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Antonio Bello
Preghiera a Cristo Con i testi del CD “Un’ala di riserva” di Michele Lobaccaro
edizioni la meridiana p a g i n e a l t r e
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Indice
Preghiera a Cristo di Antonio Bello Un’ala di riserva di Michele Lobaccaro
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Antonio Bello
Preghiera a Cristo
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Preghiera a Cristo*
Eccoci davanti a te, Signore della storia, fratello solidale con gli uomini, Dio estroverso, che hai impregnato della tua presenza il tempo e lo spazio, amore segreto verso cui fremono gli incoercibili spasimi gli abissi del mare, i tumulti delle foreste e le traiettorie del firmamento, alfa da cui si diparte il compitare delle stagioni e omega verso cui precipita la piena dei tempi, scaturigine primordiale dei fiumi delle umane civiltà, e ultimo approdo verso cui, in un interminabile conto alla rovescia, battono le sfere di tutti gli orologi terreni… Verbo incarnato, che riassumi nel tuo mistero la stabilità dell’eterno e le clessidre del mutamento, noi ti contempliamo stasera come archetipo della missione che hai affidato alla tua Chiesa: quella di introdurre te nelle culture del mondo, riproducendo quell’“admirabile commercium” che prese forma quando ti sei fatto carne nel grembo della Vergine Maria e hai posto la tua tenda in mezzo a noi. Signore Gesù, Dio fatto uomo, * Il testo “Preghiera a Cristo” fu scritto da don Tonino nel 1992 a conclusione della Settimana degli Studi “Fede e Cultura” tenutasi presso il Pontificio Seminario Regionale a Molfetta. È stato pubblicato in Antonio Bello, Scritti mariani, Lettere ai catechisti, Visite pastorali, Preghiere, Luce e Vita, Molfetta 1995.
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sei tu il paradigma essenziale di quel rapporto tra fede e cultura che oggi si ripropone a noi, chiamati a recitare le partiture della Storia della Salvezza, sugli scenari della transizione. Accoglici, pertanto, alla tua presenza, Signore, e facci sostare per un poco davanti a te. Figli spaesati di quest’epoca postmoderna, vogliamo sperimentarti come provocazione a far uscir fuori dalla nostra terra, pur senza abbandonarla, così come tu, pur senza abbandonarlo, sei uscito dal tuo cielo, e collocarci sul crocevia delle culture, non per dirigerne il traffico o per canalizzarle nell’omologazione, ma per capirne le spinte di tendenza e svelare sommessamente a chi non ha sottomano le topografie planetarie dello Spirito che tu sei l’“éskaton” verso cui precipita la storia.
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Signore Gesù, noi vogliamo ringraziarti anzitutto per una scheggia di luce precipitata nella “Gaudium et Spes” e incuneatasi nel numero 22: “Con l’incarnazione, il Figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni uomo”. Dunque, la natura umana, non l’hai unita a te per simboli. La nostra storia, non l’hai condivisa assumendola per categorie complessive. Con le vicende terrene, non ti sei rapportato sfiorandole appena 10
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Preghiera a Cristo
col battito generico delle tue palpebre. Ti sei unito a me, a Paolo, a Deborah, a Sandro distrutto dall’Aids, a Marina consumata dal vizio, all’aborigeno della Terra del Fuoco genuflesso dinanzi ai suoi totem tribali, all’eschimese nato stanotte in un igloo della Groenlandia, al vecchio Mohamed, un tempo beduino per i deserti del Maghreb e ora nomade per le solitudini allucinanti delle nostre arterie metropolitane. I nostri corpi e i nostri spiriti sono divenuti così la prima cultura concreta dove tu ti sei nascosto per farti assimilare da noi o per farci assorbire da te. Le nostre storie personali si sono incrociate con la tua presenza divina, a tal punto che ognuno di noi può considerarsi come l’icona primordiale di quell’altro incontro, sempre discreto e mai prevaricatore, che, a livelli più globali, deve realizzarsi tra fede e cultura. Tu ti dai a tutti, ma senza farti imprigionare da nessuno. Entri in comunione con tutte le culture, ma nello stesso tempo le trascendi e non ti identifichi stabilmente con nessuna di esse.
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Ma vogliamo ringraziarti anche perché, come dicono i primi Concili della Chiesa, la natura umana è stata assunta da te, senza per questo essere annientata. “Theothèisa ouk anerehté”. L’hai deificata, ma senza distruggerla. L’hai innalzata, ma senza violentarla. 11
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Michele Lobaccaro
Un’ala di riserva
Produzione artistica e arrangiamenti: Michele Lobaccaro. Musiche e testi originali di Michele Lobaccaro eccetto “Auguri scomodi” di Michele Lobaccaro e Michele Salvemini. Edizioni: Princigalli Produzioni srl. Registrazioni, editing, mix e masterizzazione effettuati nel febbraio 2011 presso lo studio Crescendo di Bari a cura di Mario Bernardi e Luigi Patruno.
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Un’ala di riserva*
Voglio ringraziarti signore per il dono della vita lungo la strada ho visto angeli tristi con un’ala sola cambiano di quota soltanto se rimangono abbracciati delle tue ali tu ne mostri una l’altra lasci nascosta perché mi fai capire che tu non vuoi volare senza me per questo mi hai donato la vita il mondo può finire ma tu non vuoi partire senza me donami ancora un’ala di riserva aiutami a planare non voglio più vedermi trascinare sogni stroncati all’alba e mille voli che non so incoraggiare per l’indifferenza che ha ucciso il mio fratello viaggiatore la gamba sua impigliata nella rete lo sguardo nell’amore insegnami a capire che tu non vuoi volare senza me * Ispirato al testo di don Tonino “Dammi, Signore, un’ala di riserva!” tratto da Antonio Bello, Parole d’amore. Preghiere, edizioni la meridiana, Molfetta 2010.
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Antonio Bello
per questo mi hai donato la vita il mondo può finire ma tu non vuoi partire senza me donami ancora un’ala di riserva Testo e musica di Michele Lobaccaro Voce: Nabil Salameh Piano: Alessandro Pipino Kaval e Kamanche: Giovannangelo de Gennaro Violoncello: Davide Viterbo Udu drum, cajon, bendir, riqq, shaker: Riccardo Laganà Basso e Tastiere: Michele Lobaccaro
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