Sandro Rinaldi Vitalini Angela Rinaldi Angela
DallaDalla parteDio dei piccoli soffre con piccoli noi? parte dei
Sandro a Campione d’IAngelaVitalini Rinaldiè nato è dottoranda della talia (Svizzera) il 27 febbraio 1935 ed Facoltà di Scienze Sociali nella Pontificia èUniversità stato consacrato presbitero cattolico Gregoriana. nel insegnato Teologia dogNel 1959. 2016 Ha ha conseguito la Licenza in matica dal 1968 al 1994 all’Università “Etica Pubblica” nello stesso Ateneo, di Fribourg, della Facoltàsui di minori Teolostudiando gliAngela abusicui sessuali Rinaldi èdue dottoranda della gia è stato anche decano per volnella Chiesa.Facoltà Nel 2014 ha ottenuto la Pontificia di Scienze Sociali nella te. Dal 2003 al 2017 èinstato pro-vicario Laurea Magistrale “Scienze dello Università Gregoriana. generale della Diocesi di Lugano. Ha sviluppo e della cooperazione internaNel 2016 ha conseguito la Licenza in svolto per vari decenni una capillare “Etica Pubblica” nello stesso zionale” nell’Università “La Sapienza” Ateneo, attività carattere pastorale asessuali favoresui minori studiando glinon abusi con unaditesi sui minori accompadella formazione culturale e spirituale nella Chiesa. Nel 2014 ha ottenuto la gnati. Dal 2013 collabora con il Centre Laurea Magistrale in “Scienze dello di credenti e non credenti. Il Covid-19 for Child Protection della Gregoriana. e della cooperazione l’ha sottrattosviluppo alla dimensione terrena internanell’Università “La Sapienza” dell’esistenzazionale” il 5 maggio 2020. con una tesi sui minori non Tra le sue molte pubblicazioni: Vo-accompagnati. Dal 2013 collabora con il Centre glio dirti qualcosa di Dio, EDB, Bolofor Child Protection della Gregoriana. gna 2008; (con G. Zois) Ma com’è Dio?, Fontana, Lugano 2010; Bussate e vi sarà aperto, Ritter, Lugano 2012; La fede della vita, la vita della fede, Cittadella, Assisi (PG) 2017; (con E. Borghi, G. De Vecchi, L. Locatelli), Il peccato è originale?, Cittadella, Assisi (PG) 2018.
Sandro Vitalini Angela Rinaldi
Dio Dalla soffreparte con noi? Angela Rinaldi Il mistero del male nel mondo
dei piccoli
Dalla parte Chiesa e abusi sessuali ’ dei piccoli he che non c r e p i e d ci sonoPrefazione di quelli
Se posta sono s i r e r a v o r o t e abusi sessuali persone sembranChiesa delleS.I. a Hans Zollner, z n e r e f f della so el mondo. el male ddi te e dPrefazione eglio ques m l a e r e v vi re diZollner, CercaHans vita e’ una la S.I. l e d i n o i i z condi hi desider c r e p i t n e costa aon,o. delle sfid ebruum r e t s t s e i o d t n a e ar o t tEe ’ ntun reat “ la Chiesa: eressa e a me int te che fa questo, un sacerdo tcaonrtpoo bdre ttoS,ignore. ’ ul a o l t i a e e r c n s u i d es ’a lal:a santit hia “tEr lnaorCe a s i s m e r n e u t n ertiare questoa,. Devee apmo te chee fnae Saibgunsore. un saceredoicnovrepco dp l e ragone: ita’ il ntnera. arom’inuonre a llmaesssaa a tradisce F n a u n ” u e r e a r t a r . o f e abu,satolleranza zero. Deve p e’ coim veceavnaent i e dn : e n are rago a. Si deve aFnaro’ un upnaa ma es nscaesnacenorza zero.” r e F r a a f p a e P m o c e’ oller
IlChi Dioricopre di Abramo, di Mosè di Gesù una posizione di epotere nella continua a soffrire con gli esseri umani, Chiesa deve sapere che essa non è di per con loro condurli ad una suaessere proprietà, ma eun dono, pertanto vita di limiti. A partire da tale finonpriva può abusarne. ducia esistenziale moltissime persone Il discorso sugli abusi sessuali sui minori hanno trovato la forza di vivere con le nella Chiesa cattolica offre diversi spunti Chi ricopre unalimitazioni posizione di epotere nella loro con le loro sofferenze disapere riflessione chenon in questo libro sono Chiesa deve che Tale essa e riassunti di sperare. fede èeditale speranza due tematiche sua proprietà, ma unindono, pertanto principali: la non si possono a forza o e questione deldimostrare potere spirituale non può abusarne. soltanto a livello teorico argomentatiIl discorso sugli abusi sessuali sui minori al clericalisgerarchico, con riferimento vo. Chi porta concretamente in sé quenella Chiesa cattolica offre diversi spunti mo, e la necessità di una formazione sta speranza credente, può essere chiadi riflessione che incompleta questo libro umana che sono abbia a fondamenmato anche ad attestarla davanti a coriassunti into due la tematiche persona. principali: la questione delche potere spirituale e loro ne stanno sperimentando doDunque, per colpire la piaga alle radici gerarchico, con riferimento al clericalislorosamente i strada limiti, come “semplice”, e porsi di sulla della prevenzione, mo, e la necessità una formazionedella propria autentica testimonianza la proposta di questo libro è che la umana completa che abbia a fondamenesistenza. Se lettrici e lettori, al termine Chiesa dovrebbe agire nel campo della to la persona. diformazione queste riflessioni, percepiranno che umana che, in modo Dunque, per colpire la piaga alle radici essi devono opporre ad ogni forma di e porsi sulla strada della prevenzione, multidisciplinare con gli altri campi male lo slancio vitale di un amore cala proposta di questo libro che la formativi, può èconseguire in una pace, se indispensabile, anche del dono Chiesa dovrebbe agire nel campo definizione chiaradella e trasparente totale di sé, che, allora pagineainon formazione umana in queste modo dell’identità vera del chierico, fini multidisciplinare con gli altri invano. campi saranno state scritte della riscoperta della vera natura del formativi, può conseguire in una ruolo e dell’autorità di cui sarà investito. definizione chiara e trasparente dell’identità vera del chierico, ai fini della riscoperta della vera natura del ruolo e dell’autorità di cui sarà investito.
13,00 (I.i.) Euro 15,00 Euro 15,00 (I.i.)
Scopri i contenuti Scopri i multimediali contenuti
multimediali
copertina_Dio_soffre_con_noi.indd 1
edizioni la meridiana paginealtre edizioni la meridiana paginealtre
ISBN 978-88-6153-771-2 978-88-6153-607-4 ISBN 978-88-6153-607-4
9 788861 537712
edizioni la meridiana edizioni la meridiana
i, t dare avant Si deve an esco Papa Franc
edizioni edizioni la la meridiana meridiana
paginealtre edizioni paginealtre la meridiana paginealtre
19/06/20 12:35
Sandro Vitalini
Dio soffre con noi? Il mistero del male nel mondo
A cura di Ernesto Borghi
edizioni la meridiana p a g i n e a l t r e
Dio_soffre_con_noi_1.indd 3
19/06/20 12:33
Indice
Il mistero del male nel mondo
7
L’evidenza dell’esistenza di Dio
17
La scandalosa rivelazione di Gesù
23
Gesù di fronte al male del mondo
31
La storia delle sconfitte di Dio
39
L’innocenza di Dio
53
La sofferenza di Dio
61
La lotta di Dio e con Dio
67
Per rispondere al mistero del male
75
Appendice E Dio soffre nell’Islam? di Renzo Petraglio
85
Postfazione. Verso il futuro di Ernesto Borghi 95 Bibliografia
Dio_soffre_con_noi_1.indd 5
107
19/06/20 12:33
Dio_soffre_con_noi_1.indd 6
19/06/20 12:33
Il mistero del male nel mondo
Premessa* Se c’è un perché che non sembra trovare risposta è quello della sofferenza degli esseri umani e del male del mondo. Per quanto si risalga nella storia dell’umanità, si ha l’impressione che il male l’abbia da sempre ferita. Ci siamo immaginati gli esseri umani primitivi in guerra tra loro per il possesso del fuoco; conosciamo le invasioni di popoli che ne hanno schiavizzati altri. Le date storiche più ricorrenti sono quelle delle battaglie e delle guerre che hanno seminato terrore e morte. Se è vero che già la Terra si trova in uno stato di equilibrio precario, tanto che terremoti ed eruzioni vulcaniche e inondazioni continuano ad affliggere l’umanità, è anche vero che gli esseri umani sembrano purtroppo inclini a peggiorare la situazione con il loro egoismo e cinismo: quante inondazioni sono dovute a disboscamenti scellerati, quanti terremoti sono “favoriti” dalle esplosioni nucleari! Si direbbe che l’epoca contemporanea non abbia imparato nulla dalla storia. Anzi dispone da tempo di armi che possono annientare la stessa vita sul pianeta. Le malattie sono * Nota del curatore: Questo libro avrebbe dovuto essere edito tra febbraio e marzo 2020. Due delle conseguenze della grave pandemia Covid-19 verificatasi sono state il ritardo nella pubblicazione in questione e la morte dell’autore del volume. Come atto di ammirata e affettuosa gratitudine nei suoi confronti e in considerazione della rilevanza e dell’attualità del tema affrontato si è deciso di pubblicare comunque il testo nella versione da lui stabilita prima di morire.
7
Dio_soffre_con_noi_1.indd 7
19/06/20 12:33
Sandro Vitalini
state in parte vinte dalla scienza, ma se ne ripresentano altre ancora più virulente e inguaribili. Ferisce soprattutto la sofferenza dei bambini, spesso già a rischio nell’utero materno o condannati a morire di fame, di sete, di stenti nei primi anni di vita. Ogni giorno la popolazione corrispondente ad una città di molte migliaia di abitanti, in prevalenza bambini, è sterminata dalla fame. Se una città di queste proporzioni venisse colpita da un disastro naturale, esso farebbe notizia. Ma l’opinione pubblica si è oramai abituata a questo quotidiano sterminio per fame, tanto che se ne parla di rado. Il mistero del male assume un rilievo tragico se si riflette sulla perfidia umana che lo ingigantisce. Come è pensabile che degli esseri che ragionano, dotati di coscienza1, sviluppino il commercio della droga, delle armi, della prostituzione – persino infantile! – solo in vista di profitti colossali, restando insensibili alle stragi da loro prodotte?
Ma Dio dov’è? Soprattutto chi è colpito in prima persona da una malattia, da un lutto, da un’ingiustizia, si chiede dove mai sia Dio e perché non intervenga con un miracolo o un castigo o, comunque, un atto che ristabilisca la giustizia in chiave retributivo-distributiva. Il problema non va però posto in chiave individuale – e in definitiva egocentrica – nel senso che ci si limita a chiedere “Perché è toccato a me?”, ma va allargato all’intera umanità umiliata e disperata, all’immensa massa di miseri, di profughi, di vittime della guerra, dei campi di sterminio, della Per approfondire il senso della coscienza umana, prima di qualsiasi discorso religioso, cfr., per esempio, F. Buzzi, La coscienza in azione, in E. Borghi, F. Buzzi, La coscienza di essere umani. Percorsi biblici e filosofici per un agire etico, Ancora, Milano 2001, pp. 67 ss. 1
8
Dio_soffre_con_noi_1.indd 8
19/06/20 12:33
Dio soffre con noi?
tortura, della perfidia dei loro simili. E Dio dove è stato? Dov’è? Si può dire che ogni persona che riflette si pone questo bruciante interrogativo. Lo espongo evocando il pensiero di Dostoevskij, che nei Fratelli Karamazov presenta una vera requisitoria contro Dio. Egli evoca, tra l’altro, il caso del bambino di otto anni che ha ferito con un sasso la zampa di uno dei cani del signorotto del luogo. Questi fa spogliare il ragazzo e lo fa scappare nudo, sotto gli occhi di sua madre, inseguito dai suoi cani, finché questi lo sbranano. Dostoevskij dichiara che egli non accetterà nemmeno di vedere dopo la morte un’ipotetica riconciliazione del signorotto col bambino che ha fatto sbranare. Piuttosto rifiuterà il biglietto d’entrata in paradiso, ma per un male simile esclude ogni possibile soluzione. Tutti potremmo ora porci davanti i casi più efferati che le cronache dei mass media ci forniscono a getto continuo per cercare di rivivere anche in noi il dramma di Dostoevskij: è mai possibile che ci sia una divinità onnipotente che permetta simili nefandezze? Quanti pensatori (come, ad esempio, Sartre e Camus) sono stati sferzati dal male del mondo, dall’abiezione nella quale marciscono tanti innocenti, e hanno creduto di dover logicamente negare qualsiasi divinità? Il cielo è vuoto! L’ateismo contemporaneo trae la sua forza dallo scandalo del male e in fondo intende manifestare “rispetto” per l’idea di Dio, come afferma Nietzsche, con la sua esplicita negazione. Come si potrebbe immaginare un Dio che permette un’infinità di nefandezze innominabili quando sarebbe in grado di impedirle? Bisogna riconoscere che la “globalizzazione” della vita del mondo, ormai ridotto ad un solo villaggio, ha reso più acuto il problema. La morte di milioni di ebrei come il massacro di milioni di altre vittime innocenti nella seconda guerra mondiale, le esplosioni atomiche di 9
Dio_soffre_con_noi_1.indd 9
19/06/20 12:33
Sandro Vitalini
Hiroshima e Nagasaki, i campi di concentramento e di sterminio, per esempio, tedeschi, sovietici e cinesi, le guerre in Vietnam, Corea, Libano, Palestina, Iraq, Afganistan, nella ex Jugoslavia, in Africa, le tensioni etniche, politiche, sociali in ogni parte della terra sembrano rendere questo inizio del XXI secolo particolarmente sofferto. Forse l’ateo convinto si potrà meravigliare che, nonostante l’immenso male del mondo, ci sia ancora tanta gente che crede in Dio. Agli inizi del XX secolo si è pensato che ogni forma di fede religiosa fosse in via di rapida estinzione. Pareva che l’essere umano fosse in grado di rispondere alle sue domande e di soddisfare i suoi bisogni, facendo a meno dell’“ipotesi” di un Dio trascendente. La fede e le Chiese invece sussistono, anche se il problema del male al quale devono rispondere è più tremendo che mai: come conciliare l’affermazione dell’infinita bontà di Dio di fronte alla virulenza di ogni forma di male? Il male non sembra forse smentire nel modo più netto un creatore buono?
La risposta teologica classica Il problema del male in rapporto a Dio si è posto da sempre. Il libro di Giobbe è classico per averlo evocato in tutta la sua crudezza2. Ma anche la teologia cristiana l’ha affrontaPer approfondire la conoscenza e la lettura del libro di Giobbe si considerino, per esempio e a diverso livello di complessità scientifica e di ampiezza analitica, Job: le livre et le message, a cura di A. Levèque, Cahiers Evangile n° 53, Cerf, Paris 1985; L. Alonso Schökel, J.L. Sicre Diaz, Giobbe, Borla, Roma 1985; G. Ravasi, Giobbe, Borla, Roma 1991; D. Scaiola, Giobbe, in A. Bonora, M. Priotto (a cura di), Libri sapienziali ed altri scritti, Elledici, Leumann (TO) 1997, pp. 57-70; A. Bonora, Giobbe, San Lorenzo, Reggio Emilia 1996; C. Caldelari, I libri sapienziali, Messaggero, Padova 2007; J.G. Janzen, Giobbe, trad. it., Claudiana, Torino 2003; F. Pieri, Giobbe e il suo Dio, Paoline, Milano 2005. 3 Sant’Agostino, Enchiridion, III, 11. 2
10
Dio_soffre_con_noi_1.indd 10
19/06/20 12:33
Dio soffre con noi?
to, ben conscia della difficoltà del mistero. Si può riassumere la posizione di base affermando con Agostino: “Dio non permetterebbe mai il male se non fosse abbastanza potente e buono da trarre il bene anche dal male”3. La teologia distingue due generi di “bene” voluti da Dio quando permette il male: quello “antecedente” e quello “conseguente”. Dio vuole il bene “antecedente” quando crea l’essere umano libero. L’essere umano può usare la propria libertà per scelte conformi od opposte al piano divino e alla sua bontà. Volendo creare qualcuno a sua immagine e somiglianza, Egli “corre il rischio” di vedersi frustrato nei suoi progetti d’amore. Per avere una creatura dotata di libertà, Egli non impedisce anche l’eventuale sua colpa. Il bene “conseguente” è invece quello che Dio ottiene dallo stesso peccato: l’esempio più illuminante è l’uccisione del Signore Gesù, dell’Innocente: il suo sangue è occasione di salvezza per tutti. Come la crudeltà del carnefice nobilita la costanza del martire, così una perfidia subita promuove un perdono eroico. Secondo la teologia classica, Dio non vuole in alcun modo il male, né fisico né morale, ma lo permette in vista di salvaguardare la libertà umana e di raggiungere un bene maggiore, la natura del quale spesso sfugge agli esseri umani. Per riprendere l’esempio agghiacciante citato da Dostoevskij, si potrà dire che Dio ha permesso che il bambino venisse sbranato per accoglierlo così più presto nella gloria. Effettivamente l’idea che al di sotto delle più orribili tragedie ci sia un perché nascosto è tuttora corrente. Quando muore di cancro una giovane mamma che lascia disperati il marito e i figli si insinua l’idea che Dio avrà pure un “perché” nel permettere questa tragedia, anche se non lo si vedrà che nell’eternità. 11
Dio_soffre_con_noi_1.indd 11
19/06/20 12:33
Sandro Vitalini
Interrogativi aperti Coloro che ritengono di trovare soddisfazione e pace nella risposta tradizionale dovrebbero interrompere la lettura di questo testo, che risulterebbe per loro superflua e fuorviante. È certo che la tesi classica della “permissione” divina del male in vista di un bene superiore, che a noi sulla terra resta quasi sempre misterioso, è nota anche agli atei, che la rifiutano decisamente. Essi ritengono che sia più logico negare Dio che riconoscerne uno che potrebbe impedire le nefandezze più terribili contro gli innocenti e non lo fa. Bisogna riconoscere che la nostra epoca, pur non essendo peggiore delle altre, ha conosciuto una svolta storica paragonabile a quella della scoperta del Nuovo Mondo. Con la Seconda guerra mondiale, con la scoperta della bomba atomica e con l’introduzione dello sterminio sistematico nei campi di concentramento, il male ha assunto una dimensione co-smica che interpella in modo nuovo la teologia. Se ci si situa in un contesto rurale medievale si può forse immaginare una certa proporzionalità tra un male che capita e un eventuale peccato che lo determina. Così ancora oggi ci sono dei predicatori che suppongono di poter indicare in un cancro alla lingua la punizione di Dio per un bestemmiatore, in un’inondazione il castigo per un paese che si mostrava incredulo, in una carestia la maledizione celeste per contadini che lavoravano di domenica. Se si cerca di assumere una visione universale degli eventi, ci si rende conto di come simili “spiegazioni” particolaristiche e “retribuzionistiche” sarebbero ridicole, se non fossero tragiche. Qual è il fine misterioso che Dio persegue non impedendo che migliaia di bambini muoiano ogni giorno di fame? Perché Dio permette che tanti bambini nasca12
Dio_soffre_con_noi_1.indd 12
19/06/20 12:33
Dio soffre con noi?
no gravemente malformati nell’area che circonda la centrale atomica di Tchernobyl, a qualche decennio dal terrificante incidente del 1986? Se si rispondesse che Dio “permette” tutte le catastrofi, anche quelle determinate dall’incoscienza degli individui per purificare i suoi figli e portarli più presto in paradiso, bisogna riconoscere che la risposta finirebbe per presentarci una divinità non solo incomprensibile, ma mostruosa. In questa visuale, infatti, l’Onnipotente è in grado sia di santificare per grazia chi vuole sia di impedire ogni forma di sofferenza. Perché ci fa soffrire così tanto, pur potendo ottenere gli stessi effetti senza imporci necessariamente la “permissione” di tanto male? Il bene al quale Dio mira è la salvezza, la divinizzazione dell’universo. La teologia cristiana riconosce che Dio può arrivare alla divinizzazione del cosmo anche non permettendo il male. Ci si chiede: che cosa può aggiungere, per esempio, un bambino sbranato dai cani alla perfezione dell’universo? Nel simbolo del bambino sbranato vogliamo includere l’incommensurabile sofferenza degli innocenti: si pensi ai bambini violentati dagli stessi genitori, costretti alla mendicità, magari dopo esser stati storpiati perché suscitino più compassione, obbligati dal mercato del sesso alla più squallida abiezione, massacrati perché ladruncoli senza mezzi di sussistenza, venduti e uccisi per ottenere dai loro corpi organi da trapiantare. Non so se ci voglia del coraggio o se non si debba parlare di cinica incoscienza se ancora oggi si invoca dietro tutti questi crimini orrendi una certa “permissione” del Creatore, che, nella sua saggezza e nella sua onnipotenza, tutto dirigerebbe verso un bene tanto elevato quanto incomprensibile. Tuttavia bisogna ammettere che l’essere umano vagamente percepisce che la vita deve avere un senso misterioso, ma reale. Ciò è dimostrato da un fatto importante: in 13
Dio_soffre_con_noi_1.indd 13
19/06/20 12:33
Sandro Vitalini
nessun sistema filosofico si è mai giunti alla conclusione (che pure potrebbe sembrare logica se si afferma l’assurdità del mondo) che il mondo vada distrutto. Perché, invece del suicidio, non predicare il “terricidio”, e cioè l’estinzione mirata e voluta di ogni vita sulla terra? Anche se questo potrà succedere a causa dell’umana incoscienza, nessuno mai l’ha preconizzato come unica soluzione possibile al problema del male. L’eliminazione della vita, in particolare quella della specie umana, farebbe scomparire il problema alla radice. Nessuno però ha mai ipotizzato il “terricidio”, proprio perché cosciente che ci sono nella vita della società dei valori che vanno al di là delle sue pur immani sofferenze. Forse che allora, invece di parlare di “assurdo”, non si debba parlare di mistero? La sofferenza immane degli esseri umani sembra proprio sollecitarci non già a concludere “Facciamo esplodere il mondo”, ma piuttosto a un appassionato “Perché?”, che suscita in credenti e non credenti un bisogno maggiore di ricercare luce e speranza pur nella tragedia quotidiana. Per questo è necessario procedere a tappe, in una riflessione serena e impegnativa, che ci obblighi innanzitutto a porci, a partire dalla rivelazione biblica, il problema della sostanza del messaggio proposto dal Dio di Gesù Cristo. Solo in seguito saremo in grado di considerare il male e anche i cosiddetti “castighi divini” (come ci appaiono nell’Antico Testamento) alla luce di queste acquisizioni. Il problema del rapporto tra Dio e il male si porrà in maniera nuova e ci aiuterà a capire che Dio non ha che noi, che te, per combattere il male del mondo e per vincerlo. Cercheremo così di rispondere all’obiezione che lo scrittore latino Lattanzio, già nel III secolo d.C., ispirandosi ad una riflessione di Epicuro, ci presenta a questo proposito e 14
Dio_soffre_con_noi_1.indd 14
19/06/20 12:33
Dio soffre con noi?
che sembra senza soluzione: se Dio vuole eliminare il male, ma non può farlo, vuol dire che non è onnipotente, il che è contradditorio. Se può farlo, ma non lo vuole, è perché non ama gli esseri umani, il che è ugualmente contradditorio. Se non lo può e non lo vuole, vuol dire che non ha né potenza né amore, e dunque non è Dio4. Questo breve saggio tenterà nella sua conclusione di risolvere precisamente questa obiezione, che sembra senza via d’uscita, per illuminare il mistero del rapporto tra Dio e il male grazie alla rivelazione-chiave che ci viene da Gesù Signore. Si può partire, però, sin da ora, ponendo in termini problematici le seguenti affermazioni: se Dio desidera donare alle creature la partecipazione della sua vita e del suo amore, se vuole che tra lui e le creature ci sia amore, a ciò è necessariamente legata la possibilità dell’autoestraniamento dell’essere umano e così la possibilità della sofferenza, della sventura, possibilità che si è realizzata nella storia fattuale dell’essere umano. In tal modo è chiaro: il male non è affatto oggetto della volontà divina; Dio non vuole assolutamente il male, la sofferenza, la sventura. Tutto ciò è piuttosto l’altra faccia – di cui è colpevole l’essere umano – della sua bontà infinita5. Lettrici e lettori sono d’accordo?
Cfr. Lattanzio, De ira Dei, 13,19-22. G. Greshake, Perché l’amore di Dio ci lascia soffrire?, trad. it., Queriniana, Brescia 2008, p. 43. 4 5
15
Dio_soffre_con_noi_1.indd 15
19/06/20 12:33
L’evidenza dell’esistenza di Dio
Questo titolo è volutamente provocatorio. Moltissimi obietteranno: se l’esistenza di Dio fosse evidente, non saremmo qui a discutere e tutti l’accetterebbero. Nemmeno per la teologia cristiana l’esistenza di Dio è considerata come un’evidenza. È piuttosto vista come un’affermazione che si compie al termine di un’indagine razionale che porta (in particolare attraverso le “cinque vie” di san Tommaso) a riconoscere l’esistenza della “Prima causa”, del “Motore immobile”, dell’“Atto puro”, della “Verità” e della “Bellezza”, dell’“Unico necessario”. È notevole il fatto che nella storia dell’umanità il riferimento alla divinità – pur manifestato nei modi più diversi – si sia sempre avuto fino all’età moderna. Il fenomeno dell’ateismo è relativamente recente. Alla sua base sta la corrente di pensiero detta “idealismo” (inaugurata con Descartes) che ha inciso in modo notevole sulla filosofia degli ultimi secoli. Cercando di semplificare si può dire che per l’idealismo l’essere umano non ha la possibilità di conoscere la realtà oggettiva delle cose, ma può solo avere in se stesso delle idee, alle quali non si sa se corrisponda o meno una realtà distinta da lui. Per l’idealista non posso conoscere l’essere umano, ma solo l’idea che di esso mi faccio. È chiaro che se la nostra conoscenza non raggiunge l’essere, non si sa con certezza se esso esista. Siamo esseri umani o fantasmi? Il mondo che ci circonda ha una consistenza precisa oppure è un sogno soltanto? 17
Dio_soffre_con_noi_1.indd 17
19/06/20 12:33
Sandro Vitalini
Certamente questi interrogativi sembrano senza senso per la gente comune, che sorride se le si dice che il pane o il latte dei quali si nutre sono forse solo una proiezione mentale, un’idea soggettiva. Bisogna però riconoscere questo: se si accetta la premessa idealista, non ha alcun senso chiedersi se Dio esista. Se non siamo certi di nulla, non possiamo interrogarci su nulla. Come si può smentire l’idealismo? Soltanto se si accetta il punto di partenza dell’evidenza immediata come criterio di verità: noi esistiamo, il mondo esiste, gli esseri attorno a noi non sono miraggi fatui. Certo, tutti ci rendiamo conto che la nostra conoscenza è limitata e parziale; così la scienza ci dirà che la materia è “piena di vuoto”, che l’apparenza di un sasso che cade sotto i nostri sensi non lascia intravedere la composizione molecolare e interatomica estremamente complessa e in parte ancora insondata. Ma quello che è essenziale è affermare che noi non siamo dei ciechi di fronte ad una tenebra assoluta, ma dei vedenti che conoscono – anche se in maniera povera e ridotta – il mondo e gli esseri che lo popolano. Se percepiamo gli esseri, dobbiamo logicamente anche ammettere l’“Essere”. Ogni persona intuitivamente si rende conto che non si è fatta da sé, ma che dipende. Risalendo la catena generativa e aiutati anche dalla teoria evoluzionista riconosciamo lo sviluppo degli esseri, ma soprattutto la loro dipendenza. Tutti gli esseri sono “causati” e postulano necessariamente una “Causa” ultima, una realtà che ne spieghi l’esistenza odierna. Di solito si parla del “big-bang”, dell’esplosione primitiva di un nucleo di materia tanto denso quanto piccolo avvenuto in una frazione di secondo circa quindici miliardi di anni fa. Ma si può anche immaginare una precedente “implosione” e una successiva “esplosione” anche in un’epoca infinitamente più lontana, foss’anche da sempre; non si può 18
Dio_soffre_con_noi_1.indd 18
19/06/20 12:33
Dio soffre con noi?
comunque mai eludere il concetto di “dipendenza”, che è insito negli esseri, fossero anche (in linea puramente teorica) “eterni”. Ecco in che senso ho osato parlare di “evidenza” per l’esistenza di Dio. Dal momento nel quale si sceglie di appoggiare la propria esistenza sull’evidenza (che ci permette di affermare l’esistenza di una realtà oggettiva) diventa “evidente” (anche se in modo mediato, indiretto) che Dio esiste: se ci sono degli esseri, questi sono nell’Essere e partecipano all’Essere. Se per la pura ragione l’idea di creazione dal nulla è molto difficile da essere acquisita, l’idea di dipendenza e di partecipazione è chiara. Toccando gli esseri, tocco l’Essere, e cioè mi rendo conto che il mondo non è che una manifestazione di una realtà più profonda, di un Assoluto, di una Intelligenza ordinatrice, che cerco poi di meglio conoscere. Possiamo porci una domanda che illumina tutta la problematica: “Se Dio non esistesse, che cosa cambierebbe nel mondo?”. Rispondiamo: “Non cambierebbe nulla tranne un ‘particolare’: non ci sarebbe niente!”. Questa risposta ci aiuta a capire che non possiamo immaginare l’Essere creatore come una realtà che interviene di tanto in tanto a modificare o a raddrizzare la storia. L’Essere non può coincidere con un “tappabuchi” che si fa vivo saltuariamente per correggere la vita degli esseri umani o delle cose. In questo senso si può parlare di una “assenza” dell’Essere dagli esseri, in quanto mai li rimpiazza o li integra. Sia però chiaro che se Dio non esiste, se l’Essere non è, nulla esiste. Dal momento in cui ci interroghiamo sulla questione fondamentale del “perché ci sia qualcosa e non ci sia il niente (che sarebbe più facile)”, noi ci poniamo il problema dell’Essere, che risolviamo se diciamo di sì agli esseri, alle realtà che ci circondano. Importante è capire che la scoperta di Dio coincide con 19
Dio_soffre_con_noi_1.indd 19
19/06/20 12:33
Sandro Vitalini
la scoperta dell’Essere, scoperta fondamentale anche se povera, aperta a prospettive di ricerca infinite. Purtroppo il nome stesso di “Dio” suscita emozioni e passioni che ne rendono meno profilata la scoperta. Non possiamo né dobbiamo vedere in Lui una specie di Giove barbuto col fulmine in mano. In fondo di Lui possiamo affermare che esiste, mentre la sua essenza ci sembra inconoscibile. Dobbiamo però ammettere che a partire dagli effetti si può risalire, anche se in modo molto imperfetto, alla Causa. Già gli Antichi hanno intravisto la divinità come la perfezione della Verità, della Bellezza, della Bontà. Se l’essere umano è persona, quanto più lo sarà – in un modo sovraeminente – l’Essere nel quale l’essere umano si muove, intende, vuole. Talune filosofie orientali hanno immaginato che il tutto coincida con la divinità, ma non ci si è resi conto che il valore supremo che conosciamo tra gli esseri è quello della persona dotata di spirito intelligente e amante. Se l’individuo con i suoi valori spirituali è ciò che di più prezioso possiamo conoscere, quanto più sarà persona spirituale e perfetta l’Essere Causante e non causato, eterno. La persona di Dio non assorbe certo, ma anzi esalta il valore del singolo individuo. Un animo aperto all’essere umano e alla natura percepisce con evidenza la loro “divinità”, ma non nel senso che si identificano con Dio, bensì nel senso che sono un segno della sua presenza. Se però vogliamo indagare maggiormente sulla natura della Prima Causa, dopo aver asserito che è certamente la Persona che realizza in modo sovraeminente le perfezioni che noi scopriamo riflesse nel mondo, dobbiamo riconoscere che il nostro balbettio si fa sempre più sommesso: di Dio possiamo dire quello che non è piuttosto che quello che è. L’essere umano però cerca, se non con la ragione almeno con la fantasia, di “rappresentarsi” Dio e quasi di costruir20
Dio_soffre_con_noi_1.indd 20
19/06/20 12:33
Dio soffre con noi?
selo a sua immagine. Andando oltre le acquisizioni razionali si tende a pensarlo come un re potente, immensamente più forte di tutti gli imperatori terreni riuniti, lo si immagina insediato in una reggia eccelsa e lo si descrive come supremo arbitro della Storia. Se nell’antichità si sono anche moltiplicate le divinità, questo lo si deve al fatto che l’immagine di Dio è stata costruita a partire dalle figurazioni dei potenti della terra, con le loro spose, i loro dignitari, le loro milizie, le loro gesta epiche. Si pensi alla figura mitica del Giove tonante e a tutte le altre divinità che lo circondavano. Si deve così riconoscere che alla nozione della Prima Causa che sussiste per se stessa si aggiungono dei paludamenti assai fantasiosi che finiscono per denaturare l’idea stessa di Dio ancora ai giorni nostri. Ecco perché è importante proporre subito la risposta che a questa investigazione dell’essere umano dà la rivelazione cristiana. Alla persona che arriva a percepire l’esistenza della Prima Causa il cristianesimo risponde affermando che il Figlio stesso di Dio si è fatto essere umano (cfr. Gv 1,14). Come credenti i cristiani devono specchiarsi in questa inaudita rivelazione di un Dio che si fa loro prossimo. Assimilando questa rivelazione, invero unica e sbalorditiva, tutto il rapporto tra il Dio rivelato in Gesù Cristo e il dramma del male nel mondo si pone in modo completamente diverso.
21
Dio_soffre_con_noi_1.indd 21
19/06/20 12:33
La scandalosa rivelazione di Gesù
I cristiani corrono sovente il rischio di considerare il rapporto tra il dramma del male e Dio come se la Parola del Padre non si fosse incarnata. Così capita che si riferiscano a Giobbe o a qualche altro testo dell’Antico Testamento per abbozzare una risposta, oppure anche alla concezione di Dio, interessante ma approssimativa, che della divinità avevano Socrate o Platone o Aristotele. Bisogna invece avere il coraggio di affermare che la rivelazione che di Dio abbiamo in Gesù è unica, inaudita, tanto che la si può chiamare “scandalosa”.
Perché scandalosa? “Skándalon” significa “ostacolo”, “inciampo”, “imprevisto”. Effettivamente anche quegli ebrei che attendevano il Messia non si aspettavano una figura come quella di Gesù. Si può dire che la loro aspettativa è andata delusa, tanto che il popolo ebreo nella sua grande maggioranza resta nell’attesa del suo Messia. Paolo riconosce nel primo capitolo della prima Lettera ai Corinti che “il Cristo crocefisso è scandalo per i giudei e folle stoltezza per i pagani” (1Cor 1,23). Un Messia crocefisso sembra una contraddizione flagrante. Il Messia è concepito come liberatore e salvatore e non può certo finire la sua esistenza terrena sul patibolo infamante della croce. Anche la reazione dei filosofi di Atene nei confronti del Messia predicato da Paolo è scettica, soprattutto 23
Dio_soffre_con_noi_1.indd 23
19/06/20 12:33
Sandro Vitalini
perché egli parla della necessità di “convertirsi” a Colui che Dio ha risuscitato dai morti (cfr. At 17).
Per capire qualcosa di Dio: convertirsi! Il discorso su Dio per Gesù e i suoi apostoli non è mai teorico, speculativo, astratto. Esso è possibile solo se l’essere umano accoglie questa esigenza fondamentale che inaugura e già riassume tutta la predicazione di Gesù: “Cambiate mentalità, poiché il Regno di Dio è divenuto vicino” (Mt 4,17). La conversione esistenziale (metanoia) implica un radicale cambiamento di vita, di pensiero e di azione. L’essere umano è chiamato ad “annegare”, a “crocifiggere” quanto c’è in lui di male, di perverso, perché “emerga”, perché “risorga” l’essere umano nuovo, che è illuminato da Colui che è la Luce e la Vita. Questo è il senso del battesimo “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19): è un’immersione progressiva nella vita di quel Papà che Gesù ci rivela come suo Padre e ci offre come nostro se non rifiutiamo il suo Spirito d’amore. Nell’ottica cristiana non è possibile una discussione su Dio e la sua azione nel mondo senza un coinvolgimento personale di vita con Lui. Se è vero che la conversione esige la crocifissione del male che è in noi (cfr. Gal 5,24), è anche vero che essa porta alla percezione del regno di Dio che si avvicina e che già ci vivifica. Più l’essere umano si converte e più sperimenta “il frutto dello Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, bontà, misericordia, fiducia, mitezza, autocontrollo” (Gal 5,22-23). Il paradiso non è solo una promessa per il futuro, ma una realtà esperimentabile. “Chi crede – dice Gesù nel Vangelo di Giovanni – ha la vita eterna” (Gv 6,47). “Credere” significa appoggiare la propria esistenza sulla Pa24
Dio_soffre_con_noi_1.indd 24
19/06/20 12:33
Dio soffre con noi?
rola incarnata che chiama ad una condivisione crocifiggente, capace però anche di infondere una gioia pasquale.
Quale Dio nell’essere umano Gesù? L’essere umano che orienta la sua etica di vita secondo la Parola del Dio di Gesù Cristo, che ha messo la sua tenda in mezzo a noi (cfr. Gv 1,12-14), non è più in contatto con una divinità più o meno nebulosa, con un Giove più o meno corrucciato. Tutta la “gloria” di Dio si manifesta nell’umiltà di una natura umana identica alla nostra. Contemplare la “gloria” e cioè la piena manifestazione di Dio significa toccare con mano la sua incredibile fragilità di bambino. In opposizione a coloro che immaginano un Dio trionfante, la sua “gloria” si esprime pienamente nel bambino che ha come trono la mangiatoia di Betlemme (cfr. Lc 2,7). Un antichissimo inno cristiano, che Paolo presenta nel secondo capitolo della lettera ai Filippesi, evoca questo “abbassamento” di Dio che in Gesù, fattosi essere umano obbediente fino alla morte, rivela sé medesimo in modo pieno, assoluto. Gesù, l’essere umano nato da Maria, è il Signore (Kyrios). Questo è il termine che nell’Antico Testamento designa il Dio del Popolo d’Israele (Jhwh, che per venerazione non si pronunciava e si sostituiva con Adonai, il Signore) e che dunque manifesta come il Padre e il Figlio siano una cosa sola: “Chi vede me – dice Gesù – vede il Padre” (Gv 14,9) e “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10,30). Il problema per l’essere umano è quello di accogliere un annuncio anche per lui scandaloso, nel senso che si oppone alla mentalità corrente, spesso anche tra coloro che si dicono cristiani, che immagina un Dio strapotente, capace di imporre a tutti il suo volere e di fare quello che meglio gli piace. Il rischio di considerare l’incarnazione del Verbo 25
Dio_soffre_con_noi_1.indd 25
19/06/20 12:33
Sandro Vitalini
non come piena rivelazione di Dio, ma come un suo misterioso e provvisorio nascondimento è sempre esistito. Si pensi al canto natalizio “Adeste, fideles”, dove si dice di Gesù bambino “in carne velatum”, immaginando la sua natura umana come un “velo” che nasconde la grandezza della divinità. Bisogna però opporsi a questa mentalità riduttiva e, in definitiva, anticristiana per proclamare con l’autore della Lettera agli Ebrei: “Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, in questi tempi ultimi che sono i nostri ha parlato a noi nel suo Figlio” (Eb 1,1-2)6. Il verbo “ha parlato” sottolinea la definitività di questo intervento rivelatore, ultimo, esaustivo, definitivo. Il Padre non ha più nient’altro da dire all’umanità, dopo che ha dato il suo Figlio. Contemplando il Figlio, contempliamo il Padre, nella misura in cui, penetrati dallo Spirito di amore che ci converte alle persone divine, tendiamo a diventare una cosa sola con loro (cfr. Gv 17,21).
Ma Dio è tutto qui? Dispiace che i cristiani stentino ad entrare nell’ottica della croce per riconoscere in essa il “trono” del Signore Gesù, epifania piena e definitiva di Dio. Ma l’unico discorso che i cristiani possono offrire al mondo su Dio è quello del Crocifisso. Egli rimane piagato anche nella sua vita di Signore risorto che non avrà mai fine (cfr. Gv 20,27). Pascal ha intuito che Egli resta in agonia fino alla conclusione di questa Per una lettura approfondita di Eb 1,1-4 cfr. G. Rouiller, Saggio di lettura esegetica: Ebrei 1,1-4, in E. Borghi, R. Petraglio, La fede attraverso l’amore. Introduzione alla lettura del Nuovo Testamento, Borla, Roma 2006, pp. 306-322. 6
26
Dio_soffre_con_noi_1.indd 26
19/06/20 12:33
Dio soffre con noi?
fase della storia umana, ma è Gesù stesso che lo attesta apparendo a Paolo e dichiarandogli di sentirsi da lui personalmente perseguitato (cfr. At 9,5). Nel Vangelo secondo Matteo Gesù si identifica con l’affamato, con il malato, con il miserabile e con il carcerato, cioè col più piccolo, con l’ultimo, con l’emarginato, col condannato (cfr. Mt 25,31-46). Questa identificazione sottolineata in modo tanto solenne da Gesù non viene da noi presa troppo sul serio. Si pensa in genere che Gesù voglia invitarci a trattare i più emarginati della società “come se” Lui fosse presente nel miserabile, nello straccione. Gesù ha previsto il nostro atteggiamento e già ci ha ammonito che nel momento del giudizio saremo stupiti, meravigliati, increduli: “Signore, quando ti vedemmo affamato?” (Mt 25,37). Nel nostro subcosciente immaginiamo sempre una divinità che si impone e che ci schiaccia e non già un mendicante che ci tende implorante la mano. Eppure la rivelazione del Nuovo Testamento è chiara. Opponendosi a tutte le fantasie e mitologie disumanizzanti Gesù rivela l’estrema povertà di Dio, che, nella Trinità, non è che famiglia di persone dove l’una è dono per l’altra. Il nostro discorso sulle persone divine non può essere certo che un balbettio. Usiamo il termine “persona” per significare il soggetto che pensa, vuole e ama e possiamo affermare che il Padre e il Figlio e lo Spirito sono quell’Essere che in modo molto imperfetto già la nostra ragione percepisce. Ma nell’ambito della rivelazione di Gesù, l’Essere è essenzialmente comunione interpersonale e nel senso più profondo possiamo proclamare: “Dio è Amore” (1Gv 4,8-16). L’Essere non è monolitico, ma è comunione. Le persone divine sono pura relazione oblativa e sussistono nel donare e nel ricevere l’unica natura divina. Anche se il nostro discorso su di loro è infinitamente distante dalla realtà – che formerà l’oggetto del nostro stupore per tutta l’eternità 27
Dio_soffre_con_noi_1.indd 27
19/06/20 12:33
Sandro Vitalini
–, esso nondimeno si fonda su questo fatto: in forza della conversione che ci coinvolge nell’amore trinitario (cfr. Gv 14,23), anche noi possiamo esperimentare che l’essenza della nostra vita, inserita in quella delle persone divine, è essenzialmente amore, dono per gli altri. Nel prossimo visibile gli individui amano e sono amati dal Dio invisibile (cfr. 1Gv 4,20). Secondo la rivelazione neo-testamentaria, essi esistono in quanto ex-sistono e cioè escono (“ex”) dal loro “stare” (“sistere”) per vivere “per gli altri” nella pazienza, nella benignità, nel dono totale di se stessi. È così che, come afferma Paolo nella Prima Lettera ai Corinti, gli esseri umani, anche se ancora in maniera imperfetta, possono contemplare il mistero del Dio Amore (1Co 12-13). Mi permetto qui d’invitare lettrici e lettori ad una sosta. Secondo i testi biblici, in particolare neo-testamentari, se essi desiderano affrontare il problema del male il più possibile come lo ha affrontato Gesù, il Figlio unigenito del Padre, devono accettare di entrare nella sua ottica e cioè di lasciarsi intridere dai suoi sentimenti, dalla sua mentalità: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2,5)7. Questo significa accettare un’immersione sempre più piena nella vita del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (cfr. Mt 28,19), che rende partecipi visceralmente dell’amore che costituisce l’Essere di Dio. È impossibile – in un’ottica cristiana – “conoscere” Dio come una realtà esterna che potrebbe essere considerata “fuori” o “sopra” di noi. “Conoscere il Padre” coincide con la partecipazione “dentro” la sua eterna vita (cfr. Gv 17,3) comunicataci dalPer approfondire l’analisi dell’intero passo di Fil 2,5-11 si veda E. Borghi, Di’ soltanto una Parola. Linee introduttive alla lettura della Bibbia, Effatà, Cantalupa (TO) 2010, pp. 192-201.
7
28
Dio_soffre_con_noi_1.indd 28
19/06/20 12:33
Dio soffre con noi?
lo Spirito del Figlio. Il verbo “conoscere” per il linguaggio biblico significa comunione di vita profondissima (come si realizza nel rapporto coniugale, cfr. Gen 4,1) che coincide con l’amore, che ci fa nascere da Dio (cfr. 1Gv 4,7; 5,2), ci fa vivere nei suoi comandamenti (cfr. 1Gv 2,3; 3,16; 4,16), così che il nostro “parlare” di Dio è di tipo “esistenziale”: la nostra vita, la nostra esistenza sono coinvolte nell’amore trinitario (cfr. Gv 17,8-25) che ci fa così uniti al Padre e al Figlio (cfr. Gv 14,23) da sentirci una cosa sola con loro (cfr. Gv 17,21). Solo chi si pone in questa logica di amore, può continuare con profitto la lettura di queste pagine che lo mettono a confronto fattivamente con il mistero del male e della sofferenza nel mondo.
29
Dio_soffre_con_noi_1.indd 29
19/06/20 12:33
Sandro Rinaldi Vitalini Angela Rinaldi Angela
DallaDalla parteDio dei piccoli soffre con piccoli noi? parte dei
Sandro a Campione d’IAngelaVitalini Rinaldiè nato è dottoranda della talia (Svizzera) il 27 febbraio 1935 ed Facoltà di Scienze Sociali nella Pontificia èUniversità stato consacrato presbitero cattolico Gregoriana. nel insegnato Teologia dogNel 1959. 2016 Ha ha conseguito la Licenza in matica dal 1968 al 1994 all’Università “Etica Pubblica” nello stesso Ateneo, di Fribourg, della Facoltàsui di minori Teolostudiando gliAngela abusicui sessuali Rinaldi èdue dottoranda della gia è stato anche decano per volnella Chiesa.Facoltà Nel 2014 ha ottenuto la Pontificia di Scienze Sociali nella te. Dal 2003 al 2017 èinstato pro-vicario Laurea Magistrale “Scienze dello Università Gregoriana. generale della Diocesi di Lugano. Ha sviluppo e della cooperazione internaNel 2016 ha conseguito la Licenza in svolto per vari decenni una capillare “Etica Pubblica” nello stesso zionale” nell’Università “La Sapienza” Ateneo, attività carattere pastorale asessuali favoresui minori studiando glinon abusi con unaditesi sui minori accompadella formazione culturale e spirituale nella Chiesa. Nel 2014 ha ottenuto la gnati. Dal 2013 collabora con il Centre Laurea Magistrale in “Scienze dello di credenti e non credenti. Il Covid-19 for Child Protection della Gregoriana. e della cooperazione l’ha sottrattosviluppo alla dimensione terrena internanell’Università “La Sapienza” dell’esistenzazionale” il 5 maggio 2020. con una tesi sui minori non Tra le sue molte pubblicazioni: Vo-accompagnati. Dal 2013 collabora con il Centre glio dirti qualcosa di Dio, EDB, Bolofor Child Protection della Gregoriana. gna 2008; (con G. Zois) Ma com’è Dio?, Fontana, Lugano 2010; Bussate e vi sarà aperto, Ritter, Lugano 2012; La fede della vita, la vita della fede, Cittadella, Assisi (PG) 2017; (con E. Borghi, G. De Vecchi, L. Locatelli), Il peccato è originale?, Cittadella, Assisi (PG) 2018.
Sandro Vitalini Angela Rinaldi
Dio Dalla soffreparte con noi? Angela Rinaldi Il mistero del male nel mondo
dei piccoli
Dalla parte Chiesa e abusi sessuali ’ dei piccoli he che non c r e p i e d ci sonoPrefazione di quelli
Se posta sono s i r e r a v o r o t e abusi sessuali persone sembranChiesa delleS.I. a Hans Zollner, z n e r e f f della so el mondo. el male ddi te e dPrefazione eglio ques m l a e r e v vi re diZollner, CercaHans vita e’ una la S.I. l e d i n o i i z condi hi desider c r e p i t n e costa aon,o. delle sfid ebruum r e t s t s e i o d t n a e ar o t tEe ’ ntun reat “ la Chiesa: eressa e a me int te che fa questo, un sacerdo tcaonrtpoo bdre ttoS,ignore. ’ ul a o l t i a e e r c n s u i d es ’a lal:a santit hia “tEr lnaorCe a s i s m e r n e u t n ertiare questoa,. Devee apmo te chee fnae Saibgunsore. un saceredoicnovrepco dp l e ragone: ita’ il ntnera. arom’inuonre a llmaesssaa a tradisce F n a u n ” u e r e a r t a r . o f e abu,satolleranza zero. Deve p e’ coim veceavnaent i e dn : e n are rago a. Si deve aFnaro’ un upnaa ma es nscaesnacenorza zero.” r e F r a a f p a e P m o c e’ oller
IlChi Dioricopre di Abramo, di Mosè di Gesù una posizione di epotere nella continua a soffrire con gli esseri umani, Chiesa deve sapere che essa non è di per con loro condurli ad una suaessere proprietà, ma eun dono, pertanto vita di limiti. A partire da tale finonpriva può abusarne. ducia esistenziale moltissime persone Il discorso sugli abusi sessuali sui minori hanno trovato la forza di vivere con le nella Chiesa cattolica offre diversi spunti Chi ricopre unalimitazioni posizione di epotere nella loro con le loro sofferenze disapere riflessione chenon in questo libro sono Chiesa deve che Tale essa e riassunti di sperare. fede èeditale speranza due tematiche sua proprietà, ma unindono, pertanto principali: la non si possono a forza o e questione deldimostrare potere spirituale non può abusarne. soltanto a livello teorico argomentatiIl discorso sugli abusi sessuali sui minori al clericalisgerarchico, con riferimento vo. Chi porta concretamente in sé quenella Chiesa cattolica offre diversi spunti mo, e la necessità di una formazione sta speranza credente, può essere chiadi riflessione che incompleta questo libro umana che sono abbia a fondamenmato anche ad attestarla davanti a coriassunti into due la tematiche persona. principali: la questione delche potere spirituale e loro ne stanno sperimentando doDunque, per colpire la piaga alle radici gerarchico, con riferimento al clericalislorosamente i strada limiti, come “semplice”, e porsi di sulla della prevenzione, mo, e la necessità una formazionedella propria autentica testimonianza la proposta di questo libro è che la umana completa che abbia a fondamenesistenza. Se lettrici e lettori, al termine Chiesa dovrebbe agire nel campo della to la persona. diformazione queste riflessioni, percepiranno che umana che, in modo Dunque, per colpire la piaga alle radici essi devono opporre ad ogni forma di e porsi sulla strada della prevenzione, multidisciplinare con gli altri campi male lo slancio vitale di un amore cala proposta di questo libro che la formativi, può èconseguire in una pace, se indispensabile, anche del dono Chiesa dovrebbe agire nel campo definizione chiaradella e trasparente totale di sé, che, allora pagineainon formazione umana in queste modo dell’identità vera del chierico, fini multidisciplinare con gli altri invano. campi saranno state scritte della riscoperta della vera natura del formativi, può conseguire in una ruolo e dell’autorità di cui sarà investito. definizione chiara e trasparente dell’identità vera del chierico, ai fini della riscoperta della vera natura del ruolo e dell’autorità di cui sarà investito.
13,00 (I.i.) Euro 15,00 Euro 15,00 (I.i.)
Scopri i contenuti Scopri i multimediali contenuti
multimediali
copertina_Dio_soffre_con_noi.indd 1
edizioni la meridiana paginealtre edizioni la meridiana paginealtre
ISBN 978-88-6153-771-2 978-88-6153-607-4 ISBN 978-88-6153-607-4
9 788861 537712
edizioni la meridiana edizioni la meridiana
i, t dare avant Si deve an esco Papa Franc
edizioni edizioni la la meridiana meridiana
paginealtre edizioni paginealtre la meridiana paginealtre
19/06/20 12:35