COLLAGE
#1 10.2019
TA G
ANITA TODESCO INTERVISTA A CHIKA KISADA
in copertina
Indossavo quest’abito, Anita Todesco
Director CATERINA DI BERT Vice Director ANDREA REIS Coordination GABRIELLA COSTA
Questo magazine è stato realizzato all’interno del corso di Fashion Styling, anno 2018/2019 presso la MKS, Milano Fashion School. I contenuti sono di proprietà degli studenti e della scuola e per il loro utilizzo, buona norma vuole che venga richiesta l’autorizzazione scritta dei proprietari. Finito di impaginare nel mese di ottobre 2019. Per informazioni: Backstage Service srl, via Santa Marta 18, 20123 Milano www.backstageservicegroup.com info@mksfashionschool.com
Art Direction and Design VALENTINA ROSSINI MICHELE MATTEVI ANDREA GIULIA VACCA Fashion Direction ANDREA BARRA DINALVA BARROS LUCA TERMINE Editorial Coordination ELENA AZZOLA
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1 # sommario
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Anita Todesco, I Start from Crosswords cover story
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Victor Victoria, Elegance from Future, Space Sport, Oversized rubriche
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A Passo di Danza intervista a Chica Kisada
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Retrò, Lurex, Trasparenze, Cappelli trends
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Interpreting Fur selected trend
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So Whatever.., Platic Shades, Sense Nig ht, Sad Dreams editoriali
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Ritratti di Carta Anna Piagg i, Diana Vreeland
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Fashion Library
cover story
Anita Todesco, I Start from Crosswords Nata a Como nel 1986, si trasferisce a Venezia nel 2005 per studiare Lingue e Storia dell’Arte. Per un virtuoso sliding doors vi rimane in tutto per undici anni, lavorando in un museo di arte moderna. Lascia la laguna per trasferirsi a Milano nel 2016, in cerca di nuove sfide e progetti. Venezia, con tutte le sue contraddizioni, rimane comunque sempre nel cuore e fonte costante di ispirazione, fatta di acqua e pietra, persone e silenzi, cosÏ antica e contemporanea. I suoi lavori possono essere trovati sul suo account Instragram, i_start_from_crosswords.
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7 04– 05
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Ti concedo tre desideri, se anche tu ne concedi tre a me
06.1 Vi si naviga senza le onde
06.2 Vi si naviga senza le onde, retro
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COM’È NATO “I START FROM CROSSWORDS”? Il progetto nasce per completarmi. Mi sono sempre occupata di programmi museali per pubblici di ogni tipo e fascia d’età; da ormai dieci anni lavoro sull’ideazione e creazione di contenuti che permettano di comunicare e veicolare i significati di un’opera o di una collezione. Dell’arte ho sempre raccontato il valore intrinseco, fatto di materiali, tecniche e processo artistico, e storico; per lavoro e per passione ho studiato la produzione, le biografie, le storie di grandi artisti del Novecento, ho incontrato artisti contemporanei, ma li ho sempre narrati agli altri e a me stessa, per capirli e dare strumenti per agli altri per interpretarli. Finché due estati fa al mare ho realizzato, davvero per gioco, un “piccolissimo museo da spiaggia”, un’installazione di qualche centimetro, con materiali trovati sulla sabbia: sassi, conchiglie, legnetti, alghe e una pagina de La Settimana Enigmistica, dalla quale ho preso con una definizione e formato una poesia. E da quel momento è partito il desiderio di mettersi dall’altra parte, cioè non solo raccontare un’opera, ma anche produrre qualcosa, nonostante non abbia una formazione in questo campo. Questo progetto non rappresenta il mio lavoro quanto una specie di hobby, che mi aiuta a fare ordine nei pensieri della vita spesso frenetica. COSA COMUNICANO I TUOI COLLAGE? TROVI CHE IN QUALCHE MODO PARLINO DELLA NOSTRA SOCIETÀ? In questi collage ci sono alcuni oggetti e pratiche (le parole crociate, le fotografie d’epoca trovate in mercatini o da svuota cantine, il ricamo) per me importanti e simbolici a livello personale, ma che vorrebbero dare adito a riflessioni più ampie, oltre agli spunti estetici. Da bambina, quando ero in vacanza coi nonni, facevamo insieme i cruciverba de La Settimana Enigmistica (con grande impegno!); questo per me rappresenta un ricordo vivido e felice, non so perché. Quella rivista è ancora oggi un oggetto che mi rimanda a quei momenti con loro. In questi lavori non vorrei fare però solo una riflessione passatista sull’importanza della memoria, con il mio personale ricordo enigmistico e con quello delle foto d’epoca di altre persone a me sconosciute. I miei collage hanno anche una valenza che potremmo definire attuale e femminista, nella mia visione di questo termine complesso: uomini e donne dovrebbero essere considerati e trattati allo stesso modo in vari contesti di vita, eppure, nonostante i tempi cambino, molti temi riguardanti il ruolo della donna rimangono insoluti. Le persone delle foto sono quasi sempre donne, ritratte tendenzialmente in momenti familiari, affettivi. Sono spesso gruppi di amiche, sorelle, madri, nonne, mogli, inserite in contesti che
8 costruisco come surreali e contemporanei. Si tratta di scatti di decine e decine di anni fa e la riflessione che vorrei trasparisse dalle frasi che inserisco nei lavori è che la condizione femminile è spesso ancora faticosa nel 2019, come nel 1949. Il percepito che la società ha della donna è ancora lontano da una situazione di parità sul lavoro, in politica, o a livello di immagine. Non è casuale il fatto che il collante tra immagini tratte da riviste tendenzialmente di moda, fotografie vintage e poesia, sia il ricamo. Al ricamo e alla tessitura, pratiche affascinanti, sono spesso associate le donne, storicamente incaricate di queste operazioni, detentrici delle tecniche. Anche nell’immaginario culturale e artistico queste tecniche sono legate a figure femminili, reali o del mito. Per citarne solo due: dalla mitologia greca ci arriva Penelope (che non ha voce, non racconta la sua versione), per la quale la tessitura, il fare e disfare, diventano ricordo e resistenza. In tempi più recenti, un’artista come Maria Lai ha usato la tessitura, il filo, il tessuto per raccontare una terra, per mettere in connessione delle persone, per fare pratica d’arte e portarla in vita. Quindi per concludere risponderei che l’aspirazione sì, è sicuramente quella di far parlare i miei collage della nostra società, soprattutto della condizione femminile, passando attraverso il ricordo di queste donne che non conosco, la loro memoria, il passare del tempo e i loro tempi, la loro sapienza e il loro intelletto.
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COSA PENSI DEL MONDO DELLA MODA? Penso che sia un’arte ma anche una scienza, e che sia un campo in cui è necessario conoscere quanto è già stato fatto così come esplorare nuove frontiere. Mi affascina il lato creativo della moda, la capacità di alcuni talenti di costruire dei veri e propri mondi. Mi incuriosiscono la multidisciplinarietà e le sapienze che la moda e la sua messa in scena in una sfilata, un servizio, una mostra monografica o tematica richiedono: fotografia, teatro, architettura, museologia, scenografia. Per passione, fin da piccola sottolineavo riviste di moda, raccoglievo gli styling che mi colpivano; ho letto le biografie dei grandi nomi, guardato documentari, visitato Fondazioni, musei e mostre… del resto si tratta di una forma d’arte! :) ma francamente non so cosa sia il mondo della moda, tantomeno oggi, cosa significhi starci dentro, quale ambiente si respiri dietro la superficie visibile, cioè il risultato finito dell’editoriale o della sfilata o di una collezione. Come ogni mondo e ambiente artistico, immagino stia cambiando rapidamente. In generale sono una grande sostenitrice, sin dai quindici anni credo, della moda vintage e/o sostenibile. Presto una grande attenzione ai materiali quando acquisto capi nuovi e cerco di prediligere realtà sostenibili e brand emergenti.
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Una versione inferiore di qualcuno migliore di me
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rubriche
victor victoria /the woman becomes the man styling by Alessia D’Angiolella
occhiali da sole GEORGE KEBURIA foulard in seta PIERRE BALMAIN camicia ALBINI jeans oversize LEVI’S stivaletti in pelle POLLINI
rubriche
victor victoria /the man becomes the woman
occhiali da sole POPPY LISSIMAN cerchietto INVINCTA FIRENZE pelliccia in volpe ARCHIVIO FENDI jeans a zampa d’elefante H&M sandali GUCCI
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rubriche
volume e raffinatezza fanno dello ELENGANCE FROM FUTURE/ street un elegante stile futuristico styling by Andrea Giulia Vacca
orecchini H&M t-shirt BERSHKA giacca OOF trench OOF leggings ZARA stivali ZARA marsupio PULL&BEAR
rubriche
ELENGANCE FROM FUTURE/
borsa frontale MAKE MONEY NOT FRIENDS occhiali da sole ASOS anelli H&M
details
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rubriche
e prepotente ELENGANCE FROM FUTURE/spavaldo spiccherà sulla folla
passamontagna HUF borsa frontale MAKE MONEY NOT FRIENDS bomber ASOS pantaloni DICKIES
rubriche
ELENGANCE FROM FUTURE/
calze MAKE MONEY NOT FRIENDS sneakers YEEZY x ADIDAS
details
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rubriche
SPACE SPORT/ styling by Paulina Torre
occhiali da sole MIU MIU top DIESEL dolcevita a costine ZARA pantaloni cargo N°21 sneakers NIKE marsupio ZARA
rubriche
SPACE SPORT/
details
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rubriche
SPACE SPORT/
occhiali a specchio VERSACE giubbotto DIESEL pantaloni ETRO camicia GIORGIO ARMANI calze BALENCIAGA zaino in pvc ZARA sneakers AXEL ARIGATO
rubriche
SPACE SPORT/
details
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rubriche
OVERSIZED/ volume, elegante, casual, colore styling by Michele Mattevi
cappotto MAX MARA t-shirt in organza N° 21 salopette LEVI’S sciarpa ZARA calzini CELIO* scarpa trasparente PUBLIC DESIRE anelli NOVE25
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rubriche
OVERSIZED/
details
camicia LANIERI bermuda JACK & JONES sciarpa FORZIERI calze CELIO* scarpa stringata NERO GIARDINI occhiali MOSCOT zaino ZARA
a passo di danza
intervista
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CHIKA KISADA
CI PIACEREBBE CONOSCERE LE TUE ORIGINI E LA TUA STORIA: DOVE SEI NATA E CHE TIPO DI STUDI HAI SEGUITO? Sono cresciuta nella città portuale di Yokohama e mi sono formata come ballerina. COM’È STATO IL TUO PERCORSO NELLA DANZA? HA UNA QUALCHE CONNESSIONE CON IL FATTO CHE TU SIA DIVENTATA UNA FASHION DESIGNER? L’esperienza da ballerina è stata dura, ho imparato cos’è l’individualità, a tirare fuori e perfezionare l’espressività, a comprendere la relazione tra corpo e indumento. Il mio brand, infatti, enfatizza la personalità, sottolinea il rapporto tra corpo e vestito. Questo è un riferimento importante quando pensiamo al design. IN CHE MODO È INIZIATA LA TUA PASSIONE PER LA MODA? Una mia compagna di danza era molto appassionata di moda, per questo motivo ho iniziato a seguirla anch’io. Inoltre, ero molto attratta dai costumi che usavamo per mettere in scena gli spettacoli di danza, la loro resa; amavo anche guardare come si adattavano al corpo. La mia passione per la moda è iniziata così, in modo naturale. DOVE SONO PRODOTTI I TUOI VESTITI? CI PUOI SPIEGARE IL MOTIVO DI QUESTA SCELTA? Sono realizzati prevalentemente in Giappone. Collaboriamo anche con alcuni atelier in Cina per particolari tipi di ricami e lavori di artigianato. Questo non succede per avere un controllo sui costi ma per il livello di manualità e tecnologia.
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PERCHÉ HAI DECISO DI SFILARE A MILANO? COSA PENSI DELLA SETTIMANA DELLA MODA MILANESE? Il destino mi ha fatto incontrare una persona meravigliosa.. Anche la passione per il ballo è iniziata in Italia. Volevo che la sfilata fosse globale: sono molto grata di aver avuto l’opportunità di presentare a Milano. CI PUOI DIRE A COSA È ISPIRATA LA TUA ULTIMA COLLEZIONE?. La mia ultima collezione è ispirata alla ballerina Anna Pavlova, protagonista della danza del Ventesimo secolo. È un modo per reinterpretarla. La collezione è completamente ispirata al suo lavoro. CHE OBIETTIVI VORRESTI RAGGIUNGERE IN FUTURO? Perfezionare l’aspetto dell’originalità, il rapporto tra corpo e abito, entrare positivamente nella vita delle persone per far progredire il mio brand. Inoltre, spero di divulgare il mondo della danza attraverso la mia moda. COSA AMI DI PIÙ DEL MONDO DELLA MODA? Il fatto che permette di esprimere la personalità e quello che si ha dentro. In qualche modo è molto simile alla danza.
di Alessia D’Angiolella
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La danza mi ha insegnato cos’è l’individualità, a tirar fuori e perfezionare l’espressività, a comprendere la relazione tra corpo e indumento
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intervista a Chika Kisada
intervista a Chika Kisada
25 Immagini della sfilata a.i 2019.2020 di Chika Kisada
didiAlessia Nome D’Angiolella Cognome
26 trends
chapeau, madame!
27 KE N
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trends
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di Stefania Furiosi, Clara di Nome Marotta Cognome e Andrea Giulia Vacca
28 trends
RETRò alessandra
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trends
rich
michael kors collection
fendi
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VALENTINO
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ELIE SAAB
SIMONE ROCHA
di Marta Francesi e Marta Peretti
30 trends
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VIVIENNE WESTWOOD
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ANN DEMEULEMEESTER
trends
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I CC U G
SHINE
halpern
di Elena Fochesato e Michele Mattevi
32 trends
dolce&gabbana
philipp plein
christian dior
GUCCI
mary katrantzou
trends
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selected trend
INTERPRETING fur HELEN YARMAK
di Stefania Furiosi
di Alessia D’Angiolella
selected trend
di Bengisu Çagiran
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so whatever.. photographer AVA VA
make-up and hair –
stylist BENGISU ÇAGIRAN
models BERSH ESIR
37 t-shirt MAISON MARGIELA collane vintage
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giacca DSQUARED2 t-shirt Y/PROJECT pantaloni con riga in pelle ADIDAS sneakers CONVERSE collana vintage
40 bomber DSQUARED2 t-shirt BURBERRY collane vintage
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giacca DSQUARED2 t-shirt Y/PROJECT pantaloni con riga in pelle ADIDAS sneakers CONVERSE collane vintage
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PLASTIC SHADES
photographer MARY CHRIZZA JANE stylist STEFANIA FURIOSI make-up and hair GIULIA PRICCA model JIHANE TAYEB
mutande a vita alta INTIMISSIMI sandalo con tacco PRIMARK
46 body NAHEVA
48 shorts tecnici ciclista NIKE body fluo e impermeabile ZARA anfibi DR. MARTENS
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50 completo intimo INTIMISSIMI sandalo trasparente ZARA
camicia, pantaloni e sandalo trasparente ZARA
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SENSE NIGHT
photographer DILETTA RADAELLI stylist ANDREA GIULIA VACCA make-up and hair VIVIANA MARRENO models NICOLE TRAINA & FRANCESCO COZZI
53 top, shorts e scarpe OTTOD’AME
54 blazer MOSCHINO top e gonna ASOS scarpe SAINT LAURENT occhiali da sole H&M
giacca e pantaloni PAOLONI pullover PRINGLE OF SCOTLAND cintura ADRIANO MENEGHETTI mocassini STEVE’S
SINISTRA • LEI top ASOS shorts ZARA scarpe STEVE MADDEN DESTRA • LUI camicia EMPORIO ARMANI farfallino H&M pantaloni VANS scarpe TOD’S
56 completo CALVIN KLEIN scarpe TOD’S
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camicia EMPORIO ARMANI farfallino H&M pantaloni VANS scarpe TOD’S
SINISTRA • LUI pantaloni ZARA scarpe TOD’S DESTRA LEI giacca e• pantaloni PAOLONI completo IMPERIALOF SCOTLAND pullover PRINGLE top INTIMISSIMI cintura ADRIANO MENEGHETTI scarpe GUESS mocassini STEVE’S
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62 top e culotte INTIMISSIMI pelliccia LIU JO scarpe GUESS
SINISTRA • LEI top TERRANOVA gonna GUESS scarpe ZARA occhiali da sole H&M DESTRA • LUI completo CALVIN KLEIN scarpe TOD’S
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sad dreams
photographer GRETA CASAGRANDE stylist MICHELE MATTEVI make-up and hair VALENTINA POSTAL models ASIA LANNI – IMG MILANO
65 abito con trasparenze PINKO décolleté nero GUESS
66 camicia nera LANIERI gonna fantasia bosco GUESS
68 top con maniche a sbuffo MAX MARA
vestito smanicato MAX MARA
70 tailleur LIU JO décolleté nero GUESS
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abito con trasparenze PINKO décolleté nero GUESS
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ritratti di carta
rare immagini, dettagli, particolari, scene e situazioni che per lo più sfuggono allo sguardo degli altri. In un certo modo riesce a leggere i vestiti per poi tradurli in linguaggio. Anna Piaggi sa leggere in modo autentico e versatile le creazioni degli stilisti, ne coglie le emozioni creative e i riferimenti artistici. Dimostra di avere una grande capacità di sintesi anche quando si tratta di collezioni complesse come quelle di Prada. La sua grandezza, però, non si limita alla professione giornalistica. Anna trasforma la moda in un’esperienza personale che non ha confronti e diventa autentica cultura. Fa di se stessa un’opera d’arte, col suo modo di presentarsi unico. Indossa tutto quello che le passa per la testa: cappelli, velette, tende, copridivani, tessuti, oggetti di design, con immaginazione e forza creativa. Colleziona di tutto ed è proprio lei a inventare il concetto di vintage, quando ancora nessuno s’immaginava di comprare e indossare abiti usati. Ha il gusto della provocazione e il senso dello humor in un momento in cui il mondo della moda si fa serio, forse anche per questo gli stilisti la vogliono come consulente, come musa, come occhio critico. Karl Lagerfeld, nel documentario Anna Piaggi. Una visionaria Anna Piaggi nasce a Milano nel 1931. Inizia la della moda, afferma: “È stata la mia musa. In lei c’era qualcosa di sua carriera come traduttrice presso la casa grafico che ti faceva venir voglia di fissarla sulla carta.” Manolo editrice Mondadori e diventa giornalista di Blahnik: “Quando l’ho vista, mi sono detto: chi è quella creatura moda nei primi anni Sessanta. Fashion editor di divina? Devo conoscerla. Siamo stati amici per 45 anni.” Mentre Arianna, periodico femminile dove già emerge Jean Charles de Castelbajac vede in lei “la rotta di collisione tra il suo gusto moderno e irriverente, nel 1970 passato e futuro, tra indiani d’America e punk. Alle sfilate, dove arriva a Vogue e nel 1988 inaugura le “doppie le giornaliste volteggiavano come corvi, tutte vestite di nero, la pagine”: collage di parole, idee e immagini che sua presenza coloratissima era un atto di resistenza coraggiosa.” illustrano le connessioni tra le creazioni stilistiche Una donna unica per follia, ironia, gusto del paradosso e del più diverse. divertimento. Leggenda della moda, giornalista, creatrice, provocatrice, anticipatrice di tendenze, collezionista seriale UN SAPERE PIENO DI VITA, COERENTE, CONVINTO, CHE di vestiti e copricapi tra i più stravaganti e divertenti ATTRAVERSA IL TEMPO E CERCA NELLA MODA UN SENSO mai usciti dall’unione di forbici e aghi. DEL VESTIRE CHE RISPONDA A CRITERI DI INTELLIGENZA, Un sapere pieno di vita, coerente, convinto, che atDI CONSAPEVOLEZZA E ANCHE DI TRASGRESSIONE. traversa il tempo e cerca nella moda un senso del vestire che risponda a criteri di intelligenza, di consaSi tratta di una rubrica fuori dagli schemi: com- pevolezza e anche di trasgressione. La moda è per lei il campo posta di sole quattro pagine, dove Anna pa- dove avvengono le sintesi più significative della contemporaragona stilemi grafici, simboli, elementi che ri- neità, un segno vivo del presente su cui converge la memoria corrono casualmente tra una sfilata e l’altra. La culturale più significativa della nostra civiltà. rubrica nasce, infatti, dai backstage, dove lei e il suo fotografo Alfa Castaldi cercano di cattu-
di Elena Fochesato
Fonti: WGSN, i-D
anna piaggi: giornalista e icona di inarrivabile cultura estetica
ritratti di carta
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diana vreeland: “la moda è parte dell’aria che respiriamo, cambia in continuazione”
Fonti: dianavreeland.com
Nel 1962, dopo ventisei anni nella redazione di Harper’s Bazaar, passa al timone dell’edizione britannica di Vogue. Qui detta lo stile di un’intera epoca. Esprime il suo amore per l’arte, utilizzando per i suoi servizi artisti e attori. Rende tollerabile la figura della donna ambiziosa, lavorando con personaggi famosi come Twiggy, Barbara Streisand e Verushka. Grazie a Diana, Vogue stimola la fantasia e la passione del lettore, donandogli il mezzo che gli avrebbe permesso di viaggiare con la mente. È affascinata dalle cose più strane ed esagerate, come la pornografia e la chirurgia estetica. Nel numero di dicembre di Vogue America, infatti, rappresenta tutte le cose più straordinarie: gli occhi in tutte le loro forme e i coloratissimi fiori di Irving Penn, lasciando al lettore un alone di mistero. Insomma, sulle pagine di Vogue è stata capace di catturare lo spirito del tempo e fotografare i grandi mutamenti del Novecento, dalla Depressione alla rivoluzione sessuale. Nel 1971 viene licenziata da Vogue, poiché la rivista decide di voltare pagina. Il punto di vista della Vreeland e la sua concezione di rappresentare la moda come immagine e arte piuttosto che come sensualità del corpo non viene più percepito come moderno e originale. Ma l’imperatrice della moda non si ferma qui. Nel 1972, infatti, all’età di 70 anni, diventa consulente per il costume del Metropolitan Museum of Art di New York, curando mostre indimenticabili passate alla storia. Sotto la sua guida il Met diventa un importante centro di mostre ed esibizioni di moda. Le sue esposizioni trattano temi diversi: abiti e accessori del XVIII secolo, grandi stilisti come Yves Saint Laurent e Balenciaga. La Vreeland esprime il suo estro creativo aggiungendo musica e opere d’arte anche in queste esposizioni. Ciò le rende eventi imperdibili, ai quali nessuno può rinunciare.
Diana Vreeland è una delle personalità più influenti nel mondo della moda del Novecento. Nata a Parigi nel 1903 capisce subito che la bellezza è la sua vocazione e, trasferitasi a Londra, nel 1926 apre una boutique e conosce subito Coco Chanel. Considerata la signora meglio vestita nella scena mondana di New York, viene notata nel 1936 dalla direttrice di Harper’s Bazaar, la quale il mattino dopo le offre il lavoro di editor di moda della rivista. È un esordio folgorante: la rubrica “Why Don’t You?”, da lei stessa idea“ NON BISOGNA MAI AVER PAURA DI ESSERE VOLGARI, ta, riscuote un successo immediato. SOLO DI ESSERE NOIOSI “ Diana dispensa consigli stravaganti per donne audaci, come per esempio: perché Da allora fino alla sua scomparsa, nel 1989, il suo indiscusso non indossare la frutta come cappello? Per- talento per la moda la eleva a icona e leggenda. La sua visione ché non dipingere la mappa del mondo sulle di un mondo reale e alternativo, in cui la donna è al massimo pareti della stanza dei bambini per non farli della sua espressione, la rendono una rivoluzionaria della moda crescere provinciali? Esprime, in questo modo, del XX secolo. il suo gusto per tutto ciò che è estremo e stra- Nel corso della sua carriera, Diana Vreeland ha plasmato due ordinario. Contribuisce a rendere popolari i delle riviste più importanti del secolo e ha fatto della moda blue jeans ed è pioniera delle scarpe basse e un tema importante in uno dei musei più influenti di New York. dei collant neri.
di Clara Motta
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fashion library
Cindy de la Hoz, Audrey e la Moda: A Fashion Love Affair
Iris Apfel, Icona per caso: Riflessioni di una star della terza età
Mondadori Electa, 2017
Harper Collins, 2019
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LO STILE DI AUDREY di Clara Marotta Questo libro rende onore al lavoro di Audrey Hepburn e Hubert de Givenchy sia sullo schermo sia nella vita. Insieme hanno reso popolari tendenze capaci di portare la moda nell’era moderna. Traccia un profilo dei sette film in cui hanno collaborato e parla dei loro successi in occasione di premiazioni, eventi e spettacoli. Presenta lo stile di Audrey che ha portato le donne a correre nei negozi nella speranza di catturare un po’ della sua magia negli anni Cinquanta e Sessanta e che oggi continua a ispirare e affascinare.
LA CLASSE NON HA ETÀ di Marta Peretti Libro interessante che trasmette positività, essendo l’autobiografia divertente e ironica di Iris Apfel. La copertina è bella e intrigante e anche per le foto all’interno del libro c’è la giusta armonia tra la parte scritta e quella fotografica, in modo tale che il lettore non si perda troppo. Il libro racconta la storia di un’icona di stile dei nostri tempi, dimostrando che l’età non deve essere un ostacolo ma un punto di forza.
Fabiana Giacomotti, La moda è un mestiere da duri: Gli anni Duemila del lusso italiano visti dietro le quinte
Maria Luisa Frisa, Le forme della moda: Cultura, industria, mercato: Dal sarto al direttore creativo Il Mulino, 2015
Rizzoli, 2017
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IL DIETRO LE QUINTE DELLA MODA di Elena Fochesato Nonostante la moda sia in apparenza leggera e divertente, perché deve sostenere un desiderio che non nasce da una necessità, questo libro ne mostra il dietro le quinte: oltre le crisi di nervi e l’ossessione per la bellezza, è un mondo caratterizzato da una disciplina militare e da fredda crudeltà, mosso principalmente dall’ossessione di fatturare e monetizzare ogni passo. La moda si interseca con la storia, l’economia, la società, l’arte, il cinema, il costume e la letteratura dettandone a volte le regole, ma anche venendone schiacciata.
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LA COMPLESSITÀ DEL FASHION SYSTEM di Andrea Giulia Vacca Questo libro racconta la complessità del fashion system di oggi: dal suo rapporto con il tempo al suo ruolo nel ridefinire genere e identità; dalle traiettorie globali del lusso alle nuove forme del vestire; dalle professioni emergenti alla moda intesa come sistema culturale e industriale, in cui si intrecciano marketing, comunicazione, cultura e business. Il compito principale di questo volume è dunque informare sul mondo della moda, da cui i giovani sono tanto attratti: cosa esso produce e in che modo esso muove l’economia e la società.
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Vanni Codeluppi, Moda e pubblicità: Una storia illustrata
Elsa Schiaparelli, Shocking Life Donzelli, 2016
Carocci editore, 2016
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UN LEGAME INDISSOLUBILE di Marta Francesi Il libro ripercorre l’evoluzione del rapporto indissolubile tra moda e pubblicità, illustrando l’intreccio tra storia, arte e costumi, da fine ‘700 ai giorni nostri. La pubblicità di moda ha anche contribuito al grande progresso della comunicazione pubblicitaria. Tutto questo viene presentato attraverso immagini che testimoniano questa crescita.
AUTOBIOGRAFIA DI UN’ARTISTA DELLA MODA di Alessia D’Angiolella Affascinante autobiografia di Elsa Schiaparelli, pubblicata per la prima volta nel 1954, racconta della sua ascesa, da un appartamento infestato dai topi a Roma, al successo nella moda, passando attraverso gli anni della guerra in cui ha lavorato per la Croce Rossa americana, al suo ruolo di designer che noi tutti conosciamo. Leggendarie le sue frequentazioni e collaborazioni con gli esponenti delle avanguardie artistiche, memorabile anche alcune sue frasi.
Elizabeth L. Cline, Siete pazzi a indossarlo! Perché la moda a basso costo avvelena noi e il pianeta
Nina Garcia, The Little Black Book of Style De Agostini, 2009
Piemme, 2018
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VIAGGIO NELLA FAST FASHION di Erica Benocci La giornalista parla della sua passata esperienza con la fast fashion: acquistando capi nelle catene come H&M, Zara e Forever 21 solo perché costavano poco, si è ritrovata con un guardaroba di bassa qualità e soprattutto non personalizzato. Le sue visite ad alcune fabbriche in Bangladesh e in Cina, dove vengono realizzati la maggior parte dei vestiti low cost, la spingono a cambiare stile di vita, comprando meno vestiti ma di qualità e ad adattare e personalizzare i capi che già aveva nell’armadio.
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IL FASCINO CHE È IN VOI di Stefania Furiosi “Nulla rende una donna più bella della convinzione di esserlo davvero” è una frase di Sophia Loren che Nina Garcia, una delle più importanti fashion editor del mondo, ha voluto citare nel suo libro. La scrittrice, infatti, vuole mettere in mostra il fascino che ogni donna ha dentro di se e invitarla ad esaltarlo al meglio. Il volume contiene interviste a stilisti e grandi nomi della moda, ritratti di star e icone di bellezza.