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MUSICA
L’ESTATE È UNA TERRA ALIENA 2 MOVIMENTIJAZZ 5 CLASSICACONTEMPORANEA 7 NANOGUIDA ROCKETC. 9 LE LIBRERIE CORAGGIOSE 15
CINEMA
PICCOLI KASPAR CRESCONO 10 IL CINECONTORSIONISTA 12 CINESTATE 13
TEATRO ARTE
SCRITTURA GENESI SEBASTIÃO SALGADO 22 DOVEARTE 25
JOKER 26 NEL VEDERE 28 ISOLA 31 PUNTODIFUGA 32
CLEOPÀTRAS 17 BLACK REALITY 18 TUTTI AL MARE 19 PALCO 06 21
METROMORFOSI® MENSILE DI INFOCRITICA euro 0,01
Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 494/2006 del 29/12/2006 Metromorfosi è un marchio registrato all’U.I.B.M Ufficio Italiano Brevetti e Marchi
EDITORE Tic Edizioni di Emanuele Kraushaar DIRETTORE EDITORIALE Emanuele Kraushaar ek@metromorfosi.com DIRETTORE RESPONSABILE Lorenzo Lazzarino CAPOREDATTORE Maria Cera redazione@metromorfosi.com MUSICA Beppe Manni musica@metromorfosi.com CINEMA Maria Cera cinema@metromorfosi.com TEATRO Simone Nebbia teatro@metromorfosi.com ARTE Natalia Massidda arte@metromorfosi.com QUADERNI DI DOMANI Fabio Orecchini MARKETING Sara Sepe markerting@metromorfosi.com FASHION EDITOR Caterina Ciancarelli CONSIGLI EDITORIALI Sabine Duras & Margherita Schimarcher COPERTINA Supertele di Reg Mastice CON Alessandro Zoppo, Amos On, Alejandra Pizarnik, Andrea Franzoni, Elio Florian, Francesca Vantaggiato,
ESTATE 2013
Luca Moretti, Marianna Masselli, Marcella Santomassimo, Reg Mastice, Sara Davidovics, Viviana Raciti
RINGRAZIAMENTI Annamaria, Beppe, Emanuela, Felicita, Ivan, Lucio CONSULENTE LEGALE Avv. Enrico Pennacino STAMPA Gescom Spa - Strada Teverina km 7 (Viterbo) REDAZIONE vicolo della Penitenza 24 - 00165 Roma SEDE LEGALE via Leonardo Fibonacci 7 - 00166 Roma WEB www.metromorfosi.com TELEFONO 06.97848965 / 333.2829348 EMAIL info@metromorfosi.com La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti nella programmazione. La collaborazione è da ritenersi gratuita salvo diversi accordi contrattuali. Le idee espresse negli articoli sono riconducibili ai singoli autori. Metromorfosi si riserva il diritto di non pubblicare il materiale pervenuto e di effettuare gli opportuni tagli redazionali. L’editore ha cercato di rintracciare gli aventi diritto ai crediti fotografici non specificati ed è a disposizione per qualsiasi chiarimento.
L’ESTATE È UNA TERRA ALIENA S
rock etc.
Pelican
he got a TV eye on me! Lo vedete quel gatto sulla sua schiena? Iggy Pop non invecchia mai e torna nella capitale con gli Stooges (o quel che ne rimane) ad aprire un’estate da panico e infarti. Il 4 luglio a Rock in Roma, come Ron Kovic ma senza sedia a rotelle, soltanto rabbia urbana e vecchio spirito punk. È quel che conta. Palati raffinati per Cat Power, l’8 all’Auditorium per presentare il nuovo album Sun. A sei anni da The Greatest, ancora una volta un pugno di canzoni che suonano come pura rinascita spirituale, tra ritmi irresistibili e liquida rarefazione. È forse un caso che lo stesso iguana canti su Nothin But Time? Nient’affatto, è feeling good music. Ritornello che accompagna i Sinkane, il 9 a Pigneto Spazio Aperto. Il loro fake jazz è musica cinetica, sexy e catchy, ci dicono dalla City Slang. Concitazione sudanese, soul suadente che fa di Ahmed Gallab un adepto zelante di Curtis Mayfield, ispirazione ambient dronica a servire il piatto. La delizia avanza quando in città arriva Lee Scratch Perry. Il 12 alla Città dell’Altra Economia, il sommo pontefice del dub continua a musicare Rise Again e Sun Is Sunshine, fumi di ganja, beat forsennati, toasting e riverberi della mente. Stessa sera, medesime vibrazioni: evento speciale di Roma incontra il Mondo l’unione di Transglobal Underground (house, dance e world beat music dal 1990) e Fanfara Tirana (balcanic grooves che fanno risuscitare i morti). Il risultato è Kabatronics, festa di colori tra dancehall, matrimoni e funerali. Gli Anni ’90 risplendono il 14 a Rock in Roma: apre Mark Lanegan con la sua band, fresco di Black Pudding con il sodale Duke Garwood e cantore di emozioni sempre struggenti; tocca poi agli Smashing Pumpking: se c’è gente che ancora va in giro con le magliette di Mellon Collie and the Infinite Sadness, qualcosa vorrà dire. La reunion ci restituisce Oceania, il live qualche Siamese Dream in più (si spera…). Per chi ha più peli sullo stomaco, direzione Roma Est e al Traffic ecco i fantastici Orange Goblin, in giro a promuovere l’ottimo A Eulogy for the Damned. Per tutti gli amanti di classico e moderno, il nuclear guru Ben Ward guida una manica di matti a cavallo di Black Sabbath e Motörhead, Thin Lizzy e Celtic Frost, Lynyrd Skynyrd e Black Flag. In apertura l’heavy groove degli Helligators e lo stoner contaminato degli Zippo. Sempre da Londra ma in direzione
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Neil Young
Nairobi, il 16 Rock in Roma stende il tappeto per Atoms for Peace e Owiny Sigoma Band: da una parte Thom Yorke, Flea, Nigel Godrich, Joey Waronker e Mauro Refosco alla ricerca di radici elettroniche nelle melodie eteree sepolte dalle sabbie del tempo; dall’altra cinque musicisti inglesi folgorati da Thomas Mapfumo, Tony Allen e Fela Kuti sulla via che porta in Kenya e al talento di Joseph Nyamungo e Charles Okoko. Passano tre giorni e le lacrime solcheranno il volto dei più nostalgici: il 19 all’Auditorium tornano Crosby Stills & Nash. L’età si fa sentire, non certo nell’attitudine. Vedere David Crosby (uno che ha scrito robe come Almost Cut My Hair…) fa un certo effetto. Inni generazionali che aumentano la paranoia, come guardare nello specchietto retrovisore e vedere un’auto della polizia. A farci rotolare ci pensano i Bachi da Pietra, il 20 a Pigneto Spazio Aperto. Bruno Dorella e Giovanni Succi tirano pietre che fanno male: blues, punk, rock'n'roll e tutto ciò che scorre e muta. Di cava in cava, dando "l’amore e la morte insieme solo per sentire il suono". Al Torrione il 23 anche la calata dei Pelican: tasty riffs per teste calde cresciute a pane e Isis. Australasia è un ricordo, in attesa di un nuovo album che torni alle atmosfere glaciali e appassionanti tralasciate da City of Echoes e What We All Come to Need. Autentico evento il 26 a Rock in Roma con Neil Young & Crazy Horse, tornati insieme dopo 10 anni con gli 85 minuti (!) del torrenziale Psychedelic Pill. Waging Heavy Peace, eretici. Ascoltate il riff della title track ed inchinatevi. Ad accompagnare un pezzo fondamentale di storia del rock, il folk sghembo, romantico e stralunato di Devendra Banhart. Se non siete ancora sciolti, il 7 agosto sbarcano al Parco del Torrione i Moon Duo, acidità sparse tra distorsioni e riverberi ad opera di Ripley Johnson (Wooden Shjips) e Sanae Yamada. "L’occhio è il primo cerchio, l’orizzonte che esso forma il secondo, e attraverso la natura questa figura primaria si ripete all’infinito".
ESTATE 2013 VARI ORARI E PREZZI VARI LUOGHI DETTAGLI NELL’ARTICOLO E NELLA RUBRICA ROCK ETC. A PAG. 9 ALESSANDRO ZOPPO 3
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MOVIMENTI JAZZ 7 LUGLIO/ DIANA KRALL Auditorium PdM Cavea (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.80241281); ore 21.00 - euro 40/65 Dopo la straordinaria esibizione sul palco dei Grammy Awards 2012 e la collaborazione al nuovo disco di Paul McCartney, la raffinata cantante canadese torna al Parco della Musica per presentare il suo ultimo album Glad Rag Doll, un nostalgico omaggio al jazz degli anni ’20 e ’30.
18 LUGLIO/ CHIHIRO YAMANAKA EUROPEAN TRIO Casa del Jazz (viale di Porta Ardeatina 55 - tel. 06.704731); ore 21.00 - euro 15 Una delle pianiste più importanti della scena jazz contemporanea. Con lei, sul palco: Mauro Gargano (contrabbasso) e Mikey Salgarello (batteria).
19 LUGLIO/ NATALIO MANGALAVITE & MARTIN BRUHN Casa del Jazz (viale di Porta Ardeatina 55 - tel. 06.704731); ore 21.00 - euro 10 Presentazione di Juego (Camilla Records), dove si mischiano musica folk argentina e jazz.
21 LUGLIO/ WAYNE SHORTER QUARTET Auditorium PdM Cavea (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.80241281); ore 21.00 - euro 28 A 80 anni Wayne Shorter è considerato uno dei più grandi musicisti e compositori di oggi. Ad intrecciarsi al suo sassofono, una band eccezionale: Danilo Pérez (pianoforte), John Patitucci (contrabbasso) e Brian Blade (batteria). Dopo 43 anni è tornato nella scuderia Blue Note con lo stupendo Without A Net.
24 LUGLIO/ MARCUS MILLER Auditorium PdM Cavea (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.80241281); ore 21.00 - euro 25 Marcus Miller, uno dei più grandi maestri del basso elettrico e soprannominato "the superman of soul", presenta il suo ultimo album Renaissance.
29 LUGLIO/ PAOLO FRESU, URI CAINE & PMJO - REFLECTIONS ON SKETCHES OF SPAIN Auditorium PdM Cavea (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.80241281); ore 21.00 - euro 28 In prima assoluta Paolo Fresu (tromba), Uri Caine (pianoforte) e la PMJO Parco della Musica Orchestra rileggono Sketches of Spain, uno dei capolavori della storia del jazz, nato dalla collaborazione tra Miles Davis e Gil Evans.
1 AGOSTO/ FLAVIO BOLTRO & MARCIO RANGEL DUO Casa del Jazz (viale di Porta Ardeatina 55 - tel. 06.704731); ore 21.00 - euro 10 Una straordinaria coppia d'assi: Marcio Rangel – chitarrista mancino con un sound che è una miscela di musica brasiliana, blues, jazz e flamenco – sul palco, con Flavio Boltro, uno dei massimi trombettisti della scena internazionale. :: a cura di Beppe Manni
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CLASSICACONTEMPORANEA 4 LUGLIO/ DUO GHIRELLO - CAMPADELLO Casina delle Civette di Villa Torlonia (via Nomentana 70); ore 20.30 - euro 21 (euro 17 per il concerto + euro 4 per l’accesso all’area archeologica dalle 20.00) Luisella Ghirello (violoncello) e Claudio Campadello (basso elettrico) suonano J. Haydn (Duetto in Re Maggiore, immagine), L. Boccherini (Tre Fughe), G. Bottesini (Tarantella), T. Osborne (Suite), R. Barros - V. De Moraes - P. Rezende - C. Campadello (Samba Suite), Pixinguinha - Paco de Lucia (Duetto Latino).
5 LUGLIO/ GIOVANNI NESI Parco Archeologico del Teatro di Marcello (via del Teatro di Marcello 44); ore 20.30 - euro 21 (euro 17 per il concerto + euro 4 per l’accesso all’area archeologica dalle 20.00) Giovanni Nesi (pianoforte) suona Debussy (Preludes, Premier livre) e Brahms (Drei intermezzi op.117).
9 LUGLIO/ THE NEW CHOIR ENSEMBLE Casina delle Civette di Villa Torlonia (via Nomentana 70); ore 20.30 - euro 21 (euro 17 per il concerto + euro 4 per l’accesso all’area archeologica dalle 20.00) Direttore e pianista: Francesco Paolo Musto. Musiche di J. S. Bach (Minuetto in Fa M), P. Fonghetti (Fingo di non amare), G. P. da Palestrina (Chiare, fresche e dolci acque), A. Banchieri (Se nel mar del mio pianto), O. Vecchi (Dolcissimo ben mio), M. Pesenti (Dal lecto me levava), J. des Prèz (El Grillo), G. Domenico da Nola (Tre ciechi siamo), G. Gastoldi (L’innamorato), F. P. Tosti (Non t’amo più, Marechiare, L’ultima canzone, Serenata), S. Gastaldon (Musica Proibita), C. Bixio (La strada nel bosco), E. de Curtis (Non ti scordar di me) e R. Geneè (Insalata italiana).
18 LUGLIO/ ROMANIAN YOUTH ORCHESTRA Auditorium PdM C (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.8082058); ore 20.30 - euro 15 Sotto la guida di Cristian Mandeal (foto), allievo di Karajan e Celibidache, e figura di spicco nella vita musicale bucarestina, arrivano i ragazzi dell'Orchestra Giovanile Romena con un doveroso omaggio al loro maggior compositore nazionale, George Enescu: la sua scatenata Rapsodia op.11 su danze e temi folkloristici del suo paese è un trascinante gioiello di euforia balcanica. In chiusura, la visita alla colorata pinacoteca dei Quadri di un'esposizione di Mussorgski nella sfavillante versione per grande orchestra di Maurice Ravel, e in mezzo, insieme alla pianista Oxana Corjos, la rocambolesca Burleske di Richard Strauss.
2 AGOSTO/ ALESSANDRA TIRATERRA Parco Archeologico del Teatro di Marcello (via del Teatro di Marcello 44); ore 20.30 - euro 21 (euro 17 per il concerto + euro 4 per l’accesso all’area archeologica dalle 20.00) Alessandra Tiraterra (pianoforte) suona J. S. Bach (Preludio e fuga in Fa Minore WKl II), L. van Beethoven (Sonata in Do Minore Op. 111), J. Brahms (Fantasien Op. 116) e L. Berio (Luftklavier). :: a cura di Elio Florian
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17 LUGLIO ACUSTIMANTICO 18 LUGLIO MARCELA SZURKALO TANGO E MILONGA 19 LUGLIO GIORNATA PER SAN LORENZO 20 LUGLIO FESTIVAL AQUARELA 21 LUGLIO FESTA JULHINA 22 LUGLIO PIZZICA E TARANTA 23 LUGLIO SERATA A CURA DELL'ASSOCIAZIONE FONOPOLI 24 LUGLIO TAKADUM ORKESTRA + LAVINIA MANCUSI 25 LUGLIO GIOVANNI INPARATO E SERATA CUBA 26 LUGLIO DURDEN & THE CUTERING 27 LUGLIO CONCERTO BRASILIANO & RODA DI CAPOEIRA 28 LUGLIO MARCELA SZURKALO TANGO E MILONGA 29 LUGLIO SERATA IN FAVORE DELLA CULTURA SARAHAWY 30 LUGLIO ........... O..........SERATA ROSA: CERTE PICCOLE VOCI + PENNY LADIES 31 LUGLIO GRAN FINALE CON CONCERTO E OSPITI A SORPRESA
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YOGA, SPAZIO PER I BAMBINI, MASSAGGI SONORI CON CAMPANE QI GONG E TAI CHI... BEPPE MANNI
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ROCK ETC. 4 LUGLIO/ IGGY AND THE STOOGES Rock in Roma (Ippodromo delle Capannelle); ore 20.30 - euro 40 Punk infinito e tanti schiaffi di rabbia urbana.
8 LUGLIO/ CAT POWER Auditorium PdM Cavea (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.80241281); ore 21.00 - euro 23 Presentazione di Sun, un pugno di canzoni che suonano come pura rinascita spirituale.
9 LUGLIO/ SINKANE Pigneto Spazio Aperto (Parco del Torrione); ore 22.30 Fake jazz cinetico e sexy: concitazione sudanese, soul suadente che fa di Ahmed Gallab un adepto zelante di Curtis Mayfield.
12 LUGLIO/ LEE SCRATCH PERRY Città dell’Altra Economia (Campo Boario di Testaccio); ore 21.30 - euro 10 Il sommo pontefice del dub.
14 LUGLIO/ ORANGE GOBLIN Traffic Club (via Prenestina 738 - tel. 320.547412); ore 21.30
Il nuclear guru Ben Ward guida una manica di matti a cavallo di Black Sabbath e Motörhead, Thin Lizzy e Celtic Frost, Lynyrd Skynyrd e Black Flag.
19 LUGLIO/ CROSBY STILLS AND NASH Auditorium PdM Cavea (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.80241281); ore 21.00 - euro 40/70 Gli anni passano; loro, no.
23 LUGLIO/ PELICAN Pigneto Spazio Aperto (Parco del Torrione), ore 22.30 Tasty riffs per teste calde cresciute a pane e Isis.
26 LUGLIO/ NEIL YOUNG & CRAZY HORSE + DEVENDRA BANHART Rock in Roma (Ippodromo delle Capannelle); ore 21.45 - euro 43 Gran reunion con il torrenziale Psychedelic Pill. Ad accompagnare un pezzo fondamentale di storia del rock, il folk sghembo, romantico e stralunato di Devendra Banhart.
7 AGOSTO/ MOON DUO + WOODEN SHJIPS Pigneto Spazio Aperto (Parco del Torrione); ore 22.30 Acidità sparse tra distorsioni e riverberi ad opera di Ripley Johnson (Wooden Shjips) e Sanae Yamada. :: a cura di Alessandro Zoppo - musica@metromorfosi.com
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PICCOLI KASPAR CRESCONO cinema Il mostro è divenuto troppo grande per me.
Una scena da Enigma di Kaspar Hauser di Werner Herzog
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avide Manuli e l’inconscia-consapevole innocenza di esistenza di Kaspar Hauser chiudono nel migliore dei modi il visivo di stagione di Metromorfosi. La sua ultima fatica filmica, La leggenda di Kaspar Hauser in contesa di programmazione (con tanta fatica ahimè) in quante più sale italiane possibili, allarga il campo di sguardo a più fruitori di un cinema (il suo) nato per pochi, fatto con poco, ma brillante di intuizioni e risvegli. Dal primo Girotondo, giro attorno al mondo (1998) dove abbiamo svelato un occhio ‘alienato e marginale’ che afferra, nel bordline in cui si immerge e ci immerge (e che ha contenuto Manuli stesso), verità universali di spazi mentali, fisici, sentimenti, emozioni. Tra inganni-autoinganni, solitudini, piccole gioie, l’eroina diviene simbolo di un distacco (che da sempre ci appartiene) dalla Terra, dentro un reale che è già altrove. Con Beket (2008) Manuli si mette alla ricerca di Godot, affidandosi a due traghettatori atipici che ci portano per mano nell’eden sardo, dove nulla e natura si aggiungono a personaggi che lo popolano, dentro grottesche caricature esistenziali dominate dallo straordinario Freak Antoni, vati di piccole verità sul piccolo uomo moderno e l’evoluzione contemporanea di un’attesa che non finisce mai, ma alla quale è ancora necessario aggrapparsi. Beket ha espanso nel pubblico - nei limiti che il concetto permette rispetto ad un regista sanamente marginale la diffusione dell’occhio manuliano, e ha permesso al regista di combattere più strenuamente per riuscire ad aggiungere alla sua società di produzione il finanziamento pubblico, indispensabile soprattutto per trovare una distribuzione più capillare (sempre per un cinema che è difficile da piazzare in un mercato di ‘commercio’ come il nostro). Manuli, nel presentare La leggenda di Kaspar Hauser, ha sentito il bisogno di contrapporsi a colui che cinematograficamente ne ha segnato il primo solco: Werner Herzog, che con il suo L'enigma di Kaspar Hauser (1974) esterna nel visivo un personaggio realmente vissuto nel XIX secolo. Kaspar è un essere ‘caduto’ nella società civile in stato di grezza purezza e innocenza. Segregato dal mondo fino a quel momento, non sa parlare, se non per pronunciare una frase insegnatagli a memoria dal suo carceriere. L’unica cosa che è in grado di scrivere è la sua firma: Kaspar Hauser. Il giovane, rinchiuso sin dalla nascita, non ha mai visto un essere umano in vita sua, a stento riesce a camminare. Incontaminato, il suo essere si ‘abbatte’ come un’aberrazione per la piccola comunità di N. Dotato di ricca immaginazione artistica che nessuno comprende
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Una scena da La leggenda di Kaspar Hauser di Davide Manuli
perché non incanalata dentro assiomi consueti, si tenta di educarlo, ma i risultati falliscono miseramente: non riesce a comprendere il concetto di Dio e guarda ciò che lo circonda in modo diretto e fanciullesco. Cinque anni non bastano ad omologarlo. Perisce di mano sconosciuta, pugnalato al petto, dopo giorni di agonia. "Il mostro è divenuto troppo grande per me" è la frase con cui lascia questa vita. Manuli, attratto da una figura del genere e dalle implicazioni sociali-esistenziali-emozionali a cui un personaggio come Kaspar induce, ‘attacca’ Herzog, proclamandosi il reale rivelatore dell’essenza di Kaspar, contestandogli una messa in scena statica, classica, troppo imbrigliata esteticamente e narrativamente per poter dare reale luce ad un potenziale espressivo e gnoseologico esplosivo come Kaspar. Incuriosita da tali presunzioni (come il regista le ha definite), e sostenuta dalla destrutturazione manuliana, cifra stilistica che, insieme alla caccia all’assurdo e all’altrove da sempre portate avanti, a un bianco e nero fotografico di impressione-dilatazione-sospensione temporale, mi ha assoldata tra i suoi estimatori, esco dalla visione a metà: il Kaspar Manuliano è riuscito nella forma e nella sostanza di personaggio grazie all’incarnazione datagli da Silvia Calderoni, brillante per innocenza e singolare alterità. Come conquista il doppio (pusher e sheriff) di Vincent Gallo, anche alienato nel soliloquio che lo sceriffo concede a se stesso più volte e dentro il dialogo-monologo con Kaspar. Ma a parte questi due centri, il racconto non ha spessore, neppure simbolico. Differentemente da Beket, la Sardegna non impregna quell’energia dissociante assoluta, così come i personaggi di contorno restano fini a se stessi, non contribuendo ad accerchiare-isolare-evidenziare la specificità di Kaspar e del messaggio che porta dentro di sé. Alcuni monologhi e dialoghi appaiono sterili, inconcludenti. L’estetica del paradosso qui è ridimensionata, cadendo in stantio atteggiamentopostura-caratterizzazione. Manuli ha perso la sfida con Herzog e con il suo precedente cinema. L’originale colonna sonora di Vitalic accompagna il mio saluto e la mia futura incursione nel mondo di un regista comunque da da seguire. È sempre, anche in questo ridimensionamento a cui ho assistito, cinema che stimola e tiene ‘sveglie’ coscienza ed occhio.
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IL CINECONTORSIONISTA LUGLIO/ CORTOACQUARIO - VII EDIZIONE Arena Lucciola (Santa Marinella, via Aurelia 311); www.cortoacquario.com - ingresso libero Santa Marinella è pronta ad ospitare, come ogni estate da sei anni ormai, Cortoacquario Festival Internazionale di Cortometraggi e Documentari dedicati al mare. Sensibilizzare alla cultura del mare ed educare all'immagine, gli obiettivi stimolanti che questo Festival ha perseguito sin dalla sua nascita: il grande blu sviscerato in tematiche anche simbolico-parallele, con un occhio alle produzioni internazionali, capace di trasmettere ai suoi spettatori una riflessione globale su una tematica così importante, specie in questa contemporaneità tanto predatrice delle risorse naturali del nostro pianeta. Memorie del mare, Corti e documentari, Laboratorio audiovisivo Acquarium, Videocontest ci aspettano per essere scoperti.
15-21 LUGLIO/ GUERRE E PACE FILMFEST - XI EDIZIONE Forte Sangallo (Nettuno); www.guerreepacefilmfest.it - ingresso libero fino ad esaurimento posti Per una settimana il Forte Sangallo di Nettuno riapre le sue porte estive al cinema di guerra e di pace, arricchito da una serie di eventi collaterali (presentazione di mostre, di libri – con la collaborazione delle principali case editrici – la proiezioni di documentari – con il contributo dell’Istituto Luce Cinecittà - e di cortometraggi sullo stesso tema). L’edizione 2013 di Guerre e Pace Filmfest, vetrina unica per il cinema di genere bellico, è dedicata alle donne, alla loro determinazione solida e coraggiosa nel dichiarare guerra alle guerre. Sette film diversi, per stile e per ambientazione, ma con un approccio comune fortemente autoriale e originale nel raccontare le guerre delle donne. Un viaggio cinematografico al femminile per riflettere sugli orrori, contraddizioni e complessità dei conflitti. La rassegna si apre con Donne senza uomini (2009) di Shirin Neshat e Shoja Azari, Leone d’Argento al Festival di Venezia. Teheran, 1953: quattro donne di diversa estrazione sociale tentano di emanciparsi dai loro tragici destini in balia degli uomini, durante il conflitto per sottrarre la Persia alle potenze europee e ottenere la nazionalizzazione della Anglo-Iranian Oil Company. Tra gli altri film, Zero Dark Thirty (2012, foto), di Kathryn Bigelow: la caccia a Osama Bin Laden ostinatamente perseguita da una giovane donna ufficiale della CIA.
21–28 LUGLIO/ EST FILM FESTIVAL - VII EDIZIONE Rocca dei Papi, piazzale Frigo, Montefiascone; www.estfilmfestival.it ingresso libero Giuseppe Tornatore (foto), fresco trionfatore ai Nastri d’Argento, è l’ospite d’onore che inaugurerà la VII edizione di un appuntamento consolidato del cinema nella Tuscia viterbese, tra ricchezze storiche e paesaggistiche. L’incontro sarà preceduto proprio dalla proiezione del suo La migliore offerta. Incontri speciali; Lungometraggi; Documentari; Cortometraggi; Dopofestival; Extra; Caffè corto le sezioni dell’estivo discorso sul cinema che l’Est Festival proprone sin dalla sua nascita. Favorendo gli indipendenti italiani, misconosciuti o quasi da distribuzioni e marketing, legandoli ad ospiti illustri anche internazionali e coniugando l’intrattenimento ad uno svelamento di un sottosuolo visivo nostrano, unica flebile speranza di una rinascita per l’occhio pigro e ridondante che il cinema italiano dei grossi nomi rappresenta. :: a cura di Maria Cera e Francesca Vantaggiato - cinema@metromorfosi.com
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grandeschermo
CINESTATE FINO AL 26 AGOSTO/ SUMMER KINO
Circolo degli Artisti (via Casilina Vecchia 42); www.ilkino.it - www.circoloartisti.it Il Kino fa tappa mutante estiva al Circolo degli Artisti: arena con doc, anteprime, cinema d’autore, film internazionali in lingua originale sottotitolata e i migliori prodotti cinematografici italiani. Il contorno dentro cui galleggiare d’estate in città è uno spazio per teatro, musica, libri, feste, è un bistrot con prodotti tipici, è un bar tropicale.
FINO A SETTEMBRE/ L’ISOLA DEL CINEMA isola Tiberina - www.isoladelcinema.com - serate a ingresso gratuito, serate a pagamento Ritorna il consueto appuntamento con L'isola del cinema (foto in basso), alla cui programmazione festivaliera si aggiungono ogni anno serate 'a rassegna'. Il 2013 è l'anno del primo festival europeo interamente dedicato al talento femminile: l’European Women Filmmaker Festival, che mira ad offrire un'accurata scelta dei migliori film firmati da registe nate o impegnate lavorativamente nell'Unione Europea. Prendono spazio anche la rassegna Urban Island, un concorso internazionale di cortometraggi, e il contest Mamma Roma, che accoglie corti ispirati alla città, che verranno proiettati nell'arco del festival. Nella sezione Opera prima, invece, avranno visibilità le migliori opere prime dei talentuosi registi italiani della passata stagione cinematografica.
FINO A SETTEMBRE/ FANTAFESTIVAL ESTATE ingresso gratuito - www.fanta-festival.it L'estate romana 2013 sarà anche 'fantastica'... Molti appuntamenti sazieranno le sere e notti degli amanti del genere fantastico. La Fantaestate si abbatterà su tutta Roma con numerose proposte culturali che si articoleranno presso alcune biblioteche del Comune, centri culturali e strutture appartenenti al carcere Circondariale di Rebibbia.
:: a cura di Maria Cera e Francesca Vantaggiato
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LE LIBRERIE CORAGGIOSE ALTROQUANDO via del Governo Vecchio, 80, 82, 83 - tel. 06.68892200 - www.altroquando.com Altroquando non è solo una libreria, ma due in cui in mezzo passa via del Governo Vecchio. Da una parte, accanto alla chiesetta, c'è la storica libreria di cinema, dall'altra la più recente creatura che ospita narrativa e libri di cucina. “Siamo molto aperti” recita un cartello sulla vetrina, e non mente, perché Altroquando tira tutte le sere fino a oltre la mezzanotte. Presentazioni, reading, concerti, tornei magnetici e ottime birre di cui Alessandro Alessandroni, il libraio, è esperto mescitore.
FAHRENHEIT 451 piazza Campo Dè Fiori 44 - tel. 06.6875930 Un piccolo tempio della lettura all’ombra della statua di Giordano Bruno. Un gran lavoro di ricerca libraria che dà i suoi frutti con scaffali di alto livello dedicati al teatro e alla poesia. La vetrina su Campo de’ Fiori è un prezioso punto di riferimento per chi è alla ricerca di rarità.
MINIMUM FAX via della Lungaretta 90e - tel. 06.5894710 - www.minimumfax.com/libreria Minimum fax a piazza Santa Maria in Trastevere è un piccolo miracolo. In uno spazio risicato ci si trova una selezione davvero attenta di titoli e case editrici. La sensazione è che nessun libro presente sugli scaffali sia lì per caso. Fermatevi a parlare di libri o musica con Davide e Andrea, magari muniti di un caffè a portar via, che fa sempre piacere. Presentazioni rigorosamente in piedi.
GIUFÀ via degli Aurunci 38 - tel. 06.44361406 - www.libreriagiufa.it A san Lorenzo è impossibile non finire da Giufà, una libreria di quartiere perfettamente integrata al suo contesto e ai suoi abitanti. Oltre agli scaffali dedicati alla media e piccola editoria, c'è un ampio spazio per libri di illustrazione e graphic novel. Ma Giufà è anche un bistrot accogliente, ideale per studiare, lavorare o semplicemente mangiare ottime quiches e bere una birra con gli amici. Tornei di calcio balilla all'ultima stecca e presentazioni sempre affollatissime.
LIBRERIA PAGINA 348 viale Cesare Pavese 348 - tel. 06.5013604 - www.pagina348.it Nella periferia sud della città, la Libreria Pagina 348 è un baluardo della lettura e della socialità nel quartiere. Scaffali in metallo, spartani, e una selezione di titoli che cerca l'equilibrio fra il maistream e la qualità. Da segnalare un banchetto molto curato con i consigli di lettura di un libraio, Marco Guerra, che i libri se li legge per davvero. Da Pagina 348 sono passati in tanti, da Camilleri a Dorfles. È consigliato prenotare un posto a sedere per le presentazioni.
PIANISSIMO pianissimolibrisullastrada.it Un furgone-libreria che girerà l’Italia: è questa l’ultima frontiera contro la desertificazione della cultura. :: Nanoguida 27 a cura di Filippo Nicosia ed Amos On
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teatro
CLEOPÀTRAS I
panorami estivi già sopraggiungono a popolare i nostri occhi mentre, per rimando, gli spazi urbani cercano il sole in cui esprimere le proprie alternative di sguardo ed esperienze. Tra quelli che si offriranno a Roma per il periodo a venire, anche la Casa Internazionale delle Donne. A Trastevere, tra gli strascichi che pittano di oro e arancio le serate del borgo alle rive del fiume, questo luogo da molti anni segna la propria configurazione con diverse iniziative: accanto a quelle di intervento sociale diretto non mancano infatti incontri, presentazioni ed eventi che mirano a fare della cultura e della condivisione che essa è in grado di generare un ulteriore strumento di azione, un collaterale generatore di movimento delle idee. Così anche musica e teatro trovano residenza, e in una simile corte vengono accolti all’interno di una rassegna, Potpourri che, pur iniziata alla metà giugno, si protrae sino alla fine del mese successivo. Fra i tanti appuntamenti, il 20 luglio sarà la volta di Cleopàtras, portato in scena dalla splendida Arianna Scommegna con la regia di Gigi Dall’Aglio. Lo spettacolo ha esordito in Brianza nel 2009 per essere poi ripresentato ufficialmente al Teatro Ringhiera di Milano l’anno successivo, riscuotendo grandi apprezzamenti di critica e pubblico. Il testo è di Giovanni Testori ed appartiene ai Tre Lai (oltre al nostro, anche Erodiàs e Mater Strangosciàs), composti dall’autore nei mesi immediatamente precedenti la morte e pubblicati postumi nel 1994. Unico è l’uso del linguaggio, che vede l'italiano mischiarsi alla sua forma arcaica, il latino, e ancora al dialetto milanese, plasmando le parole con un carattere espressivo di forte impasto vocale. Accompagnata dal suono di un violoncello, l’interprete ripercorre lo strazio di Cleopatra per la perdita di Antonio e – in una sorta di trasposizione geografica che fa della Brianza l’Egitto dell’anima offesa di una regina – ne restituisce la disperazione con una connotazione carnale e profondissima.
20 LUGLIO ORE 21.00 - EURO 10 (CON APERITIVO DALLE 19.00: EURO 18) CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE VIA SAN FRANCESCO DI SALES 1A - TEL. 06.68401721 MARIANNA MASSELLI 17
BLACK REALITY
teatro e critica
T
orna al Teatro Palladium la compagnia del Teatro Furio Camillo con la seconda tappa del progetto Black Reality, che già nella scorsa stagione prendeva vita attorno alla tematica dell’immigrazione. Come l’esperimento iniziale, lo spettacolo trova alla base un percorso laboratoriale condotto da Gianluca Riggi e Valerio Gatto Bonanni, i quali tentano di costruire un’originale drammaturgia scenica a partire dalle improvvisazioni dei ragazzi partecipanti. Se il progetto iniziale aveva come cardine l’idea di viaggio da affrontare prima di giungere in Italia, il sottotitolo di questo secondo (aspettando, cercando…) mette in evidenza il momento successivo, quello di un presente alla ricerca di conferme e realizzazione delle proprie speranze. Perdendo in gran parte la natura da reality show – inusuale ma divertente contenitore – qual era lo spettacolo precedente, il palco diventa una sorta di limbo nel quale le storie dei nove immigrati (affiancati anche da attori professionisti) si articolano in una sequenza di quadri indipendenti accomunati da un’attesa da riempire, resa viva dal loro raccontare, in cui la ricerca del “nullaosta” o di un permesso di soggiorno si scontrano con la brutalità, il cinismo e l’indifferenza di chi detiene il potere. Nel grido di chi, minacciando di lanciarsi trattenuto dai propri compagni, vorrebbe quasi tornare a casa, di chi sputa in faccia agli altri il proprio credere in un dio, si legge la metafora di quell’attendere, del protrarsi verso il comune obiettivo. Non c’è una “ri-soluzione”: da un enorme telone bianco appeso al soffitto cadrà una gigantesca barca di carta di giornale in cui entreranno tutti i migranti, ma che finiranno per distruggerla mangiandone pezzetti; così come verrà inghiottito nella morsa delle loro braccia il funzionario che per tutto il tempo li aveva denigrati, presi in giro e persino malmenati. La loro attesa vissuta e riproposta in scena si fa specchio in chi la guarda. Forse è questo che rende difficile entrare nello spettacolo: uno stallo narrativo, interno, rende strutturale quell'attesa in cui appare arduo trovare soluzioni.
VIVIANA RACITI
metromorfosi
teatro e critica
TUTTI AL MARE R
oma quest'anno ha saltato la primavera. Ma l'estate, l'estate l'avevano detto che sarebbe arrivata e con essa sarebbero arrivati nuovi assessori, funzionari, amministratori di cose romane, fra le quali la gestione del teatro cittadino fino al riaprirsi delle stagioni ufficiali. Magari però funzionasse davvero come le stagioni atmosferiche: le stagioni politiche nascono prima di nascere e si spengono con i danni che lasciano, non c'è modo ad esempio che una pioggia scacci la siccità dei finanziamenti o che un po' di sole asciughi certi acquitrini che i signori appena andati via si ostinano a chiamare progetti di politica culturale. E allora ad oggi, nel momento in cui scriviamo, dei cartelloni del Globe Theatre, del Fontanone Estate, della rassegna Summer Tales e altre iniziative non si sa niente. Ciò che resta è composto di piccole, troppo piccole e disperse offerte che non possono sobbarcarsi l'intero corpo metropolitano sulle loro esili spalle. Ma il problema è ben oltre i semplici ritardi e il buco istituzionale provocato dai motori diesel delle amministrazioni. Il problema reale, più duraturo, è che ormai per statuto i programmi locali per la cultura si affidano a bandi di finanziamento, ossia fanno leva sulla capacità delle private associazioni di immaginare una città (come avvenuto con il fantasmatico progetto della Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea), ma questo se da un lato compone foraggio per chi lavora e talvolta anche bene con le proprie risorse, dall'altro fornisce un quadro desolante dell'idea di programmazione culturale: i finanziamenti hanno un valore simbolico, non scelgono un progetto artistico ma mirano ad alimentare chi banalmente “copre” con l'arte – vera o presunta – l'emergenza comunitaria di un territorio. Ma questo non basta: l'arte ha bisogno di un programma illuminato che nasca da chi gestisce. Altrimenti invece che a teatro, d'estate andremo al mare, d'inverno in montagna. Sceglieremo cioè anche noi le stagioni atmosferiche, in luogo delle morenti, avvilite stagioni teatrali.
SIMONE NEBBIA 19
nelle librerie del pianeta terra metromorfosi
PALCO 06 20 LUGLIO/ CLEOPÀTRAS Casa Internazionale delle donne (via San Francesco di Sales 1a - tel. 06.68401721); ore 21.00 - euro 10, con aperitivo dalle 19.00: euro 18 Con Arianna Scommegna, regia di Gigi Dall’Aglio su testo di Giovanni Testori. Per approfondire, leggi pag. 17.
FINO AL 1 AGOSTO/ CLOSER Teatro dei Conciatori (via dei Conciatori 5 - tel. 06.45448982) ore 21.00 euro 10/18 Una storia di passioni assecondate e di amori non corrisposti della quale sono protagonisti quattro personaggi: un medico, una fotografa, uno scrittore e una spogliarellista. La tragedia, nata da ossessioni e delusioni, aleggia su tutta la vicenda e alla fine avrà la meglio. Di Patrick Marber (foto); regia di Adriana Milani.
FINO AL 4 AGOSTO/PIRANDELLIANA Giardino della Basilica di Sant’Alessio all’Aventino (p.zza Sant’Alessio 23 - tel. 06.6620982); ore 21.15 e lun. riposo - euro 10/12 Ritorna la storica rassegna incentrata sulla drammaturga di Luigi Pirandello giunta alla sua XV edizione. Quest'estate la Bottega delle Maschere metterà in scena due tra le sue commedie più celebri: Il Berretto a Sonagli e Pensaci Giacomino!
9-10 AGOSTO/ UN BACIO SUL CUORE – LE DONNE NELLA VITA E NELLA MUSICA DI VERDI Terme di Caracalla (via delle Terme di Caracalla 52 - tel. 06.48160255); ore 21.00 - euro 20/50 In occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, Michele Placido e Giulia Calenda hanno deciso di omaggiarlo con un allestimento volto a mettere in luce i sentimenti del grande compositore. Con Isabella Ferrari.
28 AGOSTO/ WATERMEMORY Casa delle Culture (via San Crisogono 45 - tel. 06.58333253); ore 21.30 e 22.00 - ingresso libero Un'esperienza collettiva/performance, una danza/movimento, un invito alla riflessione su quanto la dimensione acquatica ci appartenga come componente del nostro sistema planetario, di noi stessi, sin dalle origini della specie. Un progetto di Raffaele De Martino.
DAL 24 SETTEMBRE/ WEEK END Teatro della Cometa (via del teatro Marcello 4 – tel. 06.6784380) ore 21.00, sab. 17.00 e 21.00, dom. 17.00 e lun. riposo - 14/25 Siamo negli anni '80 a Roma in un quartiere di periferia dove una professoressa seriosa e sognatrice cerca di vincere la solitudine di un lungo week end di primavera. Regia di Luca De Bei. :: a cura di Marcella Santomassimo - teatro@metromorfosi.com
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GENESI SEBASTIÃO SALGADO
Galapagos 2004 © Sebastião Salgado
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arte
ino al 15 settembre l'ultimo grande lavoro di Sebastião Salgado, Genesi, è il protagonista del nuovo spazio espositivo del museo dell’Ara Pacis. La mostra, curata dalla moglie Lélia Wanick Salgado, viene presentata qui - in contemporanea con altre grandi capitali quali Londra, Toronto e Rio De Janeiro - in prima mondiale, e raccoglie oltre 200 eccezionali fotografie in bianco e nero suddivise in cinque capitoli che ripercorrono le zone geografiche in cui il fotografo ha realizzato gli scatti: il Pianeta Sud, i Santuari della Natura, l'Africa, il grande Nord, l'Amazzonia e il Pantanàl. La curatrice spiega che il progetto è la ricerca del mondo delle origini, come ha preso forma, si è evoluto, è esistito per millenni, prima che la vita moderna accelerasse i propri ritmi e inIziasse ad allontanarsi dall’essenza della propria natura. Il nostro pianeta include ancora vaste regioni remote e magnificamente immacolate, meraviglie nei poli, nelle foreste pluviali tropicali, nella vastità delle savane e dei deserti roventi, tra montagne coperte dai ghiacciai e nelle isole solitarie; regioni troppo fredde o aride per qualsiasi cosa salvo per le forme di vita più resistenti, aree che ospitano specie animali e antiche tribù la cui sopravvivenza si fonda proprio sull’isolamento. "In Genesi, la mia fotocamera ha permesso alla natura di parlare. E io ho avuto il privilegio di ascoltare". E ancora: "Il 45% del pianeta è rimasto come era migliaia di anni fa al momento della creazione [...] dobbiamo proteggere e conservare ciò che esiste". Questo ci dice Salgado, uno dei più celebri fotografi documentari del nostro tempo, nato e cresciuto in una enorme fattoria in Brasile, lontano dalla civiltà e senza televisione, autore di grandi progetti come Workers (1993), reportage sulle vite invisibili dei braccianti di tutto il mondo, e Migrations (2000), tributo alle migrazioni di massa causate dalla carestia, dai disastri naturali, dal degrado ambientale e dall’incremento demografico.
metromorfosi
Brasile 2005 © Sebastião Salgado
Genesi è il risultato di 32 spedizioni alla scoperta di oceani, montagne, deserti e animali di terre intatte - dall’Amazzonia alla Nuova Guinea, dall’Antartide alla Siberia - oltre che di popoli che si sono finora sottratti al contatto con la cosiddetta società civile. A piedi, su aerei leggeri, in barca e persino con il pallone aerostatico, attraverso temperature estreme e in situazioni talvolta molto pericolose, Salgado, per ben otto anni, è riuscito a catturare mirabili immagini di paesaggi terrestri e marini incontaminati e ancora primordiali, di animali e di popolazioni indigene di una bellezza talmente intensa e sconvolgente da lasciare senza fiato. Genesis, oltre che farci conoscere il fascino e l’armonia del nostro pianeta, ci richiede di assumere nuovi comportamenti più rispettosi della natura e di quanto ci circonda, e la necessità di salvaguardare la terra per le generazioni future. Al progetto artistico, vera e propria dichiarazione d’amore e, allo stesso tempo, grido d’allarme e monito affinchè si cerchi di preservare questo mondo ancora puro, corrisponde un impegno concreto di Salgado e della moglie e socia Lélia, che hanno creato nello stato di Minas Gerais, in Brasile, l’Instituto Terra, organizzazione no profit grazie alla quale una vasta area a rischio di sparizione è stata riconvertita alla foresta equatoriale dove sono stati piantati oltre due milioni di nuovi alberi e dove la vita è tornata a fluire.
FINO AL 15 SETTEMBRE MART/DOM 9-19 - GIOV FINO ALLE 22 - EURO 10, RID. 8 MUSEO DELL’ARA PACIS LUNGOTEVERE IN AUGUSTA (ANGOLO VIA TOMACELLI) NATALIA MASSIDDA 23
metromorfosi
DOVEARTE GALLERIA DE CRESCENZO & VIESTI ANDREA AQUILANTI. VEDUTE DI ROMA MODERNA via Ferdinando di Savoia 2 – tel. 06.9226414 - mart/sab 11-13; 16-19 - chiuso lunedì, sabato pomeriggio e festivi - ingresso libero – fino al 19 luglio L’artista romano (1960) questa volta è partito dalla serie di Vedute di Roma Moderna realizzate dal Pannini nel 1758, con l’intento di proporre al pubblico un cortocircuito temporale. Antico, passato e moderno-contemporaneo si intersecano e dialogano tra loro in una prospettiva di continuità con la tradizione artistica.
MUSEO FONDAZIONE ROMA – PALAZZO SCIARRA LOUISE NEVELSON via Marco Minghetti 22 – tel. 06.69205060 - www.louisenevelsonroma.it - mart/dom 10-20 ingresso euro 10/8 – fino al 21 luglio Un nucleo di oltre 70 opere racconta l’attività della scultrice americana di origini russe Louise Berliawsky Nevelson (1899 - 1988): dai disegni e dalle terrecotte degli anni Trenta, attraverso gli assemblage in legno dipinto degli anni '50 e i capolavori degli anni '60 e '70, fino alle significative opere della maturità degli anni '80. La Nevelson occupa un posto di rilievo nella scultura del Novecento e si inserisce a pieno titolo tra le avanguardie storiche del secolo, dal Futurismo al Dadaismo, in particolare tra gli artisti che hanno utilizzato oggetti prelevati dalla vita quotidiana per le loro creazioni, come Duchamp, Picasso e Schwitters.
GAGOSIAN GALLERY THOMAS HOUSEAGO. ROMAN FIGURES via Francesco Crispi 16 – tel. 06.4208.6498 - www.gagosian.com - mart/sab 10.30-19 - ingresso libero – fino al 26 luglio L’artista inglese Houseago (1972) sa creare con materiali semplici quali il gesso, la canapa, il ferro e il legno, figure complesse che, sorrette da scheletri di tondini di ferro, coniugano materialità e tridimensionalità con la leggerezza del segno e della pittura a mano libera. La mostra presenta la scultura monumentale Reclining Figure (For Rome) insieme a sette maschere scolpite e alla scultura Untitled (Walking Boy on Plinth), tutte del 2013. Le Roman Masks coniugano il fascino modernista occidentale con la carica spirituale di oggetti tribali dell’Africa e del Sud Pacifico.
MUSEO DELL’ARA PACIS SEBASTIÃO SALGADO. GENESI lungotevere in Augusta (angolo via Tomacelli) – tel. 06.0608 - www.arapacis.it - mart/dom 919 - ogni giovedì apertura straordinaria della mostra fino alle 22 - ingresso solo mostra euro 10/8 – fino al 15 settembre Il nuovissimo spazio del museo ospita l’ultimo progetto del più importante fotografo documentario del nostro tempo. Per approfondire leggi pag. 22. :: a cura di Natalia Massidda - arte@metromorfosi.com
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quaderni di domani
NEL VEDERE 23 uno sguardo dalla fogna può essere una visione del mondo la rivolta consiste nel guardare una rosa fino a polverizzarsi gli occhi
37 oltre ogni zona proibita c’è uno specchio per la nostra triste trasparenza
da Alejandra Pizarnik, Albero di Diana, 1962 traduzione di Andrea Franzoni
SENZA TERRA COMUNE Un giorno saprai perché parli meno di quel che dici. Un giorno conoscerai quel che già dicesti avevi detto. Solo tu puoi parlare del parlare perché è il tuo emblema, il tuo flagello. Ora ancora, anche ora, sillabe ostili nel tuo corpo dissuonano. Ma tu sai che un giorno si libereranno, irromperanno, e mai dirai le parole di tutti, quelle che non accettano di servirti perché a te non serve.
da Alejandra Pizarnik, Poesie non raccolte in volume, 1956-60 traduzione di Andrea Franzoni
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da OZ - ROMANZO ASTRATTO Chìnati, lungo la linea del dorso vi è ora un fondale. Uno speculo, una lingua di cane, un polmone che cresce a dismisura, una cicala, una croce, una cicca, uno stantuffo, una circonferenza lanosa, una coscia, un dito di ferro, un tiro senza segno, una civetta, un abbaino, un appendiabiti, un elefante senza proboscide. nostro un collage sulla nuca, una frattura + una maceria senza gravità. Io che dormo e divento una gatta col pelo ritto, un pendìo tutto muschio sulla faccia, un pelle rosa, un frutto che gela nel cartoccio, uno latta, una buccia, un sacchetto, una sillaba sola, una bambola di pezza, un sasso. Due palmi premuti sul petto due mani che attinsero l’acqua la carne che non potrai ti assorda una corona ti cinge di cloro l’occipite estraimi distrami distillami distraimi cediti ma l’uomo si finse cingimi d’aghi e di spini venni in ghingheri cincischi ghirigori e cincillà me ne ripartii mine matite bistrò e penne d’oca il capo. Capitolami Campa cavallo che l’erba cresca campeggi come grano il rosario dei tuoi denti
inedito di Sara Davidovics
A CURA DI FABIO ORECCHINI 29
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libri
ISOLA
Ogni mese chiediamo ad uno scrittore di indicarci i tre libri che porterebbe sulla sua isola (luogo fisico, interiore, dimensionale). Luca Moretti scrive e vive a Roma. Ha esordito nel 2009 con il noir Cani da rapina (Purple Press). Nel 2010 ha sceneggiato il graphic novel Non mi uccise la morte (Castelvecchi) e nel 2011 ha pubblicato il romanzo metapolitico Il senso del piombo. Dirige la rivista TerraNullius ed è membro della direzione artistica del FLEP! Festival delle Letterature Popolari.
DALIA NERA di JAMES ELLROY I vari miti dell’isola, da quella che non c’è fino all’Atlantide di Timeo e Crizia, quella descritta da Platone nei Dialoghi e di cui poi si sono perse le tracce, hanno pesantemente condizionato la mia sensibilità. Un’isola me la immagino deserta, deserta di anime innanzitutto e quindi mi immagino un’esperienza di solitudine. È in questa ottica che porterei senza dubbio con me la Dalia nera. Non solo perché ritengo che Ellroy sia un maestro mai superato del "nero" degli ultimi 50 anni: avrei potuto portare con me il ben più composto ed efficace American tabloid, eppure nessuna donna, finanche viva nella narrazione - perché della Dalia, sappiamo, ci innamoriamo, percepiamo gli odori in un fuoco di accenno, anche se la sua presenza è negata sin dal principio, ella è morta, è straziata - nessuna donna mi ha mai attratto come lei.
COME UNA BESTIA FEROCE di EDWARD BUNKER Un altro discorso che mi avvicina all’idea di isola è quello della reclusione forzata, della fuga, ottenuta a tutti i costi, anche attraverso il sopruso, la prepotenza e la rapina, laddove rapina non è un semplice sinonimo del latrocinio ma indica il procurarsi con la violenza un bene che non ci appartiene. La libertà. Lo stesso Ellroy definisce Come una bestia feroce di Edward Bunker il miglior romanzo scritto sulla rapina a mano armata, e la sete di libertà, vi assicuro, si respira in ogni pagina, in questo come in altri romanzi dello scrittore che ha avuto molto tempo per pensare alla vita fuori da una casa circondariale. No beast so fierce ha informato un certo tipo di cinema “criminale” per oltre un ventennio, portare Bunker con me sarebbe come portare Hollywood in una scatola. Insieme a una 38, è chiaro.
UN FOGLIO BIANCO Un foglio bianco. Che non è il titolo di un romanzo. E neanche di un libro pubblicato, ma indica proprio un foglio bianco, pulito, senza caratteri grafici ad insudiciare la storia perfetta, quella che nessuno ha ancora scritto ma che tutti abbiamo memoria per ricordare. I romanzi di cui ho parlato rappresentano due autori che stimo ed amo in massima misura, che hanno accompagnato molte delle mie notti e dei miei giorni, eppure sono romanzi, sono storie, sono concluse e quindi finite. Nulla a che vedere con la purezza di un foglio bianco e con le narrazioni che ognuno di noi porta con sé, ovunque, anche su un’isola deserta.
:: a cura del Collettivo Archiloco
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PUNTODIFUGA I
eri sono stato rapito dagli alieni. Oggi mi hanno dato un foglio bianco e una penna che sembra un po’ una bic. Anzi, secondo me è una bic, ma non sono sicuro. Comunque vogliono che su questo foglio io scriva cosa significa la parola tempo. So già che sarò qui anche domani con davanti questo foglio, la bic in mano, e non scriverò niente. Ho pensato di spezzare la bic per vedere la loro reazione. Questo l’ho pensato ieri, ma continuo a pensarlo anche oggi e lo penserò sicuramente domani e non spezzerò la bic. Gli alieni non mi faranno niente; per loro il tempo non sembra passare mai e continueranno a fissarmi con i loro enormi occhi mollicci, in attesa che scriva qualcosa.
EMANUELE KRAUSHAAR :: il numero sessantacinque di Metromorfosi è dedicato ai velocissimi ladri di dediche con i nuovi modelli di pattini sfrecciano ancora più rapidamente :: Metromorfosi invita alla lettura di Molloy di Samuel Beckett (Einaudi) Sono nella camera di mia madre. Sono io a viverci ora. Non so come ci sono arrivato. Forse in un'ambulanza, certamente qualche veicolo. Mi hanno aiutato. Da solo non ci sarei arrivato. Quest'uomo che viene ogni settimana, è grazie a lui forse che sono qui. Lui dice di no. Mi dà un po’ di soldi e si porta via i fogli. Tanti fogli, tanti soldi. Sì, ora lavoro, un po' come una volta, solo che non so più lavorare. Ciò non ha importanza, sembra. Io ora vorrei parlare delle cose che mi restano, accomiatarmi, finir di morire. Loro non vogliono. Sì, sono più d'uno, sembra. Ma a venire è sempre lo stesso. Lo farà più tardi, dice. Bene. Di volontà, come vedete, non ne ho più molta. Quando viene a cercare i fogli nuovi, riporta quelli della settimana precedente. Recano dei segni che non comprendo. D'altronde non li rileggo. Quando non ho fatto niente non mi dà niente, mi sgrida. Però io non lavoro per i soldi. Per cosa allora? Non lo so. Francamente, non so gran che. :: impaginato ascoltando anche Electric Counterpoint di Steve Reich :: per questa estate, Metromorfosi consiglia di urlare versi di temporale al cielo stellato
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