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ACQUA, SAPONE & SOLE

Non deve mai mancare nella tua igiene personale e non solo

- a cura di Dott. Massimo Valverde -

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Oramai è inutile ripeterlo, da mesi non piove, il calore del sole oramai ci incenerisce, le nostre risorse idriche sono al lumicino e a tutti i livelli si cerca letteralmente di “tappare le falle” sia di una rete idrica che in certe aree definire “un colabrodo” è quasi un offesa per il nobile strumento di cucina e sia per risparmiare il risparmiabile. Inutile dire che le ricette messe in campo siano le più varie, ma alcune per altro già note e proposte nel tempo da molti profeti di sventura restano sempre delle vere perle rare Giusto per fare una carrellata possiamo iniziare con l'accusa ricorrente del fatto che “noi italiani” sprechiamo molta più acqua di tanti altri Paesi più “virtuosi” perché per prima cosa per tradizione igienica attiviamo lo sciacquone del gabinetto ogni volta che assolviamo ad una funzione fisiologica, mentre invece non dovremmo farlo per risparmiare il prezioso elemento liquido seguendo le abitudini di tanti noti personaggi sia nostrani che esteri che addirittura si fanno un vanto di svuotare i loro gabinetti a giorni alterni, anche se, personalmente, non oso immaginare quali possano essere i miasmi che così facendo finiscono per ammorbare l'aria delle loro case soprattutto in un'estate torrida come questa. E come non ci si possa sentire a disagio quando ti viene “caldamente” proposto non dico di non fare il bagno, ma nemmeno una doccia se non ogni due o tre giorni sempre per tenere alto il risparmio idrico a tutti i costi, coinvolgendo così chi ci circonda nei nostri effluvi più intimi e penetranti, e, per pudore e per rispetto, evito di citare le necessità dell'igiene intima che ovviamente verranno ignorate con somma gioia di tanti criptofeticisti seguaci della buonanima del Re Vittorio Emanuele Secondo che pare amasse strenuamente gli intimi afrori umani. Certamente non va meglio per la pulizia della bocca e dei denti, alla quale sono concesse solo poche quantità di acqua cercando semmai di usare solo dei collutori da usare spazzolandosi contemporaneamente e fugacemente i denti. Non mi soffermo sulla necessità di radersi i peli superflui perché alcuni dei “Comandamenti” del nuovo “Credo” della sobrietà idrica ci vorrebbero tutti, uomini e donne indistintamente, trasformati in un incrocio tra un santone indiano dalla barba chilometrica in diretta competizione con la lunghezza dei capelli e degli enormi orsacchiotti (e per dovere di cronaca devo citare la nuova moda femminile che aborrisce la depilazione). Sorvolo quindi sui piedi, sulle ascelle e sui capelli ( di competenza delle “non docce“) e plano direttamente sulla necessità di lavare gli indumenti sporchi che, secondo un altro dei “Comandamenti” del nuovo “Credo” devono essere trattati utilizzando lavatrici stracariche impostate con i programmi più risparmiosi possibili ed alimentate con dosi minimali di detersivo (altri strumenti diabolici inventati appositamente per dare la mazzata finale a questo Pianeta morente) con il prevedibile risultato che alla fine del lavaggio la nostra biancheria sarà verosimilmente ancora sporca ma in compenso avrà acquisito un mix di effluvi in grado di far svenire anche a distanza ogni essere vivente e sicuramente di allontanare gli insetti molesti come le zanzare, etc. etc..Gli amanti del nuovo “Credo” dovrebbero almeno sapere che ad esempio la splendida Reggia di Versailes voluta da Re Luigi XIV non disponeva di bagni e di toilette, i suoi residenti espletavano le loro funzioni corporali ove capitava e pare che i Re stesso avesse fatto il bagno non più di due volte in tutta la sua vita, da che si deduce facilmente che a quei tempi le condizioni igieniche dei residenti erano alquanto precarie le malattie legate alla scarsa igiene personale più che occasionalmente epidemiche erano la norma e lo stesso valeva per la limitata abitudine di lavare gli indumenti e la biancheria varia, e da questo la grande spinta che da quel tempo in poi venne impressa all'arte ed alla scienza della profumeria; eppure l'acqua non mancava di certo e il sistema idrico di Versailes veniva alimentato con l'acqua prelevata dalla Senna che, trasportata con un miracoloso impianto di inge-

gneria idraulica, alimentava oltre 50 magnifiche fontane che abbellivano i suoi splendidi giardini. Ritornando ai nostri tempi i nuovi “Credenti” dell' ”igiene a secco “ sembrano non sapere che tutti i nostri moderni impianti di smaltimento dei nostri liquami siano essi pozzi perdenti che reti fognarie collegate ad impianti di trattamento delle acque reflue, sono ben nascosti alla vista in quanto posizionati nel sottosuolo di tutto il nostro territorio e quindi non disturbano la visione con la loro presenza ingombrante (salvo che per le vasche di decantazione in superficie che però sono sempre posizionate in luoghi nascosti e/o poco accessibili), e per funzionare correttamente necessitano assolutamente di una notevole quantità di acqua che li alimenti trascinando con se tutte le deiezioni solide e liquide, per cui è assolutamente impensabile “chiudere semplicemente i rubinetti“ per risparmiare acqua perché altrimenti non sapremmo come smaltire i nostri stessi rifiuti e il bilancio della condizione sanitaria della popolazione virerebbe rapidamente al peggio, ovviamente non solo per l'impossibilità di trattare i nostri rifiuti, ma anche e forse soprattutto per il riapparire di tante malattie della pelle - e non solo della pelle - che oggi continuiamo ad osservare ma che, proprio grazie all'igiene personale, alla possibilità di lavare gli indumenti, la biancheria le nostre città e le nostre stesse case riusciamo a tenere sotto controllo, ma che rapidamente si virulenterebbero nuovamente come tutti giorni vediamo in aree del nostro pianeta dove cronicamente o in modo acuto mancano l'acqua e l'igiene personale e dei luoghi è necessariamente scarsa se non assente e non a caso dopo una qualche catastrofe naturale come un terremoto o un'inondazione assistiamo al fiorire di epidemie di colera e di altre malattie contagiose, tra le quali – per fortuna occasionalmente anche il riattivarsi di piccoli focolai di peste. È ovvio che in ogni caso , visto che queste situazioni siccitose stanno diventando sempre più frequenti, si debba porre loro un rimedio ragionevole sia tecnicamente e sia temporalmente realistico operando su più fronti , ad esempio intraprendendo nel minor tempo possibile ma con uno sguardo rivolto verso un lavoro che abbia una durata ragionevole nel tempo e che non costituisca semplicemente un cerotto messo su un tubo bucato e quindi attivando una campagna nazionale di bonifica e riparazione delle reti idriche, riprogettando da zero tutti gli impianti idraulici delle future abitazioni per poter separare le acque cosiddette “grigie” (quelle che produciamo lavando noi stessi, le nostre case, le nostre cucine ed i nostri indumenti) dalle cosiddette “acque nere“ (quelle che contengono le nostre deiezioni), riutilizzando queste acque grigie raccolte in appositi recipienti per alimentare gli sciacquoni delle nostre toilette e così via. Ad oggi alcune aziende di ricerca e sviluppo stanno già certificando dei dispositivi ecologici a bassissimo consumo energetico e privi di qualsiasi impatto ambientale negativo, di fatto oramai pronti per essere immessi sul mercato, realizzati in varie dimensioni, che potranno servire sia un piccolo appartamento e sia un grande condominio o un grande impianto agricolo o industriale e che permetteranno di ridurre al minimo la carica batterica, virale, tossica e chimica (basti pensare al destino dei farmaci che utilizziamo per la curarci per renderci conto che anch'essi devono essere in qualche modo totalmente neutralizzati) presente sia nelle acque grigie e sia in quelle nere, in modo da poter sfruttare al meglio le capacità degli impianti pubblici di trattamento e riciclo delle acque stesse, realizzando così un circolo virtuoso di risparmio dell'acqua, rigenerandola costantemente come nuova risorsa per tutti gli usi umani, agricoli, zootecnici ed industriali, come per altro viene già fatto però solo “ a valle” degli impianti di depurazione e solo prima di fornirla nuovamente come acqua potabile nelle reti di distribuzione che giungono nelle nostre case, salvaguardando l'ambiente con queste sue nuove vite.

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