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Smart working
Nell’ultimo periodo si è sentito sempre più parlare di Smart Working, ma forse pochi sanno di cosa si tratta e come funziona. Il significato dello “Smart Working” non è immediato e nemmeno così intuitivo. In italiano questo termine viene tradotto con “lavoro agile”, questo perché viene inteso come una nuova strategia manageriale fon data sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizza zione dei risultati. Quindi lo Smart Working è un modello organizzativo che interviene nel rapporto tra individuo e azienda proponendo una maggior autonomia nelle mo dalità di lavoro, a fronte del raggiungimento dei risultati.
L’IMPORTANZA DELL’ASSISTENZA LEGALE PROATTIVA PER LE PMI. Un rapporto necessario per il cambio di mentalità e metodo di lavoro richiesto dal vasto mercato in cui operiamo.
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Dum pendet, rendet! Così recita un antico detto latino. “Finché il processo dura, rende all’avvocato”, il quale, secon do tale credenza, trarrebbe i maggiori benefici economici dal fare le cause e dal tirarle in lungo. Non è (più) così, ma non voglio fare il difensore della mia categoria professionale: l’i nizio ad effetto di questo intervento vuole significare che – al contrario di quanto ci si possa aspettare da un legale – inten do dare qualche buon consiglio per….evitarli, i processi! In una società sempre più votata all’innovazione e infarcita di norme in continua, vorticosa e schizofrenica evoluzio ne, assume particolare importanza, per i responsabili delle imprese, acquisire le conoscenze specifiche indispensabili quando devono intraprendere iniziative che portano a scelte di responsabilità e di adesione ad obblighi normativi. Si evi terebbero molti problemi e – appunto – derive giudiziarie sia civili che penali – semplicemente avendo l’accortezza di chie dere consiglio preventivo ad un avvocato, a fronte di un dubbio o di una nuova iniziativa da intraprendere. Invece, e purtroppo, accade che si debbano assumere decisioni veloci, su aspetti che solo apparentemente sembrano poco importanti e quindi di non indispensabile attenzione. È quindi fondamen tale, per le piccole e medie imprese, affidarsi alla consulenza legale preventiva, per evitare (meglio) o affrontare (almeno) gli intoppi che possono generare situazioni spiacevoli all’in terno dell’organizzazione e magari compromettere l’attività d’impresa. L’imprenditore, di solito, pensa all’attività azien dale soltanto per quel che concerne la produzione e/o la commercializzazione di beni e servizi, confondendo così l’abilità della direzione con l’abilità degli operai. I titolari d’impresa dovrebbero, invece, essere ben consapevoli di dover essere idoneamente preparati, o almeno supportati, in campi diver Non si lavora più su base oraria ma per obiettivi. La rivo luzione digitale ha cambiato la filosofia di approccio al lavoro, consentendo una maggiore flessibilità, e nello Smart Working la tecnologia gioca un ruolo chiave. Grazie all’ap plicazione delle tecnologie avanzate si riesce a connettere persone, spazi e oggetti ai processi di business con l’obiet tivo di aumentarae la produttività, innovare e coinvolgere persone e gruppi di lavoro. Bisogna comunque sempre te ner presente che adottare lo Smart Working non vuol dire soltanto lavorare da casa e utilizzare le nuove tecnologie ma in questo nuovo modello organizzativo il concetto di ufficio diventa “aperto” e il vero spazio lavorativo è quello che favorisce la creatività delle persone, genera relazioni
si, proprio per poter garantire un futuro sereno alla propria attività. Questo significa che un’impresa va accompagnata nel suo percorso di crescita da consulenti esperti; anche per gli aspetti legali dell’attività stessa. Oggi è fondamentale, per esempio, conoscere i principi fondamentali del diritto del la voro, le norme sui contratti e sulle proposte da formulare e da sottoscrivere, la normativa sulla sicurezza, le disposizioni sulla tutela della proprietà intellettuale, le regolamentazioni sui sistemi che raccolgono dati protetti dalla tutela sulla pri vacy, o sul trattamento dei dati personali, che deve necessariamente rispettare il Regolamento Europeo (GDPR). E, di volta in volta, i nuovi istituti giuridici che quotidianamente possono impattare sull’attività aziendale: affrontarli prima, per evitare violazioni e conseguenze poi! Nel (necessitato e conveniente) cambiamento di mentalità, la figura dell’avvo cato dovrà gradualmente, ma inesorabilmente, trasformarsi da professionista che risolve i problemi a cose (mal)fatte, in consulente che, con approccio proattivo, affianca, previene e interviene su aspetti generali di adesione a modelli legali e su singoli e insidiosi casi particolari. L’avvocato per un’azienda è chiamato oggi ad identificare, valutare e gestire eventuali rischi di natura giuridica, derivanti da una possibile errata applicazione o violazione di norme legislative o regolamenta ri, e ha il compito di indicare le condotte legalmente virtuose dalle quali trarre beneficio. Anche la mia è una professione in rapidissima evoluzione, verso la sempre più necessaria con figurazione in assistenza legale continuativa, che costituisca il riferimento fiduciario, efficiente ed efficacie, per l’impresa e la sua struttura organizzativa.
che oltrepassano i confini aziendali, stimola nuove idee e quindi nuovo business. Anche le istituzioni sono ormai consapevoli dell’importanza che ha oggi dare la possibili tà ai dipendenti di lavorare in modo flessibile rispetto al luogo e all’orario attraverso l’uso delle tecnologie digita li, proprio in virtù degli effetti positivi riscontrati in termine di qualità di lavoro. A questo proposito nel giugno 2017, con il Job Act, è entrata in vigore la legge che disci plina il lavoro agile in Italia, la quale è stata uno stimolo ad adottare questo nuovo metodo di lavoro nelle imprese che ancora non lo conoscevano. Una delle principali ca ratteristiche dello Smart Working è il forte cambiamento culturale. Al giorno d’oggi le persone sono pronte a que sto cambiamento grazie alla diffusione sempre maggiore degli smartphone, i quali consentono di comunicare, la vorare e rimanere connessi in mobilità. Oggi gli italiani comunicano attraverso una pluralità di dispositivi, sia di proprietà che aziendali. Dall’avvento dell’Home Banking e successivamente servizi a mezzo di portali internet e na turalmente la vendita online con l’e-commerce, l’intento è quello di far spostare sempre meno le persone. Di conse guenza, cresce l’esigenza di definire le politiche di gestione rispetto alla pluralità di dispositivi fissi e mobili utilizzati dalle risorse che lavorano o collaborano con le organizza zioni. In termini di dotazione tecnologica, quella standard per consentire il lavorare da remoto, e applicare così lo Smart Working, generalmente si compone di PC portatile, VPN e servizi di social collaboration e solo quando neces sari vengono introdotti device mobili come smartphone e tablet. Lo Smart Working, in estrema sintesi, è una nuova dimensione del lavoro che da un lato favorisce la produt tività individuale e la continuità operativa dell’utente e, dall’altro, permette una significativa flessibilità rispetto al posto di lavoro, aumentando così la produttività.
Maurizio Foffano www.tecnosoft.it
SOGNI DI MUCCA LIBERATA: 14 CANZONI ISPIRATE ALL’IDEA DI LIBERTÀ DELLE EMOZIONI
È uscito il 20 aprile 2020, in pieno lockdown, su tutte le piattaforme musicali più conosciute, l’album musicale Sogni di mucca liberata. 14 canzoni scritte e prodotte da Paolo Montagni, cantautore da sempre per passione, ora alla sua prima uscita ufficiale come solista. Un album introspettivo, centrato sulle emozioni, partendo da un’idea, la felicità di una mucca lasciata libera di correre su un prato: una metafora che esprime desiderio di libertà, di vincoli da rompere, di spazi da percorrere; che diventano prati mentali da esplorare, luoghi di gioco e culla di emozioni intime da liberare, con lo sguardo critico verso un mondo colorato di contraddizioni. Le canzoni alternano armonie vintage, in bilico tra nostalgia e desideri di riscossa (“Sogni di mucca liberata”) e testi più intimisti come “L’andare, il cercare e il sentire”, o sospesi tra disillusione e speranza, con lo sguardo perplesso verso una folla sgrammaticata che non sa più riflettere (“Matteo”). “Novecento” abbozza un affresco commuovente di memoria e speranza e “Un ragazzo che cammina” rivive le sensazioni della giovinezza in cerca dei propri sogni. Un album suonato e prodotto nello studio casalingo, mixato durante le lunghe settimane di lockdown, con pochi essenziali strumenti e l’aiuto di amici d’infanzia come Francesco Stevanato, che ha suonato la chitarra in alcuni brani. Per saperne di più e ascoltare le canzoni visita il sito: https://sites.google.com/view/pao
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Paolo Montagni, classe 1967, come cantautore ha collaborato con diversi gruppi musicali. Nel 1994 ha partecipato alla fondazione di Ciuke e i Aquarasa, gruppo nato dopo lo scioglimento dei Pitura Freska, pubblicando nel 1994 l’album “Cose buone dal mondo” e partecipando nel 1995 alla compilation “Vùdstoc - Venezia per Sarajevo”. Da 35 anni è autore di canzoni, ma questa è la sua prima pubblicazione ufficiale da solista.
DA “MIRANO RIPAR-TI-AMO” AL NATALE I COMMERCIANTI SI RIPRENDONO LA PIAZZA
SECONDA METÀ DEL 2020 ALL’INSEGNA DEGLI EVENTI: IL 27 SETTEMBRE C’È “A PIEDI IN CENTRO”
I commercianti l’hanno voluto battezzare “Mirano ripar-Ti-amo”, a sottolineare la voglia di ricominciare da protagonisti e allo stesso tempo il sentimento che lega il loro lavoro alla città, capaci di resistere anche di fronte a difficoltà come quella, enorme, del lockdown. Il concerto del 10 luglio scorso in piazza a Mirano è stato molto più di un successo: ha voluto essere un segnale, il “la” a un modo diverso di vivere questa emergenza, che anche se continua, può permettere, pur con le dovute precauzioni, di vivere la città, il suo bel centro storico, le sue attività e manifestazioni che negli anni l’hanno resa celebre anche fuori provincia. E, con un pizzico d’orgoglio, dando l’im pronta anche allo stile: la serata della ripartenza è stata caratterizzata da un’organizzazione impeccabile e da una risposta della gente perfettamente in linea con le richie ste di distanziamento, utilizzo dei dispositivi di protezione, evitando assembramenti e contatti. Con questo stile e con queste motivazioni il gruppo di Confcommercio, che I medici e gli operatori sanitari in ospedale, i piccoli com mercianti in paese. Confcommercio del Miranese ne è convinta: è servito un doppio baluardo di difesa per salvarci dal Covid-19. Da un lato l’aspetto sanitario e della ricerca, che ha saputo far fronte all’emergenza dentro e fuori gli ospedali, salvando migliaia di vite umane. Dall’altro, però, l’isolamento, la solitudine soprattutto di alcune fasce di po polazione, a cominciare dagli anziani, è stato fronteggiato grazie soprattutto ai negozi di prossimità, in grado di ri convertirsi a nuove modalità di vendita, più sociali: dalle consegne a domicilio mai sperimentate prima in modo così massiccio, all’asporto, anche laddove non si era mai prati cato. Il Miranese, da questo punto di vista, ha fatto scuola e a testimoniarlo c’è l’afflusso senza precedenti, di attività e clienti, sul Portale del Miranese (www.portaledelmiranese. it). Il servizio, nato nel 2018 per avere negozi e locali del ter ritorio sempre a portata di smartphone, ha aperto durante il lockdown una sezione appositamente dedicata a tutte le attività del territorio che offrono un servizio di spesa a domicilio. Oggi vi aderiscono circa 500 attività di tutto il comprensorio, con un sistema di navigazione accessibile a tutti e negozi facilmente individuabili per categoria e paese. Durante la difficile quarantena è diventato il punto di rife ogni anno anima la piazza con tante iniziative, è pron to, se l’epidemia lo consentirà, a tornare in campo per le manifestazioni d’autunno, a cominciare da “A piedi in Centro”, fino alle tante idee che bollono in pentola per il prossimo Natale. Domenica 27 settembre l’appuntamento con la giornata della mobilità sostenibile, sarà l’occasio ne per riportare i negozi a cielo aperto, rimettendo ancora una volta la piazza in primo piano, come luogo da vivere, passeggiando a piedi con lentezza, assaporando le preli batezze del territorio e delle altre regioni, incontrando la gente a cominciare da chi ci vive e ci lavora, ovvero nego zianti, baristi, ristoratori. Da anni la “Settimana europea della mobilità” culmina a Mirano con l’ormai tradizionale appuntamento d’inizio autunno “A piedi in centro”: oltre ai commercianti di Mirano e frazioni che porteranno in piazza i loro prodotti, ci saranno bancarelle selezionate di prodotti tipici e intrattenimento per tutti i gusti e le età. Poi per i commercianti di Mirano sarà già tempo di cata rimento per molte famiglie, impossibilitate ad approvvigionarsi anche di generi di prima necessità e così, un servizio nato in tempi non sospetti per rilanciare il commercio di prossimità e valorizzare i piccoli negozi sotto casa, è diven tato un essenziale sussidio durante l’emergenza. Quella del Portale del Miranese si è rivelata, nell’emergenza, una stra tegia vincente: Confcommercio continua a ritenere che si tratti di un valido aiuto alle imprese, che possono sfruttare le potenzialità offerte dalla piattaforma per migliorare la propria visibilità, farsi conoscere e aumentare i contatti con i potenziali clienti. Anche perché nel frattempo il progetto cresce e si arricchisce di nuovi strumenti: al suo interno è stato creato, per esempio, un’area che raccoglie le ultime novità e gli eventi salienti del Miranese, così da mettere in risalto non solo l’offerta commerciale, ma anche tutto l’indotto rappresentato da eventi, manifestazioni, cultura, sport. Per questo l’associazione continua a investire sul Portale, integrando l’offerta presentata e sfruttandolo an che per promuovere gli eventi sul territorio con l’obiettivo di attirare ulteriori visitatori. «In questi mesi – spiegano il Presidente di Confcommercio del Miranese Ennio Gallo e la direttrice Tiziana Molinari – i negozi hanno sopperito alle mancanze di molte famiglie, che si sono trovate dall’oggi al pultarsi all’Avvento e guardare al Natale: dopo il successo degli appuntamenti dell’anno scorso, si pensa a un altro dicembre di mercatini, allestimenti da incanto, a comin ciare dal bosco sull’ovale, le casette in legno con Babbo Natale e la Befana e le tradizionali luminarie che addob beranno a festa il salotto buono della città e via Gramsci. Per Roberto Rossato, capodelegazione dei commercianti di Mirano: «Con una serata-evento abbiamo voluto dare, lo scorso 10 luglio, un segnale chiaro, tangibile di ripar tenza, per Mirano ma in realtà anche per tutti i comuni del Miranese e della Città metropolitana. Abbiamo ricordato tutto quello che è successo, ringraziando persone fantasti che che in questo terribile periodo hanno combattuto in prima linea contro questo invisibile nemico e ritrovandoci insieme per riprendere il cammino. Con l’amministrazio ne comunale, le attività commerciali, gli artigiani e tutte le aziende del territorio siamo pronti ora a passare ai fatti:
CONTRO IL COVID, MEDICI MA ANCHE NEGOZI SOTTO CASA
davvero Mirano è pronta a ripartire». domani senza possibilità di muoversi e con i negozi del pae se chiusi. Uno scenario di guerra. Per fortuna i nostri commercianti hanno saputo farsi carico della spesa a domicilio, rimanendo l’unico sostentamento quando non si poteva uscire dal comune». È stata una fase, per fortuna, breve ma fondamentale e adesso i vertici dell’associazione puntano a valorizzare questo passaggio: «È stato rinsaldato un legame – proseguono Gallo e Molinari - già molto forte, tra cittadi ni e negozi di prossimità, tra paese e comunità, tra consumatori e negozianti di fiducia, a riprova che questo settore è fondamentale per la vita, la socialità e la sicurezza dei nostri centri. Adesso è l’ora di restituire il favore, mettendo queste attività al primo posto della lista nei luoghi dove fare ac quisti. Oggi i negozianti sono ancora lì a ricordarci che solo insieme, cittadini, commercianti e istituzioni, potremmo ricominciare e far ripartire l’economia, la socialità e la vita del paese dove abitiamo. In questo chiediamo però anche l’aiuto e il sostegno della politica e delle amministrazioni locali, con il riconoscimento del ruolo vitale dei negozi di vicinato per la nostra società: attraverso sgravi fiscali, az zeramento di alcuni tributi e incentivi al proseguimento e alla crescita di queste attività, cominciando dalla riduzione della burocrazia».
CORO CRODA ROSSA
Il coro Croda Rossa si sta preparando a festeggiare, nel 2021, il 50° anniversario della sua nascita! In realtà ai “ragazzi” del coro preme soprattutto cantare, sfidarsi in brani sempre nuovi per arrivare ad ottenere quegli effetti musicali a cui tenacemente, da buon insegnante del tempo antico, li guida il direttore Gianni Ancilotto. Durante le prove (due sere la set timana!) non sono risparmiate critiche, incoraggiamenti, sollecitazioni ai diversi segmenti del coro, perché, armoniz zando con cocciuta tenacia le differenze ognuno potenzi le qualità vocali di tutti li altri, raggiungendo una affascinante unità corale. E questo splendido coro tutto maschile lo scorso anno ha deciso di eleggere come presidente una donna. Lu singata dalla scelta, per ripercorrerne l’itinerario mi sono messa a frugare tra le foto del gruppo, ricostruendo così una storia che è anche in qualche misura una piccola storia di Mirano. In molti dei volti quasi fanciulli di quei primi anni ’70 riconosciamo i lineamenti di molti dei tenori, baritoni e bassi di oggi, perché lunga è la storia di questo coro, fatta soprattutto di impegno e di amicizia. Come mi spiega Gior dano, nel gruppo tutti conoscono soddisfazioni e problemi degli altri, e se ne fanno carico. In realtà è proprio questa l’aria che si respira, partecipando alla vita del coro. Molti ca pelli neri ci sono in queste prime foto! mi fa osservare Giuseppe Ancilotto, che, sulla scia del fratello maggiore, ha seguito il coro fin da giovanissimo, trovandosi poi con naturalezza ad esserne parte. Alcuni volti ci parlano di una interessante continuità nella passione per il canto, come ad esempio quello di Gino Ancilotto, o suscitano più ricordi, come ad esempio quello del giovane Paolo Pellegrini, pur troppo non più tornato da un viaggio in America, di Wally Pellegrini, fervida sostenitrice del coro, o di Piero Bertoldo, che, gestendo un locale in calle Girardi, con tanto entusiasmo sapeva progettare eventi tesi a valorizzare la coralità. Una foto ancora in bianco e nero ci riconsegna il volto del primo presidente del coro, Gino Sabadin. Gilberto Peguri, Claudio Saccardo, ancor oggi in prima fila come corista, Giancarlo Pellay, che per Mirano ha rappresentato una enorme risorsa culturale come maestro e direttore didattico, Alberto Tacco, Marco Lavazza e Aldo Celeghin sono i presidenti che a lui sono succeduti. Molte delle foto riguardano il 1974. Vi ritro viamo i volti di direttori dei cori invitati alle annuali rassegne da sempre organizzate a Mirano dal coro Croda Rossa… Lu cio Finco, direttore del Coro Marmolada di Venezia, Serafino Falcon direttore delle Cime di Marghera, o del presidente del coro ANA di Vittorio Veneto. Incuriosisce la presenza di un giovanissimo: si tratta di Michele Peguri, il figlio di Gilberto, ai suoi primi passi lungo un itinerario professionale che lo avrebbe portato a diventare insegnante di musica al conser vatorio. In seconda fila in una delle foto si indovina anche il volto di Gianfranco Masiero, oggi attivissimo con una sua band di successo. Al repertorio fotografico è affidato anche lo Erano tanti, sicuramente migliaia, adagiati in quegli stretti lettini delle Case di Riposo! Percepivano di essere circondati e avvolti da tanti tubici ni, forse sentivano che stava loro accadendo qualcosa di importante, di speciale…. Forse capivano, o forse no, che quello era il giorno della loro fine e con gli occhi stanchi su cui era già calato il velo della morte, cercavano un volto amico, un volto che avevano amato, che potesse confortar li mormorando loro “stai tranquillo, non sei solo, sono qui storico avvicendarsi dei direttori del coro: da Vittorino Laz zari, attivo nei primi anni, a Giovanni (in realtà per noi tutti Gianni) Ancilotto, immortalato in una foto che lo vede il 26 ottobre del 1979 dirigere per la prima volta il coro a Mirano. Quel coro, fattosi una grande famiglia, che ancora oggi con entusiasmo e dedizione instancabilmente dirige. lo scorrere delle immagini ci fa scoprire anche la storica presenza di componenti del coro costretti poi ad abbandonarlo per il so vraccarico di impegni che il loro itinerario professionale ed artistico comportava, come Giorgio Cavazzano, oggi illustra tore di fama internazionale, che ricorda ancora con affetto ed entusiasmo le serate passate al coro e la vera amicizia che ha sempre legato i coristi tra di loro. Ma tutte le storie dei coristi, della loro passione per la musica, per il canto, per la coralità, sarebbero da raccontare. Nel coro confluisce infatti la ric chezza di esperienze musicali, professionali e umane non mai ostentate, pur se di grande interesse: c’è chi custodisce gelosamente il cappello da alpino, chi porta con sé l’ardore e la disciplina del paracadutista, chi non può staccarsi dalla sua mentalità di medico, di tecnico, di professionista, di im prenditore, di artigiano… chi un coro lo ha diretto, chi proviene da altri cori. Tutti diversi, ma tutti accomunati dalla voglia di cantare, che rende liberi, che parla al cuore degli interlocutori. Tra le foto significativa è anche la presenza dei personaggi che, nel corso della sua storia, hanno interagito con la Croda Rossa. Nei momenti di ufficialità, riguardanti rassegne, premi, eventi particolari, riconosciamo i sindaci che si sono alternati nella amministrazione del paese, Renzo Milan, Giancarlo Tonolo, Gianni Fardin, ma anche l’assesso re regionale Mirco Marzaro, e persino l’allora Patriarca di Venezia Albino Luciani, poi Papa Giovanni Paolo. Si fa notare anche la foto che mostra l’annullo postale del 1984, in cui a celebrare la Croda Rossa è un francobollo che ne riproduce lo stemma. Il coro con le sue camicie rosse, ma anche in alcuni anni gialle, è ritratto in foto di grande effetto sullo sfondo di Villa XXV aprile, il suo parco e la sua barchessa, di Villa Bel vedere col suo suggestivo castelletto, simboli di quella Mirano a cui la Croda Rossa è legata da profonda connessione. Se il legame con la dimensione locale è bello, ancora più impor tante diventa quando si fa occasione per aprirsi al mondo. E di questa apertura sono testimonianza le foto che ci narrano la presenza del nostro coro a Budapest e a Neuchatel in Sviz zera, tanto per citare solo due delle città che hanno fatto da sfondo al suo protagonismo canoro all’estero. Ma ecco anche le belle immagini di un coro dall’aria spensierata sui prati ai piedi della Croda Rossa, davanti al rifugio Monte Elmo, al rifugio Gallo Cedrone, a San Romedio, ecco le rassegne di Lusiana, di Bajo Dora, di Bobbio, le manifestazioni di Vitto rio Veneto, la suggestiva sfilata di San Candido. Guardando al passato del coro è inevitabile ricordare le due rassegne an nuali, di maggio e di dicembre, costanti nel tempo, i concerti, vicino a te”, ma quel volto amico non era accanto a loro. Forse rivedevano i lunghi giorni trascorsi nel duro lavoro quotidiano, oppure i volti con gli occhi sgranati dei loro figli e nipoti e, forse, si sono chiesti dove fossero ora, in quel momento così importante della loro fine……, forse a qualcuno di loro sarà sembrato di sentire un singhiozzo, di sentire mormorare un “addio, ti vogliamo bene…!”, invece no, erano soli! Poi, finalmente, non percepirono nemmeno più l’angoscia: era scomparsa anche quella! Udivano nel buio più assoluto soltanto il rumore di un camion; era uno dei tanti veicoli militari che stavano portando le loro bare al forno crematorio; forse qualcuno si domandò come mai nessun Sacerdote recitasse le preghiere che avrebbero do vuto accompagnarli in quel lungo doloroso viaggio verso il nulla ed allora, forse, si resero conto di essere veramente soli, di avere chiuso la loro esistenza senza il conforto della presenza e dell’amore di nessuna persona cara, di nessun amico! Perché una morte così triste e crudele per questi anziani? Se per tutto questo esiste la responsabilità di qualcuno, noi chiediamo a Dio che renda giustizia a tutte queste po vere anime!!! Marino C.
gli scambi con altri cori per una reciproca ospitalità, il sup porto dato agli spettacoli multimediali sull’emigrazione, sulla montagna, sulla guerra organizzati da Aldo Celeghin, la pubblicazione di una serie di CD. Ma ciò che più interessa oggi un coro quasi cinquantenne, che non dà segni di stan chezza o di cedimento, è progettare il futuro. Nel 2020 il Duomo di Mirano ospiterà a maggio e dicembre le due classi che rassegne annuali. Un invito del Coro Vanoi ci porterà il 19 settembre a Prade, e altri inviti stiamo ancora valutando la possibilità di inserirli in una programmazione già densa di eventi. Evento molto importante sarà quello del 26 marzo, in cui, ospitati negli spazi della Taverna, in via Castellantico 25 a Mirano, presenteremo “C’era una volta Mirano”, la narra zione della storia sociale di un secolo, il ‘900, tanto vicino e tanto lontano da noi, fatta di brevi testi raccolti dalla testimo nianza orale dei protagonisti e di canti riproposti dal coro Croda Rossa. Il tentativo di portare la cultura musicale nei luoghi vissuti dalla gente ci pare una scelta importante: per questo, abbiamo progettato l’utilizzo di spazi aperti al pubbli co per una serie di incontri sul tema “Dal filò ai canti d’osteria”, incontri che proseguiranno poi nel 2021. Sempre nel 2021, se avremo fortuna e l’indispensabile appoggio econo mico, porteremo a Mirano il magico coro della SAT, per celebrare alla grande il 50° anniversario del nostro coro. E, ancora nel 2021, per festeggiare il mezzo secolo di attività corale mettendo in risalto la complessità del repertorio della Croda Rossa, abbiamo programmato degli eventi multimediali, in cui verranno criticamente riproposti i nostri spirituals (canti di guerra, di amore, di dolore e di nostalgia degli alpini), la coralità “liturgica”(i canti che accompagnavano tradizional mente i principali eventi dell’anno liturgico), i canti di lavoro (in ricordo di una realtà sociale rappresentativa della durez za dei secoli passati), il fascino del creato (quando i canti danno voce all’immensità delle vette, del verde, dell’acqua), la poesia d’autore nella coralità (quando l’armonia vocale si in nesta in testi di Davide Maria Turoldo, Bepi De Marzi, ecc.). Essendo l’obiettivo del coro quello di coinvolgere il più possi bile nei festeggiamenti i suoi sostenitori, a cui tanto deve, e tutta la cittadinanza, per molti degli eventi, riproponibili per chi ce ne farà richiesta, si approfitterà ancora una volta della disponibilità e della buona acustica del nostro Duomo, e de gli spazi che ci verranno messi a disposizione da chi ci vorrà
IL CORONA-VIRUS CE LI HA RAPITI: ADDIO FRATELLI SCONOSCIUTI
sentir cantare! Gianna Marcato
ZAMPIERI GIUSEPPE (Beppi)
“Mirano Magazine” intende ricordare questo nostro concittadino, sempre leale ed onesto con tutti, ed esprime agli amici Michele e Martino, profondi sentimenti di cordoglio, per la grave perdita dell’amato padre.