Papà di sole e papà di tempesta

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“Il Papà di Tempesta ha mani grandi come falchi che muovono l’aria

arrivare il Papà di Tempesta tiralo fuori e fai in modo che si rifletta qui dentro. È molto importante, hai capito bene?

minacciose”, continuò, “gli occhi fissi e infuocati mi trapassano senza vedermi e una voce strozzata, urlata, gli esce chissà da dove.

Bisogna che il Papà di Tempesta si guardi nello specchio anche un solo istante…”.

È anche più alto, non mi credi? Sì, molto di più. Ed è tutto avvolto in un mantello nero che gli nasconde la pancia”. Rimasi un po’ lì a pensare. Nico si accorse, credo, che stavo ricordando qualcosa che conoscevo bene.

“credo di aver capito che cosa succede, e se vuoi posso darti una mano”.

“Sai”, gli dissi,

“Magari! Ma come…?” “Ecco, prendi questo”. “È uno specchio”.

“Già… ma non è uno specchio come tutti gli altri. Portalo a casa, tienilo sempre vicino a te, e quando vedrai

“Ho capito”, disse Nico. “Ma a quel punto cosa succederà?” “Beh… sorpresa. Su, fidati di me. E vedi di scusarti con Billy per quel livido…”.

L’occasione di provare lo specchio si presentò poche sere dopo. Il papà era tornato a casa, per una volta, prima della mamma e aveva trovato , la tavola sparecchiata, insomma niente che facesse pensare ad una cena. Il Papà di Sole avrebbe scherzato sull’idea di buttare giù un po’ di pancia o avrebbe proposto di ordinare quattro pizze napoletane. Ma quello che si guardava intorno nella cucina sguarnita era il Papà di Tempesta e lui, anche se la mamma, rientrando pochi minuti dopo, gli spiegò quali e quante cose utili e belle l’avevano impegnata, .

il frigo vuoto

non volle sentire ragioni


“Il Papà di Tempesta ha mani grandi come falchi che muovono l’aria

arrivare il Papà di Tempesta tiralo fuori e fai in modo che si rifletta qui dentro. È molto importante, hai capito bene?

minacciose”, continuò, “gli occhi fissi e infuocati mi trapassano senza vedermi e una voce strozzata, urlata, gli esce chissà da dove.

Bisogna che il Papà di Tempesta si guardi nello specchio anche un solo istante…”.

È anche più alto, non mi credi? Sì, molto di più. Ed è tutto avvolto in un mantello nero che gli nasconde la pancia”. Rimasi un po’ lì a pensare. Nico si accorse, credo, che stavo ricordando qualcosa che conoscevo bene.

“credo di aver capito che cosa succede, e se vuoi posso darti una mano”.

“Sai”, gli dissi,

“Magari! Ma come…?” “Ecco, prendi questo”. “È uno specchio”.

“Già… ma non è uno specchio come tutti gli altri. Portalo a casa, tienilo sempre vicino a te, e quando vedrai

“Ho capito”, disse Nico. “Ma a quel punto cosa succederà?” “Beh… sorpresa. Su, fidati di me. E vedi di scusarti con Billy per quel livido…”.

L’occasione di provare lo specchio si presentò poche sere dopo. Il papà era tornato a casa, per una volta, prima della mamma e aveva trovato , la tavola sparecchiata, insomma niente che facesse pensare ad una cena. Il Papà di Sole avrebbe scherzato sull’idea di buttare giù un po’ di pancia o avrebbe proposto di ordinare quattro pizze napoletane. Ma quello che si guardava intorno nella cucina sguarnita era il Papà di Tempesta e lui, anche se la mamma, rientrando pochi minuti dopo, gli spiegò quali e quante cose utili e belle l’avevano impegnata, .

il frigo vuoto

non volle sentire ragioni


Per quello che so, il lieto fine c’è stato ma non è stato magico e neppure immediato.

C’è voluto del tempo, e fatica, e coraggio, perché sparissero le tempeste e la paura. La cosa importante è che ci sono riusciti, impegnandosi molto giorno dopo giorno. Non sempre ci si riesce, ci sono case dove le tempeste continuano per anni e anni, o dove l’unica soluzione è separarsi perché i bambini e anche le mamme non debbano più vivere nella paura.

I nostri personaggi hanno continuato a vivere insieme e soprattutto

perché si vogliono bene perché sono riusciti a cambiare.

A chi va il merito di tutto questo?

Beh, ognuno ha fatto la sua parte.

Nico, sicuramente, parlando con me che sono la sua maestra. Se lui non mi avesse detto niente, tutto il resto non sarebbe successo.

Anche papà Osvaldo è stato importante, imparando a parlare di ciò che lo ha fatto soffrire. E mamma Adriana, ad incoraggiarlo, e la piccola Carlotta che non ha mai smesso di voler bene ai suoi due genitori.

Pure lo specchio magico ha fatto la sua parte. Non lo dico per prendermi un merito, sapete.

È che ci sono nella vita momenti così, dove sembra di vedere chiaramente come stanno le cose. Poi per capirle davvero ci vorrà tempo e pazienza, fatica e coraggio, ma intanto c’è stato quell’istante, un raggio di sole imprevisto in mezzo al temporale, che ha fatto crescere dentro al signor Osvaldo il desiderio di cambiare e che porta ciascuno di noi ad affrontare le proprie difficoltà.


Per quello che so, il lieto fine c’è stato ma non è stato magico e neppure immediato.

C’è voluto del tempo, e fatica, e coraggio, perché sparissero le tempeste e la paura. La cosa importante è che ci sono riusciti, impegnandosi molto giorno dopo giorno. Non sempre ci si riesce, ci sono case dove le tempeste continuano per anni e anni, o dove l’unica soluzione è separarsi perché i bambini e anche le mamme non debbano più vivere nella paura.

I nostri personaggi hanno continuato a vivere insieme e soprattutto

perché si vogliono bene perché sono riusciti a cambiare.

A chi va il merito di tutto questo?

Beh, ognuno ha fatto la sua parte.

Nico, sicuramente, parlando con me che sono la sua maestra. Se lui non mi avesse detto niente, tutto il resto non sarebbe successo.

Anche papà Osvaldo è stato importante, imparando a parlare di ciò che lo ha fatto soffrire. E mamma Adriana, ad incoraggiarlo, e la piccola Carlotta che non ha mai smesso di voler bene ai suoi due genitori.

Pure lo specchio magico ha fatto la sua parte. Non lo dico per prendermi un merito, sapete.

È che ci sono nella vita momenti così, dove sembra di vedere chiaramente come stanno le cose. Poi per capirle davvero ci vorrà tempo e pazienza, fatica e coraggio, ma intanto c’è stato quell’istante, un raggio di sole imprevisto in mezzo al temporale, che ha fatto crescere dentro al signor Osvaldo il desiderio di cambiare e che porta ciascuno di noi ad affrontare le proprie difficoltà.


Elena buccoliero,

nza sia nei gruppi sociologa e counsellor, si occupa da tempo di viole di adolescenti, sia nei contesti familiari. so il Tribunale per Da parecchi anni, anche come giudice onorario pres bini che vivono i Minorenni di Bologna, è impegnata a favore di bam ascoltare, in famiglie difficili. Appassionata del narrare e dell’ qualche volta ne racconta le storie.

Giulia Boari, zione, l’utilizza se la ta ta ie v È lu . riservatielle immagini, inc , mediante itti sono d ne Tutti i dirarziale dei testi e ione o la diffusiopressamente totale o pione, la rielaborazpporto, se non es riproduz e strumento o su qualunqu ta dalle autrici. autorizza

iano dalle illustratrice e grafica, si occupa di progetti che spaz proposte per pubblicazioni editoriali, istituzionali e aziendali, alle gn... l’infanzia, dalla progettazione di oggetti d’uso al desi passando per la vignetta umoristica. gn, Titolare dello studio creativo Giulia Boari arte e desi ca di idee. si definisce a tutt’oggi una distributrice non automati


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