Rassegna Stampa 23 Luglio 2014

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cartograďŹ a della bellezza inquieta Sacrario di Redipuglia 6 luglio 2014 Cividale del Friuli 19-27 luglio 2014

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Rassegna Stampa 23 luglio 2014


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Il nuovo giallo parte dalla fine e si sviluppa all’indietro ma per chi legge. Il mio mestiere è fare ciò che piace ai miei lettori. Che sono molto curiosi ed esigenti. Stavolta volevo provare qualcosa di diverso. Mi piace molto andare avanti e indietro nel tempo, tecnica che si usa al cinema. E mi sono chiesto se potevo fare in modo che l’ultimo capitolo diventasse il primo, sen-

za far mancare i colpi di scena. Così ho deciso di provarci. È stata una sfida». Lei è molto meticoloso nel costruire le sue storie. «Scrivere per me è un lavoro che richiede molta organizzazione preparatoria. Dopodiché, "October List" è nato in sei settimane. Oltretutto, stavo realizzando in contemporanea la nuova avventura di Lincoln Rhyme, "The Skin Collector", il che mi ha aiutato a lavorare con più attenzione a fascicolo nazionale "October List". Che in effetti è stata una sfida più difficile rispetto a qualsiasi cosa scritta in precedenza». I suoi cattivi sono "criminal mind" molto intelligenti. Pensa che il Male sia davvero così

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"organizzato" o siamo noi a volerlo così per renderlo più accettabile? «Noi narratori non dobbiamo rappresentare la vera vita o il vero crimine. Io sono un "illusionista" che diverte il proprio pubblico inventando storie. I miei lettori si aspettano che i miei cattivi siano "larger than life", i veri criminali di solito non sono così... brillanti.

OGGI AL MITTELFEST, A CIVIDALE

Lamusica della Gubajdulina e ilteatro diJan Fabre CIVIDALE (UD) - La compositrice russa Sofija Asgatovna Gubajdulina, considerata la più grande compositrice vivente, sarà ospite oggi a Mittelfest per presentare il suo nuovo lavoro “Warum? Wozu? Wodurch?” (concerto ore 19 chiesa di San Francesco): si tratta della seconda esecuzione mondiale, dopo quella dei giorni scorsi all'Emilia Romagna Festival, della sua partitura per flauto, flauto basso, clarinetto, clarinetto basso e archi, affidata alla Filarmonica del Teatro Regio di Torino

diretta da Andres Mustonen. Ad arricchire l'esecuzione alcune pagine musicali di Johann Sebastian Bach. L'evento sarà anche preceduto da un incontro pubblico con la compositrice russa, in programma alle 17, sempre alla Chiesa di San Francesco. Alle 21 al Teatro Ristori Mittelfest ospita per la prima volta uno dei lavori del poliedrico e provocatorio regista belga Jan Fabre, l'assolo "Attends, Attends, Attends (Pour mon père"), col danzatore e perfomer Cèdric Charron.

Io no solo no». Cos’h Rhym «È di re. È è vu salut sima co di te». Lei h ra di ca": 0 ze... «Epp anch "Cart dare Flem gio cu lava d l’aspe Poi c C’è q re de (Risa bico, scriv paure no i g zi». Dica torne «Chis gigan


vinse Galan. «Ma ci capitolo Mose, che comunsugli ultimi sviluppi della sono stati anni di que non era affatto secondavicenda giudiziaria di Giancollaborazione rio. Eravamo in sintonia sui carlo Galan, con il via libera dice l’ex sindaco di progetti per lo sviluppo votato dalla Camera all’arreVenezia - eravamo dell’aeroporto, per il rilancio sto dell’ex governatore del in sintonia su del Lido (che poi è andato in Veneto. «É una cosa triste alcuni prgetti. malora, ma questo a causa commenta, a caldo, l’ex sinData: 23illuglio 2014 Mose escluso, della crisi generale), per l’asdaco di Venezia, che da che non è setto degli ospedali. Su tante Galan fu anche sconfitto secondario» questioni c’è stata una collanelle lontane regionali del Pagina: 7 borazione davvero intensa». 2000 - Non sono cose di cui si può essere lieti. É il E il suo giudizio politico su sintomo di una grande crisi Galan? politica, cultu«Una figura di rale, sociale. secondo piano, Solo gli idioti del tutto dipenpotrebbero raldente da Silvio legrarsi di una Berlusconi. Avenotizia del geva avuto la sua nere. Invece bichance di uscire sogna riflettenel 2010 quanre. Quando un do, entrato in uomo va in gacollisione con la lera dispiace Lega, gli fu procomunque. Ma posto di presenquando in galetarsi alle regiora ci va un uonali con una promo politico sipia lista. Per gnifica che siaquesto aveva inmo di fronte a sistito anche una crisi di siFranco Miracstema e questo co. Ma Galan è un fatto trinon l’ha fatto ste». perché é una Galan aveva persona modechiesto di essesta, consapevole re sentito pridei suoi limiti. ma dell’arreDirei una figura Prima dell’arresto, mentre attendeva di essere rivolte. Sono vicino a Giancarlo, della cui corretsto. costituzionaltrasferito in carcere, Giancarlo Galan, nella sua tezza dopo trent'anni di collaborazione e amicizia «Questi sono temente di seconcasa di Cinto Euganeo, ha ricevuto una telefonata sono assolutamente certo, in questo momento mi che riguardo piano, forse di solidarietà da parte di Silvio Berlusconi (foto). così drammatico e difficile». Amarezza e dolore dano il funzioun buon gregaIl Cavaliere si è poi detto «profondamente «per i deputati di Forza Italia assenti ingiustificanamento della rio, ma io non addolorato per il voto parlamentare. E trovo ti ieri in Aula. Il garantismo si testimonia sempre e giustizia, un dil’ho sperimentaparticolarmente ingiusto che, non accettando il comunque». Renato Brunetta veneziano, caposcorso vecchio to da questo punrinvio del voto proposto da Forza Italia, sia stato gruppo del Pd alla Camera, affida a Twitter il suo di almeno quato di vista». impedito a Galan di essere presente in Aula per stato d’animo dopo che a Montecitorio ha votato rant’anni. PriOra è accusato potersi difendere dalle accuse che gli sono state per l’autorizzazione all’arresto di Galan. ma di mettere di essere stato a in galera una libro paga del persona, sarebbe sempre il no è difficile fare una valuta- Qui siamo nel grande tema sari nelle regionali del 2000. Consorzio Venezia Nuova. caso di ascoltare le sue zione». delle riforme di cui nel nostro «Non c’è stato solo quello. «Non ho mai ragionato in ragioni. Detto questo, si trat- Ma è stato giusto concedere paese si parla da sempre. Galan ha guidato il Veneto politica in termini giudiziari. ta comunque di valutazioni l’autorizzazione a procedere Questa enorme montagna che dal ’95 al 2010. Praticamente E non lo faccio adesso per difficili da fare dall’esterno, da parte della Camera? ora ha partorito un topolino abbiamo passato quindici an- Galan. So del mio dissenso la magistratura può avere le «Di questo non si può discute- informe...» ni insieme. É una persona con lui sul Mose, ma altro non sue ragioni. Sono temi com- re adesso solo perché stavolta Lei Galan lo ha conosciuto molto leggera, culturalmen- posso dire». plessi e, lo ripeto, dall’ester- ad andare in galera è Galan. bene, siete stati anche avver- te e politicamente, anche sim© riproduzione riservata

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Cacciari:«Politicomodesto, manonc’ènulladicuigioire»

« Solo un idiota può rallegrarsi per l’arresto: bisogna invece riflettere, c’è una crisi di sistema Il mio giudizio su di lui? Una figura di secondo piano, del tutto dipendente da Berlusconi» SOLIDARIETÀ AL FEDELISSIMO

Telefonata di Berlusconi: sono profondamente addolorato fascicolo nazionale

associazione mittelfest

mittelfest 2014

Comune di Cividale del Friuli

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Con il sostegno particolare

Cividale del Friuli 19-27 luglio 2014 www.mittelfest.org

LUCA RONCONI IVICA BULJAN ADRIANA ASTI ARIELLA REGGIO PIERLUIGI CAPPELLO GABRIELE VACIS FABRIZIO ARCURI CSS-TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE AREAREA ACCADEMIA NICO PEPE


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Cultura e Spettacoli

IL PICCOLO MER

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Da sinistra: un’immagine di “Attends, attends, attends (pour mon père)”, lo spettacolo-musical “The Old Testament” proposto dal collettivo artistico internazionale “Loose Collective”

di Alberto Rochira ◗ UDINE

È un “guerriero della bellezza”, pronto a “combattere per affermarla sempre, perché è la cosa più importante”. Cédric Charron, uno tra i performer di punta dell'artista visionario, coreografo, regista teatrale belga di fama internazionale Jan Fabre, è consapevole della difficoltà di questa battaglia al giorno d’oggi, in un mondo dove la bellezza è spesso deturpata, violata, sconvolta. «E non è facile essere un guerriero di Jan - spiega l’artista nato in Bretagna -: io lo sono diventato almeno cinque anni dopo essere entrato nella sua compagnia, Troubleyn, quattordici anni or sono». Charron (che ha lavorato con Fabre in numerose piéce, come “Je suis sang”, “Tannhäuser” , “History of Tears”, “Prometheus landscape II”) salirà sul palco del Mittelfest di Cividale oggi (Teatro Ristori, ore 21) per “Attends, attends, attends (pour mon père)”, coreografia assolo modellata su di lui da Fabre, sul tema del rapporto tra Charron e suo padre. «Considero Jan il mio padre spirituale - continua Cédric -, dunque questo lavoro, che nasce dalla sua volontà di rendere un omaggio a mio padre, in realtà coinvolge due figure paterne: il mio padre “fisico” e il mio padre spirituale, che è appunto Jan». Fabre si è interessato alla relazione tra Cédric, già laureato in Economia e Scienze politiche a Rennes, e suo padre, perché «ci conosciamo da quattordici anni

MUSICA

Al Mittelfest arriva Charron il guerriero della bellezza Il performer nato in Bretagna propone questa sera al Teatro Ristori di Cividale la coreografia modellata per lui da Jan Fabre sul rapporto con il padre IL PROGRAMMA

Incontro e spettacolo con Sofija Gubajdulina La compositrice russa Sofija Asgatovna Gubajdulina, considerata la più grande compositrice vivente, vincitrice di numerosi premi internazionali, Leone d'Oro alla carriera nel 2013, apprezzata nel panorama internazionale per la sua tecnica raffinata e complessa, sarà ospite a Mittelfest, per presentare il suo nuovissimo lavoro “Warum? Wozu? Wodurch?”, oggi alle 19 nella chiesa di San Francesco. Si tratta della seconda esecuzione

mondiale, dopo quella all'Emilia Romagna Festival, della sua partitura per flauto, flauto basso, clarinetto, clarinetto basso e archi, affidata alla prestigiosa Filarmonica del Teatro Regio di Torino diretta da Andres Mustonen, con Massimo Mercelli al flauto e Darko Brlek al Clarinetto. L'evento sarà anche preceduto da un incontro pubblico con la compositrice russa, alle 17 sempre alla Chiesa di San Francesco.

- continua Charron - e lui sa tutto del mio modo di essere e anche del rapporto particolare tra me e mio padre, professionista attivo nel campo dell’economia, al quale ho sempre chiesto del tempo per riuscire a fare ciò che volevo davvero: il che è accaduto nel 1997, quando ho intrapreso gli studi artistici».

Fabre padre “metafisico”, capo-guerriero e anche “partner nel crimine”, aggiunge Cédric, «per me che ho accettato appunto di cercare con lui la bellezza sempre, dedicando mente e corpo a questa lotta». Per questo “atleta dell’emozione”, il rapporto con Fabre è stato “simile a quello tra il piccolo

RASSEGNA

Sofija Asgatovna Gubajdulina

Principe e la volpe”, per cui uno diventa per sempre responsabile di chi ha addomesticato. Da giovane attore, Cédric, “spirito selvaggio”, era solito interrompere le prove dicendo “Attends, attends, attends!”. «Chiedevo a Jan di aspettare un momento - spiega Charron illustrando così il titolo della

messinscena -, perché fermando il tempo, cercavo un’idea nuova. Dapprima lui era molto scocciato dall’atteggiamento di questo attore francese, ma poi ha capito che nasceva da un’esigenza creativa e ha cominciato ad apprezzarlo». Cédric, che di Cividale ha avuto un’ottima prima impressione (“una splendida piccola città con un festival di grande qualità”), sta al momento lavorando con Fabre a “Mount Olympus”, durata 24 ore, che debutterà a Berlino in giugno. «In questo mondo dove il tempo è sempre più istantaneo - commenta - un lavoro di questa durata è una sfida enorme». Ieri applausi al festival per l’attore Paolo Fagiolo nel recital letterario “Le avventure del bravo soldato Švejk”, per l'omaggio a Federigo Fiorillo nel concerto eseguito dall'Accademia d'Archi Arrigoni e per l’originale spettacolo-musical “The Old Testament” proposto dal collettivo artistico internazionale “Loose Collective”.

GRADO FESTIVAL

Ultimo “Lettere M che il festi ne dedica trattenim centro cit lia, dal 25 surreale e dedicata a te scemo” L’incon rassegna condotta ospiterà u brillanti e stro temp Monfalco ne e Bors ingresso li neto in ca raccontar di Cecilia suo ultim Bompiani lia”. «Non h da tanto te Merini, c per esper terribile r E lo stesso lia. Può “vita” qu umano tra un ospeda Rinchiu quelli che gono com me distur più spesso Cecilia in animator co di ent Matti e far pagnia. L’unive gli si prese verso da q sciò, dop stesso pe pre tristem senza di q vo di esp turba la r dei perso questo lim te, tra le q vantasei a scorsi in m Cecilia ra, non am forse que che lei ha sé per sop bisogno c sca che l una ciocc re la sua fi


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Il performer nato in Bretagna propone qu la coreografia modellata per lui da Jan Fab IL PROGRAMMA

Incontro e spettacolo con Sofija Gubajdulina La compositrice russa Sofija Asgatovna Gubajdulina, considerata la più grande compositrice vivente, vincitrice di numerosi premi internazionali, Leone d'Oro alla carriera nel 2013, apprezzata nel panorama internazionale per la sua tecnica raffinata e complessa, sarà ospite a Mittelfest, per presentare il suo nuovissimo lavoro “Warum? Wozu? Wodurch?”, oggi alle 19 nella chiesa di San Francesco. Si tratta della seconda esecuzione

mondiale, dopo quella all'Emilia Romagna Festival, della sua partitura per flauto, flauto basso, clarinetto, clarinetto basso e archi, affidata alla prestigiosa Filarmonica del Teatro Regio di Torino diretta da Andres Mustonen, con Massimo Mercelli al flauto e Darko Brlek al Clarinetto. L'evento sarà anche preceduto da un incontro pubblico con la compositrice russa, alle 17 sempre alla Chiesa di San Francesco.

- continua Charron - e lui sa tutto del mio modo di essere e anche del rapporto particolare tra

Fabre padre “metafisico”, capo-guerriero e anche “partner nel crimine”, aggiunge Cédric,

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MESSAGGERO VENETO MERCOLEDÌ 23 LUGLIO 2014

festival» mittelfest 23

di Gian Paolo Polesini Inutile, faticano a espandersi certe tematiche. Vedendo pascolare vacche magrissime il dibattito allargato insiste nell’approfondire il significato di necessario e di non necessario. Ciò che serve e ciò che invece risulta superfluo. Coraggioso obiettare, basta annusare il clima e inali miseria. Però almeno qualche rilievo ci starebbe. Da anni ormai la cultura appartiene alla categoria «se ne può fare beatamente a meno», e il principio politico ha generato l’improvvisa sospensione di musica, poesia, teatro, danza. «Tanto con queste cose qui non mangi» è l’illuminante trattato del palazzo. L’arte resiste, non molla metri e confida nel costante sostegno popolare. C’è, si tasta, si vede, grazie a dio. Eppure in Europa il movimento è ampio, va in controtendenza; anzi, dimostra in proscenio l’efficacia della mescolanza linguistica ed etnica, una Babilonia energica che contrasta la difficoltà sociale di dialogare seppure con le barriere sollevate. Una sostanza scenica ai più invisibile, non a chi le ruvide tavole le infila sotto due pezzi di pane e se le mangia a colazione. Il progetto Mittelfest teatro e qui alla fine della fiera volevamo arrivare - è una «perfetta sinergia di pensieri», fra il direttore Franco Calabretto e Rita Maffei, che con la prosa vanta un feeling lungo venticinque anni. «Forte, da subito, è stata la volontà di tornare all’essenza del festival - spiega Maffei una stretta di riflettori sulle drammaturgie del vecchio continente, con il desiderio primario di raccontare le culture oltre i confini. Che sta succedendo? Compagnie che sanno parlare italiano, polacco, tedesco, inglese, ungherese, condivisioni

«L’Europa a teatro si ricorda di essere un’unica nazione» Rita Maffei: «In scena c’è una magnifica comunione di lingue e di etnie» pacifiche e amichevoli di un palco. E con un prodotto soltanto ne sfogli cinque, per dire». Curioso. Da una parte di un virtuale teleschermo osserviamo il dialogo interruptus delle nazioni, dall’altra quello fluido di una umanità recitante, danzante, musicante. Il fil rouge del festival 23. «Il senso di appartenenza lo spingerei in cima» - precisa Rita. «Facciamo una sosta per segnalare chi meglio lo rappre-

senta: Trenofermo A-Katzelmacher (domani alle 20 al Ristori, ndr), uno spettacolo con l’anima rock ispirato dall’originale di Fassbinder, ma riadattato per il Sud; e potete immaginare la carica emotiva. A rompere l’armonia del paese arriverà lo straniero, come accade nel capostipite teutonico. Non sarà un greco, ma simpaticamente un tedesco. Geniale. Un gruppo di meravigliosi ragazzi». Con Vacis, regista illumina-

to, si piglia un’affluente per giungere ad abbracciare la figura del Padre. Ecco La Parola Padre, appunto, «sei giovani donne s’incontrano in uno dei tanti crocevia del presente. Tre italiane, una polacca, una bulgara e una macedone. Hanno tutte dei conti in sospeso con il genitore e con la Patria» (domenica 27, alle 18 alla Chiesa di San Francesco). Ritorna l’appartenenza. Con Trê zovini’ emerge «una lingua friulana viva, nuda, cri-

stiana, rustica ed essenziale. Il narrare poetico di Novella Cantarutti. Carlo Tolazzi e Massimo Somaglino firmano la drammaturgia. Tre donne. Ancora donne. Continuamente si trasformano e diventano, di volta in volta, giovani, vecchie stanziali e viaggiatrici, madri, figlie, amiche e nemiche, legando assieme passato e futuro». (venerdì 25, alle 22, al Chiostro) Un precisa ragnatela costruita apposta per imprigionare i

frutti della contemporaneità, termometro fedele di un mondo che evolve. «Forse l’esempio teatral-musical e quant’altro appartenga al fare dell’immaginazione, potrebbe suggerire il sistema per uscire dall’attuale magma economico-politico. Può darsi sia un’utopia, può darsi anche no. Dipende dall’angolazione di sguardo. Il palcoscenico è comunione, quella che manca al mondo reale. ©RIPRODUZIONE ©RIPRODUZIONERISERVATA RISERVATA

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Messaggero Estate

MERCOLEDÌ 23 LUGLIO 2014 MESSAGGERO VENETO

Scatti di scena: “Trenofermo A-Katzelmacher” (domani alle 20 al Ristori) e, sotto, “Trê zovini’” (venerdì alle 22 al Chiostro); a fianco, Jan Fabre (stasera)

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Charron: «Chi è Jan Fabre? Donnaiolo e uomo d’onore» Intervista al protagonista di “Attends, Attends, Attends” stasera alle 21 al Ristori Il famoso regista belga ha cucito lo spettacolo addosso al suo ballerino IL PROGRAMMA DI OGGI

“Il sale della terra” di Andrea Collavino

Cédric Charron (ieri a Cividale), uno dei fedelissimi di Fabre (F.Phocus Agency)

◗ CIVIDALE

Il Leone d’onore 2013 Sofija Asgatovna Gubajdulina. Oggi, alle 17, incontrerà il pubblico in San Francesco. Il concerto alle 19

E lui com’è?, viene spontaneo chiedergli a bruciapelo, spostando l'attenzione dall'interlocutore - il versatile Cédric Charron - a chi lo dirige sulla scena, il celebre, a tratti contestato regista belga Jan Fabre. «Ah, lui! Lui... Beh, prima di tutto gli piacciono le donne. Da morire. E poi... È un uomo d'onore, non viene mai meno alla parola data. Se dice una cosa la farà, è fuori di dubbio: ci si può fidare, insomma». Ecco qua. Bel biglietto da visita, quello dipinto dall'artista per il maestro: “discepolo”, all'inizio - e di anni ne sono passati, da allora -, e poi musa ispiratrice, ospite fissa nei lavori di Fabre, Charron lo conosce, probabilmente, bene come pochi altri. Quattordici anni gomito a gomito sono lasso temporale che parla da solo: «Sono il più vecchio della nostra ristretta compagnia», racconta Cédric, protagonista unico - stasera, alle 21, al teatro Ristori - dell'ultimo lavoro di Jan Fabre, Attends, attends, attends... (pour mon père). «Ha scritto questo testo appositamente per me. Non pensiate a un messaggio universale, o politico. Tutt'altro: è un racconto, sostanzialmente, autobiografico, e la biografia è appunto la mia. Storia del sottoscritto e di suo padre». Non è certo la prima volta, del resto, che Fabre crea ispirandosi

a precisi modelli viventi: «Studia la realtà, osserva le persone, i loro atteggiamenti... e ne trae spunto per la produzione di opere. Il perché è semplice: ama l'essere umano, Jan, gli piace entrare nelle logiche della mente. Sente le persone che lo attorniamo e chi lo circonda sente lui». Empatia allo stato puro, insomma. «Certo puntualizza l'attore -, pretende molto. Non ci sono vie di mezzo, con Fabre: punta a portare chi guida sul palcoscenico ai propri limiti, e il bello è che ci riesce! Ti fa scoprire capace di raggiungere posti inattesi, o insperati. Ha una visione ben precisa, netta, e in tal senso è una figura non comune, al giorno d'oggi. Dovessi definirlo con uno slogan... direi che è un uomo del passato e del futuro». Che non si ferma mai. La prossima pièce è già in cantiere. Si intitolerà Monte Olimpo «e sarà ispirata alla tragedia greca. Sofocle, prima di tutto». Durata? «Ventiquattro ore...». Indovinate chi sarà l'interprete? Esatto. Il pupillo Cédric, incrollabile sull'ultima domanda: «Dicano pure quello che vogliono», taglia corto, stoppando con un tassativo «no comment» un flash sulla stigmatizzata tendenza di Fabre a utilizzare (e non con modi garbati) animali sulla scena. Lucia Aviani

- Alle 17 La compositrice russa Sofija Asgatovna Gubajdulina, considerata la più grande compositrice vivente, vincitrice di numerosi premi internazionali, Leone d'Oro alla carriera nel 2013, apprezzata nel panorama internazionale per la sua tecnica raffinata e complessa, sarà oggi ospite a Mittelfest (alle 17 l’incontro in San Frabncesco) per presentare il suo nuovissimo lavoro “Warum? Wozu? Wodurch?” (il concerto alle 19 sempre nella chiesa di San Francesco): si tratta della seconda esecuzione mondiale, dopo quella dei giorni scorsi all'Emilia Romagna Festival, della sua partitura per flauto, flauto basso, clarinetto, clarinetto basso e archi, affidata alla prestigiosa Filarmonica del Teatro Regio di Torino diretta da Andres Mustonen, con Massimo Mercelli al flauto e Darko Brlek al Clarinetto. - Alle 18. Le vicende della Grande Guerra faranno da trama al recital letterario dedicato al romanzo di Józef Wittlin “Il Sale della terra” (Chiesa di Santa Maria dei Battuti) per la regia di Andrea Collavino (nella foto). La storia di un analfabeta che vive le atrocità del conflitto in un lento e pianificato omicidio di milioni di soldati, unica opera in prosa dello scrittore polacco poeta amico e traduttore di Joseph Roth per una coproduzione Mittelfest 2014 e Associazione Variabile e scelte musicali di Deniz Özdogan. - Alle 18. Sempre alle 18, nel cortile del Monastero di Santa Maria in Valle, Mittel_Figura presenta lo spettacolo di Girovago e Rondella Family Theatre “Manoviva”. - Alle 21. Il programma serale si apre su un evento d’eccezione: per la prima volta Mittelfest ospita uno dei lavori del poliedrico e provocatorio regista belga Jan Fabre, inventore di una cifra stilistica che non passa inosservata. Dopo il recentissimo debutto italiano arriva a Cividale l'assolo “Attends, Attends, Attends” (Pour mon père) al Teatro Ristori, nuovo lavoro del regista fiammingo per un atto unico creato su “misura” per il danzatore e perfomer Cèdric Charron. Alle 23. Per la rassegna Musica e Cinema dedicata alla grande guerra, nel Castello Canussio, la commistione di “Tra suoni e immagini. Gli anni del conflitto” che racconterà i tragici momenti della guerra con un ricco programma che si apre e si chiude con alcune trascrizioni di famosi brani di guerra e continua con tre importanti sonate per violino (Dino Sossai) e pianoforte (Michele Bolla) di Pizzetti, Debussy e Janác(ek accompagnate da brevi video documentari della Cineteca del Friuli e immagini d'epoca della Grande Guerra. Un progetto di Mittelfest 2014 a cura di Roberto Calabretto e l'Università degli Studi di Udine. Continuano gli appuntamenti con i Mittel_Incontri curati da Roberto Canziani: alle 12 Annalisa Cosentino e Luigi Reitani dialogheranno con Emanuele Carucci Viterbi, Andrea Collavino e Paolo Fagiolo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

prima assoluta

«Sono sicuro che Glauco ha fatto un grande lavoro» Il libro “Questa libertà” di Cappello musicato da Venier. Domani sera in piazza Duomo ◗ CIVIDALE

«Libertà è una parola senza corpo. Come anima. Come amore. Parenti dell’aria e quanto l’aria, senza confini definiti. Hanno bisogno di qualcuno che presti loro la sua carne, il suo sangue, i suoi limiti perché diventino concrete». Così scrive Pierluigi Cappello nell’introduzione del suo fortunato romanzo, Questa Libertà (Rizzoli). Ma anche la musica, è entità senza corpo e tuttavia potente energia al punto da muovere e spostare pensieri che spesso gli esseri umani dimenticano o non immagina-

no di possedere. Dal connubio di parole e spartito nasce Questa libertà un concerto, in cui due universi, letteratura e musica, entreranno in comunicazione. La suite, che il pianista di fama internazionale e compositore Glauco Venier, firma per Mittelfest, domani sera alle 22, in piazza Duomo, vede in scena una composizione per quartetto d'archi, pianoforte e due voci recitanti. Un’opera nuova, capace di seguire ed esaltare la scrittura di uno tra i massimi poeti e italiani contemporanei ispirata a quelle parole, e a tutte le altre che lo scrittore ha messo

su carta per dare corpo alla sua storia, così vicina al vissuto d’infanzia e gioventù di molti. «Sono sicuro che Glauco avrà fatto un grande lavoro, confida lo stesso Cappello. Ci siamo trovati per scegliere i testi che poi lui ha modellato, per come gli risuonavano, nella composizione musicale». Per seguire e esaltare la forza evocativa del racconto, insieme alla musica, gli attori Massimo Somaglino e Fabiano Fantini hanno inciso nello studio di registrazione di Stefano Amerio, alcune parti del romanzo stesso. Le parole scritte su pagina da Cappello saran-

no dunque in dialogo con le note. «Gli strumenti presenti, sono in un rapporto interessante con le vicende della mia infanzia, aggiunge il poeta di Azzurro elementare. Nel libro, è raccontata la storia di come una libertà, la mia, sia germinata in luoghi vissuti da bambino e poi abbia preso il volo dal mio incontro con la lettura. Gli archi sono certamente adatti a raccontare la mia passione per l’aria e il volo, il pianoforte, con i suoi suoni ben descrive il mio desiderio di contemplazione e raccoglimento». Lo spettacolo, con musiche di Glauco Venier e arrangia-

Musica e letteratura, un’emozionate miscellanea in scena

menti di Michele Corcella vedrà lo stesso Venier, al pianoforte e percussioni. Per il quartetto d’archi, saranno presenti sul palco Nicola Mansutti e Anna

Apollonio, ai violini, Margherita Cossio, viola e Andrea Musto, al violoncello. Fabiana Dallavalle ©RIPRODUZIONE RISERVATA


Scatti di scena: “Trenofermo A-Katzelmacher” (domani alle 20 al Ristori) e, sotto, “Trê zovini’” (venerdì alle 22 al Chiostro); a fianco, Jan Fabre (stasera)

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MERCOLEDÌ 23 LUGLIO 2014 MESSAGGERO VENETO

Scatti di scena: “Trenofermo A-Katzelmacher” (domani alle 20 al Ristori) e, sotto, “Trê zovini’” (venerdì alle 22 al Chiostro); a fianco, Jan Fabre (stasera)

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Donnaiolo e uomo did’onore» Intervista al protagonista “Attends, Attends

Il famoso regista belga ha cucito lo spettacolo

Intervista al protagonista di “Attends, Attends, Attends” stasera alle 21 al Ristori Il famoso regista belga ha cucito lo spettacolo addosso al suo ballerino IL PROGRAMMA DI OGGI

“Il sale della terra” di Andrea Collavino

Cédric Charron (ieri a Cividale), uno dei fedelissimi di Fabre (F.Phocus Agency)

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Data: 23 luglio 2014

E lui com’è?, viene spontaneo chiedergli a bruciapelo, spostando l'attenzione dall'interlocutore - il versatile Cédric Charron - a chi lo dirige sulla scena, il celebre, a tratti contestato regista belga Jan Fabre. «Ah, lui! Lui... Beh, prima di tutto gli piacciono le donne. Da morire. E poi... È un uomo d'onore, non viene mai meno alla parola data. Se dice una cosa la farà, è fuori di dubbio: ci si può fidare, insomma». Ecco qua. Bel biglietto da visita, quello dipinto dall'artista per il maestro: “discepolo”, all'inizio - e di anni ne sono passati, da allora -, e poi musa ispiratrice, ospite fissa nei lavori di Fabre, Charron lo conosce, probabilmente, bene come pochi altri. Quattordici anni gomito a gomito sono lasso temporale che parla da solo: «Sono il più vecchio della nostra ristretta compagnia», racconta Cédric, protagonista unico - stasera, alle 21, al teatro Ristori - dell'ultimo lavoro di Jan Fabre, Attends, attends, attends... (pour mon père). «Ha scritto questo testo appositamente per me. Non pensiate a un messaggio universale, o politico. Tutt'altro: è un racconto, sostanzialmente, autobiografico, e la biografia è appunto la mia. Storia del sottoscritto e di suo padre». Non è certo la prima volta, del resto, che Fabre crea ispirandosi

a precisi modelli viventi: «Studia la realtà, osserva le persone, i loro atteggiamenti... e ne trae spunto per la produzione di opere. Il perché è semplice: ama l'essere umano, Jan, gli piace entrare nelle logiche della mente. Sente le persone che lo attorniamo e chi lo circonda sente lui». Empatia allo stato puro, insomma. «Certo puntualizza l'attore -, pretende molto. Non ci sono vie di mezzo, con Fabre: punta a portare chi guida sul palcoscenico ai propri limiti, e il bello è che ci riesce! Ti fa scoprire capace di raggiungere posti inattesi, o insperati. Ha una visione ben precisa, netta, e in tal senso è una figura non comune, al giorno d'oggi. Dovessi definirlo con uno slogan... direi che è un uomo del passato e del futuro». Che non si ferma mai. La prossima pièce è già in cantiere. Si intitolerà Monte Olimpo «e sarà ispirata alla tragedia greca. Sofocle, prima di tutto». Durata? «Ventiquattro ore...». Indovinate chi sarà l'interprete? Esatto. Il pupillo Cédric, incrollabile sull'ultima domanda: «Dicano pure quello che vogliono», taglia corto, stoppando con un tassativo «no comment» un flash sulla stigmatizzata tendenza di Fabre a utilizzare (e non con modi garbati) animali sulla scena.

Cédric Charron (ieri a Cividale), uno dei fedelissimi di Fabre (F.Phocus Agency)

◗ CIVIDALE

E lui com’è?, viene spontaneo chiedergli a bruciapelo, spostando l'attenzione dall'interlocutore - il versatile Cédric Charron - a chi lo dirige sulla scena, il celebre, a tratti contestato regista belga Jan Fabre. Lucia Aviani Il Leone d’onore 2013 Sofija Asgatovna Gubajdulina. Oggi, alle 17, «Ah, lui! Lui... Beh, prima di incontrerà il pubblico in San Francesco. Il concerto alle 19 tutto gli piacciono le donne. Da morire. E poi... È un uomo prima assoluta d'onore, non viene mai meno alla parola data. Se dice una Il libro “Questa libertà” di Cappello musicato da Venier. in piazza Duomo cosa la Domani farà, èsera fuori di dubbio: no di possedere. Dal connubio suci carta dare corpo alla sua insomma». no dunque in dialogo con le nosiperpuò fidare, Ec◗ CIVIDALE di parole e spartito nasce Que- storia, così vicina al vissuto d’in- te. «Gli strumenti presenti, so«Libertà è una parola senza cor- sta libertà un concerto, in cui fanzia gioventù di molti. biglietto «So- no in un rapporto interessante co equa. Bel da visita, po. Come anima. Come amore. due universi, letteratura e musi- no sicuro che Glauco avrà fatto con le vicende della mia infanParenti dell’aria e quanto l’aria, ca, entreranno in comunicazio- un grande lavoro, confida lo dall'artista zia, aggiunge il poeta di Azzurro quello dipinto per senza confini definiti. Hanno bi- ne. La suite, che il pianista di fa- stesso Cappello. Ci siamo trova- elementare. Nel libro, è racconsogno di qualcuno che presti lo- ma internazionale e composito- tiil permaestro: scegliere i testi che“discepolo”, poi lui tata la storia di come una liberall'iniro la sua carne, il suo sangue, i re Glauco Venier, firma per Mit- ha modellato, per come gli ri- tà, la mia, sia germinata in luosuoi limiti perché diventino telfest, domani sera alle 22, in suonavano, vissuti da bambino e poi abzio - enella dicomposizioanni neghisono passati, concrete». Così scrive Pierluigi piazza Duomo, vede in scena ne musicale». Per seguire e esal- bia preso il volo dal mio inconCappello nell’introduzione del una composizione per quartet- tare evocativa la lettura.ispiraGli archi sono dala forza allora -,delerac-poitro con musa suo fortunato romanzo, Questa to d'archi, pianoforte e due voci conto, insieme alla musica, gli certamente adatti a raccontare Libertà (Rizzoli). Ma anche la recitanti. Un’opera nuova, ca- attori Massimo Somaglino e Fala mia passione per l’aria e ildi votrice, ospite fissa nei lavori musica, è entità senza corpo e pace di seguire ed esaltare la biano Fantini hanno inciso nel- lo, il pianoforte, con i suoi suoni tuttavia potente energia al pun- scrittura di uno tra i massimi loFabre, studio di registrazione di Ste- ben descrive il mio desiderio di Charron lo conosce, to da muovere e spostare pen- poeti e italiani contemporanei fano Amerio, alcune parti del contemplazione e raccoglimensieri che spesso gli esseri umani ispirata a quelle parole, e a tutte romanzo stesso. Le parole scrit- to». Lo spettacolo, con musiche probabilmente, bene come dimenticano o non immagina- le altre che lo scrittore ha messo te su pagina da Cappello saran- di Glauco Venier e arrangiapochi altri. Quattordici anni gomito a gomito sono lasso temporale che parla da solo: «Sono il più vecchio della nostra ristretta compagnia», racconta Cédric, protagonista unico - stasera, alle 21, al teatro Ristori - dell'ultimo lavoro di Jan Fabre, Attends, attends, attends... (pour mon père). «Ha scritto questo testo appositamente per me. Non pensiate a un messaggio universale, o politico. Tutt'altro: è un racconto, sostanzialmente, autobiografico, e la biografia è appunto la mia. Storia del sottoscritto e di suo padre». Non è certo la prima volta, del reIl Leone d’onore 2013 Sofija Asgatovna Gubajdulina. Oggi, alle 17, sto, che Fabre crea ispirandosi incontrerà il pubblico in San Francesco. Il concerto alle 19

stiana, rustica ed essenziale. Il narrare poetico di Novella Cantarutti. Carlo Tolazzi e Massimo Somaglino firmano la drammaturgia. Tre donne. Ancora donne. Continuamente si trasformano e diventano, di volta in volta, giovani, vecchie stanziali e viaggiatrici, madri, figlie, amiche e nemiche, legando assieme passato e futuro». (venerdì 25, alle 22, al Chiostro) Un precisa ragnatela costruita apposta per imprigionare i

frutti della contemporaneità, termometro fedele di un mondo che evolve. «Forse l’esempio teatral-musical e quant’altro appartenga al fare dell’immaginazione, potrebbe suggerire il sistema per uscire dall’attuale magma economico-politico. Può darsi sia un’utopia, può darsi anche no. Dipende dall’angolazione di sguardo. Il palcoscenico è comunione, quella che manca al mondo reale. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

- Alle 17 La compositrice russa Sofija Asgatovna Gubajdulina, considerata la più grande compositrice vivente, vincitrice di numerosi premi internazionali, Leone d'Oro alla carriera nel 2013, apprezzata nel panorama internazionale per la sua tecnica raffinata e complessa, sarà oggi ospite a Mittelfest (alle 17 l’incontro in San Frabncesco) per presentare il suo nuovissimo lavoro “Warum? Wozu? Wodurch?” (il concerto alle 19 sempre nella chiesa di San Francesco): si tratta della seconda esecuzione mondiale, dopo quella dei giorni scorsi all'Emilia Romagna Festival, della sua partitura per flauto, flauto basso, clarinetto, clarinetto basso e archi, affidata alla prestigiosa Filarmonica del Teatro Regio di Torino diretta da Andres Mustonen, con Massimo Mercelli al flauto e Darko Brlek al Clarinetto. - Alle 18. Le vicende della Grande Guerra faranno da trama al recital letterario dedicato al romanzo di Józef Wittlin “Il Sale della terra” (Chiesa di Santa Maria dei Battuti) per la regia di Andrea Collavino (nella foto). La storia di un analfabeta che vive le atrocità del conflitto in un lento e pianificato omicidio di milioni di soldati, unica opera in prosa dello scrittore polacco poeta amico e traduttore di Joseph Roth per una coproduzione Mittelfest 2014 e Associazione Variabile e scelte musicali di Deniz Özdogan. - Alle 18. Sempre alle 18, nel cortile del Monastero di Santa Maria in Valle, Mittel_Figura presenta lo spettacolo di Girovago e Rondella Family Theatre “Manoviva”. - Alle 21. Il programma serale si apre su un evento d’eccezione: per la prima volta Mittelfest ospita uno dei lavori del poliedrico e provocatorio regista belga Jan Fabre, inventore di una cifra stilistica che non passa inosservata. Dopo il recentissimo debutto italiano arriva a Cividale l'assolo “Attends, Attends, Attends” (Pour mon père) al Teatro Ristori, nuovo lavoro del regista fiammingo per un atto unico creato su “misura” per il danzatore e perfomer Cèdric Charron. Alle 23. Per la rassegna Musica e Cinema dedicata alla grande guerra, nel Castello Canussio, la commistione di “Tra suoni e immagini. Gli anni del conflitto” che racconterà i tragici momenti della guerra con un ricco programma che si apre e si chiude con alcune trascrizioni di famosi brani di guerra e continua con tre importanti sonate per violino (Dino Sossai) e pianoforte (Michele Bolla) di Pizzetti, Debussy e Janác(ek accompagnate da brevi video documentari della Cineteca del Friuli e immagini d'epoca della Grande Guerra. Un progetto di Mittelfest 2014 a cura di Roberto Calabretto e l'Università degli Studi di Udine. Continuano gli appuntamenti con i Mittel_Incontri curati da Roberto Canziani: alle 12 Annalisa Cosentino e Luigi Reitani dialogheranno con Emanuele Carucci Viterbi, Andrea Collavino e Paolo Fagiolo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

«Sono sicuro che Glauco ha fatto un grande lavoro»

a precisi modelli viventi: «Studia la realtà, osserva le persone, i loro atteggiamenti... e ne trae spunto per la produzione di opere. Il perché è semplice: ama l'essere umano, Jan, gli piace entrare nelle logiche della mente. Sente le persone che lo attorniamo e chi lo circonda sente lui». Empatia allo stato puro, insomma. «Certo puntualizza l'attore -, pretende molto. Non ci sono vie di mezzo, con Fabre: punta a portare chi guida sul palcoscenico ai propri limiti, e il bello è che ci riesce! Ti fa scoprire capace di raggiungere posti inattesi, o insperati. Ha una visione ben precisa, netta, e in tal senso è una figura non comuMusica e letteratura, un’emozionate miscellanea in scena ne, al giorno d'oggi. Dovessi menti di Michele Corcella ve- Apollonio, ai violini, Margheridràdefinirlo lo stesso Venier, al pianoforta Cossio, viola e Andrea Musto, con uno slogan... dite e percussioni. Per il quartetto al violoncello. d’archi, Dallavalle rei saranno che èpresenti un suluomo delFabiana passato palco Nicola Mansutti e Anna e del futuro». Che non si ferma mai. La prossima pièce è già in cantiere. Si intitolerà Monte Olimpo «e sarà ispirata alla tragedia greca. Sofocle, prima di tutto». Durata? «Ventiquattro ore...». Indovinate chi sarà l'interprete? Esatto. Il pupillo Cédric, incrollabile sull'ultima domanda: «Dicano pure quello che vogliono», taglia corto, stoppando con un tassativo «no comment» un flash sulla stigmatizzata tendenza di Fabre a utilizzare (e non con modi garbati) animali sulla scena. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Lucia Aviani ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Charron: «Chi è Jan Fabre? Donnaiolo e uomo d’onore» Data: 23 luglio 2014

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Intervista al protagonista di “Attends, Attends, Attends” stasera alle 21 al Ristori Il famoso regista belga ha cucito lo spettacolo addosso al suo ballerino IL PROGRAMMA DI OGGI

“Il sale della terra” di Andrea Collavino

Cédric Charron (ieri a Cividale), uno dei fedelissimi di Fabre (F.Phocus Agency)

◗ CIVIDALE

E lui com’è?, viene spontaneo chiedergli a bruciapelo, spostando l'attenzione dall'interlocutore - il versatile Cédric Charron - a chi lo dirige sulla scena, il celebre, a tratti contestato regista belga Jan Fabre. «Ah, lui! Lui... Beh, prima di tutto gli piacciono le donne. Da morire. E poi... È un uomo d'onore, non viene mai meno alla parola data. Se dice una cosa la farà, è fuori di dubbio: ci si può fidare, insomma». Ecco qua. Bel biglietto da visita, quello dipinto dall'artista per il maestro: “discepolo”, all'inizio - e di anni ne sono passati, da allora -, e poi musa ispiratrice, ospite fissa nei lavori di Fabre, Charron lo conosce, probabilmente, bene come pochi altri. Quattordici anni gomito a gomito sono lasso temporale che parla da solo: «Sono il più vecchio della nostra ristretta compagnia», racconta Cédric, protagonista unico - stasera, alle 21, al teatro Ristori - dell'ultimo lavoro di Jan Fabre, Attends, attends, attends... (pour mon père). «Ha scritto questo testo appositamente per me. Non pensiate a un messaggio universale, o politico. Tutt'altro: è un racconto, sostanzialmente, autobiografico, e la biografia è appunto la mia. Storia del sottoscritto e di suo padre». Non è certo la prima volta, del resto, che Fabre crea ispirandosi

a precisi modelli viventi: «Studia la realtà, osserva le persone, i loro atteggiamenti... e ne trae spunto per la produzione di opere. Il perché è semplice: ama l'essere umano, Jan, gli piace entrare nelle logiche della mente. Sente le persone che lo attorniamo e chi lo circonda sente lui». Empatia allo stato puro, insomma. «Certo puntualizza l'attore -, pretende molto. Non ci sono vie di mezzo, con Fabre: punta a portare chi guida sul palcoscenico ai propri limiti, e il bello è che ci riesce! Ti fa scoprire capace di raggiungere posti inattesi, o insperati. Ha una visione ben precisa, netta, e in tal senso è una figura non comune, al giorno d'oggi. Dovessi definirlo con uno slogan... direi che è un uomo del passato e del futuro». Che non si ferma mai. La prossima pièce è già in cantiere. Si intitolerà Monte Olimpo «e sarà ispirata alla tragedia greca. Sofocle, prima di tutto». Durata? «Ventiquattro ore...». Indovinate chi sarà l'interprete? Esatto. Il pupillo Cédric, incrollabile sull'ultima domanda: «Dicano pure quello che vogliono», taglia corto, stoppando con un tassativo «no comment» un flash sulla stigmatizzata tendenza di Fabre a utilizzare (e non con modi garbati) animali sulla scena. Lucia Aviani ©RIPRODUZIONE RISERVATA

- Alle 17 La compositrice russa Sofija Asgatovna Gubajdulina, considerata la più grande compositrice vivente, vincitrice di numerosi premi internazionali, Leone d'Oro alla carriera nel 2013, apprezzata nel panorama internazionale per la sua tecnica raffinata e complessa, sarà oggi ospite a Mittelfest (alle 17 l’incontro in San Frabncesco) per presentare il suo nuovissimo lavoro “Warum? Wozu? Wodurch?” (il concerto alle 19 sempre nella chiesa di San Francesco): si tratta della seconda esecuzione mondiale, dopo quella dei giorni scorsi all'Emilia Romagna Festival, della sua partitura per flauto, flauto basso, clarinetto, clarinetto basso e archi, affidata alla prestigiosa Filarmonica del Teatro Regio di Torino diretta da Andres Mustonen, con Massimo Mercelli al flauto e Darko Brlek al Clarinetto. - Alle 18. Le vicende della Grande Guerra faranno da trama al recital letterario dedicato al romanzo di Józef Wittlin “Il Sale della terra” (Chiesa di Santa Maria dei Battuti) per la regia di Andrea Collavino (nella foto). La storia di un analfabeta che vive le atrocità del conflitto in un lento e pianificato omicidio di milioni di soldati, unica opera in prosa dello scrittore polacco poeta amico e traduttore di Joseph Roth per una coproduzione Mittelfest 2014 e Associazione Variabile e scelte musicali di Deniz Özdogan. - Alle 18. Sempre alle 18, nel cortile del Monastero di Santa Maria in Valle, Mittel_Figura presenta lo spettacolo di Girovago e Rondella Family Theatre “Manoviva”. - Alle 21. Il programma serale si apre su un evento d’eccezione: per la prima volta Mittelfest ospita uno dei lavori del poliedrico e provocatorio regista belga Jan Fabre, inventore di una cifra stilistica che non passa inosservata. Dopo il recentissimo debutto italiano arriva a Cividale l'assolo “Attends, Attends, Attends” (Pour mon père) al Teatro Ristori, nuovo lavoro del regista fiammingo per un atto unico creato su “misura” per il danzatore e perfomer Cèdric Charron. Alle 23. Per la rassegna Musica e Cinema dedicata alla grande guerra, nel Castello Canussio, la commistione di “Tra suoni e immagini. Gli anni del conflitto” che racconterà i tragici momenti della guerra con un ricco programma che si apre e si chiude con alcune trascrizioni di famosi brani di guerra e continua con tre importanti sonate per violino (Dino Sossai) e pianoforte (Michele Bolla) di Pizzetti, Debussy e Janác(ek accompagnate da brevi video documentari della Cineteca del Friuli e immagini d'epoca della Grande Guerra. Un progetto di Mittelfest 2014 a cura di Roberto Calabretto e l'Università degli Studi di Udine. Continuano gli appuntamenti con i Mittel_Incontri curati da Roberto Canziani: alle 12 Annalisa Cosentino e Luigi Reitani dialogheranno con Emanuele Carucci Viterbi, Andrea Collavino e Paolo Fagiolo.


Data: 23 luglio 2014 Pagina: 24

2014

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Cultura&Spettacoli

Mercoledì 23 luglio 2014

A UDINE

La Mandragola riletta dagli allievi della Nico Pepe UDINE - Appena tornati dalla tournée al Festival di AvignonOff, gli allievi attori, guidati a Claudio de Maglio e Giuliano Bonanni, saranno oggi di scena nella sede della Nico Pepe, alle ore 21, nella Mandragola. A interpretare i noti personaggi della piéce ideata da Machiavelli, gli allievi-attori del terzo anno: Eleo-

Sui muri la leggerezza della danza verticale

nora Angioletti, Ettore Oldi, Anna Penati Sara Polo, Giovanni Raso, Giacomo Segulia, Marco Zavarise, che rileggono il testo in chiave moderna e mettono in scena una società edonista, dedita al consumo, al soddisfacimento del proprio piacere e al dispiego di ogni mezzo pur di ottenerlo al di là di ogni morale.

canta, si scrivono lettere alla famiglia; poi sempre più si cade, si è colpiti, si diventa fango e grumo di paura, ci si ribella, si muore. Un macello universale, che gli attori comunicano in più lingue e dialetti e che si fa credibile per la stessa gioventù degli interpreti, ragazzi come i loro coetanei di 100 anni fa. Poteva essere un lavoro didascalico o ombreggiato dalla retorica dell'antiretorica. Invece è una toccante lezione teatrale di verità umana. E, sull'eco della voce di Ute Lemper, è commozione.

CIVIDALE - Cinquanta minuti di attesa per sviste organizzative, poi tutti a naso in su: dalle bifore della Torre Asquina suggestivamente illuminata si affacciano oniriche presenze, femme fatale in rosso taffetà e tacchi a spillo, che si librano in volo da un lato all'altro della facciata medievale, leggere, impalpabili, in una danza all'unisono sospesa a 20 metri da terra, sfidando la legge di gravità e i concetti di verticalità. Allacciate a un lungo cavo d'acciaio, Elena Annovi e Simona Forlani della compagnia Il Posto usano la parete verticale della torre come fosse un pavimento, allungate fuori asse in posizione orizzontale parallela alla strada, librandosi in volteggi e pose plastiche che strappano ripetuti applausi alla piazza gremita. Dirette dalla coreografa Wanda Moretti e accompagnate live dal sassofonista Marco Castelli, le due "wall dancers" alternano unisono stupefacenti a contrappunti dinamici, sequenze ritmiche di disarticolazione di braccia e torso ancorate alla parete, ad altre in sospensione che dalla parete stessa traggono spinta e linee. Per la seconda volta al Mittelfest - la precedente nel 2009 - l'ensemble veneziano affascina questa volta per la femminilità estrema del gesto, che sublima in arte assai affascinante l'estremo atletismo sotteso alla Danza Verticale, genere di cui fu pioniera Trisha Brown. Due le proposte in questa edizione, la notturna "Little Nemo" alla torre e il diurno "Atto Bianco" al Belvedere, più suggestiva la prima, ma in entrambe al di là della traccia tematica - colpisce la capacità di nascondere la forza e mostrare solo leggerezza, dinamica e linee pittoriche. Le gambe scoperte da lunghe gonne di seta diventano sensualissimi perni intorno a cui roteare o estendere schiene arcuatissime, mentre sulle atmosfere ora intriganti ora spirituali delle sonorità di Castelli queste seducenti valchirie si trasformano in apparizioni celesti, leggere e potenti. Che si ispirino alle prospettive di Tintoretto o a un racconto di Dino Buzzati sull'ignoto, grande energia e soprattutto molta magia attraversano le performance, di grande effetto e coreograficamente dense. Federica Sassara

© riproduzione riservata

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Mittelfest, il mondo tramusicaeteatro

Oggi ospite la compositrice russa Sofija Asgatovna e lo spettacolo di Ian Fabre con Cèdric Charron CIVIDALE - La compositrice russa Sofija Asgatovna Gubajdulina, considerata la più grande compositrice vivente, Leone d'Oro alla carriera nel 2013, apprezzata nel panorama internazionale per la sua tecnica raffinata e complessa, sarà ospite a Mittelfest oggi per presentare il suo nuovissimo lavoro “Warum? Wozu? Wodurch?” (concerto ore 19 chiesa di San Francesco): si tratta della seconda esecuzione mondiale, dopo quella all'Emilia Romagna Festival, della sua partitura per flau-

to, flauto basso, clarinetto, clarinetto basso e archi, affidata alla Filarmonica del Teatro Regio di Torino diretta da Andres Mustonen, con Massimo Mercelli al flauto e Darko Brlek al Clarinetto. Ad arricchire l'esecuzione alcune pagine musicali di Johann Sebastian Bach. L'evento sarà preceduto da un incontro pubblico con la compositrice russa, alle 17, sempre alla Chiesa di San Francesco. Alle 18 il recital letterario dedicato al romanzo di Józef Wittlin “Il Sale della terra”

LEONE D’ORO La compositrice Sofija Asgatovna Gubajdulina

(Chiesa di Santa Maria dei Battuti) per la regia di Andrea Collavino e, nel cortile del Monastero di Santa Maria in Valle, Mittel_Figura presenta lo spettacolo di Girovago e Rondella Family Theatre “Manoviva”. La serata proporrà per la prima volta al festival il regista belga Jan Fabre, con Attends, Attends, Attends (Pour mon père) al Teatro Ristori alle 21, creato su “misura” per il danzatore e perfomer Cèdric Charron, alla cui vita privata è ispirato il lavoro. Ancora danza con la

produzione Nexus 2014 in scena un sestetto di danzatori in “Oratori-ae” (Chiostro di San Francesco ore 23) per la coreografia di Simona Bertozzi, con live electronics e musiche di Francesco Giomi, un coro e corifeo. Alle 23 al Castello Canussio “Tra suoni e immagini. Gli anni del conflitto”: trascrizioni di famosi brani di guerra e tre importanti sonate per violino (Dino Sossai) e pianoforte (Michele Bolla) di Pizzetti, Debussy e Janácek accompagnate da documentari della Grande Guerra.

VISTO AL MITTELFEST Lo spettacolo dal testo di Danilo Kiš appesantito dalle troppe parole

Boris Davidovic, figura irrisolta nel teatro di Buljan CIVIDALE - C’era attesa al Mittelfest per lo spettacolo “Una tomba per Boris Davidovic”, prima italiana con 9 attori sloveni, croati e serbi, tutti vigorosi come vuole la scuola balcanica. E c’era curiosità per i modi con cui il regista croato Ivica Buljan avrebbe restituito in teatro l’allusivo tessuto narrativo del racconto che titola il romanzo omonimo del belgradese Danilo Kiš, che raccoglie altre sei storie realmente accadute. Il libro uscì nel 1979 con strascichi di veleni ideologici e accuse di distorsione storica, revisionismo sospetto e perfino di

plagio, tanto da costringere l’autore di successo all’autoesilio nel 1980, da Belgrado a Parigi dove morì nove anni dopo, immalinconito e minato dal cancro. Libro controverso e di fatto una bomba a orologeria, che con Boris Davidovic raccontava la parabola di un inafferrabile personaggio trasformista nella Russia della rivoluzione, dal trionfo bolscevico alle purghe staliniane, ma che in terra jugoslava irritò non poco i nervi scoperti delle frange nostalgiche, filorusse, scioviniste o anche antisemite. Ebreo come Kiš è del resto pure il suo Boris Davido-

vic Novdskj, un “Amleto bolscevico” che cambia pelle e nomi come uno Zelig ma non si piega: prima è terrorista contro lo zar, poi è rivoluzionario appassionato ma ingovernabile e infine incappa nelle reti della polizia politica comunista, che lo arresta e lo tortura nel ’30 e ancora, in una seconda fiammata epurativa, lo deporta nel 1937 in un gelido Lager. Ne evade e, una volta braccato, preferisce essere inghiottito nel fuoco di una fornace e disperdere nel fumo il suo segreto. Figura ambigua o libertario coerente? Eroe o pedina nei

tempi feroci degli ideali stravolti in camicie di forza? Non dissipa il dubbio lo spettacolo, che si limita a pedinare una biografia con poche azioni, fisicamente robuste, e molte, troppe parole, lette o urlate al microfono. Faticoso o quasi impossibile seguirle tutte nei sovratitoli in traduzione, mentre dello spettacolo, in penombra, resta un’atmosfera di plumbea pesantezza, come per un cerimoniale funereo attorno ad una tomba di cui è solo sfiorato il perturbante e scomodo contenuto. Angela Felice © riproduzione riservata

LA RECENSIONE

Mort à vendre, quadri toccanti sulla grande follia bellica CIVIDALE - (an.fe.) Doveva durare un lampo, giusto per soddisfare il cinismo di qualche politico, gli interessi di qualche capitalista, la vanità di qualche militare. Poche scaramucce e tutti a casa. Fu invece una tragedia lunga 5 anni, costò milioni di morti, ferì il corpo dell'Europa con una ragnatela di trincee a cielo aperto. E il mondo, poi, non fu più quello di prima. È la guerra cosiddetta grande, quando fu piuttosto la prova della follia umana. Una macchina di morte, di cui a Mittelfest l'intenso lavoro "Mort à vendre" di Maril Van den

Broeck con 12 bravissimi allievi della Nico Pepe, supporto di Claudio de Maglio, condensa in poco più di un'ora l'intera parabola, con un incastro di quadri ripresi da vari autori, Boris Vian, Brecht e Kraus. In questa curva impeccabile da corretto manuale di storia, il cuore batte soprattutto nello zoom sul mondo della trincea, che occupa le parti centrale e finale. Lo stretto corridoio, ricavato tra due ali di pubblico a distanza ravvicinata, si fa budello fisicamente condivisibile per un vivere di guerra via via imbestialita: prima si scherza, si


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A UDINE

La Mandragola riletta dagli allievi della Nico Pepe UDINE - Appena tornati dalla tournée al Festival di AvignonOff, gli allievi attori, guidati a Claudio de Maglio e Giuliano Bonanni, saranno oggi di scena nella sede della Nico Pepe, alle ore 21, nella Mandragola. A interpretare i noti personaggi della piéce ideata da Machiavelli, gli allievi-attori del terzo anno: Eleo-

nora Angioletti, Ettore Oldi, Anna Penati Sara Polo, Giovanni Raso, Giacomo Segulia, Marco Zavarise, che rileggono il testo in chiave moderna e mettono in scena una società edonista, dedita al consumo, al soddisfacimento del proprio piacere e al dispiego di ogni mezzo pur di ottenerlo al di là di ogni morale.

Mittelfest, il mondo tramusicaeteatro

Oggi ospite la compositrice russa Sofija Asgatovna e lo spettacolo di Ian Fabre con Cèdric Charron CIVIDALE - La compositrice russa Sofija Asgatovna Gubajdulina, considerata la più grande compositrice vivente, Leone d'Oro alla carriera nel 2013, apprezzata nel panorama internazionale per la sua tecnica raffinata e complessa, sarà ospite a Mittelfest oggi per presentare il suo nuovissimo lavoro “Warum? Wozu? Wodurch?” (concerto ore 19 chiesa di San Francesco): si tratta della seconda esecuzione mondiale, dopo quella all'Emilia Romagna Festival, della sua partitura per flau-

to, flauto basso, clarinetto, clarinetto basso e archi, affidata alla Filarmonica del Teatro Regio di Torino diretta da Andres Mustonen, con Massimo Mercelli al flauto e Darko Brlek al Clarinetto. Ad arricchire l'esecuzione alcune pagine musicali di Johann Sebastian Bach. L'evento sarà preceduto da un incontro pubblico con la compositrice russa, alle 17, sempre alla Chiesa di San Francesco. Alle 18 il recital letterario dedicato al romanzo di Józef Wittlin “Il Sale della terra”

LEONE D’ORO La compositrice Sofija Asgatovna Gubajdulina

(Chiesa di Santa Maria dei Battuti) per la regia di Andrea Collavino e, nel cortile del Monastero di Santa Maria in Valle, Mittel_Figura presenta lo spettacolo di Girovago e Rondella Family Theatre “Manoviva”. La serata proporrà per la prima volta al festival il regista belga Jan Fabre, con Attends, Attends, Attends (Pour mon père) al Teatro Ristori alle 21, creato su “misura” per il danzatore e perfomer Cèdric Charron, alla cui vita privata è ispirato il lavoro. Ancora danza con la

produzione Nexus 2014 in scena un sestetto di danzatori in “Oratori-ae” (Chiostro di San Francesco ore 23) per la coreografia di Simona Bertozzi, con live electronics e musiche di Francesco Giomi, un coro e corifeo. Alle 23 al Castello Canussio “Tra suoni e immagini. Gli anni del conflitto”: trascrizioni di famosi brani di guerra e tre importanti sonate per violino (Dino Sossai) e pianoforte (Michele Bolla) di Pizzetti, Debussy e Janácek accompagnate da documentari della Grande Guerra.

VISTO AL MITTELFEST Lo spettacolo dal testo di Danilo Kiš appesantito dalle troppe parole

Boris Davidovic, figura irrisolta nel teatro di Buljan CIVIDALE - C’era attesa al Mittelfest per lo spettacolo “Una tomba per Boris Davidovic”, prima italiana con 9 attori sloveni, croati e serbi, tutti vigorosi come

plagio, tanto da costringere l’autore di successo all’autoesilio nel 1980, da Belgrado a Parigi dove morì nove anni dopo, immalinconito e minato dal cancro. Libro

vic Novdskj, un “Amleto bolscevico” che cambia pelle e nomi come uno Zelig ma non si piega: prima è terrorista contro lo zar, poi è rivoluzionario appassionato ma

tempi feroci degli ideali stravolti in camicie di forza? Non dissipa il dubbio lo spettacolo, che si limita a pedinare una biografia con poche azioni, fisicamente robu-


piéce ideata da Machiavelli, gli allievi-attori del terzo anno: Eleo-

mezzo pur di ottenerlo al di là di ogni morale.

Mittelfest, il mondo tramusicaeteatro

Data: 23 luglio 2014 Pagina: 24 (dettaglio)

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Oggi ospite la compositrice russa Sofija Asgatovna e lo spettacolo di Ian Fabre con Cèdric Charron CIVIDALE - La compositrice russa Sofija Asgatovna Gubajdulina, considerata la più grande compositrice vivente, Leone d'Oro alla carriera nel 2013, apprezzata nel panorama internazionale per la sua tecnica raffinata e complessa, sarà ospite a Mittelfest oggi per presentare il suo nuovissimo lavoro “Warum? Wozu? Wodurch?” (concerto ore 19 chiesa di San Francesco): si tratta della seconda esecuzione mondiale, dopo quella all'Emilia Romagna Festival, della sua partitura per flau-

to, flauto basso, clarinetto, clarinetto basso e archi, affidata alla Filarmonica del Teatro Regio di Torino diretta da Andres Mustonen, con Massimo Mercelli al flauto e Darko Brlek al Clarinetto. Ad arricchire l'esecuzione alcune pagine musicali di Johann Sebastian Bach. L'evento sarà preceduto da un incontro pubblico con la compositrice russa, alle 17, sempre alla Chiesa di San Francesco. Alle 18 il recital letterario dedicato al romanzo di Józef Wittlin “Il Sale della terra”

LEONE D’ORO La compositrice Sofija Asgatovna Gubajdulina

(Chiesa di Santa Maria dei Battuti) per la regia di Andrea Collavino e, nel cortile del Monastero di Santa Maria in Valle, Mittel_Figura presenta lo spettacolo di Girovago e Rondella Family Theatre “Manoviva”. La serata proporrà per la prima volta al festival il regista belga Jan Fabre, con Attends, Attends, Attends (Pour mon père) al Teatro Ristori alle 21, creato su “misura” per il danzatore e perfomer Cèdric Charron, alla cui vita privata è ispirato il lavoro. Ancora danza con la

produzione Nexus 2014 in scena un sestetto di danzatori in “Oratori-ae” (Chiostro di San Francesco ore 23) per la coreografia di Simona Bertozzi, con live electronics e musiche di Francesco Giomi, un coro e corifeo. Alle 23 al Castello Canussio “Tra suoni e immagini. Gli anni del conflitto”: trascrizioni di famosi brani di guerra e tre importanti sonate per violino (Dino Sossai) e pianoforte (Michele Bolla) di Pizzetti, Debussy e Janácek accompagnate da documentari della Grande Guerra.

VISTO AL MITTELFEST Lo spettacolo dal testo di Danilo Kiš appesantito dalle troppe parole

Boris Davidovic, figura irrisolta nel teatro di Buljan CIVIDALE - C’era attesa al Mittelfest per lo spettacolo “Una tomba per Boris Davidovic”, prima italiana con 9 attori sloveni, croati e serbi, tutti vigorosi come vuole la scuola balcanica. E c’era curiosità per i modi con cui il regista croato Ivica Buljan avrebbe restituito in teatro l’allusivo tessuto narrativo del racconto che titola il romanzo omonimo del belgradese Danilo Kiš, che raccoglie altre sei storie realmente accadute. Il libro uscì nel 1979 con strascichi di veleni ideologici e accuse di distorsione storica, revisionismo sospetto e perfino di

plagio, tanto da costringere l’autore di successo all’autoesilio nel 1980, da Belgrado a Parigi dove morì nove anni dopo, immalinconito e minato dal cancro. Libro controverso e di fatto una bomba a orologeria, che con Boris Davidovic raccontava la parabola di un inafferrabile personaggio trasformista nella Russia della rivoluzione, dal trionfo bolscevico alle purghe staliniane, ma che in terra jugoslava irritò non poco i nervi scoperti delle frange nostalgiche, filorusse, scioviniste o anche antisemite. Ebreo come Kiš è del resto pure il suo Boris Davido-

vic Novdskj, un “Amleto bolscevico” che cambia pelle e nomi come uno Zelig ma non si piega: prima è terrorista contro lo zar, poi è rivoluzionario appassionato ma ingovernabile e infine incappa nelle reti della polizia politica comunista, che lo arresta e lo tortura nel ’30 e ancora, in una seconda fiammata epurativa, lo deporta nel 1937 in un gelido Lager. Ne evade e, una volta braccato, preferisce essere inghiottito nel fuoco di una fornace e disperdere nel fumo il suo segreto. Figura ambigua o libertario coerente? Eroe o pedina nei

tempi feroci degli ideali stravolti in camicie di forza? Non dissipa il dubbio lo spettacolo, che si limita a pedinare una biografia con poche azioni, fisicamente robuste, e molte, troppe parole, lette o urlate al microfono. Faticoso o quasi impossibile seguirle tutte nei sovratitoli in traduzione, mentre dello spettacolo, in penombra, resta un’atmosfera di plumbea pesantezza, come per un cerimoniale funereo attorno ad una tomba di cui è solo sfiorato il perturbante e scomodo contenuto. Angela Felice © riproduzione riservata

LA RECENSIONE

Mort à vendre, quadri toccanti sulla grande follia bellica CIVIDALE - (an.fe.) Doveva durare un lampo, giusto per soddisfare il cinismo di qualche politico, gli interessi di qualche capitalista, la vanità di qualche militare. Poche scaramucce e tutti a casa. Fu invece una tragedia lunga 5 anni, costò milioni di morti, ferì il corpo dell'Europa con una ragnatela di trincee a cielo aperto. E il mondo, poi, non fu più quello di prima. È la guerra cosiddetta grande, quando fu piuttosto la prova della follia umana. Una macchina di morte, di cui a Mittelfest l'intenso lavoro "Mort à vendre" di Maril Van den

Broeck con 12 bravissimi allievi della Nico Pepe, supporto di Claudio de Maglio, condensa in poco più di un'ora l'intera parabola, con un incastro di quadri ripresi da vari autori, Boris Vian, Brecht e Kraus. In questa curva impeccabile da corretto manuale di storia, il cuore batte soprattutto nello zoom sul mondo della trincea, che occupa le parti centrale e finale. Lo stretto corridoio, ricavato tra due ali di pubblico a distanza ravvicinata, si fa budello fisicamente condivisibile per un vivere di guerra via via imbestialita: prima si scherza, si

canta, si scrivono lettere alla famiglia; poi sempre più si cade, si è colpiti, si diventa fango e grumo di paura, ci si ribella, si muore. Un macello universale, che gli attori comunicano in più lingue e dialetti e che si fa credibile per la stessa gioventù degli interpreti, ragazzi come i loro coetanei di 100 anni fa. Poteva essere un lavoro didascalico o ombreggiato dalla retorica dell'antiretorica. Invece è una toccante lezione teatrale di verità umana. E, sull'eco della voce di Ute Lemper, è commozione. © riproduzione riservata

C n o n d s fa z ta c la m p s te g c g A d u d p a le li s r z c e s li a c m d e te c tr P M n z ta m in l' a r B q n e B la a c n s n L g n to d m o d q s z te p a z e ta p fe d


CIVIDALE - La compositrice russa Sofija Asgatovna Gubajdulina, considerata la più grande compositrice vivente, Leone d'Oro alla carriera nel 2013, apprezzata nel panorama internazionale per la sua tecnica raffinata e complessa, sarà ospite a Mittelfest oggi per presentare il suo nuovissimo lavoro “Warum? Wozu? Wodurch?” (concerto ore 19 chiesa di San Francesco): si tratta della seconda esecuzione mondiale, dopo quella all'Emilia Romagna Festival, della sua partitura per flau-

to, flauto basso, clarinetto, clarinetto basso e archi, affidata alla Filarmonica del Teatro Regio di Torino diretta da Andres Mustonen, con Massimo Mercelli al flauto e Darko Brlek al Clarinetto. Ad arricchire l'esecuzione alcune pagine musicali di Johann Sebastian Bach. L'evento sarà preceduto da un incontro pubblico con la compositrice russa, alle 17, sempre alla Chiesa di San Francesco. Alle 18 il recital letterario dedicato al romanzo di Józef Wittlin “Il Sale della terra”

2014

(Chiesa di Santa Maria dei Bat- produzione Nexus 2014 in scena tuti) per la regia di Andrea un sestetto di danzatori in “OraCollavino e, nel cortile del Mona- tori-ae” (Chiostro di San Francestero di Santa Maria in Valle, sco ore 23) per la coreografia di luglio 2014 Bertozzi, con live Mittel_Figura presenta loData: spetta-23 Simona colo di Girovago e Rondella electronics e musiche di Francesco(dettaglio) Giomi, un coro e corifeo. Family Theatre “Manoviva”. Pagina: 24 La serata proporrà per la Alle 23 al Castello Canussio prima volta al festival il regista “Tra suoni e immagini. Gli anni belga Jan Fabre, con Attends, del conflitto”: trascrizioni di faAttends, Attends (Pour mon pè- mosi brani di guerra e tre imporre) al Teatro Ristori alle 21, tanti sonate per violino (Dino creato su “misura” per il danza- Sossai) e pianoforte (Michele tore e perfomer Cèdric Charron, Bolla) di Pizzetti, Debussy e alla cui vita privata è ispirato il Janácek accompagnate da doculavoro. Ancora danza con la mentari della Grande Guerra.

VISTO AL MITTELFEST Lo spettacolo dal testo di Danilo Kiš appesantito dalle troppe parole

Boris Davidovic, figura irrisolta nel teatro di Buljan CIVIDALE - C’era attesa al Mittelfest per lo spettacolo “Una tomba per Boris Davidovic”, prima italiana con 9 attori sloveni, croati e serbi, tutti vigorosi come vuole la scuola balcanica. E c’era curiosità per i modi con cui il regista croato Ivica Buljan avrebbe restituito in teatro l’allusivo tessuto narrativo del racconto che titola il romanzo omonimo del belgradese Danilo Kiš, che raccoglie altre sei storie realmente accadute. Il libro uscì nel 1979 con strascichi di veleni ideologici e accuse di distorsione storica, revisionismo sospetto e perfino di

plagio, tanto da costringere l’autore di successo all’autoesilio nel 1980, da Belgrado a Parigi dove morì nove anni dopo, immalinconito e minato dal cancro. Libro controverso e di fatto una bomba a orologeria, che con Boris Davidovic raccontava la parabola di un inafferrabile personaggio trasformista nella Russia della rivoluzione, dal trionfo bolscevico alle purghe staliniane, ma che in terra jugoslava irritò non poco i nervi scoperti delle frange nostalgiche, filorusse, scioviniste o anche antisemite. Ebreo come Kiš è del resto pure il suo Boris Davido-

vic Novdskj, un “Amleto bolscevico” che cambia pelle e nomi come uno Zelig ma non si piega: prima è terrorista contro lo zar, poi è rivoluzionario appassionato ma ingovernabile e infine incappa nelle reti della polizia politica comunista, che lo arresta e lo tortura nel ’30 e ancora, in una seconda fiammata epurativa, lo deporta nel 1937 in un gelido Lager. Ne evade e, una volta braccato, preferisce essere inghiottito nel fuoco di una fornace e disperdere nel fumo il suo segreto. Figura ambigua o libertario coerente? Eroe o pedina nei

tempi feroci degli ideali stravolti in camicie di forza? Non dissipa il dubbio lo spettacolo, che si limita a pedinare una biografia con poche azioni, fisicamente robuste, e molte, troppe parole, lette o urlate al microfono. Faticoso o quasi impossibile seguirle tutte nei sovratitoli in traduzione, mentre dello spettacolo, in penombra, resta un’atmosfera di plumbea pesantezza, come per un cerimoniale funereo attorno ad una tomba di cui è solo sfiorato il perturbante e scomodo contenuto. Angela Felice © riproduzione riservata

LA RECENSIONE

Mort à vendre, quadri toccanti sulla grande follia bellica CIVIDALE - (an.fe.) Doveva durare un lampo, giusto per soddisfare il cinismo di qualche politico, gli interessi di qualche capitalista, la vanità di qualche militare. Poche scaramucce e tutti a casa. Fu invece una tragedia lunga 5 anni, costò milioni di morti, ferì il corpo dell'Europa con una ragnatela di trincee a cielo aperto. E il mondo, poi, non fu più quello di prima. È la guerra cosiddetta grande, quando fu piuttosto la prova della follia umana. Una macchina di morte, di cui a Mittelfest l'intenso lavoro "Mort à vendre" di Maril Van den

Broeck con 12 bravissimi allievi della Nico Pepe, supporto di Claudio de Maglio, condensa in poco più di un'ora l'intera parabola, con un incastro di quadri ripresi da vari autori, Boris Vian, Brecht e Kraus. In questa curva impeccabile da corretto manuale di storia, il cuore batte soprattutto nello zoom sul mondo della trincea, che occupa le parti centrale e finale. Lo stretto corridoio, ricavato tra due ali di pubblico a distanza ravvicinata, si fa budello fisicamente condivisibile per un vivere di guerra via via imbestialita: prima si scherza, si

canta, si scrivono lettere alla famiglia; poi sempre più si cade, si è colpiti, si diventa fango e grumo di paura, ci si ribella, si muore. Un macello universale, che gli attori comunicano in più lingue e dialetti e che si fa credibile per la stessa gioventù degli interpreti, ragazzi come i loro coetanei di 100 anni fa. Poteva essere un lavoro didascalico o ombreggiato dalla retorica dell'antiretorica. Invece è una toccante lezione teatrale di verità umana. E, sull'eco della voce di Ute Lemper, è commozione. © riproduzione riservata

pav ass le lib se rip za cor e a sas li, alt cen mi dis e to te, che tra Pe Mi nel zia ta p ma in l'es alla re Bro que na e il Be la p al d ca nas str nam Le ghe no tor der me ora del que si zio ten pro au zat ene ta per fet den


žiu je em naojani ev ost teraost no iz sta eta An-

je lja ga anj izlik Talaponjijulorav

pono ki, upnik rilona se vova. ije pa riem

cije udi nine eskano je vood ev, jeki ni. nežanataloroeljmo mo

je ljiMeneske Re-

ReriGre sla ora reč eliinod-

V imenu številne tržaške delegacije pisateljevih prijateljev je na srečanju spregovoril pesnik Miroslav Košuta

2014

govore je našel predvsem v sv.Pismu, v besedah sv.Pavla, ko pravi, da je »samo Bog dober, saj je žrtvoval svojega edinega sina za rešitev človeštva«. Pisatelj je še povedal, kako je od leta 1960 razumel, da hoče biti kristjan in to poskuša biti še danes. Poklonil se je Loki in predvsem svoji sopotnici Zori Tavčar, brez katere vsega njegovega dela ne bi bilo, saj je vseskozi prav ona »glavna pomočnica pri likanju slovenskega jezika«,

svetovalka pri literarnem ustvarjanju, sugerirala pa mu je tudi nekatere naslove za njegova dela, med drugimi tudi za roman Nokturno za Primorsko. Prav tako pa mu je soproga pomagala pri njegovi poti do vere. Pisateljica, ki so jo organizatorji povabili k besedi, je dodala, kako je življenje z umetnikom večkrat kompleksno in dragoceno obenem. Loka je pogosto prisotna v Rebulovem opusu, nemalokrat sicer samo

Sciamma in poljski film Ida Pawla Pawlikowskega. Vse tri filme bodo predvajali v vseh državah članicah Evropske unije s podnapisi v vseh 24 uradnih jezikih. Zmagovalca bodo Data: 23 luglio 2014 člani Evropskega parlaizglasovali menta, nagrado lux pa bo prejel 17. decembra v Strasbourgu. Pagina: 8 Scenarij za film Razredni sovražnik, ki je nastal v produkciji Triglav filma, so po resničnih dogodkih napisali Nejc Gazvoda, Biček in Janez Lapajne. Zgodbo iz filma je Biček doživel kot srednješolec, ko je prepoznavna, v pisateljevih dnevnikih dijakinja zaključnega letnika narepa eksplicitno beremo o njej in o njedila samomor. Temu je sledil upor ni čudoviti okolici, o Čelovniku, o Jurnjenih sošolcev proti šolskemu sikloštru, o Lisci, o poljih in gozdovih. O stemu in profesorjem. V glavnih gobah in o bukovju. Nekaj utrinkov o vlogah so zaigrali Igor Samobor in tem smo poslušali tudi na slovesnosti, devet srednješolcev, v stranskih ki se je zaključila s povabilom direkvlogah pa so nastopili še Nataša Bartorja Trubarjevega doma Rudijem Pobara Gračner, Tjaša Železnik, Matočnikom k zdravljici, ko je avtorju zaša Derganc in Robert Prebil. pela vsa dvorana. TR

ČEDAD - Svetovna premiera na Mittelfestu

Aktualnost zgodb Danila Kiša Ivica Buljan je na oder postavil Grobnico za Borisa Davidoviča - Srbsko-hrvaško-slovenska koprodukcija Grobnica za revolucijo. Ob nastanku. Grobnica za vrednote. Ob tokratni uprizoritvi. »Okrutna zgodba o prisili nad posameznikom, da prizna to, česar ni storil«, kot jo je med drugim označil hrvaški režiser Ivica Buljan, je aktualna danes kot je bila, ko jo je Danilo Kiš napisal. Grobnica za Borisa Davidoviča je leta 1976, ko je izšla, pretresla tedanjo jugoslovansko in tudi mednarodno javnost. Opus »poslednjega jugoslovanskega pisca« je po razpadu Jugoslavije nekoliko tonil v pozabo, vendar so njegove zgodbe šokantne danes kot več desetletij nazaj. Kiš zagovarja pomen vrednot, npr. osebne časti, na kar se danes rado pozablja, je prepričan Buljan. Zato je mojstrovino Danila Kiša Grobnica za Borisa Davidoviča tudi predlagal ekipi koproducentov. Tako je v sodelovanju Heartefacta in Bitef Teatra, oba iz Beograda, ljubljanskega Mini Teatra, Novega Kazališta iz Zagreba in Zadar Snova nastala uprizoritev, v kateri nastopajo srbski, hrvaški in slovenski igralci. Krstno so zahtevno, za izvajalce in gledalce, predstavo odigrali na čedajskem Mittelfestu. In nedvomno je

Prizor iz predstave v režiji Ivice Buljana

bila ponedeljkova predstava ena od vrhuncev letošnjega festivala. Buljanova postavitev temelji na besedi. Kiševi. Režiser se je odločil, da z odra v dvorano posreduje celotno zgodbo. Ne kot reading, vendar besedilo v celoti. Podaja ga devet igralcev, ki je na-

LUCA D’AGOSTINO

ključno izbralo vsak dva prizora. Odrsko dogajanje zadržuje in zaobjema gosta besedna stena. V prevodu (ne najboljšem, kar zadeva italijanščino) predstavi ni lahko slediti, kar je prišlo do izraza na čedajski svetovni premieri. Opazni so bili tudi manjši zastoji. In italijanski gledal-

CELJE - Nagrada za najboljšo pesniško zbirko

Znana peterica nominiranih za Veronikino nagrado 2014 Za letošnjo Veronikino nagrado se bodo potegovale pesniške zbirke Vesa v zgibi Anje Golob, P(l)ast za p(l)astjo Petre Kolmančič, Pričakujem pozornost Blaža Lukana, Davek na dodano vrednost Katje Perat in Ona je mesto Andraža Poliča. Podelitev nagrade bo 26. avgusta na Starem gradu v Celju. Obenem bodo Tonetu Kuntnerju izročili zlatnik poezije. Vesa v zgibi je druga pesniška zbirka Golobove. Pisala jo je dve leti in pol in pravi, da se v njej pojavljajo teme, ki jo zelo zanimajo, na primer temi telesa in spola. Iztok Osojnik je v spremni besedi k peti pesniški zbirki Kolmančičeve P(l)ast za p(l)astjo zapisal, da tako pretresljive pesniške zbirke izpod peresa slovenske pesnice oziroma pesnika že nekaj časa ni bral. V svoji deveti pesniški zbirki Pričakujem

pozornost Lukan bralca vabi k družbeno-kritičnemu premisleku. Peratova, ki je bila prvič nominirana za Veronikino nagrado leta 2011 za zbirko Najboljši so padli, velja, kot piše v obrazložitvi, za eno najbolj zvenečih imen mlade sodobne poezije. Polič je avtor številnih pesniških zbirk. O zbirki Ona je mesto (Ljubljana, Praga, New York) je Milan Dekleva menil, da jo je avtor napisal s takšnim zanosom, da bralec zgrabi ponujeno roko in se poda na potovanje po simboličnih točkah Ljubljane, Prage in New Yorka. Žirija - v sestavi Petra Vidali (predsednica), Darja Pavlič in Zoran Pevec - je letos odločala med okoli 250 pesniškimi zbirkami, ki so izšle med junijem 2013 in majem 2014. Veronikina nagrada, ki jo že osemnajsto leto podeljuje Mestna občina Celje, je letos vredna 4000 evrov. (STA)

ci dela ne poznajo najbolje. Vsekakor pa je bila odrska pripoved o Borisu Davidoviču, poznanem po raznih psevdonimih, revolucionarju, obtoženem subverzije s prisilno izjavo o krivdi, jasno prišla do vsakega gledalca. Zgodba se v prizorih ponavlja oziroma gre vedno za isto zgodbo. Najbolj presunljivo pa je prikazovanje izsiljevanja priznanja krivde. Z mučenjem. Fizičnim in psihičnim. Z vsebinskega vidika gre za neizprosno soočenje med zagovornikom osebne svobode in zaščite posameznikovih mnenj in med tistim, ki pozna »absolutno resnico« in se bori za »visoke« ideale. In za to »najvišje dobro« posamezno človeško življenje ni pomembno. V imenu »višjega« in »splošnega dobrega« je žrtvovati življenje nekega Davidoviča ali Novskega (kot ga večinoma imenujejo) ali kogarkoli ne samo potrebno, celo moralno in etično. In ta tema, odnos med vrednotenjem posameznikovega življenja in splošne dobrine, je aktualen in boleč v obdobjih totalitarizmov kot tudi liberalističnega kapitalizma. Razlika je v pojmovanju najvišjega, ki dovoljuje oziroma celo narekuje katero koli dejanje: ideologijo je zamenjal bog denar. V dramaturgiji Maše Seničić je gledališka Grobnica za Borisa Davidoviča v Čedadu zaživela v srbski inačici. Ne glede na narodno-jezikovno pripadnost so igralci na Mittelfestu igrali v srbščini. Peli, glasbo podpisuje Mitja Vrhovnik Smrekar, pa v različnih, tudi v nemščini, ruščini … Na slovenski ponovitvi, ki se bo zgodila jeseni v Mini teatru, bo slišati tudi slovenščino, je povedal režiser. Preplet jezikov in kultur, kar je porok za strpnost, je posebna vrednota festivala, kot je Mittelfest. Zato je bil Ivica Buljan še posebej vesel, da so uprizoritev, kateri manjka še utečenosti, »krstili« na pobudi, zapisani srednje evropskemu prepletanju. Danilo Kiš, ki je združeval več kultur in tradicij, po izbiri pa je bil kozmopolit (umrl je v prostovoljnem izgnanstvu v Franciji), je ustvarjalec, ki pooseblja izhodiščne smernice festivala. Zato je prav, da sta letos Danilo Kiš in Mittelfest ovrednotila drug drugega. Breda Pahor


Data: 23 luglio 2014

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Glauco Venier

Informazioni DOVE

Piazza Duomo,Cividale del Friuli

ORARIO

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COSTO VOTO REDAZIONE

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Dal 24/07/2014 Al 24/07/2014 Vai al sito

Ancora anteprime assolute per gli appuntamenti in calendario a Mittelfest giovedì 24 luglio. Debutta al festival (piazza Duomo ore 22) la produzione Mittelfest che unisce sul palco due artisti regionali, ormai di fama internazionale. Il recente romanzo del poeta friulano Pierluigi Cappello, Questa libertà (alla sua prima prova narrativa, vincitore del Premio internazionale Tiziano Terzani), diventa una s uite firmata dal pianista e compositore Glauco Venier. Sul palco anche il Quartetto d’archi composto da Nicola Mansutti e Anna Apollonio ai violini; Margherita Cossio alla viola e Andrea Mustoal violoncello, con Fabiano Fantini e Massimo Somaglino agli ‘effetti voce’. Ad aprire una finestra sulla poesia della Grande Guerra il recital letterario “Mentre le granate cantavano orribilmente” (Chiesa di Santa Ma ria dei Battuti ore 18) ideato da Emanuele Carrucci Viterbi all'interno del progetto Voci dalla trincea. I versi di Alvaro, Apollinaire, D'Annunzio, Owen, Stramm, Trakl e Ungaretti rivivranno in un percorso tra passaggi e memoria che hanno attraversato il secolo passato. I giovani e prodigiosi musicisti del Josef Suk Quartet, vincitori del Premio Trio di Trieste 2013, saranno i protagonisti del concerto n ella Chiesa di San Francesco (ore18) Dal cuore dell'Europa, su musiche di Brahms, Martinu e Dvořák .

Per la rassegna Mittel_Figura, debutta a Cividale dopo l'anteprima di Gorizia lo scorso inverno, “Zlateh la capra”, una produzione del CTA - Centro Teatro Animazione e Figure (via Monastero Maggiore ore 23), tratta dal repertorio dello scrittore ebreo polacco Isaac Singer, premio Nobel per la letteratura nel 1978. Curato da Antonella Caruzzi, e affidato in scena all’attrice Duska Kovacevic, l’allestimento rientra nel percorso di 'letteratura e figure' varato dal CTA ed è tratto da un noto racconto di Singer che si dipana per voce, figure e immagini, narrando lo straordinario rapporto che si costruisce fra un bambino e una vecchia capra destinata al mercato. Da non perdere lo spettacolo “Trenofermo a-Ka tzemacher” di Dario Aita e Elena Gigliotti (Teatro Ristori ore 20), una produzione della giovane e scatenata Compagnia nO (Dance first, Think later) - segnalazione speciale al Premio Scenario 2013 - per un graffiante affresco di vite al margine. Le musiche nell'opera di Luchino Visconti saranno al centro dell’appuntamento di tarda serata al Castello Canussio (ore 23). In programma con lo spettacolo “U n palco al cinema” che racconta in prima persona la poliedrica esperienza del grande regista, dal sodalizio con Maria Callas alle pellicole che maggiormente hanno accolto il melodramma come elemento strutturale e narrativo.

Appuntamento speciale per i Mittel_Incontri con la diretta di Radio1 sede Rai del Friuli Venezia Giulia: dalle 11.07, direttamente dal Caffè San Marco di Cividale, andrà in onda in diretta la trasmissione dedicata a Mittelfest 2014, condotta dal giornalista Mario Mirasola. Mittelfest in onda prevede la presenza di molti ospiti, dal direttore di Mittelfest Franco Calabretto, al Presidente Federico Rossi, il Sindaco di Cividale del Friuli Stefano Balloch, la consulente per il teatro Rita Maffei, l’attore Massimo Somaglino, Roberto Piaggio, curatore di Marionette & Burattini, il pia nista Glauco Venier.


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NOTIZIE > MANIFESTAZIONI > 23 LUGLIO 2014

A Mittelfest 2014 la suite "Questa libertà" di Glauco Venier ispirata al libro di Pierluigi Cappello Cervignano del Friuli (UD) ­ Ancora anteprime assolute per gli appuntamenti in calendario a Mittelfest giovedì 24 luglio. Debutta al festival (piazza Duomo ore 22) la produzione Mittelfest che unisce sul palco due artisti regionali, ormai di fama internazionale. Il recente romanzo del poeta friulano Pierluigi Cappello, "Questa libertà" (alla sua prima prova narrativa, vincitore del Premio internazionale Tiziano Terzani), diventa una suite firmata dal pianista e compositore Glauco Venier. L’ispirazione all’autore è giunta direttamente dal concetto che di libertà dà lo stesso Cappello, eccezionalmente presente in scena. Sul palco anche il Quartetto d’archi composto da Nicola Mansutti e Anna Apollonio ai violini; Margherita Cossio alla viola e Andrea Mustoal violoncello, con Fabiano Fantini e Massimo Somaglino agli ‘effetti voce’. Tanti furono i poeti che ispirarono i loro versi alla guerra cantandone la sua utilità o denunciando le atrocità. Ad aprire una finestra sulla poesia della Grande Guerra il recital letterario “Mentre le granate cantavano orribilmente” (Chiesa di Santa Maria dei Battuti ore 18) ideato da Emanuele Carrucci Viterbi all'interno del progetto Voci dalla trincea. I versi di Alvaro, Apollinaire, D'Annunzio, Owen, Stramm, Trakl e Ungaretti rivivranno in un suggestivo percorso tra passaggi e memoria che hanno attraversato il secolo passato. I giovani e prodigiosi musicisti del Josef Suk Quartet, vincitori del Premio Trio di Trieste 2013, saranno i protagonisti del concerto nella Chiesa di San Francesco (ore18) Dal cuore dell'Europa, su musiche di Brahms, Martinu e Dvořák . Vincitori di numerosi premi internazionali, nei giovani componenti della formazione, la vedova del celebre violinista Josef Suk, pronipote di Antonín Dvořák, ha riconosciuto una singolare eredità affidando loro il lascito di quell'importante nome per conservare la memoria dell'artista cèco.

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Per la rassegna Mittel_Figura, debutta a Cividale dopo l'anteprima di Gorizia lo scorso inverno, “Zlateh la capra”, una produzione del CTA ­ Centro Teatro Animazione e Figure (via Monastero Maggiore ore 23), tratta dal repertorio dello scrittore ebreo polacco Isaac Singer, premio Nobel per la letteratura nel 1978. Curato da Antonella Caruzzi, e affidato in scena all’attrice Duska Kovacevic, l’allestimento rientra nel percorso di 'letteratura e figure' varato dal CTA ed è tratto da un noto racconto di Singer che si dipana per voce, figure e immagini, narrando lo straordinario rapporto che si costruisce fra un bambino e una vecchia capra destinata al mercato. “I bambini – spiega Isaac Singer ­ sono i migliori lettori di letteratura autentica. Gli adulti sono ipnotizzati da grossi nomi, da giudizi esagerati e da una pressante pubblicità. I bambini non ci cascano. A loro piace ancora la chiarezza, la logica e persino la punteggiatura, così sorpassata”. Da non perdere lo spettacolo “Trenofermo a­Katzemacher” di Dario Aita e Elena

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Data: 23 luglio 2014

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| Manifestazioni | A Mittelfest 2014 la suite "Questa libertà" di Glauco Venier ispirata al libro di Pierluigi Cappello | Cervignano del Friuli

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Gigliotti (Teatro Ristori ore 20), una produzione della giovane e scatenata Compagnia nO (Dance first, Think later) ­ segnalazione speciale al Premio

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Scenario 2013 ­ per un graffiante affresco di vite al margine. È una storia di branco, di motorini e adolescenti coccolati dalle mamme e con i padri assenti. Una storia del sud, cantata e danzata come un musical neomelodico, dove il tema della discriminazione apparentemente si rovescia: “l’altro” qui è uno del nord, un tedesco, ma le dinamiche della differenza sono le medesime. Le musiche nell'opera di Luchino Visconti saranno al centro dell’appuntamento di tarda serata al Castello Canussio (ore 23). In programma con lo spettacolo “Un palco al cinema” che racconta in prima persona la poliedrica esperienza del grande regista, dal sodalizio con Maria Callas alle pellicole che maggiormente hanno accolto il melodramma come elemento strutturale e narrativo. Una ideazione di Clementina Antonaci con gli Oneiron Ensemble, Felix Bellanti voce narrante, montaggio video Giorgio Affanni, un progetto Mittelfest 2014 a cura di Roberto Calabretto e l'Università di Udine.

Appuntamento speciale per i "Mittel_Incontri" con la diretta di Radio1 sede Rai del Friuli Venezia Giulia: dalle 11.07, direttamente dal Caffè San Marco di Cividale, andrà in onda in diretta la trasmissione dedicata a Mittelfest 2014, condotta dal giornalista Mario Mirasola. Mittelfest in onda prevede la presenza di molti ospiti, dal direttore di Mittelfest Franco Calabretto, al Presidente Federico Rossi, il Sindaco di Cividale del Friuli Stefano Balloch, la consulente per il teatro Rita Maffei, l’attore Massimo Somaglino, Roberto Piaggio, curatore di Marionette & Burattini, il pianista Glauco Venier, .. La trasmissione va in diretta dalle frequenze di Radio Rai, in diretta streaming audio su www.sedefvg.rai.it, in diretta video su mittelfest.org e messaggero veneto.it e potrà essere seguita dal caffè da tutto il pubblico del festival, che potrà scoprire come funziona una diretta radiofonica. Leggi le Ultime Notizie >>>

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Data: 23 luglio 2014

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23 luglio 2014

Un giovedì di anteprime CIVIDALE. Ancora anteprime assolute per gli appuntamenti in calendario a Mittelfest giovedì 24 luglio. Debutta al festival (piazza Duomo ore 22) la produzione Mittelfest che unisce sul palco due artisti regionali, ormai di fama internazionale. Il recente romanzo del poeta friulano Pierluigi Cappello, Questa libertà (alla sua prima prova narrativa, vincitore del Premio internazionale Tiziano Terzani), diventa una suite firmata dal pianista e compositore Glauco Venier. L’ispirazione all’autore è giunta direttamente dal concetto che di libertà dà lo stesso Cappello, eccezionalmente presente in scena. Sul palco anche il Quartetto d’archi composto da Nicola Mansutti e Anna Apollonio ai violini; Margherita Cossio alla viola e Andrea Mustoal violoncello, con Fabiano Fantini e Massimo Somaglino agli ‘effetti voce’. Tanti furono i poeti che ispirarono i loro versi alla guerra cantandone la sua utilità o denunciando le atrocità. Ad aprire Glauco Venier una finestra sulla poesia della Grande Guerra il recital letterario “Mentre le granate cantavano orribilmente” (Chiesa di Santa Maria dei Battuti ore 18) ideato da Emanuele Carrucci Viterbi all’interno del progetto Voci dalla trincea. I versi di Alvaro, Apollinaire, D’Annunzio, Owen, Stramm, Trakl e Ungaretti rivivranno in un suggestivo percorso tra passaggi e memoria che hanno attraversato il secolo passato. I giovani e prodigiosi musicisti del Josef Suk Quartet, vincitori del Premio Trio di Trieste 2013, saranno i protagonisti del concerto nella Chiesa di San Francesco (ore 18) Dal cuore dell’Europa, su musiche di Brahms, Martinu e Dvořák. Vincitori di numerosi premi internazionali, nei giovani componenti della formazione, la vedova del celebre violinista Josef Suk, pronipote di Antonín Dvořák, ha riconosciuto una singolare eredità affidando loro il lascito di quell’importante nome per conservare la memoria dell’artista cèco. Per la rassegna Mittel_Figura, debutta a Cividale dopo l’anteprima di Gorizia lo scorso inverno, “Zlateh la capra”, una produzione del CTA – Centro Teatro Animazione e Figure (via Monastero Maggiore ore 23), tratta dal repertorio dello scrittore ebreo polacco Isaac Singer, premio Nobel per la letteratura nel 1978. Curato da Antonella Caruzzi, e affidato in scena all’attrice Duska Kovacevic, l’allestimento rientra nel percorso di ‘letteratura e figure’ varato dal CTA ed è tratto da un noto racconto di Singer che si dipana per voce, figure e immagini, narrando lo straordinario rapporto che si costruisce fra un bambino e una vecchia capra destinata al mercato. “I bambini – spiega Isaac Singer – sono i migliori lettori di letteratura autentica. Gli adulti sono ipnotizzati da grossi nomi, da giudizi esagerati e da una pressante pubblicità. I bambini non ci cascano. A loro piace ancora la chiarezza, la logica e persino la punteggiatura, così sorpassata”. Da non perdere lo spettacolo “Trenofermo a-Katzemacher” di Dario Aita e Elena Gigliotti (Teatro Ristori ore 20), una produzione della giovane e scatenata Compagnia nO (Dance first, Think later) – segnalazione speciale al Premio Scenario 2013 – per un graffiante affresco di vite al margine. È una storia di branco, di motorini e adolescenti coccolati dalle mamme e con i padri assenti. Una storia del sud, cantata e danzata come un musical neomelodico, dove il tema della discriminazione apparentemente si rovescia: “l’altro” qui è uno del nord, un tedesco, ma le dinamiche della differenza sono le medesime. Le musiche nell’opera di Luchino Visconti saranno al centro dell’appuntamento di tarda serata al Castello Canussio (ore 23). In programma con lo spettacolo “Un palco al cinema” che racconta in prima persona la poliedrica esperienza del grande regista, dal sodalizio con Maria Callas alle pellicole che maggiormente hanno accolto il melodramma come elemento strutturale e narrativo. Una ideazione di Clementina Antonaci con gli Oneiron Ensemble, Felix Bellanti voce narrante, montaggio video Giorgio Affanni, un progetto Mittelfest 2014 a cura di Roberto Calabretto e l’Università di Udine. Appuntamento speciale per i Mittel_Incontri con la diretta di Radio1 sede Rai del Friuli Venezia Giulia: dalle 11.07, direttamente dal Caffè San Marco di Cividale, andrà in onda in diretta la trasmissione dedicata a Mittelfest 2014, condotta dal giornalista Mario Mirasola. Mittelfest in onda prevede la presenza di molti ospiti, dal direttore di Mittelfest Franco Calabretto, al Presidente Federico Rossi, il Sindaco di Cividale del Friuli Stefano Balloch, la consulente per il teatro Rita Maffei, l’attore Massimo Somaglino, Roberto Piaggio, curatore di Marionette & Burattini, il pianista Glauco Venier. La trasmissione potrà essere seguita nel caffè da tutto il pubblico del festival, che potrà scoprire come funziona una diretta radiofonica. Argomenti correlati:

CIVIDALE

MITTELFEST

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Data: 23 luglio 2014 Pagina: 1 di 3

2014 Mittelfest, il teatro incontra la poesia |

Teatro, cinema e musica: il Mittelfest convince per la varietà delle proproste Mittelfest, il teatro incontra la poesia

Quarto appuntamento con il Mittelfest ed il “diario di bordo” del nostro inviato Claudio Facchinelli Cividale, 25 Luglio 2014 – Con “Mentre le granate cantavano orribilmente” (nella foto) visto ieri, mercoledì, le voci dalla trincea erano quelle dei poeti che alla Grande Guerra avevano partecipato: giovani come Giuseppe Ungaretti, Clemente Rebora, un D’Annunzio spoglio di retorica; ma anche Georg Trakl, Guillame Apollinaire, Wilfred Owen, morto a venticinque anni a pochi giorni dell’armistizio, i cui versi Benjamin Britten avrebbe inserito nel suo monumentale War Requiem. Un recital letterario in uno spazio nudo, al quale tuttavia il sobrio, efficace porgere di Emanuele Carucci Viterbi riusciva a dare rilevanza teatrale con lunghi, silenziosi sguardi che si posavano su una sedia vuota e illuminata, in fondo al palco: inquietante simbolo di assenza, di morte. Di tutt’altro segno “Treno fermo a-Katzelmacher”, di Compagnia nO (Dance first, Think later). Il titolo è mutuato da un film di Fassbinder del ’69, ove il termine (letteralmente “fabbricante di mestoli”) è l’appellativo sprezzante attribuito agli immigrati, spesso italiani, greci, turchi. Il giovane gruppo riprende, rovesciandole, le tematiche del film: l’immigrato qui è un tedesco, approdato in un non meglio identificato paese del sud d’Italia; un non luogo ove non succede mai nulla, dove la vita è un treno fermo, e la presenza di quel diverso coagula le più scontate, banali dinamiche comportamentali (la seduzione, l’attrazione, la gelosia, il risentimento, il disprezzo). Un microcosmo di umanità giovanile ove domina una sorta di indolenza, di impotentia agendi (non

lo.it/mittelfest-il-teatro-incontra-la-poesia/

Terzo appuntamento con i reportage di Claudio Facchinelli dal Mittelfest di Cividale del Friuli Cividale, 23 luglio 2014 – I limiti del budget, specie di questi tempi, condizionano pesantemente l’invenzione teatrale ma, a volte, si riesce a fare di Una scena de “Le avventure del bravo soldato Sveik” necessità (Foto Alice BL Durigatto /Phocus Agency (C) 2014) virtù. È il caso de Le avventure del bravo soldato Švejk, nella proposta di Paolo Fagiolo, presentata ieri, martedì. Del romanzo di Jaroslav Hašek si contano parecchie riduzioni drammaturgiche (da Piscator a Brecht) e anche cinematografiche, ma ricondurre a una lettura performativa di poco più di un’ora le 800 pagine e la miriade di personaggi del testo, era un’impresa ai limiti del temerario. Non solo Fagiolo (che al Mittelfest aveva già offerto prove di notevole interesse) ne è venuto a capo ma, solo in scena, è riuscito a creare uno spettacolo teatrale a tutto tondo. L’espediente – se così si può chiamare – tecnico e drammaturgico è semplice a dirsi, ma sottende creatività e intelligenza. Su due pareti costituite da precari e sconnessi cubi bianchi e sul fondale proietta spezzoni video di origine varia: ora un ritratto animato di Hašek, ora scene con personaggi che sembrano usciti dal pennello di George Grosz, che rampognano il povero soldatino; il quale, nella sua lucida, apparente demenza, denuncia la demenza autentica e profonda 1/3

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31/7/2014

Mittelfest, il teatro incontra la poesia

Quarto appuntamento con il Mittelfest ed il “diario di bordo” del nostro inviato Claudio Facchinelli Cividale, 25 Luglio 2014 – Con “Mentre le granate cantavano orribilmente” (nella foto) visto ieri, mercoledì, le voci dalla trincea erano quelle dei poeti che alla Grande Guerra avevano partecipato: giovani come Giuseppe Ungaretti, Clemente Rebora, un D’Annunzio spoglio di retorica; ma anche Georg Trakl, Guillame Apollinaire, Wilfred Owen, morto a venticinque anni a pochi giorni dell’armistizio, i cui versi Benjamin Britten avrebbe inserito nel suo monumentale War Requiem. Un recital letterario in uno spazio nudo, al quale tuttavia il sobrio, efficace porgere di Emanuele Carucci Viterbi riusciva a dare rilevanza teatrale con lunghi, silenziosi sguardi che si posavano su una sedia vuota e illuminata, in fondo al palco: inquietante simbolo di assenza, di morte. Di tutt’altro segno “Treno fermo a-Katzelmacher”, di Compagnia nO (Dance first, Think later). Il titolo è mutuato da un film di Fassbinder del ’69, ove il termine (letteralmente “fabbricante di mestoli”) è l’appellativo sprezzante attribuito agli immigrati, spesso italiani, greci, turchi. Il giovane gruppo riprende, rovesciandole, le tematiche del film: l’immigrato qui è un tedesco, approdato in un non meglio identificato paese del sud d’Italia; un non luogo ove non succede mai nulla, dove la vita è un treno fermo, e la presenza di quel diverso coagula le più scontate, banali dinamiche comportamentali (la seduzione, l’attrazione, la gelosia, il risentimento, il disprezzo). Un microcosmo di umanità giovanile ove domina una sorta di indolenza, di impotentia agendi (non

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Teatro, cinema e musica: il Mittelfest convince per la varietà delle proproste |

della guerra. Un grottesco contrappunto figurativo e sonoro (cui Paolo presta i differenti registri della propria voce), dal quale emergono pure la Merkel, Putin, Martin Schultz, e ci offre un inquietante, ma non incongruo riferimento all’oggi. Il lavoro, che si è avvalso della collaborazione – non solo tecnica – di Massimo Mucchiut e Andrea Gulli, si inserisce con autorevolezza nel ciclo Voci dalla trincea, curato da Annalisa Cosentino e Luigi Reitani. Fra i graditi ritorni al Mittelfest, come già si è detto, c’è il teatro di figura. Dai 3 ai 93 anni. Una meravigliosa invenzione , è un affettuoso omaggio a Vittorio Podrecca (un nome che la tradizione fa risalire a pod reka: espressione che nelle lingue slave significa “sotto il fiume”) e al suo Teatro dei Piccoli. Ma è anche uno spettacolo di grande raffinatezza, che associa alla sapiente, artigianale manipolazione della marionetta la tecnica del video mapping; il ponte sul quale si muovono a vista gli animatori, illuminato in controluce, pur svelando il trucco, aggiunge un’inattesa poesia al gioco della finzione teatrale, come le scenografie riprese di quinta nel Flauto magico di Ingmar Bergman. Dopo la proiezione notturna de La grande guerra, di Mario Monicelli, oggi, mercoledì, la giornata è stata dedicata a Sofija Asgatovna Gubajudilina, sotto il titolo On my pure intuition. 1/3

Con una serenità quasi ieratica, questa minuta ottantatreenne di origine tartara, protagonista della musica russa contemporanea, ha spiegato ad un pubblico numeroso e attento le istanze mistiche, spirituali, sottese alle sue composizioni. Evitando qualsiasi accenno alle vessazioni subite durante il regime sovietico la Gubajudilina (che da circa vent’anni vive in Germania), si è invece soffermata sull’importanza “di ascoltare i fiori, gli alberi”; su come, dopo le scoperte rinascimentali del mondo e dello spazio, sia oggi giunto il momento di esplorare, di rinnovare la nozione di tempo. Più tardi nella chiesa di San Francesco, si è eseguita la sua ultima composizione, dal titolo Warum? Wozu? Wodurch? (Per quale ragione? A che scopo? In che modo?): tre basilari, ricorrenti domande esistenziali, perennemente senza risposta. I concerti di Mittelfest quest’anno ci hanno abituato a


tempo.

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Mittelfest, il teatro incontra la poesia |

Mittelfest, il teatro incontra la poesia

Quarto appuntamento con il Mittelfest ed il “diario di bordo” del nostro inviato Claudio Facchinelli

Più tardi nella chiesa di San Francesco, si è eseguita la sua ultima composizione, dal titolo Warum? Data: Wozu? Wodurch? 23 luglio 2014 (Per quale ragione? A che scopo? In che modo?): Pagina: 3 tre di 3 basilari, ricorrenti domande esistenziali, perennemente senza risposta. I concerti di Mittelfest quest’anno ci hanno abituato a giustapposizioni, a volte ardite, di classico e contemporaneo; qui i brani bachiani della prima parte trovavano una più forte ragione di essere: proprio da un’elaborazione del Thema Regium dell’Offerta musicale prende infatti le mosse Offertorium, una delle più famose composizioni della Gubajdulina. E, se per qualche esperto qualificato lo stile direttoriale di Andres Mustonen, alla guida della Filarmonica Teatro Regio di Torino, almeno nella lettura di Bach è apparso alquanto disinvolto, per chi scrive – non addetto ai lavori – quel gigante coi calzoni sorretti da una cintura borchiata, dalla cappelli (fra un Figlio Teatro, disordinata cinema e musica: corona il Mittelfestdi convince per labiondi varietà delle proproste |

Cividale, 25 Luglio 2014 – Con “Mentre le granate 31/7/2014 cantavano orribilmente” (nella foto) http://corrierespettacolo.it/teatro-cinema-e-musica-il-mittelfest-convince-per-la-varieta-delle-proproste/ visto ieri, mercoledì, le voci dalla trincea erano quelle dei poeti che alla Grande Guerra avevano partecipato: giovani come Giuseppe Ungaretti, Clemente Rebora, un D’Annunzio spoglio di retorica; ma anche Georg Trakl, Guillame Apollinaire, Wilfred Owen, morto a venticinque anni a pochi giorni dell’armistizio, i cui versi Benjamin Britten avrebbe inserito nel suo monumentale War Requiem. Un recital letterario in uno spazio nudo, al quale tuttavia il sobrio, efficace porgere di Emanuele Carucci Viterbi riusciva a dare rilevanza teatrale con lunghi, silenziosi sguardi che si posavano su una sedia vuota e illuminata, in fondo al palco: inquietante simbolo di assenza, di morte. Di tutt’altro segno “Treno fermo a-Katzelmacher”, di Compagnia nO (Dance first, Think later). Il titolo è mutuato da un film di Fassbinder del ’69, ove il termine (letteralmente “fabbricante di mestoli”) è l’appellativo sprezzante attribuito agli immigrati, spesso italiani, greci, turchi. Il giovane gruppo riprende, rovesciandole, le tematiche del film: l’immigrato qui è un tedesco, approdato in un non meglio identificato paese del sud d’Italia; un non luogo ove non succede mai nulla, dove la vita è un treno fermo, e la presenza di quel diverso coagula le più scontate, banali dinamiche comportamentali (la seduzione, l’attrazione, la gelosia, il risentimento, il disprezzo). Un microcosmo di umanità giovanile ove domina una sorta di indolenza, di impotentia agendi (non

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dei fiori e l’eroe di una saga nordica), forse più interessato a trasmettere mimicamente emozioni all’orchestra e al pubblico, che a rispettare il rigore agogico, emanava un magnetico fascino.

La riflessione sul tempo fornita da Sofija Guvajdulina ha costituito un imprevisto fil rouge che la legava ad una della proposte più attese del Mittelfest: Attends, attends, attends… (pour mon père), del discusso, trasgressivo Jan Fabre. Chi, sulla scia di scandali spesso montati ad arte dai mass media, si aspettava un’esibizione hard, è rimasto a bocca asciutta. Sulla scena, ingombra di un fascinoso fumo, che sembra lasciarsi modellare da Cédric Charron, si delineano a poco a poco i contorni di una fabula scopertamente ispirata alla vita del danzatore, affidata alla sua vigorosa, elegante espressività fisica e a poche frasi rituali, reiterate. Un vermiglio Caronte in cilindro è anche un figlio di fronte al padre morto che sta per attraversare lo Stige; e parla al genitore dell’importanza dell’attesa, di un tempo non lineare, ma circolare; di un computo cronologico che è indifferente alla bellezza e cose della vita e alla celebrazione della morte: parole che si direbbero mutuate dall’anziana compositrice russa. 1/3

Nel tardo pomeriggio si era anche assistito ad un secondo, intrigante momento del già citato progetto Voci dalla trincea, affidate, come per Šwejk, a figure umili, marginali rispetto alla storia ufficiale e, questa volta, al protagonista analfabeta de Il sale della terra, unica opera in prosa del poeta e raffinato filologo polacco Jòzef Wittlin, coevo e sodale, in giovinezza, di Josef Roth: una puntuale, discreta lettura a due voci di Stefano Rota e Andrea Collavino (che ne cura anche la regia), sostenuta da frammenti di Gustav Mahler ed da altri suggestivi materiali sonori. Claudio Facchinelli


24/7/2014

MITTELFEST, il programma di mercoledì 23 luglio 2014 - IL GIORNALE DEL FRIULI |

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Data: 23 luglio 2014

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Altro Calcio Trieste Udine Varie

MITTELFEST, il programma di mercoledì 23 luglio 2014 Pubblicato da Il Giornale del Friuli il 23/7/14 • nelle categorie Friuli­VG,Musica e Spettacoli,Udine Mittelfest 2014 Segnali Cividale del Friuli 19­27 luglio APPRODA A MITTELFEST, MERCOLEDÌ 23 LUGLIO (ORE 19.00 CHIESA DI SAN FRANCESCO), IN SECONDA DATA MONDIALE IL CONCERTO DELLA FILARMONICA DEL TEATRO REGIO DI TORINO DIRETTA DA ANDRES MUSTON SULLA NUOVA PARTITURA DI SOFIJA GUBAJDULINA, IN ASSOLUTO LA PIÙ GRANDE COMPOSITRICE VIVENTE, LEONE D’ORO ALLA CARRIERA NEL 2013. LA COMPOSITRICE SARÀ PRESENTE AL FESTIVAL ANCHE PER UN INCONTRO PUBBLICO CHE PRECEDERÀ IL CONCERTO (ORE 17.00, SEMPRE ALLA CHIESA). SEMPRE MERCOLEDÌ, MITTELFEST OSPITA PER LA PRIMA VOLTA IL TEATRO PROVOCATORIO DI JAN FABRE CONLA PERFORMANCE ATTENDS, ATTENDS, ATTENDS (POUR MON PÈRE) AL TEATRO RISTORI ORE 21, IN SCENA CÈDRIC CHARRON. PROSEGUONO GLI APPUNTAMENTI DI MITTEL_FIGURA CON LO SPETTACOLO MANOVIVA (ORE 18.00 SANTA MARIA IN VALLE) COSÌ COME GLI APPUNTAMENTI DEDICATI ALLA GRANDE GUERRA CON IL RECITAL LETTERARIO IL SALE DELLA TERRA, TRATTO DAL ROMANZO DI JÓZEF WITTLIN CON ANDREA COLLAVINO (ORE 18 CHIESA DI SANTA MARIA DEI BATTUTI)E TRA SUONI E IMMAGINI. GLI ANNI DEL CONFLITTO (ORE 23 CASTELLO CANUSSIO). LA DANZA CHIUDERA’ LA GIORNATA NEL CHIOSTRO DI SAN FRANCESCO (ORE 23) CON ORATORI­AE DI SIMONA BERTOZZI E MARCELLO BRIGUGLIO. PROSEGUONO ANCHE I MITTEL_INCONTRI CON I PROTAGONISTI DEL FESTIVAL, ROBERTO CANZIANI DIALOGHERA’ CON I CURATORI DEL PROGETTO VOCI DALLA TRINCEA ALLE 12 AL CAFFE’ SAN MARCO La compositrice russa Sofija Asgatovna Gubajdulina, considerata la più grande compositrice vivente, vincitrice di numerosi premi internazionali, Leone d’Oro alla carriera nel 2013, apprezzata nel panorama internazionale per la sua tecnica raffinata e complessa, sarà ospite a Mittelfest, mercoledì 23 luglio, per presentare il suo nuovissimo lavoro “Warum? Wozu? Wodurch?” (concerto ore 19 chiesa di San Francesco): si tratta della seconda esecuzione mondiale, dopo quella dei giorni scorsi all’Emilia Romagna Festival, della sua partituraper flauto, flauto basso, clarinetto, clarinetto basso e archi, affidata alla prestigiosa Filarmonica del Teatro Regio di Torino diretta da Andres Mustonen, con Massimo Mercelli al flauto e Darko Brlek al Clarinetto. Ad arricchire l’esecuzione alcune pagine musicali di Johann Sebastian Bach per un doppio appuntamento dall’alto respiro. L’evento sarà anche preceduto da un incontro pubblico con la compositrice russa, in programma alle 17.00, sempre alla Chiesa di San Francesco. Messa al bando durante il regime comunista sovietico, Gubajdulina è stata sostenuta nella sua carriera da grandi autori del calibro di Šostakovič e il violinista Gidon Kremer, nelle sue numerose composizioni ha saputo condensare tecnica e spiritualità diventando tra le poche donne, in http://www.ilgiornaledelfriuli.net/udine-cron/mittelfest-programma-mercoledi-23-luglio-2014/

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MITTELFEST, il programma di mercoledì 23 luglio 2014 - IL GIORNALE DEL FRIULI |

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un infinito elenco di compositori, un punto di riferimento della musica contemporanea mondiale. Le vicende della Grande Guerra faranno da trama al recital letterario dedicato al romanzo di Józef Wittlin “Il Sale della terra” (Chiesa di Santa Maria dei Battuti ore 18) per la regia di Andrea Collavino. La storia di un analfabeta che vive le atrocità del conflitto in un lento e pianificato omicidio di milioni di soldati, unica opera in prosa dello scrittore polacco poeta amico e traduttore di Joseph Roth per una coproduzione Mittelfest 2014 e Associazione Variabile e scelte musicali di Deniz Özdoğan. Sempre alle 18.00, nel cortile del Monastero di Santa Maria in Valle, Mittel_Figura presenta lo spettacolo di Girovago e Rondella Family Theatre “Manoviva”. Il programma serale si apresu un evento d’eccezione: perla prima volta Mittelfest ospita uno dei lavoridel poliedrico e provocatorio regista belga Jan Fabre, inventore di una cifra stilistica che non passa inosservata. Dopo il recentissimo debutto italiano arriva a Cividale l’assolo Attends, Attends, Attends (Pour mon père) al Teatro Ristori alle 21, nuovo lavoro del regista fiammingo per un atto unico creato su “misura” per il danzatore e perfomer Cèdric Charron. Il regista si è ispirato alla vita privata di Charron, ai suoi racconti familiari, per portare in scena un dialogo immaginario tra un figlio e il padre in una profonda indagine dei sentimenti umani. Ancora la danza al centro degli appuntamenti della quinta giornata del Festival con la produzione Nexus 2014 in scena un sestetto di danzatori in “Oratori­ae” (Chiostro di San Francesco ore 23) per la coreografia di Simona Bertozzi, con live electronics e musiche di Francesco Giomi, un coro e corifeo. A scandire la scena quadri di vita quotidiana che fotografano momenti di aggregazione in una visione corale dei corpi. Per la rassegna Musica e Cinema dedicata alla grande guerra, nella suggestiva cornice del Castello Canussio (ore 23), la commistione di “Tra suoni e immagini. Gli anni del conflitto” che racconterà i tragici momenti della guerra con un ricco programma che si apre e si chiude con alcune trascrizioni di famosi brani di guerra e continua con tre importanti sonate per violino (Dino Sossai) e pianoforte (Michele Bolla) di Pizzetti, Debussy e Janáček accompagnate da brevi video documentari della Cineteca del Friuli e immagini d’epoca della Grande Guerra. Un progetto di Mittelfest 2014 a cura di Roberto Calabretto e l’Università degli Studi di Udine. Continuano gli appuntamenti con i Mittel_Incontri curati da Roberto Canziani: alle 12.00 il Caffè San Marco ospita un incontro sul progetto curato da Annalisa Cosentino e Luigi Reitani per il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi di Udine, composto di tre recital letterari. Presenti i curatori con Emanuele Carucci Viterbi, Andrea Collavino e Paolo Fagiolo. Like

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Altro Calcio Trieste Udine Varie

MITTELFEST, il programma di giovedì 24 luglio 2014 Pubblicato da Il Giornale del Friuli il 23/7/14 • nelle categorie Friuli­VG,Musica e Spettacoli,Udine Mittelfest 2014 Segnali Cividale del Friuli 19­27 luglio DEBUTTO IN PRIMA ASSOLUTA A MITTELFEST, GIOVEDI’ 24 LUGLIO, PER IL NUOVO LAVORO DI GLAUCO VENIER: IL ROMANZO DI PIER LUIGI CAPPELLO QUESTA LIBERTA’ DIVENTA UNA SUITE FIRMATA DAL PIANISTA E COMPOSITORE FRIULANO, PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA SUL PALCO DELLO STESSO CAPPELLO (PIAZZA DUOMO ORE 22.00); I POETI CHE HANNO NARRATO LA GRANDE GUERRA SARANNO I PROTAGONISTI DEL PRIMO INCONTRO IN CARTELLONE A MITTELFEST NEL RECITAL LETTERARIO MENTRE LE GRANATE CANTAVANO ORRIBILMENTE DI EMANUELE CARUCCI VITERBI (CHIESA SANTA MARIA DEI BATTUTI ORE 18). ANCORA MUSICA CON I VINCITORI DEL PREMIO TRIO DI TRIESTE LO JOSEF SUK PIANO QUARTET CON IL CONCERTO DAL CUORE DELL’EUROPA (CHIESA DI SAN FRANCESCO ORE 18). ATTESO PER IL TEATRO LO SPETTACOLO TRENOFERMO A­KATZELMACHER SEGNALAZIONE SPECIALE AL PREMIO SCENARIO 2013.: UNA SCATENATA COMPAGNIA DI GIOVANI ATTORI E’ PROTATGONISTA DI UNA INTENSA STORIA DI BRANCO E ADOLESCENTI ALLE PRESE CON LA DISCRIMINAZIONE (ORE 20 ALTEATRO RISTORI) PER MITTEL_FIGURA DEBUTTO DI ZLATEH LA CAPRA, DI ISAAC SINGER UNA PRODUZIONE DEL CTA DI GORIZIA (VIA MONASTERO MAGGIORE, ORE 23). SEMPRE ALLE 23.00 AL CASTELLO CANUSSIO MUSICA E CINEMA CON “UN PALCO AL CINEMA” LA MUSICA NELL’OPERA DI LUCHINO VISCONTI. PER I MITTEL_INCONTRI L’APPUNTAMENTO “MITTELFEST IN ONDA”: DIRETTAMENTE DAL CAFFÈ SAN MARCO DI CIVIDALE, DIRETTA RADIOFONICA DI RADIO RAI REGIONALE CON LA PUNTATA SPECIALE DEDICATA AL FESTIVAL, CONDOTTA DA MARIO MIRASOLA. Ancora anteprime assolute per gli appuntamenti in calendario a Mittelfest giovedì 24 luglio. Debutta al festival (piazza Duomo ore 22) la produzione Mittelfest che unisce sul palco due artisti regionali, ormai di fama internazionale. Il recente romanzo del poeta friulano Pierluigi Cappello, Questa libertà (alla sua prima prova narrativa, vincitore del Premio internazionale Tiziano Terzani), diventa una suite firmata dal pianista e compositore Glauco Venier. L’ispirazione all’autore è giunta direttamente dal concetto che di libertà dà lo stesso Cappello, eccezionalmente presente in scena. Sul palco anche il Quartetto d’archi composto da Nicola Mansutti e Anna Apollonio ai violini; Margherita Cossio alla viola e Andrea Mustoal violoncello, con Fabiano Fantini e Massimo Somaglino agli ‘effetti voce’. Tanti furono i poeti che ispirarono i loro versi alla guerra cantandone la sua utilità o denunciando le atrocità. Ad aprire una finestra sulla poesia della Grande Guerra il recital letterario “Mentre le granate cantavano orribilmente” (Chiesa di Santa Maria dei Battuti ore 18) ideato da Emanuele Carrucci Viterbi all’interno del progetto Voci dalla trincea. I versi di Alvaro, Apollinaire, D’Annunzio, Owen, http://www.ilgiornaledelfriuli.net/udine-cron/mittelfest-programma-giovedi-24-luglio-2014/

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MITTELFEST, il programma di giovedì 24 luglio 2014 - IL GIORNALE DEL FRIULI |

IL GIORNALE DEL FRIULI

Stramm, Trakl e Ungaretti rivivranno in un suggestivo percorso tra passaggi e memoria che hanno attraversato il secolo passato. I giovani e prodigiosi musicisti del Josef Suk Quartet, vincitori del Premio Trio di Trieste 2013, saranno i protagonisti del concerto nella Chiesa di San Francesco (ore18) Dal cuore dell’Europa, su musiche di Brahms, Martinu e Dvořák . Vincitori di numerosi premi internazionali, nei giovani componenti della formazione, la vedova del celebre violinista Josef Suk, pronipote di Antonín Dvořák, ha riconosciuto una singolare eredità affidando loro il lascito di quell’importante nome per conservare la memoria dell’artista cèco. Per la rassegna Mittel_Figura, debutta a Cividale dopo l’anteprima di Gorizia lo scorso inverno, “Zlateh la capra”, una produzione del CTA – Centro Teatro Animazione e Figure (via Monastero Maggiore ore 23), tratta dal repertorio dello scrittore ebreo polacco Isaac Singer, premio Nobel per la letteratura nel 1978. Curato da Antonella Caruzzi, e affidato in scena all’attrice Duska Kovacevic, l’allestimento rientra nel percorso di ‘letteratura e figure’ varato dal CTA ed è tratto da un noto racconto di Singer che si dipana per voce, figure e immagini, narrando lo straordinario rapporto che si costruisce fra un bambino e una vecchia capra destinata al mercato. “I bambini – spiega Isaac Singer – sono i migliori lettori di letteratura autentica. Gli adulti sono ipnotizzati da grossi nomi, da giudizi esagerati e da una pressante pubblicità. I bambini non ci cascano. A loro piace ancora la chiarezza, la logica e persino la punteggiatura, così sorpassata”. Da non perdere lo spettacolo “Trenofermo a­Katzemacher” di Dario Aita e Elena Gigliotti (Teatro Ristori ore 20), una produzione della giovane e scatenata Compagnia nO (Dance first, Think later) – segnalazione speciale al Premio Scenario 2013 – per un graffiante affresco di vite al margine. È una storia di branco, di motorini e adolescenti coccolati dalle mamme e con i padri assenti. Una storia del sud, cantata e danzata come un musical neomelodico, dove il tema della discriminazione apparentemente si rovescia: “l’altro” qui è uno del nord, un tedesco, ma le dinamiche della differenza sono le medesime. Le musiche nell’opera di Luchino Visconti saranno al centro dell’appuntamento di tarda serata al Castello Canussio (ore 23). In programma con lo spettacolo “Un palco al cinema” che racconta in prima persona la poliedrica esperienza del grande regista, dal sodalizio con Maria Callas alle pellicole che maggiormente hanno accolto il melodramma come elemento strutturale e narrativo. Una ideazione di Clementina Antonaci con gli Oneiron Ensemble, Felix Bellanti voce narrante, montaggio video Giorgio Affanni, un progetto Mittelfest 2014 a cura di Roberto Calabretto e l’Università di Udine. MITTEL_INCONTRI PRESENTA: MITTELFEST IN ONDA in collaborazione con sede Rai FVG Giovedì 24 luglio, Caffè San Marco, ore 11.00 Appuntamento speciale per i Mittel_Incontri con la diretta di Radio1 sede Rai del Friuli Venezia Giulia: dalle 11.07, direttamente dal Caffè San Marco di Cividale, andrà in onda in diretta la trasmissione dedicata a Mittelfest 2014, condotta dal giornalista Mario Mirasola. Mittelfest in onda prevede la presenza di molti ospiti, dal direttore di Mittelfest Franco Calabretto, al Presidente Federico Rossi, il Sindaco di Cividale del Friuli Stefano Balloch, la consulente per il teatro Rita Maffei, l’attore Massimo Somaglino, Roberto Piaggio, curatore di Marionette & Burattini, il pianista Glauco Venier, .. La trasmissione va in diretta dalle frequenze di Radio Rai, in diretta streaming audio su www.sedefvg.rai.it, in diretta video su mittelfest.org e messaggero veneto.it e potrà essere seguita dal caffè da tutto il pubblico del festival, che potrà scoprire come funziona una diretta radiofonica Like

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