10 minute read
di La Giraffa con gli Occhiali
#LAGIRAFFALEGGE
@lagiraffacongliocchiali
Advertisement
Consigli libreschi de La Giraffa con gli Occhiali
“Ciao ragazzi come state? Sono sempre io! Raffa Gi, sta finendo l’estate, ma non disperate torneranno i colori dell’autunno con le foglie e la loro danza in musica. Ma facciamo un po’ d’ordine...come sapete, non sono una Giraffa normale, sono una Giraffa lettrice e, diciamolo pure, un po’ cantastorie! Tutto è nato un po’ per caso in una notte piovosa di Novembre. Da quel momento i libri e la musica non mi hanno più abbandonato. Ho fatto profondissime e saldissime amicizie di carta! Ora devo cercare di ricordarmi dove ho appoggiato il libro che stavo leggendo, quindi vi lascio con la Giraffa Band”.
Quest’oggi vi proporremo un articolo un po’ diverso dal solito, vi vogliamo raccontare una storia.
7 settembre 1997: era il mio compleanno (Giulio), compiere 7 anni non è cosa da poco!
Si avvicina la zia con un pacchetto, la prima reazione è stata questa: “Oh noooo! Un altro Libro!”, non potevo ancora sapere invece che quel testo mi avrebbe dato poteri straordinari. Dovete sapere che da piccolino non ero proprio un gran lettore, spesso erano mamma e papà a leggere per me la sera prima di addormentarmi. Quindi pensavo che quel piccoletto sarebbe rimasto a lungo sulla mensola o a prendere polvere sul comodino. Il secondo pensiero è stato: “Dai almeno è breve, darò giusto una letta, così la zia sarà contenta”. Il titolo sembrava carino: Viaggio Nella Musica [foto]. E poi è stata la prima volta che ho conosciuto Magdalena; cosa sono quelle facce stupite? Davvero non sapete chi è? Fermi fermi fermi, ascoltate qua: Tanti anni fa vi era una bellissima ragazza dai lunghissimi capelli biondi, abitava da sola in un piccolissimo paesino della Toscana, si chiamava Magdalena e aveva una voce così bella che poteva far fiorire gli alberi, incantare il bosco, far brillare il sole. Di lei si diceva fosse una strega perché, soprattutto quando cantava, gli abitanti lasciavano perdere il loro lavoro e i loro affari, restando come ipnotizzati. In realtà Magdalena era buona e gentile, voleva solo cantare alla finestra. Un giorno però un potentissimo mago, travestito da pellegrino, andò a fare visita alla giovane ragazza. “Si dice che tu sia una strega e che tu abbia una gran voce; ho deciso che diventerai mia moglie!”, disse. “Impossibile, io sono libera più dell’aria, dell’acqua dei fiumi e dei laghi, mi sposerò solo per amore e quando sarò pronta!”, rispose Magdalena. D’improvviso il grande mago, deluso dalla risposta della ragazza, scoppiò in una sonora risata e iniziò a pronunciare un terribile sortilegio: “Ordino comando e voglio, con la forza del mio sdegno che i suoi fianchi diventino di legno, i suoi capelli diventino corde le sue orecchie siano sorde, la sua voce si trasformi in un suono. Chitarra ora sei e chitarra tu sarai, Più di cent’anni così resterai. Cento anni ancora e altri cento, finché un mago spezzerà l’incantamento. Un mago più forte di me… 1,..2,….3!”
E fu così che Magdalena fu trasformata in una chitarra, ancora oggi i musicisti più bravi in tutto il mondo tentano di sciogliere quell’incantesimo, facendo uscire dalle corde il suo canto stupendo.
Questa storia ha acceso in me la fiamma dell’amore verso la musica, verso la creatività e, da quella volta, ho sempre fatto meno capricci quando si trattava di dover leggere qualcosa. Inoltre, senza farne segreto, il libro è senza dubbio uno dei motivi per cui ho imparato a suonare la chitarra circa 10 anni più tardi, volevo riuscire a far uscire Magdalena, a rompere l’incantesimo.
Anche come Giraffa Con Gli Occhiali cerchiamo di andare a caccia di musica nelle storie, presto vi spiegheremo come! Prima di tutto vi consigliamo un manualetto simpatico: La Musica di Fausto Vitaliano e Antonio Lapone, edito da Motta Junior [foto]; al suo interno scoprirete la storia della musica e dei suoi strumenti principali passo passo, è un libro pieno di informazioni e curiosità, le illustrazioni sono molto simpatiche! Alcuni degli strumenti che vengono descritti li abbiamo presentati attraverso dei video sul nostro canale Glasses Giraffe su Youtube; se siete curiosi li trovate nella playlist Viaggio tra gli Strumenti Musicali.
Arriviamo ora a spiegarvi cosa intendeva Raffa Gi all’inizio: noi collettivo de La Giraffa Con Gli Occhiali ci occupiamo di promuovere alcuni albi illustrati anche grazie alla musica e alla narrazione, molto spesso durante le prove decidiamo quale sia l’accompagnamento migliore per quella determinata storia! Storia, accordi e armonia devono andare insieme, non possono sopravvivere l’una senza l’altra. Un intreccio dolce, porterà a una musica dolce, un intreccio emozionante alla scelta di voler emozionare anche il pubblico quando leggiamo la storia! Il cervello delle operazioni è Giovanni, per gli amici Jojo, è lui che sceglie cosa inserire nella storia, grazie anche ai suoi studi di musicoterapia, una disciplina che guida all’ascolto attivo e al potere della musica. Io (Giulio) scelgo la storia, deve essere un libro che “ti tira fuori i versi per poterlo cantare”, è un po’ difficile da spiegare, ma è proprio così. Infine Ale riesce ad inserire le percussioni in modo che tutto sia più danzabile e a pieno ritmo! L’aspetto più divertente però è che, spesso, tutti facciamo tutto e ci si scambiano i ruoli, si arriva con un’idea e piano piano la si fa crescere tutti insieme! Molto spesso è l’albo a chiederci di venire musicato, lo apriamo e scopriamo nuovi possibili giochi di parole, o che il protagonista può avere una voce buffa. L’importante è mantenere sempre saldi gli elementi fondamentali della storia: prendiamo Cappuccetto Rosso, nel nostro brano “Ma il Lupo Cattivo!” dell’album “Destinazione Brema”, abbiamo qui tenuto conto di tutti gli ingredienti: La Nonna, il Lupo, Cappuccetto, il Cacciatore, il Bosco. L’idea di base, come si vede dalla copertina, era quella però di dare una impronta bella potente e rock, il testo doveva essere vivace e immediato, la canzone doveva essere velocissima e assai ritmata. Per concludere al meglio abbiamo dato anche voce a Cappuccetto nelle celebri frasi “Ma che occhi grandi che hai?”. Voi bambini, ascoltando il brano musicale, riconoscerete subito la storia e sarete in grado di raccontarla o addirittura cantarla agli amici! È proprio questo il segreto, farsi assorbire interamente dalla magia e lasciarsi andare, tutto può essere fischiettato, ma vi assicuriamo che con i libri è molto più divertente.
E voi che cosa avete in mente? Quale libro vorreste trasformare in musica? C’è una storia che vi è piaciuta più di altre? Fatecelo sapere scrivendoci una mail a lagiraffacongliocchiali@gmail.com. Ci metteremo subito al lavoro! A prestoooo Giulio, Giovi, Ale e Raffa Gi
Psicologia LA CREAZIONE DI UN SOGNO
@francesca.colacino
della dott.ssa Francesca Colacino - foto di Matteo Guariso
Federica Pascolini, titolare dello Studio Be.Here.Now nel cuore di Cividale, mi accoglie a una lunga scrivania di legno, in un’atmosfera calma, rilassante. E mi racconta del suo viaggio di vita, di cosa l’abbia portata a costruire e realizzare quello che per lei è stato un grande sogno.
“Durante e dopo la formazione in studi classici ho viaggiato molto e questo mi ha permesso di vedere da subito diverse realtà. Mi sono resa conto che in svariate culture estere vi era una profonda connessione mente-corpo, che da noi ancora non esisteva.” Ha poi frequentato lei stessa percorsi olistici vari, come cliente, fino a giungere alla consapevolezza di voler creare una nuova realtà, prendendo spunto dagli studi di avanguardia che aveva visto viaggiando tanto. “A un certo punto non mi è bastato più praticare, ma ho voluto imparare a divulgare sia la pratica fisica, che il funzionamento integrato mente-corpo”.
Ed è da lì che ha iniziato a svilupparsi il suo sogno: l’idea di creare uno studio dove poter praticare diverse discipline olistiche, ma anche dove poter far ricerca, studio, approfondimento. E per farlo ha scelto di offrire varie pratiche fisiche, che spaziano dal pilates, yoga, stretching, nordic walking, tai chi, rilassamento, meditazione, autodifesa ma anche vari trattamenti professionali come fisioterapia, massaggi, osteopatia, nutrizione e sostegno psicologico, per lavorare davvero su un piano mente-corpo integrato e lasciando ampio spazio a professionisti altamente qualificati nella loro disciplina. Alle discipline olistiche, Federica ha scelto dunque di affiancare una solida base scientifica, per dare ai clienti un benessere corpo-mente totale. Perché allo Studio Be.Here.Now puoi entrare per fare un corso di pilates, e capire di aver bisogno di qualche seduta di osteopatia e avere la possibilità di farlo, nello stesso ambiente sicuro. E proprio mentre la intervisto arrivano in studio persone interessate ai nuovi corsi, chiedono informazioni, incuriosite dall’ampia offerta. Quando riprendiamo, Federica mi racconta che lo Studio è nato nel 2018 e in questi pochi anni si è enormemente ampliato: “Ora comprende diversi professionisti, svariate attività, pratiche rivolte a diverse fasce d’età e vi è stato un ampliamento delle sale in cui accogliamo i nostri allievi.” Federica è una sognatrice, una creatrice instancabile. “Prendo l’energia da chi lavora con me, lavorare così è bellissimo”. E mi racconta di come cresca questo suo Studio, che sente e vive come un secondo figlio, nella calma, nella semplicità, nella chiarezza. “La semplicità è la chiave di tutto”, per fare cose importanti, come creare dal nulla uno Studio per il benessere, nel cuore di Cividale.
Musica IL SOUND DI LOS ANGELES A GORIZIA
@flavour.flavio
di Flavio Zanuttini - copertina del disco di Violetnothecolor/Annaviola Faresin
Don’t wash the Tigre è il primo disco da solista di Francis I. (Francesco Ivone), giovane trombettista e producer (qui anche mc) di stanza a Gorizia. Quello che colpisce da subito di questo disco Hip Hop/Nu Soul è la qualità e la cura presenti in ogni aspetto: dalla scrittura, agli arrangiamenti, alla produzione. Sembra di ascoltare il frutto di una grossa produzione di Los Angeles, invece siamo a Gorizia. I brani sono caratterizzati da una complessità della scrittura non comune in questo genere che scivola via all’ascolto con piacevolezza. Ha suonato ad agosto nella rassegna Bistroquet nel parco di Sant’Osvaldo, una serie di eventi organizzati da Hybrida che non manca mai di scovare proposte musicali in grado di espandere verso l’infinito l’orizzonte sonoro degli ascoltatori. È stata l’occasione per una breve intervista.
I tuoi brani mantengono una freschezza all’ascolto nonostante non siano scontati o semplici dal punto di vista ritmico-armonico. C’è una ricerca in questa direzione?
Mi ispiro a diversi producer e band (Jpegmafia, Tyler The Creator, Flume, Amon Tobin, Hiatus Kayote, Vulfpeck...) che hanno un sound caratteristico o hanno gran cura per il mixing e mastering. Per ogni brano che scrivo, mi pongo l’obbiettivo di esplorare a fondo le possibilità e le soluzioni per la composizione, così da ottenere risultati differenti. La composizione è per me un’avventura, che va affrontata con le orecchie e la mente aperti, alla ricerca di novità.
Con questo progetto ti sei per la prima volta approcciato all’uso della voce in chiave Hip Hop con ottimi risultati, come affronti la scrittura dei testi? Quali sono le ispirazioni?
Si, per me è la prima volta che approccio l’uso della voce, la vivo come una sfida con poche certezze. In altre parole l’uso della voce è una scelta condizionata dalla curiosità e dal divertimento. Spesso questo mi porta a mettere in dubbio, al di là delle mie capacità canore, la necessità di esprimermi con le parole. Alcuni testi, scritti con più semplicità e spontaneità, parlano di esperienze personali mentre altri più elaborati e finalizzati allo scopo di completare un arrangiamento, parlano di storie inventate ed hanno uno stampo “impressionista”.
Perché non dobbiamo lavare la tigre?!
Significa che non bisogna mai fare la “toelettatura” alla tigre che c’è in ognuno di noi, quella non ne ha bisogno! (ma fondamentalmente era il titolo del mio primissimo brano, mi piaceva il suono della frase in parte inglese e in parte italiana).
I tuoi brani, semplificando, sono caratterizzati da elettronica, tromba e voce. Come bilanci questi tre elementi nella scrittura dei tuoi pezzi? Da dove cominci a scrivere?
Il bilanciamento per me è naturalmente regolato dalle necessità del brano e del suo arrangiamento. Per quanto riguarda la composizione non comincio per forza sempre con uno stesso elemento: a volte mi capita di suonare una frase che mi piace con la tromba e decido di svilupparne l’idea; altre volte lavorando al timbro di strumenti digitali come batterie elettroniche o bassi synth mi viene in mente qualche groove da cui partire; spesso invece mi pongo delle regole per la composizione, come l’utilizzo di un determinato gruppo di strumenti/timbri/fasce di frequenze, una metrica dispari o la scrittura senza metronomo, l’obbiettivo di ricreare determinati effetti o paesaggi sonori.
Vivi in una città di confine, com’è la risposta alla tua musica in Slovenia?
La risposta è positiva, alla gente è piaciuta subito. Mi trovo sempre bene a esibirmi per un pubblico che come me è curioso e affamato di diversità, mi è capitato pure che qualcuno sapesse già alcuni testi a memoria.