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settembre 2020
SMART WORKING Nell’ultimo periodo si è sentito sempre più parlare di Smart Working, ma forse pochi sanno di cosa si tratta e come funziona. Il significato dello “Smart Working” non è immediato e nemmeno così intuitivo. In italiano questo termine viene tradotto con “lavoro agile”, questo perché viene inteso come una nuova strategia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione dei risultati. Quindi lo Smart Working è un modello organizzativo che interviene nel rapporto tra individuo e azienda proponendo una maggior autonomia nelle modalità di lavoro, a fronte del raggiungimento dei risultati.
Non si lavora più su base oraria ma per obiettivi. La rivoluzione digitale ha cambiato la filosofia di approccio al lavoro, consentendo una maggiore flessibilità, e nello Smart Working la tecnologia gioca un ruolo chiave. Grazie all’applicazione delle tecnologie avanzate si riesce a connettere persone, spazi e oggetti ai processi di business con l’obiettivo di aumentarae la produttività, innovare e coinvolgere persone e gruppi di lavoro. Bisogna comunque sempre tener presente che adottare lo Smart Working non vuol dire soltanto lavorare da casa e utilizzare le nuove tecnologie ma in questo nuovo modello organizzativo il concetto di ufficio diventa “aperto” e il vero spazio lavorativo è quello che favorisce la creatività delle persone, genera relazioni
che oltrepassano i confini aziendali, stimola nuove idee e quindi nuovo business. Anche le istituzioni sono ormai consapevoli dell’importanza che ha oggi dare la possibilità ai dipendenti di lavorare in modo flessibile rispetto al luogo e all’orario attraverso l’uso delle tecnologie digitali, proprio in virtù degli effetti positivi riscontrati in termine di qualità di lavoro. A questo proposito nel giugno 2017, con il Job Act, è entrata in vigore la legge che disciplina il lavoro agile in Italia, la quale è stata uno stimolo ad adottare questo nuovo metodo di lavoro nelle imprese che ancora non lo conoscevano. Una delle principali caratteristiche dello Smart Working è il forte cambiamento culturale. Al giorno d’oggi le persone sono pronte a questo cambiamento grazie alla diffusione sempre maggiore degli smartphone, i quali consentono di comunicare, lavorare e rimanere connessi in mobilità. Oggi gli italiani comunicano attraverso una pluralità di dispositivi, sia di proprietà che aziendali. Dall’avvento dell’Home Banking e successivamente servizi a mezzo di portali internet e naturalmente la vendita online con l’e-commerce, l’intento è quello di far spostare sempre meno le persone. Di conseguenza, cresce l’esigenza di definire le politiche di gestione rispetto alla pluralità di dispositivi fissi e mobili utilizzati dalle risorse che lavorano o collaborano con le organizzazioni. In termini di dotazione tecnologica, quella standard per consentire il lavorare da remoto, e applicare così lo Smart Working, generalmente si compone di PC portatile, VPN e servizi di social collaboration e solo quando necessari vengono introdotti device mobili come smartphone e tablet. Lo Smart Working, in estrema sintesi, è una nuova dimensione del lavoro che da un lato favorisce la produttività individuale e la continuità operativa dell’utente e, dall’altro, permette una significativa flessibilità rispetto al posto di lavoro, aumentando così la produttività. Maurizio Foffano www.tecnosoft.it
L’IMPORTANZA DELL’ASSISTENZA LEGALE PROATTIVA PER LE PMI. Un rapporto necessario per il cambio di mentalità e metodo di lavoro richiesto dal vasto mercato in cui operiamo. Dum pendet, rendet! Così recita un antico detto latino. “Finché il processo dura, rende all’avvocato”, il quale, secondo tale credenza, trarrebbe i maggiori benefici economici dal fare le cause e dal tirarle in lungo. Non è (più) così, ma non voglio fare il difensore della mia categoria professionale: l’inizio ad effetto di questo intervento vuole significare che – al contrario di quanto ci si possa aspettare da un legale – intendo dare qualche buon consiglio per….evitarli, i processi! In una società sempre più votata all’innovazione e infarcita di norme in continua, vorticosa e schizofrenica evoluzione, assume particolare importanza, per i responsabili delle imprese, acquisire le conoscenze specifiche indispensabili quando devono intraprendere iniziative che portano a scelte di responsabilità e di adesione ad obblighi normativi. Si eviterebbero molti problemi e – appunto – derive giudiziarie sia civili che penali – semplicemente avendo l’accortezza di chiedere consiglio preventivo ad un avvocato, a fronte di un dubbio o di una nuova iniziativa da intraprendere. Invece, e purtroppo, accade che si debbano assumere decisioni veloci, su aspetti che solo apparentemente sembrano poco importanti e quindi di non indispensabile attenzione. È quindi fondamentale, per le piccole e medie imprese, affidarsi alla consulenza legale preventiva, per evitare (meglio) o affrontare (almeno) gli intoppi che possono generare situazioni spiacevoli all’interno dell’organizzazione e magari compromettere l’attività d’impresa. L’imprenditore, di solito, pensa all’attività aziendale soltanto per quel che concerne la produzione e/o la commercializzazione di beni e servizi, confondendo così l’abilità della direzione con l’abilità degli operai. I titolari d’impresa dovrebbero, invece, essere ben consapevoli di dover essere idoneamente preparati, o almeno supportati, in campi diver-
si, proprio per poter garantire un futuro sereno alla propria attività. Questo significa che un’impresa va accompagnata nel suo percorso di crescita da consulenti esperti; anche per gli aspetti legali dell’attività stessa. Oggi è fondamentale, per esempio, conoscere i principi fondamentali del diritto del lavoro, le norme sui contratti e sulle proposte da formulare e da sottoscrivere, la normativa sulla sicurezza, le disposizioni sulla tutela della proprietà intellettuale, le regolamentazioni sui sistemi che raccolgono dati protetti dalla tutela sulla privacy, o sul trattamento dei dati personali, che deve necessariamente rispettare il Regolamento Europeo (GDPR). E, di volta in volta, i nuovi istituti giuridici che quotidianamente possono impattare sull’attività aziendale: affrontarli prima, per evitare violazioni e conseguenze poi! Nel (necessitato e conveniente) cambiamento di mentalità, la figura dell’avvocato dovrà gradualmente, ma inesorabilmente, trasformarsi da professionista che risolve i problemi a cose (mal)fatte, in consulente che, con approccio proattivo, affianca, previene e interviene su aspetti generali di adesione a modelli legali e su singoli e insidiosi casi particolari. L’avvocato per un’azienda è chiamato oggi ad identificare, valutare e gestire eventuali rischi di natura giuridica, derivanti da una possibile errata applicazione o violazione di norme legislative o regolamentari, e ha il compito di indicare le condotte legalmente virtuose dalle quali trarre beneficio. Anche la mia è una professione in rapidissima evoluzione, verso la sempre più necessaria configurazione in assistenza legale continuativa, che costituisca il riferimento fiduciario, efficiente ed efficacie, per l’impresa e la sua struttura organizzativa.
Avv. Giuseppe Favaron www.avvocatofavaron.it
SOGNI DI MUCCA LIBERATA: 14 CANZONI ISPIRATE ALL’IDEA DI LIBERTÀ DELLE EMOZIONI È uscito il 20 aprile 2020, in pieno lockdown, su tutte le piattaforme musicali più conosciute, l’album musicale Sogni di mucca liberata. 14 canzoni scritte e prodotte da Paolo Montagni, cantautore da sempre per passione, ora alla sua prima uscita ufficiale come solista. Un album introspettivo, centrato sulle emozioni, partendo da un’idea, la felicità di una mucca lasciata libera di correre su un prato: una metafora che esprime desiderio di libertà, di vincoli da rompere, di spazi da percorrere; che diventano prati mentali da esplorare, luoghi di gioco e culla di emozioni intime da liberare, con lo sguardo critico verso un mondo colorato di contraddizioni. Le canzoni alternano armonie vintage, in bilico tra nostalgia e desideri di riscossa (“Sogni di mucca liberata”) e testi più intimisti come “L’andare, il cercare e il sentire”, o sospesi tra disillusione e speranza, con lo sguardo perplesso verso una folla sgrammaticata che non sa più riflettere (“Matteo”). “Novecento” abbozza un affresco commuovente di memoria e speranza e “Un ragazzo che cammina” rivive le sensazioni della giovinezza in cerca dei propri sogni. Un album suonato e prodotto nello studio casalingo, mixato durante le lunghe settimane di lockdown, con pochi essenziali strumenti e l’aiuto di amici d’infanzia come Francesco Stevanato, che ha suonato la chitarra in alcuni brani. Per saperne di più e ascoltare le canzoni visita il sito: https://sites.google.com/view/paolomontagni-muccaliberata/home-page Paolo Montagni, classe 1967, come cantautore ha collaborato con diversi gruppi musicali. Nel 1994 ha partecipato alla fondazione di Ciuke e i Aquarasa, gruppo nato dopo lo scioglimento dei Pitura Freska, pubblicando nel 1994 l’album “Cose buone dal mondo” e partecipando nel 1995 alla compilation “Vùdstoc - Venezia per Sarajevo”. Da 35 anni è autore di canzoni, ma questa è la sua prima pubblicazione ufficiale da solista.