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Quel cassonetto pieno di speranza

Storia di un percorso di rinascita nel film diretto da Umberto Spinazzola. La proiezione mercoledì sera alla Corte degli Agostiniani con la Fondazione Banco Alimentare

di Giorgio Paolucci

Una vita dissestata può ripartire anche dalle circostanze più impensate. Per esempio, da un cassonetto dell’immondizia dove ci si è ridotti a cercare il cibo per sfamarsi.

Capita a Pier, chef stellato caduto in rovina e precipitato nel gorgo della trascuratezza, che mentre fruga dentro un cassonetto incontra “il Granata”, un clochard che lo guida a conoscere il pianeta dello spreco e delle eccedenze alimentari nei supermercati di Torino, tra le bancarelle dei mercati ambulanti e ai mercati generali, dove si può trovare da mangiare senza spendere un euro. I due diventano sodali e Pier mette a frutto la sua sapienza gastronomica creando piatti succulenti a partire da quel che riescono a recuperare dai loro “fornitori”. È l’inizio di un percorso di rinascita umana segnato da incontri che si riveleranno decisivi: con la figlia che non rivedeva

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C’È UN’ITALIA CHE COOPERA

da anni e che decide di andare a vivere con lui in una casa abbandonata alla periferia di Torino, con un vecchio amico al quale propone i piatti preferiti, con la commessa di un supermercato che rimprovera Pier di avere gettato al vento il suo talento gastronomico e che riaccende in lui l’orgoglio dello chef stellato.

“Non morirò di fame”, per la regia di Umberto Spinazzola, è un film che racconta una storia di riscatto, di relazioni che diventano amicizie generative, denuncia la civiltà dello spreco in cui siamo immersi (e di cui spesso siamo complici) ed evidenzia le possibilità di trasformare le eccedenze in risorse.

Il Banco Alimentare vi ha colto molte tematiche legate alla sua mission e lo propone al pubblico del Meeting dando appuntamento per mercoledì 23 agosto alle 21 presso la Corte degli Agostiniani di Rimini (via Cairoli 40, ingresso gratuito). La filiera agroalimentare italiana produce 5,6 milioni di tonnellate di alimenti in eccedenza, una cifra che include cibo ancora buono e sicuro che non viene venduto per varie ragioni. Il valore economico di questo surplus supera i 12,6 miliardi di euro, mentre il numero di persone che hanno bisogno di cibo nel nostro Paese aumenta ogni giorno. Il film è un ottimo alleato per una realtà come il Banco Alimentare, che coltiva una cultura del “prendersi cura”, contro una cultura dello scarto, partendo dalla concezione che tutto ci è affidato. L’aiuto alimentare può diventare così il primo gradino per il riscatto di tante persone in difficoltà, che dentro una trama di relazioni ritrovano le ragioni per tornare a sperare.

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