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INFOCRITICA A ROMA E DINTORNI - 2013FEBBRAIOSESSANTUNO
FERMATA SBAGLIATA 17
AMERICA, AMERICA... 13 IL CINECONTORSIONISTA 14 GRANDESCHERMO 15
ARTE
NANOGUIDA
FEBBRAIO 2013 CINEMA
MUSICA
NOW I GOT WORRY 2 MOVIMENTIJAZZ 5 MELAMPUS 7 CLASSICACONTEMPORANEA 9 ROCKETC. 11
GUTTUSO. 1912-2012 24 DOVEARTE 27
TEATRO
SCRITTURA
PARABOLE FRA I SANPIETRINI 19 LA RIVINCITA 21 PALCO 06 23
SCONFINI 28 I LETTORI SELVAGGI 30 ISOLA 31 PUNTODIFUGA 32
METROMORFOSI® MENSILE DI INFOCRITICA euro 0,01 Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 494/2006 del 29/12/2006 Metromorfosi è un marchio registrato all’U.I.B.M Ufficio Italiano Brevetti e Marchi EDITORE Tic Edizioni di Emanuele Kraushaar DIRETTORE EDITORIALE Emanuele Kraushaar ek@metromorfosi.com DIRETTORE RESPONSABILE Lorenzo Lazzarino CAPOREDATTORE Maria Cera redazione@metromorfosi.com MUSICA Max Parri musica@metromorfosi.com CINEMA Maria Cera cinema@metromorfosi.com TEATRO Simone Nebbia teatro@metromorfosi.com ARTE Natalia Massidda arte@metromorfosi.com QUADERNI DI DOMANI Fabio Orecchini MARKETING Francesca Cucciolla markerting@metromorfosi.com WEB Veronica Cenci press@metromorfosi.com CONSIGLI EDITORIALI Sabine Duras & Margherita Schirmacher COPERTINA As time goes by di Loris Dogana ICONOGRAFIA Loris Dogana FASHION EDITOR Caterina Ciancarelli CON Alessandra De Nicola, Alessandro Zoppo, Alfonso Angrisani, Andrea Franzoni, Andrea Pocosgnich, Beppe Manni, Elio Florian, Federico Scaramuccia, Filippo Nicosia, Francesca Matteoni, Marcella Santomassimo, Roberto Juarroz, Veronica Cenci
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RINGRAZIAMENTI Annamaria, Beppe, Emanuela, Felicita, Ivan Vicari, Lucio CONSULENTE LEGALE Avv. Enrico Pennacino - Studio Legale Toriello & Associati STAMPA Gescom Spa - Strada Teverina km 7 (Viterbo) REDAZIONE vicolo della Penitenza 24 - 00165 Roma SEDE LEGALE via Leonardo Fibonacci 7 - 00166 Roma WEB www.metromorfosi.com TELEFONO 06.97848965 / 333.2829348 EMAIL info@metromorfosi.com La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti nella programmazione. La collaborazione è da ritenersi gratuita salvo diversi accordi contrattuali. Le idee espresse negli articoli sono riconducibili ai singoli autori. Metromorfosi si riserva il diritto di non pubblicare il materiale pervenuto e di effettuare gli opportuni tagli redazionali. L’editore ha cercato di rintracciare gli aventi diritto ai crediti fotografici non specificati ed è a disposizione per qualsiasi chiarimento.
NOW I GOT WORRY
ROCK ETC.
l punk e il noise in una sacca di ossa. Il blues e il rock'n'roll come un gelato che uccide.
Jon Spencer Blues Explosion
I
Jon Spencer Blues Explosion torna a Roma ed è pronto a distruggerci. Il buon Jon ha superato i 40, ma spinge sull’acceleratore come sempre: dopo la sbornia antologica di Dirty Shirt Rock 'n' Roll: The First Ten Years, ecco il nuovo Meat and Bone, dodici tracce che proseguono nella ridefinizione delle radici del sound sporco americano. Groove fumanti e abrasivi, schitarrate dal profondo dell’animo, un mood che porta dritto in Paradiso. Ideale per i party più selvaggi, quello dei tre dannati newyorkesi è un ritorno da non perdere. Now I got worry, il 13 al Circolo. Il 16 tocca invece ai saliscendi emotivi dei giapponesi Mono, al Traffic. "La musica è comunicare l’incomunicabile" ha detto il chitarrista Takaakira Goto. C’è da credergli ascoltando il materiale del recente For My Parents, nostalgie e sogni in musica che alterano la definizione "post" con impianto orchestrale e afflato cinematico. Il meglio è andato tra One Step More and You Die e l’apoteosi barocca di Hymn to the Immortal Wind, tuttavia il rock strumentale dei quattro resta una forma singolare, capace di esploderti in faccia e prenderti per mano con delicatezza; schiaffeggiarti e accoglierti in un caldo abbraccio. La bellezza è sfuggente, ci suggeriscono Tamaki Kunishi e compagni. Così incomprensibile ed indefinita da farci male nell’atto del coglierla. Un Quintale pesa la corazza da indossare per resistere alle ammalianti avventure sonore dei Bachi da Pietra, il 20 al Circolo. Bruno Dorella e Giovanni Succi: pietre. I precedenti penali dicono Tornare nella terra ("Non m’importa se morirò domani, voglio uccidere ed essere ucciso, voglio combattere ed essermi nemico"), Non io ("Vivere ancora per morire ancora come bere ancora per fumare ancora come alzarsi ancora e ricadere sola, riempi il vuoto e svuota"), Tarlo Terzo ("La vita è il mestiere che paghi per fare, non il giro di carte e puntate, che per non perdere puoi stare a guardare") e Quarzo ("Non è vero quel che dicono, che sia splendido e scaltro, conosci Lucifero, è nello specchio del bagno"). Quintale conferma durezza e peso specifico illimitato del suono: blues, punk, rock'n'roll, tutto ciò che scorre e muta. Striscianti, sbilenchi, sibillini. I
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FEBBRAIO 2013 VARI ORARI E PREZZI VARI LUOGHI DETTAGLI NELL’ARTICOLO E NELLA RUBRICA ROCK ETC. A PAG. 11 ALESSANDRO ZOPPO 3
Mono
Bachi da Pietra sono la cruda, cinica, ironica descrizione di un mondo postnucleare, quello attuale. Alex Edkins, Hayden Menzies e Chris Slorach arrivano a Roma per la prima volta il 21, al Traffic. I Metz dopo i primi singoli hanno convinto niente meno che la Sub Pop a metterli sotto contratto. Al disco d’esordio i tre canadesi riassumono un intero immaginario legato ad una fondamentale scena musicale: riferimenti sparsi a Jesus Lizard, Fugazi, Public Image Ltd., Nation of Ulysses, Sparklehorse e Shellac. Con ovvia pesantezza da Anni Zero: non è un caso che abbiano diviso il palco con Oneida e Death from Above 1979, giusto per citarne un paio. Bordate sferraglianti da mal di testa persistente, quel piacevole senso di fastidio e smarrimento che riff spigolosi, noise spinto e spirito punk infondono. Dal vivo promettono scintille. Funk, punk, kraut, psichedelia e dance è la proposta dei livornesi Appaloosa, il 22 dal Verme. Il titolo del loro ultimo disco (il quinto) è geniale: The Worst of Saturday Night - Musica per energumeni del Sabato sera. Due bassi e una batteria, synth, samples, drum machine e sprazzi vocali. Questa è la formula, ballabile e sleazy, notturna e pulsante: un crossover rabbioso e malinconico, che scava nelle radici e le estirpa sfrontato e irriverente. Sempre dal Verme il 24 sbarcano i Marnero, in attesa spasmodica di ascoltare il nuovo parto Il coraggio di essere suonati - A Tribute to Laghetto. Naufragio universale era stato un colpo al cuore micidiale: l’hardcore nell’anno di grazia 2010. "Non confondere le parole con lo spazio bianco in mezzo, non confondere causa e conseguenza: i farmaci giusti sono il motivo e non la cura, i farmaci giusti sono il fatturato alla voce paura". E così sia. Una musica che non si rassegna e non si compiace. A chiudere il mese ci pensano i Radio Moscow, il 28 all’Init. Tre dischi che lottano per alti ideali: il rock classico e l’hard blues indiavolato, Cream e Blue Cheer, Jimi Hendrix e Led Zeppelin. Per testare, ascoltate il nuovo singolo Rancho Tehama Airport: overdose di heavy psych rock ad alto voltaggio lisergico.
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MOVIMENTI JAZZ 1-2 FEBBRAIO/ FEDERICO UGHI 28DiVino Jazz (via Mirandola 21 - tel. 340.8249718); ore 22.30 - euro 5 + tessera Due uniche serate a Roma dedicate al quartetto newyorkese di Federico Ughi, con David Schung al sax, Kirk Knuffke alla tromba e Max Johnson al basso.
7, 8 E 9 FEBBRAIO/ PAOLO RECCHIA & DAVID KIKOSKI Alexanderplatz (via Ostia 95 - tel. 06.39742171); ore 22.30 - tessera annuale: euro 45, mensile: euro 15 Dopo aver collaborato con i più grandi musicisti jazz della scena nazionale e internazionale, Paolo Recchia si presenta con Nicola Angelucci alla batteria, Luca Fattorini al contrabbasso e con un ospite speciale, uno dei più stimati e rispettati pianisti jazz a livello mondiale: David Kikoski. Musicista di grandi doti tecniche e di forte spessore jazzistico, Kikoski è costantemente protagonista da oltre due decenni della scena newyorkese.
16 FEBBRAIO/ RICHARD GALLIANO Aula Magna La Sapienza (piazzale Aldo Moro 5 - tel. 06.3610051/2 - www.concertiiuc.it); ore 17.30 - euro 30/20, euro 8 per under 30 Fisarmonicista francese di origini italiane, con il suo strumento ha dato un nuovo slancio alla musica jazz. Figlio d’arte (anche suo padre suonava la fisarmonica) nella sua carriera pluridecennale Richard Galliano può vantare collaborazioni con Chet Baker, Enrico Rava, Paolo Fresu, Jan Garbarek, Michel Petrucciani e Toots Thielemans.
17 FEBBRAIO/ SIMONE MAGGIO - OMAGGIO A BILL EVANS Galleria Spazio 88 (via dei Cappellari 88); ore 17.00 - euro 15 + tessera, euro 10 per under 30 e studenti Simone Maggio rende omaggio a Bill Evans nel salotto di Tè Concerto, che offre un nuovo modo di vivere la musica. Nello spazio della galleria, chi fa musica si apre a chi ascolta, condividendo processo creativo e idee.
23 FEBBRAIO/ IVAN VICARI TRIO Cantine Blues (via Batteria Nomentana 66 – tel. 393.9014740); ore 22.00 - ingresso libero Torna a far ruggire il suo organo Hammond Ivan Vicari, vero funambolo e innovatore dello strumento nella galassia jazz. In concerto con Francesco Poeti (chitarra) e Mauro Salvatore (batteria). Serata dedicata al grandissimo Karl Potter, amico e compagno di tante avventure musicali come il disco Colpo di coda (immagine).
28 FEBBRAIO/ DON BYRON Alexanderplatz (via Ostia 95 - tel. 06.39742171); ore 22.30 - tessera annuale: euro 45, mensile: euro 15 Nato a New York e cresciuto nel Bronx, Don Byron (sassofonista, compositore, arrangiatore, cantante) è il miglior clarinettista jazz degli ultimi anni come attestato dai numerosi e prestigiosi riconoscimenti internazionali. Sebbene abbia le sue radici più profonde nel jazz, lo stile di Byron è caratterizzato da un eclettismo musicale di elevata qualità. :: a cura di Beppe Manni e Veronica Cenci
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MEMORIA
MELAMPUS
rtisti, grazie. È tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Nello spettro musicale odierno, l’elemento modernità si confonde con la tecnica e la pulizia di un file lavorato all’interno di un sofisticato software; un bel prodotto in una veste curiosa può confondere durante l’intero ascolto, è come seguire un sentiero senza, all’improvviso, ritrovarcisi più. In quel preciso istante cerchiamo la carne: l’affinità emotiva di un uomo, di una lacrima, di un risveglio o, magari, di un vero malessere da condividere (che oggi è facile mascherare)… E allora torniamo alle origini, proviamo a farci aiutare dal duo bolognese Melampus, tra pathos ed immortalità. Il gruppo è l’artista visiva, pittrice, tatuatrice e bassista Francesca "Billy" Pizzo alla voce, chitarra, piano e per-
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cussioni, accompagnata alla batteria, droni e loop dal fotografo e batterista dei Buzz Aldrin Angelo "Gelo" Casarrubia. Naturalmente avvezzi a linguaggi che partono dai suoni e arrivano alle immagini, come nella musica per il film L’Uomo doppio (2012) di Cosimo Terlizzi. I Melampus - l’unico uomo che ricevette poteri divini - sono in circolazione con il progetto Ode Road targato 2012, un disco onirico in cui a tratti si materializzano impulsi sonori primordiali che trascinano in un intimo viaggio meraviglioso, dove post rock e cultura new wave ne limitano i confini. Chitarra e batteria creano una densità sonora non sempre all’unisono: a volte stridenti, a volte rigidi, mutevoli su binari non convergenti. L’atmosfera catartica ci spinge ad inseguire i colpi di droni sviscerati in una notturna ballata artica dalle tinte dolcemente goth, incredibilmente ossessive. Nella trama sonora echeggia l’elemento Velvet Underground - che imprigiona i due musicisti - toccando la band americana Low, per giungere a sfiorare il delirio pop dei Cranes. Ma la novità dei Melampus, forse la loro vera modernità, è questo istinto all’isolazionismo che trascina, in un tempo di connessione globale, il peso nel profondo, come in Walk with me, Thirst, Joel.
15 FEBBRAIO ORE 21.30 LE MURA VIA DI PORTA LABICANA 24 – TEL. 06.64011757 - LEMURAMUSICBAR.COM MAX PARRI 7
Avvistato di nuovo il disco volante della meritocrazia. Fa evoluzioni nei cartelloni di propaganda politica. Nel calendario Maya non c'era, ma avrebbe potuto prevederlo anche un bambino che nell'italietta smart box la prostituzione avrebbe prevalso sul merito. Mai visto uno promosso per merito: non si può dire lo stesso per chi si sia prostituito in giacca e cravatta. Del resto anche questo è - purtroppo - scontato: non sono le emarginate lungo la Salaria il vero cancro che avvelena. La prostituzione vera è profumata, ricca, inafferrabile, contagiosa senza contatto, televisivamente ipnotizzante. E siamo anche noi che la critichiamo, quando illudendoci di essere migliori diciamo, con finta sopportazione: anche quest'anno cercherò di votare per il meno peggio. Alfonso Angrisani per le tue segnalazioni situazioniste: info@metromorfosi.com
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CLASSICACONTEMPORANEA 1 FEBBRAIO/ YUJA WANG IN RECITAL Auditorium PdM C (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.8082058); ore 20.30 - euro 18/42 Yuja Wang nasce a Pechino, ma cresce in America e inzia a suonare il pianoforte a sei anni. Oggi è considerata una delle migliori musiciste della sua generazione. Il concerto si tiene in collaborazione con la Serge Rachmaninoff Foundation. In programma Debussy (Pour le piano), Skrjabin (Sonata n. 6), Ravel (La Valse), Rachmaninoff (Elégie n. 1 op. 3, Moment Musicaux n. 4 e Sonata n. 2) e Rachmaninoff-Mendelssohn (Scherzo da "Sogno di una notte di mezza estate").
2 FEBBRAIO/ SOIRÉE ROSSINI Aula Magna La Sapienza (piazzale Aldo Moro 5 - tel. 06.3610051/2 - www.concertiiuc.it); ore 17.30 - euro 15/25, euro 8 per under 30 Anna Bonitatibus (mezzosoprano) e Marco Marzocchi (pianoforte).
5 FEBBRAIO/ GABRIELE CARCANO Aula Magna La Sapienza (piazzale Aldo Moro 5 - tel. 06.3610051/2 - www.concertiiuc.it); ore 20.30 - euro 20/12, euro 8 per under 30 Gabriele Carcano è un giovane pianista, vincitore di numerosi premi che attestano il suo talento; in questa serata esegue musiche di Berg, Berio, Beethoven e Schumann.
13 FEBBRAIO/ LUDOVICO EINAUDI Auditorium PdM C (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.8082058); ore 21.00 - euro 25/40 A tre anni di distanza dal successo di Nightbook, Ludovico Einaudi presenta In a Time Lapse, il suo ultimo attesissimo album. In questo nuovo lavoro il musicista si richiama alla musica barocca e ai ritmi della pizzica, fa vibrare romanticamente gli archi e fonde percussioni ed elettronica.
16, 18 E 19 FEBBRAIO/ RAMIN BAHRAMI Auditorium PdM C (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.8082058); ore 18.00 (16 febbraio), 21.00 (18 febbraio), 19.30 (19 febbraio) - euro 19/52 La passione per la musica classica e in particolare per Bach, nasce in Bahrami quando era piccolo. Trasferitosi a undici anni dall’Iran, raggiunge l’Italia per studiare pianoforte grazie ad una borsa di studio che gli permetterà di diventare uno dei grandi protagonisti della scena musicale. Oggi si dedica alla produzione tastieristica di Bach, in programma nelle tre serate, insieme all’esecuzione di Quadri di una esposizione di Musorgskij.
23, 25 E 27 FEBBRAIO/ KIRIL PETRENKO - L'ORO DEL RENO Auditorium PdM C (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.8082058); ore 18.00 (23 febbraio), 21.00 (25 febbraio), 19.30 (27 febbraio) - euro 19/52 Santa Cecilia celebra con L’oro del Reno il bicentenario wagneriano chiamando sul podio dell'Orchestra e del Coro Kiril Petrenko, uno dei più illustri specialisti di Richard Wagner. Esecuzione di Das Rheingold (Prologo dell'Anello del Nibelungo in un atto - in forma di concerto). :: a cura di Elio Florian e Veronica Cenci
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Venite a trovarci nel regno della birra. Arte della spinatura, tecnica degustativa, bellezza del bere. Area espositiva per mostre fotografiche e pittoriche. Consigliato dalla Nanobirra di Metromorfosi. Mc Queen vi aspetta in zona San Pietro! Mc Queen Pub :: tel. 06.631872 :: via Aurelia, 77 Roma metromorfosi
ROCK ETC. 8 FEBBRAIO/ IL MURO DEL CANTO Blackout Rock Club (via Casilina 713 - tel. 06.2415047); ore 21.00 Band folk rock ispirata alla tradizione romana. Alla voce, l’inconfondibile Daniele Coccia (foto). "Chi mistica mastica senza scoppià. Chi mistica traffica co’ l’ardilà. Chi lavora lo sa che vordì la matina quann’è lunedì. Sembra inverno ma inverno nun è, ma è la vita de chi è come te".
10 FEBBRAIO/ JAMES WALSH Lanificio 159 (via di Pietralata 159 - tel. 06.41780081); ore 21.30 La straordinaria voce degli Starsailor in acustico con il nuovo Live at the Top of the World.
13 FEBBRAIO/ LUSH RIMBAUD Init (via della Stazione Tuscolana 133 - tel. 06.97277724); ore 22.00 Una scarica elettrica di puro indie rock tra chitarre e sintetizzatori.
15 FEBBRAIO/ MELAMPUS Le Mura (via di Porta Labicana 24 - tel. 06.64011757); ore 21.30 Francesca Rizzo e Angelo Casarrubia, per un rock onirico e struggente. Per approfondire, leggi pag. 7.
16 FEBBRAIO/ MONO Traffic Club (via Prenestina 738 - tel. 320.547412); ore 22.00 Un rock capace di esploderti in faccia e prenderti per mano con delicatezza...
17 FEBBRAIO/ THE RAVEONETTES Circolo degli Artisti (via Casilina Vecchia 42 - tel. 06.70305684); ore 21.30 - euro 15 Il duo danese in Italia per presentare l’ultimo lavoro Observator.
20 FEBBRAIO/ BACHI DA PIETRA Circolo degli Artisti (via Casilina Vecchia 42 - tel. 06.70305684); ore 21.30 L’ultimo disco Quintale conferma durezza e peso specifico illimitato del suono: blues, punk, rock'n'roll, tutto ciò che scorre e muta.
22 FEBBRAIO/ VERBAL Angelo Mai (via delle Terme di Caracalla 55a – tel. 329.4481358 ); ore 21.30 Chitarre, omnichord, glockenspiel, percussioni, voci sature, campionatore, giocattoli e sonagli.
23 FEBBRAIO/ MARNERO Dal Verme (via Luchino dal Verme 8 - tel. 393.1787633); ore 21.30 - euro 5 Un hardcore che non si rassegna e non si compiace.
28 FEBBRAIO/ GIANGRANDE Ombre Rosse (piazza di Sant'Egidio 12 - tel. 06.5884155); ore 22.00 - ingresso libero Presentazione, in veste acustica, dell'ultimo disco Directions, realizzato insieme a Paolo Benvegnù: canzoni che spaziano, con stile ed eleganza, dall’italiano all’inglese al francese. Al fianco di Massimo Giangrande (chitarra e voce), Angelo Santisi (violoncello). :: a cura di Max Parri e Alessandro Zoppo - musica@metromorfosi.com
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AMERICA, AMERICA...
CINEMA
d anno partito, è tempo di bilanci. Noi di Metromorfosi li posticipiamo, per tenerli saldi in memoria, perché ci possano meglio accompagnare nel nuovo viaggio esistenziale e visivo verso cui siamo tesi. Da questo mese riavviamo il nastro di un 'flashback a ritroso' che mapperà una resistenza tangibile e partecipativa. Quella di coloro che hanno fissato lo sguardo su spazi fisici visivi un tempo floridi e pieni, nel ritrovo-riferimento che erano sicuri di incorporare, la cui identità, da inizialmente 'confusa', per molti di essi, oggi, è solo pregna di oblio. Ultimo e primo nella lista, il Cinema America, nel cuore di Trastevere, a pochi passi da piazza S. Cosimato. L’estremo cronologico corpo immobile del 2012 a venir fisicamente invaso da un gruppo di giovani decisi a farne rivivere l’identità, e a sottrarlo all’ennesimo gioco speculativo che lo destinava all’abbattimento per far posto alla fagocitante edilizia, allo sporco e cieco profitto, pronto a calpestare qualunque razionale e passionale soluzione capace di creare partecipazione e crescita nella cultura e nella fruizione comune di spazi urbani. I sedimenti archeologici del Cinema America incorporavano già l’arte del Cinema-Teatro La Marmora, sulle cui fondamenta nel 1954 si decise di progettare un edificio interamente destinato alla visione. Inaugurato nel 1956, il Cinema America ha vissuto per oltre quarant’anni, polmone partecipativo trasteverino, fino alla sua dismissione attorno al 1997. Nel 2004 fu acquisito dalla Progetto Uno Srl, 'acronimo' la cui aridità terminologica destinava la resurrezione dello stabile a mini appartamenti ingolfanti in stratificazioni abitative e nel sovrappopolamento cieco l’unica via di uscita per un ex cinema. Nel 2008 il Comitato Cinema America, con l’appoggio dei trasteverini residenti, riusciva ad interrompere il passaggio dalla teoria alla pratica, rinviandone la metamorfosi, ma non potendone impedire, nonostante gli innumerevoli richiami al preservarne la genesi culturale-sociale, l’abbandono e il degrado. Chiuso ed esposto al ludibrio pubblico dell'incuranza (per i più), è stato attraversato dalla sana incoscienza e idealità della giovinezza: Trans Invaders, una rete di realtà territoriali e studentesche, ha incorporato, nel suo sfilare trasteverino contro l’instabilità esistenziale di questo momento storico, il Cinema-relitto, occupandolo per qualche ora e risvegliando il torpore dell’opinione pubblica che ha visto con altri occhi (fotografico-digitali) la resa del concreto gestire urbanisticamente e socialmente un territorio da parte di chi dovrebbe occuparsene per mandato elettorale. La giovinezza, meno rassegnata e meno disincantata, non si è fermata: l’Assemblea Giovani al Centro decide di incaricarsi della testimonianza del-
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l’incuria pubblica dei luoghi abbandonati, inglobando il Cinema America nell’informazione e mobilitazione a cui l’azione di denuncia ha dato seguito. Nelle assemblee che si sono succedute, gli abitanti di Trastevere hanno trovato l’energia e il tramite giusto per tornare a voler cambiare in prima persona le cose: con il loro 'benestare', la decisione è stata presa. Occupare. Termine del fare contemporaneo più di ogni altro credibile nella concretezza astratta a cui rimanda e a cui oggi pare 'anarchicamente' indispensabile ricorrere. Il 13 novembre del 2012 il Cinema America OCCUPATO è tornato a vivere. Diventando innanzitutto uno spazio di riflessione e condivisione: la rete Ri_Pubblica ha portato al suo interno il confronto e la discussione insieme a chi opera nel territorio metropolitano e ai suoi abitanti, per relativizzare e personalizzare elementi troppo generalizzati: territorio, democrazia, finanza, cultura. E la metamorfosi sana del cinema America ha preso avvio proprio dal suo interno. L’Assemblea Giovani al Centro si è dissolta e ricomposta nel Collettivo degli Occupanti, inglobando quella partecipazione civile che il contatto diretto con i trasteverini aveva sollecitato a dotarsi di una entità più permeabile ed elastica. Oggi il Cinema America Occupato esiste nella programmazione a vista lunga a cui tende. Le sedute pubbliche, il parto da cui materializzare il fare che si esplica: nella visione ad offerta libera, l’unica alternativa ad una massificazione costosa e convogliata nei multisala; nell’educazione allo sguardo dei più piccoli con pellicole appositamente a loro dedicate; nel labor e studio teatrale, musicale...; nella fruizione bibliotecaria per letture e scritture… nel dare spazio e forma ad una partecipazione di bisogni condivisi e realizzati, non più mediati, ma analizzati e gestiti in prima persona da chi abita le singole aree urbane. Una circoscrizione di carne e volti, che si guardano e parlano tra loro, per la prima volta. www.americaoccupato.org
MARIA CERA 13
IL CINECONTORSIONISTA FINO AL 15 FEBBRAIO/ IL MESE DEL DOCUMENTARIO Casa del Cinema (largo Marcello Mastroianni 1 - tel. 06.423601 www.casadelcinema.it); ingresso libero fino ad esaurimento posti L’associazione Doc/it, conscia del periodo di floridezza che la forma documentaristica sta vivendo, ha deciso di mettere a disposizione del pubblico dieci finalisti di due prestigiosi concorsi: il Doc/it Professional Award (Premio per il Miglior Documentario dell'Anno), con i suoi cinque finalisti, e il Doc.International, sezione competitiva dei vincitori dei più importanti festival mondiali. Per febbraio, segnaliamo: 2 febbraio 18.30, 3 febbraio 16.30: Tahrir (2011) di Stefano Savona. Il Cairo, febbraio 2011. La rivoluzione e i suoi protagonisti: cronaca dei volti, delle mani, delle voci di chi era in piazza. 8 febbraio 21.30, 13 febbraio 16.30: The Arbor (2010, foto) di Clio Bernard. Inconvenzionale e innovativo ritratto della giovane drammaturga Andrea Dunbar, morta tragicamente a soli 29 anni, e del quartiere popolare inglese al quale era indissolubilmente legata: The Arbor.
FINO AL 19 FEBBRAIO/ 50 ANNI DI CINEMA GIAPPONESE. DECENNI E REGISTI DI CULTO Istituto Giapponese di Cultura (via Antonio Gramsci 74 - tel. 06.3224794 - www.jfroma.it); proiezioni ore 17.00 e 19.30, film in 35 mm e in v. o. con sottotitoli in italiano o inglese ingresso libero La finestra romana aperta sul Giappone e la sua cultura compie 50 anni. E JF ci regala mezzo secolo di visioni nipponiche: dagli anni ’60 al 2000, ogni decennio è fissato dai titoli e dai registi più rappresentativi. 5 febbraio: A flame at the Pier (1962) di Masahiro Shinoda (sott. in inglese). Tratteggi nuovelle vagueiani di un melodramma poetico, sanguinario e politico, tra passioni represse e violenza giovanile. 15 febbraio: Kageroza (1981) di Seijun Suzuki (sottot. in italiano). Sintesi di una ricerca estetica frutto della tradizione giapponese, di intreccio imprevedibile. Il frutto rosso della pianta hozuki (bacca di alchechengi) è lo spirito di una donna. Immesso nel teatro dei burattini, l’eroina-bambola ne condensa il bizzarro destino dentro un labirinto di immagini fantastiche.
FINO AL 17 MARZO/ MICROSTORIA DEL CINEMA PER RAGAZZI Casa del Cinema (largo Marcello Mastroianni 1 - tel. 06.423601 - www.casadelcinema.it); tutte le domeniche ore 10.30 - ingresso libero fino ad esaurimento posti Curata da Roberto Giacometti, la cinematografia raccontata ai più piccoli tra spezzoni di pellicole e favole... Inizio. La nascita del cinema. F.lli Lumiere, Parigi 28 dicembre 1895. Effetti speciali, Georges Méliès, illusionista, grande inventore. Il sonoro: il primo film parlato Il cantante jazz (1927) di Alan Crosland. Il montaggio: da Psyco (1960) di Alfred Hitchcock. Il colore: da Biancaneve e i sette nani di Walt Disney (1936) e da Via col vento (1939) di Victor Fleming. Uno dei primi film a colori in Italia: Totò a colori (1952) di Steno.
19 FEBBRAIO/ A QUALCUNO PIACE CLASSICO: LE BOUCHER Sala Cinema Palazzo delle Esposizioni (scalinata di via Milano 9/A - www.palazzoesposizioni.it); ore 21.00 - ingresso libero fino ad esaurimento posti Uno dei thriller più hitchcockiani del grande cineasta francese monopolizza l'attenzione metromorfica nel viaggio della storia del cinema di questo mese. Le Boucher (1969) di Claude Chabrol, con Stéphane Audran, Jean Yanne, Antonio Passalia (35mm., versione italiana). L'amore tra una maestrina e un macellaio sboccia in una cittadina francese. L'idillio è destinato a infrangersi sulle tracce di alcuni feroci delitti… :: a cura di Maria Cera - cinema@metromorfosi.com
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GRANDESCHERMO
FILM! CAPTIVE
Brillante Mendoza attinge ai fatti di cronaca filippini per raccontare, con il realismo 'senza mediazioni' che lo contraddistingue, il rapimento di circa venti stranieri villeggianti presso un hotel dell'isola di Palawan, messo in atto dal gruppo musulmano di Abu Sayyaf per ricattare le autorità nell’ottenere denaro e l'indipendenza dell'isola di Mindanao. La macchina a mano non abbandona mai i personaggi, interpretati da attori non professionisti affiancati dalla carismatica Huppert, e cattura la natura ostile e sfibrante dei luoghi e dei rapitori, che inghiottirà gli innocenti turisti inaspettatamente per un anno a causa dell'immobilismo dei governi. in sala dal 31 gennaio
IL FIGLIO DELL'ALTRA Francese, ma di origini ebree, atea, né palestinese, né israeliana, Lorraine Lévy esplora il dramma di due famiglie sconvolte dalla scoperta di avere allevato l'una il figlio dell'altra. La crisi d'identità, umana più che politica, assale l'israeliano Joseph e il palestinese Yacine, scambiati alla nascita nel 1991 nel bel mezzo della Guerra del Golfo. Confidando in una soluzione edificata dalle generazioni future, Lévy costringe le due famiglie – e noi tutti – ad interrogarsi sulle motivazioni dello scontro politico e sociale che separa i due popoli. in sala dal 7 febbraio
RE DELLA TERRA SELVAGGIA La minaccia incombente di una catastrofe ambientale viene elaborata dalla mente fantasiosa della piccola Hushpuppy (la promettente Quvenzhané Wallis), che la materializza nell'arrivo di creature mitologiche pronte a scagliarsi contro la indigente comunità di Bathtub, sul Delta del Mississippi. Benh Zeitlin ritrae, in autentica poesia per immagini, il rapporto tra una figlia costretta a imparare sin dall'infanzia l'arte della sopravvivenza e un padre brutale che si rivela invece amorevole a modo suo, mentre la ricerca della madre guida la piccola eroina in un incontro rivelatorio e commovente. in sala dal 7 febbraio
PROMISED LAND Matt Damon e John Krasinski nell’insolita veste di attori e sceneggiatori, interpretano e sviluppano le tracce del racconto di Dave Eggers, diretti da Gus Van Sant. Le conseguenze della crisi economica americana vengono filtrate nell'impatto del globale sul locale delle piccole comunità, che cercano di difendere il proprio corso. Steve Butler (Matt Damon) è un bravo ed umile venditore di una importante corporation, che insieme alla collega Sue Thomason, viene impiegato nell’acquisizione dei diritti di trivellazione di una cittadina sfiancata dal collasso economico. Quando l'affare sembra ormai concluso, un rispettato insegnante e un attivista popolare (Krasinski) convincono l'opinione pubblica a non cedere. in sala dal 14 febbraio :: a cura di Francesca Vantaggiato - cinema@metromorfosi.com
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FERMATA SBAGLIATA Questa Nanoguida è dedicata a tutti i distratti, a chi va sempre di fretta, a chiunque si sia stufato dei percorsi convenzionali e a chi abbia voglia di perdersi. Complice un pessimo senso dell’orientamento, spesso capita di prendere l’autobus sbagliato. A volte è semplicemente una fastidiosa perdita di tempo, altre può rivelarsi un’inconsapevole e divertente risorsa per uscire dalla routine e guardare Roma con occhi diversi.
3 :: THORVALDSEN Il mezzo di trasporto di quasi tutti gli studenti di Roma. Collegando le diverse sedi universitarie, il 3 segue una linea retta delle meraviglie, fino al capolinea in una delle zone più belle della capitale: Villa Borghese. Non c’è una fermata precisa da cui scendere. Se non ci siete mai stati, però, vi consigliamo l’incrocio tra viale Regina Margherita e la Nomentana, per una visita a Villa Torlonia o Villa Mirafiori. Da un capolinea all’altro, ascoltate della musica, sedetevi e lasciatevi trasportare.
280 :: PARTIGIANI Da prendere quando non c’è traffico e non si ha fretta. Si parte da Lepanto per scorrere lentamente le vetrine di via Cicerone e ammirare il viale di alberi avvolti da coperte colorate (opera di qualche premuroso che temeva prendessero freddo). L’autobus arriva a piazza Cavour e passa accanto al Palazzaccio, fino a via della Conciliazione, per un fugace scorcio di San Pietro. Vi consigliamo di sedervi sul lato destro, ne rimarrete stupiti. Si arriva quindi lungo il fiume. Scendete alla fermata lungotevere Sassia per godervi una passeggiata sulle sponde del Tevere.
271 :: A. DI S. GIULIANO Uno degli autobus più azzeccati da prendere per errore. Partenza da Piramide, vi regalerete in tutta tranquillità un vero e proprio giro turistico in zone mirabili della città. Prima il Circo Massimo, poi il Colosseo e i Fori Imperiali, 'circumnavigando' la trafficatissima piazza Venezia, per giungere infine sul lungotevere e quindi scendere a piazza Trilussa per un pezzo di pizza e una birra.
30 :: LAURENTINA Una piccola rivelazione. Da piazza Cavour a largo Argentina, passando per il caratteristico corso Rinascimento e accostando una serie di viuzze da perdere il fiato, fino a toccare la Stazione Ostiense. Consigliato per le giornate di sole, senza nessun impegno.
62 :: BOLOGNA Avete ancora fame di centro storico e non vi decidete a tornare a casa? Potete prendere, da largo Chigi, proprio di fronte alla Galleria Sordi, il 62 diretto a Bologna: scendere a Barberini e passeggiare per via Veneto, oppure proseguire fino al capolinea e magari fermarvi a dare un’occhiata ai pappagalli di villa Torlonia. La nanoguida Fermata sbagliata continua sul prossimo numero di Metromorfosi (n. 62, marzo 2013). :: Nanoguida 23 a cura di Veronica Cenci
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PARABOLE FRA I SANPIETRINI
TEATRO
è bisogno. Questo il sottotitolo della seconda edizione di Parabole fra i sanpietrini "da Roma in fuori", rassegna/stagione del Forte Fanfulla (ospitato nei locali del Circolo Arci Fanfulla nel quartiere Pigneto) che riparte l'8 febbraio e accompagnerà quel che rimane della stagione romana fino al 25 maggio. C'è bisogno. È vero. Ma perché? Andiamo a cercare di capirlo. È sempre più evidente quanto questa città si stia chiudendo in se stessa: festeggia i propri minuti spunti di eccellenza che dopo lunga peregrinazione hanno raggiunto qualche attestato e qualche pacca sulla spalla, si lascia scivolare con impassibile inerzia tutto quel che di buono il vitalissimo panorama indipendente aveva saputo costruire tra gli anni Novanta e i primi anni Zero. Se dunque gli spazi chiudono o si chiudono, che poi è lo stesso, ecco come una simile esperienza si faccia apprezzare per continuità con tale tradizione e insieme un tentativo di nuova concezione, negli anni più difficili per imporla. Parabole è dunque un progetto fatto di spettacoli (uno/due appuntamenti mensili per due/tre repliche ciascuno) di compagnie giovani, provenienti dai territori più diversi, nella maggior parte dei casi, che con buona probabilità non avrebbero mai raggiunto Roma. Assieme agli artisti in scena (dodici spettacoli con, tra gli altri, Cerchio di Gesso, Teatro dei Venti, Teatro dei Limoni, Carichi Sospesi) che sperimenteranno in rete con altrettanti spazi di altrettanti territori una circuitazione "non convenzionale", la rassegna sarà animata da una serie di iniziative come laboratori di drammaturgia, di ritmica e di critica teatrale, attività commerciali provenienti dal quartiere, un focus sul panorama romano e un appuntamento tutto bairense, interpretando la drammaturgia di Claudio Tolcachir. Quindi, quell'opportunità di vetrina a più livelli, che questa città tra le sue mille contraddizioni aveva sempre saputo dare, resta viva, se pur con affanno, "fra i sanpetrini" duri, geometrici, che soli non valgono molto, ma insieme sono una strada.
8 FEBBRAIO-25 MAGGIO ORE 21.00 DA GIOV. A SAB. – SOTTOSCRIZIONE CONSIGLIATA EURO 6 FORTE FANFULLA VIA FANFULLA DA LODI 5 – TEL. 3398142317 – WWW.OFFROME.COM SIMONE NEBBIA 19
Carichi Sospesi (foto di Chiara Ogniben)
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TEATRO E CRITICA
LA RIVINCITA
leggerlo, questo testo, capisci immediatamente le difficoltà con cui dovranno confrontarsi registi e attori. Eppure quando
Foto di Alessandro Rivera Magos
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Michele Santeramo – vincitore dell'ultimo premio Riccione – venne a presentarlo al Teatro di Roma in veste di narratore solitario, le battute viaggiavano delicatamente sul piano temporale, ci pensava l'autore a riempire le ellissi, a dare forma agli ambienti. Perché La Rivincita è nato come sceneggiatura cinematografica e poi è stato inserito nel progetto di Compagnia Civica di Teatro Minimo con la regia affidata a Leo Muscato, un laboratorio di idee e maestranze nel territorio andriese. Così al debutto sul palcoscenico del Valle alcuni dubbi saltano immediatamente all'occhio. Proprio nelle cesure del testo, nei vuoti temporali e in quei personaggi di contorno che non si fa in tempo a conoscere e approfondire. Ciononostante, il succo, acido e dolce, emerge ugualmente: la storia di questi due fratelli, Vincenzo e Sabino (all'altezza Michele Cipriani e Michele Sinisi), commuove e atterrisce per la somma di sciagure di cui si compone. Prima una nuova ferrovia deve passare dentro il terreno di Vincenzo, che è costretto ad abbandonarlo, poi sempre Vincenzo viene protestato per un assegno prestato al fratello che risulta scoperto... Come se non bastasse, il giovane si trova sterile per colpa dei veleni utilizzati in agricoltura mentre cerca di avere un figlio. Intanto la moglie di Sabino (Simonetta Damato) diventa schiava dei gratta e vinci. Insomma, una serie di eventi che fotografano in pieno non solo il sud del nostro Bel Paese, ma l'Italia tutta in questi anni di profondo disfacimento sociale, fino al finale improvvisamente felice che cela una morale trasformando la vicenda quasi in parabola: è nella terra, trattata genuinamente e senza trucchi, che i due fratelli ritrovano la pace economica e familiare. Rimangono inoltre delle prove d'attore di livello, come nel caso di Vittorio Continelli e Paola Fresa. Ritmo e soluzioni registiche probabilmente nel tempo sapranno distendersi.
ANDREA POCOSGNICH 21
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PALCO 06 mediapartner metromorfosi Teatro Argot Studio (via Natale del Grande 27 – tel. 06.5898111 – www.teatroargotstudio.com); ore 20.45, dom. 18.00, lun. riposo – euro 10/12 "A porte chiuse non è la condizione di una stanza d'albergo, di una suite, di un inferno qualsiasi o dell'unico inferno possibile. A porte chiuse è quella condizione dell'anima, ma potremmo dir dell'Io, all'interno della quale risulta impossibile l'autosufficienza, la coscienza di un sé che non passi attraverso il terrificante sguardo dell'altro". Di Jean Paul Sartre. Regia e traduzione di Filippo Gili.
5-10 FEBBRAIO/ A PORTE CHIUSE
8-10 FEBBRAIO/ LA LEZIONE Teatro Eutheca (via Quinto Publicio 90 – tel. 06.95945400); ore 21.00, dom. 17.30, lun. riposo – euro 7/15 Un classico del drammaturgo francese Eugène Ionesco (foto), dove il linguaggio diventa uno strumento di potere, e chi lo detiene, manipolatore e dominatore assoluto di cose e persone. Regia di Fabio Galadini.
8 FEBBRAIO-25 MAGGIO/ PARABOLE FRA I SANPIETRINI Forte Fanfulla (via Fanfulla da Lodi 5 – tel. 3398142317 – www.offrome.com); ore 21.00 da giov. a sab. – sottoscrizione consigliata euro 6 – ingresso con tessera Arci Seconda rassegna/stagione negli spazi del Forte Fanfulla al quartiere Pigneto, curata da OffRome: Parabole fra i sanpietrini da febbraio a maggio farà scoprire molte compagnie da diversi territori, insieme a laboratori, incontri, mercatini, degustazioni di prodotti. Un'occasione da non perdere. Per approfondire, leggi pag. 19.
DAL 12 FEBBRAIO/ IN TRENO CON ALBERT Teatro Due (vicolo dei Due Macelli 37 – tel. 06.6788259); ore 21.00, dom. 18.00, lun. riposo – euro 12/15 Un immaginario viaggio in treno di un Einstein ancora sedicenne. Un incontro con una ragazza di cui forse il giovane s'innamora; un'intuizione che lo porta quasi miracolosamente alla prematura scoperta del principio della relatività del tempo. Di Edoardo Erba.
13-17 FEBBRAIO/ THE SUITE Teatro Palladium (piazza Bartolomeo Romano 8 – tel. 06.57332768); ore 20.30, dom. 17.00 e 21.00, lun. riposo – euro 25/35 Peter Brook continua a dedicarsi alla drammaturgia africana, questa volta portando sulla scena il romanzo dello scrittore Can Themba, i cui lavori furono banditi durante gli anni dell'apartheid. Una storia bizzarra, simbolica e surreale di un adulterio e delle sue conseguenze.
DAL 27 FEBBRAIO/ LA VITA CRONICA Teatro Vascello (via G. Carini 78 – tel. 06.5881021); ore 21.00, dom. 18.00, lun. riposo – euro 15/20 Siamo nella Danimarca del 2032. Un paese, in realtà senza confini, popolato da personaggi abbandonati, privi di speranza. Un ragazzo sudamericano accenderà con le sue domande una luce nel freddo delle tetre, quasi folli, atmosfere. Regia di Eugenio Barba. :: a cura di Marcella Santomassimo - teatro@metromorfosi.com
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GUTTUSO. 1912-2012
ARTE
ncora pochi giorni a disposizione per non perdere le oltre cento opere di Renato Guttuso (1912-1987), ospitate nella monumentale cornice del Complesso del Vittoriano. Con i dipinti in mostra attra-
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Zolfara, 1953
versiamo quasi un secolo: si tratta di lavori rappresentativi della sua intera attività creativa, nelle diverse stagioni e movimenti di cui fu protagonista, spesso scomodo, con un linguaggio in bilico tra realismo ed espressionismo. Grazie al lungo lavoro di ricerca compiuto dagli Archivi Guttuso diretti dal figlio adottivo - nonché curatore dell’esposizione Fabio Carapezza Guttuso, le opere, prestate sia da collezionisti privati che da musei internazionali, sono state raccolte in occasione del centenario della nascita del prolifico pittore di Bagheria. Renato Guttuso, importante e arcinoto testimone del XX secolo, ragazzo attratto dall’arte della sua terra, quella dei carretti siciliani, pieno di belle speranze, si affermerà presto a Roma, città amatissima dove vive per cinquanta anni e che diviene il centro nodale delle sue relazioni. E per comprendere Guttuso è fondamentale conoscere e tener presente la sua singolare capacità di intessere rapporti con altri artisti, anche impegnati in discipline diverse. Tutti i più grandi scrittori, intellettuali, pittori, poeti e registi italiani ed europei - da Moravia a Picasso, da Manzù a Pasolini, da Neruda a Visconti – collaborarono con lui, dando vita, così, ad illustrazioni per libri, scenografie e sodalizi talvolta confluiti in movimenti artistici.
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I funerali di Togliatti, 1972
Piccole tavolette e disegni, con i quali l’artista, precocissimo, muoveva i primi passi nel mondo della pittura praticamente da autodidatta, sono esposti insieme ai suoi dipinti più famosi, di grandi dimensioni, quali La Fuga dall’Etna, la sua prima composizione corale, La Crocifissione, che suscitò un grande scandalo e venne condannata dal Vaticano, e poi Zolfara e I funerali di Togliatti - opere di impegno politico lungamente studiate e meditate - Il Caffè Greco con de Chirico seduto da un lato, e La Vucciria con il suo tripudio di colori, e ancora le numerose nature morte che, negli anni Quaranta, facevano presagire la tragedia della guerra e della rivolta. I luoghi amati (la città d’adozione, Roma, con il Colosseo ed i tetti di via Leonina, e la sua terra d’origine, la Sicilia, con i suoi poveri lavoratori), i ritratti degli amici (Moravia, Schifano, Alicata, Santangelo e Amendola), uniti agli oggetti e al racconto di piccoli episodi di vita, sono alcune delle tematiche presenti in questa grande e varia rassegna dove troviamo la condizione umana con i suoi mali, i suoi miti e le sue passioni.
FINO AL 10 FEBBRAIO LUN-GIOV ORE 9.30-19.30; VEN E SAB 9.30-23.30; DOM 9.30-20.30 - EURO 9/12 COMPLESSO DEL VITTORIANO VIA SAN PIETRO IN CARCERE – TEL. 06.6780664 NATALIA MASSIDDA 25
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DOVEARTE COMPLESSO DEL VITTORIANO GUTTUSO. 1912-2012 via San Pietro in Carcere – tel. 06.6780664 – museo.vittoriano1@tiscali.it – lun/giov 9.3019.30; ven/sab 9.30-23.30; dom 9.30/20.30 - ingresso 12/9 euro – fino al 10 febbraio Imperdibile e ampia rassegna dedicata al pittore di Bagheria, romano d’adozione, a cento anni dalla sua scomparsa. Per approfondire leggi pagg. 24-25.
GALLERIA LABORATORIO MARGINI E SEGNI INTHEBOX N. 3 via Pescino 59, Bracciano (VT) - www.marginiesegni.wordpress.com - ven 10-13; sab 15.30-18.30; dom 10–13 - ingresso libero – dal 9 al 23 febbraio Ed eccoci arrivati alla terza sessione di INTHEBOX, curata sempre da Maurizio Caminito e Stefania Fabri, dove gli artisti e progettisti Maurizio Agostinetto, Orsola Damiani, Elisabetta Pandimiglio, Fernanda Pessolano e Carla Sacco ci presentano la propria "scatola" creativa, in cui ciascuno questa volta - ha ragionato su tre delle quattro categorie proposte: Sogni, Memorie e Segreti.
MAXXI GRAZIA TODERI. MIRABILIA URBIS via Guido Reni 4A – tel. 06.39967350 - www.fondazionemaxxi.it - mar-merc-giov-ven-dom 11-19; sab 11-22 – chiuso lunedì – ingresso 11/8 euro – fino al 3 marzo L’artista, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 1999, presenta una serie di videoproiezioni che ci offrono tre diverse visioni della città eterna dall’alto, avvolta nel buio, e brulicante di luci come un cielo stellato. A fare da perno all’esposizione, l’opera che dà il nome alla mostra, l’inedita Mirabilia Urbis (2001), recentemente donata alla collezione del MAXXI Arte da Renata Novarese. La mostra presenta il percorso di ricerca della Toderi, attraverso quattro grandi opere video che rivelano l’evoluzione del suo linguaggio fino ai lavori del 2012.
REALE ACCADEMIA DI SPAGNA AUGUSTE RODIN. L’INFERNO DI DANTE piazza San Pietro in Montorio 3 - tel. 06.58332721 /22 - www.raer.it - tutti i giorni 10-20 - ingresso libero - fino al 4 marzo L’esposizione presenta i Disegni Neri, parte dell’importante opera grafica, quasi sconosciuta, dello scultore Auguste Rodin (1840-1917), stampata nel 1897 dalla Maison Goupil, pioniere delle nuove tecniche di riproduzione dell’immagine e della diffusione delle opere artistiche. I disegni in mostra sono ispirati all’Inferno dantesco, e vennero realizzati dall’artista mentre lavorava alla sua famosa e non conclusa opera Le Porte dell’Inferno, e, benché non si tratti degli studi diretti per questo grande complesso di sculture, ne hanno la stessa ispirazione.
CHIOSTRO DEL BRAMANTE BRUEGHEL. MERAVIGLIE DELL’ARTE FIAMMINGA arco della Pace 5 - tel. 06.68809035 - www.chiostrodelbramante.it – lun/ven 10-20; sab/dom 10-21 - ingresso 12/10 euro – fino al 2 giugno La dinastia dei Brueghel ha segnato con la sua visione dell’umanità - a volte grottesca - la storia dell’arte europea dei secoli a venire.
:: a cura di Natalia Massidda - arte@metromorfosi.com
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QUADERNI DI DOMANI
SCONFINI
"l'ieri non è mai sorto" Osip Mandel'stam
Numero 18, parte I Dico parole di fronte allo specchio. Alcune volte fuggono in aria. Altre, duplicano lo specchio e trovo due specchi che si guardano. A volte però le parole entrano nello specchio. Le parole non hanno imparato a riflettersi perché riflettersi è tenersi fuori. Il riflesso è l’inizio della perdita.
inediti da Undicesima poesia verticale di Roberto Juarroz traduzione di Andrea Franzoni
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d’autunno le foglie per terra ridono a cumuli soccombono in delitti di serra e tumuli remote stragi di numeri piÚ o meno che nascondono in roghi e tundre le vittime e il crimine ombre a commando mute al peso anonime in marcia funebre verso la fine un esodo che toglie lordo il freno quando a stento come fiaccole fragili al vento cadono profughi a grappoli in trappola del proprio ingordo grido a forbice
la nube livida si squarcia stridono le tenebre lugubri in un lavacro di pece che il tempio tiene in ostaggio il cavo in resta corona lo scranno di spine il despota storpio recrimina il popolo privo del capo a colpi di pulpito e di suppliche sconfinano gli eserciti degli uni nello scempio prolifera la specie nel suffragio che il latrato di fede inculca spurga connubi libera da ogni disguido uno per uno
inediti tratti da Il fiore inverso di Federico Scaramuccia
A CURA DI FABIO ORECCHINI 29
I LETTORI SELVAGGI
LETTURE
Un lettore selvaggio è uno che cerca, sempre. Un lettore selvaggio è per definizione uno che non sa distinguere bene il confine tra libri e vita. Un lettore selvaggio vive con un libro (se non molti, o un e-reader) a meno di un metro di distanza ovunque si trovi. Un lettore selvaggio è un potenziale veicolo di infezione per fare in modo che altri lettori si avvicinino ai libri e comincino a leggerli. Un lettore selvaggio è una risorsa fondamentale per i libri, gli scrittori, gli editori, le librerie (anche se a volte i libri li ruba). I lettori selvaggi si incontrano per leggere e parlare di libri. I lettori selvaggi è un reading collettivo e condiviso di stralci di libri, saggi, poesie, fumetti. Di letture che ci hanno accompagnato e perché no, cambiato. A leggere saranno scrittori, registi, musicisti, artisti, ragionieri, tassisti, segretari, e chiunque sabbia sentito un richiamo selvaggio verso un testo scritto. L'unica regola che deve avere un lettore selvaggio è non leggere mai qualcosa di proprio, o che abbia un proprio tornaconto. Il lettore selvaggio è un lettore disinteressato. I lettori selvaggi è un tentativo di condivisione delle letture, quello che una volta si chiamava passaparola, ormai delegato soltanto alla comunicazione sui social network. Essere un lettore selvaggio richiede l'esporsi pubblicamente, fare un passo avanti, far conoscere e condividere i saperi all'interno di uno spazio fisico reale. Incontrarsi per leggere libri, non come un gruppo di lettura, ma come dei singoli lettori con i loro vezzi, le loro idiosincrasie, le loro frasi perfette, i loro personaggi sempre sconfitti. I lettori selvaggi è spazio di dialogo sui libri, una sorta di terza pagina live, di performance dei lettori appassionati che si prestano a leggere in pubblico. La possibilità di leggere ai lettori selvaggi è aperta a tutti, basta prenotarsi a questo indirizzo mail: filippo.nicosia@gmail.com. Per un po’ la Critica accompagna l'Opera, poi la Critica svanisce e sono i Lettori ad accompagnarla. Il viaggio può essere lungo o corto. Poi i Lettori muoiono uno per uno e l'Opera va avanti da sola, sebbene un'altra Critica e altri Lettori a poco a poco comincino ad accompagnarla sulla sua rotta. Poi la Critica muore di nuovo e i Lettori muoiono di nuovo e su questa pista di ossa l'Opera continua il suo viaggio verso la solitudine. Avvicinarsi a essa, navigare nella sua scia è segno inequivocabile di morte certa, ma un'altra Critica e altri Lettori le si avvicinano implacabili e instancabili e il tempo e la velocità li divorano. Alla fine l'Opera viaggia irrimediabilmente sola nell'Immensità. E un giorno l'Opera muore, come muoiono tutte le cose, come si estingueranno il sole e la Terra, e il Sistema Solare e la Galassia e la più recondita memoria degli uomini. Tutto quel che inizia come commedia finisce in tragedia. R. Bolaño
7 FEBBRAIO DALLE ORE 19.00 MOSTRA DI L. DOGANA, 21.00 READING SELVAGGI0, 22.30 CONCERTO DEI MALO BEBA DO SAMBA VIA DEI MESSAPI 8 - INFO: FILIPPO.NICOSIA@GMAIL.COM - INGRESSO LIBERO FILIPPO NICOSIA
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LIBRI
ISOLA
Ogni mese chiediamo ad uno scrittore di indicarci i tre libri che porterebbe sulla sua isola (luogo fisico, interiore, dimensionale). Francesca Matteoni è nata nel 1975. Ha pubblicato questi libri di poesia: Artico (Crocetti 2005), Appunti dal parco (Vydia 2012), Tam Lin e altre poesie (Transeuropa 2010), la silloge Higgiugiuk la lappone nel X Quaderno di Poesia Italiana e un libro con Azzurra D’Agostino per la Capanna Editrice Sartoria Utopia. Ha curato il volume Di là dal bosco (Voci della Luna, 2012), tratto dal blog Fiabe. Il suo ripostiglio è qui: orso-polare.blogspot.com.
L’OPERA POETICA di William Butler Yeats Trovandomi su un’isola, senz’altro terrei con me il poeta dell’isola a occidente d’Irlanda, perché l’isola, come l’anima, è un luogo: nebuloso e indistinto all’inizio e poi sempre più corporeo e terrigno. Mi sarebbero compagne la ricerca del giovane Yeats tra le fate e gli spiriti che abitano la zona del crepuscolo, fino alla grande poesia dei suoi ultimi anni con la scelta tutta umana per l’imperfezione e l’inquietudine (e dunque la meraviglia, la continua attesa) di cui siamo fatti al cospetto di una dubbia, perfetta eternità ultramondana. Mondadori, traduzione di Ariodante Marianni
IL BUIO OLTRE LA SIEPE di
Harper Lee Per imparare qualcosa sul bene basterebbe questo romanzo, letto con attenzione da ragazzi, l’unico scritto da Nelle Harper Lee e ispirato alla sua stessa storia di bambina. Il titolo inglese: To kill a mockingbird è molto più esplicativo di quello italiano – sottintende insieme l’inevitabile presenza della crudeltà nel mondo, ma anche un’innocenza ignara e indifesa che va preservata quando la si incontra, come la gioia più preziosa. Feltrinelli, traduzione di Amalia D’Agostino Schanzer
MAGIA D’INVERNO di
Tove Jansson Questo libro che appartiene alla serie dei Momin, è in sé un piccolo rifugio interiore: nel mezzo dell’inverno nordico, del paese sommerso nella neve e coperto dal bosco austero della taiga, il piccolo troll Momin si sveglia anzitempo dal letargo ed inizia ad esplorare questo mondo apparentemente ostile, per scoprire che anche lì esistono vite timide e silenziose e soprattutto la sapiente Too-Ticki, sua guida nella stagione. Tra tutti, memorabile l’episodio della morte dello scoiattolo, un insegnamento a bassa voce sul finire di ogni cosa, sul poter andare oltre, accettando la normalità del dolore. Salani, traduzione di Donatella Ziliotto :: a cura del Collettivo Archiloco
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PUNTODIFUGA ono giorni che sto tappato in casa a studiare un testo sacro che mi è stato consigliato dal mio nuovo amico Raniero. Lui dice di aver capito tutto o quasi. Riguardo a tutto o quasi. Credo abbia detto proprio una cosa del genere. Ma non ricordo bene, perché sono passati molti giorni. Comunque non è facile andare avanti. A volte spengo la luce di colpo, chiudo gli occhi e mi sento scomparire nel buio. Ieri mi è sembrato di sentire la voce di Raniero che diceva: "Cerca di trovare la spina dorsale del libro". Non so se sia il caso di fermarsi e mollare. Ma forse è da quando ho iniziato a studiare questo libro immenso che ho mollato tutto e mi sono fermato. A volte mi scordo di mangiare, di dormire, perdo quasi la cognizione del tempo e del mio corpo. Telefono a Raniero per chiedergli un consiglio. "È in settimana bianca con gli amici" mi dice la moglie con la voce tremante. Ma poi in lontananza sento dire: "Ti ho detto mille volte di staccare il telefono". Allora attacco e decido di andare da lui. Quando apro la porta del mio studio, vedo mia moglie con la cornetta in mano, rannicchiata in un angolo, che mi fissa spaventata.
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EMANUELE KRAUSHAAR :: il
numero sessantuno di Metromorfosi è dedicato a Karl Potter
:: Metromorfosi invita alla lettura di Gioventù di J. M. Coetzee (Einaudi 2002) la vita della mente, pensa tra sé: è a questo che abbiamo consacrato le nostre vite, io e questi altri solitari viandanti del British Museum? :: impaginato ascoltando anche La cugina di Nefertari dei Piramide Capovolta :: per questo febbraio, Metromorfosi consiglia di fare una gara di corsa a Villa Pamphili lasciando un piccolo vantaggio alla propria ombra TEL. 06.97848965 - 333.2829348 - METROMORFOSI.COM - INFO@METROMORFOSI.COM
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