Quotidiano Meeting di giovedì 23 agosto 2012

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ANNO 22 ue Numero Cinq Giovedì

MEETING

PRIMO PIANO LAVORO E CRESCITA Partecipano: Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl; Fulvio Conti, ad Enel; Elsa Maria Fornero, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Introduce Bernhard Scholz. Sala A3

11.15

ECONOMIA GLOBALE: PENALIZZAZIONE O VALORIZZAZIONE DELL’EUROPA? In collaborazione con Invitalia. Partecipano: Francesco Confuorti, presidente Advantage Financial; Federico Golla, ad Siemens Italia Spa; Maximo Ibarra, ad Wind. Introduce Domenico Lombardi, senior fellow at the Brookings Institution. Sala C1 Siemens

O N A I D I T O U Q

23

15.00

AGOSTO 2012

L’elettricista dello spazio p.9

Le marionette dei “barboni” p.11

PRIMO PIANO DESIDERIO E POLITICA Partecipano: Wael Farouq, vicepresidente del Cairo Meeting e docente Università Americana del Cairo; Mary Ann Glendon, Harvard University. Introduce Giorgio Vittadini. Auditorium B7 AD USUM FABRICAE. L’INFINITO PLASMA L’OPERA: LA COSTRUZIONE DEL DUOMO DI MILANO Partecipano: Mariella Carlotti, insegnante e curatrice della mostra; Roberto Cresta, Bordline Srl; Erasmo Figini, presidente associazione Cometa; Martina Saltamacchia, University of Nebraska (Omaha) e curatrice della mostra. Introduce Bernhard Scholz. Sala A3

17.00

19.00

Al potere serve l’infinito p.13

«La mia vita cambiata dal Duomo» Doveva fare l’economista. Poi ha “incontrato” la cattedrale di Milano. E ha rivissuto l’avventura della Fabbrica. Il racconto della studiosa che ha curato la mostra Alle pagine 2 e 3

MARTINA SALTAMACCHIA ovevo fare l’economista, io. Poi è arrivato il Duomo. Alla fine degli esami in Bocconi, convinta del mio percorso, comincio a pensare alla tesi. Solo che mi si incastra nell’orecchio una frase, sentita per una cosa che il distratto chiamerebbe caso, sulla vita fatta per le cose grandi e sui cristiani del Medioevo, capaci di vivere in catapecchie e costruire cattedrali. Bellissime parole, per carità, ma come potevano essere vere senza Medioevo e senza catapecchie? Eppure la questione non poteva essere messa a tacere così. Vado dal mio professore di storia economica per chiedergli di fare una tesi su quella frase, per verificare storicamente quella frase: o aveva

D

senso a questo livello, o non era vera. Lui suggerisce di guardare alla storia del Duomo, quel cuore di marmo che tante volte avevo visto con gioia passeggera senza mai, in fondo, osservarlo pulsare, né chiedendomi troppo sulla sua storia e il suo perché. Comincio a leggere, a studiare, insomma a lavorare alla tesi. Mi imbatto in due filoni: da una parte una tradizione popolare che narra del Duomo come costruito dal popolo, dall’altra una storiografia che attribuisce a Gian Galeazzo Visconti la paternità e il finanziamento della cattedrale. Ecco che la tesi prende corpo su questa domanda: chi costruì il Duomo di Milano? Vado all’Archivio della Fabbrica chiedendo, da brava economista, di vedere i bilanci dell’inizio della costruzione. Al posto di “normali” libri contabili, mi aspetta-

no decine di pergamene in gotico lombardo. Per 18 mesi trascrivo circa 30mila donazioni dei primi anni della costruzione, ricopiando migliaia e migliaia di cifre. Il risultato è una sorpresa di quelle che gonfiano il cuore, perché la donazione annuale di Gian Galeazzo è esorbitante, ma confrontata con le piccole offerte della gente costituisce appena il 16% del totale delle donazioni. Scopro che dietro il modo di dire c’è, molto semplicemente, la verità: chi viveva nelle catapecchie ha finanziato e costruito la cattedrale. Concludo la tesi in Bocconi senza deviare il mio percorso di economista (allora ero assistente di ricerca in Sda). Ma c’è un’altra frase che mi cambia i piani: «Se hai fatto una scoperta del genere senza neanche averla cercata – mi domanda un grande amico – non

sarà un segno del fatto che devi fare la storica, e che così puoi servire il mondo?». Il tarlo inizia a lavorare, e completa l’opera poco dopo. Raccontavo spesso, in quel periodo, ai miei amici le storie dei donatori che quegli archivi all’inizio indecifrabili restituivano ai miei occhi commossi: la prostituta, il soldato, il mercante (sono i personaggi che, chi vorrà, imparerà a conoscere nella mostra del Meeting, ma allora non potevo saperlo). segue a pagina 3


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