Tra cielo e terra. 32 giochi per educare il bambino al mondo interiore

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Mauro Bucci è un educatore che realizza laboratori per bambini e adolescenti sulla cooperazione e l’espressione creativa. Specializzato in Psicosintesi, svolge attività di consulenza e di formazione sulla gestione positiva dei conflitti e lo sviluppo olistico della persona, per insegnanti, genitori e adulti in genere. È co-fondatore e presidente del Centro Educativo Soleluna di Roma.

M. Bucci - F. Gambacurta

TRA CIELO E TERRA 32 giochi per educare i bambini al mondo interiore

TRA CIELO E TERRA

C’è un’eccezionale ricchezza nello spirito infantile. Il gusto della scoperta, del vedere le cose per la prima volta, dell’ammirare il mondo e la vita con stupore. Il bambino continuamente dà nomi alla realtà, la svela, la penetra, la porta dentro di sé, costruisce riti, rafforza legami, ricerca sicurezze affettive. Ma quali sono i mondi interiori dei bambini all’epoca di Internet, dei telefoni cellulari, dei videogiochi e della TV in ogni stanza? Siamo in grado di leggere i bisogni profondi dei nostri figli? Le nostre chiavi di lettura sono adeguate? Spesso, più che attenzione, i bambini incontrano, nel mondo esterno, eroi e personaggi mutanti, immagini virtuali e tecnomagia. Troppo spesso gli adulti si rivelano distratti, superficiali, incapaci di ascolto. Eppure guidare i bambini ad attraversare il territorio delle proprie radici è necessario come respirare. La costruzione di contesti specifici, nei quali possano esprimersi più liberamente, rappresenta, allora, un passo fondamentale verso l’accoglienza di quella dimensione interiore che troppo spesso viene considerata come un corollario e non il principale fondamento della vita di tutti i giorni. Il gioco rappresenta il più efficace strumento per esplorare la profondità dei vissuti emotivi e questo libro, ne offre numerosi. Giochi in cui non si vince né si perde, ma si può sentire il vento e il silenzio, capire la fiducia o rilassarsi, avvertire un’emozione o anche ammettere un proprio limite. Giochi, insomma, in cui il bambino viene aiutato a riconoscere e a riconoscersi, cioè ad affrontare il viaggio verso il mare aperto della vita.

Mauro Bucci - Fabrizia Gambacurta

Fabrizia Gambacurta, insegnante e sociologa specializzata in Antropologia educativa, anima ricerche e progetti didattici sull’Educazione alla Pace e allo Sviluppo per le scuole. È co-fondatrice e responsabile didattica del Centro Educativo Soleluna di Roma. Diffonde lo Yoga e tecniche di rilassamento in ambito scolastico e formativo.

In copertina disegno di Silvio Boselli

ISBN 978-88-87507-58-9

Euro 14,00 (I.i.) 9 788887 507584

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Prefazione di Daniele Novara

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Indice

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Prefazione di Daniele Novara . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 GIOCHI Gnam! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 La finestra sull’Io . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 La mia scheda personale . . . . . . . . . . . . . . . 21 Io chiudo gli occhi... tu mi guidi . . . . . . . . . 24 Aiutami a... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Io mi tuffo! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 La scalata della torre . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 Zanzarone pungiglione . . . . . . . . . . . . . . . . 32 Spaccatutto! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 Via dalla palude! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 Vocalizzo il Vento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 Dal grido al canto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 Mimo le parole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42 Le case . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 La montagna e i sassetti . . . . . . . . . . . . . . . 46 Lanciaparola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48 Jolly . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51 Tre immagini e una storia . . . . . . . . . . . . . . 53 L’altro giorno ho visto... . . . . . . . . . . . . . . . 55 Ciak si gira! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57 Danzo e mimo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60


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Lo yoga visto da... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62 Imitando...mi! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65 L’albero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67 I leoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70 La Vela . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72 Corpo e colore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76 La farfalla mi porta... . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78 La cascata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81 I gabbiani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84 La candela . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87 Il Mandala di soleluna . . . . . . . . . . . . . . . . . 89 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91 Alcuni riferimenti pratici . . . . . . . . . . . . . . 92


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Introduzione

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Questo libro è rivolto agli educatori e agli insegnanti che vogliono utilizzare giochi e attività creative finalizzati a guidare i bambini all’espressione del loro mondo interiore. Un mondo dinamico e interconnesso, costellato da immagini, pensieri, intuizioni, emozioni, desideri che il ritmo di vita quotidiano già adultizzato e le abituali modalità scolastiche tendono spesso a non riconoscere come una realtà importante da esprimere per l’armonia e l’equilibrio della crescita dei bambini. La nostra esperienza di insegnamento ha inizio nella scuola materna ed elementare, fino a giungere alla creazione di contesti e iniziative didattiche tese a lavorare ad hoc sull’espressività dei bambini. Il primo di questi, base attuale del nostro osservatorio sulla realtà infantile, è il “Laboratorio Creativo”, un corso realizzato per mezzo di giochi di cooperazione e di fiducia ed esercizi di rilassamento e di yoga, rivolto ai bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni. In questo contesto abbiamo verificato come la proposta di attività mirate a esplorare e a esprimere il mondo interiore si siano dimostrate efficaci sia per il benessere psico-fisico generale dei bambini, sia per la risoluzione di diversi problemi legati alle loro fasi di crescita e alle frequenti difficoltà di apprendimento che essi incontrano a livello scolastico. Oltre alla pratica “sul campo”, la realizzazione di questo lavoro è stata possibile grazie a un percorso psico-spirituale e uno studio che ancora oggi portiamo avanti su noi stessi e senza il quale non avremmo potuto affrontare, con la forza di un vissuto reale, alcune tematiche legate al mondo interiore dei bambini. Una ricerca che reputiamo essenziale per chiunque si trovi a insegnare, che ci porta a comprendere anche con il vissuto emotivo il nostro trascorso di persone, alla luce dei modelli educativi che abbiamo ricevuto nel passato, proprio con l’intento di non reiterarli nella vita e nella pratica di insegnamento di tutti i giorni. I bambini, infatti, sono esseri aperti e recettivi e proprio per questo il ruolo di chi educa ha una funzione estremamente delicata e


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molto più importante di quello che abitualmente si tende a credere. Anche attraverso un semplice gioco o una parola si possono trasmettere tante cose: atteggiamenti, valori, emozioni e tanto altro. Abbiamo sperimentato che più diveniamo consapevoli dei nostri vissuti e del nostro modo di essere, maggiore diventa la qualità della relazione educativa, un processo che porta gradualmente a essere anche più disponibili e a sviluppare una diversa qualità di ascolto, vicina e recettiva alla necessità primaria dei bambini di sentirsi accolti e accettati.

Il gioco e il ritmo di crescita Chiunque nella quotidianità si occupi di infanzia, può facilmente riscontrare come i bambini esprimano una frequente richiesta di attenzione sul loro vissuto personale: avvenimenti scolastici e familiari, emozioni dovute a eventuali gioie o litigi nei rapporti con gli altri oppure semplici disagi fisici come stanchezza, tensione, ecc. Richieste che manifestano la necessità di condividere e di esternare le proprie esperienze, spesso e volentieri poco recepite sia dal mondo degli adulti in generale, sia dalla realtà socio-culturale “costruita” per l’infanzia e la preadolescenza che, al contrario, sembra fare in modo che i bambini si allontanino dal sentire i propri vissuti interiori. Nella nostra cultura dell’immagine virtuale, della velocità e della “tecnomagia”, ci sembra evidente che una certa confusione giunga anche attraverso eroi e personaggi mutanti a volte poco utili e talvolta fuorvianti per imparare a gestire le sfide quotidiane piene di microconflitti, emozioni e percezioni che molto spesso

rimangono inespressi e disarticolati, generando disagi di diverso tipo, ingigantiti proprio dall’essere ignorati. In sostanza, pur vivendolo, i bambini stessi non sono abituati a entrare in contatto e a manifestare il loro mondo interiore, in quanto la realtà che li circonda parla un linguaggio differente, che non riconosce questo aspetto, se non marginalmente e in modo sottointeso. In questo senso, la costruzione di contesti o momenti specifici nei quali essi possano esprimersi diversamente e più liberamente attraverso attività ludiche mirate, rappresenta un passo fondamentale verso l’accoglienza di quella dimensione interiore che viene spesso lasciata per ultima come se rappresentasse un piccolo corollario alla vita di tutti i giorni e non ne costituisse, invece, le preziose fondamenta. A nostro modo di vedere, qualsiasi gioco può essere finalizzato all’esplorazione del mondo interiore e questo dipende da una serie di fattori: dallo spirito e dall’atteggiamento dell’educatore, da una adeguata strutturazione e finalità del gioco stesso, dal contesto nel quale lo si realizza e, infine, dall’allenamento dei bambini nel praticare le attività proposte con una disposizione all’apertura e una fiducia di fondo sia nell’educatore che nel gruppo. Naturalmente tutto questo è qualcosa che si costruisce e che si rinforza piano piano, praticando e creando, appunto, contesti adeguati e rituali che abbiano la funzione di aprire e chiudere un determinato spazio legato al gioco, alla condivisione e alla creatività. Per educare in questa prospettiva è necessario considerare che il bambino è un essere dotato di un suo ritmo naturale di crescita, che ha in sé un’attitudine spontanea alla scoperta e un naturale desiderio di conoscere e di apprendere. Tuttavia spesso possiamo osservare come il filo che unisce le sue fasi di sviluppo e di crescita può tendere ad allentarsi, e in alcuni casi a interrompersi, soprattutto nella fase di passaggio dalla scuola d’infanzia a quella elementare. È un filo delicato e sottile che risente di qualsiasi onda d’urto nel momento in cui si forTRA CIELO E TERRA

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zano i ritmi di apprendimento e si trascurano proprio i vissuti legati al mondo interiore. I giochi e le attività qui proposte nascono anche sulla base di queste osservazioni, con lo scopo di recuperare questa dimensione e ribilanciare gli orientamenti educativi tradizionali che oggi, e ancora di più nel passato, tendono a caricare eccessivamente il processo cognitivo dei bambini di oneri e non dell’“onore” del sapere. Vi sono numerosi episodi e casi di bambini con difficili problemi di apprendimento che, una volta riconosciuta e liberata la propria espressività ed emozionalità, hanno superato gradualmente tali problemi, con un esito positivo sia per la mente che per il corpo. L’approccio qui proposto si sviluppa a partire da una visione dell’essere umano inteso nella sua globalità, che considera tutti i suoi aspetti costitutivi: fisici, mentali, emozionali e spirituali, tra di loro interconnessi e interdipendenti, seppure ognuno con un suo linguaggio preferenziale. Ed è proprio attraverso l’espressione e l’armonizzazione di questi aspetti che, a nostro parere, i bambini possono essere messi in grado di sviluppare la loro personalità in tutta la sua interezza; spesso avviene, infatti, che la carenza espressiva di uno di questi si riversa nell’accentuazione di un altro. L’esempio classico e più frequente si può osservare con dei bambini troppo “mentalizzati”, in cui le funzioni fisiche appaiono particolarmente contratte, con uno stato di irrequietezza emozionale quasi permanente; d’altronde, una trascuratezza del mondo emozionale può in alcuni casi originare anche uno stato di apatia e di debolezza fisica, nonché svogliatezza e carenza di entusiasmo nell’apprendere. In ogni caso, il bilanciamento tra questi aspetti ci sembra indispensabile per l’equilibrio generale del bambino e concretamente, per l’insegnante come per il genitore, il loro riconoscimento si avvale sia dell’esperienza pratica che dell’averli sentiti su di sé.

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La leggerezza e l’espressione di sé Proponendo un gioco, i primi esiti di un cambiamento positivo si hanno già nel momento in cui ai bambini il gioco viene proposto come momento di “leggerezza” perchè possono esprimersi liberamente. Questo approccio, generalmente poco considerato e valorizzato, consente ai bambini di diventare protagonisti di un vero e proprio recupero educativo. E sebbene i primi risultati si abbiano fin dalla prima attività ludica, che si propone loro è nel tempo che avviene il consolidamento e il radicamento di una diversa relazione educativa, sia per l’insegnante, che gradualmente impara a veicolare attenzione e sensibilità anche nei piccoli interventi, sia per i bambini, che imparano a fruire della qualità di diversi contenuti e strumenti espressivi. Un gioco, infatti, tende a innescare dinamiche, reazioni ed emozioni così sottili e importanti, che richiede all’educatore una particolare attenzione e cura nel considerare le risposte individuali e i processi relazionali durante e a seguito dell’attività. Esso può divenire, in questo modo, uno strumento estremamente prezioso per osservare e comprendere i bambini e può consentire loro di rapportarsi spontaneamente e liberamente, senza paura di sbagliare, anche in quelle attività che comportano una minore relazione con l’esterno quali quelle del disegno, dello yoga o del rilassamento guidato. In quest’ultima, ad esempio, è importante guidare i bambini a esprimersi gradualmente senza riserve, accettando le immagini che emergono dal loro mondo interiore e aiutandoli a non indugiare in atteggiamenti critici verso sé e gli altri. Per questo è indispensabile, oltre al contesto, l’atteggiamento dell’educatore nel creare un clima di rispetto e di accettazione nel gruppo, senza imporre questi valori come regole, bensì facendoli scaturire dall’esperienza dei bambini nell’essere accolti comunque, guidandoli a vedere la propria espressività evol-


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versi in modo sempre diverso. Ogni gioco è orientato all’espressione di sé e perché possa essere realmente efficace per educare al mondo interiore, essa dovrebbe essere facilitata avendo cura di lasciare il più possibile ai bambini una libertà di fondo all’interno dell’attività, sia che si tratti di una drammatizzazione, di un gioco di fiducia, di movimento o altro. Si sottolinea questo aspetto in quanto spesso può accadere di occuparsi eccessivamente di una corretta esecuzione tecnica di un gioco, perdendo di vista proprio l’esigenza espressiva ed emozionale dei bambini. Un esempio frequente si può osservare in un’attività “semplice” come il disegno, in cui emerge frequentemente come essi tendano a utilizzare il colore esclusivamente solo dopo aver creato una base con la matita. È un approccio che può essere limitativo, in quanto non permette la spontaneità e la fluidità con la quale un sentimento, ad esempio, può dare vita a un colore o a un’immagine che siano rappresentativi di un vissuto personale o di un’emozione del momento. In quest’ottica è importante il recupero di questo tipo di espressività perché i bambini imparino a ri-stabilire nel tempo un contatto diretto con la propria realtà interiore in modo fluido e naturale.

Brevi indicazioni per l’utilizzo dei giochi La sequenza con la quale i giochi sono presentati segue un criterio di gradualità con il quale possono essere applicati: inizialmente vi sono le attività dedicate alla presentazione di sé e alla ricostruzione autobiografica, seguite da una serie di giochi più dinamici incentrati sulla coo-

perazione e la fiducia, poi da quelli legati alla drammatizzazione, per concludere con quelli più specifici sullo yoga, il rilassamento guidato e il disegno. Non li abbiamo suddivisi in categorie più definite in quanto sarebbe stato riduttivo: ogni gioco contiene in sé una globalità di linguaggi e di finalità legate alla percezione, all’espressione, alla relazione e alla fiducia (in sé e nel gruppo) anche se poi ciascuno ne privilegia uno piuttosto che un altro. In linea generale, suggeriamo di proporre le attività più dinamiche e relazionali prima di quelle più introspettive come il rilassamento guidato e lo yoga, anche se questo è di volta in volta valutabile dall’educatore a seconda dello stato psicofisico del gruppo, del contesto e del tempo a disposizione. In quasi tutti i giochi è previsto uno spazio di condivisione finale nel quale i bambini hanno l’opportunità di riappropriarsi dei contenuti emersi nell’attività. È pertanto essenziale tenere presente l’importanza didattica di questa fase che, perché sia svolta al meglio, è preferibile che sia condotta disponendosi in cerchio per facilitare l’interazione e il contatto visivo fra tutti i partecipanti. A volte è utile che l’educatore imposti il lavoro con una o più domande di partenza che abbiano il duplice scopo di sollecitare la comunicazione e di facilitare i casi specifici di introversione o disagio, avendo cura di lasciare al bambino i suoi tempi personali per la verbalizzazione (a questo proposito consigliamo i testi di T. Gordon in bibliografia). Come abbiamo già accennato è importante prendersi cura del contesto in cui si ha intenzione di svolgere l’attività, ad esempio arredando l’ambiente con tappetini, cuscini morbidi e di diversi formati, luci soffuse, stereo, materiali per colorare e spazi alla parete per appendere i lavori, ecc. Ricordiamo che la costruzione di una sala adeguata è possibile anche con poche risorse economiche, tuttavia, qualora non si abbia la possibilità di realizzarla (ad esempio per problemi logistici) suggeriamo di effettuare alcuni rituali di apertura prima dell’inizio delle attività: una musica dolce, un TRA CIELO E TERRA

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incenso, una candela accesa, possono rivelarsi accorgimenti assai utili in apertura di una sessione di giochi. Ogni gioco presentato segue una determinata strutturazione, orientata a dare un quadro il più possibile completo dell’attività, che viene così articolata: Premesse e finalità; Età; Durata; Quando; Materiale; Svolgimento; Varianti del gioco; Suggerimenti (per alcuni giochi non è stato necessario esprimere tutte le voci). La voce Durata è stata costruita per comprendere il tempo minimo e massimo di realizzazione del gioco; il tempo preciso dell’attività è naturalmente variabile a seconda dell’età e del numero dei partecipanti. È necessario inoltre considerare che, nel caso si lavori con un gruppo numeroso, è opportuno regolarsi preventivamente al fine di coinvolgere tutti i partecipanti senza tralasciare nessuna fase prevista dal gioco. Complessivamente, ogni attività è realizzabile con un minimo di 4/6 partecipanti sino a un massimo di 12/14; nell’eventualità di un numero superiore suggeriamo di creare dei sottogruppi di lavoro. Vogliamo infine ricordare che per scegliere l’attività giusta al momento giusto, occorre necessariamente tenere conto di una serie di fattori generali quali il tempo e lo spazio a disposizione, la tipologia e le condizioni psico-fisiche del gruppo, l’attività dalla quale esso proviene e lo stato d’animo dell’educatore. Avere presente queste variabili permette una adeguata impostazione del lavoro attraverso una visione d’insieme che, ottimizzando le risorse a disposizione, facilita il conseguimento delle finalità scelte per quella particolare giornata. Vi lasciamo alla lettura e alla verifica pratica dei giochi e delle attività qui proposte, con l’augurio che i bambini possano scoprire ed esprimere il loro mondo interiore con gioia e divertimento.

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11. Vocalizzo il Vento

Premesse e finalità Questo gioco proviene dalla tradizione del “Teatro Dell’Oppresso” ed è stato da noi riadattato per i bambini. È indicato per sviluppare il coordinamento psicomotorio in relazione ai segnali vocali provenienti dall’esterno. Facilita la socializzazione, l’unità di gruppo e lo scarico delle tensioni emotive. Risulta divertente e può essere utilizzato come efficace spunto per una didattica sui quattro elementi della natura e la narrazione di fiabe. Soprattutto con i bimbi più 38

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piccoli è un buon ausilio propedeutico rivolto alla preparazione prescolare per l’apprendimento ludico delle vocali e delle consonanti.

Età Dai 6 anni in poi.

Durata Da 5 a 15 minuti.


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Quando

Varianti del gioco

Come gioco ricreativo o da proporre in orario scolastico.

Materiale Ambiente spazioso, “bacchetta magica” o facsimile.

Svolgimento I partecipanti si posizionano di fronte all’educatore. Quando egli “vocalizza il vento”, pronunciando una vocale e indicando con la bacchetta magica la direzione da seguire, i partecipanti si muovono tutti insieme. Quando l’educatore dice “Aaaaaaa”, mantenendo la vocale per alcuni secondi, i partecipanti, si muovono in avanti; alla vocale “E” si muovono a sinistra; alla vocale “I” si muovono a destra; alla vocale “O” si muovono indietro; alla vocale “U”, si muovono verso l’alto. Quando l’educatore pronuncia le vocali tutte insieme, “A-e-i-o-u”, i partecipanti fanno un giro su loro stessi e cadono per terra. Per i più grandi, dopo questa prima fase, si possono proporre i movimenti da realizzare con delle parole-chiave inserite in alcune frasi. Ad esempio, l’educatore decide che alla parola “arrivederci” i bambini devono andare tutti in avanti; alla parola “colazione” tutti indietro, ecc. Quindi egli inizia raccontando un episodio, del tipo: “Stamattina dopo la colazione (bambini tutti indietro) sono uscito e il giornalaio mi ha detto un arrivederci (bambini tutti in avanti) che quasi quasi mi ha forato un timpano!” sino a inserire e a ripetere tutte le parole-chiave. Il gioco termina dopo un tempo stabilito dall’educatore, in relazione al grado di stanchezza e all’età dei partecipanti. Suggeriamo una breve condivisione finale in cerchio guidata dall’educatore.

• •

Ogni partecipante può, a turno, vocalizzare il vento. Si può fare da sdraiati rotolando per terra. È possibile costruire una fiaba sul vento e sulla natura e proporre ai bambini di fare dei disegni a tema.

Suggerimenti L’attività è molto dinamica e richiede un certo impegno per coordinare il movimento del corpo con la ricezione della vocale: è bene, quindi, che l’educatore osservi quando i bambini sono stanchi per farli riposare un po’. È importante che essi rispettino le regole e i tempi per un corretto svolgimento del gioco.

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16. Lanciaparola

Premesse e finalità Questo gioco di movimento è l’ideale per coniugare la dimensione mentale con quella fisica in un contesto di gruppo. La sua strutturazione permette l’espressione libera del pensiero riducendo al minimo il controllo critico (come nel metodo delle “libere associazioni”) anche se per lo svolgimento viene richiesta un’assonanza di contenuto tra le parole. Anche per questo il gioco, oltre a educare alla cooperazione, può fornire interessanti informazioni sulla cultura, i vissuti psicologici e le abitudini quotidiane dei bambini.

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Età Dai 6 anni in poi.

Durata Da 10 minuti a 1 ora.

Quando In qualsiasi momento della giornata, come gioco ricreativo, da usare anche come integrazione a una lezione scolastica.


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Materiale Ambiente spazioso, rete, cuscini, nastri o altro materiale per creare una linea di separazione tra il campo delle due squadre, una palla o pallina morbida di stoffa o gomma piuma o altro materiale simile.

Svolgimento I partecipanti si distribuiscono in due squadre, disposte in un campo simile a quello del gioco del tennis, con una separazione al centro. Ciascuna squadra ha un suo portavoce e un gruppo “panchina” che entra nel gioco a rotazione (con tempi scanditi dall’arbitro e dai partecipanti). Ogni squadra “scende in campo” con un numero di giocatori che va da un minimo di uno contro uno al massimo dell’intera squadra contro l’altra avversaria (max 7 partecipanti per squadra). Uno o due portavoce raccolgono le intenzioni dei rispettivi gruppi e se prima di iniziare le proposte non sono uguali, si accordano tra loro trovando una mediazione. Nel gioco l’educatore ricopre la funzione di arbitro. Egli si colloca a metà del campo all’altezza della separazione tra le due reti e avvia la partita lanciando la pallina al centro verso l’alto e pronunciando la prima parola di partenza. Nel gioco la pallina va sempre lanciata simultaneamente all’emissione della parola. Avviato il gioco, ciascun partecipante nel raccogliere la pallina (e la parola!) lanciata dall’avversario dell’altra squadra ha 7 secondi di tempo per rilanciarla agli avversari con una parola affine. Se è in difficoltà può darla a un altro compagno della sua squadra che ha una parola pronta e/o chiedere un suggerimento dalla “panchina”. Una volta rilanciata la pallina il gioco continua con lanci e parole stile ping-pong sino a un errore o a un break chiamato dall’arbitro.

Punteggio e regole generali: • •

• •

Quando una squadra non rilancia la pallina entro il tempo prestabilito (7 secondi) il punto viene assegnato all’altra squadra. Quando una squadra rilancia la pallina pronunciando una parola non collegata o non affine all’ultima pronunciata il punto viene assegnato all’altra squadra. Le parole già pronunciate non possono essere ripetute. In caso di ripetizione il punto va agli avversari. Durante la partita le squadre possono richiedere all’arbitro e al portavoce avversario di cambiare il proprio numero di giocatori in campo (max per 3 volte). Quando i lanci e le parole si susseguono in modo creativo e senza interruzioni per alcuni minuti, l’arbitro può chiamare un break per “gioco eccellente” e assegnare un punto a ciascuna squadra. Quando una o entrambe le squadre presentano ripetute difficoltà alla cooperazione interna e al gioco di squadra, l’educatorearbitro può, a discrezione, offrire un paio di minuti di pausa al gruppo per cercare un accordo interno. Vince la squadra che raggiunge il punteggio più alto o quella che si trova in vantaggio al termine del tempo prestabilito all’inizio del gioco.

Varianti del gioco •

• •

Le squadre possono creare una loro “parola di forza” (una vocale, una frase, ecc.) da pronunciare tutti insieme prima di iniziare il gioco. I due gruppi possono decidere i nomi della propria squadra. “Lanciaparola alla Rodari”: il gioco si può impostare tutto in rima anziché per associazioni (fiore, amore, trattore, ecc). Questa variabile può essere proposta dall’arbitro TRA CIELO E TERRA

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all’interno di una partita tradizionale come diversivo.

Suggerimenti Le prime volte suggeriamo di far fare delle prove ai partecipanti, proponendo loro di creare le associazioni tra le parole senza punteggio. È importante che l’educatore porti anche l’attenzione sui comportamenti dei bambini nei confronti delle regole del gioco. Ad esempio è interessante osservare se un bambino colpisce volontariamente i suoi avversari o se riesce a osservare le regole di un normale rilancio. Nel primo caso consigliamo di non eseguire un intervento in gruppo ma di parlare al bambino separatamente e se la dinamica persiste di avviare un dialogo con i genitori per comprenderne meglio le cause e intervenire alla fonte del problema. Alla conclusione della partita è importante abituare i giocatori a dei gesti di saluto finale (ad esempio “battere il cinque”, stringere la mano, ecc.) con almeno un avversario in segno di riconoscimento e rispetto. Sono consigliati, inoltre, esercizi di defaticamento e/o l’ascolto di una musica leggera e riposante per chiacchierare e commentare il gioco in modo rilassato.

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25. I leoni

Premesse e finalità

Età Dai 6 anni in poi.

“I leoni” è una posizione proveniente dalla tradizione dello yoga da noi rivisitata e riadattata. Risulta molto divertente per i bambini ed è utile per sviluppare l’espressione vocale, sciogliere eventuali tensioni nell’area della gola e migliorare la funzionalità del fegato. Sviluppa la qualità del coraggio e la capacità comunicativa in genere ed è un gioco-esercizio efficace per trasformare l’energia (sia fisica che emozionale) dei singoli e del gruppo. 70

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Durata Da 5 a 10 minuti.

Quando In qualsiasi momento della giornata ma non


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dopo i pasti. In orario scolastico durante l’attività di educazione fisica; quando occorre scaricare le tensioni.

Materiale Ambiente spazioso, tappetini.

Svolgimento I bambini sono disposti sui tappetini posti a schiera di fronte all’educatore seduti sui talloni, con le ginocchia unite, la schiena dritta e rilassata, le mani sulle ginocchia. Al “via!” dell’educatore si inspira e, tirando fuori la lingua mentre si espira si emette il suono “Aaaaaaaa”… fino al completamento dell’espirazione. Gli occhi sono aperti e guardano verso l’alto. Al termine dell’emissione del suono (e quindi dell’espirazione), i bambini chiudono la bocca, fanno un respiro di pausa e, dopo la successiva inspirazione, possono ripetere ancora per due volte l’esercizio. Invitateli poi a stare per circa un minuto in silenzio, se vogliono anche a occhi chiusi e ad ascoltare le sensazioni date dall’esercizio, soprattutto nella zona della gola. Al termine l’educatore può proporre un momento di condivisione verbale in cerchio.

Suggerimenti Si consiglia all’educatore di praticare l’esercizio prima di proporlo ai bambini. È bene verificare che le fasi respiratorie siano corrette e siano bene illustrate ai partecipanti: inspirazione – emissione del suono – inspirazione – espirazione regolare. È un esercizio basato sull’emissione sonora ed è facile quindi che si crei un po’ di confusione. Per il suo corretto svolgimento è importante far rispettare i tempi di inizio e di fine dell’esercizio, avendo cura di mantenere un ritmo collettivo.

Varianti del gioco • •

Si può proporre l’attività del disegno libero dopo l’esercizio. Si può proporre di campire il disegno della posizione effettuata, precedentemente fotocopiata dall’insegnante da un libro di yoga.

TRA CIELO E TERRA

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Mauro Bucci è un educatore che realizza laboratori per bambini e adolescenti sulla cooperazione e l’espressione creativa. Specializzato in Psicosintesi, svolge attività di consulenza e di formazione sulla gestione positiva dei conflitti e lo sviluppo olistico della persona, per insegnanti, genitori e adulti in genere. È co-fondatore e presidente del Centro Educativo Soleluna di Roma.

M. Bucci - F. Gambacurta

TRA CIELO E TERRA 32 giochi per educare i bambini al mondo interiore

TRA CIELO E TERRA

C’è un’eccezionale ricchezza nello spirito infantile. Il gusto della scoperta, del vedere le cose per la prima volta, dell’ammirare il mondo e la vita con stupore. Il bambino continuamente dà nomi alla realtà, la svela, la penetra, la porta dentro di sé, costruisce riti, rafforza legami, ricerca sicurezze affettive. Ma quali sono i mondi interiori dei bambini all’epoca di Internet, dei telefoni cellulari, dei videogiochi e della TV in ogni stanza? Siamo in grado di leggere i bisogni profondi dei nostri figli? Le nostre chiavi di lettura sono adeguate? Spesso, più che attenzione, i bambini incontrano, nel mondo esterno, eroi e personaggi mutanti, immagini virtuali e tecnomagia. Troppo spesso gli adulti si rivelano distratti, superficiali, incapaci di ascolto. Eppure guidare i bambini ad attraversare il territorio delle proprie radici è necessario come respirare. La costruzione di contesti specifici, nei quali possano esprimersi più liberamente, rappresenta, allora, un passo fondamentale verso l’accoglienza di quella dimensione interiore che troppo spesso viene considerata come un corollario e non il principale fondamento della vita di tutti i giorni. Il gioco rappresenta il più efficace strumento per esplorare la profondità dei vissuti emotivi e questo libro, ne offre numerosi. Giochi in cui non si vince né si perde, ma si può sentire il vento e il silenzio, capire la fiducia o rilassarsi, avvertire un’emozione o anche ammettere un proprio limite. Giochi, insomma, in cui il bambino viene aiutato a riconoscere e a riconoscersi, cioè ad affrontare il viaggio verso il mare aperto della vita.

Mauro Bucci - Fabrizia Gambacurta

Fabrizia Gambacurta, insegnante e sociologa specializzata in Antropologia educativa, anima ricerche e progetti didattici sull’Educazione alla Pace e allo Sviluppo per le scuole. È co-fondatrice e responsabile didattica del Centro Educativo Soleluna di Roma. Diffonde lo Yoga e tecniche di rilassamento in ambito scolastico e formativo.

In copertina disegno di Silvio Boselli

ISBN 978-88-87507-58-9

Euro 14,00 (I.i.) 9 788887 507584

edizioni la meridiana p a r t e n z e


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