Euro 16,00 (I.i.)
Alessandro Taurino
delle differenze e sessualità
Alessandro Taurino è professore associato in psicologia clinica presso l’Università degli Studi di Bari e psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico. Studioso esperto di questioni di genere e orientamento sessuale, ha tra i suoi principali interessi di studio, ricerca e intervento il tema della sessualità, dell’omosessualità, del transessualismo e transgenderismo, della prevenzione e contrasto all’omofobia e della transfobia in contesti educativi, scolastici e formativo-istituzionali. Si occupa anche di pluralità dei modelli familiari e delle funzioni genitoriali con specifico rimando al contesto socio-culturale contemporaneo. Collabora con diverse realtà associative e istituzionali per la promozione delle pari opportunità di genere e di orientamento sessuale, coordinando e gestendo interventi formativi per il superamento di stereotipi e pregiudizi omotransfobici. Ha pubblicato diversi articoli su riviste nazionali e internazionali. È autore e co-autore di numerosi volumi e saggi inerenti il tema della sessualità, della genitorialità, della psicologia clinica e degli interventi formativi e psico-educativi in chiave clinico-dinamica. Con le edizioni la meridiana ha pubblicato Due mamma e due papà (2016) sul tema della genitorialità omosessuale.
Alessandro Taurino
Cultura delle differenze e sessualità
Dal rapporto sesso/genere alla fluidità dell’identità
Cultura
Di cosa parliamo quando facciamo riferimento a categorie quali sesso, genere e differenze di genere nell’ambito della riflessione sulle sessualità oggi? È possibile ancora considerare il sesso (e quindi la biologia) come un destino da cui non è possibile sfuggire relativamente alla definizione dell’identità di genere individuale? Il costrutto di genere aiuta a destrutturare visioni biologiste? È corretto legare l’identità sessuale a una logica dicotomica (differenza maschio-femmina) fondata sul sesso? Oppure è possibile acquisire codici ermeneutici in grado di dare statuto di esistenza e legittimazione a soggettività che sfuggono alla classificazione insita nel binarismo sessuale? A partire da queste domande il volume compie un viaggio nel complesso universo delle identità sessualmente connotate, attraverso il continuo riferimento a un articolato corpus teorico-epistemologico e metodologico di matrice psicologica (e non solo). L’obiettivo che accompagna la riflessione è chiarire che, per comprendere la complessità della realtà che abitiamo, è necessario interrogare stereotipi culturali e categorizzazioni biologistiche, i cui riflessi incidono fortemente sui processi di costruzione identitaria di ciascuno/a. Le pagine sono un invito a guardare l’essere umano, il Sé e la corporeità, con occhi liberi da approcci naturalistici e deterministici, aprendo il varco alla comprensione di tutte quelle soggettività sessuate che, incarnando il nomadismo, l’ibridazione e la fluidità, superano le strettoie del dimorfismo sessuale. L’autore accompagna per mano lettori e lettrici verso l’acquisizione di un vero e proprio “discernimento empatico” che, rispetto alle questioni di genere, si fonda su paradigmi inclusivi, pluralisti e democratici. L’esito è la valorizzazione di una profonda e radicale cultura delle differenze fondata sul principio della relazione, della reciprocità, della condivisione, dell’amore, della nonviolenza, della tutela dell’autenticità e della garanzia dei diritti.
ISBN 978-88-6153-20-7
9 788861 538207
cover_Taurino_differenze.indd 1
07/04/21 09:27
premesse_Taurino_differenzee.indd 6
07/04/21 09:30
Alessandro Taurino
Cultura delle differenze e sessualità
Dal rapporto sesso/genere alla fluidità dell’identità
premesse_Taurino_differenzee.indd 3
07/04/21 09:30
Indice
Introduzione. Tra interrogativi di partenza e risposte da ri-cercare ................................................................................... 9 1. Sesso, genere e identità 1.1 Considerazioni introduttive e approcci teoricometodologici ................................................................... 15 2. Approccio biologico e sessualità. Il sesso come antecedente fondativo della differenza 2.1 La centralità del sesso. Gli esiti del fondamentalismo biologico ......................................................................... 21 2.2 Dal sesso alla teoria della differenza sessuale .................... 32 2.3 Teorie della differenza in psicologia ................................. 40 2.4 Brevi considerazioni conclusive. Oltre la biologia come destino ............................................................................ 50 3. La centralità del genere. Approccio socio-culturale e sessualità 3.1 Approccio socio-culturale, genere e teorie della differenza 53 3.2 Principi di base dell’approccio socio-costruzionista .......... 55 3.3 Stereotipi sessuali e di genere: una sintetica definizione ... 57 3.4 Contesti di produzione e riproduzione della mascolinità e della femminilità .......................................................... 60 3.5 Minaccia legata agli stereotipi e ricorsività delle dinamiche sociali .............................................................................. 68 3.6 Rappresentazioni sociali di genere e linguaggio ................ 69 3.7 Implicazioni discorsive del costrutto di genere ................. 72 3.8 Considerazioni di sintesi e nuove aperture: il genere come precursore semantico del sesso ......................................... 77 4. Dal genere al post-genere: il superamento di logiche binarie. Verso una teoria della soggettività 4.1 Genere e pluralismo identitario. Il limite del binarismo ... 81 4.2 Uno sguardo ai nostri tempi: categorie per leggere la contemporaneità e l’identità sessuale ............................... 82
premesse_Taurino_differenzee.indd 7
07/04/21 09:30
Alessandro Taurino
4.3 Generi e differenze: verso una teoria della soggettività ..... 88 4.4 Identità sessuali nell’orizzonte contemporaneo: quali ricadute della teorizzazione queer? ................................... 98 4.5 Interconnessioni .............................................................. 104 Considerazioni conclusive: quando finirà la banalità del male? ......................................................................................... 107 Bibliografia .................................................................................... 121
8
premesse_Taurino_differenzee.indd 8
07/04/21 09:30
Introduzione. Tra interrogativi di partenza e risposte da ri-cercare Perché scrivere un libro sulla psicologia delle differenze di genere? E di cosa parliamo quando facciamo riferimento a categorie quali sesso, genere, differenze sessuali e di genere nell’ambito della riflessione sulle sessualità oggi? Quali gli ancoraggi da recuperare per cogliere l’intreccio tra vissuti individuali e rappresentazioni collettive in tema di identità sessualmente connotata, a partire dai nostri corpi, dalle istanze che provengono dal nostro mondo interno e dallo spazio del desiderio entro cui prendono forma e si disvelano inscindibili nessi tra poteri e saperi (Foucault, 1972, 1976, 1978, 1985a, 1985b)? Sono questi i primi interrogativi da cui vorrei partire per introdurre l’obiettivo di questo volume che, per buona parte, riprende costrutti da me già approfonditi e sviluppati in una precedente pubblicazione (Taurino, 2005). La scelta di riproporre la discussione su una specifica questione che rientra a pieno titolo nella mia attività di studio e ricercaintervento, dipende in primissima istanza dal tentativo di rivisitare, aggiornare, integrare, ampliare (e in alcuni punti anche revisionare) le argomentazioni che hanno sostanziato il precedente studio su tale campo semantico. Questo intento ha consentito una simbolica immersione nel flusso del sapere e della conoscenza che investe e, in parte trasforma, l’evoluzione degli approcci interpretativi che riguardano la sessualità, intesa come una delle dimensioni fondamentali delle nostre vite. Non posso non riconoscere tuttavia che, al netto di una tendenza puramente speculativa, nella mia mente è subito affiorato il dubbio su quale potesse essere il senso di questa operazione concettuale. Cosa c’è, infatti, ancora da dire o da investigare ulteriormente su un tema oramai così presente nel discorso sociale, tanto da essere definitivamente uscito da quel cono d’ombra in cui era stato confinato e relegato a causa dell’opposizione eser-
premesse_Taurino_differenzee.indd 9
9
07/04/21 09:30
Alessandro Taurino
10
premesse_Taurino_differenzee.indd 10
citata da dinamiche di occultamento/censura e dalla pervasività di ideologici posizionamenti politico-culturali di stampo sessista, genderista ed eterosessista? Non nego che, sulla scia di una fallace convinzione, in più occasioni ho pensato di abbandonare questo progetto editoriale, quasi illusoriamente convinto che gli orientamenti pluralisti si configurino oramai come patrimonio interiorizzato e graniticamente acquisito all’interno dei modelli culturali che definiscono le odierne concezioni della sessualità, così come la visione contemporanea dei rapporti tra i generi. Il risveglio dal torpore del dubbio, e della quasi raggiunta resa rispetto alla possibilità di ridare corpo e vigore al mio investimento nella scrittura, è stato determinato, in un vortice di elementi interconnessi, dalla semplice registrazione dell’esistente, da accadimenti che segnano forti battute d’arresto rispetto ad auspicabili processi di cambiamento; da suggestioni provenienti dall’osservazione di diversi fatti di cronaca; dalla lettura di slogan genderisti e/o omobitransfobici che invadono gli spazi dilatati del nostro mondo digitale che, direttamente o indirettamente, abita la nostra quotidianità. Non sono da tralasciare nel contempo le tante dichiarazioni pubbliche di politici di turno o personaggi di spicco appartenenti a differenti contesti istituzionali o associativi che, a livello subliminale e/o intenzionale, contribuiscono a influenzare o a direzionare i processi di stratificazione dei nostri sistemi di credenza. Nella parte conclusiva del volume rivelerò quale è stato in realtà, tra tutti i fattori appena indicati, il primum movens che ha sollecitato in me la necessità di riattraversare argomentazioni scientifiche e orientamenti epistemologici volti a chiarire la complessità dell’identità e delle differenze di genere oggi. In questa sede basti evidenziare che lo sguardo alla contemporaneità mi ha consentito di riportare alla luce vecchi interrogativi che consideravo in parte già risolti a livello di sapere condiviso e che, al contrario, appaiono ancora caratterizzati da elementi di confusione e aspetti di distorsione in grado di generare e riprodurre sistemi di credenza di tipo manipolativo tesi a reiterare pervicaci processi di stigmatizzazione, pregiudizio e discriminazione. Il rimando è, in termini metodologici, alle questioni che ineriscono il rapporto tra sesso e genere nell’organizzazione delle attuali concezioni dell’identità sessualmente connotata, senza trascurare
07/04/21 09:30
IDENTITÀ FLUIDE
la relazione tra i due costrutti in oggetto nella determinazione della complessità del vissuto soggettivo rispetto alla sessualità oggi. Esplicitando i nodi centrali della trattazione che intendo condurre, le domande che orienteranno la riflessione ruotano intorno alle seguenti aree di investigazione: • è possibile considerare il sesso (e quindi la biologia) come un destino da cui non si può sfuggire o prescindere? • In che modo il genere (come significante di dimensioni socioculturali) si contrappone a concezioni prettamente biologiche della sessualità? • Quale categoria deve essere considerata prioritaria nel definire l’identità sessuale di un individuo: il sesso come antecedente fondativo del genere e della differenza, oppure il genere come costrutto che bypassa i limiti insiti nella categoria di sesso? • L’identità sessuale/di genere deve essere ancora legata a una logica dicotomica (differenza maschio-femmina) fondata sul sesso? Oppure, proprio attraverso il costrutto di genere, è possibile acquisire codici ermeneutici in grado di dare statuto di esistenza a soggettività che sfuggono alla classificazione binaria? • Attraverso quali configurazioni identitarie trova oggi reale espressione l’eventuale superamento del binarismo sessuale? Sono queste le articolate questioni alle quali cercherò di dare una risposta attraverso questo contributo, strutturando un percorso concettuale che miri ad offrire un’analisi in chiave psicologica (e non solo), delle determinanti specifiche dei costrutti di sesso, genere e identità come organizzatori semantici della nostra trattazione. Più nello specifico, entrando nel merito della descrizione dei contenuti del volume, nel Primo Capitolo verranno sinteticamente presentate le dimensioni costituive delle categorie di sesso e genere dal punto di vista delle loro connotazioni teorico-concettuali. Nel Secondo Capitolo approfondirò il discorso sulle implicazioni insite nell’utilizzo della categoria di sesso per la rilevazione delle matrici dell’identità sessuale, facendo riferimento a due precisi ambiti disciplinari fondati su un sistema teorico-metodologico di stampo, rispettivamente, biologista e individualista: la sociobiologia e la psicologia della personalità e delle differenze indivi-
premesse_Taurino_differenzee.indd 11
11
07/04/21 09:30
Alessandro Taurino
12
premesse_Taurino_differenzee.indd 12
duali. La parte dedicata alla trattazione della sociobiologia intende evidenziare come tale disciplina valuti la differenza sessuale attraverso un modello interpretativo centrato sul riduzionismo biologico-genetico e su un approccio evoluzionistico. La seconda parte del capitolo affronterà la discussione sulla psicologia differenziale dei sessi, esaminando ed esplorando i fondamenti di specifici modelli teorici attraverso cui, a partire dagli anni Cinquanta fino agli anni Ottanta del Ventesimo secolo, una specifica area della psicologia ha sviluppato l’analisi del sistema di personalità maschile/femminile. Il riferimento è al modello della congruenza, a quello dell’androginia psicologica e a quello maschile (Taurino, 2003, 2005; Bonnes, 1988). Il Terzo Capitolo, spostando il baricentro sul costrutto di genere, focalizzerà l’attenzione sull’approccio psicosociale al tema della differenza sessuale, presentando le ricadute dei fattori socioculturali nella determinazione delle rappresentazioni sociali e dei vissuti individuali e intersoggettivi inerenti la dicotomia maschile-femminile. Una parte rilevante della riflessione verrà dedicata agli stereotipi sessuali e di genere, i quali verranno analizzati dal punto di vista del loro contenuto e della loro funzione, fermando l’attenzione sui principali agenti di socializzazione che legittimano e continuano a trasmettere modelli culturali e processi di simbolizzazione della mascolinità e femminilità in chiave stereotipica e fortemente binaria. Il Quarto Capitolo, estendendo la portata teorico-epistemologica del paradigma socio-culturale, partirà dal presupposto che per cogliere le attuali configurazioni della realtà di genere è necessario inscrivere tale studio all’interno dell’esame delle dinamiche che contraddistinguono la nostra contemporaneità, i cui topoi fondamentali possono essere individuati in criteri quali complessità, decostruzione, destrutturazione di visioni tradizionali, molteplicità, pluralismo, valorizzazione delle differenze, superamento del dualismo, critica alla rigidità di dicotomie escludenti. Tale approccio, fungendo da sfondo integratore a visioni più “complesse” di sessualità e di identità di genere, condurrà alla decostruzione stessa della categoria di genere; categoria che muovendosi ancora all’interno di una logica binaria (contrapposizione tra maschile e femminile) risulterebbe oggi incapace di cogliere l’articolata variabilità delle attuali configurazioni identitarie. La considerazione della decostruzione del genere nei generi, della
07/04/21 09:30
IDENTITÀ FLUIDE
differenza nelle differenze e dell’identità nella molteplicità di forme identitarie possibili, consentirà la simbolica e reificante epifania di quelle soggettività post-genere che animano gli scenari della nostra contingenza storico-culturale, costringendo all’assunzione di adeguati paradigmi di identificazione e legittimazione in grado di annientare meccanismi di esclusione e segregazione. L’auspicata e auspicabile conclusione di questo viaggio sarà la possibilità di riuscire a dimostrare la rilevanza di dispositivi discorsivi volti a decostruire concezioni pregiudizievoli relative alle identità di genere, superando le trappole epistemologiche di quel rigido fondamentalismo biologico che continua a minare alla base le matrici di sistemi culturali tesi a cogliere la specificità, la peculiarità, l’originalità, l’unicità, di vissuti soggettivi che oltrepassano i limiti posti da visioni tradizionali orientate a negare adeguati riconoscimenti e necessarie dinamiche di inclusione e integrazione. Si spera di contribuire in tal modo al sovvertimento delle asfittiche strettoie di un pensiero dicotomico fondato sul naturalismo sessuale e su approcci di tipo individualistico, destrutturando quelle distorsioni del pensiero e della rappresentazione che continuano a reificare una cultura della devianza, intesa come impostazione concettuale che tradisce potentemente, non solo lo spirito dei nostri tempi, ma soprattutto la vita, la dignità e l’umanità di donne e uomini che fanno delle differenze “incarnate” il vessillo della loro autentica individualità.
13
premesse_Taurino_differenzee.indd 13
07/04/21 09:30
1. Sesso, genere e identità La differenza sessuale rappresenta il luogo in cui si formula e si riformula l’interrogativo concernente la relazione tra il biologico e il culturale, dove deve e può essere posta, ma dove non può, specificamente parlando, essere trovata una risposta Judith Butler
Considerazioni introduttive e approcci teorico-metodologici Uno dei primi ancoraggi (se non proprio il primo) che, dal punto di vista cognitivo, applichiamo in termini classificatori quando cerchiamo di definire un individuo, è l’indicazione/rilevazione della sua identità sessuale/di genere. È, infatti, immediato riuscire a dichiarare, in senso lato, se una persona sia un maschio oppure una femmina e dovremmo riuscire a fare questa distinzione in modo apparentemente non problematico. Sembrerebbe un dato inconfutabile che il genere umano risulti organizzato, dal punto di vista della differenza sessuale, sulla base di un binarismo che contrappone gli uomini alle donne. Al momento della nascita l’etichetta prioritaria che connota gli individui relativamente all’identificazione personale, segnando nel contempo l’ingresso nel mondo sociale, è proprio l’essere maschio o femmina. Tale etichetta viene, però, messa profondamente in crisi o salta del tutto nei casi di neonati/e intersessuali. Fermandoci tuttavia all’ambito di ciò che delinea, a livello di rappresentazione sociale dominante, la dimensione “normativa” della sessualità, è possibile rilevare che l’identità personale è contrassegnata, in primissima istanza, dall’appartenenza sessuale.
premesse_Taurino_differenzee.indd 15
1.1
15
07/04/21 09:30
Alessandro Taurino
16
premesse_Taurino_differenzee.indd 16
Maschile e femminile si configurano come due categorie complementari e reciprocamente escludentisi, nelle quali sarebbero collocati tutti gli esseri umani. Anche sul versante individuale, l’appartenenza di genere è uno dei parametri basici utilizzati e applicati per definire se stessi (Levorato, 2002; Santrock, 2008). Gli studi di psicologia dello sviluppo dimostrano che il riconoscersi come appartenenti all’uno o all’altro sesso biologico (in quanto maschi o femmine) si struttura in momenti molto precoci della crescita. Tale percezione è uno dei primi processi di categorizzazione che bambini e bambine imparano ad applicare a se stessi/e e agli altri/e, passando, in termini evolutivi dalla conquista di particolari consapevolezze quali: a) la stabilità di genere, che si struttura intorno ai 4/5 anni ed è legata all’acquisizione che il sesso di una persona rimane invariato per tutta la vita; b) la costanza di genere, che si definisce intorno ai 6/7 anni e che inerisce l’interiorizzazione che il genere di un individuo rimane lo stesso a dispetto delle apparenze o della variazione di dimensioni sovrastrutturali quali, ad esempio, il taglio di capelli, l’abbigliamento, il comportamento, ecc. (Schaffer, 1998). Va comunque evidenziato, ancora una volta, che la presenza di bambini/e con disforia di genere, di bambini/e e/o adolescenti gender variant o gender non conforming amplia notevolmente il ventaglio delle possibilità, riducendo la portata generalizzante e assolutistica di tale concezione (Duron, 2013; Massara, Manzon et al., 2012; Gregor, Hingley-Jones, Davidson, 2015; Graglia, Nadalin, 2016). Pur interiorizzando stabilità e costanza di genere non è detto che tali acquisizioni rispecchino il reale e autentico vissuto individuale. Affronteremo in seguito l’analisi critica della teoria del dimorfismo sessuale. Per il momento, rimanendo su un piano generale della definizione, ne deriva che solo applicando una logica dicotomica fondata su un criterio di supposta naturalità, si potrebbe giungere alla conclusione che tutti/e siamo, rispettivamente, uomini o donne, o forse dovremmo dire maschi o femmine, dal momento che la coppia categoriale uomini/donne, al di là di ciò che si intende secondo il senso comune, presuppone, dal punto di vista del significato, accezioni che differiscono in modo sostanziale rispetto a quelle insite nella seconda diade semantica (maschi/femmine). Per approfondire questo aspetto facciamo riferimento, in prima battuta, al significato che, per la stessa lingua italiana, posseggono le due coppie di termini indicate (ossia maschio/femmina; uomo/donna).
07/04/21 09:30
IDENTITÀ FLUIDE
Maschio: negli organismi a sessi separati, l’individuo portatore di gameti maschili atti a fecondare quelli femminili al fine della riproduzione della specie. Femmina: negli organismi a sessi separati, l’individuo portatore di gameti femminili atti a essere fecondati da quelli maschili al fine della riproduzione della specie (Zingarelli, 2018).
Un individuo riconosciuto come femmina o maschio è un soggetto caratterizzato da proprietà special-specifiche di tipo eminentemente biologico-genetico. È interessante inoltre notare, a mo’ di inciso (con tutte le valenze simboliche in essa implicate), che nella definizione appena presentata la dimensione biologica si rivela come enunciativa di un paradigma di attività (maschile) e passività (femminile) centrato sulla considerazione dell’atto fecondativo insito nella definizione stessa dei termini maschio/femmina. Relativamente alla coppia semantica uomo/donna è possibile rilevare la seguente esplicitazione: Uomo/donna: [1] Ogni essere umano di sesso [rispettivamente] maschile e femminile, considerato rispetto alle sue qualità, attributi, caratteristiche, e sim. e intellettuali e morali, positive o negative. [2] Ogni essere umano di sesso [rispettivamente] maschile e femminile, considerato in relazione allo specifico contesto sociale, economico, politico, storico e sim. in cui vive, alla posizione che occupa, alla funzione che svolge e sim.
Come è possibile osservare da tali enunciazioni, i termini uomo/ donna presuppongono aspetti che, pur partendo dal riconoscimento del dato biologico (il sesso maschile/femminile), ampliano i confini di significato, includendo e comprendendo sia il rimando a tutta una serie di aspetti (qualità, attributi, carattere, ecc.) che prescindono dalla stessa base biologica, sia il riferimento al contesto sociale, politico e storico-ideologico, come ambito imprescindibile per l’etichettamento di ciò che rientrerebbe nella strutturazione della mascolinità e della femminilità relativamente a ruoli e funzioni. Le definizioni concettuali di uomo o donna rimandano inoltre a un ambito semantico che si rivela più ampio e complesso, dal momento che, anche dal punto di vista del linguaggio e della conseguente rappresentazione, essa può essere applicata a tutte quelle “condizioni” identitarie in cui non vi sia un allineamento
premesse_Taurino_differenzee.indd 17
17
07/04/21 09:30
Alessandro Taurino
18
premesse_Taurino_differenzee.indd 18
tra il sesso assegnato alla nascita e il sesso esperito. Il rimando è a uomini o donne transessuali/transgender o soggetti gender variant: in questo caso il sesso biologico non si configura in alcun modo come il fondamento dell’identità di genere di un individuo. È evidente che le due coppie categoriali appena citate nascondono, relativamente alle implicazioni in esse insite, alcune insidie di fondo che, se non vengono adeguatamente colte, rischiano di deformare o falsare il piano della questione. È possibile difatti osservare che la prima coppia di termini (maschio/femmina), rispetto al tema della differenza sessuale e dei suoi ipotetici fondamenti, inerisce un ambito del discorso connotato da costituenti biologici, fisiologici e naturali; laddove la seconda (uomo/donna) rinvia a un orientamento interpretativo che pertiene aspetti di tipo culturale. In estrema sintesi definiamo sesso il contenitore simbolico che in relazione al tema della differenza sessuale utilizza criteri di categorizzazione fondati su dati biologico-naturali. Individuiamo, invece, nel genere un costrutto che, rispetto al medesimo tema, individua la rilevanza di specifiche istanze o fattori socio-culturali. Utilizzando un linguaggio matematico, il concetto in questione potrebbe essere tradotto nel modo seguente: il genere sta alla cultura come il sesso sta alla natura. Il termine “genere” è dunque usato in opposizione al termine “sesso” per indicare, relativamente alla definizione del maschile/femminile, un processo di costruzione personale e/o sociale contrapposto a un mero dato biologico. Il genere è il significato sociale assunto dalle differenze sessuali, designando l’insieme delle caratteristiche e dei comportamenti che ci si aspetta siano legati rispettivamente ai maschi e alle femmine. In altri termini, nel momento in cui definiamo un soggetto come maschio/femmina stiamo applicando la categoria interpretativa di sesso, facendo implicitamente riferimento al suo corredo cromosomico e alla sua conformazione genitale. Nella definizione di uomo/donna vi è invece il rimando alla categoria di genere, ossia a quella costellazione di significati e determinanti attraverso cui la mascolinità e la femminilità si configurano come costrutti che si strutturano e ridefiniscono nel corso dell’evoluzione personale non solo in relazione al vissuto soggettivo, ma anche al contesto culturale di appartenenza.
07/04/21 09:30
IDENTITÀ FLUIDE
Sebbene questa distinzione di significati possa apparire in prima battuta priva di particolari ricadute, non è possibile esaurire la riflessione inerente alle teorie della differenza sessuale sulla base del riconoscimento degli opposti ambiti concettuali appena descritti. Ai fini dell’approfondimento della nostra analisi risulta al contrario inevitabile il tentativo di rivedere criticamente il modo di intendere il rapporto tra sesso, genere e identità, focalizzando l’attenzione sullo studio delle connessioni e delle relazioni esistenti tra i tre costrutti. Sarà necessario nel contempo considerare l’incidenza di tali costrutti stessi nella strutturazione di precise teorizzazioni e interpretazioni relative ai fondamenti delle differenze sessuali/di genere. Traslando la riflessione all’ambito dell’analisi specifica delle correlazioni appena introdotte, diversi ambiti disciplinari si sono mossi nell’ottica di inglobare all’interno di un medesimo piano discorsivo lo studio di queste componenti. La diffrazione del discorso rispetto a tale questione non consente di rinvenire immediatamente un unico comune denominatore in grado di includere le diverse e molteplici impostazioni teoriche. È necessario tuttavia evidenziare che proprio sulla base della contrapposizione sesso-genere, nell’ambito della letteratura psicosociologica sono stati elaborati specifici approcci discorsivi per lo studio della mascolinità e femminilità che è possibile sintetizzare in due distinte macro-aree concettuali: • quelli che, centrati sul costrutto di sesso, riportano i fondamenti dell’identità sessuale al dato naturale, biologico, fisiologico e genetico; • quelli che, incentrati sul costrutto di genere, tendono invece a rintracciare gli elementi fondativi dell’identità sessuale nell’ambito delle determinanti socio-culturali. Vedremo approfonditamente tali filoni di ricerca, la cui analisi sarà utile per meglio cogliere gli assunti teorici riferibili ai diversi orientamenti strutturati per l’individuazione delle categorie analitico-esplicative sulle quali impostare sia lo studio dell’identità maschile e femminile, sia l’esplorazione della questione relativa alle differenze sessuali/di genere. 19
premesse_Taurino_differenzee.indd 19
07/04/21 09:30
2. Approccio biologico e sessualità. Il sesso come antecedente fondativo della differenza Viviamo in stato di apartheid sessuale. Quando veniamo al mondo ci catapultano in una tipologia sessuale sulla base dei nostri genitali. Di lì in avanti veniamo sottoposti al lavaggio del cervello di una cultura appropriatamente sessuata Martine Rothblatt
La centralità del sesso.
2.1
Gli esiti del fondamentalismo biologico Analizzare la questione della differenza sessuale secondo l’approccio biologico vuol dire applicare un paradigma interpretativo centrato sulla concezione che la differenza sessualmente connotata tra gli individui si configuri come un aspetto puramente “naturale” e che, in quanto tale, risulti radicata nel sesso inteso proprio come dato biologico (Busoni, 2000). Si potrebbe aggiungere che attraverso la categoria di differenza così intesa si accederebbe a “una delle opposizioni fondamentali cui gli esseri umani fanno ricorso per ordinare il continuum della natura (D’Agostino, 2000, p. 11)”. Da questo punto di vista si afferma anche che l’irriducibile differenza tra i sessi rappresenta il limite ultimo del pensiero, il prodotto estremo della riduzione alle più primitive categorie gnoseologiche, “poiché su di esso si fonda un’opposizione concettuale essenziale, quella
premesse_Taurino_differenzee.indd 21
21
07/04/21 09:30
Alessandro Taurino
che contrappone l’identico al differente, uno di quei themata arcaici che si ritrovano in tutto il pensiero scientifico antico e moderno e in tutti i sistemi di rappresentazione (Heritier, 2000, p. 6-7)”. Questa impostazione del discorso, secondo quanto precedentemente delineato, annulla la contrapposizione maschio/femmina da un lato e uomo/donna dall’altro, ponendo un’omologia (Mathieu, 1991), ossia un criterio di somiglianza tra le due coppie concettuali, le quali vengono considerate come intercambiabili o costituite da termini considerati rispettivamente alla stregua di sinonimi. Il fulcro di tale approccio non è però la sola considerazione di un piano linguistico della questione – sebbene il linguaggio denoti sempre precisi orientamenti ideologici e culturali – quanto più che altro il fatto che tale orientamento conferisce una grande rilevanza alle componenti biologiche, alla dimensione fisiologica nella determinazione della mascolinità e della femminilità, a discapito della considerazione di fattori socio-culturali. La biologizzazione della differenza consente di individuare alla base della distinzione maschio-femmina/uomo-donna un imprescindibile nesso causale tra componenti “organiche” (corredo cromosomico, componente ormonale-endocrina, dimorfismo sessuale del cervello) e caratterizzazioni maschili e femminili, in relazione a modi di essere e sentire, a schemi comportamentali, ad attitudini, abilità, ecc. In altri termini ciò implica che caratteristiche di personalità rispettivamente maschili e femminili vengano considerate come biologicamente determinate. Se è la biologia a dettare le regole o a prescrivere i codici che determinano la realtà, allora la differenza sessuale risulta fondata su una supposta “naturalità” che legittima, conseguentemente, una precisa organizzazione sociale della differenza stessa. Ne deriva, in un modo che non faccio fatica a definire pericoloso, che la strutturazione sociale dei rapporti tra maschi-femmine/uomini-donne appare basata su principi “naturali” che non solo definiscono le specifiche connotazioni della femminilità e mascolinità, ma che, proprio in quanto generati da logiche deterministiche, non consentono aperture al cambiamento o all’evoluzione secondo parametri alternativi, se non a costo di segnare un ambito di “non naturalità”, con tutti i giudizi di valore che tale accezione comporta.
22
premesse_Taurino_differenzee.indd 22
Facciamo degli esempi che consentano di chiarire tale concetto. È balzato recentemente agli onori della cronaca che presso l’a-
07/04/21 09:30
IDENTITÀ FLUIDE
teneo in cui svolgo la mia attività accademica un cultore della materia in discipline bioetiche, durante una lezione on-line tenuta presso un corso di medicina, ha dichiarato che le donne non dovrebbero accedere all’ambito della magistratura perché – citando il contenuto di una slide che ha fatto il giro del web e che ha portato alla sospensione del docente e alla revoca del suo titolo accademico di cultore: “Le donne sono emotivamente più sensibili degli uomini e il loro processo decisionale è condizionato, anche se in modo non cosciente, dall’emotività”. Il docente in questione, replicando alle critiche mosse sia dal rettore sia dalle diverse associazioni universitarie e non, che si sono immediatamente attivate per denunciare la sostanza discriminatoria dei contenuti antiscientifici impropriamente diffusi, ha ribadito, facendo leva su teorie neuroscientifiche, che è biologicamente dimostrato attraverso la fMRI (risonanza magnetica funzionale) che: a) il sistema limbico (che svolge importanti funzioni in relazione alle emozioni e all’umore) è più esteso nella donna, per il numero maggiore di sinapsi presenti e passanti nel corpo calloso da un emisfero all’altro; b) l’amigdala (che gioca un ruolo chiave nella formazione e nella memorizzazione di ricordi associati a eventi emotivi) è più grande nelle donne rispetto agli uomini (Gallucci, 2011). Chiara e conseguente deduzione è che le donne siano più emotive ed empatiche degli uomini e quindi incapaci di giudicare in modo imparziale e non condizionato dalle emozioni. Ne consegue una loro inabilità all’attività di magistrate; carriera deputata, per le motivazioni neuro-biologiche appena esposte, solo ed esclusivamente a soggetti di sesso maschile. Attraverso tale esemplificazione si può facilmente ricostruire il nesso tra un’impostazione biologica e le conseguenti ricadute sul piano della rappresentazione sociale della mascolinità e della femminilità, anche in termini di ruoli, funzioni, attitudini, comportamenti, ecc. A mo’ di inciso, non è casuale che nel corso della stessa lezione, il docente in questione abbia presentato altri contenuti pregiudizievoli a carattere: • sessista: le donne devono occuparsi della cura dei figli e il loro inserimento nel mercato del lavoro implica una sottrazione rispet-
premesse_Taurino_differenzee.indd 23
23
07/04/21 09:30
Alessandro Taurino
to al loro ruolo di madri, determinando risvolti profondamente psicopatologici nello sviluppo dei bambini e delle bambine; • omofobico: le famiglie omosessuali sono patologiche e devianti per lo sviluppo della prole. Passando a un’ulteriore esemplificazione, se si dà per scontato che tutto ciò che inerisce la realtà sessuale debba o possa essere ricondotto alla biologia, la concezione che l’orientamento sessuale abbia un fondamento naturale-biologico-genetico porta a considerare che l’eterosessualità, come orientamento definito “secondo natura” sulla base del paradigma riproduttivo, risulti essere l’unico che risponda ai criteri di normalità, con una consequenziale concezione di omosessualità come malattia, devianza, perversione. Su questo piano, ha destato scalpore quanto verificatosi recentemente (il 28 dicembre 2020) presso l’Università Europea di Roma dove, all’interno del corso di laurea in Psicologia sarebbe stato sottoposto come unico testo obbligatorio di riferimento per l’esame di Filosofia della Vita e Bioetica il volume Fondamenti ed etica biomedica (Vita e Pensiero, 2012) il cui autore è il cardinale, vescovo cattolico e teologo Elio Sgreccia. In tale volume è possibile leggere che l’omosessualità va ritenuta un’anomalia da prevenire e da curare e correggere, perché la sessualità ha un orientamento oggettivo eterosessuale [configurandosi] ad un certo stadio di esercizio più come una malattia da trattare, che come un vizio deliberato (p. 506).
24
premesse_Taurino_differenzee.indd 24
Sono trite e ritrite le concezioni che vedono l’omosessualità come una condizione “contro-natura” (a discapito di tutte le evidenze scientifiche legate al fatto che l’omosessualità sia presente anche nel mondo animale). Sulla scia di tale assunto ne deriva che anche il tentativo di rispondere alla domanda se omosessuali si nasca o si diventi si fondi su un bias di partenza, ossia sulla tendenza a individuare una causa biologica dell’omosessualità, mascherando nell’intento eziologico (centrato cioè sulla ricerca di cause prime) il reale intento eziopatogenetico (ossia la ricerca di cause di ciò che viene ascritto all’ambito della patologia). Nessuno si chiede mai se eterosessuali si nasca o si diventi. Continuando a seguire le subliminali implicazioni di tale impostazione discorsiva e volendo estendere il campo di analisi della
07/04/21 09:30
IDENTITÀ FLUIDE
questione, è possibile rilevare che dall’eterosessualità (come unico orientamento sessuale “naturale”) derivi in modo lineare una specifica idea di coppia (coniugalità eterosessuale) e una precisa configurazione del sistema famiglia, ossia la famiglia nucleare eterosessuale (padre maschio eterosessuale, madre femmina eterosessuale, figli/e eterosessuali). Se poi, all’interno di tale idea di famiglia nucleare, la definizione e distribuzione interna di ruoli secondo capacità e attitudini (che si suppone siano biologicamente determinate), si concentra attorno a una concezione di uomo proiettato nella sfera extradomestica (professionale) e di donna centrata nella dimensione intra-familiare e domestica (ruolo di moglie e madre), ne consegue un’organizzazione sociale dei ruoli di genere ancorata alla “naturale” biologizzazione della differenza sessuale stessa. Quest’ultima serie di esempi strettamente interconnessi tra loro dimostra non solo che la considerazione della “naturalità” dell’orientamento sessuale consente di dedurre la supposta connessione tra eterosessualità, coppia eterosessuale, famiglia nucleare costituita da individui eterosessuali e organizzazione patriarcale della differenza di genere sul piano sociale. Nello stesso tempo evidenzia che tutto ciò che devia dalla norma standardizzata debba essere ascrivibile all’ambito della patologia. L’omosessualità infatti apparirebbe come patologica deviazione dalla sessualità normale e naturale; le forme di famiglia differenti rispetto al modello tradizionale (famiglia omogenitoriale, ma anche famiglia monoparentale, allargata, ricostituita, ecc.) una “innaturale” realtà rispetto all’ordine originario dettato dalla “naturalità” stessa della dimensione familiare; e infine la donna o l’uomo che non accettino la “naturale” organizzazione (patriarcale) della differenza sessuale potrebbero essere definiti come soggetti strani e “diversi” (ad esempio un uomo/padre che decida di rinunciare all’affermazione professionale per dedicarsi solo ed esclusivamente alla cura dei/delle figli/e). Il riferimento al biologico in tema di differenza sessuale ha delle forti ricadute rispetto all’attivazione di processi di legittimazione di ciò che rientra a pieno titolo all’interno del paradigma naturalistico, bollando di disfunzionalità tutto ciò che risulti non rispondente ai criteri standard posti dalla pretesa ovvietà biologica. Su questo piano del discorso, a rinforzare tali argomentazioni,
premesse_Taurino_differenzee.indd 25
25
07/04/21 09:30
Alessandro Taurino
26
premesse_Taurino_differenzee.indd 26
studi in campo biomedico o genetico dimostrano che la differenza di comportamenti riscontrabile in uomini e donne sia da ricondurre, come già in parte affermato, a rispettive differenze nel corpo calloso (parte del cervello che mette in comunicazione i due emisferi cerebrali) di soggetti maschili e/o femminili (Bear, Connors, Paradiso, 2002). Secondo alcune ricerche l’omosessualità viene intesa come il “sintomo” di una disfunzione genetica o come l’effetto di una differenza rispetto alle dimensioni dell’ipotalamo (zona importantissima del cervello deputata al controllo delle risposte emotive o alla regolazione del comportamento motivato quali il mangiare, il bere e l’attività sessuale) che è possibile rilevare nel confronto tra individui eterosessuali e individui omosessuali (Levay, 1991, 1993). Anche gli ormoni avrebbero un ruolo predominante in questo tipo di sistema teorico, andando a giustificare comportamenti ritenuti sessualmente dimorfici, ossia attribuibili rispettivamente ai due sessi (classico esempio: il testosterone spiegherebbe l’aggressività nei maschi; l’ossitocina, invece, una maggiore propensione alla socialità e alle relazioni nelle femmine). I comportamenti maschili e femminili vengono inoltre ricondotti a una dimostrata e dimostrabile differenza tra i cervelli di uomini e donne non solo rispetto a dati morfologici, anatomici o di struttura, ma soprattutto relativamente a processi di funzionamento. I maschi sembrerebbero essere caratterizzati da una iperspecializzazione dell’emisfero cerebrale destro, sede di centri addetti allo svolgimento di attività visuo-spaziali, mentre le donne manifesterebbero tale iperspecializzazione relativamente all’emisfero sinistro che è deputato all’esecuzione di attività verbali e comunicative (Maccoby, Jacklin, 1974; Goleman, 1981; Brizendine, 2006, 2010; Cahil, 2006; Cahil, Uncapher, Kilpatrick et al., 2004; Kimura, 1992, 1993, 2000). Tali abilità e tale differente lateralizzazione cerebrale è stata analizzata anche in soggetti transessuali (Zhou, Hofman et al.,1995). Ricerche sperimentali comparative che hanno coinvolto persone transessuali e cisgender, dimostrano che la differenziazione sessuale cerebrale esistente tra uomini e donne cisgender è invertita nel caso di individui transessuali, nel senso che il cervello di donne transessuali dal punto di vista delle dimensioni rientra nella media femminile e non in quella maschile. Altri studi hanno ulteriormente approfondito tale questione rilevando che
07/04/21 09:30
IDENTITÀ FLUIDE
le differenze dimensionali sono correlate al diverso numero di cellule neurali nell’area di pertinenza (Kruijver, Zhou, Pool et al., 2000). Il conteggio dei neuroni delle donne trans risultava dentro la media femminile, mentre quello degli uomini trans esaminati ricadeva nella media maschile. Va sottolineato, infine, che altre indagini hanno reso evidente il fatto che la somministrazione di androgeni nelle donne biologiche causa un cambiamento in direzione del modello maschile nelle funzioni cognitive; mentre l’assunzione di estrogeni da parte dei maschi biologici causa cambiamenti in direzione del modello femminile corrente (Ruggeri, Ravenna, 1999, p. 54).
I risultati di questi studi se, nello specifico dell’oggetto trattato, indicano che il transessualismo sorga da una condizione di sviluppo neurologico del cervello che induce un’innata identità di genere incongruente con il sesso fisico (Martin, Ruble, Szkrybalo, 2002), nelle linee generali consentono di inferire in modo indiretto la rilevante differenza endocrina e cerebrale tra uomini e donne; differenza posta come fondamento per la lettura e l’analisi di tutta una costellazione di comportamenti o atteggiamenti che si configurano come sessualmente dimorfici. È facile concludere che tale approccio determina un vero e proprio “salto mortale del pensiero, che riduce fenomeni sociali complessi a semplici processi biologici (Burr, 2000, p. 44)”. La biologizzazione delle differenze implica che i fondamenti della distinzione maschio-femmina/uomo-donna risiedano nel sesso genetico-cromosomico, nel sesso gonadico, nel sesso endocrino o nel dimorfismo sessuale del cervello (Cfr. Box 1). Ne consegue direttamente che l’identità di genere – ossia l’individuazione, unità e persistenza dell’individualità personale come maschile o femminile, così come il ruolo di genere – “modalità con cui, attraverso i comportamenti verbali e non verbali, la persona esprime a se stessa e agli altri il proprio genere, maschile o femminile” (Ruggeri, Ravenna, op. cit., p. 25) – vengano irrimediabilmente ricondotti al sesso geneticamente determinato, lasciando agli individui solo la possibilità di collocarsi all’interno di una rigida categorizzazione di tipo duale e dicotomico (maschile vs femminile).
premesse_Taurino_differenzee.indd 27
27
07/04/21 09:30
3. La centralità del genere. Approccio socio-culturale e sessualità L’universo intero è tagliato in due e solo in due. In questo sistema di conoscenza tutto ha un diritto e un rovescio. Siamo l’umano e l’animale. L’uomo o la donna. Il vivo o il morto. Siamo il colonizzatore e il colonizzato. L’organismo o la macchina. Siamo stati divisi per norma. Tagliati in due e poi costretti a scegliere. Quello che denominiamo soggettività non è altro che la cicatrice lasciata dal taglio della molteplicità che saremmo potuti essere Paul B. Preciado
Approccio socio-culturale,
3.1
genere e teorie della differenza In netta antitesi rispetto al modello individualistico-biologista, l’approccio socio-culturale – come esplicitato nella sua stessa etichetta definitoria – tende a riferire le matrici della differenza sessuale al complesso dei fattori sociali e culturali che intervengono nella strutturazione delle dimensioni costitutive dell’identità sessualmente connotata, individuando nel genere il costrutto in grado di sussumere e sintetizzare i criteri ermeneutici di tale orientamento. All’interno di questo piano concettuale, la sessualità si rivela come il prodotto di meccanismi di costruzione culturale che trovano il proprio fondamento nell’interazione intersoggettiva, ossia
premesse_Taurino_differenzee.indd 53
53
07/04/21 09:30
Alessandro Taurino
54
premesse_Taurino_differenzee.indd 54
nelle dinamiche interattivo-relazionali che intercorrono tra gli individui in quanto esseri sessuati. Ne consegue che i modelli del maschile e del femminile si rivelino come la diretta derivazione dei processi di costruzione e ricostruzione di significati e significanti mediante i quali definire l’identità sessuale e di genere (di sé e dell’altro/a), ricostruendo il passaggio che interconnette ricorsivamente rappresentazioni socialmente condivise e percezioni/ vissuti individuali. Femminilità e mascolinità si configurano non come dimensioni acquisite/assunte per nascita sulla base di una specifica conformazione anatomico-genetica, bensì come modalità apprese di vivere, percepire, sentire, esprimere il proprio essere uomini o donne, sulla base dell’interiorizzazione di concezioni, credenze, norme, regole, script, prescrizioni di ruolo che ineriscono la differenza sessuale (Braidotti, 2003). Gli individui non sono, pertanto, dotati di una sessualità naturale e innata, ma si definiscono e connotano come “sessuati” identificandosi e facendo propri i modelli socialmente diffusi di identità di genere (De Lauretis, 1996), interiorizzando quel sistema di discorsi, concezioni, pratiche e saperi in base ai quali si stabiliscono i codici di interpretazione delle differenze fisiche/sessuali stesse (Di Cori, op. cit.). In estrema sintesi, i principi organizzatori primari del maschile e del femminile – per fermarci per il momento a un binarismo che non esaurisce tuttavia la complessità dell’esistente – vanno ricercati o collocati non nel sesso-natura (oggetto della biologia), quanto più che altro nel sesso-storia, nel sesso-significato, nel sessodiscorso (Foucault, 1976, 1978). Entro tale cornice semantica emerge un costrutto di sessualità che, cessando di imporsi come entità naturalistica, si rivela come il risultato di precisi dispositivi e dinamiche del bio-potere sociale, ossia di tutti quei processi di legittimazione, controllo, repressione/interdizione, censura, ecc. che coinvolgono direttamente o indirettamente il soggetto nella sua dimensione individuale e sociale (Foucault, 1972, 1976). Questo paradigma ermeneutico consente di definire la mascolinità e la femminilità come categorie che, pur non negando il corpo e la biologia, appaiono costituite da codici simbolici regolati da influenze o condizionamenti esercitati dalla cultura. La biologia fissa soltanto le precondizioni della sessualità umana (Baraldi, 1996), gli organi sessuali, i corpi, ma non determina i modelli della vita sessuale, così come i modelli della differenza, i quali
07/04/21 09:30
IDENTITÀ FLUIDE
devono essere intesi in modo esclusivo come socialmente e culturalmente costruiti. Il concetto di genere, richiamando tutti gli aspetti appena indicati, dimostra che la sessualità è un derivato del rapporto tra individuo e società, il cui significato viene ridefinito in termini processuali attraverso la continua esposizione a dinamiche di trasformazione e cambiamento in stretta connessione con l’evoluzione dei tempi, dei contesti e delle processualità culturali. Affrontare il discorso sulla differenza sessuale mediante la categoria di genere vuol dire, di conseguenza, riattraversare le tradizionali accezioni di sessualità, mettendo radicalmente in discussione assunti teorici di tipo essenzialista, deterministico, naturalista e individualistico. In linea con tale impostazione concettuale, l’ancoraggio teorico-metodologico che guiderà la nostra riflessione è l’orientamento socio-costruzionista; paradigma che, attribuendo rilevanza alla dimensione intersoggettiva, consente di individuare in maniera chiara e approfondita le determinanti dei prototipi o degli archetipi della femminilità così come della mascolinità. Esaminiamo, pertanto, in prima istanza gli assunti del modello socio-costruzionista per meglio cogliere le ricadute dei meccanismi di negoziazione e co-costruzione sociale che plasmano e forgiano i vissuti individuali e collettivi connessi e relativi all’identità di genere.
55
premesse_Taurino_differenzee.indd 55
07/04/21 09:30
Euro 16,00 (I.i.)
Alessandro Taurino
delle differenze e sessualità
Alessandro Taurino è professore associato in psicologia clinica presso l’Università degli Studi di Bari e psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico. Studioso esperto di questioni di genere e orientamento sessuale, ha tra i suoi principali interessi di studio, ricerca e intervento il tema della sessualità, dell’omosessualità, del transessualismo e transgenderismo, della prevenzione e contrasto all’omofobia e della transfobia in contesti educativi, scolastici e formativo-istituzionali. Si occupa anche di pluralità dei modelli familiari e delle funzioni genitoriali con specifico rimando al contesto socio-culturale contemporaneo. Collabora con diverse realtà associative e istituzionali per la promozione delle pari opportunità di genere e di orientamento sessuale, coordinando e gestendo interventi formativi per il superamento di stereotipi e pregiudizi omotransfobici. Ha pubblicato diversi articoli su riviste nazionali e internazionali. È autore e co-autore di numerosi volumi e saggi inerenti il tema della sessualità, della genitorialità, della psicologia clinica e degli interventi formativi e psico-educativi in chiave clinico-dinamica. Con le edizioni la meridiana ha pubblicato Due mamma e due papà (2016) sul tema della genitorialità omosessuale.
Alessandro Taurino
Cultura delle differenze e sessualità
Dal rapporto sesso/genere alla fluidità dell’identità
Cultura
Di cosa parliamo quando facciamo riferimento a categorie quali sesso, genere e differenze di genere nell’ambito della riflessione sulle sessualità oggi? È possibile ancora considerare il sesso (e quindi la biologia) come un destino da cui non è possibile sfuggire relativamente alla definizione dell’identità di genere individuale? Il costrutto di genere aiuta a destrutturare visioni biologiste? È corretto legare l’identità sessuale a una logica dicotomica (differenza maschio-femmina) fondata sul sesso? Oppure è possibile acquisire codici ermeneutici in grado di dare statuto di esistenza e legittimazione a soggettività che sfuggono alla classificazione insita nel binarismo sessuale? A partire da queste domande il volume compie un viaggio nel complesso universo delle identità sessualmente connotate, attraverso il continuo riferimento a un articolato corpus teorico-epistemologico e metodologico di matrice psicologica (e non solo). L’obiettivo che accompagna la riflessione è chiarire che, per comprendere la complessità della realtà che abitiamo, è necessario interrogare stereotipi culturali e categorizzazioni biologistiche, i cui riflessi incidono fortemente sui processi di costruzione identitaria di ciascuno/a. Le pagine sono un invito a guardare l’essere umano, il Sé e la corporeità, con occhi liberi da approcci naturalistici e deterministici, aprendo il varco alla comprensione di tutte quelle soggettività sessuate che, incarnando il nomadismo, l’ibridazione e la fluidità, superano le strettoie del dimorfismo sessuale. L’autore accompagna per mano lettori e lettrici verso l’acquisizione di un vero e proprio “discernimento empatico” che, rispetto alle questioni di genere, si fonda su paradigmi inclusivi, pluralisti e democratici. L’esito è la valorizzazione di una profonda e radicale cultura delle differenze fondata sul principio della relazione, della reciprocità, della condivisione, dell’amore, della nonviolenza, della tutela dell’autenticità e della garanzia dei diritti.
ISBN 978-88-6153-20-7
9 788861 538207
cover_Taurino_differenze.indd 1
07/04/21 09:27