ANNO 22 tro Numero Quat Mercoledì
MEETING
PRIMO PIANO EUROPA: UNA, NESSUNA, CENTOMILA Partecipano: Mario Mauro, capo delegazione Pdl al Parlamento europeo; Luís Miguel Poiares Maduro, European University Institute; Antonio Tajani, vicepresidente Commissione Europea. Introduce Marco Bardazzi, La Stampa. Auditorium B7 EVOLUZIONE BIOLOGICA E NATURA DELL’ESSERE UMANO Partecipano: William E. Carroll, University of Oxford; Ian Tattersall, American Museum of Natural History in New York City. Introduce Marco Bersanelli, docente di Astrofisica. Sala A3
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O N A I D I T O U Q
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2012 Il miracolo dell’Albania p.7
«Dal Meeting voglio l’Infinito»
“CHE COS’È L’UOMO PERCHÉ TE NE RICORDI?”. GENETICA E NATURA UMANA NELLO SGUARDO DI JÉRÔME LEJEUNE Partecipano: Birthe Bringsted Lejeune, vicepresidente della Fondazione Jérôme Lejeune; Carlo Soave, Università degli Studi di Milano Sala A3 ALBANIA, ATHLETA CHRISTI. ALLE RADICI DELLA LIBERTÀ DI UN POPOLO Partecipano: Teodor Nasi, Ardian Ndreca, Agron Tufa. Introduce Giorgio Paolucci, Avvenire. Sala C1 Siemens
15.00
19.00
AGOSTO
Lejeune, il “papà” dei Down p.5
PRIMO PIANO
Battere Lucifero in Fiera p.14 Don Julián Carrón, in visita alla Fiera, mentre saluta il monaco buddhista Habukawa
Intervista con Julián Carrón: «Viviamo il tema di quest’anno non come slogan, ma come autocoscienza: è la cosa più concreta che ci sia» A pagina 3
Un racconto nuovo che cambia la vita UBALDO CASOTTO ra tocca a noi, a ciascuno di noi, all’uomo comune, allo scienziato, al filosofo e al teologo meravigliarsi di fronte all’enigma che siamo». Prima di dire che questa meraviglia trova la sua più alta espressione intellettuale e affettiva nella mendicanza – «Il vero protagonista della storia è il mendicante: Cristo mendicante il cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo» (don Luigi Giussani in piazza San Pietro il 30 maggio 1998) – Javier Prades ha spiegato in sessanta
O
tesi, densi e lucidi minuti perché la natura dell’uomo è rapporto con l’infinito. Se non avesse quel nome e quel fisico da ciclista scalatore dei Pirenei - ha infatti paragonato il suo intervento a un tappone del Tour de France con arrivo in salita (non credo volesse riferirsi alle Alpi, ma nella sua generosità intellettuale potrebbe anche darsi) - ascoltandolo a occhi chiusi ti chiederesti da quale regione italiana provenga, senza riuscire a stabilirlo, tanto è perfetta la sua pronuncia nella nostra lingua. Il rettore dell’Università Teologica San Damaso di Madrid, già dottore in giurisprudenza oltre che in teologia, e componente della Commissione teologica internazionale, era visibilmente teso mentre saliva sul palco. E durante il suo parlare, che ha subito fugato ogni titubanza, s’è capito perché. Don Prades ha deciso di misurarsi con la domanda più inelu-
dibile e più tentativamente elusa dalla cultura e dal potere contemporanei: che cosa è mai l’uomo perché se ne debba avere cura? Cosa vuol dire che l’uomo è rapporto con l’infinito – come recita il titolo del Meeting -, come l’avvenimento cristiano cambia questo rapporto, e, soprattutto, la narrazione cristiana è un lecito convincimento personale e in quanto tale privato o a che fare con la verità, cioè con la natura dell’uomo. Su questo terzo punto Prades ha reso coscienti i dodicimila che lo ascoltavano del livello di confronto con la mentalità e la cultura oggi dominanti. Una cultura nella quale non mancano gli esempi di apertura all’infinito, nel giornalismo, nella musica, nell’arte – illuminante l’affermazione del grande scultore Eduardo Chillida: «L’orizzonte è irraggiungibile, nessuno può negarlo […]. Se tu avanzi lui si sposta […]. Forse l’orizzonte è la patria comune di tutti gli uomi-
ni»; commovente quella dello scrittore Ernesto Sàbato: «Il bisogno di assoluto attraversa come un alveo la mia vita, come una nostalgia di qualcosa cui mai sono arrivato […] la nostalgia è per me uno struggimento mai soddisfatto […] che qualsiasi essere umano porta in sé e con la quale confrontiamo tutta la vita». Queste espressioni sono le tracce di quella che don Giussani ha chiamato l’“esperienza elementare”: «Un complesso di esigenze ed evidenze originali con cui l’uomo è proiettato dentro il confronto con tutto ciò che esiste». Ora, mentre l’uomo moderno, che vive senza freni a ogni suo desiderio, sembra incapace di fare esperienza e di trasmetterla, non abbiamo insomma nulla da dirci, al cristiano è successo un incontro ed è testimone di un fatto (la resurrezione di Cristo) che dà origine al racconto di una storia che cambia la vita. segue a pagina 2