBE; Giovanni Pomella, Amministratore Delegato Lactalis e Consigliere di Centromarca; Matteo Zoppas, Presidente dell’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Modera Stefano Gatti, Inviato speciale per la sicurezza alimentare, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

“CHE FAI TU LUNA IN CIEL?”

IL MISTERO SCONFINATO DELL’AMICIZIA

Ore 17:00 Auditorium isybank D3

In diretta su Corriere della Sera

In differita su Tv2000 in seconda serata S.Em. Card. José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione, poeta, in dialogo con Daniele Mencarelli, Scrittore e poeta. Modera Alessandro Banfi, Giornalista. Letture a cura degli attori Matteo Bonanni e Laura Palmeri

OGNI GOCCIA È PREZIOSA:

LA SFIDA DELLA BLUE ECONOMY

Ore 17:00 Sala Neri Generali-Cattolica

In diretta su Askanews Giacomo Aiello, Capo di Gabinetto Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare; Tonino Bernabè, Presidente Romagna Acque; Giuseppe Catalano, Capo di Gabinetto della Regione Puglia; Barbara Marinali, Presidente ACEA; Elena Pagana, Assessore del territorio e dell’ambiente della Regione Siciliana; Paolo Emilio Signorini, Presidente Autorità del Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. Modera Gianni Bessi, Presidente Confservizi Emilia-Romagna.

LE AUTO DI DOMANI:

PRESENTE E FUTURO DELLA MOBILITÀ

Ore 17:00 Sala Ferrovie dello Stato B2

In diretta su Agi

Galeazzo Bignami, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti; Benedetto Carambia, Responsabile Ricerca, Sviluppo

e Innovazione di Movyon - Società del Gruppo ASPI (Autostrade per l’Italia); Massimiliano Salini, Deputato al Parlamento Europeo, PPE; Angelo Sticchi Damiani, Presidente ACI; Alberto Viano, Deputy Country Managing Director Ald Automotive | LeasePlan.

Modera Marco Piuri, Direttore Generale FNM e Amministratore Delegato Trenord.

GENERAZIONE LAVORO...

MA LE DONNE NO

Ore 17:00 Sala Conai A2

A cura di Fondazione per la Sussidiarietà

Ana Mendes Godinho, Ministro del Lavoro, della Solidarietà e della Previdenza Sociale del Portogallo; Daniela Fumarola, segretaria confederale CISL; Tommaso Galeotto, Fondazione per la Sussidiarietà; Emmanuele Massagli, Presidente AIWA.

Conducono Enrico Castelli e Irene Elisei AMICIZIE INESAURIBILI.

DON LORENZO MILANI

Ore 19:00 Auditorium isybank D3

Eraldo Affinati, Scrittore e fondatore della Scuola Penny Wirton; Agostino Burberi, Presidente Fondazione Don Lorenzo Milani; S.E. Mons. Giovanni Paccosi, Vescovo di San Miniato. Modera Letizia Bardazzi, Presidente Associazione Italiana Centri Culturali.

LE RIFORME ISTITUZIONALI

Ore 19:00 Sala Neri Generali-Cattolica

In diretta su Askanews, Corriere della Sera, Famiglia Cristiana, La Stampa

In collaborazione con Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà

SANITÀ: LA CARITÀ DIVIENE STRADA

Ore 19:00 Sala Ferrovie dello Stato B2

Michele Castelli, Docente di politica sanitaria e sistemi sanitari, Newcastle University, UK; Sergio Daniotti, Presidente Fondazione Banco Farmaceutico Onlus; Eugenio Giani, Presidente Regione Toscana; Fabrizio Giunco, Direttore Dipartimento Cronicità Fondazione Don Gnocchi. Modera Monica Poletto, Cdo Opere Sociali, Coordinatrice tavolo legislativo Forum Terzo Settore.

FUTURI UMANI:

FRA METAVERSI E SPERANZE Ore 19:00 Sala Conai A2

In collaborazione con Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine

Roberto Battiston, Fisico sperimentale, già Presidente ASI; Marco Casu, Ricercatore presso Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine; Ginevra Leganza, Ricercatrice presso Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine; Massimiliano Nicolini, Direttore Dipartimento R&D Olitec – Olimaint; Luciano Violante, Presidente Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine. Modera Andrea Simoncini, Vicepresidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS, Docente di Diritto Costituzionale all’Università di Firenze.

LA MISSIONE DI FRODO:

INDIVIDUO E COMPAGNIA NEL SIGNORE

DEGLI ANELLI.

A 50 ANNI DALLA MORTE DI TOLKIEN

Ore 21:00 Auditorium isybank D3

Giuseppe Pezzini, Professore Corpus Christi College, Oxford; Paolo Prosperi, Sacerdote, Fraternità San Carlo Borromeo.

SPETTACOLI

STAGE “PAROLE E MUSICA.

UNA STORIA DELLA MIGLIORE CANZONE

D’AUTORE”, TENUTO DA MORGAN

Ore 18:00

Palco Spettacoli Piscine Ovest Illumia

Nell’ambito del Meeting Music Contest, nato dalla collaborazione fra il Meeting di Rimini e il Mei di Faenza, il celebre cantautore Morgan, presidente di giuria del Contest, terrà uno stage rivolto a giovani autori, musicisti, band e semplici interessati. L’incontro affronterà tematiche fondamentali, quali scrittura, arrangiamento e tecniche di produzione. Ingresso con prenotazione tramite app fino ad esaurimento posti.

Con il sostegno della Regione Emilia-Romagna. In collaborazione con il MEI di Faenza

IL CUORE IN OGNI COSA

Ore 21:00 Sala Neri Generali-Cattolica Di Maurizio Carugno e Alberto Viganò.

“Il cuore in ogni cosa” è un progetto dedicato a Enzo Piccinini, chirurgo ed educatore, padre, marito, maestro di tanti, per il quale è in corso una causa di beatificazione. Per l’occasione, il Meeting propone un concerto di grande impatto emozionale con brani originali nati per iniziativa di Maurizio Carugno, jazzista con decenni di esperienza, amico del chirurgo modenese dagli anni Ottanta.

“IL SOGNO DI UN UOMO RIDICOLO” DI FËDOR DOSTOEVSKIJ, CON GABRIELE LAVIA

Ore 21:30 Teatro Galli

Un uomo, deriso da tutti e da sempre estraneo alla società, è deciso a suicidarsi. Siede sulla poltrona a fianco della scrivania, apre il cassetto ed estrae la pistola. Ma, improvvisamente, si addormenta e inizia a sognare la propria vita oltre la morte, in un pianeta del tutto simile alla Terra, abitato da splendidi esseri non ancora corrotti «dalla prima caduta, dal primo peccato». Uno spettacolo di Effimera Teatro Produzioni, traduzione a adattamento Gabriele Lavia, regia di Gabriele Lavia

In collaborazione con il Comune di Rimini Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Gruppo Maggioli, Vulcangas.

MEETING MUSIC CONTEST (III EDIZIONE)

Ore 21:30 Palco Spettacoli Piscine Ovest Illumia

In seguito al successo delle prime due edizioni, il Meeting ha proposto la terza edizione del Meeting Music Contest, competizione musicale nata dalla sinergia con il MEI di Faenza. Da oltre 150 iscritti, gli organizzatori hanno selezionati i 5 finalisti che, davanti ad una giuria d’onore, presieduta da Morgan, si contenderanno la vittoria e i prestigiosi premi: Alice Mammola, Claudia Salvini, Emanuele Conte, Humanoira, Marta. Con il sostegno della Regione Emilia-Romagna

In collaborazione con il MEI di Faenza

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Editore

Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli ETS, iscritta dal 06 giugno 2022 Repertorio n° 26584 nella sezione “Altri Enti del Terzo Settore” del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, ai sensi dell’articolo n. 22 del D. Lgs. del 3 luglio 2017 n. 117 e dell’articolo 17 del Decreto Ministeriale n. 106 del 15/09/2020. sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini Tel. 0541-783100 | Fax 0541-786422

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Direttore Gianfranco Giuliani

Direttore responsabile

Cesare Trevisani

Progetto grafico

Bruno Monaco

Impaginazione Nicol Baiti

Raffaele Carnevali

Elisa Compagnoni

Lorenzo Norfini

Immagini

Foto Meeting

Fotolito e stampa CED Via dell’Industria, 52 Erbusco (BS)

Registrazione Tribunale di Rimini n. 16/91 del 15/07/1991

24/07/23

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