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MILANO INCONTRA LO CHEF FELLINIANO

Intervista a Michele Casadei Massari, per lui la parola Poliedrico è solo un Eufemismo

- a cura di Gabriele Ciraudo -

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È stato definito ed appellato con nomi molto “Altisonanti” da molte riviste, ha fatto del suo punto di forza, la semplicità, e l’essenzialità, dalle materie base che sceglie al metodo di approccio, fino all’uso del semplice passaparola, nato e cresciuto in Italia, romagnolo D.o.c.g, dopo vari anni di gavetta nelle più svariate cucine, nel 2009 decide di percorrere la strada da imprenditore e approdando a New York, non ci ha messo molto per diventare un’icona nel campo della ristorazione, ciò anche grazie (e non solo ) alle sue innumerevoli Skills. Conosciamo meglio l'erede culinario di Fellini. È stato definito da molti Felliniano, quindi immagino che la suggestione, ovviante in senso positivo (e non quello di manipolazione) sia per lei, diciamo una corda di violino del palato essenziale da toccare, detto ciò, per lei qual’è il piatto più suggestivo che oltre a consigliare mangia lei stesso con molto interesse ed a sua volta suggestiona? Facciamo subito chiarezza, essendo nato a Riccione, ovviamente per me è solo che un onore ricevere tale appellativo, e mi ritrovo a pieno in suddetto aggettivo, nella migliore accezione possibile del termine felliniano, e come creativo, mi lego al fatto che anni fa ci furono le celebrazioni per i cento anni (di Fellini appunto), e li Sindaco di Rimini mi coinvolse, per rendere omaggio al grande Maestro, quindi mi sono immaginato il dove il come e il quando, e sempre sul quell'immagine, scrissi riguardo ad un ipotetico pranzo all’interno dell’empire state building, esattamente nella cripta in alto, e ho immaginato addirittura, da cosa avrei potuto argomentare a cosa proporre, e visto che la mia Mente non è mai a Riposo, ho creato, quella che io chiamavo la “King Kong Theory”, che appunto come il famoso Titano, nei momenti di difficoltà, non si arrende ma combatte, e cerca sempre rilancio salendo più in alto, questa metafora, ad indicare di fatto il mio modo di vivere, e sempre immaginando questo pranzo, e dato che come lui anche io sono un a cui piace molto lo avrei interrotto con uno spaghetto al pomodoro, ecco questo è il piatto che io reputo più felliniano.

Sempre secondo ricerche ed approfondimenti, ho scoperto che la parola poliedrico, forse è un pò riduttiva per lei, Chef, Fotografo Concettuale, musicista, ha studiato medicina... Ci dica per piacere Dopo la cucina quale fra le sue vocazione quella che senta più in linea con il suo io interno? La lettura, la crescita, lo studio, il semplice atto di non smettere mai di riempire di contenuti la mia vita, e ciò si ricollega sempre al già citato spaghetto al pomodoro, e al mio essere felliniano anche in questo, la ricerca maniacale di ogni singolo elemento che serve, a mio avviso, rendere appunto suggestiva l’esperienza che voglio trasmettere, e il mio ristorante “la Lucciola” rispecchia questo mio bisogno, suggestiono principalmente per questo, perché il mio non è un ristorante, ma un Grande Teatro della Cucina Italiana.

Altra Domanda. Nella sua vita, ha diciamo, vissuto uno “sliding Doors...“ Nel 2016 ad una famosa guida Internazionale di Cucina Gourmet, disse che New York non era stata la sua prima scelta ma che in realtà sarebbe stata Singapore, avrebbe mai immaginato la sua vita se non avesse perso quell’aero per l’Asia? E se, si? L 'idea dell’inclusione, e di sviluppo della sua cucina., con la contaminazione(in senso positivo del termine), secondo lei sarebbe stata altrettanto efficace nel mondo orientale? Se si, penserebbe mai ad espandersi anche lì, dato che in New York oramai lei è considerato più un antropologo del cibo invece che uno semplice chef? Ogni sera, prima di chiudere gli occhi, fa parte del mio essere

Fonte IG @michelecasadeimassari

Felliniano, non trovo pace, anche perché come detto prima, tutto il mio essere è dato dallo studio dal migliorarsi e migliorare e non parlerei di contaminazione ma di “punti di collegamento”, per me tutto si può collegare; (qui lo chef sembra farmi intuire che potrebbe essere solo questione di tempo, il suo approdo anche in oriente, perciò sono sicuro quasi al 99% che basti solo pazientare).

In questo mondo, ora mia è diventato completamente digitale, so che lei si è contraddistinto, dal mondo dei socials, le ha saput, già dall’inizio da quando incomincio nella “Grande Mela”, contraddistinguersi puntando sul semplice ma molto chiaramente efficace “passa-parola” È corretto? Certo, mi è naturale, questo perché parto sempre dal presupposto che non si sa mai chi ti ritrovi davanti a servire, e dato che abbiamo notato che quasi il 25%dei nostri clienti sono addetti al settore, e ciò è molto strano, ma anche sodisfacente, poi per me è una delle cose più normali della mia indole, poi è difficile per me incontrare, interloquire con qualcuno senza parlarci, di cucina, cercare di capire chi ho davanti per me non è concepibile.

Lucciola Restaurant

Fonte IG @michelecasadeimassari

Ho letto che ha partecipato con grande successo, durante questo duro periodo di restrizioni, al programma “Food Bank Four New York”, quindi si è anche attivato per il sociale. Un‘impresa non da poco! Quanto è stato soddisfacente per lei questa esperienza? E se le ha donato qualche consapevolezza in più che prima non aveva, può raccontarci qualcosa a riguardo? Io non avevo capito, ancora cosa stavo facendo, vivevo in ansia, addirittura il mio team non abbandonavamo mai il locale perché non avevano dove dormire, ero spaventatissimo, vedevo povertà, ed essendo partito io stesso dalla strada, e sempre grazie al passaparola, abbiamo deciso di distribuire il cibo, in un banchetto di legno, mettendo musica italiana, per distrarre da tutto, e soprattutto quando sapevo che c’era qualcuno in difficoltà, dicevo sempre, ditegli di venire da me come “ospiti (non perché ho da darvi cibo), in realtà era solo un modo per far vincere il senso di smarrimento e non far pesare il mio aiuto, appunto perché donavo cibo, fra l’atro di alta qualità, non volevo che per i più svariati motivi, le persone provassero disagio, ancor più di quello che già si respirava in aria. Perché anche se era un banchetto di legno, era sempre il mio Grande Teatro, e chi dona, deve donare il meglio di sé, non gli scarti o ciò che non serve. Aggiungerei, che sono sbalordito lei oltre che un uomo di successo e pure un vero Filantropo! Tornerebbe mai in Italia? In maniera definitiva? Soprattutto visto il contesto in cui ci troviamo ultimamente? In realtà, tornerei, non in maniera permanente, ma di sicuro visto che non è più l’Italia di 14 anni fa è fra i miei progetti, sempre in evoluzione mai indietro.

Ultima domanda Riguardo, il suo iter di approccio allo studio dei piatti… Lei dice spesso, e per questo viene definito lo chef dei 5 ingredienti, di usare appunto di base 5 ingredienti, Per le nostre lettrici/lettori, potrebbe suggerire una ricetta Italo/Americana - che anche gli italiani apprezzerebbero, con tutta la sua arte e modus operandi, e appunto l’utilizzo di soli 5 ingredienti? Guarda, una cosa che mi diverte moltissimo, cioè, “la pasta condita con la pasta”, appunto 5 ingredienti: spaghetto, acqua, sale, olio il quinto è la padella, come una sorta di infusione controllata, visto che uso una “cucina fredda”, aggiungo pian piano allo spaghetto l’acqua con una brocca, controllando, grazie anche all’osmosi, e alle proprietà del grano come la glutenina, continuo a mantecare proprio, grazie all’induzione della mia cucina, per poi spostarmi dal piano e con una pentola di alluminio per mantenere il calore continuo, fino alla cottura, senza sprecare nulla, e controllando anche i consumi, è semplice, nutriente, molto amato, e soprattutto valorizza i sapori veri dei miei ingredienti.

Grazie mille chef, è stato un onore intervistarla, altresì spero di poterla conoscere dal vivo. Con piacere, anche perché ho sempre più voglia di tornare ed è già nei miei progetti la ri-frequentazione, sia dei colleghi, soprattutto gli emergenti, in Italia e includere altri mondi alla mia realtà, magari l’oriente… Ed ho altri tanti progetti che vi racconterò, per ora è tutto.

INFO Lucciola Italian Restaurant - New York. 621 Amsterdam Ave - United States Tel, +1 347-536-13335 - reservation@lucciolanyc.com

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