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INFOCRITICA A ROMA E DINTORNI - 2013MARZOSESSANTADUE
CINEMA
MUSICA
URLA 2 MOVIMENTIJAZZ 5 AUGURI BEBA DO SAMBA 7 CLASSICACONTEMPORANEA 9 ROCKETC. 11
MARZO 2013 62 L’ IMPERO CADUTO 12 IL CINECONTORSIONISTA 14 GRANDESCHERMO 15
FERMATA SBAGLIATA II 17
ARTE
MILENA CAVALLO 22
NANOGUIDA TEATRO
DARIO AGGIOLI/ TEATRO TORDINONA 18 EXIT 19 PALCO 06 21
LA TRANSAVANGUARDIA TRA LÜPERTZ E PALADINO 26 DOVEARTE 27
SCRITTURA INCORPORAZIONI 28 ISOLA 31 PUNTODIFUGA 32
METROMORFOSI® MENSILE DI INFOCRITICA euro 0,01
Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 494/2006 del 29/12/2006 Metromorfosi è un marchio registrato all’U.I.B.M Ufficio Italiano Brevetti e Marchi
EDITORE Tic Edizioni di Emanuele Kraushaar DIRETTORE EDITORIALE Emanuele Kraushaar ek@metromorfosi.com DIRETTORE RESPONSABILE Lorenzo Lazzarino CAPOREDATTORE Maria Cera redazione@metromorfosi.com MUSICA Max Parri musica@metromorfosi.com CINEMA Maria Cera cinema@metromorfosi.com TEATRO Simone Nebbia teatro@metromorfosi.com ARTE Natalia Massidda arte@metromorfosi.com QUADERNI DI DOMANI Fabio Orecchini MARKETING Sara Sepe markerting@metromorfosi.com CONSIGLI EDITORIALI Sabine Duras & Margherita Schimarcher WEB Veronica Cenci press@metromorfosi.com COPERTINA Gli animali si svegliano di Milena Cavallo CON Adriano Padua, Alessandra De Nicola, Alessandro Zoppo, Amiri Baraka, Andrea Franzoni, Andrea Pocosgnich, Beppe Manni, Elio Florian, Marcella Santomassimo, Viviana Raciti RINGRAZIAMENTI Annamaria, Beppe, Emanuela, Felicita, Ivan, Lucio CONSULENTE LEGALE Avv. Enrico Pennacino STAMPA Gescom Spa - Strada Teverina km 7 (Viterbo) REDAZIONE vicolo della Penitenza 24 - 00165 Roma SEDE LEGALE via Leonardo Fibonacci 7 - 00166 Roma WEB www.metromorfosi.com TELEFONO 06.97848965 / 333.2829348 EMAIL info@metromorfosi.com La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti nella programmazione. La collaborazione è da ritenersi gratuita salvo diversi accordi contrattuali. Le idee espresse negli articoli sono riconducibili ai singoli autori. Metromorfosi si riserva il diritto di non pubblicare il materiale pervenuto e di effettuare gli opportuni tagli redazionali. L’editore ha cercato di rintracciare gli aventi diritto ai crediti fotografici non specificati ed è a disposizione per qualsiasi chiarimento.
ROCK ETC.
URLA S
Swans
higeru Ishihara arriva a Roma e inaugura un marzo da urlo. Ma chi è questo giapponese lungocrinito? È DJ Scotch Bonnet, ovvio. Il 3 dal Verme per distruggerci a colpi di bassi distorti, campionamenti malsani e beat assatanati. Se volete un’esperienza sonora tra Scorn, elettronica assassina e psichedelia drogata, il piatto è servito. Il 7 si cambia musica al Circolo con gli immensi Arbouretum. Il 2013 è iniziato nel migliore dei modi con Coming Out of the Fog, disco dalla bellezza accecante. Al quinto full lenght, la band capitanata da Dave Heumann scrive pagine fondamentali nell’odierno folk psichedelico, distorto da saturazioni heavy e addolcito da intime e delicate vibrazioni naturalistiche. Per rigettare ogni proposito di dolcezza, il Verme ci offre il 14 Viscera e Psychofagist. I primi si agitano tra post core, psichedelia sperimentale, 70's space rock, ambient e drone music; i secondi si presentano come propagatori di sonate free non jazz power violence, biglietto da visita che si fa rispettare. Passa un giorno e sembra un secolo: al Sinister Noise sbarca la carovana Go Down Records con l’heavy garage psych dei collaudatissimi OJM ed il rock groovy e dannato dei sorprendenti The Sade. Il 16 appuntamento per stomaci forti. Al Sinister arrivano lo sludge noise core dei Germanotta Youth ed il free jazz core dei norvegesi Ich bin N!ntendo, figli deformi di John Zorn e Zu. Il 17 dal Verme scorrazzano allegri Tons e Grime. I primi sono sludge doom fangoso e demoniaco, nel solco di Eyehategod e Bongzilla; i secondi sludge marcio da mandare fuori di testa: per la serie, anche Trieste può diventare New Orleans. Per rilassarci tocca passare il 19 al Piper: Of Monsters and Men, ovvero electro indie folk pop onirico dalle fredde lande islandesi. Autori dell’acclamato My Head Is an Animal, i cinque – a dispetto della provenienza – promettono uno spettacolo solare, fatto di racconti appassionati e meravigliose avventure. Il nero scende il 21 all’Orion con la coppia Hocico e Kirlian Camera. Il duo messicano promuove l’ultimo El último minuto e non cambia di una virgola l’impasto electro-
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Psychic Ills
industrial, EBM e aggro-tech; la creatura, fondata ben 33 anni fa da Angelo Bergamini, è campione di elettronica darkwave e synth-pop ed è reduce dalle fatiche di Immortal, ultimo EP in una discografia oscura e affascinante. Passa un giorno e sembra un millennio: percorsi di resistenza psicofisica tra Circolo degli Artisti e Angelo Mai. La tappa A propone l’electro synth wave dissonante dei Xiu Xiu ma soprattutto l’orchestra del rumore bianco chiamata Swans: vedere e ascoltare Michael Gira dal vivo è un atto di liberazione. Articolate esplosioni noise, folk diabolico e ballate dell’apocalisse come punto d’arrivo di un tour che non ricordi dove sia iniziato. Tappa B rilancia con Black Sabbath meet Morricone meets Can meet Revolution aka Fuzz Orchestra e an assembly of sound carriers to communicate with each other and the audience alias Damo Suzuki, pioniere di tutto ciò che è inusuale e psychodrammatico. Il mese si conclude con un tris di prelibatezze. Il 23 al Circolo ci sono gli Oneida e si prevedono storie strane. Il gruppo newyorkese ha concluso la trilogia Thank Your Parents con Absolute II, macigno posto dopo il triplo Rated O (un’autentica odissea di resistenza) e il moloch Preteen Weaponry. Nel mezzo, uno split con i grandiosi space rockers Mugstar. Un caleidoscopio di fuzz e droni che fa gridare "Interstellar Overdrive è qui e ora!". Il 25 all’Init i texani Balmorhea offrono folklore American Southwest: solitudine, immersione nella natura selvaggia e post rock da camera. Infine, l’Init replica il 28 con gli Psychic Ills, psichedelia perfetta da New York. Dopo deliri e tormenti, esperimenti e fallimenti, il progetto guidato da Tres Warren e Elizabeth Hart ha trovato forma compiuta in One Track Mind. Per chi è cresciuto con Spacemen 3 e XTC e per chi crede che il meglio di oggi si trovi tra Black Angels e Dead Meadow, la presenza è d’obbligo.
MARZO VARI ORARI E PREZZI VARI LUOGHI DETTAGLI NELL’ARTICOLO E NELLA RUBRICA ROCK ETC. A PAG. 11 ALESSANDRO ZOPPO 3
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MOVIMENTI JAZZ FINO AL 31 MARZO/ PINKKY HIGH JAZZ 28DiVino Jazz (via Mirandola 21 - tel. 340.8249718); ore 22.30 - euro 5 + tessera Tutti i giovedì, venerdì e sabato di marzo sono dedicati esclusivamente a formazioni dove la leader è donna: Danielle Di Majo, Gaia Possenti, Federica Michisanti, Elisabetta Serio, Manuela Pasqui, Elisabetta Antonini, Greta Panettieri...
1 MARZO/ TIN PAN ALLEY & CO Altroquando (via del Governo vecchio 80 - tel. 06.68892200); ore 21.30 – ingresso libero Chi ha scritto Night And Day? E Cheek To Cheek? Con Guido Giacomini e Giorgio Cuscito per scoprire chi ha composto gli standard interpretati da Frank Sinatra, Louis Armstrog, Ella Fitzgerald... Nel ricordo della strada, simbolo dell'industria musicale statunitense.
6 MARZO/ DAVE DOUGLAS Auditorium PdM S (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.80241281); ore 21.00 - euro 20/25 Cresciuto nell’area metropolitana di New York, Dave Douglas è riconosciuto da pubblico e critica come uno dei più importanti e originali trombettisti della scena musicale jazz sperimentale degli ultimi anni.
7 MARZO/ KIKKA & THE GIPSY BLUE BAND Ombre Rosse (piazza S. Egidio 12 - www.ombrerossecaffe.it); ore 22.00 - ingresso libero Il progetto di Francesca de Fazi nasce da un viaggio a New Orleans ed ha come risultato il disco Any Other Day In New Orleans dai suoni accattivanti di Louisiana e Chicago.
13 MARZO/ EDDY PALERMO - SAMBA JAZZ Alexanderplatz (via Ostia 95 - tel. 06.39742171); ore 22.30 - tessera annuale: euro 45, mensile: euro 15 Eddy Palermo (chitarra), Daniele Basirico (basso) e Alessandro Marzi (batteria, percussioni).
20 MARZO/ GREGORY PORTER Auditorium PdM S (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.80241281); ore 21.00 euro 20/25 Gregory Porter, apprezzato per la sua maestria vocale, presenta Be good.
21 MARZO/ LUCA MANNUTZA QUINTET Il Cantiere (via Gustavo Modena 92); ore 22.00 - euro 5 Con Luca Mannutza (pianoforte), Paolo Recchia (sax alto), Enrico Bracco (chitarra), Luca Bulgarelli (contrabbasso) e Nicola Angelucci (batteria).
28 MARZO/ SIMONA PREMAZZI TRIO Il Cantiere (via Gustavo Modena 92); ore 22.00 - euro 5 Simona Premazzi (pianoforte), Alex Boneham (basso) ed Enrico Morello (batteria). :: a cura di Beppe Manni e Veronica Cenci
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AUGURI BEBA DO SAMBA
CELEBRATION
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uguri Beba do Samba. Compie dieci anni di vita uno dei locali più vivaci e colorati di Roma. Nel cuore di San Lorenzo, ad angolo su via dei Messapi, quest’anno il Beba è ancora più accogliente grazie alle vetrine su strada e all’apertura fin dal pomeriggio. Entrare al Beba è un po’ come varcare la soglia di casa propria, grazie ad un’ospitalità calorosa che è il vero filo conduttore delle varie serate. Ma in questo piccolo rifugio artistico non si scherza affatto: qui si possono ascoltare tanti musicisti di qualità, anche di livello internazionale, tanto che oggi il Beba può essere considerato un punto di riferimento, specie per la musica popolare brasiliana. L'imperdibile aperitivo del mercoledì con roda de choro ao vivo è appuntato ormai su tutte le agende degli amanti del sound carioca, mentre in settimana si spazia a 360° tra jazz, blues, folk, canzone d’autore, world music e rock. È bello anche passarci per caso e scoprire qualcosa di nuovo e potente. In questo piccolo gioiello della movida artistica capitolina ho ascoltato per la prima volta Flavio Giurato ed è stato come trovare una perla caduta in un bosco. Per questi e altri cento motivi, Metromorfosi è orgogliosa di aver intrecciato più volte la propria strada con quella del Beba. In oltre due anni sono nate collaborazioni stimolanti: due edizioni di Estemporanea Festival, alcuni bei concerti (lo stesso Giurato, Pane, Ivan Vicari…), mostre e altri parti metromorfici come BACHHH e I lettori selvaggi. Ho chiesto informazioni ad Emanuele Caputo, titolare e anima del locale, riguardo alla celebrazione decennale. Ecco la risposta decisamente bebica, che in qualche modo mi aspettavo: Festone il 16 marzo con grande aperitivo e partecipazione di tanti ospiti tutta la sera fino a mattina. Si dorme al Beba! Appuntamento, dunque, sabato 16 marzo. PS: da oggi il Beba do Samba diventa un punto Metromorfosi e Tic, dove è possibile sbirciare, scoprire ed acquistare i nostri 'oggetti'.
BEPPE MANNI 7
Martedì grasso: i coriandoli e le sfilate si sono svolte nello scenario molto più colorato di una Roma invasa dalle affissioni abusive di tutti i gruppi politici, accomunanti dalla smania di comunicazione elettorale. L'affissione di stampati e di manifesti murali da parte dei candidati è di certo un diritto ed una necessità per favorire la conoscenza degli elettori, ma la pubblicità selvaggia deturpa le strade e gli spazi ambientali, già difficili da tenere esteticamente 'sani', lasciandoli in balia dello stantio e del grossolano fino a loro naturale decadimento. Che il periodo delle ceneri elettorali possa iniziare con qualche sobrietà da parte dei nostri futuri amministratori: la rimozione accurata delle proprie bugiarde e brutte effigi. Alessandra De Nicola per le tue segnalazioni situazioniste: info@metromorfosi.com
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CLASSICACONTEMPORANEA 8 MARZO/ NICOLAJ ZNAIDER Auditorium PdM S (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.8082058); ore 20.30 euro 18/38 Questo giovane violinista può già vantare premi e collaborazioni con importanti musicisti. Accompagnato al pianoforte da Robert Kulek, suonerà Beethoven, Schubert, Webern e Strauss.
10 MARZO/ OMAGGIO A HENZE Auditorium PdM P (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.8082058); ore 21.00 - euro 15 Hans Werner Henze è stato senza dubbio l'ultimo testimone vivente della grande tradizione musicale tedesca ed europea. Il Requiem, alla prima esecuzione italiana, non è solo uno dei suoi più intensi capolavori, ma rappresenta un percorso creativo durato diversi anni. Assenza di voci e testi, quasi a testimoniare il carattere universale della musica.
15 MARZO/ PAVEL HAAS QUARTET Auditorium PdM S (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.8082058); ore 20.30 - euro 18/38 Il quartetto ceco eseguirà Janáček, Schnittke e Beethoven.
16 MARZO/ QUARTETTO DI TOKYO Aula Magna La Sapienza (piazzale Aldo Moro 5 - tel. 06.3610051/2 - www.concertiiuc.it); ore 17.30 - euro 15/25, euro 8 per under 30
Rinomato in tutto il mondo per la sua capacità di affrontare con la stessa maestria ed entusiasmo il repertorio classico e contemporaneo, il quartetto suonerà Bartók, Haydn e Schubert.
19 MARZO/ CRISTINA ZAVALLONI E BRASS BANG Aula Magna La Sapienza (piazzale Aldo Moro 5 - tel. 06.3610051/2 www.concertiiuc.it); ore 20.30 - euro 12/20, euro 8 per under 30
Prima italiana per Cristina Zavalloni e uno speciale quartetto di giovani musicisti, raccolti intorno alla figura di Paolo Fresu, per rivisitare le musiche di Vivaldi, Händel, Pergolesi, Stradella e Dowland.
22 MARZO/ BRAHMS X 3 Auditorium PdM S (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.8082058); ore 20.30 - euro 18/38 Leonidas Kavakos (violino), Patrick Demenga (violoncello) e Denis Kozhukhin (pianoforte) suonano Brahms: Trio n. 3 op. 101, Trio n. 2 op. 87 e Trio n. 1 op. 8.
23, 25 E 26 MARZO/ BACH - LA PASSIONE SECONDO MATTEO Auditorium PdM C (viale P. de Coubertin 30 - tel. 06.8082058); ore 18.00 (23 marzo), 21.00 (25 marzo), 19.30 (27 marzo) - euro 19/52 Dirige Antonio Pappano. :: a cura di Elio Florian e Veronica Cenci
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Venite a trovarci nel regno della birra. Arte della spinatura, tecnica degustativa, bellezza del bere. Area espositiva per mostre fotografiche e pittoriche. Consigliato dalla Nanobirra di Metromorfosi. Mc Queen vi aspetta in zona San Pietro! Mc Queen Pub :: tel. 06.631872 :: via Aurelia, 77 Roma metromorfosi
ROCK ETC. 3 MARZO/ DJ SCOTCH BONNET Dal Verme (via Luchino dal Verme 8 - tel. 393.1787633); ore 22.00 - euro 3 Un’esperienza sonora tra Scorn, elettronica assassina e psichedelia drogata.
7 MARZO/ ARBOURETUM Circolo degli Artisti (via Casilina Vecchia 42 - tel. 06.70305684); ore 21.30 euro 7 - rid. 5 per under 26 e universitari Folk psichedelico, distorto da saturazioni heavy e addolcito da intime e delicate vibrazioni naturalistiche. Da ascoltare l’ultimo disco Coming Out of the Fog.
14 MARZO/ VISCERA + PSYCHOFAGIST Dal Verme (via Luchino dal Verme 8 - tel. 393.1787633); ore 22.00 - euro 3 Tra post core, psichedelia sperimentale, 70's space rock, ambient e drone music fino alla free non jazz power violence.
15 MARZO/ OJM + THE SADE Sinister Noise (via dei Magazzini Generali 4b - tel. 347.3310648); ore 22.00 - euro 5 Serata sospesa tra heavy garage psych e rock groovy.
17 MARZO/ TONS + GRIME Dal Verme (via Luchino dal Verme 8 - tel. 393.1787633); ore 22.00 - euro 3 100% sludge.
19 MARZO/ OF MONSTERS AND MEN Piper (via Tagliamento 9 - tel. 06.8555398); ore 21.30 - euro 18 Electro indie folk pop onirico dalle fredde lande islandesi. Da ascoltare My Head Is an Animal.
22 MARZO/ SWANS + XIU XIU Circolo degli Artisti (via Casilina Vecchia 42 - tel. 06.70305684); ore 21.30 - euro 20 L’electro synth wave dissonante dei Xiu Xiu dopo l’orchestra del rumore bianco chiamata Swans.
25 MARZO/ BALMORHEA Init (via della Stazione Tuscolana 133 - tel. 06.97277724); ore 21.30 Solitudine, immersione nella natura selvaggia e post rock da camera. Ultimo disco: Stranger. La band texana offre folklore made in American Southwest.
28 MARZO/ PSYCHIC ILLS Init (via della Stazione Tuscolana 133 - tel. 06.97277724); ore 21.30 La quadratura del cerchio (psichedelico) arriva con One Track Mind. Direttamente da New York. :: a cura di Alessandro Zoppo - musica@metromorfosi.com
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L’IMPERO CADUTO
CINEMA
“Tornano giù” – disse il Riccetto accennando col capo verso il Prenestino. “A matto”, fece I’altro, “Tengo li sordi, che te credi”, spiegò il Riccetto, “ma ppe noi due soli però”. Lì Lenzetta prima diede un’occhiata a lui, poi si guardò intorno: “Aspetta.” disse. Gli altri si erano distratti. “Arzete” fece allora, “e vattene ggiù pe l’Acqua Bullicante, che io te vengo appresso.” Chiacchierando si rifecero tutta la via dell’Acqua Bullicante, mentre alle loro spalle le sambe suonate al fonografo e i canti della processione andavano smorzando. C’era ormai solo qualcuno che tornava dal Preneste o dall’Impero verso la Borgata Gordiani, o verso il Pigneto, oppure qualche ubriaco che rincasava cantando ora Bandiera Rossa ora la Marcia Reale. Pier Paolo Pasolini, Ragazzi di vita, Einaudi, Torino 1979, pg. 80 “Ci siamo trasferiti ad Asmara” 3 agosto 2011
I
due manifesti, incollati in parallelo sulle saracinesche fatiscenti di una struttura ormai confusa e indefinibile nel degrado che l’ha corrosa nel tempo, sono stati una felice intuizione, un atto di protesta ‘ludico’ e carico di partecipazione per un luogo un tempo identitario, anche nella cultura che lo attraversava e che rifletteva. Due facciate. Due cinema. Due storie diverse. Quella di via Torpignattara a Roma, e quella di Asmara, città eritrea che ha subìto-assorbito la nostra colonizzazione al tempo del Fascismo. Ex Cinema Impero (per noi), Cinema Impero (per loro). Struttura pregna di oblio, la nostra. Cinema funzionale ancora oggi, il loro. Il viaggio metromorfico nei relitti di archeologia architettonica-culturale-visiva della Capitale ci porta questo mese all’ex Cinema Impero. Il decadimento dell’edificio, che abbaglia qualsiasi occhio poco distratto nell’attraversare l’etnica e ‘megalopolesca’ via dell’Acqua di Bulicante, contrasta con la sua storia decisamente affascinante. Costruito dopo la metà degli anni ’30 dall’architetto Mario Messina, esponeva-esprimeva lo stile razionalista delle forme d’ltalia di quel periodo, con Vittorio Emanuele III di Savoia imperatore d’Etiopia. Il legame storico politico delle colonie italiane d’Africa con la nostra penisola, esportò in quei luoghi tale stile ‘architettonico-culturale’. La città di Asmara - contraltare della Roma imperiale in Eritrea, denomina-
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ta “Piccola Roma” - fu cinematograficamente, il punto di raccordo. Il cinema Impero oltre a venire edificato nella prima periferia romana (Torpignattara), fu ‘clonato’ ad Asmara. E mentre, ancor oggi, la struttura ad Asmara vive della propria identità filmica, il nostro Impero, dalla fine degli anni ’70 ha cessato di esistere. I senza tetto lo elessero a loro luogo di rifugio, e dal 2003 al 2010 è divenuto, grazie al Coordinamento cittadino di lotta per la casa, spazio-occupazione per autoctoni e migranti. Abbandonato anche da loro, è sprofondato in un sonno e un’incoscienza, che la popolazione del quartiere di Tor Pignattara tenta a tutti i costi di risvegliare. 4000 firme raccolte tra gli abitanti del VI Municipio, ed un progetto popolare di un centro polifunzionale per attività culturali, le basi della ‘resurrezione’. Claudio Gnessi del Comitato di quartiere, detta le tappe da percorrere per rilanciare un luogo (L'Impero), che realmente potrebbe rappresentare un simbolo dei servizi culturali nel municipio, e più in generale nel quadrante Marranella, Torpignattara, Vigne e Certosa: “Il primo passaggio sarà trasformare il progetto dei cittadini in una mozione municipale. Da approvare, ‘possibilmente all'unanimità’". Destinazione d’uso esclusiva, le attività culturali. Termine-contenitore per soluzioni alternative in grado di raccordarsi con gli interessi di proprietà dell’Impero, ma che contemplino (almeno) una sala cinematografica attrezzata, una libreria e una biblioteca, garantendo una serie di servizi in regime di gratuità e in convenzione per i cittadini del Municipio, contemplando una percentuale di spazi destinati a libere associazioni/comitati del territorio che promuovano servizi culturali. Possibile? Ci auguriamo davvero di sì.
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IL CINECONTORSIONISTA
2-4 MARZO/ EUGÈNE GREEN - PEDRO COSTA. REALTÀ DEL CINEMA
Sala Cinema Michel Piccoli Villa Medici (viale Trinità dei Monti 1 - www.villamedici.it); euro 5, rid. euro 4, film in v. o. sottotitolata in italiano Come il cinema ricostruisce il reale? Come lo trasfigura? Per il ciclo Cinema Oggi, incontri con autori contemporanei, promosso dai borsisti cineasti e sceneggiatori dell’Accademia di Francia a Roma, Eugène Green e Pedro Costa, rispettivamente francese e portoghese, sono il focus visivo di questo mese. Profondamente compenetrati nei luoghi e nei linguaggi che raccontano, in equilibrio tra presa diretta e distacco. Alcune tracce visive: 2 marzo 18.30 Ossos di Pedro Costa, 1997; 20.30 Toutes les nuits di Eugène Geen, 2000; 4 marzo 18.00 Ne change rien di Pedro Costa, 2009. A seguire, incontro con Eugène Green e Pedro Costa. Moderatore: Clément Cogitore (entrata gratuita). 20.30 La religieuse portugaise di Eugène Green 2009.
5 E 19 MARZO/ A QUALCUNO PIACE CLASSICO Sala Cinema Palazzo delle Esposizioni (scalinata di via Milano 9a - www.palazzoesposizioni.it); ore 21.00 - ingresso libero fino ad esaurimento posti 5 marzo Fitzcarraldo (1981, immagine) di Werner Herzog. Brian Sweeney Fitzgerald e il suo sogno folle: costruire un grande Teatro dell'Opera dentro la foresta amazzonica, sfidando la natura, gli indios, trascinando un battello oltre una montagna. 19 marzo Barriera invisibile (Gentleman's Agreement, 1947) di Elia Kazan. Anche nell'America del dopoguerra il razzismo si cela negli ambienti più insospettati. Il primo film hollywoodiano sull'antisemitismo. Cast di lusso, tre Oscar.
17 MARZO/ PETER GREENAWAY E IL MITO DI ROMA NEL MANIERISMO SETTENTRIONALE Sala Sinopoli Auditorium Parco della Musica (via P. De Coubertin 30 - tel. 06.80241281 www.auditorium.com); ore 11.00 – euro 8 Nell’ambito di Roma. La storia dell’arte - lezioni sui grandi artisti che hanno formato nella fisionomia antica e moderna la città eterna - Peter Greenaway, visivo e visionario cineasta, terrà una sua personale dissertazione, non strutturata, ma rielaborata: "Perché Rembrandt non volle recarsi in Italia e Goltzius insistette per farlo? In che modo il manierismo romano ha influenzato quello olandese? In quale misura i caravaggisti di Utrecht hanno influito su Vermeer? I miei film più recenti sono da un lato opere di fiction, dall’altro documentari di storia dell’arte, e tanta parte della storia dell’arte è italiana…".
21-24 MARZO/ FESTIVAL DEL CINEMA VERAMENTE INDIPENDENTE Cinema Sala Trevi (vicolo del Puttarello 9 - tel. 06.6781206 - www.cvifestival.com); ingresso libero fino ad esaurimento posti Evento pubblico, libero da logiche di mercato, lobbismi, individualismi, selezione, giurie, premi: così si presenta il Festival del Cinema Veramente Indipendente, che ospiterà tutti i registi e i loro prodotti visivi, differenti per stili e tematiche. Un’occasione per chi stenta a raggiungere visibilità, al di là degli espedienti youtubbiani, web, social network e simili. Un’occasione, per il pubblico, di filtrare direttamente il visivo autentico dal posticcio, dal mediocre. Livellamento da ambo le parti. Verificare se funziona, per entrambi. :: a cura di Maria Cera - cinema@metromorfosi.com
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GRANDESCHERMO
FILM! L'IPNOTISTA
Lasse Hallstrom firma un lavoro cinematografico di genere, raggelato dalle atmosfere innevate svedesi e basato sul bestseller della coppia Lars Kepler. La quiete immortalata dalla lunga panoramica sulla città addormentata lascia presto il posto al realismo più crudo, di corpi lasciati brutalmente esamini. Dalla scena del crimine si dipana un'indagine dai toni noir che esplora gli angoli più nascosti della mente umana. L'unico testimone, ridotto in fin di vita, non può essere interrogato in maniera convenzionale: pertanto l'ispettore Linna si rivolge all'ipnotista Bark per risolvere il caso, persuadendolo ad esercitare ancora una volta la professione abbandonata. dal 21 marzo
GLI AMANTI PASSEGGERI Questo film segna un ritorno alle origini, a quel passato cinematografico radicato negli anni '80-'90 che decretò il successo internazionale di Almodovar legando il suo nome al mondo glbtq. Il provocatore regista spagnolo torna ai registri comici – immancabilmente colorati e votati all'eccesso – per raccontare le avventure di un gruppo di passeggeri in volo verso Città del Messico. Improvvisamente catapultati in una situazione di pericolo, i malcapitati si aprono a inaspettate confessioni, dando il via a scene di puro divertimento. dal 21 marzo
STOKER Il regista sud coreano Park Chan Wook approda per la prima volta negli States con un lavoro sospeso tra sublime e surreale. Uno zio (Matthew Goode) mai visto prima irrompe nella vita della giovane e solitaria India (Mia Wasikowska) dopo la morte del padre (Dermot Mulroney) in un apparente incidente d'auto. Sfiancata dal dolore della perdita e incastrata da una madre asfissiante (Nicole Kidman), l'appena diciottenne India si lascia ammaliare dall'alone di mistero e fascino che avviluppa lo zio Charlie. L'assurdo, il grottesco, il vizio assumono nelle mani di Park Chan Wook un fascino trasgressivo e ammaliante. dal 28 marzo
UN GIORNO DEVI ANDARE Giorgio Diritti racconta il viaggio della poco più che trentenne Augusta, una donna decisa ad affrontare il suo dolore imbarcandosi in un'avventura verso l'Amazzonia. Inizialmente vicina a una suora nelle attività con le comunità indigene dell'alto rio Andirà, poi sola su una barca in visita ai villaggi indios, Augusta cerca di ritrovare se stessa e il senso della vita muovendosi nella vastità della natura amazzonica. Passando per le favelas di Manaus prima di raggiungere l'isolamento nella foresta, il viaggio di Augusta nella natura incontaminata è un'esperienza mistica che anela alla pacificazione interiore. dal 28 marzo :: a cura di Francesca Vantaggiato - cinema@metromorfosi.com
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FERMATA SBAGLIATA II Chi si perde una volta (vedi Fermata sbagliata I su Metromorfosi 61), corre il rischio di perdersi sempre. Così accade di scoprire che le sorprese di Roma sono infinite e che la città dà il meglio di sé di giorno e di notte.
85 :: INDIPENDENZA Partenza dopo Tuscolana, si passa piazza San Giovanni, sempre spiazzante, fino al Colosseo e Fori Imperiali. Quindi una sosta a Fontana di Trevi, per chiedere al fato un po’ di fortuna.
160 :: WASHINGTON Uno di quegli autobus che è meglio non perdere. Si parte da Ostiense e dopo poco bisogna subito fermarsi ad interrogare la Bocca della Verità. Si riparte verso Ara Coeli, piazza Venezia, per ritrovarsi in pieno Corso e prendere un gelato a piazza Barberini di fronte al Tritone. Si risale verso via Veneto per poi scendere al capolinea Washington e sdraiarsi sotto l’ombra di un albero di Villa Borghese.
40 :: BORGO S. ANGELO Il tragitto ormai è il solito, ma ogni volta sorprendente. Se partite da Termini, attraverserete l’affollatissima via Nazionale, per sbucare su ponte Vittorio Emanuele, passando per l’inevitabile piazza Venezia. Bisogna avere un po’ di pazienza e non patire troppo il traffico.
116 :: TERMINAL GIANICOLO Tragitto lunghissimo. Se vi trovate a via Veneto e stranamente avete voglia di lasciarla, salite sul piccolo ed elettrico 116. Si va a Barberini e si costeggiano le vetrine di via Nazionale fino al Parlamento. Quindi, dopo una serie di caratteristiche viuzze che vi faranno premere non pochi click della vostra macchinetta, si arriva sul lungotevere. Impossibile continuare, ma si scende per una passeggiata a Trastevere, meglio se in due.
TRAM JAZZ Almeno questa volta non ci sono dubbi. Il Tram Jazz, una vettura Stanga del 1947, parte da piazza di Porta Maggiore alle nove di sera, per un lungo giro della città. Musica jazz di qualità e buon cibo: un bel modo per godersi Roma di notte, basta fare attenzione a non scendere alla fermata sbagliata…
Se hai in mente una nanoguida per Metromorfosi, scrivici ad info@metromorfosi.com.
:: Nanoguida 24 a cura di Veronica Cenci
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Dario Aggioli
DARIO AGGIOLI TEATRO TORDINONA
TEATRO
Il teatro Tordinona passa dalla direzione di Renato Giordano – commediografo, attore, regista di lungo corso – alla gestione di Ulisse Benedetti e Dario Aggioli. Il primo è il co-fondatore dello storico Beat ’72 e del Teatro Colosseo, il secondo, autore e regista della compagnia Teatro Forsennato, proviene dall’esperienza di nicchia della Riunione di Condominio ed è lui che abbiamo incontrato al termine della serata di inaugurazione, per capire insieme quale sarà lo spirito di questo spazio nel cuore di Roma (via degli Acquasparta 16). Dell’esperienza molto particolare di Riunione di Condominio – il rapporto intimo tra pubblico e artisti, l’approccio radicale alla professione teatrale con il pagamento dell’artista “a cappello”, solo per fare alcuni esempi – cosa riuscirai a riportare qui al Teatro Tordinona? Onestamente penso nulla, purtroppo. Qui non ho la libertà che avevo a Riunione: ho un’esperienza diversa, uno spazio diverso. Lì potevo permettermi di avere un certo rapporto col pubblico dato non solo dalla vicinanza al palco, ma dal fatto che, attigua alla sala teatrale, ce n’era un’altra in cui si beveva insieme, si rideva insieme. Potevo essere informale, qui siamo in uno spazio formale e farlo diventare informale all’inizio è un processo complesso. Ma è anche il mio obiettivo. È molto difficile sradicare le sedie del teatro, ma vorrei che il pubblico si sedesse, che sradicasse le sedie, però sedendosi. Perché a un giovane artista o compagnia conviene venire da te a mostrare il proprio lavoro invece che affittarsi una delle tante sale disponibili a Roma? Perché gli conviene economicamente. Qui vieni al 50/50. Tessera gratuita, tecnico a carico della compagnia, il montaggio glielo facciamo noi. Noi vogliamo essere un baluardo antiSiae, dunque daremo la possibilità agli artisti di non pagarla. Uno spettatore appassionato da ora a giugno cosa troverà al Tordinona? Posso dire cosa non troverà. Non vorrei vedere artisti che fanno spettacoli per operatori, amici, colleghi, critici. Vorrei vedere persone che stanno sul palco per dire qualcosa a qualcuno, a un pubblico vero. Voglio gli impellicciati veri, voglio un pubblico che vive il teatro come evento oppure che non è proprio mai venuto. Non ne posso più di vedere spettacoli fatti appositamente per gli operatori.
ANDREA POCOSGNICH
metromorfosi
TEATRO E CRITICA
EXIT T
imore o brama di controllo nel nostro occhio che si aggira alla ricerca dell’uscita di emergenza, porta salvifica attraverso cui respirare nuova aria. Ma che succede se questo desiderio di fuga si rivolge non ad uno spazio fisico bensì allo spazio astratto dei rapporti tra le persone? EXIT, l’ultimo lavoro di Fausto Paravidino, qui drammaturgo e regista, approda al Teatro Eliseo con una divertente e spietata indagine sulle relazioni e il loro stato di crisi. A raccontarcela, quattro personaggi volutamente lasciati anonimi nell'identificazione, ma non nei caratteri. Durante il primo atto, affari interni, mossi da un gioco dal sapore brechtiano, presentano al pubblico se stessi in situazioni a diverse distanze temporali, le quali assumono significati totalmente differenti. A e B sono una coppia in crisi, il loro spazio interno – che si costruisce continuamente in scena – non riesce più a contenerli come una volta. Questa coppia cerca allora nuova aria, tanto da passare agli affari esteri. Lui, il professore universitario, trova nel conflitto generazionale con una propria studentessa nuovo slancio; lei, la moglie, cerca di risollevarsi attraverso i suggerimenti asettici di un manuale che la porteranno a scoprire un’amicizia inaspettata. Durante il corso dello spettacolo, drammaturgia scenica e testuale acquisiscono, pur nella frammentarietà episodica, maggiore linearità; i nodi devono venire al pettine, le strade incrociarsi nuovamente. Nonostante la costante ironia postmoderna, intuiamo perfino un possibile happy ending, poiché riconosciamo nelle dinamiche dei personaggi parole che abbiamo pronunciato e di cui ridiamo non solo per un’efficacia delle battute e del ritmo (brillantemente supportato dagli attori), quanto perché stavolta non ci è toccato esserne protagonisti. L’interruzione finale, improvvisa, mette fine allo spettacolo ma non alle loro vite, anche perché, quell’uscita di emergenza, mai varcata, rimane solo un’insegna, e alle domande poste non si trova risposta.
VIVIANA RACITI 19
metromorfosi
PALCO 06 FINO AL 6 MARZO/ LA PROVINCIA IN SCENA Teatro Palladium (piazza Bartolomeo Romano 8 – tel. 06.57332768); ore 20.30 e dom. 17.00 – euro 8/15 Tre giovani autori con tre testi inediti si affidano alle invenzioni sceniche di Veronica Cruciani, Fabrizio Arcuri e Massimiliano Civica. Una scommessa su nuove modalità di scrittura e un incontro tra autori e teatranti non spesso impegnati a lavorare con opere prime. A chiudere la rassegna, la prima nazionale di Mercuzio non vuole morire di Armando Punzo. Progetto a cura di Rodolfo di Giammarco.
FINO AL 24 MARZO/ PUGLIA IN SCENA Piccolo Eliseo Patroni Griffi (via Nazionale 183 – tel. 06.4882114); Teatro Palladium (piazza Bartolomeo Romano 8 – tel. 06.57332768); info su romaeuropa.net In collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese ritorna a Roma un'importante iniziativa che, reduce dal successo dello scorso anno, si avvarrà per questa edizione della partecipazione di fondazione Romaeuropa. Sei tra le migliori espressioni del teatro pugliese si alterneranno sul palcoscenico del Piccolo Eliseo e del Teatro Palladium.
mediapartner metromorfosi Teatro Argot Studio (via Natale del Grande 27 – tel. 06.5898111 – www.teatroargotstudio.com); ore 20.45, dom. 18.00, lun. riposo – euro 10/12 Tema di quest’anno: la "differenza"… differenza donna, intesa come espressione di sé, per esplorasi, e nelle proprie relazioni e nei sentimenti amorosi, scoprire fantasmi e fantasie. Anche un modo differente nel combattere l'ingiustizia, la violenza, la morte, con il potere del racconto. 4–24 MARZO/ LA SCENA SENSIBILE – ECO DI DONNE
7-9 MARZO/ PRIMA ERO SCHIZOFRENICA... ADESSO SIAMO SIAMO GUARITE Forte Fanfulla (via Fanfulla da Lodi 5 – tel. 06.89021632); ore 21.00 – sottoscrizione consigliata euro 6, ingresso con tessera ARCI "Il personaggio di una vecchietta travolto dal ricordo di una brodaccia d’amori, dal tempo che vola, un'attrice che si svela ed esce di scena e diventa... ancora un'altra... Un divertente leitmotiv sul vagabondaggio di un io spappolato, un lavoro drammaturgico basato su canoni beckettiani, ma con una scrittura quasi improvvisata, andando a memoria, frammenti di frammenti di varie fonti, invenzioni e grumi dalla mia memoria..." (Mario Jorio).
18-20 MARZO/ HANSEL E GRETEL. IL GIORNO DOPO Teatro Vascello (via G. Carini 78 – tel. 06.5881021); ore 21.00, dom. 18.00 e lun. riposo – euro 15/20 Terzo capitolo della trilogia dell'attesa, progetto nato dal desiderio di reinterpretare alcune delle più importanti favole di tutti i tempi, mettendo al centro dell'analisi il mondo infantile come luogo di solitudine e mancanza di risposte. Regia Fabiana Iacozzilli. Compagnia Lafabbrica. :: a cura di Marcella Santomassimo - teatro@metromorfosi.com
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MILENA CAVALLO
IN COPERTINA
Questo mese è dedicato a Milena Cavallo, giovanissima illustratrice che ha ricevuto la menzione speciale all’ultima edizione Argot 9, vinto il concorso Una copertina per Metromorfosi e, di conseguenza, autrice della nostra copertina Gli animali si svegliano. Romana, classe 1987, dopo aver frequentato lo storico Liceo Artistico Ripetta, si è diplomata allo IED nel 2010 in illustrazione ed animazione multimediale; nel 2011 ha studiato illustrazione editoriale al MImaster di Milano. Attualmente vive e lavora a Roma.
Noi siamo la grazia
Cara Milena, immagino che disegni da sempre (come la maggior parte degli illustratori di professione), allora vorrei chiederti: c’è un momento particolare in cui hai deciso che questo sarebbe stato il tuo lavoro? Effettivamente sì, ho sempre disegnato; mi ero da poco diplomata e, valutando le varie opzioni sulla scelta dell'università, mi sono chiesta cosa effettivamente mi appassionasse davvero e mi avrebbe fatto venir voglia di studiare: il disegno! Il momento in cui ho deciso di farne un lavoro è stato quando ho scoperto l'esistenza di una professione che mi permettesse di farlo, ovvero il mestiere dell'illustratore. Quali generi di libri leggi e quali storie hai nel cuore? Leggo veramente di tutto, sono molto curiosa e mi capita di imbattermi in letture molto lontane da me e dal mio modo di essere. Non c'è uno scrittore che ami in particolare... Se dovessi citare tre titoli fra gli ultimi letti, direi: Mr Gwyn di Baricco, Infinite Jest di D.F. Wallace e Kafka sulla spiaggia di Murakami. Se parliamo invece di storie legate all'illustrazione, non posso non citare The Velveteen Rabbit, una storia inglese che narra le avventure di un piccolo coniglio di pezza: le illustrazioni originali mi hanno sempre suggestionata molto. Quali sono i tuoi strumenti di lavoro? Disegni e dipingi sempre su carta? Dipingo con gli acquerelli e le tempere; essendo l'acquerello una tecnica che lascia intravedere la superficie sottostante, mi piace scegliere con cura la carta. Adesso sto adoperando carta fatta a mano: ho iniziato comprandola, per poi imparare a farmela da sola. Sono partita da una tecnica completamente diversa, l'acrilico, e proseguendo la ricerca artistica sono approdata qui; adopero anche la matita o la penna, ma la punta deve essere il più sottile possibile.
metromorfosi
Cosa stimola maggiormente la tua creatività e ti dà maggiori soddisfazioni, e cosa, invece, ti genera più difficoltà. Usi qualche piccolo trucco quando qualcosa non ti viene come vorresti? Ogni lavoro che mi viene commissionato ha un momento di creatività e quindi godimento, ed un momento assolutamente non poetico, per lo più pratico. Quello dell'illustratore è un lavoro dove devi fare tutto da solo: non basta disegnare, il lavoro va anche cercato. Inizialmente questo è stato per me l'ostacolo più grande: superare la timidezza e credere in quello che facevo, quindi propormi. Quali artisti o illustratori hanno influenzato maggiormente la tua formazione e il tuo lavoro? Ce ne sono tantissimi. Beardsley mi ha influenzata molto per la ricerca stilistica, con le sue linee sottili e delicate che formavano disegni dai contenuti tutt'altro che "morbidi". L'espressionismo viennese è il periodo che preferisco in assoluto: Schiele e Kokoschka in cima a tutti, poi c'è stato il grande amore per Chagall, per la semplicità delle forme quasi primitive ed i colori vivi. Tra gli illustratori che seguo in questo momento e che stimo maggiormente, citerei Pablo Auladell e Gabriel Pacheco. La lista chiaramente è molto più lunga...
Fiori
Ci sono dei temi che ricorrono nelle tue illustrazioni? Sì, certamente. Quando disegno "per me" e quindi non devo attenermi alle richieste del committente o alle regole necessarie per facilitare la comunicazione. Un tema ricorrente è l'interno ed i vuoti. Ho notato che in tutti i miei disegni cerco sempre in qualche modo di parlare di "interno", mi piace disegnare il dentro delle cose e la trasparenza, le mie silhouette hanno sempre la pelle molto chiara; non mi piace disegnare troppo, è importante anche il vuoto: fa respirare il disegno.
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Balance
metromorfosi
Oltre all’Argot e alla Libreria delle Donne a Roma, in quali mostre hai esposto le tue tavole? Ho esposto a Milano presso il Centro Culturale Santeria, a Roma nel 2009 presso il Circolo degli Artisti. Una mia illustrazione è in mostra a Cremona; mi sono classificata prima al concorso Tapirulan 2012, tema Il Buffet. Il mese successivo all'esposizione presso il Teatro Argot, le mie illustrazioni sono state selezionate presso il Teatro Furio Camillo ed esposte durante il mese di dicembre. C’è un lavoro a cui sei maggiormente legata? Ad ogni periodo della mia vita attribuisco un disegno. Ce ne sono molti, ma non mi piace tenerli con me. Ho imparato a non legarmi troppo ad un’illustrazione: non avere gli originali mi serve per continuare la ricerca artistica. È come se, rimanendo senza illustrazioni, mi mettessi nelle condizioni di dover disegnare per rimpinguare nuovamente il mio book... un modo per scongiurare la pigrizia! Chiaramente li ho tutti in digitale nel mio pc.
Emozioni
Ci vuoi dire qual è Il tuo progetto nel cassetto… e il più imminente? Mi piacerebbe pubblicare il libro al quale sto lavorando da un anno a questa parte: ho avuto delle proposte, ma nessuna mi ha soddisfatto, sto ancora cercando l'editore giusto, è un libro per bambini e parla di occhiali e bradipi.
milenacavallo.it
NATALIA MASSIDDA 25
LA TRANSAVANGUARDIA TRA LÜPERTZ E PALADINO
ARTE
Markus Lupertz, 10 immagini sul sorriso miceneo - Edipo - olio su tela (1985)
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opo la ricerca poverista e concettuale, la Body Art, la Land Art, il Minimalismo e tante altre correnti, Mimmo Paladino (Paduli 1948), così come gli altri protagonisti del movimento della Transavanguardia, nei primi anni Ottanta riscopre la pittura e recupera il colore, muovendosi tra figurazione e "informale". L’artista, che tiene sin dal 1979 personali nei musei di Ginevra, Rotterdam, Amsterdam e Londra, sperimenta molteplici tecniche: dall'encausto al calco in gesso, dall'incisione alla ceramica alla scultura in bronzo, ed il suo linguaggio attinge forme e iconografie dalle fonti più diverse. L'opera del meno noto pittore, scultore e poeta Markus Lüpertz (Liberec 1941) in quegli stessi anni diviene totalmente neo-espressionista, pur continuando a citare l'arte classica e i grandi maestri del passato - primo fra tutti Picasso - e si avvia a segnare profondamente lo sviluppo dell’arte in Germania e in Europa. Nonostante la diversità di temperamento e delle caratteristiche formali tra l’opera di Lüpertz, esponenente della cosiddetta Transavanguardia tedesca, e quella di Paladino, esistono affinità nell’ambito delle intenzioni e delle strategie, così come nella loro traduzione in procedimenti artistici. Entrambi gli artisti praticano un uso reiterato di modelli figurativi attorno a cui vengono organizzate serie di opere, usando come modelli sia oggetti d’uso quotidiano sia citazioni desunte dal repertorio di forme della tradizione artistica. Punto di riferimento per tutti coloro che amano l’arte contemporanea, la fondazione e centro d’arte della sede di Capena dell’azienda tedesca ci propone, attraverso una sessantina di opere tra sculture e pitture, nuove indicazioni di lettura sul lavoro dei due artisti, aprendo spunti di riflessione che investono problemi e modalità del fare arte in Europa nei decenni successivi al secondo dopoguerra. La mostra, curata dall’infaticabile Achille Bonito Oliva, teorizzatore della Transavanguardia nel lontano 1980, proseguirà fino al 2014, e si deve al ricco fondo di opere di Mimmo Paladino e Markus Lüpertz che l’imprenditore e conoscitore d’arte Reinhold Würth ha raccolto con continuità e passione nel corso di molti anni.
FINO AL 15 FEBBRAIO 2014 LUN-SAB ORE 10-17 - INGRESSO GRATUITO ART FORUM WÜRTH VIA DELLA BUONA FORTUNA 2 (CAPENA) – TEL. 06.90103800 - WWW.WUERTH.IT NATALIA MASSIDDA
metromorfosi
DOVEARTE TEATRO PALLADIUM FANTASMAGORIE - VIRGILIO VILLORESI piazza Bartolomeo di Romano 8 – tel. 06.57332781 – www.nufactory.it – tutti i giorni 1519.30; ingresso libero – fino al 13 marzo Virgilio Villoresi è un grande artista e “bricoleur”, assemblatore di oggetti, ritagliatore di sagome cartonate o fotografiche, creatore di piccoli teatrini, ma soprattutto un animatore, uno dei più abili che operano in Italia. La sua esposizione mette a confronto il prodotto finale, cioè i film (alcuni di essi molto brevi, come i “caroselli” animati) con gli oggetti che li hanno originati, secondo una logica di assemblaggio che lascia trasparire tutto il suo amore per l’animazione.
ANNAMARRACONTEMPORANEA GIOVANNI ALBANESE via Sant’Angelo in Pescheria 32 – www.annamarracontemporanea.it – mart/sab 15.30 – 19.30; ingresso libero – fino al 30 marzo La mostra delle ultime installazioni realizzate dall’eclettico Giovanni Albanese è l’evento di apertura del nuovo spazio dedicato all’esposizione e promozione dell’arte italiana nel cuore del ghetto ebraico di Roma. Albanese ricava il suo immaginario ludico dagli oggetti più disparati, tra cui ingranaggi o parti meccaniche, recuperati da officine, sfasciacarrozze o mercatini dell’usato. Con questi rottami tecnologici non più funzionali (tra cui anche motori elettrici ed elettrodomestici) inventa sculture dal vago sapore dada, surreale e neopop. Sculture ironiche le sue, ma anche di denuncia e sottile poesia, la cui iconografia le avvicina a opere di quotidiana metafisica d’uso impossibile.
PALAZZO BRASCHI CANOVA. IL SEGNO DELLA GLORIA. DISEGNI, DIPINTI E SCULTURE piazza Navona 2 – tel. 06.0608 – www.museodiroma.it - mart/dom 10-20, chiuso lunedì; ingresso museo + mostra euro 11/9 – fino al 7 aprile Cresciuto e formatosi a Venezia, ma maturato a Roma nel segno dello studio dell'antico tra la scuola del nudo all'Accademia di Francia e il Museo capitolino, Antonio Canova riuscì a sintetizzare "la nobile semplicità e la quieta grandezza", ossia l'ideale dell'arte greca secondo lo studioso Winckelmann. 79 disegni, selezionati dai circa 1800 esemplari che impreziosiscono la più grande raccolta al mondo di disegni di un artista, sono esposti assieme ad acqueforti, bozzetti in gesso e in terracotta e dipinti. Un repertorio straordinario che lascia evocare il passaggio dalla fase ideativa alla realizzazione dei capolavori del maestro di Possagno.
ART FORUM WÜRTH LA TRANSAVANGUARDIA TRA LÜPERTZ E PALADINO - OPERE NELLA COLLEZIONE WÜRTH via della Buona Fortuna 2 (Capena) – tel. 06.90103800 – www.wuerth.it – lun/sab 10 – 17; dom e festivi chiuso; ingresso libero – fino al 15 febbraio 2014 La fondazione e centro d’arte della Würth ci propone un confronto tra Mimmo Paladino e il meno noto Markus Lüpertz. Per approfondire, leggi pag. 26. :: a cura di Natalia Massidda - arte@metromorfosi.com
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QUADERNI DI DOMANI
INCORPORAZIONI
Dalla necessità dell'impotenza la virtù del sabotaggio W. Benjamin
COME ORA. AGONIA. Sono dentro qualcuno che mi odia. Guardo fuori dai suoi occhi. Sento fetere i suoni nel suo fiato. Amo le sue squallide donne. Squarci nel metallo, per il sole. Dove gli occhi siedono incrociando, all’aria fresca il riflesso di luce, o carne dura sfregata su di me, una donna, un uomo senz’ombra, o voce, o significato. Questo il recinto (carne, dove l’innocenza è un’arma. Una astrazione. Tocco. (Non mio. O tuo, se tu sei l’anima che avevo e abbandonato quando ero cieco e avevo i miei nemici a trascinarmi come un morto (se lui è bello, o compianto. Forse è dolore. (Come ora, mentre mi macera ogni sua carne). Forse è questo. O dolore. Come quando lei fuggì da me in quel bosco. O dolore, la mente argento a spirale vorticò contro il sole, più in alto persino di quanto i vecchi pensavano fosse Dio. O dolore. E l’altro. Il sì. (Dentro i suoi libri, le sue dita. Sono fiori gialli appassiti e non erano mai belli). Il sì. Tu dirai, anima persa, 'bellezza'. Bellezza, abile, come l’albero. Il fiume lento. Un sole bianco nelle sue frasi bagnate. O gli uomini freddi nel loro vento. Estasi. Carne o anima. Il sì. (I loro vestiti volati. Le loro ciotole vuote. Cantano ai calcagni miei, non ai tuoi). Carne o anima, come guasta. Dove la risposta va troppo svelta. Dove il Dio è un io, dopo tutto).
metromorfosi
Aria fredda spirata in stretti occhi ciechi. Carne, bianco caldo metallo. Avvampa come il giorno con il suo sole. È un amore umano, io vivo dentro. Uno scheletro ossuto che riconosci come parole o semplice emozione. Ma non ha emozione. Come il metallo, è caldo, non è, dato all’amore. Ci brucia dentro la cosa. E quella cosa strilla.
AMIRI BARAKA Il predicatore morto (The dead lecturer, 1964) traduzione di ANDREA FRANZONI
Inedito da ANNIENTAMENTI Questo moto è uno stare distanti, in disparte, un partire, per non appartenere a nessuno in particolare, senza un nesso preciso, un legame, che non sia già reciso, portandosi appresso segnali, di per sé disconnessi ed esausti, decontestualizzati, e sintomi manifestando, del male nei suoni del corpo, frequenze a volumi minuscoli, nel muovere muscoli, mani, e lingue, infestandosi il sangue e le cellule, ingoiando aria amara, a respiri forzati, come per cancellare la polvere, da più mondi irreali, da universi di vuoto, dando fuoco a ogni cosa che è propria, nel guastare accendendo la memoria, e guardare l’incendio succedere, le storie storpiarsi, e apparire la cenere, generata da questo bruciare che non si contiene, incantato di cose, ed esplose materie, macerie, dalle quali proviene Sono azioni, non del tutto, i ritratti di un luogo distrutto, nel diluirsi di liquide luci, in assenza di voci concrete, e distinte, sullo sfondo i continui rumori, consueti, l’abbaiare dei cani d’acciaio, senza faccia, creature dal moto meccanico, contro il nulla, nell’opposto del cielo silenzio, spazio in stato costante di crisi, atonale estinzione di ogni espressione di forme, dei sonori residui di fiamma, dei venti contaminati, portatori di morte, dei resti sintetici, tossici, plastificati, un finire di cose, che hanno appositi nomi, indistinti dal resto, in un testo criptato, indecodificabile, variazione impetuosa e continua di limpidi sensi senza referente, linea retta di niente, scuramento degli occhi, senza termine, intermittente, nuovo buio che torna violenza nel farsi presente
ADRIANO PADUA A CURA DI FABIO ORECCHINI 29
metromorfosi
LIBRI
ISOLA
Ogni mese chiediamo ad uno scrittore di indicarci i tre libri che porterebbe sulla sua isola (luogo fisico, interiore, dimensionale). Marco Marsullo (Napoli, 1985), ha esordito questo gennaio con Atletico Minaccia Football Club, pubblicato da Einaudi. Suoi racconti sono sparsi in diverse antologie e altri sono stati letti in alcune manifestazioni teatrali. Collabora con le redazioni sportive e culturali del Corriere del Mezzogiorno. Giocatore di Xbox, difensore centrale a calcio, ama le gru, i Rolling Stones e guidare di notte.
BRANCHIE di NICCOLÒ AMMANITI Semplicemente il mio romanzo preferito di sempre. Il romanzo per cui scrivo, il romanzo per cui ho continuato a leggere. Marco Donati, il protagonista, si troverà coinvolto in un’avventura onirica, folle, assolutamente meravigliosa, tra Roma e l’India. Incontrerà personaggi surreali eppure perfettamente verosimili. Una fiaba moderna in cui il ritmo e i dialoghi vi coccoleranno fino a un epilogo sorprendente. Farete il tifo per Marco e la sua nuova banda di amici, che diventeranno i vostri eroi in una vertiginosa guerra contro le forze del male. Mai un romanzo mi ha tanto divertito e incollato alla pagina: capolavoro. Sottovalutato tra i romanzi di Ammaniti. Einaudi
IL VANGELO SECONDO BIFF di CHRISTOPHER MOORE I primi 33 anni di vita di Gesù narrati dal suo migliore amico di infanzia: Levi, detto Biff (scoprite perché leggendo il romanzo!). Una commedia scatenata, commovente, che sa toccare le corde dei nostri cuori come un violoncellista malinconico. Biff e il Messia si troveranno coinvolti in avventure mirabolanti, dove si tireranno fuori grazie al kung fu (inventato da loro, per altro) e alla loro arguzia fenomenale. Storie d’amore bibliche, miracoli, apostoli suonati. Un elenco telefonico di gioia e potenza narrativa senza pari. Moore è un dannato genio, uno dei migliori che abbia mai letto. traduzione di Chiara Brovelli - Elliot
I FRUTTI DIMENTICATI di CRISTIANO CAVINA Un libro più “serio”, in cui uno scrittore (proprio Cavina, dato che il libro è autobiografico) racconta il suo rapporto difficile e travagliato col padre, da sempre assente, che decide di manifestarsi nella sua vita all’improvviso. Un romanzo doloroso, che racconta la solitudine di un figlio senza padre, e di come l’amore viscerale che leghi due consanguinei sia un affare difficile da gestire. Una ferita, questo libro, raccontato con la solita leggerezza cosmica e con il piglio deciso di chi, come Cavina, non ha nessuna voglia di fare fuochi d’artificio per far brillare gli occhi del lettore. A lui bastano le parole e la grazia di un talento assoluto. Uno dei migliori autori che abbiamo in Italia. Marcos y Marcos :: a cura del Collettivo Archiloco
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PUNTODIFUGA
M
arzo non è diventato primavera. La Pisana è una lunga striscia di fango e buche. Anzi è un’enorme buca interrotta da qualche tratto coperto. "Anzi è l’inferno" pensa Alessio, mentre torna a casa come ogni mattina dopo il turno al cantiere. Due morti in una settimana. Una macchina capovolta. Un furgone fuori strada. Nessuno di quelli che passa di lì ha sentito le urla di chi piange i morti. Nessuno ha sentito il dolore dei feriti. Per esempio Marika, che tutti i giorni aspetta l’autobus, davanti alla fermata dei Salesiani, ha staccato un fiore dal mazzo che segna il punto di una morte. Anche lei, che viene da lontano, ha voglia di primavera. Anche lei deve pensare che la pioggia finirà e che quei laghi sulla strada, prima o poi, si asciugheranno.
EMANUELE KRAUSHAAR :: il numero sessantadue di Metromorfosi è dedicato a chi protegge il mondo Il bene fa dimenticare chi c’è all’origine da chi proviene. La solitudine è un’ombra che si rivela a chi si sente inutile e anche chi protegge il mondo ne sente il peso se nessuno si rivolge a lui. (Le Orme) :: Metromorfosi invita alla lettura di Limonov di Emmanuel Carrère (Adelphi 2012) ...penso che quest’idea - ripeto: «L'uomo che si ritiene superiore, inferiore o anche uguale a un altro non capisce la realtà» - rappresenti il vertice della saggezza e non basti una vita a farsene permeare, ad assimilarla, a interiorizzarla in modo che cessi di essere un'idea e plasmi invece il nostro modo di vedere e di agire in ogni situazione. Scrivere questo libro rappresenta per me un modo bizzarro di lavorarci su. :: impaginato ascoltando anche Tango pour Claude di Richard Galliano :: per questo marzo, Metromorfosi consiglia di di darsi appuntamento con una farfalla
TEL. 06.97848965 - 333.2829348 - METROMORFOSI.COM - INFO@METROMORFOSI.COM
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