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MANCHETTE
DAL 18 AL 24 AGOSTO 2019
MANCHETTE
Quotidiano
#0•ANNO 40
MEETING
EDITORIALE di Emilia Guarnieri | Paura, insicurezze, aggressività, grida. Nient’altro all’orizzonte? Vivere sembra essere diventato un “mestiere” sempre più difficile. «…il dramma è serio; e la nostra vita non è una farsa, per la semplice ragione che è unica, e non si può cambiare la propria parte: si può soltanto rifiutarla» (de Rougemont). A guardar bene ci si accorge che dentro ognuno di noi c’è un bisogno sconfinato di non arrendersi, di non rifiutare la propria parte, di dare il proprio contributo alla storia. Dobbiamo trovare qualcosa a cui ancorare questo bisogno, qualcosa che ci permetta di partire, di giocarci da uomini la partita della vita. Secoli di razionalismo ci avevano indotto a ritenere che l’ancoraggio più solido fosse l’uso della ragione come misura del reale. Ci avevano illuso che il possesso del mondo attraverso la scienza e la tecnica ci avrebbe dato la felicità. Vedere, toccare, sentire ci erano sembrate facoltà inadeguate alla conoscenza del reale e alla sfida del vivere. Lo smarrimento di oggi può forse riaccendere l’umiltà di tornare all’esperienza, accettare la fatica di guardare la realtà imparando da essa e liberando la ragione dall’angustia di ciò che già sappiamo. Il Meeting anche quest’anno investe sull’esperienza, proponendo un titolo che indica non un’intenzione, ma un’azione: il guardare, più precisamente il fissare. Dal rapporto con una realtà incontrata e fissata nasce il nome, l’identità di ciascuno. Anche il programma del Meeting 2019 nasce da incontri, da trame di rapporti. Nasce dall’esperienza di dialogo, dalla curiosità di fronte al diverso, dalla voglia di capire e incontrare ciò che non conosco, dalla passione di affrontare i problemi, dallo struggimento di fronte al bisogno proprio e altrui. Vorremmo che il Meeting continuasse a favorire ed incrementare rapporti e legami tra le persone. Amicizie ideali e operative non lasciano soli davanti al bisogno ed educano a guardare l’altro non come un concorrente, ma come un alleato nella sfida della vita.
NACQUE IL TUO NOME DA CIÒ CHE FISSAVI
18 | 24 AGOSTO 2019 Fiera di Rimini Ingresso e parcheggio gratuiti www.meetingrimini.org
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SETTE INCONTRI DA NON PERDERE Ogni giorno alle 15 nell’Auditorium Intesa Sanpaolo B3 i grandi incontri che segnano il filo conduttore del #meeting19
Domenica 18 agosto L’incontro inaugurale della XL edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli vedrà la presenza della seconda carica dello Stato: la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, con l’introduzione della presidente del Meeting Emilia Guarnieri.
Lunedì 19 agosto L’approfondimento sul tema del Meeting NACQUE IL TUO NOME DA CIÒ CHE FISSAVI sarà svolto da Guadalupe Arbona Abascal, docente di Letteratura spagnola e di Letteratura comparata e scrittura creativa all’Università Complutense di Madrid.
Martedì 20 agosto L’anno scorso al Meeting parlò di dialogo e di rifiuto dell’estremismo. Il segretario generale della Lega Musulmana Mondiale Muhammad Bin Abdul Karim Al-Issa nell’incontro ESTREMISMI E CONVIVENZA dialogherà con il politologo francese Olivier Roy.
Mercoledì 21 agosto DIRITTI, DOVERI. EUROPA: 1979-2019 Protagonisti il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, il segretario per i rapporti con gli Stati della Santa Sede Richard Paul Gallagher e l’ex premier Enrico Letta.
Giovedì 22 agosto Alle 17.00 in Sala Neri UnipolSai LA CITTÀ DI OGGI, LA CITTÀ DI DOMANI, con grandi nomi quali l’architetto Stefano Boeri, i sindaci di MIlano, Giuseppe Sala, e di Tirana, Erion Veliaj, Introduce Francesco Giorgino, Giornalista.
Venerdì 23 agosto È ALEPPO: UN NOME E UN FUTURO coinvolgerà tre autorità religiose di Aleppo: il vicario apostolico monsignor George Abou Khazen, il muftì Sheikh Mahmud Assam e p. Firas Lufti, vicario parrocchiale della comunità latina.
Sabato 24 agosto Ricorderemo I 50 ANNI DEL PRIMO ATTERRAGGIO DELL’UOMO SULLA LUNA con tre protagonisti quali Roberto Battiston, già presidente ASI, l’astronauta Paolo Nespoli e l’ingegnere aerospaziale Mauro Prina.
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Barabba, l’assassino braccato da Cristo Domenica 18 e lunedì 19 agosto “Midnight Barabba”, spettacolo inaugurale del Meeting 2019 al Teatro Galli, riportato di recente al suo antico splendore
DA LAGERKVIST A FELLINI Dev’essere stata la ruvidezza di Zampanò che nel 1954 ispirò a Federico Fellini l’idea di mettere in linguaggio cinematografico il Barabba di Pär Lagerkvist. Il premio Oscar riminese stava girando La strada con Anthony Queen e lo aveva anche già individuato come protagonista del suo Barabba. Queen lo interpretò nel 1961, ma non fu Fellini a dirigerlo, perché impegnato nei Vitelloni. Quel testo incrocia nuovamente Rimini.
Midnight Barabba, ispirato al romanzo di Pär Lagerkvist, sarà lo spettacolo inaugurale del #meeting19, nel redivivo teatro Galli, riaperto dopo settant’anni in ottobre, dopo un lungo lavoro di restauro che ha permesso di scoprire, recuperare e aprire al pubblico, nei sotterranei anche i resti di una basilica paleocristiana. I fatti raccontati però non sono quelli del Vangelo, ma quelli immaginati dall’autore svedese, che attraverso lo zelota salvato da Gesù, tratta la sua personale incapacità a credere, e la sua impossibilità a mantenersi estraneo a quel misterioso fatto accaduto 2000 anni prima. Lo stesso Lagerkvist rimase sorpreso dell’enorme successo del suo libro. «Ho avuto più soddisfazioni da que-
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Barabba era un assassino! Così dice di lui il Vangelo. Nessuno dice nient’altro. Il suo nome risuona sulla bocca della folla nella piazza insanguinata di Gerusalemme e poi sparisce. Deve la vita a Gesù, ma di questo Gesù lui non sa nulla. Qualche autore ne segue le orme fino a quando negli anni ‘50 un romanzo ne ricostruisce la vicenda. Ma cos’ha di ancora attuale questa romanzesca storia di Pär Lagerkvist? Noi ora viviamo più compiutamente e diffusamente una società post-cristiana rispetto agli anni in cui fu scritto e celebrato da premi e riduzioni cinematografiche, eppure questa storia ci riguarda forse più di allora. Ad esempio la strana situazione di “inseguito” di Barabba, che si trova sempre ad appuntamenti non voluti con la figura del Nazareno. Un criminale che non deve la sua libertà a un pentimento o a una fuga, ma ad un tragico fatto apparentemente casuale che non comprende, anzi fraintende, ma di cui subisce - attraverso gli incontri pur ambigui con suoi testimoni un’attrattiva radicale. Barabba è solo fortunato o è davvero destinato? Dopo anni di delitti può ricominciare a vivere? E come, non essendo più quello di un tempo e non sapendo che tipo di uomo è ora? Proprio per accentuare questa contemporaneità, nella versione che verrà presentata al Teatro Galli di Rimini domenica 18 e lunedì 19 agosto alle 21.45, l’ambientazione non è nella Giudea di duemila anni fa, ci troviamo invece in pieno Occidente in un classico party in vista della assegnazione del Nobel al nostro autore. La presenza di vari tipi umani tra gli invitati permette alla drammaturgia di leggere l’opera attraverso le nostre doman-
de che illuminano il cuore oscuro del protagonista. La festa si tiene in attesa dell’arrivo dell’autore. È prevista persino la presenza di una compagnia teatrale incaricata di interpretare alcune parti del romanzo davanti ai giurati del Nobel e agli invitati. O almeno questa è l’idea di chi organizza il ritrovo. In realtà, per ironia della sorte, la festa si trasforma in una messa in scena a cura degli ospiti invitati non più semplicemente a un party, ma perfino a prendere parte alla vicenda e a prestare voce ai personaggi di Lagerkvist. La loro e la nostra umanità si scontra e reagisce con le strane vicende di Barabba. Nei loro commenti vive tutta l’inquietudine di questi tempi non più nutriti dalla conoscenza dell’avvenimento cristiano. Barabba resta un uomo profondamente segnato da uno Sconosciuto che gli ha salvato la vita, non riconsegnandolo però a quella di un tempo, ma ‘condannandolo’ a nuove domande, nuovi desideri, nuove compagnie che fatica a capire e accettare. Alla fine, quando il suo cuore e la sua mente si abbandonano alla fede, prende tragicamente e paradossalmente la via sbagliata. Devono accadere tante cose perché il credere divenga finalmente il riconoscimento di qualcuno presente che continua a braccarlo con il suo amore. La notte del Nobel è anche la notte di Barabba e la notte di tutti noi che attendiamo la luce. Questo taglio drammaturgico è un modo di rilettura del romanzo, ripercorso nelle sue tappe fondamentali, che propone un nodo oggi fondamentale: il cristianesimo riesce a parlare all’uomo di oggi? Di cosa? E per quali strade? La morte e resurrezione di Cristo possono darci un nome nuovo e un nuovo destino? Soggetto di Giampiero Pizzol, Davide Rondoni, Nicola Abbatangelo, Otello Cenci. Testo di Otello Cenci e Giampiero Pizzol. La produzione del Meeting è in collaborazione con il Comune di Rimini e la Regione Puglia.
sto libro che da qualsiasi altro in precedenza», scrisse nel 1951, «in Svezia l’hanno venduto in un’edizione per me colossale (55mila copie) ed è uscito in una decina di nazioni. Non mi spiego il perché – bè in parte si, il libro tratta di qualcosa di estremamente significativo e centrale per gli uomini di oggi. Io ho scritto Barabba, come tutti gli altri libri, soprattutto per me. Mi sorprende che tanti questa volta si siano messi in ascolto. E naturalmente mi rallegra». Nel 1952 lo stesso autore curò una riduzione scenica, una sorta di oratorio medioevale in due atti e dieci scene. Il testo fu più volte ripreso sia in versione radiofonica che in versione cinematografica: la produzione più celebre è appunto quella con Anthony Quinn
nei panni di Barabba e Vittorio Gassman interprete dello schiavo Sahak. Lagerkvist preferì sempre la versione più poetica del romanzo agli adattamenti drammaturgici.
Anthohy Quinn nel ruolo di Barabba
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Le parole del villaggio Persona, lavoro, formazione, sostenibilità, sussidiarietà in B1 Intervista a Giorgio Vittadini di Silvia Becciu
Un incontro dell’area dedicata al lavoro al Meeting 2018
La Piazza dei Mestieri di Torino, che al Meeting porterà l’area beauty e la birreria
LA BIRRERIA, IL FORNO E L’OFFICINA Il villaggio “sussidiarietà&lavoro” (B1) è l’area in cui trovano voce le sfide sociali ed economiche che impegneranno l’umanità nei prossimi decenni. Lungo le strade del villaggio, guidati da Fondazione per la Sussidiarietà, in collaborazione con ASviS, Csl ed Elis, si attraverseranno tre quartieri. Nel quartiere sostenibilità si parlerà di come realizzare uno sviluppo più umano e più rispettoso del pianeta e, con l’esperienza del Banco Alimentare, di cosa sia l’economia circolare. Nel quartiere lavoro si potrà approfondire, insieme a esperti, soggetti pubblici e privati, tutto il percorso che va dalla scelta della scuola all’inserimento nel mondo del lavoro, dalla formazione continua, ai servizi di orientamento, alle nuove opportunità professionali. Il quartiere formazione ospiterà diverse eccellenze nella forma-
zione professionale che offriranno i loro servizi e prodotti: la birreria e l’area beauty (Piazza dei Mestieri), la ciclo-officina (In-presa), il forno con la produzione di pani speciali abbinati al formaggio fresco (Dieffe). Si vedranno all’opera elicotteristi e ingegnose installazioni di aria condizionata (Aslam), mentre nella sala da pranzo di una grande famiglia (Cometa) si metterà a tema come motivazione e spirito di iniziativa nascano da accoglienza e certezza affettiva. Tutto per documentare come la persona può tornare a essere protagonista e riferimento di una società. Tanti e autorevoli sono gli ospiti che interverranno negli incontri del villaggio “sussidiarietà&lavoro”. Tra loro: Gian Carlo Blangiardo, Vincenzo Boccia, Luigino Bruni, Marco Bussetti, Annamaria Furlan, Enrico Giovannini, Mauro Magatti, Nando Pagnoncelli, Corrado Passera, Carlin Petrini, Ermete Realacci, Carlo Sangalli, Stefano Zamagni. Con loro si parlerà di ambiente, demografia, lavoro, occupazione femminile, sindacato, solidarietà, sistemi scolastici, formazione, impresa sostenibile, sviluppo, Mezzogiorno, sport.
Vittadini, qual è il messaggio più importante che volete mandare con il villaggio “sussidiarietà&lavoro”? Non c’è mai stato un momento come questo dove sia così necessaria la sussidiarietà. Il grande impoverimento sociale e civile in cui viviamo può essere affrontato solo ritrovando la vitalità delle comunità di base, luoghi in cui le persone vengano aiutate a vivere una giusta dimensione ideale e sociale. Cioè diffondendo una cultura sussidiaria. Ma la portata di questo principio è ancora più ampia. Cioè? Stiamo continuamente trovando interlocutori di diversa estrazione culturale che in questa dimensione vedono la strada maestra per creare percorsi di convivenza nelle società pluraliste e democratiche contemporanee. Diffondere una cultura sussidiaria è l’unica possibilità perché la partecipazione e l’esperienza delle persone possano tornare a incidere e perché siano difese le istituzioni democratiche. La sua particolarità è creare valore immediatamente condiviso, di contribuire a rendere l’economia una scienza umana, innanzitutto rilanciando il lavoro. “Lavoro” è l’altra parola chiave del vostro villaggio e la grande emergenza del momento. La mancanza di lavoro, insieme alla sua precarizzazione, è la grande criticità di questi anni nelle società sviluppate. Colpisce i più fragili e i giovani. Bisogna capire che il lavoro, cioè la spinta e l’impegno a trasformare la realtà, è ciò che più ci fa scoprire chi siamo e che cosa stiamo a fare al mondo. Parlare di sviluppo senza occupazione (che significa profitto solo per pochi) è un attentato alla stessa dignità delle persone. L’iniziativa delle persone attraverso il lavoro è il motore di un sistema sussidiario.
Che l’economia torni a essere una scienza umana richiama il concetto di “sostenibilità” di cui si parla con insistenza e che sarà un altro tema del vostro villaggio. In che cosa consiste? “Sostenibilità” è il termine che da più di un ventennio si è cominciato a usare per affermare una cosa molto semplice: lo scopo dello sviluppo è il bene comune. Per questo non può continuare a trascurare impegni come quello di garantire equità e giustizia sociale, rispetto delle generazioni future e dell’ambiente. L’Onu ha fissato 17 obiettivi di sostenibilità per il 2030. Papa Francesco richiama spesso alla necessità di cambiare il paradigma dello sviluppo. Le persone sembrano sempre più sole, isolate, smarrite e, paradossalmente, anche più controllate. Come è possibile ricreare forme di partecipazione e iniziativa allo sviluppo individuale e civile? Prima di tutto stando attenti a quella scintilla che, di fronte a situazioni concrete, genera la voglia e la capacità di andare avanti, di rischiare. Il bene comune non è un’idea astratta, ma una prospettiva generale, mutuata da esempi particolari che funzionano e che tendono ad aggregare le persone. Perché la persona torni a essere il fulcro occorre che educazione e formazione siano centrali nell’agenda pubblica. Il tema della formazione è diventato cruciale anche per poter stare al passo dei cambiamenti nel mondo economico. È vero, lo sviluppo tecnologico impone in modo incalzante di adeguare conoscenze e soprattutto competenze, cioè richiede in primo luogo di imparare a imparare. Questo non significa asservire l’educazione all’economia, ma sapere “utilizzare” la potenzialità educativa della realtà, anche economica, così come ci è data in questo momento storico. Le eccellenze della formazione professionale presenti nel villaggio mostreranno quanto il giusto mix di capacità educativa e passione per il lavoro sia in grado di far fiorire la personalità e le conoscenze anche di ragazzi che spesso provengono da situazioni di disagio.
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Com’è bella la città
Un’intera area dedicata al tema della polis, nel padiglione A1. Vivibile anche dai bambini. «Com’è bella la città», cantava Gaber. Ma quando una città è vivibile? Come si costruisce oggi la città? E che ruolo ha il cittadino al suo interno? Che ruolo giocano le infrastrutture, i trasporti e la mobilità nella vivibilità della città di oggi e nelle metropoli del domani? E ancora: che nesso esiste tra la città e le sue periferie? Il Meeting quest’anno dedicherà un’intera area al tema della città, nel padiglione A1, in un momento storico in cui il 50% dell’intera popolazione mondiale risiede in città, percentuale destinata a crescere fino al 75% nel 2030. «Le città esprimono tipicamente la cultura italiana», spiega Marco Aluigi, referente Meeting per l’area polis. «Perché una città si possa definire tale ci devono essere una certa densità e una convivenza reale, ma soprattutto un patto sociale forte, che tuttavia consideri al suo interno le differenze. Il contrario di questo è una città che tende all’omologazione». Il filo rosso dell’area verrà delineato attraverso un percorso fatto di incontri, dibattiti, testimonianze e brevi momenti di racconto, da parte di sindaci, archistar, testimoni, esperienze ed esempi di solidarietà, progettualità e contesti urbani e sociali, arricchiti da una mostra sulle opere (una sorta di cantiere aperto, dove verranno costruiti pezzi di “città”, con una parte educational dedicata ai bambini) e da alcune fotografie di contesti cittadini (con scatti di Gabriele Basilico), con l’intento di condividere le domande, in alcuni casi provare a rispondere, e in tutti i casi fare un’esperienza che possa approfondire questi temi che riguardano la vita di ciascuno di noi.
Doninelli: «La città? Per me è un luogo da immaginare». Riflessioni a partire dalle pagine dei grandi scrittori
Da Vitruvio a Libeskind, dal medioevo alla Sagrada Familia, una mostra sull’arte del costruire
«Il mio contributo all’Area Polis? Ho dato una mano a mettere in contatto il Meeting con alcuni relatori». L’approccio di Luca Doninelli, scrittore e saggista, è volutamente minimal, ma in realtà l’autore de La revoca, Le decorose memorie e del recente La conoscenza di sé è uno degli uomini di pensiero del nostro Paese che più ha approfondito il tema della città. Al Meeting terrà quella che lui definisce “tribuna”: per tre giorni alle 13.45 in Arena Polis A1 interrogherà personalità di primo piano quali Manfredi Catella, ceo di Coima Res (martedì 20 agosto), l’urbanista Andrea Benaggi (mercoledì 21) e il sindaco di Milano Giuseppe Sala incalzandoli non con le tempistiche del reporter ma con il grande respiro dei romanzieri di tutti i tempi. «Devo ancora scegliere le pagine che leggerò, potrebbe essere il Gogol’ di Prospettiva Nevskij o Stevenson o magari Singer. Mi farò aiutare da grandi scrittori a gettare alcuni flash sulla città di oggi, partendo dalla Milano dei Promessi Sposi piuttosto che dall’incendio di Roma descritto da Tacito negli Annales. Oppure, chissà, potremmo mettere a confronto la Parigi di Simenon con quella di Céline». Ai suoi ospiti Doninelli chiederà cosa vuol dire sviluppare una città, come leggere le sue stratificazioni storiche, ma soprattutto come la possiamo immaginare. «New York era rappresentata come verticale quando ancora non esisteva il Flatiron Building, il primo grattacielo che è del 1902. La città va vista com’è ma soprattutto come può essere, è il luogo dell’immaginario».
Costruire è una cosa grande. Significa innanzitutto avere uno scopo e condividerlo insieme ad altri. Costruire è anche essere guidati da qualcuno che detta la rotta e che, nolenti o volenti, va seguito. Di qui nasce la mostra “L’uomo all’opera. La grandezza del costruire” che sarà ospitata nell’Area Polis del Meeting. «Per costruire», spiega il curatore Riccardo Castellanza, «è necessario seguire l’ordine che già c’è ed è anche necessario fare con ordine. Costruire è partecipare alla creazione, che è l’opera prima di Dio. Ognuno fa un pezzo. Il suo piccolo pezzo. Umilmente. Quotidianamente, ripetitivamente, banalmente. Costruire è lavorare». Ogni pezzo, ogni lavoro, ogni momento di cui la costruzione è fatta, è perché c’è bisogno di quella cosa ed è perché resti. Si costruisce qualcosa, ma attraverso quella cosa si costruisce anche sé stessi. Si diventa grandi. L’uomo costruisce e nel farlo edifica sé stesso. «Dialogheremo con i maestri di ieri e di oggi, da Vitruvio a Libeskind, passando per Torroja, Gio Ponti, Nervi», dice Castellanza. Si andrà dalle cattedrali del medioevo al completamento della Sagrada Familia, dagli acquedotti romani ai moderni ponti a grande luce, fino ai grattacieli delle megalopoli di oggi. La mostra sarà l’occasione di immergersi nella grande eterna sfida, quella dell’uomo costruttore, rendendo tutti partecipi della sua evoluzione. Un’avventura da sempre caratterizzata dai traguardi raggiunti con i nuovi materiali e dal progredire delle conoscenze scientifiche, oggi trasformata più che mai dalle tecnologie digitali.
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Il Meeting Salute rilancia TERZA EDIZIONE PER L’EVENTO, ORMAI UN PUNTO DI RIFERIMENTO NEL SETTORE DELLA SANITÀ
Incontri in B3 con i protagonisti del mondo della medicina, ma anche testimonianze di carità vissuta e tre mostre
di Eleonora Rinaldini | Al via la terza edizione del Meeting Salute, che anche quest’anno si prospetta ricca di nuove idee e progetti. Come nelle scorse edizioni, l’obiettivo sarà riunire gli opinion leader del mondo medico-scientifico per tracciare le linee future della medicina e dell’assistenza ai pazienti, dialogare con le istituzioni e trovare nuove soluzioni condivise, informare i cittadini e tutelare il diritto ad essere curati ed assistiti. A Rimini ci aspettano sette giorni di condivisione su questi temi. L’area della Salute è stata pensata anzitutto come proposta di incontri che si svolgeranno all’interno dell’arena da 250 posti situata nel Padiglione C3 della Fiera di Rimini; una dimensione ideale per un dialogo e un’interazione reali tra relatori e partecipanti sui temi della cura della persona in tutte le sue forme. «I temi degli incontri dell’arena Salute e l’autorevolezza dei relatori», spiega Luigi Cammi, che dell’area è coordinatore, «in questi anni hanno configurato Meeting Salute come un Think tank di dialogo e discussione riconosciuto a livello nazionale. Met-
Macchine utensili a asportazione e deformazione, robot, automazione, digital manufacturing, tecnologie ausiliarie, tecnologie abilitanti.
bimu.it
UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE
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Luigi Cammi, coordinatore di Meeting Salute
teremo a contatto esperti e specialisti del mondo medico-scientifico con esponenti dell’associazionismo, dell’impresa e delle istituzioni». Lo scopo non è solo dialogare ma, più ambiziosamente, passare dalla teoria alla pratica, «fornire spunti e suggerimenti di metodo per migliorare concretamente l’accesso alle cure dei cittadini, tutelando realmente il diritto alla salute». Già il Meeting Salute 2018 era riuscito a portare al centro del Meeting i grandi temi della Salute: un grande successo la settimana di eventi nonstop, che ha visto la realizzazione di 18 incontri, la partecipazione di 85
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relatori e la presenza complessiva di oltre duemila partecipanti, che hanno seguito con interesse gli incontri e le tavole rotonde del Meeting Salute oltre alle centomila persone che vi hanno preso parte tramite il web e i social. Inizieremo la settimana con il grande tema delle risorse in sanità con l’aiuto di Walter Ricciardi - già presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e Presidente Wfpha (World Federation of Public Health Association): saremo così introdotti all’interno della struttura dell’organizzazione sanitaria legata alla ricerca; una ricerca che deve essere parte integrante di un approccio globale alla salute dentro un contesto che ne valuti opportunità e rischi. Già intrapreso lo scorso anno, proseguiremo il dialogo sulle Città della Salute - Healthy City 2.0: «L’Italia è uno dei pochi Paesi a voler prendere coscienza del significato di salute e benessere all’interno delle città», spiega Cammi, «come le città stanno cambiando la nostra salute?» Sarà ancora una volta Andrea Lenzi, endocrinologo e presidente del Comitato
di Biosicurezza e le Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio e presidente Health City Institute, ad avviare il dialogo insieme a Roberto Pella, presidente Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città e vicepresidente vicario Anci. Ci dedicheremo poi al tema delle età particolari, con incontri sulla cura pediatrica e neonatale fino ad arrivare all’importanza della figura dell’anziano con un convegno dal titolo Invecchiare: farmaci e servizi. Quali futuri possibili? «Prenderemo coscienza così, nello specifico», aggiunge Cammi, «della dicotomia spesso esistente tra la possibilità di un’esperienza di ricchezza e quella invece di un peso insostenibile in sistemi sanitari a risorse limitate». Infine, ma non da ultimo, saremo condotti nell’esperienza della carità con l’aiuto di testimonianze vive e operative. «Carità intesa non come un ‘di più’ rispetto alla pratica clinica, ma un fattore illuminante di tutta l’attività di cura. Potremo così, forse arditamente», è la conclusione, «considerare il titolo del quarantesimo Meeting anche da un’altra prospettiva e renderci conto che anche nell’ambito medico-sanitario il nostro nome, la nostra consistenza, nasce dallo sguardo di cura e simpatia di cui siamo oggetto».
La mostra, una delle tre che saranno ospitate da Meeting Salute, vuole celebrare i 600 anni dalla fondazione dell’Ospedale, facendo conoscere la straordinaria realtà, passata e presente, della prima opera totalmente dedicata all’infanzia della nostra storia. Attraverso pannelli didascalici, contributi video e riproduzioni in grande scala delle opere che arricchiscono il museo degli Innocenti, la mostra si articolerà in tre sezioni. La prima racconta la genesi
dell’Istituto, le figure chiave per la realizzazione dell’opera e le tappe fondamentali che hanno ampliato e trasformato l’edificio, nei 600 anni di storia. La seconda sezione si concentra sulla vita nell’ospedale e le storie di alcuni bambini accolti nel tempo. La terza, attraverso le pregiate opere d’arte commissionate dalle istituzioni e donate dai tanti benefattori nel corso dei secoli all’Istituto, approfondisce lo stretto legame tra bellezza e carità.
Takashi Paolo Nagai è medico radiologo a Nagasaki prima e dopo la tragedia di quella bomba atomica che, destinata in realtà ad un altro bersaglio, ha devastato proprio quella parte della città che ha una storia di 400 anni di cristianesimo, ricca di fede, di santi e di martiri. Attraverso un personale percorso e una ricercata povertà di spirito Takashi scopre un significato sacro in questo olocausto e, diventando lui stesso annuncio incontrabile di speranza e di pace,
aiuta il suo popolo a ritrovare la bellezza della vita e quindi a ricostruire. Dove guarda Takashi per diventare un uomo così? La mostra offre al visitatore la possibilità di ripercorrere la vita di Takashi, interrogandosi sulla propria. Attraverso un percorso di compimento umano e professionale il visitatore, in due stanze di approfondimento, è introdotto a conoscere le due preziose, quanto poco conosciute, tradizioni che in Takashi si incontrano compiendosi.
La lunga lotta che ha ingaggiato con il cancro ha costretto la scienza a un ripensamento radicale dei propri metodi e delle proprie convinzioni, nella ricerca sia dei motivi dell’insorgere della malattia, sia delle cure per guarirla. Questa mostra vuole essere il racconto, in breve, dello sviluppo dell’oncologia, dal punto di vista scientifico (con le sue tappe e le sue prospettive più recenti) e dal punto di vista dell’organizzazione sanitaria, soprattutto per quanto riguar-
da l’area della Romagna. Un racconto che includerà quindi la nascita e l’evoluzione dello IOR, l’Istituto Oncologico Romagnolo (nella foto il fondatore Dino Amadori), e dell’IRST, l’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori di Meldola, senza i quali la storia dell’oncologia in Romagna sarebbe un’altra storia. E, naturalmente, anche dal punto di vista della solidarietà, dell’aiuto e della compagnia ai pazienti oncologici.
Un incontro nell’area Meeting Salute al Meeting
Il Rinascimento dei bambini 600 anni di accoglienza agli Innocenti Mostra proposta da Banco Farmaceutico A cura di Mariella Carlotti
Takashi Paolo Nagai Annuncio da Nagasaki Mostra proposta da Medicina e Persona A cura di Paola Marenco, Gabriele Di Comite, Massimo Morelli, Alberto e Giorgio Bordin
Vicino a chi soffre, insieme a chi cura Storia dell’oncologia, storia di persone Mostra proposta da IOR A cura di Fabrizio Miserocchi e Roberto Gabellini
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di Eugenio Andreatta | Quest’anno le presenze del multiforme mondo islamico al Meeting non sono più numerose ma certamente più autorevoli che in passato. Da cosa dipende? Tu sei all’origine di tutti questi incontri. Sono presenze che nascono, come tutto ciò che nasce al Meeting - non solo sul tema del dialogo interreligioso - da un incontro e un’esperienza vissuta. Si incontrano persone che fanno esperienze significative e le si invita a parlare. Un concetto di cultura tutt’altro che astratto. È Il punto di partenza di tutti gli eventi del Meeting: condividere la bellezza dell’esperienza altrui. L’incontro con due personalità di prima grandezza nel firmamento musulmano quali il segretario generale della Lega Musulmana Mondiale al-Issa e il Grande Imam di Al-Azhar Al-Tayyeb, nascono da questo. Dei due il più noto nel nostro Paese è Al-Tayyeb, soprattutto per la sua amicizia con papa Francesco. Il Papa lo coinvolge in ogni sua iniziativa nel mondo musulmano. Quando lo incontrammo nello scorso ottobre al Cairo parlò dell’incontro con papa Francesco come «un episodio che ci riempie di commozione», e «un dono di Dio, assolutamente non programmato». E con Al-Issa come è nato il rapporto? Nella redazione del Meeting l’anno scorso fummo molto colpiti dal suo incontro con il cardinale Jean-Louis Tauran. Non nascondo che all’inizio avevo qualche pregiudizio su di lui, soprattutto per il fatto di essere espressione dell’Arabia Saudita, mi sembrava strana questa sua amicizia con Tauran.
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Poi cos’è successo? Quando poi l’ho incontrato al Meeting ho scoperto che da un lato è un grande uomo di fede, ma anche un uomo che ricerca non tanto di migliorare l’immagine dei musulmani nel mondo - della Lega fanno parte 50 paesi - ma che è in cerca di qualcosa che gli manca. Lui sente la mancanza di qualcosa e nell’incontro con gli altri cerca quello che manca alla sua esperienza. Questo è molto interessante. Non si può dialogare con chi è sicuro di sapere già tutto, il dialogo è possibile con quelli che sentono il bisogno di un incontro. E la sua appartenenza saudita? Anche se appartiene a una cultura che da sempre è chiusa alla diversità, in questa cultura, ma anche nel mondo islamico in quanto tale, Al-Issa è sempre stato un motore di cambiamento sociale e culturale. Da quando ne è diventato segretario, la Lega Musulmana Mondiale ha smesso di operare solo per i musulmani, ma anche per persone di altre religioni. Lo vedremo in una mostra che sarà esposta al Meeting e che documenta tante opere di carità anche a favore di cristiani. Qual è secondo te la specificità del Meeting nel panorama del dialogo interreligioso? Come Meeting non ci interessa il dialogo fine a se stesso, ma creare la possibilità di spazi di incontro e conoscenza. Questa impronta particolare che è propria solo del Meeting non dà luogo a eventi culturali o di dialogo in senso tradizionale, ma crea un nuovo orizzonte per il dialogo. E dove sta la differenza? Nelle iniziative tradizionali di dialogo le persone di religioni e culture diverse si riuniscono e si parlano, cercano di arrivare ad un accordo
Dalla tolleranza alla stima
Abbiamo chiesto a Wael Farouq di raccontarci quali voci provenienti dal mondo islamico saranno al #meeting19
Al-Issa al Meeting 2018 con Wael Farouq
e poi ognuno torna a casa propria. La meraviglia del Meeting consiste nel fatto che le persone vivono il fascino dell’incontro e poi, quando tornano in patria, lì comincia il dialogo vero. È il passaggio dalla toleranza alla stima di cui parla il Papa.
to la conoscenza a Gedda, durante la nostra missione in Arabia Saudita del marzo 2019. Guidata dal dottor Abdulaziz Ahmed Sarhan, presente anche l’anno scorso al Meeting, opera in situazioni di gravi emergenze umanitarie destinando centinaia di milioni di euro in aiuti a popolazioni musulmane ma non solo. Tra i paesi in cui Iarcd è intervenuta di recente, l’Indonesia, in seguito al gravissimo terremoto del
sarei stupito, se nei prossimi mesi ci fosse una presentazione del Meeting a Gedda o in un’altra città araba. Quello che succede al Meeting apre spazi di conoscenza della nostra esperienza in tutto il mondo.
Tu peraltro i luoghi del dialogo interreligioso li conosci bene. Li frequento da vent’anni e posso dirti che solo il Meeting fa così. Questo dev’essere l’unico criterio per giudicare il successo del dialogo: quanto di quello che abbiamo vissuto insieme lo portiamo ai nostri concittadini e alla nostra cultura, quanto rimane con noi? Se teniamo questo come criterio il Meeting è il luogo di dialogo numero 1 al mondo. Cosa ti aspetti dopo il Meeting? Ciò che succede dopo il Meeting è sempre una grande sorpresa, ma non
UNA SALA DI CONTROLLO PER LE EMERGENZE UMANITARIE È un’organizzazione praticamente sconosciuta nel nostro Paese, ma di dimensioni ragguardevoli, collabora con l’Onu e con tutti i principali organismi internazionali. Parliamo dell’International Association for Relief, Care and Development (Iarcd), ong umanitaria legata alla Lega Musulmana Mondiale di cui abbiamo approfondi-
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La relazione “Costruttori di ponti” nel 2018
2018, il Mozambico e il Sud Sudan. Al Meeting sarà presente con una mostra in cui verrà riproposta la sala di controllo dell’organizzazione, con le attività di monitoraggio delle situazioni critiche nei cinque continenti. «La carità è un dovere nella religione islamica», spiega Wael Farouq, «e Iarcd è un’organizzazione caritativa di dimensioni mondiali. La carità è un punto di incontro tra tutti gli uomini di fede, perché chi crede in Dio non può sopportare di stare inattivo quando vede un fratello nel bisogno». Un intervento umanitario di Iarcd
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Il linguaggio dei cuori, tra Rimini e Il Cairo Fu lui a firmare con papa Francesco lo storico «Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune» nella seconda giornata del viaggio negli Emirati Arabi Uniti, domenica 3 febbraio 2019. Il Grande Imam di AlAzhar, Ahmad Al-Tayyeb, fraterno amico del Pontefice, è la maggiore autorità del mondo islamico sunnita. E fu proprio l’incontro con lui a concludere la missione di tre giorni del Meeting in Egitto. Era il 24 ottobre 2018 e assieme ad alcuni rappresentanti della Biblioteca di Alessandria, il partner con cui è stata realizzata la trasferta egiziana del Meeting, fummo da lui ricevuti a Il Cairo. Pace, dialogo, amicizia tra i popoli, lotta al fondamentalismo, senso religioso i temi dell’incontro. Il Grande Imam ascoltò con attenzione sottolineando il valore dell’esperienza del
Meeting, che «semina speranza nelle nostre anime» e aiuta le persone a vivere degnamente in un mondo caratterizzato da crisi e crescente povertà. In quell’occasione la presidente del Meeting Emilia Guarnieri ricordò che l’incontro nasceva sull’onda dell’emozione per il recentissimo abbraccio tra il Grande Imam e papa Francesco, «un episodio che ci riempie di commozione». Al-Tayyeb da parte sua definì l’incontro con papa Francesco «un dono di Dio, assolutamente non programmato». Molto belle le parole finali del grande Imam che si soffermò sul «linguaggio dei cuori, che rende più sensibili ai bisogni del prossimo». Ahmed el-Tayeb non potrà essere presente al Meeting ma invierà in sua rappresentanza Nazir Ayyad, segretario generale dell’Al-Azhar Research Academy, che parlerà domenica 18 agosto nel Salone Intesa Sanpaolo B3.
PIERRE E MOHAMED
di matrice islamica e attizzata anche dalla repressione brutale dell’esercito. Tra di loro anche i 19 religiosi cattolici caduti come martiri e beatificati lo scorso dicembre. Questa storia di amicizia, di un’amicizia più forte della morte, è stata raccontata da un giovane autore, Adrien Candiard. Un religioso domenicano trentenne che ha trovato nella figura di Pierre Claverie e nella sua teologia del dialogo una bussola per orientarsi nella propria vita di giovane studioso d’Islam al Cairo. Ma Candiard è andato più in là: attingendo agli scritti di Claverie, e ricostruendo con il potere dell’immaginazione la figura di Mohamed, ha restituito in forma artistica la forza di un gesto, quello dell’amicizia, che ha superato anche la stagione del terrore. Ne è nato uno spettacolo che ora, grazie all’Editrice missionaria italiana che ne ha pubblicato il testo - Pierre e Mohamed. Algeria, due martiri dell’amicizia -, potrà essere ammirato dai partecipanti del Meeting per la regia di Francesco Agnello e l’interpretazione di Lorenzo Bassotto. Il 1 agosto 1996 i due amici vengono assassinati insieme alla porta dell’episcopio di Orano (guarda caso, la città di Albert Camus). Al funerale di Claverie prende parte una folla di fedeli islamici perché - dicevano - «era anche il nostro vescovo». L’amicizia di Pierre e di Mohamed diventa un esempio della forza disarmata dell’umanità che sa sconfiggere la violenza.
1500 repliche in tutto il mondo, a Rimini la prima italiana. Storia di un’amicizia che vince la violenza di Lorenzo Fazzini | Avignone, Parigi, Il Cairo, Beirut, Istanbul, Gerusalemme. E finalmente Rimini. Quella che il monologo teatrale Pierre e Mohamed ha intessuto in 8 anni è una geografia del dialogo tra religioni diverse. Questa piéce con attore unico è un esempio della forza dirompente della testimonianza. Ben 1500 repliche per uno spettacolo che ad agosto arriverà, in prima italiana, al Meeting. Protagonista è appunto la storia di amicizia tra un cristiano, monsignor Pierre Claverie, vescovo di Orano, in Algeria, e un musulmano, Mohamed Bouchikhi, un ragazzo ventunenne di fede islamica. Un rapporto di prossimità che si dipana lungo la terribile stagione del terrorismo del decennio nero in Algeria (1992-2001), quando 150mila persone caddero per morte violenta in una guerra civile scatenata da gruppi terroristici
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piano B: Aleppo
L’incontro della delegazione Meeting con il Grande Imam di Al-Azhar il 24 ottobre 2018
Wael Farouq, Emilia Guarnieri e il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb
WAKAKO TITOLO TITOLO plaborio plaborio. Nequae vide endit et, aut lacepud andesequid que corerum ut dento feribusda aut.Pudipsam cuscipsae porem quae laccatur, odis qui restiis velitiusdae nis excessit eat alitiae rovidis voluptium, occus arume non eatur? Imenimus et percium facerovidi utendipient quia que non nis dest, voluptatem re velignatem dellaciur maionsed quiatur autempore nonsequae net quidis re, que praerit mo quis aut at. Ic to et enis excea aut acid que nus et ra volut moluptam archill aborerro officiet hil in nonserovitat utem re conseca borest faccabore sapit dolum iusam, si quis quia escid quassinvel id qui solupta tiistecum ex ex eosant Ipsantorerum fuga. Oribearum restiis maSerbem diis. Hem obsent, vis opublic idetici emussentem, vissultus Castrae noxim publsenar opotia con te nos omnequam. Delistrum, noidem te tantio tus An dienatquidet nihinam
Wakako Saito
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Francesco e Malik, l’abbraccio Francesco davanti al Sultano, P. Gaidano (1898)
Nell’estate del 1219 Francesco si imbarcò per l’Egitto, dove gli eserciti crociati avevano intrapreso una campagna militare contro il sultano Malik al-Kamil. Con un’insolita iniziativa egli, con alcuni frati, chiese il permesso di potersi recare dal Sultano per annunciargli la buona novella e invitarlo a credere al Vangelo. Fu condotto al suo cospetto e gli fu data la facoltà di parlare e, forse, di esortarlo alla pace e alla conversione. L’incontro espresse in modo efficace la carica innovativa insita
UNA MOSTRA E UNO SPETTACOLO PER RIVIVERE LO STORICO INCONTRO DEL 1219 A DAMIETTA IN EGITTO nell’azione di due spiriti certamente illuminati e desiderosi di sperimentare una convivenza pacifica tra cristiani e saraceni. Perché Francesco volle incontrare personalmente il sultano? Perché poté farlo ed essere rilasciato incolume, anche senza aver accettato di convertirsi all’Islam? Quale seguito ebbe? Seguendo il percorso suggerito dalle fonti, la mostra che sarà ospitata nel padiglione A3 in un primo passo intende mettere a fuoco la situazione culturale e religiosa
dell’Occidente agli inizi del Duecento, quando i teologi parigini fornivano risposte innovative alle questioni legate alla convivenza tra fedi diverse orientate ad adorare l’unico Dio. In tale clima di apertura Francesco prese un’iniziativa originale, in seguito estesa ai suoi frati nella prima regola da lui redatta, dove si davano addirittura indicazioni ai frati circa il comportamento da tenere qualora avessero vissuto e predicato nelle terre dei saraceni. Grazie a tale episodio i frati Minori divennero i messaggeri e gli ambasciatori papali presso i sovrani islamici.
Valeria, Mirna e quel passaggio dalla guerra alla conversione Estate 1219. Francesco di Bernardone va ad Ancona e s’imbarca. Direzione Egitto: Damietta. Lì, nel pieno di una guerra tra Occidente e Islam, incontra il sultano. Estate 2017. Il cuore di una madre si spezza. L’italo-marocchino Youssef Zaghba resta ucciso sul London Bridge. Ha 22 anni. È tra gli attentatori islamisti protagonisti dell’attacco alla capitale britannica del 3 giugno. La madre è Valeria Collina. Proprio Valeria sarà protagonista insieme a Mirna Kassis dello spettacolo ‘Francesco e il sultano. Parole e musica’, scritto da Giampiero Pizzol, diretto da Otello Cenci, in programma al Meeting il 20 agosto alle 21.30 in Arena Percorsi A2. È ispirato all’incontro tra il ‘poverello’ d’Assisi e il sultano Malik al Kamil, ottocento anni fa in Egitto. Il testo di Pizzol è intenso, ricco di materiale umano. Sullo sfondo della narrazione principale, s’intrecciano le vicende dolorose di due donne. Quella di Valeria, italiana, convertita all’Islam, madre di Youssef, con un passato da femminista. E quella di Mirna, cristiana di Damasco, dal 2012 in Italia per stu-
diare canto. Sarebbe dovuta rimanere pochi mesi, ma è ancora qui perché in Siria imperversava già la guerra. Le due donne raccontano il fatto di Damietta e se stesse, grazie ai versi che Pizzol ha cucito loro addosso. «Il personaggio di Francesco, in particolare, mi affascina per la sua vicenda umana, in toto. Il suo percorso, dalla guerra alla conversione, racconta che il martirio desiderato può trasformarsi in una forma di violenza: il desiderio di essere martire, richiede che qualcuno debba essere violento con te. E intuito tutto ciò, Francesco ha cambiato la Regola», sottolinea Valeria. «Abbiamo scoperto che sia Francesco sia il sultano avevano Dio vicino. Ed è stato questa religiosità vissuta a permettere l’avvicinamento tra i due. Sono stati testimoni ed è un elemento rilevante oggi», spiega il drammaturgo. Fil rouge tra i diversi intensi passaggi è la musica di Fabio Mina, cornice suggestiva in grado di portare lo spettatore avanti e indietro nel tempo, dall’Occidente all’Oriente e viceversa.
La cantante siriana Mirna Kassis
Valeria Collina al Meeting 2018
Convento di San Salvatore, Gerusalemme
Nell’ultima parte si considerano alcune presenze significative: frate Elia di Cortona, primo ministro provinciale della Terra Santa, e l’imperatore Federico II, colui che proprio con Malik al-Kamil concluse un importante trattato decennale, volto a garantire ai cristiani il controllo di Gerusalemme e degli altri luoghi santi. L’iniziativa di Francesco consente di spiegare perché furono proprio i Frati Minori nel 1342 a fondare la Custodia di Terra Santa e a tenere viva fino ai nostri giorni una presenza cristiana pacifica nel vicino Oriente.
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Sei mostre per incontrare sei personalità del nostro tempo
Il cielo vive dentro di me. Etty Hillesum
La mostra racconta il percorso umano che Etty Hillesum, giovane ebrea, lontana da Dio, inquieta e insoddisfatta, intraprese da quando si trovò a vivere durante l’occupazione nazista dell’Olanda fino ad Auschwitz. Ciò che è importante e decisivo nella sua vicenda umana non è la situazione in cui si è trovata, ma il percorso di presa di coscienza del proprio io e di un nuovo rapporto con la realtà, Dio e gli altri, a partire dall’incontro avvenuto nel 1941 con lo psicologo/chirologo Julius Spier.
Dal fotografo Tony Vaccaro alla martire ortodossa Madre Maria Etty Hillesum, madre Maria Skobcova, Tony Vaccaro, don Giancarlo Ugolini, Vaclav Havel, Sandra Sabattini. E aggiungiamoci anche Giulio Andreotti e Takashi Nagai, di cui parliamo nelle altre pagine. Quest’anno le mostre del Meeting ci mettono di fronte ai volti e alle storie di alcuni personaggi del nostro tempo. Storie a volte ancora poco conosciute, come quella di Sandra Sabattini, riccionese, dichiarata Venerabile da papa Francesco. O quella di don Giancarlo, il prete che sta all’origine del Meeting.
REmini
Io poi sono un amante sviscerato della libertà. Don Giancarlo Ugolini 1929-2009 Abbiamo voluto ricordare, a dieci anni dalla morte, don Giancarlo Ugolini, sacerdote di Rimini, oltre che grande figura di educatore, che insieme ad un gruppo di amici sta all’origine del Meeting.
Il futuro è circolare quando rifiuti e scarti diventano risorse a cui dare nuova vita. Per questo Conai, Consorzio Nazionale Imballaggi, ha deciso di impegnarsi in modo concreto anche nei grandi eventi con un Piano verso la sostenibilità del Meeting di Rimini: REmini 2020. Un programma triennale di continuo miglioramento, fatto di coinvolgimento e ascolto, di misurazione e di circolarità.
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IL PERCORSO PER RENDERE GREEN IL MEETING DI RIMINI ent rem u oc pr
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Respo nsabilità sociale
#REmini2020 #FuturoCircolare #Meeting18 #Conai
iniziativa di:
in collaborazione con:
Il potere dei senza potere. Interrogatorio a distanza con Václav Havel A quarant’anni dalla pubblicazione de “Il potere dei senza potere”, l’attualità dei temi al centro del libro di Havel, pur nelle mutate circostanze storiche, è evidente: il ruolo politico della verità, il protagonismo della società e la forza di cambiamento della vita nella verità. La mostra si svilupperà come una lunga intervista ad Havel stesso: le domande sono formulate oggi, le risposte tratte liberamente dai suoi libri, fanno capire cosa può segnare davvero la vita di un popolo.
Tony Vaccaro: il fotografo dell’umano
«La fotografia è una passione per me, perché è il linguaggio che io ho scelto, ogni fotografia è un messaggio. Io amo le persone». La mostra si propone di mettere in luce come per Tony Vaccaro la vita, pur segnata da drammi e difficoltà, può sempre essere un’opportunità. Le fotografie di Vaccaro raccontano settant’anni di storia dell’Occidente restituendo sempre una fiducia e una speranza nell’avvenire e testimoniando come la vita sia determinata da ciò su cui l’uomo fissa lo sguardo. La santa della porta accanto. Sandra Sabattini a 22 anni
Camminare sulle acque. La vita e la testimonianza di Madre Maria, santa martire di Parigi La mostra vuole raccontare la storia e il destino di una grande santa ortodossa del XX secolo, Madre Maria (Skobcova), che ha accettato la sfida dell’emigrazione come chiamata di Cristo e dono di libertà.
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Sandra Sabattini, della Comunità Papa Giovanni XXIII, è un esempio di “santità della porta accanto”. Fidanzata, iscritta a Medicina, perì nel 1984 a 22 anni in un incidente. Papa Francesco l’ha dichiarata venerabile.
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Catastrofici, nostalgici? No, realisti CDO FOR INNOVATION, UNO SPAZIO PER RACCONTARE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE Un incontro nello spazio Cdo for Innovation al Meeting 2018
Paolo Benanti, docente alla Gregoriana di Roma
di Nicola Varcasia | Ha ragione Hiroshi Ishiguro quando afferma che prima o poi si arriverà a forme di vita «intelligente ma inorganica»? Oppure il famoso guru dell’Università di Osaka si è fatto prendere un po’ la mano? Per dirla con Paolo Benanti, non è semplicemente sbagliato attribuire alle «macchine sapienti un’intelligenza di tipo generale e polimorfa», come quella degli esseri umani? Per capirlo non bisogna partecipare a un sondaggio on line e votare l’opzione preferita: occorre guardare quello che sta succedendo intorno a noi, nel nostro telefonino, in salotto, in ufficio, sul tram, in sala d’attesa, dal medico o al supermercato. Allora vedremo
che già attualmente le tecnologie digitali e la robotica stanno cambiando il nostro orizzonte di vita, a lavoro come in casa. Non serve quindi entrare in un box della realtà virtuale (anche se è molto divertente, chi può, lo provi!), è sufficiente spegnere il “firewall della diffidenza” e provare a capire meglio. Senza cedere al catastrofismo di chi prefigura un mondo dominato dalle macchine, ma neanche rimpiangendo il tempo in cui si andava a dormire con le galline perché non c’era la luce. Proprio Paolo Benanti, tra i più brillanti divulgatori in materia oltre che docente di Teologia morale ed Etica delle tecnologie alla Pontificia Università Gregoriana, sarà una delle persone che potremo incontrare al Meeting nell’area Cdo for innovation, lo spazio animato dalla Compagnia delle Opere che per tutta la
settimana proporrà incontri, dibattiti ed esperienze per tuffarsi, con uno sguardo critico, nel mondo dell’intelligenza artificiale. Lo scopo è proprio quello di potersi fare tutte le domande sul tema e incontrare qualcuno che ha iniziato a rispondere. In tutti i campi: dall’innovazione sociale all’alta tecnologia, dall’educazione all’agroalimentare, dalla manifattura alla formazione. I nostri spazi, la casa, la città sono abitati da nuovi protagonisti: macchine, robot e nuove tecnologie che stanno tutto il giorno con noi. Semplificano la vita, ma a volte complicano le cose. Li usiamo molto, anche se spesso sembra siano loro a usare noi. Ci interessano, sapenco che nel contempo generano enormi interessi. Meglio spegnerli o accendere la nostra curiosità?
ARENA BRAIN, VIAGGIO AL CENTRO DEL CERVELLO di Filomena Armentano | Al #meeting19 sbarca l’arena Brain, uno spazio in D3 dove in collaborazione con Euresis e Camplus sarà messo a tema il cervello. Attraverso una decina di incontri, per lo più alle 12 e alle 19, e una mostra sarà possibile sviscerare tutto quanto ha a che fare con uno degli organi fondamentali del corpo umano e che, nonostante i progressi scientifici, mantiene ancora oggi agli occhi e alle menti degli studiosi alcuni aspetti decisamente misteriosi. Come nasce l’idea dello spazio Brain? Lo abbiamo chiesto a Mauro Ceroni, professore di Neurologia all’Università di Pavia. «La persona nasce da una relazione stupefacente. Il titolo del Meeting, ‘Nacque il tuo nome da ciò che fissavi’ è vero anche in relazione a come siamo fatti biologicamente. Stupefacente è anche il modo in cui ci formiamo dal
punto di vista fisiologico. Quando nasciamo, il cervello è già tutto formato, ma le capacità sono presenti solo in potenza: si sviluppano se stimolate dalla realtà. Il tema è impegnativo e difficile, perché quello del cervello e della coscienza resta uno degli aspetti più misteriosi e impressionanti trattati attualmente dalla scienza». Come lo affronterete, quindi? «Il cervello è un organo che fa parte di un corpo fisico-biologico e obbedisce alle leggi chimico-fisiche della realtà. Attraverso gli incontri e la mostra vogliamo interrogare le neuroscienze: cosa hanno scoperto su come funziona il cervello?». Come sarà strutturata la mostra? «Al centro avremo un modello del cervello smontabile e ingrandito 2,5 volte per far capire come l’organo sia fatto in tutte le sue componenti. Il percorso
Mauro Ceroni, docente di Neurologia all’Università di Pavia
proposto si snoda in tre corner dedicati ai temi percezione e sensazioni, anatomia e fisiologia, segnali neuronali e modelli del cervello. Dapprima vogliamo far comprendere le sensazioni, il dolore, gli impulsi. Poi andremo a studiare l’anatomia e la fisiologia dell’organo e la dinamica dei movimenti volontari, dell’apprendimento, del linguaggio. Infine, daremo uno sguardo alla bioingegneria per scoprire fino a dove la tecnologia è in grado di registrare gli
impulsi delle cellule del nostro cervello e di usarli». Quali testimonial importanti sono attesi? «Saranno presenti numerose figure di primo piano. Proporremo un grande convegno con Egidio D’Angelo, del Brain Connectivity Center, e con Vittorio Gallese della School of Advanced study di Londra, Scuola Rizzolatti, in programma per lunedì 19 agosto alle 11.30».
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Dal viaggio verso il West alla “bolla”
Andrew Wyeth, Wind from the Sea (1947)
di Martina Saltamacchia | L’uomo si è sempre contraddistinto per il desiderio di conoscere, di varcare soglie. In America, questo impeto prende la forma del “viaggio verso l’ovest”. Come scrive Henry D. Thoreau, «ogni tramonto di cui sono testimone mi ispira il desiderio di andare all’Ovest tanto distante e tanto affascinante quanto il sole che va giù. Sembra che migri giornalmente verso ovest e ci chieda di seguirlo. Lui è il Grande Pioniere dell’Ovest che le nazioni seguono». Nella seconda metà dell’Ottocento, chi segue il Grande Pioniere è il milione e mezzo di persone che rispondono alla promessa di appezzamenti di 65 ettari a chiunque ne faccia richiesta e, sospinti dal desiderio di rendere casa la sconfinata prateria, intraprendono il duro viaggio verso il West. «Pareva non vi fosse nulla da vedere: nessuno steccato, torrente o albero, nessuna collina né campo.
[…] Null’altro che terra», rammenta del suo arrivo in Nebraska all’età di 9 anni la scrittrice Willa Cather. «Mai avevo guardato un cielo contro cui non si stagliasse una catena di monti familiare. Questa invece era l’intera volta del cielo». Spazi sconfinati, mobilità e incertezza alimentano la fortissima propensione di questo popolo per la solitude, l’esperienza del rimanere soli per riuscire ad ascoltare la propria voce interiore. Ma per l’uomo che si ritrova minuto e insignificante di fronte all’orizzonte senza fine, isolamento e solitudine (loneliness) facilmente sopravvengono. Dai pionieri agli astronauti di Apollo 11, dalle Torri Gemelle alle gang delle periferie di Los Angeles, la mostra Bolle, Pionieri e la ragazza di Hong Kong vi trasporterà al cuore dell’esperimento americano, paradigma dell’esperienza dell’uomo moderno che anela ad arrivare sulla Luna e brama questo misterioso personale dialogo, in continua tensione tra l’attrazione dell’ignoto e la tentazione di attutire l’impatto drammatico con il reale rifugiandosi in una bolla sicura.
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Quando i muri fanno dialogare
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ecosistemi… gli incontri si svolgeranno nella sala di 150 posti alle 12, alle 19 e alle 21.30. In particolare la fascia delle 21.30 sarà dedicata alla proposta di docu-film e reportage. Il percorso di incontri culminerà venerdì 23 agosto alle 12 sempre nel padiglione A3 con un incontro a cui prenderanno parte il vice ministro degli Esteri
Un’arena per i temi internazionali I muri di solito dividono persone, città, stati. Al #meeting19 invece sarà l’esatto contrario: un muro “inclusivo” ricco di elementi scenici, pannelli, grafica, device che ci parlerà di integrazione, di cooperazione tra popoli e di interventi per superare le disuguaglianze. Lo troveremo nel padiglione A3 all’interno di un’arena internazionale che quest’anno fa il suo esordio al Meeting. Principale soggetto promotore, la Commissione Europea, attraverso la direzione generale Devco, acronimo di Development and Co-
operation. Accanto all’Europa, un pool di soggetti di primo livello, tra cui la direzione generale Cooperazione e sviluppo del ministero degli Esteri, ASviS Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, Concord Italia, network di ong europee dedicate alla cooperazione e sviluppo, oltre all’ong Avsi. Una presenza molto significativa sarà anche quella del Ciheam Bari, centro di formazione postuniversitaria, ricerca scientifica applicata e progettazione di interventi nell’ambito dei programmi di ricerca e cooperazione inter-
I diciassette obisttivi di sviluppo sostenibile di Agenda 2030
nazionale. L’arena internazionale terrà come filo conduttore la lotta alle disuguaglianze, sulla traccia indicata da Agenda 2030 con i suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, dalla lotta alla povertà e alla fame, alla cura dell’educazione, alla gestione dell’acqua, dell’energia, degli
Emanuela Claudia Del Re, il cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, il numero uno della Devco Stefano Manservisi e Jayathma Wickramanayake, inviato del Segretario generale delle Nazioni Unite per i giovani.
ra”, una performance teatrale ispirata alla Divina Commedia con 140 ragazzi sostenuti a distanza negli slum di Nairobi. “Come cambia la loro vita e la nostra - testimonianze da prospettive diverse sul sostegno a distanza” sarà il titolo dell’evento nel Salone Intesa Sanpaolo B3, martedì 20 agosto alle 19, con gli interventi di Lamas Maiyah Wabwire, un giovane kenyota sostenuto a distanza, Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana
Calciatori, Rose Busingye, infermiera e responsabile Meeting Point di Kampala e Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. L’orizzonte della proposta di Avsi si allargherà ancora con una serie di eventi dedicati alla lotta alle disuguaglianze nel mondo, nell’Arena Internazionale A3, organizzati in collaborazione con Devco della Ue, Dgcs (Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale), Concord e ASviS.
Così sarà il muro “inclusivo” dell’Arena Internazionale, nel padiglione A3 della Fiera
Avsi, quando il sostegno a distanza cambia una comunità. In Fiera la mostra “Dante a Kibera” di Maria Laura Conte | Avsi “esplode” la sua proposta; sarà presente al Meeting di Rimini 2019 con uno stand, una mostra, un ricco palinsesto di eventi realizzati in sinergia con altri partner presso L’Arena Internazionale, e infine con un incontro
nel Salone Intesa Sanpaolo B3. Lo stand avrà per tema il sostegno a distanza, scelto come porta di ingresso per conoscere l’integralità e la complessità del lavoro di Avsi. Saranno testimonial dal campo a raccontare come un gesto così semplice riesca a generare un cambiamento positivo per un’intera comunità. Il tema del sostegno a distanza sarà anche il filo conduttore della mostra curata da Giuseppe Frangi con immagini e suggestioni del progetto “Dante a Kibe-
Nel principale slum di Nairobi, forse il più grande dell’intera Africa, sono risuonate le parole della Divina Commedia
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“PERCORSI” PER SCOPRIRE IL MONDO Personaggi da tutto il mondo nella serie di incontri “Percorsi” nel padiglione A2. Un modo per guardare la realtà da angoli diversi e abbozzarne, insieme, delle mappe - dei “Percorsi”, appunto. Per aiutarci a capire. E a camminare. di Davide Perillo | Tra le finestre che il Meeting apre sul mondo, quest’anno ce ne sarà una nuova, spalancata sotto un nome che dice già molto. Si chiama “Percorsi”, sarà ospitata nel padiglione A2 della Fiera ed è una serie di incontri curati dalla redazione di Tracce - la rivista internazionale di CL - con la collaborazione del Centro Internazionale del movimento. Un piccolo osservatorio su alcuni dei grandi temi che l’attualità ci mette di fronte, esplorati attraverso il dialogo con testimoni e protagonisti. La formula è semplice: un’arena ad hoc, due fasce orarie giornaliere (alle 12 e alle 17) e, ad ogni incontro, il “faccia a faccia” con un ospite, intervistato da un giornalista di
Massimo Gaggi
monsignor Ivan Jurkovič
Paolo Rumiz
Giovanni Scifoni
inserz. Vulcan. Meeting 2019.pdf
Tracce e dal pubblico in sala. Con argomenti come la Cina (con Brian Grim, presidente della Religious Freedom and Business Foundation) e la diplomazia vaticana (monsignor Ivan Jurkovič, Osservatore della Santa Sede alle Nazioni Unite a Ginevra); le ultime notizie dalla Silicon Valley (Massimo Gaggi, inviato del Corriere della Sera) e il futuro dell’Europa (lo scrittore Paolo Rumiz); i fronti caldi del mondo (è stato invitato Alex Majoli, fotoreporter pluripremiato e già presidente della celebre agenzia Magnum) e la Francia di Macron (con Pierre Chausse, dell’editoriale Première Partie, attivissimo polo culturale parigino). Ma anche con incursioni nel mondo di teatro e tv (l’attore e regista Giovanni Scifoni), delle tecnologie (Lorenzo Caggioni, ingegnere di Google), dei giornali… In più, sempre ogni giorno (alle 14), una serie di documentari e reportage da tutto il mondo. Un modo per guardare la realtà da angoli diversi e abbozzarne, insieme, delle mappe - dei “Percorsi”, appunto. Per aiutarci a capire. E a camminare.
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Sport, arrivano i campioni
Javier Zanetti sarà al Meeting lunedì 19 agosto
Schwazer, oro a Pechino 2008
INCONTRI A TU PER TU CON I PROTAGONISTI, DA ZANETTI A SCHWAZER
Cdo Sport racconterà #Goal4Uganda, un progetto con Avsi e Aic
Non solo sport praticato al Meeting quest’anno. Grazie alla collaborazione del nuovo partner Master Group Sport, leader nell’organizzazione di eventi sportivi e nella gestione di attività di sponsorizzazione, oltre al tradizionale partner CSI, la pratica sportiva diventa anche tema di riflessione e di incontro con grandi campioni che si preparano a fare il loro esordio in Fiera. Qualche esempio? Lunedì 19 agosto un giornalista sportivo ben noto ai visitatori del Meeting come Nando Sanvito presenterà “Quello strano lavoro di ‘vincere’: storie di sport”. L’appuntamento clou del giorno sarà però alle 17 in Auditorium Intesa Sanpaolo B3 con un’icona non solo nerazzurra ma di tutti i calciofili come Javier Zanetti, che parlerà sul tema “Vincere ma non solo”. Nelle giornate successive sono in cartellone eventi con Randstad “Training to win: come passarsi la palla tra campo e azien-
da” e “Quello ‘sporco’ lavoro dello sport: testimoni dal fronte”: Sanvito dialogherà con Alex Schwazer, campione olimpico di marcia 50 km, e il maestro dello sport Sandro Donati. Un altro protagonista atteso è Giovanni Maddaloni, allenatore di judo, padre di Pino, campione olimpico, che da anni gestisce un centro sportivo di arti marziali per i ragazzi di Scampia. Già presenti l’anno scorso, tornano anche le Mini Olimpiadi di Allenarsi per il futuro con tre campioni sportivi targate Randstad, alle quali parteciperà gli altri Moreno Torricelli. Venerdì 23 alle 21.30 in Arena Lavoro B1 l’incontro “Il lavoro nello sport tra dignità e cadute” con l’ad di Challenge Roberto Santori, con il coordinamento di Pierluigi Bartolomei, presidente di Cenfop del gruppo Elis. Infine Cdo Sport quest’anno ci racconterà #Goal4Uganda, progetto realizzato da Avsi in partnership con l’Associazione italiana calciatori e il suo presidente Damiano Tommasi per valorizzare il calcio come canale di inclusione sociale.
DAL MARKETING AL MEETING Intervista a Giovanni Carnevali Giovanni Carnevali è amministratore delegato Mastergroup Sport. Carnevali, può raccontarci cos’è Mastergroup Sport? È una realtà ormai leader in Italia nello sport marketing, con un’esperienza di oltre vent’anni. Lavoriamo con la Federazione italiana gioco calcio, con la Federazione italiana pallacanestro, con la Lega calcio di serie A e serie B, con la Lega pallavolo femminile di serie A. Organizziamo per conto loro tutti i grandi eventi nazionali e internazionali, di grande livello, come le finali di Coppa Italia, la Supercoppa, l’All Stars Game. Collaboriamo con molte aziende, realizzando progetti di marketing, consulenza contrattuale e gestendo tutta la sponsorizzazione, creando anche eventi dedicati. Come nasce la collaborazione con il Meeting? Per poter far crescere una grande
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storia bisogna consolidarsi e proiettarsi nel futuro. Riuscire a realizzare un padiglione sport all’interno di una manifestazione così importante e radicata rappresenta per noi una bella sfida. Abbiamo tante idee e cercheremo di mettere a disposizione il nostro know how e le nostre competenze ed esperienze per creare contenuti fruibili dai target di tutte le età. Siamo veramente orgogliosi di poter collaborare con il Meeting. Lo sport è certamente competizione, con sé e con gli altri, ma è ancora uno spazio di dialogo e amicizia come avviene al Meeting? Attraverso lo sport i giovani possono imparare cosa vuol dire il rispetto dell’altro e dell’avversario, convivere con diversità culturali e creare anche legami con i propri compagni. Lo sport, anche quello individuale, richiede un gioco di squadra in team, dove ognuno ha un suo preciso ruolo e una propria importanza. Nello sport - come nella vita - se si vive in modo rispettoso di sé e dell’altro, tutto risulta più costruttivo e positivo. Tanto sport praticato ma anche grandi campioni al #meeting19
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NOW NOW, LA CREAZIONE ARTISTICA IN TEMPO REALE La dedicazione della basilica di Monreale
MONREALE, «SI APRÌ UNA PORTA NEL CIELO» Una mostra racconta il patrimonio di Sette giovani fede e di arte della Cattedrale artisti (più uno) realizzeranno La mostra «Si aprì una porta nel cielo. La Cattedrale di Monreale», a cura opere in diretta L’atelier di Francis Bacon
di Mirko Vagnoni dell’Università di Friburgo, che sarà ospitata nel padiglione A3, intende documentare il patrimonio artistico e la tradizione di fede del Duomo di Monreale, la maestosa cattedrale che domina la Conca d’Oro. Oltre al ciclo musivo più esteso del medioevo occidentale, il complesso ospita un chiostro di 47 metri di lato, con 228 colonne binate sormontate da capitelli con scene narrative e ornamentali, e la splendida icona della Vergine Odigitria, del 1170, che sarà eccezionalmente esposta in mostra. La decorazione del complesso di Monreale vide la partecipazione di maestranze greche e arabe, oltre che sicule e italiche, in una singolare coesistenza di linguaggi artistici che testimoniano una particolare modalità di vivere la fede come esperienza personale e comunitaria dentro la Chiesa, luogo della presenza di Cristo oggi. In questo quadro è da non perdere lunedì 19 agosto alle 21.30 nel Salone Intesa Sanpaolo B3 l’incontro “Il volto nell’arte”, con il presidente dell’Associazione Testori, Giuseppe Frangi e monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale. E non è tutto, perché venerdì 23 alle 21.30 in Sala Neri i mosaici siciliani ispireranno anche le armonie del pianista brasiliano Marcelo Cesena, con un concerto, realizzato in collaborazione con Regione Siciliana, nato proprio dalla “full immersion” dell’autore nell’arte di Monreale.
Una trilogia di mostre iniziata nel 2015 RONDONI SU “IL VOLTO NELLA POESIA”, IN A2 DELL’OTTO E IL BOOK CORNER
Una tavola dantesca di Gabriele Dell’Otto
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di Luca Fiore | NOW NOW. Come nasce un’opera d’arte compie una trilogia di mostre avviata nel 2015 con la presentazione di alcuni grandi maestri viventi, Tenere vivo il fuoco. Sorprese dell’arte contemporanea, e proseguita con l’incontro con alcune opere monumentali, da Andy Warhol e Michelangelo Antonioni ad Adrian Paci e Wim Wenders: Il passaggio di Enea. Artisti di oggi alle prese con il passato (2017). Al centro della mostra di quest’anno ci sarà una sorpresa: un grande dipinto storico che anticipa ed esemplifica il tema. Da questo capolavoro, il visitatore potrà assistere al lavoro di sette giovani artisti, che trasferiranno in Fiera il proprio studio per tutta la settimana. È così che il duo Giorgio Brina e Simone Novara, con le proprie sculture, porrà l’attenzione del visitatore sulla difficoltà del processo creativo e la sperimentazione di nuovi materiali, Alberto Montorfano, disegnatore e ritrattista, declinerà il proprio tratto a carboncino, dalla presa diretta, all’immagine multipla del manifesto, mentre Fabio Roncato presenterà il suo “cielo di mattoni”: una grande installazione che andrà formandosi lungo la settimana, in una poetica d’ispirazione giottesca. Danilo Sciorilli racconterà invece il suo mondo interiore
di scoperte e desideri con le sue video animazioni realizzate grazie a centinaia di disegni autobiografici, Elena Canavese monterà set fotografici tratti dal quotidiano, perché i piccoli oggetti domestici arrivino a raccontarci le dinamiche universali, e la pittrice Elisa Muliere tradurrà in colori le note di una musica diffusa in diretta. A completare la squadra dei giovani artisti non poteva mancare il linguaggio video, grazie a Stefano Cozzi, che realizzerà un documentario riprendendo gli artisti al lavoro e la loro interazione con il pubblico. In un’apposita sala, saranno realizzati vari talk, nei quali si alterneranno i protagonisti della scena artistica italiana, per raccontare come nasce un’opera d’arte. Focalizzare l’attenzione sul processo creativo è un modo con cui lo spettatore ha la possibilità di cogliere tutto l’aspetto entusiasmante e drammatico che sta dietro un’opera. Come documenta in modo eclatante lo straordinario dipinto al centro della mostra, poter vedere un artista all’opera è un’esperienza privilegiata, che ci rende capaci di guardare la realtà in modo nuovo e, come scriveva Guardini, «capire qualcosa dell’essere vivo che non avevi mai capito prima».
di Francesco Giunta | La letteratura è una parte fondamentale dell’identità di un popolo, per questo non può mancare al Meeting. Quest’anno gli appuntamenti principali saranno due. Il poeta Davide Rondoni e il linguista Salah Fadl (tra i redattori della Costituzione egiziana) saranno protagonisti dell’incontro “Dire il tuo volto… nella letteratura e nella poesia”, martedì 20 agosto alle 21.30 nel salone Intesa Sanpaolo B3. Proporranno una riflessione sul volto lavorando su immagini e testi della letteratura e poesia contemporanee. Dopo il successo dello scorso anno, inoltre, tornano al Meeting Franco Nembrini e Gabriele Dell’Otto, illustratore Marvel. Insieme allo scultore Adelfo Galli, venerdì 23 alle 21.30, sempre nel salone Intesa Sanpaolo B3, terranno l’incontro “Il Purgatorio di Dante… fra letteratura, scultura e fumetti”. È di questi mesi l’uscita di un commento del Purgatorio dantesco firmato da Franco
Nembrini con le illustrazioni di Dell’Otto. Come nel 2018, l’itinerario nella Commedia sarà oggetto di una mostra nel padiglione A2 con le nuove immagini di Dell’Otto e un gruppo scultoreo di Adelfo Galli dedicato a Dante e Beatrice. Per il secondo anno al Meeting sarà inoltre presente il Book Corner dell’Associazione Italiana Centri culturali, un’iniziativa che dice dell’importanza del libro per decifrare l’attualità in un momento storico in cui si fa più impellente la necessità di avere chiavi di lettura e strumenti di giudizio. Nello spazio del Book Corner che ha per titolo “Leggere è andare incontro a qualcosa che sta per essere e ancora nessuno sa cosa sarà” (Italo Calvino), si proporranno percorsi destinati soprattutto al pubblico più giovane: ultime uscite, narrativa, saggi, gialli, fantasy, poesia, teatro, young adult. La lista dei libri e degli autori presenti al Book Corner è sul sito www.centriculturali.org.
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Diritti e doveri nell’era della globalizzazione Trent’anni fa cadeva il Muro di Berlino. Il 1989, con la fine del bipolarismo, aveva aperto una fase nuova nella storia del mondo. Qualcuno scrisse che ormai era finita la storia, la globalizzazione sembrava aprire i cieli a nuove interdipendenze. Se tutti dipendiamo da tutti, si disse, non potranno che crescere il rispetto reciproco e la pace. Invece non solo nella vita personale ma anche nella vita pubblica sembra dominare la pretesa di diritti svincolati da ogni dovere verso la convivenza. Di qui nasce la riflessione di Diritti, doveri, vita pubblica, ciclo di incontri proposto da Luciano Violante, che esordirà lunedì 19 agosto alle 17 in Sala Neri con “Diritti, doveri, bene comune” a cui parteciperanno Violante stesso e il filosofo Costantino Esposito, con l’introduzione di Giorgio Vittadini. Il giorno dopo
alle 17.00 in Arena Internazionale A3 si parlerà sul tema “1989: Speranze e delusioni” con due storici: Giovanni De Luna e Agostino Giovagnoli. Mercoledì 21 agosto alle 11.30 i riflettori saranno puntati su una delle figure centrali del Meeting di quest’anno, Vaclav Havel, intellettuale, uomo di teatro e presidente della Cecoslovacchia prima e della Repubblica Ceca poi e della sua opera più celebre “Il potere dei senza potere”. Interverranno il suo segretario di un tempo Pavel Fischer, padre Francesco Occhetta de La Civiltà Cattolica e il direttore della Vaclav Havel Library, Michael Zantovsky. Sempre il 21 alle 15.00 in Auditorium Intesa Sanpaolo B3 il tema sarà “Europa: 1979-2019” con il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, monsignor Richard Paul Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati della Santa Sede, e il presidente dello Jacques Delors Institut, Enrico Letta. Vaclav Havel (1936-2011), drammaturgo, presidente della Cecoslovacchia e poi della Repubblica Ceca
GIULIO ANDREOTTI, IMMAGINI DI UNA VITA Una mostra per i cento anni dalla nascita «Per mio padre il Meeting era un pezzo del suo cuore». In mostra scatti privati e ufficiali ma anche vignette «Due giorni all’anno li festeggio in modo particolare: quello in cui sono nato, il 14 gennaio, e quello in cui vengo qui tra voi». È stato presente 28 volte Giulio Andreotti al Meeting, fin dalla prima edizione nel 1980. E il Meeting si prepara a ricordarlo con una mostra fotografica curata dai figli dal titolo «Giulio Andreotti immagini di una vita», di cui è uscito il catalogo per Skira. «La biografia per immagini è più efficace dei convegni e dei discorsi che dopo un po’ annoiano», spiega la figlia Serena. «Nella mostra emerge un Andreotti in larga parte inedito, che pochi conoscono. Tra l’altro ci sono anche varie vignette che lo riguardano. Nel grande archivio dell’Istituto Sturzo, che conserva le sue carte, abbiamo trovato più di 1500 vignette conservate da lui. E questo è un aspetto molto in linea con il suo carattere, gli davano fasti-
La torta per il novantesimo compleanno di Giulio Andreotti al Meeting 2009
dio noia e seriosità». La mostra sbarca al Meeting non per caso. «Per mio padre il Meeting era un pezzo del suo cuore», spiega Stefano, «la sua vacanza estiva si concludeva regolarmente a Rimini. Aveva un grande affetto per questa manifestazione, un bagno di folla di giovani che gli piaceva moltissimo. Fu presente anche nel 2009 quando non era al massimo della sua salute». La mostra documenta le fasi della lunga e intensa vita di Andreotti, sia pubblica - membro ininterrottamente del Parlamento dal 1945 al 2013, 27 volte ministro, 7 volte presidente del Consiglio -
sia privata. Al contempo sono ricordati e illustrati decenni di vicende italiane e internazionali e le figure di molti altri protagonisti che con Andreotti vi presero parte, appartenenti a tutti gli ambienti, politici, culturali, del cinema, dell’arte, dello sport, di cui egli fu interlocutore ricercato e ascoltato e spesso amico personale. Giulio Andreotti quindi torna per la ventinovesima volta al Meeting, in fondo realizzando quello che disse un giorno proprio in Fiera: «Ringrazio Iddio per farmi recidivo specifico per la mia partecipazione al Meeting, che spero di continuare».
La democrazia è a una svolta? Sabino Cassese e Luis Maduro a confronto Fin dalle sue origini il Meeting ha riflettuto sulla democrazia e il suo stato di salute. Venerdì 23 agosto alle 17 nel Salone Intesa Sanpaolo B3 si tornerà sul tema con l’incontro “Democrazia a una svolta”. Interverranno Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, che già da vari anni approfondisce questi temi al Meeting (nel 2017 ci parlò de “Il crollo delle democrazie“). Con lui, Luìs Miguel Poiares Maduro, Global Governance Programme Director, con l’introduzione di Antonio Polito, vicedirettore del Corriere della Sera. Anche i meccanismi della macchina amministrativa dello Stato saranno indagati giovedì 22 alle 17 nell’Arena Polis in A1, con un incontro sul tema della Public Governance con la partecipazione di Salvatore Taormina, dirigente della Regione Sicilia, l’amministratore unico di Studiare Sviluppo S.r.l. Alberto Gambescia, Bernardo Mattarella, docente di Diritto amministrativo all’Università Luiss e Luigi Fiorentino, capo di gabinetto del Ministero delle Politiche agricole.
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INTERGRUPPO, POLITICI IN DIALOGO
Lupi, Delrio, Giorgetti, Vittadini, Gelmini: incontro con l’Intergruppo al Meeting 2018
di Ubaldo Casotto | Culminerà con l’incontro al 40° Meeting di Rimini il lavoro dell’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà della XVIII legislatura che ha esordito proprio a Rimini lo scorso anno con la presentazione del suo Manifesto, che il Corriere della Sera, dedicandogli una pagina, intitolò “Un nuovo patto (senza muri) sul bene comune”. Promosso da 19 parlamentari di partiti diversi (primo firmatario Maurizio Lupi), il Manifesto è stato sottoscritto da oltre
duecento deputati e senatori convinti che «non serve oggi ulteriore discredito su tutto e su tutti, ma dialogo e collaborazione tra più forze, diverse tra loro ma capaci di costruire soluzioni condivise da proporre e discutere opportunamente in Parlamento». Quest’anno il lavoro si è focalizzato su tre punti: imprese e lavoro, educazione, regionalismo e istituzioni. Di “Rilanciare le imprese per creare lavoro”, si è discusso a Udine il 22 febbraio scorso, con il presidente della Regione Friuli
Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono. A Firenze, il 16 marzo, l’incontro su “Primo investimento l’educazione. Qualità e competenza dei giovani per il Paese”, presente il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Al regionalismo e alle riforme istituzionali, oggetto dell’intervento di Giancarlo Giorgetti l’anno scorso al Meeting, sono stati dedicati un seminario a porte chiuse, “Democrazia diretta, Parlamento, autonomia – Ripensare le istituzioni”, che si è tenuto il 21 marzo a Montecitorio con interlocutori istituzionali di altissimo livello: Filippo Patroni Griffi (Consiglio di Stato), David Ermini (Csm) e i presidenti emeriti Cesare Mirabelli (Consulta) e Giovanni Canzio (Cassazione); e un dibattito svoltosi a Milano il 23 marzo con Giorgetti ed esponenti di tutti i partiti. Segreteria scientifica e partner tecnico di questo lavoro sono stati la Fondazione per la Sussidiarietà (Giorgio Vittadini) e PwC (Andrea Toselli). A Rimini saranno disponibili gli atti che raccolgono questo lavoro e verranno presentate anche le proposte di legge trasversali che da esso sono scaturite.
PUBBLICITÀ avvenire
Ma quanti sindaci in Fiera I media sono molto attenti alla presenza di big della politica nazionale al Meeting, ma in realtà il contributo numericamente più significativo di amministratori pubblici viene dal basso - regioni e comuni - ed è anche una presenza costante nel corso degli anni. Venerdì 23 agosto si terrà anche un incontro sul tema “Le regioni e l’autonomia differenziata”, con i presidenti della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, della Lombardia Attilio Fontana, della Liguria, Giovanni Toti e della Regione Siciliana, Nello Musumeci. Con loro ci sarà anche Maurizio Figatti, presidente della Provincia autonoma di Trento. In altri contesti interverranno anche Luca Zaia, presidente del Veneto e il suo collega campano Vincenzo De Luca. Sul versante dei sindaci giovedì 22 alle 17 in Sala Neri ci saranno i primi cittadini di Milano, Giuseppe Sala e di Tirana, Erion Veliaj. Presenti in altri contesti anche i sindaci di Matera, Giulio De Ruggieri, di Bari, Antonio Decaro, di Ascoli Piceno, Guido Castelli e di Firenze, Dario Nardella.
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La “terza via” (rockettara) di Edoardo Bennato
“Figlio di mio padre” Dix racconta Telemaco
Non c’è due senza tre: Edoardo Bennato ha già calcato le scene del Meeting nel 1993 e nel 1995. Quest’anno il grande ritorno
Uno spettacolo che nasce dall’Odissea “minore”, la Telemachia, che racconta il viaggio interiore alla ricerca del padre
divertimento ed il pensiero, insomma un concerto ad alto contenuto rock & blues. Nel 2016 il mio brano “Pronti a salpare” ha avuto il privilegio di vincere il premio “una canzone per Amnesty” nell’ambito di Amnesty International, si tratta di una “canzonetta” che invita noi privilegiati, in teoria, del cosiddetto mondo occidentale che dovremmo essere pronti a salpare, a cambiare mentalità, in considerazione del nostro benessere futuro e quello dei nostri figli, non può più prescindere dalla soluzione dei problemi di quello che chiamiamo “terzo mondo”. Tra la spietatezza e il futile buonismo fatto per riempirsi la bocca nei “salotti buoni” bisogna trovare una terza via, non c’è più tempo da perdere.
Che ricordo ha dei precedenti incontri con il popolo del Meeting? La cosa che mi ha colpito di più nelle due precedenti edizioni a cui ho partecipato è lo straordinario impegno di migliaia di giovani, volontari che, a loro spese, organizzano un evento che va avanti da quarant’anni. Soprattutto mi piace il concetto per cui la “diversità” diventa un terreno di incontro, di valorizzazione per differenti culture e non solo in I temi sociali da sempre hanno ispiambito religioso. La sua lunghissima carriera è costellata di successi, fino a quelli più recenti del 2017. Cosa proporrà per il concerto di Rimini? Per quanto riguarda il mio concerto cerco, come sempre, di coniugare la spettacolarità con i contenuti, il
rato la sua produzione artistica, divenendo un marchio di fabbrica irrinunciabile. Cosa muove il suo istinto creativo? Cosa ha a cuore? Cioò che muove la mia creatività è il rock. La consapevolezza che, da sempre, ho sventolato una sola bandiera: quella del rock.
“Vorrei essere figlio di un uomo felice” è il titolo dello spettacolo che regalerà il ritorno di Gioele Dix al Meeting, mercoledì 21 agosto (21.45, auditorium Intesa San Paolo B3). Un monologo intenso, personale e divertente che usa come filo conduttore la vicenda di Telemaco alla ricerca del perduto padre Ulisse ,per diventare un discorso sulla paternità in generale: ignorata, perduta, cercata o ritrovata. «Parlando di padri, si parla di figli. E parlando di figli, si parla della condizione della vita: prima sei figlio, poi sei padre. Per cui provi le due sensazioni. L’esperienza del figlio te la porti addosso sempre, non ti abbandona mai, anche quando tuo padre se ne va. Come tanti anelli della stessa catena, di quella lun-
Ether di Zanussi: all’origine del mistero del male La prima volta fu il 28 agosto 1981, quando venne a presentare il suo film, allora appena uscito, Il Contratto. Krzysztof Zanussi quella sera era piuttosto emozionato, perché il giorno successivo avrebbe dovuto incontrare il suo connazionale Wojtyla a Castel Gandolfo. Martedì 20 agosto 2019, a quasi quarant’anni di distanza, il regista polacco tornerà ad incontrare ancora una volta (la sedicesima, per la precisione) il pubblico del Meeting, e anche in questo caso per presentare la sua
pellicola più recente, Ether, con Andrzej Chyra e Jacek Poniedzialek, un film dedicato all’origine del male, tema antico come l’uomo, ma che, oggi, come ha spiegato in un’intervista a un quotidiano italiano, «sta trionfando in tutti gli ambienti, dalla politica ai rapporti personali». Sullo sfondo delle trincee della prima guerra mondiale, il film racconta la storia di un medico militare dell’esercito asburgico che conduce esperimenti per arrivare a controllare le persone.
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ghissima storia che ha inizio da Adamo ed Eva», spiega il protagonista del monologo. Cornice della narrazione è la mitologia greca. «Lo spettacolo nasce dalla mia passione per l’Odissea e in particolare dei primi quattro canti da me amati, ma poco studiati in genere perché anche a scuola si privilegiano altri episodi (le sirene, la maga Circe…). L’Odissea “minore”, la Telemachia, racconta il viaggio iniziatico all’interno di se stessi. Il protagonista vero, Ulisse, fa il suo ingresso in scena successivamente. Creando un alone di attesa animato da tutte le persone che lo aspettano». Quello proposto da Dix è in fondo «un viaggio a cavallo fra la storia e il gusto per la mitologia greca ma anche un viaggio molto intimo, «con mie riflessioni di figlio e anche di padre, mettendo in luce tanti passaggi che davi per scontati quando eri figlio e invece non lo erano. Essere padri è un mestiere che nessuno t’insegna». In definitiva, «uno spettacolo dedicato ai padri che non ci sono che non ci sono più, anche a partire dal mio che mi manca tanto, con magone perché la vita è così: un percorso a zig zag tra gioia e dolore».
E i biglietti sono già online
Il regista polacco Krzysztof Zanussi
A partire dal 19 giugno fino al 16 agosto è possibile acquistare online i biglietti per gli spettacoli a pagamento. Vai al sito www.meetingrimini.org nella sezione Spettacoli o accedi direttamente al sito www.vivaticket.it. Qui potrai garantirti gli ingressi per lo spettacolo inaugurale, le performance di Edoardo Bennato e Gioele Dix e gli spettacoli Francesco e il Sultano e Pierre e Mohamed, oltre ai film Green Book, Ether di Zanussi, Spider-Man: Far from Home e Solo cose belle. Vivaticket mette a disposizione anche un servizio di acquisto telefonico al numero 892.234.
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VILLAGGIO RAGAZZI, UNA GRANDE PROPOSTA PER PICCOLI PARTECIPANTI E con “Le inaspettate vie di Hogwarts” arriva Harry Potter
Le mostre sono un appuntamento fisso al Villaggio Ragazzi, quest’anno è di scena Harry Potter
Un luogo sempre ricco di sorprese il Villaggio, ma mai di puro intrattenimento senza contenuti
di Luigi Ballerini | Anche quest’anno il Meeting pensa ai più piccoli. E lo fa ancora una volta con il Villaggio Ragazzi attraverso l’offerta delle sue mostre Le inaspettate vie di Hoghwarts, luci e ombre dei personaggi della saga di Harry Potter, del suo spettacolo quotidiano (ispirato alla poesia di K. Wojtyla “Il nome”), dei suoi laboratori (artistici, di matematica, scienze, scrittura, giochi da tavolo, bolle di sapone), del suo Teatro e del luogo dedicato alla lettura. Un posto speciale, quello del Villaggio, colorato e accogliente, dove bambini e ragazzi possono partecipare, nel modo più adatto all’età e alle loro esigenze, alla vita del Meeting. Gli incontri, le mostre, gli spettacoli, i libri proposti sono infatti parte integrante del Meeting, di esso ne condividono gli intenti, ne partecipano della proposta, ne respirano la tensione. Il Villaggio Ragazzi parte da una stima verso i più giovani - riconosciuti come ricchi di domande, di questio-
ni, di slanci e desideri - e dalla volontà di consentire loro di fare una vera esperienza del Meeting. Se i partecipanti sono piccoli, la proposta pensata per loro ha l’ambizione di essere grande, mai scontata e banale, mai puro intrattenimento senza contenuti. Il titolo poi della quarantesima edizione, Nacque il tuo nome da ciò che fissavi, è in perfetta sintonia con il Villaggio e il suo spirito. Il nome, ciò che mi appartiene e mi rende riconoscibile e chiamabile nel mondo, nasce dall’incontro con l’altro. E il Villaggio vuole proprio essere un luogo di incontro. Incontro tra bambini e ragazzi, fra pari quindi, sperimentando la possibilità di stare insieme in un modo ordinato, divertente e interessante al tempo stesso. Incontro tra i giovani e gli adulti che fanno loro compagnia e propongono le attività come una libera offerta cui aderire con lo slancio di cui si è capaci. Incontro con i libri, i laboratori, gli spettacoli, le mostre per coltivare le passioni già nate e scoprirne di nuove. Perché al Meeting, al Villaggio ragazzi, si diventa un po’ più grandi. Anche in una settimana. Anche solamente in qualche giorno.
UN ABBRACCIO CHE SI RINNOVA OGNI ANNO Il Meeting ogni anno è anche l’occasione per riabbracciare amici sparsi per l’Italia ed il mondo. La loro amicizia ci accompagna da lontano per 12 mesi e ad agosto esplode in un abbraccio. Sostenere il Meeting è questo abbraccio che dura 365 giorni all’anno, è l’amico lontano che condivide con noi la gioia e la fatica per la co-
struzione della nostra storia. È possibile sostenere la costruzione del Meeting e accompagnare ogni anno la sua realizzazione in tantissimi modi: il 5x1000, ad esempio, è un gesto semplice, che si attua manifestando la preferenza attraverso la firma sulla propria dichiarazione dei redditi (come spiega il sito 5x1000.meetingrimini.org).
Un momento di Meet the Meeting. La seconda edizione si è svolta il 1 giugno in 40 piazze d’Italia
Inoltre in qualsiasi momento è possibile donare online sul sito sostienici.meetingrimini.org o attivare una donazione continuativa. Questa, specialmente, è una forma di sostegno che sempre più persone hanno deciso di avviare per dimostrare la loro volontà di essere a fianco del Meeting tutti i giorni, soprattutto in vista di questa quarantesima edizione a cui desideriamo dare un rilievo del tutto particolare. In molti casi infine nascono forme di sostegno grazie alla creatività dei sostenitori che diventano loro stessi protagonisti di iniziative di raccolta fondi come gli eventi di piazza (ad esempio “Meet The Meeting”). Durante il Meeting ad agosto, poi, come ormai è consuetudine, incontreremo amici e visitatori alle postazioni di Fundraising presenti nei padiglioni della Fiera di Rimini, sotto il cuore rosso che oggi è diventato il segno di questo nostro impegno comune nella costruzione del Meeting.
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Un’app dalle mille risorse DISPONIBILE IN ITALIANO E IN INGLESE SU PIATTAFORMA IOS E ANDROID
PROGRAMMA ED EVENTI DEL MEETING A PORTATA DI SMARTPHONE
Lo staff di Altramarca-Mediacrossing al lavoro
Una grande novità per il Meeting la app “Meeting Rimini” realizzata da Altramarca – Mediacrossing che esordisce a fine giugno, in versione sia Android sia IOS, che permetterà ai visitatori del Meeting di essere aggiornati istante dopo istante su tutti gli eventi della manifestazione. Qualche anticipazione sulle funzionalità: l’app sarà in due lingue, italiano e inglese, permetterà di accedere al programma dell’evento e alle varie sezioni di cui è composto - convegni, mostre (che saranno prenotabili da app) e spettacoli in modo dinamico ed interattivo, per una piacevole esperienza di navigazione. Sarà possibile ricevere notifiche sugli argomenti di maggiore interesse più tutte le informazioni di servizio per una migliore fruizione dell’evento. Durante il Meeting poi potrete ricevere ogni giorno una selezione della rassegna stampa con gli articoli più interessanti appena usciti nelle edicole e sui siti di news. Infine per i patiti dei social abbiamo predisposto un social wall che vi permetterà di non perdere neppure un post tra quelli pubblicati sui vari canali social dal Meeting o da chi usa l’hashtag #meeting19. Tutti i contenuti verranno prelevati “live” dal sito, ma soprattutto app e sito si divideranno il lavoro. Ad esempio l’agenda dinamica MyMeeting che permette di creare percorsi personalizzati di fruizione dell’evento e le audioguide della mostre saranno disponibili solo su app. Scarica subito l’app “Meeting Rimini” sul tuo smartphone e vivi il Meeting alla grande!
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Segui il Meeting sui social media! bit.ly/Facebook_meeting spettacoli, mostre, convegni, esperienze e incontri: vivili online ogni giorno bit.ly/Instagram_meeting un Meeting da protagonisti: la gallery si amplierà grazie ai tuoi contenuti bit.ly/Youtube_meeting per seguire in diretta e poi on demand tutti gli incontri in programma bit.ly/Twitter_meeting un social di servizio: potrai ottenere informazioni in tempo reale
bit.ly/Linkedin_meeting per condividere spunti e approfondimenti sulla tua rete professionale
bit.ly/Flickr_meeting ti darà modo di rivivere il Meeting attraverso decine di album di immagini
VIENI AL MEETING! Info per una settimana al top IL PROGRAMMA Il programma del #meeting19 è consultabile dal sito internet dell’evento www.meetingrimini.org e sull’app ‘Meeting Rimini’ in lingua italiana ed inglese scaricabile da Apple Store e Google Play. PARCHEGGI FIERA Fiera di Rimini, via Emilia 155, Rimini (ingressi a Sud ed Ovest). Sono a disposzione 9.000 posti auto gratuiti, di cui 1.000 in prossimità dell’ingresso Sud e 8.000 dell’ingresso Ovest. I parcheggi per disabili si trovano all’ingresso dei Park Ovest 1 e 2, i parcheggi per camper all’ingresso Ovest / zona 3. Le aree camper non saranno dotate di allacciamento elettrico.
SERVIZIO NAVETTA Per tutta la durata della manifestazione la Fiera di Rimini sarà collegata al resto della città con un servizio navetta seguendo tre percorsi: Linea 5 - Linea 9 - Linea 10. I titoli di viaggio saranno validi sulla rete di Start Romagna in relazione alla validità oraria e/o giornaliera e delle zone del territorio. AL MEETING IN TRENO Al Meeting in treno? Certo! È comodo e soprattutto ti porta proprio alle porte della manifestazione. La stazione ferroviaria Rimini Fiera sarà attiva per vari treni regionali, interregionali, Frecciarossa e Frecciabianca. Per info consultare il sito www.trenitalia.com.
MYMEETING Un’area riservata dove potrai salvare tutti i tuoi appuntamenti preferiti, gli incontri a cui vuoi partecipare, prenotare la visita guidata alle mostre e programmare la tua settimana. Attenzione: quest’anno MyMeeting sarà solo sull’app “Meeting Rimini”, non sul sito. PRENOTA LA TUA MOSTRA Le mostre del Meeting sono sempre richiestissime. Per risparmiare tempo ed evitare file, usa l’app “Meeting Rimini” (non il sito web), potrai scegliere l’orario e indicare per quante persone prenotare una visita guidata, tutti i giorni dalle 10.30 alle 23.00. Le prenotazioni saranno attivate a fine luglio.
PREVENDITA SPETTACOLI La prevendita dei biglietti degli spettacoli a pagamento è aperta dal 19 giugno sul sito del Meeting e si concluderà il 16 agosto. I biglietti possono essere acquistati anche sul sito www.vivaticket.it. INTERNATIONAL MEETING POINT Al Meeting ogni anno giungono visitatori da oltre 40 paesi del mondo: per ognuno di loro l’International Meeting Point, al centro della Fiera in Hall Sud, è un punto di riferimento sicuro. Info in tempo reale, materiali nelle varie lingue, relazioni tradotte, assistenza per ogni tipo di esigenza: per non perdere nulla di un evento dal dna internazionale.
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18-24 AGOSTO
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Ristorazione per tutti i gusti Davvero ricca quest’anno l’offerta ristorativa al Meeting, con menu per tutti i gusti, dalla cucina regionale allo street food, ma anche per tutte le tasche, con un’attenzione particolare a contenere i prezzi, pensando soprattutto alle famiglie con bambini. Eccovi una sintetica presentazione di tutti i principali punti ristorativi con le loro caratteristiche, una guida al gusto per orientarsi tra tante stuzzicanti proposte.
Ristorante Romagnolo Azdora, Punto Benessere Orogel e Ristorante Garbino C5 Uno spazio, tre proposte: il ristorante romagnolo con lasagne, strozzapreti, cannelloni e piadina, un punto dedicato al mangiar sano e uno spazio per gustare piatti di pesce.
Ristorante Bergamasco A4 Sapori antichi e naturali della tradizione bergamasca si respireranno nell’aria del padiglione A4 e si gusteranno in tavola. Salumi e formaggi, stracotto e polenta provenienti direttamente da Bergamo vi aspettano al Meeting!
Fast Food C1
Street Food Piscine Ovest
Tantissime le proposte di hamburger, hot dog, primi piatti, pulled pork e piadine in un intero padiglione caratterizzato dal tema della Route 66, la leggendaria highway che attraversa gli USA da parte a parte.
Non mancherà, sulla Piscina Ovest, il punto Street Food dalla grintosa cucina moderna. Un’occasione per gustare ghiottonerie, dal kebab alla piadina fritta, godendosi la musica live delle piscine nella Fiera di Rimini.
Bar Alcamo A1
Family Fast Food A5
Gelaterie, Bar e Creperie
Cannoli da leccarsi i baffi, granite, arancini, latte di mandorla e tutte le specialità siciliane nel sempre presente e storico Bar Alcamo, che vi aspetta nel padiglione A1. Non mancherà il “salato siciliano”, proposta alternativa per il pranzo.
Il meglio del fast food sano e genuino. Piatti semplici e di qualità con un occhio particolare ai bambini: pasta al pomodoro, cotolette, patatine, cibo come una volta, prezzi competitivi, atmosfera allegra e… la pizza!!!
Dal padiglione dello Sport al Bar benessere dell’Area Salute, dalla grande gelateria del fast food alle creperie, non mancheranno, sparsi per la Fiera, tanti punti ristorativi e golosi in cui fermarsi a fare una pausa.
Ristorante Cilentano D3
Birreria D3
Ristorante Annatura B1
È senza paragoni la ricchezza gastronomica di una terra che come poche sa apprezzare il buon vivere passando per la tavola: il Cilento. Quest’anno, per la prima volta al Meeting, un assaggio della gustosa cucina cilentana.
Come ogni anno sarà presente un punto dedicato esclusivamente alla birreria, dove potersi rinfrancare e bere in compagnia tra una mostra e un convegno. Birre artigianali per tutti i gusti proposte da La Piazza dei Mestieri di Torino.
Un ristorante completamente gestito dal Meeting, che si ispira alla filosofia Annatura: stile di vita sano e prodotti della terra. Quindi un menu genuino ma gustoso, naturale ma succulento. Una vera rivoluzione del cibo!
Caffetteria O’ Caffè O’ Ver C5
Regione Friuli D2
Regione Liguria A3
La riscoperta del territorio e delle tradizioni culinarie italiane al Meeting prosegue nell’edizione 2019 con il Friuli, che porterà nel padiglione D2 il meglio dei suoi salumi e formaggi… e ovviamente i suoi famosissimi vini, dal Tocai al Picolit.
Nel padiglione A3 la Liguria proporrà alcune specialità caratteristiche del territorio da leccarsi i baffi. E cosa rappresenta più la gastronomia ligure di un bel piatto di trofie al pesto rigorosamente artigianale?
Direttamente dalla Campania, per la prima volta al Meeting O’ Caffè O’ Ver, una caffetteria che sarà anche molto di più: insieme al vero caffè napoletano, infatti, saranno offerte presentazioni, incontri e piccoli spettacoli.
Sagra Pugliese Piscine Ovest La vera essenza della Puglia in tutte le sue sfaccettature! Tra pizzica e taranta, si potranno gustare anche panzerotti, bombette, il panino con il capocollo e altre specialità della cucina tradizionale pugliese.