Rudyard Kipling Adattamento a cura di
Stefano Bordiglioni e Manuela Badocco
Il libro della giungla Illustrazioni di
Marco Bregolato
CON AUDIOLIBRO I CLASSICI
Rudyard Kipling
Il libro della giungla Adattamento a cura di Stefano Bordiglioni e Manuela Badocco Illustrazioni di Marco Bregolato Apparato didattico a cura di Anna Rossi
© 2019 by Mondadori Education S.p.A., Milano Tutti i diritti riservati www.mondadorieducation.it Prima edizione: marzo 2019 Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specifcamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifche. Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.
Coordinamento Redazione Impaginazione Copertina Illustrazioni
Maria Cristina Scalabrini, Alessia Vecchio Anna Rossi Silvia Bianchin Silvia Bianchin Marco Bregolato
Contenuti digitali Audiolibro
Elisa Califano
Per eventuali e comunque non volute omissioni e per gli aventi diritto tutelati dalla legge, l’editore dichiara la piena disponibilità. La realizzazione di un libro scolastico è un’attività complessa che comporta controlli di varia natura. Essi riguardano sia la correttezza dei contenuti che la coerenza tra testo, immagini, strumenti di esercitazione e applicazioni digitali. È pertanto possibile che, dopo la pubblicazione, siano riscontrabili errori e imprecisioni. Mondadori Education ringrazia fin da ora chi vorrà segnalarli a: Servizio Clienti Mondadori Education e-mail servizioclienti.edu@mondadorieducation.it numero verde 800 123 931
Capitolo 1 I fratelli di Mowgli
In una calda sera d’estate Papà Lupo si svegliò. Sbadigliò e si strofinò il muso con le zampe per levarsi anche l’ultimo pezzetto di sonno. Mamma Lupa stava distesa in mezzo ai suoi quattro cuccioli. La luce della luna rischiarava l’imboccatura della tana. – È ora di caccia – disse Papà Lupo. Stava per uscire, quando sulla soglia della tana apparve un’ombra. Era lo sciacallo Tabaqui, il Leccapiatti, disprezzato da tutti perché andava in giro a raccontare frottole e a mangiare avanzi. – Entra pure, se vuoi, – disse Papà Lupo – ma qui non c’è nulla da mangiare.
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– Non sono esigente io, – rispose Tabaqui – mi accontento di un osso. Strisciò in fondo alla tana dove trovò un osso di caprone e si mise a rosicchiarlo. – Grazie mille per questo buon boccone – disse. Poi, in tono maligno, aggiunse: – Shere-Khan ha cambiato zona di caccia. Presto verrà su queste colline… Shere-Khan era la tigre zoppa che viveva in riva al fiume, qualche chilometro più avanti. – Non ne ha diritto! – protestò Papà Lupo. – Secondo la Legge della Giungla non può cambiare zona senza prima avvertire. Spaventerà tutta la selvaggina e io dovrò fare doppia fatica per sfamare la mia famiglia! Lo sciacallo se ne andò, soddisfatto per il malumore che aveva generato. Poco dopo si udì nella valle il brontolio della tigre, sempre più forte e minaccioso, fino a quando divenne un lamento.
– Sembra che a Shere-Khan sia sfuggita la sua preda – disse Mamma Lupa. Papà Lupo corse fuori a vedere che cosa fosse successo. – Quella sciocca si è bruciata le zampe saltando in mezzo al fuoco di un bivacco – disse Papà Lupo al suo ritorno. – Con lei c’è lo sciacallo. – Attenzione! – mormorò Mamma Lupa. I cespugli frusciarono e Papà Lupo si accovacciò, pronto a balzare, ma si bloccò di colpo: – Un uomo! – gridò. – Un cucciolo d’uomo, guarda! Proprio davanti a lui stava un bambino che camminava appena, un batuffolo morbido e grassottello.
preda: animale catturato o ucciso. bivacco: accampamento notturno all’aperto.
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– Portalo qui! – disse Mamma Lupa. – Non ho mai visto un cucciolo d’uomo. Papà Lupo afferrò delicatamente il bimbo con le mascelle e lo depose in mezzo ai lupacchiotti. Un lupo può, se vuole, prendere in bocca un uovo senza romperlo: neppure uno dei suoi denti graffiò infatti la pelle del bambino. – Com’è piccino! – disse Mamma Lupa. – E com’è coraggioso! Succhia il mio latte come gli altri! In quel momento Shere-Khan s’infilò nell’apertura della tana. Zoppicava vistosamente per via delle zampe bruciate. – Datemi la mia preda. Il cucciolo d’uomo che è qui – disse. – I lupi sono un Popolo Libero e ricevono ordini solo dal capo del Branco,
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non certo da te. Il cucciolo d’uomo è nostro – ribatté Papà Lupo. La tigre ruggì rabbiosa e Mamma Lupa balzò in avanti: – Il cucciolo d’uomo non verrà ucciso. Vivrà col Branco! E ora vattene, bestia bruciacchiata! Mentre la tigre si allontanava brontolando, Papà Lupo disse: – Se lo vuoi tenere, dovremo presentarlo al Branco… Mamma Lupa annuì: – Certo che lo voglio tenere! Poi, rivolta al bambino: – Ti chiamerò Mowgli, piccolo ranocchio, e un giorno sarai tu a cacciare Shere-Khan.
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Il Branco si riuniva, alla prima notte di luna piena di ogni mese, sulla Rupe del Consiglio, una collina piatta e sassosa dove potevano accomodarsi anche cento lupi alla volta. Papà Lupo e Mamma Lupa, quando fu il tempo, condussero là Mowgli e i loro cuccioli. Akela, il lupo grigio che guidava il Branco, stava su una roccia e gli altri lupi erano accovacciati in cerchio intorno a lui. I piccoli venivano spinti, uno alla volta, al centro del cerchio per essere presentati al Branco, secondo la Legge della Giungla. Per ciascuno Akela ripeteva: – Guardate bene, o lupi! Voi conoscete la Legge. Quando Papà Lupo spinse avanti Mowgli, Akela ripeté il suo grido e il ruggito di Shere-Khan giunse da dietro le rocce: – Il cucciolo d’uomo è mio. Datemelo! Akela disse: – Il Popolo Libero dei lupi non prende ordini da chi non appartiene al Branco.
Mamma Lupa si preparò a lottare per salvare il suo piccolo ranocchio. Ma ecco la voce dell’unico animale che non fosse un lupo, a cui era permesso partecipare al Consiglio del Branco: Baloo, l’orso bruno che poteva andare e venire a suo piacere perché si nutriva di bacche, miele e radici e non dava fastidio a nessuno. Baloo, che insegnava la Legge della Giungla ai lupacchiotti, disse: – Il cucciolo d’uomo deve stare col Branco. Lasciatelo crescere con gli altri cuccioli. Io gli insegnerò quello che c’è da sapere.
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– Chi altro vuol parlare in favore di questo cucciolo? – chiese Akela. – Occorre che un altro di voi intervenga, come stabilisce la Legge. Un’ombra nera saltò nel cerchio. Era Bagheera, la pantera nera. Aveva il manto nero come la notte e tutti la temevano perché era forte e coraggiosa. – Popolo Libero, io non ho diritto di intervenire alla vostra riunione – disse Bagheera. – Tuttavia la Legge della Giungla dice che se ci sono dubbi nei confronti di un cucciolo, la sua vita può essere riscattata. La Legge non dice chi può o non può pagare il riscatto. Giusto? – È vero, così dice la Legge! – gridarono alcuni giovani lupi, sperando in un riscatto saporito e abbondante. – Io intendo offrire a voi il riscatto. Vi offro un toro grasso che ho ucciso da poco. Si trova non lontano da qui. Accoglierete il cucciolo d’uomo? 10
riscattata: liberata in cambio di qualcosa.
– Certo! – risposero in molti. – Che male può farci un ranocchio come lui? Accettiamolo nel Branco! Ma dove si trova quel toro, Bagheera? Ma Akela ordinò: – Prima guardate bene, o lupi! Voi conoscete la Legge.
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Mowgli stava giocando con dei sassolini e non si accorse che i lupi gli si erano avvicinati. Ad uno ad uno lo esaminarono bene, poi scesero la collina in cerca della carcassa del toro. Restarono solo Baloo, Bagheera, Akela e i lupi della nuova famiglia del cucciolo d’uomo.
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Nella notte risuonarono i ruggiti di Shere-Khan, furibonda per aver perso la sua preda. – Ruggisci pure! – disse la pantera nera. – Un giorno questo ranocchio ti farà ruggire per ben altri motivi! Akela rimase in silenzio. Stava pensando a quando sarebbe diventato debole e anziano. Pensava che forse un altro lupo più giovane e forte lo avrebbe battuto in duello e avrebbe preso il suo posto alla guida del Branco. – Portalo con te, – disse poi Akela a Papà Lupo – educalo come un figlio del Popolo Libero. In futuro potrà esserci d’aiuto. Fu così che Mowgli entrò a far parte del Branco dei Lupi, grazie a un toro e alle parole di Baloo.
furibonda: molto arrabbiata.
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Per dieci o undici anni Mowgli visse felice, crescendo insieme ai lupacchiotti. Imparò il significato delle cose della giungla: un frullo d’ali, lo scricchiolio di un ramo, il guizzo di un pesce nello stagno. Quando voleva riposarsi, Mowgli si stendeva al sole e dormiva. Quando aveva fame, cercava bacche e miele. Se era accaldato, nuotava negli stagni. Al momento giusto, cominciò a partecipare alle Riunioni del Branco. Si accorse che, se guardava fisso negli occhi un altro lupo, quello abbassava lo sguardo in segno di sottomissione. Altre volte aiutava i suoi amici lupi togliendo loro le spine conficcate nelle zampe o i ricci di castagno impigliati nel mantello. Talvolta accompagnava Bagheera nelle sue spedizioni di caccia. Imparò così a uccidere una preda quando aveva fame, ma non cacciò mai un bovino. frullo d’ali: rumore prodotto dal battito veloce delle ali. sottomissione: obbedienza, riconoscere qualcuno come più potente di noi.
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Infatti la pantera gli aveva insegnato che era stato accettato nel Branco grazie al sacrificio di un toro. Doveva gratitudine e rispetto a questi animali. Così stabiliva la Legge della Giungla! Mowgli era leale e rispettava le regole. Gli capitava, di tanto in tanto, di incontrare Shere-Khan sulla sua strada. La tigre zoppa aveva fatto amicizia con i lupi più giovani del Branco. Fingeva di ammirarli e, quando Akela cominciò a invecchiare, si stupiva che dei lupi così forti accettassero come guida un vecchio lupo e un cucciolo d’uomo. – Ho saputo – diceva la tigre – che non riuscite neppure a sostenere il suo sguardo! Bagheera mise in guardia Mowgli, ma lui non diede peso all’avvertimento. – I lupi sono miei fratelli, – diceva. – Ho tolto spine dalle zampe di ognuno di loro e ho sempre rispettato la Legge! Bagheera disse comunque a Mowgli di stare attento: – Akela sta diventando anziano. La prima volta che avrà difficoltà nella caccia e fallirà, il Branco si
ribellerà alla sua autorità e si metterà contro di te. Ti consiglio di andare ai piedi della collina, dove ci sono le capanne degli uomini, per rubare il fiore rosso. Prendilo e conservalo per quando ne avrai bisogno. Servirà a difenderti. La Pantera chiamava fiore rosso il fuoco, di cui tutti gli animali avevano e hanno ancora paura. Quella notte Mowgli andò al villaggio, prese un vaso d’argilla che conteneva della brace ardente e lo portò con sé.
autorità: potere di comandare e guidare gli altri. brace: legna bruciata incandescente.
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Una volta tornato sulla collina incontrò Bagheera. – Akela ha fallito la sua caccia – disse la pantera. – Adesso i lupi daranno ascolto a Shere-Khan. – Io sono pronto. Guarda… – e Mowgli mostrò a Baghera il fiore rosso. Per tutto il giorno Mowgli tenne accesa la brace con pezzetti di corteccia e rametti secchi e vi soffiò sopra, come aveva visto fare agli uomini. La sera Tabaqui andò a riferirgli che il Branco lo aspettava alla Rupe. Quella notte Akela parlò in difesa del cucciolo d’uomo, ma molti lupi non erano più disposti ad ascoltarlo. Pretendevano che Akela lasciasse il suo posto di comando e che Mowgli se ne andasse per sempre. Quando arrivò Shere-Khan la tensione divenne sempre più alta, e così Mowgli gettò a terra le braci. Era addolorato perché non si era accorto fino a quel momento di quanto gli altri lupi lo odiassero. Affondò nelle braci un ramo e lo agitò davanti a sé.
– Ora vedo che avete paura – disse ai lupi intimoriti dal fuoco. – Vi lascerò e tornerò fra gli uomini, come voi volete. Akela andrà dove desidera e voi non gli farete del male perché io non voglio! E se tu, brutta tigre, muoverai un solo baffo io ti farò assaggiare il fiore rosso! Vattene e ricordati che la prossima volta che verrò alla Rupe porterò la tua pelle come trofeo! Fece roteare il ramo e si sprigionarono scintille. I lupi e la tigre fuggirono e rimasero solo Akela, Bagheera e una decina di lupi che avevano preso le difese di Mowgli.
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Allora accadde una cosa che fece soffrire Mowgli come non era mai accaduto prima. Sentì un dolore acuto nel petto e violenti singhiozzi lo scossero. Il suo viso si rigò di lacrime. Era la prima volta che piangeva e pensò che il suo cuore si sarebbe spezzato e che sarebbe morto. Ma erano solo lacrime. Andò alla tana a salutare la sua famiglia di lupi, poi salutò gli amici più cari. Promise che un giorno sarebbe tornato e, allo spuntar dell’alba, scese da solo la collina. Andava a scoprire il mondo degli uomini.
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acuto: molto forte.
Capitolo 2 La caccia di Kaa
I fatti che state per leggere accaddero qualche tempo prima che Mowgli fosse costretto a lasciare il Branco. Aveva già imparato a correre, nuotare e arrampicarsi. Ora Baloo gli insegnava la Legge della Giungla. Gli insegnò a rivolgersi alle api con gentilezza se si imbatteva in un alveare. A scusarsi con il pipistrello se per sbaglio disturbava il suo sonno a testa in giù. Ad avvertire le bisce acquatiche dello stagno prima di tuffarsi. Mowgli imparò anche il Grido di Caccia degli Stranieri, che serve quando si va a caccia fuori dal proprio territorio. Deve essere ripetuto fino a quando si ottiene come risposta il permesso di cacciare. Significa Vorrei cacciare qui perché ho fame. Di solito la risposta che si riceve è Caccia pure per sfamarti, ma non per divertimento.
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Quando si stancava di ripetere le stesse cose più e più volte, Mowgli si lamentava: – Non ne posso più. La mia testa ronza come uno sciame di api. Baloo gli spiegava allora che un cucciolo d’uomo deve imparare tutta la Legge della Giungla. Così Mowgli imparò la Parola d’Ordine per i Cacciatori: Siamo dello stesso sangue, voi e io. Imparò la Parola d’Ordine per gli Uccelli, una specie di fischio, e quella per i Serpenti, che somiglia a un sibilo. A volte Bagheera veniva a conoscere i suoi progressi e faceva le fusa, soddisfatta, mentre lui recitava la lezione. – Ora il ranocchio conosce tutte le lingue della Giungla – disse Baloo con orgoglio. – Non deve più temere nessuno. – Tranne quelli della sua stessa tribù… – aggiunse Bagheera sottovoce. – Un giorno avrò una tribù tutta mia – gridò Mowgli – e la guiderò fra i rami più alti degli alberi! – Che cos’è questa sciocchezza? – chiese la pantera.
– Sì, lo farò. E tirerò addosso al vecchio Baloo noci e palline di fango. Baloo lo fissò severamente: – Mowgli, hai parlato con il Popolo delle scimmie? Mowgli a quel punto dovette confessare che era stato in compagnia delle scimmie. – Ascolta, cucciolo d’uomo, – gridò Baloo infuriato – ti ho insegnato la Legge della Giungla per tutte le creature, eccetto che per le scimmie. Questo perché le scimmie non hanno legge. Non hanno capi. Sono cattive, vanitose e bugiarde. Noi non beviamo dove bevono loro. Non andiamo dove vanno loro. Mowgli tacque, dispiaciuto. Era il momento del riposino e il cucciolo d’uomo, stanco e mortificato, si addormentò tra la pantera e l’orso. Prima di addormentarsi pensò che di certo non sarebbe più andato dalle scimmie. mortificato: molto dispiaciuto.
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Si svegliò all’improvviso con la sensazione che tante piccole mani gli afferrassero gambe e braccia. Sentì le urla disperate di Baloo e di Bagheera provenienti dal basso. Le scimmie lo avevano afferrato e portato in alto con loro. Lo tenevano stretto e lo trasportavano da un ramo all’altro a grande velocità. Mowgli guardò in su e vide in un pezzetto di cielo fra le fronde l’avvoltoio Rann che volava lento. Gli lanciò il Grido degli Avvoltoi e gli chiese di seguirlo per poi far sapere a Baloo e Bagheera dove le scimmie lo avrebbero portato. Intanto l’orso e la pantera gridavano di rabbia e di dolore. – Speriamo che le scimmie non si stanchino di lui e non lo lascino cadere! Oh, Mowgli, perché non ti ho avvertito prima della loro pericolosità? – gemeva Baloo. fronde: i rami degli alberi con le foglie.
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– Non disperiamo – cercò di confortarlo Bagheera. – Il cucciolo d’uomo conosce le lingue della giungla. Purtroppo è nelle mani delle scimmie e loro, vivendo sugli alberi, non temono nessuno di noi! – A ciascuno la sua paura... – disse Baloo. – Così mi ha insegnato Hathi, l’elefante. E le scimmie hanno paura di Kaa. Lui si arrampica come loro e di notte rapisce i loro piccoli. Potremmo chiedere aiuto a lui. – Sei sicuro? – chiese Bagheera, dubbiosa. – Non appartiene alla nostra tribù. – Ha sempre fame! – disse l’orso. – Promettiamogli molte capre.
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Andarono a cercarlo e lo trovarono steso su una roccia: era un enorme pitone a chiazze marroni e gialle. Bagheera e Baloo gli si avvicinarono con prudenza. Anche se non era un serpente velenoso, possedeva una forza straordinaria ed era impossibile per chiunque liberarsi dalla sua stretta, una volta imprigionato nelle sue terribili spire. Bagheera e Baloo gli raccontarono che le scimmie avevano parlato male di lui, chiamandolo “senza piedi e Lombrico giallo”. Avevano persino osato dire che Kaa aveva perso tutti i denti. – Sss! Hanno detto davvero queste cose di me? – chiese il pitone cercando di non mostrare la sua collera. – Proprio oggi ho sentito le loro grida fra i rami più alti. – Il guaio è – continuò Bagheera – che hanno rapito il cucciolo d’uomo. spire: cerchi formati da un serpente quando si avvolge su se stesso o attorno a una preda.
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– Lui è il mio migliore allievo – disse Baloo. – E poi io, noi… Ecco, gli vogliamo bene. – Sss! – sibilò il vecchio serpente. – È ora di ricordare a quelle scimmie pettegole che devono rispettarmi. Come mi hanno chiamato? Verme? Lombrico? Presto, ditemi da che parte sono andate! Proprio in quel momento l’avvoltoio Rann scese volteggiando. Riferì il messaggio di Mowgli e disse che aveva visto le scimmie dirigersi verso le Tane Fredde. Questo luogo era un’antica città abbandonata, piuttosto lontana da raggiungere. Bagheera e Kaa partirono subito, Baloo li seguì più lentamente perché doveva fermarsi di tanto in tanto per riprendere fiato.
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Nel frattempo, alle Tane Fredde Mowgli osservava affascinato quella città di rovine. C’erano file di case buie e vuote, con i rami degli alberi che uscivano dalle finestre; c’era un palazzo con il tetto diroccato e pietre e sassi ovunque. Le scimmie si misero a ballare e a cantare canzoni senza senso. Mowgli era stanco e affamato. – Voglio mangiare! – disse. – Io qui sono straniero, perciò datemi il permesso di cacciare oppure portatemi del cibo. Alcune scimmie balzarono via per procurarsi noci e papaie, ma per strada si azzuffarono e persero la frutta raccolta. “Tutto quello che Baloo ha detto delle scimmie è vero”, pensava Mowgli. “Se mi faranno morire di fame la colpa sarà solo mia.” Intanto, silenziosamente, Bagheera e Kaa avevano raggiunto il fossato che 30
rovine: quello che rimane di una casa, di un palazzo o di una città dopo essere stata distrutta. diroccato: crollato.
circondava le mura della città. Quando una nuvola oscurò la luna, la pantera balzò sull’altura. Venne attaccata all’improvviso da numerose scimmie che le piombarono addosso mordendo e graffiando per ucciderla. Per la prima volta in vita sua, la pantera lottava per salvarsi la vita. Combattendo disperatamente riuscì a farsi strada e a gettarsi in una cisterna piena d’acqua. Nel frattempo, altre scimmie spinsero Mowgli dentro l’apertura di una cupola sfondata. Per fortuna lui era capace di cadere in piedi e non si fece male, ma udiva sibili vicino ai suoi piedi. – Siamo dello stesso sangue, voi ed io – disse Mowgli, lanciando la Parola dei Serpenti. – Sss! Stai fermo, fratellino, perché potresti farci male – sibilò uno dei cobra che vivevano tra le macerie su cui era caduto Mowgli. altura: luogo che si trova in alto. cupola: tetto a forma di mezza sfera, di solito di monumenti e chiese.
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Intanto anche Baloo era arrivato e mulinava le grosse zampe, mezzo soffocato dalle scimmie. Kaa impiegò un po’ di tempo a raggiungere il luogo del combattimento perché aveva faticato a trovare un passaggio. Quando fu dentro la città, scattò veloce e potente. Un pitone riesce a sferrare colpi violenti con la testa, usandola come se fosse un martello. Le scimmie si dispersero gridando di terrore. Il pitone riuscì a liberare Mowgli, trovando un punto debole nel marmo della cupola e sferrando colpi con tutta la sua forza. La cupola si frantumò e il cucciolo d’uomo saltò fuori dall’apertura. Quando fu libero, Mowgli ringraziò Kaa: – Siamo dello stesso sangue, tu ed io. Ti devo la vita. Se avrai fame, spingerò le capre verso di te. Ho un grosso debito nei tuoi confronti. E anche con Bagheera e con Baloo. 32
mulinava: girava velocemente.
– Ben detto! – approvò l’orso, perché Mowgli era stato beneducato e riconoscente. Il pitone posò per un attimo la testa sulla spalla del cucciolo d’uomo: – Coraggio e gentilezza ti porteranno lontano nella giungla, fratellino. Ma adesso vattene a dormire perché sta per succedere qualcosa che è bene che tu non veda!
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Mentre Baloo andava a bere alla cisterna e Bagheera cercava di sistemarsi il pelo, Kaa cominciò la Danza della Fame. Si arrotolò in ampi cerchi, facendo oscillare la testa di qua e di là. Poi cominciò a disegnare nell’aria anelli, triangoli, otto e spirali. Si poteva sentire lo strofinio delle sue squame. Baloo e Bagheera sembravano di pietra e le scimmie fissavano ipnotizzate la scena. – Fate un passo verso di me – ordinò il vecchio pitone. Le scimmie avanzarono ipnotizzate. – Sss! Più vicino! – disse Kaa, e le scimmie avanzarono di nuovo, come trascinate da una forza irresistibile. Anche l’orso e la pantera si mossero verso Kaa, ma Mowgli posò le mani su di loro per portarli via. – Che sguardo irresistibile! – rabbrividì Bagheera – C’è mancato poco che finissi dritta nella sua bocca! 34
strofinio: sfregamento. ipnotizzate: incantate, senza riuscire a staccare gli occhi.
– Cosa vuoi dire? – chiese Mowgli. – A me sembrava solo un vecchio serpente un po’ ammaccato che disegnava cerchi nella polvere. – Insomma! – esclamò la pantera, arrabbiata. – Kaa era ammaccato per colpa tua. Così come le mie zampe e il mio collo e le orecchie e le zampe di Baloo sono doloranti e pieni di morsi. Per parecchi giorni, sai, non potremo divertirci andando a caccia. – Non fa nulla – disse l’orso – abbiamo ritrovato il nostro cucciolo! – Infatti è così! – disse Bagheera. – Ma questa disavventura ci ha fatto perdere tempo prezioso e peli. Guarda la mia schiena spelacchiata! – È vero, – riconobbe Mowgli tristemente – sono stato cattivo e il dolore mi trafigge il cuore. – Che cosa dice la Legge della Giungla, Baloo? – chiese Bagheera. – Pentimento non evita castigo – borbottò Baloo. – Ma ricordati, Bagheera, che è piccolo!
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E così Mowgli ricevette dalla pantera mezza dozzina di colpi di zampa. Erano colpetti affettuosi, ma abbastanza decisi da rappresentare una punizione. Nella giungla la punizione rimette a posto le cose. Niente rancori o musi lunghi, dopo. E così Mowgli starnutì e si addormentò come un sasso aggrappato alla schiena di Bagheera. Fu trasportato nella sua tana. Non si svegliò nemmeno quando venne appoggiato a terra, al fianco di Mamma Lupa.
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Capitolo 3 Tigre! Tigre!
Torniamo a quando Mowgli fu costretto a lasciare il Branco dei lupi. Dopo aver camminato a lungo, oltre i campi coltivati, arrivò in un posto che non conosceva: una pianura attraversata da crepacci e burroni. Da una parte c’era un piccolo villaggio, dall’altra i pascoli. Quando Mowgli entrò nel villaggio, le persone lo guardarono incuriosite, gridando parole incomprensibili. – Non dovete aver paura di lui – disse un uomo. – Guardate i segni che ha sulle gambe: sono morsi di lupo. È soltanto un ragazzo-lupo. Sarà fuggito dalla giungla. In verità, quei segni erano ricordi di giochi che Mowgli aveva fatto con i lupacchiotti. Non erano vere e proprie cicatrici, ma piuttosto segni di pizzicotti.
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– Poverino! – esclamarono alcune donne. Una di loro, di nome Messua, lo portò nella sua capanna e gli offrì una tazza di latte con del pane. Le sembrava che quel ragazzino somigliasse molto al suo bimbo che era stato rapito dalla tigre tempo addietro. Ma poi, guardando i suoi piedi pieni di calli, comprese che non avevano mai calzato scarpe. Non poteva dunque essere il suo bambino, tuttavia gli disse: – Ti tratterò come un figlio!
La sera Mowgli non volle saperne di dormire in quella specie di trappola che era la capanna. Uscì dalla finestra e si sdraiò in mezzo all’erba alta. Aveva appena chiuso gli occhi quando avvertì un solletico sul viso. Era il naso morbido di Fratello Grigio, uno dei figli di Mamma Lupa. Era venuto a salutarlo e a dirgli che Shere-Khan aveva giurato che si sarebbe vendicata di lui. Si scambiarono la promessa di rivedersi presto fra i bambù, ai bordi dei pascoli.
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Nei mesi successivi Mowgli imparò il linguaggio degli uomini e le loro usanze. Indossò un abito, anche se lo trovava molto fastidioso. Comprese l’importanza dell’uso del denaro e la necessità di arare i campi. Ascoltò le storie degli anziani, soprattutto quelle del vecchio cacciatore del villaggio. Raccontava che la tigre zoppa che aveva rapito anni prima il figlioletto di Messua, era in realtà una tigre fantasma. Nel suo corpo viveva lo spirito di un vecchio usuraio che approfittava della povertà delle persone: prestava loro denaro e pretendeva poi che gli venissero restituite somme molto maggiori. Mowgli trovava molto fantasiosi quei racconti e un giorno non seppe trattenersi. – Quella tigre è zoppa perché è nata così – dichiarò. – E questi della tigre fantasma sono discorsi sciocchi!
– Davvero? – domandò il cacciatore offeso. – Allora faresti bene a portare qui la pelle di quella tigre perché il governo ci ha messo sopra una taglia di cento rupie. E faresti bene a star zitto quando parlano gli adulti! – Non sapete proprio niente sulla giungla, voi – ribatté Mowgli. Quella volta fu così impertinente che il capo del villaggio decise di mandarlo a pascolare le mucche e i bufali. Mowgli guidò la mandria cavalcando Rama, un grosso toro. Mentre i bufali si rotolavano nelle pozze fangose, lui corse ai ciuffi di bambù. Fratello Grigio lo stava aspettando lì per dirgli che Shere-Khan era più che mai decisa a ucciderlo. Stava solo aspettando che le ricrescesse il pelo bruciacchiato dopo il loro ultimo incontro alla Rupe e intanto se n’era andata a caccia lontano. taglia: ricompensa offerta a chi cattura qualcuno. rupie: monete dell’India. impertinente: sfacciato, senza il dovuto rispetto.
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– Bene – disse Mowgli. – Fino a quando rimarrà lontana, tu resta accovacciato su quella roccia. Potrai farti dare il cambio dai tuoi fratelli, a turno. In questo modo io potrò vedervi, uscendo dal villaggio. Quando invece la tigre tornerà, aspettami nella pianura, sotto l’albero dei fiori rossi. Dopo che il lupo si fu allontanato, Mowgli scelse un posto all’ombra e si addormentò. Far pascolare gli animali è un lavoro di tutto riposo e anche un po’ noioso.
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accovacciato: seduto con le zampe piegate.
La mandria di buoi rumina e si muove senza mai muggire. I bufali restano immobili nel fango, lasciando fuori solo occhi e naso. I mandriani cercano di ingannare il tempo per non annoiarsi, intrecciano piccole gabbie di rami secchi o cantano canzoni interminabili. Infilano collane di bacche rosse e nere o stanno a guardare un serpente che cattura una rana. Ogni giorno Mowgli guidava i bufali allo stagno e vedeva la sagoma di un lupo stagliata sulla roccia oltre la pianura. Allora si sdraiava sull’erba a pensare ai vecchi tempi nella giungla.
rumina: mastica erba. mandriani: persone che guidano gli animali nei pascoli. stagliata: si vede bene la forma del suo corpo.
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Ma venne il giorno in cui non vide Fratello Grigio al solito posto. Allora guidò i bufali all’albero di fiori rossi. Là trovò Fratello Grigio che gli disse: – Shere-Khan ti sta cercando. Vuole aspettarti stasera alle porte del villaggio. In questo momento si nasconde nella gola del fiume asciutto Waingunga. – Ha mangiato oggi? – chiese Mowgli, sapendo che dalla risposta dipendeva la sua vita. Fratello Grigio rispose che la tigre aveva mangiato un cinghiale all’alba e aveva anche bevuto. – La grande gola del Waingunga non è lontana da qui. Posso condurre una parte della mandria attraverso la giungla fino alla sommità della gola e poi scendere giù. Bisogna però bloccare alla tigre ogni via di fuga. Potresti dividere in due parti la mandria delle bestie che custodisco? – chiese Mowgli. 44
gola: valle molto stretta, chiusa tra le pareti di una montagna. sommità: la parte più alta.
– Da solo no, ma ho portato con me un aiutante molto bravo – rispose Fratello Grigio. E una testa che Mowgli conosceva bene spuntò da una buca. – Akela! – esclamò Mowgli battendo le mani. – Non mi hai dimenticato! Ho bisogno del tuo aiuto per radunare le bufale e i vitelli da una parte e i bufali e i tori dall’altra. I due lupi corsero in mezzo alla mandria che, scalciando e sbuffando, si divise in due parti. – Ora tu, Fratello Grigio, cerca di trattenere le bufale e i vitelli. Poi, quando io e Akela ci saremo allontanati con i bufali e i tori nella giungla, falle avanzare dentro la gola, fino a dove le sue pendici sono così alte che Shere-Khan non possa saltar fuori. Mowgli balzò in groppa a Rama. Il suo piano era quello di costringere ShereKhan in una specie di trappola, chiudendo le imboccature della gola con imboccature: entrate.
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le bufale da una parte e i tori dall’altra. La tigre, che aveva mangiato e bevuto a sazietà, non sarebbe stata in grado di arrampicarsi per uscire dal burrone. Quando finalmente Mowgli, Akela e i tori giunsero all’inizio della gola del Waingunga, Mowgli gridò forte, con le mani a coppa intorno alla bocca: – Shere-Khan! Shere-Khan! L’eco fece rimbalzare la sua voce. Dopo un lungo silenzio si udì il ruggito di una tigre appena sveglia: – Chi è che chiama? – Sono io, Mowgli. È giunta l’ora di venire alla Rupe del Consiglio! Poi ordinò ad Akela di spingere i bufali nella gola. Akela lanciò l’urlo di caccia e la mandria iniziò a correre verso il fondo del burrone. Un torrente di corna nere si rovesciò verso il basso. Shere-Khan udì il tuono degli zoccoli e cercò una via di fuga. Ma le pareti erano troppo ripide e lei era appesantita da acqua e cibo. 46
eco: quando si sente ripetere un suono urlato.
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In breve la tigre fu calpestata a morte dall’urto tremendo di quegli zoccoli che sembravano impazziti. – Ora, Akela, disperdili o si ammazzeranno fra loro! – gridò Mowgli guidando Rama verso i pantani, dove la mandria lo seguì. – La pelle della tigre starà proprio bene distesa sulla Rupe del Consiglio – disse Mowgli mettendo mano a un coltello che portava sempre appeso al collo da quando aveva cominciato a vivere fra gli uomini. A un tratto ecco arrivare il cacciatore del villaggio. Era arrabbiato perché Mowgli non era stato attento alla mandria. – Che cos’è questa pazzia? – esclamò. – Come pensi di poter scuoiare una tigre da solo? Ma questa è proprio la tigre zoppa che ha una taglia sulla sua testa! Ti perdonerò per non aver badato alla mandria e forse ti regalerò una rupia della ricompensa. 48
pantani: zone paludose.
– Vedi – disse Mowgli, – mi sono messo in testa che questa pelle serve a me! Non posso darla a te. Anzi, Akela, quest’uomo mi sta infastidendo. Il cacciatore si trovò di colpo steso sull’erba, con un lupo grigio sul petto.
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– Lascialo andare, Akela – disse Mowgli, e il cacciatore spaventato tornò al villaggio, dove raccontò storie d’incantesimi e magia. Dopo aver riunito la mandria con l’aiuto dei suoi amici lupi, Mowgli la condusse al villaggio. Si aspettava dei festeggiamenti, ma invece fu accolto da un lancio di pietre. – Vattene, figlio dei lupi! – gli gridarono i contadini. – Ti spareremo se non te ne andrai! – Già un’altra volta sono dovuto fuggire perché ero un uomo e ora perché sono un lupo! Andiamo via, Akela… – mormorò Mowgli. Poco dopo la luna illuminò Mowgli che correva veloce in compagnia dei due lupi. Portava un involto sulla testa. Quando la luna stava ormai per tramontare, Mowgli e i due lupi arrivarono sulla collina. 50
involto: un pacco preparato velocemente.
Si fermarono alla tana di Mamma Lupa, che esultò: – Lo avevo detto a Shere-Khan che un giorno tu avresti dato la caccia a lei, ranocchietto mio! Anche Bagheera accolse Mowgli con gioia. Andarono tutti insieme alla Rupe del Consiglio dove stesero la pelle della tigre. Quando il Branco si fu riunito, alcuni lupi chiesero ad Akela e a Mowgli di far loro nuovamente da guida. Da tempo, infatti, erano rimasti senza capo. – No – disse Bagheera. – Questo non è possibile. Siete il Popolo Libero e godetevi dunque la vostra libertà.
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– Il Branco degli Uomini e il Branco dei Lupi mi hanno scacciato – disse Mowgli. – Da oggi caccerò da solo nella giungla. E così fu. Ma Mowgli non rimase sempre solo, perché quando diventò un uomo si sposò. Ma questa è un’altra storia.
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Qualcosa in più
Rudyard Kipling, l’autore de Il libro della Giungla, nacque in India, da genitori inglesi, dove visse fino all’età di sei anni, quando fu mandato in Inghilterra per frequentare la scuola primaria. I luoghi descritti nel Libro della Giungla sono i luoghi dove Kipling visse la sua prima infanzia e che ritrovò da adulto, quando decise di tornare in Asia per fare il giornalista. Il libro della Giungla è la raccolta di racconti che furono scritti per alcuni giornali e riviste. Mowgli, il cucciolo d’uomo salvato dai lupi, è il protagonista dei primi tre racconti. Nel libro, gli animali vivono nella giungla rispettando la sua legge, fatta eccezioni per alcuni. Tutti gli animali hanno caratteristiche umane e ognuno di loro ne rappresenta una in particolare, negativa o positiva.
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Il mondo di Mowgli 1 Dove si svolgono le avventure di Mowgli? Colora il cartellino giusto.
Inghilterra Italia India
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2 Collega ogni personaggio alle sue caratteristiche. forte e coraggiosa Scimmie Akela Shere-Khan Bagheera Kaa
saggio e buono prepotente e feroce potente e generoso dispettose e bugiarde
Baloo giusto e saggio
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3 Quali animali non rispettano la Legge della Giungla? ■ ■ ■ ■
Scimmie Kaa Shere-Khan Fratello Grigio
4 Chi è la preda che Shere-Khan ha mancato? ■ Mamma Lupa ■ Mowgli, il cucciolo d’uomo ■ Tabaqui, lo sciacallo
5 Perché Mowgli non caccia mai un bovino?
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■ Perché ha paura dei bufali e dei tori. ■ Perché era stato accettato nel Branco grazie al sacrificio di un toro. ■ Perché non sa cacciare.
6 Colora con uno stesso colore ogni frase e il suo significato. Grido di Caccia degli Stranieri Parola d’Ordine per i Cacciatori Risposta al grido di caccia degli Stranieri Vorrei cacciare qui perché ho fame. Siamo dello stesso sangue, voi ed io. Caccia pure per sfamarti, ma non per divertimento. 7 Riordina con i numeri da 1 a 4 il combattimento contro le scimmie. ■ Mowgli viene spinto dalle scimmie dentro una cupola sfondata piena di serpenti. ■ Bagheera viene attaccata dalle scimmie e si getta in una cisterna d’acqua. ■ Kaa attira a se le scimmie e le sconfigge. ■ Kaa libera Mowgli.
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8 Cancella le parole sbagliate per completare i punti della Legge della Giungla. • Non si può/Si può cambiare zona di caccia senza prima avvertire. • Per entrare a far parte del Branco, i piccoli devono essere presentati al Consiglio del Branco/al capo Branco e devono essere accettati. • Per essere accettai, devono parlare almeno due/tre in favore del piccolo. • Se ci sono dubbi nei confronti di un cucciolo, la sua vita può essere/ non può essere riscattata. • Quando si fa qualcosa di sbagliato, anche se si è pentiti, si riceve/non si riceve un castigo. • Il capo Branco viene scelto dal Branco/è il lupo più anziano.
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9 Che cosa è la gola del Waingunga? ■ Un prato per i pascoli. ■ Un burrone creato dal fiume asciutto Waingunga. ■ Il villaggio degli uomini.
10 Quali personaggi aiutano Mowgli a sconfiggere Shere-Khan? ■ ■ ■ ■ ■
Il vecchio usuraio Fratello Grigio Akela Kaa Il capo villaggio
11 Quale personaggio ti è piaciuto di più? Spiega brevemente perché. ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... 59
Indice
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Capitolo 1 • I fratelli di Mowgli Capitolo 2 • La caccia di Kaa Capitolo 3 • Tigre! Tigre!
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Qualcosa in più Il mondo di Mowgli