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• Massimo Lo Curzio
ICONOGRAFIA DELLA FORTIFICAZIONE
PERMANENTE OTTOCENTESCA DELLO
L
e fortificazioni edificate sulle due sponde dello Stretto di Messina nell’ultimo scorcio del XIX secolo per la difesa dai possibili aggressori del nuovo Stato unitario, vale a dire per l’unificato Regno d’Italia, sono essenzialmente, da un punto di vista strettamente militare e secondo l’ultima versione del Piano di Difesa nazionale proposto dalla Commissione mista per la Difesa ed approvato dal Parlamento, delle batterie da costa armate con cannoni e obici a lunga gittata o delle batterie di campagna a guardia delle vie d’accesso che attraversano i Monti Peloritani. Le caratteristiche d’impianto di queste strutture si basano sulla scelta strategica di progettare e realizzare fortificazioni permanenti non visibili dal mare, vale a dire dal naviglio dei potenziali assalitori, e di poter coprire con tiri incrociati uno specchio d’acqua che va dalla zona sud, laddove lo Stretto ha un’ampiezza di circa 10.000 m, fino alla zona di minore sviluppo, sul lato nord, che ha una larghezza minima di m 3.300. I dati formali di progettazione di queste batterie, unitamente alle soluzioni costruttive adottate, sono fondamentali per la definizione dei caratteri di questo particolare tipo di patrimonio storico e architettonico e possono essere riproposti attraverso l’iconografia. Per iconografia si intende lo studio delle immagini, vale a dire il complesso di elementi esteriori che si possono riproporre in maniera sistematica attraverso gli schemi o i disegni originali delle singole istallazioni, i rilievi più recenti, le poche fotografie storiche e la documentazione fotografica dell’esistente. In merito ai disegni originali si riportano, nella maggior parte delle schede utilizzate per la descrizione sommaria di queste strutture, gli schemi planimetrici dei forti corredati in diversi casi da sezioni trasversali che fanno comprendere meglio i principi costruttivi e l’attacco a terra2. In realtà la documentazione di progetto, specie se si riscontrano i disegni esecutivi, era estremamente precisa ed adeguata a fornire indicazioni dettagliate da applicare in fase di realizzazione.
STRETTO1
Di particolare interesse sono i disegni e le rappresentazioni redatti in caso di tesi di laurea, spesso corredati dalla costruzione del modello tridimensionale dell’opera. Localizzazione e sequenza dei materiali iconografici e descrittivi Per riportare in maniera coerente il complesso delle batterie edificate a partire dal novembre 1884 ed avviate ad esecuzione entro il 1890 si possono utilizzare due tipi di elencazione: quella di numerare e considerare queste strutture in ragione della posizione sui due versanti dello Stretto o piuttosto quella che li elenca secondo la data di avvio dei lavori. La prima soluzione si basa sul dato localizzativo – topografico, la seconda privilegia il dato storico - costruttivo. Per le caratteristiche fisiche delle batterie si preferisce in questo caso utilizzare la seconda possibilità dato che la data d’impianto serve anche a riscontrare il tipo di costruzione adottato a seconda del modello ritenuto più idoneo. Complessivamente, nel penultimo decennio dell’800, sono state edificate ex-novo, a difesa dello Stretto e del territorio limitrofo, 20 fortificazioni. Di queste 12 sul territorio siciliano e 8 sul territorio calabrese. A queste se ne sono aggiunte altre due nei venticinque anni successivi: la batteria Antennamare sulla costa siciliana e la batteria Sbarre su quella calabrese3. Le definizioni adottate dall’Esercito indicano queste costruzioni come “batterie da costa” o, più raramente, come “forti”. La variazione di dizione che viene talora utilizzata non è legata ad una particolare motivazione, ma si deve piuttosto intendere collegata a valutazioni occasionali dell’autore dei resoconti. Per rispettare la logica degli impianti e le denominazioni utilizzate nei documenti originari ci sembra opportuno indicarle come batterie. Per agevolare la lettura di queste batterie si è fatto uso, nelle schede illustrative che seguono, così come negli elenchi, tanto di una numerazione progressiva generale
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che segue la cronologia delle realizzazioni che di una ulteriore numerazione che segue la stessa logica ma che tiene conto della localizzazione regionale. Si identificano pertanto come 1S, 2S, 3S, ... ecc. le batterie poste sulla costa siciliana e come 1C, 2C, 3C, ... ecc. quelle poste sulla costa calabrese. Tutte le indicazioni generali e le notazioni sull’armamento sono tratte dalla documentazione esistente presso gli archivi dell’Istituto Storico della Cultura dell’Arma del Genio (ISCAG) di Roma, detentore dell’intero patrimonio di dati relativi a queste realizzazioni, essendo stato dispersa o distrutta buona parte dell’ampia documentazione amministrativa e progettuale un tempo disponibile e depositata presso gli Uffici dell’Arma del Genio di Messina e Reggio Calabria. Una notazione particolare riguarda il fatto che le batterie edificate erano essenzialmente concepite come “macchine da guerra” che avevano il ruolo di sparare sul naviglio militare e molto poco concedevano a quelle che possiamo definire come esigenze degli addetti o delle truppe. Di fatto il presidio di ogni batteria, spesso strutturato sulle attività di un centinaio o più addetti, uomini di truppa o ufficiali, come è indicato nelle schede delle singole strutture, veniva prevalentemente ricoverato in maniera precaria, con abbondanza di giacigli “su paglia e terra”, in caso di guerra o di esercitazioni. Una doverosa considerazione riguarda il fatto che si è riportato come principale identificativo il nome dell’impianto utilizzato nei documenti originari, generalmente corrispondente ad un toponimo (come Monte Gallo, Poggio Pignatelli, Monte dei Centri, ecc.) mentre successivamente, alla fine degli anni ’20 del secolo scorso, le varie batterie vennero ribattezzate dedicandole a generali o a importanti figure dell’Esercito 4. Considerato il fatto che in diversi casi il nome oggi utilizzato riguarda la seconda denominazione, per agevolare l’identificazione delle strutture si sono riportate, nella tabella e nelle schede, le due differenti intestazioni. Nella planimetria generale delle istallazioni sono considerate le strutture progettate e realizzate nella fase storica indicata. Resta il fatto che, nello stesso periodo o successivamente, sono state realizzate altre opere come trasformazione/ricostruzione su istallazioni militari preesistenti, come ad esempio il Semaforo di Monte Spuria che altro non era che la ricostruzione di un preesistente fortino inglese. A queste si aggiungono altre strutture edificate nel periodo immediatamente anteriore alla prima guerra mondiale come la batteria Sbarre, costruita a poca distanza da Reggio Calabria in direzione sud.
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che e il montaggio di batterie, a Messina, sul forte Gonzaga, sulla Cittadella, sul forte San Salvatore. Si fa presente che per la redazione delle schede si sono utilizzate le dizioni presenti nei registri conservati all’ISCAG e che per la descrizione sommaria degli impianti si è riportata la scheda di sintesi, anch’essa tratta dagli archivi ISCAG con i grafici redatti generalmente in scala 1:2000. Le planimetrie delle batterie sono generalmente redatte in due versioni. La prima denominata “icnografia” riprende la complessiva forma della struttura in ragione delle opere esterne visibili con spalti e coperture di casamatte. Le seconda, denominata “pianta delle murature” indica la costruzione delle strutture verticali. Ovviamente quanto non è visibile né documentabile in una pianta appare nell’altra. La somma dei dati dà la configurazione completa dell’architettura militare con le sue parti costitutive.
Viabilità d’accesso Non fanno parte del repertorio di materiali, se non per una elencazione sommaria posta di seguito, i dati relativi alla realizzazione della viabilità d’accesso ai forti, assolutamente fondamentale per la costruzione e l’utilizzo degli stessi. Questa viabilità è, a sua volta, da considerare come la più recente occasione di attrezzatura delle coste dello Stretto con dei percorsi di accesso alle sommità dei rilievi collinari più importanti. Riveste pertanto anch’essa, al pari del patrimonio espresso dai forti, una singolare valenza ambientale. In alcuni casi le strade militari costruite negli ultimi due decenni dell’800 sono servite, oltre che a rendere accessibili i forti, alla esecuzione di opere di sistemazione e consolidamento di percorsi e sentieri storici. Così come non è certamente secondario il fatto che in questa occasione si sia riorganizzata completamente una trama di percorrenze di rilevante importanza. Si pensi alla ridefinizione di percorsi di crinale delle colline che fronteggiano lo Stretto e alla realizzazione, ad esempio, della strada che collega, a Messina, forte Ogliastri a forte S. Jachiddu o, nel bel mezzo dei Peloritani, ai diversi chilometri di strada che portano, in mezzo ai boschi, al forte Campone posto nel territorio del comune di Villafranca Tirrena. Lo stesso tipo di ragionamento si può fare per le strade poste sul versante calabrese dello Stretto, come ad esempio la strada per Matiniti superiore nel comune di Campo Calabro, o quella per Pentimele nord e sud6. La realizzazione di strade di accesso e servizio ai forti non rispondeva peraltro ad uno standard basso di realizzazione ma, dovendo essere queste percorse da carri con affusti, attrezzature e approvvigionamenti, nascevano come opere durevoli e ben eseguite, in genere con il fondo realizzato con acciottolato di grossa pezzatura e con adeguate canalizzazioni di raccolta dell’acqua piovana realizzate interamente in muratura di pietra.
Una disamina differente riguarda le opere progettate e localizzate nella prima fase di attività della Commissione Ministeriale e non edificate perché stralciate in fase di redazione del definitivo piano di costruzione delle fortificazioni permanenti dello Stretto5.
Armamento
All’attività di costruzione ex-novo di opere militari si affiancò la messa a punto di interventi sulle strutture storiche preesistenti che in particolare comportò le modifi-
I dati relativi all’armamento, data la funzione bellica delle batterie, sono importanti perché si intersecano in maniera precisa con i dati architettonici. In particolare la
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forma, come elemento di disegno fondamentale, assume una determinata configurazione in ragione della conformazione del sito, della giacitura d’impianto e dei settori di tiro coperti dalle differenti postazioni. L’armamento principale riguardava il fronte mare, l’armamento secondario le parti più significative dei fronti laterali da difendere nel caso di attacco da terra. Gli armamenti sono, a loro volta, direttamente proporzionali alla distanza dell’istallazione dal mare o dal fronte da proteggere. A seconda del tipo di tiro da effettuare era previsto l’utilizzo di obici o mortai, per la maggior parte dei casi ed in relazione al tiro parabolico sullo Stretto, o di cannoni nel caso che l’area da coprire fosse in posizione più ravvicinata e necessitasse di tiro più teso.
Dati tecnici I dati che si riportano relativamente ad armamento e caratteristiche tecniche sono stati tratti dalle schede presenti negli archivi dell’ISCAG e redatte in diversi periodi. In particolare sono stati riscontrati i dati di sintesi desunti dalle schede di fine ‘8007 e da quelle degli anni ’20 del secolo scorso8. Dal confronto tra le differenti schede si vedono, in alcuni casi, le variazioni d’armamento ed alcune trasformazioni operate. Per facilità di riscontro si sono distinti i dati generali di progetto, quelli sull’armamento e i dati sugli appalti. In particolare la scheda storica di corredo riporta i dati relativi allo “scopo”, come dire alla finalizzazione difensiva dell’opera, alla “situazione degli studi”, che oggi identifichiamo meglio come “appalto e adempimenti”, agli importi delle opere, alle indennità di espropriazione, all’armamento previsto. Le date di costruzione, che sono state riprese dal documento più recente (1920), rivelano in molti casi una velocità di realizzazione delle opere oggi difficilmente praticabile. C’è però da dire che dopo l’ordine di realizzazione definitiva delle fortificazioni permanenti dello Stretto del 18869 si richiese un impegno delle somme stanziate entro la fine del 1889. Quest’obbligo fece si che si accelerassero tutte le procedure e che l’Arma del Genio destinasse alla direzione dei lavori anche tecnici esterni incaricati a questo scopo10. A maggior ragione per l’attività dei cantieri si utilizzò un rilevante numero di operai e tutte le attività vennero assoggettate alla supervisione tecnica di un ispettore che aveva il mandato specifico di portare tutto a compimento per il 1890. Questa data fatidica di chiusura dei lavori su ritrova spesso impressa nel blocco di fine corsa del battente del cancello esterno delle batterie, realizzato in fusione di ghisa. Sulla modifica della tipologia d’impianto. Due ipotesi Dalla sequenza delle schede illustrative e dal controllo dei dati apparirà chiaro che per i due forti più importanti di Matiniti superiore e Polveriera i lavori sono stati avviati nel 1884 e conclusi quattro anni dopo, come peraltro testimoniano alcune targhe sui fronti d’ingresso. Mentre per tutti gli altri si è fatto ricorso a quella che possiamo definire la seconda fase, che copre il periodo che va dal 1886 al 1890, e che è stata avviata con il documento d’ordine del maggio 1886.
6. Essendoci una rilevante differenza di impianto e tipo edilizio tra i due grandi forti di Matiniti superiore e Polveriera e tutte le altre realizzazioni è lecito ritenere che la modifica del programma - e della tipologia delle opere - fosse stata effettuata quando i lavori delle due costruzioni principali erano già avviati e facevano capire l’entità delle somme effettivamente necessarie rispetto alle previsioni di spesa. Ciò significa che, a lavori avviati nelle due realizzazioni più significative, viene cambiato il programma costruttivo guardando ad interventi di minore entità fisica e meno gravosi. Il progetto originario del sistema delle fortificazioni permanenti dello Stretto non viene annullato o disatteso, ma piuttosto è oggetto di un ridimensionamento dell’impegno di spesa messo a punto con l’utilizzo di un tipo di fortificazione tale da consentire, a parità di prestazioni, realizzazioni dimensionalmente ed economicamente meno onerose. Non si capirebbe altrimenti, se non per una significativa variazione del programma originario, per quale motivo si sarebbero modificati i modelli architettonici di riferimento e le relative scelte d’impianto. C’è altresì da dire che questa valutazione, non avendo a disposizione documenti che la supportano, viene manifestata come ipotesi di interpretazione attendibile per la dinamica delle variazioni delle opere e che permette di motivare la grande differenza tra la progettazione delle due prime realizzazioni e buona parte delle successive costruzioni di media e piccola grandezza. Volendo portare alle estreme conseguenze questo ragionamento possiamo formulare un’ulteriore ipotesi in merito al tipo di progetto che originariamente si voleva utilizzare per buona parte degli interventi. Con tutta probabilità il tipo prescelto per un certo numero di istallazioni più prossime alla costa era quello realizzato per le opere di Matiniti inferiore e Poggio Pignatelli, vale a dire il modello da utilizzare per batterie di media dimensione coronate da fossato continuo. L’ipotesi che fosse questo uno dei modelli d’impianto originariamente scelti e successivamente non realizzato più in maniera massiccia deriva da due considerazioni palesi: la prima legata alla data di avvio dei lavori (25 gennaio 1888) ancora prossima all’ordine di realizzazione della difesa dello Stretto; la seconda al costo delle opere. Di questo modello, generalmente proposto per batterie di pianura, i progettisti dell’Arma del Genio recepivano sostanzialmente la chiusura esterna completa accentuata da un fossato perimetrale continuo, l’uso di un corpo di fabbrica casamattato ricco di ambienti e il ricorso a più livelli di sistemazione. Sulla scelta di questo tipo di modello per la progettazione delle opere, tanto di maggiore che di minore entità, non ci sono certamente dubbi se consideriamo la tavola XXII del testo del Borgatti che, alla figura 233 pone questa intestazione: “tipo di opera staccata prussiana con batterie annesse adottato per campi trincerati italiani”11. Tanto per non lasciare dubbi sulla planimetria del modello prussiano l’autore nel testo è ancora più esplicito: “Questo tipo di opera, studiato nelle sue linee principali dal
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Tunckler predetto, è conosciuto sotto il nome di forte tipo Tunckler, ed ancora sotto quello di forte tipo prussiano, per lo Stato che ne fece grande applicazione (con varianti) a Colonia, a Strasburgo, a Metz, ecc. Da noi fu imitato a Roma ed a Mestre. La linea di fuoco segue la magistrale, la quale ha tracciato trapezoidale o pentagonale, secondochè il fronte principale fu tenuto rettilineo, od a saliente. Il fronte di gola è poligonale, o tanagliato, o bastionato. L’armamento risulta dallo specchio annesso alla figura, ed è disposto sul fronte principale e sui fianchi, esclusi i pezzi da campagna, che armano la gola”12.
Il testo del Borgatti non fa che confermare che già dal 1868 una direttiva aveva suggerito l’uso del modello prussiano, abbondantemente utilizzato a Roma13 e Mestre. La dimostrazione dell’elevato costo delle opere ispirate al modello prussiano è molto semplice e si può fare utilizzando i dati relativi ai costi delle due batterie di Matiniti inferiore e Poggio Pignatelli. D’altra parte le due batterie calabresi di Matiniti inferiore e Poggio Pignatelli sono tra le prime posizionate a breve distanza dalla costa ad essere costruite, come “batterie basse”, considerato il fatto che precedentemente, dato l’avvio dei lavori delle grandi batterie di Matiniti superiore (Siacci) e Polveriera (Masotto) erano stati avviati i lavori solo per altre due batterie sulla costa sicula: la Menaja (Crispi) dall’agosto 1887 e la Pietrazza dal mese di gennaio del 1888. Queste due batterie, per il posizionamento altimetrico elevato sul livello del mare avevano però un’impianto assolutamente differente. Al contrario le batterie di Matiniti inferiore e Poggio Pignatelli, oltre a far parte di un unico appalto di lavori, indicano un impianto assolutamente analogo e che si può intendere corrispondente o simile, se pur in scala ridotta, al modello dei due forti più grandi iniziati nel 1884 e che si ispiravano direttamente alle soluzioni tipiche del modello di scuola neotedesca prossimo alle teorizzazioni del Tunckler. Di fatto l’appalto dei due forti avvenne contemporaneamente e comportò una spesa complessiva di lire 1.486.187,23, incluse lire 46.187,23 di espropri. Ciò significa che mediamente ognuna di queste batterie completa costò poco più di 743.000 lire. Se si considera che le restanti batterie previste dal programma ebbero un costo medio oscillante dalle 350.000 alle 500.000 lire14 possiamo dire che modificando il modello d’impianto, ed utilizzandone uno meno invasivo e più economico, il costo medio di una istallazione si venne a ridurre di oltre il 40%. Ma il problema non era evidentemente solo economico perché la messa a punto di un tipo più adeguato alla situazione è effettivamente dimostrabile come contributo innovativo dei progettisti che finalmente, possiamo dire, provvedono a progettare degli impianti senza dover necessariamente pagare un tributo ai modelli tipici della scuola neotedesca che avevano proprio nel fossato perimetrale continuo uno degli elementi caratteristici irrinunciabili.
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In buona sostanza ci sembra opportuno rilevare che con questa occasione la capacità di elaborazione dei progettisti dell’arma del Genio fa un passo avanti, non essendo più agganciata a modelli bloccati, come quello di fortificazione neo tedesca applicato pedissequamente nei forti del campo trincerato di Roma. La diminuzione del costo della singola fortificazione si avrà a partire da quella data con la messa a punto di un modello assai più flessibile ed adattabile alla giacitura dei terreni delle due coste dello Stretto. In particolare la soluzione vincente - quella per la quale riteniamo queste strutture estremamente significative e poco invasive - sarà di eliminare l’oneroso (e inutile) fossato perimetrale continuo che resta sul solo fronte d’ingresso e di incassare gli altri tre fronti. Il fossato sugli altri tre fronti non visibili sarà realizzato, privo di muri di scarpa e controscarpa, di dimensioni più limitate, e utilizzato sostanzialmente come canale di raccolta dell’acqua meteorica. Sarà in ogni caso protetto, sul lato monte, da un sistema di sbarramento metallico atto ad impedire la salita dei nemici. La costruzione, vista nelle sue caratteristiche generali, diviene ora essenzialmente ipogea per la posizione degli ambienti sotto i tre fronti degli spalti e la soluzione risulterà tecnicamente appropriata perché, a conti fatti, la non visibilità dallo Stretto delle opere non sarà solo una soluzione militare legata alla strategia di difesa ma sarà il carattere specifico (e non invasivo) che confermerà la complessiva appropriatezza di progettazione e realizzazione.
• Massimo Lo Curzio
6. ranea (teorica e applicata), Torino 1898, tavola XXII, fig.233. 12
Ivi, pag. 216 e 217.
13 Cfr.: G. Giannini., I Forti di Roma Il sistema di difesa intorno alla città costruito dal regno d’Italia dopo la Breccia di Porta Pia, Roma 1998. I forti del campo trincerato di Roma vennero costruiti tra il 1868 e il 1870.
Note 1 Lo spoglio e le trascrizioni dei documenti tratti dagli archivi dell’ISCAG e utilizzati per le schede delle singole batterie si devono a Vincenzo Caruso.
14 Questo tipo di ragionamento è evidentemente possibile oggi, dato che abbiamo la possibilità di riscontrare tutti i dati relativi all’effettivo costo delle opere ed all’epoca è stato presumibilmente frutto di una valutazione generale di stima.
2 Le planimetrie e i disegni utilizzati nella redazione delle schede relative ai diversi forti e rintracciate negli archivi dell’ISCAG, sono o elaborati di progetto o documentazione grafica di sintesi che corredava le schede redatte dall’Arma del Genio negli anni 1890, 1904 e 1920. 3 La batteria (o fortino) Antennamare è stata costruita negli anni 1901-1903; la batteria Sbarre è stata costruita tra il 1912 e il 1914. 4 Nell’appendice è riportato l’elenco delle nuove intestazioni degli impianti con una breve notazione biografica delle personalità alle quali erano stati dedicati. 5 Nel trentennio di attività della Commissione permanente per la Difesa, molte discussioni modificarono l’entità dei lavori da effettuare in ragione delle disponibilità economiche del momento. 6 La realizzazione della viabilità d’accesso con strade militari riservate aveva reso utilizzabili punti delle due coste dello Stretto di Messina assolutamente vergini ed incontaminati. Ancora oggi la viabilità realizzata consente l’accesso ai diversi siti delle batterie e risulta praticabile. D’altra parte l’esigenza di poter movimentare affusti di obici e cannoni, munizioni e derrate aveva fatto utilizzare accorgimenti tecnici di tutto rispetto. 7 ISCAG, Genio Militare, Direzione di Messina, Anno 1889, II semestre – 1 gennaio 1890, Registro dei progetti di fortificazione in corso di Studio e di esecuzione; ISCAG, Difesa delle Coste, Armamenti previsti per la Costa Sicula e la Costa Calabra, Commissione composta dal capo di Stato Maggiore della Divisione, dal Direttore Territoriale d’Artiglieria, dal Direttore Territoriale del Genio, dal Comandante Territoriale del Genio, Presidente il Comandante della Divisione, Messina 17.05.1890. 8 ISCAG, Registro delle Opere di difesa dello Stretto, Messina 12.12.1920. Si tratta di un documento di rilevante interesse che riserva ad ogni realizzazione due pagine contigue. Nella pagina sinistra sono riportati i dati relativi agli armamenti delle batterie con tre colonne corrispondenti a: Fronti; bocche di fuoco; obiettivi. Nella pagina sinistra sono riportate due colonne, la prima riservata alla descrizione dei locali interni e del munizionamento, la seconda riservata alle annotazioni. 9 Ordine di precedenza per l’inizio dei lavori nell’area dello stretto di Messina trasmesso con dispaccio n.2018 del 17.02.1886. 10 La nuova procedura dell’incarico della direzione dei lavori a tecnici esterni non fu fatto tipico della realizzazione delle opere nella Piazza di Messina, ma fu una scelta generale applicata in diverse realtà, come a Roma nella realizzazione del campo trincerato. 11
Cfr.: M. Borgatti, La fortificazione permanente contempo-
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Batterie della zona falcata di Messina
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Meritano una particolare attenzione i progetti di alcune opere non realizzate, ma ritenute per diversi anni strategicamente rilevanti, come le batterie progettate per la zona falcata di Messina. Per la migliore risposta ad un eventuale attacco nemico era stato concepito un sistema di potenziamento delle fortificazioni della falce del porto di Messina già difesa dalle strutture storiche di forte San Salvatore, della batteria Lanterna, costruita a protezione della secentesca Lanterna del Montorsoli e della Cittadella costruita dagli Spagnoli su progetto di Carlos Grunenberg dopo la repressione della rivolta antispagnola del 1674-78. In particolare i progettisti del Genio avevano pensato di realizzare ben tre batterie che dovevano rendere l’intera curva della falce del porto come una sorta di struttura difensiva continua e inespugnabile. Questo tipo di previsione non si realizzò, presumibilmente per il taglio dei finanziamenti del programma di costruzione delle fortificazioni permanenti a guardia dello Stretto. I disegni di queste opere reperiti all’ISCAG risultano però di assoluta importanza e frutto di una progettazione esecutiva assai dettagliata. Splendidi disegni per tre opere che non vedranno mai la luce. Rispetto alle altre fortificazioni a difesa dello Stretto queste
costituivano un azzardo perché di fatto erano posizionate direttamente sul mare e protette da spalti e riempimenti che ne avrebbero dovuto consentire la sopravvivenza. Le tre batterie venivano indicate, a partire dalla punta della falce, come “batteria tra il forte San Salvatore e il Lanternino”, “batteria Lanternino”, mentre la terza istallazione, di forma poligonale assai allungata, veniva ripartita al suo interno in due altre batterie denominate “S. Ranieri” e “Porta Grazia”. Le prime due erano posizionate tra il forte San Salvatore e la Lanterna del Montorsoli mentre la terza doveva di fatto coprire la cospicua distanza esistente tra la Lanterna e la Cittadella. Utilizzavano un impianto rettangolare regolare di derivazione prussiana che, nel caso dell’ultima, doppia, ripartiva al suo interno le due zone funzionali intorno a corti con accessi indipendenti. Le valutazioni di previsione si basavano da un lato sulla certezza che questo tipo di realizzazioni potessero essere efficaci malgrado la loro facile possibilità di identificazione, dall’altro sul fatto che alcuni ritrovati bellici di tipo “più avanzato”, come l’uso di batterie coperte da cupole corazzate, potesse rendere sicure opere intrinsecamente non difendibili per la loro posizione.
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S T R E T TO
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Nella pagina precedente: Tavola originale di progetto delle batterie da realizzare nella zona falcata, Arma del Genio 1881, ISCAG - Roma In questa pagina: Particolare della batteria posta tra la lanterna del Montorsoli e la Cittadella, a sua volta strutturata su due differenti batterie denominate San Ranieri e Porta Grazia Particolare delle due batteria poste tra la Lanterna e il forte San Salvatore
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Le strade costruite per l’accesso ai forti Si riportano di seguito i dati generali relativi alla realizzazione della viabilità d'accesso alle differenti batterie poste a guardia dello Stretto. (Fonte: ISCAG, Genio Militare, Direzione di Messina, Anno 1889, II semestre - 1 gennaio 1890, Registro dei progetti di fortificazione in corso di Studio e di esecuzione.)
Opera: Strada Militare di accesso alla Batteria MONTE GIULITTA Data di inizio dei lavori: 16 gennaio 1887 Data di compimento dell'Opera: 23 maggio 1888 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 20.000 Ammontare dei costi dei lavori: £. 24.000 Totale: £. 44.000 Opera: Strada Militare BORDONARO - PIETRAZZA Data di inizio dei lavori: 10 giugno 1887 Data di compimento dell'Opera: 11 settembre 1887 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 48.000 Ammontare dei costi dei lavori: 65.708,72 Totale: £. 113.708,72 Opera: Strada Militare dalla Comunale Campo Melia alle Batterie MATINITI INFERIORE e POGGIO PIGNATELLI Data di inizio dei lavori: 14 luglio 1887 Data di compimento dell'Opera: 11 settembre 1887 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 17.132,50 Ammontare dei costi dei lavori: £. 69.865 Totale: £. 86.997,50 Opera: Strada Militare dal Villaggio Ritiro all'altura S. JACHIDDU per l'accesso alla Batteria che dovrà sorgere sull'altura stessa Data di inizio dei lavori: 31 agosto1887 Data di compimento dell'Opera: 31 ottobre 1888 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 80.000 Ammontare dei costi dei lavori: £. 110.000 Totale £. 190.000 Opera: Lavori a Sicurezza della ferrovia Messina-Palermo sulla strada militare Noviziato Monte Piselli Data di inizio dei lavori: 15 ottobre 1887 Data di compimento dell'Opera: 20 giugno 1889 Ammontare dei costi dei lavori: 13.473,40 Opera: Lavori a consolidamento della Strada Militare MONTEPISELLI - NOVIZIATO Data di inizio dei lavori: 7 dicembre 1887 Data di compimento dell'Opera: 20 giugno 1888 Ammontare dei costi dei lavori: 35.969,84 Opera: Lavori a consolidamento della Strada Militare S. RIZZO - ANTENNAMARE Data di inizio dei lavori: 7 dicembre 1887 Data di compimento dell'Opera: 20 giugno 1888 Ammontare dei costi dei lavori: £. 35.969,84
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Opera: Lavori a consolidamento della Strada Militare MONTEPISELLI - NOVIZIATO Data di inizio dei lavori: 30 aprile 1888 Data di compimento dell'Opera18 giugno 1888 Ammontare dei costi dei lavori: £. 11.909,79 Opera: Strada Militare dalla Comunale Villa S. Giuseppe Rosali al Piano di Arghillà Data di inizio dei lavori: 1 agosto 1888 Data di compimento dell'Opera: 8 novembre 1888 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 14.928,00 Ammontare dei costi dei lavori: £. 22.953,65 Totale: £. 37.881,65 Opera: Strada Militare dalla Provinciale Archi-Reggio all'ALTURA DI PENTIMELE Data di inizio dei lavori: 1 luglio 1889 Data di compimento dell'Opera: / Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 24.000 Ammontare dei costi dei lavori: 80.000 Totale: £. 104.000 Opera: Strada Militare d'accesso alla Batteria MONTE GALLO Data di inizio dei lavori: 8 luglio 1889 Data di compimento dell'Opera: al 1 gennaio 1990 risulta già compiuta Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 40.000,00 Ammontare dei costi dei lavori: £. 96.000,00 Totale: £. 136.000,00 Opera: Strada Militare MENAIA-MESSINA per Valle Annunziata Data di inizio dei lavori: 10 settembre 1889 Data di compimento dell'Opera: 31 ottobre 1889 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 60.000 Ammontare dei costi dei lavori: 70.000 Totale: £. 130.000 Opera: MAGAZZINO DA POLVERE non alla prova della capacità di 100 tonnellate sulla costa calabra dello Stretto di Messina Data di inizio dei lavori: 10 ottobre 1889 Data di compimento dell'Opera: 31 gennaio 1890 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 4.500 Ammontare dei costi dei lavori: 41.000 Totale: £. 45.500 Opera: Interruzione GALLERIA DEI PELORITANI Scopo: Precludere al nemico l'accesso alla Piazza di Messina in caso messa in difesa di quest'ultima. Data di inizio dei lavori: 31 dicembre 1889 Data di compimento dell'Opera: gennaio 1990 Ammontare dei costi dei lavori: £. 1.500,00
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Localizzazione batterie
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BATTERIA MATINITI SUPERIORE - Siacci
1-1C
Batteria da Costa MATINITI SUPERIORE (Siacci) Piazza di Messina - Costa calabra, Comune di Campo Calabro Data costruzione
1884-88
Presidio
4 ufficiali, 300 uomini di truppa
Capacità di ricovero
450 uomini nella batteria su paglia a terra
Utilizzo
Inutilizzata
Conservazione Buono stato di conservazione delle strutture e delle parti. È identificabile tutto l’impianto e sono accessibili tutti gli ambienti. Notevoli caratteristiche costruttive che indicano una rilevante accuratezza di progettazione ed esecuzione.
È la fortificazione dello Stretto più sconvolgente per dimensioni e caratteristiche architettoniche. Paragonabile solo al forte Polveriera posto nella frontistante costa siciliana. Si basa su un impianto quadrangolare con un lato non allineato e corrisponde pertanto, geometricamente, ad un trapezio rettangolo. A questa forma è planimetricamente giustapposta una figura triangolare corrispondente alla forma di un fossato di protezione. Questa soluzione è utilizzata con simile configurazione nel forte Polveriera. Ambedue i forti hanno la caratteristica di essere completamente cinti dal fossato protettivo. La sua grande dimensione consentiva, per la presenza di una miriade di ambienti posti a vari livelli, una ricettività pari ad oltre trecento un uomini di truppa. È architettura complessa e significativa per l'articolazione dei piani e delle strutture. Gli ambienti godono di un elevato livello di finitura. Per il tiro sul fossato sono state previste due caponiere di differente forma. La prima, più tradizionale, protegge il braccio nord del fossato; la seconda, molto ampia e strutturata con una forma simile ad una lunetta curvilinea, proteggeva contemporaneamente, con differenti postazioni di tiro, i due fianchi del fossato rivolti ad ovest e sud. La forma triangolare corrispondente al blocco giustapposto sul lato monte aveva la funzione di salvaguardare il fossato nella zona d'ingresso. La sequenza degli ambienti è di rilevante sviluppo e, considerato il fatto che vengono utilizzati due livelli sovrapposti, indica una significativa possibilità di utilizzo. Matiniti Superiore e la Polveriera sono, a conti fatti, le due più importanti istallazioni belliche dello Stretto, probabilmente le uniche che si dovrebbero chiamare “forti”, per la presenza di molti spazi interni, essendo tutte le altre essenzialmente “batterie”, strutture legate alla funzione unica di postazioni da tiro. Da un punto di vista strettamente tipologico è da considerare tra le progettazioni dell'Arma del Genio ispirate ai modelli della scuola prussiana.
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Massimo Lo Curzio - ICONOGRAFIA
D E L L A F O RT I F I C A Z I O N E P E R M A N E N T E O T TO C E N T E S C A D E L L O
Scopo: Battere un settore di 120° sullo specchio d’acqua antistante alla spiaggia e compreso all’incirca tra Villa S. Giovanni e Torre Cavallo. Situazione degli studi (Appalto e adempimenti):: Contratto Ditta Magnani cav. Luigi in data 7/9/1884 approvato con D. M. del 10/10/1884 n° 84. Somma contrattuale approvata sul cap. 51 del bilancio 1884/85 relativa ad un progetto per tiro a puntamento diretto, trasformabile per il tiro a puntamento indiretto £. 1.950.000. In base alle apposite norme emanate dal Comitato d’Art. e Genio nel 1885 fu redatto un nuovo progetto per il tiro a puntamento indiretto e fu approvato con Dispaccio Ministeriale del 11/11/1885 n° 14981 e con lo stesso Dispaccio, la suddetta somma stanziata fu ridotta a £. 1.700.000. Somma autorizzata nel limite medio contrattuale con dispaccio del 25/4/1887 n° 5702 per lavori da eseguirsi in più in base a questo ultimo progetto £. 39.000. In seguito al Dispaccio Min. del 25/5/1887 n° 7235 ris. diretto al Comitato d’Art. e Genio, fu redatto un nuovo progetto, trasformando il precedente ed adottando il puntamento diretto. Tale trasformazione fu approvata dal Ministero della Guerra con Dispaccio del 21/7/1887 n° 10399, con cui veniva stanziato un nuovo assegno di £. 54.000. Totale degli assegni stanziati £. 1.793.000. Data dell’ordine dello studio: Dispaccio Min. del 17 settembre 1882 n° 9456 ris. Div. Min. Genio Data dell’approvazione del progetto: Dispaccio Min. del 16 luglio 1884 n° 535 Div. Serv. Terr. Amm. Data di inizio dei lavori: 1 novembre 1884. Data di compimento dell’Opera: metà luglio 1888 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 95.984,61 Ammontare dei costi dei lavori: £. 1.793.000 Totale 1.888.984,61 Armamento: con Dispaccio Min. del 17/2/1886 n° 2018 ris. fu stabilito il seguente armamento 10 obici da cm. 28 GRC ret 2 cannoni da cm 12 GRC ret 4 cannoni da cm 9 BR ret 2 mortai da 15 Krupp
S T R E T TO
6.
1.1 vista dello Stretto dalla batteria 1.2 ingresso monumentale 1.3 corridoio del primo corpo da fabbrica 1.4 foto storica con armamento, scattata presumibilmente tra le due guerre mondiali 1.5 planimetria 1.6 sezioni trasversali
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BATTERIA POLVERIERA - Masotto
2-1S
Batteria da Costa POLVERIERA (MASOTTO) Piazza di Messina – Costa sicula, Comune di Messina Data costruzione
1884-88
Presidio
2 ufficiali, 130 uomini di truppa
Capacità di ricovero Utilizzo
per 1000 uomini nella Batteria Inutilizzata, di difficile accessibilità
Conservazione Buono stato di conservazione delle strutture e delle parti. È identificabile l’impianto. Alle rilevanti caratteristiche costruttive che si percepiscono dall’esterno non corrisponde un grado di finitura completo per la mancanza delle finiture esterne sulla copertura degli ambienti voltati che corrispondono ad una significativa parte del corpo di fabbrica centrale.
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È la più grande fortificazione della costa sicula, simile e paragonabile per dimensioni e caratteristiche architettoniche solo all’impianto di Matiniti Superiore sulla costa calabra. Si basa su un impianto quadrangolare con due lati inclinati e corrisponde pertanto, geometricamente, ad un parallelepipedo. A questa forma è planimetricamente giustapposta, come a Matiniti superiore, una figura triangolare corrispondente alla forma di un fossato di protezione che si aggancia al restante fossato continuo che ne perimetra la sagoma. Per la difesa ed il tiro sul fossato sono state previste complessivamente quattro caponiere di differente forma. Le prime due, di tipo tradizionale, proteggono i bracci nord e sud del fossato; la seconda, molto ampia e strutturata con una forma simile ad una lunetta curvilinea, proteggeva contemporaneamente, con differenti postazioni di tiro, due fianchi del fossato. La forma triangolare giustapposta sul lato monte aveva la funzione di salvaguardare il fossato nella zona d’ingresso. La sequenza degli ambienti è di rilevante sviluppo e, considerato il fatto che vengono utilizzati due livelli sovrapposti, indica una notevole possibilità di utilizzo. La sua grande dimensione consentiva d’altra parte, per la presenza di un significativo numero di ambienti posti a vari livelli, una significativa ricettività.
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D E L L A F O RT I F I C A Z I O N E P E R M A N E N T E O T TO C E N T E S C A D E L L O
Scopo: difesa dello Stretto di Messina, con settore orizzontale di tiro di 120° da Torre Lobrato (mar Tirreno) a Sant’Agata (mare Jonio). Difesa di del terreno di accesso alla Batteria Somma contrattuale: approvata sul cap. 51 del bilancio 1884/85 £. 1.800.000. Situazione degli studi e dei lavori: Contratto Ditta Diara Rosario del 7 ottobre 1884 approvato con D. M. del 30/10/1884 n° 111. Idem il quinto in più facoltativo con Dispaccio del 19/1/1887 n° 624 £. 8.000 Idem con Dispaccio del 25/4/1887 n° 5702 £. 18.000 Idem con Dispaccio del 30/1/1888 n°1560 £. 128.524 Idem con lo stesso Dispaccio da spendersi a cottimo per l’impianto dei parafulmini £. 14.000 Idem con lo stesso Dispaccio da spendersi a cottimo per l’impianto dei casotti telemetrici £. 20.000 Con Dispaccio del 28/8/1888 n° 14091 (Dir Gen. Genio Div. Fabbr. Mil. e Fortific. Sez 2), essendo stato soppresso l’impianto del parafulmine il complesso delle somme assegnate si riduce di £. 14.000 Con Dispaccio del 5/2/1889 n° 1977 (Dir Gen. Genio Div. Fabbr. Mil. e Fortific. Sez 2) veniva assegnata la somma di £. 20.000 sul cap. 49 del Bilancio 1888/89 da spendersi a cottimo per il ripristino della Batteria nella parte danneggiata in seguito all’infortunio del 27 dicembre 1888 In seguito alle norme emanate dal soppresso Comitato delle Armi d’Art. e Genio nel 1885, circa alla costruzione delle Batterie da costa per tiro a puntamento indiretto fu eseguita la trasformazione del progetto in esecuzione mutandone l’armamento di 7 cannoni da 32 GRC ret. In 7 obici da 28 GRC ret. Una tale trasformazione è stata approvata dal Ministero della Guerra con Dispaccio del 4/2/1886 n° 1401 essendo rimasta intatta la primitiva somma contrattuale di £. 1.800.000. Con Dispaccio del 25/5/1887 n° 1235 diretto al Comitato di Art. e Genio, veniva ordinata l’adozione del tiro a puntamento diretto e compilato il relativo progetto di trasformazione; questo ne riportava l’approvazione con Dispaccio del 7/7/1887 n° 9687 pur rimanendo in questo caso intatta la primitiva somma contrattuale alla quale sono stati via via aggiunti gli assegni in principio accennati per sopperire alle maggiori costruzioni fatte per eseguire taluni lavori non preventivati e per ripristinare la Batteria nella parte danneggiata in seguito all’infortunio del 27/12/1888. Data dell’ordine dello studio: Dispaccio Ministeriale del 17/9/1882 n° 9456 Data dell’approvazione del progetto: Dispaccio M. del 3/7/1884 n° 8286 Data di inizio dei lavori: novembre 1884 Data di compimento dell’Opera: 4 agosto 1888 pronta ad essere occupata per l’uso a cui è destinata Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 80.453,74 Ammontare dei costi dei lavori: £. 1.925.531 Totale: £. 2.005.985 Armamento: Dispaccio Min. del 17 settembre 1882 n° 9456 ris. Div. Min. Genio 8 n° 2018 ris. viene approvato il seguente armamento: 8 obici da cm. 28 GRC ret 2 cannoni da cm. 15 GRC ret 4 cannoni da cm 12 GRG ret 4 cannoni da cm. 9 BR ret 2 mortai da 15 Krupp ret Munizionamento: per obici da 280: 1120 granate a polvere nera e 48 a fulmicotone per cannoni da 149 G: 380 granate a polvere, 380 shrapnel, 20° mitraglia Tipo di impianto telemetrico: Telemetro verticale Mod. 86 sistema Bracciolini Riserva d’acqua: 1 cisterna nella batteria della capacità di 2000 m3.
S T R E T TO
6.
2.1 particolare planimetria di progetto 2.2 ingresso monumentale 2.3 particolare del fossato continuo, fronte ovest 2.4 tavola di progetto con planimetrie e sezioni trasversali 2.5 foto storica delle postazioni armate, scattata presumibilmente tra le due guerre mondiali 2.6 foto storica degli spazi aperti al livello intermedio
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BATTERIA MENAJA - Crispi
3-2S
Batteria da Costa MENAJA (Crispi) Piazza di Messina – Costa sicula, Comune di Messina Data costruzione
1887-90
Presidio
4 ufficiali, 250 uomini di truppa
Capacità di ricoveri
130 uomini nella batteria su paglia a terra
Utilizzo
Precario da parte di utilizzatori non concessionari
Conservazione Danneggiata nel secondo conflitto mondiale mostra i segni di crolli in parti significative del corpo principale e della muratura del fossato posta verso nord. In condizioni di conservazione assai precarie necessita di significativi interventi di restauro e ricostruzione parziale per chiudere parti strutturali (volte e sezioni murarie) di facile aggressione da parte degli agenti atmosferici.
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Possiamo leggere le caratteristiche d’impianto esclusivamente dai pochi disegni disponibili e dalle foto d’epoca, dato che i danni prodotti nel corso dell’ultimo conflitto mondiale hanno menomato notevolmente la fabbrica. Dalle foto storiche appare una significativa organizzazione e finitura dello spazio centrale caratterizzato dalla possibilità d’accesso a molti ambienti posti in sequenza nel corpo di fabbrica centrale. La tessitura delle volte, la sequenza degli spazi e la pavimentazione in grossi blocchi squadrati di pietra basaltica indica una significativa rilevanza delle opere di finitura. Come tipo si accosta maggiormente all’impianto del forte calabrese di Matiniti inferiore per l’organizzazione del corpo di fabbrica centrale “casamattato”, vale a dire ricoperto da calcestruzzo e terra vegetale per un notevole spessore. Per il resto l’impianto è tipico, con tre fronti non visibili e ambienti ipogei e con il solo fronte d’accesso protetto dal fossato. L’accesso alle batterie in barbetta e la movimentazione dei pezzi era possibile per la presenza di un’unica rampa che consentiva la movimentazione degli affusti ed il posizionamento sugli spalti. Il fronte principale era attrezzato con otto pezzi d’artiglieria, sei obici rivolti verso mare e due cannoni verso il fianco destro.
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Scopo: Difesa dello Stretto di Messina con settore orizzontale di tiro di 100° dalla Lanterna di Capo Faro a quella del Porto di Messina Somma contrattuale: approvata sul cap. 49 del bilancio 1886/87 £. 1.750.000 e ridotta a £. 1.440.000 con Dispaccio del 18/5/1888 n° 7873 (Dir Gen. Genio Div. Fabbr. Mil. e Fortific. Sez 2) Situazione degli studi e dei lavori: Contratto ditta Chiocchi Antonio del 22 aprile 1887 approvato con D. M. del 17/5/1887 n° 157 In seguito al Dispaccio Ministeriale del 28/5/1887 n° 9235 ris. il progetto a puntamento indiretto è stato trasformato per il tiro a puntamento diretto, essendo rimasti invariati l’armamento e la somma contrattuale. Con Dispaccio Ministeriale n° 10532 richiamato nel foglio del Comando Terr. del Genio di Napoli del 25/1887 n° 446 ris. fu data approvazione al progetto trasformato. Intrapresi però i lavori, a causa di difficoltà tecniche superabili solo con ingenti spese che comunque non avrebbero aumentato il valore difensivo della Batteria, la Direzione propose una riduzione del progetto sopprimendo i fossati del fronte e dei fianchi, riducendo in tal modo l’importo dei lavori a £. 1.440.000 approvata con Dispaccio del 18/5/1888 n° 7873. Allo stato attuale sono stati ultimati i lavori di terra e la parte rustica di tutte le murature e si procede all’esecuzione dei lavori di rifinitura. Data dell’ordine dello studio: Dispaccio Ministeriale del 17/9/1882 n° 945 ris. Data dell’approvazione del progetto: Dispaccio Ministeriale del 24/1/1887 n° 1018 Data di inizio dei lavori: 20 agosto 1887 Data di compimento dell’Opera: 12 settembre 1890 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 95.816,95 Ammontare dei costi dei lavori: £. 1.440.000,00 Totale £. 1.535.816,95 Armamento: con Dispaccio Min. del 17/2/1886 n° 2018 ris. fu stabilito il seguente armamento: 8 obici da cm 28 GRC ret su affusti idropneumatici Armstrong 2 cannoni da cm. 9 BR ret Munizionamento: per obici da 280: 1152 granate a polvere nera e 48 a fulmicotone per cannoni da 75 B: 200 granate a polvere, 280 shrapnel, 20 a mitraglia Tipo di impianto telemetrico: Telemetro verticale Mod. 86 sistema Bracciolini Riserva d’acqua: 1 cisterna nella batteria della capacità complessiva di 500 m3.
S T R E T TO
6.
3.1 vista dello Stretto dalla batteria 3.2 corpo di fabbrica in dissesto 3.3 vista d'insieme verso nord sull'ex piazza d'armi 3.4 il crollo di un muro perimetrale permette di considerare l'imposta della volta a botte di mattoni 3.5 scheda descrittiva con planimetrie e sezione trasversale 3.6 e 3.7 foto storiche della batteria armata tra le due guerre
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BATTERIA PIETRAZZA
4-3S
BATTERIA DA COSTA PIETRAZZA PIAZZA DI Messina – Costa sicula, Comune di Messina Data costruzione
1887-89
Presidio
3 ufficiali, 220 uomini di truppa
Capacità di ricoveri
150 uomini nella batteria su paglia a terra
Utilizzo Concessionario Consorzio Sol.E. che ha creato un Parco sociale per la promozione di attivita socio culturali Conservazione Buono stato di conservazione, limitate lesioni strutturali. È stato recentemente oggetto di un rilevante intervento di recupero e riorganizzazione degli spazi interni da parte dei concessionari.
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È stata indicata come una batteria “di montagna” per la posizione e le caratteristiche d’impianto. Dotata di molti ambienti utilizzabili aveva una buona capacità ricettiva. Di fatto ha uno sviluppo planimetrico particolare, assimilabile ad una forma pentagonale irregolare. Nello sviluppo di quest’impianto i tre lati esterni non visibili guardano, come di consueto, verso mare mentre i restanti due lati proteggono da eventuali assalti dal lato monte. Sei postazioni di tiro sono organizzate verso mare e due verso sud-est, sul corpo di fabbrica leggermente ruotato rispetto al fronte principale. Il fossato piuttosto che essere protetto da una caponiera è controllato da una sorta di rivellino che per forma sembra quasi di derivazione rinascimentale e che permette di proteggere due differenti fianchi. Questa soluzione, presente solo in questa struttura, può essere solo dettata dal timore di un attacco dai Peloritani. Il singolare impianto di questa fortificazione è accentuato dal fatto che l’accesso al forte avviene utilizzando uno spazio di forma trapezoidale sul quale prospetta il blocco centrale casamattato e la rampa d’accesso alle postazioni in barbetta. Rilevante è il numero di ambienti interni disponibili e distribuiti su tre lati.
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Scopo: battere l’antistante specchio d’acqua compreso tra il porto di Messina e la fiumara Tremestieri. Rinforzare l’azione delle opere di Monte Gallo e S. Jachiddu Situazione degli studi e dei lavori: Contratto Ditta Celesti Letterio fu Salvatore del 14/9/1887, approvato con Decreto Min. del 29/9/1887 n° 337 cap. 49 del Bilancio 1887/88 sul cap. 49 del bilancio 1887/88 £. 120.000 autorizzata sul quinto in più facoltativo con Dispaccio Min. del 6/8/88 n° 12844 £. 24.000 idem con lo stesso Dispaccio e da spendersi a cottimo £. 110.000 Totale £. 155.000 Contratto Ditta Celesti Letterio fu Salvatore per completamento lavori del 22/3/1889 approvato con Decreto Min. del 13/4/1889 n° 520/1031, cap. 49 del Bilancio 1888/89 Somma contrattuale approvata £. 280.000 Data dell’ordine dello studio: Dispaccio Min. del 26/1/1887 n° 1126 ris diretto al Comando del XII Corpo d’Armata Data dell’approvazione del progetto: Dispaccio Min. del 25/6/1887 n° 8952 Data approvazione progetto di completamento. Dispaccio Min. del 28/2/1889 Data di inizio dei lavori: 1 gennaio 1888 Data inizio lavori di completamento: 1 aprile 1889 Data di compimento dell’Opera: 3 dicembre 1889 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 50.000 + 41.255, 36 Ammontare dei costi dei lavori: £. 155.000 + 280.000 Totale £. 526.255,36 Armamento: con Dispaccio Min. del 26/1/1887 n° 1126 ris. fu stabilito il seguente armamento 6 obici da 28 GRC ret 2 cannoni da 15 GRC ret Munizionamento: per obici da 280: 864 granate a polvere nera; 36 a fulmicotone per cannoni da 75: 200 granate a polvere, 380 shrapnel, 20 a mitraglia Tipo di impianto telemetrico: Telemetro verticale Mod. 86 sistema Bracciolini Predisposta per il tiro preparato solo per gli obici da 149 Provvista di osservatori di batteria solo per gli obici da 149 Riserva d’acqua: 1 cisterna della capacità complessiva di 140 m3.
S T R E T TO
6.
4.1 vista dello Stretto e del porto di Messina dalla batteria 4.2 murature perimetrali lato S-O 4.3 il sistema di difesa verso monte utilizza un rivellino aperto in alto al posto della caponiera, soluzione non applicata nelle altre realizzazioni 4.4 spazio tra i due corpi di fabbrica 4.5 scheda descrittiva con planimetrie e sezione trasversale 4.6 rampa per movimentazioni artiglieria e accesso alle postazioni 4.7 vista del rivellino dall'esterno (lato monte)
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BATTERIA MATINITI INFERIORE
5-2C
Batteria da Costa MATINITI INFERIORE Piazza di Messina - Costa calabra, Comune di Campo Calabro Data costruzione
1888-89
Presidio
3 ufficiali, 240 uomini di truppa
Capacità di ricoveri
130 uomini nella batteria su brande; 90 uomini al piano del fosso di gola
Utilizzo
Concessionario
Conservazione Buono stato di conservazione delle strutture, degrado di infissi lignei e alcune finiture. Utilizzato in alcuni periodi dell’anno come punto d’osservazione degli uccelli migratori.
Questa fortificazione corrisponde ad una delle batterie poste sul fronte calabrese in un terreno di limitata acclività. Si basa pertanto, all’interno di una forma trapezoidale regolare, su quella soluzione costruttiva che tende a strutturare la difesa da attacchi ravvicinati con la protezione di un fossato perimetrale continuo. Di fatto la precisa geometria dell’impianto è integrata dalla presenza di tre caponiere di forma curvilinea che proteggono i diversi lati del fossato. L’intera costruzione è poco visibile dall’esterno per la particolare organizzazione della sezione dell’impianto e dell’attacco a terra. Anche in questo caso si nota un significativo numero di ambienti casamattati che compongono il corpo centrale, limitrofo al fronte monte e che consentiva una rilevante capacità ricettiva. L’organizzazione dell’impianto, su più livelli e quote di riferimento, consente una significativa organizzazione degli spazi. La situazione generale e il rilievo dello stato di fatto sono ben definiti dai materiali grafici prodotti nel corso di una tesi di laurea*. La posizione della batteria è direttamente a valle dell’area coperta, a quota altimetrica superiore, dalla batteria di Matiniti superiore. Come tipologia d’impianto si può ritenere, al pari di Matiniti superiore (Siacci), Polveriera (Masotto) e Poggio Pignatelli, di derivazione prussiana. È da considerare a tutti gli effetti simile alla batteria di Poggio Pignatelli, dalla quale sostanzialmente differisce per il maggiore numero di postazioni sul fronte principale (otto contro sei). Le batterie di Matiniti inferiore e Poggio Pignatelli furono oggetto di un unico appalto.
(*) Tesi di laurea in Architettura di Veronica Calveri, Restauro e recupero funzionale della batteria Matiniti Inferiore, relatore prof. M. Lo Curzio, Università degli Studi di Reggio Calabria, Anno Accademico 2002-03.
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Scheda comune per le batterie di MATINITI INFERIORE e POGGIO PIGNATELLI
Scopo: battere con ciascuna delle due batterie un settore di tiro di 120° sullo specchio d’acqua antistante alla spiaggia, compreso all’incirca tra Villa S. Giovanni e Torre Cavallo Situazione degli studi e dei lavori: Contratto Società per Opere Pubbliche nel Mezzogiorno d’Italia residente in Napoli del 8/10/1887 approvato con Decreto Min. del 11/11/1887 n° 400 Somma contrattuale: approvata sul cap. 49 articolo unico del bilancio 1887/88 con Dispaccio del 25/6/1887 n° 8953 col quale venne approvato un primo progetto per il tiro a puntamento indiretto £. 1.200.000 In seguito a Dispaccio Min. del 25/5/1887 n° 7235 ris. diretto al Comitato d’Art. e Genio col quale veniva ordinata l’adozione del puntamento diretto, fu redatto apposito progetto che fu approvato con Dispaccio Min. del 1/9/1887 n° 12479 e col quale fu autorizzata la spesa di 1/5 in più facoltativo in £. 240.000. Totale degli assegni £. 1.440.000 Data dell’ordine dello studio: Dispaccio Min. n° 126 ris. del 26/1/1887 diretto al Comandante del XII Corpo d’Armata Data approvazione del progetto: Dispaccio Min. del 25/6/1887 n° 8953 Data di inizio dei lavori: 25 gennaio 1888 Data di compimento dell’Opera: 18 gennaio 1889 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 46.187,23 Ammontare dei costi dei lavori: £. 1.440.000,00 Totale £. 1.486.187,23 Armamento: con Dispaccio Min. del 26/1/1887 n° 1126 ris. fu stabilito il seguente armamento: 8 obici da 28 GRC ret 2 cannoni da 12 GRC ret 2 cannoni da 9 AR ret 2 mortai da 15 ret Munizionamento Matiniti inferiore: per obici da 280: 1152 granate a polvere nera; 48 a fulmicotone Tipo di impianto telemetrico: Telemetro verticale Mod. 86 sistema Bracciolini Riserva d’acqua: 1 cisterna della capacità complessiva di 380 m3. Predisposta per il tiro preparato solo per gli obici da 149 Provvista di osservatori di batteria solo per gli obici da 149
S T R E T TO
6.
5.1 vista dello Stretto e di Capo Peloro dalla batteria 5.2 portale d'ingresso con ponte levatoio 5.3 vista del fossato continuo 5.4 scheda descrittiva con planimetrie e sezione trasversale 5.5 la particolare caponiera aperta che protegge il fossato sul lato monte 5.6 rampa per movimentazioni artiglieria e accesso alle postazioni
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BATTERIA POGGIO PIGNATELLI
6-3C
Batteria da Costa POGGIO PIGNATELLI Piazza di Messina - Costa calabra, Comune di Villa S. Giovanni Data costruzione
1888-89
Presidio
4 ufficiali, 220 uomini di truppa
Capacità di ricoveri
85 uomini nella batteria su paglia a terra
Utilizzo
Non utilizzato e in stato di abbandono.
Conservazione Sostanzialmente integro nelle sue strutture. Impossibilità di accedere ai vani interni per lo sviluppo della vegetazione infestante.
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Questa batteria, per forma e caratteristiche d’impianto è assolutamente analoga alla batteria di Matiniti Inferiore. Analogo è pure il disegno delle caponiere e la stessa sezione trasversale con i diversi salti di quota. A conferma di questa concezione gemellare, non solo in fase di progettazione, c’è anche il fatto che i lavori vennero appaltati alla stessa ditta e che vennero realizzati contemporaneamente. Le uniche differenze tra le due fortificazioni consistono nel minore sviluppo longitudinale della batteria di Poggio Pignatelli e nella conseguente riduzione di due postazioni di tiro. È invece assolutamente analogo il ruolo di postazione più a valle rispetto alla batteria di Matiniti superiore. Al punto che la planimetria che individua le tre differenti postazioni rivolte verso lo Stretto fa ben percepire una situazione di trilaterazione dei tre differenti siti e di precisa relazione reciproca.
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D E L L A F O RT I F I C A Z I O N E P E R M A N E N T E O T TO C E N T E S C A D E L L O
Scheda comune per le batterie di MATINITI INFERIORE e POGGIO PIGNATELLI
Scopo: battere con ciascuna delle due batterie un settore di tiro di 120° sullo specchio d’acqua antistante alla spiaggia, compreso all’incirca tra Villa S. Giovanni e Torre Cavallo Situazione degli studi e dei lavori: Contratto Società per Opere Pubbliche nel Mezzogiorno d’Italia residente in Napoli del 8/10/1887 approvato con Decreto Min. del 11/11/1887 n° 400 Somma contrattuale approvata sul cap. 49 articolo unico del bilancio 1887/88 con Dispaccio del 25/6/1887 n° 8953 col quale venne approvato un primo progetto per il tiro a puntamento indiretto £. 1.200.000 In seguito a Dispaccio Min. del 25/5/1887 n° 7235 ris. diretto al Comitato d’Art. e Genio col quale veniva ordinata l’adozione del puntamento diretto, fu redatto apposito progetto che fu approvato con Dispaccio Min. del 1/9/1887 n° 12479 e col quale fu autorizzata la spesa di 1/5 in più facoltativo in £. 240.000. Totale degli assegni £. 1.440.000 Data dell’ordine dello studio: Dispaccio Min. n° 126 ris. del 26/1/1887 diretto al Comandante del XII Corpo d’Armata Data approvazione del progetto: Dispaccio Min. del 25/6/1887 n° 8953 Data di inizio dei lavori: 25 gennaio 1888 Data di compimento dell’Opera: 18 gennaio 1889 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 46.187,23 Ammontare dei costi dei lavori: £. 1.440.000,00 Totale £. 1.486.187,23 Armamento: con Dispaccio Min. del 26/1/1887 n° 1126 ris. fu stabilito il seguente armamento 6 obici da 28 GRC ret 2 cannoni da 12 GRC ret 2 cannoni da 9 AR ret 2 mortai da 15 ret Munizionamento Poggio Pignatelli: per obici da 280: 840 granate a polvere nera; 60 a fulmicotone per mortai da 149: 600 granate a polvere, 600 shrapnel Tipo di impianto telemetrico: Telemetro verticale Mod. 86 sistema Bracciolini Predisposta per il tiro preparato solo per gli obici da 149 Provvista di osservatori di batteria solo per gli obici da 149 Riserva d’acqua: 1 cisterna della capacità complessiva di 380 m3.
S T R E T TO
6.
6.1 vista dello Stretto e di Capo Peloro dalla batteria 6.2 portale d'ingresso con ponte levatoio 6.3 caponiera aperta che protegge il fossato sul lato monte, analoga a quella di Matiniti inferiore 6.4 vista del corpo centrale del fabbricato 6.5 scheda descrittiva con planimetrie e sezione trasversale 6.6 vista dell'ingresso dal livello superiore 6.7 particolare della testata del corpo di fabbrica interno
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BATTERIA OGLIASTRI
7-4S
Batteria da Costa OGLIASTRI Piazza di Messina - Costa sicula, Comune di Messina Data costruzione
1888-90
Presidio
3 ufficiali, 200 uomini di truppa
Capacità di ricoveri
in attendamento all’esterno della Batteria
Utilizzo
Concesso al Comune di Messina che ha utilizzato fondi comunitari per un intervento mirato al restauro e al recupero degli spazi interni.*
Conservazione Il progetto redatto dall’Ufficio Grandi Progetti (*) ha permesso il consolidamento delle parti messe in crisi dall’apparato radicale degli eucalipti che aveva lesionato volte e murature. L’intervento effettuato si può annoverare tra i più corretti effettuati su questo tipo di patrimonio perché non ha prodotto alterazioni della fabbrica e ha permesso un reale recupero del manufatto.
Questa batteria che nella definizione dei tipi abbiamo definito come batteria di piccole dimensioni, analogamente alla batteria calabrese di Catona ha un impianto basato sull’utilizzo di un’area trapezoidale e sul distacco tra la posizione delle postazioni di tiro e il fabbricato. La logica che sovrintendeva alla realizzazione di questo tipo d’impianti era relativamente semplice e coniugava due differenti esigenze: da un lato realizzare istallazioni di basso costo in aree prossime al mare; dall’altro rendere queste batterie il più possibile non visibili malgrado la prossimità allo Stretto. Di fatto queste batterie erano progettate sulla base di una sezione trasversale estremamente ridotta in altezza che comportava la posizione delle postazioni direttamente su un rilevato, piuttosto che su un corpo di fabbrica con strutture voltate sottostanti, e il corpo di fabbrica con gli ambienti per il confezionamento e lo stoccaggio di munizioni in strutture ad un’unica elevazione interamente casamattate, cioè coperte da un significativo strato di calcestruzzo e terra vegetale. In termini di disegno generale dell’impianto si ricorre alla consueta forma trapezoidale regolare con le postazioni posizionate nella parte lato mare e il corpo di fabbrica realizzato a pochi metri di distanza dalla parete esterna che chiude il lato monte con il fossato, il ponte levatoio e la caponiera di protezione.
(*) Comune di Messina, Ufficio Programmi Complessi, Lavori di manutenzione e restauro del Forte Ogliastri. Progettisti archh. Barbara Fastuca, Giovanni Scipilliti e Pasquale Tripodo; direttore lavori arch. Barbara Fastuca, direttore operativo per assistenza ai lavori arch. Giovanni Scipilliti, direttore operativo per gli impianti ing. Vito Leotta, direttore operativo per la contabilità geom. Letterio Rodilosso. Responsabile Unico del Procedimento ing. Carmelo Ricciardi; assistenza al R.U.P. arch. Francesco Falcone. Realizzazione ATI Cooperativa Costruzioni Sud & Burgio Vito di Burgio Diego.
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Massimo Lo Curzio - ICONOGRAFIA
D E L L A F O RT I F I C A Z I O N E P E R M A N E N T E O T TO C E N T E S C A D E L L O
Scopo: Battere gli ancoraggi prossimi a Messina con settore orizzontale di tiro di 120° con direttrice a sud di Catona sulla costa Calabra; la visuale estrema di sinistra lambisce quasi il Capo Faro e la visuale estrema di destra passa fra città di Messina e la Cittadella. Appalto dei lavori: I lavori si eseguiranno con il sistema dei cottimi Data dell'ordine dello studio: Disp. Min. del 7 gennaio 1888 n° 246 diretto al Comandante del XII C. A. Data dell'approvazione del progetto: Disp. Min. del 15 giugno 1888 ( Dir. Gen. del Genio Div. Fabbr. e Fortif. Sez. 2) Data di inizio dei lavori: 16 agosto 1888; Data di compimento dell'Opera: fine gennaio 1890 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 80.000; Ammontare dei costi dei lavori: £. 415.000; Totale: £. 495.000 Armamento: Approvato con Disp. Min. del 6 luglio 1888 n° 10972 6 obici da 24 GRC ret. incavalcati su affusto con sottaffusti da difesa che trovansi già installati in batteria. 2 cannoni da cm. 9 BR ret. su affusti da campagna (sostituiti con 2 cannoni da 75 B sul fianco destro incavalcati su affusti da campagna) Tipo di impianto telemetrico: Telemetro verticale Mod. 86 sistema Bracciolini Riserva d'acqua: 2 cisterne della capacità complessiva di 240 m3.
S T R E T TO
6.
7.1 vista dello Stretto dalla batteria. Sulla destra lo spigolo del nuovo impianto radar 7.2 muratura esterna con aperture cannoniere e caponiera 7.3 mensole metalliche realizzate in fusione per reggere la pensilina posta sul lato monte, foto scattata mentre erano in corso i lavori di restauro e venivano rimossi gli eucalipti che avevano lesionato la fabbrica 7.4 scheda descrittiva con planimetria e sezione trasversale 7.5 lavori di consolidamento delle murature 7.6 ambiente interno coperto con volta a botte ribassata
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BATTERIA TELEGRAFO - Beleno
8-4C
Batteria da Costa TELEGRAFO Beleno Piazza di Messina – Costa calabra, Comune di Villa S. Giovanni Data costruzione
1888-90
Presidio assegnato
3 ufficiali – 240 uomini di truppa
Capacità di ricoveri
20 uomini nella batteria su paglia a terra
Utilizzo
Non utilizzata
Conservazione Fortemente danneggiata per crolli e demolizioni di varia origine. Non è leggibile la configurazione completa. Parte della struttura originaria risulta modificata e alterata da interventi precari. Completamente persa la continuità del corpo di fabbrica principale per la mancanza della parte centrale.
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Batteria analoga, come tipo d’impianto alla batteria Ogliastri dalla quale differisce per un maggior sviluppo longitudinale che le consentiva l’uso di otto postazioni di tiro. Le condizioni generali di questo impianto richiederebbero un intervento progettuale atto a ricomporne l’immagine e a rendere accessibili e utilizzabili tutte le parti recuperabili.
Massimo Lo Curzio - ICONOGRAFIA
D E L L A F O RT I F I C A Z I O N E P E R M A N E N T E O T TO C E N T E S C A D E L L O
Scopo: Battere un settore di 120° nello specchio d’acqua compreso all’incirca tra la punta del Faro e la foce della fiumara di S. Leone presso Messina Situazione degli studi e dei lavori: Lavori a cottimo approvati con Dispaccio Min. del 6/7/1888 n° 10972 (Dir Gen. Genio Div. Fabbr. Mil. e Fortific. Sez 2) per l’ammontare di £. 130.000. Con altro Dispaccio Min. del 15/10/1888 n° 19292 per anticipare i lavori relativi al II periodo sono stati assegnati altre £. 30.000. Con susseguente Dispaccio Min. del 12/6/1889 n° 9417, è stato approvata l’esecuzione a cottimo dei lavori occorrenti per completare la Batteria ed è stato concesso un nuovo assegno di £. 22.000 Totale degli assegni £. 380.000 Ultimate le murature di tutta la Batteria ad eccezione dei calcestruzzi sui lavori compresi fra il fianco destro e l’asse della Batteria. Mancano ancora i pavimenti in legno nelle riservette, parte dei congegni in ferro per il trasporto dei proietti e le imposte di porte e finestre. Data dell’ordine dello studio: Dispaccio Mil. del 7/1/1886 n° 246 ris. al Sig. Comandante XII Corpo d’Armata Data dell’approvazione del progetto: Dispaccio Min. del 6/7/1888 n° 10972 Data di inizio dei lavori: 1 settembre 1888 Data di compimento dell’Opera: 31 gennaio 1890 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 115.000 Ammontare dei costi dei lavori: £. 380.000 Totale £. 495.000 Armamento: con Dispaccio Min. del 6/7/1888 n° 10972 fu stabilito il seguente armamento Principale: 8 obici da 24 GRC ret Secondario: 4 cannoni da 87 b in posizione eventuale Munizionamento: per obici da 240: 1520 granate a polvere nera; 80 a fulmicotone per cannoni da 87 B: 400 granate a polvere, 760 shrapnel; 40 a mitraglia Tipo di impianto telemetrico: Telemetro verticale Mod. 86 sistema Bracciolini Riserva d’acqua: 1 cisterna della capacità complessiva di 120 m3.
S T R E T TO
6.
8.1 vista dello Stretto e di Capo Peloro dalla batteria 8.2 caponiera 8.3 crolli e distruzioni mostrano lo stato di crisi dell'intera struttura 8.4 tracce di interventi anomali in quanto resta del corpo di fabbrica centrale 8.5 particolare delle cannoniere poste a guardia del fossato oggi coperto 8.6 scheda descrittiva con planimetrie e sezione trasversale 8.7 foto storica con postazioni armate 8.8 coronamento del muro perimetrale lato monte, verso N, con muratura in laterizi forati
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BATTERIA CATONA
9-5C
Batteria da Costa CATONA (o Cimitero di Catona) Piazza di Messina - Costa calabra, Comune di Reggio Calabria Data costruzione
1889-91
Presidio
3 ufficiali, 170 uomini di truppa
Capacità di ricoveri
20 uomini nella batteria su paglia a terra
Utilizzo
Non utilizzata e in stato di abbandono
Conservazione Complessivamente integra strutturalmente e nelle sue parti. Presenti infissi ed elementi di finitura non riscontrabili in altre situazioni. Sono altresì integre le strutture metalliche delle piattaforme mobili delle postazioni di tiro.
164
Del tutto analoga alla batteria Ogliastri posta sulla costa sicula. Analogo l’impianto e la sezione trasversale. Analogo l’utilizzo, sul fronte lato monte, della protezione delle aperture con una pensilina leggera in metallo sorretta da mensole realizzate in fusione di ghisa.
Massimo Lo Curzio - ICONOGRAFIA
D E L L A F O RT I F I C A Z I O N E P E R M A N E N T E O T TO C E N T E S C A D E L L O
Scopo: Battere con tiro inarcato e settore di tiro di 120° lo specchio d’acqua compreso fra la città di Reggio-Calabria e la Foce della Fiumara di Catona. Direttrice alla foce della fiumara di Larderia sulla costa sicula Appalto dei lavori: Lavori a cottimo approvati con Disp Ministeriale Dir. Gen del Genio Div. Fabbricati e Fortificazioni del 16 marzo 1889 n° 4249 per l’ammontare di £. 325.000. Data dell’ordine dello studio: Disp. Min.le del 7 gennaio 1888 n° 246 diretto dal Comandante il XII Corpo d’Armata. Data dell’approvazione del progetto: Disp. Min.le del 16 marzo 1889 n° 4249 Data di inizio dei lavori: 15 aprile 1889; Data di compimento dell’Opera: Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 28.000; Ammontare dei costi dei lavori: £. 325.000; Totale: £. 353.000 Armamento: 6 obici da 24 GRC ret. (ridotto nel 1920 a 4 obici da 280) Munizionamento: per obici da 240: 1140 granate a polvere nera; 60 a fulmicotone Tipo di impianto telemetrico: Telemetro verticale Mod. 86 sistema Bracciolini Riserva d’acqua: 1 cisterna nella batteria della capacità complessiva di 120 m3
S T R E T TO
6.
9.1 Vista dello Stretto e della costa siciliana dalla batteria 9.2 fronte esterno alto monte con l'ingresso 9.3 due postazioni di tiro con gli agganci e le guide per le piattaforme girevoli 9.4 spazio tra i due corpi di fabbrica 9.5 lo spazio di servizio posto tra la muratura esterna e il corpo di fabbrica 9.6 particolare della base della piattaforma girevole 9.7 scheda descrittiva con planimetrie e sezione trasversale 9.8 lampada su supporto girevole integra, collocata nei vani delle murature 9.9 sistema di aerazione e chiusura del vano che ospita la lampada 9.10 mensole in fusione per sorreggere la tettoia 9.11 vista dall'alto, verso N, dello spazio della corte e del corpo di fabbrica
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BATTERIA MANGIALUPI
10-5S
Batteria da Costa MANGIALUPI Piazza di Messina – Costa sicula, Comune di Messina Data costruzione
1889-90
Presidio
3 ufficiali, 170 uomini di truppa
Capacità di ricoveri
nessuna
Utilizzo Non utilizzata e in stato di completo abbandono. È posta all’interno delle aree del Policlinico universitario di Messina. Conservazione Della struttura originaria resta solo una porzione del lato nord. Tutta la restante parte è stata utilizzata per la realizzazione di un eliporto. Di rilevante importanza, tra i pochi resti dell’impianto, la caponiera.
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Della struttura originaria resta ben poco. Come batteria da costa aveva disegno del tutto analogo alle batterie Ogliastri e Catona. Stesso schema distributivo, stessa partizione delle zone funzionali e analogo armamento costituito da sei postazioni di tiro.
Massimo Lo Curzio - ICONOGRAFIA
D E L L A F O RT I F I C A Z I O N E P E R M A N E N T E O T TO C E N T E S C A D E L L O
Scopo: Battere con tiro inarcato e settore orizzontale di tiro di 120° lo specchio d’acqua dello Stretto con direttrice al villaggio S. Vito (Calabria). Lo specchio d’acqua è limitato a sinistra dalla visuale diretta alla Batteria Lanterna del porto di Messina; a destra dalla visuale diretta alla foce della fiumara S. Filippo presso il villaggio Contesse sulla costa sicula Data dell’ordine dello studio: Dispaccio ministeriale del 6 luglio 1888 n° 10972 Data dell’approvazione del progetto: Disp. Ministeriale del 16 Marzo 1889 n° 4250 Div. Fabbr. Milit. Fortific. e Contratti Sez. 3 Data di inizio dei lavori: 30 aprile 1889 Data di compimento dell’Opera: giugno 1890 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 59.000 Ammontare dei costi dei lavori: £. 480.000 Totale: £. 539.000 Armamento: 6 obici da 28 GRC ret. incavalcati su affusti da difesa. Disp. Del 7 gennaio 1888 n° 246 diretto al Comando del XII C.A. Sono già determinate le quote dei telemetri e le distanze dai casotti telemetrici ai rispettivi capisaldi. Munizionamento: per obici da 240: 1140 granate a polvere nera; 60 a fulmicotone per cannoni da 75: 200 granate a polvere, 380 shrapnel, 20 a mitraglia Tipo di impianto telemetrico: Telemetro verticale Mod. 86 sistema Bracciolini Riserva d’acqua: 1 cisterna nella batteria della capacità complessiva di 100 m3.
S T R E T TO
6.
10.1 Vista sullo Stretto con i resti della batteria a sinistra e l'eliporto del Policlinico posto sulla parte centrale e sul lato sud della batteria 10.2 murature della caponiera 10.3 vista dei pochi resti della batteria 10.4 vani interni voltati sopravvissuti 10.5 particolare delle cannoniere poste a guardia del fossato 10.6 scheda descrittiva con planimetrie e sezione trasversale 10.7 planimetria di progetto 10.8 vano voltato interno 10.9 resti delle strutture murarie e delle coperture
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BATTERIA MONTE GIULITTA
11-6S
Batteria da Costa MONTE GIULITTA Piazza di Messina – Costa sicula, Comune di Messina Data costruzione
1889-90
Presidio
3 ufficiali, 220 uomini di truppa
Capacità di ricoveri
n° 40 uomini nella Batteria su paglia a terra
Utilizzo Dato in uso dal Comune di Messina alla Lega nazionale del cane per ricovero e ospitalità di cani randagi. Oggi presenti in circa seicento unità. Conservazione La trasformazione del forte in canile non ha certamente giovato alla buona conservazione del sito, assolutamente impraticabile, né alla sua accessibilità. È certamente uno degli usi più anomali e impropri anche se i servizi forniti al Comune sono svolti con passione e attività di volontariato. Si parla da anni di un trasferimento del canile in luogo più adeguato e di un progetto di bonifica che possa risanare i luoghi e consentire un adeguato restauro. Una previsione di questo tipo era inserita in un Contratto di Quartiere non finanziato.
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Batteria di regolare forma rettangolare con i tre lati non visibili incassati nella collina e il lato monte caratterizzato da fossato, ponte levatoio e caponiera. Riprende il tipo di impianto di media dimensione con le sue regole costruttive determinate da un disegno assolutamente simmetrico e dallo sviluppo delle rampe d’accesso ai pezzi in barbetta. Pur essendo sostanzialmente integra questa struttura è gravemente danneggiata dall’uso improprio.
Massimo Lo Curzio - ICONOGRAFIA
D E L L A F O RT I F I C A Z I O N E P E R M A N E N T E O T TO C E N T E S C A D E L L O
Scopo: Battere lo Stretto di Messina, con settore orizzontale di tiro di 120°, da Mili Marina a Villaggio Gazzi Situazione degli studi e dei lavori: I parapetti del fronte e dei fianchi della Batteria sono formati a livello del piano delle piazzole per una grossezza di metri 11. È ultimato il nuovo muro di rivestimento della scarpa interna del parapetto sul fronte della Batteria. Tutte le piazzole sono ultimate, tranne l’ultimo strato di calcestruzzo per la pavimentazione. Le chiavarde per i rocchi sono tutte impiantate. Sono ultimate le riservette intermedie sul fronte della Batteria, e non resta che costruire su di esse le mezze traverse elevantesi sul piano delle piazzole. È ultimato il muro di rivestimento del terrapieno basso e sono completate le rampe d’accesso alle piazzole. Sono ultimati parte delle volte in calcestruzzo delle riservette e dei locali corrispondenti sui due fianchi della Batteria. Si è iniziato il muro di scarpa del fosso di gola della Batteria. Data dell’ordine dello studio: Dispaccio Min. del 17/2/1886 n° 2018 ris. Data dell’approvazione del progetto: Dispaccio Min. del 20/5/1889 n° 7973 (Div. Fabbr. Mil. Fort. e Contratti sez. 3) Data di inizio dei lavori: 17 giugno 1889; Data di compimento dell’Opera: luglio 1890 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 45.500; Ammontare dei costi dei lavori: £. 380.000; Totale £. 425.500 Armamento: con Dispaccio Min. del 17/2/1888 n° 2018 ris. fu stabilito il seguente armamento 6 obici da 28 GRC ret 2 cannoni da 15 GRC ret 4 cannoni da 9 BR ret. 2 mortai Krupp da 15 ret. Munizionamento: per obici da 280: 864 granate a polvere nera; 36 a fulmicotone per obici da 149: 300 granate a polvere, 300 shrapnel Tipo di impianto telemetrico: Telemetro verticale Mod. 86 sistema Bracciolini Predisposta per il tiro preparato solo per gli obici da 149 Provvista di osservatori di batteria solo per gli obici da 149 Riserva d’acqua: 1 cisterna della capacità complessiva di 150 m3.
S T R E T TO
6.
11.1 vista dello Stretto dalla batteria 11.2 caponiera, foto anni ‘70 di Michelangelo Vizzini 11.3 vista del forte in cima alla collina 11.4 piazza d'armi con la gabbie per cani randagi 11.5 muratura esterma lato monte 11.6 scheda descrittiva con planimetrie e sezione trasversale 11.7 cannoniere sul fronte lato monte 11.8 resti di una delle costruzioni di servizio della batteria poste a valle
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BATTERIA PENTIMELE NORD - Pellizzari
12-6C
Batteria da Costa PENTIMELE NORD (Pellizzari) Piazza di Messina – Costa calabra, Comune di Reggio Calabria Data costruzione
1889-90
Presidio
2 ufficiali, 140 uomini di truppa
Capacità di ricoveri
20 uomini nella batteria su paglia a terra
Utilizzo
Non utilizzato ed in abbandono
Conservazione Buone condizioni generali di conservazione. Sono visibili alcune lesioni strutturali dovute a cedimenti localizzati. Mancano piccole porzioni di paramenti murari. Perfettamente funzionante il ponte ribaltabile d’ingresso.
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Le due batterie di Pentimele nord e sud si possono definire gemelle e sono state peraltro realizzate facendo ricorso ad un unico appalto. Come tipo sono da annoverare tra le batterie di media dimensione, delle quali hanno l’impianto quadrangolare regolare, la simmetria di disegno e le doppie rampe d’accesso alle postazioni in barbetta. L’unica differenza tra queste istallazioni e le altre analoghe sta nel fatto che in questo caso le postazioni di tiro sono state ridotte a quattro.
Massimo Lo Curzio - ICONOGRAFIA
D E L L A F O RT I F I C A Z I O N E P E R M A N E N T E O T TO C E N T E S C A D E L L O
Scopo: Battere con tiro inarcato e settore orizzontale di tiro di 120° lo specchio d’acqua limitato a sinistra della visuale diretta alla foce della fiumara di S. Agata a sud della città di Reggio Calabria e a destra con una visuale lambente la costa calabra presso la foce della fiumara di Catona. Contratto e appalto dei lavori: Somma contrattuale approvata sul cap. 49 del bilancio 1886/87 £. 1.750.000 e ridotta a £. 1.440.000 con Dispaccio del 18/5/1888 n° 7873 (Dir Gen. Genio Div. Fabbr. Mil. e Fortific. Sez 2) Data dell’ordine dello studio: Disp. Min. del 18 maggio 1889 n°7886 ris. diretto al Comandante del XII C.A. Data dell’approvazione del progetto: Disp. Min. 25 luglio 1889 n° 12066 ris. (Dir Gen. Genio Div. Fabbr. Mil. Fortific. e Contratti Sez 3) Data di inizio dei lavori: 11 luglio 1889 Data di compimento dell’Opera: 8 maggio 1890 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 40.000; Ammontare dei costi dei lavori: £. 620.000; Totale: £. 660.000 Armamento: Approvato con Disp. del 18 maggio 1889 n° 7886 ris. diretto al Comandante del XII Corpo d’Armata 4 obici da 28 GRC ret su affusti da difesa con sott’affusti del n° 15 2 cannoni da 12 GRC ret. su affusti da difesa per cannoni da 12 ret. Con sott’affusti del n° 10 su paioli in muratura (soppresso) 2 cannoni da cm. 9 BR ret. su affusti da campagna Mod.1844 per cannoni da 9 ret. (soppresso) 2 obici da 15 su affusti da difesa con sott’affusti del n° 15 (soppresso) 2 mortai Krupp da 15 ret su affusti per mortai da 15 AR ret su sott’affusti del n° 13 (soppresso) Per cura di un ingegnere geografo si stanno determinando le quote degli assi dei telemetri Tipo di impianto telemetrico: Telemetro verticale Mod. 86 sistema Bracciolini Riserva d’acqua: 1 cisterna della capacità complessiva di 90 m3. Nei pressi del baraccamento trovasi una cisterna della capacità di 80 m3. d’acqua. Alla distanza di 500 metri dalla batteria trovasi un baraccamento per alloggio delle truppa e destinate alle due batterie.
S T R E T TO
6.
12.1 vista dello Stretto 12.2 vista dall'interno del portale d'ingresso e del bilanciere del ponte levatoio 12.3 portale d'ingresso dal fronte lato est 12.4 esterni del forte da est 12.5 spazio interno della caponiera su due livelli 12.6 scheda descrittiva con planimetrie e sezione trasversale 12.7 foto storica con le rampe d'accesso alle postazioni di tiro e obici in posizione 12.8 vista d'insieme in direzione nord
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BATTERIA PENTIMELE SUD
13-7C
Batteria da Costa PENTIMELE SUD Piazza di Messina – Costa calabra, Comune di Reggio Calabria Data costruzione
1889-90
Presidio
3 ufficiali, 200 uomini di truppa
Capacità di ricoveri 20 uomini nella batteria su paglia a terra; 140 nel baraccamento su branda; 100 nel baraccamento Utilizzo In stato di abbandono e apparentemente non utilizzato. In realtà diversi ambienti chiusi da lucchetti sono dotati di generatori di corrente che alimentano delle antenne radio poste sull’ultimo livello. Conservazione Risultano dei crolli che hanno riguardato la parte centrale della muratura perimetrale sul lato monte e porzioni di paramenti murari della piazza d’armi centrale, sul lato nord. In diverse parti si notano rilevanti lesioni dovute a cedimenti.
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Batteria gemella di Pentimele nord e costruita contemporaneamente facendo ricorso ad un unico appalto. È da annoverare, per forma e caratteristiche della sezione trasversale, tra le batterie di media dimensione, tanto per l’impianto quadrangolare regolare, che la simmetria di disegno e le doppie rampe d’accesso alle postazioni in barbetta. Anche in questo caso, come per Pentimele nord, le postazioni di tiro sono state ridotte a quattro, rispetto alle sei o otto delle strutture dello stesso tipo. Necessita di un intervento di restauro che ne ricostruisca la configurazione generale e che metta in sicurezza le strutture.
Massimo Lo Curzio - ICONOGRAFIA
D E L L A F O RT I F I C A Z I O N E P E R M A N E N T E O T TO C E N T E S C A D E L L O
Per i dati d’appalto vale la scheda relativa alla Batteria Pentimele Nord Armamento: Approvato con Disp. del 18 maggio 1889 n° 7886 ris. diretto al Comandante del XII Corpo d’Armata 4 obici da 28 GRC ret su affusti da difesa con sott’affusti del n° 15 2 cannoni da cm. 9 BR ret. su affusti da campagna Mod.1844 per cannoni da 9 ret. (sostituiti con 6 cannoni da 87 B) Munizionamento: per obici da 280: 560 granate a polvere nera; 40 a fulmicotone per cannoni da 87 B: 600 granate a polvere nera; 1140 shrapnel, 60 a mitraglia Tipo di impianto telemetrico: Telemetro verticale Mod. 86 sistema Bracciolini Riserva d’acqua: 1 cisterna della capacità complessiva di 90 m3. Nei pressi del baraccamento trovasi una cisterna della capacità di 80 m3. d’acqua
S T R E T TO
6.
13.1 Vista dello Stretto e del poto di Reggio Calabria 13.2 zona d'ingresso con crolli delle murature esterne 13.3 caponiera a difesa del fossato sul fronte est 13.4 aperture e strutture in degrado 13.5 scheda descrittiva con planimetrie e sezione trasversale 13.6 crolli di porzioni di murature sul fronte est 13.7 interno della caponiera su due livelli 13.8 il sistema delle rampe d'accesso alle postazioni e le murature in dissesto
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BATTERIA MONTE GALLO - Cavalli
14-7S
BATTERIA DA COSTA MONTE GALLO - CAVALLI Piazza di Messina – Costa sicula, Comune di Messina Data costruzione
1889-90
Presidio
5 ufficiali, 290 uomini di truppa
Capacità di ricoveri
70 uomini nel baraccamento su paglia a terra
Utilizzo
Concessionario Ass. Comunità Zancle Onlus
Conservazione Buona conservazione generale, mancanza di lesioni strutturali, fatta eccezione per un passato limitato cedimento nella zona lato nord. Regolarmente manutenuta dal concessionario. Ospita il “Museo della Fortificazione Permanente dello Stretto” ed una raccolta di reperti bellici databili dalla fine ‘800 al secondo conflitto mondiale.
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Struttura da annoverare tra le batterie di media dimensione, ha un impianto quadrangolare regolare, la simmetria di disegno e le doppie rampe d’accesso alle postazioni in barbetta. Tra le batterie di questo tipo è di rilevanti dimensioni ed ospitava otto postazioni di tiro attrezzate con obici a lunga gittata. È la prima batteria a guardia dello Stretto posta sulla costa sicula sul lato sud e doveva coprire un ampio settore di tiro.
Massimo Lo Curzio - ICONOGRAFIA
D E L L A F O RT I F I C A Z I O N E P E R M A N E N T E O T TO C E N T E S C A D E L L O
Scopo: Battere con tiro diretto e settore orizzontale di tiro di 120° lo specchio d’acqua dello Stretto con direttrice la retta che fa angolo di 10° a sud della visuale passante per il casello ferroviario n° 382 a sud di Reggio Calabria. Tiro estremo di sinistra in direzione del caseggiato di Catona. Tiro estremo di destra a 60° verso destra della direttrice. Obiettivi del fianco destro: le alture circostanti verso destra le diverse mulattiere che risalgono il vallone del Mili Contratto e appalto dei lavori: Somma contrattuale approvata sul cap. 49 del bilancio 1886/87 £. 1.750.000 e ridotta a £. 1.440.000 con Dispaccio del 18/5/1888 n° 7873 (Dir Gen. Genio Div. Fabbr. Mil. e Fortific. Sez 2) Data dell’ordine dello studio: Disp. Min del 31 gennaio 1889 n° 1654 diretto al Comandante del XII C.A. Data dell’approvazione del progetto: 16 luglio 1889 n° 11554 (Dir Gen. Genio Div. Fabbr. Mil. e Fortific. Sez 3) Data di inizio dei lavori: luglio 1889; Data di compimento dell’Opera: 1 luglio 1890 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 30.000; Ammontare dei costi dei lavori: £. 620.000 Totale: £. 650.000 Armamento: 8 obici da 28 GRC ret su affusti da difesa con sottoaffusti del n° 15 2 cannoni da 15 GRC ret. su affusti da difesa 4 cannoni da cm. 9 BR ret. su affusti da campagna Mod.1844 per cannoni da 9 ret. Sul fianco destro (sostituiti con 4 cannoni da 75 B) 2 mortai Krupp da 15 ret su affusti per mortai da 15 AR ret (sostituiti con 2 mortai da 149) Per cura di un ingegnere geografo si stanno determinando le quote degli assi dei telemetri Per cura di apposita Commissione saranno determinati i capisaldi dei telemetri. Munizionamento: per obici da 280: 1220 granate a polvere nera; 80 a fulmicotone per cannoni da 75: 400 granate a polvere nera; 760 shrapnel, 40 a mitraglia per mortai da 140: 300 granate a polvere nera; 300 shrapnel Tipo di impianto telemetrico: Telemetro verticale Mod. 86 sistema Bracciolini Riserva d’acqua: 1 cisterna della capacità complessiva di 150 m3. Predisposta per il tiro preparato solo per i mortai da 149 Provvista di osservatori di batteria solo per i mortai da 149
S T R E T TO
6.
14.1 vista dello Stretto verso il punto più largo dell'imboccatura sud 14.2 parete esterna lato monte e fossato, vista verso nord 14.3 portale d'ingresso e muro perimetrale, dall’interno 14.4 la sistemazione della collina e le opere esterne della batteria 14.5 planimetria di progetto 14.6 vista d'insieme verso nord con le postazioni “in barbetta” e i rilevati del terreno 14.7 particolare delle rampe d'accesso alle postazioni
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BATTERIA S. JACHIDDU
15-8S
Batteria da Costa S. JACHIDDU Piazza di Messina – Costa sicula, Comune di Messina Data costruzione
1889-90
Presidio
3 ufficiali, 210 uomini di truppa
Capacità di ricoveri
10 uomini nella batteria su paglia a terra
Utilizzo In concessione al Comune è stato dato in uso alla cooperativa Scirin a.r.l. Onlus per attività culturali e di accesso ai sentieri dei Peloritani. Conservazione Integro nelle sue parti ed in buone condizioni di utilizzo ha avuto recentemente lesioni strutturali dovute ai lavori di una sottostante galleria stradale.
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Questa batteria è da annoverare, per forma e caratteristiche della sezione trasversale, tra quelle di media dimensione, tanto per l’impianto quadrangolare regolare, che per la simmetria di disegno e le doppie rampe d’accesso alle postazioni in barbetta. Posta in posizione molto elevata a guardia dello Stretto è visivamente rapportata al forte Ogliastri, dato l’allineamento delle due strutture lungo lo stesso crinale. Rilevanti i rilievi e la documentazione prodotti nel corso di una tesi di laurea*.
(*) Tesi di laura in Architettura di Antonino Biancuzzo e Antonio Donato, Il sistema difensivo della seconda metà del XIX secolo a Messina. S. Jachiddu, la consevazione della fabbrica, relatore prof. M. Lo Curzio, Università degli Studi di Reggio Calabria, Anno Accademico 2000-01
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Scopo: Battere lo Stretto di Messina con settore di tiro orizzontale di tiro di 120° compreso fra Capo Faro e Villaggio Gazzi. Direttrice rivolta al campanile di Gallico sulla costa sicula. Appalto dei lavori I lavori si eseguono a cottimo secondo quanto disposto dal Disp. Min. del 3 agosto 1889 n° 12630 (Dir Gen. Genio Div. Fabbr. Mil. Fortific. e Contratti Sez 2) con il quale era pure assegnata, per l’esecuzione dei lavori, la somma di £. 380.000,00 da imputarsi al Capitolo 49 del Bilancio 1889/90. Data dell’ordine dello studio: Disp. Min. del 18 maggio 1889 n° 7896 Riserv. Spec.le diretto al Comandante del XII C. d’Armata Data dell’approvazione del progetto: Disp. Min. del 3 agosto 1889 n° 12630 (Dir Gen. Genio Div. Fabbr. Mil. Fortific. e Contratti Sez. 3) Data di inizio dei lavori: 15 luglio 1889 Data di compimento dell’Opera: fronte della Batteria: fine marzo 1990 – Tutta la Batteria: fine aprile 1990 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 30.000 Ammontare dei costi dei lavori: £. 380.000 Totale: £. 410.000 Armamento: Approvato con Disp. Min del 18 maggio 1889 n° 7886 ris.to diretto al Comandante del XII Corpo d’Armata 6 obici da 28 GRC ret. incavalcati su affusti da difesa con sott’affusti del n° 15. 2 cannoni da 75 B incavalcati su affusto da campagna sul fianco sinistro Devono ancora determinarsi la postazione dei capisaldi telemetrici per cura dell’Istituto Geografico Militare Sono in corso le pratiche per le installazione dei casotti telemetrici. Munizionamento: per obici da 280: 860 granate a polvere nera; 36 a fulmicotone per cannoni da 75: 2000 granate a polvere nera; 36, 380 shrapnel, 20 a mitraglia Tipo di impianto telemetrico: Telemetro verticale Mod. 86 sistema Bracciolini Riserva d’acqua: 1 cisterna con pozzo e pompa della capacità complessiva di 140 m3.
S T R E T TO
6.
15.1 vista sul porto di Messina dalla batteria 15.2 fronte lato monte, fossato e caponiera dopo le puliture e i restauri, vista verso nord 15.3 vista d'insieme verso nord con le postazioni “in barbetta” 15.4 parapetti metallici e protezioni delle rampe ricostruiti per la fruizione in sicurezza degli spazi esterni 15.5 scheda descrittiva con planimetrie e sezione trasversale 15.6 vista d'insieme verso nord 15.7 vista dell'ultimo livello con le postazioni “in barbetta”
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BATTERIA PIANO DI ARGHILLÀ - Gullì
16-8C
Batteria PIANO DI ARGHILLA’ (Gullì) Piazza di Messina – Costa calabra, Comune di Reggio Calabria Data costruzione
1889-90
Presidio
4 ufficiali, 270 uomini di truppa
Capacità di ricoveri 30 uomini nella batteria su paglia a terra, 70 uomini nel baraccamento su branda, 50 uomini nel baraccamento Utilizzo
Ecolandia. Parco Ludico Tecnologico Ambientale *
Conservazione Il forte è stato oggetto di interventi avviati in attuazione di un progetto finanziato con Programma URBAN di Reggio Calabria e realizzato negli anni 2000 - 2002. Le opere realizzate hanno interessato tanto la batteria vera e propria che i limitrofi spazi di pertinenza. Il progetto attuato ha scelto di utilizzare forme e strutture destinate ad attività ludiche e didattiche che si intersecano con gli spazi della struttura militare.
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Come tipo, organizzazione e sviluppo questa batteria è assolutamente analoga a quella di Monte Gallo (Cavalli) posta sulla costa siciliana. La dimensione consentiva l’utilizzo di otto postazioni in barbetta.
(*) Progettisti: GRUPPO WECO, Tonino Perna coordinatore e Manlio Vendittelli capoprogetto, con Rosa Alessi, Pietro Currò, Domenico Giandoriggio, Paola Giannattasio, Maurizio Imperio (coordinatore gruppo architettura e urbanistica), Annì Lombardo, Tommaso Marino, Pasquale Melito, Pietro A. Polimeni (coordinatore gruppo impianti e sistemi energetici), Natale Praticò, Manuel Pulella, Claudio Russo. Consulenti: Maurizio Agostino, Alberto Alioto, Alfonso Aliperta, Vittorio Amadio, G. Gioffrè Florio, Ilpo Hokkonen, Flavia Martinelli, Mario Martorano, Sara Minuto, Eric van Monckoven, Paolo Nappi, Rocco Polito, Basso Salerno, Gioacchino Santonocito, Michele Urbano, Luciana Zuaro. Responsabile del procedimento: arch. Anna Cassalia. Impresa costruttrice: CO.FO.R di Reggio Calabria.
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Scopo: Battere con tiro inarcato e campo di tiro orizzontale di 120°, il mare a sud di Messina con direttrice alla foce della Fiumara S. Filippo (costa sicula) e concorrere con le opere del gruppo calabro alla difesa terrestre battendo il terreno fra le fiumare di Catona e di Gallico. Data dell’ordine dello studio: Disp. Min. del 10 maggio 1889 n° 7886 ris. diretto al Comandante del XII Corpo d’Armata Data dell’approvazione del progetto: Disp. Min. del 2 agosto 1889 n° 12568 ris. (Dir Gen. Genio Div. Fabbr. Mil. Fortific. e Contratti Sez 3) Data di inizio dei lavori: 15 luglio 1889 Data di compimento dell’Opera: 1 luglio 1890 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 30.000 Ammontare dei costi dei lavori: £. 570.000 Totale: £. 600.000 Armamento: Approvato con Disp. del 18 maggio 1889 n° 7886 ris. diretto al Comandante del XII Corpo d’Armata, meno gli obici da 28 che, da dieci, furono ridotti a 8 giusta il parere della nota Commissione 8 obici da 28 GRC ret su affusti da difesa con sottoaffusti del n° 15 (ridotti nel 1920 a 4 obici da 28) 2 cannoni da 12 GRC ret. su affusti da difesa per cannoni da 12 ret con sott’affusti del n° 10 su paioli in muratura (in seguito soppressi) 8 cannoni da cm. 9 BR ret. su affusti da campagna Mod.1844 per cannoni da 9 ret. (sostituiti con 2 cannoni da 75 B) 2 mortai Krupp da 15 ret su affusti per mortai da 15 AR ret con sott’affusti del n° 13 (in seguito soppressi) Munizionamento: per obici da 280: 1152 granate a polvere nera; 48 a fulmicotone per cannoni da 75: 200 granate a polvere nera; 380 shrapnel, 20 a mitraglia Tipo di impianto telemetrico: Telemetro verticale Mod. 86 sistema Bracciolini Riserva d’acqua: 1 cisterna della capacità complessiva di circa 100 m3. e una cisterna di 50 m3 davanti al baraccamento.
S T R E T TO
6.
16.1 vista verso lo Stretto con gli elementi esterni del Parco Ludico 16.2 fronte lato monte dopo gli interventi 16.3 e 16.4 sistemazione della batteria dopo gli interventi (foto dei progettisti) 16.5 foto storica, particolare con obice in posizione 16.6 scheda descrittiva con planimetrie e sezione trasversale 16.7 disegni di progetto 16.8 vista verso lo Stretto con gli elementi di arredo esterno 16.9 foto storica, piazza d’armi
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BATTERIA SERRA DELLA CROCE
17-9S
Batteria SERRA DELLA CROCE Piazza di Messina - Costa sicula, Comune di Messina Data costruzione
1889-90
Presidio
2 ufficiali, 130 uomini di truppa
Capacità di ricoveri 20 uomini nella batteria su paglia a terra; 70 uomini nel baraccamento su brande Utilizzo
Concessionario Cooperativa Sociale “Servire 95”
Conservazione Buona conservazione generale e manutenuta dal concessionario. Contiene alcune parti originarie non presenti nelle altre strutture. In particolare alcune lampade d’illuminazione degli ambienti e il sistema di movimentazione del montacarichi per portare in barbetta i proiettili. Ha altresì integre due postazioni telemetriche realizzate in acciaio, anche se prive dello strumento misuratore.
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Per impianto e tipologia costruttiva è annoverabile tra le batterie di media dimensione. Tra queste risulta tra le meno ampie e di fatto era predisposta per contenere quattro postazioni di tiro. Di forma rettangolare regolare ha, come di consueto, i tre fronti non visibili incassati nel terreno e il lato monte con fossato, ponte levatoio e caponiera di protezione.
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Scopo: Battere con tiro diretto l’antistante specchio d’acqua del mar Tirreno con settore orizzontale di tiro di 120° da Torre del Faro alla foce della fiumara Tono per rafforzare da tale parte l’azione della Batteria Polveriera. Direttrice formante verso mare un angolo di 60° colla visuale diretta alla lanterna di Capo Faro Appalto dei lavori Lavori eseguiti a cottimo giusta il Disp. Min. del 2 agosto 1889 n°12563 (Div. Fabbr. Milit. Fortific. e Contratti Sez. 2) col quale erano impegnate, per l’esecuzione dei lavori, £. 300.000,00 da imputarsi al Capitolo 49 dell’esercizio 1889/90. Data dell’ordine dello studio: Disp. Min del 3 maggio 1889 n° 7886 ris.to diretto al Comandante del XII Corpo d’Armata Data dell’approvazione del progetto: Disp. Min. del 2 agosto 1889 n° 12563 Div. Fabbr. Milit. Fortific. e Contratti Sez. 3 Data di inizio dei lavori: 17 agosto 1889 Data di compimento dell’Opera: il fronte della batteria potrà essere completato entro la fine di gennaio 1889 e tutta quanta la batteria entro il mese di aprile 1890 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 29.669,78 Ammontare dei costi dei lavori: £. 300.000,00 Totale: 329.669,78 Armamento: Approvato con Disp. Min del 18 maggio 1889 n° 7886 ris.to diretto al Comandante del XII Corpo d’Armata 6 obici da 28 GRC ret. incavalcati su affusti da difesa con sott’affusti del n° 15. Un tale armamento è stato ridotto dalla locale Commissione di difesa presieduta dal Comandante la Divisione di Messina a 4 obici da 28 GRC ret come da autorizzazione del Comandante del XII C.A. con lettera del 31 maggio 1889 n° 280 Ris. Spec., da questi diretta al Comandante Terr. Del Genio di Napoli. Munizionamento: per obici da 280: 560 granate a polvere nera; 40 a fulmicotone Tipo di impianto telemetrico: Telemetro verticale Mod. 86 sistema Bracciolini Riserva d’acqua: 1 cisterna della capacità complessiva di 100 m3.
S T R E T TO
6.
17.1 vista dello Stretto e di Capo Peloro dalla batteria 17.2 fronte d'ingresso (lato monte) e caponiera 17.3 e 17.4 muratura esterna e sistemazione spazi aperti 17.5 sistema d'illuminazione con il supporto girevole per le lampade. Si notano le aperture di afflusso dell'aria e scarico dei fumi 17.6 elevatore meccanico a verricello per trasportare i proiettili di mortaio al livello delle postazioni 17.7 scheda descrittiva con planimetrie e sezione trasversale 17.8 e 17.9 foto storiche con viste d'insieme
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BATTERIA PUNTAL FERRARO
18-10S
Batteria di PUNTAL FERRARO Piazza di Messina – Costa sicula, Comune di Messina Data costruzione
1889-90
Presidio
4 ufficiali, 169 uomini di truppa
Capacità di ricoveri nella batteria su brande
70 uomini nella batteria su paglia a terra; 50 uomini
Utilizzo
Concessionario Azienda Regionale Foreste Demaniali
Conservazione Buona conservazione generale. Manutenuta dal concessionario. Posta sulla strada per Dinnamare è utilizzata come presidio del Demanio Forestale dei Peloritani Orientali – colle San Rizzo. Gli spazi esterni della batteria sono utilizzati come “Parco dei daini” e risultano particolarmente graditi dai bambini. Ospita una raccolta di materiali iconografici relativa ai forti posti a guardia dello Stretto e realizzata dal Centro Studi “Le Tre Torri”. È regolarmente aperta e visitabile quotidianamente in orari prefissati.
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Questa struttura può essere assimilata al tipo relativo alle fortificazioni di montagna per il ridotto sviluppo della sezione trasversale. Ha, come nel caso di forte Pietrazza e Forte Campone una sola rampa per l’accesso in barbetta e la movimentazione dei pezzi. Alla limitata sezione trasversale si accoppia però un significativo sviluppo longitudinale che la vedeva dotata di sei postazioni di tiro rivolte verso la Piana di Milazzo e di due postazioni per la difesa dei fianchi nord e sud.
Massimo Lo Curzio - ICONOGRAFIA
D E L L A F O RT I F I C A Z I O N E P E R M A N E N T E O T TO C E N T E S C A D E L L O
Scopo: Sbarrare le migliori comunicazioni fra la costa mediterranea di Milazzo e Messina, assicurando in modo assoluto alla difesa, il possesso della località. La Batteria che si eleva in questa posizione, batterà completamente la strada provinciale Messina-Milazzo da Torre S. Rizzo a Gesso, per buon tratto le rotabili di Salice e Castanea, la strada ferrata nella fiumara di Gallo e la mulattiera di Serro che si immette sulla strada militare AntennamareTorre S. Rizzo per Colle Molimenti presso la Batteria stessa. Obiettivi del fronte: battere con campo orizzontale di tiro di 120°, tutta la zona compresa fra la spiaggia e le visuali su Monte dei Centri e Monte Campone. Direttrice del fronte sul Villaggio Serro. Obiettivi del fianco sinistro: alcuni tratti della strada militare S. RizzoAntennamare; la mulattiera Serro-S. Brancato Obiettivi del fianco destro: la comunale Salice—Portella Castanea Castanea; la provinciale Messina Milazzo dalle fornaci fino a Torre S. Rizzo: tratti della comunale Torre S. Rizzo-Portella Castanea-Castanea Data dell’ordine dello studio: Dispaccio del 12 maggio 1889 n° 10970 Dir. Gen d’Artiglieria Data dell’approvazione del progetto: Disp. Minist. Del 7 ottobre 1889 n° 16009 Div. Fabbr. Milit. Fortific. e Contratti Sez. 3 Data di inizio dei lavori: 17 Settembre 1889 Data di compimento dell’Opera: nel mese di Maggio 1990 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 6.800,00; Ammontare dei costi dei lavori: £.270.000,00; Totale: £. 278.800,00 Armamento: 4 cannoni da 12 GRC ret. Su affusti da difesa con sottafusti del n° 10 per paioli in muratura 2 obici da 21 GRC ret su affusti da difesa per cannoni da 15 GRC ret con sottaffusti del n° 8 4 cannoni da cm. 9 BR ret. con affusti da campagna (sostituiti con 2 cannoni da 87 B sul fianco destro e 2 cannoni da 87 B sul fianco sinistro) Munizionamento: per obici da 240: 260 granate a polvere nera; 340 shrapnel, 52 granate torpedini per cannoni da 120: 520 granate a polvere, 1040 shrapnel, 40 a mitraglia per cannoni da 87: 520 granate a polvere, 1040 shrapnel, 40 a mitraglia Predisposta per il tiro preparato solo per i cannoni da 120 e gli obici Provvista di osservatori di batteria solo per i cannoni da 120 e gli obici Riserva d’acqua: 1 cisterna della capacità complessiva di 160 m3.
S T R E T TO
6.
18.1 vista delle rampe d'accesso alle postazioni “in barbetta” 18.2 fronte d'ingresso 18.3 particolare delle rampe per la movimentazione dei pezzi d'artiglieria con scalinata realizzata nella parte centrale 18.4 rampe per l'accesso all'ultimo livello 18.5 particolare della parasta del portale d'ingresso realizzata con pietra, mattoni e laterizi sagomati 18.6 scheda descrittiva con planimetrie e sezione trasversale 18.7 blocco d'arresto del portone d'ingresso realizzato in fusione con la data di completamento del programma (1890) 18.8 particolare di corridoio interno 18.9 discendenti per l'acqua meteorica con bicchiere realizzato in fusione
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BATTERIA MONTE DEI CENTRI
19-11S
Batteria di Monte dei CENTRI Piazza di Messina – Costa sicula, Comune di Messina, villaggio Salice Data costruzione
1889-90
Presidio
2 ufficiali, 81 uomini di truppa
Capacità di ricoveri Nella batteria non esistono luoghi per alloggio di presidio. A 300 metri circa dalla batteria vi è una casermetta capace di 150 uomini su paglia a terra e di 80 uomini su brande Utilizzo Concessionario Cooperativa giovanile La Zagara. Utilizzata come struttura agrituristica. Conservazione Buono stato di conservazione. Manutenuta e oggetto di interventi di sistemazione dal concessionario. Alcuni locali sono stati adibiti a spazi ristoro ed enoteca. Rilevante il fatto che in questa struttura in fase di costruzione si è fatto abbondante uso, per paramenti murari e finiture, di pietra calcarea locale ricca di fossili, oltre che di pietra basaltica utilizzata per la realizzazione dei canali di raccolta dell’acqua meteorica.
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Di forma regolare e impostata sulla simmetria delle parti è struttura assimilabile al tipo relativo alle fortificazioni di media grandezza, anche se ha un limitato sviluppo della sezione trasversale. È dotata di due rampe per l’accesso in barbetta e la movimentazione dei pezzi. È rivolta alla protezione da un eventuale assalitore proveniente dalla Piana di Milazzo e per la particolare condizione d’uso aveva quattro postazioni dotate di cannoni. Sul fronte opposto la zona d’ingresso era protetta dal fossato, dal ponte levatoio e dalla caponiera. Di significativa importanza architettonica, per l’uso dei materiali impiegati, è la costruzione posta a poca distanza e destinata al ricovero truppe e alle attrezzature. Si tratta di un corpo di fabbrica rettangolare che è caratterizzato, nella zona centrale del fronte più lungo, da una sequenza di sedici archi ribassati sostenuti da pilastri in mattoni e pietra da taglio. Oltre i pilastri un arretramento della facciata consente la protezione dell’ingresso e delle aperture. La singolarità di questa costruzione sta nell’alternanza, per pilastri ed archi ribassati, di mattoni e pietra da taglio. Per il resto manca completamente la copertura concepita con travi lignee continue su quinte murarie e armatura secondaria in travetti di legno. Necessita della ricostruzione completa delle coperture.
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Scopo: Sita all’estremo est della probabile linea di difesa avanzata della Piazza di Messina verso terra, fiancheggia la linea stessa quasi infilando per un buon tratto la provinciale Messina-Milazzo a 3 km ad est di Spadafora S. Martino fino ad oltre Divieto e può battere su tutta la costa le eventuali imbarcazioni nemiche che per questa tentassero l’approdo. Protezione della provinciale Messina-Milazzo, della spiaggia del Tirreno e delle foci delle diverse fiumare che sfociano da Serro a Fondaco Nuovo Data dell’ordine dello studio: Disp. Del 17 maggio 1889 n° 10970 Div. Gen. D’Artiglieria Data dell’approvazione del progetto: Disp. Minist. Del 7 ottobre 1889 n° 16071 Div. Fabbr. Milit. Fortific. e Contratti Sez. 3 Data di inizio dei lavori: 31 dicembre 1889; Data di compimento dell’Opera: Maggio 1890 per la batteria e 10 gennaio 1890 per la strada Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 12.000,00; Ammontare dei costi dei lavori: £. 220.000,00 Totale: 232.000,00 Armamento: 4 cannoni da 15 GRC ret. su affusto da difesa con sott’affusto del n° 8 4 cannoni da cm. 9 BR ret. con affusti da campagna (dismessi in seguito) Munizionamento: per obici da 149: 520 granate a polvere nera; 1040 a fulmicotone, 40 a mitraglia per cannoni da 120: 320 granate a polvere, 1020 shrapnel, 42 a mitraglia Predisposta per il tiro preparato Provvista di osservatori di batteria Riserva d’acqua: due cisterne esterne alla batteria della capacità complessiva di 300 m3.
S T R E T TO
6.
19.1 vista verso la Piana di Milazzo dalla batteria 19.2 ingresso con ponte levatoio, fossato e caponiera 19.3 sistemazione dello spazio chiuso dalla muratura esterna con la nuova pavimentazione 19.4 muratura sulla piazza d’armi in calcarenite con variazione dell’apertura 19.5 vista dall'alto della batteria 19.6 foto del 1985 con la batteria in stato di abbandono 19.7 vista del corpo di fabbrica di servizio posto più a valle e privo di coperture
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BATTERIA MONTE CAMPONE
20-12S
BATTERIA DI MONTE CAMPONE Piazza di Messina - Costa sicula, Comune di Villafranca tirrenaData costruzione: 1889-91 Presidio
3 ufficiali, 120 uomini di truppa
Capacità di ricoveri nella batteria su brande
70 uomini nella batteria su paglia a terra e 50 uomini
Utilizzo
Concessionario Cooperativa Sociale “Servire 95”
Conservazione Buono stato di conservazione e manutenuta dal concessionario. È integra nelle sue parti e necessita di interventi nelle parti non utilizzate e nella caponiera. Collocata in mezzo ai boschi dei Peloritani è prevalentemente utilizzata per ospitare campi scout.
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Questa struttura può essere assimilata al tipo relativo alle fortificazioni di montagna per il ridotto sviluppo della sezione trasversale. Ha, come nel caso delle batterie Pietrazza e Puntal Ferraro una sola rampa per l’accesso in barbetta e la movimentazione dei pezzi. Alla limitata sezione trasversale si accoppia però un significativo sviluppo longitudinale che la vedeva dotata di sei postazioni di tiro rivolte verso la Piana di Milazzo. È di notevole importanza lo sviluppo, alla quota più bassa, di locali ipogei destinati al munizionamento.
Massimo Lo Curzio - ICONOGRAFIA
D E L L A F O RT I F I C A Z I O N E P E R M A N E N T E O T TO C E N T E S C A D E L L O
Scopo: Situata quasi all’estremo ovest della probabile linea di difesa avanzata della Piazza di Messina verso terra, batte efficacemente i versanti delle fiumare di Villafranca tirrena, Castelluccio e Gallo dove potrebbero svilupparsi con vantaggio le linee di attacco nemiche. Settore di tiro orizzontale di 120°. Direttrice di tiro fra Bauso e Divieto Data dell’ordine dello studio: Disp. Del 12 maggio 1889 n° 10970 Direz. Gen di d’Artiglieria. Data dell’approvazione del progetto:Disp. Minist. Del 7 ottobre 1889 n° 16022 Div. Fabbr. Milit. Fortific. e Contratti Sez. 3 Data di inizio dei lavori: 31 dicembre 1889 Data di compimento dell’Opera: La batteria nel mese di maggio del 1890 La strada alla fine di gennaio del 1890 Ammontare delle somme di indennità ed espropriazioni: £. 39.440,85 Ammontare dei costi dei lavori: £. 290.000 Totale: £. 329.440,85 Armamento: 4 cannoni da 12 GRC ret. Su affusti da difesa con sottafusti del n° 10 2 obici da 21 GRC ret su affusti da difesa per cannoni da 15 GRC ret con sottaffusti del n° 8 Munizionamento: per obici da 240: 260 granate a polvere nera; 340 a fulmicotone, 52 granate torpedini per cannoni da 120: 320 granate a polvere, 1020 shrapnel, 42 a mitraglia Predisposta per il tiro preparato Provvista di osservatori di batteria Riserva d’acqua: 1 cisterna nella batteria della capacità complessiva di 200 m3.
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6.
20.1 Vista verso la costa tirrenica dalla batteria 20.2 portale d'ingresso 20.3 organizzazione di volumi del corpo di fabbrica 20.4 cannoniere in coppia 20.5 sistema di aerazione, presa d'aria superiore realizzata in pietra scolpita, manca la griglia di protezione 20.6 scheda descrittiva con planimetrie e sezione trasversale 20.7 rampa per la movimentazione dell'artiglieria e l'accesso alle postazioni con la parte gradonata posta al centro. Si notano le cannoniere disposte in coppia 20.8 sulle murature di mattoni alcuni soldati incidevano nomi e date 20.9 corridoio sotterraneo d'accesso alle riserve di munizionamento 20.10 raccordi tra i diversi piani
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FORTINO DI ANTENNAMMARE
21-13S
Fortino di ANTENNAMARE Piazza di Messina – Costa sicula, Comune di Messina Data costruzione
1901-03
Presidio
4 ufficiali, 140 uomini di truppa
Capacità di ricoveri
50 uomini nella batteria su paglia a terra, 80 su brande
Utilizzo Posta in area militare riservata di pertinenza della Marina Militare ospita un ponte radio interforze. Non è direttamente accessibile in assenza di particolari autorizzazioni. Conservazione la batteria risulta notevolmente danneggiata in molte parti, probabilmente per bombardamenti subiti durante il secondo conflitto mondiale e non identificabile completamente nel suo sviluppo originario. Meriterebbe un significativo intervento di restauro.
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la batteria venne edificata in posizione limitrofa al Santuario di Dinnamare, posto in cima ai Peloritani e consta di sei postazioni, metà delle quali rivolte verso la dorsale dei Peloritani e l’altra metà in direzione della Piana di Milazzo. Ubicata sulla più elevata posizione della zona fortificata dello Stretto controlla il passaggio tra i versanti tirrenico e jonico del territorio del Comune di Messina. Rispetto alle altre fortificazioni dell’area è progettata e realizzata per avere il minor onere possibile di opere. Consta di fatto di una parte a quota inferiore che dà accesso agli ambienti utilizzati per munizioni e spazi di servizio e dalla quota superiore con le postazioni dei cannoni in barbetta. Come forma è semplice, basata sul disegno di ambienti voltati edificati secondo una spezzata corrispondente ai due principali fronti di difesa. La posizione a ventaglio consentiva un maggior angolo di copertura di tiri. È da considerare nella sua consistenza soprattutto a partire dalla sezione che vede, come di consueto, nascosta dai rilevati di terra la parte rivolta verso la zona di attacco del possibile nemico. Data la sua difficile accessibilità perché inserita in un’area militare la struttura difensiva è poco nota e non è stata, prima d’ora indicata o documentata in maniera precisa.
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D E L L A F O RT I F I C A Z I O N E P E R M A N E N T E O T TO C E N T E S C A D E L L O
Scopo: Fronte principale: Battere la zona di terreno compresa fra la visuale condotta alle falde di Monte Minestrone sulla destra e a Monte Pistolona sulla sinistra. Direttrice del fronte principale la visuale diretta a Monforte S. Giorgio Fronte secondario: la zona di terreno compresa fra le visuali condotte a Villafranca tirrena sulla destra e alla foce della fiumara di S. Stefano sulla sinistra. Direttrice del fronte secondario la visuale diretta a Monte Peretta. Posizione eventuale: il fondo della fiumara di Villafranca tirrena Appalto dei lavori Lavori appaltati alla Ditta Ing. Giacinto Rodriguez il 15 settembre 1899 Data inizio lavori: nell’anno 1901 Data di compimento dell’Opera: agosto 1903 Armamento: fronte principale 2 cannoni da 149 G 2 obici da 210 fronte secondario 2 cannoni da 149 G In posizione eventuale: 2 mortai da 149 Munizionamento: per cannoni da 149: 520 granate a polvere nera; 1040 shrapnel, 40 a mitraglia per obici da 210: 260 granate a polvere nera; 52 granate torpedini; 540 shrapnel per mortai da 149: 260 granate a polvere nera; 52 granate torpedini; 540 shrapnel È presente l’ufficio telegrafico e telefonico; Predisposta per il tiro preparato; Provvista di osservatori di batteria Riserva d’acqua: 1 cisterna della capacità complessiva di 60 m3.
S T R E T TO
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21.1 Vista verso la Piana di Milazzo dalla batteria 21.2 vista dei resti del corpo centrale dal livello delle postazioni “in barbetta” 21.3 particolare dei blocchi di pietra scolpita con l'indicazione numerica delle posizioni dei serventi 21.4 particolare dei volumi e delle scale per salire al livello delle postazioni 21.5 scheda descrittiva con planimetrie e sezione trasversale 21.6 foto storica del 1932 21.7 resti di murature in direzione della zona d'ingresso
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BATTERIA SBARRE
22-9C
Batteria SBARRE Piazza di Messina - Costa calabra, Comune di Reggio Calabria Data costruzione
1912-14
Presidio
-
Capacità di ricoveri
-
Utilizzo
Non utilizzata, in stato di abbandono
Conservazione Mediocre stato di conservazione generale per assenza di interventi manutentivi e deperimento delle coperture. Si rilevano tracce di utilizzi precari.
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Questa batteria, in totale stato di abbandono e costruita alla vigilia della prima guerra mondiale, era la prima posta a guardia dello Stretto da sud, sul fronte calabrese. Differisce dalle altre costruite negli anni ’80 dell’ottocento perché dotata di una differente conformazione che le derivava in particolare dal cospicuo spessore delle coperture degli ambienti interni. Questi, a loro volta, erano serviti da un corridoio interno dotato di binari per carrelli utili alla movimentazione dei proiettili. Come tipologia d’impianto corrisponde di fatto ad un perfezionamento del modello utilizzato in tutti gli altri casi, con alcune soluzioni del tutto differenti. In particolare le quattro postazioni di tiro non sono poste in barbetta ma sul piazzale centrale, in posizione leggermente rialzata e serviti direttamente dai carrelli portaproiettili che uscivano dai corridoi d’ingresso agli ambienti interni. Oltre le spesse coperture degli ambienti incassati un significativo rilevato proteggeva le postazioni. Un corpo di fabbrica posto a sud chiudeva l’area e consentiva l’accesso alle postazioni telemetriche che guardavano lo Stretto. Dato lo stato di conservazione sono urgenti significativi interventi di restauro atti a recuperare una struttura sostanzialmente integra e riutilizzabile in un’area con forte carico urbano. La città di Reggio Calabria, nel quartiere di Sbarre, ha di fatto accerchiato gli spazi del forte che restano tra i pochi utilizzabili.
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D E L L A F O RT I F I C A Z I O N E P E R M A N E N T E O T TO C E N T E S C A D E L L O
Scopo: Batterie con tiro a puntamento indiretto il mare con settore di tiro di 150° da Messina alla fiumara di Turchi Armamento: 4 obici da 305 in barbetta Sono presenti: 2 magazzini complementari per proietti carichi 1 polveriera per 24 tonnellate di esplosivo 1 magazzino per le polveri e artiglieria da guerra 1 magazzino per proietti scarichi 1 deposito balistite 1 fabbricato per granate torpedini 1 tettoia per l’impianto termoelettrico occorrente 1 corpo di guardia
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22.1 vista dello Stretto dalla batteria 22.2 quattro postazioni in contiguitĂ con i depositi di munizioni 22.3 corridoio interno con binari per i carrelli di movimentazione dei proiettili 22.4 vista d'insieme dello sviluppo della batteria dal piano di sistemazione esterna 22.5 apertura con binari per carrelli 22.6 sistema di copertura a forte spessore degli ambienti interni 22.7 finestrella d'illuminazione con canali di aerazione e scarico dei fumi 22.8 incrocio di volte a botte in corrispondenza dei vani d'ingresso al corridoio centrale
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