S. Arborini - A. Biffi
La famiglia è un contesto fondamentale di promozione della salute. Le interazioni delle singole soggettività, ciascuna con i propri valori di riferimento per età e ruolo, con gli altri membri della famiglia tessono trame relazionali sottili, preziose e fragili, perennemente in equilibrio, messe a dura prova durante lo scorso confinamento sociale. Le famiglie come hanno strutturato tempo e spazi? Come hanno gestito le emozioni di paura e incertezza legate al contagio e la loro comunicazione? Cosa è rimasto di questo tempo esclusivo vissuto insieme? A un anno esatto dallo scoppio della pandemia l’indagine promossa da “Spazio Giovani” entra in queste trame, fotografando un momento storico in cui le relazioni interne ai nuclei familiari sono state messe a dura prova, ma hanno mostrato anche scenari non scontati.
Anna Biffi dal 2002 è consigliere di amministrazione e responsabile HR di Spazio Giovani – Impresa Sociale. Dal 2007 svolge attività di formazione, supervisione e consulenza in organizzazioni pubbliche e private nell’area della promozione della salute e della gestione delle risorse umane. Ha competenze di coaching rivolte a gruppi (professionali ma anche a giovani e famiglie), grazie al coordinamento ventennale di servizi e contesti ad alta complessità, e di counseling rivolte a singole persone o a coppie. È Consulente filosofico certificato (www.phronesis-cf.com) e Teacher Expert in Philosophy for Children & Community (www.filosofare.org). Dal 2010 collabora con centri studi e organizzazioni, con attività di ricerca e pubblicazione di articoli in area psicopedagogica e organizzativa. ISBN 978-88-6153-836-8
Euro 12,00 (I.i.)
SILVIA ARBORINI ANNA BIFFI
IO RESTO A CASA Un’indagine su genitori e figli durante il lockdown
IO RESTO A CASA
Silvia Arborini è psicologa-psicoterapeuta, dal 2007 socia di Spazio Giovani – Impresa sociale. Dal 2002 ha esperienza operativa e di coordinamento in Servizi Educativi e di Tutela Minori dal 2003. Svolge attività di progettazione e supervisione negli stessi ambiti. Dal 2001 conduce eventi formativi in piccoli e grandi gruppi per genitori, ragazzi, operatori del terzo settore e di volontariato. Ha esperienza clinica pluriennale in consultori e presso studio privato. È tutor per tirocinanti di psicologia e di psicoterapia. Ha acquisito formazione specifica nell’ambito di Tutela Minori, Psicoterapia EMDR, prevenzione del disagio e promozione del benessere nella scuola e nella comunità, progettazione sociale, Interventi Assistiti dagli Animali (IAA). Per la meridiana ha pubblicato Ke Kasino! L’Abc dell’adolescente (2009) e La bottega delle Fiabe. La narrazione come metodo per educare ai valori (2011).
Spazio giovani – Impresa sociale è nata a Monza nel 1983, come associazione culturale. Dal 1994 come impresa sociale progetta e realizza servizi di welfare territoriale: assistenza educativa scolastica e domiciliare, tutela minori, sostegno al reddito e inclusione sociale, laboratori sociali di quartiere, progetti di promozione della salute e contrasto ai comportamenti a rischio, Peer e Media Education, azioni di protagonismo giovanile, formazione e consulenza rivolti a insegnanti, operatori e assistenti sociali, sportelli di ascolto, psicoterapia e Counseling. Le reti territoriali che in più di trent’anni ha sviluppato e contribuito a creare hanno generato collaborazioni e convenzioni con molte amministrazioni pubbliche, Agenzie Sanitarie Territoriali, scuole, fondazioni e altre organizzazioni profit e non profit. Ogni giorno circa 200 operatori, tra educatori, psicologi, formatori, assistenti sociali e ricercatori, lavorano all’interno delle sue molte e diverse attività.
Silvia Arborini Anna Biffi
Io resto a casa Un’indagine su genitori e figli durante il lockdown
Le due indagini “Con un poco di zucchero” e “Tutti insieme appassionatamente” sono state progettate e proposte dalle equipe interdisciplinari di Promozione della Salute di Ats Brianza, composta da Onella Perego, Lidia Frattallone, Dolores Rizzi, Andrea Rossi, Michela Perolini, Saveria Fontana, Patrizia Benenati e dall’equipe di Spazio Govani Impresa Sociale composta da Anna Biffi, Silvia Arborini, Giorgia Geminiani, Manuela Galli.
2021 © edizioni la meridiana Via Sergio Fontana, 10/C – 70056 Molfetta (BA) – tel. 080/3971945 www.lameridiana.it info@lameridiana.it
ISBN 978-88-6153-836-8
INDICE Introduzione di Raffaele Mantegazza
7
Famiglie al centro Progetto Family Skills Rimodulazione delle attività Genesi della ricerca
11 12 13 14
Il programma Family Skills
17
Descrizione del campione ed esiti dell’indagine on line Descrizione panel Prima area: il tempo insieme Seconda area: l’impiego delle tecnologie Terza area: le conseguenze pratiche ed emotive della pandemia Quarta area: il tema del futuro
25 26 29 32 38 42
Descrizione del campione e report dei focus group
43
Esiti complessivi dell’indagine on line e dei focus Tempo in famiglia DAD, smart working e social network Paura del contagio Come sarà “dopo”
51 51 53 55 56
Considerazioni finali
59
5
Introduzione
di Raffaele Mantegazza1
C’è spesso una strana diffidenza da parte di chi proviene da una formazione umanistica nei confronti dei numeri. A volte si considerano il numero, la cifra, la statistica, come nemici, si pensa che possano essere freddi e impersonali. Ovviamente questo non è vero e dipende dall’utilizzo che se ne fa. Ricerche come questa sono importantissime proprio per dare un corpo quantitativo numerico e statistico a intuizioni e precognizioni pedagogiche che possono trovare nelle cifre una conferma o una disconferma. Un primo tema importante di riflessione riguarda la scansione dei tempi. Colpisce il fatto che più o meno lo stesso numero di famiglie hanno scelto una scansione regolare della temporalità quotidiana rispetto a quelle che invece hanno lasciato la giornata più libera. Questo è un tema fondamentale perché se in educazione i riti, assolutamente essenziali, hanno bisogno anche di regolarità, la possibilità di vivere un tempo vuoto, un tempo realmente liberato da impegni, da schemi è altrettanto importante dal punto di vista educativo. Educare significa lavorare col tempo e proporre regolarità e libertà in egual misura, ma anche in proporzioni differenti a seconda delle fasi di sviluppo della crescita dei bambini e dei ragazzi. L’importanza di questi momenti di tempo vuoto emerge anche dal fatto che molti genitori sostengono di non essere riusciti ad avere occasioni Professore associato di Pedagogia generale e sociale presso l’Università degli Studi Milano Bicocca.
1
7
di stacco dal loro ruolo genitoriale, momenti a cui i servizi educativi e l’istituzione scolastica provvedono tutti i giorni. Un altro tema, com’era prevedibile, riguarda l’utilizzo degli strumenti multimediali; è interessante soprattutto notare la differenziazione degli interventi o dei non interventi da parte dei genitori nei confronti dell’utilizzo degli strumenti: si va dal concordare regole all’intervenire in modo direttivo, al lasciar fare. Probabilmente questo richiama la difficoltà di stabilire competenze genitoriali che vadano a coprire questo campo per certi versi così nuovo e che forse rimanda anche a vissuti adulti molto particolari. In fin dei conti ormai i genitori con figli piccoli, pur non essendo nativi digitali, hanno incontrato da molti anni nella loro vita il computer, il web e probabilmente possono riflettere proprio a partire dal rapporto con i figli sul fascino che queste tecnologie hanno prima di tutto su loro stessi. Un ulteriore elemento di estremo interesse riguarda la comunicazione degli eventi, il modo in cui i genitori hanno spiegato ai bambini e ai ragazzi il virus e le misure di sicurezza. Colpisce il tentativo di adeguare il linguaggio, le metafore e gli esempi all’età del bambino o della bambina ma anche lo spostare l’attenzione sul rispetto delle regole come prevenzione. Tutto ciò può portare a una riflessione sui modelli comunicativi degli adulti nei confronti del bambino e dell’adolescente, modelli rassicuranti ma che tengono anche conto del dato di realtà, che non drammatizzano e non angosciano ma nemmeno sottovalutano i pericoli. Da questo punto di vista l’emergenza covid è stato un importantissimo banco di prova. Saper parlare ai bambini e ai ragazzi non è cosa diversa dal saperli ascoltare; le due dimensioni si richiamano a vicenda, perché è l’ascolto del bambino o del ragazzo che ci fornisce il quadro all’interno del quale passare le nostre comunicazioni. Forse un possibile elemento di criticità risiede nel fatto che si parla ancora troppo poco di emozioni e di sentimenti, soprattutto di quelli degli adulti. Probabilmente dovremmo 8
imparare a fare da specchio alle emozioni positive o negative dei nostri figli in modo da far capire loro che crescere non significa liberarsi della dimensione emotiva e affettiva, ma saperla considerare, trattare, far diventare adulta. Paradossalmente in questa ricerca è molto presente la paura, ma forse è meno presente la comunicazione della propria paura ai figli, siano essi ragazzi e bambini, insieme alle strategie utilizzate per superarla ed elaborarla. Forse questo è uno dei compiti più importanti della società adulta del dopo-covid.
9
Famiglie al centro
L’iniziativa della ricerca si colloca all’interno del progetto “Skill at Stake (SAS) Family Skills” che l’Impresa Sociale Spazio Giovani ha realizzato in partnership con l’equipe di Promozione della Salute di Ats Brianza. Il progetto “SAS Family Skills” recepisce un precedente programma che dal 2013 ATS Brianza ha promosso sul territorio2, per adempiere agli indirizzi dell’OMS e della comunità scientifica internazionale, che estendono il rafforzamento delle competenze di vita (Life Skills) ai nuclei familiari, individuati quali fonti primarie di sviluppo dei fattori di rischio di devianza, dipendenza, marginalità, ma anche quali fattori protettivi, in grado di contrastare, contenere, ridurre lo sviluppo di queste fragilità, proprio attraverso il rafforzamento delle proprie competenze di vita. In questa cornice l’idea della presente indagine nasce a marzo 2020, durante il generale isolamento causato dall’emergenza sanitaria da covid19, che ha costretto all’isolamento sociale i cittadini di tutta Italia. In quel periodo erano in programma attività rivolte a gruppi di famiglie aderenti al progetto “Skill at Stake. Family Skills”, che di seguito brevemente illustriamo. L’isolamento forzato e il distanziamento sociale hanno reso necessaria la rimodulazione dei programmi e generato nuove idee fra le quali la ricerca.
2
Cfr.: tinyurl.com/4fw5a9s6. 11
Progetto Family Skills Le azioni Family Skills sono realizzate dalla partnership fra ATS Brianza - dipartimento Promozione della Salute e l’Impresa Sociale Spazio Giovani - Dialogos; una collaborazione generata nel tempo da indirizzi programmatici e approcci metodologici comuni. Già nel corso di una sperimentazione avvenuta nel 2013 e finanziata dalla Regione Lombardia, l’allora ASL Monza e Brianza propose ad alcune associazioni di genitori del territorio una formazione sulle Family Skills. L’iniziativa traeva ispirazione dai risultati positivi, e ormai universalmente riconosciuti anche dall’OMS, dei modelli di promozione della salute fondati sulla Life Skills Education3. Questa sperimentazione ha incrociato alcune iniziative analoghe di Spazio Giovani, che da oltre vent’anni opera sul medesimo territorio, recependo e agendo, nei suoi servizi e progetti, la leva della psicologia di comunità4, quale dispositivo di empowerment delle competenze e delle risorse delle comunità locali, di cui le famiglie sono il primo nucleo generativo. L’approccio promozionale e sistemico alle problematiche sociali, associato a percorsi strutturati di rafforzamento delle competenze di vita, ha generato il progetto “Skill At Stake. Family Skills 2019-2020”. La progettazione originaria, scritta prima dello scoppio della pandemia, prevedeva l’attivazione di percorsi formaMetodologie Evidence Based, che si propongono di contrastare comportamenti a rischio, attraverso il potenziamento delle abilità/competenze personali, considerate fondamentali per fronteggiare al meglio tutte le difficoltà e gli ostacoli che si incontrano nello sviluppo evolutivo dei giovani. Cfr. Lucchini A., Società Consumi Dipendenze, FrancoAngeli, Milano 2014. 4 Area di studi, ricerche e interventi professionali che si focalizza su persone e gruppi in contesti socioculturali, economici, organizzativi e territoriali nei quali vivono. Concetti chiave sono: empowerment, attenzione alla dimensione psicosociale dell’intervento psicologico, sensibilità alla dimensione culturale, implementazione di tecniche di auto mutuo aiuto. Cfr. Zani B. (a cura di), Psicologia di comunità: Prospettive, idee, metodi, Carocci, Roma 2012. 3
12
tivi rivolti a genitori di diverse fasce d’età, con scambio di esperienze pedagogiche ed educative, con l’obiettivo di valorizzare e accrescere le competenze genitoriali. “SAS Family Skills” includeva inoltre la realizzazione di corsi rivolti a operatori dei servizi territoriali, così che a loro volta diventassero soggetti moltiplicatori, in percorsi con altri genitori. La sperimentazione avviata a fine 2019 aveva l’obiettivo specifico di creare un circolo virtuoso fra attori sociali (scuola, famiglie, ragazzi) di alcune micro comunità territoriali, per rafforzare le competenze di vita, nell’evolvere dei differenti percorsi biografici e nell’esercizio dei rispettivi ruoli sociali e professionali. I figli delle famiglie coinvolte erano, a loro volta, beneficiari di un intervento complementare di rafforzamento delle Life Skills (Life Skills Training)5. Rimodulazione delle attività Il training formativo Family Skills è fortemente caratterizzato da attività interattive e partecipative con scambio di esperienze dirette fra i genitori partecipanti. La relazione fiduciaria che i facilitatori favoriscono in aula utilizza il corpo, la voce, la postura, lo sguardo, oggetti simbolici e metaforici, tecniche di role play e di brainstorming, come dispositivi fondamentali dell’esperienza formativa e di apprendimento esperienziale. Ovviamente questi dispositivi non potevano essere completamente trasportati in sessioni on line. Tanto più che nelle prime settimane di confinamento, le famiglie, come Life Skills Training, ideato dallo psicologo statunitense Gilbert J. Botvin è il più accreditato programma di prevenzione a livello internazionale. Recepito come percorso formativo a scuola LST è un protocollo europeo, condotto da docenti formati appositamente per rafforzare le competenze di vita degli studenti.
5
13
la maggior parte della popolazione, erano fortemente disorientate dall’esperienza senza precedenti che stavano vivendo. L’iniziale crisi degli operatori di ATS Brianza e di Spazio Giovani nell’immaginare nuove e diverse forme di accompagnamento e di sostegno per le famiglie, coinvolte nel progetto, è stata velocemente superata con una capacità di reazione che ha stupito per primi loro stessi. Già alla fine di marzo 2020 l’equipe integrata dei professionisti ha riprogettato i percorsi Family Skills, adattandoli alle condizioni. Sia i corsi di formazione per operatori moltiplicatori sia i percorsi con le famiglie sono diventati webinar molto partecipati dai destinatari. La figura del formatore o del facilitatore è stata affiancata fin da subito da quella dell’animatore digitale, che ha consentito di recuperare l’approccio partecipativo e interattivo del percorso, anche all’interno delle piattaforme digitali, che, nel frattempo, si rendevano disponibili pervadendo il lavoro, la didattica e la socialità di tutte le famiglie. Questa possibilità di restare in contatto anche a distanza ha fatto emergere le fatiche, l’ansia, le preoccupazioni di alcuni genitori, ma ha anche generato nuovi legami; il bisogno di condividere con altri i vissuti, la nuova quotidianità, la necessità di nuovi paradigmi educativi o di reinterpretare quelli precedenti, la capacità di stare dentro quel presente così impensato e di immaginare il futuro.
Genesi della ricerca L’impossibilità di trovarsi fisicamente insieme in un luogo ha, paradossalmente, favorito la partecipazione attiva di un numero di famiglie superiore al previsto. La ricchezza dei materiali che emergevano, di volta in volta, si è trasformata nella proposta che ha generato la ricerca: realizzare 14
un’indagine on line, attivata dalle stesse famiglie, per condividere le novità, i dubbi, le fatiche, le emozioni, i pensieri, le vere e proprie strategie di sopravvivenza, che ciascun nucleo familiare stava vivendo, costretto fra le mura della propria casa. L’indagine nasce da questo spostamento di prospettiva, che conserva i limiti di una proposta estemporanea, nata in emergenza, con passaggi veloci dalla fase di ideazione alla realizzazione. Essa rappresenta anche il valore di una ricerca sul campo, che, come molti genitori hanno riportato ex post, ha offerto un sostegno agli stessi partecipanti in un periodo unico nella storia recente. La qualità e la quantità di dati raccolti nel sondaggio on line ha indotto, in un secondo momento, a compensare in parte i limiti dovuti all’estemporaneità dell’avvio, con la realizzazione di alcuni focus group svolti in presenza nel mese di settembre 2020. Nuovamente, l’abitudine a programmare il futuro si è scontrata con questo inedito modo di stare nel presente e dei quattro focus pianificati ne sono stati realizzati due per l’arrivo della, cosiddetta, seconda ondata di contagi. Nonostante questo “incompiuto” abbiamo comunque deciso di concludere la ricerca, come a segnare simbolicamente la prepotenza del presente e la nostra capacità adattiva. Nei capitoli successivi analizzeremo in dettaglio i fuochi dell’indagine, il panel, l’analisi dei dati raccolti on line e durante i focus e i motivi che hanno reso interessante approfondire, in presenza, alcuni temi con i genitori. Un po’ lapidariamente ci limitiamo a dire che l’ampliamento della ricerca on line è scaturito dal bisogno di raccogliere le testimonianze, incontrare le persone, esplorare le semantiche, dare tempo all’ascolto di se stessi e degli altri, per condividere il racconto del ricordo di quelle settimane di isolamento sociale, che fino a prima che accadessero non potevano essere nemmeno immaginate. 15
S. Arborini - A. Biffi
La famiglia è un contesto fondamentale di promozione della salute. Le interazioni delle singole soggettività, ciascuna con i propri valori di riferimento per età e ruolo, con gli altri membri della famiglia tessono trame relazionali sottili, preziose e fragili, perennemente in equilibrio, messe a dura prova durante lo scorso confinamento sociale. Le famiglie come hanno strutturato tempo e spazi? Come hanno gestito le emozioni di paura e incertezza legate al contagio e la loro comunicazione? Cosa è rimasto di questo tempo esclusivo vissuto insieme? A un anno esatto dallo scoppio della pandemia l’indagine promossa da “Spazio Giovani” entra in queste trame, fotografando un momento storico in cui le relazioni interne ai nuclei familiari sono state messe a dura prova, ma hanno mostrato anche scenari non scontati.
Anna Biffi dal 2002 è consigliere di amministrazione e responsabile HR di Spazio Giovani – Impresa Sociale. Dal 2007 svolge attività di formazione, supervisione e consulenza in organizzazioni pubbliche e private nell’area della promozione della salute e della gestione delle risorse umane. Ha competenze di coaching rivolte a gruppi (professionali ma anche a giovani e famiglie), grazie al coordinamento ventennale di servizi e contesti ad alta complessità, e di counseling rivolte a singole persone o a coppie. È Consulente filosofico certificato (www.phronesis-cf.com) e Teacher Expert in Philosophy for Children & Community (www.filosofare.org). Dal 2010 collabora con centri studi e organizzazioni, con attività di ricerca e pubblicazione di articoli in area psicopedagogica e organizzativa. ISBN 978-88-6153-836-8
Euro 12,00 (I.i.)
SILVIA ARBORINI ANNA BIFFI
IO RESTO A CASA Un’indagine su genitori e figli durante il lockdown
IO RESTO A CASA
Silvia Arborini è psicologa-psicoterapeuta, dal 2007 socia di Spazio Giovani – Impresa sociale. Dal 2002 ha esperienza operativa e di coordinamento in Servizi Educativi e di Tutela Minori dal 2003. Svolge attività di progettazione e supervisione negli stessi ambiti. Dal 2001 conduce eventi formativi in piccoli e grandi gruppi per genitori, ragazzi, operatori del terzo settore e di volontariato. Ha esperienza clinica pluriennale in consultori e presso studio privato. È tutor per tirocinanti di psicologia e di psicoterapia. Ha acquisito formazione specifica nell’ambito di Tutela Minori, Psicoterapia EMDR, prevenzione del disagio e promozione del benessere nella scuola e nella comunità, progettazione sociale, Interventi Assistiti dagli Animali (IAA). Per la meridiana ha pubblicato Ke Kasino! L’Abc dell’adolescente (2009) e La bottega delle Fiabe. La narrazione come metodo per educare ai valori (2011).
Spazio giovani – Impresa sociale è nata a Monza nel 1983, come associazione culturale. Dal 1994 come impresa sociale progetta e realizza servizi di welfare territoriale: assistenza educativa scolastica e domiciliare, tutela minori, sostegno al reddito e inclusione sociale, laboratori sociali di quartiere, progetti di promozione della salute e contrasto ai comportamenti a rischio, Peer e Media Education, azioni di protagonismo giovanile, formazione e consulenza rivolti a insegnanti, operatori e assistenti sociali, sportelli di ascolto, psicoterapia e Counseling. Le reti territoriali che in più di trent’anni ha sviluppato e contribuito a creare hanno generato collaborazioni e convenzioni con molte amministrazioni pubbliche, Agenzie Sanitarie Territoriali, scuole, fondazioni e altre organizzazioni profit e non profit. Ogni giorno circa 200 operatori, tra educatori, psicologi, formatori, assistenti sociali e ricercatori, lavorano all’interno delle sue molte e diverse attività.