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Sanità in tempo di COVID
NUOVA MODALITÀ DI RACCOLTA RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI: I DUBBI CONTINUANO!
Nel Consiglio comunale del 30 luglio, per la prima volta, c’è stata la possibilità di capire qualcosa di più sull’avvio della tariffa a corrispettivo per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati. La nuova modalità di raccolta iniziata quest’anno era stata anticipata da una lettera di poche righe inviata ai cittadini in data 4/11/2019. Come rappresentante della lista “Insieme per il bene comune”, nel silenzio delle alte forze politiche, il sottoscritto è stato l’unico a presentare il 16 dicembre 2019 un ordine del giorno in Consiglio comunale chiedendo all’amministrazione, purtroppo inutilmente, di sospendere l’applicazione della nuova modalità di conferimento dei rifiuti in attesa di chiarire modalità, costi e conseguenze per i cittadini. Ciò premesso, alle mie richieste di chiarimenti, la sindaca, nel consiglio di fine luglio, ha abbozzato una risposta leggendo un lungo documento ricco di rinvii normativi e di articoli di legge. Il contenuto, tuttavia, è stato ancora una volta vago per i cittadini dal momento che il risparmio per chi non conferisce il verde, ragione per la quale è stata attivata la nuova modalità di raccolta, non è possibile quantificarlo. Il costo dei conferimenti 2020 in eccesso, rispetto a quelli previsti, dovrebbe essere specificato in una successiva lettera a settembre. L’informazione ai cittadini non è stata data in quanto l’amministrazione aveva pensato a dei gazebo informativi per le piazze che non sono stati fatti a causa dell’emergenza sanitaria. Per riassumere la situazione confusa riporto testualmente la frase della sindaca durante la risposta agli atti dell’ultimo consiglio comunale: “Io sto leggendo ma non sono un’esperta”. Tra i disagi ed il disorientamento dei cittadini, tra le difficoltà di conferimento del verde e gli abbandoni lungo i fossati, ciò che abbiamo capito per certo, infatti, è che se decideranno degli aumenti, i conguagli saranno ripartiti in tre anni dal 2021. A metà agosto la delibera con i dati di dettaglio ancora non è disponibile e i cittadini attendono ancora fiduciosi i chiarimenti per l’anno in corso confidando che arrivino almeno prima di dicembre.
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Giorgio Babato
Consigliere Comunale lista “Insieme per il bene comune”
La cardiologia dell’ospedale di Mirano aveva visto l’inaugurazione di una nuova sala di Emodinamica e la dotazione di un nuovo angiografo; il Pronto soccorso era stato ingrandito con nuovi ambulatori per le emergenze da codice rosso, la sala d’attesa ampliata con spazi diversi per adulti e bambini, schermati da vetrate per garantire la privacy; anche la radiologia era stata potenziata con la fornitura di una nuova Tac e un telecomandato digitale (come a Dolo), D’improvviso ci siamo trovati ad affrontare il grave e sco nosciuto nemico Covid 19, che ha convogliato tutte le forze della sanità e del Direttore Generale in primis, a fronteg giare l’emergenza e il contenimento del contagio del virus, ma soprattutto l’assistenza ai malati di Covid, ricoverati nelle terapie intensive. Cogliamo l’occasione per ringra ziare, dalle pagine di questo giornale, tutti i nostri medici, gli infermieri, gli operatori sanitari, addetti al trasporto e addetti alle pulizie che, lavorando con tanta abnegazione, hanno permesso il contenimento del virus; in particolare ringraziamo la medicina di Dolo, divenuta ospedale di ri ferimento Covid, con l’instancabile primario dott. Scevola e la sua equipe. Solo Noale è stata oggetto di un grosso focolaio, con circa una sessantina di contagiati (tra ope ratori, degenti e loro familiari) e ciò ha obbligato alla temporanea chiusura e la sanificazione della struttura. Anche se non si deve abbassare la guardia e dobbiamo rispetta re le norme (uso di mascherina e distanziamento sociale) perché il Covid non è completamente debellato, tra alti e bassi pian piano stiamo ritornando alla normalità. Ancora una volta si fa un passetto avanti e tre indietro in questa
sanità: proprio a causa della pandemia abbiamo visto la sospensione delle attività sanitarie programmate, la chiu sura delle sale operatorie e la chiusura degli sportelli e del Cup, la riorganizzazione di tutte le attività, con diminuzio ne di visite, esami, ricoveri in meno (si parla del 30-40%) e il raddoppio dei tempi d’attesa per ottenere una prestazio ne sanitaria, con il conseguente ricorso all’attività privata. Negli ospedali si allunga anche il tempo di degenza (per esami anti Covid), diminuiscono i posti letto per il distan ziamento di sicurezza, ed intervengono grossi problemi di budget per i maggiori costi da sostenere (tamponi, spese di sanificazione, dispositivi di protezione, smaltimento ri fiuti speciali, ecc.). In tutto questo scenario di emergenza, dove anche entrare in ospedale diventa difficile, bisogna che gli amministratori si esprimano in modo corale ed ogni sindaco dovrebbe prima di tutto chiedere di allunga re i tempi delle prestazioni per visite mediche, esami ecc., e cercare di sopperire al già annoso problema delle liste d’attesa, invece di assistere in silenzio alla chiusura degli sportelli al pubblico, dovrebbe chiedere di aumentare il CUP e inserire lo sportello amico per agevolare la popo lazione anziana, che in questo periodo è completamente disorientata, perché non sa usare il computer per prenota re visite; dovrebbe chiedere con forza al D.G. di assumere subito personale sanitario straordinario, con una equa re munerazione (si parla da sempre della mancanza di medici ed infermieri, causa pensionamenti e passaggi al privato, figurarsi ora con il Covid, siamo ancor più in difficoltà!). Bisogna chiedere di potenziare le reti di assistenza sul ter - ritorio, favorire le medicine di gruppo e tutto ciò che può dare risposte all’utente, evitando prestazioni inutili. In so stanza bisogna avere la capacità di unire le forze, al di là degli schieramenti politici, per ottenere il completamento di quanto previsto dalle schede ospedaliere e poi lavorare insieme alla Regione sul Piano Socio Sanitario Regionale. Intanto completiamo quello che manca cari amministra tori: manca l’hospice a Noale, mancano i letti di riabilitazione (45 + 45 Mirano e Dolo) nonostante la disattivazione della lungodegenza di Noale (che era una validissima valvola di sfogo nella post-acu zie). Rimbocchiamoci le maniche e lavoria mo tutti insieme per il bene comune: la salute.
Annamaria Tomaello
Coord. Insieme per il Bene Comune
MULINI DI SOTTO: NECESSARIO COMPLETARE LA MESSA IN SICUREZZA
I Molini di Sotto, localizzati all’ingresso della nostra città, sono diventati, nei secoli, una gemma del nostro patrimonio identitario. Un edificio la cui storia è stata scritta dall’intimo legame tra lavoro e natura. Di proprietà delle famiglie Giustinian, Barbarigo, Lippomano ed Errera, l’ex opificio fu utilizzato dal ‘400 fino alla metà del ‘900 per la lavorazione di granaglie. Al valore storico-economico dell’edificio si unisce quello architettonico e paesaggistico: i Molini di Sotto, fanno parte infatti del centro storico del comune di Mirano, area vincolata in base alla dichiara zione di notevole interesse pubblico contenuta nel decreto ministeriale 29 ottobre 1965 in cui si ravvisano “una conti nuità di caratteristiche architetture venete” e “un insieme panoramico di caratteristico aspetto esteticamente tradi zionale”. Ad oggi l’antico mulino, pregevole monumento di archeo logia industriale, si presenta senza una copertura e appare sempre più concreta la probabilità che le infiltrazioni nei muri perimetrali causate dagli eventi atmosferici possano accelerare il degrado dell’edificio e causare nel tempo il crollo della struttura. Ciò potrebbe esporre il centro cit tadino a rischi di sicurezza idraulica. Come si evince dalla lettera del Genio Civile Litorale Veneto del 28/12/2017 in fatti: “qualora l’immobile in oggetto dovesse crollare anche parzialmente costituirebbe un ostacolo al flusso delle acque provenienti da monte con pericolo per la pubblica incolumità”. L’area su cui si erge l’ex opificio è soggetta, inoltre, a un certo grado di incuria - si possono intravede re chiaramente alti arbusti all’interno - e questo potrebbe causare rischi di tipo igienico per la zona demaniale adiacente, nonché per gli edifici confinanti. Per questo ho accolto sempre con convinzione le istanze dei cittadini e delle associazioni che ben conoscono il territorio, portan do in Consiglio più volte azioni di salvaguardia a favore del vecchio mulino. Nel 2017 abbiamo presentato, come A giugno abbiamo notato come nel nostro Comune siano stati gradualmente levati i cassonetti del rifiuto verde, ovvero i recipienti dove si buttavano ramagli ecc, per far posto ad una raccolta così chiamata “porta a porta” su ap puntamento e in giorni dedicati. Con il nuovo sistema il cittadino piuttosto che recarsi nella prima piazzola ecolo gica vicino casa, deve richiedere in questi mesi un contenitore in comodato d’uso di 240 litri e una volta riempito bisogna telefonare al numero verde entro le ore 12 del lunedì precedente la data di raccolta riportata nel calendario, seguendo le istruzione e digitando il codice contratto Ve ritas. Per ogni ritiro verrà applicata la tariffa di 1 euro più Iva. Dal 1 luglio se un cittadino vuole un contenitore deve recarsi addirittura fino a Camponogara per prenderlo. Come Lega siamo sempre stati contrari al nuovo sistema di raccolta del verde, inizialmente prevista l’entrata in vi gore per Aprile, in quanto crediamo possa incrementare esponenzialmente gli abbandoni di rifiuti in varie zone del territorio e creare notevoli disagi ai cittadini. Abbiamo cercato di proporre, di scrivere, di fare azioni in Consiglio Comunale ma l’intenzione dell’amministrazione non sem bra cambiare. Mirano è uno dei pochi comuni del veneziano che introduce questo sistema “misto”, ovvero “porta a porta” per il verde, mentre il resto rimane con le consuete calotte-cassonetti. Il nostro auspicio e proposta a lungo termine è che si ri esca ad ipotizzare delle piccole isole ecologiche (cassoni) gruppo consigliare del Movimento 5 Stelle, una mozione (bocciata dalla maggioranza) per impegnare la Sindaca ad emanare un’ordinanza di messa in sicurezza dell’intera struttura. A partire da maggio 2018, grazie alla mia pres sione verso l’amministrazione comunale, è stato avviato un ciclo di controlli tecnici sulla struttura che tuttavia, a mio avviso, non sono stati eseguiti in numero sufficiente da garantire un monitoraggio costante e aggiornato della struttura. Intendo proseguire con una linea d’azione volta a spronare l’amministrazione comunale verso una gestio ne del patrimonio storico-culturale di Mirano coerente con il vincolo paesaggistico insito nel decreto ministeriale del ‘65 e sensibile alle questioni relative a sicurezza idrauli ca e igiene della zona. Al fine di eliminare qualsiasi rischio per i cittadini faremo ogni sforzo per ottenere la messa in sicurezza tutte le altre pareti dell’antico mulino in modo da preservare l’integrità dell’edificio che per molti anni è stato il biglietto da visita, il fiore all’occhiello della nostra città e che ora, a nostro avviso, si trova in uno stato di degrado inaccettabile.
Marco Lazzarini
RIVOLUZIONE “RIFIUTO VERDE”, È LA SCELTA GIUSTA?
Consigliere Capogruppo del Movimento 5 Stelle di Mirano solo per il verde in determinati punti del comune e almeno uno per frazione. Questo può essere d’aiuto nel scoraggia re i già molti abbandoni, dare un servizio più efficiente al cittadino e contestualmente ridurre le spese. Contrariamente, il nuovo sistema, porterà tanti cittadini, sopratutto chi ha piccole porzioni di verde, a lasciare i ri fiuti in zone isolate del Comune, nelle campagne o peggio ancora a servirsi dei recipienti per l’umido, come già suc cede in questi giorni. Una scelta quanto mai azzardata!
Quel bidone della raccolta del verde.
È evidente che la mia idea di corretta gestione dei rifiuti sia distante da quella dell’attuale amministrazione. Come consigliere del Movimento 5 Stelle ho spesso sollecitato un percorso diverso, coerente con le aspet tative dei cittadini e con l’ambiente fornendo dati e proposte puntuali. Mentre è chiaro che l’unica alter nativa di Giunta sia quella più semplice, più comoda per Veritas, la meno lungimirante e compatibile con i principi di sostenibilità. Mi riferisco sia all'incenerito re di Fusina, per il quale la discussione in Consiglio Comunale si è limitata al concetto: “piuttosto di una discarica, meglio l’inceneritore”, e su fumose promesse di “controlli” una volta che l’impianto sarà attivo. Ma anche al fatto che il Comune, ha approvato l'attivazio ne TARIP, introducendo un servizio on demand a pagamento di raccolta del verde. Come scrivevamo nel programma del 2017, sono convinto della necessità di convergere verso il PaP (porta a porta) spinto per av viarci ai livelli massimi di differenziata. Ho ben visto il balzo in avanti fatto da Mira, grazie alla Giunta di Alvise Maniero. Invece il programma elettorale della sindaca diceva: “siamo convinti che la raccolta porta a porta in un comune come Mirano non può essere ap plicata: oltre a comportare costi di gestione [..], molti palazzi sono privi di spazi per la concentrazione dei rifiuti; [..] comporterebbe gravi situazioni igienico-sa nitarie ed enormi disagi per i cittadini”. Io penso invece che i disagi per i cittadini e i costi aggiuntivi si creino se i cambiamenti vengono imposti, senza percorsi di preparazione ed una logica integrata sottostante che guardi al futuro. Così è successo per la raccolta PaP del verde. L’ho evidenziato al Consiglio a dicembre: è un cambiamento originato dalle esigenze di Veritas più che da una progettazione del nostro Comune. Al di là della capovolta dell’Amministrazione rispetto al proprio programma elettorale, fra tutti i modi per ini ziare un cambiamento di questo genere, in un territorio come il nostro, questo parzialissimo PaP è il meno utile a fini ambientali e quello che più crea disagio ai cittadini. Specie se realizzato senza informative pun tuali e l'eliminazione dei cassonetti per il verde prima della consegna dei bidoni. Se l'obiettivo era di non avere l'indifferenziata nei cas sonetti del verde, ora potremmo trovarla comunque in quelli vlp e carta. Nel mentre si sono scoraggiati i cittadini a prendersi cura del verde di prossimità o dei proprio, con conseguenze sicuramente impattanti. Le persone hanno compreso che il sistema di conteggio delle aperture è inadatto sia a premiare chi produce poco secco, che dal punto di vista del risparmio. Va poi contro la norma che prescrive una misura puntuale. Un investimento partecipato di energie, sia da parte dell'amministrazione che della cittadinanza nell'im pegnarsi al PaP spinto, sarebbe stato invece un vero passo verso la sostenibilità che previene inutili nuovi inceneritori. Non basta dichiarare di essere solidali con Friday for future, bisogna avere coraggio di per seguire gli obiettivi.
In tempi di coronavirus, può sembrare fuori luogo parlarne, ma è un dato di fat to che gli italiani dalle Alpi a Pantelleria hanno ritrovato un orgoglio nazionale e un sentimento di italica appartenenza molto assopito negli ultimi anni, perchè diluitosi in un “Blob” indistinto di una globalizzazione appiattita su tutto; un hamburgher di cose, idee, tradizioni, sentimenti, gusti, cibi, usi e costumi, resi uguali per tutti. In controtendenza rispetto a questo, ho sempre pensato che le innumerevoli differenze che denotano le nostre esistenze e ne definiscono le peculiarità, siano un enorme ricchezza e che in tal senso non vadano eliminate, ma valorizzate, perchè solo attraverso di esse può cogliersi il valore e l’impor tanza delle nostre radici. Per questo, a costo di ovvie accuse di partigianeria, ho sempre pensato a Chioggia ed al suo territorio come ad uno scrigno pieno di originalità morfologiche storiche, urba nistiche, biologiche, culturali, di tradizioni e gusti, difficilmente rintracciabili in altri territori, interni ed esterni alla nostra Penisola. Certo sarebbe stato di verso se fossi nato e vivessi in uno dei tanti anonimi paesini o centri urbani delle cinte periferiche di una delle gran di città del nostro Paese, dove la vita è scandita dagli orari del lavoro e dai pro grammi televisivi, con i rapporti sociali ridotti a zero o quasi e l’evasione dalla realtà di tutti i giorni rappresentata da gli acquisti settimanali nel grande Centro Commerciale, implementata mensilmente dalla gita fuori porta. Chioggia invece misura le proprie esistenze se condo le stagioni e le attività che si amano svolgere all’aperto, con particolare attenzione ai momenti di svago, riposo e di libertà dagli impegni di lavoro. Qui i rapporti sociali sono indispensabili e quasi obbligatori essendo il territorio emerso, coperto da decine e decine di bar frequentati, di giorno e di notte dalla stragrande maggioranza della popolazione di ogni sesso, età e con dizione. Una Città dove, da sempre, si ha la sensazione di respirare un’aria festaiola di libertà “anarcoide”, sospesa tra terra, mare, laguna e fiumi, dove il vivere giornaliero per chi vi abita trova il suo apice nell’incontrarsi in Cen tro Storico. Uno spazio di circa un chilometro delimitato per l’intero perimetro ad est e ad ovest, da palazzi storici, ivi compresi il Municipio e le Chiese, contorniate dai nu merosi bar e da altre attività commerciali, dove il tempo scorre nel confronto, spesso urlato, dai tavolini in esposi zione al sole per centinaia di metri; dal lento andare su e giù lungo il Corso e dal “magna e bevi” dei più, anche loro seduti sui medesimi tavolini. Certo è che se Arthur Miller fosse immigrato a Chioggia non avrebbe scritto il suo ca polavoro, “Morte di un commesso viaggiatore”, stante che per superare la realtà di tutti i giorni, ammesso che lo si deva o voglia fare, qui non servono “buone illusioni”, ma il vivere sereno e godereccio delle varie “compagnie” che popolano questo variegato e confortante mondo, che a differenza di quello che succede nelle realtà urbane indu strializzate, agognano alla pensione che finalmente apre ad un tipo di vita diverso, più rilassante e soddisfacente fatto:- d’incontri giornalieri con gli amici per l’eno-ga stro-aperitivo, di cicchetti di pesce, di prelibatezze di volta in volta portate a sorpresa da questo o da quello e di brindisi anche a chi, perchè no, arrivato il suo momento se ne diparte, ben consapevole, perchè è stata una sua vo lontà, che in sua assenza questo succederà e che rimarrà vivo finchè il suo ricordo non morirà con lui. Non hanno nomi le varie “compagnie” che popolano i bar, non esisto no club ne confraternite, ma ognuna possiede un’identità ed una o più peculiarità legate ai vari personaggi che le compongono, alle loro abilità e talenti, così avviene che a cura di questi si gustino, giorno dopo giorno, cibi di ogni tipo, dalla classica seppiolina ai ferri, alle canocchie sgu sciate e condite; dai “risi e uova” di seppia, alle cozze fatte con il sugo segreto; dal carpaccio di tonno rosso, al patè di “baicolo” da gran Gourmet e potrei, se solo ce ne fos se lo spazio, continuare per un intera pagina. Insomma Giorgio, Mirco, Ignazio, Mimì, Giulio, Zerlino, Roberto, Jeff, Gildo, Mario Z. Massimo, Mario V., Renzo e Paolo, sono un gruppo eterogeneo, per età, carattere e addirit tura per residenza, perchè non tutti abitano a Chioggia, ma si ritrovano, se possono, ogni giorno al bar per godere in armonia come ho fin qui descritto e vi posso assicurare che, sebbene pensionati, non si annoiano presi come sono dalla “frenesia” del vivere, in un posto come Chioggia che non ti spingerà a diventare un capitano d’industria, ma ti fa stare bene in amicizia, libertà e salute.
RIVOLUZIONARSI DOPO PIÙ DI 40 ANNI SI PUÒ, PAROLA DI UNIPOLSAI!
LO STORICO UFFICIO DI VIA BASTIA FUORI SI RIVOLUZIONA E CAMBIA SEDE.
Proprio cosi, l’ufficio UNIPOLSAI di Via Bastia Fuori che da più di 40 anni è un punto di riferimento per i clienti cambia sede ma soprattutto cambia look. È partito tanti anni fa questo sogno di rivoluzionare l’ufficio offrendo ai clienti uno spazio innovativo, fresco e molto comodo e finalmente l’idea dei titolari Casaril Dario e Ometto Francesca è realtà. Il nuovo ufficio è ubicato in via Belvedere 1 a Mirano, l’idea principale che ha accompagnato il progetto è stata quella cercare di sradicare dal cliente l’idea dell’ufficio classico offrendo ampi spazi di collaborazione tra l’operatore e il cliente in modo da non vendere un prodotto ma di costruirlo fianco a fianco. Via le scrivanie, via le stampanti, via i fogli di carta e via i computer….tutto diventa più interattivo, collaborativo e trasparente, noi crediamo che il fatto di costruire insieme e non vendere un pacchetto già pronto fa si che ogni cliente si senta seguito, ascoltato e capito, infatti pensiamo che debba essere accompagnato nel percorso che più lo rappresenta per questo l’idea di avere un banco tra noi e lui non faceva più parte di noi. L’assicurazione è un’operazione fondamentale per tutte le famiglie, per questo motivo è stata pensata un’area specifica per ogni tipologia di cliente dal più piccolo al più maturo, nasce così uno spazio riservato ai nostri piccoli e futuri clienti con giochi, colori e divertimento, un’innovazione che ancora nel nostro paese non viene sfruttata, l’idea di uno spazio dove poter lasciare il proprio bambino in sicurezza fa si che il cliente si dedichi interamente all’attività che sta svolgendo; ma non è finita qui, sono molte le novità introdotte: dal pagamento del bollo al nostro servizio di assicurazione con l’auto inclusa CAR SERVER alla consulenza con i Family Walfare Specialist. Quando più di 40 anni fa è stata inaugurata la sede di Via Bastia Fuori con le sue porte strette, gli uffici chiusi e dei vecchi schermi per pc a tubo catodico mai si sarebbe pensato che tutto sarebbe stato così stravolto, avere una piccola area ristoro, sorseggiare un caffè con i nostri clienti, lavorare tutti assieme in un grande ambiente sono tutte piccole cose che Dario, Francesca e il loro staff mai avrebbero immaginato, per questo il momento è pieno di gioia, gratitudine e soddisfazione. Le novità sono molteplici e noi di UNIPOLSAI non vediamo l’ora di mostrarvele tutte ma ora è tempo di lasciarvi così, un po' curiosi e un po' sorpresi nella speranza che il periodo ci conceda di festeggiare assieme ai nostri vecchi clienti ma anche con tutti quelli che vorranno far parte della nostra famiglia UNIPOLSAI!