Pietre di scarto

Page 1

Scopri i contenuti multimediali

ISBN 978-88-6153-320-2

la meridiana collana paginealtre

9

788861 533202

edizioni la meridiana

Colori compositi

Euro 7,00 (I.i.)

Pietre di scarto

PIETRE DI SCARTO

"Queste pagine sono dedicate a loro, pietre scartate dai costruttori che fanno le sorti della storia. Il loro anelito di vita muti in serbatoio di speranze questa allucinante vallata di tombe che è la terra.”

AntonioBello

“Fino a quando nelle nostre città la costruzione del Regno non sarà organizzata dagli amici del cambio, dagli appassionati della rivolta, dai poveri che si ribellano, dai condannati alle piccole croci quotidiane, da chi vi rimane schiacciato sotto, da chi è ingiustamente spogliato di tutto come Cristo, da chi viene abbeverato con l’aceto e il fiele di una vita insostenibile, avremo sempre aurore senza mattino. E i macigni continueranno a ostruire i nostri sepolcri, lasciandoci privi di una memoria spiritualmente eversiva. Queste pagine sono dedicate a loro, pietre scartate dai costruttori che fanno le sorti della storia. Il loro anelito di vita muti in serbatoio di speranze questa allucinante vallata di tombe che è la terra.”

www.lameridiana.it

Antonio Bello è stato vescovo di Molfetta e presidente nazionale di Pax Christi. La sua scelta pastorale, vissuta sull’opzione radicale degli ultimi, e il suo impegno per la promozione della pace, della nonviolenza, della giustizia e della solidarietà, lo rendono ancora oggi, dopo la sua morte, tra i più audaci profeti dei nostri giorni.


pietre di scarto_2012_2012 08/10/12 11,24 Pagina 3

Antonio Bello

Pietre di scarto

edizioni la meridiana p a g i n e a l t r e


pietre di scarto_2012_2012 08/10/12 11,24 Pagina 5

Indice Introduzione A coloro che non contano niente A coloro che si sentono falliti A coloro che non trovano pace Ai drop out A coloro che soffrono nel corpo Ai giovani disoccupati A chi non ha il coraggio di cambiare

7 9 13 17 23 29 35 41


pietre di scarto_2012_2012 08/10/12 11,24 Pagina 7

Introduzione

Pietre angolari della speranza

La mattina di Pasqua le donne, giunte nell’orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro. Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme, messa all’imboccatura dell’anima, che non lascia filtrare l’ossigeno, che opprime in una morsa di gelo, che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l’altro. È il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell’odio, della disperazione, del peccato. Siamo tombe alienate. Ognuna col suo sigillo di morte. Quella mattina il Risorto ha mostrato alle donne che è possibile il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi. E che se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererasse per rimuovere il macigno del sepolcro 7


pietre di scarto_2012_2012 08/10/12 11,24 Pagina 8

Antonio Bello

accanto, si ripeterebbe nuovamente il miracolo del terremoto che contrassegnò la prima Pasqua di Cristo. Festa dei macigni rotolati. Festa del terremoto. Il Vangelo ci dice che i due accadimenti supremi della storia della salvezza, morte e risurrezione di Gesù, furono entrambi caratterizzati dal terremoto. Dunque non dal ristagno. Fino a quando nelle nostre città la costruzione del Regno non sarà organizzata dagli amici del cambio, dagli appassionati della rivolta, dai poveri che si ribellano, dai condannati alle piccole croci quotidiane, da chi vi rimane schiacciato sotto, da chi è ingiustamente spogliato di tutto come Cristo, da chi viene abbeverato con l’aceto e il fiele di una vita insostenibile, avremo sempre aurore senza mattino. E i macigni continueranno a ostruire i nostri sepolcri, lasciandoci privi di una memoria spiritualmente eversiva. Queste pagine sono dedicate a loro, pietre scartate dai costruttori che fanno le sorti della storia. Il loro anelito di vita muti in serbatoio di speranze questa allucinante vallata di tombe che è la terra.

8


pietre di scarto_2012_2012 08/10/12 11,24 Pagina 9

A coloro che non contano niente

Ho compassione di questa folla. (Mc 8, 1)

Carissimi, sono un po’ triste perché so che questa lettera forse non la leggerete. Quelli che non contano niente, di solito, giornali non ne comprano. Prima di tutto perché non hanno soldi da sprecare. E poi perché i giornali sono diventati difficili. Anche quelli di chiesa. Si rivolgono quasi sempre a persone istruite. E trattano argomenti che non hanno nulla a che fare con i problemi che voi vivete, con le difficoltà in cui vi dibattete, con l’indifferenza che vi circonda. Voi non fate storia. Qualche volta fate cronaca: quasi sempre cronaca nera. Eppure, chi conosce la trama dei vostri giorni 9


pietre di scarto_2012_2012 08/10/12 11,24 Pagina 10

Antonio Bello

sfilacciati sa che avreste da raccontare tanta cronaca bianca, da far trasalire la città. Ma la cronaca bianca non fa notizia. Voi non fate storie. Perché non sapete parlare. E, anche quando vi sentite bruciare dentro le ingiustizie della terra, le parole vi muoiono in bocca. Anzi, vi capita spesso di pensare che, forse, ad aver torto siete voi. Voi non fate peso. Eppure siete turba. Quelli che contano si ricordano di voi all’occasione del voto. Ma dopo quel momento, siete solo di peso. Voi appartenete al mondo sommerso della città. Quello che non cambia mai. Perché, i mutamenti riguardano quasi sempre la superficie. Come succede sul mare: oggi è scirocco e le onde vanno di qua, domani è tramontana e le onde sbattono di là. I fondali, però, rimangono inalterati. La politica vi passa sulla testa. Ogni tanto, di sopra, cambia lo «scenario», come dicono oggi. Ma voi rimanete sempre sotto la botola. Al massimo, bene che vi vada, raggiungete il livello di calpestio. Anche la religione vi passa sulla testa. È vero che qualche volta vi afferra il cuore, fino a farvi lacrimare. Ma più per quei crepacci di mistero che si aprono sul pavimento, che per quelle fessure di luce che si squarciano sul tetto. Di solito, voi rimanete estranei all’eloquenza del rito. Vi 10


pietre di scarto_2012_2012 08/10/12 11,24 Pagina 11

Pietre di scarto

sfugge la profondità dei segni. Non capite il senso di certe parole. Ebbene, con la stessa sofferenza ma anche con la stessa speranza di Gesù che ebbe compassione delle folle, desidero rivolgermi proprio a voi. A voi che non contate nulla agli occhi degli uomini, ma che davanti agli occhi di Dio siete grandi. Appunto, questa è la cosa più urgente che voglio dirvi: davanti agli occhi di Dio voi siete grandi. Per lui, infatti, meriti personali a parte, Giovanni Paolo II è importante come Antonio, che fa il subacqueo di frodo per campare la sua famiglia. Gorbaciov vale quanto Pantaleo che, come un ebete, se ne va in giro tutto il giorno col cane. E Nelson Mandela, liberato nella gloria, ha le stesse quotazioni di Said, negro anche lui, ma che, braccato dal disinteresse generale, è rimasto prigioniero nelle sacche della miseria della nostra città. Coraggio! Dio non fa graduatorie. Non sempre si lascia incantare da chi sa parlare meglio. Non sempre, rispetto ai sospiri dignitosi del povero, dà la precedenza al canto gregoriano che risuona nelle chiese. Né sempre si fa sedurre dal profumo dell’incenso, più di quanto non si accorga del tanfo che sale dai sotterranei della storia. Desidero rivolgermi a voi, perché sono convinto che il rinnovamento spirituale può partire solo da coloro che non contano niente. 11


pietre di scarto_2012_2012 08/10/12 11,24 Pagina 12

Antonio Bello

Riappropriatevi della città. Non sopportatela, ma vivetela. Vedrete: le cose cambieranno. Diversamente, non basterà il ristrutturarsi delle istituzioni democratiche. Non saranno sufficienti i buoni propositi dei partiti. Non approderà a nulla l’infittirsi delle cosiddette scuole di politica. Saranno inutili i più raffinati programmi pastorali. E non invertiranno la corsa del mondo neppure i proclami dei vescovi. L’avvenire ha i piedi scalzi, diceva uno scrittore francese. E voleva intendere che il futuro lo costruiscono i poveri. Sì, il processo di conversione a cui ci chiama costantemente il Vangelo deve cominciare da voi. Se voi riuscirete a liberarvi dalla rassegnazione, se riporrete maggiore fiducia nella solidarietà, se la romperete con lo stile pernicioso della delega, se non vi venderete la dignità per un piatto di lenticchie, se sarete così tenaci da esercitare un controllo costante su coloro che vi amministrano, se provocherete i credenti in Cristo a passare armi e bagagli dalla vostra parte, non tarderemo a vedere i segni gaudiosi della risurrezione. Anche per la Chiesa verranno tempi nuovi. E dal domicilio dei poveri, si sprigionerà un così forte potenziale evangelizzatore, che la città traboccherà di speranza. Vostro don Tonino

12


pietre di scarto_2012_2012 08/10/12 11,24 Pagina 13

A coloro che si sentono falliti

Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo. (Col. 1, 24)

Carissimi, questa lettera la scrivo un po’ anche a me. Sono convinto, infatti, che tutti nella vita ci siamo portati dentro un sogno, che poi all’alba abbiamo visto svanire. Io, per esempio, mi figuravo una splendida carriera. Volevo diventare santo. Cullavo l’idea di passare l’esistenza tra i poveri in terre lontane, aiutando la gente a vivere meglio, annunciando il Vangelo senza sconti, e testimoniando coraggiosamente il Signore Risorto. Ora capisco che in questo sogno eroico forse c’entrava più l’amore verso me stesso che l’amore verso Gesù. Comprendo, insomma, che in quegli slanci lontani della mia giovinezza la voglia di emergere pre13


pietre di scarto_2012_2012 08/10/12 11,24 Pagina 14

Antonio Bello

valeva sul bisogno di lasciarmi sommergere dalla tenerezza di Dio. È il difetto di quasi tutti i sogni irrealizzati: quello di partire con un certo tasso di orgoglio. E il mio non era esente da questa tara di fabbricazione. Ciò non toglie, però, che, ritrovandomi oggi in fatto di santità neppure ai livelli del mezzobusto, mi senta nell’anima una grande amarezza. I destinatari, comunque, di questa lettera non sono coloro che, come me, sperimentano lo scarto tra le impennate illusorie dei sogni e il pianterreno prosaico delle piccole conquiste. Ma sono tutti quelli che non ce l’hanno fatta a raggiungere neppure gli standard sui quali normalmente scorre una esistenza che voglia dirsi realizzata. Amerigo, per esempio, che ha faticato tanto per laurearsi in medicina e, immediatamente dopo la specializzazione, ha dovuto accantonare ogni progetto di «brillante carriera» per un distacco irreversibile della retina. Ugo, ragazzo prodigio fino alla maturità classica, che si è insabbiato nelle secche degli esami universitari, e non è più riuscito a districarsene. Oggi ha quarant’anni, e sua moglie, ad ogni lite, gli rinfaccia davanti ai figli il fallimento di essersi ridotto a fare il dattilografo presso lo studio di un avvocato. Marcella, a cui tutti preconizzavano un futuro carico di successi, e che dopo i corsi di perfezionamento in pianoforte all’Accademia Chigiana di 14


pietre di scarto_2012_2012 08/10/12 11,24 Pagina 15

Pietre di scarto

Siena ha avuto decine di occasioni per affermarsi. Ha rifiutato tanti partiti uno meglio dell’altro. Alla fine si è messa con un uomo divorziato che è fallito, e ha dovuto vendersi il pianoforte a coda che le aveva comprato suo padre. Lucia, che straripava di entusiasmo, e voleva diventare missionaria. In primavera sfogliava le margherite per leggervi presagi di felicità, ma poi non è partita perché i suoi l’hanno ostacolata. Ora margherite non ne sfoglia più, ed è finita a fare la commessa in un negozio di articoli da regalo. Ecco, a tutti voi che avete la bocca amara per le disillusioni della vita voglio rivolgermi, non per darvi conforto col balsamo delle buone parole, ma per farvi prendere coscienza di quanto siete omogenei alla storia della salvezza. A voi che, cammin facendo, avete visto sfiorire a uno a uno gli ideali accarezzati in gioventù. A voi che avreste meritato ben altro, ma non avete avuto fortuna, e siete rimasti al palo. A voi che non avete trovato mai spazio, e siete usciti da ogni graduatoria, e vi vedete scavalcati da tutti. A voi che una malattia, o una tragedia morale, o un incidente improvviso, o uno svincolo delicato dell’esistenza, hanno fatto dirottare imprevedibilmente sui binari morti dell’amarezza. A voi che il confronto con la sorte felice toccata a tanti compagni di viaggio rende più mesti, pur senza ombra di invidia. A tutti voi voglio dire: volgete lo sguardo a Colui che hanno trafitto! 15


pietre di scarto_2012_2012 08/10/12 11,24 Pagina 16

Antonio Bello

La riuscita di una esistenza non si calcola con i parametri dei fixing di borsa. E i successi che contano non si misurano con l’applausometro delle platee, o con gli indici di gradimento delle folle. Da quando l’Uomo della Croce è stato issato sul patibolo, quel legno del fallimento è divenuto il parametro vero di ogni vittoria, e le sconfitte non vanno più dimensionate sulla collezione dei fischi che si rimediano, o dei naufragi in cui annegano i sogni. Anzi, se è vero che Gesù ha operato più salvezza con le mani inchiodate sulla Croce, nella simbologia dell’impotenza, che con le mani stese sui malati, nell’atto del prodigio, vuol dire, cari fratelli delusi, che è proprio quella porzione di sogno che se n’è volata via senza mai realizzarsi a dare ai ruderi della vostra vita, come per certe statue mutile dell’antichità, il pregio della riuscita. Non voglio sommergervi di consolazioni. Voglio solo immergervi nel mistero. Nella cui ottica una volta entrati, vi accorgerete che gli stralci inespressi della vostra esistenza concepita alla grande, le schegge amputate dei vostri progetti iniziali, le inversioni di marcia sulle vostre carreggiate mai divenute carriere, non soltanto non sono inutili, ma costituiscono il fondo di quella Cassa depositi e prestiti che alimenta ancora oggi l’economia della salvezza. A nome di tutti coloro che ne beneficiano, vi dico grazie! Vostro don Tonino

16


Scopri i contenuti multimediali

ISBN 978-88-6153-320-2

la meridiana collana paginealtre

9

788861 533202

edizioni la meridiana

Colori compositi

Euro 7,00 (I.i.)

Pietre di scarto

PIETRE DI SCARTO

"Queste pagine sono dedicate a loro, pietre scartate dai costruttori che fanno le sorti della storia. Il loro anelito di vita muti in serbatoio di speranze questa allucinante vallata di tombe che è la terra.”

AntonioBello

“Fino a quando nelle nostre città la costruzione del Regno non sarà organizzata dagli amici del cambio, dagli appassionati della rivolta, dai poveri che si ribellano, dai condannati alle piccole croci quotidiane, da chi vi rimane schiacciato sotto, da chi è ingiustamente spogliato di tutto come Cristo, da chi viene abbeverato con l’aceto e il fiele di una vita insostenibile, avremo sempre aurore senza mattino. E i macigni continueranno a ostruire i nostri sepolcri, lasciandoci privi di una memoria spiritualmente eversiva. Queste pagine sono dedicate a loro, pietre scartate dai costruttori che fanno le sorti della storia. Il loro anelito di vita muti in serbatoio di speranze questa allucinante vallata di tombe che è la terra.”

www.lameridiana.it

Antonio Bello è stato vescovo di Molfetta e presidente nazionale di Pax Christi. La sua scelta pastorale, vissuta sull’opzione radicale degli ultimi, e il suo impegno per la promozione della pace, della nonviolenza, della giustizia e della solidarietà, lo rendono ancora oggi, dopo la sua morte, tra i più audaci profeti dei nostri giorni.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.