Emilio Coco. Con il fuoco del sangue

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Poesia presente


EMILIO COCO

CON IL FUOCO DEL SANGUE Trentadue poeti colombiani d’oggi

© Copyright 2015 - Raffaelli Editore Vicolo Gioia, 10 - 47921 Rimini (Italia) ISBN 978-88-6792-078-5 Tutti i diritti sono riservati – Printed in Italy

Raffaelli Editore


Nos rodea la palabra la oímos la tocamos su aroma nos circunda palabra que decimos y modelamos con la mano fina o tosca y que forjamos con el fuego de la sangre‌ Aurelio Arturo


EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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Un’antologia necessaria

Si dice da più parti che la Colombia è un paese di poeti, come si afferma che il festival di poesia di Medellín è il più importante del mondo. Ma quanto conosciamo di quella poesia in italia? Niente o quasi. A parte le poche notizie di poeti colombiani apparse in riviste online o le rare ma pregevoli traduzioni di qualche autore per conto di piccole case editrici le cui pubblicazioni sono introvabili anche nelle grandi librerie, non esiste in italia un lavoro di un certo spessore che ci informi sulla realtà poetica contemporanea di questo meraviglioso paese sudamericano noto, ahimè, in italia soprattutto per i numerosi casi di violenza e per i famigerati cartelli della droga. un luogo comune che si sente ripetere spesso è che in questa nazione si parla il migliore castigliano dell’America latina per la sua pronuncia e la sua fedeltà al senso originale della parola. un’altra asserzione tipica è che la poesia che si scrive in Colombia è superiore a quella messicana o a quella di qualsiasi altro paese di quel continente. Se il lettore curioso vuole verificare di persona la veridicità di questa rivendicazione, ha a disposizione un’ampia scelta di poeti messicani nell’antologia da me curata tre anni fa presso lo stesso editore, dal titolo Dalla parola antica alla parola nuova. Ventidue poeti messicani d’oggi. Mettendo da parte futili polemiche e contese, io penso, anzi sono convinto, che la poesia che si scrive oggi in America latina è la migliore del mondo e sto cercando di dimostrarlo attraverso i diversi florilegi che sono venuto compilando, a partire dal 2008, di poeti argentini, ecuadoriani, nicaraguensi, della repubblica dominicana, messicani fino a quest’ultimo di poeti colombiani che il lettore ha adesso tra le mani, per non parlare delle numerose altre pubblicazioni in libri o in riviste di poeti cileni, peruviani, uruguaiani, paraguaiani, cubani, salvadoregni, costaricani, boliviani, guatemaltechi, venezuelani. il mio interesse per la poesia sudamericana ha preso definitivamente corpo a partire dal 2008, anche se negli anni precedenti c’era stata qual-


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che breve incursione attraverso traduzioni di poeti che avevo conosciuto in festival di poesia spagnoli. Menziono per tutti il poeta peruviano Arturo Corcuera. ricordo con viva emozione il mio primo viaggio in Messico, nell’ottobre del 2008, quando fui invitato al “Festival de Poesía del Mundo latino”. Visitai, insieme ad altri poeti colombiani, peruviani, cileni, cubani, uruguaiani e soprattutto messicani, le splendide località di Morelia e Pátzcuaro e m’immersi nell’illimitata e caotica Città del Messico. Qui mi ha onorato della sua amicizia il grande Juan Gelman, suggellandola con un abbraccio soffocante. Qui, sulla scalinata del monumentale Palacio de Bellas Artes, mi sono confuso nell’accalcarsi dei poeti abbagliati dai flash della macchina fotografica dell’instancabile e generoso José Ángel leyva. Non ho visto mai tanto interesse e amore per la poesia nella gente comune come in Messico. A Morelia, nello splendido teatro cittadino, gremito fino all’inverosimile, scrosciavano applausi entusiastici per i poeti che si avvicendavano sul palcoscenico come se si trattasse di grandi divi del cinema, della canzone o dello sport. Qui mi sono visto avvicinare, all’uscita del teatro, la sera della mia lettura poetica, da due fidanzatini che, con voce rotta dall’emozione, mi chiesero un autografo, professandosi miei fans e facendomi omaggio del libro di un poeta locale. Mi commossi fino alle lacrime e li strinsi entrambi in un solo abbraccio. Nella stanza dell’albergo, sfogliando il libro, trovai un bigliettino con queste parole: “Gracias por escribir palabras que vuelven más sensibles a las almas de este mundo. Natalia y Adal. Morelia, Michoacán, 2008”. Potevano avere sedici anni. Qui ho conosciuto Marco Antonio Campos che accompagnava la lettura dei testi suoi e di altri poeti col gesto lento e delicato della mano quasi a sottolinearne l’intensa musicalità. Qui ho stretto amicizia con i poeti colombiani Juan Manuel roca e Jotamario Arbeláez. Appena tornato in italia, dopo quella mia prima indimenticabile esperienza, proposi alcuni testi di questi tre poeti al direttore della rivista Pagine. Vincenzo Ananìa, un altro grande e generoso amico che ci ha lasciati qualche anno fa, rimase completamente affascinato da quella poesia che trovò impetuosamente fresca, agile, genuina, non viziata, come spesso quella italiana, da uno sterile e narcisistico esibizionismo linguistico. Non mi accade spesso di fare scoperte felici che mi compensino della lunga e paziente fatica di ricerca tra le molte decine

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di volumi che giorno dopo giorno aumentano le pile di libri sulla mia scrivania. e quando capita, mi prende gratitudine, come per un dono caro e inaspettato. e il bello è che spesso queste consolanti illuminazioni mi vengono non tanto dalle sillogi di poeti italiani, che pure leggo e faccio conoscere all’estero attraverso le mie traduzioni, quanto da testi di autori latino-americani spesso malnoti o completamente sconosciuti in italia e che stanno scrivendo, a mio parere, una poesia che i tanti cultori di letteratura nostrana si ostinano a non tenere in debito conto. È così che, dopo più di trent’anni dedicati alla traduzione di poeti spagnoli, i miei interessi hanno cambiato definitivamente rotta. Come dico in una poesia di Ascoltami, Signore “... è meglio concentrarmi / su qualche messicano / cileno o uruguaiano / da un anno a questa parte / non m’intrigano più i castigliani”. una spiegazione a questo brusco cambiamento potrei darla in questi termini: mi sono profondamente innamorato della poesia sudamericana e l’amore, come ben si sa, richiede una dedizione assoluta ed esclusiva. essa mi ha succhiato l’anima, mi ha come drogato. Non so fornire delle motivazioni critiche a tutto ciò, anche perché, come ho detto più volte in precedenti lavori, mi sento enormemente a disagio nei panni del critico e lascio volentieri ad altri questo ingrato mestiere che spesso costringe a nuotare in un’acqua infida, melmosa, piena di trabocchetti e di risucchi, soprattutto quando si lavora su una materia incandescente qual è la poesia che si sta costruendo giorno dopo giorno, non ancora sedimentata, che comporta il pericolo della scommessa, ma anche, credo, la bellezza della ricerca e la passione della scoperta. Ha scritto il poeta spagnolo José Hierro: “la poesia è magia e qualsiasi esplicitazione è come voler giustificare il miracolo ricorrendo a procedimenti di illusionista”. l’anno scorso sono stato invitato al festival internazionale di poesia “las líneas de su mano” che si è svolto in Colombia, a Bogotá dal 2 al 6 settembre. in questo paese, l’amabilità della gente è una distinzione culturale. il sorriso è spontaneo, l’abbraccio, avvolgente. in europa e in italia, queste forme di comunicare le abbiamo perse da tempo. e io questa gentilezza, questa gioia di conversare con l’amico, quest’in-


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timità di persone che si sono appena conosciute ma che si comportano come se si frequentassero da anni, l’ho vissuta pienamente in quei pochi giorni trascorsi nella capitale colombiana. Da quell’esperienza è nata l’idea di fissare sulla carta alcune delle voci ascoltate nell’accogliente spazio del Gimnasio Moderno insieme ad altre che sono andato scoprendo grazie anche all’aiuto di vecchi e nuovi amici. Al di là delle proposizioni dottrinarie, mi preme qui sottolineare l’ambizione di questo lavoro. esso in primo luogo vuole offrire al lettore italiano la possibilità di avvicinarsi a una poesia poco nota da noi e partire da lì per ampliarne e approfondirne, qualora ne abbia voglia, la conoscenza. in secondo luogo essa ha costituito per me l’occasione di un rinnovato incontro con alcuni nomi consacrati che avevo già avuto modo di apprezzare e che si pongono, grazie alla loro forza e originalità creativa, come modelli insostituibili del fare poesia. e accanto ad essi altre voci, voci di poeti giovani e meno giovani che reclamano giustamente il loro spazio di attenzione. la mia è stata una lettura appassionante, persino entusiasmante. Alla fine ho dovuto scegliere: trentadue poeti. una scelta condizionata soprattutto dal mio gusto personale, dalle mie particolari convinzioni. ogni antologista dovrebbe ammettere onestamente che in ogni sua operazione c’è una buona dosi di soggettività. È in errore chi pretende di aver scelto tra quanto vi è di più rappresentativo o di più consolidato, senza lasciarsi influenzare dalle sue preferenze, dalla sua personale “poetica”. Ma è soprattutto in malafede chi non fa una scelta di qualità. in base ad essa deve esprimere sempre il proprio consenso o il proprio rifiuto. un altro punto che mi sta a cuore rimarcare è che non si tratta di un’antologia nel senso tradizionale della parola. Non è una storia, un resoconto più o meno esaustivo e fedele di quello che è successo in Colombia in questi ultimi decenni nel campo poetico. Non informa sulle estetiche, le tendenze più forti, le varie generazioni. Di simili storie, coniugate in formule diverse, ne circolano o ne sono circolate abbastanza, alcune buone, altre meno buone. Questa “antologia” è una resistenza alla tentazione di catalogare, etichettare, produrre canoni per quanto la pensino diversamente certi critici che giocano ad eliminare o a includere nomi a seconda che rientrino o meno nei loro schemi precostituiti. la lettura, per essere tale, deve essere libera, plurale, e più che

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azzardare inquadramenti e gabbie, è preferibile presentare i poeti in carne viva, ciascuno con la propria esasperata vitalità e individualità, con la sua voce inconfondibile. trentadue poeti viventi, dunque, la cui produzione letteraria occupa un arco di tempo di poco più di cinquant’anni se si considera la pubblicazione delle prime poesie di Jaime Jaramillo escobar (il più anziano dei poeti presenti), pubblicate da Gonzalo Arango nell’antologia 13 poetas nadaístas (1963) e l’ultimo lavoro del più giovane dei poeti, luis Arturo restrepo, uscito nel 2014, dal titolo En el fuego, la mirada. Penso che sia un numero sufficiente per un primo approccio alla poesia colombiana di oggi. e’ questa un’antologia che si caratterizza per la sua totale apertura e dispersione di voci. lo scrittore (in questo caso il poeta) è un solitario che si rivolge a un altro solitario (il lettore), alla ricerca di un interlocutore con cui condividere il suo mondo e le sue preoccupazioni. Per quanto vasta e ambiziosa possa essere un’antologia (e questa non lo è) resta sempre e comunque un’opera frammentaria, una scelta di nomi. Nel 1997 rogelio echavarría selezionò 219 poeti del XX secolo per la sua Antología de la poesía colombiana, commissionatagli dal Ministero della Cultura. e sono sicuro che anche in essa mancavano dei nomi. la forza dell’antologista sta proprio nella precarietà delle sue scelte. il poeta messicano José Ángel leyva ricorda il caso emblematico di Volodia teitelboim che a diciannove anni si lanciò nell’avventura di classificare i grandi poeti cileni, escludendo olimpicamente Gabriela Mistral che poi avrebbe dato al suo paese e all’America latina il primo premio Nobel di letteratura nel 1945. Volodia si sarebbe portato addosso fino ai suoi ultimi anni di vita il peso di quella decisione viscerale o della sua giovanile ignoranza. Forse i margini di errore sarebbero stati più ristretti se avessi optato per un’antologia tematica, di quelle sulle più belle poesie d’amore, sul padre, sulla madre, sul paesaggio, sulla donna, sulla violenza, sull’eros, ma in questo modo ne avrebbe sofferto il probabile lettore in quanto gli si sarebbe propinata una visione a dir poco parziale della realtà poetica di quel paese. o forse ancora un’antologia ideale potrebbe sembrare quella generazionale, che prende in considerazione gruppi ben definiti, movimenti, estetiche. Ma anche qui i gruppi di poeti sono più espres-


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sione di un corporativismo mafioso, di un’associazione di mutuo soccorso che di un’identità estetica. Poeti che si aggruppano lo fanno spesso per sentirsi sicuri e protetti anche se diversi sono i loro esiti stilistici e le loro dinamiche. D’altro canto non va sottaciuto il fatto che in questo tipo di antologie si ripetono in continuazione le stesse poesie e gli stessi nomi che acquistano visibilità proprio grazie a simili operazioni. Basta dare uno sguardo alle varie antologie pubblicate in questi ultimi anni in italia per avere una conferma di quanto ho appena detto. Dicevo prima che questo mio lavoro prende in considerazione l’opera di trentadue poeti che si sono posti in luce in varia misura e con una varia validità di risultati, ma comunque sempre con un loro peso e con una loro significazione, nell’ultimo cinquantennio. Sono stati anni contrassegnati da una violenza inaudita a tutti i livelli che ha fatto dire a qualcuno che la “democrazia” colombiana ha causato più morti di qualsiasi altra dittatura degli altri paesi sudamericani. Come scrive luis eduardo Celis “la violenza dei narcotrafficanti, dei possidenti terrieri e delle élite regionali che confluirono nel paramilitarismo degli anni 90, rese possibile la più grande operazione di distorsione della democrazia, attraverso il controllo delle istituzioni statali a tutti i livelli”, a cui bisogna aggiungere una nuova forma di violenza messa in atto dalla sinistra armata in varie operazioni di guerriglia. Di questa terribile realtà si trovano riferimenti più o meno espliciti in più di un poeta. Si legga “la estatua de bronce” di Juan Manuel roca, o la poesia “i morti” di Guillermo Martínez González, i quali “spuntavano per strada col volto / di spavento alterato dalle mosche” o che “scendevano in paese in groppa alle mule / sospesi come animali da sacrificio”, mentre la violenza “passeggiava col suo tamburo / di mezzanotte nei villaggi”. Migliaia di morti e migliaia di scomparsi sui quali cala una cappa di silenzio quasi obbligata nella “maligna” Bogotá su cui brillano inutili le stelle del cielo, con i “suoi crimini nascosti e i suoi giovani assassini / che cospirano nei bar”. Ma è nei testi di Horacio Benavides dove il clima di violenza è maggiormente palpabile e dove la morte aleggia dappertutto, impregna l’aria e imbeve il paesaggio. È tutto un susseguirsi di orride visioni di cadaveri e monconi di corpi che galleggiano nei fiumi e che trasformano la frescura dell’acqua chiarissima

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in un nero specchio di morte. e sentiamo il bramire del mostro scuro, le grida dei torturati e lo sguazzare dei caimani nel pozzo che si contendono i cadaveri, le grida di spavento mentre la notte scende sopra i morti orfani e gli assassini dormono ubriachi sulle tavole nelle osterie, e ci sediamo insieme al contadino su una panchina del parco dove aspetta invano i suoi figli perché nessuno è mai tornato. il poeta descrive tutto ciò con una lievità di tocco e semplicità di linguaggio, quasi fosse una favola brutta, con la piccola speranza che tutto questo finisca un giorno e il mare possa lavare tanto orrore e si ritorni a correre sulla spiaggia, ruzzando con la gioia che si radica nei corpi distesi al sole “brillanti e robusti come leoni marini”. Di fronte a tanta terribile virulenza sociale, come reagiscono i poeti? essi vivono e soffrono il loro tempo tormentato e inquieto, e la loro poesia, in più di un caso, ha dato prova di un elevato spirito civico. È presente in molti di loro un forte sentimento di speranza e determinazione di costruire la pace, non con la forza delle armi, ma con quella dell’intelligenza e delle parole. Ma è anche vero che nessuno può suggerire i temi al poeta. la vecchia idea romantica che la poesia possa cambiare il mondo è da tempo che è entrata in crisi. il poeta messicano Marco Antonio Campos scrive dei versi illuminanti a tal proposito. Nella poesia “Dichiarazione d’inizio” possiamo leggere affermazioni devastanti come queste: “la poesia non cambia / se non la forma di una pagina, l’emozione, / una meditazione già scontata. / Ma, in concreto, signori, niente cambia. / in concreto, cristiani, / non cambia una croce a nuovi monti, / non estirpa, tedeschi, / la vergogna di un tempo e della sua crisi, / non toglie, marxisti, / il pane dalla bocca al milionario. / la poesia non fa niente. / e io scrivo queste pagine sapendolo.” la forza del poeta potrebbe consistere semmai nel denunciare, nell’indicare possibili soluzioni, ben sapendo che tocca ai politici metterle in atto per il bene della comunità. Ma i politici, si sa, non leggono poesia. egli è da tempo che ha smesso di essere la voce della tribù, la voce di quelli che non possono parlare. la poesia può solo cambiare il poeta e il possibile lettore che ad essa si avvicina. tutto il resto è demagogia. il tema della violenza, come il lettore potrà verificare, non è l’unico presente in quest’antologia. la poesia colombiana di questi ultimi de-


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cenni è caratterizzata da una esplosione di voci, di forme, di estetiche, di registri, di temi in continua ebollizione e arricchimento. Così accanto a Jaime Jaramillo escobar e Jotamario Arbeláez due tra i più agguerriti rappresentanti del movimento nadaísta (una forma di neovanguardia che nasce come risposta all’imposizione culturale dell’accademismo), troviamo la poesia di Juan Manuel roca in cui la realtà più scontata si colora di una magia onirica che ci invita a viverla come si vive una passione. e non poteva mancare Giovanni Quessep che ci canta la bellezza di un mondo perduto fatto di leggende e favole, di castelli e giardini che ci tocca ed emoziona in eguale misura nell’ambito umano e nel dominio propriamente estetico. Juan Manuel roca e Giovanni Quessep sono due giganti della poesia colombiana d’oggi, che hanno prodotto opere di altissimo valore estetico e morale, contribuendo in maniera determinante a definire le scelte di scrittura di tanti giovani poeti, non disdegnando di confrontarsi con essi in una leale e feconda competizione. Come non si può passare sotto silenzio l’opera di un altro grande della lirica colombiana, Darío Jaramillo con la sua poesia autoironica che non soffre intoppi e deviazioni e opta per un linguaggio conversato di cui si serve per narrarci la sua esperienza d’uomo immerso nell’universo urbano; ma sono i suoi versi d’amore, impetuosamente freschi, quelli più conosciuti dai lettori di poesia e che hanno trovato in Fabio Volo uno dei più entusiastici estimatori e diffusori. Né si può fare a meno di ricordare la voce di luis Aguilera, creatore di inquietanti atmosfere di una rara bellezza; o quella di José luis Díaz-Granados, calda e musicale; o la poesia di rómulo Bustos, sottile, precisa ed elusiva allo stesso tempo; o l’insinuante e sfavillante erotismo di raúl Henao, intriso di surrealismo; o ancora la poesia di Piedad Bonnet, con la trasparenza delle sue emozioni e dei suoi trasalimenti placati e risolti nel sereno possesso della parola poetica, o quella di Armando romero, la cui vocazione narrativa ricorre a inusuali associazioni che scombussolano gli ordini della visione reale creando situazioni di alto potenziale poetico. e qui mi fermo, lasciando al lettore che abbia la pazienza e il gusto della letteratura volenterosa, non prevenuta, di fare le sue scoperte e le sue considerazioni. Poi verranno gli accademici e i critici di mestiere a dissezionare, a integrare, a ricomporre, a confrontare poetiche e persona-

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lità, a chiedere e a cercare spiegazioni. Nel frattempo, il lettore si lasci prendere per mano dai poeti e guidare nel fascinoso e caleidoscopico mondo della poesia colombiana d’oggi. eMilio CoCo San Marco in Lamis, 20 marzo 2015


Trentadue poeti colombiani d’oggi


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Jaime Jaramillo escobar

CoNVerSACiÓN CoN W. W.

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Jaime Jaramillo escobar

CoNVerSAZioNe CoN W. W. El sapo es una obra maestra de Dios WAlt WHitMAN

Il rospo è un capolavoro di Dio WAlt WHitMAN

Viejo, no te burles, que Dios hizo lo que pudo.

Vecchio, non ti burlare, che Dio ha fatto quel che ha potuto.

Además, el sapo no es la medida de Dios, evidentemente, pues el elefante es un monstruo más grande, con su larga nariz y el hombre un monstruo todavía más grande, portador a dos manos de su alto falo, de cuya punta beben las jirafas del crimen, y quien, no contento con su estatura, ha levantado estatuas suyas gigantescas sobre altísimos pedestales, pero entonces se han levantado también estatuas de Dios igualmente altas y arrogantes, ya que Él no quiere ser menos que el hombre. ¿Y has visto en cambio a los sapos u otros animales levantándose a sí mismos monumento alguno, o siquiera una tumba? Sólo tienen estatuas los animales que el hombre ha tomado por compañeros, como el caballo, y eso porque aparece montado encima de él para hacer más alto su pedestal; y el perro por la comprensión sexual que hay entre los tres: Dios, perro y hombre. Y las figuras de águilas y leones porque el hombre siempre ha aspirado a ser un animal feroz y de rapiña; eso, claro, lo sabemos, pero la hormiga no reconocería un monumento a su laboriosidad, ni la abeja un monumento a la hormiga, y menos la rana: no la nombres, la pobre rana que se pasa gritando en las lagunas para decir que está allí, igual que tú, y que Dios, que es el que más grita.

e poi, il rospo non è la misura di Dio, evidentemente, perché l’elefante è un mostro più grande, con il suo lungo naso e l’uomo è un mostro ancora più grande, portatore a due mani del suo alto fallo, alla cui punta bevono le giraffe del crimine, e chi, non contento della sua statura, ha innalzato statue sue gigantesche su altissimi piedistalli, ma allora sono state innalzate anche statue di Dio ugualmente alte e arroganti, giacché egli non vuole essere da meno dell’uomo. e hai visto invece i rospi o altri animali innalzare a se stessi un qualche monumento, o perlomeno una tomba? Solo hanno statue gli animali che l’uomo ha preso per compagni, come il cavallo, e questo perché appare montato sopra di lui per rendere più alto il suo piedistallo; e il cane per la comprensione sessuale che c’è fra tutti e tre: Dio, cane e uomo. e le figure di aquile e leoni perché l’uomo ha aspirato sempre a essere un animale feroce e rapace; questo, certo, lo sappiamo, ma la formica non riconoscerebbe un monumento alla sua laboriosità né l’ape un monumento alla formica, e ancor meno la rana: non nominarla, la povera rana che trascorre il giorno gridando nelle lagune per dire che è lì, come te, e come Dio, che è quello che grida di più.


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Pobrecito Dios; ¡y tú burlándote! Si creó a los poetas, ¿por qué no podía crear también la rana? ¿No creó a la tortuga? ¿Y al armadillo que es una tortuga torturada? ¿es que Dios no creó sino sólo monstruos? ¿Y qué otra cosa podía hacer? Dices que tu amante no es un monstruo, pero yo le veo diez uñas afiladas, y un pene como una sanguijuela pegada a ti toda la noche; no charles Walt, tómate esta cerveza sin mojarte la barba, viejo marrullero andando enpeloto por las calles de Manhattan delante de los aprendices, durante un sueño que tuviste una noche cuando te acostaste un poco ebrio.

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Povero Dio; e tu a deriderlo! Se creò i poeti, perché non poteva creare anche la rana? Non creò la tartaruga? e l’armadillo che è una tartaruga torturata? È che Dio non creò se non mostri? e che altro poteva fare? Dici che il tuo amante non è un mostro, ma io gli vedo dieci unghie affilate, e un pene come una sanguisuga attaccata a te tutta la notte; non cianciare Walt, prenditi questa birra senza bagnarti la barba, vecchio imbroglione che cammini nudo per le strade di Manhattan davanti agli apprendisti, durante un sogno che avesti una notte quando ti coricasti un po’ ebbro.

¿Conque la rana es una obra maestra de Dios, no? ¡entonces yo también! Y si yo soy una obra maestra de Dios, entonces Dios tiene que ser muy pequeño, un artista muy malo, francamente.

Sicché la rana è un capolavoro di Dio, no? Allora anch’io! e se io sono un capolavoro di Dio, allora Dio deve essere molto piccolo, un pessimo artista, francamente.

el DeSeo

il DeSiDerio

Hoy tengo deseo de encontrarte en la calle, y que nos sentemos en un café a hablar largamente de las cosas pequeñas de la vida, a recordar de cuando tú fuiste soldado, o de cuando yo era joven y salíamos a recorrer juntos la ciudad, y en las afueras, sobre la yerba, nos echabamos a mirar cómo el atardecer nos iba rodeando. entonces escuchábamos nuestra sangre cautelosamente y nos estábamos callados. luego emprendíamos el regreso y tú te despedías siempre en la misma esquina hasta el día siguiente,

oggi sento il desiderio di incontrarti per strada, e di sederci in un caffè a parlare a lungo delle piccole cose della vita, a ricordare quando tu fosti soldato, o quando io ero giovane e uscivamo a percorrere insieme la città e, nella periferia, ci stendevamo sull’erba a guardare come il tramonto ci girava intorno. Allora ascoltavamo il nostro sangue cautamente e restavamo zitti. Poi facevamo ritorno e tu ti congedavi sempre allo stesso angolo fino al giorno dopo, con quella spensieratezza che si vorrebbe avere per tutta la vita, ma che solo si ha nella giovinezza, quando si dorme tranquillo ovunque senza un pane nella tasca,


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con esa despreocupación que uno quisiera tener toda la vida, pero que sólo se da en la juventud, cuando se duerme tranquilo en cualquier parte sin un pan entre el bolsillo, y se tiene creencias y confianzas así en el mundo como en uno mismo. Y quiero además aún hablarte, pues tú tienes dieciocho años y podríamos divertirnos esta noche con cerveza y música, y después yo seguir viviendo como si nada… o asistir a la oficina y trabajar diez o doce horas, mientras la Muerte me espera en el guardarropa para ponerme mi abrigo negro a la salida, yo buscando la puerta de emergencia, la escalera de incendios que conduce al infierno, todas las salidas custodiadas por desconocidos. Pero hoy no podré encontrarte porque tú vives en otra ciudad. Mientras la tarde transcurre evocaré el muro en cuyo saliente nos sentábamos a decir las últimas palabras de cada noche, o cuando fuimos a un espectáculo de lucha libre y al salir comprendí que te amaba, y en fin, tantas otras cosas que suceden…

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e si hanno credenze e fiducie sia nel mondo che in se stessi. e voglio ancora parlarti, perché tu hai diciott’anni e potremmo divertirci questa sera con una birra e la musica, e io, poi, continuare a vivere come se niente fosse… o andare in ufficio e lavorare dieci o dodici ore, mentre la Morte mi aspetta nel guardaroba per mettermi il mio cappotto nero all’uscita, mentre cerco la porta di emergenza, la scala antincendio che conduce all’inferno, tutte le uscite sorvegliate da sconosciuti. Ma oggi non potrò incontrarti perché tu vivi in un’altra città. Mentre il pomeriggio trascorre evocherò il muro sulla cui sporgenza ci sedevamo a dire le ultime parole di ogni sera, o quando andammo a uno spettacolo di lotta libera e all’uscita capii che ti amavo, e infine, tante altre cose che succedono…

ViSitA DellA BAleNA ViSitA De lA BAlleNA He aquí que una ballena ha venido a visitarme. Desde lejanas regiones del mar ha venido a visitarme y me saluda con tres surtidores de niebla, deteniéndose a la entrada de mi cueva para solicitar audiencia. Acudo a recibir a la ballena (a quien Dios salude) y habiendo entrado ambos en intimidad inmediatamente, le hablo de mi juventud en una gruta del alto pico del Aconcagua, y de la salida del sol detrás de mis orejas, y, dándole palmadas en su impenetrable piel nos reímos como dos amigos, la ballena, bus de los mares, y yo que recibo su visita a la entrada de mi cueva,

ecco che una balena è venuta a visitarmi. Da lontane regioni del mare è venuta a visitarmi e mi saluta con tre getti di nebbia, fermandosi all’entrata della mia grotta per sollecitare un’udienza. Accorro a ricevere la balena (che Dio la saluti) ed essendo entrati entrambi in intimità immediatamente, le parlo della mia gioventù in una grotta dell’alta vetta dell’Aconcagua, e del sorgere del sole dietro le mie orecchie, e, dandole delle pacche sulla sua impenetrabile pelle, ridiamo come due amici, la balena, bus dei mari, e io che ricevo la sua visita all’entrata della mia grotta,


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y charlamos hasta el atardecer, descansando sobre el brillante tapiz de las arenas penetradas de luz. ella me cuenta lo que ha visto en las profundidades de los océanos, los náufragos viviendo en los barcos sumergidos y sus extrañas costumbres, y lo que sucede en el mar durante la noche. Después de que la ballena ha hecho uso de la palabra según las leyes de la hospitalidad, y de las normas que rigen los actos de los visitantes, yo comienzo a hablarle de las profundidades de mi alma y cuando hago una pausa, a la hora del crepúsculo, no me responde. entonces la arrastro y la deposito a la orilla del mar para que éste la recoja, y al alba, cuando la marea se retira, la despido con mi mano en alto. la ballena (a quien Dios respete y salude) se aleja rápidamente mar afuera y ya a estrellarse contra el disco del sol que acaba de aparecer en el horizonte. Dando la espalda a este espectáculo regreso a la cueva para besar los escorpiones de mis angustias, ¡oh monstruo que me habéis recluido en este monte, a fin de proteger al mundo de mi extraña maldad!

e chiacchieriamo fino al tramonto, riposando sul brillante arazzo delle sabbie penetrate dalla luce. lei mi racconta quello che ha visto nelle profondità degli oceani, dei naufraghi che vivono nelle barche affondate e delle loro strane abitudini, e quello che avviene nel mare di notte. Dopo che la balena ha fatto uso della parola secondo le leggi dell’ospitalità e delle norme che regolano gli atti dei visitatori, io comincio a parlarle delle profondità della mia anima e quando faccio una pausa, all’ora del crepuscolo, non mi risponde. Allora la trascino e la deposito sulla riva del mare perché l’accolga, e all’alba, quando la marea si ritira, la saluto alzando la mano. la balena (che Dio la rispetti e la saluti) si allontana rapidamente fuori dal mare e va a sbattere contro il disco del sole che è appena apparso all’orizzonte. Girando le spalle a questo spettacolo ritorno nella grotta per baciare gli scorpioni delle mie angosce, oh mostro che mi avete recluso su questo monte, per proteggere il mondo dalla mia strana malvagità!

lA BúSQueDA

lA riCerCA

el enamorado busca su amor aún allí en donde sabe que no está, como el aventurero busca su tesoro aún allí en donde no se encuentra, y así como el hombre busca a Dios en toda parte y lugar sin hallarlo nunca, aun apostado esperando en los huecos de la esquina de la sala, por donde salen los ratones, y muere con la sonrisa de quien no encontró nada pero buscó mucho, hasta morirse. Así yo he venido hoy domingo y te espero sentado en un pedazo de sol. Días y noches de búsqueda por los más ignorados lugares, preguntando en altas casas desde cuyos umbrales se divisa a lo lejos la ciudad entre la bruma, con el objeto de obtener un dato, una pista para seguir tu rastro y dar con el lugar de tu paradero, oh tú, por quien el pastor daría sus noventa y nueve ovejas restantes.

l’innamorato cerca il suo amore persino lì dove sa che non c’è come l’avventuriero cerca il suo tesoro persino lì dove non si trova, e così come l’uomo cerca Dio in ogni parte e luogo senza mai trovarlo, anche se si apposta aspettando nei buchi dell’angolo della sala, da dove escono i topi, e muore col sorriso di chi non ha trovato niente ma ha cercato molto, fino a morire. Così sono venuto io oggi di domenica e ti aspetto seduto su un pezzo di sole. Giorni e notti di ricerca nei luoghi più ignorati, chiedendo in alte case dalle cui soglie si scorge in lontananza la città fra la bruma, con lo scopo di ottenere un dato, una pista per seguire la tua traccia e trovare il luogo del tuo domicilio, oh tu, per cui il pastore darebbe le sue rimanenti novantanove pecore.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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Aquí pongo a secar al sol los paños de mi angustia más íntima. Buscadora de ausentes mi soledad quiere comerse su propio amargo vientre. Y hoy domingo busco en tu nombre antiguo y en tus ojos asiáticos el tiempo, mientras los siglos pasados me levantan, con peligro de Dios, en brazo inmenso.

Qui metto ad asciugare al sole i panni della mia angoscia più intima. Cercatrice di assenti la mia solitudine vuole mangiarsi il suo stesso amaro ventre. e oggi domenica cerco nel tuo nome antico e nei tuoi occhi asiatici il tempo, mentre i secoli passati mi sollevano, col pericolo di Dio, con un braccio immenso.

Pero tus bellos ojos no aparecen... y me voy a cansar.

Ma i tuoi begli occhi non appaiono… e mi stancherò.

AViSo A loS MoriBuNDoS

AVViSo Ai MoriBoNDi

A vosotros, los que en este momento estáis agonizando en todo el mundo: os aviso que mañana no habrá desayuno para vosotros; vuestra taza permanecerá quieta en el aparador como un gato sin amo, mirando la eternidad con su ojo esmaltado. Vengo de parte de la Muerte para avisaros que vayáis preparando vuestras ocultas descomposiciones: todos vuestros problemas van a ser resueltos dentro de poco, y ya, ciertamente, no tendréis nada de qué quejaros, ¡oh príncipes deteriorados y próximos al polvo! Vuestros vecinos ya no os molestarán más con sus visitas inoportunas, pues ahora los visitantes vais a ser vosotros, ¡y de qué reino misterioso y lento! Ya no os acosarán más vuestras deudas ni os trasnocharán vuestras dudas e incertidumbres, pues ahora sí que vais a dormir, ¡y de qué modo! Ahora vuestros amigos ya no podrán perjudicaros más, ¡oh afortunados a quienes el conocimiento deshereda! Ni habrá nadie que os pueda imponer una disciplina que os hacía rabiar, ¡oh disciplinados y pacíficos habitantes de vuestro agujero! Por todo esto vengo a avisaros que se abrirá una nueva época para vosotros en el subterráneo corazón del mundo, a donde seréis llevados solemnemente para escuchar las palpitaciones de la materia. A vuestro alrededor veo a muchos que os quieren ayudar a bien morir, y que nunca, sin embargo, os quisieron ayudar a bien vivir. Pero vosotros ya no estáis para hacer caso de nadie,

A voi che in questo momento state agonizzando in tutto il mondo: Vi avviso che domani non ci sarà colazione per voi; la vostra tazza rimarrà ferma nella credenza come un gatto senza padrone, guardando l’eternità col suo occhio smaltato. Vengo da parte della Morte per avvisarvi di preparare le vostre nascoste decomposizioni: tutti i vostri problemi saranno risolti tra poco, e certamente non avrete più niente da lamentarvi, oh principi deteriorati e prossimi alla polvere! i vostri vicini non vi molesteranno più con visite inopportune, perché adesso i visitatori sarete voi, e di quale regno misterioso e lento! Più non vi assilleranno i vostri debiti né passerete la notte in bianco con i vostri dubbi e incertezze, perché adesso sì che dormirete, e in che modo! Adesso i vostri amici non vi potranno più nuocere, oh fortunati diseredati dalla conoscenza! Né ci sarà qualcuno che possa imporvi una disciplina che vi faceva infuriare, oh disciplinati e pacifici abitanti della vostra fossa! Per tutto questo vengo ad avvisarvi che si aprirà una nuova epoca per voi nel sotterraneo cuore del mondo, dove sarete portati solennemente per ascoltare i palpiti della materia. intorno a voi vedo molti che vi vogliono aiutare a morire bene, e che mai, tuttavia, vi vollero aiutare a vivere bene. Ma voi non avete più voglia di dar retta a nessuno,


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

porque os encontráis sumergidos en vosotros mismos como nunca antes lo estuvierais, pues al fin os ha sido dado poder reposar en vosotros, en vuestra más recóndita intimidad, donde nadie puede entrar a perturbaros. Vuestro suceso, no por sabido es menos inesperado, y para algunos de vosotros demasiado cruel, como no lo merecíais, mas nadie os dará consolación y disculpas. De ahora en adelante vosotros mismos tendréis que hacer vuestro lecho, quedaréis definitivamente solos y ya no tendréis ayuda, para bien o para mal. Vosotros, que no soportábais los malos olores, ahora ya nadie os podrá soportar a vosotros. Vosotros, que no podíais ver un muerto, ahora ya nadie os podrá ver a vosotros, os ha llegado vuestro turno, ¡oh maravillosos ofendidos en la quietud de vuestra aristocrática fealdad! tanto que os reísteis en este mundo, mas ahora sí que vais a poder reír a todo lo largo de vuestra boca, ¡oh prestos a soltar la carcajada final, la que nunca se borra! Yo os aviso que no tendréis que pagar más tributo, y que desde este momento quedáis exentos de todas vuestras obligaciones. ¡oh próximos libertos, cómo vais a holgar ahora sin medida y sin freno! Ahora os vais a entregar a la desenfrenada locura de vuestro esparcimiento, no, ciertamente, como os revolcabais en el revuelto lecho de vuestros amantes, sino que ahora seréis vosotros mismos vuestro más tierno amante, sin hastío ni remordimiento. Apurad vuestro último trago de agua y despedíos de vuestros parientes, porque vais a celebrar el secreto concilio en donde seréis elegidos para presidir vuestra propia desintegración y vuestra ruina definitiva. Ahora sí que os podréis jactar de no ser como los demás, pues seréis únicos en vuestra inflada podredumbre. ¡Ahora sí que podréis hacer alarde de vuestra presencia! Yo os aviso que mañana estrenaréis vestido y casa y tendréis otros compañeros más sinceros y laboriosos, que trabajarán acuciosamente día y noche para limpiar vuestros huesos. oh vosotros que aspiráis a otra vida porque no os amañasteis en ésta:

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perché vi trovate immersi in voi stessi come mai lo siete stati prima, perché alla fine vi è stato dato il potere di riposare in voi, nella vostra più recondita intimità, dove nessuno può entrare a disturbarvi. il vostro fatto non perché è saputo è meno inatteso, e per qualcuno di voi troppo crudele, come non lo meritavate, ma nessuno vi darà consolazione e giustificazioni. D’ora in poi voi stessi dovrete farvi il letto, rimarrete definitivamente soli e non avrete più aiuto, nel bene o nel male. Voi che non sopportavate i cattivi odori, adesso più nessuno potrà sopportare voi. Voi che non potevate vedere un morto, adesso più nessuno potrà vedere voi, è arrivato il vostro turno, oh meravigliosi offesi nella quiete della vostra aristocratica bruttezza! Anche se avete riso tanto in questo mondo, adesso potrete ridere per tutta la lunghezza della vostra bocca, oh pronti a scoppiare nella risata finale, quella che mai si cancella! io vi avviso che non dovrete pagare più alcun tributo, e che da questo momento sarete esenti da ogni vostro obbligo. oh prossimi liberti, come vi divertirete adesso senza misura e senza freno! Adesso vi darete alla sfrenata pazzia del vostro spargimento, non, certamente, come vi rotolavate nel letto scompigliato dei vostri amanti, ma adesso sarete voi stessi il vostro più tenero amante, senza ripugnanza né rimorso. Bevete il vostro ultimo sorso d’acqua e congedatevi dai vostri parenti, perché state per celebrare il segreto concilio dove sarete scelti per presiedere la vostra stessa disintegrazione e la vostra rovina definitiva. Adesso sì che potrete vantarvi di non essere come gli altri, perché sarete unici nella vostra gonfia putrefazione. Adesso sì che potrete vanagloriarvi della vostra presenza! io vi avviso che domani inaugurerete vestito e casa e avrete altri compagni più sinceri e operosi, che lavoreranno zelantemente giorno e notte per pulire le vostre ossa. oh voi che aspirate a un’altra vita perché non ve la siete cavata in questa:


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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yo os aviso que vuestra resurrección va a estar un poco difícil, porque vuestros herederos os enterrarán tan hondo, que no alcanzaréis a salir a tiempo para el Juicio Final.

io vi avviso che la vostra risurrezione sarà un po’ difficile, perché i vostri eredi vi seppelliranno così profondamente che non ce la farete a uscire in tempo per il Giudizio Finale.

APÓloGo Del PArAÍSo

APoloGo Del PArADiSo

eva, transformada en serpiente, ofreció a Adán una manzana. Fueron arrojados del Paraíso, pero ellos llevaron semillas consigo, y Adán y eva encontraron otra tierra y plantaron allí las semillas de paraíso.

eva, mutata in serpente, offrì a Adamo una mela. Furono scacciati dal Paradiso, ma essi portarono con sé i semi, e Adamo e eva trovarono un’altra terra e piantarono lì i semi del paradiso.

Podemos hacer siempre el paraíso alrededor nuestro dondequiera que nos encontremos. Para eso sólo se requiere estar desnudos.

Possiamo creare sempre il paradiso intorno a noi ovunque ci troviamo. Per fare ciò solo si richiede di stare nudi.


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Giovanni Quessep

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Giovanni Quessep

MieNtrAS CAe el otoño

MeNtre CAlA l’AutuNNo

Nosotros esperamos envueltos por las hojas doradas. el mundo no acaba en el atardecer, y solamente los sueños tienen su límite en las cosas. el tiempo nos conduce por su laberinto de hojas en blanco mientras cae el otoño al patio de nuestra casa. envueltos por la niebla incesante seguimos esperando: la nostalgia es vivir sin recordar de qué palabra fuimos inventados.

Noi aspettiamo avvolti dalle foglie dorate. il mondo non finisce nel tramonto, e solamente i sogni hanno il loro limite nelle cose. il tempo ci conduce nel suo labirinto di fogli bianchi mentre cala l’autunno sopra il cortile della nostra casa. Avvolti dalla nebbia incessante continuiamo a aspettare: la nostalgia è vivere senza ricordare da quale parola fummo inventati.

lA AloNDrA Y loS AlACrANeS

l’AlloDolA e Gli SCorPioNi

Acuérdate muchacha Que estás en un lugar de Suramérica No estamos en Verona No sentirás el canto de la alondra los inventos de Shakespeare No son para Mauricio Babilonia Cumple tu historia suramericana espérame desnuda entre los alacranes Y olvídate y no olvides Que el tiempo colecciona mariposas.

ricordati ragazza Che ti trovi in un posto dell’America del sud Non stiamo a Verona Non sentirai il canto dell’allodola le invenzioni di Shakespeare Non sono per Maurizio Babilonia * Compi la tua storia sudamericana Aspettami nuda tra gli scorpioni e dimentica e non dimenticare Che il tempo colleziona farfalle. *Famoso personaggio di Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez, che gira con un’aureola di farfalle gialle in testa.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

CerCANÍA De lA Muerte

ViCiNANZA DellA Morte

el hombre solo habita una orilla lejana Mira la tarde gris cayendo Mira las hojas blancas

l’uomo soltanto abita una riva lontana Guarda la sera grigia mentre cala Guarda le foglie bianche

rostro perdido del amor Apenas canta y mueve la rueda del azar Que lo acerca a la muerte

Volto perduto dell’amore Appena canta e muove la ruota del caso Che l’avvicina alla morte

extranjero de todo la dicha lo maldice el hombre solo a solas habla De un reino que no existe

Per sempre uno straniero la gioia lo maledice l’uomo parla da solo con se stesso Di un regno inesistente.

eSCrito PArA ti, eN tu NoMBre

SCritto Per te, iN tuo NoMe

Pudiera ser que un día, retornaras al tiempo Cubierta por las flores Que recogiste en el perdido sueño.

Potrebbe darsi che un giorno Faccia ritorno al tempo Coperta di fiori Che raccogliesti nel perduto sogno.

Pudiera ser también, Violeta, Siempre en el cántico nombrada, Que me dijeras de la blanca orilla Donde ahora es pasión y amor tu alma.

Potrebbe anche darsi, Violetta, Sempre nel cantico nominata, Che mi parli della bianca riva Dove ora è passione e amore la tua anima.

¿Me contarás en qué país nocturno Cantas para que el cielo se desvele, o abra sus puertas al dolor del hada Que hila en tu corazón para la muerte?

Mi dirai in che paese notturno Canti perché il cielo resti sveglio, o apra le porte al dolor della fata Che fila nel tuo cuore per la morte?

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Pudiera ser que recordaras escrito para ti, en tu nombre, Aquel madrigal de la vida Que habla de un cuerpo entre las flores.

Potrebbe darsi anche che ricordi Scritto per te, in tuo nome, Quel madrigale della vita Che parla di un corpo in mezzo ai fiori.

Puerto

Porto

el puerto, corroído por el salitre, conserva las sombras de la desesperanza; flores no hay, sólo algas miserables perdido ya el perfume del fondo marino. todo esto fue la anunciación de un tiempo en que los hombres iban en busca de los abismos cantores para redimirse de la pena del cielo. Continuamente se oye el viento silbar entre las piedras, y alguien cuelga una red en su puerta protegiéndose de la muerte que avanza. el puerto ha resistido los aletazos de gaviotas insomnes; quién sabe hasta cuándo, por el don de la memoria, persistiremos en hallar una estrella.

il porto, corroso dal salnitro, conserva le ombre della disperanza; non c’è un fiore, solo alghe miserabili senza più il profumo del fondo marino. tutto questo fu l’annunciazione di un tempo in cui gli uomini andavano in cerca degli abissi cantori per redimersi dalla pena del cielo. Continuamente s’ode il vento fischiare tra le pietre, e qualcuno appende una rete alla sua porta proteggendosi dalla morte che avanza. il porto ha resistito alle alate dei gabbiani insonni; chissà fino a quando, per il dono della memoria, persisteremo a trovare una stella.

ArS AMANDi

ArS AMANDi

Vendrían, si escribieras otro arte de amar entre las fieras, los pájaros que cruzan el desierto a posarse a tu lado por dos o tres manzanas de tu huerto;

Verrebbero, se scrivessi un’altra arte d’amare tra le fiere, gli uccelli che attraversano il deserto a posarsi al tuo fianco per due o tre mele del tuo orto;

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

y al llegar a tu casa a tu ángel vieras –joya aciaga que arde en el aire callado– venir de lo imposible a consolar tu duelo. Sí, pájaros, martirio por el cielo, ángel en el umbral, puerta temible. Y vendrían otros bienes y otros males en la sabia, celeste noche oscura, a decir que en el arte de las letras finales es bella la canción y amarga su escritura.

e arrivando a casa il tuo angelo vedresti – gioia infausta che arde nell’aria tacita – venire dall’impossibile a lenire la tua pena. Sì, uccelli, martirio per il cielo, angelo sulla soglia, temibile porta. e verrebbero altri beni e altri mali nella saggia, celeste notte scura, a dire che nell’arte delle lettere finali è bella la canzone e amara la sua scrittura.

DiAMANte

DiAMANte

Si pudiera yo darte la luz que no se ve en un azul profundo de peces. Si pudiera darte una manzana sin el edén perdido, un girasol sin pétalos ni brújula de luz que se elevara, ebrio, al cielo de la tarde; y esta pagina en blanco que pudieras leer como se lee el más claro jeroglífico. Si pudiera darte, como se canta en bellos versos, unas alas sin pájaro, siempre un vuelo sin alas, mi escritura sería, quizá como el diamante, piedra de luz sin llama, paraíso perpetuo.

Se potessi io darti la luce che non si vede in un profondo azzurro di pesci. Se potessi darti una mela senza l’eden perduto, un girasole senza petali né bussola di luce che s’innalzasse, ebbro, nel cielo della sera; e questa bianca pagina che tu potessi leggere come si legge il più chiaro geroglifico. Se potessi darti, come si canta in versi belli, delle ali senza uccello, sempre un volo senza ali, sarebbe la mia scrittura, forse come il diamante, una pietra di luce senza fiamma, paradiso perpetuo.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

SoNAtA

SoNAtA

la hoja seca del tamarindo se quiebra bajo el peso de los colores del alba, así como nosotros podríamos irnos para siempre persiguiendo el vuelo de un pájaro a la puerta de entrada de un claro del bosque. Mas, qué alegría ver en la tarde palomas de alas plateadas y negras, sin preguntarnos de dónde vienen, ni adónde van entre futuros relámpagos. Qué alegría el delgado misterio que hay en las cosas casi simples: en la virtud de este jardín donde te escribo o en las hojas que caen en el columpio del patio. todo esto me da la belleza última de lo que está a punto de desvenecerse, como el arco lunar del tamarindo, que se desdora por el encantamiento de los colores del alba, como la llama de un violín en tus manos de otoño.

la foglia secca del tamarindo si spezza sotto il peso dei colori dell’alba, così come noi potremmo andarcene per sempre inseguendo il volo di un uccello sulla porta d’entrata di una radura. Ma, che gioia vedere nella sera colombe dalla ali argentee e nere, senza domandarci da dove vengono, né dove vanno tra futuri lampi. Che gioia il delicato mistero che è presente nelle cose quasi semplici: nella virtù di questo giardino dove ti scrivo o nelle foglie che cadono sull’altalena del cortile. tutto ciò m’offre la bellezza ultima di quanto è sul punto di svanire, come l’arco lunare del tamarindo, che si sdora per l’incanto dei colori dell’alba come la fiamma di un violino nelle tue mani d’autunno.

DiVertiMeNto FiNAl

DiVertiMeNto FiNAle

Qué pronto estaré quieto como este ciervo de dorados cuernos que presiente la sombra del leopardo. Veré por mi ventana las ramas del almendro y el solar de los trompos. Veré el aire profundo y el girasol que quema los muros carcomidos de los días. Veré piedras azules y encarnadas. Qué pronto estaré quieto. Hoy me contó el arúspice que ha visto en las entrañas

Starò subito fermo come il cervo dalle dorate corna che presente l’ombra del leopardo Vedrò dalla finestra i rami del mandorlo e il campo delle trottole. Vedrò l’aria profonda e il girasole che arde i muri corrosi dei giorni. Vedrò pietre azzurre e incarnate. Starò subito fermo. oggi mi ha raccontato l’aruspice che ha visto nei visceri

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

de la paloma gris de alas de amaranto la rosa de Sarón en la tiniebla, y la Dama de Ébano del ajedrez, que huía de dos alfiles y una blanca torre.

della colomba grigia dalle ali di amaranto la rosa di Sarhon nelle tenebre, e la regina d’ebano degli scacchi, che fuggiva da due alfieri e da una bianca torre.

SÉ Que VeNDrÁS De NoCHe

So CHe VerrAi Di Notte Sois sage, ó ma Douleur [...] CHArleS BAuDelAire

Nada podrías llevarte si me persigue el mar de piel manchada; el cielo es lo profundo y en él se abisman nubes y corales. las naves de su alcázar ya no son sino mástiles quemados; jardín donde se niegan los nombres y las fases de la luna. ¿Qué tendrías que darme si todo es tuyo, el canto y el silencio, los pájaros, los frutos que en el bosque son gnomos o arlequines? Sé que vendrás de noche, terrible maravilla que secas los naranjos para hacerlos espino y flor de cactus. ¿Cuándo veré tu rostro que guardan siete sellos de la melancolía? Sé sabio, dolor mío... el alba es de oro. No dejes que tu música se quiebre como hoja del verano. Da tu pasión en la tupida selva y busca en el lebrel los ojos puros.

Sois sage, ó ma Douleur [...] CHArleS BAuDelAire

Niente potrei portarti se m’insegue il mare dalla pelle maculata; il cielo è il profondo e nubi e coralli vi s’inabissano. le navi del suo castello non sono altro che alberi bruciati; giardino in cui si negano i nomi e le fasi della luna. Che mi dovresti dare se è tutto tuo, il canto e il silenzio, gli uccelli, i frutti che nel bosco sono gnomi o arlecchini? So che verrai di notte, terribile meraviglia che secchi gli aranci per farne spino e fiore di cactus. Quando vedrò il tuo volto che custodiscono i sette sigilli della malinconia? Sii saggio, mio dolore… l’alba è d’oro. Non lasciare la tua musica spezzarsi come foglia d’estate. Mettici la passione nell’intricata selva e cerca nel levriero gli occhi puri.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Sé que eres el azul que deshace los rotos farallones: Si suena un caracol sólo fantasmas hay y un viejo puerto. Por él me iré sin ti, sin mí, nocturno, vacío como un odre entre las dunas. ¡oh infancia en la penumbra del solar que me das el naranjo y la serpiente!

So che sei l’azzurro che demolisce i rotti faraglioni: Se suona una conchiglia sono solo fantasmi e un vecchio porto. Andrò lì, senza te, senza me, notturno, vuoto come un otre tra le dune. oh infanzia nella penombra del giardino che l’arancio mi dai e il serpente!

el ArtiStA Del SileNCio

l’ArtiStA Del SileNZio A Juliana

¿Habría de negarlo? Si soy el último hombre que camina sobre la tierra y habría de negarlo si no hay pájaros que canten una canción en el otoño si no hay otoño si ya ha pasado el tiempo de las estaciones y habría de negarlo si no hay azul a quien decirle mi desconcierto si estoy donde los colores no tienen nombre en el juicio final incesante de los jardines Soy el último hombre que grita sobre la tierra que grita al cielo que se ha ocultado para siempre y habría de negarlo a quién ¿a Dios? acaso Dios es el artista del silencio de tantas hojas que no son o siguen cayendo al abismo y estallan en el aire sucio pero en qué aire.

A Juliana

Dovrei negarlo? Se sono l’ultimo uomo che cammina sulla terra e dovrei negarlo se non ci sono uccelli che cantino in autunno una canzone se non c’è autunno se il tempo delle stagioni è ormai passato e dovrei negarlo se non c’è azzurro a cui dire il mio sconcerto se sto dove i colori non hanno nome nel giudizio finale incessante dei giardini Sono l’ultimo uomo che grida sulla terra che grida al cielo che si è nascosto per sempre e dovrei negarlo chi Dio? forse Dio è l’artista del silenzio di tante foglie che non sono o continuano a cadere nell’abisso e esplodono nell’aria sporca ma in che aria.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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Jotamario Arbeláez

Jotamario Arbeláez

ANtePASADoS

ANteNAti

Mis antepasados entraron a sangre y fuego en América conquistando y arrasando Mis antepasados se defendieron con los dientes de esta invasión de bárbaros

i miei antenati entrarono nell’America conquistando e mettendo tutto a ferro e a fuoco i mie antenati si difesero con i denti da questa invasione di barbari

Mis antepasados buscaban el oro para cuadrar las arcas de sus monarcas y saciar sus propias sedes Mis antepasados ocultaron el oro de sus ritos al sol bajo tierra y bajo las aguas Mis antepasados nos rubaron la tierra Mis antepasados no pudieron recuperarla

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i miei antenati cercavano l’oro per far quadrare i forzieri dei loro monarchi e saziare la loro stessa sete i miei antenati nascosero l’oro dei loro riti al sole sottoterra e sotto le acque i miei antenati ci rubarono la terra i miei antenati non poterono recuperarla

Cómo siento en el alma no haber estado en el cuerpo de mis antepasados

Come mi dispiace profondamente di non essere stato nel corpo dei miei antenati

¿De parte de cuáles de mis antepasados me pondré contra cuáles?

Da parte di quali antenati mi metterò contro quali?

PoeMA De iNVierNo

PoeSiA D’iNVerNo

llovió toda mi infancia. las mujeres altas de la familia aleteaban entre los alambres descolgando la ropa. Y achicando hacia el patio el agua que oleaba a los cuartos. Aparábamos las goteras del techo colocando platones y bacinillas que vaciábamos al sifón cuando desbordaban.

Piovve tutta la mia infanzia. le donne alte della famiglia si affaccendavano tra i fili di ferro a togliere i panni. e accantonando verso il cortile l’acqua che inondava le stanze. Provvedevamo alle infiltrazioni del soffitto collocando grossi piatti e bacinelle che svuotavamo nel sifone quando traboccavano.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Andábamos descalzos remangados los pantalones, los zapatos de todos amparados en la repisa. Madre volaba con un plástico hacia la sala para cubrir la enciclopedia. Atravesaba los tejados la luz de los rayos. A la sombra del palo de agua colocaba mi abuela un cabo de vela y sus rezos no dejaban que se apagara. Se iba la luz toda la noche. tuve la dicha de un impermeable de hule que me cosió mi padre para poder ir a la escuela sin mojar los cuadernos. Acababa zapatos con sólo ponérmelos. un día salió el sol. Ya mi padre había muerto.

Andavamo scalzi con i pantaloni rimboccati, le scarpe di tutti al riparo sulla mensola. Mia madre volava con un telo di plastica versa la sala per coprire l’enciclopedia. Attraversava le tegole la luce dei fulmini. Al riparo dall’acquazzone metteva mia nonna un pezzo di candela e le sue preghiere non la facevano spegnere. Se ne andava la luce tutta la notte. ebbi la fortuna di un impermeabile di tela cerata che mi aveva cucito mio padre per poter andare a scuola senza bagnare i quaderni. Consumavo le scarpe al solo mettermele. un giorno uscì il sole. Mio padre era già morto.

el ProFetA eN Su CASA

il ProFetA A CASA SuA

Vivo en un barrio obrero, en una casa vieja, en pantuflas, y sobre la misma mesa donde mi padre por las noches corta los pantalones que ha de entregar al otro día para que los nueve que somos quepamos en el comedor, para que el techo no se desplome por las lluvias, para que en nuestros pies brille el betún de la decencia, escribo mis poemas herméticos, trastorno la gramática, me doy en poseer un mundo que no tengo, leo a Paul Valéry y a tristan tzara.

Vivo in un quartiere popolare, in una casa vecchia, in pantofole, e sullo stesso tavolo dove mio padre di notte taglia i pantaloni che deve consegnare il giorno dopo perché tutti e nove possiamo trovare posto nella sala da pranzo, perché il tetto non crolli per le piogge, perché sui nostri piedi brilli il lucido della decenza, scrivo le mie poesie ermetiche, scombussolo la grammatica, mi ostino a possedere un mondo che non ho, leggo Paul Valéry e tristan tzara.

esta mesa donde mi padre ha parido tantos pantalones de paño ha sentido sobre su lomo también correr mis palabras absurdas, desde cuando él se iluminaba con una lámpara Colemen hasta ahora que yo la profano con mis babas intelectuales.

Questo tavolo dove mio padre ha partorito pantaloni di panno ha sentito sul suo dorso scorrere anche le mie parole assurde da quando lui si faceva luce con una lampada Coleman fino ad ora che lo profano con le mie bave intellettuali.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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entre sus patas se levantó mi infancia contemplando a mi padre en el billar de su trabajo con tantas ilusiones puestas en mí cuando creciera. Mi educación fue pagada con panes que el tiempo multiplicaría. Pero crecí para la indiferencia, para el ocioso sol, para los sueños. Sólo las piernas del amor, sólo las copas de la risa, en los colchones del nihilismo perdí las plumas de mi vuelo.

tra i suoi piedi si alzò la mia infanzia a contemplare mio padre sul biliardo del suo lavoro con tante illusioni poste su di me quando sarei cresciuto. la mia educazione fu pagata con pani che il tempo avrebbe moltiplicato. Ma crebbi per l’indifferenza, per l’ozioso sole, per i sogni. Solo le gambe dell’amore, solo le coppe del sorriso, sui materassi del nichilismo persi le piume del mio volo.

escribo mis poemas herméticos, pero de vez en cuando pienso. Pienso, por ejemplo, que esto debe cambiar. Que debemos sonreír todos de la sala hasta la cocina, estar del lado de la vida como las matas de los tarros, cantar victoria bajo la ducha de las mañanas esplendentes. Que mis hermanas no se avergüencen cuando en la calle les preguntan: Qué está haciendo ahora su hermano? Cuándo se va a afeitar la barba? Si es tan inteligente ¿por qué no trabaja en un banco? Pero el diablo me hizo poeta para que ardiera en plena vida.

Scrivo le mie poesie ermetiche, ma ogni tanto penso. Penso, per esempio, che così non può durare. Che dobbiamo sorridere tutti dalla sala alla cucina, essere abbarbicati alla vita come l’edera al tronco, cantare vittoria sotto la doccia le mattine piene di sole. e che le mie sorelle non si vergognino quando per strada chiedono: Che sta facendo adesso vostro fratello? Quando si farà la barba? Se è così intelligente, perché non lavora in una banca? Ma il diavolo mi ha fatto poeta perché ardessi in piena vita.

los buses pasan veloces rumbo a la guerra del día levantando una polvareda bestial que penetra en la casa por las ventanas, por el techo, por las hendijas de la puerta, dejando rucio el hermetismo de mis poemas y lecturas. estornudo como un buen burgués que se ha resfriado en los montes alpinos. Blasfemo entonces y en bata de baño salgo a la calle a descansar y veo muchos niños descalzos con coladores de café persiguiendo a las mariposas que el invierno ha mandado adelante, y veo al perro corriendo detrás de las motocicletas o levantando la pata contra los hidrantes resecos, y veo muchos hombres con palas cavando surcos en la calle para sembrar alcantarillas más modernas y poderosas.

Gli autobus passano veloci diretti alla guerra del giorno sollevando un polverone bestiale che penetra nella casa dalle finestre, dal tetto, dalle fessure della porta, facendo diventare bianchiccio l’ermetismo delle mie poesie e letture. Starnutisco come un buon borghese che si è raffreddato sui monti alpini. Bestemmio allora e con l’accappatoio esco nella strada a riposare e vedo molti bambini scalzi con i colini del caffè che inseguono le farfalle che l’inverno ha mandato avanti, e vedo il cane che corre dietro le motociclette o che alza la zampa contro gli idranti prosciugati, e vedo molti uomini con le pale che scavano solchi nella strada per seminare fogne più moderne e potenti.

la señora que aplica las inyecciones pasa con su maletín descosido y me saluda buenas tardes joven cómo está mamá y mi mamá cante que cante en la cocina frente a una pila de platos o frente a mis camisas sucias que aún acaricia con ternura.

la signora che fa le iniezioni passa con la sua valigetta scucita e mi saluta buon pomeriggio giovanotto come sta sua madre e mia madre a cantare e cantare nella cucina di fronte a una pila di piatti o di fronte alle mie camicie sporche che accarezza teneramente.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

un niño se acerca a la puerta a decirme que le venda un helado atraído por el aviso que clavó estrella en la ventana. Yo le digo que la nevera está dañada (en realidad me da mucha pereza venderlo). Y el niño se marcha con su cabecita pelada recibiendo el yoyo del sol que sube y baja en el firmamento y una pelota de caucho que le lanzan desde la otra cuadra. ¿Cómo encontrar palabras que digan algo que no es algo?

un bambino si avvicina alla porta a dirmi di vendergli un gelato attratto dal cartello che aveva messo estrella alla finestra. io gli dico che il frigorifero è rotto (veramente non ho alcuna voglia di venderglielo). e il bambino se ne va con la sua testolina pelata ricevendo lo yo-yo del sole che sale e scende nel firmamento e una palla di gomma che gli lanciano dall’altro isolato. Come trovare le parole che dicano qualcosa che non è qualcosa?

en la esquina varios obreros pulen zapatos en un torno y por sus pechos sin camisa rueda el sudor de la alegría, y me provoca ir a sentarme junto a ellos a oírles hablar de sus cosas particulares, de sus familias, del engrudo de los campeones de box, de las chicas del “tunjo de oro”. Pero me da miedo aburrirlos, sé además que me tienen bronca pues piensan que soy un inútil y un haragán de siete suelas.

All’angolo vari operai lustrano le scarpe a un tornio e dai loro petti senza camicia ruzzola il sudore della gioia, e mi spinge ad andare a sedermi vicino a loro per sentirli parlare delle loro cose private, della famiglia, della colla di amido, dei campioni di box, delle ragazze del “tunjo de oro”. Ma ho paura di annoiarli, so del resto che ce l’hanno con me perché pensano che sia un inetto e un fannullone patentato.

la muchachita que trabaja en el almacén Sears, estudia inglés y usa una falda roja demasiado ceñida para su edad sale a esperar el bus apresuradamente y me sonríe como si ya estuviera muerto.

la ragazza che lavora ai magazzini Sears, studia inglese e usa una gonna rossa troppo attillata per la sua età esce in fretta ad aspettare l’autobus e mi sorride come se fossi già morto.

De la carpintería emerge el olor de la cola, virutas vuelan por el aire, canta la sierra circular construyendo pupitres.

Dalla falegnameria salta fuori l’odore della colla, volano in aria i trucioli, canta la sega circolare nel costruire i banchi.

Hay tantas cosas para mirar en esta calle, los nidos en las cuerdas de la luz, la rata muerta desde el sábado entre periódicos del viernes, el tendero dormitando bajo su parasol con el bigote bombardeado por los moscos, el albañil poniendo tejas en la casa nueva y gritándole al ayudante que le suba el martillo, en este ambiente es imposible ser un poeta hermético, digo, qué clase de poeta soy yo que me emociono con la vida, calzo mis arrastraderas y me entro a acostar porque no demoran en salir de la escuela los niños con sus caucheras.

Ci sono tante cose da guardare in questa strada, i nidi sui cavi della luce, il topo morto da sabato tra i giornali di venerdì, il bottegaio che sonnecchia sotto l’ombrellone coi baffi bombardati dalle zanzare, il muratore che mette le tegole sulla casa nuova e che grida al manovale di portargli su il martello, in quest’ambiente è impossibile essere un poeta ermetico, dico, che razza di poeta sono io che mi emoziono con la vita, trascino le ciabatte ed entro a dormire perché fra poco usciranno i bambini dalla scuola con le loro fionde.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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reFleJoS De FAMiliA

riFleSSi Di FAMiGliA

esta mañana se quebró el espejo de la cómoda donde siete generaciones de Arbeláez se miraron la malacara y arreglaron el moño de la cabeza y anudaron el pomo de la corbata y alisaron el pelo y apretaron la faja y aplicaron al cutis alguna crema y se dieron el visto bueno para salir de galanteo o a sus puestos de matarifes o a pasear por el parque del cementerio o a ponerse a las órdenes del general uribe para marchar a piedra contra el conservatismo fortificado o a sus bufetes o a sus tiendas de comerciantes del calzado o a sus parroquias porque curas también los hubo y muy famosos o a su mesa de sartrería como mi padre iniciado en el despedace de los paños león & Campana que en ese entonces entraban libremente al país procedentes del reino unido para delicia de los filipichines. Mi padre había heredado la cómoda. en el espejo de esa cómoda mis hermanos y yo aprendimos los tics de los bisabuelos y el aire de familia que nos une lo tomamos sin duda del mismo pozo al que ya comenzaban a asomarse con peligro los nacientes retoños de mis hermanas sedientos sobrinitos de integrarse a la tradición heredando la malacara del primer Arbeláez que pisó el golfo de urabá con el mueble en su carabela. lo quebraron de un balonazo.

Questa mattina si è rotto lo specchio del comò dove sette generazioni di Arbeláez guardarono la loro brutta cera e si aggiustarono la crocchia e si fecero il nodo alla cravatta e si pettinarono i capelli e si strinsero la fascia e spalmarono sulla cute qualche crema e si diedero il nullaosta per farsi corteggiare o recarsi alla loro bancarella di macellai o per passeggiare nel parco del cimitero o per mettersi agli ordini del generale uribe e marciare compatti contro il conservatorismo fortificato o nei loro uffici e nei loro negozi di commercianti di scarpe o nelle loro parrocchie perché sacerdoti pure ci sono stati e molto famosi o al tavolo della sartoria come mio padre specialista nel taglio dei panni león & Campana che a quel tempo entravano liberamente nel paese provenienti dal regno unito, facendo la delizia dei gagà. Mio padre aveva ereditato il comò. Nello specchio di quel comò io e i miei fratelli apprendemmo i tic dei bisnonni e l’aria di famiglia che ci unisce la prendemmo senz’altro dallo stesso pozzo dove già cominciavano ad affacciarsi pericolosamente i nascenti pargoletti delle mie sorelle nipotini smaniosi di inserirsi nella tradizione ereditando la brutta cera del primo Arbeláez che mise piede nel golfo di urabá col mobile nella sua caravella. lo ruppero con una pallonata.

lA leCturA eN tiNieBlAS

lA letturA Nelle teNeBre

Mi padre no me dejaba leer la Biblia ni el Manifiesto Comunista para que no gastara la poca luz

Mio padre non mi lasciava leggere la Bibbia né il Manifesto Comunista perché non consumassi la poca luce


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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que podía pagar para la casa. Me quitaba el bombillo y dormía con él bajo la almohada remordiéndole la conciencia pero al pie de la cama de mi cuarto también roncaba la nevera e instalado a los pies de mi cama con la nevera abierta leía de la medianoche a los gallos de la crucifixión de San Pedro cabeza abajo, del intento de lapidación de Pablo en listra y de la pasada por la espada de Santiago en los Hechos de los Apóstoles, de las tribulaciones de Panait istrati, las duras prisiones de Nazim Hikmet y las torturas de Julius Fucik en su reportaje al pie del patíbulo, hasta que se me helaban los huesos.

che poteva pagare per la casa. Mi toglieva la lampadina e dormiva mettendosela sotto il cuscino e gli rimordeva la coscienza ma ai piedi del letto della mia cameretta russava anche il frigorifero e mettendomi sulla sponda del letto con il frigorifero aperto leggevo dalla mezzanotte al primo canto del gallo la crocifissione di San Pietro a testa in giù, il tentativo di lapidazione di Paolo a listra San Giacomo trapassato dalla spada negli Atti degli Apostoli, le tribolazioni di Panait istrati, le dure prigioni di Nazim Hikmet e le torture di Julius Fučik nel suo reportage ai piedi del patibolo, finché non mi si gelavano le ossa.

PAño De lÁGriMAS

PANNo Di lACriMe

Padre Con esta mano que me diste Bendigo el mundo que me diste Gracias te doy por la obra de tus manos Y por la obra de tu amor

Padre Con questa mano che mi desti Benedico il mondo che mi desti ti ringrazio per l’opera delle tue mani e per l’opera del tuo amore

Desde mi nacimiento no tuvo paz tu pie sobre los pedales Y la música de tu máquina de coser arrulló mi infancia Y te debo no sólo el ánima que ambula con sus tejidos corporales Sino el ropero que me has hecho

Fin dalla mia nascita non ebbe pace il tuo piede sui pedali e la musica della tua macchina da cucire cullò la mia infanzia e ti devo non solo l’anima che cammina con i suoi tessuti corporali Ma anche il vestiario che mi hai fatto

Soy un hombre de paño gracias a tus desvelos De ti heredo la talla y el modo de amarrarme los pantalones tú me diste las primeras puntadas de mi amor por la poesía Brindo por ti con un dedal de vino

Sono un uomo di panno grazie ai tuoi sacrifici Da te eredito la taglia e il modo di cingermi i pantaloni tu mi desti i primi punti del mio amore per la poesia Brindo a te con un ditale di vino

un solo metro inacabable es tu bondad

un solo metro interminabile è la tua bontà

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tus reglas siempre rectas fueron dóciles Con tu tiza también se escriben páginas en la humilde historia traspasando una aguja entrarás al reino más veloz que ningún camello No perdemos el hilo de tu cariño Nos unimos alrededor de tus tijeras

le tue righe sempre rette sono state docili Col tuo gesso anche si scrivono pagine nell’umile storia Passando attraverso un ago entrerai nel regno più veloce di ogni altro cammello Non perdiamo il filo del tuo affetto Ci uniamo intorno alle tue forbici

PoMPAS FúNeBreS

PoMPe FuNeBri

enterró a su abuela como pudo, con amor, con modestia, con pobres recursos. en ese tiempo ganaba poco dinero; no había querido terminar sus estudios. enterró a su padre con toda la pompa, estrenando vestido, con misa cantada. lo habían ascendido en su empleo; le hicieron un préstamo. enterró a su madre con un funeral tan solemne que el cortejo colmó varias cuadras y las flores no cupieron en el cementerio. los tiempos habían cambiado; ahora manejaba el negocio. enterró a su amigo del alma en su suelo nativo; fletó dos aviones que llevaron al sitio cadáver y deudos. Se había vuelto persona importante: tenía crédito en todos los bancos. enterró a la mujer de su vida en un gran mausoleo custodiada a los cuatro horizontes por un mármol de arcángeles. la Fortuna le había sonreído; marchaban las cosas. Murió pobre, de golpe. liquidada la empresa lo habían despedido. los ahorros de toda su vida había dilapidado en entierros. Hoy reposa en la tumba contigua a la tumba que ocupa su abuela.

Seppellì sua nonna come meglio poté, con amore, con modestia, con poveri mezzi. A quel tempo guadagnava pochi soldi; non aveva voluto finire i suoi studi. Seppellì suo padre con grande pompa, con abiti nuovi, con messa cantata. lo avevano promosso nel suo impiego; gli fecero un prestito. Seppellì sua madre con un funerale così solenne che il corteo riempì diversi isolati e i fiori non entrarono nel cimitero. i tempi erano cambiati; adesso era un uomo d’affari. Seppellì l’amico del cuore nella sua terra natia; noleggiò due aerei che portarono nel posto cadavere e congiunti. era diventato una persona importante: tutte le banche gli facevano credito. Seppellì la donna della sua vita in un grande mausoleo vegliata a perdita d’occhio da un marmo di arcangeli. la Fortuna gli aveva arriso; le cose andavano bene. Morì povero, all’improvviso. liquidata l’impresa, lo avevano licenziato. i risparmi di tutta la sua vita li aveva dilapidati in sepolture. oggi riposa nella tomba attigua alla tomba che occupa sua nonna.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Miguel Méndez Camacho

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Miguel Méndez Camacho

PArA ASuMir lA SoleDAD

Per ASSuMere lA SolituDiNe

en los aeropuertos donde nadie te espera ni despide ondea tu sonrisa y responde a las manos que saludan. Y al subir o bajar la escalerilla el rito del brazo levantado hacia la bandería de los pañuelos que se agitan.

Negli aeroporti dove nessuno ti aspetta né ti dice addio ondeggia il tuo sorriso e risponde alle mani che salutano. e mentre sali o scendi la scaletta il rito del braccio alzato verso l’insieme dei fazzoletti che si agitano.

No olvides la variante de las pequeñas tiendas de turismo: pregunta por el perfume de la muchacha que te hubiera esperado si tuvieras alguna. o el licor favorito de tu amigo que no puede beber porque la muerte no se lo permite.

Non dimenticare la variante dei piccoli negozi di turismo: chiedi del profumo per la ragazza che ti aspetterebbe se ne avessi una. o del liquore preferito dal tuo amico che non può bere perché la morte non glielo permette.

Duty free significa simplemente libre de explicaciones para asumir la soledad.

Duty free significa semplicemente libero da spiegazioni per assumere la solitudine.

Y cuando los altoparlantes anuncien que el viaje continúa vuelve y levanta el brazo hacia la muchedumbre que es posible que quienes te saludan sean también solitarios que no tienen ni visitas ni ausencias.

e quando gli altoparlanti annunceranno che il viaggio continua girati e alza il braccio verso la folla, perché è possibile che quelli che ti salutano siano anche solitari che non hanno né visite né assenze.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

letANÍA

litANiA

Señor, dale una oportunidad a los virtuosos y déjalos caer en tentación para que no condenen a quienes descubrimos que el abismo es sólo otra variante del camino. Señor, no prohíbas la gula de los míseros ni la violencia de los débiles ni la avaricia de los desposeídos. Señor, otórgale soberbia a los humildes para que no rediman a sus amos permitiéndoles ser caritativos. refresca, señor, la desmemoria moralista y diluye las sombras que confunden la castidad del indeciso. Permítenos, señor, desear la mujer y no la ruina de nuestros deudores y deja que sea el prójimo quien tenga que poner la otra mejilla. Señor, si este reino no es tuyo como dicen quita la viga de mis ojos y cámbiala por la paja de los de mi vecino y déjanos el goce de caer y recaer en el viacrucis de culpas inconclusas para el juicio final de los remordimientos por los pecados que desconocimos o nos fueron negados en la resurrección de cuerpos que comienza ahora y en la hora de nuestra muerte, amén.

Signore, dai un’opportunità ai virtuosi e inducili in tentazione perché non condannino quanti di noi hanno scoperto che l’abisso è solo un’altra variante del cammino. Signore, non proibire la gola dei miseri né la violenza dei deboli né l’avarizia degli indigenti. Signore, concedi la superbia agli umili perché non redimano i padroni permettendo loro di essere caritatevoli. rinfresca, Signore, la smemoratezza moralista e diluisci le ombre che confondono la castità dell’indeciso. Permettici, Signore, di desiderare la donna e non la rovina dei nostri debitori e lascia che sia il prossimo a dover porgere l’altra guancia. Signore, se questo regno non è tuo come dicono, togli la trave dai miei occhi e cambiala con la pagliuzza del mio vicino e lasciaci il piacere di cadere e ricadere nella via crucis di colpe non compiute per il giudizio finale dei rimorsi, per i peccati che non abbiamo conosciuto o ci sono stati negati nella risurrezione dei corpi che comincia adesso e nell’ora della nostra morte, amen.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

lA PAlABrA

lA PArolA

en la trivial conversación de los obreros que recorren su calle en los largos botezos del alba, en el monólogo del ebrio que repite su historia como un disco rayado, o en los signos escritos sobre el muro por la mano inestable del amargo habitante de hospedajes, encuentras, de pronto, la palabra precisa que buscabas. la única. la indispensable en el poema tantas veces fallido.

Nella banale conversazione degli operai che percorrono la strada, nei lunghi sbadigli dell’alba, nel monologo dell’ubriaco che ripete la sua storia come un disco rotto, o nei segni scritti sopra il muro dalla mano instabile del triste abitante di pensioni, trovi, all’improvviso, la parola precisa che cercavi. l’unica. l’indispensabile nella poesia tante volte mancata.

Pero si logras escribirla o la repites innumerables veces –para evitar que escape a la memoria– después –cuando la leas o la digas– descubrirás también que devora el poema. lo destruye. Como río que se bebe su sed y borra el cauce, o árbol que se pisa la sombra y se aniquila.

Ma se riesci a scriverla o la ripeti innumerevoli volte – per evitare che sfugga alla memoria – dopo – quando la leggerai o la dirai – scoprirai anche che divora la poesia. la distrugge. Come fiume che beve la sua sete e cancella l’alveo, o albero che calpesta la sua ombra e si distrugge.

luCreCiA

luCreZiA

Mi madre nunca tiene en los poemas un muy exacto

Mia madre non ha mai nelle mie poesie un posto ben preciso,

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

siempre está dando vueltas huyendo y regresando aquí y allá de la vigilia al alba, limpiando y remendando mis palabras como si fuera oficio de la casa.

sempre vi si aggira fuggendo e ritornando, qua e là dalla vigilia all’alba pulendo e rammendando le mie parole come se fosse una faccenda della casa.

erNeSto

erNeSto

Che: no me culpes a mí por incumplir la cita de los montes. Juro que quise ir pero no tuve el valor suficiente. Me dio pavor la selva la puntería del hambre los mosquitos y los boinas verdes. Me dio miedo cambiar tecla por gatillo máquina por fusil sueños por revolución.

Che: non m’incolpare per essere mancato all’appuntamento sui monti. Giuro che volli venire ma non ebbi sufficiente coraggio. Mi terrorizzò la foresta la mira della fame le zanzare e i baschi versi. ebbi paura a cambiare il tasto col grilletto la macchina col fucile i sogni con la rivoluzione.

Che: no me culpes a mí soy un cobarde juro que quise ir.

Che: non m’incolpare sono un codardo giuro che volli venire.

ViSto De CerCA

ViSto DA ViCiNo

Visto de cerca el puerto no es tan bello ni el cielo tan azul y el paisaje no está policromado. la postal hace trampas

Visto da vicino il porto non è così bello né il cielo così azzurro e il paesaggio non è policromato. la cartolina imbroglia

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retocando arreboles en lugar de las nubes desteĂąidas. No hay relucientes barcos: son pesqueros con un dudoso aroma de mariscos. los marinos que ves no estĂĄn cantando mientras recogen un velamen viejo, blasfeman repitiendo palabrotas fatigados de hacer el mismo oficio.

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

ritoccando avvampamenti invece di nubi scolorite. Non ci sono rilucenti barche: sono pescherecci con un incerto aroma di frutti di mare. i marinai che vedi non stanno cantando mentre raccolgono vecchie vele, bestemmiano ripetendo parolacce stanchi di fare lo stesso mestiere.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

raúl Henao

raúl Henao

FueNte erÓtiCA

FoNtANA erotiCA

Bajo la fuente mis manos entretejen el mar oscuro de su cabellera.

Sotto la fontana le mie mani intrecciano il mare scuro della sua chioma.

Mis brazos anudan la helada cascada de su cintura.

le mie braccia allacciano la gelida cascata della sua cintura.

Mis labios embriagan el mármol de sus labios.

le mie labbra ubriacano il marmo delle sue labbra.

Mi rostro asoma a su rostro amado en el agua dorada del espejo.

il mio volto mostra il suo volto amato sopra l’acqua dorata dello specchio.

lA DeSNuDeZ

lA NuDitÀ

la desnudez de tu cuerpo es otra vestidura, ropaje del goce

la nudità del tuo corpo è un altro abbigliamento, veste del piacere

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

eres lámpara carnal.

sei lampada carnale.

Con las manos de la oscuridad desnudo tu luz:

Con le mani del buio spoglio la tua luce:

recuerdo que te olvida olvido que te recuerda

ricordo che ti dimentica oblio che ti ricorda

tu desnudez: almendra preciosa.

la tua nudità mandorla preziosa.

la noche desnudándose del día, el día de la noche, fervorosa visión. el filo de tu cuerpo acalla al tiempo.

la notte spogliandosi del giorno, il giorno della notte, fervida visione. il filo del tuo corpo ammutolisce il tempo.

el VerANo

l’eStAte

Veo la mano de fuego aparecer en el oscuro lago del parque.

Vedo la mano di fuoco apparire nel lago scuro del parco.

recostado al herrumbroso muro de cal, un hombre de humo me hace señales indescifrables.

Appoggiato al rugginoso muro di calce, un uomo di fumo mi fa segni indecifrabili.

escucho las piedras del vergel murmurando por el camino la tarde de verano.

Ascolto le pietre del giardino mormorare per strada la sera d’estate.

un relámpago restalla sobre un espantado palomar

un lampo schiocca sopra una spaventata colombaia

¡la risa se fríe en mi rostro!

il riso frigge sul mio volto!

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BoSQue De eNero

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BoSCo Di GeNNAio Todo arde en el circo que estalla en risas. Pierre reVerDY

Tutto arde nel circo che scoppia in risate. Pierre reVerDY

¡Asechanza del vuelo. Camino de las nubes!

insidia del volo. Cammino delle nuvole!

en el bosque milenario el riachuelo parecía robarnos el rostro en el agua de su espejo. Mil diablos de color bailaban a cada mirada. Buscábamos un pájaro embrujado.

Nel bosco millenario il ruscello sembrava rubarci il volto nell’acqua del suo specchio. Mille diavoli colorati ballavano a ogni sguardo. Cercavamo un uccello stregato.

Más tarde, en el camino de montaña, fuimos hojas secas al viento.

Più tardi, sulla strada di montagna, fummo foglie secche al vento.

reímos como payasos en el circo luminoso de la eternidad.

ridemmo come pagliacci nel circo luminoso dell’eternità.

el olViDo

lA DiMeNtiCANZA

Cerca al desposeído al desamparado el olvido pasea sus muertos insepultos entre la niebla. Cruza el sordo la calle, a brincos la sangre le hace señas

Vicino al reietto all’abbandonato la dimenticanza porta in giro i suoi morti insepolti tra la nebbia. Attraversa il sordo la strada, a balzi il sangue gli fa cenno


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

en el espejo de la mañana. Y no hay un árbol a la redonda donde poner un nido de pájaros, una sola nube donde acampar al sol.

nello specchio del mattino. e non c’è un albero attorno dove mettere un nido di uccelli, una sola nuvola dove accamparsi al sole.

el olvido pasea sus muertos insepultos cerca al desposeído al desamparado. el sordo cruza la calle. entre la niebla acampan los pájaros. Porque no hay un sol donde poner una nube un árbol donde borrar la sangre a cántaros de la madrugada.

la dimenticanza porta in giro i suoi morti insepolti vicino al reietto all’abbandonato. il sordo attraversa la strada. tra la nebbia si accampano gli uccelli. Perché non c’è un sole dove mettere una nuvola un albero dove cancellare il sangue a dirotto dell’alba.

lA reAliDAD Y el DeSeo

lA reAltÀ e il DeSiDerio

la tarde arrastra una banda de música tras los faldones del viento.

la sera trascina una banda musicale dietro i lembi del vento.

Súbitamente delante de mi vista, una alada pareja de baile persigue las notas otoñales del acordeonista solitario al fondo de la alameda.

immediatamente davanti ai miei occhi, un’alata coppia di ballerini insegue le note autunnali del fisarmonicista solitario in fondo al viale.

un ciego trastabillante bajo la lluvia aparece en el parque dominical. Al paso que la estatua de mármol de mi pensamiento pierde su última hoja de parra al avecinarse el anochecer.

un cieco vacillante sotto la pioggia appare nel parco domenicale. Nello stesso tempo la statua di marmo del mio pensiero perde la sua ultima foglia di fico al calar della sera.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

el iNStANte

l’ iStANte

Mañana gris, horas inexpresables, retrato hablado de Dios. Desapego que merodeas a mi alrededor como hojas secas arremolinadas al viento.

Mattina grigia, ore inesprimibili, identikit di Dio. Distacco che ti aggiri intorno a me come foglie secche che turbinano nel vento.

Payaso dormido al fondo de la escalera. león enjaulado ante el que se desvaneciera en éxtasis ramakrishna. Arrullo de palomas de ibn Arabi.

Pagliaccio addormentato in fondo alla scala. leone ingabbiato davanti a cui era svenuto in estasi ramakrishna. tubare di colombe di ibn Arabi.

Fruto dulcísimo del instante, santidad del instante, tesoro incólume, grano de arena frente al que se bate en retirada el tiempo.

Frutto dolcissimo dell’istante, santità dell’istante tesoro incolume, granello di sabbia di fronte al quale batte in ritirata il tempo.

lA SeDuCiÓN Del AlBA

lA SeDuZioNe Dell’AlBA

Al atardecer, un desconocido se esconde en el espejo de la alcoba. Si ella se desnuda o cierra los ojos, lo siente acercarse en la penumbra del corredor. Y qué manera de husmearla a ciegas en el lecho, en el negro avispero de las axilas, por la falda o el escote ceñido de su traje de noche.

Al tramonto, uno sconosciuto si nasconde nello specchio dell’alcova. Se lei si spoglia o chiude gli occhi, lo sente avvicinarsi nella penombra del corridoio. e che maniera di annusarla al buio dentro il letto, nel nero vespaio delle ascelle, lungo la gonna o la scollatura stretta dell’abito da sera.

Calzándole una muela de leche al lucero del alba, poniéndole velas al muerto, guantes a la lluvia, sacudiéndole la solapa al retrato del cuarto,

Calzando un dente da latte alla stella mattutina, mettendo candele al morto, guanti alla pioggia, scuotendo il risvolto al ritratto della stanza,

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anudándole un flor en el ojal, ajustándole y desajustándole las piezas al piano de cola del sueño, quitándole las medias de seda o el corpiño, colgándose y descolgándose del ropero, entrando y saliendo del museo, dejándole una carta de amor en la ventanilla del correo...

allacciandole un fiore all’occhiello, componendo o scomponendo i pezzi al pianoforte a coda del sogno, togliendole le calze di seta o il corpetto, attaccandosi e staccandosi dal guardaroba, entrando e uscendo dal museo, lasciandole una lettera d’amore allo sportello delle poste…

No tardaba en presentarse a la habitación del hotel el rubio y ojeroso botones del día.

Non tardava a presentarsi alla stanza dell’albergo il biondo fattorino del giorno con le occhiaie.

Mi DeMoNio PriVADo

il Mio DeMoNio PriVAto Para Juan Calzadilla

No sé cómo me encuentro tendido sobre el furgón de paja abandonado en una granja de las afueras de la ciudad. Si intento incorporarme, advierto que un hombre de cabellos rojos se halla sentado sobre mí, impidiéndome hacer cualquier movimiento para levantarme. No me queda otro remedio que permanecer muy quieto sintiendo revolverse mi estómago atacado de unas náuseas repentinas, en tanto el hombre rojo vuelve a mirarme con sus penetrantes ojos de hormiga que dejan clavado en mi piel su doloroso aguijón. Soy tu demonio –me dice– con voz salida de todas partes menos de su propia boca. Impido que te eleves en el aire y estalles como un globo inflado precipitadamente por un niño. –Porque eres un globo de aire, un globo de aire… ¿Me oyes?

Per Juan Calzadilla

Non so come mi trovo disteso sopra il furgone di paglia abbandonato in una fattoria della periferia della città. Se cerco di tirarmi su, avverto che un uomo dai capelli rossi si trova seduto su di me, impedendomi qualsiasi movimento per alzarmi. Non mi resta altro da fare che rimanere molto calmo sentendo rivoltarsi il mio stomaco attaccato da nausee improvvise, mentre l’uomo rosso torna a guardarmi con i suoi penetranti occhi di formica che lasciano conficcato nella mia pelle il loro doloroso pungiglione. Sono il tuo demonio – mi dice – con una voce uscita da ogni parte fuorché dalla sua bocca. Ti impedisco di alzarti in aria e di scoppiare come un palloncino gonfiato precipitosamente da un bambino. – Perché sei un palloncino d’aria, un palloncino d’aria… Mi senti?


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Armando romero

Armando romero

FloreS De urANio

Fiori D’urANio

llegaron los tres al mismo sitio Pidieron espumeantes bebidas Saludaron a la amable concurrencia

Arrivarono tutti e tre allo stesso posto Chiesero bibite spumeggianti Salutarono gli avventori gentili

llegaron los tres a la misma mesa tomaron humeantes pociones No conocían a nadie No estaban incómodos

Arrivarono tutti e tre allo stesso tavolo Presero fumanti pozioni Non conoscevano nessuno Non si sentivano a disagio

Y he aquí Que cuando los tres se encaramaron Sobre la cornisa Sobre la ventana Sobre el agujero la mujer de la cantina dijo no se asusten que ellos eran una nueva flor traída de oriente

ed ecco Che quando tutti e tre si arrampicarono Sopra la cornice Sopra la finestra Sopra il buco la donna dell’osteria disse di non spaventarsi perché erano un nuovo fiore portato dall’oriente

Pero cuando descendieron y mataron a toda la concurrencia ella dijo antes de morir que no había nada que temer Que se había equivocado de jardín Que se había equivocado de flor Y que en vez de traer flores de Buda Había traído flores de uranio

Ma quando scesero e uccisero tutti gli avventori lei disse prima di morire che non c’era niente da temere Che aveva sbagliato giardino Che aveva sbagliato fiore e che invece di portare fiori di Budda Aveva portato fiori di uranio

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

el DÍA Que Se eStrellÓ el MAr

il GiorNo CHe Si SCHiANtÒ il MAre

Me he detenido repentinamente en el sitio donde se estrelló el mar lo he visto triste y reclinado introduciendo un pedazo de arena en la última de sus cavidades articulares una pesada polea acciona los destrozos un ingeniero agita sus manos dirigiendo la empresa, –Creo que va a volar Vuela Se pierde– el mar se estrelló ayer por la tarde a la 1 y 15 Me dice José el Periodista luego agrega ¿Quieres comprobarlo? está bien toma tus manos llénalas de agua lo verás sangrar

Mi sono fermato all’istante Nel luogo dove si schiantò il mare l’ho visto triste e chinato introducendo un pezzo di sabbia Nell’ultima delle sue cavità articolari una pesante puleggia aziona i danni un ingegnere agita le mani dirigendo l’impresa, – Credo che volerà Vola Si perde – il mare si schiantò ieri pomeriggio all’1 e 15 Mi dice José il Giornalista Poi aggiunge Vuoi accertarti? Va bene Prendi le mani riempile d’acqua lo vedrai sanguinare

lA NoCHe reGreSÓ A Mi BolSillo

lA Notte ritorNÒ NellA MiA tASCA

extrañas mañanas ha repartido el lechero

Strane mattine ha distribuito il lattaio

las sábanas, las cobijas, caen pesadamente por el suelo los sueños y las pesadillas huyen con sus carcajadas de aves submarinas los ojos acostumbran la claridad reconociendo huellas olvidadas por ángeles guardianes –Alguien amanecerá limpiándose los huesos con su larga lengua de cristal–

le lenzuola, le coperte, cadono pesantemente a terra i sogni e gl’incubi fuggono con le loro risate di uccelli sottomarini Gli occhi si abituano alla luce riconoscendo tracce dimenticate da angeli custodi – Qualcuno si sveglierà pulendosi le ossa con la sua lunga lingua di vetro –

extrañas mañanas ha repartido el lechero

Strane mattine ha distribuito il lattaio

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

los overoles, las camisas, caen desde las altas alambradas a las calles la luna ya no muerde a nadie Han desfilado los buses, los automóviles. Se han perdido las esquinas Alguien irá diciendo: No hay día tan peligroso que me atrape besando tus manos

le tute da lavoro, le camicie, cadono dagli alti reticolati sulle strade la luna non morde più nessuno Hanno sfilato i bus, le automobili. Si sono perduti gli angoli Qualcuno andrà dicendo: Non c’è giorno così pericoloso che mi colga baciando le tue mani

extrañas mañanas ha repartido el lechero

Strane mattine ha distribuito il lattaio

las flores chupan el agua helada con sus poderosos pitillos perfumados en la cama el cuchillo busca más y más la profundidad de su pecho el duerme. Feliz la madre detuvo al recién nacido para decirle:

i fiori succhiano l’acqua gelata con i loro potenti tubicini profumati Nel letto il coltello cerca sempre più la profondità del suo petto egli dorme. Felice la madre trattenne il neonato per dirgli:

Destrozarás el mundo con tus pequeños garfiecitos y el mundo estará todo arañado y pasará gritando

Distruggerai il mondo con i tuoi piccoli gancetti e il mondo sarà tutto graffiato e passerà gridando

extrañas mañanas ha repartido el lechero

Strane mattine ha distribuito il lattaio

Se devoran una a una las bocas que aburren y hastían Sobre la mesa el libro azul que se abre en el sitio de las impudicias el duerme. Feliz Alguien frente al espejo dirá: Sabes que estoy aquí, que tengo conciencia de lo que me pasa y no me lo perdonas

Si divorano a una a una le bocche che annoiano e disgustano Sul tavolo il libro azzurro che si apre nel posto delle impudicizie egli dorme. Felice Qualcuno di fronte allo specchio dirà: Sai che sto qui, che ho coscienza di quanto mi succede e non me lo perdoni

los anteojos van a estrellarse contra la ventana el lápiz labial que ayer se derretía sobre la acera es hoy una mancha de sangre sobre el asfalto

Gli occhiali si schianteranno contro la finestra la matita per le labbra che ieri si scioglieva sul marciapiede è oggi una macchia di sangue sull’asfalto

extrañas mañanas ha repartido el lechero

Strane mattine ha distribuito il lattaio

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

el ÁrBol DiGitAl

l’AlBero DiGitAle

era un hombre al que le habían enterrado Su mano derecha Pasaba sus días metido en una pieza vacía Donde se sentaba los pies Contra el ángulo superior de la ventana Y su mano izquierda sosteniendo un ojo de buey Por el cual los rinocerontes ensartaban su cuerno Y hacían brillar su corteza metálica

era un uomo a cui avevano seppellito la mano destra Passava i giorni messo in una stanza vuota Dove si sedeva i piedi Contro l’angolo superiore della finestra e sostenendo con la mano sinistra un occhio di bue Attraverso il quale i rinoceronti infilavano il corno e ne facevano brillare la corteccia metallica

le había dado por ser poeta Y se pasaba todo el tiempo Hablando de la guerra De tal manera Que había descuidado su mano derecha esta creció lenta y furiosamente Y sin que él se diera cuenta Atravesó el mundo de lado a lado

Si era messo a fare il poeta e passava tutto il tempo Parlando della guerra in modo tale Da trascurare la mano destra Questa crebbe lentamente e furiosamente e senza che se ne accorgesse Attraversò il mondo da una parte all’altra

Cuando los niños de la parte norte de Sumatra Vieron aparecer un árbol sin hojas y sin frutos Corrieron espantados a llamar a sus padres estos vinieron con sus gruesas espadas Y cortaron el árbol de raíz un líquido blanco lechoso Salió de la corteza tronchada

Quando i bambini della parte nord di Sumatra Videro apparire un albero senza foglie e senza frutti Corsero spaventati a chiamare i genitori Questi vennero con le loro grandi spade e tagliarono l’albero alla radice un liquido bianco e lattiginoso uscì dalla corteccia troncata

Desde ese entonces el hombre como un poeta Siente un dolor terrible Agudo en un sitio del cuerpo que no puede determinar

Da allora l’uomo come un poeta Sente un dolore terribile Acuto in una parte del corpo che non può definire

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AlQuiMiA Del FueGo iNútil

AlCHiMiA Del FuoCo iNutile

en el horno de piedra Donde el fuego brota Hay silencio

Nel forno di pietra Dove scaturisce il fuoco C’è silenzio

las figuras que surgen tienen el idioma universal Del fuego y de la piedra

le figure che sorgono Posseggono l’idioma universale Del fuoco e della pietra

Cambian sus palabras como gritos de colores

Scambiano le loro parole come grida colorate

Aman y desaparecen A primera vista Crean y destruyen Al aleteo de los ojos

Amano e scompaiono A prima vista Creano e distruggono Con lo sbattere degli occhi

Nunca se encuentra dos veces la misma forma

Non si trova mai per due volte la stessa forma

en el fuego en el silencio en la piedra Hay algo que llamea Que no es el fuego Hay algo que canta Que no es el silencio Hay algo que se endurece Que no es la piedra

Nel fuoco Nel silenzio Nella pietra C’è qualcosa che fiammeggia Che non è il fuoco C’è qualcosa che canta Che non è il silenzio C’è qualcosa che s’indurisce Che non è la pietra

lA VeCiNDAD De lAS AGuAS

lA ViCiNANZA Delle ACQue A Pedro Lastra

He vuelto a los pequeños bosques al lado del río para sentir el silencio

A Pedro Lastra

Sono tornato nei piccoli boschi accanto al fiume per sentire il silenzio


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que se ahonda en sus orillas. No deben quebrarlo los pájaros que buscan lombrices en el barro, ni los troncos que se apilan entre sus recodos. una que otra lata de cerveza insiste contracorriente; uno que otro desperdicio se resuelve en remolino. todo es mínimo en la inmensidad de las aguas como en los ojos de un niño. todo estalla con ese ruido que el río lleva en sus adentros. No es sólo del bosque y el río lo que tiene que ser silencio.

che affonda nelle sue rive. Non devono romperlo gli uccelli che cercano lombrichi nel fango, né i tronchi accatastati tra i suoi meandri. Qualche lattina di birra insiste controcorrente; qualche rifiuto si riduce in un mulinello. tutto è minimo nell’immensità delle acque come negli occhi di un bambino. tutto esplode con quel rumore che il fiume porta al suo interno. Non è solo del bosco e del fiume quel che deve essere silenzio.

DeteNer lA HiStoriA

FerMAre lA StoriA A Alfonso

el emperador de turno se ha levantado hoy de su catre imperial a detener la historia con las manos, con los pies. Así lo hace a diario pues ésa es su misión. lo fue de sus antepasados, lo será de sus herederos. extraña realidad y trabajo para este hombre por un rato omnipotente: la historia empujó con fuerza antes y ahora esta cansada, como piedra en el camino. Pero el emperador de turno no quiere

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A Alfonso

l’imperatore di turno si è alzato oggi dal suo letto imperiale a fermare la storia con le mani, con i piedi. Fa così tutti i giorni perché è la sua missione. lo è stata dei suoi antenati, lo sarà dei suoi eredi. Strana realtà e lavoro per quest’uomo per un momento onnipotente: la storia ha spinto prima con forza e adesso è stanca, come pietra sulla strada. Ma l’imperatore di turno non vuole


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que retroceda ni se dé por vencida, porque su misión es detenerla. Sin ella él tampoco tendría presente o futuro. Cada mañana el emperador de turno sonríe y hace gestos de gozo frente a la multitud adherida al televisor, mientras la historia detenida se lamenta, y haciendo un esfuerzo, puja, atendiendo el clamor de sus intestinos.

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che retroceda e che si dia per vinta, perché la sua missione è fermarla. Senza di essa neanche avrebbe presente o futuro. ogni mattina l’imperatore di turno sorride e fa gesti di gioia di fronte alla moltitudine appiccicata alla televisione, mentre la storia fermata si lamenta, e facendo uno sforzo, spinge, badando al brontolio del suo intestino.

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luis Aguilera

luis Aguilera

CASA VACÍA

CASA VuotA

en la casa que vivo nadie me conoce. Sobre la tierra del patio pesa un árbol que talaron para que no se oyera el viento porque viento y árbol reunidos fue mi infancia.

Nella casa che abito nessuno mi conosce. Sulla terra del cortile pesa un albero che tagliarono affinché non si udisse il vento perché vento e albero insieme furono la mia infanzia.

en la casa que vivo la realidad es un accidente que pocas veces pasa y puertas y ventanas ciegas son y sordas cuando llamo la palabra que busca el corazón para expresarse.

Nella casa che abito la realtà è un incidente che poche volte succede e porte e finestre cieche sono e sorde quando chiamo la parola che cerca il cuore per esprimersi.

Y si por mí preguntan no he salido. Cada tristeza me tiene en su lugar un poco y centinela de mí me sé perdido donde el olvido tiene un cruce de caminos fugaz y misterioso con el tiempo.

e se chiedono di me non sono uscito. Mi tiene ogni tristezza al posto suo un poco e sentinella di me mi so perduto dove l’oblio forma un crocevia fugace e misterioso con il tempo.

en cada puerta entorno una falsa salida hacia los sueños: siempre es un extraño el que golpea y salgo para abrir y a mí me encuentro como un huésped de aquí que no conozco, en esta casa vacía donde muero.

Per ogni porta socchiudo una finta uscita verso i sogni: è sempre un estraneo a bussare ed esco per aprire e incontro me come ospite di qui che non conosco, in questa casa vuota dove muoio.

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eSCeNA

SCeNA

Yo no me muevo ni la arena cambia. la geografía del horror es inmutable. Abolido el anuncio de otro infierno, quien quiera subir a la escena que tome su fusil y se defienda.

io non mi muovo né la sabbia cambia. la geografia dell’orrore è immutabile. Abolito l’annuncio di un altro inferno, chi vorrà salire sulla scena prenda un fucile e si difenda.

PAtriA

PAtriA

¡Alto! levantaré los brazos. No es mi primera rendición ni será la última. todas las noches pacto un armisticio. Bajo una bandera blanca van mis sueños. Si despierto perderé mi patria.

Alt! Alzerò le braccia. Non è la mia prima resa né sarà l’ultima. tutte le notti patteggio un armistizio. Sotto una bandiera bianca vanno i miei sogni. Perderò la mia patria se mi sveglio.

eXtrANJero

StrANiero

Hoy he visto llorar a un hombre sobre un soldado muerto: su compañero. lágrima y sangre sobre la nieve.

oggi ho visto piangere un uomo sopra un soldato morto: il suo compagno. lacrima e sangue sopra la neve.

¿Sobre quién he de llorar yo que no encontré mi guerra y quién sobre mí si ahora o muerto soy un extranjero?

Sopra chi devo piangere io che non ho trovato la mia guerra e chi sopra di me se adesso o morto sono uno straniero?

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Quien nada tiene ni nada es ¿con qué palabras llora y de qué nostalgias huye de un lugar sin nombre?

Chi non ha niente e niente è con quali parole piange e da quali nostalgie fugge di un luogo senza nome?

uNiVerSo

uNiVerSo

Desde el televisor me mira una película. la chica se desnuda. también de mermelada son mis días. ignoro a todo aquel que quiere hacer con mi nombre muchedumbre. en los tiempos que corren está uno solo consigo y contra todos. Mío es el universo que cabe en una mesa, en la taza de café mi vida a sorbos, bajo las mantas respiro en un animal, ataco y huyo. Déjenme aquí miseria y fasto. No me muestren a nadie, yo no me asomo. repudio verme repetido en el espejo de los hombres: todos me son desconocidos o traidores.

Dal televisore mi guarda un film. la ragazza si spoglia. Anche di marmellata sono i miei giorni. ignoro chiunque voglia fare col mio nome moltitudine. Nei tempi che corrono si è soli con se stessi e contro tutti. Mio è l’universo che entra in una tavola, nella tazza di caffè la mia vita a sorsi, sotto le coperte respiro in un animale, attacco e fuggo. lasciatemi qui miseria e fasto. Non mostratemi a nessuno, io non mi affaccio. rifiuto di vedermi ripetuto nello specchio degli uomini: mi sono tutti sconosciuti o traditori.

SeñAleS

SeGNAli

Stop. luz roja. Peligro. Paso de peatones. Propiedad privada. Veneno. Prohibido fumar. uso de casco obligatorio. en caso de incendio rompa

Stop. luce rossa. Pericolo. Passaggio pedonale. Proprietà privata. Veleno. Proibito fumare. uso obbligatorio del casco. in caso d’incendio rompere

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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el vidrio. Alta tensión. Cuidado con el perro. Manténgase fuera del alcance de los niños. Pero no hay señales de vida ni a dónde levantar cabeza: hemos perdido las estrellas.

il vetro. Alta tensione. Attenti al cane. tenere fuori dalla portata dei bambini. Ma non ci sono segnali di vita né dove alzare la testa: abbiamo perduto le stelle.

MileNio

MilleNNio

Al final del siglo XX un hombre se detiene: el relámpago de un misil cruza el cielo endemoniado de irak. en otras guerras, bárbaros soldados buscan a quién matar o quién los mate. otros para morir bostezan. la historia es un pañuelo de lágrimas y sangre.

Alla fine del XX secolo un uomo si ferma: il lampo di un missile attraversa il cielo infernale dell’iraq. in altre guerre, barbari soldati cercano chi uccidere o chi li uccida. Altri sbadigliano per morire. la storia è un fazzoletto di lacrime e sangue.

Mírame bien: soy ese hombre detenido escribiendo este poema ante un milenio. Nada quedará de mí. el tiempo que pasa por aquí no ha de pasar por un lugar distinto. Aquí la huella frágil de la fiera pesa igual que la muerte de un millón de hombres.

Guardami bene: sono quell’uomo fermo che scrive questa poesia davanti a un millennio. Niente resterà di me. il tempo che passa per di qua non deve passare per un luogo diverso. Qui l’orma fragile della fiera pesa come la morte di un milione di uomini.

lo que sobrecoge es pensar que el más imbécil con tirar una piedra desordena el universo.

Quello che spaventa è pensare che il più imbecille solo tirando una pietra disordina l’universo.

Me SeNtArÉ A MirAr el Suelo

Mi SieDerÒ A GuArDAre A terrA

Me sentaré delante de mi casa a mirar el suelo.

Mi siederò davanti a casa mia a guardare a terra.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Sobre mis rodillas descansaré los brazos. en algún momento enlazaré las manos. Contra el bordillo el polvo seco, las colillas. Alguna bolsa plástica soplada por el viento. Si llueve reconoceré en mis zapatos el invierno. Habré dejado mi sombrero de tela y la bufanda.

Sopra le mie ginocchia riposerò le braccia. A un certo punto congiungerò le mani. Contro il bordo del marciapiede la polvere secca, i mozziconi. una busta di plastica soffiata dal vento. Se piove riconoscerò sulle mie scarpe l’inverno. Avrò lasciato il mio cappello di tela e la sciarpa.

Detrás de mí el quicio de la puerta, mi frontera. Qué si desde dentro una mujer peinándose. Qué, si tibia, desperezándose en la cama. De la calle para allá desapareciendo un país u otro o nada. Sin mirar arriba. Sin que nadie venga. Sin llegar de lejos. Me sentaré delante de mi casa a mirar el suelo. Sólo a mirar el suelo. Cabizbajo.

Dietro di me il cardine della porta, la mia frontiera. Che importa, se da dentro una donna si pettina. Che importa, se si stiracchia, tiepida, nel letto. Se dalla strada in là scompaiono un paese o l’altro o niente. Senza guardare in alto. Senza che nessuno venga. Senza arrivare da lontano. Mi siederò davanti a casa a guardare a terra. Solo a guardare a terra. A testa bassa.

CASA

CASA

Soy el único que entra y sale de esta casa. Abrir o cerrar la puerta son actos absolutos. lleno o desocupo. lo mismo hago con la luz cuando la enciendo. Devuelvo a las cosas forma y uso.

Sono l’unico che entra ed esce da questa casa. Aprire o chiudere la porta sono atti assoluti. riempio o svuoto. Faccio lo stesso con la luce quando l’accendo. restituisco alle cose forma e uso.

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Soy su movimiento. Por eso nada existe en esta casa mientras duermo. Soy la vida. Si mañana la muerte, sombra de verano. Habré olvidado la última cintura. un abrazo será mi puente de salida.

Sono il loro movimento. Perciò niente esiste in questa casa quando dormo. Sono la vita. Se domani la morte, ombra d’estate. Avrò dimenticato l’ultima cintura. un abbraccio sarà il mio ponte di uscita.

espero sin otro pensamiento que la lluvia. el tiempo probará que nunca estuve aquí. Que no tuve Dios ni fui soñado.

Aspetto senza un altro pensiero che la pioggia. il tempo proverà che non sono mai stato qui. Che non ho avuto Dio né fui sognato.

CAÍDA

CADutA

Nadie me verá en mi caída. Me he levantado antes de tocarla. Yo rompí su vuelo. lo mío es ascender. Quien me ha burlado se ha quedado con mis alas: ignora donde queda el cielo. Si de piedra el agua, yo me hago navegar en su reflejo. Más poderosa es la mano que me empuja que el dolor que me detiene. Yo miro el fin dando la espalda. en algún lugar ha de quedar el cruce del regreso. Y volveré convertido en poesía. Mi camino está en el aire. Por el aire subo. Nadie sabrá de mi caída.

Nessuno mi vedrà nella mia caduta. Mi sono alzato prima di sfiorarla. Ho rotto il suo volo. il mio istinto è salire. Chi di me si è burlato è rimasto con le mie ali: ignora dove stia il cielo. Se di pietra l’acqua, io mi faccio navigare nel suo riflesso. la mano che mi spinge è più potente del dolore che mi trattiene. io guardo la fine voltando le spalle. Da qualche parte sarà l’incrocio del ritorno. e tornerò convertito in poesia. la mia strada è nell’aria. Attraverso l’aria salgo. Nessuno saprà della mia caduta.

AreNA Pasa el último amor hacia una edad prohibida. Nadie sale a recibirlo, a regocijarse en él, a festejarlo.

SABBiA Passa l’ultimo amore verso un’età proibita. Nessuno esce a riceverlo, a rallegrarsene, a festeggiarlo.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Como la hoja escindida de su árbol no interrumpe su luz: narra otra estación o la proscribe. Sedicente, madura en la lentitud el esplendor que lo descubre.

Come la foglia staccatasi dall’albero non interrompe la sua luce: narra un’altra stagione o la proscrive. Sedicente, matura nella lentezza lo splendore che lo scopre.

Sobre la primera línea de los labios besos de arena que se quedan para oír el mar cuando se aleja.

Sopra la prima linea delle labbra baci di sabbia che rimangono per udire il mare quando si allontana.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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José luis Díaz-Granados

José luis Díaz-Granados

JúBilo

GiuBilo

No faltarán palabras para cantar el júbilo, siempre tendré un murmullo. Para abrir el silencio, para herir la clausura de la noche siempre tendré en mis labios un balbuceo, un canto, una balada, nunca un eco que roce mi boca o mi destino. Nunca vendré de nadie para alabar tu cáscara. Sobrarán los instantes para besarte íntegra. No faltarán sonrisas ni goces en las ceremonias improvisadas. todo se hará a su tiempo y será pronto. Ahora abandonémonos a este ocio invisible.

Non mancheranno parole per cantare il giubilo, sempre avrò un bisbiglio. Per aprire il silenzio, ferire la chiusura della notte sempre avrò sulle labbra un balbettio, un canto, una ballata, mai un’eco che sfiori la mia bocca o il mio destino. Mai verrò da nessuno per lodare il tuo guscio. Avanzeranno gli istanti per baciarti integra. Non mancheranno sorrisi né piaceri nelle cerimonie improvvisate. Avverrà tutto a suo tempo e sarà presto. Adesso abbandoniamoci a quest’ozio invisibile.

AlBA

AlBA*

Para mi loca vida, al mediodía, un día más día que todos, el sol regó la lluvia y el alba al mediodía aún era alba, más sutil que un minuto transparente y más minuto que un océano eterno.

Per la mia folle vita, a mezzogiorno, un giorno più di tutti giorno, il sole annaffiò la pioggia e l’alba a mezzogiorno era ancora alba, più sottile di un minuto trasparente e più minuto di un eterno oceano.

Cisterna pura donde cabe mi ser entero, mar de rocío que me acaricia incesante, patria perenne de mi corazón, jaula donde descansa para siempre mi alma.

Cisterna pura dove entra il mio essere intero, mar di rugiada che mi accarezza incessante, patria perenne del mio cuore, gabbia dove riposa la mia anima per sempre.

* Questa poesia fu musicata da iván Benavides e presentata a Bogotá, 1982.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Alba-luz, alba-sol, alba-marina, alba-día, alba-siempre, alba-del-alma, alba-hoy, alba-azul, alba-de-julio, alba-amor, alba-esposa, alba-dormida, alba-verso, alba-única, alba-mía.

Alba-luce, alba-sole, alba-marina, alba-giorno, alba-sempre, alba-dell’anima, alba-oggi, alba-azzurra, alba-di luglio, alba-amore, alba-sposa, alba-addormentata, alba-verso, alba-unica, alba-mia.

Navío, vasija, cueva, balandra de mis sueños, gaveta donde guardo todos mis pensamientos, cofre donde se esconde mi sonrisa, donde moran mis ansias y mis recuerdos.

Nave, recipiente, grotta, cutter dei miei sogni, cassetto dove conservo tutti i miei pensieri, scrigno dove si nasconde il mio sorriso, dove abitano le mie ansie e i miei ricordi.

Alba, norte presente, norte eterno, carne mía, mi sombra, mi gemela, mi compañera loca, mi pulsera, mi mágico aposento, mi pequeño castillo, donde habita el amor...

Alba, nord presente, nord eterno, carne mia, mia ombra, mia gemella, mia compagna folle, mio bracciale, mio magico alloggio, mio piccolo castello, dove abita l’amore...

HuiDA HACiA lA eterNiDAD

FuGA VerSo l’eterNitÀ

Caminando lentamente, irremediablemente hacia la muerte, sólo quiero, entretanto, ir tocando esta luz, esta semilla, esta tierra, ir sintiendo el sabor de esta fruta recién cogida, de este labio que la novia ofrece con su profunda delicia, para cuando llegue la hora de la huida inventar en la eternidad el beso y el fruto y el poema.

Camminando lentamente, irrimediabilmente verso la morte, solo voglio, nel frattempo, toccare questa luce, questo seme, questa terra, sentire il sapore di questa frutta appena colta, di questo labbro che la sposa offre con profonda delizia, per quando giungerà l’ora della fuga inventare nell’eternità il bacio e il frutto e la poesia.

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eN uN BAr FreNte A lA MAr oCÉANA A Javier Bozalongo

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

iN uN BAr Di FroNte Al MAre oCeANo A Javier Bozalongo

una vez, hace cuarenta y cinco años, Me refugié en un café mientras llovía. Dos hombres jóvenes hablaban de literatura, Disertaban de temas y de autores Sobre los que sólo yo pensaba que tenía dominio.

una volta, quarantacinque anni fa, Mi rifugiai in un caffè mentre pioveva. Due giovani parlavano di letteratura, Dissertavano di temi e di autori Che solo io pensavo di conoscere.

Me acerqué sin pudor y discutí con ellos. Me recibieron con simpatía, me invitaron A un café; al rato, todo había concluido.

Mi avvicinai senza pudore a discutere con loro. Mi ricevettero con simpatia e m’invitarono A un caffè; poco dopo, si era tutto concluso.

Me ocurrió muchas veces, en Bogotá, en la Habana, en Gera, en leningrado –Donde veía a una muchacha rubia leer en el Metro o a un joven escribiendo en un café o a un anciano tranquilo leyendo Moby Dick–.

Mi capitò molte volte, a Bogotá, A l’Avana, a Gera, a leningrado – Dove vedevo una ragazza bionda leggere nella metro o un giovane scrivere in un caffè o un anziano tranquillo leggere Moby Dick –.

Algo anotaba yo, me sumergía en sus mundos, imprudente, sin pedirles permiso, Manifestaba algo haciéndome notar, Como queriendo decirles a todos: Yo conozco los temas de su interés preciso, Yo leo, también escribo, por favor, Dénme paso para seguir avanti, Yo también he afinado mi flecha Y he apuntado hacia un blanco Al que siempre he acertado a equivocarme.

Annotavo qualcosa, m’immergevo nei loro mondi, imprudente, senza chiedere permesso, Manifestavo qualcosa facendomi notare, Come volendo dire a tutti: io conosco i temi di loro preciso interesse, io leggo, scrivo anche, per favore, Cedetemi il passo per proseguire avanti Anch’io ho affinato la mia freccia e ho mirato a un bersaglio Che ho sempre sbagliato a centrare.

Pero aquí estoy ahora, frente al mar de Almuñécar, Contemplando su bahía tan parecida a la de Santa Marta–, en un bar donde un hombre joven de barba incipiente le lee a su bella novia un párrafo de Macbeth, Y les digo en silencio: acepten un minuto

Ma ora sono qui, di fronte al mare di Almuñécar, Contemplando la sua baia – così simile a quella di Santa Marta –, in un bar dove un giovane con la barba incipiente legge alla sua bella fidanzata un brano di Macbeth, e io dico loro in silenzio: accettate un minuto


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

De interrupción, pero es que necesito Que sepan que yo existo, que hago parte del orbe, Que también he inscrito las huellas de mi alma en palabras que a lo mejor leerían Y algo les podría encantar o hechizar o cautivar.

D’interruzione, il fatto è che ho bisogno che sappiate che esisto, che faccio parte dell’orbe, Che ho anche registrato le orme della mia anima in parole che forse vi verrebbe voglia di leggere e potrebbero incantarvi, ammaliare o sedurre.

Sí, por favor, no me espanten tan pronto, No soy Melville, ni Shakespeare, ni Neruda, Pero algo he soñado para que ustedes sueñen Y sé que alguna línea mía derrotará la muerte.

Sì, per favore, non intimoritemi subito, Non sono Melville, né Shakespeare o Neruda, Ma qualcosa ho sognato perché voi sogniate e so che un mio verso sconfiggerà la morte.

Almuñécar (Andalucía) España, 17 de mayo de 2014.

Almuñécar (Andalusia) Spagna, 17 maggio 2014.

lA FieStA PerPetuA

lA FeStA PerPetuA

Mi historia está llena de silbidos y dédalos, de voces y de veces, de jodidas preguntas, de estaciones narradas para un inventario de cicatrices y de resonancias.

la mia storia è piena di fischi e di dedali, di voci e di volte, di fottute domande, di stagioni narrate per un inventario di cicatrici e di risonanze.

Mi historia es una casa que envejece con sus recintos intactos. Mi historia es un cuerpo que habita entre estupores y una boca que incendia las palabras cuando bebe el amor. Mi historia debe ser un banquete, una fiesta perpetua donde conviven el duende y el disturbio.

la mia storia è una casa che invecchia con i suoi recinti intatti. la mia storia è un corpo che abita fra stupori e una bocca che incendia le parole quando beve l’amore. la mia storia deve essere un banchetto una festa perpetua dove convivono il folletto e il disordine.

La Habana, verano del 2000.

L’Avana, estate del 2000.

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el rAPto De MiS SueñoS

il rAPiMeNto Dei Miei SoGNi

¿Dónde estoy? Yo despierto y no encuentro mis cosas. ¿He perdido las llaves que me inducen al vuelo? No me encuentro en mis libros ni veo mi propio espejo ni la dolida mesa de los ciegos papeles ni las voces de siempre ni mis zumos terrestres. No me palpo a mí mismo pero tampoco he muerto. No encuentro mis fantasmas ni veo mi geografía. Sólo capturo ahora avenidas inéditas y una calle sin rumbo por donde yo me pierdo sin mis ángeles vivos. Yo despierto y me duele el rapto de mis sueños.

Dove sono? Mi sveglio e non trovo le mie cose. Ho perduto le chiavi che mi spingono al volo? Non mi trovo nei miei libri né vedo il mio specchio né il mio tavolo afflitto delle carte cieche né le voci di sempre né i miei succhi terrestri. Non palpo me stesso ma neanche sono morto. Non trovo i miei fantasmi né vedo la mia geografia. Solo catturo adesso inediti viali e una via senza meta per la quale mi perdo senza i miei angeli vivi. Mi sveglio e mi dolgono i miei sogni rapiti.

HoY

oGGi The river is moving. The blackbird must be flying. WAllACe SteVeNS

Hoy llegan a mis ojos los ayeres –padres, casa con tías, abuelo, armas de la infancia que vuelve, calle, amigos–, y el sol asoma apenas inaugurando el alba.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

The river is moving. The blackbird must be flying. WAllACe SteVeNS

oggi giungono ai miei occhi gli ieri – genitori, casa con le zie, nonno, armi dell’infanzia che ritorna, strada, amici –, e il sole s’affaccia appena inaugurando l’alba.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

el futuro aún timido murmura un bello instante de delirantes versos y besos procelosos.

il futuro ancora timido mormora un bell’istante di deliranti versi e baci procellosi.

No sé qué hacer mañana con el ayer de ahora, no sé qué hacer ahora con el hoy de mañana.

Non so che fare domani con l’ieri di adesso, non so che fare adesso con l’oggi di domani.

Deme usted la palabra, sol naciente, tan sólo una palabra y seré día.

Mi dia la parola, sole nascente, soltanto una parola e sarò giorno.

eSPÍA

SPiA

Hay alguien espiando por el cerrojo de mi puerta, detrás de la ventana, sobre el techo, bajo las tablas de mi alcoba hay alguien que me espía, que devora mis lápices pero también mis sueños, alguien espiando muerde mi desdicha.

C’è qualcuno che spia dalla serratura della mia porta, dietro la finestra, sopra il tetto, sotto le assi del mio letto c’è qualcuno che mi spia, che divora le mie matite e anche i miei sogni, qualcuno che spiando morde la mia disgrazia.

Hace tiempo siento esa presencia y me he ido acostumbrando a su pesada sombra. Me acompaña a la mesa, me prepara los tintos, bebe a mi lado, duerme, se desvela porque conoce todos mis secretos.

Ne avverto da tempo la presenza e mi sono andato abituando alla sua pesante ombra. Mi accompagna a tavola, mi prepara i vini rossi, beve al mio fianco, dorme, non prende sonno perché conosce tutti i miei segreti.

el que me espía escribe este poema.

Colui che mi spia scrive questa poesia.

ANteS Del DeSPertAr

PriMA Del riSVeGlio

Hoy me besó, desnudo, un sueño: era el resplandor impuro del día que llega, con miedo.

oggi mi ha baciato, nudo, un sogno: era lo splendore impuro del giorno che arriva, con paura.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Juan Manuel roca

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Juan Manuel roca

Al PoBre DiABlo

Al PoVero DiAVolo

Al hombre anclado en la esquina del olvido, al hombre escupido por viejos matones de barriada,

All’uomo ancorato all’angolo della dimenticanza, all’uomo sputato da vecchi bulli di quartiere,

Al jubilado de sí mismo, al muchacho humillado que se esconde detrás de su acuosa mirada,

Al pensionato di se stesso, al ragazzo umiliato che si nasconde dietro il suo sguardo acquoso,

Al que estorba en la fiesta de los audaces, a los que no han tenido oficio conocido y no podrían balbucir el retrato hablado de su madre,

A chi disturba nella festa degli audaci, a quanti non hanno avuto un mestiere conosciuto e non potrebbero balbettare l’identikit della loro madre,

A los que siempre parecen estar en otra parte, al que escapa de las miradas cuando lo buscan en el parque como pasto de burlas, Al confinado al cepo del silencio en la ronda nocturna de los sabios, al que tartamudea como una vela encendida, Al que está a punto de abrir la puerta de emergencia que conduce a un pasadizo de ingreso al otro mundo, A la oveja negra de la familia que picotea fármacos y grageas para intentar espantar la jauría de sus miedos, Al sumo sacerdote de la religión de las derrotas, a los despreciados por sus espejos, al que prefiere ser prófugo de su cuerpo antes que ser su propio carcelero,

A quanti sembrano stare sempre da un’altra parte, a chi sfugge agli sguardi quando lo cercano nel parco, per burlarsi di lui, Al confinato ai ceppi del silenzio nella passeggiata notturna dei saggi, a chi tartaglia come una candela accesa, A chi sta per aprire la porta di emergenza che conduce a un corridoio d’ingresso all’altro mondo, Alla pecora nera della famiglia che bruca farmaci e capsule per cercare di spaventare la muta delle sue paure, Al sommo sacerdote della religione delle sconfitte, ai disprezzati dai loro specchi, a chi preferisce essere profugo del suo corpo piuttosto che essere il proprio carceriere,

A los que ignoran qué responder cuando preguntan “¿quién anda por ahí?”, al que “le daban duro con un palo y duro también con una soga”,

A quanti non sanno che cosa rispondere quando chiedono “chi va là?”, a chi “è bastonato e con il cappio al collo”,

Al que cambiaría el becerro de oro por una charla con parias y tenderos, al aturdido, al turulato, al pestífero que pregunta en qué lugar queda la vida,

A chi cambierebbe il vitello d’oro con una chiacchierata con i paria e i bottegai, allo stordito, allo stupito, al pestifero che chiede in quale posto sta la vita,


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Al incierto cuya sombra cojea más que su cuerpo, a los que han sido más pateados que el balón de una escuela, al sospechoso de todas las aduanas por su morral lleno de vacío,

All’incerto la cui ombra zoppica più del suo corpo, a quanti hanno preso più calci del pallone di una scuola, al sospettoso di tutte le dogane per il suo carniere pieno di vuoto,

Al que no logra ser jinete de sí mismo, a los que ejercen el papel de niños clandestinos y solo juegan cuando no los obligan a mendigar,

A chi non riesce a essere cavaliere di se stesso, a quanti svolgono il ruolo di bambini clandestini e solo giocano quando non sono costretti a mendicare,

Al hereje hecho a imagen de nadie, a los abucheados por la multitud en un país de dioses abolidos, A los que desafinan en el coro, al que suena como el platillo de una batería que cae en el silencio de un velorio, Al imprudente que no espera a que el flautista de Benarés duerma la cobra para mirarla a los ojos, Al hombre de cristal que atraviesa en medio de una pelea entre dos bandos de picapedreros, A los desobedientes que quisieran confinar en un rincón del museo del olvido, al que nadie espera al regreso de la guerra, A los que desalojan de su casa y luego expulsan para siempre de su cuerpo, al espantapájaros burlado por el cuervo,

All’eretico fatto a immagine di nessuno, a quanti sono fischiati dalla folla in un paese di dei aboliti, A quanti stonano nel coro, a chi suona come il piatto di una batteria che cade nel silenzio di una veglia funebre, All’imprudente che non aspetta che il flautista di Benares addormenti il cobra per guardarlo negli occhi, All’uomo di vetro che attraversa in mezzo a una rissa tra due opposti gruppi di tagliapietre, Ai disobbedienti che vorrebbero relegarsi in un angolo del museo dell’oblio, a chi, di ritorno dalla guerra, non è aspettato da nessuno, A quanti sono cacciati via dalla loro casa e poi sono espulsi per sempre dal loro corpo, allo spaventapasseri beffato dal corvo,

Al portavoz de sí mismo que odian los feligreses de todos los partidos, al que conducen a la comisaría mientras grita que la civilización es “puta vieja y desdentada”,

Al portavoce di se stesso odiato dai gregari di tutti i partiti, a chi viene portato al commissariato mentre grida che la civiltà è “una puttana vecchia e sdentata”,

Al que jugó su corazón y se lo ganó la violencia, al que intenta dormir “en la carreta que lo conduce de la cárcel al patíbulo”,

A chi giocò il suo cuore e lo vinse la violenza, a chi cerca di dormire “nel carro che lo conduce dal carcere al patibolo”,

Al perseguido que pretende esconderse en el poema de un gitano y al gitano que pretende esconderse tras la sombra de un violín,

Al perseguitato che pretende di nascondersi nella poesia di uno zingaro e allo zingaro che pretende di nascondersi dietro l’ombra di un violino,

Al impulsado a la plaza del escarnio, al asediado por la jauría de Salieris de parroquia que le ladran a su sombra,

A chi è trascinato nella piazza dello scherno, all’assediato dalla muta dei Salieri di turno che abbaiano alla sua ombra,

Al calumniado por los sacristanes de la envidia que lo maldicen en la lengua de los muertos,

Al calunniato dai sagrestani dell’invidia che lo maledicono nella lingua dei morti,


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A los que no extienden su sombrero para pedir migajas de milagro, a los que están en la mira de los hacedores de villanos en los diarios y en las redes policiales,

A quanti non porgono il loro cappello per chiedere briciole di miracolo, a quanti sono nel mirino dei creatori di cattivi nei giornali e nelle reti poliziesche,

Al que solo conoce la lengua del silencio, al que llevan al tribunal por negarse a vestir el uniforme de la muerte,

A chi solo conosce la lingua del silenzio, a chi viene condotto in tribunale perché si è rifiutato di indossare l’uniforme della morte,

Al que devela la miseria que ocultan los himnos, a los hombres acosados que sospechan que todas las ventanas del mundo están a punto de saltar al vacío,

A chi scopre la miseria che nascondono gli inni, agli uomini incalzati che credono che tutte le finestre del mondo stiano per saltare nel vuoto,

A los desplazados y sus muros de aire, al boxeador que cae a la lona sacudido por un gancho de derecha, A los locos del pueblo que cruzan enfundados en una capa de harapos como reyes miserables, Al músico envuelto en un gabán raído al que le indican los empresarios la puerta de servicio del lento salón de baile, Al que se niega a escuchar el canto de los vendedores de humo, al gato escaldado por el carnicero, al caballo espoleado por el miedo,

Agli spaesati e ai loro muri d’aria, al pugile che va al tappeto colpito da un gancio destro, Ai pazzi del paese che attraversano infagottati in un manto di stracci come re miserabili, Al musicista avvolto in un logoro cappotto a cui gli impresari indicano la porta di servizio della lenta sala da ballo, A chi si rifiuta di ascoltare il canto dei venditori di fumo, al gatto scottato dal macellaio, al cavallo spronato dalla paura,

Al sin suerte que practica el tiro al blanco y siempre atina en el centro del error, al niño solitario que espía la vida a través de los cerrojos,

Allo sfortunato che pratica il tiro al bersaglio e sempre colpisce al centro dell’errore, al bambino solitario che spia la vita attraverso i chiavistelli,

Al aguafiestas. Al que llega tarde a su propio velorio. A los poetas enjaulados por todos los tiranos

Al guastafeste. A chi arriva tardi alla sua veglia funebre. Ai poeti ingabbiati da tutti i tiranni

les dedico esta ronda de palabras sin blasones: algo de ellos convive sin remedio en mi pellejo.

Dedico il mio turno di parola senza blasoni: qualcosa di essi vive inevitabilmente nella mia pelle.

(inédito)

(inedita)


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lA eStAtuA De BroNCe

lA StAtuA Di BroNZo

(A la manera de Ossip Brodski)

(Alla maniera di Ossip Brodski)

Primero haremos, si el Cabildo de la ciudad lo permite, el caballo. un alazán en bronce con sus patas delanteras levantadas Como ejemplo para cruzar obstáculos y abismos. luego fundiremos el hombre, Pues un caballo sin jinete no es digno de una plaza Y ni siquiera puede llamarse monumento. Que todo el burgo aporte llaves, aldabones, candelabros, Monedas, candados, espuelas, medallas y cubiertos Para fundir el hombre a su caballo. Después discutiremos el lugar para la estatua y la forma de su pedestal. ¿un recodo cercano a las montañas entre bosques de sauces y eucaliptos? No estaría mal construir en el sitio elegido un pequeño parque que permita a las mucamas Citarse con sus novios al pie de la escultura. Debe amoblarse el espacio con bancas de madera: los oficinistas comerían emparedados a la hora del receso. Bella será la sombra al mediodía De Caballo y jinete sobre la grava y el asfalto. las hojas caídas de los árboles tejerán un tapiz crujiente al paso de los estudiantes. los viejos fotógrafos Sacarán los domingos sus cámaras de cajón Y harán que los enamorados prolonguen el tiempo de los besos. todo concertado con autoridades eclesiásticas, civiles y militares. luego vendrá la discusión. ¿Quién debe ser el hombre encima del corcel? Sabios hay pocos. Guerreros y héroes son dudosos. un filósofo a caballo No puede replegar su pensamiento. los poetas viven recostados en la hierba. los campesinos no montan caballos de viento. los directores de orquesta no pueden dirigir Desde una montura de bronce y el lomo inclinado de un caballo.

Prima faremo, se il consiglio comunale lo permette, il cavallo. un sauro di bronzo con le zampe anteriori alzate Come esempio per superare ostacoli e abissi. Poi fonderemo l’uomo, Perché un cavallo senza cavaliere non è degno di una piazza e nemmeno si può chiamare monumento. tutto il paese porti chiavi, battenti, candelabri, Monete, lucchetti, speroni, medaglie e posate Per fondere l’uomo il suo cavallo. Dopo discuteremo sul luogo per la statua e sulla forma del piedistallo. un angolo vicino alle montagne tra boschi di salici ed eucalipti? Non starebbe male costruire nel posto scelto un piccolo parco che permetta alle servette Di darsi appuntamento con i loro fidanzati ai piedi della scultura. Si deve arredare lo spazio con panchine di legno: Gli impiegati mangerebbero tramezzini durante la pausa pranzo. Sarà bella l’ombra a mezzogiorno Di cavallo e cavaliere sulla ghiaia e l’asfalto. le foglie cadute dagli alberi tesseranno un tappeto crepitante sotto il passo degli studenti. i vecchi fotografi tireranno fuori la domenica i loro apparecchi fotografici a cassetta Facendo in modo che gli innamorati prolunghino il tempo dei baci. tutto concordato con le autorità ecclesiastiche, civili e militari. Poi verrà la discussione. Chi deve essere l’uomo sul destriero? Sapienti ce ne sono pochi. Guerrieri ed eroi sono discutibili. un filosofo a cavallo Non può retrocedere dal suo pensiero. i poeti vivono coricati sull’erba. i contadini non montano cavalli al vento. i direttori d’orchestra non possono dirigere Da una cavalcatura di bronzo e dalla groppa chinata di un cavallo.


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los jubilados prefieren cabalgar nubes Y permanecer sentados en los bancos. los pintores trazan caballos pero aman más los caballetes. los arquitectos pierden la perspectiva. los almirantes prefieren las crines de las olas. las bailarinas no necesitan pedestal para su vocación de aire. los astrólogos son una franca minoría. ¿Quién podrá ser el jinete de bronce Sobre el imponente y brioso caballo de bronce? Deberá ser alguien que muchos ciudadanos admiren. un hombre que sea su propio mentor, Que haya luchado a brazo partido por su gloria y su fortuna. Ya está. levantémosle una estatua al asesino.

i pensionati preferiscono cavalcare nuvole e restare seduti sulle panchine. i pittori tracciano cavalli ma preferiscono i cavalletti. Gli architetti perdono la prospettiva. Gli ammiragli preferiscono il crine delle onde. le ballerine non hanno bisogno di piedistallo per la loro vocazione all’aria. Gli astrologi sono un’evidente minoranza. Chi potrà essere il cavaliere di bronzo Sull’imponente e gagliardo cavallo di bronzo? Dovrà essere qualcuno che molti cittadini ammirino, un uomo che sia il suo stesso mentore, Che abbia lottato strenuamente per la sua gloria e la sua fortuna. Ci siamo! innalziamo una statua all’assassino.

eN el CAFÉ Del MuNDo

Nel CAFFÈ Del MoNDo

Por la mañana, Cuando un sol de páramo merodea la ciudad, las meseras del café limpian las sobras de una conversación Y las manchas que dejan en el piso las voces nocturnas. A alguien debió caersele en el baño la palabra amor, Pues no se soporta el olor a flor marchita Que invade sus muros. limpien, limpien las palabras regadas en el mantel o esparcidas como cigarros apagados en los rincones. Sólo son pavesas de voces, Cenizas del verbo, frutas disecadas. las meseras espantan a las moscas con un diario: las palabras no son hadas caídas de labios del fabulador, Ni cadáveres en fuga hacia el vacío, Pero las moscas se frotan las patas Frente a sus melancólicos residuos.

la mattina, Quando un sole desertico vaga per la città, le cameriere del caffè Puliscono gli avanzi di una conversazione e le macchie che lasciano sul pavimento le voci notturne. A qualcuno sarà caduta nel bagno la parola amore, Perché non si può sopportare l’odore di fiore appassito Che invade i suoi muri. Pulite, pulite le parole innaffiate sulla tovaglia o sparse come sigarette spente Negli angoli. Sono solo faville di voci, Ceneri del verbo, frutta essiccata. le cameriere scacciano le mosche con un giornale: le parole non sono fate cadute dalle labbra del favoleggiatore, Né cadaveri in fuga verso il vuoto, Ma le mosche si stropicciano le zampe Di fronte ai loro malinconici avanzi.


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tal vez al borde del vaso con restos de cerveza la palabra país se haga recuerdo Pues hay algo de tela de araña, de ruina de tiempo, De un mestizaje de sueño y pesadumbre en torno de la mesa. Aún están las sillas con las patas arriba Como carrileras o pirámides o torres De una Babel silenciosa Y las meseras se aprestan a barrer un otoño de voces. Palabras que fueron mordidas con pasión o arrojadas por la espalda, Palabras titubeantes en labios del herido o untadas de una tenaz melancolía, Mariposas derribadas en su vuelo. las meseras ignoran que limpian y barren las palabras, Que algunas recorrieron el mundo, muelles y hangares, Para venir a morir bajo una mesa. la palabra libertad que agitó su bandera de harapos Se deshace entre los restos de la noche Y no es fácil remendarla con agujas de lluvia. Ni perros ni gatos husmean los escombros Donde se acumulan los sinónimos del hombre. Hasta la palabra miedo Ha mudado de piel y ya no tiembla. Ah, diligentes meseras que ponen orden a los objetos Aunque nadie los nombre. Yo las veo recogiendo pedazos de la palabra cristal, entre enceguecidos Narcisos Que fingen no verse en aguas pantanosas. la palabra muerte no quiere deshacerse, Se resiste a morir en el café de la noche. las pulcras meseras recogen, entre papeles arrugados y sombras y cabellos y fantasmas, las sílabas del día, sus inciertas potestades. limpien, limpien llanuras, suburbios, subterráneos, Glaciares y jardines y patios y collares, el eco del silencio que atraviesa la noche.

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Forse sull’orlo del bicchiere con residui di birra la parola paese diventerà ricordo Perché c’è un non so che di ragnatela, di rovina di tempo, Di un incrocio di sogno e di pena intorno al tavolino. le sedie stanno ancora con le gambe in su Come impalcature, piramidi o torri Di una Babele silenziosa e le cameriere si apprestano a spazzare un autunno di voci. Parole che furono morse con passione o scagliate a tradimento, Parole vacillanti sulle labbra del ferito o unte d’una tenace malinconia, Farfalle abbattute nel loro volo. le cameriere non sanno di pulire e spazzare le parole, Che alcune percorsero il mondo, moli e hangar, Per venire a morire sotto un tavolino. la parola libertà che agitò la sua bandiera a brandelli Si disfa tra i resti della notte e non è facile rammendarla con aghi di pioggia. Né cani né gatti annusano le macerie Dove si accumulano i sinonimi dell’uomo. Persino la parola paura Ha cambiato pelle e più non trema. Ah, diligenti cameriere che ordinano gli oggetti Anche se nessuno li nomina. io le vedo raccogliere pezzi della parola vetro, tra accecati Narcisi Che fingono di non vedersi in acque paludose. la parola morte non vuole disfarsi, resiste a morire nel caffè della notte. le linde cameriere raccolgono, tra carte accartocciate e ombre e capelli e fantasmi, le sillabe del giorno, le loro potestà incerte. Pulite, pulite pianure, suburbi, sotterranei, Ghiacciai e giardini e cortili e collane, l’eco del silenzio che attraversa la notte.

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PoeMA CoN tiGreS

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PoeSiA CoN le tiGri El tigre lleva en la piel los barrotes de su jaula eDuArDo uMAñA BerNAl

La tigre porta sulla pelle le sbarre della sua gabbia eDuArDo uMAñA BerNAl

Siempre, entre el tigre y mi precaria humanidad, hubo una jaula. A veces nos separaban los barrotes del zoo, A veces las rejas que traman las palabras. Ni el tigre de Blake, Ni el tigre al que Valery llamó Campo listado o cosa parecida, rugieron en mi tienda. Ni siquiera el tigre de Borges Cuyo lazarillo es la noche. Menos aún el tigre de la Malasia, el temido de ishnapur, el tigre de la aldea que se escondía en la niebla.

Sempre, tra la tigre e la mia precaria umanità, c’è stata una gabbia. A volte ci separavano le sbarre dello zoo, A volte le grate che tramano le parole. Né la tigre di Blake, Né la tigre che Valery ha chiamato Campo rigato o qualcosa di simile, hanno ruggito nella mia tenda. Nemmeno la tigre di Borges la cui guida è la notte. Ancor meno la tigre della Malesia, Quella temuta di ishnapur, la tigre del villaggio che si nascondeva nella nebbia.

Mi tigre siempre fue tigre de papel.

la mia tigre è sempre stata una tigre di carta.

Yo iba por las junglas del lenguaje, un pobre cazador dormido entre fogatas, Alguien que seguía las huellas dactilares de la fábula.

io andavo nelle giungle del linguaggio, un povero cacciatore addormentato tra i falò, Qualcuno che seguiva le orme digitali della favola.

De safari por la lengua esparcía trampas Para atrapar la palabra tigre y amansarla. A duras penas apresaba una dulce jaguaresa en la floresta de letras de Horacio Quiroga.

Nei safari della lingua spargevo trappole Per acchiappare la parola tigre e ammansirla. A malapena catturavo un dolce giaguaro femmina Nella foresta di lettere di Horacio Quiroga.

Pero hoy vi tus pasos sigilosos, los vi en la algaraza de los tucanes y los monos

Ma oggi ho visto i tuoi passi felpati, li ho visti nello schiamazzo dei tucani e delle scimmie

Que señalaban en su alarma la dirección de tus garras. te vi junto al río y ya no hubo más jaula que mi miedo, tigre en libertad, Flama en la noche de los sentidos.

Che indicavano nel loro allarme la direzione delle tue grinfie. ti ho vista vicino al fiume e non c’è più stata altra gabbia che la mia paura, tigre in libertà, Fiamma nella notte dei sensi.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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lAS HiPÓteSiS De NADie

le iPoteSi Di NeSSuNo

Puede ser el viento. la página en blanco. Puede ser. Puede ser el que viene Borrado por la lluvia. Ahora recuerdo a un hombre ciego una dulce tarde de Friburgo. iba solo por la nieve Con una sonrisa de beatitud Y un bastón tan blanco como los copos. Cruzó a mi lado sin verme: Yo era su Nadie, un fantasma en ese reino luminoso. Puede ocurrir que seamos los ciegos de Nadie. Nadie acaso sea el que en la alta noche Abre las ventanas con golpes sin acordes Para hacernos hablar en la lengua del sueño. Puede ser quien dejó Para siempre un abrigo abandonado, un abrigo raído en la percha del café, un abrigo que se vuelve bandera del vacío Hasta que desaparece un día, como su dueño. No he visto tremolar la bufanda de Nadie Pero es seguro que su tejido es de viento. Puede ser el que nunca fue, el que nunca será, el que se cansó de haber sido. Quizá sea en el país de los desaparecidos el único aparecido que llamamos fantasma, el que pone a traquear las escaleras en la noche o tumba un sartén en la cocina, el que cambia de sitio a los cubiertos Que no logramos encontrar, el ladrón de lejanías.

Può essere il vento. la pagina in bianco. Può essere. Può essere colui che viene Cancellato dalla pioggia. Adesso ricordo un uomo cieco una dolce sera di Friburgo. Andava solo sulla neve Con un sorriso di beatitudine e un bastone bianco come i fiocchi. Mi passò a fianco senza vedermi: io ero il suo Nessuno, un fantasma in quel regno luminoso. Può succedere di essere i ciechi di Nessuno. Nessuno è forse chi a notte fonda Apre le finestre con colpi senza accordi Per farci parlare nella lingua del sogno. Può essere chi ha lasciato Per sempre un cappotto abbandonato, un cappotto consunto sull’attaccapanni del caffè, un cappotto che diventa bandiera del vuoto Finché scompare un giorno, come il suo padrone. Non ho visto tremolare la sciarpa di Nessuno Ma è sicuro che il suo tessuto è di vento. Può essere colui che non è mai stato, Colui che mai sarà, Colui che si è stancato di essere stato. Forse è nel paese degli scomparsi l’unico comparso che chiamiamo fantasma, Colui che fa muovere le scale di notte o sbatte un tegame in cucina, Colui che cambia posto alle posate Che non riusciamo a trovare, il ladro di lontananze.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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Puede ser el viajero de sí, el nómada de sí mismo. Ha ejercido mil oficios a destiempo: Arrastra papeles en la calle solitaria, lleva diarios atrasados De un extremo a otro en la ciudad, trae un olor de extramuros a su centro, rasga los carteles del cine de ayer, Hace partir los trenes Con sólo sonar una campana. Puede ser el viento. la página en blanco. Puede ser.

Può essere il viaggiatore di se stesso, il nomade di se stesso. Ha esercitato mille mestieri fuori tempo: trascina carte nella strada solitaria, Porta giornali arretrati Da un’estremità all’altra nella città, reca un odore di fuori delle mura dentro il centro, Strappa le locandine del film di ieri, Fa partire i treni Col solo suono di una campana. Può essere il vento. la pagina in bianco. Può essere.

leCCiÓN De ANAtoMÍA

leZioNe Di ANAtoMiA

Se nos dio el cuerpo Para tener más cerca al enemigo, Para vigilarlo Y que no tenga tiempo De apostarse tras un árbol A esperar nuestro paso. Se nos dio el cuerpo Para que entre él y nosotros No haya terrenos minados Ni emboscadas. Se nos dio sin exigirlo, Como al príncipe el trono, Para que no pudiera Mezclar el vino con veneno Sin abdicar de su reino. en adelante se impuso la costumbre de ir con el cuerpo A todas partes, De bañarse con él

Ci è stato dato il corpo Per tenere più vicino il nemico. Per vigilarlo e che non abbia tempo Di appostarsi dietro un albero Ad aspettare il nostro passaggio. Ci è stato dato il corpo Perché fra lui e noi Non ci siano terreni minati Né imboscate. Ci è stato dato senza esigerlo, Come al principe il trono, Perché non potesse Mescolare il vino col veleno Senza abdicare al suo regno. S’è imposta ormai l’abitudine Di andare col proprio corpo ovunque, Di bagnarsi con lui

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Para evitar la sorpresa De un brillo de puñal tras la cortina. Construimos el hábito De seguirle los pasos al cuerpo Y tenderle la trampa del espejo, De no dejarlo a solas Ni siquiera cuando duerme. Se nos dio el cuerpo Para tener más cerca al enemigo.

Per evitare la sorpresa Di un luccichio di pugnale dietro la tenda. Abbiamo preso l’usanza Di seguire i passi del corpo e di tendergli la trappola dello specchio, Di non lasciarlo solo Nemmeno quando dorme. Ci è stato dato il corpo Per tenere più vicino il nemico.

PArÁBolA De lAS MANoS

PArABolA Delle MANi

esta mano toma un fruto, la otra lo aleja. una mano recibe al halcón, se quita un guante, la otra lo ahuyenta, prende una antorcha. una mano escribe cartas de amor Que su equívoca siamesa puebla de injurias. una mano bendice, la otra amenaza. una dibuja un caballo, la otra, un puma que lo espanta. Pinta un lago la mano diestra: lo ahoja en un río de tinta, la siniestra. una mano traza la palabra pájaro, la otra escribe su jaula. Hay una mano de luz que construye escaleras, una de sombra que afloja sus peldaños. Pero llega la noche. llega la noche cuando cansadas de herirse Hacen tregua en su guerra Porque buscan tu cuerpo.

Questa mano prende un frutto, l’altra lo allontana. una mano riceve il falco, si toglie un guanto, l’altra lo mette in fuga, accende una fiaccola. una mano scrive lettere d’amore Che la sua ambigua siamese riempie d’ingiurie. una mano benedice, l’altra minaccia. una disegna un cavallo, l’altra un puma che lo spaventa. Dipinge un lago la mano destra: lo annega in un fiume d’inchiostro, la sinistra. una mano traccia la parola uccello, l’altra scrive la sua gabbia. C’è una mano di luce che costruisce scale, una d’ombra che svita i suoi gradini. Ma giunge la notte. Giunge la notte quando stanche di ferirsi Fanno la tregua nella loro guerra Perché cercano il tuo corpo.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Darío Jaramillo

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Darío Jaramillo

eSe otro Que tAMBiÉN Me HABitA, acaso propietario, invasor quizás o exiliado en este cuerpo ajeno o de ambos, ese otro a quien temo e ignoro, felino o ángel, ese otro que está solo siempre que estoy solo, ave o demonio esa sombra de piedra que ha crecido en mi adentro y en mi afuera, eco o palabra, esa voz que responde cuando me preguntan algo, el dueño de mi embrollo, el pesimista y el melancólico y el inmotivadamente alegre, ese otro, también te ama.

Quell’Altro CHe Pure Mi ABitA, forse proprietario, probabilmente invasore o esiliato in questo corpo estraneo o di entrambi, quell’altro che temo e ignoro, felino o angelo, quell’altro che è solo ogni qual volta sono solo, uccello o demonio quell’ombra di pietra che mi è cresciuta dentro e fuori, eco o parola, quella voce che risponde quando mi chiedono qualcosa, il padrone del mio groviglio, il pessimista e il malinconico e l’immotivatamente allegro, quell’altro, pure ti ama.

PoDrÍA PerFeCtAMeNte SuPriMirte De Mi ViDA, no contestar tus llamadas, no abrirte la puerta de la casa, no pensarte, no desearte, no buscarte en ningún lugar común y no volver a verte, circular por calles por donde sé que no pasas, eliminar de mi memoria cada instante que hemos compartido, cada recuerdo de tu recuerdo, olvidar tu cara hasta ser capaz de no reconocerte, responder con evasivas cuando me pregunten por ti y hacer como si no hubieras existido nunca. Pero te amo.

Potrei PerFettAMeNte CANCellArti DAllA MiA VitA, non rispondere alle tue telefonate, non aprirti la porta di casa, non pensarti, non desiderarti, non cercarti in nessun posto comune e non tornare a vederti, circolare per le strade dove so che non passi, eliminare dalla mia memoria ogni attimo che abbiamo condiviso, ogni ricordo del tuo ricordo, dimenticare il tuo viso fino a essere capace di non riconoscerti, rispondere evasivamente quando mi chiedono di te e comportarmi come se non fossi mai esistita. Ma ti amo.

Yo Huelo A ti. Me persigue tu olor, me persigue y me posee. No es este olor un perfume sobrepuesto sobre ti, no es el aroma que llevas como una prenda más:

io oDoro Di te. Mi insegue il tuo odore, mi insegue e mi possiede. Non è quest’odore un profumo sovrapposto a te, non è l’aroma che porti come un abito in più:

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es tu olor más esencial, tu halo único. Y cuando, ausente, mi vacío te convoca, una ráfaga de ese aliento me llega del lugar más tierno de la noche. Yo huelo a ti y tu olor me impregna después de estar juntos en el lecho, y ese fino aroma me alimenta, y ese aliento esencial me sustituye. Yo huelo a ti.

è il tuo odore più essenziale, il tuo alone unico. e quando, assente, il mio vuoto ti convoca, una raffica di quell’alito mi giunge dal posto più tenero della notte. io odoro di te e il tuo odore m’impregna dopo essere stati insieme nel letto, e quel sottile aroma mi alimenta, e quell’alito essenziale mi sostituisce. io odoro di te.

AlGúN DÍA te eSCriBirÉ uN PoeMA Que No MeNCioNe el Aire Ni lA NoCHe; un poema que omita los nombres de las flores, que no tenga jazmines o magnolias. Algún día te escribiré un poema sin pájaros ni fuentes, un poema que eluda el mar y que no mire a las estrellas. Algún día te escribiré un poema que se limite a pasar los dedos por tu piel y que convierta en palabras tu mirada. Sin comparaciones, sin metáforas, algún día escribiré un poema que huela a ti, un poema con el ritmo de tus pulsaciones, con la intensidad estrujada de tu abrazo. Algún día te escribiré un poema, el canto de mi dicha.

uN GiorNo ti SCriVerÒ uNA PoeSiA CHe NoN MeNZioNi l’AriA NÉ lA Notte; una poesia che ometta i nomi dei fiori, che non abbia gelsomini o magnolie. un giorno ti scriverò una poesia senza uccelli e fontane, una poesia che eluda il mare e che non guardi le stelle. un giorno ti scriverò una poesia che si limiti a far scorrere le dita sulla tua pelle e che converta in parole il tuo sguardo. Senza paragoni, senza metafore, un giorno scriverò una poesia che odori di te, una poesia con il ritmo dei tuoi battiti, con l’intensità stretta del tuo abbraccio. un giorno ti scriverò una poesia, il canto della mia gioia.

tu VoZ Por el telÉFoNo tAN CerCA Y NoSotroS tAN DiStANteS, tu voz, amor, al otro lado de la línea y yo aquí solo, sin ti, al otro lado de la luna, tu voz por el teléfono tan cerca, apaciguándome, y tan lejos tú de mí, tan lejos, tu voz que repasa las tareas conjuntas, o que menciona un número mágico, que por encima de la alharaca del mundo me habla para decir en lenguaje cifrado que me amas.

lA tuA VoCe Al teleFoNo CoSì ViCiNA e Noi CoSì DiStANti, la tua voce, amore, dall’altra parte della linea e io qui solo, senza di te, dall’altra parte della luna, la tua voce al telefono così vicina, che mi calma, e così lontana tu da me, così lontana, la tua voce che ripassa le comuni incombenze, o che menziona un numero magico, che al di là di ogni smanceria mi parla per dire in linguaggio cifrato che mi ami.


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tu voz aquí, a lo lejos, que le da sentido a todo, tu voz que es la música de mi alma, tu voz, sonido del agua, conjuro, encantamiento.

la tua voce qui, in lontananza, che dà un senso a ogni cosa, la tua voce che è la musica della mia anima, la tua voce, suono dell’acqua, scongiuro, incantamento.

tu leNGuA, tu SABiA leNGuA Que iNVeNtA Mi Piel, tu lengua de fuego que me incendia, tu lengua que crea el instante de demencia, el delirio del cuerpo enamorado, tu lengua, látigo sagrado, brasa dulce, invocación de los incendios que me saca de mí, que me transforma, tu lengua de carne sin pudores, tu lengua de entrega que me demanda todo, tu muy mía lengua, tu bella lengua que electriza mis labios, que vuelve tuyo mi cuerpo por ti purificado, tu lengua que me explora y me descubre, tu hermosa lengua que también sabe decir que me ama.

lA tuA liNGuA, lA tuA SAPieNte liNGuA CHe iNVeNtA lA MiA Pelle, la tua lingua di fuoco che m’incendia, la tua lingua che crea l’attimo di demenza, il delirio del corpo innamorato, la tua lingua, frusta sacra, brace dolce, invocazione degli incendi che mi tira fuori da me, che mi trasforma, la tua lingua di carne senza pudori, la tua lingua di abbandono che mi chiede tutto, la tua molto mia lingua, la tua bella lingua che elettrizza le mie labbra, che fa tuo il mio corpo da te purificato, la tua lingua che mi esplora e mi scopre, la tua bella lingua che sa dire pure che mi ama.

euFÓriCo Y DeSCoNCertADo, PeliGroSAMeNte AleGre PArA eStoS GriSeS tieMPoS, dejo mi palabra sobre el sonido de la luz, sobre el agua rumorosa del amor y de la carne: aquí queda, en esta noche ya sin ruidos, el sudor único de dos pieles que son un solo cuerpo; duermes al lado y yo te miro para asegurarme de que existes y veo el azafrán de la luna desleído en tu pelo. Solamente oigo tu respiración pausada, ese aire que me justifica y me exalta; eres el misterio exacto que me da claridad, el signo diáfano, la magia que me nutre, en tu sosegado reposo le das sentido al mundo: tus labios de rojo vino alborozado se entreabren para recibir el ángel quieto del sueño y yo me embriago con tu sueño mientras tus ojos recogen una cosecha de soles y de pájaros;

euForiCo e SCoNCertAto, PeriColoSAMeNte AlleGro Per QueSti GriGi teMPi, lascio la mia parola sopra il suono della luce, sopra l’acqua rumorosa dell’amore e della carne: qui rimane, in questa notte ormai senza rumori, il sudore unico di due pelli che sono un solo corpo; dormi al mio fianco e io ti guardo per assicurarmi che esisti e vedo lo zafferano della luna diluito nei tuoi capelli. Solamente odo il tuo respiro calmo, quell’aria che mi giustifica e mi esalta; sei il mistero esatto che mi dà chiarezza, il segno diafano, la magia che mi nutre, nel tuo sereno riposo dai un senso al mondo: le tue labbra di rosso vino gioioso si socchiudono per ricevere l’angelo quieto del sonno e io mi ubriaco del tuo sonno mentre i tuoi occhi raccolgono una messe di soli e di uccelli;


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de ti me alimento, de la tenue sombra de tu cuerpo que ahora me besa y que expulsa de mi corazón todo el asco acumulado y lo apacigua y lo llena de música; esto es la vida: saber que existes y que te amo.

di te mi alimento, della tenue ombra del tuo corpo che ora mi bacia e che espelle dal mio cuore tutto il ribrezzo accumulato e lo rasserena e lo riempie di musica; questa è la vita: sapere che esisti e che ti amo.

PriMero eStÁ lA SoleDAD. en las entrañas y en el centro del alma: ésta es la esencia, el dato básico, la única certeza; que solamente tu respiración te acompaña, que siempre bailarás con tu sombra, que esa tiniebla eres tú. tu corazón, ese fruto perplejo, no tiene que agriarse con tu sino solitario; déjalo esperar sin esperanza que el amor es un regalo que algún día llega por sí solo. Pero primero está la soledad, y tú estás solo, tú estás solo con tu pecado original –contigo mismo–. Acaso una noche, a las nueve, aparece el amor y todo estalla y algo se ilumina dentro de ti, y te vuelves otro, menos amargo, más dichoso; pero no olvides, especialmente entonces, cuando llegue el amor y te calcine, que primero y siempre está tu soledad y luego nada y después, si ha de llegar, está el amor.

PriMA È lA SolituDiNe. Nelle viscere e nel centro dell’anima: questa è l’essenza, il dato fondamentale, l’unica certezza; che solamente il tuo respiro ti accompagna, che sempre ballerai con la tua ombra, che quella tenebra sei tu. il tuo cuore, quel frutto perplesso, non deve inacidirsi con il tuo destino solitario; lascialo sperare senza speranza che l’amore è un regalo che un giorno arriva da solo. Ma prima è la solitudine, e tu sei solo, tu sei solo con il tuo peccato originale – con te stesso –. Forse una sera, alle nove, appare l’amore e tutto esplode e qualcosa ti si illumina dentro, e diventi un altro, meno amaro, più felice; ma non dimenticare, specialmente allora, quando arriverà l’amore ad infiammarti, che prima e sempre è la tua solitudine e poi niente e poi, se deve arrivare, è l’amore.

GAtoS

GAtti

estados de la materia. los estados de la materia son cuatro: líquido, sólido, gaseoso y gato. el gato es un estado especial de la materia,

Stati della materia. Gli stati della materia sono quattro: liquido, solido, gassoso e gatto. il gatto è uno stato speciale della materia,


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si bien caben las dudas: ¿es materia esta voluptuosa contorsión? ¿no viene del cielo esta manera de dormir? Y este silencio, ¿acaso no procede de un lugar sin tiempo? Cuando el espíritu juega a ser materia entonces se convierte en gato.

anche se sorge qualche dubbio: è materia questa voluttuosa contorsione? non viene dal cielo questo modo di dormire? e questo silenzio, non proviene forse da un luogo senza tempo? Quando lo spirito gioca a essere materia allora si trasforma in gatto.

CANto A Mi CAMA

CANto Al Mio letto

Mi cama es la cama de todos los días. Aprendí hace mucho las sombras que se ven desde mi cama, a tientas llego fácil en mi cama al volumen de la música, al suiche de la lámpara, a mis gafas, mi cama me acoge cada noche, se abre en la forma de cada músculo mío, mi cama tiene la prueba de que no existo sino en sueños y mi peso que se tiende en ella como si flotara respira para que bailen los dioses de la noche, fantasmas varios y alucinaciones de la insomne duermevela, cada noche jardín distinto o variado infierno, estremecimientos que ni yo conozco y que mi cama conoce, desgarraduras y éxtasis que mi cama sabe. Cama que me conoces solitario, quieto, difunto, casi, cuánto te agradezco que me entrenes para que la muerte así me llegue, sobre ti, y te queden mis sueños, mi única sustancia.

il mio letto è il letto di tutti i giorni. Ho appreso da molto le ombre che si vedono dal mio letto, tastoni arrivo facilmente nel mio letto al volume della musica, all’interruttore della luce, ai miei occhiali, il mio letto mi accoglie ogni notte, si apre nella forma di ogni mio muscolo, il mio letto ha la prova che esisto solo in sogno e il mio peso che si distende su di esso come se galleggiasse respira perché ballino gli dei della notte, fantasmi vari e allucinazioni dell’insonne dormiveglia, ogni notte giardino nuovo o diverso inferno, trasalimenti che neanch’ io conosco e che il mio letto conosce, lacerazioni ed estasi che il mio letto sa. letto che mi conosci solitario, quieto, defunto, quasi, quanto ti sono grato che mi alleni perché la morte così mi giunga, sopra di te, e ti restino i miei sogni, la mia unica sostanza.

CuANDo DeCiMoS PieDrA No DeCiMoS NADA

QuANDo DiCiAMo PietrA NoN DiCiAMo NieNte

1 Cuando decimos piedra no decimos nada: decimos acantilado, guijarro, decimos cal y mármol.

1 Quando diciamo pietra non diciamo niente: diciamo scogliera, ciottolo, diciamo calce e marmo.


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Cuando decimos piedra no decimos tamaño, ni forma, ni color, no decimos fósil, ni cristal, ni arena. en los libros de geología no está la palabra piedra.

Quando diciamo pietra non diciamo grandezza, né forma, né colore, non diciamo fossile, né cristallo, né sabbia. Nei libri di geologia non c’è la parola pietra.

10 Virtudes de la piedra. Paciente, la piedra deja que la penetre el musgo y se deleita sintiendo cómo el sol quema el musgo y la calienta. tímida, el contacto con el agua le cambia el color. religiosa, la inmovilidad es evidencia de que la piedra es budista. Justa, cumple con celo la ley de gravitación universal. eterna, la piedra es anterior a las pirámides, que son de piedra. Profundas, el piso del océano es de piedra. Bella, la piedra es bella como la piedra. Discreta, la piedra nunca contará nada. Díscola, lanzada por David, siempre buscará la cabeza de Goliath. original, ninguna piedra se parece a otra piedra. Santas, en el infierno no hay piedras. Por eso el infierno está empedrado de buenas intenciones. Condenada, la piedre que peque se ata a un hombre escandaloso y se arroja al fondo del mar.

10 Virtù della pietra. Paziente, la pietra lascia che la penetri il muschio e si delizia al sentire come il sole brucia il muschio e la riscalda. timida, il contatto con l’acqua le cambia il colore. religiosa, l’immobilità è la prova che la pietra è buddista. Giusta, osserva con zelo la legge della gravitazione universale. eterna, la pietra è anteriore alle piramidi, che sono di pietra. Profonde, il pavimento dell’oceano è di pietra. Bella, la pietra è bella come la pietra. Discreta, la pietra non racconterà mai niente. Discola, lanciata da Davide, sempre cercherà la testa di Golia. originale, nessuna pietra assomiglia a un’altra pietra. Sante, nell’inferno non ci sono pietre. Per questo l’inferno è lastricato di buone intenzioni. Condannata, la pietra che pecchi si attacca a un uomo scandaloso e si scaglia in fondo al mare.

rAZoNeS Del AuSeNte

rAGioNi Dell’ASSeNte

Si alguien les pregunta por él, díganle que quizá no vuelva nunca o que si regresa acaso ya nadie reconozca su rostro; díganle también que no dejó razones para nadie, que tenía un mensaje secreto, algo importante qué decirles pero que lo ha olvidado. Díganle que ahora está cayendo, de otro modo y en otra parte del mundo, díganle que todavía no es feliz, si esto hace feliz a alguno de ellos; díganle también que se fue con el corazón vacío y seco

Se qualcuno chiede di lui, ditegli che forse non tornerà mai o che se ritorna forse nessuno più riconoscerà il suo volto; ditegli anche che non lasciò giustificazioni per nessuno, che aveva un messaggio segreto, qualcosa di importante da dirvi ma che lo ha dimenticato. Ditegli che adesso sta cadendo, in un altro modo e in un’altra parte del mondo, ditegli che ancora non è felice, se ciò rende felice qualcuno di voi; ditegli anche che se ne andò col cuore vuoto e arido


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y díganle que eso no importa ni siquiera para la lástima o el perdón y que ni él mismo sufre por eso, que ya no cree en nada ni en nadie y mucho menos en él mismo, que tantas cosas que vio apagaron su mirada y ahora, ciego, necesita del tacto, díganle que alguna vez tuvo un leve rescoldo de fe en Dios, en un día de sol, díganle que hubo palabras que le hicieron creer en el amor y luego supo que el amor dura lo que dura una palabra. Díganle que como un globo de aire perforado a tiros, su alma fue cayendo hasta el infierno que lo vive y que ni siquiera está desesperado y díganle que a veces piensa que esa calma inexorable es su castigo; díganle que ignora cuál es su pecado y que la culpa que lo arrastra por el mundo la considera apenas otro dato del problema y díganle que en ciertas noches de insomnio y aun en otras en que cree haberlo soñado, teme que acaso la culpa sea la única parte de sí mismo que le queda y díganle que en ciertas mañanas llenas de luz y en medio de tardes de piadosa lujuria y también borracho de vino en noches de lluvia siente cierta alegría pueril por su inocencia y díganle que en esas ocasiones dichosas habla a solas. Díganle que si alguna vez regresa, volverá con dos cerezas en sus ojos y una planta de moras sembrada en su estómago y una serpiente enroscada en su cuello y tampoco esperará nada de nadie y se ganará la vida honradamente, de adivino, leyendo las cartas y celebrando extrañas ceremonias en las que no creerá y díganle que se llevó consigo algunas supersticiones, tres fetiches, ciertas complicidades mal entendidas y el recuerdo de dos o tres rostros que siempre vuelven a él en la oscuridad y nada.

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e ditegli che questo non importa nemmeno per la compassione o il perdono e che neanche lui stesso soffre per questo, che non crede più in niente e in nessuno e ancor meno in se stesso, che tante cose che vide spensero il suo sguardo e adesso, cieco, ha bisogno del tatto, ditegli che qualche volta ebbe una tenue fiamma di fede in Dio, in un giorno di sole, ditegli che ci furono parole che gli fecero credere nell’amore e poi seppe che l’amore dura quanto dura una parola. Ditegli che come un palloncino d’aria perforato a colpi di fucile, la sua anima precipitò nell’inferno che ora vive e che non è nemmeno disperato e ditegli che a volte pensa che quella calma inesorabile sia il suo castigo; ditegli che ignora quale sia il suo peccato e che la colpa che lo trascina per il mondo la considera appena un altro dato del problema e ditegli che in certe notti d’insonnia e anche in altre in cui crede di averla sognata, teme che forse la colpa sia l’unica parte di se stesso che gli resta e ditegli che in certe mattine piene di luce e in pieni pomeriggi di pietosa lussuria e anche ubriaco di vino in notti di pioggia sente una certa gioia puerile per la sua innocenza e ditegli che in quelle occasioni felici parla da solo. Ditegli che se qualche volta ritornerà, lo farà con due ciliegie negli occhi e una pianta di more seminata nello stomaco e un serpente attorcigliato al collo e che neanche si aspetterà niente da nessuno e si guadagnerà la vita onestamente, da indovino, leggendo le carte e celebrando strane cerimonie a cui non crederà e ditegli che si è portato dietro alcune superstizioni, tre feticci, certe complicità mal capite e il ricordo di due o tre volti che sempre gli ritornano nel buio e niente.


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Horacio Benavides

Horacio Benavides

eSCuCHÉ tu llAMADo, MADre y cogí fuerzas para levantarme era de noche y me fui adivinando el camino Quise guiarme por el sonido de la quebrada pero el agua no se oía, sólo los perros ladraban a mi paso esta es la casa de Juan Chilito me decía pues eran tres los perros que ladraban Cómo no iban a ladrar si me faltaba la cabeza Voy por donde Pedro Daza pues ladran como cuatro o como seis volvía y me decía Cómo no iban a ladrar si me faltaban las piernas Al fin di con tu casa, madre tu casa como una nube blanca entre tanta negrura Pensé que dormías agotada por la pena y no quise despertarte y me fui yendo por donde había llegado

ASColtAi il tuo PiANto, MADre e raccolsi le forze per alzarmi era di notte e mi avviai indovinando la strada Volli orientarmi col suono del ruscello ma l’acqua non si udiva, solo i cani abbaiavano al mio passare Questa è la casa di Juan Chilito mi dicevo infatti erano tre i cani che abbaiavano Come non dovevano abbaiare se mi mancava la testa Vado da Pedro Daza infatti sono quattro o sei ad abbaiare tornavo e mi dicevo Come non dovevano abbaiare se mi mancavano le gambe Alla fine trovai la tua casa, madre la tua casa come una nube bianca fra tanta nerezza Pensai che dormissi spossata dalla pena e non volli svegliarti e me ne andai da dove ero venuto

–¿Cierto Que lAS Que ZuMBAN SoN lAS ABeJAS en torno a los caballos que comen caña?

– SiCuro CHe SoNo le APi A roNZAre intorno ai cavalli che mangiano la canna?

–Sí hijo, son las abejas

– Sì, figlio, sono le api

–¿Cierto que uno es el caballo negro y la otra la potranca alazana?

– Sicuro che uno è il cavallo nero e l’altra la puledra saura?

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–Así es, el uno es el caballo de paso de tu padre y la otra la potranca alazana de tu abuelo

– È così, uno è il cavallo al passo di tuo padre e l’altra la puledra saura di tuo nonno

–¿Cierto que es una mañana de sol y los caballos cabecean mientras comen?

– Sicuro che è una mattina di sole e i cavalli ciondolano la testa mentre mangiano?

–Bien dices hijo, los caballos están adormilados y cabecean por la resolana

– Dici bene, figlio, i cavalli sonnecchiano e ciondolano la testa per la calura

(Cómo decirle que no se ve nada y que las que zumban son las moscas sobre nuestros cuerpos insepultos)

(Come dirgli che non si vede niente e che a ronzare sono le mosche sui nostri corpi insepolti)

–No DeJAN De PASAr lAS MulAS, ¿pasan por mi cabeza o son mulas de carne y hueso cargadas de café hacia el puerto?

– NoN SMettoNo Di PASSAre le Mule, passano nella mia testa o sono mule in carne e ossa cariche di caffè verso il porto?

Verifica por la ventana

Verifica dalla finestra

–en la ventana estoy pues las vengo oyendo hace rato, esas mulas llevan otra carga, la misma que te desvela

– Alla finestra sto è da un po’ infatti che le sento, quelle mule portano un altro carico, lo stesso che ti toglie il sonno

–¿llevan oro?

– Portano oro?

–Algo que vale más y menos que el oro, cadáveres sobre sus lomos

– Qualcosa che vale più o meno dell’oro, cadaveri sulle loro groppe

las cabezas sin sangre de los muertos alumbran las calles desiertas

le teste senza sangue dei morti illuminano le strade deserte

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el CAMiNo De lleGADA era media hora de escalofrío

lA StrADA Per ArriVAre era mezz’ora di brividi

luego estaba la casa con su escalera de caracol sus dieciocho peldaños de mármol

Poi stava la casa con la sua scala a chiocciola i suoi diciotto gradini di marmo

todo era oscuro allí era un lugar de puro silencio

tutto era buio lì era un luogo di puro silenzio

Sólo se escuchaba el grito de algún torturado y el chapoteo de los caimanes en el pozo disputándose los muertos

Solo si ascoltava il grido di qualche torturato e lo sguazzare dei caimani nel pozzo che si contendevano i morti

HAN CeSADo loS GritoS De Dolor y de espanto y la noche desciende sobre los muertos huérfanos

SoNo CeSSAte le GriDA Di Dolore e di spavento e la notte scende sopra i morti orfani

Cierro tus ojos beso tu frente, los asesinos duermen borrachos sobre las mesas de las cantinas

Chiudo i tuoi occhi bacio la tua fronte, gli assassini dormono ubriachi sulle tavole delle osterie

Aléjate por el sueño, hijo y no vuelvas la mirada a esta tierra maldita

Allontanati nel sogno, figlio e non volgere lo sguardo a questa terra maledetta

Yo Me ZAMBullÍA en el agua clarísima y veía abajo

io Mi tuFFAVo nell’acqua chiarissima e vedevo sotto

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

entre las piedras la moneda brillando

tra le pietre brillare la moneta

la tomaba y volvía con el frescor del agua chorreando por mi cuerpo

la prendevo e tornavo con la frescura dell’acqua gocciolante sul mio corpo

Después el río empezó a ponerse turbio y cuando me tiraba veía la moneda junto a un brazo junto a una pierna y a veces la moneda era un diente de plomo en el fondo del agua

Poi il fiume cominciò a intorbidirsi e quando mi buttavo vedevo la moneta vicino a un braccio vicino a una gamba e a volte la moneta era un dente di piombo in fondo all’acqua

Y ya no me daban ganas de tirarme y debía callar si quería conservar el pellejo

e non avevo più voglia di buttarmi e dovevo tacere se volevo salvare la pelle

Y después el río empezó a ponerse oscuro era un tren cargado de despojos era el espejo negro de la muerte

e poi il fiume cominciò a farsi scuro era un treno carico di spoglie era lo specchio nero della morte

ViNe A CerrArte loS oJoS, ANA No pude hacerlo cuando tu cabeza nos miraba desde el cactus del patio

SoNo VeNuto A CHiuDerti Gli oCCHi, ANNA Non ho potuto farlo quando la tua testa ci guardava dal cactus del cortile

Vine a cerrártelos a ti que eras la elegida para cerrar los míos

Sono venuto a chiuderli a te che eri stata scelta per chiudere i miei

imagina que te los cierro que vuelvo la cabeza a tu cuerpo y lavo tus heridas con agua de olvido

immagina che te li chiuda che volga la testa sul tuo corpo e lavi le tue ferite con acqua di dimenticanza

levántate ahora y cierra los míos y esperemos el descenso de nuestros cuerpos en paz

Alzati adesso e chiudi i miei e aspettiamo la discesa dei nostri corpi in pace

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

leS MoStrÓ lAS MANoS CAlloSAS pero no lo escucharon

MoStrÒ loro le MANi CAlloSe ma non lo ascoltarono

les mostró los arpones los peces la carne de los animales muertos

Mostrò loro le fiocine i pesci la carne degli animali morti

le gritaron que era auxiliador de los otros que lo habían visto venderles cocos

Gli gridarono che aveva soccorso gli altri che lo avevano visto vendere loro i cocchi

les señaló a sus hijos pequeños a su mujer en cinta pero no lo escucharon

indicò i suoi figli piccoli sua moglie incinta ma non l’ascoltarono

–¿Que HACe eSe HoMBre SeNtADo día y noche en el parque?

– CHe CoSA FA Quell’uoMo SeDuto giorno e notte nel parco?

–espera a sus hijos, piensa que en cualquier momento pueden regresar

– Aspetta i suoi figli, pensa che a qualsiasi momento possano ritornare

–¿Y desde cuándo espera?

– e da quando aspetta?

–Desde que se los llevaron Se va y vuelve el invierno y él sigue ahí el tiempo lo ha ido borrando, lo que usted ve es su alma

– Da quando glieli portarono via Se ne va e ritorna l’inverno ed egli rimane lì il tempo a poco a poco l’ha cancellato, quello che lei vede è la sua anima

–¿Y sus hijos volverán?

– e i suoi figli torneranno?

–Nadie ha regresado, pero él ha atado a sus muchachos con un hilo de esperanza

– Nessuno è ritornato, ma egli ha legato i suoi ragazzi con un filo di speranza

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VeNDrÁ el MAr Y NoS lAVArÁ lA PeNA, tendremos sol y agua templada y las olas golpearán nuestras espaldas jóvenes la noche surgirá con sus dos cielos, el pescador azul levantará en el horizonte su pez de oro Y apagada la lámpara oiremos bramar al monstruo oscuro y sentiremos miedo y volveremos a ser niños Y pasado el tiempo entraremos serenamente en la noche verdadera Y tendremos día de nuevo la espuma nos besará los pies y correremos por la playa retozando con la alegría asesando en nosotros, y nos echaremos bajo el sol brillantes y robustos como leones marinos

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

VerrÀ il MAre e Ci lAVerÀ lA PeNA, avremo sole e acqua tiepida e le onde colpiranno le nostre spalle giovani la notte sorgerà con i suoi due cieli, il pescatore azzurro alzerà nell’orizzonte il suo pesce d’oro e spenta la luce udremo bramire il mostro scuro e sentiremo paura e torneremo a essere bambini e passato il tempo entreremo serenamente nella notte vera e avremo di nuovo giorno la schiuma ci bacerà i piedi e correremo sulla spiaggia ruzzando con la gioia che si radica in noi, e ci stenderemo al sole brillanti e robusti come leoni marini

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Piedad Bonnet

Piedad Bonnet

lAtituDeS

lAtituDiNi

Sin ti ha vuelto esta vez el sol de enero. el dios indiferente que adoramos, que ni culpa, ni salva, ni señala.

Senza di te è tornato questa volta il sole di gennaio. il dio indifferente che adoriamo, che né incolpa, né salva, né addita.

(tu cuerpo gozaría este sol que nada pide, que vuelve a hacernos simples y animales).

(il tuo corpo godrebbe di questo sole che niente chiede, che ancor ci rende semplici e animali).

el árbol que veías detrás de tu ventana reverbera de luz. Adentro, sobre lo intacto aún, sobre tu almohada, la sombra de mi mano se acongoja.

l’albero che vedevi dietro la tua finestra riverbera la luce. Dentro, sopra il tuo cuscino ancora intatto, l’ombra della mia mano si rattrista.

lejos, en Prospect Park, el árbol al que dimos tu cuerpo en primavera habrá perdido ya todas sus hojas. en su raíz fulgurará la nieve.

lontano, a Prospect Park, l’albero a cui demmo il tuo corpo a primavera avrà ormai perduto le sue foglie. rifulgerà la neve alla radice.

enero siempre vuelve.

Gennaio sempre torna.

en la pared del cuarto tu luz dibuja sombras.

Sulla parete della stanza la tua luce disegna ombre.

eN el BorDe

Sull’orlo

lo terrible es el borde, no el abismo. en el borde hay un ángel de luz del lado izquierdo,

terribile è l’orlo, non l’abisso. Sull’orlo c’è un angelo di luce alla sinistra,

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un largo río oscuro del derecho y un estruendo de trenes que abandonan los rieles y van hacia el silencio. todo cuanto tiembla en el borde es nacimiento. Y sólo desde el borde se ve la luz primera el blanco blanco que nos crece en el pecho. Nunca somos más hombres que cuando el borde quema nuestras plantas desnudas. Nunca estamos más solos. Nunca somos más huérfanos.

un lungo fiume scuro sulla destra e un fragore di treni che abbandonano le rotaie e vanno verso il silenzio. tutto quel che trema sull’orlo è nascita. e solo dall’orlo si vede la luce prima il bianco bianco che ci cresce nel petto. Mai siamo più uomini di quando l’orlo brucia le nostre piante nude. Mai siamo più soli. Mai siamo più orfani.

VierNeS

VeNerDì

los viernes en esta casa no pasa nada. en la mañana hay ruidos domésticos, un trasegar cansado, con suerte un hilito de sol sobre las alcobas, hacia el mediodía un tenue olor a verduras que se cocinan lentamente. Y enseguida la tarde se abre como una realidad conocida que sin embargo contiene una amenaza. entonces yo me dispongo para ella como quien pone un mantel de cuadros y platos enormes y copas y se sienta a esperar con el corazón palpitante. Debería poner música para animar estas tardes muertas, pero tengo miedo de que las voces de mis cantantes preferidos se me suban a la cabeza, me emborrachen y me pongan a llorar a mares. Prefiero buscar oficio, como decía mi madre, hacer palitos con tinta sobre un papel infinito que no termina de desenrollarse, como en las pesadillas, o tejer y destejer con fino cuidado, como Penélope. es entonces que un zumbido de sierra metálica se introduce en mi tarde, la va partiendo con firmeza, delicadamente, como a un tronco que va dejando expuestos sus anillos. Y prendido de aquel sonido que no está hecho para los martes o los jueves, llega a deshoras el comensal de mis viernes, siempre empapado aunque afuera haga ese sol estruendoso, impúdico, de los viernes. llega sigilosamente, como llegó siempre, y

Di venerdì in questa casa non succede niente. la mattina ci sono rumori domestici, un trafficare stanco, se si ha fortuna un filo di sole nelle camere da letto, verso mezzogiorno un tenue odore di verdure che si cucinano lentamente. e subito il pomeriggio si apre come una realtà conosciuta che tuttavia contiene una minaccia. Allora io mi ci preparo come chi mette una tovaglia a quadri e piatti enormi e bicchieri e si siede ad aspettare con il cuore palpitante. Dovrei mettere la musica per animare questi pomeriggi morti, ma ho paura che le voci dei miei cantanti preferiti mi diano alla testa, mi ubriachino e mi facciano piangere a dirotto. Preferisco cercare un’occupazione, come diceva mia madre, fare asticelle con l’inchiostro sopra un foglio infinito che non finisce di srotolarsi, come negli incubi, o tessere e stessere con scrupoloso zelo, come Penelope. È allora che uno stridio di sega metallica si introduce nel mio pomeriggio, lo taglia con fermezza, delicatamente, come un tronco che va lasciando allo scoperto i suoi anelli. e attratto da quel suono che non è fatto per i martedì o i giovedì, arriva a un’ora insolita il commensale dei miei venerdì, sempre inzuppato anche se fuori c’è quel sole strepitoso, impudico, dei venerdì. Arriva con passo felpato, come è sempre


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triste, triste. Yo quisiera quitarle el abrigo, encender la chimenea, pasar mi mano por su pelo mojado, limpiar su sudor y sus lágrimas, pero sigo haciendo palitos, tejiendo horas, cuidando mi tarde como un pájaro hembra de alas enormes que vigila su nido, porque debo evitar su mirada si no quiero caer hondo, muy hondo.

arrivato, e triste, triste. io vorrei togliergli il cappotto, accendere il camino, passare la mia mano sui suoi capelli bagnati, asciugargli il sudore e le lacrime, ma continuo a fare le asticelle, tessendo le ore, avendo cura del mio pomeriggio come un uccello femmina dalle ali enormi che veglia sul suo nido, perché devo evitare il suo sguardo se non voglio cadere nel profondo, nel molto profondo.

DeSPuÉS Del reCitAl De PoeSÍA

DoPo uNA letturA Di PoeSie

A Juan Manuel Roca y Antonio Cisneros

A Juan Manuel Roca e Antonio Cisneros

Ha terminado el recital en el descaecido teatro de provincia vestido de oropeles como una tía anciana. Salimos los poetas, con paso lento, orondo, de poetas. Y el hombre soñoliento de la primera fila, las dos damas de blanco, perfumadas magnolias, el maestro de lengua, los alumnos que tomaban fiel nota, el indigente que recita a Walt Whitman,

È terminata la lettura nel decaduto teatro di provincia rivestito di orpelli come una persona anziana. usciamo noi poeti, con passo lento, tronfio, di poeti. e l’uomo insonnolito della prima fila, le due signore in bianco, profumate magnolie, il maestro di lingua, gli alunni che prendevano fedele nota, l’indigente che recita Walt Whitman,

salen también hacia la recia luna. A lo lejos se oyen los entusiastas vítores al equipo de rugby que arrasa a los locales. Mientras llega el poeta que ha ido al mingitorio, de las cuerdas de luz donde duermen los tordos ha caído una gota amenazante.

escono anch’essi verso l’intensa luna. in lontananza s’odono gli entusiastici evviva alla squadra di rugby che travolge i locali. Mentre arriva il poeta che è andato ad orinare, dai cavi della luce dove dormono i tordi è caduta una goccia minacciosa.

entonces, en medio de la noche desierta de metáforas, un jovencito tímido, mirando hacia su azoro, nos ofrece su mano. Esto es raro por aquí. Y dice su dicha. Movemos la cabeza, agradecemos,

Allora, in mezzo alla notte deserta di metafore, un giovanotto timido, preso dall’imbarazzo, ci offre la sua mano. Da queste parti è una cosa rara. e dice la sua gioia. Scrolliamo la testa, ringraziamo,


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lo miramos partir.

lo guardiamo partire.

un chico de provincia. la poesía. Vamos hacia el hotel con paso lento, con paso humilde, incierto, de poetas.

un ragazzo di provincia. la poesia. Ci dirigiamo verso l’albergo con passo lento, con passo umile, incerto, di poeti.

lAS CiCAtriCeS

le CiCAtriCi

No hay cicatriz, por brutal que parezca, que no encierre belleza. una historia puntual se cuenta en ella, algún dolor. Pero también su fin. las cicatrices, pues, son las costuras de la memoria, un remate imperfecto que nos sana dañándonos. la forma que el tiempo encuentra de que nunca olvidemos las heridas.

Non c’è cicatrice, per quanto sembri brutale, che non racchiuda bellezza. una storia puntuale in essa si racconta, qualche dolore. Ma anche la sua fine. le cicatrici, infatti, sono le cuciture della memoria, un ritocco imperfetto che ci guarisce facendoci male. la forma che il tempo trova perché mai dimentichiamo le ferite.

PerlAS

Perle

Como el molusco los poetas tenemos una belleza extraña, que atrae y que repugna. Nos gusta el fondo amargo de las aguas, y en las profundidades vivimos, respiramos, escondidos debajo de las conchas calcáreas y a menudo aferrados a las piedras. Cada tanto, un elemento extraño nos invade, se enquista en nuestra entraña

Come il mollusco noi poeti abbiamo una bellezza estranea, che attrae e che ripugna. Ci piace il fondo amaro delle acque, e nelle profondità viviamo, respiriamo, nascosti sotto i gusci calcarei e quasi sempre afferrati alle pietre. ogni tanto, un elemento estraneo ci invade, s’incista nelle nostre viscere

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y comienza a crecer. una hermosa señal de que no estamos solos, de que somos del mundo, para el mundo. Amamos esa masa que crece en nuestros vientres, que se hace dura y bella a expensas de lo blando. la cerrazón asfixia, sin embargo. Por eso nos abrimos y expulsamos esas íntimas lágrimas, casi siempre imperfectas. lo oscuro pare luz, y eso consuela.

e comincia a crescere. un bel segno che non siamo soli, che siamo del mondo, per il mondo. Amiamo quella massa che cresce nei nostri ventri, che si fa dura e bella a spese di quanto è morbido. la chiusura asfissia, tuttavia. Per questo ci apriamo ed espelliamo quelle intime lacrime, quasi sempre imperfette. il buio produce luce, e questo ci consola.

orACiÓN

PreGHierA

Para mis días pido, Señor de los naufragios, no agua para la sed, sino la sed, no sueños sino ganas de soñar. Para las noches, toda la oscuridad que sea necesaria para ahogar mi propia oscuridad.

Per i miei giorni chiedo, Signore dei naufragi, non acqua per la sete, ma la sete, non sogni ma voglia di sognare. Per le notti, tutto il buio che sia necessario per annegare la mia oscurità.

loS HoMBreS triSteS No BAilAN eN PAreJA

Gli uoMiNi triSti NoN BAllANo iN CoPPiA

los hombres tristes ahuyentan a los pájaros. Hasta sus frentes pensativas bajan las nubes y se rompen en fina lluvia opaca. las flores agonizan en los jardines de los hombres tristes. Sus precipicios tientan a la muerte.

Gli uomini tristi scacciano gli uccelli. Fin sulle loro fronti pensierose scendono le nuvole e si rompono in fine pioggia opaca. i fiori agonizzano nei giardini degli uomini tristi. i loro precipizi tentano la morte.

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en cambio, las mujeres que en una mujer hay nacen a un tiempo todas ante los ojos tristes de los tristes. la mujer-cántaro abre otra vez su vientre y le ofrece su leche redentora. la mujer-niña besa fervorosa sus manos paternales de viudo desolado. la de andar silencioso por la casa lustra sus horas negras y remienda los agujeros todos de su pecho. otra hay que al triste presta sus dos manos como si fueran alas. Pero los hombres tristes son sordos a sus músicas. No hay pues mujer más sola, más tristemente sola, que la que quiere amar a un hombre triste.

invece, le donne che ci sono in una donna nascono tutte insieme davanti agli occhi tristi dei tristi. la donna-anfora apre nuovamente il suo ventre e gli offre il suo latte redentore. la donna-bambina bacia fervorosa le sue mani paterne di vedovo desolato. Quella che va silenziosa per la casa lustra le sue ore nere e rammenda tutti i buchi del suo petto. Ce n’è un’altra che al triste presta le sue mani come se fossero ali. Ma gli uomini tristi sono sordi alle loro musiche. Non c’è infatti donna più sola, più tristemente sola, di quella che vuole amare un uomo triste.

BioGrAFiA De uN HoMBre CoN MieDo

BioGrAFiA Di uN uoMo CHe AVeVA PAurA

Mi padre tuvo pronto miedo de haber nacido. Pero pronto también le recordaron los deberes de un hombre y le enseñaron a rezar, a ahorrar, a trabajar. Así que pronto fue mi padre un hombre bueno. (“un hombre de verdad” diría mi abuelo) No obstante, como un perro que gime embozalado y amarrado a su estaca, el miedo persistía en el lugar más hondo de mi padre. De mi padre, que de niño tuvo los ojos tristes, y de viejo unas manos tan graves y tan limpias

Mio padre ebbe subito paura di esser nato. Ma anche subito gli ricordarono i doveri di un uomo e gli insegnarono a pregare, a risparmiare, a lavorare. Così mio padre fu subito un uomo buono. (“un uomo davvero” direbbe mio nonno) Nonostante, come un cane che guaisce sotto la museruola e legato al suo palo, la paura persisteva nel posto più profondo di mio padre. Di mio padre, che da bambino ebbe gli occhi tristi, e da vecchio delle mani così solenni e pulite

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como el silencio de las madrugadas. Y siempre, siempre, un aire de hombre solo. De tal modo que cuando yo nací me dio mi padre todo lo que su corazón desorientado sabía dar. Y entre ello se contaba el regalo amoroso de su miedo. Como un hombre de bien mi padre trabajó cada mañana, sorteó cada noche y cuando pudo se compró a cuotas la pequeña muerte que siempre deseó. la fue pagando rigurosamente, sin sobresalto alguno, año tras año, como un hombre de bien, el bueno de mi padre.

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come il silenzio del mattino presto. e sempre, sempre, un’aria da uomo solo. Cosicché quando io nacqui mi diede mio padre tutto ciò che il suo cuore disorientato sapeva dare. e in ciò era compreso il regalo amoroso della sua paura. Come un uomo perbene mio padre lavorò ogni mattina e scansò ogni notte e quando poté si comprò a rate la piccola morte che sempre desiderò. l’andò pagando rigorosamente, senza alcun soprassalto, anno dopo anno, come un uomo dabbene, quel brav’uomo di mio padre.

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Santiago Mutis

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Santiago Mutis

el Que Se VA (el regreso)

Colui CHe Se Ne VA (il ritorno)

te dejo mis ojos, a ti árbol del fuego A ti, tierra mía, te dejo mi lengua mis labios, la luz de mi frente los dientes blancos con que acaricié tus senos, ay, tan delicados mis manos, donde la vida dibujó su constelación de arena iluminada mi pecho, la flor de mis huesos fosforescente

lascio i miei occhi, a te albero del fuoco A te, terra mia, lascio la mia lingua le mie labbra, la luce della mia fronte i denti bianchi con cui ho accarezzato i tuoi seni, oh, così delicati le mie mani, dove la vita ha disegnato la sua costellazione di sabbia illuminata il mio petto, il fiore delle mie ossa fosforescente

he venido a traértelos

sono venuto a portarteli

Deja que mi alma suave me sepulte en tu regazo

lascia che la mia anima soave mi seppellisca nel tuo grembo

ANtoNiN ArtAuD eSCriBe SoBre el ArtiStA ViNCeNt VAN GoGH

ANtoNiN ArtAuD SCriVe Sull’ArtiStA ViNCeNt VAN GoGH

Cómo escribir cartas a los muertos cómo despertarlos cómo sentir su respiración luminosa y el oro de su sangre indignada tibia tumultuosa Dos almas que se queman en el amor, en la inteligencia dos teas ardientes –vivas– en la oscuridad

Come scrivere lettere ai morti come svegliarli come sentire il loro respiro luminoso e l’oro del sangue indignato tiepido tumultuoso Due anime che ardono nell’amore, nell’intelligenza due torce ardenti – vive – nel buio


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un huerto, un jardín en la luz de Dios y un cuerpo que cae en el vértigo de su ausencia

un orto, un giardino nella luce di Dio e un corpo che cade nella vertigine della sua assenza

Antonin Artaud ha escrito un libro sobre Vincent Van Gogh Durante años lo escondí sin leerlo como un talismán es desconcertante y natural y también inaudito Natural, porque avanza con la fuerza –caudalosa y difícil– de la verdad inaudito, por la misma razón Dice Artaud todo lo que es necesario saber sobre Van Gogh para sentir vivo el manantial de su alma la transparencia incandescente de su oración la pureza imposible de sus límites de sus fronteras inexistentes con el mundo

Antonin Artaud ha scritto un libro su Vincent Van Gogh Per anni l’ho nascosto senza leggerlo come un talismano È sconcertante e naturale e anche inaudito Naturale, perché avanza con la forza – potente e difficile – della verità inaudito, per la stessa ragione Dice Artaud tutto ciò che è necessario sapere su Van Gogh per sentire viva la sorgente della sua anima la trasparenza incandescente della sua preghiera la purezza impossibile dei suoi limiti delle sue frontiere inesistenti con il mondo

el libro es mucho más que perfecto es la única lección honesta que un hombre nos puede legar No es un ensayo ni crítica de arte ni literatura simplemente ocupa su lugar lo desplaza –dice Pellegrini No se puede ser más claro más directo más fecundo No se puede amar más. Artaud defiende con ira la llama que vive en Van Gogh contra la crueldad que nada salva contra la petulante psiquiatría –fría y bestial– porque cree normal la entrega y el decaimiento porque es tolerante y equívoca paternalista y cobarde y una mancha oscura y sin genio sin ardiente nobleza

il libro è molto più che perfetto è l’unica lezione onesta che un uomo ci possa tramandare Non è un saggio né critica d’arte né letteratura semplicemente occupa il suo posto lo sposta – dice Pellegrini Non si può essere più chiaro più diretto più fecondo Non si può amare di più. Artaud difende con rabbia la fiamma che vive in Van Gogh contro la crudeltà che niente salva contro la petulante psichiatria – fredda e bestiale – perché crede normale l’abbandono e il decadimento perché è tollerante ed equivoca paternalista e codarda e una macchia scura e senza genio senza ardente nobiltà

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sin delirante amor por quienes no pueden contener las lágrimas ante el horror o el paraíso Contra todo lo inhumano Artaud se levanta iracundo lúcido diáfano turbulento como el agua que hierve Sabio y sereno dice de Van Gogh –amigo mío– “devolvió el agua de la pintura a la naturaleza”

senza delirante amore per chi non può contenere le lacrime davanti all’orrore o al paradiso Contro tutto ciò che è inumano Artaud insorge iracondo lucido diafano turbolento come l’acqua che bolle Saggio e sereno dice di Van Gogh – amico mio – “restituì l’acqua della pittura alla natura”

también señala el arma que lo hirió de muerte: “aquellos que un día dijeron: Y ahora basta, Van Gogh; a tu tumba”. Y compraron su alma, su infinito y sus huesos Su palabra es turbia, luminosa incesante, siempre amenazada siempre en combate o conmovida suave ante la grandeza, ante la súplica ante el incendio de esa noche dulce y terrible que es toda alma. Artaud denuncia el cadáver lujurioso y ávido de la realidad gentes instituciones un mundo en subasta “Crápula”, le gritó a su psiquiatra, “cochino” “inmundo”, “lleva el estigma en la jeta”. Artaud arrancó del cepo la palabra la hizo savia, vida espléndida, injuria sagrada contra la traición. Van Gogh, como reverón el alienado, es un casto un hombre que prefirió volverse “loco antes que traicionar una idea superior del honor humano” Se apartó del mal se encerró en la intemperie, lejos de la “inmundicia unánime” en donde triunfan los hombres –que son jauría, turba estridente– para pintar tan sólo un “paisaje del natural” Heroismo puro y simple, dice Artaud

indica anche l’arma che lo ferì mortalmente: “quelli che un giorno dissero: e adesso basta, Van Gogh; alla tua tomba”. e comprarono la sua anima, il suo infinito e le sue ossa la sua parola è torbida, luminosa incessante, sempre minacciata sempre in lotta o commossa soave davanti alla grandezza, davanti alla supplica davanti all’incendio di quella notte dolce e terribile dell’anima. Artaud denuncia il cadavere lussurioso e avido della realtà gente istituzioni un mondo messo all’asta “Dissoluto”, gridò al suo psichiatra, “porco” “immondo”, “ne porta lo stigma sul suo grugno” Artaud liberò dalla trappola la parola la rese linfa, vita splendida, ingiuria sacra contro il tradimento. Van Gogh, come reverón l’alienato, è un casto un uomo che preferì diventare “pazzo piuttosto che tradire un’idea superiore dell’onore umano” Si allontanò dal male si rinchiuse nelle intemperie, lontano dall’ “immondizia unanime” dove trionfano gli uomini – che sono muta, turba stridente – per dipingere soltanto un “paesaggio dal naturale” eroismo puro e semplice, dice Artaud

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Descubrirse a sí mismo, conquistarse iluminarse –con la luz de la comunión– en contacto con las fuerzas de la tierra siempre convulsas simples míseras pavorosas convertidas por Van Gogh en ese “trapo sucio empapado de sangre hasta escurrir vino”

Scoprire se stesso, conquistarsi illuminarsi – con la luce della comunione – a contatto con le forze della terra sempre convulse semplici misere spaventose convertite da Van Gogh in quel “cencio sporco inzuppato di sangue fino a gocciolare vino”

la insurrección empañada por las lágrimas ardiente, de bordes incandescentes como el relámpago, o violáceos en los ojos de un ángel temible de su intensidad de insomne, de su exaltada y amada clarividencia, de su insubordinación con que une prodigios y piedras del camino

l’insurrezione appannata dalle lacrime ardente, dai bordi incandescenti come il lampo, o violacei negli occhi di un angelo temibile per sua intensità di insonne, per la sua esaltata e amata chiaroveggenza, per la sua insubordinazione con cui unisce prodigi e pietre della strada

Contra la humana negligencia contra su espanto el alma encendida de Artaud cometerá un crimen le prenderá fuego a su sombra como a una antorcha como un astro se inmolará entre sus propias manos humanitarias

Contro l’umana negligenza contro il suo spavento l’anima accesa di Artaud commetterà un crimine darà fuoco alla sua ombra come a una torcia come un astro si immolerà tra le sue stesse mani umanitarie

el genio de Artaud es –como el de Van Gogh el más raro el más escaso:

il genio di Artaud è – come quello di Van Gogh il più raro il più scarso:

es el genio de no traicionar

è il genio del non tradire

eSA NoCHe Se QuiSo llAMAr MArie ANtoiNette

QuellA Notte Si Volle CHiAMAre MArie ANtoiNette

el amplio vestido de María Antonieta –una ramera jamaiquina disfrazada de blanca, casi rosada‒ está hecho indudablemente por Amelia la extraordinaria el fondo del escenario –como si algo tuviera fondo–

l’ampio vestito di Maria Antonietta – una sgualdrina giamaicana travestita da bianca, quasi rosea – è confezionato sicuramente da Amelia la straordinaria il fondo dello scenario – come se qualcosa avesse un fondo –


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

parece un naufragio de estrellas la reina y su par de mulatas azules alargan sus lenguas rojas hacia los clientes estas negras musculosas de altas pelucas rojas, largas uñas rojas, endiabladas cejas y desafiantes tacones rojos, tapaculos rojos… son potentes sanas feroces vigorosas… Y descaradamente putas

sembra un naufragio di stelle la regina e il suo paio di mulatte azzurre allungano le loro lingue rosse verso i clienti Queste nere muscolose dalle alte parrucche rosse, lunghe unghie rosse, tremende sopracciglia e provocanti tacchi rossi, tappaculi rossi… sono potenti sane feroci vigorose… e sfacciatamente puttane

el vestido de María Antonieta es un vitral magnífico una iglesia de negros más bella que el cielo

il vestito di Maria Antonietta è una vetrata magnifica una chiesa di neri più bella del cielo

este lugar está abigarrado –como el inconsciente– de criaturas brutales plenas voraces… todo es una orgía Bailan una escena histórica y hasta bíblica– pero blasfema y sin tiempo Negros, espíritus, brujos… el deseo tiene tanta fuerza como el infierno su apetito es poderoso el hambre del cuerpo es gozosa perversa, mágica como una danza roja con luna blanca Aquí la vida sucede más allá del pensamiento –o más acá Cada idea muerde, con placer Dientes sanos ante una manzana nocturna –dentro de cada fruta hay una estrella

Questo posto è affollato – come l’inconscio – di creature brutali piene voraci… È tutta un’orgia Ballano una scena storica – e persino biblica – ma blasfema e senza tempo Neri, spiriti, stregoni… il desiderio possiede tanta forza quanto ne ha l’inferno il suo appetito è potente la fame del corpo è gioiosa perversa, magica come una danza rossa con luna bianca Qui la vita succede al di là del pensiero – o al di qua ogni idea morde, con piacere Denti sani davanti a una mela notturna – dentro ogni frutta c’è una stella

la vida es crueldad, savia implacable una constelación de criaturas inexplicables que canta en mis sentidos como colores, como agua del cielo de la noche, de los cuerpos, del aire…

la vita è crudeltà, linfa implacabile una costellazione di creature inspiegabili che canta nei mie sensi come colori, come acqua del cielo della notte, dei corpi, dell’aria…

un marinero en tierra, caricatura grotesca –tan grotesca y brutal como cualquiera de nosotros– envuelto en el cielo de Van Gogh

un marinaio a terra, caricatura grottesca – grottesca e brutale come ognuno di noi – avvolto ne cielo di Van Gogh

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

dibujando con las manos pensamientos de su argot solitario falso personal deleznable y bello, como lo es también el mar

disegnando con le mani pensieri del suo gergo solitario falso personale fragile e bello, come lo è anche il mare

y el marinero, tal vez un imbécil un hombre que ha visto las tormentas que enloquecieron de luz a William turner Su rostro sus ojos –con las mismas candelillas del cielo– sus rasgos bestiales ebrios brutos delirantes de hambre Su borrachera engaña y canta sobre sus hombros donde han brillado el diablo y el vuelo de las gaviotas Monigote de sangre y complejos mordido por el sueño de las inmensidades, de los grandes cielos, de paisajes lujuriosos de prostíbulos, de todos los puertos de los vientos, el mar y esa jauría de miserias que habla todas las lenguas… Deslumbrantes y caóticos murales callejeros de libido como luz exacerbada sexualidad que se da a borbotones, a carcajadas, descarada, vulgar un rito prostibulario –mitad bastardo mitad mítico– estampado en la carne del puerto como un tatuaje la vida deja marcas

e il marinaio, forse un imbecille un uomo che ha visto le tempeste che fecero impazzire di luce William turner il suo volto i suoi occhi –con le stesse lucciole del cielo – i suoi tratti bestiali ebbri rozzi deliranti di fame la sua sbornia inganna e canta sulle sue spalle dove hanno brillato il diavolo e il volo dei gabbiani Fantoccio di sangue e complessi morso dal sogno delle immensità, dei grandi cieli, di paesaggi lussuriosi di postriboli, di tutti i porti dei venti, il mare e quella muta di miserie che parla tutte le lingue… Abbaglianti e caotici murales di strade di libido come luce esacerbata sessualità che si dà a fiotti, a sonore risate, spudorata, volgare un rito postribolare – mezzo bastardo mezzo mitico – stampato sulla carne del porto come un tatuaggio la vita lascia segni

Ya no se trata de la juventud incandescente de la salud del alma la mirada clara la inocencia vivaz –como dice Manuel Ahora es el escándalo de la vida los deseos aves de presa clavan sus ojos en el placer una energía madura se desborda ostenta sus armas su impudicia su amorosa crueldad

Non si tratta più della gioventù incandescente della salute dell’anima lo sguardo chiaro l’innocenza vivace – come dice Manuel Adesso è lo scandalo della vita i desideri uccelli da preda conficcano i loro occhi nel piacere un’energia matura trabocca ostenta le sue armi la sua impudicizia la sua amorosa crudeltà

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Ni dulzura ni bondad hoy el hombre es un animal lleno de vida carnal pleno desvergonzado…

Né dolcezza né bontà oggi l’uomo è un animale pieno di vita carnale pieno spudorato…

Algo tan insaciable y poderoso como la ternura sin la luz de la serenidad una magnífica tormenta un delicioso peligro una controlada fuerza que aumenta el caudal de la sangre el canto de sus abismos Por un momento el cuerpo es un espectáculo magnífico y sin alma: arde el fuego brutal de la Creación Pero María Antonieta no invita a su casa al mal lo ha reemplazado por el juego y sonríe

Qualcosa di così insaziabile e potente come la tenerezza senza la luce della serenità una magnifica tempesta un delizioso pericolo una controllata forza che aumenta la portata del sangue il canto dei suoi abissi Per un momento il corpo è uno spettacolo magnifico e senz’anima: arde il fuoco brutale della Creazione Ma Maria Antonietta non invita a casa sua il male lo ha sostituito con il gioco e sorride

Nunca se ha despreciado tánto a la muerte

Mai è stata disprezzata tanto la morte

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Guillermo Martínez González

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Guillermo Martínez González

eSAS tArDeS, eSoS PArÉNteSiS

Quelle Sere, Quelle PAreNteSi

Sucede que hay días Que hay tardes en que uno No quisiera trabajar en que uno quisiera estar por ahí Fumándose un cigarrillo o bebiéndose un buen vino Mientras se acerca la noche. en que uno quisiera estar por ahí Hablando sobre las primeras novias Con un viejo amigo Mientras la lluvia cae sobre la ciudad Como una cortina blanca Como un coro de ángeles húmedos. Sucede que hay tardes en que uno quiere volar por la ventana en que uno quisiera ser como la música Que no pesa en el aire ni en los hombres en que uno está para soñar Para conversar con antiguos Días de la infancia. Sucede que hay días así Mañanas de esas en que uno amanece de vago tardes de ésas paréntesis de ésos en que duelen los horarios del oficio Y las teclas de la máquina Se clavan en el alma. en que uno está totalmente Desligado del mundo Y no quiere hacer nada Y quisiera estar todo el tiempo Bailando sobre la lluvia.

Capita che ci sono giorni Che ci sono sere in cui Non vorresti lavorare in cui vorresti stare da qualche parte Fumandoti una sigaretta o bevendoti del buon vino Mentre si avvicina la notte. in cui vorresti stare da qualche parte Parlando delle prime fidanzate Con un vecchio amico Mentre la pioggia cade sulla città Come una cortina bianca Como un coro di angeli umidi. Capita che ci sono sere in cui vorresti volare dalla finestra in cui vorresti essere come la musica Che non pesa sull’aria né sugli uomini in cui ti senti in vena di sognare Di conversare con gli antichi Giorni dell’infanzia. Capita che ci sono di quei giorni Di quelle mattine in cui ci si sveglia un po’ impigriti Di quelle sere di quelle parentesi in cui dolgono gli orari del lavoro e i tasti della macchina Si conficcano nell’anima. in cui si è totalmente Staccati dal mondo e non vuoi fare niente e vorresti stare per tutto il tempo A ballare sulla pioggia.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

CoMo luNA De PioJoS

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

CoMe luNA Di PiDoCCHi Piojos y pulgas; Mean los caballos Cerca de mi almohada. MAtSúo BASHo

Pidocchi e pulci; Pisciano i cavalli Vicino al mio cuscino. MAtSúo BASHo

Como luna de piojos Como polvo y leche sucia Alrededor de mi cama Fueron algunas De mis noches. Como caballos verdes Chapaleando espantados en arena movediza Como trapecistas olvidando con terror Sus movimientos en el alba Así fueron Algunas de mis noches.

Come luna di pidocchi Come polvere e latte sporco intorno al mio letto Furono alcune Mie notti. Come cavalli verdi Guizzando spaventati tra le sabbie mobili Come trapezisti Che dimenticano con terrore i loro movimenti All’alba Così furono Alcune mie notti.

SAluDo Al MuNDo CoN Mi SÉQuito De FANtASMAS

SAluto il MoNDo Col Mio SeGuito Di FANtASMi

A veces despierto en la noche Sobresaltado por el galope secreto del viento Por la conversación transparente De mujeres desnudas Por el fragor de antiguas batallas Y el humor dulce de recientes muertos. Y entonces invadido de inmensos Surtidores de mariposas Poseído de la canción incesante Del mar que me persigue desde la infancia Saludo al alba con extrañas metáforas Doy mis buenos días al mundo Con mi séquito de fantasmas.

A volte mi sveglio di notte Di soprassalto per il galoppo segreto del vento Per la conversazione trasparente Di donne nude Per il fragore di antiche battaglie e l’umore dolce di morti recenti. e allora invaso da immensi Zampilli di farfalle Posseduto dalla canzone incessante Del mare che m’insegue dall’infanzia Saluto l’alba con strane metafore Do il mio buongiorno al mondo Col mio seguito di fantasmi.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

SÍMBolo

SiMBolo

Como fluye el agua De lo profundo de la tierra. Como alguien enciende el fuego en medio de la borrasca o Alicia a través del espejo se une Al viento en el País de las Maravillas; Así quisiera escribir mi poesía: desnudo Casi invisible: cantando Como un pájaro de luz sobre la muerte.

Come scorre l’acqua Dal profondo della terra. Come qualcuno accende il fuoco in mezzo alla burrasca o Alicia attraverso lo specchio si unisce Al vento nel Paese delle Meraviglie: Così vorrei scrivere la mia poesia: nudo Quasi invisibile: cantando Come un uccello di luce sulla morte.

el Vuelo

il Volo

Para Que no te derribes en el lodo Vuela ángel mío Vuela: Pesado monstruo de mi pureza.

Per Non precipitare Nel fango Vola angelo mio Vola: Pesante mostro della mia purezza.

SiN NoMBre

SeNZA NoMe

estrella oh pequeño sol de la noche Quiero De nuevo la luz: Soy ese pájaro ciego ese pájaro inútil Ahogado en la tormenta.

Stella oh piccolo sole della notte Voglio Di nuovo la luce: Sono quell’uccello cieco Quell’uccello inutile Annegato nella tempesta.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

loS MuertoS

i Morti

Amanecían en las calles con la cara de espanto alterada por las moscas

Spuntavano per strada con volto di spavento alterato dalle mosche

o bajaban al pueblo en el lomo de las mulas guindados como animales de sacrificio

o scendevano in paese in groppa alle mule sospesi come animali da sacrificio

o flotaban en la hierba y el río con el treno inflamado bajo la luz de la luna:

o galleggiavano sull’erba e sul fiume con la trenodia infiammata sotto la luce della luna:

en aquel tiempo la violencia se paseaba con su tambor de medianoche por las aldeas.

A quel tempo la violenza passeggiava col suo tamburo di mezzanotte nei villaggi.

loS HAMBrieNtoS

Gli AFFAMAti

Con su bostezo llegaban ante la mesa rota. Querían ver más panes sobre el mantel blanco. lloraban, lloraban los hambrientos ante los pequeños huevos de sangre. Ante el caldo que olía a nada, a silencio de gallina remota.

Arrivavano sbadigliando davanti alla tavola rotta. Volevano vedere più pani sulla tovaglia bianca. Piangevano, piangevano gli affamati davanti alle piccole uova di sangue. Davanti al brodo che odorava di niente, di silenzio di gallina remota.

De NueVo lo DeSPiertA el AlBA

Di NuoVo lo SVeGliA l’AlBA

De nuevo lo despierta el alba Como una invasión de mosquitos. De nuevo con el espanto Que hierve como un tejido De gusanos jubilosos.

Di nuovo lo sveglia l’alba Come un’invasione di zanzare. Di nuovo con lo spavento Che bolle come un tessuto Di vermi gioiosi.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

en el espejo se pregunta Por el sentido de la muerte Mientras afuera cae la lluvia el canto de la paloma torcaz.

Allo specchio si chiede Del senso della morte Mentre fuori cade la pioggia il canto del colombo torraiolo.

Y así sale sin alma desterrado. implacable la luz cae Pero siempre más allá en una distancia que enloquece Como pájaro que huye.

e così esce senz’anima esiliato. implacabile la luce cade Ma sempre più in là A una distanza che fa impazzire Come uccello che fugge.

Y así lo devora la ciudad el metálico ruido de su agonía. Ve al lotero junto a la prostituta Y al ciego que feroz Desgarra su guitarra contra el polvo.

e così lo divora la città il metallico rumore della sua agonia. Vede il lottista vicino alla prostituta e il cieco che feroce strazia la chitarra contro la polvere.

lo deja impávido el aguacero. el chapoteo de la mujer que cruza la calle Y el delirio de los semáforos en la neblina.

lo lascia impavido l’acquazzone. lo sguazzare della donna che attraversa la strada e il delirio dei semafori nella foschia.

Nada posee. Sin herida Ni salvación. Sin luz ni llaga. Ciego, solamente ciego.

Niente possiede. Senza ferita Né salvezza. Senza luce né piaga. Cieco, soltanto cieco.

CABAllo BlANCo

CAVAllo BiANCo

Aquel caballo De blancura robada al relámpago Aquel caballo fulminante De cola inmensa Para agitar el fuego Aquella criatura de belfos rosados en el vapor de la luna:

Quel cavallo D’una bianchezza rubata al lampo Quel cavallo fulminante Dalla coda immensa Per agitare il fuoco Quella creatura dalle labbra rosee Nel vapore della luna:

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Aquel caballo Su relincho solitario Su erizado galope hasta el alba.

Quel cavallo il suo nitrito solitario il suo dritto galoppo fino all’alba.

CiuDAD

CittÀ

Maligna es esta ciudad Como baba del diablo Desde que surge la luz del sol. Donde la lluvia cae interminable Como una monodia Sobre los ventanales y los muros Sobre el rostro de pordioseros Que aúllan como bestias heridas Ante los basureros las iglesias Y los portalones de mármol. Donde cada saludo Se parece a una pedrada e inútiles brillan las estrellas en el cielo. Sí, maligna es esta ciudad: temibles sus atardeceres de vaho plomizo, Sus crímenes ocultos, sus jóvenes asesinos Que conspiran en los bares. terrible es el espasmo de sus prostitutas en los baños o los camastros de tendido grasiento Mientras avanza el alba como un puñal Sobre el sueño de los pobres.

Maligna è questa città Come bava del diavolo Da quando sorge la luce del sole. Dove la pioggia cade interminabile Come una monodia sui finestroni e sui muri Sul volto dei pezzenti Che ululano come bestie ferite davanti alle discariche Alle chiese e ai portali di marmo. Dove ogni saluto Somiglia a una sassata e inutili brillano le stelle nel cielo. Sì, maligna è questa città: temibili i suoi tramonti di un plumbeo vapore, i suoi crimini nascosti, i suoi giovani assassini Che cospirano nei bar. terribile è lo spasmo delle sue prostitute Nei bagni o sulle brande con le lenzuola unte Mentre avanza l’alba come un pugnale Sopra il sonno dei poveri.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

rómulo Bustos Aguirre

rómulo Bustos Aguirre

De lA DiFiCultAD PArA AtrAPAr uNA MoSCA

DellA DiFFiColtÀ Di ACCHiAPPAre uNA MoSCA

la dificultad para atrapar una mosca radica en la compleja composición de su ojo

la difficoltà di acchiappare una mosca è dovuta alla complessa composizione del suo occhio

es el más parecido al ojo de Dios

È il più simile all’occhio di Dio

A través de una red de ocelos diminutos puede observarte desde todos los ángulos siempre dispuesta al vuelo

Attraverso una rete di minuscoli ocelli può osservarti da tutti gli angoli sempre pronta al volo

Parece ser que el gran ojo de la mosca no distingue entre los colores

Sembra che il grande occhio della mosca non distingua i colori

Probablemente tampoco distinga entre tú que intentas atraparla y los restos descompuestos en que se posa

Probabilmente non distingue nemmeno fra te che cerchi di acchiapparla e i resti putrefatti su cui si posa

DACtiloSCoPiA

DAttiloSCoPiA

Justo cuando mueves el hilo con el dedo aparece la araña con todas sus patas, su abdomen, sus pelos y sus ojos casi ciegos

Proprio quando muovi il filo con il dito appare il ragno con tutte le sue zampe, il suo addome, i suoi peli e i suoi occhi quasi ciechi

examina atentamente tu dedo los meandros sin centro aparente de tu huella la uña curvada y agresiva, la pequeña mugre que en ella se acumula los pellejos que se han endurecido a ambos lados y parecen

esamina attentamente il tuo dito i meandri senza centro apparente della tua impronta l’unghia incurvata e aggressiva, la piccola sporcizia che vi si accumula le pelli che si sono indurite a entrambi i lati e sembrano

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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pequeños cuernos, es lo que más familiar le resulta Pero no acierta a intuir el resto misterioso en que te extiendes con todas tus patas, tu abdomen, tus pelos y tus ojos casi ciegos

piccoli corni, è quanto di più familiare le risulta Ma non riesce a intuire il resto misterioso su cui ti estendi con tutte le tue zampe, il tuo addome, i tuoi peli e i tuoi occhi quasi ciechi

le resultas una presa extraña

le appari come una preda strana

Demasiado evidente para ignorarla demasiado hipotética para comerla

troppo evidente per poterla ignorare troppo ipotetica per poterla mangiare

Decide que tú debes ser Dios o algo parecido y se agazapa de nuevo a esperar un bicho menos complicado más limpio y digerible

Decide che tu devi essere Dio o qualcosa di simile e si acquatta di nuovo ad aspettare un insetto meno complicato più pulito e digeribile

CiNeGÉtiCA

CiNeGetiCA

No hay gacelas por estas tierras Pero existe el saíno

Non ci sono gazzelle in queste terre Ma esiste il pecari

la carne del saíno –dicen– sabe tan bien como la de la gacela es verdad que no tiene prestigio literario pero ambas hacen igual a la garra del tigre

la carne del pecari – dicono – è saporita come quella della gazzella È vero che non ha prestigio letterario ma entrambe fanno lo stesso per l’artiglio della tigre

De todos modos sangrará el poema

la poesia sanguinerà comunque

No hay que olvidar, en todo caso, que después de Borges el tigre tiene tánto prestigio literario como la gacela

Non bisogna dimenticare, in ogni caso, che dopo Borges la tigre ha tanto prestigio letterario quanto ne ha la gazzella

ignoro si aún existen tigres en estas tierras en todo caso habrá cazador

ignoro se ancora esistono tigri in queste terre in ogni caso ci sarà un cacciatore

Gacela, tigre y saíno hacen igual a la garra del cazador

Gazzella, tigre e pecari fanno lo stesso per l’artiglio del cacciatore

De todos modos sangrará el poema

la poesia sanguinerà comunque

el saíno carece del oro de los tigres y de la gracia de la gacela

il pecari non possiede l’oro delle tigri né la grazia della gazzella


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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la muerte asimismo carece de ambas cosas Y tiene menos prestigio literario que el poema Pero es real

la morte ugualmente manca di entrambe le cose e ha meno prestigio letterario della poesia Ma è reale

tiene las siete vidas del gato, más la del saíno, la gacela, el tigre el cazador y el poeta

Ha le sette vite del gatto, più quella del pecari, della gazzella, della tigre del cacciatore e del poeta

todo eso para poder habitar en la sangrante irrealidad del poema

tutto questo per potere abitare nella sanguinante irrealtà della poesia

MirANDo uNA eStAMPA De SANtA luCÍA eN uN teXto HAGioGrÁFiCo

GuArDANDo uN’iMMAGiNe Di SANtA luCiA iN uN teSto AGioGrAFiCo

los ojos, siguiendo la tradicional iconografía reposan sobre un plato, como dos peces muertos Ojos grandes y soñadores Me digo imaginando las cuencas vacías

Gli occhi, seguendo la tradizionale iconografia sono poggiati su un piatto, come due pesci morti Occhi grandi e sognatori Mi dico immaginando le orbite vuote

Tan grandes que por ellos debió caber el mundo, toda la carne y sus demonios me sopla al oído mi fiel demonio de cabecera Yo lo espanto y él se va con el rabo entre las piernas al fondo de la habitación que compartimos

Così grandi che da essi dovette entrare il mondo, tutta la carne e i suoi demoni mi sussurra all’orecchio il mio fedele demonio di capezzale io lo spavento e lui se ne va con la coda tra le gambe in fondo alla camera che condividiamo

Patrona de las modistillas y de los sastres, reza al pie de la estampa

Patrona delle sarte e dei sarti, recita sotto l’immagine

Y acaso de los voyeristas, comenta mi demonio de cabecera Y arrecia el ataque acudiendo a una cita apócrifa de san isidoro y añadiendo no sé qué gracias y desgracias de cierto ojo divulgadas por Quevedo Y para que no quede dudas de qué está hablando rubrica todo esto con una sonora ventosidad

E forse dei guardoni, commenta il mio demonio di capezzale e muove all’attacco ricorrendo a una citazione apocrifa di sant’isidro e aggiungendo non so quali grazie e disgrazie di un certo occhio divulgate da Quevedo e perché non ci siano dubbi su ciò che sta dicendo sigla tutto questo con una sonora flatulenza

los dos peces muertos no se dan por aludidos

i due pesci morti non colgono l’allusione


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Yo finjo ignorarlo y paso juiciosamente a otra página del libro Pero él sabe que ha hecho bien su trabajo, y sonríe mientras lame su pelaje

io fingo di ignorarli e passo giudiziosamente a un’altra pagina del libro Ma lui sa di aver fatto bene il suo lavoro, e sorride mentre si lecca i peli.

SACriFiCiAl

SACriFiCAle a Juan Calzadilla

a Juan Calzadilla

el carnicero se va en lenguas hablando de las bondades de cada una de las carnes del animal. Casi saborea las palabras el cliente señala difuso un punto en el dibujo que se exhibe en la pared donde sabiamente aparece seccionada la res en sus diferentes partes para golosa guía del comiente Sin duda el comido no ha sido consultado sobre la publicidad de sus vísceras Ah, el comiente Con sus pulcros caninos, sus radiantes incisivos y sus 356 molares

il macellaio ha la lingua sciolta quando parla delle bontà di ognuna delle carni dell’animale. Quasi assapora le parole il cliente indica un punto esteso nel disegno che è esibito sulla parete dove sapientemente appare sezionato l’animale nelle sue diverse parti per la golosa guida del mangiante Senza dubbio il mangiato non è stato consultato sulla pubblicità dei suoi visceri Ah, il mangiante Con i suoi bei canini, i suoi raggianti incisivi e i suoi 356 molari

Pero hay algo de torva beatitud en la demora con que, a veces, el carnicero rasga una entretela, contempla al trasluz y retira delicadamente un trozo de pellejo Quizás, en esos instantes, alguien dentro de él ensueña: un día cualquiera un distraído arcángel, confundido en el tiempo, vendrá y me relevará de este sucio mandil, detendrá mi mano en el aire de la mañana y dirá fulgurante: basta, ya tu fe ha sido probada el cliente, recostado en el mostrador, lo mira con expectante fulgor Y el ensoñador quisiera indagar ¿acaso eres tú mi liberador? pero dice oferente: ¿palomilla o punta de nalga?

Ma c’è una certa torva beatitudine nella lentezza con cui, a volte, il macellaio strappa una controfodera, contempla in controluce e separa delicatamente un pezzo di pelle Forse, in quegli istanti, qualcuno dentro di lui fantastica: qualche giorno un arcangelo distratto, confuso nel tempo, verrà e mi libererà da questo sporco grembiule, fermerà la mia mano nell’aria del mattino e dirà folgorante: basta, la tua fede è stata già messa alla prova il cliente, appoggiato al bancone, lo guarda con trepidante fulgore e il fantasticatore vorrebbe indagare sei forse tu il mio liberatore? ma dice offerente: noce o girello?

Ahora, el carnicero tararea indolente mientras pule sus enormes cuchillos

Adesso, il macellaio canticchia pigramente mentre pulisce i suoi enormi coltelli


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

uN PACo-PACo

uN PACo-PACo

el paco-paco canta con las patas traseras

il paco-paco canta con le zampe posteriori

recuerdo un paco-paco que alegró la noche a todos los niños de la cuadra porque confundimos su canto con los crótalos de una cascabel Con palos y mochas la buscamos entre los matojos hasta que descubrimos el engaño

ricordo un paco-paco che allietò la sera a tutti noi bambini dell’isolato perché confondemmo il suo canto con i sonagli di un serpente Con bastoni e machete lo cercammo tra i cespugli fino a che scoprimmo l’inganno

en realidad él ya nos había descubierto antes con sus grandes ojos de mirar el mundo sin entender nuestra alharaca, y entonando el más perfecto de los silencios que alguna vez hubiéramos escuchado

in realtà egli ci aveva già scoperti prima con i suoi grandi occhi per guardare il mondo senza capire la nostra esagerazione, e intonando il più perfetto dei silenzi che avessimo mai ascoltato

Pero este paco-paco que ahora miro sobre la ramita del matarratón ha perdido una pata. Su ambigua pata para el salto para el canto

Ma questo paco-paco che adesso guardo sul ramo del matarratón * ha perduto una zampa. la sua ambigua zampa per il salto per il canto

es curioso que la voz de un animal esté en sus patas

È curioso che la voce di un animale stia nelle sue zampe

Miro al animalito tratar en vano de frotar la una con la no-otra pata y me es inevitable evocar el conocido epigrama zen que enigmáticamente se pregunta: ¿Cómo es el sonido de una sola mano cuando aplaude?

Guardo l’animaletto cercare invano di sfregare l’una con la non-altra zampa e non posso fare a meno di evocare il conosciuto epigramma zen che enigmaticamente si domanda: Com’è il suono di una sola mano quando applaude?

¿existe, acaso, ese sonido?

esiste, forse, quel suono?

Y tú, Bustos, tratas también de frotar, de desplegar tus dos patas traseras, tu ala única

e tu, Bustos, cerchi anche di sfregare, di distendere le tue due zampe posteriori, la tua ala unica

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* Albero che può raggiungere dodici metri di altezza, con rami ascendenti e chioma frondosa, foglie di color verde scuro e brillante, vellutate al tatto, fiori a grappoli rosa o lilla e frutto a forma di baccello color giallo o verde.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

y entonces escuchas (o imaginas o crees o quieres escuchar) ese otro insondable sonido que te responde

e allora ascolti (o immagini o credi o vuoi ascoltare) quell’altro insondabile suono che ti risponde

desde qué matojo

da quale cespuglio

desde qué inescrutable esquina del paisaje, desde qué silencio

da quale imperscrutabile angolo del paesaggio, da quale silenzio

Del CANGreJo erMitAño

Del GrANCHio ereMitA

rara costumbre la del cangrejo ermitaño

Strana abitudine quella del granchio eremita.

Se le va la vida buscando caparazones de otros moluscos, latas, recipientes vacíos toda suerte de objetos cóncavos abandonados por sus antiguos huéspedes para instalarse en ellos

Passa la sua vita cercando gusci di altri molluschi, lattine, recipienti vuoti ogni specie di oggetti concavi abbandonati dai loro antichi ospiti per installarsi in essi

es posible que todo se deba a una compulsión turística por la novedad o a un síndrome de inestabilidad casi metafísica o a simple ejercicio peripatético de quien tiene demasiadas patas que ejercitar

È possibile che si debba tutto a una compulsione turistica per la novità o a una sindrome di instabilità quasi metafisica o a un semplice esercizio peripatetico di chi ha troppe zampe da tenere in esercizio

¿o habrá algo más de fondo en todo esto?

o ci sarà qualcosa di più profondo in tutto questo?

Quizás convenga preguntar al secreto cangrejo ermitaño que habita en cada uno de nosotros

Forse conviene chiedere al segreto granchio eremita che abita in ognuno di noi

ese que, sin duda, acaba de escribir este poema

Quello che, senza dubbio, ha appena scritto questa poesia

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Víctor Gaviria

CuANDo eStAlleN lAS luCeS De NAViDAD y la pólvora se precipite en el cielo como una guerra contra los días de siempre, cuando se gaste la última hora del año, el último minuto, nuestro amor también se quemará como un muñeco de año viejo... ¿Fue en septiembre u octubre que dejamos de vernos? Yo ayudo a pasar al Año Nuevo, por la rendija del tiempo, a pasar estos árboles de diciembre, a pasar mis libros y mis dos manos, a pasar mi cabeza que se duerme y se despierta... Pero yo sé que, como mi padre que murió hace algunos años, no puedo pasar nuestro amor al Año Nuevo, que se quedará en septiembre u octubre... ¿Cómo arderá el muñeco de nuestro amor que muere con el año, cómo de tristes serán los estallidos de su pólvora? Día de inocentes: guárdame en un vaso de vidrio la última noche cuando me subí al muro del patio y miré la montaña y el barrio oscurecidos, y sus luces me parecieron un diciembre a mitad de año solo para nosotros dos... Yo estaba desnudo, humedecido todavía con el agua de tus piernas blancas, y tu aroma

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Víctor Gaviria

QuANDo eSPloDerANNo le luCi Di NAtAle e la polvere precipiterà nel cielo come una guerra contro i giorni di sempre, quando si consumerà l’ultima ora dell’anno, l’ultimo minuto, anche il nostro amore brucerà come un pupazzo dell’anno vecchio… È stato a settembre o a ottobre quando abbiamo smesso di vederci? io aiuto a far passare l’Anno Nuovo, dallo spiraglio del tempo, a far passare questi alberi di dicembre, a far passare i miei libri e le mie due mani, a far passare la mia testa che dorme e si sveglia… Ma io so che, come mio padre che è morto qualche anno fa, non posso far passare il nostro amore nell’Anno Nuovo, che rimarrà a settembre o a ottobre… Come brucerà il pupazzo del nostro amore che muore con l’anno, quanto saranno tristi gli scoppi della sua polvere? Giorno di innocenti: conservami in un bicchiere di vetro l’ultima notte quando sono salito sul muro del cortile e ho guardato la montagna e il quartiere al buio, e le sue luci mi parvero un dicembre a metà anno solo per noi due… io ero nudo, inumidito ancora dall’acqua delle tue gambe bianche, e il tuo aroma

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

se confundía aquella noche con la esencia de las adormideras y los higuerillos de montaña... Fue en septiembre u octubre, cuando vivía junto a tu cuerpo, como si yo fuera un año entero, sin principio ni fin.

si confondeva quella notte con l’essenza dei papaveri da oppio e dei ricini di montagna… È stato a settembre o a ottobre, quando vivevo vicino al tuo corpo, come se io fossi un anno intero, senza principio né fine.

CoSAS PerDiDAS

CoSe PerDute

Algo ocurre en estos días de crecimiento, porque todas las cosas se nos pierden de la vista, se ocultan debajo de los libros o se meten en los cajones equivocados, o ruedan bajo alguna mesa... ¿Dónde está el teléfono que copié para que no se olvidara? ¿Y la tarjeta? ¿Y los zapatos que guardé bajo la cama? Mis hijos van por la casa buscando durante las mejores horas del día sus cosas perdidas, a veces pálidos del desasosiego, palpando los rincones como si estuvieran buscando otra cosa... ¿Acaso no nos interesan estas cosas que se pierden, y las apartamos de la mente para que lleguen otras mejores? ¿otras a las que sí les importe estar con nosotros, otras que permanezcan en su sitio como algún amor que espera ser besado lentamente por nuestra boca? Yo conocí a un verdadero médium quien a veces hacía “precipitar” las cosas: eran cosas pequeñas que se le

Qualcosa succede nei giorni della crescita, perché perdiamo di vista ogni cosa, si nascondono sotto i libri o si mettono nei tiretti sbagliati, o rotolano sotto qualche tavola… Dov’è il numero di telefono che avevo copiato perché non lo dimenticassi? e la carta di credito? e le scarpe che avevo conservato sotto il letto? i miei figli si aggirano per la casa cercando nelle migliori ore del giorno le loro cose perdute, a volte pallidi per l’inquietudine, tastando ogni angolo come se stessero cercando un’altra cosa… Forse non c’interessano le cose che si perdono, e le allontaniamo dalla mente perché ne arrivino altre migliori? Atre a cui certamente importa stare con noi, altre che restino al posto loro come qualche amore che aspetta di essere baciato lentamente dalla nostra bocca? io ho conosciuto un vero medium che a volte faceva “precipitare” le cose: erano piccole cose che gli

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

“aparecían” en los bolsillos, como cuando perdió la llave de su casa y los maestros del otro mundo le hicieron el milagro de “precipitarle” la misma llave, brillante y delicada, que abrió la puerta y luego permaneció en lo alto de un armario... Pero yo sé que todas estas cosas vanas y perdidas de mi vida no se han ido a un lugar de nadie, sé que están en alguna parte, en algún lugar del cerebro, en otra casa más visible que esta, sé que están tan sólidas como esta mano o como piedras en un solar. Y sé que alguien las piensa mejor que yo, las ve mejor que yo, las toca mejor que yo... Solo falta hablarles con un poco de amor, llamarlas como si fueran personas de los días pasados, y ellas, las cosas perdidas, aparecerán...

“apparivano” nelle tasche, come quando perse la chiave di casa e i maestri dell’altro mondo gli fecero il miracolo di “fargli precipitare” la stessa chiave brillante e delicata, che aprì la porta e poi rimase sopra un armadio… Ma io so che tutte queste cose vane e perdute della mia vita non se ne sono andate in un posto di nessuno, so che stanno da qualche parte, in qualche posto del cervello, in un’altra casa più visibile di questa, so che sono così solide, come questa mano o come le pietre su un terreno edificabile. e so che qualcuno le pensa meglio di me, le vede meglio di me, le tocca meglio di me… Bisogna solo parlar loro con un po’ d’amore, chiamarle come se fossero persone dei giorni passati, ed esse, le cose perdute, appariranno…

Año NueVo

ANNo NuoVo

Como cualquier adulto, no recibió regalos del Niño Dios, y atravesó los días de diciembre lejos de las vitrinas, lejos del ruido, concentrado en sí mismo como en cualquier otro mes del año, julio o septiembre, bajo los dedos

Come ogni persona adulta, non ha ricevuto regali dal Bambino Gesù, e ha attraversato i giorni di dicembre lontano dalle vetrine, lontano dal rumore, concentrato in sé stesso come in ogni altro mese dell’anno, luglio o settembre, sotto le dita

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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de la brisa que no sabe de comienzos ni finales, hasta que la noche del treinta y uno, bajo el sombrero antiguo del cielo, recibió el globo dorado de una idea que había buscado inútilmente en los días pasados... Fue repentina como un pestañeo, como cuando se abren y se cierran los ojos por el estallido de la pólvora que te dice: “¡Aprovecha, cambia de vida!”... Y al cruzar la frontera del año, la idea se hizo valiosa como un secreto, ¡cómo una luz lejana que proyecta sombras de cosas que no vemos..!

della brezza che non sa di inizi né di fini, sino a che la notte del trentuno, sotto il cappello antico del cielo, ricevette il palloncino dorato di un’idea che aveva cercato inutilmente nei giorni passati… Fu repentina come uno sbattere di palpebre, come quando si aprono e si chiudono gli occhi per l’esplosione della polvere che ti dice: “Approfitta, cambia vita!”… e nel varcare la frontiera dell’anno l’idea divenne preziosa come un segreto, come una luce lontana che proietta ombre di cose che non vediamo…!

He toMADo lA CoStuMBre De DeJAr MiS ZAPAtoS en la puerta de la casa, para no empolvar la madera de los pisos, y siempre me sorprendo un poco cuando bajo la escalera y los encuentro allí, junto a la puerta... ¿Quién llegó?, me pregunto. instintivamente miro hacia todos los lados buscando el cuerpo de alguien: solo el viento, ruidos del campo que entran por la ventana, motores o voces que se llaman...

Ho PreSo l’ABituDiNe Di lASCiAre le SCArPe sulla porta di casa, per non impolverare il legno dei pavimenti, e sempre mi sorprendo un po’ quando scendo le scale e le trovo lì, vicino alla porta… Chi è arrivato?, mi chiedo. istintivamente guardo da ogni parte cercando il corpo di qualcuno: solo il vento, rumori della campagna che entrano dalla finestra, motori o voci che si chiamano…

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

APeNAS AMANeCe CoMPrueBo que todos se han pasado de sitio en la noche, que mi hija se ha levantado hasta mi cama y mi esposa ha peregrinado por las camas de mis hijos, que a su vez están dormidos donde no les corresponde. todos tienen las piernas desnudas, lo mismo que los brazos, y están vueltos hacia la pared o la ventana, pero como si los acabaran de depositar desde arriba, como si acabaran de caer desde el techo… Cada cual duerme en una cama que no es la suya, respirando un aire solo, con el pelo en desorden sobre la frente… Sin darnos cuenta, como después de una fiesta, como después de una larga borrachera de sonámbulos que no logran encontrarse en la noche…

APPeNA Si FA GiorNo Mi reNDo CoNto che tutti hanno cambiato posto nella notte, che mia figlia si è trasferita nel mio letto e mia moglie ha pellegrinato per i letti dei miei figli, che a loro volta dormono dove non dovrebbero. tutti hanno le gambe nude, come le braccia, e stanno girati verso la parete o la finestra, ma come se li avessero appena depositati dall’alto, come se fossero appena caduti dal tetto… ognuno dorme in un letto che non è il suo, respirando un’aria sola, con i capelli in disordine sulla fronte… Senza accorgercene, come dopo una festa, come dopo una memorabile sbronza di sonnambuli che non riescono a incontrarsi di notte…

tiMiDeZ

tiMiDeZZA

No sé cuáles son la ciencia y las razones del oscuro corazón que hace no hablar a los niños tímidos, o a los adolescentes que no quieren salir a la calle, y prefieren estar recostados en el cojín de un sofá sin decir nada que se escuche. ¿Qué pensarán para sí mismos? ¿Qué palabras jugarán a decir?:

Non so quali siano la scienza e le ragioni dell’oscuro cuore che fa non parlare i bambini timidi, o gli adolescenti che non vogliono uscire per strada, e preferiscono stare sdraiati sul cuscino di un divano senza dire qualcosa che si senta. Che penseranno fra sé? Quali parole si arrischieranno a dire?:

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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reproches, disculpas, largas explicaciones o simplemente dejan la mente en blanco, livianos como si fueran soberanos de sí mismos… Yo escucho el silencio de los niños que se sonrojan fácil con un saludo, niños y adolescentes perezosos de saludar, rebeldes hasta las lágrimas de estar en la mesa con extraños, niños antiguos de un mundo en donde nadie hablaba, y era bueno esconderse en los armarios y tener los gestos de los duendes que buscan el aire del baúl para dormitar en la belleza del tiempo de la tarde... Niños tímidos como las cosas, como este libro y este lápiz que dejo sobre la cama del cuarto, qué misteriosos si resbalan, qué elegante actuación y qué fragilidad de aliento si las hojas se abren y el lápiz tímido cae en su abrazo.

rimproveri, scuse, lunghe spiegazioni o semplicemente lasciano la mente in bianco, leggeri come se fossero sovrani di se stessi… io ascolto il silenzio dei bambini che arrossiscono facilmente per un saluto, bambini e adolescenti pigri nel salutare, che si ribellano fino alle lacrime di stare a tavola con estranei, bambini antichi di un mondo dove nessuno parlava, ed era bello nascondersi negli armadi e avere i gesti dei folletti che cercano l’aria del baule per sonnecchiare nella bellezza del tempo del pomeriggio… Bambini timidi come le cose, come questo libro e questa matita che lascio sul letto della stanza, come sono misteriosi se scivolano, che elegante interpretazione e che fragilità di fiato se i fogli si aprono e la matita timida cade nel loro abbraccio.

eSCÓNDANMe, DÍAS NeCioS, eSCÓNDANMe, DÍAS perdidos, escóndanme como a monedas viejas, como a fotos de aniversario o de infancia. escóndanme para que la oscuridad me enseñe qué amor puede tener una llave escondida por una puerta cualquiera. Cúbranme con algo tan espeso como la tierra, cúbranme de sueño y alejamiento, escóndanme de este tiempo inútil que no aprovecho, esperen que crezca mi corazón y que las sombras le enseñen la fuerza y la humedad de la luz, el paraíso indecible de estos días.

NASCoNDeteMi, GiorNi SCioCCHi, NASCoNDeteMi GiorNi perduti, nascondetemi come monete vecchie, come foto di anniversario o d’infanzia. Nascondetemi perché il buio mi mostri quale amore possa avere una chiave nascosta da una porta qualsiasi. Copritemi con qualcosa di così spesso come la terra, copritemi di sogno e di allontanamento, nascondetemi da questo tempo inutile che non mi giova, aspettate che mi cresca il cuore e che le ombre gli mostrino la forza e l’umidità della luce, il paradiso indicibile di questi giorni.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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Gustavo Adolfo Garcés

Gustavo Adolfo Garcés

eNCueNtro

iNCoNtro

la veo de repente

la vedo all’improvviso

como el personaje de un libro que hubiese abierto al azar

come il personaggio di un libro che abbia aperto a caso

se voltea y me mira

si gira e mi guarda

nos sonreímos aturdidos

ci sorridiamo storditi

como si el día fuera un mensaje imperioso

come se il giorno fosse un messaggio urgente

el Burro

l’ASiNo

Bajo el sol de marzo junto al mar el burro agoniza

Sotto il sole di marzo vicino al mare l’asino agonizza

no sabemos si la muerte lo apremia

non sappiamo se la morte lo incalza

hay pájaros y nubes

ci sono uccelli e nuvole

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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y mujeres con cestos repletos de legumbres

e donne con cesti colmi di legumi

tal vez un ángel lo espera

forse un angelo l’aspetta

se le acercan las lagartijas y la sombra del pino

gli si avvicinano le lucertole e l’ombra del pino

está próximo a entrar por el espejo y a que le crezcan alas

gli manca poco a entrare dallo specchio e che gli crescano ali

giran los buitres

girano gli avvoltoi

SeNtiDo

SeNSo

en silencio arden los geranios

in silenzio ardono i gerani

todo halla un sentido

tutto trova un senso

estas pequeñas palabras que la nombran

queste piccole parole che la nominano

las horas ocupadas en su devoción

le ore trascorse ad adorarla

la gracia

la grazia

el motivo perfecto

il motivo perfetto

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CuADerNo

QuADerNo

una palabra cada día

una parola ogni giorno

la montaña vuelta sombra en el río

la montagna divenuta ombra nel fiume

el exilio rojo del poniente

l’esilio rosso del ponente

los hábitos que siempre tienen que ver con los errores

le abitudini che sempre hanno a che vedere con gli errori

las luces que no se apagan en la memoria

le luci che non si spengono nella memoria

un muro en medio de la vida

un muro in mezzo alla vita

lo que no se sabe y lo que no se dice

ciò che non si sa e ciò che non si dice

AMANeCe

AlBeGGiA

oigo el susurro del amanecer

odo il sussurro dell’alba

el paso vacilante de la luz

il passo vacillante della luce

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de nuevo se enciende la sangre

di nuovo si accende il sangue

PAlABrAS

PArole

A medianoche unas pocas palabras hormiguean

A mezzanotte solo poche parole formicolano

miran los escalones de piedra de un viejo almanaque

guardano i gradini di pietra di un vecchio almanacco

hablan en voz baja

parlano a bassa voce

una página las abandona para siempre

una pagina le abbandona per sempre

orACiÓN

PreGHierA

Nada altera el verso

Niente altera il verso

permanecen iguales el agua y sus orillas

restano uguali l’acqua e le sue rive

los trenes que se van y los que llegan

i treni che se ne vanno e quelli che arrivano

tus ojos no supieron ser otros

i tuoi occhi non seppero essere altri

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ABuelo

NoNNo

en las noches por el ruido de tu respiración te sabíamos presa de fantasmas

le notti dal rumore del tuo respiro ti sapevamo preda di fantasmi

pero los mediodías te llegaban con un calor dulce y dormías como un ángel

ma i mezzogiorni ti giungevano con un calore dolce e dormivi come un angelo

con quién sueñas Francisco ahora que llevas tantos días de siesta

chi sogni Francesco adesso che da tanti giorni fai la siesta

li Po

li Po

ebrio caminé por el bosque hasta llegar al riachuelo

ebbro camminai nel bosco fino a giungere al ruscello

llené el cuenco de agua

riempii la ciotola d’acqua

se salieron todas las estrellas

se ne uscirono tutte le stelle

el PreMio

il PreMio

tal vez algún día a un grupo de poetas

Forse un giorno a un gruppo di poeti

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jurado de algún concurso le gusten mis poemas y me den un premio

nella giuria di qualche concorso piaceranno le mie poesie e mi daranno un premio

lo celebraré con mi esposa y mi hija y me emborracharé con los amigos

lo festeggerò con mia moglie e mia figlia e mi ubriacherò con gli amici

los compañeros de oficina se enterarán de que escribo poesía

i colleghi d’ufficio si accorgeranno che scrivo poesia

mi padre pensará que es toda una efemérides y se tomará unos aguardientes especialmente sabrosos

mio padre penserà che è un grande avvenimento e berrà qualche bicchiere d’acquavite particolarmente saporita

Dios mío no permitas que mi madre ya se haya ido ese día

Dio mio non permettere che mia madre se ne vada quel giorno

lA ANteNA que trae las noticias de la guerra está llena de pájaros

l’ANteNNA che porta le notizie della guerra è piena d’uccelli

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Fernando linero

SueNA Mi ArMÓNiCA

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Fernando linero

SuoNA lA MiA ArMoNiCA Para Daniel Enrique, mi hijo

Per Daniel Enrique, mio figlio

Al lado mío sentado esta mañana entre el caer de las hojas de agosto, me has hecho volver a las campanas, a la pluma lenta que el viento deposita en los umbrales. tocas el aire y por ti comprendo el vuelo de las aves, la luz revoloteando en tu frente como una mariposa. estamos bajo el mismo sol invitados a la misma nostalgia, a la misma honda noche y sus estrellas. Porque amo las cosas salto por encima del dolor, porque te amo suena mi armónica, pido la palabra, entre el caer de las hojas de agosto.

Seduto a fianco a me questa mattina tra il cadere delle foglie d’agosto, mi hai fatto ritornare alle campane, alla piuma lenta che il vento depone sulle soglie. tocchi l’aria e mi fai capire il volo degli uccelli, la luce che volteggia sulla tua fronte come una farfalla. Siamo sotto lo stesso sole invitati alla stessa nostalgia, alla stessa notte fonda e alle sue stelle. Perché amo le cose salto al di sopra del dolore, perché ti amo suona la mia armonica, chiedo la parola, tra il cadere delle foglie d’agosto.

CreeNCiA

FeDe

Se necesita de una alta creencia para seguir por el camino de las horas con un sol negro que se abate implacable. ¿Cómo llenar algo hasta los bordes cuando al arbitrio de las moscas

Si ha bisogno di una grande fede per proseguire lungo il cammino delle ore con un sole nero che si abbatte implacabile. Come riempire qualcosa fino all’orlo quando in balia delle mosche


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la muerte ebria danza y el frío expulsa las brasas del hogar y desaparecen los hechizos, las altas hierbas colmadas de inocencia?

la morte ebbra danza e il freddo espelle le braci dal camino e scompaiono le magie, le alte erbe colme d’innocenza?

Se necesita de una alta creencia para llenar algo hasta los bordes. Acaso el zumbido de un insecto en el escaso vuelo de lo cotidiano.

Si ha bisogno di una grande fede per riempire qualcosa fino all’orlo. Forse il ronzio di un insetto nello scarso volo del quotidiano.

CiuDADANo

CittADiNo

en la penumbra del cuarto hundido en tu sudor golpeo la ciega piedra del sueño reclamo otro sol. Y en mis dedos tu piel inventa un cielo menos triste. en una ciudad horadada por el miedo transito calles de hambre, a la hora en que las mujeres enjuagan su sexo y el olor de la tarde se enreda en el encaje de sus faldas. Ciudadano de un país sin certidumbre manchado por alcoholes subterráneos me abraza un cielo a la deriva, me sobrevuelan pájaros que impulsa el viento con desgano. Sólo el cielo de tu piel es menos triste.

Nella penombra della stanza immerso nel tuo sudore colpisco la cieca pietra del sonno reclamo un altro sole. e sulle mie dita la tua pelle inventa un cielo meno triste. in una città perforata dalla paura vado per strade di fame, nell’ora in cui le donne sciacquano il loro sesso e l’odore della sera s’impiglia nel merletto delle loro sottane. Cittadino di un paese senza certezze macchiato da alcol sotterranei mi abbraccia un cielo alla deriva, mi sorvolano uccelli che sospinge il vento controvoglia. Solo il cielo della tua pelle è meno triste.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

eNtre lAS PieDrAS De lA tierrA

FrA le Pietre DellA terrA

Nada sé de los cielos que sostengo con mis torpes palabras. Plantada en la tierra está mi savia cantando sin espera de nada. Anhelos que subieron conmigo desde el mar resplandecientes como campos de avena, los ha vencido el tiempo y la desidia. A veces una imagen distante se aviene con dificultad a las laderas de mi canto: mi madre de pie tras el limonero tendiendo ropas en los muros del verano, amontonando tristezas. A veces un sueño, el que me encuentra con mis muertos acurrucados al sol vagamente atentos a un zumbido de insectos. A veces una risa ya perdida que en mis oquedades se demora. Nada sé de los cielos que sostienen a mis torpes palabras, entre las piedras de la tierra está mi hoguera.

Non so niente dei cieli che sostengo con le mie goffe parole. Piantata nella terra è la mia linfa cantando senza aspettare niente. Aneliti che salirono insieme a me dal mare risplendenti come campi di avena, li ha vinti il tempo e l’indolenza. A volte un’immagine distante si adatta con difficoltà ai declivi del mio canto: mia madre in piedi dietro il limone stendendo panni sui muri dell’estate, ammucchiando tristezze. A volte un sogno che mi fa incontrare coi miei morti rannicchiati al sole vagamente attenti a un ronzio di insetti. A volte un riso ormai perduto che indugia nelle mie cavità. Niente so dei cieli che sostengono le mie goffe parole, fra le pietre della terra sta il mio rogo.

APuNteS PArA uNA AutoBioGrAFÍA

APPuNti Per uN’AutoBioGrAFiA

Nací en Santa Marta el 4 de octubre de 1957. tengo mujer, dos hijos que veo crecer y un perro. No estoy atado a nada en particular. De los 510.101.000 kilómetros cuadrados que tiene la tierra de extensión ni un solo metro es mío. Mi única preocupación

Sono nato a Santa Marta il 4 ottobre 1957. Ho moglie, due figli che vedo crescere e un cane. Non sono legato a niente in particolare. Dei 510.101.000 chilometri quadrati che costituiscono l’estensione della terra nemmeno un metro è mio. la mia unica preoccupazione

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

es acaso la de amar verdaderamente, acaso la de arder con aquello que amo. Creo en el diálogo con la luz, el diálogo con la tierra, para exaltación de los sentidos. Desde los 15 años escribo poesía. ella cura de cierto desencanto de cierta melancolía, permite, así sea fugazmente, recuperar cosas perdidas, ayuda a comprender en algo el sentido de lo humano. Me gustan el mar, los libros, la marihuana, las bebidas fuertes. Me gusta recordar a los amigos. Me gustan la música, la noche, los caminos. He cruzado los dedos y respirado hondo. He compartido con el ocaso la gloria de no ser nada. A mis años, en esta lucha por llegar yo no sé adonde, nunca he sentido envidia de nadie. Sólo el aire sabe del final de la ruta. en lo profundo de mí guardo la esperanza de que la muerte no sea más que un espejismo.

è forse quella di amare veramente, di ardere con ciò che amo. Credo nel dialogo con la luce, nel dialogo con la terra, per l’esaltazione dei sensi. Da 15 anni scrivo poesia. essa guarisce da un certo disincanto da una certa malinconia, permette, anche se fugacemente, di recuperare le cose perdute, aiuta a capire in qualcosa il senso dell’umano. Mi piacciono il mare, i libri, la marihuana, le bevande forti. Mi piace ricordare gli amici. Mi piacciono la musica, la notte, le strade. Ho incrociato le dita e ho respirato profondamente. Ho condiviso col tramonto la gloria di non essere niente. Ai miei anni, in questa lotta per giungere non so dove, non ho mai sentito invidia per nessuno. Solo l’aria sa della fine del cammino. Nel mio intimo custodisco la speranza che la morte non sia altro che un miraggio.

JuGANDo

GioCANDo

Jugar es volverse hacia uno mismo y abrir la puerta. entonces la mente se mueve en ese espacio donde no existen reglas.

Giocare è ritornare a se stesso e aprire la porta. Allora la mente si muove in quello spazio dove non ci sono regole.

tan sólo si se ama se puede jugar.

Si può giocare solo se si ama.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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Hay quienes juegan a la venganza, al prestigio social, al fútbol, a la diplomacia, a la mentira, al no-juego. Yo juego a jugar.

C’è chi gioca alla vendetta, al prestigio sociale, al calcio, alla diplomazia, alla menzogna, al non gioco. io gioco a giocare.

Y aunque jugar no tiene propósitos sólo de juego vive el hombre.

e anche se si gioca senza alcun proposito solamente di gioco vive l’uomo.

Jugando a la rutina me siento a mirar la tarde, jugando a jugar y acaso la recompensa sea el poema, donde claramente se vislumbra que finalmente la muerte es también materia prima del juego.

Giocando alla routine mi siedo a guardare la sera, giocando a giocare e forse la ricompensa è la poesia, dove chiaramente s’intuisce che alla fine la morte è anche materia prima del gioco.

A lA ViDA Se eNtrA Solo

NellA VitA Si eNtrA DA Soli

A la vida se entra solo. Algunos con una camisa. otros con un racimo, pero solos. Bostezando o preñado de luz cada cual con su tristeza. Se entra sin saber qué se quiere, qué se busca, qué piezas encajan en el juego: acaso los destellos del infortunio, o el recuerdo de una ciudad triste, o la imagen de una madre que espanta el calor y las moscas del sueño de su hijo. Breves de memoria y de olvido como los niños que ahora repintan la rayuela, como el padre dormido,

Nella vita si entra da soli. Alcuni con una camicia. Altri con un grappolo, ma soli. Sbadigliando o pregno di luce ognuno con la sua tristezza. Si entra senza sapere che si vuole, che si cerca, quali pezzi s’incastrano nel gioco: forse i bagliori della sventura, o il ricordo di una città triste, o l’immagine di una madre che scaccia il caldo e le mosche dal sonno di suo figlio. Corti di memoria e di dimenticanza come i bambini che ridipingono il gioco del mondo, come il padre addormentato,

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como el amigo que no volveremos a ver. Cada cual con su tristeza. Se entra y es ya un lugar del sueño. Algunos con el corazón atiborrado de palabras. otros portando una copa amarga. Algunos en el mes de los ahogados. otros cuando las primicias del ciruelo. Cada cual con su propia confusión. todos con la misma soledad.

come l’amico che non rivedremo. ognuno con la sua tristezza. Si entra ed è già un luogo del sogno. Alcuni con il cuore imbottito di parole. Altri portando un bicchiere amaro. Alcuni nel mese degli annegati. Altri con i primi frutti dell’albero di susino. ognuno con la propria confusione. tutti con la stessa solitudine.

Yo tuVe uNA CiuDAD

io Ho AVuto uNA CittÀ

Yo tuve una ciudad que ahora pertenece al sueño. Mientras aprendía que el mundo es de los otros era mía una ciudad. en noches como ésta surcan la memoria –flotando sobre el aire estancado entre los limoneros del patio– sus febriles estrellas a finales del verano; y es otra vez en la brisa luminosa de junio el vuelo de gaviotas. Yo tuve una ciudad casi como un olor, casi como un color, casi como un dolor, cuando todavía la vida se centraba en cosas muy elementales: el árbol y la playa y la casa en la colina. Yo tuve la amistad de una estrecha y humilde calle, de cuyo pálido polvo hace tiempo se borraron mis huellas. Yo tuve una ciudad hermosa en los remotos días de una estación lejana. Por ella tengo en el rostro reflejos del Mar Caribe, y restos de un fuego que se encendió en la infancia y no quiere apagarse. Yo tuve una ciudad ahora dormida bajo la pleamar de las quimeras. en noches como ésta vuelve con sus aguaceros torrenciales, con sus largos estíos, con un tropel de cosas que han perdido mis ojos y que hoy hacen parte de los recuerdos de otro. Yo tuve una ciudad casi como un olor, casi como un color, casi como un dolor. en noches como ésta hiende la memoria, entonces la sufro como a una mujer con un amor triste y sumiso. Yo tuve una ciudad y la perdí.

io ho avuto una città che adesso appartiene al sogno. Mentre apprendevo che il mondo è degli altri era mia una città. in notti come questa solcano la memoria – fluttuando sull’aria stagnante tra i limoni del cortile – le sue febbrili stelle a fine estate; ed è di nuovo nella brezza luminosa di giugno il volo di gabbiani. io ho avuto una città quasi come un odore, quasi come un colore, quasi come un dolore, quando ancora la vita si concentrava su cose molto elementari: l’albero e la spiaggia e la casa sulla collina. io ho avuto l’amicizia di una stretta e umile strada, dalla cui pallida polvere si sono cancellate da tempo le mie orme. io ho avuto una città bella nei remoti giorni di una stagione lontana. Per essa ho nel volto riflessi del mare dei caraibi, e resti di un fuoco che si accese nell’infanzia e non vuole spegnersi. io ho avuto una città adesso addormentata sotto l’alta marea delle chimere. in notti come questa torna con i suoi acquazzoni torrenziali, con le sue lunghe estati, con una folla di cose che hanno perduto i miei occhi e che oggi fanno parte dei ricordi di un altro. io ho avuto una città quasi come un odore, quasi come un colore, quasi come un dolore. in notti come questa fende la memoria, allora soffro per lei come per una donna con un amore triste e sottomesso. io ho avuto una città e l’ho perduta.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Alfonso Carvajal

Alfonso Carvajal

eCliPSe

eCliSSi

la luna roja desencadena el oleaje de tus piernas beso tu cuello de venas ahogándonos en un quejido húmedo la noche se detiene y nos mira desnuda por nuestros cuerpos el agua corre silenciosa sombra de un bosque y un relámpago de sangre nazco con el fuego en tu vientre despiertas dormida en mis ojos.

la luna rossa scatena l’ondosità delle tue gambe bacio il tuo collo di vene mentre anneghiamo in un lamento umido la notte si ferma e ci guarda nuda sui nostri corpi l’acqua scorre silenziosa ombra di un bosco e un lampo di sangue nasco con il fuoco nel tuo ventre ti svegli addormentata nei miei occhi.

AluMBrAMieNto

illuMiNAZioNe

Aquí estoy a la intemperie rodeado de hojas, mapas y lugares inexactos. la luz de la noche me señala un cielo ardiendo incierto. Comienzo a soñar.

eccomi alle intemperie circondato di foglie, mappe e luoghi inesatti. la luce della notte mi mostra un cielo che arde incerto. Comincio a sognare.

ii

ii

todo quiere cantar los pájaros han sacrificado su vida su vuelo se ha convertido en lenguaje.

tutto vuole cantare gli uccelli hanno sacrificato la vita il loro volo si è convertito in linguaggio.

Hay una salida en el bosque una puerta gris creciendo al frente. Hay también una ventana que en la noche es un farol.

C’è un’uscita nel bosco una porta grigia che cresce di fronte. C’è anche una finestra che nella notte è un lampione.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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iii

iii

No he despertado aún sigo vivo en las tinieblas. todo allí es escombros.

Non mi sono svegliato ancora sono tuttora vivo nelle tenebre. tutto lì è macerie.

es el mismo silencio. ¡Quiero bajar más! hundirme en su piso de algodón raptar el veneno fatal de su música. Mis súplicas se han evaporado se ha roto de nuevo el pasado.

È lo stesso silenzio. Voglio scendere ancora! affondare nel suo pavimento di cotone rapire il veleno fatale della sua musica. le mie suppliche sono evaporate si è rotto di nuovo il passato.

iV

iV

la vigilia esa virgen de mármol despierta inútilmente confundida en el juego de los días y soles. los bostezos de la mañana iluminan las calles de rubores y esporádicos combates.

la veglia quella vergine di marmo sveglia inutilmente confusa nel gioco dei giorni e dei soli. Gli sbadigli del mattino illuminano le strade di rossori e di sporadici combattimenti.

V

V

todo parece bueno, todos caminan de pie. ¡Ay, tanta claridad es insoportable! Dios creó el día para los autómatas y las plantas. las lámparas no existen, están apagadas. la puerta sigue allí de pie como un gran candado. está cerrada y parece para siempre.

tutto sembra bello, tutti camminano in piedi. Ah, tanta chiarezza è insopportabile! Dio creò il giorno per gli automi e le piante. le lampade non esistono, sono spente. la porta è sempre lì in piedi come un grande lucchetto. È chiusa e sembra per sempre.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

eSPeJiSMo

MirAGGio

en la bruma repentina de la inspiración un hombre que dice ser muchos hombres, el reflejo de algunos interrogantes, inventa callejones, acantilados, sombras. Se inventa él. Como si la realidad fuera un papel arrugado, un cartel tipográfico sin fecha, una masa de piedra que sus manos no pudieran modelar, construye la imagen efímera de su memoria: rasguño solitario de una nube negra, torre caída en el desierto, árbol que medita en las raíces de la noche. es un pobre hombre que divagará como otros, apoyando su voluntad firme en el vacío. Que morirá en el foso arenoso de la duda.

Nella bruma improvvisa dell’ispirazione un uomo che dice di essere molti uomini, il riflesso di alcuni interrogativi, inventa vicoli, scogliere, ombre. inventa se stesso. Come se la realtà fosse un foglio accartocciato, un manifesto tipografico senza data, una massa di pietra che le sue mani non possano modellare, costruisce l’immagine effimera della sua memoria: graffio solitario di una nuvola nera, torre caduta nel deserto, albero che medita nelle radici della notte. È un povero uomo che divagherà come altri, sostenendo la sua volontà ferma sul vuoto. Che morirà nel fosso sabbioso del dubbio.

MÍSter HoPKiNS

MiSter HoPKiNS (Manuscrito hallado en el camerino de Jodie Foster)

Déjeme quitarme el sombrero lejos del alcance de la inocencia. el perfume de mi cuello, la tibieza escondida de mis senos son suyos, cuando la mirada de bestia congela el río turbulento de mis venas. todavía guardo el calor de la muerte de sus manos en los dedos de mi cuerpo. los ojos azules del asesino enturbian la realidad del sueño. Míster Hopkins, Aníbal lo aguarda

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(Manoscritto trovato nel camerino di Jodie Foster)

lasciami togliere il cappello lontano dalla portata dell’innocenza. il profumo del mio collo, il tepore nascosto dei miei seni sono suoi, quando lo sguardo da bestia congela il fiume turbolento delle mie vene. Conservo ancora il calore della morte delle sue mani nelle dita del mio corpo. Gli occhi azzurri dell’assassino intorbidano la realtà del sogno. Mister Hopkins, Hannibal l’aspetta


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

detrás de la reja de cristal donde cantan fúnebres la noche y la vida. No quiero hacerle perder su valioso tiempo, estoy perdida en él. temo a la saciedad de su mirada, temo a la jaula donde baila mi corazón, temo beber la sangre que mana de su boca prodigiosa. Sé que en algún rincón del mundo la sed de sus dientes calma los fantasmas del alba. Sólo aguardo el mordisco de la muerte en la oscuridad.

dietro la grata di vetro dove cantano funebri la notte e la vita. Non voglio fargli perdere il suo prezioso tempo, sono perduta in lui. temo la sazietà del suo sguardo, temo la gabbia dove balla il mio cuore, temo di bere il sangue che sgorga dalla sua bocca prodigiosa. So che in un qualche angolo del mondo la sete dei suoi denti calma i fantasmi dell’alba. Solo aspetto il morso della morte nel buio.

el reCuerDo De lA SerPieNte

il riCorDo Del SerPeNte

Pienso en eva. ella recoge uvas y maldiciones. Veo la hoja de parra volar íntegra de su vientre quemado por el sol y la presiento frondosa caminar en los pastales que señalan los abismos de la tierra. Desnuda e inocente como los árboles amamanta con sus senos de miel las tardes que no volverán. en su regazo de flores dormitan noches que olvidaron la tragedia de su nombre. Beso el fino tobillo que enrosca la serpiente, y la sangre brotando en su costado alivia las heridas del amor.

Penso a eva. lei raccoglie uve e maledizioni. Vedo la foglia di fico volare integra dal suo ventre bruciato dal sole e la presento frondosa camminare tra i prati che indicano gli abissi della terra. Nuda e innocente come gli alberi allatta con i suoi seni di miele le sere che non torneranno. Nel suo grembo di fiori sonnecchiano notti che dimenticarono la tragedia del suo nome. Bacio la sottile caviglia intorno a cui si attorciglia il serpente, e il sangue che sgorga dal suo fianco lenisce le ferite dell’amore.

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MeMoriA De lA NoCHe

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MeMoriA DellA Notte A Juan Nicolás Francisco

A Juan Nicolás Francisco

la noche es un bosque oscuro en la memoria. un bosque que habla de los aullidos del lobo, del niño temeroso que adora al búho negro de ojos amarillos descalzo en un árbol.

la notte è un bosco buio nella memoria. un bosco che parla degli ululati del lupo, del bambino timoroso che adora il gufo nero dagli occhi gialli scalzo sopra un albero.

un león persigue al niño en un sueño febril; lo acorrala en una penumbra infinita, no lo devora, duerme con él.

un leone insegue il bambino in un sogno febbrile; lo blocca in una penombra infinita, non lo divora, dorme con lui.

la casa es grande oscura. en los límites un bosque, el silencio de un bosque. lo habitan pájaros y frutas. el rastrojo convive con la uniformidad de los peros y los manzanos se alzan lastimosamente verdes. Hay un castillo y los caballos paralizados de un rey. en la torre más alta, pulida de piedra y sol, una niña dorada duerme el encierro. el pito del tren es un recuerdo de la mañana.

la casa è grande scura. Ai confini un bosco, il silenzio di un bosco. lo abitano uccelli e frutti. la stoppia convive con l’uniformità dei peri e i meli si innalzano tristemente verdi. C’è un castello e i cavalli paralizzati di un re. Nella torre più alta, lucente di pietra e sole, una bambina dorata dorme reclusa. il fischio del treno è un ricordo del mattino.

el humo de la cocina de carbones de fuego sale por la chimenea de ladrillo y quietud, haciendo figuras que languidecen el día.

il fumo della cucina a carboni di fuoco esce dal camino di mattoni e quiete, creando figure che illanguidiscono il giorno.

Caperucita camina entre los árboles con la sonrisa de la inocencia hacia la boca del lobo; la boca es la noche roja con colmillos blancos.

Cappuccetto cammina tra gli alberi col sorriso dell’innocenza verso la bocca del lupo; la bocca è la notte rossa con zanne bianche.

el niño mira la luna derretida en su ventana. Habita las plateas remotas de las nubes, el ocaso rosado de las montañas vecinas, el pino oscurecido del atardecer, la frágil memoria que circunda el jardín.

il bambino guarda la luna liquefatta sulla sua finestra. Abita le platee remote delle nuvole, il roseo tramonto delle montagne vicine, il pino offuscato dal tramonto, la fragile memoria che circonda il giardino.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

la noche nace en sus ojos tristes, que no conocen la tristeza.

la notte nasce nei suoi occhi tristi, che non conoscono la tristezza.

el mar absoluto que rodeó su nacimiento es una vaga mancha azul un desierto de agua y peces que aprisionan las murallas heroicas del olvido.

il mare assoluto che circondò la sua nascita è una vaga macchia azzurra un deserto di acqua e pesci che imprigionano le mura eroiche dell’oblio.

la madre es una piedra blanda, un beso furtivo, que lo abandonan en la oscuridad. Caperucita vuelve intacta de la boca del lobo; sonríe, él sólo ve sus dientes de leche, pintados de sombritas de sangre.

la madre è una pietra morbida, un bacio furtivo, che l’abbandonano nel buio. Cappuccetto torna intatta dalla bocca del lupo; sorride, lui vede solo i suoi denti da latte, dipinti con un’ombra di sangue.

en la torre inalcanzable de la melancolía la niña asoma sus grandes ojos amargos, viciados de ingenuidad; hay lágrimas de río en sus mejillas. el niño observa desde lejos, desde la distancia de la noche.

Sulla torre irraggiungibile della malinconia la bambina mostra i suoi grandi occhi amari, viziati da ingenuità; ci sono lacrime di fiume sulle sue guance. il bambino osserva da lontano, dalla distanza della notte.

Descubre el mundo de la fiebre, de las palabras, del olvido; el león, los caballos del rey, Caperucita, la niña cautiva, son él: sus sueños, sus tiernos simulacros, sus amigables discrepancias en el espejo. la noche es el lobo de niebla que lo devora.

Scopre il mondo della febbre, delle parole, dell’oblio; il leone, i cavalli del re, Cappuccetto, la bambina prigioniera, sono lui: i suoi sogni, i suoi teneri simulacri, le sue amichevoli discrepanze nello specchio. la notte è il lupo di nebbia che lo divora.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Fernando Herrera

Fernando Herrera

ruSSiAN riVer

ruSSiAN riVer

Sobre la verde lentitud del agua, madurada por el drástico verano, una hoja amarilla de sauce me revela que ese sofocado paisaje que huye y que se queda, es un río. también sé, por la trucha que salta a cazar un insecto, que el agua está viva y que es misteriosa y clara, y que lejos, muy lejos, para que esto suceda, se abrazan los astros. Desnudo, tendido sobre la arena, humildemente, como otro animal cualquiera, también yo festejo el verano.

Sopra la verde lentezza dell’acqua, maturata dalla drastica estate, una foglia gialla di salice mi rivela che quel soffocato paesaggio che fugge e che rimane, è un fiume. So anche, dalla trota che salta a cacciare un insetto, che l’acqua è viva e che è misteriosa e chiara, e che lontano, molto lontano, perché questo avvenga, si abbracciano gli astri. Nudo, disteso sulla sabbia, umilmente, come qualsiasi altro animale, anch’io festeggio l’estate.

Mi MADre lleGA A lA GAre Du NorD

MiA MADre ArriVA AllA GAre Du NorD

Vendidas las joyas el tren llega a las once y cuarenta en el agitado ambiente de la estación no es mi madre ni soy yo tampoco existe la intrincada historia de su anhelado y postergado viaje a europa Somos mi madre y yo

Venduti i gioielli il treno arriva alle undici e quaranta Nell’agitato ambiente della stazione non è mia madre né sono io Nemmeno esiste l’intricata storia del suo anelato e rinviato viaggio in europa Siamo mia madre e io

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

una anciana y un muchacho que se abrazan en un muelle ellos los soldados desde el tren aplauden y ríen mientras mi madre y yo al borde del llanto nos abrazamos y reímos.

un’anziana e un ragazzo che si abbracciano su una banchina loro i soldati dal treno applaudono e ridono mentre mia madre e io sull’orlo del pianto ci abbracciamo e ridiamo.

uNA tArDe eN MeSitAS Del ColeGio

uN PoMeriGGio A MeSitAS Del ColeGio *

Ha pasado el caluroso domingo. en las ventas de comida de la plaza aún humean los calderos, y las venteras soñolientas y ociosas conversan reclinadas sobre las mesas solitarias. unos asnos ennegrecidos, mansamente mastican los capachos de maíz que han quedado esparcidos por el suelo entre todas las sobras del mercado. los hombres, con un descorazonado aire pendenciero, están ebrios en las cantinas, dados a la repetición de canciones que hablan de la vida con una pasmosa certeza, y las muchachas, con sus mejores vestidos, recorren por última vez el atrio y las terrazas.

È passata la calda domenica. Sulle bancarelle di cibo della piazza fumano ancora i paioli, e le bancarellaie assonnate e oziose conversano chine sulle tavole solitarie. Gli asini anneriti, mansuetamente masticano le foglie di mais rimaste sparse per terra fra tutti gli avanzi del mercato. Gli uomini, con una scoraggiata aria litigiosa, sono ubriachi nelle cantine, portati a ripetere canzoni che parlano della vita con un’incredibile certezza, e le ragazze, con i loro migliori vestiti, passano per l’ultima volta fra l’atrio e i tavolini all’aperto.

Ha pasado el caluroso domingo sobre el pueblo. Bajo un apacible cielo azul aparecen las primeras luminosas estrellas, las últimas oscuras golondrinas.

È passata la calda domenica sul paese. Sotto un placido cielo azzurro appaiono le prime luminose stelle, le ultime rondini scure.

* Comune di Cundinamarca, nella provincia del tequendama.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

el rueGo

lA PreGHierA

Mineros fueron mis mayores Y por defender sus minas Se adentraron en los socavones sombríos De las leyes Y por las leyes herrumbrosas llegué yo a las intrincadas galerías del idioma Buscando siempre un esplendor en lo hondo de la tierra oscura

Minatori furono i miei antenati e per difendere le loro miniere Si addentrarono negli oscuri recessi Delle leggi e attraverso le leggi rugginose Giunsi io nelle intricate gallerie della lingua Cercando sempre uno splendore Nel profondo della terra scura

Señor Concédeme en un verso

Signore Concedi in un verso

–a mi que con poca modestia pretendo ser el amanuense de los míos–

– a me che con poca modestia pretendo di essere l’amanuense dei miei –

ese oro verdadero Que mi sangre ha perseguido por siglos

Quell’oro vero Che il mio sangue ha inseguito da secoli

lA CArroZA De PieDrA

lA DiliGeNZA Di PietrA

Por algún sinuoso sendero de la memoria, ha regresado esta noche la enorme piedra negra que para los días de la infancia fue carroza. Como si una droga temeraria me guiara hasta el ensueño, he vuelto a verme sentado con mi amigo en el pescante, fustigando con varas de bambú a los temblorosos caballos hundidos en el fango.

lungo un sinuoso sentiero della memoria è ritornata questa notte l’enorme pietra nera che per i giorni dell’infanzia fu una diligenza. Come se una droga temeraria mi guidasse fino al sogno, mi sono rivisto seduto a cassetta col mio amico, frustando con pertiche di bambù i tremanti cavalli affondati nel fango.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Y los venerables líquenes se han convertido en joyas apetecibles para los villanos por su maciza heráldica de plata.

e i venerabili licheni si sono trasformati in gioielli ricercati dai cattivi per la loro massiccia araldica d’argento.

otra vez, como en la ilusoria huida de aquel tiempo, al ver nuestro oscuro carruaje varado entre la hierba, he dirigido con mi amigo la mirada hacia lo alto, y hemos visitado de nuevo, como hace tantos años, por entre el variable paisaje de las nubes, las azules y olvidadas comarcas del cielo.

Di nuovo, come nell’illusoria fuga di quel tempo, vedendo la nostra scura vettura abbandonata fra l’erba, ho rivolto col mio amico lo sguardo verso l’alto, e abbiamo visitato di nuovo, come tanti anni fa, attraverso il mutevole paesaggio delle nubi, le azzurre e dimenticate regioni del cielo.

tu CuerPo

il tuo CorPo

Ya ves es tan simple tu cuerpo es pálida y común la piel que cubre tus huesos las diagonales clavículas las sabidas costillas paralelas el vientre liso Y la tensa herida original el ombligo Más abajo el áspero vello Con su olor de mares repetidos las inhóspitas rodillas Y los míseros tobillos Que anticipan tus pies desconsolados

Vedi È così semplice il tuo corpo È pallida e comune la pelle che copre le tue ossa le diagonali clavicole le risapute costole parallele il ventre liscio e la tesa ferita originale l’ombelico Più giù gli aspri peli Con il loro odore di mari ripetuti le inospitali ginocchia e le misere caviglie Che anticipano i tuoi piedi sconsolati

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Ya ves es tan simple tu cuerpo Pero a mis labios abrasados tu cuerpo es un templo encendido

Vedi È così semplice il tuo corpo Ma per le mie labbra arse il tuo corpo è un tempio acceso

PoeMA De ANiVerSArio

PoeSiA Dell’ANNiVerSArio

Y si aquella noche yo no te hubiera visto en medio del tumulto en la galería de arte donde se exhibían viejas fotografías del cine mexicano

e se quella sera io non ti avessi vista in mezzo al trambusto nella galleria d’arte dove si esibivano vecchie fotografie del cinema messicano

Y si no hubieran estallado las trompetas del mariachi en la primera planta Y si no te hubieras puesto con tanta gracia el sombrero de charro que le arrebataste al que tocaba el guitarrón Y si no me hubieras pedido el emblemático cigarrillo aquel

e se non fossero esplose le trombe del mariachi al primo piano e se non ti fossi messa con tanta grazia il cappello da cavallerizzo che strappasti a quello che suonava la chitarra e se non mi avessi chiesto l’emblematica famosa sigaretta

Qué hubiera sido de nosotros en todos estos años Qué hubiera sido de nuestros cuerpos que ahora se buscan con urgencia A dónde hubiera ido este amor que hoy ríe y riñe en la cocina

Che sarebbe stato di noi in tutti questi anni Che sarebbe stato dei nostri corpi che adesso si cercano con urgenza Dove sarebbe andato quest’amore che oggi ride e litiga in cucina

Ah! fragilidad de la vida apoyada en la levedad de lo fortuito

Ah! fragilità della vita fondata sulla leggerezza del fortuito

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

JArDiNeS Del Nilo

GiArDiNi Del Nilo

Aquella tarde al salir del Museo egipcio en el Cairo ¿Cómo me dejé guiar por aquel timador por entre alfombras y espejos en la tienda de perfumes? en mi brazo quedaron húmedas franjas de aroma mientras el vendedor de mirada aviesa hablaba de flores y de granjas a orillas del Nilo –tiernas violetas del amanecer maceradas con espliego y algo de azahar recogido bajo la luz de la luna en primavera– estratagemas que esgrimía el comerciante para venderme el tenue recuerdo de esa tarde que hoy recobro en los jardines encantados de tu pecho

Quel pomeriggio uscendo dal Museo egizio al Cairo Perché mi lasciai guidare da quell’imbroglione fra tappeti e specchi nel negozio di profumi? Sul mio braccio restarono umide strisce di aroma mentre il venditore dallo sguardo bieco parlava di fiori e fattorie sulle rive del Nilo – tenere viole dell’alba macerate con lavanda e un pizzico di zagara raccolta sotto la luce della luna a primavera – Stratagemmi a cui ricorreva il commerciante per vendermi il tenue ricordo di quel pomeriggio che oggi recupero nei giardini incantati del tuo seno

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Jorge Cadavid

Jorge Cadavid

DeSDe el eSPeJo

DAllo SPeCCHio

Hecho de dos mitades partes desde ti mismo hacia ti mismo Hecho de luz y sombra el que ve y el que es visto forman un solo abismo Viajas hacia tus ojos donde descubres nunca has estado regresas desde tu mirada donde confirmas nunca has ido

Fatto di due metà parti da te stesso verso te stesso Fatto di luce e ombra quello che vede e quello che è visto formano un solo abisso Viaggi verso i tuoi occhi dove scopri che non sei stato mai ritorni dal tuo sguardo dove confermi che non sei andato mai

MiMeSiS

MiMeSi

las cosas habitadas por las palabras

le cose abitate dalle parole

Basta nombrarlas para verlas moverse

Basta nominarle per vederle muoversi

GiorGio MorANDi

GiorGio MorANDi

la simplicidad melancólica de la botella la humildad resplandeciente del embudo la discreción alumbrada de la jarra

la semplicità malinconica della bottiglia l’umiltà risplendente dell’imbuto la discrezione illuminata della brocca

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Y nada más. Nada más que la infinitud de una taza que el extraordinario instante de una cafetera que la mágica normalidad de un vaso

e nient’altro. Nient’altro che l’infinità di una tazza che lo straordinario istante di una caffettiera che la magica normalità di un bicchiere

Pero sobre todo la trepidante verdad del blanco ese espacio entre las cosas que es muda presencia ese vacío que amenaza con volverse luz

Ma soprattutto la trepidante verità del bianco quello spazio tra le cose che è muta presenza quel vuoto che minaccia di diventare luce

reloJ De AreNA

oroloGio A SABBiA

el reloj de arena juega a llenarse de luz a vaciarse de sombra Nosotros le damos vuelta jugamos a no perdernos: no vaciarnos de luz no llenarnos de sombra

l’orologio a sabbia gioca a riempirsi di luce a svuotarsi d’ombra Noi lo giriamo giochiamo a non perderci: non svuotarci di luce non riempirci d’ombra

ProPoSiCioNeS

ProPoSiZioNi

una gota no es una esfera una montaña no es una parábola un insecto no es un punto un rayo no es una línea el caos opera con todas las escalas simultáneamente No confundas indefinido con infinito evita las simetrías Dios no es geómetra

una goccia non è una sfera una montagna non è una parabola un insetto non è un punto un raggio non è una linea il caos opera con tutte le scale simultaneamente Non confondere indefinito con infinito evita le simmetrie Dio non è geometra

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

SuFÍ

SuFi

Cada día será el primer día Cada noche la primera noche No despertarás al despertar No soñarás al soñar Acertarás diciendo sí Y acertarás diciendo no

ogni giorno sarà il primo giorno ogni notte la prima notte Non ti sveglierai al risveglio Non sognerai quando sogni indovinerai dicendo di sì e indovinerai dicendo di no

el SeCreto

il SeGreto

Se expresa lo que se sabe pero a veces en medio de la página se accede a lo que no se sabe se usurpa un lugar desconocido aparece una presencia que se intuye se acoge al desconocido y se le deja hablar Alguien debe hacerse cargo de lo que no se sabe

Si esprime ciò che si sa ma a volte in mezzo alla pagina si accede a ciò che non si sa si usurpa un luogo sconosciuto appare una presenza che s’intuisce si accoglie lo sconosciuto e lo si lascia parlare Qualcuno deve farsi carico di ciò che non si sa

lA ColoNiA

lA ColoNiA

la prisa de las hormigas por llegar cuanto antes a ninguna parte la urgencia por no faltar a la cita con nadie la marcha segura por calles y galerías la sensación siempre firme de que sí existe un sitio a donde ir

la fretta delle formiche di giungere quanto prima in nessun luogo l’urgenza di non mancare all’incontro con nessuno il procedere sicuro per strade e gallerie la sensazione sempre ferma che certamente esiste un posto dove andare

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

teXto

teSto

las luciérnagas redactan esta noche en el firmamento con febriles caracteres un texto intermitente los signos constelados parpadean silábicamente

le lucciole redigono questa notte nel firmamento con febbrili caratteri un testo intermittente i segni costellati lampeggiano sillabicamente

SAlPiCADurA De uNA GotA De leCHe

SPruZZo Di uNA GoCCiA Di lAtte

la gota de leche cae sobre el agua formando una corona Nada podrá sosegar su grito Nadie intentará fragmentar su esplendor Paciente busco en la imagen mi blanca vida

la goccia di latte cade sopra l’acqua formando una corona Niente potrà calmare il suo grido Nessuno cercherà di frammentare il suo splendore Paziente cerco nell’immagine la mia bianca vita

eleGÍA

eleGiA

el viento sopla dentro del pájaro

il vento soffia dentro l’uccello

Hay tantas hojas muertas en su corazón

Ci sono tante foglie morte nel suo cuore

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

SAlA De reVelADo

SAlA Di SViluPPo

¿Cómo sacar la mosca de la botella? ¿Cómo sacar ese millón de ojos ciegos de esta repisa en la que guardo otro tanto de frascos invisibles?

Come togliere la mosca dalla bottiglia? Come togliere quel milione di occhi ciechi da questa mensola dove conservo altrettante boccette invisibili?

retiNiANA

retiNiCA

Abro los ojos pero no sale la mirada Dejo que el paisaje haga el viaje desde sus ojos a los míos

Apro gli occhi ma non esce lo sguardo lascio che il paesaggio faccia il viaggio dai suoi occhi ai miei

PoÉtiCA

PoetiCA

el árbol se narra a sí mismo. los troncos se ladean azotados por el viento. los capullos germinan. Atrás los frutos resplandecen. el tiempo de exposición es toda la vida

l’albero narra se stesso. i tronchi si piegano sferzati dal vento. i boccioli germogliano. indietro i frutti risplendono. il tempo di esposizione è tutta la vita

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

DeSAloJoS

SGoMBeri

la rana medita sentada en el techo Por el tintero sube una nube un colibrí atraviesa la mesa del comedor No sé si estoy fuera o dentro de la infinita morada

la rana medita seduta sul tetto Dal calamaio sale una nuvola un colibrì attraversa la tavola del tinello Non so se sto fuori o dentro l’infinita dimora

HiPÓteSiS Del PAiSAJe

iPoteSi Del PAeSAGGio

las palabras se asemejan a las piedras una apoyada en otra van formando un muro las casas se levantan con piedras las piedras caen las casas se desploman en ruinas los hombres a veces se sostienen erguidos sólo por una palabra

le parole assomigliano alle pietre una poggiata sull’altra vanno formando un muro le case si innalzano con pietre le pietre cadono le case rovinano Gli uomini a volte si sostengono alzati solo da una parola

SoBre lA QuietuD

SullA Quiete

entre surcos de cal y piedra ha nacido un cardo

tra solchi di calce e pietra è nato un cardo

un canto intermitente de cigarra

un canto intermittente di cicala

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

parece anunciarlo

sembra annunciarlo

el cardo corta la luz en delgados sentidos

il cardo taglia la luce in esili sensi

lAPSuS

lAPSuS

¿en dónde estamos? en las palabras ¿Perdidos en todas las palabras? en todas las palabras y en ninguna uno se pierde a cada instante

Dove stiamo? Nelle parole Perduti in tutte le parole? in tutte e in nessuna Ci si perde a ogni istante

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

rafael del Castillo

rafael del Castillo

el SAluDo

il SAluto

Cuando un hombre saluda ¿A quién saluda? ¿A lo que ve en el otro de sí mismo? ¿A lo que desconoce, a lo que teme? ¿A lo que nunca entiende, a lo que odia? Cuando un hombre saluda dice adiós. el hombre que saluda guarda su distancia, amenaza sonriendo, marca su territorio. Cuando un hombre saluda otro hombre tiembla...

Quando un uomo saluta Chi saluta? Quello che vede nell’altro di se stesso? Quello che non conosce, quello che teme? Quello che mai capisce, quello che odia? Quando un uomo saluta dice addio. l’uomo che saluta mantiene le distanze, minaccia sorridendo, segna il suo territorio. Quando un uomo saluta un altro trema…

SiN MúSiCA

SeNZA MuSiCA Para Daniel Linero

Sin música será un error sin música es un error: empieza a vivir de nuevo con tu alma callabas porque no sabías que el silencio si no es música es muerte entre las ramas de los árboles flota la luz de la música escúchala insensato porque sin música todo es un error es un error el amor la vida es un error

Per Daniel Linero

Senza musica sarà un errore senza musica è un errore: comincia a vivere di nuovo con la tua anima tacevi perché non sapevi che il silenzio se non è musica è morte tra i rami degli alberi la luce della musica galleggia ascoltala insensato perché è tutto un errore senza musica è un errore l’amore la vita è un errore


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

el poema no suena tu voz no suena tu madre, tus hermanos no se escuchan: equivócate menos toca tus instrumentos los ángeles te escuchan…

la poesia non suona la tua voce non suona tua madre, i tuoi fratelli non si ascoltano: sbaglia di meno suona i tuoi strumenti gli angeli ti ascoltano…

el Sol CoMo PoeMA

il Sole CoMe PoeSiA

i el sol, como el poema, pájaro que no duerme enceguecido por su propia luz, delirando en la luz, inventándola como el poema

i il sole, come la poesia, uccello che non dorme accecato dalla sua stessa luce, delirando nella luce, inventandola come la poesia

ii el poema y el sol, ambos animales de la sombra, enfermos de la sombra, no pueden otra cosa que ser luz. Ambos aman la sombra son ciudadanos de lo umbrío, sus habitantes, sus hijos, sus amantes. todos los ven, los hemos visto, caminar con rumbo hacia lo oscuro, perderse entre las sombras, nublarse atardecer. Cuando es la hora de que el mundo amanezca dios siempre duda qué decir: el sol está a su diestra, el poema siempre a su siniestra...

ii la poesia e il sole, entrambi animali dell’ombra, ammalati dell’ombra, non possono se non essere luce. entrambi amano l’ombra sono cittadini dell’ombroso, suoi abitanti, figli, suoi amanti. tutti li vedono, li abbiamo visti, camminare diretti verso il buio, perdersi tra le ombre, annuvolarsi imbrunirsi. Quando è l’ora che nel mondo albeggi dio sempre non sa che cosa dire: il sole è alla sua destra la poesia sempre alla sua sinistra…

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

SiN tÍtulo

SeNZA titolo

ella no sabe dónde está mi alma la busca entre las mantas y las sábanas tantea bajo la cama y sólo encuentra colillas de cigarros o botellas mira entre mis papeles y mis libros va al comedor al baño a la cocina escucha los sonidos de la noche pero mi alma usa mocasines o quizá va descalza o en puntillas…

lei non sa dove si trova la mia anima la cerca tra le coperte e le lenzuola brancica sotto il letto e solo trova cicche di sigarette o bottiglie guarda tra le mie carte e i miei libri va in cucina nel bagno nel tinello ascolta tutti i suoni della notte ma la mia anima usa mocassini forse va scalza o in punta di piedi…

Alguien toca una música en lo oscuro alguien traza una línea en un papel: mi alma sigilosa como un gato es la música lo oscuro la línea o el crujido del papel…

Qualcuno suona una musica al buio Qualcuno traccia un rigo sopra un foglio: la mia anima guardinga come un gatto è la musica il buio il rigo o il fruscio della carta…

SANoS CoNSeJoS A uNA ProStitutA

SANi CoNSiGli A uNA ProStitutA

Mantén la calma todavía no acaba la noche ve al ventorrillo de la esquina y pide un café amargo como tú. Mantén la calma quizás aquella sombra que ahora surge

Mantieni la calma la notte non è ancora terminata vai a quell’osteria all’angolo e chiedi un caffè amaro come te. Mantieni la calma forse quell’ombra che adesso spunta

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

por una callejuela neblinosa cantando a voz en cuello sea tu cliente de hoy es posible también que esté muy embriagado y quizás sólo atine a hablarte todo el tiempo de su infeliz matrimonio, de los hijos que adora tal vez te deje ver sus fotos mientras te manosea con desgano puede ser que se adormezca en tu regazo sin pensar en que tú vaciaras sus bolsillos ante el menor descuido. en cualquier caso toma tus medidas no vaya a ser que no tenga una sola moneda y otra vez debas pagar el cuarto y sentarte a llorar al borde de la cama velando a un desconocido tal vez más indefenso tal vez más solitario que tú misma...

da un vicolo nebbioso cantando a squarciagola è il tuo cliente d’oggi è possibile anche che sia molto ubriaco e che riesca a parlarti solamente del suo matrimonio infelice, dei figli che adora forse ti fa vedere le sue foto mentre di malavoglia ti palpeggia può anche addormentarsi sul tuo grembo senza pensare che gli svuoterai le tasche alla sua prima distrazione. A ogni modo prendi le tue misure per non trovarti senza una moneta e ti tocchi pagare anche la stanza seduta a piangere sul bordo del letto vegliando uno sconosciuto forse più indifeso forse più solitario di te stessa…

MuJereS

DoNNe

i No le perdono a Dios mi soledad: veo a tantas mujeres en mi torno bajo de mi pasado en mi futuro conjugando estos verbos en presente tan solas como yo tan iracundas...

i Non perdono a Dio la mia solitudine: mi guardo intorno e vedo tante donne sotto il mio passato nel mio futuro coniugando al presente questi verbi sole come me e così irascibili…

No le perdono a Dios por las que sufren y querría yo consolar sin pedir nada sólo poder pasar mi mano

Non perdono a Dio che le faccia soffrire e vorrei consolarle senza chiedere niente solo poter passare la mia mano

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

por su pelo o arrullar y arrullar por siempre y en silencio...

lungo i loro capelli o cullarle e cullarle per sempre e in silenzio…

No le perdono a Dios una mujer cuando llego de noche y en la casa nada hay ya para mí en la cocina pese a que con alegría al ver la mesa se que todos mis hijos han comido...

Non perdono a Dio che una donna quando arrivo di notte non abbia preparato per me niente in cucina anche se con gioia al vedere la tavola so che tutti i miei figli hanno mangiato…

No le perdono a Dios que estén las tristes las desmañadas o esas a las que nunca Él atiende las que mendigan o las que lloraron o a las que faltó su hombre a la cita...

Non perdono a Dio che ci siano le tristi le incapaci o quelle di cui egli mai si occupa quelle che piangono o quelle che mendicano o quelle che arrivarono sole all’appuntamento…

ii Yo voy por los caminos o en los trenes subo a aviones a barcos o a autobuses o me estoy en mi casa o en hospicios o vivo en hospitales o en hoteles soy el hombre muy solo soy el único y no perdono a Dios que haya muchachas de todas las edades que yo sueñe y a las que desde aquí yo pida ayuda para no desistir

ii io vado per strada salgo sui treni sui pullman sugli aerei sulle navi o me ne sto a casa o negli ospizi vivo negli ospedali o negli alberghi sono l’uomo più solo sono l’unico e non perdono a Dio che ci siano ragazze di ogni età che io sogni e a cui da qui io chieda aiuto per non desistere

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

o no irme a tierra con esta carga oscura de la nada.

o cadere a terra con questo scuro carico del nulla.

Yo pido a una mujer que trace el verso que nunca ha escrito Dios y que me salve...

io chiedo a una donna di tracciare quel verso che mai ha scritto Dio e di salvarmi…

lA ArAñA

il rAGNo

Alma que se deja caer cazadora voraz casi coleccionista de cadáveres salta al vacío porque sabe que sólo hay el vacío que esa es la otra cara de su cruz

Anima che si lascia cadere cacciatrice vorace quasi collezionista di cadaveri salta nel vuoto perché sa che solo c’è il vuoto che quella è l’altra faccia della sua croce

Su tela efímera esta hecha de palabras: su obra, su metáfora final y de esa tela cuelgas tu a punto de ser devorado por la nada cantando mientras tanto tú también bello ya como nunca convertido en luciérnaga por siempre...

la sua tela effimera è fatta di parole: la sua opera, la sua metafora finale e da quella tela pendi sul punto di essere divorato dal nulla cantando nel frattempo pure tu bello come non mai e convertito in lucciola per sempre…

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Nelson romero

Nelson romero

GourMet

GourMet

Hay cosas que a veces me obligan a desaparecer. Por ejemplo, el deseo de comer gente Hace que me meta hasta el centro de las multitudes Y al rato la multitud Casi que ha desaparecido por completo. Sólo dejo por fuera algunas personas de mal sabor No aptas para una buena culinaria Y en completo desprestigio para el paladar De un buen cocinero Que desaparece de sus asuntos personales Para lanzarse a la calle con su cuchillo Y entrar a la multitud, Como lo viene haciendo hace años Cuando descubrió en su oficio Que la carne de cerdo ya no es tan grata a los paladares Como otros cortes superiores. Por estos días han desparecido muchas personas Y los restaurantes están repletos. esta fama me ha convertido en un hombre virtuoso, en el cocinero perfecto, experto en una carne superior al cerdo. Sobre los desaparecidos se dice poco, están bajo una capa de silencio casi obligado. Mi traje blanco de cocinero no delata sospechas entre los comensales, y a la hora de preparar las carnes Soy más ángel que asesino. No despierto ninguna sospecha entre los miembros del cuerpo de seguridad del estado Que en las horas más lúgubres llenan el restaurante. Mis comensales preferidos no sospecharán

Ci sono cose che a volte mi costringono a scomparire. Per esempio, il desiderio di mangiare la gente Mi fa mettere persino al centro delle folle e poco dopo la folla È scomparsa quasi del tutto. Solo lascio fuori alcune persone che hanno un cattivo sapore Non adatte a una buona culinaria e completamente screditate dal palato Di un buon cuoco Che scompare dalle sue faccende personali Per lanciarsi sulla strada col suo coltello e entrare tra la folla, Come lo sta facendo da anni Da quando ha scoperto nel suo mestiere Che la carne di maiale non è così gradita ai palati Come altri tagli superiori. in questi giorni sono scomparse molte persone e i ristoranti sono stracolmi. Questa fama mi ha trasformato in un uomo virtuoso, in cuoco perfetto, esperto in una carne superiore a quella del maiale. Sugli scomparsi si dice poco, Sono sotto una cappa di silenzio quasi obbligato. il mio vestito bianco da cuoco non genera sospetti tra i commensali, e al momento di preparare le carni Sono più angelo che assassino. Non desto alcun sospetto tra i membri del corpo di sicurezza dello Stato Che nelle ore più lugubri riempiono il ristorante. i miei commensali preferiti non sospetteranno

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

De un ángel con un cuchillo en un restaurante. Blanco es el delantal de la muerte.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Di un angelo con un coltello in un ristorante. Bianco è il grembiule della morte. (inédito)

(inedita)

SúPliCA A Julio CortÁZAr

SuPPliCA A Julio CortÁZAr

Julio, es hora de que me vendas o intercambiemos el poema donde aparece tu firma, el titulado “el encubridor”, el que dice de un hombre Que salió del país por “miedo del queso con ratón”. ese poema es mío y tú me lo robaste. Y aunque hayas agregado en él Que “un mismo espejo es todos los espejos”, Con eso quieres encubrir el robo que me hiciste. Devuélvemelo entero, no es justo Que yo, y toda una generación, estemos en el anonimato por tu culpa. la mañana antes de yo escribirlo Salía de Colombia, todo porque en la casa tuve miedo del queso con ratón, Fue el ratón más cruel de nuestra historia. Quise encubrir con esa metáfora la violencia y el hambre. Pero tú te apoderaste de él por un descuido mío Cuando lo abandoné en un café del centro de Buenos Aires. ese poema yo lo comencé así: Ese que sale de su país porque tiene miedo, no sabe de qué, miedo del queso con ratón, de la cuerda entre los locos, de la espuma en la sopa. Y tuviste el descaro de poner “Julio Cortázar” al final. lo escribí esa mañana porque en Colombia teníamos tanto miedo Que veíamos espuma en la sopa y a hombres con una cuerda en la mano. tú nunca has tenido miedo, ni de tus propios bestiarios.

Julio, è ora che tu mi venda o che ci scambiamo la poesia dove appare la tua firma, quella intitolata “il complice”, Quella che dice di un uomo Che partì dal paese per “paura del formaggio con il topo”. Quella poesia è mia e tu me l’hai rubata. e anche se vi hai aggiunto Che “uno stesso specchio è tutti gli specchi”, Con questo vuoi coprire il furto che mi hai fatto. restituiscimela tutta, non è giusto Che io, e tutta una generazione, restiamo nell’anonimato per colpa tua. la mattina prima di scriverla Partivo dalla Colombia, tutto perché a casa ebbi paura del formaggio con il topo, Fu il topo più crudele della nostra storia. Volli coprire con quella metafora la violenza e la fame. Ma tu te ne impossessasti per una mia negligenza Quando l’abbandonai in un caffè del centro di Buenos Aires. Quella poesia io l’avevo cominciata così: Quello che parte dal suo paese perché ha paura, non sa di che cosa, paura del formaggio con il topo, della corda tra i pazzi, della schiuma nella minestra. e hai avuto la sfacciataggine di mettere “Julio Cortázar” alla fine. l’avevo scritta quella mattina perché in Colombia avevamo tanta paura Che vedevamo schiuma nella minestra e uomini con una corda in mano. tu non hai avuto mai paura, nemmeno dei tuoi stessi bestiari.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Devuélvemelo en intercambio por unas zapatillas rojas que te hacen bien al frío, ché, las usó James Joyce mientras escribía su Ulises. Además yo lo escribí calzado con esas mismas zapatillas. es hora de que borres tu firma debajo de ese poema, Si yo tuve miedo, tú sí deberías sentir mucha vergüenza del queso con ratón.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

restituiscimela in cambio di due pantofole rosse che ti stanno bene col freddo, eh, le usò James Joyce mentre scriveva Ulisse. e poi io l’ho scritta calzando quelle stesse pantofole. È ora che cancelli la tua firma sotto quella poesia, Se io ho avuto paura, tu certamente dovresti vergognarti del formaggio con il topo.

(inédito)

(inedita)

el DorMiDo

l’ADDorMeNtAto

Son muchas las horas con sus días y sus noches las que Dios lleva sin despertarse. Ha sido vano abrir y vender tantas biblias, fundar tantas iglesias, si cuando despierte nada de esto ha ocurrido para Él. Sólo me persignaré el día en que Él despierte y de verdad pueda ser testigo de mis actos, lo demás es culparlo por los esfuerzos vanos de mi salvación. Por eso Dios no es culpable de la peste negra, de la hambruna en irlanda, del genocidio armenio, del hundimiento del titanic, del holocausto judío, de la tragedia del transbordador Challenger, de la avalancha de Armero, del accidente aéreo de tenerife, de la contaminación química en Seveso y de tantas otras tragedias que han honrado a la humanidad. Dios está dormido, ni siquiera ha tenido una pesadilla (de tal prueba es su sueño sin perturbaciones). el reloj no le ha sonado, el Gallo no le ha cantado, las bombas que ensordecieron a Hiroshima no lo despertaron, todo lo hemos hecho a sus espaldas, adoramos a un Dormido, tenemos la esperanza en un Dormido. estoy seguro que despertará con el graznido del cuervo, pero para entonces somos nosotros quienes a partir de ese día ya estaremos dormidos. Mientras tanto sigamos cuidando su sueño con los siete sacramentos, con el pan ácimo de la misa y el filo de la doble oración. Desde las salas del inconsciente, el psicoanalista dice que sólo

Sono molte le ore con i loro giorni e notti che Dio passa senza svegliarsi. È stato inutile aprire e vendere tante bibbie, fondare tante chiese, se quando si sveglierà niente di tutto questo sarà accaduto per lui. Mi farò il segno della croce solo il giorno in cui egli si sveglierà e possa veramente essere testimone dei miei atti, per il resto solo lo si può incolpare degli sforzi vani della mia salvezza. Per questo Dio non è colpevole della peste nera, della carestia in irlanda, del genocidio armeno, dell’affondamento del titanic, dell’olocausto degli ebrei, della tragedia della navetta spaziale Challenger, della valanga di Armero, dell’incidente aereo di tenerife, della contaminazione chimica a Seveso e di tante altre tragedie di cui s’è fregiata l’umanità. Dio è addormentato, non ha avuto nemmeno un incubo (ne è una prova il suo sogno senza turbamenti). l’orologio non gli è suonato, il Gallo non gli ha cantato, le bombe che assordirono Hiroshima non l’hanno svegliato, Abbiamo fatto tutto a sua insaputa, adoriamo un Addormentato, riponiamo la speranza in un Addormentato. Sono sicuro che si sveglierà con il gracchiare del corvo, ma allora saremo noi che a partire da quel giorno staremo addormentati. Nel frattempo continuiamo a prenderci cura del suo sonno con i sette sacramenti, con il pane azzimo della messa e il filo della doppia preghiera. Dalle sale dell’inconscio, lo psicanalista dice che preghiamo solo


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

rezamos para que Él no vaya a despertarse de repente y nos encuentre jugando con sus dados, esos con los que le apostó a la partida del hombre, y perdió.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

perché lui non si svegli all’improvviso e ci trovi a giocare con i suoi dadi, quelli stessi con cui giocò la partita con l’uomo, e la perse. (inedita)

(inédito)

HiPÓteSiS De lA MoSCA

iPoteSi DellA MoSCA …ni me mueve el infierno tan temido. Anónimo

Soñé sosteniéndome por una cuerda al vacío, Abajo me esperaba un lago de fuego. Yo sabía que a cualquier momento despertaría Y eso me iba a salvar de caer. Fue angustioso. entonces lancé esta hipótesis: el infierno está en los sueños, ¿Qué hice el día anterior de ese sueño Para merecer ese castigo? revisando, estirando al sol los trapos sucios de la conciencia, Al final del almuerzo yo maté una mosca. Cuando volaba solita, hambrienta, en círculos, Yo le caí con el limpión húmedo Y ella se desprendió, para más desgracia, A una olla de agua hirviendo. Así que hay un paralelo perfecto entre mi sueño en el vacío, el lago de fuego al fondo Y la mosca cayendo a la olla de agua caliente. resultado de la indagación: el infierno existe Paralelo a nuestros actos, pero con una variable: la mosca cayó, pero el soñador no. Conclusión: Caer, incluso hasta la muerte, No es lo peor, sino Dejar suspendida la conciencia en el vacío.

...non mi smuove neanche l’inferno così temuto. Anonimo

Ho sognato che mi aggrappavo a una corda sul vuoto, Sotto mi aspettava un lago di fuoco. Sapevo che a qualsiasi momento mi sarei svegliato e questo mi avrebbe salvato dal cadere. È stato angoscioso. Allora ho lanciato questa ipotesi: l’inferno è nei sogni, Che ho fatto il giorno prima di questo sogno per meritare un tale castigo? riesaminando, stendendo al sole i panni sporchi della coscienza, Alla fine del pranzo ho ucciso una mosca. Quando volava sola soletta, affamata, in cerchi, l’atterrai con lo strofinaccio umido e andò a finire, per maggiore sfortuna, in una pentola d’acqua bollente. Cosicché c’è un parallelo perfetto tra il mio sogno nel vuoto, il lago di fuoco in fondo e la mosca che cade nella pentola d’acqua calda. risultato dell’indagine: l’inferno esiste Parallelamente ai nostri atti, ma con una variabile: la mosca è caduta, ma il sognatore no. Conclusione: Cadere, persino fino a morire, Non è la cosa peggiore, ma lasciare sospesa la coscienza nel vuoto.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Habrá que indagar si a mayores errores, Mayor vacío. Hoy, a la hora del almuerzo, vi a otra mosca. Antes de matarla pensé en el sueño terrible, Finalmente la maté sin remordimiento. esta noche la voy a pasar en vela.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Bisognerà indagare se a maggiori errori, Maggior vuoto. oggi, all’ora del pranzo, ho visto un’altra mosca. Prima di ucciderla ho pensato al sogno terribile, Alla fine l’ho uccisa senza alcun rimorso. Questa notte la passerò insonne. (inédito)

(inedita)

eStrellAS FiJAS

Stelle FiSSe

es triste que haya estrellas fijas, mientras las que se mueven no están en ninguna parte. las fijas alumbran para ellas mismas, y las que se mueven no alumbran para nadie. el mundo se reparte en esas dos únicas opciones. la ley de lo fijo y la ley de lo que se mueve no han podido encontrarse nunca en un punto medio. A veces pienso torpemente que toda la vida he sido un punto fijo dentro de un punto en movimiento. Alguien sin fijeza en un mundo fijo es el peor descaro de la relatividad. odio a las estrellas que se mueven en un cielo quieto, Y odio el cielo que en apariencia se mueve para engañarnos. Hasta Galileo fue engañado. Dicen que mientras le leían la sentencia Se quedó quieto en un punto fijo del universo Y vio que todo giraba a su alrededor, Hasta los inquisidores. luego él mismo se movió. Pero decidió retractarse del movimiento quedándose quieto Cuando presintió la muerte ante los jueces Que finalmente lo absolvieron. Por eso es preferible habitar un mundo fijo. tan fijo como el movimiento.

È triste che ci siano stelle fisse, mentre quelle che si muovono non stanno da nessuna parte. le fisse illuminano per se stesse, e quelle che si muovono non illuminano per nessuno. il mondo si suddivide in queste due uniche opzioni. la legge di ciò che è fisso e quella di ciò che si muove non hanno potuto incontrarsi mai in un punto medio. A volte penso torpidamente che tutta la vita sono stato un punto fisso dentro un punto in movimento. Qualcuno senza fissità in un mondo fisso è la peggiore insolenza della relatività. odio le stelle che si muovono in un cielo calmo, e odio il cielo che in apparenza si muove per ingannarci. Persino Galileo fu ingannato. Dicono che mentre gli leggevano la sentenza rimase fermo in un punto fisso dell’universo e vide che tutto gli girava intorno, Persino gli inquisitori. Poi egli stesso si mosse. Ma decise di rinnegare il movimento rimanendo fermo Quando presentì la morte davanti ai giudici Che alla fine lo assolsero. Per questo è preferibile abitare un mondo fisso. Fisso come il movimento.

(inédito)

(inedita)


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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leCCiÓN De CuliNAriA

leZioNe Di CuliNAriA

este ha sido el infierno para una mujer: pelar una cebolla. las hojas en las manos se multiplican delgadísimas. Hijos, en el corazón de la cebolla está Dios, decía mi madre para darse consuelo y consolarnos. ella no hacía uso del cuchillo, pues temía herirle el corazón a Dios. Por tanto, el hambre en la casa era la eternidad. Mi madre no veía la hora en que un ángel aleteara entre sus manos, por el momento de esa carne comeríamos. tiempos en que los ángeles, nuestros guardianes, se transformaban bondadosamente en aves de corral. Pero los tiempos cambian y eso ya no ocurre, así que un día las cosas empeoraron: nos volvimos transparentes como las mismas hojas de la cebolla. Fue hermoso, porque a través de mi hermano veía a mi madre en el punto más lejano del universo pelando sin descanso esa maldita cebolla. Hasta que llegó al punto oculto del centro donde están las regiones superiores. Pero por desgracia, Dios había salido un rato del centro de la cebolla. Pobre sirvienta de Dios, mi madre, en los misterios de la cocina. lo cierto es que nunca pudimos comer en el reino. Yo no sabía que mi madre de tanto pelar cebollas se había convertido en una envoltura de cielos transparentes; algo así como un cielo dentro de otro cielo, y éste dentro de otro. recuerdo que no comimos, pero tampoco vimos a Dios. Ahora entiendo que la demasiada religión es la peor de las culinarias. Por fin puedo vengarme de todo esto derribando el Araboth, árbol del cielo.

È stato questo l’inferno per una donna: sbucciare una cipolla. le foglie nelle mani si moltiplicano sottilissime. Figli miei, nel cuore della cipolla sta Dio, diceva mia madre per consolarsi e consolarci. lei non usava il coltello, perché temeva di ferire il cuore di Dio. Pertanto, la fame in casa era l’eternità. Mia madre non vedeva l’ora che un angelo le svolazzasse tra le mani, per il momento di quella carne ci saremmo nutriti. erano tempi in cui gli angeli, i nostri custodi, si trasformavano benevolmente in volatili da cortile. Ma i tempi cambiano, e questo non succede più, cosicché un giorno le cose peggiorarono: diventammo trasparenti come le stesse foglie della cipolla. Fu bello, perché attraverso mio fratello vedevo mia madre nel punto più lontano dell’universo sbucciare senza posa quella maledetta cipolla. Finché arrivò al punto nascosto del centro dove si trovano le regioni superiori. Ma disgraziatamente, Dio era uscito un momento dal centro della cipolla. Povera servitrice di Dio, mia madre, nei misteri della cucina. il fatto è che non potemmo mai mangiare nel regno. io non sapevo che mia madre a furia di sbucciare cipolle era diventata un involucro di cieli trasparenti; qualcosa di simile a un cielo dentro un altro cielo, e quest’ultimo dentro un altro. ricordo che non mangiammo, ma non vedemmo nemmeno Dio. Adesso capisco come la troppa religione sia la peggiore delle arti culinarie. infine posso vendicarmi di tutto questo abbattendo l’Araboth, albero del cielo.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

ramón Cote

JArDÍN De VillA MeDiCiS. VelÁZQueZ Para Álvaro Mutis

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

ramón Cote

GiArDiNo Di VillA MeDiCi. VelÁZQueZ Per Álvaro Mutis

Ya no soy ese joven que llegara a italia para aprender en sus talleres y claustros y palacios los codiciados secretos de la pintura. Ahora ocupo el cargo de pintor de cámara de la corte y he venido nuevamente a roma con el único propósito de adquirir obras de arte para la colección de su majestad Felipe iV.

Più non sono quel giovane che era arrivato in italia per imparare nelle sue botteghe e chiostri e palazzi gli agognati segreti della pittura. Adesso occupo l’incarico di pittore di camera della corte e sono venuto nuovamente a roma con l’unico proposito di acquistare opere d’arte per la collezione di sua maestà Filippo iV.

esta tibia tarde de septiembre regreso como entonces al Jardín de Villa Medicis y mientras repaso en mi memoria los nombres de algunos pintores ilustres –tiziano, Veronés, Correggio, Caravaggio– observo a un par de hombres cancelar con unas tablas una noble puerta de piedra que se alza delante de unos pinos.

Questa tiepida sera di settembre ritorno come allora al Giardino di Villa Medici e mentre ripasso nella mia memoria i nomi di alcuni pittori illustri – tiziano, Veronese, Correggio, Caravaggio – osservo un paio di uomini cancellare con delle assi una nobile porta di pietra che si alza davanti a dei pini.

Al respirar en el jardín el dulce aroma del azahar que me hace revivir de repente mi infancia en Sevilla, una voz me pide que abandone por un momento mis funciones, que me olvide de mi dedicación y entrega a los demás y guarde sólo para deleite mío testimonio de estas horas.

Mentre respiro nel giardino il dolce aroma della zagara che mi fa rivivere all’improvviso la mia infanzia a Siviglia, una voce mi chiede di abbandonare per un momento le mie funzioni, di dimenticarmi della mia dedizione e zelo verso gli altri e di conservare solo per mio diletto testimonianza di queste ore.

entonces cierro los ojos y suplico al cielo que sea capaz de repetir más tarde en la tela esta efímera felicidad que ahora me acompaña, antes de que mi propia memoria, como la puerta de piedra que están cubriendo, no me reconozca y me impida la entrada.

Allora chiudo gli occhi e supplico il cielo che sia capace di ripetere più tardi sulla tela questa effimera felicità che adesso mi accompagna, prima che la mia stessa memoria, come la porta di pietra che stanno coprendo, non mi riconosca e mi impedisca l’entrata.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Al verme contemplar la pintura desde lejos el rey me pregunta qué singular acontecimiento allí se refleja, qué oculta alegoría pretendo enunciar, pero solamente acierto a responder que es la tarde, Majestad, solamente la tarde romana que pasa.

Nel vedermi contemplare la pittura da lontano il re mi chiede quale singolare avvenimento lì si rifletti, quale nascosta allegoria io pretenda di enunciare, ma solamente riesco a rispondere che è la sera, Maestà, solamente la sera romana che passa.

KAtYA leYeNDo. BAltHuS

KAtiA CHe leGGe. BAltHuS

No existe mayor placer en la vida Katia, que espiarte

Non c’è maggior piacere nella vita Katia, che spiarti

en las tardes de los sábados cuando en tu cuarto lees solitaria

nei pomeriggi dei sabati quando nella tua stanza leggi solitaria

ese libro de pastas amarillas.

quel libro con la copertina gialla.

Por cada página que pasas deslizas como un gato angora

A ogni pagina che scorri fai scivolare come un gatto d’angora

las plantas de tus pies sobre la alfombra, mientras tus piernas que suben

la pianta dei tuoi piedi sul tappeto, mentre le tue gambe che salgono

que bajan que se encogen que se estiran van descorriendo poco a poco tu falda,

che scendono si contraggono si stendono tirano a poco a poco su la gonna,

milímetro a milímetro, hasta aproximarse peligrosamente a tu sexo,

millimetro a millimetro, fino ad avvicinarsi pericolosamente al sesso,

a tu bahía secreta, a tu pócima mágica, a tu jardín incluso por ti desconocido.

alla tua baia segreta, alla tua pozione magica, al tuo giardino che neanche tu conosci.

No existe otro placer en la vida como éste, Katia, de los sábados

Non c’è altro piacere nella vita come questo, Katia, dei sabati

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

cuando espiándote detrás de una pared esperamos el momento en que reconozcas

quando spiandoti dietro una parete aspettiamo il momento in cui tu riconosca

que la edad de la inocencia ha llegado a su fin,

che l’età dell’innocenza è arrivata alla fine,

que por todo tu cuerpo una serpiente te ofrece la más tentadora de las manzanas

che per tutto il tuo corpo un serpente ti offre la più tentatrice delle mele

y decidas entonces desnudarte y descubrir con tus dedos y ante nuestros ojos

e decida allora di spogliarti e scoprire con le tue dita e davanti ai nostri occhi

esa llama oculta que arde de deseo, y mires desafiante con pavor y placer

quella fiamma nascosta che arde di desiderio, e guardi provocante con paura e piacere

el mundo al que ahora perteneces.

il mondo a cui adesso tu appartieni.

PreMoNiCiÓN eN SAN liBrArio

PreMoNiZioNe A SAN liBrArio5

esta mañana me llamaron para avisarme que estaban a la venta un buen número de libros pertenecientes a la biblioteca de un joven fallecido hace más de ocho años.

Questa mattina mi chiamarono per avvisarmi che erano in vendita un buon numero di libri appartenenti alla biblioteca di un giovane morto più di otto anni fa.

revisando las columnas en las que estaban dispuestos, con asombro y cierto pavor descubrí que la mayoría de esos cientos de ejemplares eran semejantes a tantos de los míos.

Frugando tra le colonne con cui erano disposti, con stupore e un certo timore scoprii che la maggior parte di quelle centinaia di esemplari erano simili a tanti dei miei.

–De qué te extrañas, me dijo el librero como si me leyera la mente, si al fin y al cabo ustedes pertenecieron a la misma generación–.

–Di che ti meravigli, mi disse il libraio come se mi leggesse nella mente, se dopo tutto siete appartenuti alla stessa generazione –.

5 Caratteristica libreria ubicata nel quartiere Quinta Camacho di Bogotá.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Pero no era comprobar la similitud de gustos o ediciones o preferencias comunes lo que más me perturbaba en ese momento, ni tampoco el tiempo verbal tan involuntariamente hostil empleado por el librero, era más bien la inquietante sensación de saber que basta un mínimo descuido para que el tiempo disperse todo lo que la soledad y el amor han reunido, era la desoladora sensación de saber que el tiempo no perdona lo que la vida ordena, era, también, sobre todo, la culpable sensación de saber que mi codicia colaboraba con la extinción de su memoria.

Ma non era verificare la somiglianza di gusti o edizioni o preferenze comuni quello che mi turbava in quel momento, e nemmeno il tempo verbale così involontariamente ostile usato dal libraio, era piuttosto l’inquietante sensazione di sapere che basta una minima negligenza perché il tempo disperda tutto ciò che la solitudine e l’amore hanno riunito, era la desolante sensazione di sapere che il tempo non perdona quanto la vita ordina, era, anche, soprattutto, la colpevole sensazione di sapere che la mia cupidigia collaborava con l’estinzione della sua memoria.

Salí de allí con apenas un par de libros firmados con su nombre –Aurelio, Bogotá 1983– llevando entre las manos el más claro anuncio de mi muerte anticipada.

uscii di lì con appena un paio di libri firmati col suo nome – Aurelio, Bogotá 1983 – portando nelle mani il più chiaro annuncio della mia morte anticipata.

PArA eMPeZAr el Año

Per iNiZiAre l’ANNo

llevas dieciséis años escribiendo al lado de la misma ventana y en todo este tiempo has venido rasgando con tu codo la tela del sofá que ahora cubres con un modesto paño para que las visitas no adviertan enseguida el daño continuo que le has hecho al mobiliario de la casa.

È da sedici anni che scrivi accanto alla stessa finestra e in tutto questo tempo hai continuato a strappare col tuo gomito la stoffa della poltrona che adesso copri con un modesto panno perché le visite non avvertano subito il danno continuo che hai fatto al mobilio della casa.

Dos hijas, varios libros publicados, un matrimonio y una biblioteca, cientos de noches y miles de cigarrillos. Así, igual que entonces, empiezas otro año con la misma costumbre, considerando la posibilidad de llamar al tapicero pero en ningún momento de cambiar de lugar

Due figlie, vari libri pubblicati, un matrimonio e una biblioteca, centinaia di notti e migliaia di sigarette. Così, come allora, inizi un altro anno con la stessa abitudine, considerando la possibilità di chiamare il tappezziere ma in nessun momento di cambiare posto

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

ni mucho menos de oficio.

e ancor meno mestiere.

Algo de todo esto habrá que valga la pena, piensas, ya de noche, con un vaso en la mano repleto de hielo al lado de esa ventana que te ha visto tantos años hacer lo mismo en soledad, sin molestar a los vecinos, escuchando las notas del piano de las variaciones Goldberg –gran Glenn Gould–, lector de cuello inclinado, fantasma entre el humo, silencioso suicida.

Ci sarà qualcosa di tutto ciò che valga la pena, pensi, in piena notte, con un bicchiere in mano colmo di ghiaccio accanto a quella finestra che ti ha visto tanti anni fare la stessa cosa in solitudine, senza disturbare i condomini, ascoltando le note del piano delle variazioni Goldeberg – grande Glenn Gould – lettore dal collo chino, fantasma tra il fumo, silenzioso suicida.

VANitY FAir

VANitY FAir

Qué haces esta noche apoyado en la baranda de una terraza mirando a lo lejos las luces de los barcos, descifrando

Che fai questa notte appoggiato alla ringhiera di una terrazza guardando in lontananza le luci delle navi, decifrando

las palabras que murmuran las palmeras en el viento, esforzándote por diferenciar, sin saber muy bien por qué,

le parole che mormorano le palme al vento, sforzandoti di differenziare, senza sapere molto bene perché,

el sonido que hacen las olas en la orilla oscura, entre las que llegan y las que mansamente se retiran,

il suono che fanno le onde sulla riva oscura, tra quelle che arrivano e quelle che placidamente si ritirano,

mientras fumas un cigarrillo solitario a las dos de la mañana con un gesto ausente, como si fueras la foto fallida

mentre fumi una sigaretta solitario alle due di mattina con un gesto assente, come se fossi la foto mancata

de un director de cine injustamente olvidado que nunca salió en la portada de una Vanity Fair.

di un regista cinematografico ingiustamente dimenticato che non è mai uscita sulla copertina di un Vanity Fair.

Quizás pienses en lo que te espera cuando terminen las vacaciones y tengas que enfrentarte a todos los fantasmas

Forse pensi a ciò che ti aspetta quando finiranno le vacanze e dovrai affrontare tutti i fantasmi

que allá te aguardan, que allá con sus cuchillos afilados te quieren dar la más cordial de las bienvenidas.

che lì ti aspettano, che lì con i loro coltelli affilati ti vogliono dare il più cordiale dei benvenuti.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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Por eso aprovechas esas últimas horas que te quedan para disfrutar con tu camisa a cuadros y con el viento en la cara,

Perciò approfitta di queste ultime ore che ti restano per goderti con la tua camicia a quadri e il vento sulla faccia,

allá en las alturas donde te sientes intocable, la mínima libertad de estar ausente.

lì, in alto, dove ti senti intoccabile, la minima libertà di essere assente.

Qué haces a esta hora de la noche mirando el mar, con cierto ademán suicida en la terraza

Che fai a quest’ora di notte guardando il mare, con un certo atteggiamento suicida sulla terrazza

deteniéndote en todo lo que sucede en el hotel, como si filmaras una película que inicia la primera toma

soffermandoti su tutto ciò che avviene nell’albergo, come se filmassi una pellicola che inizia la prima ripresa

con un lento barrido que va desde los quioscos de la playa hasta enfocar las luces apagadas de las habitaciones,

con una lenta panoramica che va dai chioschi della spiaggia fino a focalizzare le luci spente delle stanze,

pasando por las palmeras que agitan sus manos abiertas en el aire como suplicándote

passando dalle palme che agitano le loro mani aperte nell’aria come supplicandoti

que te vayas a dormir de una vez por todas, antes de que sea demasiado tarde.

di andare a dormire una buona volta, prima che sia troppo tardi.

Qué haces qué pides qué respuestas buscas desde el piso catorce mientras la brisa borra la huella de tu cigarrillo al igual que la estela de las olas,

Che fai che chiedi che risposte cerchi dal quattordicesimo piano mentre la brezza cancella la traccia della tua sigaretta come la scia delle onde,

ahora que sabes lo fácil que es desaparecer para siempre y llevarte a la tumba los secretos de tu obra maestra,

adesso che sai quanto sia facile scomparire per sempre e portarti nella tomba i segreti del tuo capolavoro,

ahora que sabes que nunca aparecerás en una portada de una Vanity Fair.

adesso che sai che mai apparirai su una copertina di un Vanity Fair.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Gonzalo Márquez Cristo

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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Gonzalo Márquez Cristo

eSCAPe De lAS SoMBrAS

FuGA DAlle oMBre

Antaño los muertos regresaban.

una volta i morti ritornavano.

Hoy vivimos en un mundo de espectros que a nadie atemorizan esperando una tormenta que lave nuestros sueños.

oggi viviamo in un mondo di spettri che non spaventano nessuno aspettando una tempesta che lavi i nostri sogni.

los más precarios ídolos controlan el terror.

i più precari idoli controllano il terrore.

Aunque pájaros de piedra me buscan no soy de los que cierran los ojos para sobrevivir.

Anche se uccelli di pietra mi cercano non sono uno di quelli che chiudono gli occhi per sopravvivere.

la luna escribe la noche.

la luna scrive la notte.

¿Desde cuándo escucho la estrepitosa caída de un glaciar dentro de mí?

Da quando ascolto la fragorosa caduta di un ghiacciaio dentro di me?

Vino la guerra y permaneció entre nosotros. Conocimos su imaginería atroz y se hizo necesario perdonar al tiempo, a su furor compartido... Cultivamos la luz del grito, la flor de la ironía. el escape de los signos.

Venne la guerra e rimase in mezzo a noi. Conoscemmo la sua immagineria atroce e si rese necessario perdonare il tempo, il suo furore condiviso… Coltivammo la luce del grido, il fiore dell’ironia. la fuga dai segni.

No voy a hablar de quienes eligieron el peligro de la indiferencia o del silencio. tampoco quiero que el dolor pueda salvarme.

Non parlerò di quanti scelsero il pericolo dell’indifferenza o del silenzio. Non voglio nemmeno che il dolore possa salvarmi.

Portando la palabra será imposible recobrar el paraíso, lo sabemos, pero buscamos el olvido de la escritura.

Portando la parola sarà impossibile recuperare il paradiso, lo sappiamo, ma cerchiamo la dimenticanza della scrittura.

Hay quienes persiguen un destierro en dios, un asilo en los ocasos. el fuego descendente, el granizar de la ausencia.

C’è chi insegue un esilio in dio, un rifugio nei tramonti. il fuoco discendente, il grandinare dell’assenza.

Pero a mí sólo me han signado las estancias del horror. la voz del viento. el patético vuelo circular. la historia del sollozo...

Ma io sono stato solo segnato dalla permanenza dell’orrore. Dalla voce del vento. Dal patetico volo circolare. Dalla storia del singhiozzo…

Y no es posible renunciar cuando el primer pensamiento tuvo la forma de un venablo. Ninguna confesión es inocente.

e non è possibile rinunciare quando il primo pensiero ha avuto la forma di un giavellotto. Nessuna confessione è innocente.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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Sabemos que la oscuridad nos hará libres. Que el porvenir es un crimen. Que tendremos que guiarnos con las nubes. Que hasta aquí hemos traído a nuestros ojos inermes...

Sappiamo che l’oscurità ci farà liberi. Che l’avvenire è un crimine. Che dovremo orientarci con le nuvole. Che fin qui abbiamo portato i nostri occhi inermi…

Sabemos cómo oficiar lo invisible y que el rocío conoce el drama de la aurora.

Sappiamo come officiare l’invisibile e che la rugiada conosce il dramma dell’aurora.

Vigilo todo lo que muere. Decido ser.

Vigilo tutto ciò che muore. Decido di essere.

encomiendo al poeta la protección del instante.

Affido al poeta la protezione dell’istante.

DeStiNo De SileNCio

DeStiNo Di SileNZio

el ojo insomne nos condena y por eso cultivamos lo invisible.

l’occhio insonne ci condanna e per questo coltiviamo l’invisibile.

todo sufrimiento conduce a la infancia.

ogni sofferenza conduce all’infanzia.

Hemos minado la entrada al deseo y es inútil interrogar nuevas puertas para salir del aquí. Se hace tarde. el reloj es un roedor sigiloso.

Abbiamo minato l’entrata al desiderio ed è inutile interrogare nuove porte per uscire dal qui. Si fa tardi. l’orologio è un roditore guardingo.

los colores callarán y permaneceremos en el lugar donde los árboles vienen a morir. Sólo allí no estaremos solos.

i colori taceranno e rimarranno nel posto dove gli alberi vengono a morire. Solo lì non saremo soli.

Detrás del humo sube mi ciudad.

Dietro il fumo sale la mia città.

(ellos hallaron usura en la desdicha, fundaron el terror solar e instauraron factorías de espejismos).

(essi trovarono usura nella sventura, fondarono il terrore solare e instaurarono fabbriche di miraggi).

la víctima ha sido revelada. el sueño ahora me interroga. (Han sitiado mis manos. Persiguen mi alarido).

la vittima è stata rivelata. ora il sogno m’interroga. (Hanno assediato le mie mani. inseguono il mio urlo).

Ninguna pregunta será resuelta hasta que culmine el canto del agua.

Nessuna domanda sarà risolta finché non finisce il canto dell’acqua.

Hoy transitamos por los desiertos del regreso. lo poco que me dejó la noche me ha sido arrebatado por quienes defienden este tiempo incinerado.

oggi transitiamo per i deserti del ritorno. Quel poco che mi ha lasciato la notte mi è stato strappato da chi difende questo tempo incenerito.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Aquí te despierto memoria.

Qui ti sveglio memoria.

Me ilumina la respiración.

Mi illumina il respiro.

Debajo de una palabra puedo vivir.

Sotto una parola posso vivere.

el retorNo De lA VoZ

il ritorNo DelA VoCe La sed es nuestra herencia eDMoND JABÈS

La sete è la nostra eredità eDMoND JABÈS

la muerte me entregó a su gemelo.

la morte mi consegnò il suo gemello.

Alguien escapó en mi sangre...

Qualcuno scappò nel mio sangue…

Me ejercité en la derrota para dejar de estar solo, para fundar un ardor esencial.

Mi esercitai nella sconfitta per smettere di essere solo, per fondare un ardore essenziale.

Supe de prisiones errantes, del deseo a la deriva. Fui despojado de mi nombre.

Seppi di prigioni erranti, del desiderio alla deriva. Fui spogliato del mio nome.

Como un alud el tiempo venía hacia nosotros y el durmiente transportaba a sus náufragos.

Come una valanga il tempo veniva verso di noi e il dormiente trasportava i suoi naufraghi.

esperamos un sosiego cruel que nos habían prometido.

Aspettammo una calma crudele che ci avevano promesso.

Conocí desde niño todo lo que el sol esconde y me propuse recoger la cosecha antes de la siembra, hasta que el miedo trajo a sus dioses.

Conobbi da bambino tutto ciò che il sole nasconde e mi proposi di raccogliere la messe prima della semina, finché la paura non portò i suoi dei.

Sé que la semilla renunciará a germinar. Que los pájaros oscurecerán el cielo. Que hay una desdicha que se canta.

So che il seme rinuncerà a germogliare. Che gli uccelli oscureranno il cielo. Che c’è una disgrazia che si canta.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Corrí enceguecido. traicioné a la esperanza y en nombre del abismo a veces fui feliz. Al amanecer aprendí la lección del silencio. Pero todavía espero la única pregunta que hace nacer.

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Corsi accecato. tradii la speranza e in nome dell’abisso a volte fui felice. All’alba appresi la lezione del silenzio. Ma aspetto ancora l’unica domanda che fa nascere.

lAS PAlABrAS PerDiDAS

le PArole PerDute

Alguien descifra la escritura de la lluvia y sin embargo no puede escapar.

Qualcuno decifra la scrittura della pioggia e tuttavia non può scappare.

un alud de imágenes nos extravía la palabra; acudimos al grito y al llanto, a veces a la indiferencia, pero sabemos que necesitamos de la guerra para ser inocentes.

una valanga di immagini ci disperde la parola; ricorriamo al grido e al pianto, a volte all’indifferenza, ma sappiamo che abbiamo bisogno della guerra per essere innocenti.

todo lo ha ofrendado la ceniza.

tutto è stato offerto dalla cenere.

Desde que desterramos a la noche desaparecieron las más profundas alianzas y nuestros perseguidores pueden encontrarnos.

Da quando esiliammo la notte scomparvero le più profonde alleanze e i nostri inseguitori possono trovarci.

una herida siempre recuerda la vida, todo nacimiento procede de su túnel. un árbol arde en nuestros ojos de agua.

una ferita sempre ricorda la vita, ogni nascita proviene dal suo tunnel. un albero arde nei nostri occhi d’acqua.

la verdad –es decir lo prohibido–, impone su reino de terror... y hemos decidido habitarlo con las manos entrelazadas.

la verità – cioè il proibito –, impone il suo regno di terrore… e abbiamo deciso di abitarlo con le mani intrecciate.

Creímos que la poesía nos enseñaría a morir...

Credemmo che la poesia ci avrebbe insegnato a morire…

Persistimos... Con frecuencia hacemos la extraña sonrisa del miedo. Si huimos, la soledad convertirá a alguien en víctima. Por eso la palabra se pasa de mano en mano para construir una morada invisible.

Persistemmo… Facciamo frequentemente lo strano sorriso della paura. Se fuggiamo, la solitudine trasformerà qualcuno in vittima. Perciò la parola si passa di mano in mano per costruire una dimora invisibile.

A veces para sobrevivir renunciamos al conocimiento.

A volte per sopravvivere rinunciamo alla conoscenza.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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Y cuando todos duermen escribimos... Pero un poema es el fósil de un sueño, el cadáver de un dios...

e quando tutti dormono scriviamo… Ma una poesia è il fossile di un sogno, il cadavere di un dio…

¿Aún podremos salvarnos?

Possiamo ancora salvarci?

¿QuiÉN DiJo Que Morir erA ViAJAr?

CHi DiSSe CHe Morire erA ViAGGiAre?

las palabras se inventan para ocultar algo, a veces para no extraviarnos y en el peor de los casos para salvarse... porque soñar en esta edad del Fuego, emprender el exilio o sobrevivir, equivale a una traición.

le parole si inventano per nascondere qualcosa, a volte per non smarrirci e nel peggiore dei casi per salvarsi… perché sognare in questa età del Fuoco, intraprendere l’esilio o sopravvivere, equivale a un tradimento.

el poema nos delata. la verdad dejó marcas en los rostros. ¿Quién dijo que morir era viajar? ¿Dónde están los que han perfeccionado su dolor? ¿Hasta cuándo debemos pagar por todo lo que le hicimos a la noche?

la poesia ci tradisce. la verità lasciò segni sui volti. Chi disse che morire era viaggiare? Dove sono quelli che hanno perfezionato il loro dolore? Fino a quando dobbiamo pagare per tutto ciò che abbiamo fatto alla notte?

estamos seguros del regreso de los inquisidores. extendimos tanto la devastación que quienes vendrán tendrán que crear otro dios invisible para poder permanecer.

Siamo sicuri del ritorno degli inquisitori. Abbiamo esteso tanto la devastazione che coloro che verranno dovranno creare un altro dio invisibile per poter rimanere.

la imaginación no ha podido conducirnos. Siempre hemos combatido del lado de nuestros enemigos (en la indiferencia o participando de su vana contienda). No es de la derrota... De la victoria nadie se salva.

l’immaginazione non ha potuto condurci. Abbiamo sempre combattuto a fianco dei nostri nemici (nell’indifferenza o partecipando alla loro vana contesa). Non dalla sconfitta… Dalla vittoria nessuno si salva.

De la poesía al deseo, pasando por alucinógenos despojados de sus ritos, por extraños fetiches e incluso por crueles utopías, nos entregamos con ardor a las más diversas formas de autodestrucción.

Dalla poesia al desiderio, passando attraverso allucinogeni spogli dei loro riti, attraverso strani feticci e persino crudeli utopie, ci consegniamo con ardore alle più diverse forme di autodistruzione.

el conocimiento nada hizo por la vida. tampoco la religión ni la prostituta que vende presagios.

la conoscenza non ha fatto niente per la vita. Nemmeno la religione né la prostituta che vende presagi.

la verdad sólo está en la puerta que se abre. en un matiz, en una brizna de hierba, en un sorbo de agua. en un grito.

la verità solo si trova sulla porta che si apre. in una sfumatura, in un filo d’erba, in un sorso d’acqua. in un grido.

Ser es buscar.

essere è cercare.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

la escritura o la desesperación nos encontró un color desconocido. Supimos que el tiempo anida en los espejos y que sembrar es preguntarle a la tierra.

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la scrittura o la disperazione ci trovò un colore sconosciuto. Sapemmo che il tempo si annida negli specchi e che seminare è chiedere alla terra. Ma fino a quando non sostituiremo il seme non avremo imparato niente.

Pero hasta que no remplacemos la semilla nada habremos aprendido. la espadita del reloj tiñe de rojo nuestro pecho. el verbo morir sólo debe conjugarse en primera persona. el tiempo crece.

la spadina dell’orologio tinge di rosso il nostro petto. il verbo morire si deve coniugare solo in prima persona. il tempo cresce. Sento che qualcuno ha rapito i miei sogni…

Siento que alguien ha raptado mis sueños...


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Juan Felipe robledo

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Juan Felipe robledo

uN HiMNo AZul PArA el eSPANto

uN iNNo AZZurro Per lo SPAVeNto

oyes el himno azul espanto en esa voz, de días en los que nada tenía nombre. es el recuerdo de una esperanza muerta, encenagada, una ofrenda grata al dios de la renuncia. Hay dureza en sus ojos, y los días no quieren, sin embargo, olvidarlo. es el señor inmisericorde de tus horas turbias, al que has ofrendado tanto sol y luceros para la dicha.

odi l’inno azzurro spavento in quella voce, di giorni in cui niente aveva un nome. È il ricordo di una speranza morta, infangata, un’offerta grata al dio della rinuncia. C’è durezza nei suoi occhi, e tuttavia i giorni non vogliono dimenticarlo. È il signore impietoso delle tue ore torbide, a cui hai offerto tanto sole e stelle per la felicità.

está su mano en lo alto, blande una esponja con la que te baña como a un niño sucio, y recuerdas las horas del lento desangre, los pitos arreciando en la autopista y tu cama condenada a esa soledad de bote que se aleja de la nao capitana sin consuelo.

la sua mano è in alto, brandisce una spugna con cui ti bagna come un bambino sporco, e ricordi le ore del lento dissanguamento, i clacson che infuriavano sull’autostrada e il tuo letto condannato a quella solitudine di scialuppa che si allontana dalla nave ammiraglia senza consolazione.

Hay montones de afiches de muchachas que nunca conocerás, de manos que no estrecharás, lenta esperma que no quiere fecundar. es el corazón una caja hueca, sin temblor, un músculo distendido, flácido.

Ci sono mucchi di manifesti di ragazze che mai conoscerai, di mani che non stringerai, lento sperma che non vuole fecondare. È il cuore una scatola vuota, senza tremore, un muscolo disteso, flaccido.

Y es vergonzoso reconocer que la fuerza no vendrá de algún sitio hermético, un oscuro tabernáculo donde se reúnen sabios a medir tu valor, pues permanecerás allí, con la cara entre las manos, esperando un nuevo principio sin abriles.

ed è vergognoso riconoscere che la forza non verrà da qualche posto ermetico, uno scuro tabernacolo dove si riuniscono saggi a misurare il tuo valore, perché resterai lì, con il viso tra le mani, aspettando un nuovo principio senza aprili.

es triste esa marca de fin de siglo en los ijares, este himno que no se atreve a cantar de una vez su orgullo.

È triste quel marchio fine secolo sui fianchi, quest’inno che non osa cantare una buona volta il suo orgoglio.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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PoeMA PArA No olViDAr el ÁrBol De CAuCHo

PoeSiA Per NoN DiMeNtiCAre l’AlBero Di CAuCCiÙ

las hormigas que conocen bien la sombra no tienen ningún motivo de vergüenza, no hay sitio que no conozcan ni dicha que no las llene en las mañanas frescas de la costa.

le formiche che conoscono bene l’ombra non hanno nessun motivo di vergogna, non c’è posto che non conoscano né felicità che non le riempia nelle mattine fresche della costa.

los mangos que reposan en los senderos recorridos por su impudicia son hoy ruinas de castillos, lejanos bastiones para dejar de lado y no lanzarse a conquistar. los cruzados jamás vendrían a esta tierra, los corceles no piafaron en ella bajo largos mediodías. Son sus rutas poblados conciertos que cantan la espesura, tiempo callado que no dice vaguedades o intensifica los acentos que viven sobre sus cabezas.

i mango che riposano sui sentieri percorsi dalla loro impudicizia sono oggi rovine di castelli, lontani bastioni da lasciare da parte e non lanciarsi a conquistarli. i crociati non sarebbero venuti mai in questa terra, i corsieri non scalpitarono su di essa sotto lunghi mezzogiorni. Sono le loro strade popolosi concerti che cantano la boscaglia, tempo tacito che non dice vaghezze o intensifica gli accenti che vivono sulle loro teste.

Dioses que atravesaron el océano viven en esta tierra desde hace varios siglos y los que habitan bajo el árbol no se han enterado o si lo supieran un día no les importó.

Dei che attraversarono l’oceano vivono in questa terra da diversi secoli e quelli che abitano sotto l’albero non se ne sono accorti o se lo seppero un giorno non gliene importò.

No hay bajo el árbol de caucho plegarias, no hay consuelo, todo es vida de esplendor para el olvido.

Non ci sono sotto l’albero di caucciù preghiere, non c’è consolazione, tutto è vita di splendore per la dimenticanza.

Y las hojas se mueven, el tiempo es eterno en los bordes, los perros se persiguen desde siempre entre la arena, festejan los loros y las guacamayas en el cielo delgado que abraza al árbol, el día pasa con fuegos lejanos y la piedra canta para sí.

e le foglie si muovono, il tempo è eterno ai bordi, i cani s’inseguono da sempre tra la sabbia, festeggiano i pappagalli e le guacamayas nel cielo esile che abbraccia l’albero, il giorno passa con fuochi lontani e la pietra canta tra sé.


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el iNCeNDio De loS CArGueroS eN el Muelle He perdido la mañana por escribir este poema eDuArDo CHiriNoS

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

l’iNCeNDio Delle NAVi DA CAriCo Nel Molo Ho perso la mattinata per scrivere questa poesia. eDuArDo CHiriNoS

imagino que si hubiera resuelto a tiempo mis problemas con el cálculo diferencial y las ecuaciones de aquellas tardes me sonrieran ahora estaría resolviendo arduas negociaciones de comercio.

immagino che se avessi risolto in tempo i miei problemi con il calcolo differenziale e le equazioni di quelle sere mi avessero sorriso adesso starei risolvendo ardue trattative di affari.

No habría llegado a este punto, en el que se confunde todo y el día es la noche y la noche el día. estaría contento al saber que se puede vivir sin cosas que no deben decirse, y el incendio de los cargueros en el muelle no sería un recuerdo impreciso del cuadro de un pintor inglés.

Non sarei arrivato a questo punto in cui si confonde tutto e il giorno è la notte e la notte il giorno. Sarei contento sapendo che si può vivere senza cose che non si devono dire, e l’incendio delle navi da carico nel molo non sarebbe un ricordo impreciso del quadro di un pittore inglese.

la playa sería la playa y las palmeras cantarían en ella. el techo me ofrecería su seguro cobijo y los días se elevarían en majestuosa ofrenda a una labor que siempre da frutos.

la spiaggia sarebbe la spiaggia e vi canterebbero le palme. il tetto mi offrirebbe il suo sicuro riparo e i giorni si innalzerebbero in maestosa offerta a un lavoro che dà sempre frutti.

Marcel Proust no habría cumplido su malévola tarea, y el tiempo no tendría resquicios en los que una sonata de la infancia nos persigue.

Marcel Proust non avrebbe compiuto il suo malevolo compito, e il tempo non avrebbe spiragli in cui c’insegue una sonata dell’infanzia.

No estaría perdiendo esta mañana. Mi corazón se habría ofrendado a un dios silente. No habría dicha en mi alma.

Non starei perdendo questa mattinata. il mio cuore si sarebbe offerto a un dio silenzioso. Non ci sarebbe felicità nella mia anima.


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tArDe AZul CoN MANuel BANDeirA

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SerA AZZurrA CoN MANuel BANDeirA

A Catalina González

A Catalina González

Si pudiera darte las más puras alegrías de tu infancia, esa porción intocada, en que las palabras brillaban y caían de los labios como frutos del árbol, y el limonero era el refugio de tus juegos, y cantar era cantar sin prisa, y tus días conocían una alegría sin grietas, el buen compañero caminando a tu lado mucho tiempo después de haber abandonado el bosque, si no hubiera burladeros para esconder el afecto y mi alegría fuera una alegría que te acompañara en el sueño, en el rotundo silencio, si los corazones se pasearan en un jardín fragante, y amáramos estar vivos como cachorros acariciados por el sol, todo podría volver a existir, el tiempo se desovillaría y sabríamos volver a vivir sin lentas excusas en la torrentera, los mendrugos de pan nos conducirían a una casa de chocolate y jengibre donde no hubiera malvadas damas, y no mi deseo sino mi ternura sería el anillo que colgaría en tu cuello, un anillo leve y pequeño, en la tarde azul de un dulce lunes de septiembre.

Se potessi darti le gioie più pure della tua infanzia, quella porzione intatta, in cui le parole brillavano e cadevano dalle labbra come frutti dall’albero, e il limone era il rifugio dei tuoi giochi, e cantare era cantare senza fretta, e i tuoi giorni conoscevano una gioia senza incrinature, il buon compagno che camminava al tuo fianco molto tempo dopo aver abbandonato il bosco, se non ci fossero staccionate per nascondere l’affetto e la mia allegria fosse un’allegria che ti accompagnasse nel sonno, nel totale silenzio, se i cuori passeggiassero in un giardino fragrante, e amassimo essere vivi come cuccioli accarezzati dal sole, tutto potrebbe tornare a esistere, il tempo si sgomitolerebbe e sapremmo tornare a vivere senza lente scuse nell’alveo del torrente, i tozzi di pane ci condurrebbero in una casa di cioccolato e zenzero dove non ci fossero malvagie signore, e non il mio desiderio ma la mia tenerezza sarebbe l’anello che penderebbe sul tuo collo, un anello leggero e piccolo, nella sera azzurra di un dolce lunedì di settembre.

CArACol eN lo Alto

CoNCHiGliA iN Alto Homenaje mínimo a Eugenio de Andrade

la sal de la lengua, aquella que buscamos cuando escribimos, sustrato,

Omaggio minimo a Eugenio de Andrade

il sale della lingua, quello che cerchiamo quando scriviamo, sostrato,


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

incontaminada verdad, esencial palabra que no ha sido dicha de otra manera o que ha sido dicha de cuatro o cinco maneras definitivas.

incontaminata verità, essenziale parola che non è stata detta in un altro modo o che è stata detta in quattro o cinque modi definitivi.

es la sal de la lengua la que buscamos en medio, la rotunda semilla que nos da vida en este tiempo, y nos permite atravesar el día y sus lentos túneles, túneles en los que nos dejamos caer para llegar al fondo del deseo, alegría que nos dice sin disminuirnos, dicha de vivir entre tanto, en la cercanía del buril, siendo plácidos gustadores que descubren el sol y la luna al pasear, que viven levantándose, descubriendo otra dicha, otra no alejada, no saldada ni grávida de sí, en este mismo mundo que hoy es otro.

È il sale della lingua che cerchiamo in mezzo, il sicuro seme che ci dà vita in questo tempo, e ci permette di attraversare il giorno e le sue lente gallerie, gallerie dove ci lasciamo cadere per arrivare in fondo al desiderio, allegria che ci dice senza sminuirci, felicità di vivere intanto, nella vicinanza del bulino, essendo placidi goditori che scoprono il sole e la luna passeggiando, che vivono alzandosi, scoprendo un’altra felicità, un’altra non lontana, non svenduta né gravida di sé, in questo stesso mondo che oggi è un altro.

NuBeS

NuVole

Formaron cabezas de caballos, fueron ijares y escudos, una piedra que nos mira desde el fondo de un pozo.

Formarono teste di cavalli, furono fianchi e scudi, una pietra che ci guarda dal fondo di un pozzo.

Siguieron un camino trazado mucho antes, en una época en la que todo se decidía en un billar.

Seguirono una strada tracciata molto prima, in un’epoca in cui tutto si decideva su un biliardo.

la iglesia gris que vio pasar estudiantes confusos sigue vacía, nunca sonó la campana en ella.

la chiesa grigia che vide passare studenti confusi rimane vuota, non vi è mai suonata la campana.

el atento salmodiar de los vendedores de pizza no ha molestado el lejano rumbo de las nubes.

l’attento cantilenare dei venditori di pizza non ha disturbato la lontana rotta delle nuvole.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Pero nuestro corazón no cede.

Ma il nostro cuore non cede.

el curso de la eternidad se dirimió en esta oscura barraca, y así como arriba, abajo el día es de los navegantes que el cielo respetan y, de vez en cuando, miran otra cosa, una lejana.

il corso dell’eternità si risolse in questa buia baracca, e così come sopra, sotto il giorno è dei naviganti che il cielo rispettano e, ogni tanto, guardano un’altra cosa, una lontana.

lA MANo Que te SAlVA

lA MANo CHe ti SAlVA

Sentir el agua golpeando la espalda, advertir que la vida se nos va en este suave golpeteo, que es mucho mejor sentir el chasquido de la manzana en la boca, su increíble cercanía, su tardo acercarse, pues ni la biblioteca de Alejandría o los papiros del viejo Aristarco serán mejor medicina que la presión de una mano, el vislumbre de la alegría en esos ojos, la morosa delectación con que una frase se extiende hasta el infinito. No hay dicha más definitiva en este gastado mundo sublunar que el mágico arpegio de unos dedos, esa compartida manera de evadirse. Decir con lezama: “Ah, que tú escapes en el instante en el que ya habías alcanzado tu definición mejor”, no nos librará del temblor que nos sube por la garganta cuando recordamos su dichosa manera de estar allí como lo están la música o el sabor de una fruta o el juguete que en celebrado día nos dieron y no habíamos visto en manos de niño alguno. Ahora, soñar con la lejana, invencible, sagrada Moscú, no nos hará olvidar el sitio en el cual deseamos aquello que da fuego a la existencia.

Sentire l’acqua colpire la schiena, avvertire che la vita ci sfugge in questo soave picchiettio, che è molto meglio sentire lo scricchiolio della mela nella bocca, la sua incredibile vicinanza, il lento avvicinarsi, perché nemmeno la biblioteca di Alessandria o i papiri del vecchio Aristarco saranno migliore medicina della pressione di una mano, del barlume dell’allegria in quegli occhi, della lenta dilettazione con cui una frase si estende fino all’infinito. Non c’è gioia più definitiva in questo consunto mondo sublunare del magico arpeggio delle dita, di quella condivisa maniera di evadere. Dire con lezama: “Ah, che tu scappi nell’istante in cui avevi già raggiunto la tua definizione migliore”, non ci libererà dal tremore che ci sale dalla gola quando ricordiamo la sua felice maniera di stare lì come stanno la musica o il sapore di una frutta o il giocattolo che ci diedero in un giorno festeggiato e non avevamo visto in mano a nessun bambino. Adesso, sognare la lontana, invincibile, sacra Mosca, non ci farà dimenticare il posto dove desideriamo tutto ciò che da fuoco all’esistenza.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

María Clemencia Sánchez

María Clemencia Sánchez

ANACroNÍA

ANACroNiA

Alguna vez quise el paisaje ocre de los otoños. las manos de un leñador Del bosque de inglewood Me ofrecieron una mañana fría. los senos descubiertos soñaron el sol De las canículas orientales. Supe que las nubes eran la puerta del infierno Cuando ángeles terribles Amaron mi piel de reptil. Aún escucho el llanto de los océanos Preguntar a la frágil niña Cargada de piedras Dónde mueren las olas. el amor ha dibujado sus rostros en una clepsidra rota de siglos Y no sé quién soy Y no sé quién fui en tus manos.

Qualche volta volli il paesaggio ocra degli autunni. le mani di un taglialegna Del bosco di inglewood Mi offrirono una mattina fredda. i seni scoperti sognarono il sole Delle canicole orientali. Seppi che le nuvole erano la porta dell’inferno Quando angeli terribili Amarono la mia pelle di rettile. Ancora sento il pianto degli oceani Chiedere alla fragile bambina Carica di pietre Dove muoiono le onde. l’amore ne ha disegnato i volti in una clessidra rotta da secoli e io non so chi sono e io non so chi fui nelle tue mani.

PriNCiPio

PriNCiPio

el gesto de la eternidad reposa en la mirada de un niño mudo. Fue necesario enterrar los vocablos Para fundar el dialogo con lo perdido. una flor en su mano es la primavera

il gesto dell’eternità riposa nello sguardo di un bambino muto. Fu necessario seppellire i vocaboli Per fondare il dialogo con quanto era perduto. un fiore nella sua mano è la primavera

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

todo el tiempo queda resumido Pues no hay posibilidad de promesa. Pero de igual forma la flor en su mano es el amor Y el llanto se hace mar de invierno, escena ininterrumpida De una antigua nostalgia de eternidad.

tutto il tempo si è concluso Perché non c’è possibilità di promessa. Ma ugualmente il fiore nella sua mano è l’amore e il pianto si fa mare d’inverno, Scena ininterrotta Di un’antica nostalgia di eternità.

PerMANeCer eN VeNeCiA

riMANere A VeNeZiA

la perfección de la belleza es el dolor. Volver a Venecia Como jugarse de nuevo el corazón tu vida entera tras el rastro misterioso de unos ojos el presagio de un dios olvidado. la ausencia esculpe lo amado. Venecia te dará la sed suficiente Para despertar el antiguo fuego el dolor, la dicha. Permanecer en Venecia Hasta el borde de la fiebre Como quien hace una cita con su verdugo el sagrado veneno de lo bello. Morir en Venecia recuperado por un instante el brillo de la juventud Salvado para siempre por unos ojos.

la perfezione della bellezza È il dolore. ritornare a Venezia Come giocarsi di nuovo il cuore la tua vita intera Dietro la scia misteriosa di due occhi il presagio di un dio dimenticato. l’assenza scolpisce quanto hai amato. Venezia ti darà la sete sufficiente A risvegliare l’antico fuoco il dolore, la gioia. rimanere a Venezia Fino al limite della febbre Come chi fissa un appuntamento col suo boia il sacro veleno del bello. Morire a Venezia ricuperato per un attimo lo splendore della giovinezza Salvato per sempre da due occhi.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

el Velorio De lA AMANueNSe

lA VeGliA Dell’AMANueNSe

escribí la larga estela de tus árboles A imagen y semejanza de tu dictado. la luz que quisieron tus ojos Son hoy de las hojas Palabras detenidas Que la arena de las diásporas entierra. He sido la amanuense del fenecer de los siglos recolectora de veranos vacíos Bajo un olmo fértil que no existe. He ido a averiguar en la antigua vegetación De las estepas el nacimiento de los limos. Hoy, dueña de voces extrañas, Paisajes ajenos que no comprendo Añoro una voz para decir el árbol Que ronda mis sueños, el nombre de una mujer Que semeja el descenso de las mareas, Y el dialogo interrumpido que sostengo Con el ángel.

Scrissi la lunga scia dei tuoi alberi A immagine e somiglianza del tuo dettato. la luce che vollero i tuoi occhi Sono oggi delle foglie Parole trattenute Che la sabbia delle diaspore sotterra. Sono stata l’amanuense del finire dei secoli raccoglitrice di estati vuote Sotto un olmo fertile che non esiste. Sono andata a verificare nell’antica vegetazione Delle steppe la nascita dei limi. oggi, padrona di altre voci, Paesaggi estranei che non comprendo rimpiango una voce per dire l’albero Che si aggira tra i miei sogni, il nome di una donna Che assomiglia alla discesa delle maree, e il dialogo interrotto che sostengo Con l’angelo.

el reCuerDo De loS BreZoS

il riCorDo Delle eriCHe

toda la luz reunida en este pequeño árbol es sólo un recuerdo venido a menos, justo antes de que se marchite la flor que lo anticipó y el frágil pétalo que le dio su nombre. este himno de brezos en el alto temblor de sus colores

tutta la luce riunita in questo piccolo albero è solo un ricordo tramontato, un attimo prima che sia appassito il fiore che lo ha anticipato e il fragile petalo che gli ha dato il nome. Quest’inno di eriche nell’alto tremore dei colori

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

y la primavera viva que aun lo sostiene, me recuerda que fui yo quien lo soñó antes de ser este dulce nombre su alegría en el viento, y no el dolor que su presencia sabe llevarse y borrar. Al mirarlo así comprendo porque la luz desciende y se posa no en la flor ni en el pétalo ni en el nombre.

e la primavera viva che ancora lo sostiene, mi ricorda che sono stata io a sognarlo prima di essere questo dolce nome la sua allegria nel vento, e non il dolore che la sua presenza sa portarsi via e cancellare. Nel guardarlo così capisco perché la luce scende e si posa non sul fiore né sul petalo né sul nome.

PArAÍSo PreCArio

PArADiSo PreCArio

entonces vuelve a empezar el día en mis manos. Aquí se cierra el cielo en su larga aporía de nubes que sueñan el sol y aves que regresan congeladas del vuelo de la noche. De lo que resta, vendrá otro día luminoso, esquivo y anónimo entre las hojas del tiempo, extranjero entre nosotros, iluminado fantasma de una alegría indecible perdida ya en el viento

Allora ricomincia il giorno tra le mie mani. Qui si chiude il cielo nella sua lunga aporia di nubi che sognano il sole e uccelli che ritornano congelati dal volo della notte. Da quanto resta, verrà un altro giorno luminoso, schivo e anonimo tra le foglie del tempo, straniero in mezzo a noi, illuminato fantasma di un’allegria indicibile perduta ormai nel vento

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

de la memoria, y tu cuerpo feliz renovado de libertad, y yo escribiendo la sombra adusta de otro paraíso precario.

della memoria, e il tuo corpo felice rinnovato di libertà, e io che scrivo l’ombra adusta di un altro paradiso precario

eSCrito eN uNA leNGuA Que No CoNoZCo

SCritto iN uNA liNGuA CHe NoN CoNoSCo

Sale a mi encuentro su luz oculta de signos clausurados en el muro del medio día. Alguien deja la sombra de un mensaje que se cierra a mis ojos pero que en el silencio del asombro que también borrará el olvido, alcanzo a intuir el amor o la ausencia. Al fin y al cabo todo lo escrito es fruto del amor aunque perviva intraducible a nuestros ojos su ausencia.

Mi viene incontro la sua luce nascosta di segni imprigionati nel muro del mezzo giorno. Qualcuno lascia l’ombra di un messaggio che si chiude ai miei occhi ma di cui, nel silenzio dello stupore che pure cancellerà l’oblio, riesco a intuire l’amore o l’assenza. Alla fin fine tutto ciò che è stato scritto è frutto dell’amore sebbene sopravviva intraducibile ai nostri occhi la sua assenza.

oPúSCulo De AMor luSitANo

oPuSColo D’AMore luSitANo

Fue en la noche rota del tajo, que Aprendí a amar tu imagen en vuelo, las temblorosas gacelas que avaras, emprendían Contigo esa fuga hacia imposibles campos De centeno, y en el resplandor Zafiro de tu distancia definitiva, latió extranjero, mi corazón.

Fu nella notte rotta del tago che imparai ad amare la tua immagine in volo, le tremanti gazzelle che, avare, iniziavano Con te quella fuga verso impossibili campi Di segale, e nello splendore Zaffiro della tua distanza definitiva, Palpitò straniero, il mio cuore.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

FÁBulA Del DÍA

FAVolA Del GiorNo

es la obra del tiempo lo que alimenta el vuelo de las aves en el cielo, su empeño de libertad sostenido apenas por un suspiro, por el día que recomienza el día.

È l’opera del tempo che alimenta il volo degli uccelli in cielo, il loro sforzo di libertà sostenuto appena da un sospiro, dal giorno che ricomincia il giorno.

Así se abre ante mí la perpleja claridad, todo revelado, transparente como si bastara un instante para entender todos los instantes, como si la muerte dejara una evidencia diminuta de polvo que todo lo borra y todo lo rehace.

Così si apre davanti a me la perplessa chiarezza, tutto rivelato, trasparente come se bastasse un istante per capire tutti gli istanti, come se la morte lasciasse un’evidenza minima di polvere che tutto cancella e tutto rifà.

es un don la luz de cada mañana, un misterio detenido que vibra en el corazón del ave en la rama trémula que lo sostiene.

È un dono la luce di ogni mattina, un mistero trattenuto che vibra nel cuore dell’uccello sul ramo tremulo che lo sostiene.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Federico Díaz-Granados

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Federico Díaz-Granados

CANto MiNerAl

CANto MiNerAle

¿Y si el alma es de piedra por qué ese mineral sueña con tu cuerpo? ¿Y si el alma es de piedra por qué el dolor toma la forma de un lejano volcán y salta al vacío desde su desprendimiento?

e se l’anima è di pietra perché quel minerale sogna il tuo corpo? e se l’anima è di pietra perché il dolore prende la forma di un lontano vulcano e salta nel vuoto dal suo distacco?

No dejes la piedra a merced de la noche ni esperes la llegada del canto a la soledad, vendrán los pulsos tardíos a callar la palabra y algunos muertos se acomodarán en el fuego de esa espera.

Non lasciare la pietra in balia della notte e non aspettare l’arrivo del canto alla solitudine, verranno i battiti tardivi a far tacere la parola e i morti si adatteranno al fuoco dell’attesa.

Nunca el silencio la música siempre las palabras llegan todos los días a la sed con sus lecciones de llanto. Hemos equivocado el mundo y como una secreta impunidad no traducimos al mineral la lengua del error y los colores de la ruina.

Mai il silenzio la musica sempre le parole arrivano ogni giorno alla sete con lezioni di pianto. Abbiamo sbagliato il mondo e come una segreta impunità non traduciamo nel minerale la lingua dell’errore e i colori della rovina.

espera a la piedra la que te esperó aquí mismo hasta hacerse piedra la misma que se acuña y se hace esbelta.

Aspetta la pietra che proprio qui ti aspettò sino a farsi pietra quella stessa che s’incunea e diventa slanciata.

Nunca el silencio la música siempre el día trae el final y la voz que huye. la piedra se desprende día a día de la vida.

Mai il silenzio la musica sempre il giorno porta la fine e la voce che fugge. la pietra si stacca giorno dopo giorno dalla vita.

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SueNAN tiMBreS

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SuoNANo CAMPANelli Homenaje a Luis Vidales

Omaggio a Luis Vidales

Golpean, llaman. Suenan timbres en la casa. Alguien busca algo a horas imprevistas. Serán de la oficina postal o los mormones ofreciendo Biblias Algún extranjero despistado o el mendigo que viene por su ración de pan. Será la vecina que quiere hablar sobre la carestía o su esposo el prestamista a cobrar los intereses. Quizá el plomero o la gitana a pronosticar malos días, extrañas pestes y fuertes infecciones. Quién golpeará a esta hora inoportuna. No es el amor, no es el hijo, ni mi padre. Seguro será la muerte y el ropavejero que vienen por mi cuerpo con su derrota o el casero a desalojar, que es lo mismo.

Bussano, chiamano. Suonano a casa campanelli. Qualcuno cerca qualcosa in ore impreviste. Saranno quelli dell’ufficio postale o i mormoni che offrono le Bibbie uno straniero che si è smarrito o il mendicante che viene per il suo tozzo di pane. Sarà la vicina che vuole parlare della carestia o lo strozzino di suo marito che viene a riscuotere gli interessi. Forse l’idraulico o la zingara a pronosticare brutti giorni, strane pesti e gravi infezioni. Chi busserà a quest’ora inopportuna. Non è l’amore, non è il figlio, né mio padre. Certamente sarà la morte e lo straccivendolo che vengono per il mio corpo con la sua sconfitta o il padrone di casa per sloggiarlo, che è lo stesso.

CorreSPoNDeNCiAS

CorriSPoNDeNZe

ella me envió su foto en el volcán del Himalaya. Suya era toda la nieve y las cumbres. Me envió fotos en una calle de Praga con una anotación: “las calles de Kafka, Holan y Hrabal no dejarán de pertenecernos” y retratos en mercados de estambul y Madagascar.

lei mi mandò la sua foto sul vulcano dell’Himalaya. Sua era tutta la neve con le cime. Mi mandò foto in una strada di Praga con una nota: “le strade di Kafka, Holan e Hrabal non potranno non appartenerci” e ritratti nei mercati di istanbul e Madagascar.

llegaron postales de la sagrada Moscú la Catedral de San Basilio, el Kremlin y el Café Pushkin.

Arrivarono cartoline dalla sacra Mosca la Cattedrale di San Basilio, il Cremlino e il Caffè Puškin.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

en San Petersburgo recordó en el Hermitage mi triste afición por la pintura.

A San Pietroburgo ricordò nell’Hermitage la mia triste passione per la pittura.

razones que no olvidó mis versos en Père lachaise ni en la Avenida Corrientes ni en Constitución. en la servilleta de un Pub de Dublín líneas de Joyce y Yeats

ragioni che non dimenticò i miei versi a Père lachaise né nell’Avenida Corrientes né in Costitución. Sul tovagliolo di un Pub di Dublino righe di Joyce e Yeats

Se me pasó la vida recibiendo postales, retratos y razones desde que me dejó con este frío las nieves perpetuas de mi vida desde aquella última vez...

Ho passato la vita a ricevere cartoline, ritratti e ragioni da quando mi lasciò con questo freddo le nevi perenni della mia vita da quell’ultima volta…

ÁlBuM De loS ADioSeS

AlBuM DeGli ADDii

¿Qué sastre tejió estos cuerpos que nos visten de vida remendados con lágrimas equivocadas y cosidos con paños y parches de un viejo almacén de baratijas?

Quale sarto ha tessuto questi corpi che ci vestono di vita rammendati con lacrime sbagliate e cuciti con panni e toppe di un vecchio magazzino di cianfrusaglie?

¿Cuál fue ese sastre que tomó las medidas y con su dedal y aguja cosió los botones de las secretas costuras y cicatrices del cansancio y climas repetidos en la áspera estación de la piel?

Chi è stato quel sarto che ha preso le misure e col suo ditale e ago ha cucito i bottoni delle segrete cuciture e cicatrici della stanchezza e climi ripetuti nella rigida stagione della pelle?

¿Qué extrañas prendas nos visten de vida tejidas a la medida exacta de cada sed, de cada hambre, del afán disperso de todos los comensales que aguardan el agrio cereal del fracaso?

Quali abiti strani ci vestono di vita tessuti a esatta misura di ogni sete, di ogni fame, del desiderio disperso di tutti i commensali che aspettano l’acre cereale dell’insuccesso?

¿Y quién cosió los colores desconocidos al corazón? ¿Quién sabe como es el amor que vive debajo de estas ropas? ¿Acaso fue Dios con su bata de cirujano enseñando el antiguo oficio de extraer costillas? ¿o fue aquella muchacha cuando me sonrió en su día libre del paraíso?

e chi ha cucito i colori sconosciuti al cuore? Chi sa com’è l’amore che vive sotto questi indumenti? Forse è stato Dio con il suo camice da chirurgo insegnando l’antico mestiere di estrarre costole? o è stata quella ragazza quando mi ha sorriso nel suo giorno libero dal paradiso?

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JAZZ Del SolitArio

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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JAZZ Del SolitArio La moneda cayó por el lado de la soledad ANDrÉS CAlAMAro

La moneta cadde dal lato della solitudine ANDrÉS CAlAMAro

el día de la creación tendré semillas tuyas entre mis manos y te dispersaré en el fértil territorio de cielos abolidos o en la voz que persigue otras luces, otros fulgores. Busca entonces la dirección de la guerra no importa que tu ausencia sea del tamaño de la muerte te buscaré al otro lado de la noche cuando regresemos de esta estación de adioses que es la vida.

il giorno della creazione avrò tra le mie mani semi tuoi e ti disperderò nel fertile territorio di cieli aboliti o nella voce che insegue altre luci, altri fulgori. Cerca allora la direzione della guerra non importa che la tua assenza sia della grandezza della morte ti cercherò all’altro lato della notte quando ritorneremo da questa stagione di addii che è la vita.

lAS PriSAS Del iNStANte

le Frette Dell’iStANte

tenía razón el tiempo en llevar su afán en instalarse donde le pareciera y en tener sus rituales y hostilidades.

Aveva ragione il tempo di avere la sua ansia di installarsi dove gli pareva e di possedere i suoi rituali e ostilità.

Ahora entiendo sus tardanzas y balbuceos y su prontitud para los aciertos, de esta terquedad de fijar unas cuantas palabras en un extremo de la infancia y otras tantas en un rincón de esta calle ronca que se parece tanto a la vida, llena de sorpresas y de silencios.

Adesso capisco i suoi ritardi e balbettii e la sua prontezza per le scelte indovinate, questa caparbietà di fissare alcune parole in un’estremità dell’infanzia e altrettante in un angolo di questa strada roca che assomiglia tanto alla vita, piena di sorprese e di silenzi.

Por eso perdóname por tantas deshoras por convocarte en noches de rencores y presagios por amontonar en la misma gaveta ruinas y asuntos cotidianos entre el cansancio de los días y la terca música de los silencios. tenía razón el tiempo en llevar su ritmo y la vida en tener sus afanes para quedarse acá con todas las prisas del instante.

Perciò perdonami per tante ore insolite se ti ho convocato in notti di rancori e di presagi e ho ammucchiato nello stesso cassetto rovine e faccende quotidiane tra la stanchezza dei giorni e la caparbia musica dei silenzi. Aveva ragione il tempo di avere il suo ritmo e la vita di avere le sue ansie per rimanere qui con tutte le frette dell’istante.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Por eso perdóname por estas premuras por no saber la gramática y las palabras de una lengua olvidada por haber perdido libretas, las llaves y la vieja canción de exactos compases y cenizas como si en el afán del tiempo cada día, sin importar la hora, se extraviaran los sueños.

Perdonami perciò per queste urgenze se non so la grammatica e le parole di una lingua dimenticata se ho perso i taccuini, le chiavi e la vecchia canzone con ritmi esatti e ceneri come se nell’ansia del tempo ogni giorno, senza che importasse l’ora, si smarrissero i sogni.

PArA MirAr el MuNDo

Per GuArDAre il MoNDo A Luis García Montero

A Luis García Montero

Hay una manera de contemplar el mundo sin rencor sin maletas ni mudanzas más allá de las postales y sus manteles a cuadros más allá de sus casas vacías y sus taxis amarillos. Hay una forma de verlo diferente a sus alambres con ropas extendidas al sol en grandes terrazas.

C’è un modo di contemplare il mondo senza rancore senza valigie né traslochi al di là delle cartoline e delle sue tovaglie a quadri al di là delle sue case vuote e dei suoi taxi gialli. C’è una forma di vederlo diverso dai suoi fili di ferro con panni stesi al sole in grandi terrazze.

Pero nada sé del mundo aparte de las despedidas en los aeropuertos y de su parecido con mi cuarto y mi mesa de noche repletos de lapiceros vacíos, tarjetas en desuso y remedios de ocasión.

Ma non so niente del mondo a parte i saluti negli aeroporti o la sua somiglianza con la mia stanza e il mio comodino pieni di matite spuntate, schede in disuso e rimedi occasionali.

resulta melancólico el mundo sin sus cines y sin sus taxis amarillos sus estadios vacíos después de la jornada y sus manteles a cuadros y las canciones que lo definen en cada estación que trae su luz y su rumor para que las lágrimas lo dejen ver más nítido a contraluz por el retrovisor de tantas cosas perdidas y olvidadas.

il mondo è malinconico senza i suoi cinema e senza i taxi gialli i suoi stadi vuoti dopo la partita le sue tovaglie a quadri e le canzoni che lo definiscono in ogni stagione che porta la sua luce e il suo rumore perché le lacrime lo lascino vedere più nitido in controluce attraverso il retrovisore di tante cose perdute e dimenticate.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

PAreCiDoS iNDeleBleS

SoMiGliANZe iNDeleBili

Cada vez te pareces más a tu padre –me dicen en la calle– en sus gestos, en su forma de caminar, por su frágil manera de mirar el paso de la gente. Por sus ademanes en la mesa y el ritual de hacer listas sin objeto.

rassomigli sempre più a tuo padre – mi dicono per strada – nei suoi gesti, nella forma di camminare, per la sua fragile maniera di guardare passare la gente. Per i suoi modi a tavola e per il rituale di fare elenchi senza oggetto.

Son parecidos –gritan las tías y los primos– en las señas y el modo de llevar la soledad en cómo caminamos los mismos trayectos citadinos y en la costumbre de repetir anécdotas en similares horas.

Sono simili – gridano le zie e i cugini – nei lineamenti e nel modo di vivere la solitudine nel modo di compiere gli stessi percorsi cittadini e nell’abitudine di ripetere aneddoti in ore analoghe.

Parecen dos magos enseñando a los niños viejos trucos –dice mi madre algunos días– y los colores de la ropa no combinan con el estado del corazón y de la mirada.

Sembrano due maghi che insegnano ai bambini vecchi trucchi – dice mia madre in alcuni giorni – e i colori degli indumenti non combinano con lo stato del cuore e dello sguardo.

Cada día somos más parecidos y el carácter y los modales revelan una forma de estar en medio de tantos ausentes, de recuerdos guarecidos y canciones repetidas. todo aquello que fue lo más pasajero en el insomnio.

ogni giorno siamo più simili e il carattere e le maniere rivelano una forma di stare in mezzo a tanti assenti, di ricordi protetti e canzoni ripetute. tutto ciò che c’è stato di più passeggero nell’insonnia.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Catalina González

Catalina González

ACertiJo

iNDoViNello

Hilas el día y tejes el olvido con la mirada de todos.

Fili il giorno e tessi la dimenticanza con lo sguardo di tutti.

en la noche, descoses para el recuerdo esperando al viajero en el tálamo nupcial.

Di notte, scuci per il ricordo aspettando il viaggiatore nel talamo nuziale.

Si algún día regresa, no lo reconocerás, estarás vieja y él marchito; reunirán sus cuerpos resecos para un funeral.

Se un giorno ritorna, non lo riconoscerai, sarai vecchia e lui avvizzito; riuniranno i loro corpi secchi per un funerale.

expúlsate ya del paraíso: amar es imposible.

espelliti dal paradiso: amare è impossibile.

CeleSte iNCANDeSCeNte

CeleSte iNCANDeSCeNte

una joven blanca es soñada por el libro que lee. Dos pájaros juegan con el paisaje.

una giovane bianca è sognata dal libro che legge. Due uccelli giocano con il paesaggio.

Sus ojos se encandilan con los últimos rayos de la tarde, sus cabellos comienzan a cabalgar en el papel, se confunden con el reflejo de sus recuerdos, la poesía desaparece en sus labios áridos.

i suoi occhi brillano agli ultimi raggi della sera, i suoi capelli cominciano a cavalcare sulla carta, si confondono con il riflesso dei suoi ricordi, la poesia scompare sulle sue labbra aride.

Mírala, se dice a sí misma hablando en tercera persona,

Guardala, dice a sé stessa parlando in terza persona,

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

todo se esfuma.

tutto svanisce.

Sólo perdura la imagen final: la sangre un gallo picoteando su afable pierna.

Solo perdura l’immagine finale: il sangue un gallo che becca la sua affabile gamba.

el deseo como una dulce cuchillada, pero nada es real, a pesar del dolor.

il desiderio come una dolce coltellata, ma niente è reale, nonostante il dolore.

FuSiÓN

FuSioNe

la sangre de mi príncipe azul se evapora, así como lo haría la felicidad si estuviera viva.

il sangue del mio principe azzurro evapora, così come farebbe la felicità se fosse viva.

Él trae el sabor de páramos y pirámides, de mujeres extranjeras y antiguos dioses.

egli reca il sapore di terre desertiche e piramidi, di donne straniere e antichi dei.

Somos torpes en el amor, pero alzamos el vuelo, descendemos al infierno y estrechamos nuestros huesos.

Siamo goffi nell’amore, ma alziamo il volo, scendiamo nell’inferno e stringiamo le nostre ossa.

Voy a ser su princesa, los castillos siempre han sido míos.

Sarò la sua principessa, i castelli sono sempre stati miei.

JArDÍN

GiArDiNo

entre cortinas espesas y camas altas habitamos el palacio del encierro.

Fra tende spesse e letti alti abitiamo il palazzo della reclusione.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

No abandonaré este recinto, nunca saldré desnuda a los campos ni te besaré frente a los comensales.

Non abbandonerò questo recinto, non uscirò mai nuda nei campi né ti bacerò di fronte ai commensali.

Sólo en la soledad de nuestros cuerpos te amaré, con gotas en los labios.

Solo nella solitudine dei nostri corpi ti amerò, con gocce sulle labbra.

exprímeme déjame el vaso vacío a mí bebe de mi sed

Spremimi lascia a me il bicchiere vuoto bevi alla mia sete

¿y si la muerte llega de pronto e ilumina un cuarto oscuro?

e se la morte arriva all’improvviso e illumina una stanza buia?

uNA PAlABrA BrillA eN MitAD De lA NoCHe

uNA PArolA BrillA Nel MeZZo DellA Notte

Después de tanta oscuridad en el mundo e imponentes rutinas diarias, algo nos llama.

Dopo tanto buio nel mondo e imponenti routine giornaliere, qualcosa ci chiama.

Más allá del laberinto escalonado, del recorrido incesante, nos espera la palabra.

Al di là del labirinto scaglionato, del percorso incessante, ci aspetta la parola.

ABril

APrile

un mundo deslucido, es tu mes y estamos lejos de la felicidad, la hemos dejado al otro lado del mar, donde las ropas recién lavadas cuelgan de los balcones manchados

un mondo opaco, è il tuo mese e siamo lontano dalla felicità, l’abbiamo lasciata dall’altra parte del mare, dove i panni appena lavati pendono da balconi macchiati

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

y el humo de las calles vuelve a ensuciarlas. Nunca nada está limpio ni seco, la próxima humedad del mar lo envuelve todo, incluso nuestros cuerpos que comen hasta reventar.

e il fumo delle strade torna a sporcarli. Niente è mai pulito e asciutto, la vicina umidità del mare avvolge tutto, persino i nostri corpi che mangiano fino a scoppiare.

las hordas de turistas nos hastían, qué idea la de este tiempo en el que todo se confunde y nadie sabe adónde ir.

le orde di turisti ci infastidiscono, quale idea quella di questo tempo in cui tutto si confonde e nessuno sa dove andare.

A nosotros el amor nos habla de un lugar que no está en ninguna parte, basta con sentarnos uno al lado de otro y cerrar los ojos para sentirnos allí.

A noi l’amore parla di un luogo che non è da nessuna parte, basta sederci fianco a fianco e chiudere gli occhi per sentirci lì.

SeD

Sete

Y bebo en tu vaso, amor, y deseo que el agua de la vida esté siempre entre tus manos.

e bevo al tuo bicchiere, amore, e desidero che l’acqua della vita stia sempre tra le tue mani.

HÁlito

Alito

tú, que siempre soñaste con irte a otra ciudad, donde los perros no te ladraran, no descubrieras las miradas y cada esquina te recordara algo de tu vida.

tu che sempre hai sognato di andartene in un’altra città, dove i cani non ti abbaiassero, non scoprissi gli sguardi e ogni angolo ti ricordasse qualcosa della tua vita.

Ahora todo ha quedado en calles lejanas, extraviaste las direcciones, olvidaste los nombres.

Adesso tutto è rimasto in strade lontane, hai smarrito gli indirizzi, hai dimenticato i nomi.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Cuántas noches estuviste a punto de perderte o morir, y hoy quisieras hablar del amor, ese que hace que te pegues a su cuerpo, como un buzo a su respirador.

Quante notti sei stato sul punto di perderti o di morire, e oggi vorresti parlare dell’amore, quello che ti fa appiccicare al suo corpo come un palombaro al suo respiratore.

VeJeZ

VeCCHiAiA

Para qué lentes si tenemos los ojos cerrados, si nuestras rodillas se han agrietado por la espera mientras los niños las raspan corriendo.

Perché gli occhiali se abbiamo gli occhi chiusi, se le nostre ginocchia si sono screpolate per l’attesa mentre i bambini se le graffiano correndo.

Somos huérfanos de nosotros mismos en ciudades de mañanas con luna y sirenas constantes.

Siamo orfani di noi stessi in città di mattine con la luna e sirene costanti.

Como aves de mar en cielos grises, no sabemos cuántas vidas iniciamos.

Come uccelli di mare in cieli grigi, non sappiamo quante vite iniziamo.

Aplazamos los viajes, ensayamos trajes que no nos quedan, concebimos hijos extraños.

rinviamo i viaggi, proviamo abiti che non ci stanno, concepiamo figli estranei.

Cuidamos bien nuestros refugios, deseamos que una palabra nos detenga, revelamos un secreto que nadie escuchó y ya lo hemos olvidado.

Ci prendiamo cura dei nostri rifugi, desideriamo che una parola ci trattenga, riveliamo un segreto che nessuno ha ascoltato e abbiamo già dimenticato.

lA últiMA BAtAllA

l’ultiMA BAttAGliA

llegas luminoso con el día, tú, que te creías derrotado, y prometes borrarlo todo

Giungi luminoso con il giorno, tu che ti credevi sconfitto, e prometti di cancellare tutto

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

y haces que soñemos con carrozas cuando nos debatimos con leones.

e fai finta che sogniamo carrozze quando lottiamo coi leoni.

Somos dueños de casa, huéspedes del asombro, nos vestimos de rojo y dormimos sobre manchas de fresa y leche.

Siamo padroni di casa, ospiti dello stupore, ci vestiamo di rosso e dormiamo su macchie di fragola e di latte.

Nunca faltará el vino en nuestra mesa, siempre la azucarera estará llena.

Non mancherà mai il vino sulla nostra tavola, la zuccheriera sarà sempre piena.

SileNCio eN lA MeSA

SileNZio A tAVolA

Mientras masticamos la carne del abandono alguien ha corrido una silla para sentarse y beber con nosotros.

Mentre mastichiamo la carne dell’abbandono qualcuno ha avvicinato una sedia per sedersi e bere con noi.

Vivimos en sonidos que no podemos decir, improvisamos un concierto que jamás vendrá: el piano suena muy alto y mis voces callan.

Viviamo in suoni che non possiamo dire, improvvisiamo un concerto che non verrà mai: il piano suona molto alto e le mie voci tacciono.

Morir es mejor que oír, los músicos son niños con hambre.

Morire è meglio che ascoltare, i musicisti sono bambini affamati.

eXtrANJeroS

StrANieri

llegar tarde a todas partes, ir a donde no puedes enamorarte.

Arrivare tardi ovunque, andare dove non puoi innamorarti.

Soñar con multitudes, ser llevada a hospitales.

Sognare le folle, essere portata negli ospedali.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

¿Quién duerme bajo tus sábanas? ¿Quién suda en las noches saladas?

Chi dorme sotto le tue lenzuola? Chi suda nelle notti salate?

No entregues tu alma a los ángeles, mientras ellos vuelan nosotros lamemos nuestras garras.

Non consegnare la tua anima agli angeli, mentre essi volano noi ci lecchiamo le grinfie.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Giovanny Gómez

Giovanny Gómez

loS SueñoS

i SoGNi

los sueños vienen a decir que estamos lejos lejos es la ciudad de dónde partimos lejos es el lugar al que venimos lejos llega cada uno de nosotros Quién nos recoge en sus brazos respira la distancia la ausencia de sombra entre los pasos los sueños vienen a decir que somos lejos

i sogni vengono a dire che siamo lontano lontano è la città da dove partimmo lontano è il luogo dove venimmo lontano arriva ognuno di noi Chi ci accoglie tra le braccia respira la distanza l’assenza di ombra tra i passi i sogni vengono a dire che siamo lontano

tuS PAlABrAS De NueVo

le tue PArole Di NuoVo

el techo de madera se vuelve pesado con el sonido de la lluvia la alfombra robustece de un color oscuro el agua rebosa los ángulos de las rejas las goteras desbordan sobre paredes frías todos vuelven a su soledad la vida que es se va como esos trazos que dibujamos en los vidrios húmedos de la ventana

il tetto di legno diventa pesante con il suono della pioggia il tappeto irrobustisce il suo colore scuro l’acqua trabocca dagli angoli delle grate le macchie fuoriescono dalle pareti fredde tutti tornano alla loro solitudine la vita che è se ne va come quei tratti che disegniamo sui vetri umidi della finestra

SeCreto

SeGreto

una luz grande en este cuarto un gesto en el aire

una luce grande in questa stanza un gesto nell’aria

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

un tropiezo sin sentido sueñan todavía recuperar sus brazos que escapan intentan ser ese paso por alcanzarlos

un inciampare senza senso sognano ancora di recuperare le loro braccia che scappano cercano di essere quel passo per raggiungerli

SiN llAMAr A NADie

SeNZA CHiAMAre NeSSuNo

tantos rostros que te han mirado y no quieren decir tu nombre Ya los imaginas evitando la mirada antes que su indiferencia como diciéndole Hola a la nada de su adentro Nuevamente se perdió la ocasión de decirles algo y tantas palabras de más se acumulan sin llamar a nadie una sombra cierta agota el fulgor de tu pasado

tanti volti che ti hanno guardato e non vogliono dire il tuo nome Già li immagini evitando il loro sguardo prima dell’indifferenza come dicendo Ciao al nulla del loro interno Nuovamente si è persa l’occasione di dir loro qualcosa e tante parole di troppo si accumulano senza chiamare nessuno un’ombra certa esaurisce il fulgore del tuo passato

lo iNViSiBle

l’iNViSiBile

Y sus palabras se deshicieron como papel mojado en el charco de los días Cuando alguien las mira bajo la quebrada luz del agua su indiferencia también vuelve en el rostro viejo de nuestros cuerpos

e le sue parole si disfecero come carta bagnata nella pozzanghera dei giorni Quando qualcuno le guarda sotto la luce franta dell’acqua la loro indifferenza pure torna sul volto vecchio dei nostri corpi

QueMADo Por el Sol

ArSo DAl Sole

las hojas nuevas del guayabo son más grandes y la lluvia que lo alimenta no se detiene en la tierra Puertas abiertas por toda la casa tienen tiempo de esperar tú preguntas quién se va ahora mismo

le foglie nuove della guaiava sono più grandi e la pioggia che l’alimenta non si ferma sulla terra Porte aperte per tutta la casa hanno tempo di aspettare tu chiedi chi se ne va adesso

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

si la sombra de nosotros lo puede llevar Aprietas con tus manos las cortinas y no las puedes cerrar

se l’ombra di noi lo può portare Stringi con le tue mani le tende e non le puoi chiudere

NueStro NoMBre

il NoStro NoMe

Cada noticia de mi vida un lápiz con la punta rota escribiendo a nadie Sueño entrar por una puerta y que pudiera encontrarla y otra vez su recuerdo se exaspera conmigo… No es la única noche que me quedo dormido diciendo a mi oscuridad también estas cosas Hablo de resistir los vientos las soledades

ogni notizia della mia vita una matita spuntata che scrive a nessuno Sogno di entrare da una porta e di poterla incontrare e di nuovo il suo ricordo si esaspera con me… Non è l’unica notte che mi addormento dicendo al mio buio anche queste cose Parlo di resistere ai venti alle solitudini

SoMetiMe

SoMetiMe

Busqué palabras que hablaran de su rostro pero no sé decirle a mis manos vacías ¿por qué el recuerdo finge saber una voz? pero deja su mirada lejos No la deja venir

Ho cercato parole che parlassero del suo volto ma non so dirlo alle mie mani vuote perché il ricordo finge di sapere una voce? ma lascia il suo sguardo lontano Non lo lascia venire

loS VieNtoS Del reGreSo

i VeNti Del ritorNo

olvidado del sur del norte y las estrellas tu recuerdo viaja

incurante del sud del nord e delle stelle il tuo ricordo viaggia

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sin preguntar los vientos del regreso Al responder un nombre me muerdo la boca a escondidas ignorante de que eran labios también los crepúsculos No puede la noche –sin mirarse en la luna– aliviar estos mares como si fueran penas

senza chiedere dei venti del ritorno Nel rispondere a un nome mi mordo la bocca di nascosto ignaro che fossero labbra anche i crepuscoli Non può la notte – senza guardarsi nella luna – calmare questi mari come se fossero pene

SoliCituD

riCHieStA

Y cada ola levanta su rostro buscando el Sol una estrella cesante se repite en la deformidad de las aguas en su simpleza hay un deseo por la multitud de luces que se reflejan en las cosas Quién puede cumplir una promesa? de los recuerdos apenas decimos su pasado

e ogni onda solleva il suo volto cercando il Sole una stella morente si ripete nella difformità delle acque Nella sua ingenuità c’è un desiderio per la moltitudine di luci che si riflettono nelle cose Chi può mantenere una promessa? dei ricordi appena ne diciamo il passato

ADorACiÓN

ADorAZioNe

en la pared una cruz hecha con fotografías, una sola imagen vuelve a través del tiempo; un niño en piyama está de pie, sus manos tocan una piedra y a su lado una niña rubia calza botas negras, sonríe. Con ellos alguien más crecido, viste pantaloneta y mira distraídamente. Somos hermanos y tengo un saco azul de colegio. ¿Cuál es la vida que preguntamos después de los años, la que resiste cuando cierro los ojos? en la memoria mi madre camina sola por los andenes rotos de la avenida, mi padre dice que nos llama como si desde el pasado

Sulla parete una croce fatta con fotografie, una sola immagine torna attraverso il tempo; un bambino in pigiama è in piedi, le sue mani toccano una pietra e al suo fianco una bambina bionda calza stivali neri, sorride. Con loro qualcuno più grande indossa dei pantaloncini e guarda distrattamente. Siamo fratelli e ho una giacca azzurra della scuola. Qual è la vita che chiediamo dopo gli anni, quella che resiste quando chiudo gli occhi? Nella memoria mia madre cammina sola per i marciapiedi rotti del viale, mio padre dice che ci chiama come se dal passato presentisse


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presintiera que sus años no hablaran con nosotros. ¿Si la vida se va también con esta imagen de niños por las paredes, quién huele nuestra ropa al despertar?, quién se escucha mientras pensamos que estamos dormidos? y de repente pellizca nuestro rostro y puede desaparecer.

che i suoi anni non parlassero con noi. Se la vita se ne va anche con quest’immagine di bambini lungo le pareti, chi odora i nostri indumenti al risveglio?, chi si ascolta mentre pensiamo di stare addormentati? e all’improvviso ci dà un pizzicotto sul viso e può scomparire.

AreNAS tAl VeZ

SABBie ForSe Per Diana, mio amore

Para Diana, mi amor

Sumergidos nuestros pies queriendo que un cuerpo pegado al otro fuera mejor que una rémora en la piel de un tiburón pensaba para mí si luego de las olas pudiéramos llegar caminando hasta la otra orilla Mis pisadas sólo trastabillaban ante constelaciones de erizos como soles negros entre algas que regresaban a mi piel como cabellos verdes desprendidos de la misma serpiente un cuerpo torpe entre el mar un alma más torpe ante la vida allí donde la luz del sol reflejaba el azul oscuro de la marejada Dónde soñar con esta noche con las boronas de pan serpenteando entre las bocas de los peces? tú y yo nos besábamos a tientas de saber que lo duradero aprieta con su lengua de sal los hierros en el viento empaña los vidrios que nos ocultan y nos va desmoronando

immersi i nostri piedi volendo che un corpo attaccato all’altro fosse migliore di una remora sulla pelle di uno squalo pensavo fra me se dopo le onde potessimo arrivare camminando fino all’altra riva i miei passi solo vacillavano davanti a costellazioni di ricci come soli neri tra alghe che tornavano sulla mia pelle come capelli verdi staccati dallo stesso serpente un corpo torpido tra il mare un’anima più torpida davanti alla vita lì dove la luce del sole rifletteva l’azzurro scuro della mareggiata Dove sognare questa notte le briciole di pane serpeggianti tra le bocche dei pesci? tu e io ci baciavamo sapendo a tentoni che quanto dura schiaccia con la sua lingua di sale i ferri nel vento appanna i vetri che ci nascondono e lentamente ci sgretola

San Andrés islas, Septiembre de 2013

San Andrés islas, settembre 2013


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

Que Me CuiDe De loS SueñoS

CHe io Mi PreNDA CurA Dei SoGNi

Soñaste que estaba triste y buscaba tu mano para que me llevaras a la casa porque el animo de ocultarme era hasta de mí mismo en tu sueño los nombres propios son sólo apariencias pero algunas veces dormidos nuestros hijos lloran y no sabemos si es por miedo o por nosotros Apenas conscientes del dolor que habita en sus sueños quisiéramos calmarlos hablando cerca de sus oídos alguna vez nos escuchan y somos la orilla cierta que les espera al regreso en este mundo otras veces necesitan que los toquemos para que el viaje se detenga Vuelve a soñar recuerda que más allá de esta vida aprieto tu cuerpo fuerte cerca al mío y esfuerzo los ojos para despertar

Sognasti che ero triste e cercavo la tua mano affinché mi portassi a casa perché l’intenzione di nascondermi era persino da me stesso Nel tuo sogno i nomi propri sono solo apparenze ma a volte addormentati i nostri figli piangono e non sappiamo se è per paura o per noi Appena coscienti del dolore che abita nei loro sogni vorremmo calmarli parlando loro all’orecchio qualche volta ci ascoltano e siamo la riva certa che li aspetta al ritorno in questo mondo altre volte hanno bisogno di essere toccati perché il viaggio si fermi torna a sognare ricorda che al di là di questa vita stringo il tuo corpo forte al mio e sforzo gli occhi per svegliami

uN DÍA lA ViDA

uN GiorNo lA VitA

un día la vida se irá por estas calles no le importará que nuestro paso se detenga para que caminen otros y que muchas veces las palabras serán silencio de alguien que nos escucha No descolgar las ropas para entender que debemos irnos dejarlas donde están sin nosotros porque ya nos hemos ido vivir sin oírnos tropezar en nuestras cosas

un giorno la vita se ne andrà per queste strade non le importerà che il nostro passo si fermi perché camminino altri e che molte volte le parole saranno silenzio di qualcuno che ci ascolta Non ritirare la biancheria per far capire che dobbiamo andarcene lasciarla dov’è senza di noi perché ce ne siamo già andati a vivere senza sentirci inciampare nelle nostre cose

Carrera 9 entre calles 13 y 14 de Pereira, años atrás

Viale 9 tra le strade 13 e 14 di Pereira, anni fa

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

lucía estrada

lucía estrada

AlMA MAlHer

AlMA MAlHer

Yo también lo prefiero. es más bella la mano al pulsar una cuerda invisible.

Anch’io lo preferisco. È più bella la mano quando fa vibrare una corda invisibile.

Cuando duermes, reaparecen las tres mil sombras de tus dedos tejiendo filigranas en el oscuro cuello del dragón.

Quando dormi, riappaiono le tremila ombre delle tue dita tessendo filigrane sul collo scuro del drago.

te miro inquieta sin atreverme a respirar.

ti guardo inquieta senza osare respirare.

es la hora más alta del doble vuelo nocturno.

È l’ora più alta del doppio volo notturno.

escribo en la seda de tus párpados mi temor de perderle, de que huya como un gato por los techos, de que salte y reviente la cuerda de todas las campanas del mundo, de que se despeñe con el sonido metálico de un arcángel en el centro mismo de la orquesta.

Scrivo sulla seta delle tue palpebre il mio timore di perderlo, che scappi come un gatto per i tetti, che salti e spezzi la corda di tutte le campane del mondo, che precipiti con il suono metallico di un arcangelo al centro stesso dell’orchestra.

Yo también lo prefiero cóncavo y oscuro.

Anch’io lo preferisco concavo e scuro.

la clave blanca y negra de todo cuanto existe se advierte en su sinfonía de agujas.

la chiave bianca e nera di tutto ciò che esiste si avverte nella sua sinfonia di aghi.

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ClArA WeStHoFF

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ClArA WeStHoFF para María Clemencia Sánchez

per María Clemencia Sánchez

Qué cercanas y distintas las hojas de un mismo árbol.

Quanto sono vicine e diverse le foglie di uno stesso albero.

Crecen silenciosas en la contemplación de sí, de sus bordes, en el trabajo minucioso del insecto que las hiere.

Crescono silenziose nella contemplazione di sé, dei loro margini, nel lavoro minuzioso dell’insetto che le ferisce.

Apenas unidas por un hilo de savia a la corteza del mundo, a su naturaleza vegetal.

Appena unite da un filo di linfa alla corteccia del mondo, alla sua natura vegetale.

el viento las obliga a inclinarse sobre su propia sombra y en el misterio único de ser Sauce o Avellano, se adhieren, se compenetran sin perturbarse. Así, recibirán a un tiempo su gota de lluvia, el beso ígneo del verano.

il vento le costringe a piegarsi sulla loro stessa ombra e nel mistero unico di essere Salice o Nocciolo, aderiscono, si compenetrano senza perturbarsi. Così, riceveranno insieme la loro goccia di pioggia, il bacio igneo dell’estate.

Caerán también bajo la misma luz, rodearán como sílabas diversas de un mismo alfabeto la profundidad de las raíces, la grieta oscura del tronco que las vio levantarse y permanecer.

Cadranno anche sotto la stessa luce, cingeranno come sillabe diverse di uno stesso alfabeto la profondità delle radici, la crepa scura del tronco che le vide sollevarsi e rimanere.


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

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SYlViA PlAtH

SYlViA PlAtH

todo lo ha devorado el invierno y el jardín de rojos tulipanes en el que ocupé mis manos ha iniciado su descenso definitivo.

l’inverno ha divorato tutto e il giardino di rossi tulipani dove occupai le mie mani ha iniziato la sua discesa definitiva.

la casa es un viejo sarcófago de vigilias y pergaminos desechos. en ella duermen las ruinas de mi corazón.

la casa è un vecchio sarcofago di veglie e pergamene rovinate. in essa dormono le rovine del mio cuore.

A través de la bruma sólo puedo distinguir el rencoroso brillo de las abejas.

Attraverso la bruma solo posso distinguere il rancoroso splendore delle api.

No hay perfección.

Non c’è perfezione.

Mi cuerpo es un camino cerrado, reflejo de una luz marchita. Nunca se bastó a sí mismo. Nunca.

il mio corpo è un sentiero chiuso, riflesso di una luce appassita. Non è mai bastato a se stesso. Mai.

Detrás de los muros, por entre las grietas, vuelve a mí el eco de la fiebre palabras que revientan bajo la escarcha como pequeños ríos de mercurio.

Dietro i muri, tra le crepe, torna a me l’eco della febbre parole che esplodono sotto la brina come piccoli fiumi di mercurio.

el invierno ha perdido mis pasos en la nieve. Sangra en el aire su condena.

l’inverno ha perduto i miei passi nella neve. Sanguina nell’aria la sua condanna.

SerÁ NueStrA lA ViDA eN el teMBlor De uNA PAlABrA, la que se aferró a la piedra como si se tratara de un cuerpo infinito, la que avanzó en su noche contra todos los pronósticos sin volver la mirada, sin sentir compasión por lo que dejaba atrás. ella, la que arrojó el corazón a una jauría de perros hambrientos, la que cruzó el cerco de sus propios límites con la cabeza en alto,

SArÀ NoStrA lA VitA Nel treMore Di uNA PArolA, quella che si aggrappò alla pietra come se si trattasse di un corpo infinito, che avanzò nella sua notte contro tutti i pronostici senza volgere lo sguardo, senza sentire compassione per quanto si lasciava dietro. essa che scagliò il cuore contro una muta di cani affamati, che attraversò il cerchio dei suoi limiti a testa alta,


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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

la que ahora espera –sin tiempo– a que alguien diga su nombre cuando todas las bocas han sido sepultadas.

che adesso aspetta – senza tempo – che qualcuno dica il suo nome quando tutte le bocche sono state sepolte.

el SileNCio Me toMA Del BrAZo y como al niño ciego me conduce.

il SileNZio Mi PreNDe Per il BrACCio e come un bimbo cieco mi conduce.

Algo en mí percibe su brillo de abeja misteriosa, su enorme cuerpo invisible en el que palpitan la sangre de antiguos dioses, los árboles de la infancia, el mar de lo desconocido.

Qualcosa in me percepisce il suo splendore d’ape misteriosa, il suo enorme corpo invisibile in cui palpitano il sangue di antichi dei, gli alberi dell’infanzia, il mare dell’ignoto.

Queda su temblor en el aire. Puedo tocarlo, palpar sus formas, escuchar el sonido que produce al entrar en el cuerpo vivo de una palabra, la oscura vibración del silencio cuando mi corazón pulsa sus cuerdas.

resta nell’aria il suo tremore. Posso toccarlo, palpare le sue forme, ascoltare il suono che produce entrando nel corpo vivo di una parola, l’oscura vibrazione del silenzio quando il mio cuore fa vibrare le sue corde.

tANto CAMiNAr eN el MiSMo lABeriNto y todavía no se reconoce la piedra en la que tropezamos una y otra vez.

tANto CAMMiNAre Nello SteSSo lABiriNto e ancora non si riconosce la pietra in cui inciampammo ripetutamente.

el olvido llueve sobre los ojos, y simulamos dar un paso adelante.

la dimenticanza piove sopra gli occhi, e fingiamo di fare un passo avanti.

Alguien sostiene con su sombra el peso de lo que un día, una noche, volverá a repetirse. No hay una máscara para el miedo, tampoco para la muerte. todos los muros que nos rodean

Qualcuno sostiene con la sua ombra il peso di quanto un giorno, una notte, tornerà a ripetersi. Non c’è una maschera per la paura, nemmeno per la morte. tutti i muri che ci circondano

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

están siendo escritos por el paso de las horas, por nuestras largas vigilias, por el secreto deseo de la sangre, por la insistencia del amor y el fracaso, por la oscura ceniza que una vez fue nuestra casa y nos obliga a permanecer.

vengono scritti dal trascorrere delle ore, dalle nostre lunghe veglie, dal segreto desiderio del sangue, dall’insistenza dell’amore e del fallimento, dalla scura cenere che una volta fu la nostra casa e ci costringe a restare.

Pregunto entonces con la boca de los muertos: ¿qué de ti quedó entre las rosas?

Chiedo allora con la bocca dei morti: che è rimasto di te fra le rose?

Y Si eStA PieDrA FueSe NueStro PAN y esta palabra sombra la única luz que nos asiste al terminar el día

e Se QueStA PietrA FoSSe il NoStro PANe e questa parola ombra l’unica luce che ci assiste al cadere del giorno

y si la luz fuese la prueba de nuestro abandono y si el abandono fuera nuestra más firme certeza

e se la luce fosse la prova del nostro abbandono e se l’abbandono fosse la nostra più ferma certezza

y si la certeza fuésemos nosotros mismos en manos de la muerte

e se la certezza fossimo noi stessi in mano alla morte

y si la muerte se abriera como el exilio de un cuerpo que se resiste a la nada

e se la morte si aprisse come l’esilio di un corpo che si oppone al nulla

y si la nada fuese nuestra mesa y la copa en que bebemos un vino amargo y lejano

e se il nulla fosse la nostra tavola e il bicchiere a cui beviamo un vino amaro e lontano

y si la lejanía se agolpara de pronto en la terrible inocencia de permanecer con los ojos abiertos

e se la lontananza si accalcasse all’improvviso sulla terribile innocenza di restare con gli occhi aperti

y si los ojos fuesen las puertas de nuestra derrota

e se gli occhi fossero le porte della nostra sconfitta

y si la derrota trazara el mapa del destino como el pájaro enfermo la grieta de su soledad en el aire

e se la sconfitta tracciasse la mappa del destino come l’uccello ammalato la crepa della sua solitudine nell’aria

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

y si el destino cayera sobre nuestra página en blanco y barriera las hojas de lo que un día fue nuestro árbol primero

e se il destino cadesse sulla nostra pagina in bianco e cancellasse le foglie di ciò che un giorno fu il nostro albero primo

y si el árbol se inclinara sobre las ruinas del amor y las cubriera de musgo y hundiera en ellas sus raíces

e se l’albero si piegasse sopra le rovine dell’amore e le coprisse di muschio e affondasse in esse le radici

y si las raíces fueran el cielo y el vacío de unas manos que nunca han de aferrarse a cosa alguna y sin embargo escriben en la piedra y siguen el curso de su noche cerrada

e se le radici fossero il cielo e il vuoto di mani che mai si aggrapperanno a qualche cosa e tuttavia scrivono sulla pietra e seguono il corso della sua notte fonda

y si la noche no fuese otra cosa que la noche

e se la notte non fosse altro che la notte

intemperie

intemperie

verticalidad de un hombre solo en su caída.

verticalità di un uomo solo nella sua caduta.

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EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

EMILIO COCO / CON IL FUOCO DEL SANGUE

luis Arturo restrepo

luis Arturo restrepo

AuNQue uNA GotA de agua no sea siempre la misma, es su repetición, su terca reiteración, la que deja su impronta sobre la piedra. A ella debemos el trazo, límite en el tiempo. A ella nuestra vida, vencida al margen del camino que nos ha sido impuesto.

BeNCHÉ uNA GoCCiA d’acqua non sia sempre la stessa, è la sua ripetizione, la sua caparbia reiterazione a lasciare la sua impronta sulla pietra. A essa dobbiamo il tratto, limite nel tempo. A essa la nostra vita, vinta al margine della strada che ci è stata imposta.

PerteNeCeMoS A la tierra que engendra nuestros miedos. Por ello le concedemos el rumor de las muertas palabras con que soportamos el frío. el pálpito del cuerpo va labrando en silencio su cobijo. Cada paso inventa un motivo para las nubes. Senderos en que la herida de la hierba lacera sin prisa la cicatriz que nunca tuvimos.

APPArteNiAMo AllA terra che genera le nostre paure. Perciò le concediamo il rumore delle morte parole con cui sopportiamo il freddo. il presentimento del corpo lavora in silenzio il suo riparo. ogni passo inventa un motivo per le nubi. Sentieri in cui la ferita dell’erba lacera senza fretta la cicatrice che mai abbiamo avuto.

No CAMiNeS eN línea recta, aunque a tus pies la tierra los reciba con cariño. Aquí el mundo es hostil con quien se aferre a él. Planta ya tu piel a la corteza del árbol. insta cada rayo de sol a que fecunde en ti la vida. el silencio guiará los recuerdos de tu infancia y el horror no crecerá en tu frente cuando los hombres de ti se alejen. respira, todo aquí carece de olor y la resina espera desde su nacimiento por cristalizarse a tu voz.

NoN CAMMiNAre iN linea retta, anche se i tuoi piedi la terra li riceve con affetto. Qui il mondo è ostile a chi a lui si aggrappi. Pianta la tua pelle sulla corteccia dell’albero. Spingi ogni raggio di sole a fecondare in te la vita. il silenzio guiderà i ricordi della tua infanzia e l’orrore non crescerà sulla tua fronte quando gli uomini da te si allontaneranno. respira, qui niente odora e la resina aspetta dalla sua nascita di cristallizzarsi nella tua voce

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NoS HAN DADo loS ojos y sólo en el privilegio de ver arder la casa se justifica todo. la madera retiene el fuego, lo ata a las raíces donde antes fuera árbol, sabe que su arder es el reposo de la semilla. Fecundidad en donde el suelo brotará sus secretos.

Ci HANNo DAto Gli occhi e solo nel privilegio di vedere ardere la casa si giustifica tutto. il legno trattiene il fuoco, lo lega alle radici dove prima era stato albero, sa che il suo ardere è il riposo del seme. Fecondità dove il suolo farà scaturire i suoi segreti.

Nos han dado las manos. el tacto con la tierra después del incendio procura el entendimiento. los dedos se estrechan al vientre donde una vez nacieran nuestros pasos. Ahora comprendemos que llevamos todo en préstamo, la tierra no es más que soledad compartida.

Ci hanno dato le mani. il tatto con la terra dopo l’incendio procura l’intendimento. le dita si stringono al ventre dove nacquero una volta i nostri passi. Adesso capiamo di portare tutto in prestito, la terra non è altro che solitudine condivisa.

parola di noi Adesso dio è un ricordo che seguono le dita sopra il foglio. un’altra mano si aggiunge a sostenere, entrambe, puntellano la cicatrice del vuoto.

Si DiMeNtiCÒ lA Se olViDÓ lA palabra de nosotros. Ahora dios es un re-

cuerdo que siguen los dedos sobre el papel. una mano más se suma al amparo, ambas, apuntalan la cicatriz del vacío.

Fue el DeSArrAiGo quien primero prometió un nuevo

trozo de tierra. luego, las hojas de los robles iniciaron su huída siguiendo el tropezar de mis pies. el rastro de la sangre sobre la nieve fue su perdición. otra vez fueron las aves. A pesar de la insistencia de los cazadores, buscaban la hora propicia para el sosiego, en las grietas de mi rostro. Hoy vuelvo sobre el recuerdo. todo es confusión y hastío. el trozo de tierra que soy, se pudre bajo las hojas que nunca tuve, y los pájaros que hicieron nido en mí, vuelan señalados por sus propias crías. Nunca antes conocieron el temor de ser padres. Quizás a ellos

Fu lo SrADiCAMeNto a promettere per prima un nuovo pezzo di terra. Poi, le foglie delle querce iniziarono la loro fuga seguendo l’inciampo dei miei piedi. la traccia del sangue sulla neve fu la loro perdizione. Di nuovo furono gli uccelli. Nonostante l’insistenza dei cacciatori, cercano l’ora propizia per la quiete, nelle crepe del mio volto. oggi ritorno al ricordo. tutto è confusione e disgusto. il pezzo di terra che sono, imputridisce sotto le foglie che non ho mai avuto, e gli uccelli che hanno fatto il nido in me, volano indicati dai loro stessi piccoli. Mai prima conobbero il timore di essere genitori. Forse il dolore coprirà anche a loro gli occhi, vole-

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también, el dolor les cubrirá los ojos, volarán en torno sacudiendo sus plumas y el errar será desde entonces su único destino.

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ranno intorno scuotendo le piume e l’errare sarà da allora il loro unico destino. (da Réquiem por Tarkovski, 2012)

(de Réquiem por Tarkovski, 2012)

eN Mi eStÓMAGo se debaten las pocas fuerzas que me quedan. Quisiera comerme uno a uno los papeles que guardo bajo el colchón, pero aún me queda un poco de cordura para saber que la poesía es más corrosiva que el hambre.

Nel Mio StoMACo si dibattono le poche forze che mi restano. Vorrei mangiarmi a uno a uno i fogli che conservo sotto il materasso, ma mi rimane ancora un po’ di buonsenso per sapere che la poesia corrode più della fame.

Al final, espero que la noche anude mis delirios al nuevo sol. la nieve de la mañana volverá a apaciguar los gemidos de la carne.

Alla fine, aspetto che la notte leghi i miei deliri al nuovo sole. la neve del mattino tornerà a placare i gemiti della carne.

tuVe uN Sueño en el que un militar me daba de comer las sobras de su plato. una vez terminada la cena, arrojaba una carcajada contra mi rostro y, corriendo la cortina de la habitación, dejaba ver al cocinero destazando a los niños. el carro del orfanato tocaba ansioso la bocina para entrar a sus dominios. Al despertar, la lengua reseca se debatía en la agonía.

Ho AVuto uN SoGNo in cui un militare mi dava da mangiare gli avanzi del suo piatto. una volta finita la cena, mi lanciava una risata in faccia e, tirando la tenda della stanza, lasciava vedere il cuoco che squartava i bambini. la macchina dell’orfanotrofio suonava ansiosa il clacson per entrare nei suoi domini. Al risveglio, la lingua asciutta si dibatteva nell’agonia.

rePoSo De FueGo mi memoria y mi alma. A la primera le dejo el olvido de los días mejores. A la última, las grietas por donde se filtra la luz para reflejar mi sombra contra la hierba. Vivir entre dos realidades, y la palabra en el medio. la palabra en el medio.

riPoSo Di FuoCo la mia memoria e la mia anima. Alla prima lascio l’oblio dei giorni migliori. All’ultima, le crepe attraverso cui filtra la luce per riflettere la mia ombra contro l’erba. Vivere tra due realtà, e la parola in mezzo. la parola in mezzo.

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erAN lA Piel Y el delirio. Ambos parecían aunar sus esfuerzos para soportar bajo el cielo la rígida columna rota y la tenaz sonrisa frente al verdugo. Nos dijeron que no teníamos nada de que preocuparnos. Sus manos –insistían– habían aprendido a soportar levemente la vida sobre los abismos de la muerte. el cuerpo, en todo caso, era sólo un pensamiento más en el que anidaba el alma.

erANo lA Pelle e il delirio. entrambi sembravano unire i loro sforzi per sostenere sotto il cielo la rigida colonna rotta e il tenace sorriso di fronte al boia. Ci dissero che non dovevamo preoccuparci di niente. le loro mani – insistevano – avevano imparato a sostenere lievemente la vita sugli abissi della morte. il corpo, comunque, era solo un pensiero in più in cui si annidava l’anima.

eN lA MirADA, el fuego que aborrece la infancia. Quiero para los recuerdos un incendio, ahogar en el humo la respiración de mis hijos. Después, escupir sobre las cenizas y con ellas cubrir cada ojo hasta endurecer las pupilas. No soporto mirarme al espejo. No soporto que los otros se reflejen en mí.

Nello SGuArDo, il fuoco che aborrisce l’infanzia. Voglio per i ricordi un incendio, soffocare nel fumo il respiro dei miei figli. Dopo, sputare sulle ceneri e con esse coprire ogni occhio fino a indurire le pupille. Non sopporto di guardarmi allo specchio. Non sopporto che gli altri si riflettano in me.

lA CArA Del ASeSiNo se impone en mis manos cada vez que acudo con ellas a mi rostro y las lágrimas cobran el olor de la podredumbre. Grito al cielo con la sola idea de saberme hija de un monstruo aberrante. A veces pienso que si pudiera romper con la realidad como con un mal poema, quizá mis versos serían menos cortos y la voz se atreveria a nombrar otros lugares que aún desconoce.

il Volto Dell’ASSASSiNo si impone nelle mie mani ogni volta che accedo con esse al mio viso e le lacrime acquistano l’odore della putrefazione. Grido al cielo con la sola idea di sapermi figlia di un mostro aberrante. A volte penso che se potessi disfarmi della realtà come di una brutta poesia. forse i miei versi sarebbero meno brevi e la voce oserebbe nominare altri luoghi che ancora non conosce.

CuANDo lA ViDA Se ha vuelto ese interminable aplazamiento del mañana, he ahí el momento exacto para volver la mirada sobre la roca y entender con ella la

QuANDo lA VitA È diventata quell’interminabile rinvio al domani, è quello il momento giusto per volgere lo sguardo sulla roccia e capire da essa la quiete del

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quietud del camino. No hemos nacido para la huida. el tiempo aplaza las huellas que no veremos. en su lugar, el polvo se acumula para que sean otros quienes desaparezcan en nuestros pasos.

cammino. Non siamo nati per la fuga. il tempo rinvia le orme che non vedremo. invece la polvere si accumula perché siano gli altri a scomparire nei nostri passi.

ACAriCio Mi CABello y desato la trenza anudada a los recuerdos. los dedos se entrecruzan ya sobre el sexo y los pezones. Permanezco tendida en la cama añorando tu llanto. odio, sonrío, muerdo mis labios hasta la sangre.

ACCAreZZo i Miei CAPelli e sciolgo la treccia annodata ai ricordi. le dita s’intrecciano sul sesso e sui capezzoli. resto distesa sul letto rimpiangendo il tuo pianto. odio, sorrido, mordo le mie labbra a sangue.

Si tan sólo alguien me hubiera advertido que la maternidad era una forma más de acrecentar el olvido.

Se soltanto qualcuno mi avesse avvertita che la maternità era una forma in più di accrescere l’oblio.

Me HAN reSerVADo para la despedida y el pudor, y aun así, no soy yo quien irá en el coche que arrastran flácidos perros por los recodos de la negación. Para mí el adiós tatuado en las garras de la discordia. el castigo. la soledad. Mi voz frente a mi voz se anuda inventando diálogos con los muertos.

Mi HANNo riSerVAto per il commiato e il pudore e, comunque, non sarò io ad andare nella macchina che trascinano flaccidi cani per i meandri della negazione. Per me l’addio tatuato sulle grinfie della discordia. il castigo. la solitudine. la mia voce di fronte alla mia voce si annoda inventando dialoghi con i morti.

tiempo carencia exilio. Pesado corazón que no le teme al odio.

tempo carenza esilio. Pesante cuore che non teme l’odio.

Memoria mentira insolencia. Papel mordido por la imaginación enferma.

Memoria menzogna insolenza. Foglio morso dall’immaginazione malata.

lA PoeSÍA eS uNA verdad que no sirve para nada. igual que en la mentira, habitamos esta porción de

lA PoeSiA È uNA verità che non serve a niente. Come nella menzogna, abitiamo questa porzione di terra

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tierra con la sola necesitad de respirar. la palabra me proporciona un mundo igual a los espejos. total, vivo habitada por fantasmas.

con il solo bisogno di respirare. la parola mi procura un mondo uguale agli specchi. insomma, vivo abitata da fantasmi.

DoS SerPieNteS Se enroscan en torno a la línea que deja mi escritura. una es la mesura, el libre albedrío del grito o el silencio. la otra se arrastra a plenitud, ataca el aire que deja cada bache, corcovea ante la palabra domesticada. Ambas se buscan una a la otra. Se muerden, se laceran, y el veneno en la hoja es el rastro que destinan para el final del poema. Sumisas, las palabras se parten en pedazos. Para ambas no alcanzarán las sílabas que sacien su apetito. la suerte está echada.

Due SerPi Si attorcigliano intorno alla linea che lascia la mia scrittura. una è la misura, il libero arbitrio del grido o del silenzio. l’altra si trascina pienamente, attacca l’aria che lascia ogni vuoto, sgroppa davanti alla parola addomesticata. entrambe si cercano a vicenda. Si mordono, si lacerano, e il veleno sul foglio è la traccia che destinano per il finale della poesia. Sottomesse, le parole si rompono in pezzi. Per entrambe non raggiungeranno le sillabe che sazino il loro appetito. il dado è tratto.

CoNtrA lA VoZ, choca la voz. el camino de una palabra a la otra se hace abismo y grieta por grieta, para no morir de hambre, las sílabas se aferran al último aliento.

CoNtro lA VoCe, urta la voce. il cammino da una parola all’altra si fa abisso e crepa dopo crepa, per non morire di fame, le sillabe si aggrappano all’ultimo alito.

Y son los pájaros que tiemblan aferrados a la tenue línea de la vida los que ahora buscan la muerte.

e sono gli uccelli che tremano aggrappati al tenue filo della vita a cercare adesso la morte.

¿Qué decir a la luz que ahora se oscurece bajo la mano, si ya el silencio se impone y las últimas palabras hacen parte de nosotros en la huida?

Che dire alla luce che adesso si oscura sotto la mano, se già il silenzio s’impone e le ultime parole formano parte di noi nella fuga?

(de En el fuego, la mirada, 2014)

(Da En el fuego, la mirada, 2014)

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Note BioBiBlioGrAFiCHe Dei Poeti ANtoloGiZZAti

Jaime Jaramillo Escobar è nato a Pueblo rico, Antioquia, nel 1932. il libro più celebrato di questo poeta, militante del gruppo “nadaísta”, è Los poemas de la ofensa, la sua prima raccolta pubblicata nel 1968, firmata con lo pseudonimo di X-504. Con questo libro ottenne il primo premio “nadaísta” di poesia “Cansius Clay”. Successivamente ha lavorato come pubblicista a Bogotá ed è stato direttore di seminari di poesia a Medellín. Ha pubblicato, tra l’altro, i libri Extracto de poesía (antologia, 1982), Sombrero de ahogado (1984, Premio Nazionale di Poesia eduardo Cote lamus) e Poemas de tierra caliente (1985). Nel 1985 ha ricevuto il Premio università di Antioquia. le sue prime poesie furono pubblicate da Gonzalo Arango nell’antologia 13 poetas nadaístas (1963). È autore del saggio Método fácil y rápido para ser poeta (2013). Giovanni Quessep, nato a San onofre, Sucre, nel 1939, si è laureato in Filosofia e lettere all’università Javeriana di Bogotá, dove è stato docente universitario per lunghi anni e poi professore di letteratura all’università di Cauca, che gli conferì il Dottorato Honoris Causa in Filosofia e lettere. Ha studiato in italia “lectura Dantis” e poesia italiana del Novecento. Membro dell’Accademia Colombiana della lingua, vincitore del Premio internazionale della “Casa de Poesía Silva” e Nazionale per riconoscimento dell’università di Antioquia (Medellín). Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: El ser no es una fábula (1968), Duración y leyenda (1972), Canto del extranjero (1976), Madrigales de vida y muerte (1978), Libro del encantado (1978), Preludios (1980), Muerte de Merlín (1985), Un jardín y un desierto (1993), Carta imaginaria (1998), El aire sin estrellas (2000), Brasa lunar (2004), Las hojas de la Sibila (2006). tutti i suoi libri di poesia furono poi pubblicati in un solo volume da Galaxia Gutemberg-Círculo de lectores, col titolo Metamorfosis del jardín-Poesía reunida (edizione e introduzione di Nicanor Vélez, Barcellona, 2007). Nel 2012, il Colegio Moderno di Bogotá ha pubblicato il suo libro di poesia El artista del silencio. Ha riunito la sua opera in tre antologie: Poesía (1980), Antología poética (1993), pubblicata nella collana di classici colombiani dell’istituto Caro y Cuervo di Bogotá, con una prefazione di Hernán reyes Peñaranda, e Libro del encantado (2004). È stato tradotto in inglese, tedesco, greco, arabo, italiano, francese e portoghese. Jotamario Arbeláez è nato a Cali, nel 1940. Nel suo primo libro di poesie El profeta en su casa (1966) sono presenti già l’ironia e la mordacità ereditate dalle sue letture dei surrealisti. Altre sue pubblicazioni sono El libro rojo de rojas (1970, in collaborazione con elmo Valencia), Mi reino por este mundo (1981, Premio Nacional de Poesía oveja Negra y Golpe de Dados), l’antologia Doce poetas nadaístas de los últimos días (1986), El espíritu erótico (1990, antologia poetica e pittorica preparata insieme a Fernardo Guinard), La casa de la memoria (1985, Premio Nazionale di Poesia Colcultura), En paños menores (1994), El cuerpo de ella (2000), Nada es para siempre. Antimemorias de un nadaísta (2002), Paños menores (Alforja Arte y literatura, Culiacán, Sinaloa, 2006), Santa Librada. College and other poems (2007), Culito de ranas (2010), Antología arbitraria (2011), Mi crucifixión rosada (2012). Dal 1989 è columnist del quotidiano “el tiempo”.


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Miguel Méndez Camacho è nato a Cúcuta, nel 1942. Avvocato, giornalista, professore universitario, romanziere e cronista, e dal 1991 preside della facoltà di Comunicazione SocialeGiornalismo. Direttore della collana Un libro por centavos e fondatore del Concorso universitario Nazionale di racconto e Poesia e dei concorsi nazionali eduardo Cote lamus per la poesia e di Jorge Gaitán per il racconto. È stato poeta omaggiato nel Xii Festival internazionale di Poesia di Bogotá nel 2004. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Los golpes ciegos (1968), Poemas de entrecasa (1972), Antología (2006) e Instrucciones para la nostalgia (2009). Ha scritto anche libri di cronaca, reportage e racconti, come Papeles (1978), Perfil y Palote (1984) e Pelé: de la favela a la gloria (2005). È autore del romanzo Malena (2003). Raúl Henao, nato a Cali nel 1944, è vissuto in Venezuela, Messico e Stati uniti. Poeta e saggista, ha pubblicato i seguenti libri: Combate del Carnaval y la Cuaresma (editorial Gamma, Medellín, 1973), La Parte del León (ed. Monte Ávila, Venezuela, 1978), El Bebedor Nocturno (ed. instituto de Cultura y Bellas Artes, Cúcuta, Colombia, 1978), El Dado Virgen (ed. Fundarte, Caracas, Venezuela, 1980), Sol Negro (ed. unicornio, Medellín, 1985), El Partido del Diablo / Poesía y Crítica (ed. lealón, Medellín, 1989), El Virrey de los Espejos (el oso Hormiguero editor, Medellín, 1996), La Vida a la Carta / Life a la Carte (edizione bilingue. Festival internazionale di Poesia di Medellín, 1998), La Belleza del Diablo (Madrid, 1999), La Doble Estrella: el surrealismo en Iberoamérica (Saggi, seconda edizione, Medellín, 2011) Poèmes de l´Amour-Rose (Montreal, 2012), La verdad en el Vino (Bogotá, 2012), Una alberca en la luna (Haiku, Medellín, 2014). la sua poesia figura in importanti antologie mondiali e latino-americane. Armando Romero è nato a Cali nel 1944. È stato esponente del gruppo nadaísta, movimento letterario d’avanguardia sviluppatosi nel suo paese negli anni sessanta. Ha viaggiato e risieduto in diversi paesi dell’America, dell’europa e dell’Asia. in Grecia ha scritto il suo primo romanzo Un día entre las cruces (1993) e il libro di poesia Cuatro líneas (2002). Altri libri di poesia sono: El poeta de vidrio (1976), A rienda suelta (1991), Hagion Oros-El Monte santo (2001), A vista del tiempo (2005), El árbol digital y otros poemas (2009). È autore anche di diversi racconti e dei romanzi La piel por la piel (1997) e La rueda de Chicago (2004) che vinse il premio al miglior romanzo di avventura. È stato insignito del titolo di Charles Phelps taft Professor dell’università di Cincinnati. Nel 2008 ha ricevuto la laurea honoris causa all’università di Atene. Vive da anni negli Stati uniti dove insegna all’università di Cincinnati. Luis Aguilera è nato a Funza, Cundinamarca, nel 1945. Nel 1984 partì dalla Colombia per tenerife, nelle isole Canarie, dove visse per una ventina d’anni. risiedette anche nella Patagonia argentina, per poi fissare la sua dimora in un paesino della Cantabria, in Spagna. È poeta, romanziere e saggista. Come poeta ha pubblicato: Poemas (1973), Quítenme estos versos de aquí (1993), Aun así. Poemas reunidos (2006) e Voz que se queda (2014). Come romanziere è autore del libro Fulanitos de tal, Zutanitas de tul (Planeta, 1996). i suoi articoli pubblicati nel quotidiano “la opinión” delle isole Canarie, sono raccolti nei due volumi di El salto del salmón (2000-2003 e 2010-2013). Ha pubblicato, inoltre, El ser Unánime y la Sociedad y el Estado distributivos (Proposta politica, Dunken, 2012) e il racconto El Inesperado (Caza de libros, 2013).

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José Luis Díaz-Granados è nato a Santa Marta, nel 1946. È poeta, romanziere, giornalista e professore universitario. È stato commentatore bibliografico di “lecturas Dominicales” del quotidiano “el tiempo” (1979-2000). Attualmente è membro del Consiglio Nazionale di Cultura e rappresentante del Ministro in detto organismo. Ha viaggiato in russia, europa orientale e Cuba. Ha ottenuto i seguenti premi e riconoscimenti: Premio di Poesia “Carabela” (Barcellona, 1968), Premio Nazionale di Giornalismo “Simón Bolívar” (Bogotá, 1990). Medaglia dell’Amicizia del Consiglio di Stato di Cuba (2001), Medaglia d’onore Presidenziale “Centenario Pablo Neruda” (Governo cileno, 2004), Menzione di Honoris Causa dell’università la Gran Colombia (Bogotá, 2006). la sua poesia è riunita in: El laberinto (1968-1984), La fiesta perpetua. Obra poética, 1962-2002 (2003), El laberinto: antología poética, 1968-2008 (Fondo de Cultura económica, 2014), Poesía completa (3 volumi, 2015). il suo romanzo Las puertas del infierno (1985) è stato finalista del Premio “rómulo Gallegos”, 1987. È, inoltre, autore di diversi libri per bambini (Cuentos y leyendas de Colombia, 1999), di saggi letterari (El otro Pablo Neruda, 2003) e di giornalismo (Gabo en mi memoria, 2013). Juan Manuel Roca, poeta, narratore, critico d’arte e giornalista, è nato a Medellín nel 1946. Per dieci anni è stato prima coordinatore e poi direttore della rivista domenicale di El Espectador. Nel 1997 gli venne conferita la laurea Honoris Causa dall’università del Valle. Ha ottenuto numerosi e prestigiosi premi, tra i quali il Premio Nazionale di Poesia università di Antioquia nel 1979, il Premio Nazionale di Giornalismo Simón Bolívar nel 1993, il Premio Nazionale per il racconto università di Antioquia nel 2000 per il libro Las Plagas secretas y otros cuentos, il Premio Nazionale di Poesia del Ministero di Cultura nel 2004, e nel 2007 il Premio José lezama lima Casa de las Américas della città di l’Avana e il Premio Poetas del Mundo Víctor Sandoval nel Messico. Come poeta ha pubblicato: Memoria del Agua (1973), Luna de ciegos (1975), Los ladrones nocturnos (1977), Señal de cuervos (1979), Fabulario real (1980), Ciudadano de la noche (1989, 3ª edizione 2003), Pavana con el diablo (1990), La farmacia del ángel (1995), Los cinco entierros de Pessoa (2001), Teatro de sueños con César Vallejo (2002), Un violín para Chagall (2003, 2ª edizione 2004), Las hipótesis de nadie (2005), Cantar de lejanía (2006), Lugar de apariciones. Antología Personal 1973-2007 (2007), Testamentos (2008), Biblia de Pobres (2009), Pasaporte del apátrida (2012) e Tres caras de la luna (2013). È autore dei saggi Museo de Encuentros (1995) e Cartógrafa Memoria (2003). il suo romanzo Esa Maldita Costumbre de Morir è stato pubblicato dalla casa editrice Alfaguara di Madrid nel 2003. Poesie sue sono state tradotte in inglese, francese, italiano, russo, giapponese, greco, rumeno, portoghese, tedesco e svedese. Darío Jaramillo, nato a Santa rosa de osos, Antioquia nel 1947, è poeta, romanziere e saggista. laureato in Scienze politiche all’università Pontificia Javeriana di Bogotá, ricoprì per diversi anni l’incarico di vicedirettore culturale del Banco della repubblica e del suo Bollettino bibliografico e culturale. i suoi primi versi apparvero nel 1970 nei libri collettivi ¡OHHH! e Antología de una generación sin nombre. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Historias (1974), Tratado de retórica (1978), Poemas de amor (1986), Del ojo a la lengua (1995), Cantar por cantar (2001), Gatos (2003), Cuadernos de música (2008), Sólo el azar (2011) e le antologie: Poesía reunida: 77 poemas (1987), 127 poemas (1998), Libros de poemas (2003), Del amor, del olvido (2009). in prosa ha pubblicato: La muerte de Alec (1983), Guía para viajeros (1991), Cartas cruzadas (1995), Novela con fantasma (1996),


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Memorias de un hombre feliz (1999), El juego del alfiler (2002), Historia de una pasión (2006), La voz interior (2006) e Poesía en la canción popular latinoamericana (2008). Horacio Benavides è nato a Bolívar, Cauca, nel 1949. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Orígenes, Las cosas perdidas, Agua de la orilla, Sombra de agua, La aldea desvelada, Sin razón florecer (Premio Nazionale di Poesia instituto Distrital de Cultura di Bogotá, 2001), Todo lugar para el desencuentro (Premio Nazionale di Poesia eduardo Cote lamus, 2005), De una a otra montaña (Poesia riunita, università Nazionale della Colombia, 2008), La serena hierba (Antologia, Monte Ávila, 2011; Sílaba editores, 2013), Como acabados de salir del diluvio (Antologia, universidad externado de Colombia, 2013), Ábrete grano pequeño (adivinanzas) (Fundación editorial el perro y la rana, Caracas, 2009), Conversación a oscuras (Frailejón editores, 2014), Bajo la hierba o el cielo (Fundación Arte es Colombia, 2014), Tapiz al revés ¿dime quién es? (adivinanzas) (Sílaba editores, 2014). il suo libro La serena hierba ha ricevuto il Premio Nazionale di Poesia 2013, del Ministero di Cultura della Colombia. Piedad Bonnet, nata ad Amalfi, Antoquia, nel 1951, si è laureata in Filosofia e lettere all’università delle Ande dove insegna fin dal 1981. Ha pubblicato otto libri di poesia: De círculo y Ceniza (1989, riedizione del 1995), Nadie en Casa (1994), El hilo de los días (1995), Ese animal triste (1996), Todos los amantes son guerreros (1997), Tretas del débil (2004), Las Herencias (2008) e Explicaciones no pedidas (2011). Nel marzo del 1998 Arango editores pubblicò una antologia poetica sua con il titolo No es más que la vida e a giugno dello stesso anno la casa editrice Pequeña Venecia di Caracas una sua scelta poetica. la sua antologia Lo demás es silencio fu pubblicata in Spagna da Hiperión nel 2003. Nel 2008 appare Los privilegios del olvido, antologia del Fondo de Cultura económica, con un’introduzione di José Watanabe, e nel 2012 Fuoco fatuo, antologia poetica in italiano pubblicata da Forme libere di trento, con traduzione di luca Baú. Piedad Bonnett è autrice di quattro romanzi: Después de todo (2001), Para otros es el cielo (2004), Siempre fue invierno (2007) e El prestigio de la belleza,(2010), di alcune memorie sulla morte di suo figlio raccolte in Lo que no tiene nombre (2013) e di cinque opere di teatro: Gato por liebre, Que muerde el aire afuera, Sanseacabó, Se arrienda pieza e Algún día nos iremos. Nel 2014 ha ricevuto il Premio onorifico di Poesia Casa de las Américas di Cuba per il libro Explicaciones no pedidas. Nel XiV incontro di Poeti del Mondo latino del 2012 le fu attribuito il premio di poesia Poetas del Mundo latino Víctor Sandoval 2012 per il suo apporto alla lingua castigliana. Con El hilo de los días vinse il Premio Nazionale di Poesia assegnato dall’istituto Colombiano di Cultura, Colcultura nel 1994 e con Explicaciones no pedidas il Premio Casa de América de poesia americana 2011 (Madrid). Poesie sue sono state tradotte in italiano, inglese, francese, svedese, greco e portoghese. Santiago Mutis, figlio del noto scrittore Álvaro Mutis, nasce a Bogotá nel 1951, ma trascorre l’infanzia a Città del Messico. È stato, tra l’altro, direttore delle pubblicazioni dell’istituto Colombiano di Cultura (1975-1985), editore e direttore della Nuova Biblioteca Colombiana di Cultura (1985-1987) e direttore del Centro editoriale dell’universtà Nazionale di Colombia (1987-1993). È stato fondatore e cofondatore di alcune riviste culturali come GacetaColcultura, Gradiva. Conversaciones desde La Soledad e direttore di altre, come Desde el Jardín de Froid e Palimpsesto. Ha pubblicato nel 1985 un Panorama inédito de la nueva poesía en Colombia. i suoi primi testi poetici uscirono nella rivista Eco (1973). Ha pubbli-

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cato il suo primi libro di poesia La novia enamorada del cielo in collaborazione con roberto Burgos Cantor (1981). Sono seguiti: En la línea de sombra (1982), Tú también eres de lluvia (1982), Tú también eres de lluvia e Soñadores de pájaros (1988), El visitante (1986), Falso Diario (1993), Afuera pasa el siglo (1998, seconda edizione 1999), Dicen de ti (2003), La esbelta sombra (2009) e La mala parca (2014). È anche autore del romanzo Relámpagos de la ciudad (14 Conjuros) (Panamericana, 2001) e di alcuni libri di critica d’arte. Guillermo Martínez González è nato a la Plata, Huila, nel 1952. laureato in Filosofia e lettere, vive a Bogotá dove esercita la professione di libraio ed editore (trilce editores). Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Declaración de Amor a las Ventanas (1980), Puentes de Niebla (1987), Mitos del Alto Magdalena (1989) e El árbol Puro del Río (1994). i libri di annotazioni: Diario de Medianoche (1984) e El Ermitaño de los Lotos Verdes (2005). È stato incluso in numerose antologie di poesia colombiana nel suo paese e all’estero ed esistono traduzioni dei suoi versi in inglese, francese e portoghese. Per molti anni ha coltivato la passione per la poesia cinese e ha pubblicato traduzioni di alcuni suoi poeti classici: El Bosque de los Bambúes (1987), Lu Xun Poemas (1988), El Solitario de la Montaña Vacía, Poemas de Wang Wei (1996). È stato direttore dell’istituto Huilense di Cultura ed esperto della rivista cinese “Hoy en Beijing”. Nel 1993 ottenne la borsa di studio per la Creazione individuale in Poesia dell’istituto Colombiano della Cultura. Rómulo Bustos Aguirre è nato a Santa Catalina de Alejandría nel 1954. la sua opera poetica è riunita in successive raccolte: Palabra que golpea un color imaginario (1996, università internazionale dell’Andalusia), Oración del impuro (2004, università internazionale della Colombia), Obra poética (2010, Ministero di Cultura), La pupila Incesante (2013, università di Cartagena). Premio Nazionale di Poesia Colcultura (1993), Premio Blas de otero dell’università Complutense di Madrid (2009), Premio Ausiàs March (2008). Dottore in Scienze delle religioni presso l’università Complutense di Madrid. Magister in letteratura ispanoamericana dell’istituto Caro y Cuervo. Attualmente è professore di letteratura all’università di Cartagena, dove si è laureato in Diritto e Scienze Politiche. Víctor Gaviria, nato a Medellín nel 1955, è il cineasta colombiano più riconosciuto internazionalmente. i suoi cinque lungometraggi, tra i quali figurano Rodrigo D.-No futuro (1990) e La Vendedora de Rosas (1998) hanno vinto numerosi premi internazionali e sono stati selezionati in alcuni dei più importanti festival cinematografici del mondo, come quello di Cannes e di San Sebastián, fra gli altri. il 19 febbraio 2009, nel Museo Nazionale della Colombia, nell’ambito della presentazione della Colombia come paese invitato al XXiV Festival internazionale del Cinema di Guadalajara, il Ministero della Cultura gli concesse la Medaglia al Merito Culturale per la sua riconosciuta traiettoria e per il suo contributo alla cinematografia colombiana e latino-americana. Studiò psicologia all’università di Antiochia, perché “voleva tastare l’anima alle parole”. Scrisse poesie e pubblicò Con los que viajo sueño (1978). Vinse il Concorso Nazionale di Poesia eduardo Cote lamus (1978) con Alguien en la ciudad también perplejo. A venticinque anni ottenne il premio Nazionale di Poesia dell’università di Antioquia con La luna y la ducha fría (1979). esplorò altri generi per porsi gli stessi interrogativi sulla metafisica quotidiana, e scrisse il racconto poetico El campo al fin de cuentas no es tan verde (1983). Altri libri di poesia sono: Con los que sueño (1980), Los días del olvidadizo (1998) e La mañana del tiempo (2005). Nel 1986 riunisce parte della


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sua poesia, saggi e copioni cinematografici nel libro antologico El pulso del cartógrafo, poi arrivarono El rey de los espantos (1993) e altri libri di poesia accompagnati da copioni e pellicole. Ha pubblicato anche una cronaca romanzata El pelaíto que no duró nada (1990). Víctor Gaviria fa parte del gruppo dirigente dei Festival di Santa Fe d’Antioquia e del Cinema Colombiano di Medellín. Gustavo Adolfo Garcés nato a Medellín nel 1957, risiede a Bogotá dal 1987. laureato in giurisprudenza presso l’università di Antioquia, si è specializzato in Studi Politici nell’università Javeriana. Professore di letteratura e scienze politiche nelle università di Antioquia, di rosario e nella Javeriana di Bogotá. Coordinatore di seminari nella Casa della Poesia José Asunción Silva. Ha publicado: Libro de poemas (1987), Breves días (premio nazionale di poesia Colcultura, 1992), Pequeño reino (1998), Espacios en blanco (2000), Libreta de apuntes (2006), l’antologia Breves días (2010), Hasta el fin de los números (2012) e Una palabra cada día (2015). Fernando Linero, nato a Santa Marta nel 1957, è musicista e poeta. Dalla musica, praticata come mestiere, deriva la caratteristica tonalità lirica presente nei suoi testi, evidenziata in maniera marcata nei titoli di tre suoi libri: Sonata del Sonámbulo (Pijao editores, Biblioteca de Autores Colombianos, Bogotá, 1980), La risa del Saxo (Cuadernos de Poesía ulrika, Bogotá, 1985) e Lecciones de fagot (universidad Nacional de Colombia, 2005). Dal 1977 risiede a Bogotá. la filosofia, liberata dalla sua accezione accademica, è stata una presenza costante nella sua opera. Ne sono una prova i libri: Aparte de Amor (escritores en un Nuevo Siglo. Centro Colombo-Americano, 1993), Guijarros (Fundación Simón y lola Guberek, Bogotá, 1990), Palabras para el hombre (editorial Magisterio, 1999), El bolero en sus propias palabras (editorial Ícono, 2008), Cuaderno de insectos y otros poemas (editorial, Pluma de Mompox, Cartagena, 2011), La risa del saxo y otros poemas (Colección “un libro por centavos” universidad externado de Colombia, Bogotá, 2014). Alfonso Carvajal è nato a Cartagena de indias nel 1958. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Sinfonía del silencio (1985), Un minuto de silencio (1992) e Memoria de la noche (1998). Sue poesie sono apparse nelle antologie Panorama inédito de la poesía colombiana (1986), Poesía colombiana. Antología (1931-2005) (2006) e nella rivista parigina “Création”. Ha pubblicato i romanzi: El desencantado de la eternidad (1994) e Hábitos nocturnos (2008). È autore del saggio Los poetas malditos, un ensayo libre de culpa (2000). Ha scritto articoli letterario per “el tiempo”, “el espectador”, “tinta Fresca”, “Semana libros”, “ulrika”, “Común Presencia”, “Puesto de Combate”. Col racconto El ciego è risultato finalista nel Concorso Nazionale di racconto della città di Barrancabermeja nel 2005. Fernando Herrera è nato a Medellín nel 1958. Ha studiato per alcuni semestri Filosofia e lettere all’università di Antioquia. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: En la Posada del Mundo (Premio Nazionale di Poesia università di Antioquia 1985), La Casa Sosegada (università Nazionale di Colombia 1999), Sanguinas, vincitore del Viii Concorso Nazionale di Poesia eduardo Cote lamus 2002, pubblicato poi nel 2005 dall’università Nazionale di Colombia, e Breviario de Santana, vincitore del Premio Nazionale di letteratura, modalità Poesia 2007 del Ministero di Cultura di Colombia, pubblicato nella collana dell’università Nazionale di Colombia nel 2008. Ha ottenuto una Borsa di studio per la creazione poetica assegnatagli da Colcultura nel 1993. È stato borsista in una residenza Arti-

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stica nel Messico, del Gruppo dei tre nel 2004. È stato professore invitato dell’università Nazionale di Colombia, pubblicista, editor di opera grafica e di libri di artisti e promotore culturale. recensore, traduttore e critico di libri in riviste e periodici specializzati. Poesie sue sono apparse in diverse riviste e antologie nazionali e internazionali. Jorge Cadavid è nato a Pamplona, Nord di Santander, nel 1962. Ha studiato linguistica e letteratura nell’università della sua città natale, si è specializzato in letteratura nell’università Javeriana di Bogotá e ha conseguito il dottorato in Filosofia nell’università di Siviglia. È autore di tre libri di poesia: La nada (università di Antioquia, 2000), Un leve mandamiento (trilce editores, 2002) e Diario del entomólogo (Fondo editorial eafit, 2003). Ha pubblicato un’antologia della poesia breve con il titolo di Ultrantología (Cástor y Pólux, 2003). È professore di letteratura ispanoamericana nell’università Javeriana. Collaboratore del Bollettino culturale e bibliografico della Biblioteca luis Ángel Arango e della “revista universidad de Antioquia”. Ha vinto nel 2003 il Premio Nazionale di Poesia eduardo Cote lamus, con il libro El vuelo inmóvil. Rafael del Castillo è nato a tunja nel 1962. Ha frequentato il corso di laurea in Spagnolo e letteratura presso l’università Pedagogica Nazionale, e Filosofia all’università Nazionale di Colombia. Ha svolto fondamentalmente l’attività di saggista, poeta, docente, editore e promotore culturale. Dirige la rivista di poesia Ulrika dal 1981 e il Festival internazionale di Poesia di Bogotá, fin dalla sua fondazione, nel 1992. Ha collaborato alla formazione di giovani poeti colombiani e latino-americani attraverso i laboratori che coordina nell’università Pedagogica Nazionale e nella Casa de Poesía Silva. Come poeta è autore di Canción desnuda (1985), El ojo del silencio (1985), Entre la oscuridad y la palabra (1990), Animal de Baldío (2004) e delle antologie Pirómana (2005), Aires viciados (2008), Sanos consejos para una prostituta (2011). Ha ottenuto, fra le altre, le seguenti distinzioni: Primo Premio nel Concorso di Poesia della rivista “Babel” (1984), Borsa di studio per la Creazione “Francisco de Paula Santander” (Ministero di Cultura, 1993), Premio internazionale di Poesia Morada al Sur (los Angeles, 2008). Nelson Romero è nato ad Ataco, tolima, nel 1962. Ha conseguito la laurea in Filosofia e lettere all’università Santo tomás e la specializzazione in letteratura, all’università tecnologica di Pereira. Ha ottenuto diversi premi nel suo paese, tra i quali il iX Premio Nazionale di Poesia università di Antioquia (1999) e il Premio Nazionale di Poesia città di Bogotá (2007). tra i suoi libri di poesia ricordiamo: Rumbos (1992), Surgidos de la Luz (2000), Grafías del insecto (2005), La quinta del sordo (2006), Obras de Mampostería (2007) e Música lenta (2014). Nel 2015 ha ottenuto il Premio di Poesia Casa de las Américas, con il libro Bajo el brillo de la luna. È anche autore dei libri di saggistica El porvenir incompleto, tres novelas históricas colombianas (Biblioteca libanense de Cultura, 2012) e El espacio imaginario en la poesía de Carlos Obregón (università tecnologica di Pereira, 2012). Ramón Cote Baraibar, nato a Cúcuta, Nord di Santander, nel 1963, è storico dell’Arte. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Poemas para una fosa común (1984), Informe sobre el estado de los trenes en la antigua estación de Delicias (1991), El confuso trazado de las fundaciones (1992), Botella papel (1999), Colección privada (2003, premio di poesia Casa de América di Madrid), Los fuegos obligados (XXiii Premio uNiCAJA, 2009) e Como quien dice adiós a lo perdido (2014). È, inoltre, autore di Diez de ultramar (1992), dell’Antología


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esencial de la poesía colombiana del siglo XX, dei libri di racconti Páginas de enmedio (2002) e Tres pisos más arriba (2010), e della biografia Goya, el pincel de la sombra (2005). Gonzalo Márquez Cristo è nato a Bogotá nel 1963. Ha pubblicato Apocalipsis de la rosa (Quimera del oro, 1988 - Hojas Sueltas, 1990), il romanzo Ritual de títeres (vincitore della Borsa di studio Colcultura nel 1990, tiempos Modernos editores, 1992), El Tempestario y otros relatos (Común Presencia editores, 1998), La palabra liberada (Colección los Conjurados, 2001, 2005 y 2007), l’antologia Liberación del origen (università Nazionale di Colombia, 2003) e Oscuro Nacimiento (Prima menzione concorso nazionale José Manuel Arango, los Conjurados, Bogotá, 2005 e 2007). Nel 1989 ha partecipato alla fondazione della rivista culturale “Común Presencia” (riconosciuta con Borsa di studio Colcultura alla migliore pubblicazione culturale del paese, 1992), della quale è direttore. Ha ottenuto il Premio internazionale di Saggistica Maurice Blanchot (2007) con il lavoro La pregunta del origen. È creatore e coordinatore della collana internazionale di letteratura “los Conjurados”, attualmente distribuita in cinque paesi. Diversi suoi racconti e poesie sono stati tradotti in inglese, francese, arabo, italiano, portoghese e braille. È fondatore e consulente editoriale del settimanale virtuale “Con-Fabulación” che ha 44.000 sottoscrittori. Juan Felipe Robledo, nato a Medellín nel 1968, ha studiato letteratura all’università Javeriana di Bogotá, dove ha conseguito il master in letteratura latino-americana. Ha pubblicato saggi sulla poesia e sulla narrativa e antologie dell’opera poetica di Francisco de Quevedo, luis de Góngora, rubén Darío e del Romancero españól. Nel 1999 ha vinto il Premio internazionale di Poesia Jaime Sabines, con il libro De mañana. Due anni dopo gli fu concesso in Colombia il Premio Nazionale di Poesia del Ministero della Cultura per il volume La música de las horas. Nel 2006 l’università externado della Colombia gli pubblicò, nella serie “un libro por centavos”, Luz en lo alto. la casa editrice igitur di Barcellona, nel 2008, ha pubblicato una sua antologia dal titolo Dibujando un mapa en la noche. María Clemencia Sánchez è nata a itagüí nel 1970. laureata in lingue all’università di Antioquia, ha conseguito il dottorato in letteratura ispanoamerica all’università di Cincinnati (uSA). Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: El velorio de la amanuense (Medellín, 1999), Antes de la consumación (università Nazionale, Bogotá, 2008), Paraíso precario (università externado di Colombia, Bogotá, 2010), Recolección en rojo (università del Valle, Cali, 2011) e Tres romances para oboe (Arte es Colombia, Bogotá, 2014). È inclusa nelle seguenti antologie di poesia: José Celestino Mutis: una expedición. Tricentenario de Mutis in “revista Atlántica”(editore José ramón ripoll, Madrid, 2008), Muestra de Poesía Joven colombiana in “revista Posdata” (introduzione di Juan Manuel roca, Monterrey, Messico, 2009), Colección Nueva Poesía Colombiana in “revista Círculo de Poesía” (introduzione di Santiago espinosa, Città del Messico, 2010), La poesía cuenta la historia. Bicentenario de Colombia (editorial letra a letra, Bogotá, 2010), Posdata de poesía colombiana: antología de los 70 y 80 (edizione a carico del poeta messicano iván trejos, Ministero di Cultura della Colombia, Bogotá, 2011) e En tierras del cóndor. Muestra del poesía Colombia-Perú (introduzione per la Colombia di Juan Manuel roca, taller de edición rocca, Bogotá, 2014). Federico Díaz-Granados (Bogotá, 1974) è poeta, saggista e promotore culturale. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Las voces del fuego (1995), La casa del viento (2000), Ho-

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spedaje de paso (2003) e Las prisas del instante (2015). Sono apparse tre antologie della sua poesia: Álbum de los adioses (2006), La última noche del mundo (2007) e Las horas olvidadas (2010). Ha preparato le antologie della nuova poesia colombiana: Oscuro es el canto de la lluvia (1997), Inventario a contraluz (2001), Doce poetas jóvenes de Colombia (19701981) e Antología de poesía contemporánea de México y Colombia (2011). È coautore di El amplio jardín (Antología de poesía joven de Colombia y Uruguay, 2005). Nel 2009 gli è stata concessa la borsa di studio “Alvaro Mutis” nella Casa refugio Citlaltépetl in Messico. Nel 2012 è uscito il suo libro di saggi La poesía como talismán. È direttore della “Biblioteca de los Fundadores del Gimnasio Moderno” e della sua Agenda Culturale. Catalina González Restrepo è nata a Medellín, in Colombia, nel 1976. laureata in Spagnolo e letteratura all’università di Antioquia, ha conseguito il master in letteratura all’università Javeriana di Bogotá, città nella quale svolge anche un’attività editoriale. Ha pubblicato: Afán de fuga (2002), Seis cancioncillas (de agua salada) y otros poemas (2005), Deseos para los caminantes (con Juan Felipe robledo, 2007), La última batalla (2010) e Una palabra brilla en mitad de la noche (2012). Giovanny Gómez è nato a Bogotá, nel 1979. È fondatore e direttore della rivista di poesia “luna de locos” e del Festival internazionale di Poesia di Pereira in Colombia. il suo libro Casa de Humo ha ricevuto il Premio Nazionale di Poesia María Mercedes Carranza nel 2006 e il Premio “letras del Mundo” nel 2012 della casa editrice messicana “ediciones sin Nombre”. Alcune sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, italiano e portoghese. Ha partecipato a congressi e festival letterari in Canadà, Francia, Spagna, Messico, Costa rica, Venezuela, Cile, Argentina, repubblica Dominicana, Grecia e Colombia. È promotore culturale della Camara di Commercio di Pereira. Con il suo secondo libro Lo Invisible ha vinto il concorso per la poesia indetto dalla “Colección escritores Pereiranos”. Lucía Estrada (Medellín, 1980) ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Fuegos Nocturnos (1997), Noche Líquida (2000), Maiastra (2004), Las Hijas del Espino (2006-2008), El Ojo de Circe (Antologia, 2006), El Círculo de la Memoria (scelta di poesie, 2008), La Noche en el Espejo (2010), Cenizas de Pasolini (2012) e Cuaderno del Ángel (2012). Con il libro Las Hijas del Espino ha ottenuto il Premio di Poesia Città di Medellín (2005). Suoi testi sono apparsi anche in varie antologie e pubblicazioni colombiane ed estere. Per cinque anni ha fatto parte dell’organizzazione del Festival internazionale di Medellín. Con Cuaderno del Ángel ha ottenuto la Borsa di studio per la Creazione Poetica, conferita dal Municipio di Medellín nel 2008, e nel 2009 è stata nominata dall’uNeSCo al Premio internazionale di Poesia “Ponts de Strugas” di Macedonia. Quello stesso anno (2009) ha ottenuto il Premio Nazionale di Poesia Città di Bogotá con il libro La Noche en el Espejo. Luis Arturo Restrepo (Medellín, 1983) è professore dell’istituro di Filosofia dell’università di Antioquia. È stato vincitore delle borse di studio per la Creazione Artistica Città di Medellín, nella specialità Poesia, negli anni 2009 e 2013. Nel 2010 tragaluz editores pubblicò il suo primo libro di poesia Apuesta de cenizas. Nel 2011 partecipò al XXi Festival internazionale di Poesia di Medellín come vincitore del Primo Premio di Poesia Giovane, organizzato dallo stesso festival, con il libro Réquiem por Tarkovski, pubblicato nel 2012 dal Ministero di Cultura della Colombia in coedizione con Sílaba editores. Nel 2014, presso Sílaba editores è uscito il suo libro più recente En el fuego, la mirada.


iNDiCe

Un’antologia necessaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 7 Jaime Jaramillo escobar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 Giovanni Quessep . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 Jotamario Arbeláez . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47 Miguel Méndez Camacho . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61 raúl Henao . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71 Armando romero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83 luis Aguilera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97 José luis Díaz-Granados . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111 Juan Manuel roca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123 Darío Jaramillo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143 Horacio Benavides . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 157 Piedad Bonnet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 169 Santiago Mutis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 183 Guillermo Martínez González . . . . . . . . . . . . . . . . 197 rómulo Bustos Aguirre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 209 Víctor Gaviria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 221 Gustavo Adolfo Garcés . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 233 Fernando linero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 245 Alfonso Carvajal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 257 Fernando Herrera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 269 Jorge Cadavid . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 281 rafael del Castillo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 295 Nelson romero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 307 ramón Cote . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 319 Gonzalo Márquez Cristo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 331 Juan Felipe robledo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 343 María Clemencia Sánchez . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 355 Federico Diaz-Granados . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 367 Catalina González . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 379 Giovanny Gómez . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 393 lucía estrada . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 405 luis Arturo restrepo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 417 Note biobibliografiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 429


Stampato a Rimini nell’aprile 2015

RAFFAELLI EDITORE Vicolo Gioia, 10 - 47921 Rimini (Italia)

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