CIBO, NON TI TEMO

- a cura di Dott.ssa Flavia Bernardi -

Cari genitori, oggi vorrei parlarvi di un argomento molto importante: l’introduzione al cibo solido ed il distacco dal latte materno, fase importante e delicata che riguarda ogni cucciolo d’uomo. Negli ultimi anni il passaggio dal latte materno e/o artificiale al cibo solito è stato indicato con il termine “svezzamento” anche se ad oggi sappiamo che le linee guida dell’organizzazione mondiale della sanità stanno iniziando a chiamare questa fase in modo diverso. Ma prima un passo indietro1 . Iniziamo con il dire che con il termine “svezzamento” oggi si intende il passaggio da un’alimentazione esclusivamente liquida, a base di latte materno o formulato, a un’alimentazione mista, con apporto di cibi solidi o semisolidi. In passato, però, questo termine aveva un altro significato: indicava il momento in cui il bambino, considerato ormai “grande” (di solito intorno ai 2 anni), veniva definitivamente allontanato dal seno. Quasi sempre il piccolo, anche se già abituato ai cibi solidi, opponeva resistenza cercando di tenersi stretta la sua “cara abitudine”, entrando così in conflitto con la mamma, e da qui la definizione da dizionario: «Far perdere un vezzo, un difetto o una cattiva abitudine». Ad oggi però sappiamo bene che è importante non demonizzare la parola svezzamento proprio perché le ultime ricerche scientifiche hanno dimostrano che il latte materno può rappresentare un alimento fondamentale per la crescita dei bambini. Però proprio per queste ultime scoperte al posto della parola svezzamento si sta cercando di introdurre il termine “alimentazione comparata” una definizione che evidenzia come il cibo solido vada ad aggiungersi al latte, materno o formulato, che resta ancora per mesi l’alimento principale2 . Immagino già che alcuni di voi, leggendo queste parole penseranno: “è solo un termine che cambia, niente di più”. Invece vorrei porre l’attenzione su questo, proprio perché ogni parola nuova, che gradualmente sostituisce quella precedente, rispecchia anche una cultura che si interroga e delle scoperte scientifiche nuove ed in evoluzione: è la consapevolezza che possiamo affrontare questo momento con meno ansie e soprattutto fretta, cercando il tempo necessario per accompagnare non solo i bambini ma anche gli adulti, nel prendere le misure con qualcosa di assolutamente naturale ma nuovo. Ma come far coesistere allattamento e svezzamento? Col tempo abbiamo compreso quanto sia importante fidarci delle capacità di autoregolazione dei neonati per quanto riguarda l’allattamento, ed è quello che bisogna fare anche durante questa fase. Possiamo dare al bambino la possibilità di sperimentare il cibo che gli stiamo proponendo (eh sì, probabilmente si sporcherà), nel modo per noi migliore provando a dare fiducia al bambino di autoregolarsi in questa nuova scoperta per lui rivoluzionaria. Ogni bambino con il proprio ritmo e tempo riuscirà a staccarsi dal latte materno e/o artificiale per passare ad un’alimentazione fatta quasi solo di cibo solido. Negli anni, diversi genitori mi hanno raccontato quanto possa essere delicato e difficile questo momento poiché nasce la paura che il bambino possa non essere nutrito a sufficienza. Su questo, vorrei condividere le risposte che spesso mi è capitato di dare ai genitori con i quali ho avuto modo di confrontarmi: prima di tutto cerchiamo di porre fiducia nella curiosità e capacità del bambino, lui stesso ha dentro di sé questo desiderio innato e biologico; pensa sempre che non sei solo, ci sono diversi professionisti o gruppi di genitori con i quali puoi confrontarti e condividere l’esperienza; cerca di compiere questo passaggio nel modo per te più affine e che ti possa far sentire il più possibile tranquillo! Ricorda sempre, tu meglio di qualsiasi altro conosci il tuo bambino e sai qual è la cosa migliore per lui e per te!

1 “Sapore di Mamma. Allattare dopo i primi mesi” di Paola Negri, Edizione Leone Verde, Torino, 2009, pag. 35 2 “E se poi prende il vizio?” di Alessandra Bortolotti, edizione Leone Verde, Torino, 2013, pag. 89