SETTEMBRE 2021 - COPIA GRATUITA N. 10
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Mirano Magazine Mirano “oggi e nel futuro, che vedrà la nostra città verde ancora più verde” “Sindaca
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"La mortalità Covid-19 a Mirano”
“ Emergenza sanitaria e … mancanza di medici"
“Restauro Duomo e Campanile di Mirano”
“Dott. Gabriele Petrolito”
“Dott. Giorgio Babato"
“Maurizio Foffano"
pag. 7
pag. 8
pag. 22
Maria Rosa Pavanello” pag. 5
EDITORIALE
ASSOCIAZIONE MICOLOGICA BRESADOLA GRUPPO
“AMICI MICOLOGI MIRANO”
Sta per arrivare l’autunno e i funghi ci attendono. Chi ama andar per funghi, sfrutti questo periodo. Nei territori del Cadore e del Comelico, stanno fiorendo Boletus, Russule, Cantharellus e tante altre specie di funghi. Però per la loro crescita, quest’anno, ci sono evidenti difficoltà, dovuti a vari fattori. Dopo il passaggio della tempesta VAIA dell’ottobre 2018, molti alberi sono caduti ed è cambiato il paesaggio, con conseguenze sulla produzione micologica, perché alcuni siti produttivi sono andati totalmente perduti. VAIA ha scompaginato una buona parte del territorio del Cadore e del Comelico e diversi boschi sono completamente spariti. E’ bene ricordare che il micelio della maggior parte delle specie pregiate, vive in simbiosi con le radici degli alberi. Per questo la comparsa di diversi siti boschivi ha portato alla perdita di una infinità di miceli, che producevano funghi. Ci vorranno decine di anni, prima che le condizioni possano tornare favorevoli per molte specie di funghi, visto che prima dovranno riformarsi i boschi. Quest’anno, poi, si sono presentate altre situazioni, poco favorevoli alla
“Dai Laghi Masuri (Polonia)..a Mirano quarta puntata Coronavirus “Silvano Bertoldo” pag. 34
crescita dei funghi.Nel mese di luglio ci sono state giornate con basse temperature. E’ infatti, nevicato nel Civetta e nel Pelmo, per cui i loro boschi sono rimasti a lungo molto umidi e i funghi hanno tardato ad arrivare. Nel mese di agosto, al contrario, l’elevata temperatura e assenza di pioggia, hanno fermato la loro crescita. Per questo la fruttificazione è in ritardo, ma tra qualche periodo speriamo che tutto ritorni alla normalità e quindi prepariamoci alla loro raccolta. Il momento migliore per andare a funghi è il primo mattino. Indossiamo vestiario adatto. Portiamo con noi un coltellino, per estrarre da terra il fungo con delicatezza, ruotando la base del gambo e tirandolo leggermente verso l’alto. Il fungo va, ripulito e posto in un capiente Cestino. E’ bene non raccogliere i funghi troppo giovani o troppo vecchi. Facciamo molta attenzione ai funghi velenosi. Ed allora che la natura ci doni delle belle e “buone soddisfazioni” IL PRESIDENTE
Trevisanato Paolo
“Il metodo body butterfly” “Germana Scarazzato” pag. 48
“Eccellenze sportive e produttive Miranesi”o “Cristian Zara” pag. 49
“ASD Mirano al Pozzo” Danilo Barchitta “Un fratello è un amico dalla natura” “Claudio Barchitta” pag. 50
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In questo numero di SETTEMBRE 2021 pag.
A scuola per andare oltreilmuro 06 La mortalità Covid-19 a Mirano 07 Giornate FAI di Primavera 2021 19 Rebecca Mazzarella Alice Casanova e il segreto di Villa delle Rose 20 In ricordo del maestro Egidio Novello 21 Dai Laghi Masuri Polonia a Mirano 34 Bonus Facciate: cosa accadrà nel 2022
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Vespa Club Mirano 25 anni di vita 46 Negozio e officina da Coi Angelo 60 anni di attività 47 Mirano al Pozzo: 30 anni di passione 2 parte 51 Come sarà il futuro dell´auto ? 52
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MIRANO: “OGGI E NEL FUTURO, CHE VEDRÀ LA NOSTRA CITTÀ VERDE ANCORA PIÙ VERDE” Cresce il verde a Mirano. Nei prossimi mesi nella nostra città arriveranno a compimento due percorsi che miglioreranno ulteriormente il suo patrimonio naturale, che, per dimensioni, storia e bellezza, è da sempre un nostro orgoglio, una caratteristica distintiva. Vedremo ingrandirsi un parco e un bosco. Il parco è il “Morvillo”, alla fine di via Gramsci. Lo scorso aprile il Comune di Mirano e la Gasparini S.p.A. hanno siglato un protocollo d’intesa che prevede, da parte dell’azienda, la cessione al demanio comunale di un’area da destinare a verde pubblico attrezzato. Il terreno in questione è quello compreso tra il vecchio confine sud del parco Morvillo e viale Venezia (SP 81). L’iniziativa prende origine dal procedimento relativo all’ampliamento dell’edificio produttivo della ditta Gasparini S.p.A. Comune di Mirano e Legambiente del Miranese hanno definito che l’area in questione venga piantumata con numerosi nuovi alberi. La sezione cittadina di Legambiente si occuperà direttamente di reperire le piante e di provvedere alla loro messa a dimora ,grazie al progetto denominato "Seminare Ambiente", che prevede diverse azioni di sensibilizzazione ambientale, che è risultato vincitore di un bando di finanziamento del CSV di Venezia. I nuovi alberi, collocati lungo il lato meridionale dell’area, costituiranno un importante barriera boschiva tra la strada provinciale e il quartiere Gramsci. Il procedimento prevede inoltre che la Gasparini S.p.A realizzi alcune opere per rendere maggiormente usufruibile l’area. Verrà costruito un ponticello che, scavalcando lo scolo Caltressa, collegherà la nuova area verde all’attuale parco Morvillo. La zona verrà dotata anche di un’area cani, percorsi di collegamento ciclo-pedonali ed elementi di arredo urbano. Inoltre è prevista un’area da destinare agli orti urbani. Il bosco che vedrà aumentare la sua esten-
sione, invece, è quello del Parauro. In questo caso il risultato è frutto del decennale percorso di ampliamento del bosco, da sempre sostenuto dall’Amministrazione comunale e in cui la cittadinanza è parte attiva. Nelle scorse settimane il Comune aveva scritto un progetto per partecipare al bando per ottenere i fondi messi a disposizione dal Ministero della Transizione Ecologica (MiTE). A metà luglio è arrivata la grande notizia: quel progetto ha vinto, risultando dunque tra i migliori d’Italia e aggiudicandosi un finanziamento di 353.000 euro. Il progetto di ampliamento dell’esistente bosco, ubicato a Nord del centro urbano di Mirano, prevede la riqualificazione e la riforestazione di un terreno confinante di 9,14 ettari di estensione, attualmente di proprietà dell’ente IPAB Mariutto. I fondi ricevuti permetteranno di piantare circa 9.500 tra alberi e arbusti. Comune di Mirano e Mariutto sono capifila di un gruppo di stakeholder locali che, in sinergia, pongono le basi per un processo che non vuole essere solo un progetto di riforestazione urbana, ma si pone anche l’obiettivo di aumentare la biodiversità e il valore ambientale dell’area e dare corpo a un insieme di azioni di coesione sociale, disseminazione e comunicazione, atte alla promozione della consapevolezza ambientale e alla solidarietà tra generazioni e comunità del territorio. Oltre alla fondamentale collaborazione dell’IPAB Mariutto, che ha da subito creduto nel progetto e raccolto la sfida che esso lanciava, e al coinvolgimento degli attuali gestori del Bosco del Parauro (NAPEA), dell'Istituto Agrario 8 Marzo-K. Lorenz di Mirano, che qui ha la sua Azienda agraria, del Consorzio Sociale Unitario Zorzetto, che ha messo la competenza tecnica specializzata per la programmazione e manutenzione delle opere, il progetto presentato prevede lo sviluppo di quella rete di portatori di interessi che
svolgono attività e co-progettano azioni di sviluppo. Vuole coinvolgere non solo chi fa già parte del progetto del Bosco, ma definire relazioni nuove atte a migliorare la sostenibilità sociale ed economica del progetto: la proposta dell’IPAB Mariutto e dell’Amministrazione di Mirano vuole sviluppare un gruppo di lavoro per la realizzazione del progetto, per la manutenzione e soprattutto per la definizione di ulteriori progettualità future. Questi progetti sono accompagnati dall’orgoglio di aver ideato e definito percorsi efficaci e vincenti, ma soprattutto dalla consapevolezza che essi rappresentano il bene di Mirano, oggi e nel futuro, che vedrà la nostra città verde ancora più verde, ancor più ricca di alberi, ancor più a misura d’uomo, sempre caratterizzata da un’eccellente qualità della vita. Maria Rosa Pavanello Sindaca di Mirano
Maria Rosa Pavanello Sindaca di Mirano
UNA BICICLETTA PER STARE INSIEME NELLA DIVERSITÀ Connettere comunità e persone apparentemente diverse: questo uno degli aspetti per il quale più sono grata rispetto all'opportunità che mi è stata data nel rivestire il ruolo di Consigliera Comunale. Diversità che possono diventare occasione d'incontro, di conoscenza e di creazione di nuove sinergie. E questo è avvenuto quando ho conosciuto i ragazzi di True Hardcore Cycle e le mamme e i papà di Famiglie e Abilità: due associazioni apparentemente differenti si sono unite per andare (prendendo a prestito le parole di un'altra associazione con la quale abbiamo collaborato) oltre il muro della disabilità e dimostrare ancora una volta che insieme possiamo costruire una città sempre più inclusiva. E' quindi possibile scoprire il territorio tutti assieme a prescindere dalle proprie abilità? Non abbiamo mai avuto dubbi sul fatto che la risposta fosse affermativa, ma volevamo anche testarlo e abbiamo così deciso di organizzare una Biciclettata Inclusiva, facendo della bicicletta un mezzo per andare oltre le barriere, uno strumento d'inclusione attraverso il quale stare assieme, raccontarci e scoprire il territorio. In una domenica di luglio persone con
storie diverse si sono ritrovate a pedalare per Mirano: chi con le speciali biciclette di OL3 Bike (dei tandem a pedalata assistita sia a guida posteriore sia a guida tradizionale per facilitare qualunque persona, con disabilità cognitiva e/o sensoriale, a partecipare attivamente alla corsa divertendosi), chi con la bicicletta super attrezzata, chi con la cargo-bici, chi con la city-bike “vintage”, chi con il carrellino agganciato dietro la bicicletta per non lasciare a casa l'anziano compagno a quattro-zampe e chi per passare una mattina padre e figlia/o insieme "a zonzo". Una quarantina di persone diverse fra loro hanno così percorso circa 25km alla scoperta di Mirano dimostrando che “quando si parla di inclusione non esiste un gruppo di persone con o senza disabilità, tutte le persone hanno esigenze comuni e individuali. Uguaglianza e differenza trovano il loro posto, la diversità è la norma e la bicicletta è un mezzo verso l’inclusività” (THC e Famiglia e Abilità). Lasciandoci alla fine della mattinata ci siamo ripromessi di organizzare altre iniziative come questa qui raccontata. Di continuare a scoprire insieme il nostro territorio e a fare delle differenze le fonda-
menta sulle quali costruire comunità inclusive ove ogni persona possa esprimere le proprie capacità al meglio. GRAZIE a chi ha partecipato e soprattutto ai volontari di ASD True Hardcore Cycle e Famiglie e Abilità per avermi assecondata nell'organizzare questa speciale mattinata e messo le loro competenze, ed il loro tempo libero, a disposizione per definire il percorso e organizzare al meglio il tutto: solo se continueremo a lavorare in sinergia potremmo #andareoltreilmuro.
Elena Spolaore Consigliera Comunale, Capogruppo Partito Democratico
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A SCUOLA PER ANDARE #OLTREILMURO GRAZIE BAMBINI, BAMBINE, RAGAZZI E RAGAZZE MIRANESI: CON I VOSTRI DISEGNI AVETE INSEGNATO MOLTO A NOI ADULTI!
Con queste parole vogliamo cominciare questo breve articolo relativo alla conclusione del progetto #oltreilmuro, ideato dall'omonima associazione e dal suo presidente Pietro Martire, e sostenuto da questa Amministrazione. Un progetto che ha visto Pietro incontrare 999 studenti delle classi elementari e medie miranesi per raccontare la propria esperienza, sensibilizzare i ragazzi sul tema del “rispetto dell'altro” e sull'andare oltre il muro delle difficoltà e della disabilità. Per realizzare una comunità inclusiva diventa infatti fondamentale non solo l'abbattimento delle barriere fisiche esistenti nelle nostre città, ma anche essere rispettosi dei diritti di tutti.. Ecco quindi che il progetto ha avuto la sua massima espressione nel chiedere ai bambini di riflettere sul tema dell'occupazione inopportuna dei parcheggi dedicati alle persone con disabilità, perché per i “sono solo 5 minuti, il tempo di fare bancomat” vi è una persona che non ha altri posti ove lasciare la propria auto e viene così privata della possibilità di muoversi parimenti agli altri. I bambini e le bambine hanno ben chiaro il concetto di rispetto dei diritti altrui e il significato della parola inclusione: ora con i disegni appesi in più punti della città, sotto i cartelli previsti dal codice
della strada, lo spiegano anche agli adulti incivili. Dei circa 300 disegni arrivati presso gli uffici comunali, ne abbiamo voluti scegliere 26 e li abbiamo posizionati su 30 parcheggi della città, tra il centro storico (luogo ove avvengono la maggior parte delle trasgressioni) e le frazioni. E' stata una grande emozione, per noi dell'amministrazione e per Pietro, premiare ed incontrare alcune delle classi che hanno partecipato al progetto. Abbiamo incontrato i ragazzi i cui disegni sono stati scelti per essere tramutati in cartelli stradali ma non ce la sentiamo di dire che “c'è chi ha vinto e chi ha perso”: hanno vinto tutti. I disegni erano tutti belli e molto significativi, ma soprattutto è nostra profonda convinzione che a vincere sia stata l'intera comunità miranese che, ancora una volta, ha dimostrato di essere una realtà inclusiva e che, con l'impegno di tutti, fa diventare, ogni giorno di più, Mirano una città ove le differenze arricchiscono la comunità, e si appianano nello stare insieme e nel creare spazi a misura di tutti e tutte. Non ci stancheremo mai di ringraziare chi ha creduto in questo progetto: insegnanti, dirigenti scolastici, uffici comunali, genitori e ovviamente i piccoli autori e le piccole autrici dei disegni. Non era facile portare alla conclusione questo pic-
colo processo di inclusione durante il periodo pandemico, ma il messaggio di Pietro Martire e della sua associazione ha scardinato ancora una volta i limiti imposti e ci ha permesso di andare insieme #oltreilmuro. GRAZIE! (Avremmo voluto fare una grande festa ed esporre tutti i disegni ma per ora purtroppo non è possibile farlo. Nel frattempo esponiamo virtualmente quelli premiati nel sito istituzionale del Comune di Mirano e attraverso il seguente link potrete anche vedere i luoghi ove sono stati collocati: https://www.comune.mirano.ve.it/ it/news/cartelli-park-disabili)
Anna Gnata Assessora alla Scuola e Biblioteca
Elena Spolaore Consigliera Comunale, capogruppo Partito Democratico
Pietro Martire Presidente ass. Oltre il Muro
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LA MORTALITÀ COVID-19 A MIRANO E IN ALCUNI COMUNI VENEZIANI. UNA LEZIONE PER TUTTI DA NON DIMENTICARE.
Non si vede ancora la fine della guerra contro l’epidemia da Covid 19, una guerra che si può vincere solo impiegando tutte le armi di cui disponiamo. Se le prime due fasi ci hanno trovati impreparati, oggi ciascuno deve fermarsi a ragionare su come la pandemia si è sviluppata nel territorio dove viviamo e poi impegnarsi, ciascuno per la sua parte, per evitare di tornare al punto di partenza. A Mirano e in alcuni comuni una letalità maggiore. I dati regionali sul numero dei decessi per Covid non sono ancora consultabili ma sono già molto eloquenti le statistiche dell’ISTAT sulla mortalità generale che, nel 2020, rispetto ai cinque anni precedenti, ha avuto un notevole incremento a livello nazionale (+15,6%) e regionale (+16,8%). In alcuni comuni della provincia di Verona e di Venezia questo incremento già importante è stato superato. A Mirano nel quinquennio 2015-2019 i decessi erano in media circa 300 per anno e nel 2020 sono saliti a 392. I dati ISTAT da gennaio a novembre 2020, rispetto al quinquennio 2015-19 rilevano per Mirano un incremento del 34,5%, per Fiesso d’Artico del 66,1%, per Noale del 31,6%, per Mira del 28,8%, per Spinea del 28,4% con una media provinciale del 16,8%. Con la seconda ondata si è registrata un’impennata tra ottobre e dicembre 2020. Il confronto dei dati di questo trimestre con lo stesso periodo 2015-2019, ha rivelato per Mirano, nel mese di novembre un incremento del 90,3% e a dicembre del 132,1%, a Mira + 36,9% e +62,4%, a Chioggia +31,2% e +32,0%, a Spinea +124,3% e +70,4%, a Venezia + 66,7% e +61,5%. La freddezza dei numeri nasconde l’esperienza drammatica degli ammalati, in gran parte anziani, che hanno vissuto nella solitudine e nella sofferenza gli ultimi giorni della loro vita, senza potere essere assistiti dai loro familiari. Non sappiamo perché Mirano e pochi altri comuni siano stati colpiti dal contagio e dalla letalità più di altri. Di certo a Mirano non ha inciso solo l’età media dei cittadini che, per gli over 64 anni è del 25,9%, mentre, ad esempio a Venezia, dove l’aumento dei decessi è stato molto più contenuto, gli over 64 anni sono il 28,1%. Tra i tanti possibili fattori causali da non sottovalutare il gran numero di occasioni pubbliche di socializzazione,
la “vitalità” serale della piazza, la presenza di un grande distretto scolastico etc. La maggior parte degli anziani potrebbe essere stata contagiata da familiari o, in alcuni casi, in ospedale o casa di riposo. L’impegno del Comune per il piano vaccinale. L’Amministrazione comunale con un’operazione di emergenza e con ingenti risorse proprie, ha restaurato il bocciodromo per avviare velocemente le vaccinazioni e dobbiamo dare atto alla maggioranza dei cittadini di Mirano di avere accettato di vaccinarsi senza remore, facendo raggiungere alla città una copertura vaccinale tra le migliori nella città metropolitana. La sola vaccinazione non basta con la variante Delta! Secondo i recentissimi dati dei “Centers for Disease Controls” americani, la variante Delta, altamente contagiosa, risulta più trasmissibile del comune raffreddore e dell’influenza stagionale, paragonabile solo al virus della varicella. La carica virale di questa variante può essere fino a mille volte superiore al virus di Wuhan e la stessa persona è in grado di contagiare tutti quelli con cui viene a contatto. Essendo sempre possibile che le persone immunizzate possano trasmettere l’infezione alle persone non vaccinate, è necessario che anche i vaccinati continuino ad indossare le mascherine, perché “solo l’uso universale delle mascherine può ridurre la trasmissione della variante Delta”. Il rischio di ricovero e morte è certamente maggiore per le persone di età più avanzata. Anche i soggetti vaccinati, specie se in condizioni di fragilità per malattie associate e con sistema immunitario compromesso, possono ammalarsi anche se con sintomi meno gravi. Si sta ragionando se proporre a questi ultimi soggetti un terzo richiamo. Le recenti misure governative e il Green pass. L’adozione diffusa del Green pass garantisce ai soggetti vaccinati libertà di movimento in condizioni di sicurezza per tutte le attività sociali e produttive. Per il distretto scolastico, oltre le norme nazionali verrà posta attenzione ai percorsi da e verso la scuola potenziando i mezzi di trasporto pubblici, alle mascherine, alla distanza di sicurezza e all’igiene delle mani e degli ambienti. Fortunatamente i
vaccini evitano ancora una malattia grave e la morte, ma la protezione contro l’infezione si sta attenuando e se non si realizzerà la vaccinazione di tutta la popolazione, prima o poi emergerà un’ulteriore variante che resiste al vaccino e che ci costringerà a ripartire daccapo. La guerra contro la pandemia come una guerra mondiale. E’ strano che, pur avendo noi gli strumenti tecnologici e organizzativi per vincere questa guerra, vi è una considerevole fetta di popolazione che, più o meno consapevolmente, fa di tutto per prolungarla, con tutte le conseguenze di morte e sofferenza, mentre la variante Delta sta costringendo tutti i paesi a prendere decisioni rapide per non ripetere gli stessi errori del passato. Anche per noi Miranesi è il momento della responsabilità! A Mirano ancora più che altrove, occorre riflettere su quanto è successo tra novembre 2020 e gennaio 2021 per non ripetere l’esperienza. Stavolta potrebbe toccare a noi o ai nostri cari. E’ dunque necessario che tutti si vaccinino e che anche i vaccinati non pensino di essere fuori dal gioco e si impegnino invece a rispettare rigorosamente le norme sull’uso della mascherina, sul distanziamento, sull’igiene personale e degli ambienti. Anche i giovani non possono sfuggire alla loro responsabilità nel rispetto delle stesse norme per non favorire, indirettamente, nuovi contagi letali per i soggetti anziani più fragili, finora sopravvissuti, spesso amici o familiari.
Gabriele Petrolito Assessore Politiche sociali, Sanità e Volontariato
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L’ASSOCIAZIONE VOLONTARI OSPEDALIERI A.V.O. OLTRE LA PANDEMIA.
CORONAVIRUS: CASTIGO OPPURE OPPORTUNITÀ? L’Avo, dopo aver capito che l’attuale pandemia è destinata a ritirarsi e a nascondersi temporaneamente, ma che ritornerà presto in tempi successivi come il raffreddore, l’influenza, e le patologie del settore respiratorio, chiama a raccolta i volontari. Purtroppo i coronavirus non possono modificare la propria carta di identità e la loro genetica. Possiedono un involucro provvisto di 19 spike (H) e 11 neuroamidasi (N) e quindi possiedono un campo di varianti, praticamente infinito. Siamo in guerra senza soluzioni di continuità e dobbiamo aggiornare il nostro intervento come cittadini e come volontari. E’ evidente, quindi, che il volontariato non può, in questo momento rinunciare alla sua vocazione e deve continuare a svolgere il suo ruolo di fronte alla fragilità della persona, ai limiti della comunità e delle strutture sanitarie: non può venir meno la presenza e l’apporto dei volontari per portare coraggio e solidarietà a chi è nel bisogno e fatica a vedere la luce oltre il tunnel. Con vera soddisfazione, negli ultimi mesi, abbiamo avuto l’opportunità di constatare come i no-
stri volontari siano pronti alla ripartenza, secondo le modalità e i tempi che i responsabili della sanità vorranno indicare; siamo disponibili e presenti, in questa emergenza per offrire collaborazione presso gli Hub vaccinali. Continuiamo a mettere a disposizione biancheria intima per ricoverati indigenti, e al più presto completeremo la donazione, nei reparti dell’ospedale di Mirano, di televisori. Quando sarà arrivato il tempo di “tutti liberi”, i volontari si ripresenteranno più consapevoli, più motivati, perché la pandemia ha cancellato ogni dubbio sull’importanza del ruolo dei cittadini, che offrono il proprio tempo libero a favore dei “fratelli” più deboli. Il nostro volontariato non è un optional riempitivo, ma rappresenta la tessera di un mosaico che si integra nella società civile. Più responsabile, più informata, più disponibile, l’Avo resta sempre in prima fila. La presidente Cinzia Marella
“CHICANE” NEI CENTRI ABITATI: SICUREZZA O PERICOLO? Lungo le strade del Comune di Mirano l’amministrazione ha posizionato numerose chicane con l’obiettivo di ridurre la velocità del traffico di attraversamento. Se, probabilmente lungo strade con passaggio ridotto, l’intervento può anche essere un valido accorgimento, lo stesso non vale per le strade dove al traffico dei residenti si somma un enorme traffico di attraversamento. Anche a Vetrego sono stati posizionati questi restringimenti della strada rendendo la via principale a senso unico alternato. Subito è apparso evidente a tutti i residenti che la riduzione a senso unico alternato delle due corsie nel centro della frazione, anziché aumentare la sicurezza, rappresenta un costante rischio di potenziale incidente stradale. Gli automobilisti di attraversamento, proprio per scongiurare la sosta, si cimentano in manovre molto pericolose per occupare per primi l’unica corsia di transito e non cedere il passaggio. Questi restringimenti mettono in grosse difficoltà anche i ciclisti ed i motociclisti, generalmente gli utenti più deboli della strada. In centro abitato a Vetrego un ulteriore elemento di pericolosità di queste opere deriva anche dal fatto che ostruiscono gli accessi alle abitazioni civili adiacenti e i
residenti delle stesse riferiscono che ad ogni spostamento mettono a rischio la loro incolumità. Il giudizio dei cittadini, dopo questo periodo di sperimentazione di tali restringimenti che avrebbero dovuto proteggerli, è decisamente negativo, così come emerso anche da diversi incontri tra i residenti. La prospettiva della stagione invernale con visibilità ridotta della nebbia aumenta ulteriormente le preoccupazioni. La richiesta è pertanto quella di ripristinare il normale doppio senso di circolazione ed intervenire invece sulla causa del problema, ossia il traffico di attraversamento dei centri abitati, che questa amministrazione comunale si è sempre rifiutata di affrontare e risolvere. La frazione di Vetrego, dalla realizzazione della nuova strada regionale 15 a nord della ferrovia, aspetta ancora la sistemazione e messa in sicurezza dell’intersezione con via Vetrego che rappresenta la via d’uscita est della frazione verso tutti i servizi del capoluogo. Altra pericolosità è rappresentata dalla mancata attivazione del semaforo per l’uscita dei residenti dalla laterale di Via Vetrego nel tratto tra la rotonda autostradale e la rotonda con l’inizio di Via Porara. Purtroppo, a prescindere dalle cerimonie dell’amministrazione comunale, non è ancora stato perfezionato
l’accordo per il passaggio di proprietà della strada alla Città Metropolitana di Venezia che prevede la gestione del semaforo a carico del Comune di Mirano In tutti questi casi i disagi derivanti dall’inerzia dell’attuale amministrazione comunale ricadono pesantemente sui cittadini di Mirano e delle frazioni in particolare: occorre passare dalle promesse ai fatti dal momento che i disagi, con il trascorre del tempo, sono diventati insopportabili. Giorgio Babato
EMERGENZA SANITARIA E… MANCANZA DI MEDICI! “In Veneto già nel 2019, prima del Covid, hanno abbandonato le corsie degli ospedali 465 camici bianchi su 7825 (il 6%) per carichi di lavoro eccessivi. Il taglio del personale e la carenza di specialisti hanno creato organici sempre più ridotti, rendendo insostenibile il carico di lavoro”. “Il Sindacato Nazionale Autonomo Medici del Veneto entra in stato di agitazione per la grave carenza di medici di medicina primaria e altre criticità”. Questi sono soltanto due titoli dei molti articoli apparsi recentemente sulla stampa contenenti dichiarazioni allarmanti dei sindacati dei medici. Il grido di allarme lanciato a fine giugno scorso anche dall’ Assemblea Provinciale della FIMMG - FEDERAZIONE ITALIANA MEDICI DI MEDICINA GENERALE di Venezia evidenzia che in Veneto le zone carenti di medici di famiglia superano il 40%. Queste informazioni, alla luce in particolare dell’emergenza sanitaria mondiale che non ha risparmiato il nostro territorio, impongono una seria e non più rinviabile riflessione sulla necessità di investire in modo strutturale sulla sanità pubblica, prima che sia troppo tardi. Il rischio da scongiurare è quello di cadere nelle mani della sanità privata e delle società finanziarie il cui
obiettivo principale non è la salute pubblica ma il profitto privato. Come già espresso pubblicamente in passato, occorre invertire i continui tagli alla sanità pubblica prevedendo un piano di assunzioni necessario a garantire organici e carichi di lavoro sostenibili per il personale sanitario ospedaliero da combinare con una adeguata politica di rinforzo della medicina territoriale, binomio fondamentale per garantire ai cittadini Veneti le cure adeguate. La politica nazionale e quella regionale, in particolare dopo l’emergenza sanitaria, non hanno più alibi: o intervengono tempestivamente oppure falliscono la loro missione di salvaguardia e valorizzazione della sanità pubblica mettendo a forte rischio la tutela della salute dei cittadini. Giorgio Babato
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CIMITERI DI MIRANO, LUOGHI DEDICATI ALLA MEMORIA LASCIATI INCOLTI Cimiteri di Mirano, luoghi dedicati alla memoria lasciati incolti Anche quest’anno alcuni cimiteri del Comune di Mirano, in particolare quello del capoluogo, versano in una situazione inaccettabile per l’altezza raggiunta dall’erba incolta al punto da superare e nascondere le lapidi dei defunti. Tanta trascuratezza dei luoghi di particolare delicatezza, dedicati alla memoria dei propri cari, giustifica certamente le numerose manifestazioni di indignazione e protesta dei cittadini. Di fronte ad eventi assolutamente prevedibili come la cresci-
ta dell’erba in estate, che si ripetono sistematicamente ogni anno, non è possibile farsi trovare impreparati. E’ evidente che anche quest’anno qualcosa non ha funzionato sia nella gestione della programmazione, sia nella fase di controllo della ditta che ha in gestione il decoro dei nostri cimiteri. Inoltre, è imbarazzante per il sottoscritto e per la lista “Insieme per il bene comune” che rappresento, dover riproporre per l’ennesima volta, anche questa estate come negli anni scorsi, la stessa richiesta di intervento all’amministrazione comunale. Appare eviden-
te che l’analisi dei fatti è fondamentale per rimuovere definitivamente le cause dell’accaduto, per questo con la presente si chiede all’amministrazione comunale e alla Sindaca di riferire in Consiglio Comunale: - sulle cause che hanno determinato il ripetersi del degenerare della situazione; - sugli accordi in atto con Veritas per chiarire se ci sono state inadempienze ovvero se occorre integrare le convenzioni in essere.
Giorgio Babato Lista “Insieme per il bene comune”
UNA VITTORIA DI PARTE DELLA POLITICA E DELLA FINANZA, UNA SCONFITTA PER LA “NATURA” DELL’ESSERE UMANO Sgomberiamo subito il campo da qualsiasi dubbio sulla convinzione che tutte le forme di discriminazione per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità devono essere contrastati con ferma determinazione. Tali comportamenti irrispettosi ed oltraggiosi, commessi fortunatamente da una minoranza esigua di persone, che purtroppo contraddistingue tutti gli ambiti della società, non rappresenta certamente la generalità dei comportamenti della società contemporanea. Ciò premesso è doveroso sottolineare che l’essere umano è certamente la creazione più perfetta esistente al mondo sia per la sua dimensione biologica che comprende il corpo, il patrimonio genetico e l'organismo con tutte le sue funzionalità, sia per la sua dimensione psicologica comprendente i processi cognitivi, affettivi e spirituali. Da questa breve descrizione è possibile apprezzare la complessità e straordinarietà della vita umana la cui esistenza non può prescindere ed essere disgiunta dalla salvaguardia e tutela del contesto ambientale. Fortunatamente per il pianeta terra è maturata la convinzione della necessità di adottare comportamenti garanti di uno sviluppo sostenibile, compatibile con la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali per le generazioni
future. Se tuttavia per l’ambiente è maturata questa ferma consapevolezza di preservare gli “equilibri naturali” anteponendoli alle logiche economiche e finanziarie al punto da mettere la “green economy” al primo posto delle politiche delle amministrazioni locali, nazionali ed internazionali, così non avviene purtroppo per l’essere umano quotidianamente oggetto di atti e scelte contrari ai suoi processi biologici naturali, sui quali si fonda la conservazione del genere umano e la salvaguardia delle generazioni future. Il tutto senza che a difesa dell’imputato, ossia il genere umano nella sua naturale integrità, si schierino i più importanti “attori sociali”. Pur ribadendo ulteriormente che la delicatezza e la riservatezza delle situazioni individuali non possono assolutamente essere oggetto di giudizi e critiche altrui, è altresì innegabile che la famiglia tradizionale, cellula fondamentale della società capace di generare e storicamente preposta a crescere ed educare la vita umana, sia quotidianamente oggetto di attacchi e delegittimazioni. Il padre e la madre oggi non sono più riconosciuti elementi vitali, al punto da disconoscerne il ruolo che riguarda il destino dell’uomo e dell’universo, sostituendoli con genitore 1 e genitore 2. Ai minorenni, invece di proporre una corretta ed adeguata educazione ses-
suale, si diffonde la convinzione della banalità dell’atto del concepimento suggerendo liberamente la pratica della contraccezione. L’AIFA ha infatti abolito anche per le minorenni l’obbligo di ricetta per la contraccezione di emergenza fino a cinque giorni dopo il rapporto. L’articolo 5 della Legge n. 194 del 1978 che prevederebbe, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna, l’adozione delle possibili soluzioni per aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza promuovendo ogni opportuno intervento atto a sostenerla sia durante la gravidanza sia dopo il parto, non viene purtroppo sufficientemente attuato. Il tutto, in una società caratterizzata dal “gelo demografico” con un tasso di natalità dell’Italia tra i più bassi al mondo. La ricchezza delle attitudini, delle propensioni e delle sensibilità che contraddistinguono l’essere donna o uomo vengono messe in discussione dalla cultura gender predicata già ai bambini, espropriando in questo modo i genitori del “dovere e diritto di educare i propri figli” riconosciuto dalla Costituzione per attribuirlo alle istituzioni scolastiche secondo direttive di Stato. Per non parlare della possibilità di ricorre alla pratica dell’utero in affitto a pagamento, pubblicizzata nei mezzi di comunicazione con “contratti tutto in-
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cluso”, “tentativi illimitati con garanzia”, “contratti base” o “contratti vip con selezione del sesso” che trasforma l’evento straordinario della gravidanza di una donna in un processo produttivo standardizzato da catena di montaggio, stranamente senza l’indignazione di nessun movimento femminista. Un mercato del bebè, con tanto di prezzi, offerte speciali e pacchetti all inclusive che si fonda prevalentemente sullo sfruttamento di mamme in prestito in stato di bisogno a beneficio di altri più facoltosi. La determinazione all’introduzione dell’eutanasia per decidere “la fine della vita”. Fortunatamente è ancora concessa la libertà di espressione dei propri convincimenti ed idee e per questo ritengo che, in una società in cui tutto sa di eco, verde, bio, vegan, sostenibile, solidale e resiliente, la finanza che domina, la politica a tutti i livelli, anche comunale, e la società stessa abbiano certamente grosse responsabilità nel negare all’uomo la “sostenibilità naturale” invocata invece a livello internazionale per il pianeta che prevede il rispetto e il mantenimento di tutti processi naturali.
Giorgio Babato Lista “Insieme per il bene comune”
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AGGIORNAMENTO SUI LAVORI NEI CIMITERI
Come consigliere delegato, ritengo utile riepilogare la situazione dei lavori nei sei cimiteri di Mirano (capoluogo, Ballò, Campocroce, Scaltenigo, Vetrego, Zianigo), che sono sempre in ordine, curati e adeguati alle esigenze della comunità grazie al notevole impegno sia finanziario che del personale tecnico comunale. In particolare nel cimitero del capoluogo di recente si sono conclusi due importanti interventi avviati dall’Amministrazione comunale tra il 2020 e il 2021. Lo scorso luglio è terminata la ristrutturazione del blocco loculi monumentale nel nucleo più antico del cimitero. Sono state settembre 2019 di consolidamento struteseguite opere turale, il rifacimento della copertura e la
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messa in sicurezza della gradinata e di loculi e ossari. Un ulteriore finanziamento del 2020 ha permesso di realizzare il viale di accesso all'edificio monumentale in porfido e la formazione di nuove linee per le acque meteoriche e le luci votive a servizio dei campi adiacenti nonché la messa a dimore delle alberature. L’investimento complessivo è stato di 384.804,00 euro. A breve i familiari dei defunti potranno accedere a quest’area che è stata interdetta al pubblico sin dall’anno 2009 per ragioni di pubblica incolumità, a causa di fessurazioni e di cedimenti strutturali. Il progetto di restauro del fabbricato era pronto fin dal 2010 ma i vincoli di bilancio posti dal Patto di stabilità negli anni successivi hanno ritardato il finanziamento dei lavori. Nel 2019 la Giunta ha approvato e finanziato il progetto esecutivo aggiornato, con alcune opere architettoniche aggiuntive per consentire anche l’accessibilità al manufatto in sicurezza. Ciò ha permesso un articolato intervento sulla struttura del fabbricato, sottoposto a vincolo della Soprintendenza. Rimarranno temporaneamente installate delle opere provvisionali sulla facciata principale, al fine della salvaguardia degli utenti ed a protezione del manufatto, che potranno essere dismesse in un futuro intervento di restauro decorativo delle parti lapidee della facciata. Nel Giar-
dino della Memoria del cimitero miranese tra gennaio e giugno sono stati realizzati un nuovo cinerario e un’area per la dispersione delle ceneri (come previsto dalla normativa regionale). Il cinerario è costituito da 4 manufatti che rendono disponibile un totale di 342 nuove nicchie funerarie. Queste hanno dimensioni superiori a quelle minime di legge e pertanto potranno accogliere anche eventuali urne di altri familiari. Il cinerario potrà soddisfare le richieste per i prossimi 5-6 anni. Nell’area centrale del cinerario è stato collocato un dispersorio delle ceneri, di forma circolare e rivestito in pietra, con un elemento cilindrico centrale dotato di fontanelle. L’importo complessivo è stato di 133.400,00 euro. La progettazione e la direzione dei lavori è stata curata direttamente dai tecnici del Servizio Lavori Pubblici del Comune di Mirano. Passando al cimitero di Vetrego, la scorsa primavera sono stati costruiti due nuovi blocchi cinerari da 30 nicchie ciascuno, per un totale di 60 nuove nicchie. Nell’ambito di questo intervento sono stati realizzati anche il marciapiede in porfido antistante, la nuova linea di illuminazione votiva e la linea per le acque meteoriche. La spesa complessiva è stata di 31.000,00 euro. Per quanto riguarda la cura delle aree verdi dei cimiteri, nei mesi estivi sono stati
eseguiti tre interventi di diserbo chimico. I trattamenti sono stati effettuati nelle primissime ore della mattina utilizzando un prodotto biologico non fitosanitario, non nocivo per la salute e con bassissimi tempi di rientro che hanno permesso l’apertura dei cimiteri con il normale orario. Poi si è dovuto attendere il necessario il tempo di assorbimento e di essiccatura dell’erba infestante trattata prima di rimuoverla. Ricordo che questa manutenzione viene svolta nelle aree pubbliche. Per mantenere il decoro delle aree cimiteriali nel loro complesso è indispensabile anche la collaborazione dei concessionari delle tombe private, che sono invitati a mantenerle pulite.
Fiorenzo Rosteghin www.miranomagazine.it Consigliere comunale delegato al monitoraggio dei servizi cimiteriali
Camminando sulleCHIESA terre CENNI STORICI SULLA E LAdel PARROCCHIA DI MIRANO nostro comune CALLE GHIRARDI 1/A Tel. 041 5728666 MIRANO (VE) cell. 331 9593068 Fax 041 5726176 mail. calleghirardi1a@gmail.com ODONTOIATRIA ETICA Etica professionale ed onestà come guida per la propria attività. Al centro di Mirano, seri professionisti offrono un'assistenza di elevata qualità a costi sostenibili.
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Nel museo della Chiesa della B.V. della Salute a Venezia si conserva una lapide romana rinvenuta a Mirano, che testimonia l’esistenza di Mirano fin dai primi secoli dell’Era Cristiana. Lo testimoniano anche le denominazioni dei luoghi di tutta questa zona. Mirano è una pieve antica sorta sulla Via Decumana, oggi “Desman”, e il parroco di allora si chiamava “Pievano-Priore” perché la Chiesa di Mirano, fu, fin dal principio, la Chiesa matrice di tutte le Chiese e Cappelle sorte nella zona. Fin dal secolo X Mirano, ecclesiasticamente, appartiene alla sede vescovile di Treviso. Infatti in una Bolla del Papa Eugenio III, in data direttache al ha Vescovo Non uso3ilmaggio termine1152, territorio a che di Treviso di nome la Pieve di fare col verbo latinoBonifacio, TERRĒRE: incutere Mirano i suoisibeni, passòasotto la giutimore econ quindi riferisce campi ben risdizione Vescovo di Treviso. Tre secodelimitati del e resi inaccessibili, tramite gli li dopo, in data 14damaggio 1477, confini. con Bolla spaventapasseri, consolidati del Papa Sisto IV, indiseguito a richiesta del Sembrano storie altri tempi. Invece Priore Padre Lanzi, parrocoperché di S. Martino sono ancora storie attuali nel nodi Venezia, il priorato di S. continua Michele dia Mistro comune l’agricoltura corano venne incorporato al convento della stituire una fonte importante economica Madonna congregazione di S. e culturaledell’Orto, e ne è testimonianza il succesGiorgio Alga.laNel 1501 venne costruitache la so di cuiingode Festa dell’agricoltura Cappella attigua alla Chiesa parrocchiale, si svolge ogni anno tra agosto e settembre. tuttora esistente chiamata eretIl termine terra emi ricorda“scolatta” costantementa S. Mattia. la Chiesa te in cheonore non èdisolo il suoloNel che1532 calpestiamo, di San Michele di mirano fu consacrata da con l’imperativo categorico di non conMons. Nicolò Ormaneto, Vescovo di Padosumarne più, ma la madre terra, come la va. Nel 1578 fuglicostruito S. Girochiamavano antichi,l’altare che cidinutre, ci lamo con ilcidipinto al Tintoretto, sostenta, procuraattribuito benessere con la belma che la suoi critica modernaAbbiamo attribuisce a Palezza dei paesaggi. il doveolo Fiammingo. Nel 1635 la storia parla di re di lasciarla in eredità, assieme all’aria, una Visita Pastorale del Vescovo di Treviso ai nostri nipoti nelle migliori condizioni
possibili. Il movimento giovanile globale suscitato da Greta Thunberg ci richiama alle nostre responsabilità. Ci sono, nel nostro comune, associazioni che questa cura la dimostrano con continue attività volontarie di prevenzione e difesa dell’ambiente. Ma qui vorrei soffermarmi, come camminatrice, sulle varie iniziative che nei molti centri di cui Mirano è costituita, annualmente portano sempre più persone a scoprire angoli bellissimi, scorci quasi incontaminati e ad incontrarsi, parlare, conoscersi. Accanto alla tradizionale Marcia verde in ottobre che annovera molti anni di esperienza e che, in virtù di una sana competizione sportiva, invita tutti ad una bella
accolto festosamente per la strada dai soldati del Pretore. Trentatrè anni dopo, cioè nel 1668, c’è un cambio radicale nell’amministrazione parrocchiale. Il Papa Clemente IX, con Bolla Apostolica soppresse la Congregazione di S. Giorgio in Alga e, di conseguenza, il Monastero della Madonna dell’Orto con tutti i suoi beni, compreso il beneficio parrocchiale di Mirano furono messi all’asta dalla repubblica di Venezia, e tutto fu acquistato dal priore del Convento di San Nicolò della Lattuga di Venezia, P. Pietro Ferrari il quale costruì l’attuale Canonica nel 1669. Nel 1669 si iniziò la costruzione dell’attuale Chiesa parrocchiale checivenne nel 1696, camminata, sono, consacrata da anni, l’Andar per tredici dopo. erbe a anni Zianigo in maggio, la corse sportiNelLusore 1769 i Francescani Minori di S.inNicolò va Running a Scaltenigo mezlasciano la Parrocchia di aMirano consezo alla natura circostante settembre, le gnandola alla di sia Treviso, riservancamminate suldiocesi Muson, colle modalità dosiNordic però il diritto della Parroci. del walking, sianomina con la dei partecipaDa questa epoca incominciano a aregzione al Progetto Belvedere che così tende rigere la Parrocchia i sacerdoti secolari scoprire e congiungere tutti i comuni(non che “frati”). I Parroci religiosi, in tutti, furono lungo questo fiume si dispiegano. 14 e i Parroci, secolari, all’atConcludo col sacerdoti ricordare la piùfino recente tuale Mons. Giuseppe Conte, stati 12. Passeggiata dei sapori che asono metà luglio Nel 1771 la Chiesa venne dichiarata “Arciha interessato le terre di Ballò, rivelatesi pretale”didal Vescovo di Treviso Paolo Franricche vegetazione, di campi coltivati L’edificio attualepregevoli è formatoe ecodiGiustiniani. imprese agro-alimentari da un’unica navata con un imponente e faospitali. stosoorganizzatori presbiterio dove domina maestosa Agli di tutti gli la eventi, che opera marmorea dell’Altar Maggior, che, ho succintamente nominato rimandando concalendari i due Arcangeli presenta un imponente ai mensili prodotti dall’URP tempio Dio che raccoglie il Tabernacolo. per un di elenco puntuale, vanno il plauso e
la riconoscenza di noi fortunati cittadini. Mons. DINO GROSSA
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GIORNATE FAI DI PRIMAVERA 2021
Dopo aver rimandato per ben due volte questa manifestazione causa Pandemia, sabato 15 e domenica 16 maggio è stato finalmente possibile realizzarla. Gli studenti del Liceo ‘Majorana Corner’ di Mirano e dell’Istituto ‘Lazzari’ di Dolo sono finalmente riusciti ad accompagnare i visitatori alle bellezze del Miranese e della Riviera del Brenta scelte dal Fai. Sono state infatti Pianiga, con la bellissima chiesa di San Martino insieme a Villa Querini Calzavara Pinton e Noale con una passeggiata più visita alla Torre delle Campane, alla Chiesetta dell’Assunta, al parco di Villa Rossi e alla chiesetta del Rosario i luoghi presentati dagli Apprendisti Ciceroni delle due Scuole Superiori del territorio. Un vero successo di pubblico anche se, con le norme di sicurezza, l’accesso alle visite è stato più complicato del solito dovendo fare l’iscrizione online entro la mezzanotte del giorno precedente la visita. I posti a disposizione sono andati esauriti in breve tempo. E solo la generosità degli Apprendisti Ciceroni ha potuto far sì che, data la grande richiesta, venissero aggiunti numerosi turni a quelli già previsti. Gli alunni in PCTO, EX Alternanza Scuola Lavoro, sotto la guida delle proff.
Maria Luisa Trevisan e Sebastiana Rosa Giunta per il Liceo ‘Majorana Corner’ di Mirano e Annalisa Patrizio e Paola Tortorella per l’Istituto ‘Lazzari’ di Dolo, hanno coordinato i numerosi esperti che hanno istruito gli studenti in questo percorso formativo ricco di interventi e molto articolato. Gli Apprendisti Ciceroni hanno potuto così apprendere molto di più di quello che poi hanno spiegato ai visitatori e hanno avuto il privilegio di guardare a questi oggetti di studio non solo dal punto di vista pittorico e architettonico. Per Pianiga, ad esempio, la preparazione storica ha spaziato dall’arrivo dei Romani con la realizzazione del Graticolato fino alla caduta della Serenissima. Ma ha interessato anche i parchi delle Ville Venete in generale e le essenze arboree del giardino di Villa Querini in particolare. Per Noale gli Apprendisti Ciceroni hanno usufruito di lezioni sugli aspetti storici, architettonici e paesaggistici, sull’importanza della deviazione del fiume Marzenego con la formazione di un doppio vallo e una serie di isole artificiali create per la difesa. Lezioni anche sulla evoluzione del territorio che circondava Noale con sradicamento di piante e interi boschi per la creazione di campi adatti alle colture sia per la sussistenza dei locali che per la vendita, in particolare per l’approvvigionamento di cibo, legname da costruzione e legna da ardere per la Serenissima. La modifica in tal senso del paesaggio naturale, insieme alla costruzione di mulini, ha comportato il cambiamento della flora e della fauna, anche acquea. Infatti, la maggior ossigenazione delle acque, dovuta ai salti e alle pale, ha portato alla scomparsa di pesci e piante acquatiche esistenti che sono stati soppiantati da altre specie. Questi pochi esempi hanno dimostrato come tutto fosse strettamente collegato: aspetti storico-politici che interessavano i poteri del territorio noalese, in particolare dei Tempesta, si sono intrecciati con quelli economici e naturalistici creando una metamorfosi totale di tutto l’ambiente circostante e della stessa popolazione. I Progetti hanno visto la partecipazione in PCTO di 26 alunni dell’ Istituto ‘Lazzari ‘ di Dolo per un percorso formativo di 50 ore e di 70 ore per i 37 alunni del Liceo Majorana di Mirano. Il FAI pertanto ha offerto alle due Scuole Superiori rispettivamente 1300 e 2590 ore in Alternanza Scuola-Lavoro. Una Alternanza
molto qualificata data la possibilità di formarsi con docenti universitari oltre a qualificati e prestigiosi docenti di storia locale ai quali il Fai esprime tutta la propria gratitudine. Gratitudine estesa anche a tutti coloro che in qualsiasi modo hanno dato il proprio contributo per la realizzazione di queste Giornate. E un ringraziamento particolare alle due Amministrazioni Comunali di Noale e Pianiga per la preziosa collaborazione e il sostegno che hanno assicurato per tutto il lungo percorso di preparazione e realizzazione delle Giornate. Crediamo che molti ormai conoscano le finalità del FAI: far crescere la consapevolezza delle bellezze artistiche, architettoniche, naturalistiche e paesaggistiche del nostro Paese insieme alla loro fragilità e contribuire a una maggior conoscenza dei nostri beni, ad un rispetto più significativo e ad una valorizzazione più tangibile. I fondi che il FAI riesce a raccogliere durante le Giornate Fai di Primavera e le Giornate Fai d’Autunno servono proprio a salvare, sostenere, conservare e aprire al pubblico Beni ( anche giardini e pascoli) che altrimenti andrebbero perduti. Abbiamo spesso specificato ai visitatori che, contribuendo con visite e offerte al FAI, la causa diventava anche la loro, perché chiunque in qualunque modo faccia qualcosa per il FAI, entra automaticamente a far parte di questa grande famiglia e contribuisce agli scopi che diventano condivisi. Le bellezze dell’Italia appartengono a tutti noi e rappresentano il nostro petrolio. La nostra ricchezza artistica e paesaggistica può diventare ricchezza economica dell’intera nazione e soprattutto delle giovani generazioni. È necessario che questa consapevolezza diventi generale. Per questo è importante ispirarci a una formazione di tipo rinascimentale nella quale non c’era separazione tra sapere tecnico-scientifico e umanistico. Tout se tient. Leonardo Da Vinci docet: un modello impossibile da raggiungere ma al quale ispirarci. Arrivederci a tutti alle prossime Giornate FAI d’autunno. Dove? Sarà una sorpresa che il FAI rivelerà nei primi giorni di ottobre. Vi aspettiamo! Dina Bortoluzzi Capogruppo FAI di Mirano
AUTUNNO IN MOSTRA Mentre l’autunno mostra il suo aspetto più gradevole, nel trascolorare delle foglie, nella brezza ancora tiepida, nella luce preziosa di fine estate, tutto ciò godibile nei nostri parchi storici, ha inizio in Villa XXV Aprile ed annessa Barchessa, una serie di esposizioni artistiche, storiche e sociologiche che occuperà tutta la stagione fino a dicembre. Questo proliferare di idee e realizzazioni promosse da associazioni in collaborazione col Comune, è, credo, la risposta più energetica alla lunga segregazione e lontananza dai luoghi della cultura. Tutto in scrupoloso rispetto delle norme anti-Covid. Di seguito l’elenco delle manifestazioni. Informazioni sul sito del Comune e al numero dell’URP 041.5798313. Si inizia il 3 settembre con la Mostra sui 1600 anni di Ve-
Villa Morosini
nezia, un tributo a cura dell’associazione Duemilaeventi, fino al 21. All’interno due concerti diretti dal Maestro Michele Peguri. Inaugurazione venerdì 24 settembre della ormai radicata MiranoFotografia con un commosso ricordo del suo fondatore Pier Paolo Fassetta. Fino al 10 ottobre. Il 16 ottobre si inaugura, invece, la Biennale dell’ARCAM, mostra di ricamo, uncinetto, maglia, carta e dintorni. Fino al 25. Un fine settimana per i “Libri di artista in casa di Irene” con riapertura della Casa delle Muse. Dal 28 al 31 ottobre. Da sabato 30 ottobre a domenica 14 novembre la tradizionale Mostra sulla Fiera de l’Oca, organizzata in Villa dalla Pro Loco Mirano. Invece in Barchessa da giovedì 4 novembre a martedì 16, “Mater et magistra”, un allestimento dedicato alle storiche maestre elementari di Mirano, promosso
dalle associazioni Riviere e Casa Mia. In dicembre una Retrospettiva in memoria dell’artista miranese Guglielmo Barbetti, deceduto un anno fa, nello stesso mese.
Renata Cibin Presidente del Consiglio Comunale e delegata alla cultura
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RACCONTI DA VENEZIA: IL REDENTORE! La Festa del Redentore è tra le festività più sentite dai veneziani, quest’anno in particolare modo in quanto si inserisce nelle celebrazioni dei 1600 anni di Venezia. Le celebrazioni vogliono ricordare la Grazia ricevuta dalla città di far terminare la peste del 1575-1577 dove fu fatta la promessa che ogni anno, nel giorno in cui la città fosse stata dichiarata libera dal flagello, si sarebbe tenuta una processione fino alla nuova chiesa votiva situata nell’isola della Giudecca. Come da tradizione, anche quest’anno, l’avvio della festa del Redentore è stato dato venerdì 16 luglio con l’apertura del ponte votivo dalla fondamenta delle Zattere fino alla Chiesa del Redentore; dal tardo pomeriggio di sabato poi i festeggiamenti si sono spostati sulle rive e nel bacino di San Marco, che all’imbrunire si è popolato di barche. Alle 23.30 in punto lo spettacolo pirotecnico ha illuminato il cielo di Venezia. Dopo l'annullamento del 2020 a seguito dell'emergenza epidemiologica, i fuochi d'artificio hanno restituito ai veneziani e ai turisti l'emozione dello sfavillio di luci sul bacino di San Marco. In apertura il tricolore italiano seguito dalla scritta “1600” per celebrare l’orgoglio
italiano e omaggiare i 1600 anni di storia veneziana; in totale quarantuno minuti di spettacolo, un fronte di fuochi di 420 metri al centro del canale della Giudecca, con 47 diverse postazioni di lancio suddivise in 34 piattaforme galleggianti. Per la prima volta, vista l’emergenza sanitaria, per partecipare allo spettacolo pirotecnico, era necessario prenotarsi on-line ed esibire un certificato di tampone negativo nelle 48 ore precedenti (disponibili anche punti tamponi agli ingressi della città). Sono state circa 3000 le barche prenotate che hanno seguito lo spettacolo dall’acqua, mentre 18.000 erano invece i cittadini che si sono registrati per seguire lo spettacolo a terra nelle zone ad accesso contingentate. Un’organizzazione perfetta che ha permesso la continuità degli eventi e delle celebrazioni dimostrando l’ottima organizzazione e sinergia da parte di tutti gli enti in campo. La domenica invece è stata la volta delle regate sportive e della messa votiva celebrata dal Patriarca Francesco Moraglia nella basilica del Redentore a chiudere i festeggiamenti. A tutti, BUON REDENTORE!
Andrea Tomaello Vice Sindaco di Venezia
REBECCA MAZZARELLA: “L’AMORE PER LA SCRITTURA” MIRANO VECIO MIRAN NOVO Vecio Miran ‘Na piassa, tre strade, ‘na cesa e brute contrade, eco el vecio Miran. Tre ciacole a sera, a la vecia maniera soto el bel campanil. Parlar dei afari imbroigiai, de amori passai, el cor se scaldava. Ognun de l’altro saveva anca quel che taseva, bastava sentirsi vissin. Novo Miran El vecio bruto xe restà, el novo in piazza fa pietà, ma Miran se gà slargà. Bela piassa de na volta parchè mai i t’à rovinà? Sol de auto ormai coverta, gran posteggio deventà, niun de ti s’accorse, né de la to vecia beltà. Ancuò sol rumor fa da paron, le rèce a sera xe strazià, dai grin e gran indiavolà. Tuti core, tuti pressa i gà. Dove vali? e chi lo sa? A sera, deserti i porteghi, vode le strade, la piassa dai novi ferai, in mortuorio cambià, fa ognun in casa restar. Scompar, par sempre, cossì de Miran, la civil aria giovial che, le venete vece tradission, gavea resa proverbial. MARIA CELEGHIN
Mi chiamo Rebecca Mazzarella e mi considero una miranese doc in quanto sono nata, cresciuta e vivo tutt’ora a Mirano, una città che per me è stata sempre fonte di fantasticherie, storie magiche e sogni a occhi aperti. L’amore per la scrittura è nata tanto tempo fa quando imparai a racchiudere i miei pensieri nei diari dove nascondevo a tutti le poesie e le storie che creavo mentre andavo alla ricerca di posti segreti di Mirano, a spasso per la laguna o in Croazia insieme ai miei genitori e al nostro inseparabile gommone. Il mio percorso scolastico non mi ha mai portato nella direzione della scrittura ma per mia fortuna, una professoressa delle superiori mi ha incoraggiato ad approfondire questa passione. Quando sono tornata a casa ricordo di averlo detto a mia mamma con stupore. Da quel momento non ho più smesso di scrivere usando la fantasia per creare le mie storie. Oltre a scrivere posso dire di essere una lettrice onnivora e insaziabile. Spesso condivido le mie letture sui social e sul mio sito dove pubblico recensioni e riflessioni personali. Ho sempre amato alcune zone della mia città soprattutto quei luoghi in cui edifici abbandonati e fatiscenti creano un alone di magia che spesso ho usato come fonte di ispirazione, Mirano è per me una fucina di idee e di personaggi interessanti. Il primo libro che ho scritto l’ho pubblicato nel 2017 e si intitola Anthea, un fantasy la quale idea è partita mentre passeggiavo dietro casa in una serata nebbiosa. Soddisfatta del risultato, a distanza di quattro anni, ho deciso di pubblicare il secondo romanzo che si intitola “Alice Casanova e il segreto di Villa delle Rose”. È un fantasy ambientato nella mia versione magica di Mirano, in cui alle nove di sera vige il coprifuoco, poiché quando cala il sole dal buio escono gli incubi, terribili creature che minacciano ogni giorno i nebula (persone senza poteri magici). Alice, la protagonista, dovrà superare mille peripezie insieme agli inseparabili amici Maia e Polpetta, prima di imparare a padroneggiare le arti magiche che la rendono così speciale. La cosa divertente secondo me è capire dietro quale edificio di Mirano si nasconde la Scuola dell’Incubo, dov’è la libreria di David Librook, qual è Villa delle Rose, quanti piani in realtà ha il Municipio e molto altro. Ogni luogo e ogni negozio nasconde un segreto e perfino le persone “normali” potrebbero in realtà essere delle creature magiche. Come ogni scrittore, credo dal profondo del mio cuore nel potere delle storie e sogno di far conoscere le mie a più persone possibili. Ho imparato col tempo che nulla è impossibile se si ha abbastanza determinazione e passione ma se questo non è abbastanza, bisogna ricordarci che la prima persona cui raccontiamo la storia siamo noi stessi quindi finché mi divertirà farlo e mi farà stare bene, io continuerò a scrivere. Trama di “Alice Casanova e il segreto di Villa delle Rose: Quando Alice inizia a studiare alla Scuola dell’Incubo, non ha idea di ciò che l’aspetta. Cresciuta a Mirano, una piccola e noiosa cittadina vicino Venezia, in una famiglia di maghi, è abituata a sentir parlare di intrugli e incantesimi, ma sono ancora molte le cose che non sa. Che cos’è l’Abracadabra? Come si combattono gli incubi? Ma soprattutto, può davvero fidarsi di chi la circonda? Insieme ai suoi due migliori amici, la studiosa Maia e il fanatico di merendine Polpetta, Alice inizia il nuovo anno scolastico a cuor leggero e tanta voglia di imparare ma prima di rendersene conto, dovrà affrontare molte sfide e peripezie e imparare a usare la magia per sconfiggere incubi pericolosi che minacciano di distruggere Mirano e ciò che ama.
Rebecca Mozzarella Contatti: Sito: www.lunaticamente.com E-mail: mazzarella.rebecca@gmail.com Instagram: rebecca.mazzarella Wattpad: Rebecca_Mazzarella Facebook: Anthea e altre storie di Rebecca Mazzarella
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settembre 2021
IN RICORDO DEL MAESTRO EGIDIO NOVELLO
Il tre luglio scorso, presso la scuola primaria S. Pellico di Campocroce familiari, compaesani, amici o semplici conoscenti hanno partecipato numerosi all’incontro in ricordo del maestro Egidio Novello, che è mancato il due gennaio 2021 all’ospedale di Dolo. L’incontro è stato organizzato dalla famiglia, con il patrocinio del Comune di Mirano, rappresentato dalla professoressa Renata Cibin, presidente del Consiglio comunale e con il prezioso aiuto di Bruno Pietro Spolaore, presidente de Il Portico Teatro Club. Nel corso della manifestazione, commoventi le espressioni di stima e di amicizia per una persona che sentiva profon-
“Vorrei onorare questi morti questi morti strappati alle loro famiglie, usciti di casa in ambulanza e mai più riabbracciati. Vorrei abbracciare questi morti questi morti fragili e impauriti questi morti morti da soli e frettolosamente rinchiusi nei sacchi. Vorrei palesare questi morti, questi morti tenuti nascosti silenziosamente sepolti o custoditi in salotto questi morti pianti in privato con tanto, troppo dolore e poca, pochissima condivisione. Vorrei descrivere questi morti questi morti quotidianamente contati ma mai raccontati questi morti trattati come “vecchi acciaccati” che tanto comunque in un modo o nell’altro sarebbero morti. Vorrei nominarli uno ad uno, questi morti “scomodi” e già dimenticati vorrei che fossero celebrati nelle piazze e nei telegiornali dal Papa, dal Presidente della Repubblica, dai sindaci di ogni paese vorrei che molte più messe e minuti di silenzio venissero loro dedicati. Vorrei incontrarli, questi morti prendere un tè insieme a loro domandare loro “Come state?” Dire loro “Mi dispiace“. Vorrei essere il loro postino, consegnare le lettere dei loro cari, con su scritto: “Non ci credo ancora” “Perdonami” “Mi manchi tanto” “Ti voglio bene” “Stammi vicino“. Vorrei farmi loro messaggero e diffondere parole di conforto e di speranza: “Non disperatevi” “Vogliatevi bene” “Continuate ad amarci” “Vivete un po’ anche per noi“. Sì, voglio proprio onorarli questi morti questi morti che non sono soltanto morti ma nonni, nonne, padri, madri, mariti, mogli… questi morti che in realtà non sono neanche davvero morti perché sono e rimarranno sempre i nostri cari”.
damente di appartenere alla storia del suo paese, ad una rete di relazioni, ad un destino commune: il maestro Egidio, sempre entusiasta nell’incontrare e conoscere gente, nel coltivare un dialogo che, come trama sottile, riteneva non dovesse essere mai trascurato o interrotto in una comunità che voglia sentirsi tale. Molti i ricordi di ex alunni che il maestro ha accompagnato negli anni durante il loro percorso scolastico verso la maturità e la consapevolezza. Sotto le chiome del boschetto della scuola è stato un ritrovarsi di persone che porteranno nel loro cuore il ricordo di Egidio che, anche in età avanzata, conservava il suo sguardo pieno di stupore e di meraviglia per la vita e per il mondo e la forza di un pensiero libero e aperto. La presenza del presidente dell’AVO, dell’AUSER, dell’AVIS e dell’AIDO ha testimoniato l’appartenenza del maestro a queste associazioni per un rilevante periodo della sua vita. E non dimentichiamo la presidente dell’associazione culturale AGORA’, che da molti anni opera a Mirano e che Egidio ha frequentato a lungo attivamente. Il dottor Gianni Fardin, ex sindaco di Mirano, ha tracciato una bella sintesi del percorso politico, sociale, educativo del maestro. Con immensa gratitudine è stato accolto il messaggio dell’ultra novantenne Antonio Noventa, ex partigiano, nato e vissuto a Campocroce prima di trasferirsi a Padova, con il quale , fin dalla giovane età, Egidio ha coltivato un’amicizia sincera e fraterna. E il reverendo parroco di Campocroce, don Ruggero Gallo, da amico e interlocutore attento e sensibile, ha dedicato al maestro una poesia che “sgorga dal cuore e dall’anima”. La commemorazione si è conclusa con “Bella ciao”, particolarmente amata da Egidio, accompagnata dal gruppo musicale dei Toca Mi e cantata da tutti i partecipanti. Al funerale, già mesi fa, così iniziava il saluto dei figli al pa-
dre: “Caro papà, te ne sei andato come non sarebbe dovuto accadere, nel modo più ingiusto. Avremmo voluto sentirti raccontare e ragionare fino alla fine, con la tua saggezza e ironia, attorniato dalle persone che ti hanno amato e stimato. Non è andata così..” In questo pomeriggio di luglio, in un’atmosfera familiare, come sarebbe piaciuto a lui, nel verde degli alberi, mentre il Lusore, a pochi passi, giocava tra le sponde, abbiamo cercato di restituire a Egidio quella dignità che a nessuno e per nessun motivo dovrebbe essere strappata, negata, specie nel momento del trapasso. E la lettura di una poesia intensa, commovente, dolorosa ma necessaria, dedicata a tutti i deceduti per COVID, ha messo in luce la tragica e devastante realtà di moltissime persone, diventate numeri di una mera statistica o di un bilancio anonimo, ancora purtroppo aperto. C’è chi, nel nostro Paese, si sta impegnando al massimo per rendere omaggio a quelle esistenze cui nemmeno gli affetti più cari hanno potuto dare l’estremo saluto, e che si tenta di ricostruire con accurate ricerche: quasi per un’urgenza a confermare il loro passaggio su questa terra, a testimoniare vite di lavoro, di impegno, di sacrifici e di soddisfazioni, di studio, di relazioni… Si dice che il tempo aiuta a guarire, ma non si potrà mai superare il dolore per non aver potuto accompagnare i propri cari fino alla fine. Qui, nel suo paese, fra tanta gente, è stato ricordato con affetto e amicizia il maestro Egidio Novello. Si spera che a tutti coloro che hanno vissuto un’esperienza così drammatica sia reso l’onore che meritano. I familiari di Egidio vorrebbero poter condividere con tutti le espressioni di omaggio e di riconoscimento al loro caro manifestate in questa occasione. Per ovvi motivi di spazio si impone una scelta e si propone, per tutti, il ricordo dell’amico dott. Paolo Pietrobon.
Al Maestro Egidio Novello Nel 1981 vengo ad insegnare a Mirano……e comincio a frequentare il PCI…..mi informo sulla situazione della Sezione e mi dicono che a Campocroce “abbiamo” un iscritto speciale, un maestro, punto di riferimento per quella comunità, Egidio Novello. Ma è tra il 1990 e il 1991 che ho l’occasione e la necessità di incontrarlo: il PCI non c’è più, nasce il PDS, di cui assumo l’incarico di Segretario: la divisione tra gli iscritti è forte, numerosi tra di loro, soprattutto nella base operaia e contadina, non entrano nel PDS…s’allontaneranno dalla politica o aderiranno a Rifondazione Comunista. E’ mio compito parlare con tutti loro, per discutere la difficile novità, e a Campocroce, paese in cui vivono, sono attivi e determinati, non pochi di essi, a chi chiederò sostegno per avvicinare le persone interessate al problema? A lui, ancora Egidio. Grande disponibilità la sua, spirito di servizio, sincerità… e forte preoccupazione, l’invito pressante a “tenere insieme”, a non ripercorrere la divisione nella sinistra italiana. Subito, al primo incontro, “te si fioeo de Gino, e dea Ina Calvene!............lo sai perché si chiamano “Calvene”…? (Egidio alternava agevolmente dialetto e italiano a seconda che si parlasse delle faccende paesane di tutti i giorni, o di riferimenti a fatti o a informazioni più generali, magari attinenti a questioni e curiosità di natura storica). Ed ebbi la spiegazione sulla provenienza dei miei per parte di mamma… Fu lì il primo assaggio della curiosità culturale, della sapiente padronanza della storia locale di questo “maestro totale”….maestro sempre, forse per un DNA dei veri maestri, anche della sua inseparabile Iolanda, fino alla comune e generosa attività di volontariato, con l’associazione Auser, di nuovo tra i bambini, ora multicolori e di lingue diverse… E del resto abbiamo tutti ascoltato l’ingegnosa ma storicamente fondata ricostruzione della storia di Campocroce elaborata da Egidio. Per lui fu sempre necessità, di metodo e di sostanza, quella di ancorare scientificamente alla “storia grande” le singole vicende da cui veniamo, in cui ci dibattiamo, e che vorremmo tutti comprendere, anche e soprattutto allorché non possiamo fare a meno di supporre il nostro e comune futuro. Ancoraggio persistente e perciò abituale, fino a diventare carattere ed emanazione della persona nel suo interagire con la comunità data, con i figli da crescere, con gli scolari da avviare alla maturità e alla consapevolezza, con i compagni di strada da condividere e supportare, anche con le opinioni diverse, o avverse, da riportare ostinatamente ai parametri di un confronto leale, incatenato alla prospettiva storico-scientifica, non ideologica o assoluta, laica innanzitutto. Anche nel “fare i conti” con la dimensione spirituale, etica, nella quale le liturgie tradizionali, indiscutibili, non dovevano negare, anche ad un agnostico tenace quale Egidio fu, per quanto so, l’esplorazione intellettuale dei grandi sistemi, fisici ed extra-materiali, il cui mistero non consente semplicistiche rimozioni. Egidio era convinto, e compiaciuto, della sua appartenenza attiva alla comunità paesana: famiglie, eventi, colmelli, caratteri e ruoli, nel lavoro nelle relazioni umane, nei momenti di festa…nei quali, fossero gite, scambi di “quattro parole”, tante erano le cose che egli sapeva e desiderava raccontare: sul sagrato, per un caffè all’osteria, ovunque egli potesse essere parte del suo “piccolo popolo”. E tutto ciò egli svolgeva nella proposizione, divertita e divertente, di un umore vivace e punzecchiante, di scenette comiche dove non mancava il cenno scoperto alle vicende dell’amore e della fioritura dei sensi e delle emozioni, anche la battuta puntuale ed irriverente, ma senza malizia………..anche preparandosi, scrivendo, spesso, in “disinvolta libera rima”, e non solo sui moduli dialettali del filò, come nelle vecchie stalle contadine, o dell’improvvisazione burlesca ed ironica. Ma anche studiava ed annotava minuziosamente, nei tanti materiali lasciati alla famiglia: frammenti, pagine, quaderni densi di ricerche, esposizioni, analisi e commenti sui temi forti, per un uomo di vasta cultura e per un mondo difficile e spesso oscuro, anche nell’ambito spirituale, mai estraneo alla sua vicenda personale e politica, al suo essere strutturalmente “uomo di sinistra”, una sinistra avvicinata inizialmente nell’ambito socialista e poi maturata nell’adesione al PCI di Enrico Berlinguer, al sogno e all’impegno di quel Segretario per una ridefinizione della politica, dei suoi linguaggi e dei suoi contenuti, che mettesse a servizio del Paese-Italia il meglio delle culture e delle esperienze socialiste e cattolico-democratiche… Egidio, quindi, uomo di una bella sinistra, di un progetto culturale generoso e unitario, di una speranza lucida di un mondo più giusto e umano, democratico, consapevole, cose per cui è stato anche l’insegnante premuroso, gentile competente, di tanti e tante che oggi sono qui a ricordarlo ed esprimerne ammirazione pubblicamente. Grazie quindi per l’attenzione e la condivisione, a tutti voi e specialmente, per consolazione ed amicizia, alla cara Iolanda e ai figli di Egidio, che hanno tenacemente voluto questa manifestazione. Se poi tu potessi ascoltarmi, ti direi – caro maestro e compagno – che sento di aver mantenuto l’impegno che mi chiedesti, col tono di una confidenza sincera, suggerita sottovoce e quasi con timidezza, quello di “dire qualche parola” al tuo funerale. Oggi, finalmente ne ho avuto la possibilità. Paolo Pietrobon
MARCO MARCHETTI
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RESTAURO DUOMO E CAMPANILE di materiali che avevano già provocato danni, per fortuna senza coinvolgere persone. L'intervento di restauro ha previsto il ripristino degli originari fregi della parte alta e la pulizia dei mattoni e del basamento in pietra d'Istria. Oltre alla parte visibile esterna, il campanile presentava dei gravi problemi anche all'interno, in quanto le vibrazioni, provocate dalle campane, avevano danneggiato il castello di sostegno delle campane stesse, per cui è stato necessario un consolidamento della parte strutturale. Inoltre, tutte le strutture interne (scale, reti di antintrusione di volatili, ecc,) necessitavano di essere sostituite per eliminare il degrado che era presente all'interno e consentire la risalita in sicurezza. La fine degli interventi di restauro sopracitati è prevista per fine settembre cosicché il Duomo di San Michele Arcangelo possa accogliere la comunità con l’antico splendore di un tempo.
A seguito di numerose indagini, sono stati riscontrati problemi di stabilità nel campanile e di umidità nel Duomo. Gli accertamenti hanno mostrato che le problematiche richiedevano interventi di restauro che non potevano più essere rimandati. Per queste ragioni, a giugno sono iniziati i lavori di recupero e messa in sicurezza di questi due monumenti di Mirano. L’umidità stava rovinando le pareti esterne del duomo, mentre il campanile presentava problemi di stabilità provocati dalla vibrazione delle campane. Il restauro del Duomo era necessario per impedire il propagarsi dei danni provocati dalla risalita dell'umidità dalle fondamenta, che
aveva già causato la rovina dell'intonaco nella parte bassa delle facciate, con rischio che i danni si propagassero all'interno della chiesa ed in particolare danneggiassero gli altari laterali e le opera d'arte che li abbelliscono. Con il restauro si è tolto l'intonaco nella parte già danneggiata ed il marmorino nelle parti restanti delle facciate, quindi si è proceduto con le iniezioni di liquido che impedisce la risalita dell'umidità, poi si è rifatto l’intonaco rimosso, alla fine, si è proceduto con la dipintura delle facciate con materiali adeguati. Il campanile, invece, era fortemente deteriorato soprattutto nella cella campanaria e nella cupola, con distacco
QUEI PINI MARITTIMI TRA MESTRE E PADOVA Mi si è stretto il cuore alla notizia che i sei pini marittimi cresciuti sullo spartitraffico autostradale Mestre – Padova, sono stati abbattuti esattamente due anni fa (Gazzettino del 1 luglio 2019). Erano lì, esposti alla natura e a tutte le sue intemperie fin dal 1960. Il loro apparire in perfetta sequenza, annunciava che si era quasi arrivati a Padova. E per un giovane del miranese la città del Santo significava università, lavoro, turismo, ristorazione, cinema e soprattutto divertimento. Tante erano le sale da ballo sparse nel territorio del padovano che suggerivano e stimolavano speranza, ragazze, amore, desiderio, avventura. Insomma, gli ideali di chi credeva di conquistare il mondo con la forza della bellezza e della giovinezza. Ecco l’Arlecchino a Ponte di Brenta che faceva il pieno domenicale dei giovanotti respinti o delusi da altri locali. Il Dancing 2000 di Campagna Lupia, il Moron e Mocambo di Dolo, la Taverna di Fiesso d’Artico, Il leopardo nero di Oriago erano altrettante sale da ballo dell’entroterra veneziano insufficienti per la crescente domanda di divertimento per quegli anni a cavallo tra il 1960 e 70. Per questo Padova, con le sue balere di intrattenimento musicale, i tanti cinema le sue feste dell’Unità, il Prato della Valle dalle mille iniziative era metropoli molto desiderata e difficile da raggiungere con i limitati mezzi a motore di cinquant’anni fa. Ora in autostrada quei pini non ci sono più e il mio stanco occhio di settantenne non coglierà più quel naturale e sempre verde semaforo che mi allertava per la prossima uscita per Padova. Ieri distraendomi dalle licenziose fantasie che si collegavano con le avventure patavine, vere o false che fossero, non aveva importanza, oggi per affrancarmi dallo stress di una guida difficile. Ora, asettiche targhe in ferro mi annunciano l’uscita per la Padova industriale, quello est di centro e la ovest verso Abano e i Colli Euganei. Mute, indifferenti, senza partecipazione, faranno il loro dovere di comunicazione al pari di tutte le altre ovunque disseminate tra strade e autostrade. Voi invece pini marittimi, dialogavate con l’automobilista. Non come i cipressi di Bolgheri che interrogavano il maturo poeta e lo rimproveravano perché non veniva a trovarli più spesso. Piuttosto con la vostra silenziosa ma viva presenza ci ricordavate la natura, lo stormire delle fronde al vento, il gioco della luce all’alba o al tramonto di ogni giorno, la vita che pulsa anche attraverso i rami di un solitario alberello. In mezzo a un oceano di cemento, asfalto e rumore ci ricordavate
la bellezza e sacralità della Madre Terra. Addio mie fedeli sentinelle di arrivo nel porto della felicità padovana. Avete resistito per oltre cinquant’anni a tutta la forza della natura amica e nemica, sodale e violenta, accogliente e minacciosa, respirando veleno e restituendo ossigeno. Ma non avete potuto difendervi dall’assassina mano dell’uomo che come un ladro nella notte vi ha colpito nel buio per privarvi di qualsiasi voce potesse essersi alzata in vostra difesa. Certo, altri giovani pini sono stati posizionati nel posto da voi occupato per tanti anni e mi auguro possano crescere fieri e forti. Ma non avranno mai la vostra stessa storia, Perché il mondo è cambiato, i ricordi, le speranze, gli ideali, i palpiti del cuore sono cambiati. Per questo vi dico grazie di aver vissuto per me fedeli guardiani della natura. Un vecchio vi saluta e vi sarà riconoscente per sempre. Decapitandovi è come se il faro della sua giovinezza fosse stato spento per sempre.
Oscar De Gaspari
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YAKIMA SKYRISE VILLAGE A SESTO RUDY DE POL
Una novità si è aggiunta alla già rinomata e lussuosa offerta del Caravan Park Sexten, una delle realtà guida del panorama glamping italiano ed europeo. Una collaborazione con il produttore di tende da tetto Yakima, infatti, permette ai clienti, senza rinunciare al lusso di un comfort a 5 stelle, di godersi le stellate dolomitiche attraverso il tetto panoramico di una comoda tenda da auto. Le tende da tetto che trasformano le auto in camper sono tanto di moda quanto il glamping. Yakima e il Caravan Park Sexten lanciano ora una partnership molto speciale che combina entrambe le cose. Allo Yakima Skyrise Village, è possibile vivere la sensazione di libertà di una vacanza in tenda con tutte le comodità glamour di un campeggio a cinque stelle. È una sensazione di libertà senza limiti. Guardare il cielo stellato, lontano dalla frenesia della vita quotidiana. Le cime delle Dolomiti davanti agli occhi e il silenzio assoluto tutto intorno. Chiudi la cerniera della tua tenda, addormentati in armonia con la natura e risvegliati al mattino con i primi raggi di sole. Chiunque abbia trascorso la prima notte in una tenda vuole ripetere questa esperienza ancora. Le tende da tetto trasformano le auto in camper con poco sforzo. "Si vedono sempre più auto con tende da tetto, ed è per questo che stiamo registrando un forte aumento dell'interesse per i nostri prodotti", dice Dirk Janz di Yakima in Germania. Ecco perché ha avuto l'idea di rendere la sensazione della tenda sul tetto un'esperienza fissa al Caravan Park Sexten. Il Yakima Skyrise Village è costruito
su palafitte, sulle quali sono montate le spaziose tende che possono ospitare fino a due persone. Ogni unità è dotata di elettricità, una spaziosa terrazza privata per la massima privacy - ed è armoniosamente immersa nel paesaggio. Il Caravan Park Sexten ha riconosciuto da tempo che sempre più persone vogliono fuggire dalla vita quotidiana nella natura e allo stesso tempo avere tutte le comodità. Il glamping - il campeggio con tutti i comfort immaginabili - era già possibile qui prima che la ricerca di vacanze economiche, naturali e allo stesso tempo glamour e per soddisfare le esigenze di una clientela più giovane o più avventurosa ha ben pensato di collaborare con Yakima ditta specializzata in prodotti che rendono una vacanza attiva ed un'esperienza spensierata per campeggiatori, ciclisti, escursionisti, appassionati di montagna, acqua o sport invernali. Il Yakima Skyrise Village è composto da 5 unità. L’area in cui sono montate le tende Yakima di taglia M con una superficie di riposo di 1,42x2,43 m sono dotate di elettricità. Si sale con una scala e si accede attraverso una botola. Si giunge quindi nel villaggio dove le tende tetto sono ben distanziate per la privacy; di fronte padroneggia il meraviglioso massiccio della Meridiana di Sesto e sotto scorre il ruscello che concilia il sonno degli ospiti. Le tende da tetto sono tra i prodotti più importanti di Yakima. Il modello Skyrise HD, allestito nello Skyrise Village, è, come già scritto, lungo 2,43 m e largo 1,42 m ed è il perfetto campo base impermeabile in qualsiasi stagione. Le finestre e le porte extra large offrono una splendida
vista, mentre il materasso in schiuma di 64 mm di spessore offre un comfort perfetto per dormire. La struttura della tenda SkyRise HD è estremamente robusta, realizzata in poliestere Ripstop 600 D con un rivestimento in PU resistente all’acqua 3000 mm. Il telo impermeabile ti assicura una protezione totale contro le intemperie. Le finestre e le porte extra large offrono ampia visuale e aerazione. Una tenda può ospitare un massimo di 2 persone ed è dotata di tutti i comfort: materasso, cuscini, piumino, lenzuola, asciugamani, presa elettrica, illuminazione e cassettone riponi oggetti. Questa “vacanza in tenda con tutti i comfort di un hotel”, come la chiama il responsabile commerciale Dirk Janz, ha lo scopo di suscitare l’interesse a provare l’emozione di dormire in una situazione unica e innovativa sotto una tenda da tetto. E’ chiaro che chi alloggia al YakimaSkyRise può usufruire di tutti i servizi del Centro Wellness Meridiana SPA del Caravan. Relax totale attraverso straordinari mondi di nuove forme, aromi e colori. Appena giunti si avverte una sensazione speciale che stimola tutti i sensi. Un potpourri di stili originali, raffinate luci soffuse, morbidi colori, profumi e aromi inebrianti e il fascino sensuale che si sprigiona al solo tocco di materiali naturali come le pietre, i cristalli, il legno. Massaggi classici, ayurvedici, trattamenti viso, bagni di fieno, bagni selezionati a base di essenze (pino mugo, betulla, salvia, melissa, lavanda, limone, arancia, mela verde, vaniglia, cannella…) sauna finlandese interna ed esterna e saune con varie temperature, ampio bagno turco, idromassaggi interni ed esterni, doccia nebulizzata, area solarium, zona riposo con parete di vetro per osservare il fondo del lago con i pesci, tisaneria, percorsi kneipp, grande piscina interna con pavimento ciottolato e passaggio all’esterno . Chi sceglie il Caravan Park Sexten in una delle sue numerose proposte rimarrà sicuramente soddisfatto perché non c’è nulla di più appagante di una vacanza open air in un contesto naturale di estrema bellezza quale le Dolomiti di Sesto con la sua imponente Meridiana. Chiusura Villaggio fine settembre inizio Ottobre a seconda delle condizioni meteo. www.caravanparksexten.com
Rudy De Pol
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settembre 2021
RICORDANDO RAUL CASADEI L’entroterra veneziano deve molto a Raul Casadei, scomparso il 13 marzo 2021 e alla sua orchestra del ballo liscio. Dalla Scala d’oro e Lanterna di Mirano, al Moron e Mocambo di Dolo, al Dancing 2000 di Campagna Lupia, al Leopardo Nero di Oriago, al Cervo Rosso di Noale, le note di valzer, mazurka e polka hanno dominato la musica suonata in questi locali che hanno rappresentato il principale punto di divertimento e aggregazione per la moltissima popolazione anziana della nostra Provincia. Per questo mi auguro che nel giorno in cui finalmente tutti i dancing potranno riaprire, venga osservata un’iniziativa di ricordo per Raul Casadei. Non il tradizionale minuto di silenzio, piuttosto concordando con tutte le orchestre del liscio che la loro canzone di apertura sa quella di Ciao Mare o Romagna mia, che rappresentano la musica folcloristica più carica di pathos per gli amanti del ballo. Perché, oltre che luoghi di ascolto per musica allegra, i locali da ballo offrono aggregati di vita, svago, amicizie e ritrovati affetti. Bellissime alternative per tanti anziani che non intendono passare gli ultimi anni della loro esistenza in tristezza e solitudine. Un brutto modus vivendi che neppure solidi legami familiari potrebbero mai far dimenticare. Io credo che si tornerà a ballare pur con mille distinguo non prima dell’estate 2021 dovendo in primis completare la campagna vaccinale, poi attendere la verifica certa e statistica che la pandemia sia stata completamente debellata, accertarsi che i giovani con le loro musiche e rituali non ricreino nuovi focolai di virus e infine vincere la nostra più diffidente natura che per due anni ci ha reso
sospettosi e diffidenti verso il prossimo. Oggi comunque gli anziani sono enormemente penalizzati, privati di qualsiasi forma di aggregazione sociale, svago e divertimento. Consegnati in casa come fossero agli arresti domiciliari, i loro giorni trascorrono tutti lenti e uguali, inseguiti dalla sottile accusa di essere dei privilegiati nella vaccinazione e nel reddito comunque garantito attraverso la pensione. Per questo il mondo degli anziani del veneziano attende con ansia la riapertura delle sale da ballo. Non vorrei però che lo stop per due anni imposto dalla pandemia obbligasse i titolari di dancing sopravvissuti ad aumentare drasticamente le tariffe per compensare le perdite subite del passato. Da qui la necessità che SILB-FIPE, l’associazione di categoria per l’intrattenimento diurno e notturno, presenti allo Stato la richiesta di necessari aiuti finanziari per il comparto. Due anni sono sufficienti per vagliare con attenzione gli effettivi danni subiti dai diversi locali e intervenire nella giusta misura. Allora, appuntamento a presto in tante serate danzanti, sulle note dell’indimenticabile Romagna mia, Simpatia, Amico sole che Raul Casadei ha saputo far conoscere a livello internazionale. Un’eccellenza italiana che merita di essere tutelata non solo ricordando Secondo e Raul Casadei come proposto in apertura, ma anche con aiuti concreti. Come per un qualsiasi bene artistico che merita di essere supportato, tutelato e fatto conoscere. Oscar De Gaspari
LA FILARMONICA DI MIRANO NELLA STAGIONE DEL COVID 19 LA BANDA MUSICALE NON SI ARRENDE
Il 2 Giugno 2021 la Filarmonica di Mirano-Banda Cittadina, è tornata al suo pubblico, nella corte di Villa Errera, in occasione del concerto per la Festa della Repubblica Italiana. Dopo un anno di silenzio e di impossibilità di vedersi fisicamente, a causa della pandemia da coronavirus, i suonatori della Banda, sono riusciti in fretta e furia a riprendere le prove con il M° Stefano Corrò per preparare un programma musicale da offrire al proprio pubblico. In questo lungo periodo di inattività c’era stato il rischio che il legame affettivo e volontaristico che tiene insieme i musicisti della Filarmonica si fosse definitivamente interrotto. Il detto popolare “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”, è spesso purtroppo, vero. Così non è stato: i giovani, e meno giovani, della banda, nonché gli insegnanti della scuola di musica, non si sono mai arresi e hanno continuato a mantenere vivo quel senso di amicizia che li lega fra loro e con la Filarmonica, è stato così possibile, in pochissimi giorni, mettere in programma alcuni concerti e questo anche come momento di ritorno alla vita normale, dopo essere stati costretti a rimanere chiusi e privi di relazioni con gli altri, per un così lungo tempo. Al pubblico che ci ha atteso e sostenuto va il nostro ringraziamento. L’augurio che ci facciamo è che si sia finalmente tornati alla normalità della vita, anche sulle note della nostra Banda Cittadina, che potrà così tornare ad allietare qualche serata estiva in allegria e serenità. Gianni Fardin
LA SCUOLA DI MUSICA TRA INSEGNAMENTO IN PRESENZA E ONLINE Appuntamento fisso di ogni fine Maggio-inizio Giugno, il Saggio di fine anno della Scuola di Musica della Filarmonica di Mirano costituisce un momento molto importante in cui allievi ed insegnanti presentano, con poche ma significative esibizioni, il percorso di studi fatto e le capacità musicali acquisite. È un momento di festa, all’insegna della voglia di fare musica tutti insieme. Il Saggio di quest’anno, ponendosi a conclusione di un periodo pesantemente segnato dalle problematiche del Coronavirus, portava con sé il peso e la stanchezza di oltre quindici mesi di incertezze, paure e restrizioni. Ma, una volta in più, abbiamo avuto la conferma di come le cose belle siano in grado di far passare in secondo piano le difficoltà necessarie a raggiungerle: il 5 Giugno 2021 nello scenario della corte di Villa Errera una sessantina di allievi dei corsi musicali si sono esibiti con grande impegno nel loro Saggio, accompagnati dagli insegnanti della scuola, alla presenza dei dirigenti della Filarmonica, delle autorità del Comune di Mirano e di un numeroso pubblico entusiasta. In questo panorama così diverso, non possiamo che essere grati per tutto ciò che di bello è rimasto. Sono rimasti gli insegnanti, che con tutti i mezzi a loro disposizione hanno scelto di mettersi in gioco per continuare a fare il loro lavoro; sono rimasti i ragazzi, che dopo le ore passate davanti allo schermo con le attività scolastiche, hanno saputo trovare le energie per prendere in mano lo strumento e prendersi cura di un ulteriore impegno “a distanza”; sono rimaste le famiglie, che hanno scelto di fidarsi della nostra Associazione sia nell’esperienza online che nel protocollo di sicurezza adottato nei locali della scuola. A tutti voi va il nostro ringraziamento, con l’augurio che questo possa essere il primo passo per un ritorno alla normalità. Chiara Narduzzi
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Benvenuto su Enotecalecantinedeidogi.com, siamo una enoteca con punto vendita a Mirano in provincia di Venezia dal 2003 e una enoteca online, la 1° e l'unica di Mirano, a disposizione del cliente 24 ore su 24 online. Un punto di riferimento in cui ci si può immergere nel magico mondo del vino tra più di 1.000 etichette di vini provenienti da 20 paesi del mondo. Fratelli Berna SNC è un'azienda a conduzione familiare, i cui titolari, Ezio e Vanni Berna , svolgono l'attività nel punto vendita cittadino di Mirano da diversi anni. Dalla grande esperienza di Vanni che da anni, in qualità di Degustatore Ufficiale e Relatore dell'Associazione Italiana Sommelier, ricopre incarichi di prestigio nell'affascinante mondo del vino è nata una selezione di prodotti che soddisfano davvero tutte le esigenze dei loro clienti. Dal 2010 hanno voluto iniziare una nuova esperienza praticando E-commerce, operando nella vendita dei prodotti enogastronomici. Enotecalecantinedeidogi.com uno dei siti di E-commerce più "affidabili": massima è l'attenzione rivolta al cliente, la serietà, l'assistenza, i prezzi sono appetibili e
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vola. 2020: Food & Drink Awards: Enoteca Le Cantine Dei Dogi “Wine Retailer of the Year – Veneto” 2020: Vanni Berna è il vincitore del premio Personaggio dell'anno dell'enogastronomia e dell'accoglienza per la categoria SALA E HOTEL. Sondaggio organizzato da Italia a Tavola. Giorgio Pesce
UNA COPPA LUXARDO NAFTA GRAZIE! UN BOOM DI RICHIESTE!
Era da un po’ che pensavamo di introdurre tra le nostre proposte le COPPE GELATO TAKE AWAY da consumare passeggiando o da portare a casa. La primavera 2021 ci ha dato l’occasione di introdurre questa novità dato l’alto interesse nel cibo da asporto e le sempre più frequenti passeggiate all’aria aperta. Questo è stato l’anno giusto! Abbiamo pensato e testato molte coppe, tutte legate al nostro gelato artigianale. Salse rigorosamente “home made” al cioccolato o alla frutta fresca, ingredienti semplici e naturali legati alla stagionalità e sempre con attenzione al nostro territorio. Prepariamo una selezione giornaliera di
massimo 6 coppe per poter garantire sempre ingredienti freschi e con preparazione giornaliera. In primavera è stata molto richiesta la coppa con fragole fresche, poi la stagione ha portato quella con i lamponi e con le calure estive una bella Macedonia mista fresca non è mai mancata. Chissà cosa riserverà l’autunno…! La coppa “Energetica” è la nostra ricostituente legata al nostro “sbatudin”che nel nostro banco difficilmente manca. Ma la grande sorpresa di questa stagione é la LUXARDO NAFTA, una tra le più richieste! Chi l’avrebbe mai detto?! Un mito anni 80, un revival delle vacanze al mare ad agosto! Una pioggia di succose amarene su una soffice panna fresca leggermente zuccherata il tutto per avvolgere il vostro gelato preferito. I più gettonati e consigliati da affogare sono la crema classica all’uovo o anche la crema al Sangue Morlacco. Abbiamo scelto proprio la LUXARDO come amarena per la nostra NAFTA data la sua semplicità e genuinità. Viene prodotta da un’azienda storica vicina a noi, a Torreglia in provincia di Padova. Di questa azienda utilizziamo molti prodotti, li trovate spesso nel nostro banco in combinazione ad altri ingredienti. Teniamo a precisare che questa nostra nuova proposta delle coppe è tutta realizzata con materiale bio-compostabile dal cucchiaio al bicchiere della coppa al coperchio con un progetto sempre amico dell’ambiente. Il bello e la sorpresa della coppa NAFTA e di quanto sia richiesta ci fa riflettere su quanto siamo tutti portati a guardare avanti ma la tradizione, il legame con il territorio, i ricordi e il sapore delle cose semplici rimarranno sempre aspetti importanti di noi. Giorgio Pesce
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DAI LAGHI MASURI (POLONIA) … A MIRANO Quarta puntata CORONAVIRALE
Nella speranza che sia l’ultima puntata riguardante questa “maledetta” pandemia (spes ultima dea!)… Questo breve articolo è nato proprio il primo giorno dell’introduzione della cosiddetta “zona bianca”. Non aspettiamoci miracoli dalla suddetta “zona”. Affinché possa funzionare (si spera) è necessario il contributo di ciascuno e del sempre più invocato buon senso civico. Nonostante le vittime e le restrizioni, c’è ancora chi non ha compreso l’importanza delle linee guida indicate dal Governo circa gli standard igienico-sanitari da rispettare in tempo di pandemia da Covid19. Mai abbassare la guardia è l’imperativo per evitare rischi e conseguenze dannose. Certamente non assimileremo le abitudini giapponesi, eppure per molte persone la pandemia è stata l’occasione per scoprire i lati positivi del ricorso alla mascherina chirurgica e non solo. Proteggersi dall’aria inquinata è una percezione che si è diffusa parecchio negli ultimi venti mesi; ma anche l’idea di coprire naso e bocca quando si è raffreddati, così da evitare di trasmettere i germi verso gli individui con cui si condividono spazi indoor, sta prendendo piede tra gli italiani. Insomma, c’è una nuova percezione. Per fortuna! Tornando poi alla nostra attuale, non ancora scomparsa, crisi pandemica, sembra di assistere alla discussione di un piano regolatore cittadino, durante il quale insorgono nuove “varianti”, tipo “delta (indiana), inglese, brasiliana e tante altre. Tutto ciò ha il sapore di vuoto chiacchiericcio che non giustifica gli innumerevoli pareri dei vari esperti “tuttologi” (vedasi vaccini). Prima o poi il Covid sarà sconfitto o comunque non sarà più un problema per la salute, oltre che per l’economia. Passando poi alle dolenti note delle numerose ed anche eccellenti “scomparse” di molteplici personaggi, anche celebri e rinomati, ed ai numerosi cittadini di qualsiasi ceto sociale, un appunto lo merita senza dubbio la mancanza, anche un po’ inaspettata, del nostro caro don Pietro Mozzato, esimio parroco della frazione miranese di Vetrego. Per oltre 40 anni ha retto in modo splendido il “suo gregge”; egli conosceva tutti i suoi amati paesani, dai quali era rispettato e benvoluto. Sembra ancora impossibile che un piccolo e sconosciuto “virus” abbia potuto abbattere una potente “quercia” quasi secolare quale era il nostro don Pietro. Dico “nostro” perché con il sottoscritto era nato un certo feeling tramite la squadra di calcio
amatoriale del GORNIK che egli seguiva qualche volta negli allenamenti nel “suo” campo da calcio di Vetrego. Eh si… perché agli inizi degli anni Settanta anche lui con tuta, pala e piccone e tanta energia aveva contribuito a far sorgere il campo da calcio ancora oggi esistente (ASD Vetrego). Ora egli riposa nella sua Vetrego e sono certo che dall’Aldilà il suo pensiero e la sua preghiera siano rivolti ai Vetreghesi e a tutti quelli che lo conobbero, lo amarono e lo stimarono sia come sacerdote che come uomo. In altra parte di questo giornale si ricorderà anche della dipartita del maestro Egidio Novello. Anch’egli valente insegnante per decenni in quel di Campocroce. Nella ricorrenza della sua scomparsa di qualche tempo fa, si è notato quanto egli si sia prodigato per il suo “paesello”. Abile parlatore, istruttore scherzoso ma molto umano e socievole. Per i campocrocesi è stata una vera e propria istituzione, tanto che ancora viene ricordato come “il maestro”. Per concludere, ricordando il settecentesimo anniversario dalla morte del nostro più grande poeta italiano, Dante Alighieri, cerchiamo di mettere tutta la nostra buona volontà per tornare “a rivedere le stelle”. Auguri di tanta salute a tutti
Silvano Bertoldo Presidente GORNIK F.C.Mirano
IL MONDO PACIFICO DEI FUNGHI
Molti di noi girano da decenni per boschi e parchi e possono dire di averne viste…… di tutti i colori. I colori della natura, che non finiranno mai di stupire nemmeno il più esperto e navigato escursionista, con i fiori, gli alberi, i funghi, gli animali, sempre inimitabili. I colori del tempo, con i cieli azzurri, i temporali, le nebbie fitte che ti tolgono l’orientamento, le nevicate improvvise. Ma ci sono i “colori” del vario mondo degli uomini. Qualcuno riesce a rilassarsi passeggiando, assorbendo quel senso di pace che un bosco può regalare, dimenticando per un attimo il resto dei problemi o lasciando tutte le tragedie quotidiane che una scatola più o meno quadrata ci riserva puntualmente sulle coscienze. Altri proiettano la lotta di tutti i giorni sulla ricerca affannosa di ambite prede. Bisogna arrivare prima, e se qualcuno ci ha preceduto, lo si aggira con abile manovra di accerchiamento. Si sente dire addirittura di risse per quel fungo in più o per un posto migliore per parcheggiare. E così, tra scherzi e cose serie, calpestiamo frettolosamente un mondo che, a soffermarci un po’ di più, potrebbe insegnarci tante cose. Che armonia! Aria, acqua, terra, piante, animali….. funghi. Che rispetto! Ognuno nel suo ruolo determinante, e nel rispetto di una legge naturale, da sempre. Che pace! Crescono insieme, anche di “razze” diverse, si offrono al ciclo inesauribile della vita, senza voler nulla in cambio, senza recriminare. Paolo Trevisanato
IL GIALLETTO ASSOCIAZIONE MICOLOGICA BRESADOLA GRUPPO APS AMICI MICOLOGI MIRANO RIAPERTURA ATTIVITÀ MICOLOGICA DAL 06 Set. 2021
Il CANTHARELLUS CIBARIUS comunemente chiamato gialletto o gallinaccio, appartiene alla famiglia delle Cantharellaceae. Il cappello ha dimensioni che variano da 1 a 15 cm a seconda della specie o varietà, è carnoso e sodo con un aspetto imbutiforme da giovane, poi appianato con margine involuto sinuoso lobato. La cuticola è liscia, asciutta e opaca, Il colore è di un bel giallo dorato nella sua forma tipica, con cappello più bianco nella varietà BICOLOR. La parte fertile è formata da pseudo-lamelle, molto decorrenti sul gambo, simili a lamelle ma che in realtà sono costolature, nervature anastomizzate, forcate. La carne è bianco-giallina, l’odore è di sapore fruttato. Il gialletto è una specie micorrizica con le radici di molte
piante, cresce in gruppi numerosi in luoghi umidi e muschiosi, è un ottimo commestibile, molto ricercato, si presta alla conservazione sotto olio e sott’aceto. Raramente è confuso con specie velenose (solo in alcuni casi ricercatori inesperti lo hanno confuso con l’Omphalotus olearius per via del suo aspetto imbutiforme e il colore giallo delle lamelle), infatti per non confondersi basterebbe ricordarsi che L’Omphalotus olearius è una specie lignicola e cresce su ceppaie marcescenti e quando lo troviamo a terra è sempre attaccato ad una radice, mentre il gialletto è una specie terricola. Ci sono in alcune stazioni di crescita anche la varietà AMETHYSTEUS più appianato, tormentoso, con la parte centrale del cappello di colore violetto-carniPaolo Trevisanato cino.
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TUTTI I LUNEDI’ SERA LEZIONI SUI FUNGHI 2° E 4° GIOVEDI’ DEL MESE LEZIONI SULLE “ERBE” INIZIO ORE 21.00 SEDE SOCIALE Mirano (VE) Barchessa di Villa Errera Via Bastia Fuori Tel. 041 430036 – Cell. 348 3431191
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QUANDO PICCOLO SIGNIFICA GRANDE
La plurimillenaria storia della piastrella è quella di una basilare invenzione dell’uomo che dal Medio Oriente giunge in Italia passando per la Spagna e il Portogallo; è la storia anzitutto di un supporto per la scrittura e di una forma d’arte. Le pavimentazioni romane e medievali in cotto spigato, le cementine d’inizio Novecento o le vistose maioliche che si possono ammirare in certe chiese napoletane sono solo alcune delle fondamenta culturali e artistiche grazie alle quali cittadini autodidatti e artigiani del settore ricostruiranno l’Italia distrutta dal secondo conflitto mondiale. Nascono così, accanto a un distretto ceramico oramai consolidato, costellazioni di piccole imprese e rivenditori locali di pavimenti e rivestimenti che di lì a poco conosceranno una crescita sostenuta anche da uno sguardo attento all’innovazione del processo produttivo
continuamente perfezionato dove le parole chiave sono qualità e resistenza. Due parole fondamentali, oggi più che mai, ma che già negli anni Ottanta del secolo scorso non riuscirono a fermare una produzione tanto eccessiva da causare una grande crisi del settore. Due parole fondamentali, oggi più che mai, per comprendere il valore dei negozi e delle piccole aziende edili che, mentre tuttora contano e tentano di riparare i danni di quanto scoppiato nel 2008, si ritrovano anche a dover fronteggiare l’attuale situazione pandemica confrontandosi direttamente con i titanici store online e non. Due parole fondamentali, oggi più che mai, se si vogliono quindi cogliere le differenze nell’acquisto e nel servizio che i più piccoli sanno offrire: la cura per i materiali selezionati e venduti, l’importanza del rapporto con la clientela, i trasporti non compresi nel prezzo e, non da ultimo, quel costante lavoro di consulenza tecnica e organizzativa che è sinonimo di alta professionalità. Ciò si traduce inoltre in preventivi e sopralluoghi sempre gratuiti cui seguono le esecuzioni dei lavori nel rispetto dei tempi e delle responsabilità chiare sin dall’inizio. In questi più recenti mesi di attività abbiamo provato ancora una volta a esserci e a
dimostrare il nostro valore, nonostante tutto; raccolti i nostri frammenti, abbiamo cominciato a lavorarli e a impastarli, trovando un’ulteriore conferma di quanto il piccolo debba sopravvivere – specialmente per il posto di rilievo che le aziende locali occupano nella realtà italiana, di come sia in grado di promuovere scambi e conoscenza, di quanto sia capace di costruire più collaborazione che competizione, di come botteghe e negozi siano anch’essi comunità. Forti di ciò, abbiamo iniziato a posare con pazienza il tutto e quello che riusciamo ora a scorgere è una sorta di rivisitato terrazzo veneziano. È infatti in un pavimento simile che la Volpato S.a.s. quale punto vendita e storica azienda del Miranese assume oggi una forma altra, chiudendo sì – e non poco a malincuore – i battenti, ma andando a sostenere e condividere sia l’esperienza che la competenza maturate in questi sessantaquattro anni con una giovane azienda del settore, la Ideal Casa di Quarto d’Altino (via G. Pascoli, 8). Perché insieme si va più lontano, reimmaginandosi. Il nostro non è pertanto il più classico degli addii, bensì un inconsueto arrivederci; a dire il vero, è un arrivederci al prossimo autunno con “A Piedi In Centro” in quel di Piazza Martiri della Libertà a Mirano.
MION ARREDAMENTI IMPRESA STORICA D´ITALIA Mion Arredamenti è una falegnameria storica fondata nei primi anni del ‘900 e porta con se’ storia, tradizione e arte nella lavorazione del legno. Tutto inizia con la costruzione di barrique, si affina poi nella carpenteria e nelle prime casette in legno a moduli prefabbricati. Più tardi ci sono le prime esperienze nel campo della costruzione di infissi in legno, collaborando con la sovrintendenza e imprese leader nel restauro come quella dell’ing. Franco Pianon: Costruzioni e restauri edili, dove ottiene l’iscrizione all’albo nazionale costruttori. Dagli anni ’90 l’azienda si specializza saldamente nel settore del mobile, iniziando un percorso di rinnovamento e ristrutturazione interni, collaborando con studi di design, architetti ed esperti del settore. Tutte queste esperienze hanno permesso ad oggi, di avere un prodotto che risponda alle più moderne aspettative sotto ogni piano.
Grazie proprio alla sua storia e all’esperienza maturata negli anni, oggi l’azienda Mion Arredamenti è entrata a far parte del Registro Nazionale delle Imprese Storiche. Quest’ultimo è stato istituito a giugno 2011 in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia allo scopo di incoraggiare e premiare quelle imprese che nel tempo hanno trasmesso alle generazioni successive il loro patrimonio di esperienza e valore imprenditoriale. Nel Registro Nazionale delle Imprese Storiche sono presenti le imprese centenarie del nostro paese che, grazie alla loro attività ininterrotta, hanno contribuito a scrivere la storia economica d’Italia. Mion Arredamenti è una di quelle imprese e può fregiarsi del simbolo di Impresa Storica d’Italia. Paolo Trevisanato
Anna Volpato
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PUNTOSETTE
“TRA TECNOLOGIA ED ELEGANZA, AL RIPARO DAL SOLE”
Da oltre 16 anni, la Ditta PUNTOSETTE Snc opera nel settore “AMBULANTI“, dalle tende per furgoni, ombrelloni, banchi, busti, ceste, divisori, allestimenti, ecc… Non solo, Puntosette si è sviluppato anche nella progettazione ed installazione di tende da sole, zanzariere, veneziane, tende tecniche e coperture varie. L’esperienza in tutti questi anni è stata guidata dalla passione per il particolare e per la cura con cui portano a compimento ogni singolo lavoro che gli vengono affidati, niente è lasciato alla routine. La dimensione di impresa a conduzione familiare, per Puntosette, è un valore aggiunto, valore che ha consentito il passaggio dei saperi da una generazione all’altra,
di migliorare continuamente le tecniche, così come negli anni sono progredite le tecnologie dei prodotti con cui vengono proposte, portano a Puntosette ad un altissimo indice di soddisfazione da parte dei clienti. L’obbiettivo per Puntosette è quello di garantire alla clientela un rapporto fondato sulla professionalità e sulla qualità dei prodotti, questi sono i cardini del loro modo di essere presenti sul mercato dei tendaggi, professionalità e qualità che, uniti all’esperienza che si è accumulata alle loro spalle, intendono a creare a tutti i clienti un rapporto di solida fiducia nei loro confronti. Dinamismo, elasticità, intenzione di
ascolto, prontezza di intervento, queste sono le qualità che fanno la differenza tra Puntosette ed i distributori di prodotti su larga scala presenti sul mercato. Chi è stato cliente Puntosette sa come operano, questo ha fatto in modo che negli anni il passaparola costituisce per Puntosette un importante mezzo di comunicazione nel comprensorio del Miranese e provincia. Vi consigliamo di visitare con attenzione il loro sito web: www.puntosette.com in modo da visionare alcuni dei loro articoli, e successivamente contattandoli per avere la possibilità di ricevere favolose offerte.
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A MIRANO L`ASSICURAZIONE AUTO DIRETTAMENTE IN CARROZZERIA, TAGLI AI COSTI DELLA FILIERA. A Mirano l’assicurazione auto direttamente in carrozzeria, tagli ai costi della filiera. “Da Service Antonello un nuovo progetto che rivoluziona il modo di fare assicurazione”. “Da 50 anni siamo il riferimento per l’assistenza auto nel Miranese” racconta Mirko Antonello, socio titolare di Service Antonello. “Competenza, qualità e innovazione sono i pilastri della nostra attività. Siamo impegnati ogni giorno nella cura delle automobili, nel miglioramento degli standard di efficienza e nel garantire la massima soddisfazione del cliente. Crediamo nella formazione continua e nella qualità del nostro lavoro.” L’esigenza del cliente è sempre più quella di ricevere un’offerta personalizzata e di potersi interfacciare con un unico interlocutore, garanzia di un’assistenza completa, mirata e su misura. “Da anni abbiamo ampliato la nostra offerta occupandoci, oltre che di carrozzeria specializzata, anche di officina meccanica, centro gomme e cristalli.” “Con tanti anni di esperienza e di collaborazione con i maggiori gruppi assicurativi italiani ci siamo accorti che non sempre le polizze auto erano studiate su misura per il cliente, abbiamo quindi de-
ciso di occuparci in prima persona del servizio di assicurazioni auto. Chi meglio di noi, che ci occupiamo da anni di manutenzione e riparazione, è in grado di personalizzare e gestire la polizza?” racconta Mirko Antonello. Sono già molti i clienti che hanno deciso di assicurare la propria auto tramite Service Antonello, convinti dell’importanza di accorciare la filiera assicurativa affidandosi ad un unico professionista in grado di personalizzare ed ascoltare ogni esigenza. Per saperne di più vieni a trovarci presso la nostra sede a Mirano in Via Taglio Sinistro 65/L o chiamaci allo 041.5700485. Seguici sulle nostre pagine social Facebook e Instagram. Giorgio Pesce
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LA VINTAGERIA é ARRIVATA A MIRANO
A Mirano ha aperto la Vintageria, non un semplice negozio di abiti di seconda mano ma un luogo dove trovare idee e storie che durano nel tempo. Qui si trovano solo vestiti di qualità, perché un indumento vintage può tranquillamente avere oltre 30 anni di vita e, nonostante ciò, lo si può ancora indossare, proprio perché prodotto con materiali scelti con cura e ideati per durare nel tempo. Spesso la parola vintage viene limitata dall’immagine del capo di seconda mano, ma lo scopo della Vintageria è riuscire ad andare oltre a questo concetto. Dietro al progetto della Vintageria c’è il concetto del “sustainable fashion”, perché, acquistando vestiti di seconda mano, si riduce l’emissione di anidride carbonica e tutto l’inquinamento che l’industria della moda genera. In questo negozio potrete trovare vestiti di alto profilo a prezzi ottimali, ciò non significa che quest’ultimi vengono ribassati e i capi svenduti, ma significa che viene dato il giusto valore a ciò che viene venduto con un prezzo equo che ne rispecchi la qualità. Se siete curiosi di scoprire il mondo della Vintageria, andate a fare un salto in Via Colombo 20 a Mirano. Giorgio Pesce
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30 anni e non sentirli …
grazie a chi ci segue e ai volontari della redazione Benvenuti su miranomagazine.it il portale di informazione dei Miranesi “Un portale che ci tiene informati su quali sono le cose da non perdersi a Mirano, e quando le si può vedere. All'interno anche tutte le attività economiche del territorio” Siamo pronti… nuova grafica e nuovo staff Puntiamo alla pubblicazione di tutti gli articoli presenti sul supporto cartaceo anche online grazie al nuovo staff della redazione di www.miranomagazine.it con l’inserimento ciclico. Puntiamo su una comunicazione più moderna e social con contenuti sempre aggiornati. Spazio a tutte le comunicazioni che possono interessare la comunità, notizie ed eventi utili ad ampliare l’informazione e la cultura. Giorgio Pesce
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BONUS FACCIATE, COSA ACCADRÀ NEL 2022? 3 SCENARI POSSIBILI! Che ne sarà del bonus facciate nel 2022? Nessuno lo sa! L’unica cosa certa è che seguendo l’attuale normativa questa agevolazione ha bisogno di un rinnovo altrimenti scadrà il 31 dicembre 2021. La situazione è complicata perché, da un lato priorità assoluta dell’esecutivo è il Superbonus 110%, poiché permette di realizzare gli interventi di riqualificazione energetica e nel PNRR l’Italia si è impegnata con la UE proprio a migliorare, non più tardi del 2025, il 50% degli edifici dal punto di vista energetico. Motivo per cui tanto Draghi quanto il MEF hanno confermato che la misura sarà prorogata con la Legge di Bilancio 2022 almeno fino al 2023. Dall’altra parte se i fondi scarseggiano dopo la crisi pandemica, è anche vero che il bonus facciate dopo il Superbonus è l’altra agevolazione che ha avuto il merito di risollevare un settore, quello edilizio, in stallo da anni. Non mancano infatti i parlamentari che chiedono che la scadenza del bonus facciate sia adeguata a quella del Superbonus 110%, con una proroga almeno fino al 31 dicembre 2022. Gli scenari possibili sono sostanzialmente tre, il peggiore è che il Governo non rinnovi affatto la misura, che avrebbe fine quest’anno. Si potrebbe poi pensare ad un rinnovo totale con proroga fino al 2023 e in ultimo la tanto chiacchierata ipotesi della creazione del bonus ristrutturazione 75%. Vediamo cosa potrebbe accadere l’anno prossimo!
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Se il bonus facciate venisse cancellato nel 2022? -Come si è detto, il bonus facciate è in qualche modo tra quelle agevolazioni che, avendo il merito di fare da spinta propulsiva al settore dell’edilizia, gode di molti sostenitori tra l’esecutivo, i quali chiedono a gran voce un rinnovo per il 2022. Ma è anche un’agevolazione enormemente dispendiosa e sappiamo che se il governo fosse costretto a scegliere, priorità avrebbe sempre il Superbonus 110%. Questo perché nel PNRR, ovvero il documento che spiega alla Commissione Europea, e che quest'ultima ha già approvato, come l’Italia gestirà i soldi del Recovery Fund si dice chiaramente che tra gli obiettivi vi è il miglioramento energetico dell’insieme degli edifici pubblici e privati entro il 2025. A questo punto il Superbonus 110% è vitale! I lavori di miglioramento energetico sono interventi massicci sugli immobili e quindi costosi e realizzarli a costo zero è l’unico modo per molti contribuenti di poterselo permettere. In ogni caso se il peggiore degli scenari dovesse realizzarsi, cioè se il bonus facciate fosse cancellato nel 2022, i lavori ammessi resterebbero comunque coperti dal bonus casa, con uno sconto del 50%. Un incentivo che ha una modalità di utilizzo identica al bonus facciate: detrazione Irpef in 10 anni, cessione del credito, sconto in fattura. Tuttavia, come vedremo nei prossimi paragrafi, anche la detrazione del 50% offerta del bonus casa, necessita di una proroga per
essere attiva nel 2022. Altrimenti l’anno prossimo il bonus casa non scomparirà, ma tornerà alla detrazione originale del 36%.
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La migliore delle ipotesi, proroga del bonus facciate al 2023 - La migliore delle ipotesi è che invece si scelga per un rinnovo della misura che scadrebbe a questo punto il 31 dicembre 2022. A chiedere il proroga dell’agevolazione sono in molti, nel mese di maggio c’è stato un incontro alla Camera con la Commissione Finanze, in occasione del quale il Italia Viva, nei panni dell’esponente Marco di Maio, ha chiesto che la scadenza del bonus facciate sia allineata a quella del Superbonus 110%, cioè fino al 2023 come ha promesso Draghi. Comunque, se proroga dovesse esserci per questo incentivo, resta anche da capire se verrà applicata con la possibilità di usare sconto in fattura o cessione del credito. L’esecutivo potrebbe infatti anche scegliere di rinnovare la misura solo con la detrazione Irpef in 10 anni. Ad ogni modo, una delle motivazioni per cui la discussione bonus facciate non entra ancora nel vivo in Parlamento è dovuta al fatto che molto spesso queste misure vengono prorogate con le Leggi di Bilancio, e quella per il 2022 sarà emanata solo a dicembre.
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Un’ottimo compromesso con il bonus ristrutturazione al 75%? - E veniamo al terzo possibile scenario, ovvero che tutte le agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie, con l’eccezione del Superbonus 110%, siano accorpate in un unico incentivo con sconto al 75%, ovvero il bonus ristrutturazione al 75%. Se il centrosinistra sembra più propenso a chiedere una proroga totale del bonus facciate, diversamente il centrodestra preferirebbe la soluzione del bonus unico ristrutturazione al 75%. Mediante un Atto di Sindacato Ispettivo presentato il 27 aprile 2021 dalla capogruppo in Senato, Anna Maria Bernini, Forza Italia ha chiesto proprio l’introduzione dell’agevolazione unica a cui accorpare bonus facciate, bonus casa etc. La richiesta è stata giustificata con la spiegazione che in questo modo aumenterebbero gli importi del bonus casa, che è l’agevolazione meno selettiva poiché include tutti i tipi di intervento edilizio, il quale dallo sconto del 50% salirebbe a quello del 75%. Bonus facciate, tre opzione per il 2022 - Dunque schematizzando e stando alle informazioni in nostro possesso le sorti del bonus facciate nel 2022 sono avvolte nell’ombra. Secondo l’analisi fin qui traccia si può dire che potranno accadere tre cose: • proroga fino al 31 dicembre 2022, da stabilire se anche con sconto in fattura e cessione del credito;
• creazione del bonus ristrutturazione 75%, con una riduzione del 15% della percentuale detraibile per i lavori ammessi dal bonus facciate; • eliminazione del bonus facciate, con possibilità di eseguire lo stesso i lavori ammessi con il bonus casa. Quali lavori si possono realizzare con il bonus facciate e quali sono i requisiti - Fino a scadenza il bonus facciate resta valido ed utilizzabile con uno sconto del 90% per gli interventi edilizi e le opere di manutenzione straordinaria, che si eseguono sulle pareti esterne di una struttura (balconi, grondaie, fregi, superfici opache). Una cosa che non è invece coperta dal bonus facciate è la sostituzione degli infissi. Il contributo è fruibile attraverso una detrazione Irpef in 10 anni. Cioè se anticipate i costi potrete avere un rimborso del 90% delle spese che si concretizza in una detrazione fiscale, cioè in uno sconto sulle tasse. Lo sconto in fattura è molto più comodo, ma non tutte le ditte la ammettono come opzione, perché in questo caso i costi da anticipare sono a carico loro e vengono restituiti con un credito d’imposta. La cessione del credito, che può essere usata sia dalla ditta che dal proprietario dell’immobile, presuppone che si ceda il credito che lo Stato ha verso di noi, per il bonus facciate, ad una banca o un istituto di credito. Flavio Muffatto ISOL PARETI Snc
Flavio Muffatto
BONUS CONDIZIONATORI 2021 A CHI SPETTA E PER QUALI INTERVENTI ...
La Legge di bilancio 2021 ha confermato il Bonus Condizionatori garantendo uno sconto del 50% o 65% attraverso detrazione fiscale ai contribuenti che acquistano un condizionatore a pompa di calore, con o senza ristrutturazione. Il Bonus Condizionatori può essere richiesto in fase di dichiarazione dei redditi, con la presentazione del modello 730 o del modello Unico. L’importo detraibile, infatti, va suddiviso in 10 quote annuali di pari importo.
Lo sconto applicabile varia in base all’ambito dell’acquisto: • Detrazione del 50% per coloro che acquistano un condizionatore per una ristrutturazione ordinaria o straordinaria di casa o del condominio; • Detrazione del 65% per coloro che acquistano un nuovo condizionatore a pompa di calore ad alta efficienza energetica per sostituire uno di classe inferiore. In fase di preventivo è possibile verificare le condizioni per usufruire di tali benefici. Francesco Barberini
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le iscrizioni sono aperte La scuola di musica per tutti gli strumenti, per tutte le età e per tutte le esigenze. Una Istituzione con oltre sessant’anni di affermazioni nazionali ed internazionali, che ha nella sua storia formato innumerevoli artisti di fama internazionale. Una scuola pedagogicamente all’avanguardia, con programmi allineati a quelli conservatoriali, e in cui viene praticato ogni genere musicale: classico, jazz, rock, pop, con esami annuali per il rilascio di diplomi di autentico valore didattico.
L’Istituto Musicale Fancelli Boschello, fondato a Mirano nel 1951 dal Maestro Elio Boschello, rappresenta una realtà di assoluto rilievo nell’ambito della didattica musicale locale, regionale e senza dubbio nazionale. Migliaia di studenti, dalla sua fondazione ad oggi, si sono avvicinati alla musica suo tramite, e, grazie alla qualità dell’insegnamento in esso praticato, molti di essi sono oggi a loro volta didatti e musicisti di valore. Innumerevoli le manifestazioni, i concorsi e i concerti nazionali ed internazionali in cui, nella sua lunga storia, formazioni e singoli allievi della nostra Scuola hanno primeggiato. L’Istituto, oggi condotto dai figli del fondatore, anch’essi valenti musicisti e didatti, si caratterizza per la preparazione del selezionato corpo docente, costituito da professionisti di pluriennale esperienza, e per l’adozione (di metodologie esclusive continuamente aggiornate), aspetti questi che ci mettono in grado di offrire qualunque grado di studio desiderato: dall’istruzione musicale di base, all’iniziazione amatoriale; dal dilettantismo meno esigente, pur tuttavia sempre supportato da un solido percorso formativo, al professionismo, fino al virtuosismo più evoluto. Viene naturalmente assecondata la scelta dell’allievo, sia per lo strumento, sia per la vocalità, e per il genere di musica, che può essere classica, pop, rock, jazz, latino americana, offrendo professionalità d’insegnamento per ciascun stile e per ogni esigenza.
ALCUNI QUESITI CHE SPESSO CI VENGONO POSTI I corsi della scuola sono accessibili a tutti? Certamente, ai corsi di musica possono iscriversi persone di qualsiasi età e formazione culturale. E’ necessario possedere delle doti particolari per frequentare un corso? Se hai deciso di avvicinarti alla musica in modo amatoriale, è sufficiente che tu abbia solamente passione ed entusiasmo. Quando iniziano i corsi della Scuola? La Scuola inizia l’anno scolastico il 1 settembre e lo termina il 30 giugno; essendo però la maggior parte dei corsi individuali, si può iniziare in qualsiasi momento dell’anno, compatibilmente con i posti rimasti liberi. Cosa devo fare per iniziare a frequentare un corso di musica della Scuola? E’ sufficiente contattare la segreteria allo 041-5701568 o inviare una mail all’indirizzo info@scuoladimusicaboschello.it Come sono impostate le lezioni della Scuola: Possono essere individuali (per i corsi di strumento o di vocalità) o collettive (per la musica d’assieme o la propedeutica musicale).
La loro durata può variare dai 40 ai 60 minuti per le lezioni individuali, da una a due ore per quelle di musica d’assieme. La frequenza è di una lezione settimanale; alcuni corsi di musica d’assieme hanno frequenza quindicinale. I corsi hanno un indirizzo musicale particolare? Sulla base delle tue esigenze avrai la possibilità di scegliere tra corsi ad indirizzo classico e corsi ad indirizzo moderno.
Chi sono i docenti della Scuola? Sono tutti professionisti diplomati in Conservatorio o in una Scuola riconosciuta, con un’esperienza didattica pluriennale. C’è la possibilità di conoscere l’Insegnante prima di iniziare il corso? Certamente. L’Istituto Musicale Fancelli-Boschello ti dà la possibilità di conoscere il Maestro/a prima di decidere di iniziare qualsiasi corso di musica.
C’è un programma del corso? Certamente! Per l’indirizzo classico i programmi vengono continuamente aggiornati in base agli indirizzi ministeriali, i corsi moderni altresì vengono sviluppati seguendo costantemente le tendenze della miglior didattica sia europea che americana. Quanto dura un corso della Scuola? E’ impossibile stabilirlo a priori, senza conoscere le capacità dell’allievo e il tipo di impegno applicato. Tutto dipende dall’obiettivo musicale che ci si prefigge di raggiungere. Quali sono gli orari della Scuola? La Scuola è aperta dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 20; il sabato dalle 8,00 alle 18,00.
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Siamo pronti. Non vediamo l'ora di ricominciare e di assaporare ancora una volta l'emozione dell'esordio, l'ansia per il risultato e la gioia della condivisione. Certo, perchè questo e molto altro, si vive ad ogni inizio stagione in qualsiasi attività sportiva e/o culturale che re-inizia dopo le vacanze. Ma quest'anno è un inizio diverso da tutti gli altri. Un inizio pieno di aspettative e di voglia di rivalsa, verso questa pandemia che ha oppresso la nostra innata socialità e molte volte spento quel sorriso che ci accomuna, verso certe decisioni governative che ci sembravano assurde, ma poi sempre rispettate, verso quella difformità di gestione delle varie attività, da parte dei vari organi federali. Il mondo dello sport è pronto a ripartire, pronto a contagiare di sano entusiasmo tutti gli associati, i simpatizzanti e anche quelli che cercano di stare ai margini. A Mirano ci sono molte società sportive che si prodigano per il benessere della comunità e per dare un contributo fondamentale alla condivisione sociale ed umana. Tra queste si distingue la società del MM AL POZZO calcio a 5 che, pur tra mille difficoltà e responsabilità, ha cercato di far giocare i propri atleti nella scorsa annata, consapevole di raccogliere il frutto di questo lavoro nel corso della stagione 2021-2022. Da questo profondo convincimento abbiamo voluto dare un segno di continuità,
Lorenzo Turcato e Giuliano Vio confermando in toto lo staff tecnico e dirigenziale della prima squadra, che per l'ennesimo anno è iscritta al campionato regionale di serie C2, e della compagine Under 21. Nostro malgrado, siamo stati costretti a
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cambiare la guida tecnica della formazione Under17, trovando però un tecnico preparato ed entusiasta, che saprà dare un contributo di esperienza e di voglia di giocare ad un gruppo già solido. Veri trascinatori di tutto l'entoruage tec-
nico sono Turcato Lorenzo, in qualità di direttore sportivo, e Vio Giuliano, tecnico abilitato alla guida della nostra prima squadra, militante in serie C2. Lorenzo e Giuliano, coadiuvati da dirigenti e dai tecnici dell'under 21, hanno lavorato senza sosta nel periodo estivo, per dare forma ad un gruppo ben amalgamato e tecnicamente all'altezza delle sfide che ci aspettano. Non sono mancati i momenti di tensione o di sconforto per qualche partenza inaspettata o per un'occasione sfumata, ma, sarà sotto gli occhi di tutti, il gran lavoro portato avanti in questi mesi, formando un gruppo di ragazzi che si apprestano a vivere un'entusiasmante stagione sportiva. Lorenzo, assieme a Paolo Grandi e Gianni Pannito, stanno allestendo anche parte della formazione che parteciperà al campionato under17 di calcio a 5, già ben formata dalle esperienze delle scorse due annate. Il lavoro è sicuramente ben avviato, ma importanti novità stanno per coinvolgere tutto il panorama sportivo calcistico miranese. Ora non ci resta che scendere in campo e portare avanti la nostra idea di sport e socialità, che da 30 anni fa conoscere il nome del Pozzo e di Mirano nei palazzetti del Veneto Un abbraccio a tutti dal MM AL POZZO Stay tuned #30th#alpozzo
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Cari amici e simpatizzanti del vespa club Mirano, eccoci per un bilancio di questa prima parte di stagione 2021. La campagna tesseramenti è andata molto bene, si contano numerosi nuovi soci e piacevolmente notiamo l'aumento di vespiste donne, forse rincuorate dalla presenza femminile nel direttivo, che hanno portato una ventata di nuove idee(è proprio vero, le donne hanno una marcia in più). Le gite sociali si sostituiscono ai raduni, quasi tutti annullati causa COVID, e con piacere abbiamo riscontrato, oltre ai nostri iscritti, anche la presenza di vespisti provenienti da altri club, segno che le nostre iniziative piacciono. Questo ci dà la carica per preparare il calendario uscite della seconda parte della stagione (da settembre in poi). Abbiamo iniziato il 16 maggio alla scoperta di Valle Schiavenin, in zona Quero - Vas, dove una leggera pioggerellina ci ha accompagnato al ritorno (prima uscita bagnata.... stagione fortunata). Il 30 maggio in collaborazione con Vespe padane di Montegrotto uscita per Porto Calleri e valli di Rosolina dove un centinaio di vespe hanno scorazzato in lungo e largo in questi meravigliosi luoghi. Passiamo al 13 giugno con visita al borgo di Mel e al castello di Zumelle. Il 27 giugno splendida uscita a Cavallino - Treporti dove siamo stati ospitati all'interno del Villaggio Camping Mediterraneo, per la gioia dei turisti stranieri piace-
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O LE COSE SI FANNO BENE O NON SI FANNO”
volmente sorpresi di questa iniziativa. Il 4 luglio un gruppetto di nostri soci ha partecipato al Premio Vespa eleganza a Conegliano, dove i nostri Michele e Morena Cellini si sono aggiudicati il primo premio come coppia più elegante in abbinata alla loro amata vespa. L'11 luglio in collaborazione con Vespa Team Venezia uscita per Lido - Pellestrina. Giornata ideale che si è conclusa ritrovandoci tutti in spiaggia per un piacevole bagno. Da ricordare il 17 luglio dove un gruppo di nostri temerari hanno raggiunto il Passo Stelvio dopo aver superato altri passi montani. E veniamo alla classicissima...... Il 24 luglio il monte Grappa in notturna, prestigioso appuntamento che non può mancare nel nostro programma. Circa 50 vespisti (anche di altri club) hanno partecipato con entusiasmo a questa meravigliosa gita. Favoriti dalla serata di luna piena, abbiamo goduto di un panorama impagabile.
Panificio, Pasticceria Gheni Bar da cinque anni il nostro locale è a Mirano con la nostra pasticceria artigianale di qualità sia fresca che confezionata. I profumi e i sapori rivelano il connubio tra materie prime pregiate e il rispetto per una lenta e attenta lavorazione. Tutti i prodotti –dalla pasticceria fresca, con le varie paste, i biscotti e le torte anche personalizzate, ai dolci confezionati anche nella linea senza glutine racchiudono un rispetto per la tradizione che dura ormai da più di decennio. La nostra passione e il nostro entusiasmo ci portano a migliorarci continuamente per poter poterti offrire prodotti di altissima qualità e all’altezza di ogni evento quotidiano e occasionale. A Pasqua di quest’anno abbiamo raggiunto un grande risultato con i nostri lievitati proponendo 17 gusti diversi tra colombe e focacce, con obiettivo di arrivare per le feste natalizie a 20 tipologie diverse. "L'unico modo per resistere ad una tentazione è cedervi" diceva Oscar Wilde. E allora se la voglia di dolce ti assale non resistere! Fare buon pane non è da tutti poiché richiede, oltre all’esperienza, una vocazione tutta particolare, una tradizione che Gheni ogni anno aggiunge nuove tipologie di pane, dove la maggior parte dei nostri prodotti è con lievito madre. Per una pausa all’insegna della dolcezza e del gusto, il Caffè Bar da Gheni è davvero il luogo ideale. Nella nostra caffetteria troverete un clima famigliare e accogliente dove potersi fermare per un’ottima pausa caffè o una serena colazione bevendo il nostro caffè o un cappuccino fatto a regola d’arte grazie alla professionalità dei nostri operatori che sono sempre aggiornati per offrirvi sempre la miglior qualità. Quale modo migliore di iniziare la giornata se non con una colazione fantastica gustando una brioches di pasticceria fresca! Da Gheni puoi trovare anche una ampia scelta gastronomica e una selezione di formaggi. “La garanzia dell’esperienza”. Quando proviamo un formaggio che ci piace, vogliamo subito sapere chi l’ha prodotto e come, ma soprattutto con che latte. Perché se il latte proviene da un allevamento distensivo, con il rispetto degli animali e del loro nutrimento, di certo quel formaggio passa il nostro esame. E per sapere, spesso visitiamo i produttori. Gheni è aperto tutti i giorni della settimana compreso la domenica mattina. Un ringraziamento va tutto lo staff per la collaborazione che ci mettono per migliorarsi ogni giorno.
Per qualsiasi informazione e per le iscrizioni contattateci al nr. 371/3980355 e-mail: mirano@vespaclubitalia.it . Potete seguirci su Facebook o Instagram. Vespa Club Mirano …………… e la storia continua
NEGOZIO E OFFICINA DA “COI” A MIRANO LA STORIA CONTINUA ...
ALLIANZ ASSICURAZIONI AGENZIA DI MIRANO Continua la nostra storia in tre puntate del negozio ed officina da “COI” a Mirano, uno degli esercizi commerciali storici del paese che quest'anno festeggia i 60 anni di attività. Ci siamo lasciati nel 1980 con il premio come “miglior venditore Vespa” e con il boom che la Vespa ha vissuto fino alla metà di quel decennio. Nel 1982 esce di scena la Vespa 50 Special che assieme alla “sorella” 125 Primavera ET3 detiene tutt'ora il record mondiale di vendite. Viene sostituita dalla Vespa PK 50 al prezzo di 1.148.000 lire, oramai le frecce sono di serie e compare come optional l'avviamento elettrico. Comincia anche la corsa alle prestazioni, nel 1984 esce la ormai rarissima 125 ETS la più potente mai costruita con il telaio piccolo, mentre l'anno successivo debutta la 125 T5 la vespa più veloce e potente di sempre nella sua categoria. Prosegue la sua evoluzione anche il mitico Ape, nel 1982 è Giorgietto Giugiaro a firmare il design dell'erede dell'Ape Car: il TM (Trasporto Multiplo)con motore 220 cc a due tempi, seguito dopo due anni dal diesel di 420 cc. Nel 1986 esce la legge sul casco obbligatorio che allontanerà dal mondo Vespa tantissime persone di una certa età che all'epoca lo consideravano un “fastidio insopportabile” e non una sicurezza. Nel 1986 succede anche che Angelo in occasione della fiera di San Matteo riesce a portare a Mirano la “Vespa più grande del mondo”pesa più di 700 kg ed è alta 4 metri, titolano “Il Gazzettino” e la “Nuova Venezia”. Ancora oggi, compare su facebook qualche foto di giovani miranesi che all'epoca si sono fatti immortalare davanti all'esemplare che ora è una delle attrazioni più apprezzate del Museo Piaggio a Pontedera. Siamo arrivati alla fine del decennio, e le vendite Vespa sono ormai al tramonto, la Piaggio nel 1988 cerca con la “Cosa” di dare uno scossone, ma otterrà l'esito opposto è una via di mezzo che non è ne Vespa ne scooter e segnerà la fine di quell'epoca. Compaiono i primi scooter, scompare il cambio manuale, la miscela e appare l'avviamento elettrico ed il miscelatore automatico. Gianni Coi Angelo Coi
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ASD DANCESTUDIO Via G. Galieli, 30 Mirano (VE) Germana Scarazzato cell. 347 8203691
ASD DANCESTUDIO DI GERMANA SCARAZZATO AGGIORNARSI SEMPRE Il metodo body butterfly e postural pilates è un metodo di allenamento che, già solo dopo poche lezioni, fa muovere leggeri ed eleganti, proprio come una farfalla quando vola. I benefici di questa attività non si esauriscono qui, perché tonifica tutta la muscolatura profonda. I segreti alla base di tali risultati sono gli attrezzi usati: la flexibar, una barra flessibile vibrante, e le trentaquattro posizioni del metodo pilates. LA LEZIONE TIPO Le lezioni di body butterfly e postural pilates durano circa un’ora e sono articolate in tre fasi. La prima, di circa 5 minuti, è dedicata al riscaldamento e prevede esercizi in cui si utilizza anche la flexibar. La parte centrale della lezione, di circa 50 minuti, è quella in cui, al ritmo della musica proposta dall’insegnate, si eseguono sequenze di flessibilità, mobilità e core training secondo il metodo pilates. Infine, gli ultimi 5 minuti della lezione sono di defaticamento e ci si dedica a esercizi di stretching statico. SI IMPARA AD ASCOLTARE IL CORPO - Proprio perché ci si muove per compensare il disequilibrio favorito dalla flexibar e dagli esercizi propriocettivi, cimentandosi nel body butterfly si migliora da un lato la coordinazione e dall’altro L’equilibrio. Questo metodo ha infatti effetti positivi sulla propriocettività, ossia sulla percezione del corpo nello spazio, e sulla capacità di ascoltare i segnali che giungono dall’esterno perché aumenta L’efficienza dei piccoli recettori che si trovano nei muscoli, nelle articolazioni e nei tendini. Ciò porta a tenere posture corrette in qualsiasi situazione. RASSODA I MUSCOLI Anche se non sembra, quando si eseguono questi esercizi con la flexibar tra le mani la muscolatura si tonifica
rapidamente senza mettere a rischio ossa e articolazioni, che devono sostenere solo il carico del proprio corpo e quello, minimo, della flexibar. Il rassodamento è amplificato dalle oscillazioni e dalle vibrazioni prodotte da questo attrezzo, che hanno l’effetto di un’elettrostimolazione, di cui beneficia l’intero fisico. AIUTA A RIMANERE IN LINEA I ripetuti esercizi e le vibrazioni prodotte dalla flexibar e dal metodo pilates stimolano anche la circolazione, favorendo soprattutto il ritorno del sangue nelle vene che dai piedi vanno verso il cuore. I ritmi che si tengono durante le lezioni migliorano i metodo noltre la capacità respiratoria e la funzionalità del cuore, rendendo più resistenti alla fatica. Oltre a far bruciare circa 600 calorie all’ora, il body butterfly accelera anche il metabolismo di chi lo pratica, favorendo il dimagrimento anche quando si è a riposo. Perciò, è doppiamente utile a chi è attento alla linea. PASSO DOPO PASSO Alle lezioni di body butterfly e pilates possono prendere parte anche i principianti, il cui numero varia anche in proporzione alle dimensioni dell’ambiente in cui si svolgono. Però, soprattutto quando si applica questo metodo a discipline quali lo yoga e il pilates, è meglio allenarsi in pochi (non più di dieci). In genere, i corsi di body butterfly prevedono due lezioni alla settimana. Questo deve essere insegnato solo da professionisti, vi possono accedere tutti per un miglioramento graduale di tutte le facoltà motorie prima fra tutte la flessibilità e mobilità della colonna. Con la consulenza della DOTT.SSA MONYA MANCUSO, docente nazionale ASI (Associazioni sportive e sociali italiane), insegnate di body butterfly e ideatrice di questo metodo.
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settembre 2021
FEDERICO CASARIN PREMIATO COME ECCELLENZA SPORTIVA MIRANESE E CONSEGNA DELLE CHIAVI DELLA CITTÀ
Martedì 20 luglio, alle 12.00 presso la barchessa di villa XXV aprile, la Città di Mirano ha conferito a Federico Casarin, presidente dell’Umana Reyer Venezia e capitano della Pallacanestro Mirano, il premio di Eccellenza Sportiva Miranese e gli ha consegnato le chiavi della città. Quello tra Casarin e Mirano è un rapporto cominciato nel 2004, quando, dopo numerose stagioni nelle serie maggiori, la guardia nata a Mestre nel 1966 approda alla Pallacanestro Mirano, allora in serie D. Grazie anche al suo apporto sul campo e alla sua guida come capitano, i biancoazzurri salgono due volte di categoria,
stabilendosi in C silver nel 2011 e raggiungendo la C gold nel 2019. In totale le stagioni con il sodalizio miranese, di cui continua a essere capitano, sono diciassette. Un prosieguo di carriera di grandissimo valore, che si aggiunge al già ottimo curriculum da professionista, nel quale rientrano, tra gli altri, i campionati con Treviso, Roma e Sassari. Parallelamente al percorso da giocatore a Mirano, Casarin ha saputo costruire una straordinaria carriera da dirigente che, iniziata come direttore sportivo dei Bears nel 2003 e proseguita dal 2006 all’Umana Reyer Venezia, prima come
direttore sportivo poi come general manager, l’ha portato a divenire, nel 2015, presidente di una della squadre più forti del panorama cestistico italiano. Per il prossimo quadriennio sarà anche vice presidente e consigliere federale FIP. Un percorso ulteriormente nobilitato dai premi come migliore dirigente della LegaBasket Serie A, ricevuti nel 2012 e nel 2018, e dalla Stella d’Oro al Merito Sportivo CONI. «L’eccezionalità della storia sportiva di Federico Casarin risiede anche nella capacità di coniugare l’impegno agonistico alla Pallacanestro Mirano con l’attività di dirigente sportivo al massimo livello. Già questo basta a dare un’immagine nitida delle sue doti, senza contare la carriera da giocatore professionista. Ma Federico non solo fa, giocando e dirigen-
do, ma sa anche eccellere. Lo raccontano il suo fondamentale apporto nelle promozioni biancoazzurre, i riconoscimenti come dirigente e soprattutto i risultati ottenuti in questo ruolo, i trofei che l’Umana Reyer, sotto la sua guida è tornata a vincere, in campo maschile come in quello femminile: gli scudetti maschili del 2017 e del 2019, la Europe Cup del 2018, lo scudetto femminile di quest’anno, preceduto dalla Coppa Italia del 2008 e le supercoppe 2008 e 2020. E non scordiamo i titoli con le squadre giovanili, 21 scudetti maschili e 13 femminili. La sua storia è emblema dell’amore per la pallacanestro, e per lo sport in senso più ampio. Un esempio di eccezionale passione in grado di esprimersi tanto nel divertimento quanto nella migliore professionalità. Siamo orgogliosi che faccia parte della storia dello sport di Mirano, grati che abbia contribuito allo sviluppo del panorama sportivo della nostra città».
Cristian Zara Assessore alla valorizzazione e promozione attività produttive e attività commerciali, Promozione e valorizzazione attività sportive, Politiche abitative, Politiche per il lavoro
ECCELLENZE PRODUTTIVE MIRANESI "Con la Vostra professionalità, cortesia e dedizione siete divenuti punti di riferimento per la nostra comunità - l'Amministrazione sentitamente Vi ringrazia".
zo ed il 4 aprile scorsi l’Amministrazione Comunale ha reso omaggio a due storiche aziende Miranesi, il Panificio Caravello di Zianigo e la Carrozzeria Miranese di Mirano.
Proseguendo il progetto avviato nell'anno 2019 e dopo l'appuntamento di settembre 2020, il 26 mar-
Congratulazioni a Voi che da tanti anni servite la nostra comunità.
Panificio Caravello
carrozzeria Miranese
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1991 - 2021
DANILO BARCHITTA
“UN FRATELLO E’ UN AMICO DATO DALLA NATURA” Mi hanno chiesto di scrivere un articolo su mio fratello Danilo, ed Io ho accettato molto volentieri perché Danilo è sempre stato il mio piccolo, ultimo di 5 fratelli e noi tutti lo rimpiangiamo ogni giorno, ma il suo essere allegro e di compagnia è stato un piacere ed onore averlo avuto anche se il destino ce l’ha portato via. La sua esperienza al Mirano al Pozzo me la ricordo bene anche perché siamo stati avversari in più di qualche incontro nelle partite di serie c di calcio a 5, ed in quelle partite era sempre una motivazione in più giocare perché poi c’era il dopo partita dove ci si prendeva in giro. Al Mirano al pozzo Danilo ha partecipato a 5 stagioni, tra il 1995 ed il 2000, ed e’ stato il primo giocatore del Pozzo ad essere convocato in rappresentativa Veneta ed è stato un orgoglio per tutta la società. Ha sempre onorato la maglia ed ha avuto rispetto dei suoi compagni di gioco, i quali lo hanno accolto con calore ed entusiasmo.
Era un ragazzo pieno di energia , generoso e si prodigava per tutti oltre che fratelli siamo stati veri amici , lavoravamo insieme e gestivamo il laboratorio odontotecnico “Dental Production “ nome da lui voluto, partecipavamo a corsi e congressi, facendo anche noi stessi da relatori. Tornando al Pozzo ricordo la sua ammirazione per i responsabili della squadra Giorgio Pesce, Federico Favaretto e Cesarino Simonato con i fratelli Mauro e Valter Perissinotto, che sono stati per lui le colonne portanti del Calcio a 5 Mirano. Mi scuso se non ho citato qualcuno che sicuramente Danilo ci avrebbe tenuto e ringrazio e saluto tutti coloro che l’hanno conosciuto e potuto ammirare le sue doti. Danilo rimarrà sempre nei nostri cuori e verrà ricordato per il suo impegno sportivo e per la sua lealtà , doti di un valore inestimabile. Claudio Barchitta
LA MIRANESE CALCIO E IL MIRANO AL POZZO CALCIO A5, ABBRACCIA IL GEMELLAGGIO SPORTIVO: "PROGETTO IMPORTANTE PER I GIOVANI" In questi giorni le Società ASD Mirano al Pozzo C5 e Usd Miranese hanno gettato le basi per un accordo non così banale e scontato nel panorama calcistico italiano soprattutto dilettantistico; a partire dalla stagione 2021/2022 infatti le due realtà miranesi inizieranno una programmazione, graduale e nel tempo anche a causa del persistere dei protocolli anti COVID19, finalizzata ad un percorso binario che consentirà agli atleti interessati un processo di arricchimento confrontandosi con le due discipline. Tale possibilità permetterà loro di misurarsi con le diversità e le somiglianze di due sport che offrono molti punti di contatto ma anche altrettanti di evidente difformità; anche per questo il lavoro sulla scuderia dei tecnici è stato per ambedue le realtà scrupoloso e incentrato anche sull'individuazione di profili adeguati a tale progettualità. Si partirà progressivamente con i gruppi Under 13, Under 15 e Under 17 con lo scopo di coinvolgere nell'arco di un paio di stagioni tutta la scuola calcio. Soddisfazione ed orgoglio da parte delle Società dirette interessate per aver gettato le basi di una modalità di lavoro che seppur usuale in Spagna e Sud America, trova poca attuazione nel panorama italiano. Le stesse informano che per chi volesse ricevere più informazioni, i canali social delle due associazioni restano a disposizione per qualsiasi chiarimento.
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1991 - 2021
MIRANO AL POZZO: 30 ANNI DI PASSIONE 2º NUOVO MILLENNIO NUOVE SFIDE
Il secondo decennio della storia del Mirano Al Pozzo si apre con una svolta epocale. Il presidentissimo e compianto Giovanni Conte, lascia la carica di massimo dirigente nel Novembre del 2001, per problemi personali, rimettendo al consiglio direttivo la decisione di trovare un degno sostituto. Poche sere dopo, ad unanimità viene eletto Federico Favaretto, che da sempre faceva parte della Compagnia del Pozzo, fondatore e consigliere dal primo anno e che dal 1995 era entrato a far parte della squadra di C5 del Pozzo. Al momento della nomina, Federico aveva preso il timone di allenatore della prima squadra, lasciato vacante da Aurelio Conte storico primo condottiero del Pozzo. Il primo anno di presidenza coincideva, quindi, con un doppio ruolo, non semplice da portare a termine, ma aiutato dal gruppo squadra, il Pozzo riesce a salvarsi agevolmente nella categoria C2. “Mi ricordo che da compagno di squadra, mi sono ritrovato a comandare lo spogliatoio e subito dopo a verificare le normative e la parte amministrativa” dichiara il Presidente “Ci sono stati episodi divertenti e qualche battibecco epocale, perché non era sempre facile discernere l’amicizia fuori dal campo, con i ruoli che dovevamo avere una volta entrati in palestra, ma l’aiuto dei vari collaboratori e soprattutto dei giocatori, mi hanno permesso di vivere un’annata indimenticabile”. Al termine della stagione, però, la prerogativa era trovare un nuovo allenatore, con esperienza, per consolidare la nostra presenza nel panorama regionale e puntare a fare il salto di categoria che inseguivamo da tempo. Approdò alla corte del Pozzo, Ervaz Luciano, giocatore di categoria a calcio e a calcio a 5, proveniente da annate positive sulla panchina del Moniego C5. Il connubio Favaretto – Ervaz ha portato, nelle annate dei primi anni 2000, una ventata di entusiasmo e un approccio più professionale in campo ed in società. A livello federale cambiano i regolamenti del calcio a 5, viene introdotto l’obbligo di avere giocatori under in lista e si definiscono nuove regole sull’utilizzo del portiere e sui falli commessi, ed il Pozzo cerca di rimanere al passo, coinvolgendo giovani del territorio e rinnovando man mano la rosa dei giocatori. Verso la metà del decennio si configura un passaggio epocale: il mitico capitano Perissinotto Mauro, in campo sin dagli albori del 1991, lascia la fascia a Peplis Simone, arrivato al Pozzo dopo una trattativa durata quasi un anno, che incarna lo spirito del nuovo corso, giocando in diversi ruoli e coinvolgendo giovani e meno giovani in campo e fuori. Altro tesseramento importantissimo, in quegli anni, fu l’arrivo di Calzavara Renzo ‘giovane quarantenne’, in controtendenza rispetto agli indirizzi federali, ma forte di esperienze professionistiche in quel di Cittadella. L’abnegazione e la dedizione al lavoro di Renzo sono stati un monito per tutti i giocatori passati nelle fila del pozzo in quegli anni ed una sicurezza per tutti gli staff tecnici. Sono anni di crescita per il calcio a 5 Veneto ed i risultati si vedono nelle rappresentative
giovanili che iniziano a conquistare trofei e riconoscimenti, ma da una gestione solo sportiva e ludica, molte compagini cominciano a dare rimborsi ai giocatori, creando uno spartiacque rispetto al passato, che sarà difficile da ricostruire. Rimarrà negli annali, però, la partita contro il Futsal Mestre (antesignano assieme al Malcontenta dell’odierno Città di Mestre), dove, il 01 Maggio 2002, il Pozzo si presentava al palasport Taliercio, all’ultima giornata di campionato con la necessità di portare a casa almeno un pareggio per raggiungere la salvezza in C2. Il Futsal Mestre, forte del primato in campionato, era proiettato al palcoscenico della C1, ma i ragazzi guidati da mr Ervaz, riescono ad imbrigliare i forti mestrini e alla fine i supporter del Mestre devono ammainare le bandiere, il Pozzo riesce a salvarsi ed alla fine è la compagine del Padova futsal a raggiungere la C1. Negli anni successivi, però la salvezza diventa ancor più complicata, tanto che nel 2006 il Mirano torna nella categoria provinciale di serie D, dopo 15 anni di partecipazioni ai campionati regionali. La retrocessione viene colta come un’opportunità di rifondare il parco giocatori e, come spesso avviene, l’esperienza di Ervaz termina a malincuore, ma con la consapevolezza di aver consolidato un’amicizia ed un rapporto di fiducia che si protrae fino ai ns giorni. Viene chiamato a guidare la nuova squadra Montin Domenico, fortissimo portiere di squadre di C1 e serie B, che porta in dote un approccio diverso in allenamento ed una metodologia di gioco più ‘moderna’, Ad affiancarlo nella gestione sportiva, passando dal campo alla panchina, troviamo Calzavara Renzo, che dopo solo due anni si troverà proiettato alla guida del Pozzo, riuscendo a riportare in C2 la compagine miranese nel terzo decennio della nostra storia…..ma questo è un altro capitolo che ritroveremo nel prossimo numero. Il secondo decennio del Pozzo rimarrà, però, scolpito nella memoria dei più per la prematura scomparsa di Barchitta Danilo, che aveva vestito la maglia del Pozzo tra il 95 ed il 2000, coinvolto in un incidente motociclistico nell’estate del 2007. Danilo era stato un atleta professionale ed un giocatore sempre pronto a sacrificarsi per i compagni e per il mister, ma ancor di più un amico che ti coinvolgeva con il suo illuminante sorriso. Quasi come uno scherzo del destino nel Giugno del 2007 avevamo riunito i giocatori più ‘old’ del Pozzo ed avevamo partecipato ad un torneo a crea di Spinea, raggiungendo contro tutti i pronostici la finale, ma perdendo poi all’ultimo scoglio. In questo torneo, ancora una volta, Danilo aveva dato portato in campo serietà e spensieratezza, coinvolgendo noi compagni in goni partita che terminava sempre come una festa. Il pensiero va sempre ai momenti vissuti assieme e anche grazie al suo esempio, portiamo in alto il nome del Pozzo con professionalità e spirito di aggregazione. Dopo questa batosta, appunto, eravamo pronti per il nuovo decennio, consapevoli che avremmo dovuto cogliere nuove sfide e coinvolgere sempre di più la comunità miranese…..ma questa è un’altra storia di cui parleremo nel terzo appuntamento. Federico Favaretto
LA STORIA DEL CALCIO A 5 Chi non ha mai giocato a calcetto? Pomeriggi trascorsi con gli amici, incuranti del tempo trascorso e delle condizioni metereologiche…… ma quanto di voi sono a conoscenza della sua vera storia? Il Calcio a 5, più comunemente denominato “ calcetto “, è uno sport che ebbe origine in Uruguay nel lontano 1930. L’ideatore di questa disciplina sportiva fu il Professor Juan Carlos Ceriani che, grazie ai successi che la Nazionale uruguagia ebbe in quel periodo e spinto dalla voglia di concedere ai propri studenti uno spazio sia al chiuso che all’aperto dove poter giocare in squadra, ebbe l’idea di riutilizzare i campi da pallacanestro per uno sport che ricordasse il più ben noto calcio di quegli anni. Questa disciplina presenta alcune differenze rispetto al gioco del calcio 11 contro 11: alcune delle tecniche e delle regole facenti parte del gioco sono state, infatti, prese da altri sport e mettono in risalto la tecnica e le abilità dei giocatori che riescono ad imporre il loro dominio nel controllo della palla. Prendendo spunto da ciò che caratterizzava il gioco del calcio, della pallanuoto, della pallamano e anche della pallacanestro, il professor Ceriani scrisse le prime regole del calcio a cinque che annunciarono la nascita di questa nuova disciplina sportiva. Nel dettaglio, furono queste le caratteristiche dalle quali venne tratta ispirazione: • Tempo di gioco e numero dei giocatori: questi due elementi vennero ripresi dalla pallacanestro. Quaranta minuti per ciascun tempo regolamentare e cinque giocatori per squadra. • Misura del campo: uguali a quelli della pallamano, ossia una dimensione pari a 40m x 20m. Sempre da questo sport Ceriani riprese la regola del “one shot”, ossia quella che permette ai giocatori di tirare una sola volta superata la metà campo. • l movimento dei portieri e tutto ciò che riguardava il numero 1 della squadra venne ripreso dalla pallanuoto. La scelta del pallone ricadde, invece, su un modello non troppo leggero, affinchè lo stesso favorisse sia la velocità del gioco a terra “palla al piede” sia quello aereo, più attribuibile al calcio. Il ” calcio da sala”, detto anche Il “ futbol de salòn “, riscontrò un notevole successo in Uruguay, tanto che si diffuse rapidamente anche in altri Paesi del Sud America come il Cile, il Brasile ( dove comunque c’erano già stati dei precedenti ), l’Argentina, ed il Perù, per poi passare a tutto il resto del mondo. In Italia il calcetto iniziò a diffondersi verso l’inizio degli anni 50′ ma la vera prima competizione, che decretò il lancio ufficiale di questo sport, si disputò nel 1961 con il nome di “ Coppa dei Canottieri di calcio a cinque “ ed era riservata solamente ai circoli più rinomati della capitale. Nonostante i progressi, il calcio a 5 era ancora sprovvisto di una regolamentazione ed uno statuto in grado di garantire uno sviluppo ulteriore delle competizione e del movimento. Nel 1978, fu creata la “Federcalcetto”, il cui scopo fu proprio quello di regolamentare la giovane disciplina sportiva ( questo sino alla nascita della FIC (Federazione Italiana Calcetto) da cui derivò, in base ad una scissione interna, la LIC (Lega Italiana Calcetto) ). Tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80, si disputarono solamente due campionati sino a quando nel Dicembre del 1983 il calcetto entrò a far parte della F.I.G.C. : da allora tutti i campionati si sono regolarmente disputati. La nazionale italiana di calcio a 5 si è laureata campione d’Europa nel 2003 a Caserta e nel 2014 ad Anversa, ed è giunta anche a disputare la finale del torneo mondiale nel 2004 a Taiwan dove fu sconfitta, purtroppo, dalla Spagna. Giorgio Pesce
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COME SARÀ IL FUTURO DELL’AUTO? Il mondo dell’auto è a diverse svolte epocali. Dalla guida autonoma a propulsori in grado di consumare sempre meno e di usare carburanti sempre più ecologici. Da un rinnovato approccio alla sicurezza passando per l’elettronica e l’assistenza alla guida ad altissimo tasso tecnologico. Tutto va sotto il nome di new mobility e continueremo a sentirne parlare sicuramente anche nei prossimi anni. Un settore, quello dell’auto, che in molti hanno ingiustamente accusato di rimanere fermo e di vivere di rendite di posizione. La realtà che ci raccontano i listini però e i centri di ricerca dei migliori marchi è assolutamente opposta. Margini ridotti all’osso e soprattutto nuove istanze come quelle ecologiche non possono che mettere un’enorme pressione addosso ai principali marchi. Che oggi devono trovare soluzioni in pochissimo tempo e che – nonostante quello che vanno raccontato i detrattori – ci stanno riuscendo. Elettrico, plug in, metano: il futuro non è nella benzina
Una cosa di cui possiamo essere già certi, pur non avendo una sfera di cristallo, è che il mondo dell’auto dovrà per forza di cose abbandonare i propulsori a benzina e a diesel. O meglio, più che parlare del futuro in questo caso stiamo parlando del presente, perché le versioni di modelli storici e molto apprezzati dal mercato che sono disponibili in versione elettrica o in versione plug in sono sempre di più. Con la benzina e il diesel che nonostante la crisi COVID 19 continuano ad avere prezzi stratosferici questo non sarà sicuramente un problema neanche chi – forse un po’ stoltamente – non si interessa dei problemi legati all’ecologia e al futuro del pianeta. Guida automatica o semi-automatica: per una maggiore sicurezza Quello della guida automatica, di auto finalmente in grado di guidarsi da sole, non è il sogno fantascientifico di un gruppo di scrittori. È una necessità principalmente di sicurezza, dato che le auto continuano ad essere responsabili di un numero di morti e di feriti ogni anno ancora troppo alto. Fidarci delle macchine intelligenti
PNEUMATICI
LA PARTE PIÙ IMPORTANTE E MENO CONSIDERATA DELLA NOSTRA AUTO
Sono la parte più importante per quanto concerne la sicurezza della nostra auto. Ci permettono di mantenere il veicolo incollato alla strada, ci supportano in qualunque tipo di condizione atmosferica, rendono i nostri viaggi più confortevoli e ci aiutano anche in frenata. Quando però si parla di Controllo Pneumatici sono in pochissimi ad assolvere il loro compito di diligenti automobilisti. Per questo motivo abbiamo deciso di analizzare le questioni più importanti che riguardano appunto gli pneumatici, indicando quando, se e perché sarà il caso di farci dare una mano da uno specialista. Pressione, meglio non esagerare La pressione degli pneumatici andrebbe controllata, manualmente, con cadenza bisettimanale. In caso di condizioni atmosferiche estreme, prima di metterci in viaggio per un lungo tragitto oppure in seguito a qualche problema alla guida, i controlli sulla pressione degli pneumatici andrebbero ripetuti anche al di fuori di questo ciclo. Questo perché una pressione troppo bassa può causare problemi importanti in fase di guida, causare la deformazione dello pneumatico in questione e soprattutto rendere più pericoloso ogni tipo di tragitto, anche il più breve. Non bisogna però esagerare: la pressione massima deve essere altrettanto rispettata, riferendosi a quello che i produttori indicano sui manuali d’uso delle autovetture. Nel caso in cui non ci sentissimo in grado di gestire questa problematica per conto nostro, rivolgiamoci ad una stazione di servizio. Saranno ben lieti di prendersi cura della pressione delle nostre gomme, garantendoci successivamente un percorso assolutamente sicuro alla guida della nostra auto. Battistrada: quando è ora di cambiare gli pneumatici, meglio non aspettare Sono in molti, secondo noi in troppi, a ritenere i battistrada degli pneumatici una seccatura soltanto quando si ha a che fare con le forze dell’ordine. In realtà anche in questo caso a subire le conseguenze di pneumatici con battistrada troppo logori è la nostra sicurezza alla guida. Il battistrada è infatti largamente responsabile per la tenuta della nostra auto: convoglia l’acqua e mantiene l’aderenza anche in condizioni atmosferiche avverse. Compiti che non riesce pienamente ad assolvere quando appunto non è in condizioni ideali. Anche qui un controllo pneumatici può aiutarci a capire se e quando sarà il caso di cambiare pneumatici. Cosa che sicuramente comporterà un esborso di denaro da parte nostra, tenendo però sempre bene a mente che quello che stiamo acquistando non è soltanto un treno gomme, ma la nostra stessa sicurezza alla guida. Le migliori case automobilistiche oggi offrono promozioni incredibili Oggi le migliori case automobilistiche sono in grado di offrire delle promozioni irresistibili per la gestione degli pneumatici. Dal cambio tra pneumatici invernali e pneumatici estivi, alla sostituzione di quelli troppo logori. A costi estremamente ridotti rispetto ad un tempo e soprattutto con la certezza che a mettere le mani sul nostro veicolo sia soltanto personale specializzato. Soprattutto in prospettiva dell’arrivo della stagione fredda, muoversi per tempo vuol dire risparmiare e - ancora una volta - mettersi in sicurezza. Marino Zamengo
Andre DalCorso-Guido Codato
– cosa che è già possibile oggi – è l’unica strada che abbiamo per cercare di annullare questo terribile bollettino di guerra che si ripete, quotidianamente, nelle nostre città. Si stanno facendo passi da gigante anche sotto questo specifico aspetto e oggi la guida automatica e indipendente sono una possibilità concreta e già disponibile sul mercato.
la diffusione delle colonnine di ricarica in tutta Europa – e i grandi gruppi dell’auto. Una collaborazione che aiuterà a superare i principali ostacoli verso la new mobility, una mobilità più equa, più sostenibile, più green e in grado di non far pagare il conto dei nostri spostamenti ad un pianeta che è purtroppo sempre più malandato. Noi riteniamo che i produttori di auto stiano facendo la loro parte. E che meriterebbero il plauso e non il biasimo del pubblico. Marino Zamengo
Innovazione trasversale: grazie alla collaborazione tra diversi settori Le auto sono ad un crocevia importante: trasporto, energia, consumi. E i grandi marchi, quelli che vogliono davvero cambiare la storia dell’auto e della mobilità, non possono che guardarsi intorno alla ricerca di partner importanti, che possono aiutarli laddove i produttori di auto non possono arrivare. E così nascono collaborazioni importanti tra Semenzato Giancarlo Pres.Consorzio Revisioni Auto grandi gruppi energetici – responsabili anche del-
Marino Zamengo Vice Presidente
MIRA, (VE) COMUNICATO STAMPA DEL 20.07.2021
COVID, CREDITO E LIQUIDITA’ PER FAMIGLIE E IMPRESE: ANCORA ATTIVE MORATORIE SU PRESTITI PER UN VALORE COMPLESSIVO DI 128 MILIARDI Prestiti per un valore di circa 128 miliardi, a fronte di 1,2 milioni di sospensioni accordate; più di 182 miliardi di euro di richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di Garanzia per le PMI, 26,1 miliardi di prestiti garantiti (a fronte di 2618 richieste ricevute) attraverso “Garanzia Italia” di Sace. Questi alcuni dei principali risultati della rilevazione effettuata dalla task force resi noti con un comunicato stampa del 30 Giugno scorso; dati che ben fotografano la situazione attuale dell’economia alle prese con la morsa della pandemia che ancora attanaglia le imprese e le famiglie. La raccolta di questi dati viene effettuata settimanalmente dalla Banca d’Italia, che rileva in modo continuo e sistematico presso le banche i numeri riguardanti l’attuazione delle misure governative relative ai decreti legge ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’, le iniziative di categoria e quelle offerte bilateralmente dalle singole banche alla propria clientela. Sulla base di questi dati preliminari, riferiti al 18 giugno, risultano ancora attive moratorie su prestiti del valore complessivo di circa 128 miliardi, pari a circa il 46% di tutte le moratorie totali accordate da marzo 2020 (circa 280 miliardi). Per quanto riguarda le PMI, sono ancora attive sospensioni ai sensi dell’art. 56 del DL ‘Cura Italia’ per 103 miliardi (Cura Italia), mentre sono circa 3 i miliardi di finanziamenti alle imprese relativi alla moratoria promossa dall’ABI. Quanto alle famiglie, risultano ancora attive moratorie a favore delle famiglie a fronte di prestiti per 19 miliardi di euro, di cui 4 per la sospensione delle rate del mutuo prima casa, mentre le moratorie dell’ABI e dell’Assofin rivolte alle famiglie riguardano circa 2 miliardi di prestiti. Inoltre, sempre secondo le rilevazioni settimanali della Banca d’Italia, si stima che le richieste di finanziamento pervenute agli intermediari (ai sensi del DL liquidità) fino a Giugno siano circa 1,78 milioni, per un importo totale di circa 157 miliardi, di cui il 92% erogati (percentuale che arriva al 95% in caso di prestiti interamente garantiti dal Fondo di Garanzia per le PMI).
SANTA MARIA DI SALA, (VE) COMUNICATO STAMPA DEL 21.07.2021
COSTI DEI MATERIALI ALLE STELLE: A RISCHIO SUPERBONUS E IMPRESE ARTIGIANE DEL SETTORE CASA
Situazione fuori controllo per le imprese artigiane del settore casa artigiano, a causa dei continui rincari dei prezzi dei materiali da costruzione e a forte rischio con essa sono le speranze di ripresa del settore costruzioni e quelle (tante) dei privati di poter ristrutturare o riqualificare la propria abitazione usufruendo del superbonus 110%. Cosa sta accadendo? Succede che i prezzi delle materie prime sono saliti alle stelle, i tempi di consegna dei materiali si sono allungati notevolmente a causa della carenza di scorte in magazzino da parte dei fornitori, e il tutto ricade sugli operatori del settore casa (ma non solo, il fenomeno negativo interessa anche tutto il comparto manifatturiero) che sono costretti a dover rivedere contratti e preventivi stipulati mesi fa con i propri clienti privati perché non riescono più a rispettare i tempi di consegna oppure perché nel frattempo i costi sono lievitati (secondo le rilevazioni delle principali associazioni di categoria ad Aprile 2021 i prezzi sono aumentati in media del 33% rispetto all’anno precedente) e l’aumento è insostenibile. “È evidente che questa situazione rischia di compromettere le speranze che tutti nutriamo di ripresa economica”, spiega il Presidente dell’Associazione Guido Codato, “perché questi costi non possono essere sopportati dalle piccole imprese artigiane, per tutta una serie di motivi. Ad essere a fortissimo rischio è la principale manovra effettuata dal Governo per rilanciare il settore, ovvero il superbonus, che fa gola un po' a tutti: dai privati che investono nella speranza di ristrutturare casa a costo zero o quasi, alle banche che ci guadagnano grazie alla cessione del credito da parte dei privati, dalle imprese edili che si rimettono in moto, allo stato che “incassa” in termini di tasse (perché, con la necessità di fatturare dovrebbe sparire anche il cosiddetto lavoro nero) e che sembrava una volta tanto una manovra che potesse davvero mettere d’accordo tutti. Peccato perché dapprima il rallentamento dovuto ad una burocrazia incredibilmente complessa (che ha ritardato di quasi un anno l’effettiva apertura dei primi cantieri) e poi, una volta superato questo impasse grazie alle ultime semplificazioni (o almeno così sembra) ecco l’impennata dei prezzi di legno, ferro, isolanti che costringono le imprese del settore casa a rivedere contratti che in pochi mesi sono diventati più costosi del 30%, per tacere del fatto che sono costretti a slittare di alcuni mesi i lavori stessi a causa della difficoltà di reperire i materiali necessari. Insomma si rischia un nuovo rallentamento sulla pista di decollo del 110% dopo i continui stop and go vissuti sino ad ora. Non è un mistero infatti che il superbonus messo a punto nel 2020 (decreto legge 34/2020, cd. rilancio) stia cominciando a raccogliere i primi frutti solo in questo primo semestre 2021, col primo anno servito sostanzialmente soltanto a chiarire e definire in parte la complessità della normativa e i tanti quesiti posti da contribuenti, tecnici, imprese. Importanti in questo senso saranno le misure previste dal PNRR che avranno il compito di gestire grossi investimenti sul patrimonio edilizio, e quindi dovranno attenzionare efficacemente il problema rincari e il conseguente avvio dei cantieri edili.
Andrea Dal Corso
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