Quotidiano Meeting 19 agosto 2012

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ANNO 22 Numero Uno Domenica

MEETING

PRIMO PIANO SANTA MESSA Celebra Sua Eccellenza monsignor Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini Auditorium B7

11.15

IL MARTIRIO DELLA NIGERIA Partecipa Sua Eccellenza monsignor Ignatius Kaigama, presidente della Conferenza episcopale della Nigeria Auditorium B7

12.30

O N A I D I T O U Q

19

PRIMO PIANO TRE ACCORDI E IL DESIDERIO DI VERITÀ. Partecipa John Waters, editorialista del “The Irish Times”. Introduce Alberto Savorana, portavoce di Comunione e Liberazione Sala A3

15.00

I GIOVANI PER LA CRESCITA Partecipa Mario Monti, presidente del Consiglio. Introducono Emilia Guarnieri e Giorgio Vittadini Auditorium B7

17.00

AGOSTO 2012

Vittadini: cosa dirò a Monti p.3

I martiri della Nigeria p.5

Il Libano dà spettacolo p.6-7

Infinito presente Messaggio autografo del Papa al Meeting: «Dio si è fatto uomo e da allora nulla della vita è banale»

Pubblichiamo il messaggio autografo inviato da Benedetto XVI al Vescovo di Rimini in occasione del XXXIII Meeting. l Venerato Fratello Monsignor Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini. Desidero rivolgere il mio cordiale saluto a Lei, agli organizzatori e a tutti i partecipanti al Meeting per l’Amicizia fra i Popoli, giunto ormai alla XXXIII edizione. Il tema scelto quest’anno «La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito» - risulta particolarmente significativo in vista dell’ormai imminente inizio dell’«Anno della fede», che ho voluto indire in occasione del Cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. Parlare dell’uomo e del suo anelito all’infinito significa innanzitutto riconoscere il suo rapporto costitutivo con il Creatore. L’uomo è

A

Lo sguardo dei santi è la nostra vocazione una creatura di Dio. Oggi questa parola – creatura – sembra quasi passata di moda: si preferisce pensare all’uomo come ad un essere compiuto in se stesso e artefice assoluto del proprio destino. La considerazione dell’uomo come creatura appare «scomoda» poiché implica un riferimento essenziale a qualcosa d’altro o meglio, a Qualcun altro – non gestibile dall’uomo – che entra a definire in modo essenziale la sua identità; un’identità relazionale, il cui primo dato è la dipendenza originaria e ontologica da Colui che ci ha voluti e ci ha creati. Eppure questa dipendenza, da cui l’uomo moderno e contemporaneo tenta di affrancarsi, non solo non nasconde o diminuisce, ma rivela in modo luminoso la grandezza e la

dignità suprema dell’uomo, chiamato alla vita per entrare in rapporto con la Vita stessa, con Dio. Dire che «la natura dell’uomo è rapporto con l’infinito» significa allora dire che ogni persona è stata creata perché possa entrare in dialogo con Dio, con l’Infinito. All’inizio della storia del mondo, Adamo ed Eva sono frutto di un atto di amore di Dio, fatti a sua immagine e somiglianza, e la loro vita e il loro rapporto con il Creatore coincidevano: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò» (Gen, 1,27). E il peccato originale ha la sua radice ultima proprio nel sottrarsi dei nostri progenitori a questo rapporto costitutivo, nel voler mettersi

al posto di Dio, nel credere di poter fare senza di Lui. Anche dopo il peccato, però, rimane nell’uomo il desiderio struggente di questo dialogo, quasi una firma impressa col fuoco nella sua anima e nella sua carne dal Creatore stesso. Il Salmo 63 [62] ci aiuta a entrare nel cuore di questo discorso: «O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne, in terra arida, assetata, senz’acqua» (v. 2). Non solo la mia anima, ma ogni fibra della mia carne è fatta per trovare la sua pace, la sua realizzazione in Dio. E questa tensione è incancellabile nel cuore dell’uomo: anche quando si rifiuta o si nega Dio, non scompare la sete di infinito che abita l’uomo. Inizia invece una ricerca affannosa e sterile, di «falsi infiniti» che possano soddisfare almeno per un momento. La sete dell’anima e segue a pag.4


IL PREMIER A RIMINI 2 19 agosto

Il Meeting rivela a Monti il segreto della crescita Oggi il presidente del Consiglio a “L’imprevedibile istante”, mostra dedicata ai giovani. Niente formule magiche per il Pil, ma le testimonianze di chi riparte, sperando contro la rassegnazione Non sarà solo la “mostra dei giovani”, come la si è sentita chiamare con frequenza in questo ultimo periodo. “L’imprevedibile istante. I giovani per la crescita” riguarda certamente le ultime generazioni, ma è un richiamo per tutti, poiché mette al centro la persona, persona «che è sempre più grande delle circostanze in cui si trova». La mostra verrà presentata quest’oggi alle 17 nell’incontro inaugurale “I giovani per la crescita” nell’auditorium B7 alla presenza del presidente del Consiglio Mario Monti, di Giorgio Vittadini (presidente della Fondazione per la Sussidiarietà e professore all’università Bicocca di Milano), e di Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting. Il premier Monti, prima dell’incontro avrà la possibilità di visitare la mostra, che mette a fuoco uno dei temi centrali del Meeting di quest’anno. La tematica dei giovani per la crescita si aggancia al Meeting dello scorso anno, dove era messo a fuoco il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia con la mostra “150 anni di sussidiarietà”, tesa a mostrare come l’Italia nella sua storia fosse sempre uscita dalla crisi grazie alla esperienza ideale e alla forza di fede che ha affrontato ogni momento di travaglio come una possibilità di cambiamento, prima del singolo e poi dell’intera società. La mostra di questo Meeting ha voluto partire proprio dalla crisi economica e sociale che ha colpito violentemente l’Europa e tutto il mondo nell’ultimo anno, e lo ha fatto riprendendo il volantino di Comunione e Liberazione dello scorso autunno: «La convinzione che la realtà, anche quando appare negativa e difficile − come vediamo oggi − rimette in gioco la voglia di conoscere, di costruire, di impegnarsi, sebbene sia stata oscurata e mortificata da anni di omologazione del potere. Allora la strada per attraversare − e per non subire da rassegnati − la crisi è vivere la realtà come una provocazione che ridesta il desiderio e la domanda che, per quanto riguarda l’Italia, significa anche ingegno, conoscenza, creatività, forza di aggregazione. Questi tentativi mostrano la risposta all’unica domanda che nessuno sembra affrontare: da che cosa può rinascere la crescita, da che cosa si può ricreare la ricchezza dell’Italia? Da quell’imprevedibile istante in cui un uomo genera novità, prodotti, servizi, valore aggiunto, bellezza per sé e per gli altri, senza che nessun antecedente storico, sociale e politico possa ultimamente spiegare l’incremento di valore e di ricchezza che si gene-

ra. Soprattutto nei momenti di crisi questo desiderio in azione è il più potente fattore che fa rinascere la certezza, come ha detto il presidente Napolitano al Meeting di Rimini: “Portate, nel tempo dell’incertezza, il vostro anelito di certezza”, fino a riconoscere che chi accetta questa sfida è “una risorsa umana per il nostro Paese”. Dentro un popolo rinasce la speranza». E proprio questo popolo vuole essere documentato al presidente Monti, il cui incarico in qualche modo di questa crisi è conseguenza: un popolo composto innanzitutto da giovani che hanno colto quell’«imprevedibile istante» e si sono messi in moto emergendo come persone, non rassegnati perché tutto il mondo sembrava dire il contrario. Nella mostra infatti vengono messi a fuoco tre temi cruciali per la crescita del nostro Paese, all’interno dei quali è stato evidente l’emergere di una diversità: la

scuola, l’università e il mondo del lavoro con una particolare attenzione verso l’imprenditoria nascente. Ci si è chiesti quindi da che cosa può nascere un cambiamento all’interno di questi tre settori così bloccati dalla burocrazia e da «lacci e laccioli», come li ha definiti Giorgio Vittadini nell’intervista qui a fianco. L’unico contenuto possibile del cambiamento è frutto di una libertà d’azione. Per questo, ed è la tesi che senza timore viene affermata nella mostra, è venuto il tempo della persona. Perciò al centro dell’esposizione, più che proposte di politiche economiche per lo sviluppo o di programmi per il futuro, ci sono le testimonianze di chi dentro la scuola, l’università e il mondo del lavoro è ripartito. Studenti, docenti, giovani imprenditori costretti dalla crisi a tornare all’origine della loro esperienza umana: «quella della persona nella sua

Il primo ministro Mario Monti, al governo da nove mesi, visiterà il Meeting nella giornata di oggi.

singolarità e grandezza, intangibile e irriducibile a ogni circostanza avversa, perché mossa da un desiderio infinito che non può mai spegnersi». È dunque necessario salvare il seme della fede come dice il Cristo di “Don Camillo”, nella frase riportata nella parte finale della mostra: «Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo, bisogna aiutare chi possiede ancora la fede a mantenerla intatta». Questo è quello che di interes-

sante può essere mostrato oggi al presidente Monti: persone, soprattutto giovani, che non si stanno lasciando trascinare dagli eventi, ma remano controcorrente. Non potendo cambiare tutto subito hanno cominciato a cambiare loro. E tale percorso, si è visto, non è un meccanismo, ma un cammino: che questo cammino, è l’augurio del Meeting che apre oggi, lo possa fare l’intero Paese. mar.cap.

Bici, lettere, Yale: anche Mario è stato giovane Dalla “Bianchi” regalata dal padre all’anno - deciviso - negli Usa: la verde età del presidente Ai più sembrerà impossibile, visto il suo carattere compassato e “sobrio”, come ormai viene definito dall’inizio del suo mandato di primo ministro, ma anche Mario Monti è stato giovane, un ragazzo come quelli che vengono descritti nella mostra “L’imprevedibile istante. I giovani per la crescita” che visiterà oggi pomeriggio. Nel corso di questi ultimi mesi sono usciti alcuni reportage ed interviste che mostrano il premier, ospite quest’oggi in fiera, in momenti di gioventù spensierata, ma pur sempre in linea con il suo carattere (in una recente intervista ha detto di non ricordarsi nemmeno una stravaganza compiuta in tutta la sua vita). Un Mario Monti che a scuola eccelleva nelle materie umanistiche, ma che non era assolutamente portato per l’educazione fisica. Tuttavia amava con tutto il cuore la bicicletta e le lunghe pedalate in montagna: di sicuro quando da ragazzino pedalò da Milano fino a Saint Moritz in Engadina in Svizzera, luogo a cui è rimasto profondamente affezionato visto che è solito trascorrere il periodo estivo in quella zona, (centinaia di chilometri di cui molti in salita), avrà dovuto mettere da parte un po’ di sobrietà. Il regalo più bello della sua vita, ha raccontato di recente, lo ricevette nel 1954 dal padre: una bicicletta Bianchi, replica di quella di Fausto Coppi con la quale aveva vinto il Mondiale. Chissà che salti di gioia (già, oggi è più difficile immaginarlo) quando la vide nel cortile di casa. Gli stessi salti di gioia che fece quando a dodici anni ebbe la possibilità di dormire una notte con la coppa del mondo di Formula uno appena conquistata da Fangio proprio nel Gran Premio di Monza. Poi è arrivata l’adolescenza, con tutto ciò

Tre immagini di gioventù del premier Mario Monti, nato a Varese il 19 marzo 1943, scovate e pubblicate dal settimanale “Chi”

che comporta, e il diploma all’Istituto Leone XIII, uno dei più importanti della città meneghina. Quindi la scelta di studiare Economia in Bocconi, una decisione quasi casuale solo per seguire le orme del padre e la laurea conseguita a soli 22 anni. Ma questa vocazione l’ha portato ad essere una dei cervelli più eminenti nell’ambito economico mondiale. A metà degli anni ’60 provò la “fuga” negli Stati Uniti, come sempre di più è accaduto e accade in questi ultimi venti anni ai giovani più intraprendenti del nostro Paese. L’esperienza di un anno a Yale, tappa decisiva nella formazione del futuro premier, con un grande rimpianto: quello di non essere stato lì qualche anno di più poiché c’era la consapevolezza che quel periodo potesse arricchirlo umanamente e scolasticamente visto che studiava fianco a fianco con un premio Nobel come James Tobin. Il ritorno in Italia, il servizio militare e l’inizio della carriera di docente prima nella città di Trento e poi la Cattedra a Torino, a soli 27 anni in un Paese che a quel tempo non aveva paura di osare in tal modo con i giovani intelligenti e meritevoli. Poi la cattedra in Bocconi, i ruoli svolti nell’Unione Europea, le consulenze in Goldman Sachs fino al governo tecnico di nove mesi fa. Ma questa è un’altra storia, la storia di un Monti già adulto. Quello che abbiamo scoperto invece è che anche il nostro premier è stato giovane. mar.cap.


IL PREMIER A RIMINI 3 19 agosto

Tappe e orari della visita Finite le ferie, Monti arriva al Meeting. La visita del presidente del Consiglio italiano inizierà oggi pomeriggio alle 16 con l’arrivo in Fiera, accolto dal presidente del Meeting Emilia Guarnieri. Successivamente, il premier avrà la possibilità di recarsi alla mostra “Ad usum fabricae. L’infinito plasma l’opera: la costruzione del Duomo di Milano”, dedicata agli uomini e alle donne che hanno permesso la costruzione della cattedrale meneghina. Dopo un momento di colloqui privati con gli organizzatori, Monti visiterà la mostra “L’imprevedibile istante. Giovani per la crescita”, al termine della quale la inaugurerà ufficialmente. Il momento principale della visita sarà ver-

so le 17, quando il primo ministro si dirigerà nel padiglione B7 per l’incontro di inaugurazione del Meeting “Giovani per la crescita” alla presenza di Emilia Guarnieri e Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. L’arrivo del presidente Monti al Meeting sarà anche la possibilità per far conoscere al pubblico il nuovo Frecciarossa: infatti, insieme all’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, Monti svelerà il Frecciarossa 1000, il nuovo treno alta velocità italiano, definito da molti come «il treno più bello del mondo». Per la costruzione di circa cinquanta convogli Trenitalia ha voluto investire una somma di più di un miliardo di euro.

«L’Italia? È come nel ’48»

Giorgio Vittadini oggi dialogherà col premier: sinistra improponibile e destra senza idee, ci vuole una Costituente Non è la politica a esaurire il compito del movimento, che però non rinuncerà a farla: «Altro che scelta religiosa» «La crescita non nasce innanzitutto dalle politiche economiche, ma dalla valorizzazione dell’io in azione», così Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà ci introduce ad uno dei temi fondamentali del Meeting, che culmina con la visita odierna del premier Mario Monti. Da che cosa nasce l’idea della mostra “L’imprevedibile istante. I giovani per la crescita”? «La mostra si colloca sulla scia del lavoro svolto l’anno scorso sui “150 anni di sussidiarietà” che metteva in luce la virtuosa “anomalia italiana”, la capacità di iniziativa di tanti “io” che dal basso, motivati da ideali diversi, hanno dato vita a iniziative in risposta ai bisogni personali e di tutti, superando ogni crisi. Oggi vogliamo dimostrare che per rimettere in moto il Paese, prima di ogni politica economica c’è da considerare ogni singola persona, che è sempre più grande delle circostanze in cui si trova. E quindi che il motore di un nuovo sviluppo non può che consistere nel liberare creatività, spirito di iniziativa: rispettare il principio di sussidiarietà. Racconteremo esperienze nate da “imprevedibili istanti”, momenti in cui giovani, nella scuola, in università e nel mondo del lavoro hanno deciso di non lasciarsi trascinare dal flusso delle cose e hanno preso iniziativa seguendo con tenacia e creatività un’intuizione che li ha portati a esplorare soluzioni nuove nell’affronto dei problemi. L’inizio della crescita non è la programmazione, ma la valorizzazione dell’io in azione». Perché all’incontro di presentazione è stato invitato il presidente Monti? «Monti è stato chiamato a far fronte

a un’emergenza nazionale dopo che il centrodestra non è riuscito né a contrastare la crisi né a fare la rivoluzione liberale che molti auspicavano, sprecando il grande consenso elettorale ottenuto; e il centrosinistra ha più volte fallito per i suoi contrasti interni e il suo vetusto statalismo spacciato per progressismo. Così oggi l’Italia rischia seriamente di andare in serie B, dilaniata dal debito pubblico e dalla mancanza di crescita: il governo Monti sta cercando di invertire la rotta. E a proposito della crescita, credo sia importante che il presidente veda questi esempi di giovani che non si danno per vinti ma sono propositivi e costruttivi e quindi offrono preziose indicazioni sulla strada di un nuovo sviluppo. Vale il detto di Guareschi che abbiamo ripreso nella mostra: “salvare il seme”. Così si innesca un nuovo sviluppo». Lei che sarà sul palco, cosa dirà al presidente del Consiglio? «Cercheremo di documentare come la strada per lo sviluppo non possa che essere quella della sussidiarietà e che la mancanza di crescita dipende infatti dai troppi lacci e laccioli che caratterizzano il sistema italiano, simboleggiati nella mostra dai “prigioni” di Michelangelo: lo statalismo contro l’autonomia della scuola pubblica e contro la parità delle scuole libere sembra giustificarsi per creare uguaglianza delle opportunità ma finisce in realtà per discriminare i poveri ed è contro il merito. Analogamente, la mancanza di competizione tra università (come avviene nei Paesi anglosassoni) fa si che i soldi siano distribuiti a pioggia, che molte sedi universitarie siano inadeguate e che la selezione sia sul reddito

non sul merito (dopo cinque anni dalla laurea i figli dei ricchi fanno i lavori più qualificati). E terzo, nel mondo del lavoro si continua a confondere precariato con flessibilità difendendo altresì i privilegi clientelari di alcuni. In questo contesto vanno collocati gli esempi virtuosi citati, esperienze nate da “imprevedibili istanti”. Occorre una svolta sussidiaria e solidale che rompa lacci e laccioli perché il loro esempio diventi un tentativo che contagi tutti». Qual è il giudizio di questi primi nove mesi di governo Monti? «Sta facendo molto per far ottenere credibilità internazionale all’Italia, con un debito pubblico del 120%, una speculazione finanziaria internazionale contro, partner europei come la Germania che sono tornati nazionalisti come nell’800, una situazione interna bloccata da gravissime divisioni, lacerazioni, confusione di compiti spesso anche fra istituzioni (vedi ad esempio la questione dell’Ilva di Taranto o il conflitto tra presidenza della Repubblica e giudici di Palermo). Certo, ci sono luci e ombre, c’è troppa resistenza a tagliare la spesa pubblica e alcuni provvedimenti sono troppo statalisti. Ma aspettiamo di vedere cosa verrà fatto». Nell’attuale governo c’è una discreta presenza di cattolici. Si è sentita la loro presenza? «Sottolineare il ruolo dei cattolici, come fanno molti, vuol dire metterli in una riserva indiana e perdere di vista che ciò che conta è la capacità di dare un contributo alla risoluzione dei problemi. E questa è la prerogativa di un buon politico, cattolico o no. Poi sono certo consapevole che una persona di fede è più educata a tenere conto di tutti i fattori». Per il futuro prossimo quale scenario si prospetta e quale auspica? «Io rimango dell’idea che abbiamo bisogno di anni in cui formulare una nuova Costituente e mettere le basi comuni per un nuovo sviluppo, secondo un accordo tra le forze riformiste. Pen-

«La lettera di Carrón ripropone quello che è da sempre lo scopo di Cl: educare alla fede *** Sottolineare il ruolo dei cattolici come fanno molti, vuol dire metterli in una riserva indiana *** «Abbiamo bisogno di anni in cui mettere le basi per un nuovo sviluppo, secondo un accordo tra le forze riformiste. Siamo in emergenza nazionale

so infatti che siamo in una emergenza nazionale come nel ’48. La Germania d’altra parte per risollevarsi ha accettato per alcuni anni una coabitazione al governo tra socialdemocratici e democristiani. L’Italia sta andando in serie B. Mi spaventa che nella prossima competizione elettorale si fronteggino un fronte popolare veterostatalista e così allargato da contenere posizioni davvero inconciliabili e che quindi non possono abilitarlo a governare, e un centrodestra senza contenuti che riproponga vecchie personalità e vecchie formule. Senza contare poi le strumentalizzazioni mediatico-giudiziarie. Quando avremo ricreato un assetto tale da competere nel mondo, potremo rivedere il sistema, sperando che non debba esserci imposto da fuori come è avvenuto in Grecia». Per quel che riguarda il movimento, partendo dalla lettera di Carròn a “Repubblica”, va ripensato l’impegno politico? È vero come dice qualcuno che Cl sta virando verso una scelta religiosa? «La lettera di Carròn ripropone quello che è da sempre lo scopo di Cl: educare alla fede, e ricorda quello che Giussani disse all’assemblea della DC lombarda ad Assago nell’87, e cioè che la politica deve avere la funzione di valorizzare le formazioni sociali che nascono dall’iniziativa delle persone per il bene comune. Inoltre ci ricorda quanto Giussani ha detto molte volte fin dal ‘76: il metodo del movimento è la presenza. Quindi l’errore da non fare è quello di perseguire un’egemonia. In questo senso chi appartiene al movimento e si occupa di politica svolge un suo percorso personale che non identifica il compito del movimento stesso. Questo non vuol dire incidere di meno sulla vita sociale, perché il vero cambiamento avviene dal basso, dall’iniziativa della gente, più che da un impegno partitico. Altro che scelta religiosa!». Marco Capizzi


I PROTAGONISTI 4 19 agosto

IL PAPA CI SALUTA «Siete fatti per l’Infinito e solo Cristo può darvelo»

Joseph Ratzinger, 85 anni, è stato eletto Papa il 19 aprile 2005 col nome di Benedetto XVI. È stato per due volte, prima dell’inizio del pontificato, ospite del Meeting: nel 1990 tenne una storica prolusione sulla Chiesa (“Una compagnia sempre riformanda”); dodici anni dopo intervenne sul tema scelto per l’edizione del 2002 (“Il sentimento delle cose, la contemplazione della bellezza”). Il 24 febbraio 2005 ha celebrato le esequie di don Luigi Giussani a nome di Giovanni Paolo II, già gravemente malato e cui sarebbe succeduto poche settimane dopo. In quell’occasione, disse che «monsignor Giussani, con la sua fede imperterrita e immancabile, ha saputo dire che Cristo e l'incontro con Lui rimane centrale, perché chi non dà Dio, dà troppo poco e chi non dà Dio, chi non fa trovare Dio nel volto di Cristo, non costruisce, ma distrugge, perché fa perdere l'azione umana in dogmatismi ideologici e falsi. Don Giussani ha conservato la centralità di Cristo e proprio così ha aiutato con le opere sociali, con il servizio necessario l'umanità in questo mondo difficile, dove la responsabilità dei cristiani per i poveri nel mondo è grandissima e urgente»

Il messaggio di Ratzinger per la XXXIII edizione: «In noi il marchio dell’Assoluto è più forte del peccato, ma può essere svilito dagli idoli. Con l’Incarnazione di Dio nulla può più essere banale» ... segue dalla prima l’anelito della carne di cui parla il Salmista non si possono eliminare, così l’uomo, senza saperlo, si protende alla ricerca dell’Infinito, ma in direzioni sbagliate: nella droga, in una sessualità vissuta in modo disordinato, nelle tecnologie totalizzanti, nel successo ad ogni costo, persino in forme ingannatrici di religiosità. Anche le cose buone, che Dio ha creato come strade che conducono a Lui, non di rado corrono il rischio di essere assolutizzate e divenire così idoli che si sostituiscono al Creatore. Riconoscere di essere fatti per l’infinito significa percorrere un cammino di purificazione da quelli che abbiamo chiamato «falsi infiniti», un cammino di conversione del cuore e della mente. Occorre sradicare tutte le false promesse di infinito che seducono l’uomo e lo rendono schiavo. Per ritrovare veramente se stesso e la propria identità, per vivere all’altezza del proprio essere, l’uomo deve tornare a riconoscersi creatura, dipendente da Dio. Al riconoscimento di questa dipendenza – che nel profondo è la gioiosa scoperta di essere figli di Dio – è legata la possibilità di una vita veramente libera e piena. È interessante notare come san Paolo, nella Lettera ai Romani, veda il contrario della schiavitù non tanto nella libertà, ma nella figliolanza, nell’aver ricevuto lo Spirito Santo che rende figli adottivi e che ci permette di gridare a Dio: «Abbà! Padre!» (cfr 8,15). L’Apostolo delle genti parla di una schiavitù «cattiva»: quella del peccato, della legge, delle passioni della carne. A questa, però, non contrappone l’autonomia, ma la «schiavitù di Cristo» (cfr 6,16-22), anzi egli stesso si definisce: «Paolo, servo di Cristo Gesù» (1,1). Il punto fondamentale,

quindi, non è eliminare la dipendenza, che è costitutiva dell’uomo, ma indirizzarla verso Colui che solo può rendere veramente liberi. A questo punto però sorge una domanda. Non è forse strutturalmente impossibile all’uomo vivere all’altezza della propria natura? E non è forse una condanna questo anelito verso l’infinito che egli avverte senza mai poterlo soddisfare totalmente? Questo interrogativo ci porta direttamente al cuore del cristianesimo. L’Infinito stesso, infatti, per farsi risposta che l’uomo possa sperimentare, ha assunto una forma fini-

ta. Dall’Incarnazione, dal momento in cui in Verbo si è fatto carne, è cancellata l’incolmabile distanza tra finito e infinito: il Dio eterno e infinito ha lasciato il suo Cielo ed è entrato nel tempo, si è immerso nella finitezza umana. Nulla allora è banale o insignificante nel cammino della vita e del mondo. L’uomo è fatto per un Dio infinito che è diventato carne, che ha assunto la nostra umanità per attirarla alle altezze del suo essere divino. Scopriamo così la dimensione più vera dell’esistenza umana, quella a cui il Servo di Dio Luigi Giussani

«Scopriamo così la dimensione più vera dell’esistenza umana, quella a cui il Servo di Dio Luigi Giussani continuamente richiamava: la vita come vocazione»

Davanti al Mistero con i bonzi In fiera i monaci incontrati da Giussani: oggi pregheranno in pubblico Da ventiquattro anni, ormai, è possibile trovare fra gli ospiti del Meeting anche alcuni monaci buddhisti. Tutto è nato nel 1987, quando don Luigi Giussani, invitato in Giappone a tenere una lezione sul cristianesimo, conobbe il professor Habukawa (nella foto) presso il santuario del Monte Koya. L’anno dopo Habukawa e il reverendo Matsunaga furono invitati al Meeting, dove allestirono un’esposizione sui tratti fondamentali della cultura buddhista Shingon. Habukawa continuò fedele il confronto con don Giussani, sorpreso dalla sua capacità di valorizzare la cultura e la propensione della religione buddhista all’attenzione verso l’educazione dei giovani. Il dialogo nato venticinque anni fa ha portato spesso in Italia il professor Habukawa che, anche quest’anno, è stato accolto dall’amica Emilia Guarnieri al suo ingresso nella fiera di Rimini. Grazie alla collaborazione con il Meeting è stata allestita la mostra: “Il Koyasan. La montagna sacra del Buddhismo Shingon Mikkyo

che don Giussani ha tanto amato”. «Senza l’energia del desiderio di Emilia non avremmo potuto realizzare neanche un pezzo della mostra» ha detto Habukawa a Emilia Guarnieri, che ha risposto: «Quest’energia è la febbre di vita che don Giussani ci ha sempre testimoniato». L’esposizione è ospitata presso il padiglione A2 e documenta l’incontro con don Giussani e la ricchezza di vita, manifestatasi lungo gli anni. Anche il terremoto che ha sconvolto il Giappone nel 2011 è stato un’occasione per scoprire la gratuità dei piccoli grandi gesti di solidarietà accaduti nei giorni più difficili. Oggi e domani i monaci Shingon svolgeranno, sempre presso la mostra, tre momenti di preghiera Shomyo con il reverendo Habukawa, per rendere evidente al popolo del Meeting il cuore della propria esperienza religiosa. È possibile assistere e partecipare alla preghiera oggi alle ore 15.30 o 19.30 e domani alle ore 15.30. Luca Maggi

continuamente richiamava: la vita come vocazione. Ogni cosa, ogni rapporto, ogni gioia, come anche ogni difficoltà, trova la sua ragione ultima nell’essere occasione di rapporto con l’Infinito, voce di Dio che continuamente ci chiama e ci invita ad alzare lo sguardo, a scoprire nell’adesione a Lui la realizzazione piena della nostra umanità. «Ci hai fatti per te – scriveva Agostino – e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te» (Confessioni I, 1,1). Non dobbiamo avere paura di quello che Dio ci chiede attraverso le circostanze della vita, fosse anche la dedizione di tutto noi stessi in una forma particolare di seguire e imitare Cristo nel sacerdozio o nella vita religiosa. Il Signore, chiamando alcuni a vivere totalmente di Lui, richiama tutti a riconoscere l’essenza della propria natura di essere umani: fatti per l’infinito. E Dio ha a cuore la nostra felicità, la nostra piena realizzazione umana. Chiediamo, allora, di entrare e rimanere nello sguardo della fede che ha caratterizzato i Santi, per poter scoprire i semi di bene che il Signore sparge lungo il cammino della nostra vita e aderire con gioia alla nostra vocazione. Nell’auspicare che questi brevi pensieri possano essere di aiuto per coloro che prendono parte al Meeting, assicuro la mia vicinanza nella preghiera ed auguro che la riflessione di questi giorni possa introdurre tutti nella certezza e nella gioia della fede. A Lei, Venerato Fratello, ai responsabili e agli organizzatori della manifestazione, come pure a tutti i presenti, ben volentieri imparto una particolare Benedizione Apostolica.


L’INTERVISTA 5

19 agosto

«Abbiamo bisogno di voi» Il grido di monsignor Kaigama, guida della chiesa nigeriana Vivere la fede, per i cristiani in Nigeria, è diventato molto rischioso. Anche un gesto ordinario, come la messa domenicale, può costare la vita: per dieci volte, da gennaio a oggi, le messe sono state interrotte dagli attacchi islamisti, che hanno fatto strage di fedeli. L’ultima volta è successo nello stato di Kogi, nel nord della Nigeria: una decina di uomini armati è entrata in una chiesa evangelica, durante la lettura della Bibbia del lunedì sera, ha chiuso la porta, ha spento le luci e ha aperto il fuoco sui fedeli. Diciannove cristiani sono rimasti uccisi. La Nigeria, il paese più popolato dell’Africa con i suoi 160 milioni di abitanti, è lacerata dalle lotte interne. Quelle tra le 250 etnie che compongono il paese, quella tra il nord musulmano e il sud cristiano, quelle tra fazioni politiche e quelle per il controllo delle risorse petrolifere del sud. Come vivono i cristiani in questo paese, dove la libertà religiosa è di fatto inesistente? Su cosa fondano la propria speranza di cambiamento? Saranno questi alcuni dei temi di cui parlerà oggi al Meeting monsignor Ignatius Kaigama, arcivescovo di Jos e presidente della Conferenza Episcopale della Nigeria (alle ore 12.30, in Auditorium B7). Lo abbiamo contattato telefonicamente per rivolgergli alcune domande. Monsignor Kaigama, dall’inizio dell’anno gli scontri in Nigeria hanno causato più di 600 morti. Quali sono le ragioni di quanto sta accadendo? «Questi massacri sono in larga parte causati dal gruppo islamico fondamentalista Boko Haram (il nome, letteralmente, significa “l’educazione occidentale è vietata”). Opera nel nord della Nigeria, dove in effetti sono concentrate le violenze. È un gruppo che vuole sostituire la legge islamica alla Costituzione e convertire forzatamente all’islam. Hanno cominciato attaccando il governo, le istituzioni e le agenzie di sicurezza, poi hanno preso ad attaccare le chiese. Vogliono eliminarle, perché educano e fanno cultura». Che cosa fa il governo per garantire la sicurezza e proteggere la popolazione? Il presidente Goodluck Jonathan, al quale Boko Haram ha chiesto di dimettersi e convertirsi all’Islam, è un cristiano. «La violenza di questi gruppi si alimenta anche dall’incapacità del governo di riprendere in mano la situazione. La polizia e i soldati ci sono, ma non hanno ancora fermato questo massacro. Manca il coordinamento tra i diversi responsabili della sicurezza. Le chiese sono attaccate di continuo, a Kaduna, a Kano, a Jos, e noi cominciamo a sentirci soli, senza aiuto. Gli attacchi avvengono quando meno te lo aspetti e molti cristiani, adesso, hanno paura ad andare a messa e ad esercitare il loro diritto di essere cristiani». Eppure anche i musulmani sono

Monsignor Ignatius Kaigama, arcivescovo di Jos e presidente della Conferenza episcopale della Nigeria. Anche la sua arcidiocesi è finita più volte sotto attacco. A gennaio, un terrorista di Boko Haram si è schiantato contro una chiesa del centro di Jos con un’autobomba. Parte dell’edificio è collassata, due persone sono morte e 41 ferite. All’interno della chiesa (a destra nella foto), era in corso la messa domenicale. Kaigama, primo ospite della XXXIII edizione del Meeting, interverrà alle 12.30 (Auditorium B7), intervistato da Davide Perillo, direttore del mensile “Tracce”

stati attaccati. È poi così giusto dire che c’è in atto una guerra di religione) «La molla del conflitto è principalmente economica: è provocato dalla povertà e dalla corruzione. I fondamentalisti di Boko Haram sono molto chiari nel loro intento: vogliono uccidere i funzionari del governo,

«I terroristi vogliono creare confusione, attaccano i cristiani e i musulmani che aiutano il governo. Non hanno rispetto per la vita, uccidono gli altri e così uccidono se stessi» gli agenti di sicurezza e i cristiani. Perciò non si fanno scrupoli a uccidere anche i musulmani che collaborano con il governo e che lavorano per la sicurezza. I terroristi non hanno rispetto per la vita, uccidono gli altri e così uccidono se stessi. Lo scopo di questa gente è di creare

confusione. Noi cerchiamo sempre di distinguere tra i gruppi fanatici fondamentalisti e i musulmani ordinari, perché i musulmani ordinari, in Nigeria, vogliono vivere in pace con i loro vicini». Come crede sia possibile uscire da questa situazione? Si può sperare nella fine della violenza? «Fermare la violenza è responsabilità del governo. Noi, come guide religiose, possiamo soltanto insegnare alle persone a non rispondere alla violenza con altra violenza, ma non possiamo forzare la legge per fermare questa gente diabolica che attacca i nigeriani inermi. Il governo federale, però, non sembra capace di contrastare il terrorismo: gli attacchi vanno avanti dal 2009 e non si sono ancora viste risposte adeguate. La gente, vista la situazione, è sempre più impaurita. Abbiamo bisogno di un’azione definitiva contro Boko Haram, che dispone di grandi quantità di denaro e di armi sofisticate, e continua a darsi una visibilità su Internet e a parlare con i giornalisti. Se il governo non ce la fa da solo deve cercare aiuti dall’esterno, coinvolgere chi ha gli strumenti per farlo. I fondamentalisti di

Boko Haram si possono sconfiggere. Mi preoccupa il fatto che nessuno, finora, è stato capace di aprire un dialogo». Cosa possiamo fare dall’Europa per aiutare i cristiani nigeriani? «Per prima cosa pregate, perché migliorino le condizioni di sicurez-

«Dico alla mia gente di essere forte, di continuare ad avere fede. Ma ogni volta che entro nella mia auto per andare alla cattedrale o a far visita ai villaggi, so che potrei non tornare indietro» za, perché le persone riconoscano il valore della vita umana e imparino a utilizzare il dialogo al posto della violenza. In secondo luogo è importante che facciate pressione sui vostri governi affinché intervengano in questa vicenda. Devono fare la loro parte per evitare che quello che è co-

La petizione contro le stragi di cristiani Lo sforzo italiano si sta rivelando prezioso per rompere il silenzio e l’indifferenza delle istituzioni internazionali sulla questione Nigeria. Numerosi sono stati gli interventi da parte di esponenti del governo e di parlamentari affinché i temi della libertà religiosa e della difesa dei cristiani in Nigeria siano inseriti in tutte le agende politiche. Tra questi il ministro degli Esteri Giulio Terzi; il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, che con l’ex capo della Farnesina Franco Frattini, il ministro per la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi e Walter Veltroni

hanno promosso una petizione online (www.fermiamolastragedicristiani.it); l’europarlamentare Mario Mauro, che è intervenuto in sede europea; il sindaco di Roma Gianni Alemanno, con l’Osservatorio della libertà religiosa. Un gruppo di parlamentari del PdL, inoltre, ha presentato una mozione con cui chiede che il nostro governo si attivi «nei confronti dell’Onu, affinché forze di interposizione siano inviate in Nigeria, in coordinamento con il goveno nigeriano, a protezione delle chiese cristiane e dei fedeli».

minciato in Nigeria si diffonda in altre parti dell’Africa. Boko Haram dice di essere contro l’educazione, i valori e la cultura. Questo significa che gradualmente potrebbero avvenire episodi simili anche in Europa, per quanto sotto nomi diversi. La comunità internazionale deve esprimere concretamente la sua solidarietà e fare di tutto affinché il governo nigeriano usi correttamente le strategie di sicurezza e di intelligence. I cristiani europei dovrebbero convincere i propri governi ad aiutare i cristiani di qui, affinché non muoiano più per mano di Boko Haram. Fratelli e sorelle che vivete lontano da qui, abbiamo bisogno della vostra solidarietà, abbiamo bisogno della vostra amicizia. Per ridare la libertà religiosa non solo ai cristiani, ma a tutti gli esseri umani che vivono in Nigeria. Perché siano protetti e abbiano la libertà». Che cosa significa essere il pastore di un gregge costantemente minacciato? «La situazione è molto difficile perché le persone hanno paura. Io incoraggio la gente a vivere la propria responsabilità religiosa, a continuare ad avere fede. Le persone vorrebbero anche sostenere economicamente la chiesa, ma non sono nelle condizioni di poterlo fare. Io dico alla mia gente di essere forte e sono contento che molti stiano rispondendo. Alcuni hanno paura e fuggono, ma un buon numero sta rispondendo positivamente. Tu non sai mai quando potrai finire sotto attacco. Possono esplodere le bombe e puoi venire ucciso quando meno te l’aspetti. Ogni volta che entro nella mia auto per andare alla cattedrale o a far visita ai villaggi, so che potrei non tornare indietro. Ma sono convinto che possiamo superare questa terribile situazione». Lorenzo Margiotta


LO SPETTACOLO 6 19 agosto

Danza, amore e fantasia il Libano dà spettacolo Questa sera, nell’Arena D3, il teatro-danza della compagnia che mescola ritmi orientali e danza moderna occidentale. Oltre 50 artisti sul palco reciteranno in arabo e in italiano. Prendete la tecnica pura della danza classica, rivestitela con la spontaneità di quella contemporanea e dategli vita con i colori dei balli popolari, del canto e della recitazione. È questa, ma non solo, la ricetta del successo del Caracalla Dance Theatre, che si esibirà questa sera alle ore 21.45 in Arena D3. La varietà degli stili di danza si unisce all’umanità di oltre 50 artisti, musulmani e cristiani che, insieme, formano una delle maggiori compagnie di balletto del mondo mediorientale. A fondarla, nel 1970, è Abdel-Halim Caracalla, di ritorno a Beirut dopo aver studiato danza moderna a New York. Dopo aver visitato il Meeting lo scorso anno, Abdel ha deciso di portare a Rimini il suo ultimo lavoro, “The Villager’s Opera”, come spettacolo inaugurale. Apriranno la serata interventi di saluto di Fadi Abboud, ministro del Turismo libanese e di Abdel Caracalla. La compagnia metterà in scena un tema universale, quello dell’amore tra due giovani divisi dal conflitto delle loro famiglie. Una realtà, quella del conflitto, fin troppo nota in Libano, una terra lacerata da decenni di violenze settarie. Con il suo lavoro, la compagnia fondata dal ballerino libanese testimonia come sia possibile la convivenza tra diversità, che riescono a mescolarsi senza annullarsi. Anzi, l’unione degli stili e delle culture, in questo caso, dà vita a una cifra originale che rende il teatro-danza di Caracalla unico al mondo. «Nessun’altra compagnia mette insieme tecniche di danza e teatro orientali e occidentali, come facciamo noi», dice Abdel Caracalla: «Detto in una parola, la nostra è un’amalgama delle tecni-

che». La tecnica della danza moderna occidentale, che Abdel ha imparato dalla madre dello stile moderno Martha Graham, si fonde con la gestualità orientale, con un effetto espressivo del tutto inedito. Anche gli idiomi sono mixati, tanto che, per l’occasione, alcuni dialoghi e alcune canzoni saranno in italiano. Per il resto non temete, i dialoghi in arabo saranno accessibili a tutti grazie alla traduzione che scorrerà a lato del palcoscenico. A fare da sfondo dell’opera di teatro musicale è la piazza del villaggio, luogo d’incontro dove freme la vita e dove si incontrano la vecchia e la nuova generazione. Una lite divide il villaggio in due quartie-

ri distinti: mentre l’anziano del villaggio, Cheikh Finianos, si impegna per risolvere tutti i conflitti, il cittadino Sitt Handoume, nella sua sete di potere, nutre la speranza di far sposare la figlia Leila a Faldo, il figlio ingenuo ma ricco di Bou Faldo, un borghese che continua a illudersi di essere un marchese. Ma il giovane valoroso Mezyan, innamorato e ricambiato dalla bella Leila, cerca di ostacolare in tutti i modi il matrimonio, scontrandosi con i genitori della ragazza, decisamente contrari a questo amore. Il giorno del matrimonio tra Leila e Faldo, succede l’imprevedibile: uno scandalo che rischia di mandare in frantumi il matrimonio e riaccende gli animi del popolo.

Ad accendere il palcoscenico ci pensano anche i costumi scintillanti, disegnati dallo stesso Abdel e cuciti a mano dalle sarte della compagnia. Ogni costume è personalizzato e ogni ballerino nel corso dello spettacolo fa almeno nove cambi di costume, per un totale circa di 450 cambi per tutti gli elementi. Il tempo di preparazione dello show, dalle coreografie, alla musica, ai costumi, è di circa un anno. Per la seconda volta in Italia (la prima vennero su invito di Franco Zeffirelli), lo spettacolo di teatrodanza del Caracalla Dance Theatre è unico nel suo genere, per la ricchezza del linguaggio espressivo e per lo straordinario esempio di convivenza pacifica tra religioni ed et-

La scuola che ha fatto la rivoluzione La scuola di danza Caracalla o Studio Caracalla accoglie ogni giorno 1.600 studenti, che dai cinque anni in su hanno la possibilità di imparare le diverse discipline della danza e del teatro e misurarsi con spettacoli che esplorano stili provenienti da ogni parte del mondo. Come la compagnia, anche la scuola è stata fondata e diretta nel 1970 da Abdel-Halim Caracalla. All’inizio, la compagnia era un piccolo gruppo di studenti che cercano nella danza la pace e la calma, così rare in un paese dove stava per scoppiare la guerra civile. Scoppiata la guerra in Libano, anche la scuola fu costretta a chiudere. Avrebbe riaperto soltanto alla fine degli anni Novanta, sotto la direzione di Alissar Caracalla, figlia di Abdel-Halim. La giovane

ballerina introdusse corsi dedicati ai nuovi stili di danza, come lo stile Caracalla (inventato dal padre), la danza contemporanea, moderna, classica, jazz, hip-hop e lo yoga. Lo studio è aperto dodici ore al giorno. Al mattino è la sede delle prove e degli allenamenti dei professionisti, mentre al pomeriggio diventa una scuola per i giovani studenti. A Natale e a fine anno gli studenti si esibiscono in uno spettacolo di beneficenza: il costo del biglietto è mantenuto basso per permettere a tutti di participare e sono gli studenti stessi che decidono a quale realtà assegnare il ricavato. Allo stesso modo, anche la compagnia di professionisti offre gratuitamente alcune serate per permettere al grande pubblico di avvicinarsi all’arte della danza.

Alcune immagini dello spettacolo della compagnia Caracalla Dance Theatre, fondata nel 1970 da AbdelHalim Caracalla, appena tornato a Beirut dopo aver studiato danza a New York. Abdel ha deciso di portare “The Villager’s Opera” al Meeting dopo essere venuto a Rimini l’anno scorso. Le coreografie s0no della figlia di Abdel, Alissar, mentre la regia è del figlio Ivan. Ognuno dei cinquanta ballerini fa almeno nove cambi d’abito. Tutti i 450 costumi sono disegnati dallo stesso fondatore della compagnia.

nie diverse. È un’esperienza che Abdel Caracalla ha sperimentato anche in prima persona: di religione musulmana, ha sposato una donna cristiana con un doppio rito nelle rispettive religioni. Anche i loro due figli lavorano in compagnia: Ivan come regista e Alissar come coreografa. «Nel corso della nostra breve visita al Meeting dell’anno scorso» raccontano Abdel e Ivan Caracalla «abbiamo veramente capito il significato e la ragione di questo evento. In particolare, ci siamo resi conto della sua grandezza e del potenziale che poteva offrire ai giovani di incontrare persone di religioni, razze e culture diverse, uniti dall’autentico desiderio di promuovere il dialogo e di costruire qualcosa insieme, nella convinzione che la diversità non rappresenti un ostacolo, bensì una risorsa, che spinge ognuno di noi ad esplorare il vero cardine della nostra esperienza. Caracalla è basato su questi stessi valori umani che costituiscono gli ideali del Meeting. Durante la guerra civile libanese, quando il paese era diviso in fazioni religiose, Caracalla è rimasto unito grazie alle arti e alla cultura e ha riunito intorno a sé artisti di religioni e culture diverse». La compagnia si è esibita nei più prestigiosi teatri del mondo, tra cui il teatro Nazionale di Osaka, la Carnegie Hall di New York, il Sadler’s Wells di Londra, il Kennedy Centre di Washington D.C., il teatro dei Campi Elisi di Parigi, il teatro dell’Opera di Francoforte, i teatri dell’Opera di Rio de Janeiro e San Paolo, il Centro per le Arti di Los Angeles e il Palazzo delle Arti di Montreal. Benedetta Consonni


LO SPETTACOLO 7 19 agosto

«Così ho sconfitto Babele» Colloquio col ballerino Abdel-Halim Caracalla, musulmano, sposato con una cristiana e fondatore del gruppo teatrale più eclettico del mondo: «Non guardiamo le differenze religiose: tutti dovrebbero imparare dal fenomeno del Meeting»

«Un giorno nel mondo» Quello proiettato alle 19.00 in Sala Neri non è un film, è un esperimento. “Life in a day”, prodotto da Ridley Scott e diretto dal regista premio Oscar Kevin Macdonald, è la storia di quello che succede in un giorno nel mondo, visto attraverso i video di YouTube. Per la precisione, attraverso 4.500 ore di filmati inviati da utenti dispersi in 192 paesi che hanno risposto all’appello del sito di streaming online: filmate la vostra vita il 24 luglio 2010 e rispondete ad alcune domande («Che cosa ami?», «Che cosa ti fa ridere?», «Che cosa hai in tasca?»). E così quel sabato di fine luglio, noto per i morti nella calca alla Love Parade di Duisburg, è passato alla storia anche per esser stato filmato nel primo «social movie» della storia. Premiato al Sundance Film Festival e al Festival del cinema di Berlino, “Life in a day” racchiude in 95 minuti scarsi la vita che si agita in un giorno nel mondo: un ragazzo che si rade per la prima volta, un soldato al fronte che parla con la moglie via Skype, un fotografo afghano che parla del suo paese. «Sono stato un po’ naif», ha detto il regista Kevin Macdonald, «non avrei mai pensato che a così tante persone sia una novità scoprire che le loro opinioni abbiano un valore».

Abdel-Halim Caracalla ha un passato come campione di salto in alto che gli è valso l’incontro con la moglie; la sua strada non era però sopra l’asticella, ma sui palcoscenici di tutto il mondo. Nel 1960 lasciò la sua città natale in Libano, Baalbeck, per volare a New York. Nella “Grande Mela” studia danza con Martha Graham, grande ballerina innovatrice dello stile moderno e contemporaneo. Carico degli insegnamenti della maestra, che tra l’altro fu ospite del Meeting di Rimini nel 1984, ritorna a Beirut, dove nel ‘70 fonda la compagnia Caracalla Dance Theatre, dando il via a un’esperienza umana e artistica unica nel suo genere, che vanta tournée in ogni angolo del globo. «Abbiamo girato tutti i più grandi teatri del mondo - racconta Abdel - portando in scena lo stile Caracalla, che unisce la tecnica occidentale con la danza orientale. Così il corpo dei ballerini parla un nuovo linguaggio di danza internazionale». Amalgamare stili differenti non è facile, occorre quindi cercare un punto di contatto tra le diverse arti. «Non c’è un’arte orientale, un’arte dell’est e un’arte dell’ovest - continua il danzatore libanese - ma ogni arte si incontra nella civiltà, tutte le arti concorrono alla civiltà, all’umanità e all’arricchimento del cuore. Matisse e Delacroix sono venuti all’est a prendere ispirazione dal mondo esotico e hanno dipinto alcuni dei più bei quadri al mondo». Abdel ricorda che anche le più grandi religioni vengono da oriente, dal cristianesimo alla religione ebraica e all’islam. «Allo stesso modo dalla civiltà greca e romana nasce il concetto di estetica e di bellezza». Grandi civiltà, che oggi si scontrano in un’apparente impossibi-

Il ballerino libanese Abdel-Halim Caracalla, fondatore della compagnia

lità di dialogo. Eppure il Caracalla Dance Theatre è un felice esempio di dialogo grazie al linguaggio dell’arte e della danza. «Nella compagnia noi non sappiamo chi è cristiano o musulmano, noi siamo semplicemente insieme e io sono orgoglioso e felice di ciò, perché non mi interessa se sei cristiano o musulmano, noi siamo insieme per l’umanità». Alla domanda come sia possibile questa convivenza, Caracalla scherza un po’. «Com’è possibile? Di solito i cristiani hanno quattro occhi e dieci mani, mentre i musulmani venti gambe». Segue una fragorosa risata e torna serio. «Noi proviamo lo stesso dolore, le stesse emozioni, piangiamo allo stesso modo. Siamo fratelli. Io sono musulmano, mia moglie è cristiana e mio figlio non lo so! Veniamo da strade diverse, ma preghiamo entrambi Dio. Penso

«Nella compagnia noi non sappiamo chi è cristiano o musulmano, noi siamo semplicemente insieme e io sono orgoglioso e felice di tutto questo, perché non mi interessa se sei cristiano o musulmano, noi siamo insieme per l’umanità»

che il Meeting insegnerà alle persone come vivere insieme. Tutto il mondo dovrebbe trarre beneficio dal Meeting, beneficiare di questa idea e fare lo stesso. È fenomenale quello che accade qui a Rimini e le persone che hanno creato questo penso siano ambasciatori di Dio. Noi del Caracalla siamo orgogliosi di essere qui e daremo il meglio per il pubblico». Certo, un conto è un dialogo con l’altro, ma sposarsi con una persona di un’altra religione è sicuramente una scelta di vita importante e affascinante al tempo stesso. «L’amore va oltre la politica. Quando ti innamori diventi un corpo solo con l’altro. Ora è tempo di andare oltre, è tempo di guardare il cielo che è lo stesso cielo per tutti. Oggi fanno la guerra per il petrolio. Togli il petrolio e non ci saranno guerre». B. Con.


LA MOSTRA 8

19 agosto

L’Infinito muore Ma risorgerà La morte di Cristo, lo sbigottimento degli angeli, un velo di letizia Ecco i segreti del capolavoro di Bellini in mostra al Museo di Rimini Cosa potevano pensare gli angeli di fronte alla morte di Cristo? Sembra questa la domanda che Giovanni Bellini aveva in mente quando nel 1475 dipingeva la Pietà oggi conservata a Rimini. Ed è proprio nel museo cittadino che è allestita la grande mostra “Gli angeli della Pietà. Intorno a Giovanni Bellini”, realizzata in collaborazione con il Comune di Rimini e curata da Marco Bona Castellotti e Massimo Pulini, assessore alla Cultura del comune di Rimini. Assieme al capolavoro di Bellini sono esposte altre opere coeve di soggetto simile, provenienti da musei dell’Emilia e delle Marche, come il “Cristo morto tra due angeli” di Marco Zoppo (1471) e il bassorilievo in cartapesta “Cristo in pietà tra tre angeli” di Bartolomeo Bellano, oltre ad alcune medaglie della collezione del museo. «È un’opera più conosciuta fuori Rimini che in città» spiega Marco Bona Castellotti. Che aggiunge: «Puntiamo a far conosce-

re uno dei più grandi capolavori del primo rinascimento. Due delle opere affiancate a quella del Bellini rappresentano angeli piangenti, quasi disperati, che sorreggono il corpo di Cristo morto, mentre gli angeli belliniani sono come increduli e stupiti, di fronte ad un fatto così imponente come la morte di Cristo». «Si tratta di un tema tipico della teologia orientale» prosegue il critico «rivisto alla luce dell’umanesimo cristiano occidentale: è lo stupore angelico di fronte all’evento inaspettato e incomprensibile della morte del Re della Gloria». I volti dei quattro putti infatti non sono disperati ma stupiti e increduli; il dramma è reale ma un velo di letizia preannuncia la resurrezione. La mostra ricolloca l’opera di Bellini nel contesto del suo tempo, sottolinea Massimo Pulini: «Viene spesso considerata il frutto di un rinascimento maturo, ma Botticelli non aveva ancora di-

presso lo stand 04 padiglione B5

·

La mostra “Gli angeli della Pietà. Intorno a Giovanni Bellini” si inaugura oggi al Museo della città di Rimini e viene presentata sempre oggi in sala C1 alle 15. Durante la settimana del Meeting sarà aperta dalle 10 alle 23. Poi, fino al 4/11, sarà visitabile secondo gli orari del museo

pinto “La nascita di Venere” né “La primavera”. Anzi, la Pietà è coetanea di Michelangelo, nato nel 1475. Molto del rinascimento italiano era ancora di là da venire e questo enfatizza la grandezza del Bellini». La mostra riminese costituirà una pietra miliare negli studi sull’artista. Ne è convinto Bona Castellotti: «Tra le opere esposte c’è anche la “Testa di San Giovanni Battista”, sempre attribuita a Marco Zoppo ma che noi riteniamo essere di Bellini sia per un confronto con le sue opere che, soprattutto, grazie a un documento scoperto da Giacomo Calogero, giovane ricercatore bolognese, che per la prima volta viene pubblicato sul catalogo della mo-

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stra». Il confronto con i contemporanei, la ricostruzione dell’ambiente, del committente e dei primi proprietari dell’opera, fino ad uno studio teologico della storia del soggetto, che svela la profonda concordanza con il tema del Meeting di quest’anno: tutto par-

la del genio di Bellini. Ancora Bona Castellotti: «Gli angeli non sono stereotipati, ognuno ha caratteristiche personali e umane tali da renderceli familiari, quasi ci si potesse immedesimare in loro». E nel rapporto con l’Infinito che tengono tra le braccia. Pietro Bongiolatti


SPETTACOLI 9

19 agosto

Quest’anno c’è anche il cinema Tra i padiglioni del Meeting una vera e propria sala con 800 posti. Offrirà il meglio della stagione (e due inediti) in dieci pellicole scelte dall’associazione “Sentieri”. Al pomeriggio proiezioni per ragazzi e bambini, di sera per gli altri Un manipolo di appassionati che setaccia la cinematografia di ogni tempo in cerca di due indizi: bellezza e cammino verso il Vero. Sentieri del cinema offre questo da quando è nata (l’associazione data anno 2000), attraverso l’omonimo spazio on line (www.sentieridelcinema.it), rubrica cliccatissima per conoscere tutto delle pellicole più in voga. Sentieri approda per la prima volta quest’anno al Meeting con una rassegna in cui la ricerca di senso, al centro di trame spesso drammatiche e non per forza a lieto fine, si accompagna ad opere artisticamente di gran livello. E per giunta offre in anteprima nazionale la visione dell’ultimo gioiello della Pixar, Ribelle - The brave, nella sale dal prossimo 5 settembre e del polacco Tatarak. Anche in passato la miglior produzione cinematografica trovava spazio tra i padiglioni. «Vero, ma è la prima volta che l’offerta al pubblico si struttura così solidamente e in uno spazio ad hoc», spiega Antonio Autieri, direttore di Sentieri del cinema. Il padiglione D7 della Fiera, infatti, altro non è che una vera e pro-

A sinistra, un’immagine di una delle pellicole in programma al Meeting: Ribelle - The Brave.

pria sala cinematografica: ottocento posti a sedere e una dotazione di gran rilievo tecnologico, gestita da due professionisti venuti gratis qui a Rimini: Andrea Nobile e Vittorio Mastrorilli. In calendario un doppio appuntamento quotidiano, da domani a venerdì prossimo: il pomeriggio (14.30) film per giovani e bambini; la sera (21.30) visione per gli adulti. «La scelta dei titoli ci ha impe-

gnato molto – spiega Autieri –. Alla fine ne sono usciti dieci, diversi tra loro per stile, livello di drammaticità, epilogo. Eppure tutti richiamano una inesausta ricerca della verità. Magari anche attraverso circostanze che paiono contraddirla». Com’è nel caso di Una separazione, pellicola iraniana che racconta la storia di un divorzio. Oppure ne svelano le illusorie vie di fuga, come ne L’arte di vincere (da gustare per

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20/08 Etichettiamo: scoprire il contenuto delle etichette sui prodotti alimentari Franco Malagrinò - segretario regionale Cittadinanzattiva Emilia Romagna

21/08 Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come opportunità Paola Garrone - professore ordinario del Politecnico di Milano Marco Lucchini - direttore generale del Banco Alimentare

22/08 La salute inizia da un bicchiere d’acqua: istruzioni per tutte le età Marco Andena - medico chirurgo e membro dell’Osservatorio San Pellegrino

23/08 Muoviamoci un pò! Scopri come stare in forma con il personal trainer Paolo Swich - personal trainer

24/08 Di che porzione sei? La giusta dose da mettere nel piatto Michele Sculati - medico chirurgo specialista in scienze dell’alimentazione

Vieni a trovarci al Padiglione C5-30

un Brad Pitt nella sua interpretazione forse più sentita) dove il cuore dell’uomo non è sazio nemmeno di fronte alle vittorie. È qui che comincia a intravedersi il legame col titolo del Meeting. «Da questo punto di vista – spiega Autieri – non c’è miglior film di Tree of life (domani alle 21.30, ndr). Il capolavoro di Terrence Malick propone come nessun altro il dialogo drammatico tra l’uomo e il suo Creatore». Spazio anche al film polacco Tatarak, inedito, dirompente storia di attaccamento alla vita. Da non perdere, poi, è The way back, comparso in sole 14 sale in Italia, racconto avventuroso della fuga di un gruppo di prigionieri da un gulag sovietico. Inaugurazione della sala domani, ore 14.30, con l’ultimo lavoro della Pixar. La proiezione sarà introdotta da Enrico Casarosa, regista italiano del corto La Luna, che precederà il film. Cristiano Guarneri

Domani in D7

Anteprima nazionale della Pixar Ultimo film di animazione prodotto dalla Pixar, Ribelle The Brave racconta, con la consueta miscela di emozioni offerta dalla casa statunitense, la storia di Merida, giovane principessa scozzese allergica a consuetudini e tradizioni del suo lignaggio, cui preferisce l’esercizio del tiro con l’arco, passione che la nutre sin da piccola. La sua dirompente iniziatva la porta a sfidare il potente Lord MacGuffin, al quale Merida si contrappone con l’aiuto di una vecchia strega. Film uscito negli States a giugno di quest’anno, Sentieri del cinema lo ha ottenuto in anteprima nazionale, in visione domani, ore 14.30, nella nuovissima sala cinematografica del Meeting (padiglione D7).


ANNIVERSARIO 10 19 agosto

ANNIVERSARIO 11 19 agosto

NEL SEGNO DI KAROL Il 29 agosto di 30 anni fa la visita di Giovanni Paolo II al Meeting di Rimini

A sinistra, i canti guidati da Claudio Chieffo che introdussero l’incontro con Giovanni Paolo II nell’auditorium della vecchia fiera di Rimini. Nella foto grande, il Papa ascolta le domande postegli da alcuni giovani. Il Meeting era appena alla terza edizione quando ospitò Karol Wojtyla, che giunse nella giornata conclusiva

Don Luigi Giussani, l’iniziatore di Comunione e liberazione, inginocchiato al passaggio di Giovanni Paolo II. Alle loro spalle si riconoscono Emilia Guarnieri, oggi presidente della Fondazione Meeting, e don Luigi Negri (con gli occhiali), attuale vescovo di San Marino-Montefeltro

«Il nostro incontro nasce dall’Incontro»

Prima di parlare alla platea del Meeting, Giovanni Paolo II fece un lungo giro nei padiglioni della fiera: nella foto a destra saluta alcune volontarie della ristorazione. «Voi cercate di esprimere il carattere proprio, la missione propria della Chiesa», disse il Papa rispondendo ad alcune domande: «Voi intendete esprimere cosa vuol dire il mistero della salvezza e incarnare quest’opera della salvezza, farla presente tra gli uomini»

Una panoramica del salone traboccante di persone durante il discorso di Giovanni Paolo II. L’edizione 1982 del Meeting s’intitolava «Le risorse dell’uomo», tra gli ospiti ebbe anche Sandro Pertini, Régine Pernoud, Ersilio Tonini e Julien Ries

Lo storico discorso dell’82 in cui il Papa, ospite della terza edizione, invitò a «generare una civiltà che nasca dalla verità e dall’amore» Meeting, dedicato alle risorse dell'uomo; vi è come un filo conduttore tra tutti i diversi momenti del vostro proCarissimi fratelli e sorelle, sono assai lieto di trovarmi gramma di lavoro: Cristo Risorto, sorgente inesauribile qui, in mezzo a voi, per concludere questo terzo Meeting di vita per l’uomo. Cristo, risorsa dell’uomo: così avete per l’amicizia tra i popoli. [...] Ognuno di voi, in questi voluto annunciare la celebrazione del Sacrificio Eucarigiorni, ha avuto incontri non solo con le centinaia e le mi- stico. Dell’uomo, Egli non ha disdegnato di assumere la gliaia di altre persone che hanno affollato le sale di a- natura [...]. L’umanità di Cristo, attraverso il mistero delscolto, ma anche con varie personalità, che qui hanno la Croce e della Risurrezione, è diventata il luogo in cui portato il contributo della loro riflessione e della loro l’uomo, vinto ma non annichilito dal peccato, ha ritrovacreatività. Ma questo incontro è stato reso possibile e to la propria umanità. Forte di questa esperienza, unica quasi necessario da un altro incontro. Il Meeting è nato ed irripetibile, del suo fondatore, la Chiesa ha potuto deinfatti dall’amicizia di un gruppo di cristiani di questa finirsi, per bocca di Paolo VI, «esperta in umanità». È a città. Come ho saputo, esso è nato dalla passione di co- questo titolo, fondata sull’autorità del Maestro e consolimunicazione, di creatività, di dialogo che la fede cristia- data da duemila anni di vita, che la Chiesa si presenta ogna, vissuta integralmente, sempre porta con sé. Sì, la fede gi sulla scena della storia, desiderosa di riproporre alvissuta come riverbero e in continuità con quei primi in- l’uomo il nucleo centrale del proprio messaggio: Cristo primizia e radice dell’uomo nuovo. contri che il Vangelo documenta, la Del resto, proprio qui a Rimini, avete fede vissuta come certezza e domanla testimonianza viva di persoda della presenza di Cristo dentro o«Avete bisogno di tutte avuto ne, che si sono date pienamente a Crigni situazione e occasione della vita, rende capaci di creare nuove forme di le vostre forze per fare sto, nell’esercizio della loro profesvita per l’uomo, rende desiderosi di questo. Ma soprattutto sione, e il cui esempio continua a irradiarsi sempre più [...] Parlare di Cricomunicare e di conoscere, di inconavete bisogno di Colui sto come risorsa dell'uomo è testimotrare e di valorizzare. L’incontro con Cristo, che si rinnova in modo permache è la forza di Dio niare che ancora oggi i termini essenziali della civiltà sono di fatto, in monente nella memoria sacramentale e dell’uomo: Cristo. do consapevole e inconsapevole, rifedella Sua Presenza abilita e spinge all’incontro con i fratelli e con tutti gli Eccoci al punto focale riti all'evento di Cristo, divenuto annuncio quotidianamente confessato uomini. [...] della questione» Ecco, la cultura diventa così fondadalla Chiesa. mento delle capacità dell'uomo di L’uomo di oggi è fortemente impescoprire e valorizzare tutte le risorse, gnato a riformulare il rapporto con il quelle concesse al suo essere spirituale e quelle concesse mondo che lo circonda; con la scienza e con la tecnica. al suo essere materiale. Purché le sappia scoprire! Purché [...] Nonostante questo, la pace oggi è gravemente minon le distrugga! Fratelli e sorelle, pensate alla enorme nacciata, la scienza e la tecnica rischiano di generare uno responsabilità che avete nelle mani! Non sciupatela, non squilibrio carico di conseguenze negative nel rapporto tra trascuratela! Avete bisogno di tutte le vostre forze per fa- uomo e uomo, tra l’uomo e la natura, tra nazioni e naziore questo. Ma soprattutto avete bisogno di Colui che è la ni. Da questa contraddizione, che sembra inarrestabile, è forza di Dio e dell’uomo: “Cristo, potenza di Dio e sa- necessario che lo sguardo si volga «all’artefice della nopienza di Dio”. Eccoci perciò al punto focale, impreteri- stra salvezza» per generare una civiltà che nasca dalla vebile della questione. La più grande “risorsa” dell’uomo è rità e dall’amore. La civiltà dell'amore! Per non agonizCristo, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo. In Lui si sco- zare, per non spegnersi nell’egoismo sfrenato, nell’inprono i lineamenti dell’uomo nuovo, realizzato in tutta la sensibilità cieca al dolore degli altri. Fratelli e sorelle, cosua pienezza: dell’uomo per sé. In Cristo, Crocefisso e struite senza stancarvi mai questa civiltà! La consegna Risorto, si svela all’uomo la possibilità ed il modo se- che oggi vi lascio. Lavorate per questo, pregate per quecondo cui assumere in profonda unità tutta quanta la sua sto, soffrite per questo! E con tale auspicio, tutti vi benenatura. Qui sta, direi, il principio unificatore del vostro dico, nel nome del Signore. GIOVANNI PAOLO II

Fanno trent’anni esatti, giorno più giorno meno. Trent’anni dalla storica visita con la quale Giovanni Paolo II, salito da meno di quattro anni al Soglio Pontificio, onorò il Meeting di Rimini, giunto alla sua terza edizione, dal titolo «Le risorse dell’uomo». Wojtyla volle passare tra gli stand - come documentano le foto che riproponiamo ai lettori del “Quotidiano Meeting” - prima dell’incontro con la platea di Rimini nella giornata conclusiva della sei giorni. A pagina 11 pubblichiamo alcuni stralci del suo intervento, che fu seguito da una serie di domande dei giovani cui il Santo Padre rispose. Nel corso di questo sorprendente colloquio, Wojtyla disse anche: «Penso che voi siete un movimento e con questo Meeting date espressione al vostro movimento, alle finalità di questo movimento. Voi cercate di esprimere con questo Meeting il carattere proprio, la missione propria della Chiesa». «La missione della Chiesa - continuò il Pontefice - è sempre una missione storica, benché trascen-

dente, benché divina: è storica, storica del nostro tempo. Voi, col vostro Meeting, cercate di mostrare il cammino della Chiesa, dei giovani nella Chiesa del nostro tempo. Voi cercate di esprimere cosa vuol dire il mistero della salvezza, l’opera della salvezza. E intendete, con diversi metodi e specialmente con questo Meeting, incarnare questa opera della salvezza, farla presente tra gli uomini. Brevemente, così, per non moltiplicare le parole». La visita del Papa si concluse con una messa celebrata al porto di Rimini, davanti alla spiaggia e ad altre decine di migliaia di persone. Il Meeting era nato appena due anni prima, nel 1980, e Giovanni Paolo II si accorse immediatamente della novità che l’evento riminese rappresentava. Karol Wojtyla fu accolto da un popolo in festa che gli manifestò grandissimo affetto. Al quale lasciò una consegna: «Fratelli e sorelle, costruite senza stancarvi una civiltà che nasca dalla verità e dall’amore. Lavorate per questo, pregate per questo, soffrite per questo».

Giovanni Paolo II davanti allo stand de «Il Sabato», settimanale cattolico nato nel 1978 e in breve diventato protagonista della vita culturale italiana


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VITA DA MEETING 13 19 agosto

Alla fiera degli insaziabili Piatti, offerte e scenografie. Ecco le soluzioni per tutti i palati (e le tasche) all’annoso problema del Meeting: dove si mangia? Tra le specialità di quest’anno cucina iberica, veneta, romagnola e pugliese. E sbarca anche il kebab Il padiglione B3 è terra di sfida. Sullo sfondo s’erge una villa romagnola in stile “liberty”, con tanto di “Balilla Spider” d’epoca e una Vespa parcheggiate all’ingresso. È l’area del Ristorante romagnolo: giocano in casa, e non si sono voluti risparmiare con l’allestimento. Ma la compagine riminese deve fare i conti con la pittoresca Osteria veneta: pare una calle veneziana, con fioriere ai balconi e abitazioni colorate. Difficile vagliare: là in fondo la Romagna offre menù di pesce (consigliano il filetto di branzino) e piatti rustici con formaggi e prosciutti (per non più di 16 euro a menù), mentre al buffet dell’Osteria Veneta (16 euro) c’è solo l’imbarazzo della scelta, tra salumi, formaggi di malga, verdure grigliate e pasta (ogni giorno una signora impasta a mano allo stand “bigoli” freschi). Pochi euro in più e vi potete concedere addirittura il pesce “alla chioggiotta”. Insomma, mangiare al Meeting rischia di essere una decisione più difficile del previsto. Ce n’è per tutti i gusti e tutte le tasche. Negli altri angoli del B3, il Ristorante pugliese San Nicola e la carne dei perugini di Graticula: meno appariscenti, puntano forte sui loro prodotti. Il primo è nato dall’iniziativa di un sacerdote barese, lo chef don Peppino Cutrone. L’intento è quello di aiutare tre opere educative e so-

In alto a sinistra, la “Balilla” che accoglie i clienti del Ristorante romagnolo. A sinistra, i tavoli dell’Osteria veneta (qui sopra, un dettaglio)

ciali pugliesi: tra polpo “alla Teresa” e agnello con funghi e patate, ce la si cava con al massimo 24 euro. Più caro il ristorante di carne, che però mette sul piatto della bilancia una signora “Fiorentina” da 1 kg: 30 euro sono una cifra

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ragionevole per questa specialità. Altrimenti potete “accontentarvi” di altre specialità a base di carne, tutta rigorosamente italiana e IGP. Ma le offerte culinarie del Meeting sono infinite. Se il tempo e i soldi sono

pochi l’area fast food (B1) è ciò che fa per voi: pasta, pizza, piadina, hamburger... Lo “street food” da quest’anno deve fare spazio anche a un’area kebab (sarà un retaggio del Meeting del Cairo?). E una menzione speciale la

merita il ristorante Il chicco e il grano, in C3: per il quinto anno consecutivo i prodotti della Cooperativa Agricola Santa Marta s’incontrano con l’estro tra i fornelli dei ragazzi della scuola per cuochi “L’impresa”, di Carate Brianza. Primi sempre diversi, risotti alla milanese con osso buco e una particolarità: è un ristorante a vocazione famigliare, con prezzi quindi modici, servizio rapido e vicino al “Villaggio ragazzi”. New entry 2012 è poi il Ristorante Mediterraneo, in B2: l’offerta qui è multietnica, con prelibatezze provenienti da tutto il “Mare Nostrum”. Si va dalla pasta al pomodoro e basilico all’insalata alla greca, dal porceddu sardo al cous cous, con prezzi dai 12 ai 25 euro. Se invece il caldo dei padiglioni vi ha fatto venire sete e volete rinfrescarvi con una bella sangria, correte alle piscine ovest: troverete la Taberna Spagnola, con pinchos, paella… e prezzi decisamente contenuti. Un angolo di Veneto s’assaggia anche alla Risotteria Corte Schioppo, in B4. Non vi basta? Qualcuno ha pensato anche ai celiaci: in B1 lo spazio Gluten free cucina pizze, primi e gelati rigorosamente senza glutine (offerti anche da “Il chicco e il grano”). Allora mettetevi in coda alle casse e scegliete: avete 7 giorni per assaggiare tutto. Vi bastano? Emmanuele Michela


VITA DA MEETING 13 19 agosto

Alla fiera degli insaziabili Piatti, offerte e scenografie. Ecco le soluzioni per tutti i palati (e le tasche) all’annoso problema del Meeting: dove si mangia? Tra le specialità di quest’anno cucina iberica, veneta, romagnola e pugliese. E sbarca anche il kebab Il padiglione B3 è terra di sfida. Sullo sfondo s’erge una villa romagnola in stile “liberty”, con tanto di “Balilla Spider” d’epoca e una Vespa parcheggiate all’ingresso. È l’area del Ristorante romagnolo: giocano in casa, e non si sono voluti risparmiare con l’allestimento. Ma la compagine riminese deve fare i conti con la pittoresca Osteria veneta: pare una calle veneziana, con fioriere ai balconi e abitazioni colorate. Difficile vagliare: là in fondo la Romagna offre menù di pesce (consigliano il filetto di branzino) e piatti rustici con formaggi e prosciutti (per non più di 16 euro a menù), mentre al buffet dell’Osteria Veneta (16 euro) c’è solo l’imbarazzo della scelta, tra salumi, formaggi di malga, verdure grigliate e pasta (ogni giorno una signora impasta a mano allo stand “bigoli” freschi). Pochi euro in più e vi potete concedere addirittura il pesce “alla chioggiotta”. Insomma, mangiare al Meeting rischia di essere una decisione più difficile del previsto. Ce n’è per tutti i gusti e tutte le tasche. Negli altri angoli del B3, il Ristorante pugliese San Nicola e la carne dei perugini di Graticula: meno appariscenti, puntano forte sui loro prodotti. Il primo è nato dall’iniziativa di un sacerdote barese, lo chef don Peppino Cutrone. L’intento è quello di aiutare tre opere educative e so-

In alto a sinistra, la “Balilla” che accoglie i clienti del Ristorante romagnolo. A sinistra, i tavoli dell’Osteria veneta (qui sopra, un dettaglio)

ciali pugliesi: tra polpo “alla Teresa” e agnello con funghi e patate, ce la si cava con al massimo 24 euro. Più caro il ristorante di carne, che però mette sul piatto della bilancia una signora “Fiorentina” da 1 kg: 30 euro sono una cifra

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pochi l’area fast food (B1) è ciò che fa per voi: pasta, pizza, piadina, hamburger... Lo “street food” da quest’anno deve fare spazio anche a un’area kebab (sarà un retaggio del Meeting del Cairo?). E una menzione speciale la

merita il ristorante Il chicco e il grano, in C3: per il quinto anno consecutivo i prodotti della Cooperativa Agricola Santa Marta s’incontrano con l’estro tra i fornelli dei ragazzi della scuola per cuochi “L’impresa”, di Carate Brianza. Primi sempre diversi, risotti alla milanese con osso buco e una particolarità: è un ristorante a vocazione famigliare, con prezzi quindi modici, servizio rapido e vicino al “Villaggio ragazzi”. New entry 2012 è poi il Ristorante Mediterraneo, in B2: l’offerta qui è multietnica, con prelibatezze provenienti da tutto il “Mare Nostrum”. Si va dalla pasta al pomodoro e basilico all’insalata alla greca, dal porceddu sardo al cous cous, con prezzi dai 12 ai 25 euro. Se invece il caldo dei padiglioni vi ha fatto venire sete e volete rinfrescarvi con una bella sangria, correte alle piscine ovest: troverete la Taberna Spagnola, con pinchos, paella… e prezzi decisamente contenuti. Un angolo di Veneto s’assaggia anche alla Risotteria Corte Schioppo, in B4. Non vi basta? Qualcuno ha pensato anche ai celiaci: in B1 lo spazio Gluten free cucina pizze, primi e gelati rigorosamente senza glutine (offerti anche da “Il chicco e il grano”). Allora mettetevi in coda alle casse e scegliete: avete 7 giorni per assaggiare tutto. Vi bastano? Emmanuele Michela



VITA DA MEETING 15 19 agosto

Twitta, posta, tagga È il Meeting 2.0 In Fiera un evento reale. Che sa porsi pure nel mondo virtuale Ecco come e dove incontrarsi tra web, mobile e social network Il nome parla chiaro: è nella natura del Meeting essere un luogo di incontro e di incontri. Ecco perchè la manifestazione riminese non solo non si è trovata impreparata di fronte all’esplodere del “fenomeno web e social media” ma è entrata subito in sintonia con gli aspetti più autentici e positivi di questa rivoluzione. Anche in questa edizione il Meeting è pronto a sfruttare tutte le potenzialità dei nuovi media, permettendo a tutti di incontrarsi anche sulle più diffuse piattaforme per approfondimenti, condivisione di opinioni ed esperienze, scambi di immagini e di video. Oltre alla redazione del nostro quotidiano, che vi accompagnerà per tutta la settimana con approfondimenti, anticipazioni e resoconti, quest’anno opera un social media team di volontari, particolarmente dedicato ai contenuti digitali. WEB Fiore all’occhiello della presenza della XXXIII edizione sul web è naturalmente il sito ufficiale www.meetingrimini.org con il programma aggiornato in tempo reale, le anticipazioni e gli approfondimenti su ospiti,

mostre e spettacoli, e con le info utili al pubblico su alloggio e trasporti per raggiungere la Fiera. Sul web anche i siti del mensile di Cl “Tracce” (www.tracce.it) e del settimanale “Tempi” diretto da Luigi Amicone (www.tempi.it) seguiranno in questi giorni la manifestazione passo per passo con speciali e approfondimenti. MOBILE Fondamentale per non perdersi nulla di quello che accade è l’App del Meeting per iPhone e iPad. Disponibile in italiano e in inglese su AppStore, permette di accedere al programma aggiornato in tempo reale, alla mappa dettagliata con tutte le sale dei convegni, delle mostre e degli spettacoli, e consente di leggere il “Quotidiano Meeting” in versione web. Anche sull’applicazione fotografica più popolare del mondo, Instagram, è possibile seguire il racconto della manifestazione, postando le proprie fotografie con la tag #meeting. Infine, grazie al geo-social network Foursquare(www.foursquare.com/ meetingrimini), è possibile leggere in anteprima via smartphone gli articoli del Quotidiano Meeting, otte-

Novità 2012: un social media team elaborerà contenuti dedicati agli utenti di smartphone e tablet

nere informazioni su mostre, incontri e spettacoli e, naturalmente, consultare il programma aggiornato. SOCIAL Sulla pagina ufficiale di Facebook (www.facebook.com/meetingrimini) è possibile condividere foto, video ed esperienze oltre che reperire informazioni di servizio. Il Meeting... cinguetta anche su Twitter, il social network in grande espansione in Italia e nel mondo: attraverso l’account ufficiale @MeetingRimini è possibile seguire la diretta di ben tre incontri al giorno, mentre tutti i volontari e i visitatori del Meeting sono invitati a raccontare le proprie esperienze utilizzando l’hashtag #meeting. Infine, il Meeting è protagonista anche sul sito di photo sharing flickr.com. Giacomo Moccetti

Vediamoci su Tg e YouTube E per gli amici che loro malgrado non possono essere a Rimini? Quest’anno anche da casa sarà possibile seguire gli incontri più importanti grazie al canale ufficiale youtube (www.youtube .com/meetingdirimini) che trasmetterà quindici incontri live e una sessantina in differita sia in italiano che in inglese. Da non perdere inoltre, sia per chi segue il Meeting da casa sia per chi lo vive in prima persona, è l’appuntamento quotidiano con il Tg Meeting. Il telegiornale ufficiale della manifestazione, disponibile anche in

inglese e spagnolo grazie alla collaborazione con Rome News Report, è in onda on line ogni giorno alle 19.30 sul sito ufficiale del Meeting e su IlSussidiario.net. Nel corso della giornata, la redazione del Tg curerà approfondimenti tematici dedicati all’economia, ai protagonisti e alle mostre. Infine, per chi non è avvezzo alla web tv, è possibile seguire alcuni tra i principali eventi della manifestazione riminese sintonizzandosi sul canale 904 di Sky (3 Channel) e, per i residenti in Romagna, sull’emittente regionale Icaro Tv.

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MONDO MEETING 17 19 agosto Tanti buoni motivi per restare a casa, ma uno più forte per esserci anche quest’anno. Sono parecchie, tra i volontari che hanno allestito il Meeting da domenica scorsa a ieri, le storie che raccontano di uomini e donne con un lavoro precario alle spalle - o addirittura perso da poco - impegnati a costruire qualcosa che - dicono - è parte di loro. E neppure mancano quelli a cui il terremoto non ha risparmiato terra e casa. È capitato, per esempio, a Stefania, 22 anni di Rio Saliceto, studentessa universitaria a Parma. «Adesso sono qui a casa a lavorare», dice con voce cristallina. Al pre-Meeting ha lavorato «due giorni, ma almeno quelli volevo farli. Come mai? Perché è strabello. E lo è perché sono aiutata a capire che si fa fatica per qualcosa di più grande. Qui, come a casa». Certo, si ricostruisce un’abitazione danneggiata per tornare a dormirci (quella di Stefania dovrà essere abbassata di un piano e mezzo), ma non solo. «Fosse per quello e basta, sarebbe sufficiente un altro terremoto e saremmo da capo». Le danno fastidio quelli che dicono: che grazia ti è capitata. «Ma quale grazia? Il terremoto? Ne avremmo volentieri fatto a meno», ribatte, mentre in sottofondo suonano le campane della parrocchia (qui il campanile si è salvato, la chiesa però è inagibile). «La grazia è il fatto che ho la fede. Senza quella non staremmo in piedi. Ed è ciò che imparo andando a lavorare al preMeeting». Giovanni Bianchi è un falegname di Como. Due giorni la settimana, però, insegna il mestiere nella scuola professionale Oliver Twist. Come l’anno scorso, s’è portato dietro qualcuno dei

Un momento dei lavori di preparazione del Meeting. Nella foto piccola, Stefania, volontaria al Meeting la cui casa è stata danneggiata dal sisma in Emilia

«A casa, il terremoto Io qui per costruire» Le storie dei volontari che hanno lavorato al pre-Meeting. Tra di loro Stefania, colpita dal sisma emiliano: «Imparo la grazia della fede» suoi studenti. «Quest’anno sono venuti Francesco e Giacomo - racconta -. Contentissimi, perché conoscono un sacco di persone e fanno il lavoro per cui hanno passione. A questa età non è

poco: Francesco ha 17 anni, Giacomo addirittura 16». Proprio i giovani sono tra quelli che hanno stupito di più, durante i lavori del pre-Meeting. «In particolare, il loro

modo di rapportarsi con gli adulti», racconta Franco Casalboni, detto Caco, responsabile dei volontari. Studenti delle Superiori e perlopiù universitari di ogni età, provenienti dalle facoltà

milanesi di Architettura e Ingegneria, da Brera o dall’università di Bologna. «Sono stati - spiega Franco - l’evidente contraddizione di quel che raccontano dei giovani d’oggi». Tra i cantieri della Fiera, si sono mossi ragazzi volenterosi, umili, attenti alla puntualità, ricchi di una passione non comune. Soprattutto, con gli occhi puntati a chi avevano davanti: «Per far bene qualcosa, dal taglio del legno allo sgombero di un cantiere, c’è bisogno di un maestro da seguire. Loro lo avevano e lo hanno fatto». Due invece sono i motivi per cui Franco torna per l’ennesima volta a gestire i volontari del pre-Meeting. «È il modo per dire grazie all’esperienza che ho incontrato e mi ha cambiato. E che in questi giorni mi ha sorpreso come ogni volta. Quello che man mano “viene su” non è la semplice somma di ciò che sappiam fare. C’è dell’Altro che interviene e che trasforma, innanzitutto, gli sguardi di chi è qui». Cristiano Guarneri

Emilia Romagna

sorriso

Terra con l’anima e col Facile essere felici in Emilia Romagna quando c’è gente che ti accoglie ridendo, quando profumi e sapori ti conquistano, quando città d’arte, spiagge, parchi e terme fanno a gara per sorprenderti… A noi piace così: ci mettiamo l’Anima per farti vivere Vacanze col Sorriso!

Domenica 19 agosto

Martedì 21 agosto

Giovedì 23 agosto

Ore 16:30: “Enciclopedia delle specie ittiche” Relatore: Valentina Tiepidino

Ore 16:30: “Un mare – orizzonte Adriatico” Relatore: Fabio Fiori

Ore 16:30: “Atlante della fauna e della flora

Ore 18:30: Degustazione, su invito, di prodotti tipici DOP della Provincia di Modena, accompagnati da vini DOC del territorio.

Ore 18:30: Degustazione, su invito, di prodotti tipici DOP della Provincia di Forlì-Cesena, accompagnati da vini DOC del territorio.

Lunedì 20 agosto

Mercoledì 22 agosto

Ore 18:30: Degustazione, su invito, di prodotti tipici DOP della Provincia di Bologna, accompagnati da vini DOC del territorio.

Ore 18:30: Degustazione, su invito, di prodotti tipici DOP della Provincia di Reggio Emilia, accompagnati da vini DOC del territorio.

Ritira il coupon degustazione presso lo stand della Regione Emilia Romagna, (Pad. HS, Stand n° 1, Ingresso SUD), ogni giorno, fino ad esaurimento, la mattina stessa della degustazione. Tutti gli incontri e le degustazioni si svolgeranno nella pedana esterna - area piscina - (Hall Sud).

nell’Adriatico” Relatore: Attilio Rinaldi Ore 18:30: Degustazione, su invito, di prodotti tipici DOP della Provincia di Ferrara, accompagnati da vini DOC del territorio.

Venerdì 24 agosto Ore 18:30: Degustazione, su invito, di prodotti tipici DOP della Provincia di Parma, accompagnati da vini DOC del territorio.


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I FATTI DI OGGI 19 19 agosto Il premier Monti per la prima volta al Meeting Incontri SANTA MESSA Ore 11.15 Auditorium B7 Celebra Sua Eccellenza Monsignor Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini. IL MARTIRIO DELLA NIGERIA: «ABBIAMO BISOGNO DEL MIRACOLO DI DIO» Ore 12.30 Auditorium B7 Incontro con Sua Eccellenza Monsignor Ignatius Kaigama, Arcivescovo di Jos e presidente della Conferenza Episcopale della Nigeria. Introduce Davide Perillo, direttore di Tracce.

Donald e Ridley Scott. Produzione: Scott Free Productions e YouTube.

La crisi economica e il grido del rock

INVITO ALLA LETTURA. Introduce Camillo Fornasieri, Direttore del Centro Culturale di Milano. Ore 19.00 Eni Caffè Letterario D5 LA FORTUNA DI APPARTENERGLI. LETTERA CONFIDENZIALE AI CREDENTI Presentazione del libro di Sua Eminenza Cardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo Emerito di Bologna (Ed. ESD). Partecipano: Stefano Alberto, docente di Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Giorgio Carbone, direttore delle Edizioni Studio Domenicani.

LA GIORNATA

TRE ACCORDI E IL DESIDERIO DI VERITÀ. ROCK’N’ROLL COME RICERCA DELL’INFINITO Ore 15.00 Sala A3 Partecipa John Waters, editorialista de The Irish Times. Introduce Alberto Savorana, portavoce di Comunione e Liberazione.

Spettacoli MY FUNKY VALENTINE Ore 19.30 Area Piscine Ovest Edison Intrattenimento musicale con soul, jazz, funky e rivisitazioni di alcuni brani di musica leggera italiana.

GIOVANNI BELLINI E GLI ANGELI DELLA PIETÀ COME ANNUNCIATORI DELLA RISURREZIONE Ore 15.00 Sala C1 Siemens Partecipano: Marco Bona Castellotti, docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia; Massimo Pulini, assessore alla Cultura, Identità dei luoghi e Istituto Superiore di Studi Musicali G. Lettimi del Comune di Rimini. Introduce Daniele Celli, dirigente scolastico. UTOPIE E SIGNIFICATO: DUE BANDIERE DELL’INDIPENDENZA DELL’AMERICA ISPANICA. 1808-1824 Ore 15.00 Sala Neri GE Partecipano: Anibal Fornari, docente di Antropologia Filosofica e direttore del dottorato in filosofia all’Università di Santa Fe e curatore della mostra; Carlos Freile, docente di Storia alla Universidad San Francisco de Quito; Rodrigo Gutiérrez Viñuales, docente di Storia dell’Arte all’Università di Granada. Introduce Robi Ronza, giornalista e scrittore. I GIOVANI PER LA CRESCITA. INCONTRO INAUGURALE XXXIII MEETING Ore 17.00 Auditorium B7 Partecipa Mario Monti, presidente del Consiglio dei Ministri. Introducono Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli e Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà.

THE VILLAGER'S OPERA Ore 21.45 Arena D3 Superflash Una storia d’amore contrastato, ambientata in Libano e raccontata con la danza e la musica tipica di Caracalla Dance Theatre, “il re del mondo teatrale musicale nel Medio Oriente”. In apertura interventi di saluto di Fadi Abboud, ministro del Turismo libanese e di Abdel Caracalla, fondatore del Caracalla Dance Theatre.

Sport

John Waters è editorialista dell’“Irish Times” UNA ECONOMIA FONDATA SULLA CORRESPONSABILITÀ. ESPERIENZE DI COOPERAZIONE A CONFRONTO Ore 19.00 Sala C1 Siemens In collaborazione con Unioncamere. Partecipano: Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo; Andrea Ferraris, presidente di COPAT; Claudia Fiaschi, presidente del Consorzio CGM; Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia. Introduce Monica Poletto, presidente della Compagnia delle Opere - Opere Sociali.

Testi & Contesti

MEETING

QUOTIDIANO Direttore Stefano Filippi Direttore responsabile Cesare Trevisani Editore Associazione Meeting per l’amicizia tra i popoli Associazione riconosciuta con D.P.R. n.869 del 6/8/1986, sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini. Tel. 0541-783100, Fax. 0541-786422. Progetto grafico G&C, Milano Impaginazione Edita, Rimini Fotolito e stampa Sigraf via Redipuglia, 77 Treviglio (BG) Registrazione Tribunale di Rimini n.16/91 del 15/07/1991 Pubblicità Ufficio commerciale Meeting Tel. 0541-783100 Fotografi Paola Marinzi, Giovanni Zennaro E.mail: quotidiano@meetingrimini.org

RASSEGNA STAMPA

INVITO ALLA LETTURA. Introduce Ca-

«La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito». La crisi non imporrebbe richiami più concreti? «No, anzi. Proprio perché c’è la crisi diciamo che l’uomo non può lasciarsi determinare dalle circostanze. Né rassegnati né ribelli, dobbiamo invece essere irriducibili e protagonisti di fronte agli eventi. Abbiamo vissuto per troppi anni al di sopra delle nostre possibilità e al di sotto delle nostre responsabilità». Presidente Scholz, chi sarà il protagonista, la star appunto, del Meeting 2012? «Ci sarà per esempio il presidente dell’Assemblea generale dell’Onu, Al-Nasser o quello del Parlamento europeo, Martin Schulz. Comunque, me lo faccia dire, i protagonisti saranno i giovani, ancora una volta. Il loro futuro dev’essere al centro del nostro impegno». Bernhard Scholz intervistato da Andrea Senesi

millo Fornasieri, direttore del Centro culturale di Milano. Ore 15.00 Eni Caffè Letterario D5 CRISTO COME PUNTO CENTRALE DELL’EDUCAZIONE RELIGIOSA Presentazione del libro di Josef Andreas Jungmann a cura di Alessandro Gamba (Ed. Marietti 1820). Partecipa Stefano Alberto, docente di Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. STORIE DAL MONDO. LIFE IN A DAY. Rassegna di reportages internazionali a cura di Roberto Fontolan e Gian Micalessin. Ore 19.00 Sala Neri GE Presentazione del reportage di Kevin Mac

«Torniamo ai fondamentali di don Giussani», ammette un esponente di peso di Cielle. «Opere, cultura, comunità e dialogo interreligioso. La (vecchia) politica questa volta starà un passo indietro…». Uno scenario che rende fluido come mai prima il Meeting 2012. «Davvero non sappiamo cosa potrà accadere…».

3° TRIATHLON SPRINT DEL TITANO / MEETING RIMINI Ore 09.00 Multieventi Sport Domus Serravalle RSM Competizione agonistica di Triathlon Sprint. Nuoto 750 mt. (in piscina); Bici 20.000 mt.; Corsa 5.000 mt. Organizzato da: TRIATHLON DUATHLON RIMINI A.S.D., SGR Rimini e Meeting di Rimini in collaborazione con MSP San Marino. Con il patrocinio della segreteria di Stato per il Turismo e Sport della Repubblica di San Marino. Iscrizioni on line: www.duathlon.it (cell. 335-7242155). TORNEO DI BEACH DODGEBALL PER RAGAZZI Ore 17.00 Il Gioco del Lotto Sport Village A cura del CSI - Centro Sportivo Italiano.

ti”, momenti in cui tanti giovani, nonostante circostanze avverse, sono stati leali con i loro desideri più profondi e si sono mossi, dando vita a soluzioni nuove ai problemi incontrati». Giorgio Vittadini intervistato da Angelo Picariello

TWEET DEL GIORNO Marco Alfieri

Tema astratto, dicono. «Tema esplosivo, invece. Perché parla del valore dell’autocoscienza di ogni uomo che lo rende capace di far fronte anche alle circostanze più dure, diventando sempre più se stesso». «…il realismo che vogliamo rimettere al centro è quello di un uomo che tratta sé e la realtà come parte di un mistero più grande». «Racconteremo esperienze positive nate in questi anni nella scuola, nell’università, nel mondo del lavoro, conseguenze di “imprevedibili istan-

@DeVortoli: Meeting di Cl, il Papa l’uomo ha sete di infinito ma cerca in direzioni sbagliate: A14 uscita Rimini. @DPipit1: C'è qualche volontario del #meeting in coda da Bologna? Almeno ci si fa compagnia @MeetingRimini @MeetingRimini: "Vivilo con noi": ricordatevi di seguire i reporter del Social Media Team del #meeting @n0v1x84#FF @meeting_eng The English twitter account of Meeting Rimini. Follow us #meeting


Italia lia che progetta lavora e cresce

2° EDIZIO EDIZIONE

etti e progetti che diventano grandi e ci sono grandi idee che diventeranno grandi andi realtà, o parte di una grande realtà: il nostro Paese. Con il patrocinio di

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20 AGOSTO LA CITTÀ DEL FUTURO A cura di SELEX ELSAG SELEX SISTEMI INTEGRATI

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22 AGOSTO DALLE FRECCE TRICOLORI AL DREAMLINER: LE NUOVE FRONTIERE DELLE INGEGNERIE AERONAUTICHE A cura di ALENIA AERMACCHI

MEETING RIMINI - 19 · 25 A AGOSTO GOSTO 2012 - RIMINI FIERA P PAD. AD. A B5/D5 B5/D

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23 AGOSTO GLI ELICOTTERI E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE: LA VERSA ATILIT T À OPERAT TIV VA DELL L’ALA ROTANTE A cura di AGUSTAWESTLAND

24 AGOSTO IL VA ALORE DEL LA AVORO: IL PROGETTO “TICKET TO WORK” A cura di FINMECCANICA


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