I soliti sospetti. Gioco di ruolo su società e giustizia

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C. Blengino - C. Agnella C. De Robertis - C. Tirabasso

Cecilia Blengino è professoressa associata in Filosofia del diritto presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino. Si occupa di sociologia del diritto, didattica del diritto ed educazione clinica legale. Costanza Agnella è dottoranda di ricerca in Diritti e Istituzioni presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, si occupa di sociologia del diritto e didattica interattiva. Chiara De Robertis è dottoranda di ricerca in Diritti e Istituzioni presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, ha svolto il tirocinio presso il Tribunale ordinario di Torino.

I SOLITI SOSPETTI Gioco di ruolo su società e giustizia

I SOLITI SOSPETTI

I Soliti Sospetti è un larp (ossia un gioco di ruolo dal vivo), scritto per simulare in modo simbolico ma realistico un’udienza nell’ambito del processo penale in Italia. Come tutti i larp ha una profonda valenza educativa perché consente di provare in prima persona che cosa significhi vivere, anche solo per qualche ora, l’esistenza di un altro essere umano. Lo scopo del gioco è promuovere la comprensione delle disuguaglianze che attraversano la società facendo addentrare il giocatore nei meccanismi della giustizia penale, così da aiutarlo a trovare risposta ai dubbi e, soprattutto, a porsi o a stimolare domande nuove. I Soliti Sospetti è stato pensato per offrire a insegnanti, educatori, animatori, studenti l’opportunità di esplorare e comprendere questioni complesse e attuali, giocando e mettendosi in gioco. Può quindi costituire uno strumento didattico di supporto nell’ambito dei percorsi di Cittadinanza e Costituzione e di Educazione Civica, ma può essere utilizzato efficacemente da facilitatori, educatori, animatori in diversi contesti educativi, formativi ed aggregativi.

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Chiara Tirabasso è una larp designer e sceneggiatrice; si occupa di gioco di ruolo dal vivo dal 1999 e a partire dal 2002 lavora alla scrittura di larp formativi ed esperienze di teambuilding in ambito professionale.

InIn copertina disegno di di Fabio Magnasciutti copertina disegno Fabio Magnasciutti

ISBN 978-88-6153-860-3

Euro Euro28,00 28,00(I.i.) (I.i.)

edizioni edizionilalameridiana meridiana p p a a r r t t e e nn z z e e


C. Blengino C. Agnella C. De Robertis C. Tirabasso

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Indice

Giocare con la giustizia.......................................7 Capitolo 1 Che cosa è il larp ..............................................11 Come si fa?.....................................................11 Le tre regole d’oro del larp............................12 Il larp come strumento di formazione e crescita..........................................................12 Tematiche e obiettivi....................................... 13 A chi è rivolto questo larp..............................13 Capitolo 2 Verosimiglianza e realismo................................15 Criminalità, controllo sociale e processo di criminalizzazione......................15 Il processo e i reati..........................................16 I casi presentati nel gioco...............................17 Gli imputati e le imputate..............................18 I reati...............................................................20 Non tutti i processi sono uguali.....................20 Alcuni artifici per rendere il gioco più realistico....................................................21 I temi affrontati e le fragilità rappresentate...22 Le conseguenze e il peso di una condanna....24 Capitolo 3 Vademecum: come organizzare il gioco...........25 Scaletta delle attività.......................................25 Svolgimento del larp.......................................26 Organizzare I Soliti Sospetti ..........................27 I personaggi....................................................27 Incomprensioni linguistiche...........................30 Larpitecture – Allestire l’area di gioco..........31 Giocare I Soliti Sospetti online.......................32 Workshop prima del gioco.............................33 Conclusione del Workshop ed inizio del gioco...........................................37 Workshop finale .............................................37 Introduzione al debriefing..............................37


Capitolo 4 Dopo aver giocato. Indicazioni e spunti per riflettere insieme................................................39 Le tematiche su cui riflettere..........................41 La criminalizzazione degli imputati nel processo penale.........................................42 Gli attori del processo penale........................45 La cultura degli imputati nel processo penale...............................................47 Dopo il processo: brevi cenni sull’esecuzione penale in carcere.............................................49 La pratica riflessiva come metodo per analizzare l’esperienza di gioco................53 Bibliografia........................................................55 Appendice 1 Materiali di gioco............................................57 Appendice 2 Materiale giuridico per educatori e organizzatori...........................97


Giocare con la giustizia

Dov’è la giustizia? Perché una condanna così lieve? Non c’è più la certezza della pena! Perché una pena così grave? A che cosa serve il carcere? Ma perché non buttano la chiave?… Non è giusto! Quante volte sei stato coinvolto in un dibattito di questo tipo o ti è capitato di porti queste domande? Vorresti capire di più? Cerchi uno strumento per aiutare altri a comprendere? In entrambi i casi, questo gioco fa per te. Il gioco di ruolo dal vivo (live action role-playing) I Soliti Sospetti ha lo scopo di promuovere la comprensione del mondo della giustizia e delle dinamiche con cui esso interagisce con le complessità sociali. Facendoti addentrare nei meccanismi della giustizia penale speriamo di aiutarti a trovare risposta ai tuoi dubbi e, soprattutto, a porti o a stimolare domande nuove. I Soliti Sospetti si rivolge a tutti coloro che vogliono capire di più, che non si accontentano dei luoghi comuni e che vogliono impegnarsi per migliorare la società in cui vivono. È stato pensato per offrire a insegnanti, educatori, animatori, studenti e persone curiose l’opportunità di esplorare e comprendere questioni complesse e attuali, giocando e mettendosi in gioco. L’efficacia formativa del role playing è nota e si presta ad essere impiegata in contesti formativi differenti. In ambito scolastico, il ricorso al gioco di ruolo si inserisce perfettamente nel quadro della didat-

tica delle competenze. Le esperienze di learning by doing rappresentano uno strumento ideale per lo sviluppo di conoscenze, abilità, capacità metacognitive e sociali. I Soliti Sospetti può essere utilizzato per favorire l’apprendimento esperienziale, promuovere l’attitudine al problem solving, stimolare l’interazione e sviluppare le capacità argomentative degli studenti. Allo stesso tempo, in coerenza con gli obiettivi del pragmatismo e dell’attivismo pedagogico1, il gioco di ruolo si rivela uno strumento molto utile per veicolare contenuti e temi nell’ambito dell’educazione alla cittadinanza. I Soliti Sospetti può quindi costituire uno strumento didattico di supporto agli insegnanti nell’ambito dei percorsi di Cittadinanza e Costituzione e di Educazione Civica, ma può essere utilizzato efficacemente da facilitatori, educatori, animatori in diversi contesti educativi, formativi ed aggregativi. La sua versatilità e duttilità è strettamente legata alle modalità con cui è stato pensato e realizzato. Il gioco è il risultato della sinergia e della condivisione di obiettivi, competenze, riflessioni e fantasia di un gruppo eterogeneo2. I Soliti Sospetti è il risultato della combinazione tra esperienze precedenti, incontri fortunati e capacità di trasformare gli imprevisti in opportunità. È stato pensato da un gruppo di ricercatrici del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, come strumento per promuovere azioni innovative di orientamento destinate agli studenti delle scuole secondarie superiori nell’ambito del Piano per l’Orientamento e Tutorato VALE Vocational Academy in Law Enhancement. I Soliti Sospetti si propone di sviluppare e completare le riflessioni sulla giustizia e sulla selettività del processo di criminalizzazione avviate alcuni anni fa 1. Dewey, 2000. 2. Il volume I Soliti Sospetti è il risultato di una riflessione costante e condivisa tra le autrici. Nell’organizzare la stesura del volume, l’autrice di questa sezione introduttiva è Cecilia Blengino. Chiara Tirabasso ha scritto i capitoli 1 e 3, Chiara De Robertis il capitolo 2 e Costanza Agnella il capitolo 4.

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dal gioco La Legge è Uguale per Tutti3, con il quale condivide fondamenti teorici ed obiettivi. Se ne La Legge è Uguale per Tutti i giocatori sono condotti ad assumere decisioni vestendo i panni di poliziotti, magistrati e funzionari dell’amministrazione penitenziaria, I Soliti Sospetti offre una nuova opportunità di apprendimento esperienziale sulla giustizia penale, dalla prospettiva dell’imputato. Il gioco è pensato per poter essere utilizzato in contesti differenti. A seconda del livello delle conoscenze in materia giuridica dei giocatori, i conduttori potranno modulare il livello di approfondimento delle riflessioni, ma le istruzioni fornite permettono al gioco di essere condotto ed utilizzato da persone non esperte di diritto. La realizzazione del gioco è il frutto di un felice incontro, avvenuto durante la manifestazione TO Play a Torino nel settembre del 2020. Da questo incontro, la Clinica Legale Carcere e Diritti I del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino ed il collettivo Terre Spezzate hanno intrapreso un lavoro comune volto a realizzare uno strumento in grado di allargare gli spazi di attenzione sul tema della giustizia penale, ricorrendo al potenziale ludico per veicolare concetti complessi e una riflessione in profondità. La realizzazione della versione definitiva del gioco è stata resa possibile grazie alla collaborazione e all’impegno delle studentesse ed ex studentesse della Clinica Legale Alice Bonivardo, Bianca Caretto, Martina Tiani, Chiara Vailati, il cui supporto è stato prezioso sia nella ideazione delle schede di gioco sia nella fase di sperimentazione del suo funzionamento. La capacità del gioco di alimentare la riflessione in profondità è stata verificata tanto in ambito ludico, quanto in contesti didattici. Nella fase di sperimentazione, I Soliti Sospetti è stato giocato da studenti universitari nell’ambito della formazione della Clinica Legale Carce3. Buffa et al., 2002.

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re e Diritti I, da studenti delle scuole secondarie nell’ambito della Summer School “I diritti messi alla prova”, da appassionati di giochi di ruolo nel corso di incontri ad hoc organizzati da Terre Spezzate. Grazie ai feedback ricevuti, è stato possibile realizzare la versione definitiva del gioco ed offrire questa esperienza ludica a tutta la cittadinanza torinese: I Soliti Sospetti è stato inserito nel programma dell’edizione 2021 di TO Play, rappresentando un’opportunità di riflessione e scambio con i cittadini che hanno partecipato all’evento. Tornando alle origini, teniamo particolarmente a sottolineare che il primo utilizzo de I Soliti Sospetti è avvenuto in università in un momento molto particolare, condizionato dall’emergenza da Covid-19. Il suo battesimo non è avvenuto in un’aula fisica ma nello spazio virtuale. Nonostante l’impossibilità di incontrarsi di persona, il gioco ha rappresentato per gli studenti della clinica legale l’opportunità di immergersi e fare esperienza delle complessità dei meccanismi del sistema della giustizia penale. Ci siamo rese conto che quello che era stato pensato originariamente come un espediente per superare i limiti all’interazione imposti dall’emergenza sanitaria può rivelarsi un ampliamento delle possibilità di giocare in situazioni diversificate. I Soliti Sospetti si presta quindi ad essere giocato sia in presenza che a distanza. Con l’auspicio che possa essere utilizzato e rappresentare un’esperienza di apprendimento significativa e piacevole, mettiamo a disposizione le istruzioni ed i materiali di gioco. Il volume è articolato in quattro capitoli, pensati per fornire le indicazioni e le riflessioni utili per organizzare e vivere al meglio l’esperienza di gioco. Il primo capitolo si sofferma sul gioco di ruolo dal vivo (o larp – live action role-playing) e sulla sua specifica valenza formativa. Il secondo capitolo fornisce alcuni elementi per comprendere la verosimiglianza dei casi trattati


nell’ambito del gioco, attraverso l’indicazione di dati e di ricerche scientifiche che si sono occupate delle tematiche a cui essi sono ispirati. Il terzo capitolo contiene un “vademecum” per organizzare I Soliti Sospetti, indicando le attività da svolgere per preparare il gioco. Infine, nel quarto capitolo vengono offerte alcune piste di riflessione utili per organizzare il momento di discussione successivo allo svolgimento del gioco vero e proprio, al fine di stimolare i partecipanti ad analizzare l’esperienza vissuta e ad individuare le principali tematiche affrontate nell’ambito della stessa. Ora non resta che leggere le istruzioni e giocare! Dopo aver giocato, ci farà molto piacere ricevere riscontri e suggerimenti che ci aiuteranno a proseguire nella riflessione e a migliorare l’esperienza di gioco. Potete scrivere a: ceciliapiera.blengino@unito.it.

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Capitolo 1 Che cosa è il larp

I Soliti Sospetti è un gioco di ruolo dal vivo (o larp: live action role-playing) scritto per simulare in modo simbolico ma realistico un’udienza nell’ambito del processo penale in Italia. È una versione elaborata e più adulta del gioco per bambini “facciamo finta che…”. In un larp si finge di essere qualcuno diverso da sé, è un gioco di interpretazione e di empatia durante il quale si interpreta un personaggio, con la sua personalità e i suoi problemi, all’interno di una cornice narrativa che fornisce il contesto in cui agiscono i personaggi. Non occorre avere esperienza di recitazione o particolari conoscenze, basta la voglia di mettersi in gioco e di stare al gioco, lasciandosi coinvolgere dallo scenario e dal personaggio che si interpreta. È un po’ come improvvisare una commedia, un romanzo o un film insieme agli altri partecipanti. L’idea di interpretare un personaggio potrebbe erroneamente far pensare che il larp sia una forma ibrida di teatro, ma durante un larp non c’è un copione da seguire, e neppure un esito prestabilito. La differenza più marcata risiede però nell’assenza di pubblico, che definisce in modo netto perché il larp non abbia alcun collegamento con la recitazione e la drammaturgia. Il larp

è un’attività pensata e scritta per i suoi partecipanti, affinché si lascino coinvolgere dal contesto e si immedesimino in persone e situazioni altre, sperimentando sentimenti, idee, punti di vista, problemi pratici o etici, situazioni di cui si ha poca o nessuna esperienza. La buona riuscita di un larp consiste nel ricavare, singolarmente e collettivamente, un’esperienza che ha suscitato emozioni, coinvolgimento e riflessioni sul tema affrontato. In un gioco di ruolo non si vince e non si perde, è un’attività senza alcuno scopo competitivo. Tutti i larp hanno invece una profonda valenza educativa che risiede nel provare in prima persona cosa significa vivere, anche solo per qualche ora, l’esistenza di un altro essere umano. Lo scopo del gioco è immedesimarsi in un personaggio e in un contesto, vivere l’esperienza e collaborare, come giocatrici e giocatori, al coinvolgimento di tutti.

Come si fa? Un larp può avere una decina di partecipanti, oppure migliaia; può durare poche ore o diversi giorni; può svolgersi in un ambiente semplice e neutro, oppure prevedere location allestite e curate come il set di un film. Nel caso de I Soliti Sospetti sono previste dalle 10 alle 20 persone, coinvolte per circa 4 ore di attività. Tutti i partecipanti si trovano in un luogo concordato e adatto alla storia (la cosiddetta “area di gioco”). Ciascuno ha una parte da interpretare (ovvero, il suo personaggio) e può decidere di usare abiti e accessori che ritiene adatti a rappresentare il suo ruolo nella storia. Per la durata dell’evento, i giocatori si calano nella parte, parlando e agendo come farebbero i loro personaggi. Tutti i dettagli su come organizzare l’attività sono descritti nel Capitolo 3 “Vademecum”, ma al I SOLITI SOSPETTI

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fine di giocare I Soliti Sospetti, come anche qualsiasi altro larp, i consigli su come giocare sono davvero semplici e si possono riassumere in tre “regole d’oro”.

Le tre regole d’oro del larp 1) Rimani sempre nel personaggio: con le parole, con le azioni, coi pensieri. Non uscire mai dal gioco, non parlare d’altro: il gioco è bello ed emozionante se tutti lo rendono vero e vivo a beneficio degli altri partecipanti. 2) A ogni azione, una reazione: se un altro personaggio ti rivela un segreto, ti insulta, ti indispettisce, ti interpella... reagisci. Non importa che cosa fai o dici, ma fai qualcosa, possibilmente qualcosa di appropriato, di divertente, di drammatico. In un larp nessuna azione deve cadere nel vuoto. 3) Accetta le azioni altrui: in un larp ciascuno è regista di se stesso. Non mettere mai in dubbio le azioni o la buona fede degli altri e non aspettarti mai da loro una reazione specifica. Prendi sempre per buono tutto quello che succede intorno a te e che fanno gli altri partecipanti e gioca di conseguenza. In un larp non c’è copione, non ci sono prove e non si rigirano le scene; non tutto sarà perfetto, ma tutto sarà convincente, se decidi di crederci.

Il larp come strumento di formazione e crescita I larp, specie in Italia, vengono tradizionalmente pensati, scritti e organizzati per lo più da associazioni di appassionati volontari, il cui obiettivo è divertirsi insieme. In tempi recenti, in ambito lavorativo e poi scolastico, i giochi di ruolo iniziano ad essere riconosciuti come strumenti di apprendimento. Nell’ambito dell’impresa, basti pensare alle dinamiche della formazione aziendale, o alle prove simulate durante i colloqui di lavoro. Nell’ambito dell’educazione, i larp rappresentano un’evoluzione del learning by doing teorizzato dal filosofo americano John Dewey1: un approccio pratico all’apprendimento, in cui gli studenti devono interagire con il loro ambiente per adattarsi e imparare. Sono sempre più numerosi gli studi che mostrano come i giochi di ruolo possano essere utilizzati con efficacia tanto nell’educazione formale, per proporre contenuti didattici, quanto nell’educazione informale, per convogliare contenuti di tipo educativo e di tematiche sociali, non solo a studenti. È questo l’approccio del lifewide learning2 (o apprendimento permanente, apprendimento continuo), ovvero il processo individuale e intenzionale di educazione, di acquisizione di competenze e conoscenze in campo professionale o personale, durante tutto l’arco della vita. L’Educational larp (live action role-playing) è una metodologia didattica che si basa sull’esperienza in prima persona di situazioni reali (e non) e colloca gli studenti nel contesto del contenuto, facendoli realmente vivere ed interagire come partecipanti in uno scenario di simulazione guidato dall’educazione3.

Un larp è di per sé sempre formativo. Tale è la 1. Dewey, 1938. 2. Bauman, 2006; Barnett, 2010. 3. Alessandra Ceccarelli “Imparare in prima persona” Seminario di formazione Epale sull’Edu-Larp nell’educazione degli adulti, 2021.

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natura essenziale di tutti i giochi: si sperimenta in un contesto simulato e protetto e, divertendosi, si impara qualcosa. Cosa si impara dipende, ovviamente, dal tipo di argomento su cui è incentrato il gioco, ma in un larp ci si immedesima in personaggi diversi da noi, ci si immerge in contesti vicini e lontani (storicamente o geograficamente) e un gioco di immedesimazione porta a riflessioni su se stessi, sul prossimo e sulla realtà che ci circonda, lascia una traccia a livello emotivo. Che si tratti di un larp divertente e leggero, o che affronti temi e contesti più seri e complessi, il coinvolgimento e la crescita individuale fanno sempre parte del bagaglio di esperienze che ciascuno porta con sé alla fine dell’attività.

Tematiche e obiettivi Per fortuna, gran parte delle persone non ha quasi mai a che fare con un’aula di tribunale o con i meccanismi della macchina giudiziaria. Persino gli studenti di Giurisprudenza, prima e durante il proprio percorso di studi, hanno poca o nessuna esperienza di come la teoria del diritto si traduce nella pratica di un processo. Tutti, a livello individuale e collettivo, sviluppiamo un concetto di giustizia e siamo consci che per esercitarla deve esistere un codice, una legge o comunque una fonte del diritto formale che definisce e classifica i comportamenti non ammessi in una certa comunità umana, e che al contempo deve esistere una struttura che applichi la legge. Ma come avviene questo processo?

so? Come cambia il ruolo dell’avvocato e la sua incisività in udienza quando è assegnato d’ufficio e quando è invece nominato di fiducia? L’esperienza è volta a mettere in luce le disparità e le differenze tra udienze in teoria simili; dopo la conclusione del gioco è prevista una fase di debriefing in cui riflettere e condividere le impressioni di tutti i partecipanti.

A chi è rivolto questo larp I Soliti Sospetti è stato inizialmente sviluppato come parte del programma formativo per gli studenti di giurisprudenza, ma con l’obiettivo di renderlo fruibile anche a chi non abbia alcuna conoscenza o competenza legale. Questo libro nasce proprio per dare l’opportunità di giocare lo scenario a chiunque sia interessato ad approfondire, in modo semplice ma emotivamente forte, come funzioni la macchina della giustizia in Italia. I Soliti Sospetti è un gioco adatto e consigliato a studenti universitari e di scuole secondarie superiori, educatori, associazioni ludiche, culturali e di promozione sociale, giovani e adulti.

I Soliti Sospetti si prefigge di riflettere da un punto di vista sociologico-giuridico su quali e quante variabili possano influire, anche in modo molto significativo, sullo svolgimento di un’udienza penale. Quanto incidono le caratteristiche di un imputato (in particolare se in situazione di specifica vulnerabilità) sullo svolgimento del procesI SOLITI SOSPETTI

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Capitolo 2 Verosimiglianza e realismo “Il potere della legge è quello dell’angelo con la spada fiammeggiante sul cancello, che può separare una persona dal mondo cui appartiene: corrisponde al dominio del gruppo sull’individuo, e il suo apparato penale serve a condannare il ribelle all’esilio.” G.H. Mead, La giustizia punitiva, 1918

A differenza dei disclaimer di film e serie tv, in questo larp... “ogni riferimento a fatti, persone e cose non è da considerarsi puramente casuale”. Non si tratta infatti di un’opera di fiction o di fantasia, tutt’altro. I Soliti Sospetti si prefigge di presentare, seppur con qualche licenza di narrazione e utilizzando nomi di fantasia, situazioni che non solo siano verosimili e plausibili, ma che rispettino la realtà processuale penale odierna, proponendone uno spaccato simbolico ma rappresentativo e documentato, sia nella scelta dei reati presentati che nei tempi processuali.

Criminalità, controllo sociale e processo di criminalizzazione Partire da alcune nozioni teoriche elaborate dalla sociologia del diritto e della devianza può aiutare a calarsi con più facilità nel contesto rappresentato1. L’aula di tribunale messa in scena nel larp, infatti, oltre a rappresentare il rituale del processo penale, riproduce – più o meno velatamente – diversi concetti su cui ci soffermeremo brevemente, che sono i concetti di: criminalità, controllo sociale e processo di criminalizzazione2. In primis, partiamo da una sintetica definizione di criminalità. La criminalità è la non osservanza delle norme previste e sanzionate dal codice penale vigente in una società: ogni atto illegale (o reato), infatti, rientra tra i comportamenti definiti come criminali. I comportamenti criminali sono molto diversi tra di loro e sono messi in atto da individui portatori di alcune specificità, in situazioni e con modalità differenti. Essi sono riconducibili a categorie che aiutano a distinguere e a connettere i diversi agiti individuali. Tali categorie sono state elaborate da chi si occupa di crimine: da un lato, all’interno del percorso di costruzione del diritto penale e delle procedure che mirano ad applicarlo, i giuristi e i legislatori; dall’altro da quelle discipline che si occupano di crimine, tra cui in particolare, la sociologia della devianza.

1. La sociologia del diritto è la scienza sociale che ha come oggetto lo studio dei rapporti tra il diritto e la società; la sociologia della devianza, invece, è una branca della sociologia che studia i comportamenti devianti messi in atto dagli individui all’interno di una società con la finalità di individuarne le cause. 2. Si tratta di concetti complessi e ampiamente esplorati dalle teorie della sociologia della devianza in cui, per l’economia e la finalità del testo, non ci addentreremo. In questa sede, si farà principalmente riferimento, relativamente alle tre nozioni citate, alla ricostruzione contenuta nel manuale di Prina, 2019.

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Il controllo sociale3 è quell’insieme di meccanismi, di reazioni e di sanzioni che una collettività elabora e impiega allo scopo di conformare l’agire individuale ai valori della società in cui l’individuo è inserito. Il controllo sociale, quindi, si riferisce a quei meccanismi tramite i quali la società esercita la sua autorità sugli individui che la compongono e fa rispettare le sue norme. Si possono distinguere principalmente due forme di controllo sociale: • formale: il controllo esercitato dalle istituzioni che sono ufficialmente preposte a tale compito. A partire dalle forze dell’ordine nelle loro varie declinazioni, fino ad arrivare ai diversi gradi del sistema giudiziario; • informale: il controllo esercitato dal gruppo sociale di riferimento e dalle diverse istituzioni sociali (famiglia, ambiente di studio, lavoro, ecc.) all’interno del quale un individuo è inserito e che sono portatori di norme e valori. Controllo sociale formale e informale sono interconnessi tra di loro, nella misura in cui le reazioni informali possono generarsi da un intervento del controllo sociale formale e viceversa. Ai fini del controllo formale, molte sono le misure che le società moderne attuano. In primis, definendo espressamente i confini tra lecito e illecito, e così individuando i comportamenti che costituiscono reato, con le relative sanzioni formali. In secondo luogo, perseguendo attivamente le condotte non conformi e applicando le sanzioni previste. Il controllo sociale formale si sostanzia in quello che viene definito processo di criminalizzazione, ossia di attribuzione a un determinato comportamento della qualificazione di crimine e di concreta applicazione della qualificazione di criminali ai 3. Ross, 1901.

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soggetti che realizzano quel comportamento. Rispettivamente, la distinzione risiede tra processo di criminalizzazione primaria e secondaria4. Con l’espressione processo di criminalizzazione primaria si intende il processo formale attraverso cui un comportamento viene qualificato come reato. Si tratta del processo attraverso cui si produce un atto che ha valore di legge: un atto del Parlamento (o, se delegato, del Governo) che interviene sul codice penale introducendo una nuova fattispecie di reato e definendo la sanzione prevista in via di principio per chi mette in atto quel comportamento. Con l’espressione processo di criminalizzazione secondaria si intende, invece, l’attribuzione in concreto della qualifica di autore di un determinato reato a qualcuno che si ritiene abbia agito così come definito dalla norma. Esso si può concretizzare nelle azioni e negli interventi delle istituzioni e delle agenzie a ciò deputate, come le forze dell’ordine o la magistratura. L’autore di quel comportamento verrà dunque definito (auspicabilmente all’esito di un processo equo che ne abbia riconosciuto la responsabilità penale e la colpevolezza) come criminale, connotazione che lo sottoporrà concretamente alle conseguenze previste per quel reato e, più in generale, qualificherà la sua identità sociale.

Il processo e i reati Entriamo ora nel vivo del gioco. Le udienze rappresentate ne I Soliti Sospetti si inseriscono all’interno del processo di criminalizzazione secondaria (o fase secondaria del processo di criminalizzazione). Agli imputati sono contestati fatti che violano le norme sociali e ai quali, se in giudizio verrà accertata la responsabilità penale dell’autore della violazione, seguirà una sanzione. 4. Becker, 2017; Hester ed Eglin, 1999, pp. 41 ss.; Sarzotti, 2019, p. 349.


Le udienze sono quelle che nella realtà processuale si celebrano dinanzi al giudice penale monocratico, competente per i reati a citazione diretta in giudizio (art. 550 del codice di procedura penale) per i quali non è necessaria l’udienza preliminare. Si tratta dunque di contravvenzioni o di delitti puniti con la pena della reclusione non superiore nel massimo a quattro anni o con la multa, sola o congiunta alla pena detentiva. Sono inoltre soggetti a questo tipo di procedimento, nonostante le pene previste siano più alte, altri reati del nostro codice penale, tra cui: a)

la violenza o la minaccia a un pubblico ufficiale (art. 336 c.p.); b) la resistenza a un pubblico ufficiale (art. 337 c.p.); c) l’oltraggio a un magistrato in udienza aggravato (art. 343, secondo comma, c.p.); d) la violazione di sigilli aggravata (art. 349, secondo comma, c.p.); e) la rissa aggravata (art. 588, secondo comma, c.p.), con esclusione delle ipotesi in cui nella rissa taluno sia rimasto ucciso o abbia riportato lesioni gravi o gravissime; e-bis) le lesioni personali stradali, anche se aggravate (art. 590-bis c.p.); f) il furto aggravato (art. 625 c.p.); g) la ricettazione (art. 648 c.p.). Si tratta dunque di reati molto eterogenei tra di loro: si passa da quelli che nel linguaggio forense vengono chiamati reati bagatellari (da bagatella: inezia, cosa di poco conto) tra i quali spiccano furti, truffe, appropriazioni indebite di piccola entità; a reati più gravi come lesioni, minacce, incidenti sul lavoro e molti altri, che producono un danno sociale maggiore e vengono considerati oggettivamente più gravi anche per la pena prevista in caso di condanna.

I casi presentati nel gioco La scelta dei reati che vengono contestati agli imputati all’interno del gioco non è quindi per nulla casuale ma vuole rappresentare uno spaccato che attinge dalla realtà processuale delle udienze penali a citazione diretta che si celebrano dinanzi al giudice monocratico. Di seguito si riporta l’elenco degli imputati e dei reati contestati nel gioco: • Tiziana Cartoli: appropriazione indebita (art. 646 c.p.) • Mohamed Tahiri: furto aggravato in concorso (artt. 624, 625, 110 c.p.) • Carmelo Nascimbene: evasione (art. 385 c.p.) • Marco Lombardo: danneggiamento aggravato (art. 635 c.p.) • Adela Covacu: furto di energia elettrica (art. 624 c.p.) • Marina Bruno: resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.) • Laura Nikolic: impiego di minori nell’accattonaggio (art. 600 octies c.p.) • Felix Dhiop: detenzione di stupefacenti, fatto di lieve entità (art. 73, comma I e V T.U. Stupefacenti) • Luca Giraudo: furto con destrezza (artt. 624 e 625, comma 1 c.p.) • Abubakar Salim: violazione di domicilio (614 c.p.) • Ahmed Essikal: furto con strappo (624 bis, comma 2 c.p.) • Eleonora Ferraris: violenza privata e interruzione di servizio di pubblica utilità (artt. 610 e 340 c.p.) • Daniel Diaconu: lesioni personali colpose (art. 590 c.p.) • Giacomo Redaelli: rissa e porto abusivo di armi (artt. 588 e 699 c.p.) • Sarah Messina: danneggiamento aggravato (art. 635 comma 3 c.p.) I SOLITI SOSPETTI

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• Ettore Russo: resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.) Da una rapida scorsa dell’elenco, si può notare subito come la caratteristica preponderante sia quella della disomogeneità: sia dei personaggi imputati, sia dei reati loro contestati. Come anticipato, però, tale varietà è paradigmatica della sfaccettata realtà che popola quotidianamente le aule dei Palazzi di Giustizia del nostro Paese. Sul punto, si pensa sia utile analizzare in maniera più approfondita le caratteristiche dei casi rappresentati nel gioco e confrontarli sinteticamente con alcuni grafici contenuti nel report Delitti, imputati e vittime di reati 5 pubblicato nel 2020 dall’Istituto Nazionale di Statistica che, attraverso un’analisi dati puntuale e dettagliata, 5. Il report Delitti, imputati e vittime di reati – La criminalità in Italia attraverso una lettura integrata delle fonti sulla giustizia, ISTAT, 2020, è consultabile al seguente link: https://www.istat.it/it/archivio/252815.

fornisce una fotografia aggiornata della criminalità in Italia.

Gli imputati e le imputate Le donne imputate nel gioco sono sei, gli uomini dieci. La composizione delle nazionalità dei personaggi imputati è variegata: nove sono gli imputati (5) e le imputate (4) italiani, sette sono gli imputati (5) e le imputate (2) di origine straniera. Di seguito si riportano due grafici (fonte dati ISTAT) che rappresentano i profili delle persone rinviate a giudizio per le quali è iniziata l’azione penale nell’anno 2017 in Italia. Come si può notare, nella Figura 1, la percentuale di donne è di

Figura 1. Persone rinviate a giudizio per le quali inizia l’azione penale presso Procure adulti per sesso e classi di età. Anno 2017. (Percentuali sul totale inizio azione penale)

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Figura 2. Persone rinviate a giudizio per luogo di nascita (italiano, straniero) per sesso e classi di età. Anno 2017. (Per cento persone con le stesse caratteristiche)

gran lunga minore rispetto a quella degli uomini. Come si evince invece dalla Figura 2, la maggior parte delle persone rinviate a giudizio risulta essere nata in Italia; in particolare il 73,4% degli uomini e il 78,3% delle donne.

La verosimiglianza del gioco può quindi dirsi rispettata, anche se le due categorie delle donne e dei nati all’estero sono state leggermente sovrarappresentate rispetto a quanto traspare dai dati statistici. I SOLITI SOSPETTI

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Appendice 1 Materiali di gioco


Avvocato Carlo Valente INFORMAZIONI PER AVVOCATO DI FIDUCIA Puoi scegliere il rito processuale: 1. rito abbreviato secondo l’art. 438 ss. c.p.p. La pena, se si procede per una contravvenzione, è diminuita della metà e, se si procede per un delitto, è diminuita di un terzo. Inoltre, il giudice acquisirà il fascicolo delle indagini del PM; 2. rito ordinario.

LUCA GIRAUDO Breve descrizione del fatto: Luca è uno studente di Ingegneria Gestionale al Politecnico. È accusato di aver rubato delle bottiglie di vodka e rum in un autogrill sulla Torino-Savona, mentre stava andando in vacanza con i suoi amici a Finale Ligure. Luca è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza mentre si infilava le bottiglie nello zaino. È stato denunciato per “Furto con destrezza”. È un ragazzo di buona famiglia: i suoi genitori sono persone per bene e sono molto arrabbiati per questa bravata. Ti hanno detto che Luca non fa alcunché senza i suoi amici. Lui è restio a raccontare come sono andate le cose, ma, essendo stato ripreso, è importante che lui si dimostri collaborativo e racconti al giudice il ruolo che hanno avuto i suoi amici in questa vicenda. Reato: Furto con destrezza (art. 625, comma 1, n. 4 c.p.)

Art. 624 c.p. Furto Chiunque s’impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 154 a euro 516. Agli effetti della legge penale, si considera cosa mobile anche l’energia elettrica e ogni altra energia che abbia un valore economico. Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo che ricorra una o più delle circostanze di cui agli articoli 61, numero 7), e 625. I SOLITI SOSPETTI

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Art. 625 c.p. Circostanze aggravanti La pena per il fatto previsto dall’articolo 624 è della reclusione da due a sei anni e della multa da euro 927 a euro 1.500: 1) (…) 2) se il colpevole usa violenza sulle cose o si vale di un qualsiasi mezzo fraudolento; 3) se il colpevole porta in dosso armi o narcotici, senza farne uso; 4) se il fatto è commesso con destrezza; 5) se il fatto è commesso da tre o più persone, ovvero anche da una sola, che sia travisata o simuli la qualità di pubblico ufficiale o d’incaricato di un pubblico servizio; 6) se il fatto è commesso sul bagaglio dei viaggiatori in ogni specie di veicoli, nelle stazioni, negli scali o banchine, negli alberghi o in altri esercizi ove si somministrano cibi o bevande; 7) se il fatto è commesso su cose esistenti in uffici o stabilimenti pubblici, o sottoposte a sequestro o a pignoramento, o esposte per necessità o per consuetudine o per destinazione alla pubblica fede, o destinate a pubblico servizio o a pubblica utilità, difesa o reverenza; 7-bis) se il fatto è commesso su componenti metalliche o altro materiale sottratto ad infrastrutture destinate all’erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici e gestite da soggetti pubblici o da privati in regime di concessione pubblica; 8) se il fatto è commesso su tre o più capi di bestiame raccolti in gregge o in mandria, ovvero su animali bovini o equini, anche non raccolti in mandria. 8-bis) se il fatto è commesso all’interno di mezzi di pubblico trasporto; 8-ter) se il fatto è commesso nei confronti di persona che si trovi nell’atto di fruire ovvero che abbia appena fruito dei servizi di istituti di credito, uffici postali o sportelli automatici adibiti al prelievo di denaro. Se concorrono due o più delle circostanze prevedute dai numeri precedenti, ovvero se una di tali circostanze concorre con altra fra quelle indicate nell’articolo 61, la pena è della reclusione da tre a dieci anni e della multa da euro 206 a euro 1.549. Massime giurisprudenziali Cass. pen., sez. unite, n. 34090/2017; In tema di furto, la circostanza aggravante della destrezza sussiste qualora l’agente abbia posto in essere, prima o durante l’impossessamento del bene mobile altrui, una condotta caratterizzata da particolari abilità, astuzia o avvedutezza ed idonea a sorprendere, attenuare o eludere la sorveglianza del detentore sulla res, non essendo invece sufficiente che egli si limiti ad approfittare di situazioni, non provocate, di disattenzione o di momentaneo allontanamento del detentore medesimo. Art. 625-bis c.p. Circostanze attenuanti Nei casi previsti dagli articoli 624, 624-bis e 625 la pena è diminuita da un terzo alla metà qualora il colpevole, prima del giudizio, abbia consentito l’individuazione dei correi o di coloro che hanno acquistato, ricevuto od occultato la cosa sottratta o si sono comunque intromessi per farla acquistare, ricevere od occultare. 64

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#1

Luca Giraudo

“In una sciocchezza c’è assai più vitalità e più salute che nei nostri sforzi per giungere ad una vita di meditazione.” Anton Cechov


#1 - Luca Giraudo Sei un ragazzo come tanti, nato e cresciuto in una famiglia tranquilla e assolutamente normale: tua madre insegna Scienze al Volta, tuo padre lavora in una grande azienda di consulenza. Studi Ingegneria Gestionale al Politecnico e hai la fortuna di essere circondato da amici fantastici, la tua family, come vi piace chiamarvi, alcuni li conosci dai tempi del liceo, altri addirittura dalle elementari: siete inseparabili. Quando eravate alle superiori avete fatto la vostra sana dose di sciocchezze, non che siano cose di cui vantarsi, ma ogni volta che rievocate quei tempi ne ridete con nostalgia. Una volta siete saliti sui tetti delle auto parcheggiate cercando di saltare da una all’altra, sicuramente facendo danni. Adesso che hai un’auto la cosa ti farebbe arrabbiare di brutto se succedesse a te. Un’altra volta eravate ad una festa di compleanno e inscenando un combattimento tra ninja avete rotto il vetro della finestra facendo cadere schegge di vetro sulla folla fuori dalla birreria al piano terra del palazzo. Sempre in quel periodo eravate i re del taccheggio: materiali da disegno per Paolo, fumetti per te, carte di Magic per Ludovico, ciascuno aveva un hobby costoso che vi spingeva ad ingegnarvi per elaborare nuove tecniche di distrazione dei commessi, e indossare ampie giacche per nascondere il bottino. Date queste premesse, che tu sia finito nei guai per non aver pagato qualche bottiglia di vodka e rum all’autogrill è a metà tra l’assurdo e il paradossale. Due estati fa la family aveva programmato una settimana di vacanza al mare nella tua casa di Finale Ligure. Venite tutti da famiglie benestanti, ma non navigate certo nell’oro e le vacanze costano, così, in macchina sulla Torino-Savona vi siete fermati all’autogrill per fare scorta di superalcolici gratis. Mentre la family si assicurava di tenere i commessi impegnati, tu hai infilato nello zaino qualche bottiglia e poi avete proseguito il viaggio. Purtroppo non hai pensato alle telecamere di sorveglianza, e qualche mese più tardi ti hanno denunciato per Furto con destrezza, eri stato beccato in video! Sai che è un reato da niente, e sai di essere “colpevole” di questa scemenza, ma se i veri criminali non finiscono in prigione di sicuro non può succedere a te. Principalmente sei seccato: i tuoi genitori l’hanno presa malissimo, hanno assunto l’avvocato Carlo Valente, e la parcella dovrai pagarla tu con i tuoi risparmi. C’era in ballo un viaggio a Lisbona con la family, che ora sei quasi certo di non poterti più permettere. Speri solo che almeno questa brutta storia si chiuda in fretta.

Reato: art. 625 co. 1, n. 4 – Furto con destrezza


C. Blengino - C. Agnella C. De Robertis - C. Tirabasso

Cecilia Blengino è professoressa associata in Filosofia del diritto presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino. Si occupa di sociologia del diritto, didattica del diritto ed educazione clinica legale. Costanza Agnella è dottoranda di ricerca in Diritti e Istituzioni presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, si occupa di sociologia del diritto e didattica interattiva. Chiara De Robertis è dottoranda di ricerca in Diritti e Istituzioni presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, ha svolto il tirocinio presso il Tribunale ordinario di Torino.

I SOLITI SOSPETTI Gioco di ruolo su società e giustizia

I SOLITI SOSPETTI

I Soliti Sospetti è un larp (ossia un gioco di ruolo dal vivo), scritto per simulare in modo simbolico ma realistico un’udienza nell’ambito del processo penale in Italia. Come tutti i larp ha una profonda valenza educativa perché consente di provare in prima persona che cosa significhi vivere, anche solo per qualche ora, l’esistenza di un altro essere umano. Lo scopo del gioco è promuovere la comprensione delle disuguaglianze che attraversano la società facendo addentrare il giocatore nei meccanismi della giustizia penale, così da aiutarlo a trovare risposta ai dubbi e, soprattutto, a porsi o a stimolare domande nuove. I Soliti Sospetti è stato pensato per offrire a insegnanti, educatori, animatori, studenti l’opportunità di esplorare e comprendere questioni complesse e attuali, giocando e mettendosi in gioco. Può quindi costituire uno strumento didattico di supporto nell’ambito dei percorsi di Cittadinanza e Costituzione e di Educazione Civica, ma può essere utilizzato efficacemente da facilitatori, educatori, animatori in diversi contesti educativi, formativi ed aggregativi.

C. Blengino - C. Agnella C. De Robertis - C. Tirabasso

Chiara Tirabasso è una larp designer e sceneggiatrice; si occupa di gioco di ruolo dal vivo dal 1999 e a partire dal 2002 lavora alla scrittura di larp formativi ed esperienze di teambuilding in ambito professionale.

InIn copertina disegno di di Fabio Magnasciutti copertina disegno Fabio Magnasciutti

ISBN 978-88-6153-860-3

Euro Euro28,00 28,00(I.i.) (I.i.)

edizioni edizionilalameridiana meridiana p p a a r r t t e e nn z z e e


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