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Pagine inedite e il cappotto del soldato

di Gigi Brioschi

Professoressa, come è nata l’idea di questa mostra?

«L’idea della mostra – risponde Elena Rondena – è nata in occasione della ricorrenza dei quarant’anni dalla data della prima pubblicazione del Cavallo Rosso. Essa è una tappa ulteriore del “Cantiere Corti” che dal 2016 propone attività di studio, di ricerca e convegni per onorare la figura dello scrittore. Dopo un confronto fra i curatori, si è scelto per la mostra il titolo suggerito dal professor Giuseppe Langella. Questo titolo riassume molto bene il percorso espositivo: infatti, il romanzo storico di Eugenio Corti pone di fronte al lettore le numerose prove che l’uomo è chiamato ad affrontare, ma Corti attraverso le storie dei protagonisti ci presenta ciò che permette alla loro vita di prendere forma. All’interno della mostra ci saranno documenti inediti, oggettistica bellica dello scrittore e tre filmati con letture dal Cavallo Rosso. Al termine è stato previsto anche uno spazio Arena, dove i curatori daranno vita a momenti di dialogo e confronto».

Avete incontrato problemi per la sua realizzazione?

«La vera sfida è stata lavorare su molti materiali di prima mano, documenti, lettere, minute, e ricercare fotografie e interviste, mai visionate prima». sezioni, conduce nella prima parte a scoprire la famiglia di Corti, la Brianza, gli studi universitari e l’incontro con la moglie. L’itinerario prosegue con il racconto della campagna di Russia «dove – spiega ancora Elena Rondena – all’inferno della guerra è affiancato il dramma della libertà che Corti sperimenta nei suoi personaggi». Sono esposti tra l’altro il suo cappotto militare e la macchina da scrivere, provenienti dalla collezione del Comune di Besana Brianza.

Chi ha collaborato con voi?

«I curatori sono undici. Inoltre alla mostra hanno collaborato diversi enti: l’Associazione Eugenio Corti presieduta dalla signora Vanda di Marsciano, il cui apporto è stato fondamentale, l’Associazione Culturale internazionale Eugenio Corti, la casa editrice Ares. Ha collaborato anche il Centro Studi Eugenio Corti di Besana in Brianza».

Quali sono gli aspetti più rilevanti?

«La mostra intende evidenziare, il posto fondamentale che Il Cavallo Rosso ed Eugenio Corti occupano nella letteratura del Novecento, sottolineandone altresì il loro straordinario valore umano e cristiano per la cultura di oggi. Si propone una rilettura del Cavallo Rosso, con particolare attenzione alle dinamiche che hanno portato l’autore a concepire l’attività dello scrivere come un compito assegnatogli dalla Provvidenza. Il percorso infatti intreccia la biografia dell’autore brianteo con le vicende narrate nel romanzo, osservando, per certi aspetti, quasi una sovrapposizione fra la sua vita e il contenuto dell’opera».

L’esposizione è il culmine di un percorso di ricerche iniziato nel 2016, che ha dato vita al Premio internazionale Eugenio Corti, sostenuto dall’associazione intitolata allo scrittore. Quest’anno il premio sarà assegnato durante il Meeting, domani alle ore 21. Tra gli ospiti attesi insieme a Giuseppe Langella, Vanda Corti, moglie dello scrittore e presidente dell’Associazione Eugenio Corti, e monsignor Massimo Camisasca, vescovo emerito di Reggio Emilia. Nella squadra dei curatori con Elena Rondena e Giuseppe Langella, figurano: Giulio Luporini, Paola Scaglione, Renato Mambretti, Franco Camisasca, Alessandro Rivali, Francesco Righetti, Camilla Gaetano e Gianfilippo Filippi. Disponibile in libreria Itaca il catalogo della mostra pubblicato da Edizioni Ares, che riporta anche il testo di un intervento dello scrittore durante il Meeting del 1989.

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