Silvia Rizzello Lucia Suriano
A SCUOLA IL I GIORNI DELLA CONTA MONDO MERAVIGLIA Illustrazioni di Abascià Percorsi e Enzo attività di mediazione e comunicazione interculturale
2020 Š edizioni la meridiana www.lameridiana.it info@lameridiana.it
Ci sono giorni in cui tutto scorre lentamente, troppo lentamente. Ci sono giorni tutti uguali, troppo uguali tra loro che non riesci a vedere cosa ti stanno regalando.
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La piccola Mia e suo fratello Rob erano a casa da giorni e troppe volte non sapevano cosa fare, spesso si sentivano, nonostante i tanti giochi a disposizione, tristi e annoiati, non capivano il perché ci fossero dei momenti in cui non riuscivano a trattenere la rabbia, tanto da sembrare essere figli di un vulcano in eruzione. Un pomeriggio Rob si arrabbiò tantissimo con Mia perché non lo lasciava mai in pace, così, prima di addormentarsi, quando la mamma andò ad augurargli la buonanotte, esplose in un pianto inconsolabile e le disse: “Io mi vergogno tantissimo quando mi arrabbio! Mi vergogno, divento così brutto ma non so cosa farci, dopotutto abbiamo tanti giochi, non ci manca niente eppure la rabbia mi acchiappa!”. Mamma Emy, allargando le braccia, disse a Rob: “Vieni qui” e lo strinse in un accogliente abbraccio, “forse ti arrabbi perché ci tieni tanto ad avere uno spazio in cui puoi giocare anche da solo?”. Rob annuì col capo e con gli occhi ancora pieni lacrime, Emy proseguì: “Rob, riesci a dirmi perché provi vergogna, sei sicuro che non sia paura?”. Rob si strinse ancora più forte e le disse con voce tremante: “Ho paura di deludere te, mamma, se non gioco con Mia, ma ci sono dei momenti in cui vorrei anche stare un po’ da solo…”. Mamma Emy teneramente gli accarezzò il capo e disse: “Oh mio ometto, mi dispiace. Facciamo così, quando avrai voglia di stare per conto tuo puoi dirmelo e io farò in modo che Mia sia impegnata con me o in altre attività”. Rob si sentì sollevato e asciugandosi gli occhi ringraziò la mamma. Mia che intanto era lì ad osservarli, iniziò a protestare: “Ma io allora che farò, se non posso giocare con Rob? Non è giusto!”. Mamma Emy prontamente l’abbracciò, le diede un bacio sulla testa e disse: “Dormici su Mia, domani cercheremo di capire come organizzarci, sicuramente troveremo qualcosa di bello e divertente da fare insieme!”. Emy non fece in tempo ad arrivare a spegnere la luce che i due dormivano beatamente.
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All’indomani mattina, mentre mamma Emy era impegnata col lavoro al PC, tanto per cambiare, iniziò una nuova lite. Rob e Mia si rincorrevano intorno al divano, tra urla e schiamazzi, quando Mia vide avvicinarsi alla finestra un pappagallo tutto colorato verde, giallo, blu, rosso… un pezzetto di arcobaleno in volo! Mia si fermò di scatto e Rob le ruzzolò addosso. Si ritrovarono con i piedi per aria e la testa per terra rivolta verso la finestra, proprio dove si era fermato il bel pappagallo che a ben guardarlo teneva stretto nel becco qualcosa che luccicava. I bambini si guardarono con occhi complici e Rob iniziò a muoversi verso la finestra con passo felpato, la piccola Mia si agitò e senza pensarci corse sotto la finestra. Rob portò le mani agli occhi convinto di aver rovinato tutto, ma il pappagallo sembrò non essere affatto spaventato, anzi aspettò che aprissero la finestra, volò per un attimo all’interno della sala e lasciò cadere tra le mani della piccola Mia la pietra colorata che teneva nel becco, poi fulmineo volò via. Mamma Emy dal suo studio insospettita per lo strano silenzio gridò: “Ehi voi due, tutto ok? Cos’è questo strano silenzio?”. Rob prontamente le rispose: “Sì mamma, non preoccuparti, stiamo giocando, va tutto bene”. I due bambini si guardarono negli occhi e guardarono la pietra e naturalmente iniziarono ad azzuffarsi per cercare di sottrarre l’uno all’altra il sorprendente regalo che il pappagallo aveva fatto loro.
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Mentre litigavano la pietra iniziò ad illuminarsi, i due piccolini si immobilizzarono e dalla pietra di luce saltò fuori una nuvoletta di pelo folto e lungo, giallino con striature nere. I due bambini restarono immobili, increduli e anche un po’ spaventati a guardare una testolina bianca con due macchie molto scure quasi a disegnare una mascherina tra i due occhi. “Ehilà piccole canaglie, mi avete riconosciuto? Sono…” “Sei un Pandaaaaaaaaaaa” esultò Rob. “No no no no” disse un po’ indispettito il simpatico animaletto. “Sono…”. “Sei un orsetto!” disse Mia, “Sì, sei il mio orsetto di peluche”. “Vai piano piccolina, ci sei vicina, io sono Rocky! Sono qui perché la mia casa, cioè quella pietra che voi avete ricevuto dal mio amico Marty il pappagallo, mentre dormivo beatamente da secoli, ha iniziato a restringersi fino a buttarmi fuori. Non accadeva da tempo. Ho capito poi che avevo una nuova missione con gli umani, l’unica specie al mondo che ha dimenticato la sua vera natura. Sono qui per aiutarvi, sono qui perché voi possiate sfruttare il tempo del restare a casa per allenarvi a riscoprire la vostra umanità”. Mia guardò Rob con aria perplessa e gli sussurrò nell’orecchio: “Non sarà il caso di urlare e chiedere aiuto alla mamma!”. Rob le mise una mano sulla bocca e le disse: “Dai Mia, stiamo a sentire, quando ci ricapita!”. Il procione scoppiò a ridere sdraiato con la pancia per aria e poi quando finì si ricompose. “Ehmmm” disse allora “siete pronti a seguire il mio super allenamento per stare in questo tempo che spesso sembra non passare mai?” “Sììììììì nuvola di pelo!” urlò Mia abbracciandolo. Rob la scosse per un braccio: “Si chiama Rockyyyyy, ha detto!” “Bene amici miei, state per diventare Ricercatori di Meraviglia, Smascheratori di emozioni e Amplificatori di risate! Da oggi e per tutte le volte che vorrete farlo potrete usare il vostro… come si chiama quella tavoletta infernale che vi incanta per ore e ore e dalla quale non vi staccate se non sotto minaccia dei vostri genitori?” “Smartphone!” esclamò prontamente Rob. “Bene, il vostro compito da domani è quello di aprirvi alla meraviglia per tutto ciò che avete intorno, catturarla in una fotografia e poi inviarla a chi desiderate come regalo. Scoprirete la gioia dell’essere ricercatori e seminatori di meraviglia. Vedrete la vostra vita riempirsi di colori e di belle sorprese!” “Ora si è fatto tardi, devo andare a riposare nella mia bella casa di pietra, iniziate a praticare la meraviglia e appena sarete pronti io riapparirò per insegnarvi il secondo potere” scoppiò ancora in una fragorosa risata e ritornò in un lampo nella pietra che Rob prontamente andò a nascondere nel suo forziere dei pirati. L’ora della buonanotte sopraggiunse e la mamma mise a letto i suoi piccolini che sembravano stranamente sereni e taciturni. “Bambini, tutto bene oggi?” “Sì mamma” disse la piccola Mia “Io e Rob abbiamo un nuovo amico e da domani vedrai, faremo meraviglie!” Rob le strizzò l’occhio.
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Dormirono profondamente e al risveglio si misero subito a ricercare gli angoli di meraviglia che avevano intorno a loro: videro le orchidee a cui la mamma teneva tantissimo che erano in piena fioritura, così fecero una foto e la inviarono alla mamma che in cucina tra una chiamata di lavoro e una padella sul fuoco si cimentava a preparare il pranzo. “Ecco per te, mamma, un pezzetto di meraviglia a colorare questa nuova giornata!” Scrissero prontamente. La mamma non credette ai suoi occhi e si commosse! Poi si abbracciarono e scattarono un selfie che immediatamente inviarono al papà: “Torna presto papà, ti vogliamo bene!”.
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La pietra che Rob la sera precedente aveva nascosto nel suo forziere dei pirati iniziò nuovamente ad illuminarsi. Mia, che in quel momento giocava con le sue bambole, gridò: “Roooooooobbbbbb, il coso peloso sta tornando!”. Non ci fu neanche il tempo di terminare le parole che Rocky riapparve con la sua fragorosa risata: “Ma siete degli apprendisti favolosi, miei cari amici, se sono già qui vuol dire che avete attivato la meraviglia nella vostra casa. Bravi, sono molto fiero di voi e per questo partiremo con il secondo potere”.
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Mia e Rob si guardarono fulminei le mani, ma non ci videro niente, così Rocky si avvicinò, li accarezzò con tenerezza, raccolse le mani dei bambini nelle sue zampette, li guardò negli occhi e disse: “Da oggi diventerete uno l’allenatore dell’altro nella difficile arte di smascherare le emozioni”. “Prendete le vostre mascherine”, Mia fece un passo indietro ma Rocky le disse con uno sguardo tenero e rassicurante: “Sì Mia, proprio quella mascherina che ti fa tanto paura e che vedi utilizzare dai grandi quando sono fuori casa e che fra qualche giorno e per qualche tempo anche tu, piccola mia, dovrai utilizzare per uscire”. Mia e Rob corsero nel cassetto del mobile all’ingresso dove avevano visto il papà riporre le loro mascherine e tornarono come fulmini in cameretta. “Bene, indossatela!” Allo stesso tempo Rocky fece apparire sul suo musetto pelosetto una mascherina tutta colorata coi colori dell’arcobaleno. “Ok, bambini, il vostro allenamento da oggi sarà quello di riuscire a scoprire che emozione si nasconde dietro la mascherina di chi avete di fronte. All’inizio sarà un gioco che farete solo tra voi due, poi piano piano, quando diventerete più esperti, inizierete ad allenarvi con le persone che incontrerete e i vostri occhi leggeranno oltre le mascherine che tanto vi facevano paura. Sarà un allenamento lungo e che richiederà il vostro impegno costante, ditemi ve la sentite?” I due piccoli si guardarono e coraggiosamente fecero segno di sì con la testa. “Iniziate pure da ora. Rob toccherà a te per primo indovinare che emozione sta provando Mia sotto la sua mascherina ora”. Il procione magico si avvicinò all’orecchio di Mia e le suggerì un’emozione.
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Poi si allontanò e disse: “Tutte le volte che giocate con le emozioni dovrete diventare degli attori, non si tratterà di fingere, dovrete essere quell’emozione che state provando. Coraggio miei piccoli maestri di meraviglia, si comincia!”. I due cominciarono a giocare e, mentre si divertivano a smascherarsi emotivamente, il procione silenziosamente sparì… lasciando sulla scrivania dei bambini una lettera magica. Quando si accorsero che Rocky era scomparso i due bambini rimasero dispiaciuti, ma all’improvviso il foglio magico si sollevò dalla scrivania e la voce di Rocky lesse quanto c’era scritto:
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Cari miei Rob e Mia, siete degli aspiranti esseri umani con grande potenziale. La serietà e l’impegno che ci avete messo nel credere alla mia esistenza e a quello che vi ho indicato di fare come allenamento quotidiano vi rende dei piccoli grandi apprendisti della vita, continuate ogni giorno a esercitarvi con la meraviglia e con la scoperta delle emozioni e non dimenticate mai di sorridere. Sia la risata il vostro tratto distintivo per accogliere, unire e celebrare la vita. Ricorderete senza dubbio la mia fragorosa risata! Fate in modo che chi vi incontra vi riconosca dal sorriso, siate generatori di bellezza, siate meraviglie nella meravigliosa vita che vivrete! La mia missione speciale è terminata, cari Rob e Mia, ricordatelo sempre: voi siete esseri umani e gli esseri umani amano, fatelo senza riserve. Il vostro amico e maestro Rocky! Una nuova e fragorosa risata avvolse la stanza e dopo pochi secondi di magico silenzio la mamma bussò per chiamare i due bambini per cena.
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Ci sono giorni in cui tutto scorre lentamente, troppo lentamente. Ci sono giorni tutti uguali, troppo uguali tra loro che non riesci a vedere cosa ti stanno regalando. Ci sono dei giorni densi di magia, qualcuno arriva ed è lì per parlarti e guidarti per attraversare e rendere tutti i tuoi giorni unici. Ci sono giorni: I giorni della Meraviglia!
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Lucia Suriano è docente nella scuola secondaria di primo grado. Ha iniziato a ricercare e sperimentare modalità e strumenti che realizzino il vantaggio dell’educare alla felicità (in ambito educativo scolastico). Ribalta stereotipi e falsi miti educativi per una scuola capace di includere realmente tutti partendo dalla potenza della fragilità. Con la meridiana ha pubblicato Educare alla felicità (2016) e Lasciarsi ribaltare (2020).
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Enzo Abascià, pittore, scultore, insegnante, conduce e realizza percorsi artistici per diffondere il valore della bellezza e della meraviglia, che si nascondono nella vita di ogni persona attraverso il colore. “Scoprire per scoprirsi” è il suo motto che condivide con gli allievi e le allieve di tutte le età e in diversi ambiti socio-educativi.
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