Capitolo campione 25 - Passione musica (Educazioni SS1)

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PASSIONE MUSICA

METODO E REPERTORI

A

ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA LIFE SKILLS

Rosanna P. Castello

Discorso musicale, legatura di frase, segni di espressione

● IL DISCORSO MUSICALE E LE FRASI

In un discorso parlato, l’elemento più piccolo è costituito dalla parola . Nel discorso musicale invece l’elemento più piccolo, che è alla base della sua costruzione, si chiama inciso

L’inciso quindi rappresenta la più piccola parte del discorso musicale; può corrispondere a una battuta o a una parte di essa, ma anche a più battute. Mettendo insieme due incisi si ottengono delle semifrasi; due semifrasi formano una frase e più frasi danno origine a un periodo musicale. Uno o più periodi costitituiscono la composizione musicale.

● LA PROPOSTA E LA RISPOSTA

Frasi e semifrasi sono a loro volta regolate da legami discorsivi che si basano essenzialmente sul senso di proposta (o domanda) e risposta

Proposta-domanda: una sequenza di note (semifrase) con un andamento melodico che tende verso l’alto, dando una sensazione di non finito, di incertezza o di richiesta.

Risposta: una sequenza di note con andamento melodico che tende e finisce verso il basso, dando una sensazione di conclusione affermativa, di riposo o di chiusura.

ESERCIZI DI COMPOSIZIONE

1. Prova a immaginare le quattro battute della Domanda come una frase interrogativa, cioè come una domanda. Ascoltala nella registrazione e poi suonala con la tastiera o con il flauto. Suona ora le altre tre “frasi” in basso e scegline una come Risposta.

RISPOSTA 1

RISPOSTA 2

RISPOSTA 3

Quale hai scelto? ................................................... Componi tutto il discorso musicale trascrivendo, sul tuo quaderno, in successione, la “domanda” e la “risposta” che hai scelto.

DOMANDA

INPREPARAZIONE

A differenza della legatura di valore, la legatura di frase la trovi disegnata su più note diverse.

● LA LEGATURA DI FRASE O DI ESPRESSIONE

All’interno di un “discorso” musicale si usa spesso mettere la legatura di frase, una linea curva che, oltre a visualizzare meglio incisi, semifrasi o frasi, ci avverte anche di suonarle senza interrompere il suono fra l’una e l’altra, cioè di suonarle “legate”. Ascolta la diversa espressione della musica in due semifrasi eseguite dapprima con suoni separati normalmente e poi con suoni legati .

ESERCIZI DI COMPOSIZIONE

1. Ascolta un noto motivo popolare, Giovannin, nel quale, suonandolo, puoi verificare il senso ascendente e discendente delle semifrasi che formano le due frasi. Il loro disegno è evidenziato graficamente ed è anche delimitato dalle “legature” in alto.

• A quante battute corrisponde un inciso?

• Quante sono le semifrasi?

2. Sul tuo quaderno ricopia tutte le 16 battute di Giovannin, separandole e colorandole: colori uguali per battute uguali, seguendo l’esempio in basso.

• Quali sono le battute più ripetute?

1 e 2

• Quali sono quelle che appaiono soltanto una volta? ..

3, 4, 9, 10, 11 e 12

3. Ritaglia le battute, disponile sul banco formando nuovi incisi e nuove frasi, ma cercando di seguire dei criteri compositivi diversi. Incolla sul quaderno le battute nella nuova successione, suona tutta la melodia così ricomposta e scrivila sul quaderno.

La ripetizione e la variazione sono alla base della composizione musicale.

FRASE 1
FRASE 2

il flauto e la tastiera

Nota nuova FA3

segni d’espressione

bene 1 nota

Basi Docente

Suona la nota FA3 (primo spazio del pentagramma) con il flauto usando il dito indice della mano destra per chiudere il quarto foro (in azzurro). Le dita della mano sinistra mantengono chiusi i fori in rosso.

indice mano destra

2 note Basi Docente

Ripete tre volte
Muovi solo il dito indice della mano destra sul 4° foro: alzato = SOL; abbassato = FA

● Coming 3 note

Altri segni che modificano l’espressione dei suoni

• Un punto staccato messo sopra o sotto la singola nota ci dice di suonarla “pizzicata”, cioè abbreviata di circa la metà della sua durata reale.

• Il punto coronato si mette in genere sulla nota che conclude un discorso musicale e indica di prolungarla a piacere.

• L’accento sulla nota indica di rafforzarne molto il suono marcandolo bene.

• Il trattino sulla nota indica di rafforzarne un po’ il suono, ma non tanto come l’accento forte. punto staccato punto coronato accento trattino

● Da lontano 4 note

FA SOL LA
LA DO SOL SI RE4

● Minuetto 5 note

battute in tre tempi accento punti di “staccato” legatura di frase Dal segno �� al Fine AUDIO

Basi Docente

● Le sigle dei segni dinamici

Sono le abbreviazioni e i segni che si usano per indicare i cambiamenti di intensità dei suoni. Sono detti anche “coloriti” .

fortissimo forte mezzo forte mezzo piano piano pianissimo

sforzato forte- piano nella ripetizione

Forcelle: cresc. dim.

● J’ai du bon tabac 5 note Basi Docente

LA DO SOL SI RE4
RIPASSO
LA DO SOL SI RE4

● Verdi praterie

Nello spartito puoi notare le legature di frase che dividono la melodia in semifrasi.

D.C. al Fine

U 2 insieme è facile

Laboratorio di BODY PERCUSSION

Guarda il videotutorial che presenta l’esecuzione dal vivo dei gesti sincronizzati con la musica. ● In gondola 6 note

• La classe si divide in due gruppi A e B. Il gruppo A suonerà i flauti o le tastiere seguendo lo spartito in basso e la base audio. Il gruppo B eseguirà contemporaneamente le percussioni del corpo seguendo la musica e il ritmogramma a lato.

• Il ritmogramma visualizza le percussioni del corpo suddivise in due gruppi di 8 battute da tre tempi (3/semiminime) che andranno eseguiti due volte ciascuno, per un totale di 34 battute: 16x2 più due del Finale.

• Metronomo: �� = 120 bpm

• Terminata l’esecuzione, aprite HUB MUSIC, create un nuovo ritmogramma di 17 misure quaternarie, con lo stesso tempo metronomico, e usatelo per una nuova body percussion.

Docente

FA 3 - RE4
Basi
Finale

Laboratorio INCLUSIVO

• Flauti, e/o tastiere: suonano la

melodia con quattro note FA3, SOL3, LA3, DO4, senza il SI3;

• metallofono: accompagna la melodia suonando cinque piastre

dal FA3 al DO4, senza il SI3;

• percussioni: oltre al triangolo, aggiungi altri strumentini a piacere per marcare il ritmo quaternario.

Viole 4 note

Flauti

FA 3 - DO4

Metallofono

FA 3 - DO4

Triangolo

INPREPARAZIONE

RIPASSO INTERATTIVO

Componi brevi incisi, semifrasi e frasi con le note e le figure che conosci. Nell’esercizio 2 clicca sulle singole battute che compongono l’Inno alla gioia di Beethoven per ascoltarle e per spostarle, divertendoti a scomporle e ricomporle diversamente.

Conoscenze

1. Indica quali affermazioni sono vere e quali sono false.

a. Il punto a destra di una semibreve equivale a una semiminima. V F

b. I segni di espressione sono segni relativi all’intensità dei suoni. V F

c. La legatura di espressione, o di frase, si mette solo su note tutte uguali. V F

2. L’inciso è:

A la più piccola parte di una composizione musicale, ovvero la metà di una semifrase.

B una piccola parte di una composizione, ovvero la metà di una intera frase musicale.

C la parte di una composizione musicale che compare solo una volta.

3. La legatura di frase serve a:

A dividere il pentagramma in più parti.

B delimitare solo intere frasi.

C delimitare frasi, semifrasi o incisi.

4. Completa la definizione di “legatura di valore”.

La legatura di valore può unire soltanto note aventi la stessa e ne somma le

due altezza durate

5. I segni dinamici sono:

A i disegni che esprimono l’altezza dei suoni.

B segni, sigle e termini con cui si scrive l’intensità dei suoni.

C i termini che indicano l’andamento della musica, cioè la sua velocità.

6. I segni d’espressione sono:

A i disegni delle emozioni suscitate dalla musica.

B i termini che indicano l’andamento della musica, cioè la sua velocità.

C piccoli segni che modificano l’espressività dei suoni.

7. Fra questi tre termini, indica quello relativo alla di namica, o intensità, dei suoni:

A lento. B piano. C grave.

8. Collega i ”punti” indicati alla loro giusta collocazione rispetto alle note.

a. Punto di valore 1. sopra o sotto la nota

b. Punto staccato 2. a destra della nota

c. Punto coronato 3. sopra la nota e dentro un semicerchio

9. Disegna nei quadrati vuoti i simboli richiesti scegliendoli tra quelli che trovi in basso. ritornello punto coronato minima semibreve fortissimo mezzo forte piano minima puntata

I segni d’espressione

Rimuovi o modifica i segni d’espressione e quelli dinamici dallo spartito proposto e verifica come cambia la percezione del brano.

Competenze

● Lettura e scrittura

1. Riconosci e differenzia i vari tipi di legature e punti, scrivendone l’esatto nome dove indicato dai puntini.

LAVORO CON MUSESCORE Do

legature di legature di punto di punto punti di punti di

2. Scrivi i segni richiesti al di sopra del pentagramma 1 e al di sotto del pentagramma 2.

punti di valore punti di staccato accenti trattini punto coronato

legatura di frase accenti punto staccato trattino legatura di valore

3. Ripassa la lettura delle note dal FA3 al RE4.

● Dettato ritmico-melodico

4. Ascolta le note cantate e scrivile alla giusta altezza. Dai loro la durata suggerita dalle figure scritte nella linea ritmica in basso, così come nella prima battuta già inserita.

GRANDI CLASSICI

Adagio

da Concerto per tromba

Autore: G. P. Telemann (1681-1767)

PER SUONARE Tonalità FA Maggiore Alterazioni transitorie Nessuna Difficoltà Facile

DO3 - FA4

Partiture per la musica d’insieme nel libro digitale docente

Arioso

Autore: J. S. Bach (1685-1750)

PER SUONARE Tonalità FA Maggiore, DO Maggiore Alterazioni

Partiture per la musica d’insieme nel libro digitale docente

transitorie Nessuna Difficoltà Media
MI3 - LA4

GRANDI CLASSICI

Romanza n. 2 in FA Maggiore

Op. 50

Autore: Ludwig Van Beethoven (1770-1827)

DO3 - FA4

Canto di ringraziamento

dalla Sinfonia n.6 Pastorale

Autore: Ludwig Van Beethoven (1770-1827)

PER SUONARE Tonalità FA Maggiore Alterazioni transitorie Nessuna Difficoltà Media

Partiture per la musica d’insieme nel libro digitale docente

DO3 - MI4

GRANDI CLASSICI

Una furtiva lagrima

dall’opera L’elisir d’amore

Autore: Gaetano Donizetti (1797-1848)

Libiam nei lieti calici

dall’opera La Traviata

Autore: Giuseppe Verdi (1813-1901)

GRANDI CLASSICI

Il cigno

da Il carnevale degli animali

Autore: Camille Saint-Saëns (1835-1921)

RE3 - DO5

Preludio

dall’opera Carmen

Autore: Georges Bizet (1838-1875)

DO3 - SOL♯ 4

GRANDI CLASSICI

Valzer

dall’operetta La vedova allegra

Autore: Franz Lehar (1870-1948)

PER SUONARE Tonalità FA Maggiore Alterazioni transitorie Nessuna Difficoltà Media

DO3 - MI4

Partiture per la musica d’insieme nel libro digitale docente

Bolero

Autore: Maurice Ravel (1875-1937)

PER SUONARE Tonalità DO Maggiore Alterazioni transitorie Nessuna Difficoltà Media

INPREPARAZIONE

Partiture per la musica d’insieme nel libro digitale docente

Flauto DO3 - RE4

CANZONI DI IERI E DI OGGI

Sinceramente

Autori: A. Scarrone, D. Simonetta, P. Antonacci

Interprete: Annalisa Anno: 2024

PER SUONARE Intro (8) A B C C’ D Tonalità LA minore Alterazioni transitorie Nessuna

Struttura melodica Impegnativa Struttura ritmica Impegnativa PER CANTARE Tonalità RE ♯ minore

MI3 - SOL4

Che t’o dico a fa’

Autori: A. Mango, A. La Cava, S. Tognini, A. De Crescenzo

Interprete: Angelina Mango Anno: 2023

Struttura melodica Impegnativa Struttura ritmica Facile PER CANTARE Tonalità LA minore

Da Capo al Fine

CANZONI DI IERI E DI OGGI

Un’altra vita

Autori: R. Cardelli, F. Mobrici

Interprete: Elodie Anno: 2016

PER SUONARE Intro (2) A B C - A B C Finale Tonalità DO Maggiore

Alterazioni transitorie FA ♯ Struttura melodica Facile Struttura ritmica Impegnativa

PER CANTARE Tonalità SOL Maggiore

Spartito e testo completi nel libro digitale docente

DO3 - RE4

Arriverà l’amore

Autori: E. Meta, M. Buzzanca

Interprete: Emma Marrone Anno: 2015

PER SUONARE Intro (4) A A’ B B Strum (6) B B Finale Tonalità FA Maggiore

Alterazioni transitorie Nessuna Struttura melodica Facile Struttura ritmica Difficile

PER CANTARE Tonalità MI ♭ Maggiore

CANZONI DI IERI E DI OGGI

Dance the Night

Autori: Dua Lipa, C. Ailin, M. Ronson, A. Wyatt

Interprete: Dua Lipa Anno: 2023

PER SUONARE Intro (8) A Ponte B - A Ponte B Finale Tonalità RE minore

Alterazioni transitorie Nessuna Struttura melodica Facile Struttura ritmica Abbastanza facile PER CANTARE Tonalità SI minore

A Baby, you can find me under the lights

Diamonds under my eyes

Turn the rhythm up, don’t you wanna just

Come along for the ride?

Ooh, my outfit so tight

You can see my heartbeat tonight

I can take the heat, baby, best believe

That’s the moment I shine

‘Cause every romance shakes and it bends

Don’t give a damn

When the night’s here, I don’t do tears

Baby, no chance

Ponte I could dance, I could dance, I could dance

B Watch me dance, dance the night away

My heart could be burnin’, but you won’t see it on my face

Watch me dance, dance the night away (uh-huh)

I’ll still keep the party runnin’, not one hair out of place.

A Lately, I’ve been movin’ close to the edge

Still be lookin’ my best

I stay on the beat, you can count on me

I ain’t missin’ no steps

‘Cause every romance shakes and it bends

Don’t give a damn

When the night’s here, I don’t do tears

Baby, no chance

Ponte I could dance, I could dance, I could dance

B Watch me dance, dance the night away

C When my heart breaks (they never see it, never see it)

When my world shakes (I feel alive, I feel alive)

I don’t play it safe (ooh)

Don’t you know about me? (Uh-huh)

I could dance, I could dance, I could dance

D Even when the tears are flowin’ like diamonds on my face

I’ll still keep the party goin’, not one hair out of place (yes, I can)

D Even when the tears are flowin’ like diamonds on my face (yes, I can, yes, I can)

I’ll still keep the party goin’, not one hair out of place

B Watch me dance, dance the night away (uh-huh)

C When my heart breaks (they never see it, never see it)

When my world shakes (I feel alive, I feel alive)

I don’t play it safe (ooh)

Don’t you know about me? (Uh-huh)

I could dance, I could dance, I could dance

VIVERE CON GLI ALTRI

Supereroi

SUPEREROI, Mr. Rain

Supereroi è una canzone presentata al Festival di Sanremo del 2023 da Mattia Balardi, in arte Mr. Rain . Il cantautore ha deciso di chiamarsi così perché scrive solamente nei giorni di pioggia. Ha composto questa canzone partendo da una sua difficile esperienza personale e parla dell’importanza di chiedere e dare aiuto. Secondo Mr. Rain la vita è come una battaglia che nessuno può vincere da solo: è necessario avere amici su cui contare per affrontare le sfide di ogni giorno. Per questo motivo avere il coraggio di chiedere aiuto è un gesto da eroi

Cerca e ascolta il brano online

Durante l’ascolto concentrati sulle emozioni e le sensazioni che ti provoca. Riascoltala poi una seconda volta seguendo il testo con le riflessioni guidate qui sotto.

Autori: F. Abbate, L. Vizzini Bisaccia, M. Balardi

Interprete: Mr. Rain Anno: 2023

SUONARE Intro (4) B

Tonalità RE minore Difficoltà Facile

A STROFA 1

Non puoi combattere una guerra da solo, il cuore è un’armatura, ci salva ma si consuma. A volte chiedere aiuto ci fa paura ma basta un solo passo come il primo uomo sulla luna, perché da fuori non si vede quante volte hai pianto. Si nasce soli e si muore nel cuore di qualcun altro, siamo angeli con un’ala soltanto e riusciremo a volare solo restando l’uno accanto all’altro.

La canzone ha un’introduzione parlata nella quale le parole hanno una leggerissima intonazione e scorrono su un sottofondo di pianoforte con un leggero eco di tuoni. Secondo te, perché si sentono questi tuoni?

USB A-346a
USB A-346b
Audio Docente
USB A-346c
Per suonare
Per cantare
PER
PER CANTARE A (parlato) B C Ponte B B’ Strum (3) B
Tonalità SI ♭ minore

B RITORNELLO

Camminerò a un passo da te, e fermeremo il vento come dentro agli uragani.

Supereroi, come io e te, se avrai paura allora stringimi le mani.

Perché siamo invincibili, vicini, e ovunque andrò sarai con me.

Supereroi, solo io e te, due gocce di pioggia che salvano il mondo dalle nuvole-e.

Nel ritornello l’autore parla in prima persona rivolgendosi a colui insieme al quale si sente un eroe invincibile, capace di sfidare gli uragani (nuovo richiamo al temporale e alla pioggia).

L’espressività in questa parte è ottenuta con (tre risposte corrette)

A un accompagnamento fatto solo di pianoforte, senza percussioni ritmiche.

B una melodia facile ed orecchiabile.

C un coro di bambini che esprime sentimenti positivi di solidarietà e scaccia i sentimenti negativi iniziali.

D un andamento moderato, quasi una marcia, che rafforza il significato di alleanza e di protezione reciproca.

C STROFA 2

Ci sono ferite che non se ne vanno nemmeno col tempo, più profonde di quello che sembrano. Guariscono sopra la pelle, ma in fondo ti cambiano dentro.

Ho versato così tante lacrime fino ad odiare me stesso, ma ogni volta che ho toccato il fondo

Tu c’eri lo stesso, oh-oh-oh-oh, oh-oh-oh...

Quando siamo distanti, ogni volta che piangi, piange pure il cielo, ohoh-oh-oh... Non ho molto da darti ma ti giuro che...

La strofa C diventa un canto rap, ovvero un parlato veloce, su un sottofondo musicale ritmato e interrotto dal coro dei bambini (oh oh oh…). In esso Mr. Rain ricorda il suo doloroso vissuto dal quale però è uscito grazie a un aiuto importante.

La canzone segue ripetendo due volte il ritornello B

In questa parte la melodia è costruita con…

A incisi che si ripetono con poche variazioni su un andamento moderato per dare un senso di rassicurazione e di fiducia.

B un ritmo scandito da percussioni violente per evocare un temporale.

Spartito e testo completi nel libro digitale docente

B RE3 - RE4

VIVERE CON GLI ALTRI

1. Nella parte introduttiva A la canzone ha una costruzione (due corrette)

A rap, cioè realizzata con un parlato a tempo su un accompagnamento di pianoforte solo.

B con un parlato lento e senza musica.

C con un parlato molto veloce in cui non si capiscono bene le parole.

D con una melodia appena accennata nel parlato sofferto e malinconico.

2. Nel testo della canzone l’autore sostiene che chiedere aiuto sia un gesto che “ci fa paura” quando

• temiamo di essere giudicati incapaci

• dobbiamo mostrare le nostre debolezze

e i nostri sentimenti

• siamo molto orgogliosi ed è umiliante chiedere aiuto

• non abbiamo fiducia negli altri

Quale rimedio suggerisce l’autore per superare questa paura?

RIFLETTI SUL TEMA

3. Anche tu hai una o più figure di riferimento a cui chiedere aiuto e insieme alle quali ti senti un supereroe invincibile che sa affrontare tutte le difficoltà? Se sì, chi è o chi sono?

L’amicizia è l’affetto unito ad una reciproca e costante disponibilità tra individui che si “scelgono” per affinità (si sentono simili) o per consuetudine (fanno parte di uno stesso gruppo, studiano o lavorano insieme…). L’amicizia è importante in tutte le fasi della vita, ma è soprattutto nell’adolescenza che si creano quei legami fortissimi tra ragazzi e ragazze che possono durare anche per sempre.

4. L’amicizia secondo te è

A un sentimento B uno stato d’animo C un’emozione D l’insieme di tanti sentimenti

5. Elenca le caratteristiche che dovrebbe avere il tuo amico, o la tua amica, ideale.

6. Rifletti sul tema dell’amicizia e del bullismo scegliendo uno o più spunti tra quelli che ti suggeriamo.

Leggi un fumetto

Heartstopper

La storia di due ragazzi legati da un forte sentimento che li aiuta a superare le molte difficoltà di un’adolescenza difficile.

Leggi una storia

Trilogia dell’amicizia

I tre racconti del grande autore cileno dedicati al tema dell’amicizia raccolti in un unico tomo.

Guarda un film

Quasi amici

L’incontro tra un paraplegico aristocratico e un ragazzo di periferia dà vita a un’amicizia molto particolare e profonda.

Ridere di te

Autori: P. Vallesi, G. Dati

RIDERE DI TE, Paolo Vallesi

Il cantautore fiorentino Paolo Vallesi si sofferma a esaminare la vita di un’adolescente con tutti i suoi problemi relativi alle prime relazioni sentimentali, quando la fragilità e il bisogno di essere accettate possono creare frustrazioni e comportamenti dannosi per la loro salute fisica e mentale.

Cerca e ascolta il brano online

Durante l’ascolto concentrati sulle emozioni e le sensazioni che ti provoca. Riascoltala poi una seconda volta seguendo il testo con le riflessioni guidate qui sotto.

Per suonare Per cantare

Interprete: Paolo Vallesi Anno: 1992

PER SUONARE Intro (8) A A B Finale

Tonalità SOL Maggiore Difficoltà Bassa

A STROFA 1

Con i ragazzi va così, non vai mai bene come sei e anche se dici ancora sì sognano sempre un’altra lei. E ridono di te che non ti difendi mai.

PER CANTARE Intro (8) A A B A A B Strum (8)

B’ Finale Tonalità DO Maggiore

La canzone inizia con una frase musicale A che (segna la risposta sbagliata):

A è formata da sei incisi melodici

B presenta lunghe pause tra un inciso e l’altro

C è cantata con violenza e rabbia

D è costruita con incisi che salgono e scendono

A STROFA 2

L’autore parla in prima persona e cerca quindi di dare affettuosamente dei consigli alle ragazze per risvegliare in loro l’orgoglio e la dignità, sapendo bene che, a quell’età, i loro coetanei tendono a giocare con i sentimenti. A RE3 - SOL4

Con i ragazzi va così, ma quando escono con te sono gli interpreti di un film, e tu sei in trappola perché ti sei già innamorata.

VIVERE CON GLI ALTRI

B RITORNELLO

E prendila com’è, amica mia, non devi farli ridere di te.

No, questo non vuol dire odiarli, pensaci, perché nessuno deve ridere di te.

Lasciarsi andare non conviene non lo vedi che stai male e non ti vuoi più bene?

Ridere di te, nessuno deve.

Nel ritornello la melodia riafferma l’esortazione a reagire e non dare occasioni di farsi deridere. Musicalmente il richiamo finale, “nessuno deve”, è espresso con una semifrase di:

A note che dapprima restano sulla stessa altezza e poi salgono

B note che dopo un salto di quinta, scendono senza salti

A STROFA 3

Con i ragazzi va così, e mangi per la nostalgia e poi non entri più nei jeans.

E ti racconti una bugia che non troverai: ma chi ti vuole bene ormai?

A STROFA 4

Con i ragazzi è un vecchio film. Lo so perché l’ho fatto anch’io. Non devi prenderla così, nessuno mai sarà il tuo Dio, e non sei tu che sei sbagliata.

B RITORNELLO

E prendila com’è, amica mia, non devi farli ridere di te.

Però è un errore anche imitarli, pensaci, perché nessuno deve ridere di te.

L’amore è sempre un po’ crudele, non lo senti che stai male e non ti vuoi più bene?

Ridere di te, nessuno deve (ridere di te)

(strumentale)

Ripete B

Spartito e testo completi nel libro digitale docente

PARTI DAL BRANO

1. L’espressività della canzone, ovvero la sua capacità di tramettere emozioni e sentimenti, ti sembra ottenuta con (due corrette)

A un disegno melodico fatto di brevi frasi semplici, spezzate da pause, ma senza bruschi salti tra le note

B un disegno melodico piatto, fatto di note sempre della stessa altezza, monotono

C un andamento moderato e un’intensità con poche variazioni

D un ritmo molto marcato dalle percussioni

2. Nel complesso la melodia della canzone ti sembra:

A semplice, orecchiabile ed espressiva B ripetitiva, noiosa e poco significativa

3. Spiega il significato del verso “nessuno mai sarà il tuo Dio, e non sei tu che sei sbagliata”.

RIFLETTI SUL TEMA

Il “bullismo” (dall’inglese, bullying) è un comportamento aggressivo, violento, fisico e/o verbale, prolungato nel tempo nei confronti di qualcuno. Quando il mezzo attraverso cui vengono perpetrate queste prepotenze diventa quello del web, come chat di messaggistica o social network, si parla di cyberbullismo, ancora più pericoloso data l’enorme quantità di persone che vengono raggiunte in pochi istanti.

Nella scuola italiana il 25 % dei ragazzi lamenta di essere bullizzato, mentre nel mondo si stima che siano 246 milioni i bambini e gli adolescenti vittime di una qualche forma di bullismo. Per saperne di più, visita il sito ufficiale delle istituzioni dedicato al bullismo e al cyberbullismo: www.generazioniconnesse.it.

4. Se ti accorgi che un tuo amico soffre a causa di prepotenze o derisioni subite da altri come ti comporti?

5. Rifletti sul tema del bullismo scegliendo uno o più spunti tra quelli che ti suggeriamo.

Guarda un cortometraggio

I colori di Babou

Babou ha la tendenza a seguire i comportamenti degli altri, ma una mattina capisce che è il momento di cambiare.

Guarda un film Wonder

La storia di un bambino nato con una deformazione facciale che affronta il suo primo anno a scuola con fierezza e dignità.

Leggi un libro

Io dico no al bullismo

Dieci storie sul bullismo dal punto di vista delle vittime, dei bulli stessi e di chi ne è testimone tutti i giorni.

Dal 2017 ogni 7 febbraio si celebra la Giornata mondiale contro bullismo e cyberbullismo, indetta in Italia dal MIUR.

VIVERE CON GLI ALTRI

Cosa vi siete persi

Autore: M. Porcelli

Interpreti: alunni I. C. Bovio Mazzini di Canosa di Puglia Anno: 2022

PER SUONARE Intro (8) A A A B Finale

Tonalità LA minore Difficoltà Facile

Per suonare Per cantare

USB A-347a

Audio Docente

USB A-347c

USB A-347b

PER CANTARE Intro (8) A A A B Finale

Tonalità LA minore

Canzone ispirata alla vera storia di una ragazza, Carolina Picchio, che si è tolta la vita il 5 gennaio del 2013, a soli 14 anni, a causa di gravi episodi di bullismo e di cyber-bullismo da parte dei suoi compagni di classe. Pur essendo una denuncia degli effetti tragici che può avere un uso incontrollato dei social network, la storia è raccontata dall’autore con delicatezza e discrezione. Il testo è pervaso soprattutto da sentimenti di rammarico per essere stata costretta a privare se stessa della voglia di vivere e i suoi compagni di tutta l’amicizia e l’affetto che avrebbe voluto dare loro.

DO3 - SOL4

Pastello bianco

Autore: R. Zanotti

Interpreti: Pinguini Tattici Nucleari Anno: 2021

PER SUONARE Intro (8) A B - A B Finale

Tonalità DO Maggiore Difficoltà Media

Per suonare Per cantare

PER CANTARE Intro (8) A B - A B C B Finale

Tonalità SOL Maggiore

Il brano dei Pinguini Tattici Nucleari descrive la grande amicizia tra due ragazzi (o forse tra un ragazzo e una ragazza) che si conoscono sin da piccoli e che hanno sempre condiviso tutto. Questa amicizia si interrompe però improvvisamente a causa di un allontanamento inevitabile e lascia i due ragazzi tristi e disorientati.

VIVERE CON GLI ALTRI

Un’estate italiana (Notti magiche)

Autori: G. Moroder, T. Whitlock, E. Bennato, G. Nannini

Interpreti: Gianna Nannini, Edoardo Bennato Anno: 2013

PER SUONARE Intro (10) A A B - A B Finale

Tonalità FA Maggiore Difficoltà Media

Per suonare Per cantare

Inno dei mondiali di calcio del 2006, la canzone è un emozionante coro sportivo scritto da Edoardo Bennato e Gianna Nannini che esplode nel ritornello “Notti magiche”. Qui il gioco di squadra, come il calcio, è visto come occasione preziosa per creare momenti di grande complicità e di solidarietà, per sentirsi appartenenti a un gruppo e più forti contro fenomeni di discriminazione, di prevaricazione e di bullismo. USB A-347a

PER CANTARE Intro (10) A A B - A B B Coda

Tonalità SOL Maggiore

DO3 - FA4 A

Spartito e testo completi nel libro digitale docente

Audio Docente
A-347c

Un amico è così

Autori: R. Buti, A. Valsiglio, Cheope, M. Marati

Interprete: Laura Pausini Anno: 1994

PER SUONARE Intro (3) A A B - A A B Finale

Tonalità FA Maggiore Difficoltà Facile

Per suonare

A-347b

Il messaggio della canzone di Laura Pausini è molto chiaro: l’amicizia è un valore veramente importante, è un tesoro meraviglioso che non può mancare nella vita di ognuno ma che ha bisogno di essere difeso e custodito. Nell’amicizia infatti sono racchiusi sentimenti preziosi: l’altruismo, la comprensione e l’accettazione reciproca. Dare e ricevere un’amicizia vera può aiutare a non cadere in situazioni pericolose. USB A-347a

A-347c

PER CANTARE Intro (3) A A B - A B A’ B Coda

Tonalità RE Maggiore

Spartito e testo completi nel libro digitale docente

VIVERE CON GLI ALTRI

Si può dare di più

Autori: G. Bigazzi, U. Tozzi, R. Riefoli (Raf)

Interpreti: Gianni Morandi, Umberto Tozzi, Enrico Ruggeri Anno: 1987

PER SUONARE Intro (4) A A B Strum (3) A A

B Finale Tonalità FA Maggiore Difficoltà Facile

PER CANTARE Intro (4) A A B Strum (3) A A B

A B Coda Tonalità DO Maggiore

Questo brano, evergreen dedicato all’amicizia e alla solidarietà, è stato il vincitore del festival di Sanremo del 1987 nell’interpretazione di Gianni Morandi, Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri. Il testo fa riflettere sull’egoismo e l’indifferenza di una certa umanità che non si accontenta mai di quello che ha e non pensa a chi invece non ha niente.

Spartito e testo completi nel libro digitale docente

Il pescatore

Autori: F. De André, F. Zauli, G. P. Reverberi

Interprete: Fabrizio De André Anno: 1970

PER SUONARE Intro (12) A A B - A A

B Finale Tonalità DO Maggiore Difficoltà Facile

PER CANTARE Intro (12) A A B - A A B - A A

B - A A B Finale Tonalità SOL Maggiore

Il pescatore è certamente una delle canzoni più famose di Fabrizio De André. È uscito come singolo nel 1970, e appartiene al primo periodo della carriera del cantautore genovese. Il suo testo ha come tema la carità: il pescatore aiuta un uomo, probabilmente un assassino, che gli chiede da mangiare, senza fermarsi a giudicarlo per quello che è o ciò che ha fatto.

DO3 - MI4 A
Spartito e testo completi nel libro digitale docente

ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE CIVICA LIFE SKILLS

6

Laura presenta

il brano e lo esegue per te

Il Barocco 1600-1750

LAURA MARZADORI presenta Vivaldi

L’estate da Le quattro stagioni

L’estate è uno dei quattro Concerti per violino che compongono

Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi (1678-1741). L’opera viene pubblicata in piena epoca barocca, nel 1725, anche se Vivaldi la scrive qualche anno prima. Il famoso compositore veneziano accosta a ciascun concerto un sonetto, ovvero una piccola poesia nella quale la stagione è descritta attraverso vivaci immagini che rappresentano la natura, gli animali e le persone. Si tratta di un primo esempio di “musica a programma”, cioè di musica che descrive eventi precisi, seguendo appunto un “programma”. Il violino solista è messo alla prova nel suo virtuosismo e crea un meraviglioso dialogo con l’orchestra: le varie voci si intrecciano per dare vita a una vera e propria esplosione di suoni!

L’ho scelta perché

Delle Quattro stagioni amo suonare L’estate perché è la più ricca di contrasti: si apre con il primo movimento in cui il pastore è assalito dalla calura e, mentre il vento caldo soffia, la tortorella e il cardellino fanno sentire il loro canto. Passando attraverso il secondo movimento, in cui si iniziano a udire i primi tuoni in lontananza, il concerto si chiude con una vera e propria tempesta! Ogni volta che suono quest’ultimo movimento, Il temporale, provo emozioni potenti e sempre diverse.

VIDEO

• Volume A pp. 188-189

• Volume B p. 147

Le mie emozioni

● Quali passaggi ti hanno colpito maggiormente?

● Quali stati d’animo hai provato durante l’ascolto: paura, attesa, gioia, quiete, noia ecc.? Riesci ad associarli a dei precisi momenti musicali?

● Trova un titolo diverso per questo brano: quale altro tema potrebbe abbinarsi alla musica che hai ascoltato?

SUONA LA MUSICA BAROCCA CON LAURA

LA STORIA

L’epoca in breve

Il Seicento si apre con la Guerra dei Trent’anni (16181648), un lunghissimo conflitto tra gli Stati europei che scoppia per motivi politici e religiosi

Dalla fine del Seicento alla prima metà del Settecento si affermano le monarchie assolute, come quella francese di Luigi XIV, il “Re Sole”, che crea a Versailles una corte sfarzosa in cui si circonda dei più grandi artisti del tempo.

Si verifica un importante progresso nelle conoscenze scientifiche (Rivoluzione scientifica), grazie anche alle scoperte di Galileo Galilei e Isaac Newton.

LA MUSICA

Le dimore dei nobili e le cattedrali diventano centri artistici e culturali: servono quindi musicisti di corte, maestri di cappella, compositori per i teatri.

La musica profana c elebra la grandezza dei nobili

Alle sale e ai teatri di corte si aggiungono anche i teatri pubblici. Vicino alle chiese nascono gli oratori.

Nei teatri pubblici e privati riscuotono grande successo nuove forme vocali, come il Melodramma, e strumentali, come il Concerto solista e il Concerto grosso

Ai piccoli gruppi strumentali del Rinascimento subentrano formazioni più numerose: nascono le orchestre da camera nei palazzi nobiliari. La musica sacra si arricchisce di nuovi strumenti per coinvolgere i fedeli.

Grazie anche all’evoluzione dell’orchestra, la musica acquista maggiore espressività attraverso i contrasti creati dall’alternanza di piano e forte.

Confronta con il Rinascimento

In Italia è l’epoca delle Signorie, rette da ricche famiglie al cui servizio lavorano artisti e musicisti. In Europa nascono le prime monarchie nazionali

La musica profana serve al divertimento privato dei signori.

I musicisti lavorano soltanto nelle dimore private dei grandi “mecenati”.

Per le forme vocali massimo splendore della polifonia. Nelle forme strumentali domina la danza.

Gli strumenti, riuniti in piccole orchestre, accompagnano soprattutto le danze di corte.

La musica nelle corti è facile e ritmata, mentre la polifonia sacra è lenta e solenne.

I L U O G H I

Inghilterra

Opera il grande Händel, musicista tedesco di nascita, “adottato” poi dagli inglesi.

Oceano Atlantico

REGNO D’INGHILTERRA

Parigi

REGNO DI FRANCIA

Mare del Nord

Mar Baltico

SACRO ROMANO IMPERO

Austria Baviera

SVIZZERA

Ducato di Milano

REP. DI VENEZIA SAVOIA

REGNO DI SPAGNA

VIDEOLEZIONE • Il Barocco

Germania Corti tedesche Qui troviamo il grande Bach; la musica strumentale predomina su quella vocale.

Repubblica di Venezia

1685

Incoronazione dello zar

Pietro il Grande in Russia

REP. DI GENOVA GRANDUCATO DI TOSCANA STATO DELLA CHIESA

Sardegna

Roma Firenze

Mar Mediterraneo

Sicilia

Regno di Napoli

Firenze Corte fiorentina del conte Bardi

Un gruppo di musicisti, la “camerata fiorentina”, sperimenta il “recitar cantando” e altre forme di musica vocale.

Nascono Bach e Händel

Muore Luigi XIV 1682

Regno di Luigi XIV

Cristofori mette a punto il fortepiano

1715

Qui opera Vivaldi.

1725 A. Vivaldi, Le quattro stagioni

In Inghilterra inizia la Rivoluzione industriale

PRUSSIA
IL BAROCCO

VIDEOLEZIONI

• Il violino e altri archi

• Gli antichi strumenti a fiato

• Le antiche tastiere

• L’organo

ASCOLTI

Gli strumenti “nobili” del Barocco

IL VIOLINO

Il violino è lo strumento più importante di tut ta la musica barocca. Si suona strofinando le quattro corde con l’archetto (arco) ed è il più piccolo tra gli strumenti detti “ad arco” o “archi”.

La sua forma definitiva risale alla fine del Cinquecento, grazie alle sperimentazioni dei maestri liutai di Brescia e soprattutto di Cremona dove, nel Seicento, le famo se botteghe degli Amati, dei Guarneri degli Stradivari produssero strumenti di qualità insuperata.

LA DULCIANA

La dulciana è uno strumento a rinascimentale perché inventato nel Cinquecento, durante il Rinascimento. Il suo suono, grave e dolce, è sempre molto riconoscibile nelle orchestre barocche e spesso esegue il basso continuo, cioè l’accompagnamento. È l’antenata del fagotto moderno.

fori di diteggiatura padiglione

ancia

cannello d’imboccatura

bocchino a tazza

chiavi e fori di diteggiatura

condotto principale in legno

corpo

chiave per il mignolo

IL SERPENTONE

Pur essendo di legno, lo strano serpentone appartiene alla famiglia degli strumenti di metallo, gli “ottoni”, perché ha l’imboccatura a tazza, come la tromba, e ha i fori simili a quelli del flauto.

Fu inventato nel 1590 per accompagnare i cori delle chiese con il suo suono grave, ma poi passò alle bande militari e alle orchestre seicentesche nel ruolo dello strumento che oggi chiamiamo tuba .

USB B-151
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piròli corde
ponticello effe cordiera mentoniera
archetto
riccio
tavola armonica manico con tastiera

IL CLAVICEMBALO

Il clavicembalo è uno strumento a tastiera in cui i tasti, a volte su doppia fila, sono collegati a corde pizzicate da congegni chiamati saltarelli

Il saltarello è un’assicella di legno con una punta, o “penna d’oca”, che salta e pizzica la corda quando si aziona il tasto corrispondente.

Il clavicembalo si diffonde in Europa dalla fine del Cinquecento e viene largamente utilizzato per tutto il Seicento; successivamente perde il suo prestigioso ruolo nelle orchestre perché viene sostituito dalle nuove tastiere a corde battute: dal clavicordo, dal fortepiano e infine dal pianoforte (vedi anche p. 188).

L’ORGANO

Lo strumento principe della musica religiosa nel periodo che va dal Medioevo al Barocco, è senz’altro l’organo, o organo a canne. Esso è detto infatti “il Pontefice”, grazie ai potenti suoni e all’estensione sonora superiore a quella di tutti gli altri strumenti del tempo. L’organo entra stabilmente nelle chiese già nel Medioevo per accompagnare i riti religiosi e i cori.

Nel Quattrocento si iniziano a costruire organi più grandi che, a causa della loro mole, non possono più essere trasportati da un luogo all’altro, come avveniva con i portativi e i positivi (vedi p. 90): nasce così l’organo maggiore, presente in ogni chiesa. Nelle chiese l’organo generalmente viene collocato nell’abside o sopra il portale d’ingresso, in posizione sopraelevata, e in esso compare la prima rudimentale pedaliera, una tastiera di legno situata in basso che si suona con i piedi. Verso la seconda metà del Cinquecento inizia il vero sviluppo tecnico e timbrico dell’organo, che si evolve in maniera diversa nei vari Paesi.

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IL BAROCCO
leggio coperchio
tastiera

1567-1643

VIDEOBIOGRAFIA

VIDEOASCOLTO

ASCOLTI

IL CONCETTO CHIAVE

Claudio Monteverdi è il più grande compositore di Melodrammi del Seicento.

Claudio Monteverdi

UN GIOVANE STUDIOSO

Nato a Cremona nel 1567 e figlio di un medico, Claudio Monteverdi inizia giovanissimo gli studi musicali nella cattedrale della sua città, sotto la guida del maestro di cappella che lo introduce allo studio della viola e della polifonia. A sedici anni, nel 1583, scrive e pubblica le sue prime composizioni a carattere sacro, cui seguono anche dei Madrigali a carattere profano. Le composizioni successive, Canzonette a tre voci e Il primo libro di Madrigali a cinque voci, rendono il suo nome famoso in tutta Italia. Così a soli 23 anni è chiamato a far parte dell’orchestra di Vincenzo Gonzaga, duca di Mantova, come suonatore di viola da gamba. L’ambiente colto e raffinato di corte e l’amicizia di grandi letterati e musicisti spingono il giovane Claudio ad approfondire gli studi in ambito musicale e letterario.

LA VOCAZIONE “DRAMMATICA”

Alla fine del Cinquecento nasce in Monteverdi la vocazione di compositore drammatico, cioè la voglia di diventare un compositore di musica che sappia esprimere sentimenti e stati d’animo, e non solo di musica da intrattenimento. L’occasione per mostrare le sue qualità gli viene offerta dal duca, il quale gli chiede di scrivere la recitazione cantata di una storia. Monteverdi si mette al lavoro e nel 1607 compone una “favola in musica”, Orfeo, il primo capolavoro del nuovo genere musicale che nasce in quegli anni, il Melodramma .

IL SUCCESSO DEI SUOI MELODRAMMI

L’incoronazione di Poppea rappresentata nel 2010 a Saint-Denis.

Dopo il successo di Orfeo, i Melodrammi di Monteverdi sono contesi da tutti i teatri italiani. Morto il duca, il compositore si sposta a Venezia per assumere il prestigioso incarico di Maestro di musica nella basilica di San Marco; qui scrive le sue opere maggiori, tra cui il Madrigale Il combattimento di Tancredi e Clorinda e i Melodrammi Il ritorno d’Ulisse in patria e L’incoronazione di Poppea Muore a Venezia nel 1643. Monteverdi è il primo vero autore di Melodrammi seicenteschi perché in essi egli ricerca la perfetta corrispondenza tra parole, musica ed espressione. Si deve a lui infatti la creazione del nuovo genere “rappresentativo”, cioè teatrale, nel quale gli strumenti rafforzano i sentimenti, le passioni e i drammi portati in scena dai personaggi che recitano una storia cantando

LE F RME

La monodia accompagnata

A Firenze, terza importante “scuola musicale” oltre a Venezia e Roma (vedi pp. 108, 110), dal 1590 si diffonde un nuovo stile musicale in contrasto con la polifonia rinascimentale: invece di più voci che si intrecciano, il nuovo stile prevede una voce solista e un accompagnamento costituito da una linea di basso con gli accordi (un “basso continuo”). Nasce così l’armonia

Questo accompagnamento è eseguito da clavicembalo, liuto o violino, più uno strumento di estensione bassa, come una viola da gamba o un violone. La nuova combinazione, di voce sola e accompagnamento, è chiamata monodia accompagnata.

Il

“recitar cantando”

Dalla monodia accompagnata deriva il “recitar cantando”, lo stile che, all’inizio del Seicento, nasce a Firenze nell’ambito della Camerata (gruppo) dei Bardi, detta anche Camerata fiorentina. I suoi componenti sono tutti poeti e musicisti (Caccini, Peri, Corsi e Rinuccini ) che cercano di ricreare il teatro greco, con le sue “tragedie” in musica. Essi sperimentano uno stile nel quale la recitazione cantata riesce a esprimere l’animo dei personaggi e tutte le loro emozioni. Il “recitar cantando” e l’Euridice di Peri, rappresentata a Firenze nel 1600, risvegliano la vocazione drammatica di Monteverdi che creerà il Melodramma.

ASCOLTO GUIDATO

Claudio Monteverdi • Oh Rosetta, che Rosetta

Ascolta la Canzonetta Oh Rosetta, che Rosetta, di Claudio Monteverdi, nella quale puoi comprendere come la melodia cantata non abbia più nulla di polifonico.

Dopo l’ascolto

1. La voce che canta

A è infantile.

B è femminile.

C è maschile.

PER SUONARE

2. Oltre alla voce e al flauto, hai riconosciuto

A altri strumenti che accompagnano la melodia.

B un tamburo che porta il tempo.

C nessun altro strumento.

3. Questo brano si definisce

A una cantata polifonica a più voci.

B una monodia accompagnata.

C un canto omofono.

Philip van Dijk, Donna che suona il liuto, 1725 circa.
USB B-155

Il Melodramma

Il Melodramma, che in seguito si chiamerà Opera lirica, è lo spettacolo in cui la recitazione teatrale si svolge attraverso il canto e la musica. Nasce a Firenze ed è ripreso da Monteverdi a Mantova; all’inizio si diffonde nei teatri signorili, solo per gli aristocratici. Nel 1637, però, a Venezia si apre il primo teatro pubblico a pagamento, il San Cassiano: anche la gente comune ora può assistere a spettacoli di questo genere. Il successo è strepitoso e così nascono altri teatri in diverse città italiane. Le rappresentazioni, i drammi, trattano argomenti mitologici e temi storici; grande importanza hanno la messa in scena, che deve sbalordire il pubblico con la grandiosità delle scenografie, e la bravura dei cantanti lirici, ai quali si chiedono voci sempre più belle.

Le

forme

vocali legate al Melodramma

• Monodia accompagnata: melodia cantata e accompagnata da uno o più strumenti, come il liuto o la viola da gamba; nel Seicento si trasforma in “recitar cantando”.

• Aria: melodia cantata e molto espressiva, ricca di abbellimenti; inizialmente ripetuta con il “da capo” (AA’), in seguito è basata su due melodie diverse (AB).

• Recitativo: canto che imita il parlato, quindi costruito su poche note e abbastanza libero come ritmo e andamento.

• Concertato: momento nel quale cantano più cantanti, contemporaneamente o alternandosi, ma ciascuno seguendo una propria linea melodica.

MUSICA e… Educazione Civica

Bernardo Cavallino, La cantante, 1645-1650.

La teoria degli affetti

Un giovane suonatore di viola da gamba in un dipinto di Pier Francesco Mola (1650 ca.).

La musica da sempre suscita emozioni in chi ascolta. La melodia, il ritmo e il tempo (più o meno veloce) e l’armonia, ossia la combinazione di più suoni, possono creare sfumature gioiose, tristi, malinconiche oppure sospensioni che ci fanno trattenere il fiato. Una riflessione su questi aspetti, anche da un punto di vista tecnico, si ebbe solo a partire dal Rinascimento, ma fu perfezionata nell’epoca barocca, quando venne formulata una teoria degli affetti: a ogni emozione espressa in un’opera melodrammatica con il canto doveva corrispondere un elemento musicale capace di suscitare nell’ascoltatore la medesima emozione. Le convenzioni create dal melodramma vennero poi tradotte anche nella musica strumentale.

LAVORA IN GRUPPO Riconoscere le nostre emozioni ci permette di avere un maggior controllo sulla nostra capacità di decidere che cosa fare e come farlo. Allo stesso modo, riconoscere le emozioni altrui ci permette di stabilire relazioni empatiche, cioè attente ai bisogni dell’altra persona. Esistono nove tipi di emozioni che possono essere indotte dalla musica: la meraviglia, la trascendenza, la tenerezza, la nostalgia, la tranquillità, il potere, l’attivazione gioiosa, la tensione e la tristezza. Lavorando in gruppo, provate ad associare a ciascuna emozione una melodia conosciuta e una emoji.

VIDEOASCOLTO GUIDATO

Claudio Monteverdi • Lamento di Arianna dal Melodramma Arianna

Nel 1608 Monteverdi scrive il Melodramma Arianna, di cui ci è rimasto soltanto il Lamento di Arianna. Originariamente per voce (soprano) e basso continuo, viene poi rielaborato come un Madrigale a cinque voci. Il canto lascia che i sentimenti si esprimano liberamente e con molte “variazioni agogiche” (Rallentando o Accelerando).

La storia narrata riprende il mito classico di Teseo e Arianna. Teseo, figlio del re di Atene, entra nel labirinto del palazzo di Cnosso, a Creta, per affron-

Lasciatemi morire, lasciatemi morire!

E che volete voi che mi conforte in così dura sorte, in così gran martire?

Lasciatemi morire! Lasciatemi morire!

O Tèseo, o Tèseo mio!

Sì che mio ti vo’ dir, che mio pur sei, benché t’involi, ahi crudo, agli occhi miei!

Volgiti Tèseo mio, volgiti Tèseo, o Dio, volgiti indietro a rimirar colei che, lasciata per te la patria e il regno, in queste arene ancora, cibo di fere dispietate e crude, lascerà l’ossa ignude.

O Tèseo, o Tèseo mio!

Se tu sapessi, oh Dio, se tu sapessi, ohimé, come s’affanna la povera Arianna, forse forse pentito, rivolgeresti ancor la prora al lito.

Dopo l’ascolto

1. Il Lamento di Arianna si definisce

A una monodia senza accompagnamento.

B una monodia accompagnata.

C una cantata polifonica.

2. Uno strumento a corde, basso, accompagna il canto con una serie di note dette

A basso alternato. B basso continuo.

3. Il ritmo del canto è

A preciso e misurato.

B libero.

C con molte variazioni agogiche (Rallentando, Accelerando).

tare il Minotauro, mostro dal corpo umano e dalla testa di toro, lì rinchiuso. Arianna, figlia del re di Creta, si innamora del giovane e lo aiuta a trovare la via d’uscita con la promessa di fuggire via insieme a lui. Una volta salvo, Teseo abbandona la fanciulla che viene consolata dal dio Dioniso. Monteverdi traduce in musica il lamento di Arianna nel momento in cui si ritrova sola e impaurita su un’isola deserta, invocando il suo amato Teseo.

4. Individua le due affermazioni corrette relative al significato espressivo della musica.

A La linea melodica sembra scaturire dalla recitazione delle parole.

B La linea melodica è sempre uguale e poco espressiva.

C In alcuni momenti la voce è debolissima, come se il dolore e il pianto la soffocassero.

5. Arianna si lamenta perché

A Teseo è fuggito con un’altra donna.

B Teseo è fuggito abbandonandola su un’isola.

C Lei è malata e Teseo non la cura.

Angelica Kauffmann, Arianna abbandonata, 1782.

1587-1641

Francesca Caccini

UN TALENTO PRECOCE

Nata a Firenze nel 1587, Francesca Caccini, figlia del famoso compositore Giulio Caccini, è cantante, strumentista e anch’essa compositrice, molto colta e molto apprezzata nelle corti barocche. In un periodo storico nel quale le donne suonano per diletto ma non possono farlo per professione, né esibirsi in pubblico né diventare Maestro di Cappella, Francesca Caccini, detta “Cecchina”, rappresenta un’eccezione. Dalla bellissima voce di soprano, compositrice e clavicembalista alla corte medicea di Firenze, dove lavora il padre Giulio, essa contribuisce all’evolversi della nascente musica barocca.

A soli 13 anni ottiene il permesso di cantare, insieme alla sorella e alla seconda moglie di Giulio, ne L’Euridice di Jacopo Peri (1600).

IL CONCETTO CHIAVE

È la prima donna della storia a comporre un Melodramma di successo.

IL LAVORO A CORTE E IL PRIMO MELODRAMMA

Dopo i successi ottenuti come cantante e strumentista in molte corti europee, nel 1607 Francesca inizia a comporre. Notevole è su di lei l’influenza di Claudio Monteverdi, conosciuto nel 1610, che le trasmette la passione per il Melodramma: nel 1625 arriva a comporne uno, rappresentato con successo a Firenze, La liberazione di Ruggiero. Nella storia della musica questo è il primo Melodramma composto da una donna e rappresentato anche all’estero. Questa grande musicista, morta nel 1641, sarà poi a lungo dimenticata.

ASCOLTO GUIDATO

Francesca Caccini • Ciaccona per violino e liuto

Ascolta tutta la Ciaccona per violino e liuto composta da Francesca Caccini e suona il tema principale con il flauto seguendo la base.

ASCOLTI

IL BAROCCO

Antonio Vivaldi

IL “PRETE ROSSO”

Antonio Vivaldi è il più importante compositore di musica del primo Settecento. Nato a Venezia nel 1678, impara dal padre a suonare il violino. A dieci anni è avviato alla vita ecclesiastica e viene ammesso alla Cappella di San Marco, dove studia musica e mostra il suo grande talento. Nel 1703 è ordinato sacerdote e viene chiamato il “Prete rosso” per il colore della capigliatura.

INSEGNANTE DI VIOLINO A VENEZIA

Riceve l’incarico di insegnante di violino presso il Pio Ospedale della Pietà a Venezia, un istituto dove le ragazze orfane o di famiglia molto povera ricevono un’istruzione musicale. L’alto livello delle allieve, che ogni domenica si esibiscono come strumentiste o cantanti, permette a Vivaldi di sperimentare nuove combinazioni di strumenti e voci e di sperimentare liberamente la sua creatività in molti generi diversi. Le sue raccolte di Concerti per violino, come L’estro armonico, riscuotono grande successo, ma scrive anche musica da camera, musica sacra (Stabat Mater), Oratori ( Juditha Triumphans) e opere serie.

Agli inizi del Settecento è un compositore molto conosciuto e apprezzato sia in Italia sia in altri Paesi europei.

Scrive un’immensa quantità di musica con una velocità incredibile.

per

saperne di più

Che cosa sono gli “Ospedali”

Nel primo Settecento il termine “Ospedale” significa “orfanotrofio” e indica un edificio annesso alla chiesa e destinato al ricovero e alla protezione dell’infanzia povera e abbandonata. Con il passar del tempo questi istituti iniziano a chiamarsi Conservatori, sempre destinati a “conservare” e proteggere gli orfani, e in essi l’insegnamento principale diventa proprio la musica. Oggi i Conservatori sono collegati a importanti scuole accademiche.

Vivaldi e il Concerto per violino

In epoca barocca il violino (insieme alla voce) è lo strumento che più di tutti consente ai musicisti di esibire la loro bravura per stupire il pubblico. Vivaldi è un grandissimo virtuoso del violino, ma sa anche creare effetti originali, come l’imitazione sonora di un temporale o del cinguettio degli uccellini. Scrive musiche molto brillanti per il suo strumento, che diventa l’assoluto protagonista in oltre 200 dei suoi Concerti. Nasce così il Concerto solista, di cui Vivaldi è uno dei primi esponenti.

VIDEOBIOGRAFIA

VIDEOASCOLTI

ASCOLTI 1678-1741

IL CONCETTO CHIAVE

Antonio Vivaldi è il più celebre fra i compositori del Barocco, un grande virtuoso del violino.

A lui si deve l’affermazione del Concerto solista. Esibizione di allieve di un Ospedale.

LE OPERE

DA RICORDARE

• L’estro armonico (1711)

• Stabat Mater (1712)

• Juditha Triumphans (1716)

• I Concerti Le quattro stagioni nella raccolta Il cimento dell’armonia e dell’inventione (1725)

I VIAGGI IN EUROPA COME OPERISTA

Vivaldi mantiene l’incarico fisso di insegnante a Venezia fino al 1720, poi inizia a spostarsi in varie città italiane ed europee: Roma, Mantova, Vienna, Amsterdam . La sua attività di operista, ma anche di impresario teatrale, lo porta a viaggiare di frequente per recarsi laddove la sua musica e le sue opere teatrali sono più richieste. A questo periodo risalgono capolavori come la raccolta di Concerti per violino Il cimento dell’armonia e dell’inventione, di cui fanno parte Le quattro stagioni.

DIMENTICATO E RISCOPERTO

Dopo una ventina d’anni, la popolarità di Vivaldi diminuisce, soprattutto a Venezia: ora è considerato un compositore fuori moda. Nel 1740 si trasferisce a Vienna, per trovare lavoro, ma da questo momento si hanno poche notizie sicure su di lui. Nel 1741 muore in un ospedale di Vienna

La musica di Vivaldi resta quasi sconosciuta fino alla metà del Novecento, quando finalmente torna nel panorama della storia della musica europea. L’opera strumentale completa di Vivaldi è immensa: 454 Concerti, tra solisti e grossi, 113 composizioni da camera, 54 composizioni corali sacre, 49 Opere teatrali, Cantate sacre e molto altro. Purtroppo, molte composizioni sono andate perse.

IL NUOVO STILE DEI CONCERTI

La fama di Vivaldi è legata soprattutto ai Concerti, che spesso hanno titoli descrittivi quali Le quattro stagioni, Il cardellino, La notte, La caccia ecc.: infatti, Vivaldi è il precursore della musica a programma, cioè descrittiva . I Concerti sono scritti per vari strumenti, quasi sempre uniti a un’orchestra d’archi, e con essi Vivaldi crea le basi per il Concerto solista così come è inteso nel senso moderno. Nei suoi Concerti però agli archi aggiunge flauti, corni e oboi che non si limitano più a raddoppiare (copiare) le parti degli altri strumenti, bensì hanno linee melodiche e disegni propri: sono i primi esempi di un’autentica orchestrazione

LE PRIME ORCHESTRE

A Venezia, già alla fine del Cinquecento compaiono le prime formazioni strumentali che si avvicinano alla moderna concezione di “orchestra”. Queste consistono perlopiù in strumenti a fiato, ma nel Seicento si cominciano a usare gli strumenti ad arco, che al tempo di Vivaldi diventano predominanti. Nelle nuove orchestre barocche anche il clavicembalo ha un ruolo importante perché, insieme alle viole da gamba, al violone e alla dulciana, o fagotto, esegue il “basso continuo”, ovvero l’accompagnamento ad accordi. Nel Seicento, gli archi diventano talmente importanti nella musica orchestrale che molti musicisti compongono quasi esclusivamente per essi.

Pietro Longhi, Il concerto, 1741.

Esempi di orchestra:

- barocca (fondo verde)

- vivaldiana (con aggiunta degli strumenti su fondo arancione)

Bombarde (oboi)

Dulciana (fagotto)

Tromba naturale

Flauti (diritti e traversi)

Violette (viole da braccio)

Primi violini

Il Concerto LE F RME

Il Concerto

Nel periodo barocco, con l’affermarsi del violino e degli altri strumenti ad arco, si strutturano le prime vere orchestre con gruppi di strumenti omogenei e ben integrati. Essi sono circa una ventina, perché tutti i musicisti devono poter entrare nelle “camere” (saloni) dei palazzi nobiliari. Per queste orchestre ora si creano composizioni che privilegiano il dialogo fra gli strumenti: a volte un piccolo gruppo dialoga con gli altri, a volte è solo uno strumento a contrapporsi all’orchestra. Nasce così il Concerto, termine che deriva dal verbo concertare, cioè “dialogare, mettersi d’accordo”, o, secondo alcuni, “gareggiare”.

VIOLINO PRINCIPALE

Il solista che dialoga con l’ orchestra

• Il Concerto solista

Violone (contrabbasso)

Viole da gamba (violoncelli)

Il Concerto solista vivaldiano

Quando si crea una composizione che privilegia il dialogo fra uno strumento solo (soprattutto il violino) e il resto dell’orchestra, essa è chiamata Concerto solista. I primi esempi di Concerti solisti si devono proprio al grande compositore Antonio Vivaldi. Costui ne scrisse molti per violino e orchestra d’archi strutturandoli principalmente in tre tempi, o movimenti, Allegro, Adagio (o Largo), Allegro, anticipando la forma definitiva dei secoli successivi.

Orchestra d’archi

VIOLINI primi e secondi

VIOLE
VIOLONCELLI
Secondi violini
Clavicembalo
VIDEOLEZIONE

VIDEOASCOLTO GUIDATO

Antonio Vivaldi • La primavera • Concerto solista in tre tempi

La primavera è uno dei quattro Concerti dedicati alle stagioni per violino solo e orchestra d’archi, che Vivaldi pubblica nel 1725. Come gli altri tre concerti, Estate, Autunno e Inverno, è preceduto da un sonetto scritto da Vivaldi sulla partitura per indicare i vari momenti della musica. Con Vivaldi si ha il primo esempio di “musica a programma”, ovvero di musica che descrive qualcosa seguendo un “programma”, una successione di eventi.

Dopo l’ascolto

1. Il canto degli uccelli è imitato dai “trilli” del

A violoncello.

B flauto.

C violino.

2. L’avvicinarsi del temporale è annunciato

A dai violoncelli.

B dal clavicembalo.

C dal violino.

3. In questo “Concerto solista”, il solista è

A il violino.

× × ×

B il clavicembalo.

C il flauto.

4. I temi complessivi del primo tempo, corrispondenti ai versi del sonetto, sono cinque .

PER SUONARE

In questa trascrizione facilitata del Tema iniziale A dell’Allegro: vedi evidenziate le ripetizioni con “effetto eco”, cioè il contrasto di intensità sonore che era detto “stile a terrazze”.

François Boucher, Le quattro stagioni: primavera, 1755.

VIDEOASCOLTO GUIDATO

Antonio Vivaldi • L’inverno • Concerto solista in tre tempi

L’inverno è un altro dei quattro Concerti solisti per violino e orchestra intitolati Le quattro stagioni, e anch’esso, come La primavera, è preceduto da un sonetto con versi ispirati alla stagione fredda, versi che poi vengono descritti con frasi musicali dette Temi, svolte nei tre movimenti: Allegro non molto, Largo, Allegro Dopo l’ascolto

1. Lo strumento solista di questo Concerto è

A un violoncello.

B un violino.

C un clavicembalo.

2. Nel primo tempo, Allegro non molto, l’elemento musicale che dà l’idea del “batter i piedi e batter i denti” è

A il battere di un tamburello.

B le note veloci e ribattute, sempre uguali.

C il pizzicato del violoncello.

3. Nel secondo tempo, Largo, quale elemento musicale fa pensare alla pioggia battente?

A Il pizzicato dei violini.

B Il suono del contrabbasso e del violoncello.

C Il suono del clavicembalo.

4. Nel Largo quasi tutto il Tema, tranne le ultime quattro battute di passaggio, è affidato a

A viola solista.

B violino solista.

C violoncelli e contrabbassi.

D tutta l’orchestra.

PER SUONARE

Peter Lely, Uomo che suona il violino, XVIII secolo.

Osserva il Tema del secondo tempo, il Largo, che potrai suonare sia con il flauto sia con la tastiera

1685-1750

VIDEOBIOGRAFIA

VIDEOASCOLTO

ASCOLTI

IL CONCETTO CHIAVE

Bach è l’esempio del grande artista che lavora in un mondo tutto suo, al di fuori del tempo È quasi sconosciuto ai suoi contemporanei, eppure riesce a portare le forme musicali del passato a livelli di perfezione mai raggiunti.

Johann Sebastian Bach

LA FORMAZIONE

Johann Sebastian Bach nasce nel 1685 ad Eisenach, nel nord della Germania, in una famiglia di musicisti. Il primo strumento che impara a suonare sotto la guida del papà è il violino. Rimasto orfano a 10 anni, viene avviato da uno dei suoi fratelli allo studio del clavicembalo e soprattutto dell’organo. A 14 anni Bach vince una borsa di studio per perfezionarsi a Lüneburg, dove scrive le sue prime composizioni per strumento a tastiera.

IL LAVORO NELLE CORTI

A 23 anni è assunto come violinista nella cappella privata del duca di Weimar Ha così la possibilità di conoscere direttamente tutti gli strumenti, e ciò stimola il suo genio creativo. Bach resta nella corte di Weimar per nove anni e qui conosce la musica italiana, soprattutto quella di Antonio Vivaldi. Poco più che trentenne, decide di andarsene, anche a causa di alcune complicazioni politiche. Il duca, pur di non farlo partire da Weimar, nel 1717 lo fa rinchiudere in prigione per quasi un mese. Alla fine, però, è costretto a rassegnarsi alla sua partenza. Lasciata Weimar, Bach tro va ospitalità a Köthen, presso il principe Leopoldo di Anhalt , un grande appassionato di musica.

KANTOR A LIPSIA

Nel 1720 Johann Sebastian perde la prima moglie, Barbara, dalla quale ha avuto sette figli; l’anno seguente sposa Anna Magdalena Wilcke, dalla quale avrà altri tredici figli. Per ragioni familiari, nel 1723 si trasferisce a Lipsia, dove assume il posto di Kantor (cioè direttore delle attività musicali della chiesa) nella scuola della chiesa di San Tommaso

per saperne di più

Una famiglia di musicisti

Bach discende da una famiglia di musicisti: il suo capostipite è Veit Bach, un mugnaio e suonatore di cetra vissuto nel Cinquecento.

Johann Sebastian è il 31° membro di questa dinastia musicale, che prosegue grazie a 5 dei suoi 20 figli. Tra loro si ricordano Carl Philipp Emanuel (1714-1788) e Johann Christian (1735-1782), importanti compositori dell’epoca classica. Sommando tutti i vari rami della famiglia Bach, si arriva a un totale di circa 90 musicisti, un vero record!

Bach con tre dei suoi figli che diventeranno musicisti.

Nonostante lo stipendio scarso, Bach trascorre qui gli ultimi 27 anni della sua vita. Emarginato e incompreso dalla cultura del tempo, il grande musicista trova nella fede religiosa la sua più alta ispirazione; nascono così i capolavori che lo renderanno uno dei più grandi compositori di tutti i tempi: Passioni, Cantate, Oratori, Messe e Corali

Nel 1749 Bach si ammala e in breve tempo diventa totalmente cieco, ma continua ugualmente a comporre musica, dettandola a un genero. Muore a Lipsia il 28 luglio 1750: la sua scomparsa rimane quasi inosservata.

MERAVIGLIOSAMENTE FUORI MODA

La vita di Bach è dedicata alla famiglia e alla musica; è una persona semplice e modesta, non se la prende se viene considerato fuori moda. Scrive musica a scopo didattico, per i suoi figli, per la moglie o per soddisfare il suo forte sentimento religioso. Sui frontespizi delle composizioni spesso scrive la sigla SDG: Soli Deo gloria (“Gloria all’unico Dio”). Vuole portare alla massima perfezione le vecchie forme polifoniche, come ad esempio la Fuga .

La produzione di Bach è rimasta insuperata per quantità, per grandiosità e per complessità; l’unico genere che non ha mai trattato è stata l’Opera lirica

Ha lasciato circa 250 composizioni, tra cui possiamo ricordare i 6 Concerti (grossi) brandeburghesi, 2 Oratori, quasi 200 Cantate sacre, 4 Suites, 30 Corali per la chiesa luterana e la famosa Toccata e Fuga in Re minore per organo.

La casa natale di Bach, oggi diventata il Bach Museum.

La casa di Bach

All’inizio del Novecento l’edificio dove Bach è nato e ha trascorso l’infanzia rischia di essere demolito: per fortuna la Nuova Società Bach di Lipsia lo acquista e lo trasforma in un museo

In seguito il progetto viene esteso anche agli edifici adiacenti, e oggi offre un interessante percorso biografico e la possibilità di ammirare spartiti manoscritti e gli strumenti utilizzati dallo stesso Bach: clavicembali e organi, un clavicordo, una spinetta, una viola da gamba e tanti altri.

Alcuni di questi strumenti possono essere addirittura ascoltati dal vivo in dimostrazioni organizzate ogni ora e curate da esperti.

LE OPERE DA RICORDARE

• Concerti brandeburghesi (1717-1723)

• Il clavicembalo ben temperato (1722-1742)

• Passione secondo Matteo (1727)

• Variazioni Goldberg (1741-1745)

• L’arte della Fuga (1751)

• Aria sulla quarta corda tratta dalla Suite orchestrale n. 3

Musica dimenticata

Con l’avvento del Classicismo, la musica di Bach viene dimenticata. Della sua produzione solo poche opere sono state pubblicate, e solo tra gli esperti circolano copie di composizioni fondamentali come Il clavicembalo ben temperato. È in questo modo che Mozart, Chopin e Schumann conoscono questo grande autore. Si deve attendere fino al 1829 per assistere a un vero rilancio della sua musica, grazie all’esecuzione della Passione secondo Matteo curata da Felix Mendelssohn-Bartholdy a Berlino. Da quel momento, la fama di Bach continua a crescere e oggi è considerato uno dei più grandi musicisti della storia insieme a Mozart e Beethoven.

LE F RME

Il Concerto grosso

La Sonata da chiesa

La Sonata da chiesa nasce verso la fine del Cinquecento, nell’ambito delle “cappelle” dei palazzi nobiliari, con lo scopo di dare maggiore solennità alle funzioni religiose, contribuendo anche allo sviluppo della musica strumentale. Infatti, in occasione di funzioni particolari, il numero dei musicisti viene aumentato, offrendo ai compositori dell’epoca la possibilità di avere a disposizione tanti strumenti. In origine è realizzata per due violini e viola da gamba. Inoltre è polifonica, e si caratterizza per la divisione in tre tempi, o movimenti, generalmente Allegro, Adagio, Vivace

Concertino e Ripieno

VIDEOLEZIONE

• Il Concerto grosso

Nel momento in cui la Sonata da chiesa si amplia con nuovi strumenti, soprattutto strumenti a fiato, prende il nome di Concerto grosso. Il Concerto grosso non è altro che un modo di eseguire la Sonata dividendo la musica tra due gruppi di suonatori: il Concertino, che esegue la melodia principale, e il Ripieno (o Tutti ), che risponde e si alterna al Concertino.

In questo modo non c’è più un unico strumento solista che dialoga con l’orchestra, come nel Concerto solista, bensì ci sono più solisti. Gli strumenti sono quindi divisi in due sezioni:

• nel Concertino troviamo inizialmente due violini e un violoncello, e successivamente si aggiungono i fiati (flauti, trombe...);

• nel Ripieno troviamo un gruppo più numeroso formato da tutti gli altri archi (secondi violini, viole, violoncelli, contrabbassi) e dal clavicembalo.

Il Concerto grosso esce ben presto dall’ambito religioso per divenire un’importante e apprezzata forma di musica strumentale da camera.

Schema di un Concerto grosso (generico)

CONCERTINO 2 violini, 1 violoncello (altri)

Anche se le viole (viole da braccio), i violoncelli (viole da gamba) e i contrabbassi (viole basse o violoni ) nel Seicento non sono ancora nella loro forma definitiva e hanno sei corde invece delle quattro attuali, da qui in avanti li troverai indicati con i nomi moderni.

o TUTTI

primi e secondi

Bach suona per Federico il Grande, re di Prussia.
VIOLINI
VIOLE
VIOLONCELLI
CONTRABBASSI
CLAVICEMBALO
RIPIENO

La Fuga LE F RME

Una forma polifonica complessa

Pur vivendo tra il Seicento e il Settecento, Bach è affascinato dal gioco sonoro della vecchia polifonia cinquecentesca, tanto che gran parte della sua vasta produzione musicale comprende composizioni in stile polifonico: Preludi, Toccate ma soprattutto Fughe.

La Fuga è la forma polifonica più rigorosa, complessa e impegnativa. Le regole per comporre una Fuga sono molte, rigide e precise; può essere destinata a due o più voci e gli elementi musicali che la costituiscono sono tanti Temi.

Il primo Tema è chiamato soggetto ed è cantato da una sola delle voci presenti nella Fuga. Lo stesso Tema passa alle diverse voci coinvolte nella Fuga. Ciascuna voce risponde alle altre con una risposta tematica chiamata controsoggetto. L’alternanza di soggetto e controsoggetto forma la prima parte del brano, detta esposizione, in cui compare il primo Tema. Seguono poi altri elementi tematici esposti in altre sezioni del brano, dette divertimenti.

ASCOLTO GUIDATO

Johann Sebastian Bach • Fuga a tre voci n. 2 dal 1° libro del Clavicembalo ben temperato

Questa Fuga per clavicembalo presenta le seguenti caratteristiche:

• è a tre voci (soprano: acuta; contralto: media; basso: grave);

• il soggetto, in Do minore, entra subito nella seconda voce (contralto);

• i controsoggetti sono due;

• sono presenti molti Temi chiamati divertimenti

Nella prima registrazione audio e nella Videolezione, le tre voci sono differenziate da tre diversi timbri, rispettivamente organo, clavicembalo e pianoforte, così puoi seguire meglio l’intreccio dei temi.

PER SUONARE

Quello che segue è lo spartito del Tema principale, il soggetto della Fuga, alla sua prima apparizione e nella tonalità originale.

La trascrizione è facilitata per permetterti di suonarlo con il flauto o con la tastiera

VIDEOLEZIONE
La Fuga
Bach al clavicembalo.

VIDEOASCOLTO GUIDATO

Johann Sebastian Bach • Concerto brandeburghese n. 2 • 3° movimento, Allegro assai

Ascolta un’intera orchestra barocca che esegue un brano in forma di Fuga tratto da un Concerto grosso di Bach: è una forma dentro un’altra forma. Il Concerto grosso in questione è il secondo dei sei concerti scritti da Bach nel 1717 per il principe Christian Ludwig di Brandeburgo, detti Concerti brandeburghesi. Esso, come gli altri, è diviso in tre movimenti: Allegro, Andante, Allegro assai

Dopo l’ascolto

1. Il brano ascoltato è

A un intero Concerto brandeburghese

B il terzo tempo di un Concerto brandeburghese

C una Fuga per orchestra d’archi.

2. Scrivi il nome dello strumento che presenta subito il Tema della Fuga: tromba .

3. Nella Fuga la melodia più importante, normalmente chiamata Tema, si chiama anche:

A divertimento.

B coda.

C soggetto.

Il terzo movimento, Allegro assai, è un brano molto piacevole e festoso, costruito in forma di Fuga, nel quale gli strumenti solisti del Concertino si intrecciano come in un dialogo animato. Protagonista dell’intero movimento è la tromba, che inizia subito presentando il soggetto, cioè la melodia principale, in tonalità di Fa Maggiore.

4. Uno strumento, che non è stato menzionato, accompagna costantemente i solisti del Concertino. Qual è?

A Organo.

B Clavicembalo.

C Pianoforte.

PER SUONARE

Il monumento a Bach, situato vicino alla chiesa di San Tommaso nella città di Lipsia.

Questa versione facilitata ti consente di provare a eseguire il soggetto, cioè la melodia principale, del Concerto brandeburghese

Georg Friedrich Händel

GLI STUDI E I VIAGGI

Georg Friedrich Händel nasce a Halle, in Germania, nel 1685, nello stesso anno di Bach . Il padre si sposa in tarda età, a 60 anni, e ha solo questo figlio che fin da bambino manifesta talento per la musica. Il padre tuttavia si oppone: non vuole che il figlio diventi un musicista obbligato alla “schiavitù di corte”, lo vuole invece un “libero uomo di legge”. Qualche anno dopo il padre muore e a diciotto anni Händel abbandona gli studi giuridici per dedicarsi soltanto alla musica, prima come organista a Halle e poi come violinista ad Amburgo. A 21 anni, spinto dalle ristrettezze economiche e dal desiderio di conoscere la patria dell’Opera lirica, è in Italia, dove si appassiona anche all’Oratorio. Tornato in Germania, a 25 anni diventa direttore d’orchestra alla corte del Principe Elettore di Hannover e, poco dopo, ottiene il permesso di recarsi a Londra per la rappresentazione della sua opera Rinaldo

UN DIPENDENTE RIBELLE

1685-1759

VIDEOASCOLTO

ASCOLTO

A Londra decide di fermarsi, senza però chiedere l’autorizzazione all’Elettore da cui dipende: costui si sente offeso e lo licenzia immediatamente dalla sua corte. Nel 1719 Händel si stabilisce in Inghilterra, dove prenderà la cittadinanza nel 1726, e assume la direzione della Royal Academy of Music , stabilita presso il Teatro di Haymarket. Dopo anni di successi, l’impresa teatrale fallisce nel 1733. Abbandona quindi l’Opera lirica e torna a quel genere meno costoso che aveva conosciuto in Italia, l’Oratorio, e compone Il Messiah, ispirato alla vita di Cristo.

IL TRIONFO

Siamo nel 1741, Händel ha 56 anni ed è in un momento di disperazione totale: fallimento, creditori che potrebbero anche farlo incarcerare e nessuna prospettiva di aiuto da parte del re Giorgio II. Sta quasi per abbandonare il mondo della musica quando però la rappresentazione del Messiah nel 1743, alla presenza della nobiltà londinese e dello stesso re, è un trionfo: l’Oratorio, con il suo celebre coro Alleluja, conferma finalmente tutta la grandezza del compositore, conquistando anche oppositori e creditori. Dopo molti altri successi, nel 1759 Händel muore a Londra, riconosciuto come il più grande compositore inglese, amato, onorato e rispettato da tutti.

Una locandina che pubblicizza la rappresentazione, presso il Theatre Royal a Londra (19 febbraio 1777), del Messiah di Händel. Il compositore era già morto, ma il suo Oratorio veniva ancora rappresentato con successo.

IL CONCETTO CHIAVE

Georg Friedrich Händel esprime nella sua musica l’orgoglio di un artista consapevole del proprio genio, che riesce ad adattarsi alle mode del tempo. È ricordato soprattutto per i grandiosi Oratori.

IL BAROCCO
VIDEOBIOGRAFIA

L’Oratorio LE F RME

L’Oratorio

Georg Friedrich Händel è ricordato soprattutto per i suoi Oratori. Il termine Oratorio, che deriva dal latino, significa luogo di preghiere (orazioni); verso la fine del Cinquecento indica sia il locale annesso alla chiesa, sia l’insieme delle preghiere e dei canti che in esso fanno i fedeli. Presso gli oratori, i fedeli si trovavano ad ascoltare letture accompagnate da canti religiosi chiamati Laudi. L’Oratorio, un’evoluzione di questa prima forma di rappresentazione religiosa, è formato da un recitativo dei testi sacri delle Scritture, alternato ad assoli e brani strumentali.

Una forma rivalutata

Nel Seicento, volendo ampliare il repertorio della musica sacra, si pensa di riprendere e riadattare questo genere nato nel secolo precedente, ma quasi dimenticato. L’Oratorio seicentesco, quindi, diventa un Melodramma che racconta storie religiose, con solisti, coro e orchestra: i solisti cantano, i cori si uniscono a essi per sottolineare azioni e sentimenti (secondo la teoria degli affetti, vedi p. 130), mentre l’orchestra interviene in modo discreto nel discorso musicale.

A differenza del Melodramma, però, l’Oratorio non ha grandiose messe in scena, così come non ha costumi o scenografie, e viene eseguito in chiesa, non nei teatri. In esso si introduce la figura dello storico, cioè di un narratore che spiega lo svolgimento dell’azione.

ORATORIO

VIDEOLEZIONE • L’Oratorio

Un coro all’interno della cattedrale di San Paolo a Londra, nel 1706.

Differenze fra Oratorio (musica sacra) e Melodramma (musica profana)

• I testi narrano storie sacre tratte dalla Bibbia o dalla vita dei santi.

• Il canto è solenne, celebrativo e austero, ed è diviso tra solisti e coro.

• La rappresentazione si svolge in ambienti religiosi, come chiese e oratori

• Non si usano scenografie o costumi di scena.

• Le azioni di scena sono introdotte e spiegate dalla figura dello “storico”.

ELEMENTI COMUNI

• Testi

• Musica

• Orchestra

• Canto

• Cori

• Arie

• Recitativi

MELODRAMMA

• I testi narrano storie epiche o mitologiche, spesso tragiche (tragedie).

• Il canto è molto ricco e “fiorito”, con esibizioni virtuosistiche dei solisti.

• La rappresentazione si svolge in grandi teatri.

• Si usano scenografie grandiose e sbalorditive, con effetti sempre nuovi.

• I costumi di scena sono molto ricchi e vistosi

VIDEOASCOLTO GUIDATO

Georg Friedrich Händel • Allelujah dall’Oratorio Il Messiah

Questo brano è il finale dell’Oratorio Il Messiah, eseguito per la prima volta nella cattedrale di Dublino nel 1742. Nei suoi Oratori Händel, come Bach, usa ancora la tecnica polifonica e la utilizza con grande maestria per creare effetti di grandiosità e glorificazione religiosa. L’Allelujah ne è un esempio entusiasmante,

Dopo l’ascolto

1. L’Allelujah inizia con A una breve introduzione strumentale e poi subito tutto il coro.

B il coro che comincia a cantare senza accompagnamento degli strumenti.

C una lunga introduzione dell’orchestra.

2. Il coro è eseguito da

A voci solo femminili (coro pari).

B voci maschili e femminili (coro misto).

C voci bianche (solo ragazzi).

3. Lo stile esecutivo dell’Allelujah è

A vocale polifonico.

B vocale monodico.

C vocale omofonico.

PER SUONARE

eseguito da un coro misto (voci maschili e femminili) accompagnato dall’orchestra. Il Messiah non è una narrazione, bensì è una glorificazione di Gesù Cristo. È suddiviso in tre parti e comprende ben 52 brani, tra Ouverture, Arie, Recitativi e Cori. La seconda parte si conclude appunto con l’esaltante coro Allelujah

4. L’Allelujah di Händel fa parte di A un Melodramma.

B un Concerto vocale.

C un Oratorio.

La parte finale del Messiah di Händel (manoscritto del 1742).

Suona il famoso Tema seguendo lo spartito facilitato; puoi usare sia il flauto sia la tastiera e per quest’ultima trovi indicata anche la diteggiatura.

Dalle conoscenze alle competenze

1. Come si definisce l’arte che si diffonde in Europa nel Seicento e all’inizio del Settecento?

A Rinascimento

B Barocco

C Melodramma

2. L’arte del Seicento è detta “barocca” perché

A ricerca la bellezza classica, elegante e discreta.

B esprime il rifiuto di tutto ciò che è eccessivo, esagerato e inutile.

C è bizzarra e spettacolare, vuole sbalordire con ornamenti e virtuosismi.

3. Il Melodramma si sviluppa a partire da quella sperimentazione di monodia accompagnata nata nell’ambito della Camerata dei Bardi a Firenze, detta

A opera lirica.

B recitar cantando.

C poesia lirica.

4. I primi Melodrammi si rappresentano

A nei teatri pubblici a pagamento.

B nei teatri dei palazzi nobiliari.

5. Nel primo teatro pubblico, aperto a Venezia, possono entrare ad assistere agli spettacoli

A solo i nobili e i loro cortigiani.

B solo la ricca borghesia che amava questi spettacoli.

C tutti, anche la gente comune, purché pagasse il biglietto.

6. Completa le seguenti affermazioni relative alla musica vocale e alla musica strumentale del Seicento.

La “monodia accompagnata ” è una melodia cantata e accompagnata da strumenti . Questi vengono molto rivalutati e tra essi i più importanti sono: l’organo (nelle chiese), il violino e il clavicembalo .

7. Abbina correttamente autori e generi.

a. Claudio Monteverdi

b. Antonio Vivaldi

c. Georg F. Händel

1. Oratorio

2. Concerto

3. Melodramma

8. Accanto ai rispettivi generi scrivi le principali forme musicali del Seicento (due per ogni genere).

Oratorio • Sonata • Melodramma •

Concerto grosso • Recitar cantando • Messa

Musica teatrale: Melodramma - Recitar cantando

Musica sacra: Oratorio - Messa

Musica strumentale da camera: SonataConcerto grosso

9. Sfoglia questa Unità 6, fai una ricerca in Internet e poi scrivi il nome del compositore ritratto.

a. Bach
c. Vivaldi
b. Händel
d. Monteverdi

SUONA ANCHE TU

PER UNA BUONA ESECUZIONE Presta attenzione agli arpeggi presenti nelle prime due misure, che vengono ripetuti in altre sezioni del brano. Osserva attentamente le alterazioni, come il Do# e il Sol#, e rispetta le diverse articolazioni: suona staccato o tenuto dove indicato e rispetta gli accenti. Esercitati sui passaggi di crome per una buona esecuzione. Se suoni il flauto, concentrati anche sulle note più acute, come il Fa.

Badinerie

dalla Suite per orchestra n. 2 • Johann Sebastian Bach

Il Barocco

● QUANDO E DOVE � Il Barocco si sviluppa tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Settecento. Gli artisti barocchi vogliono celebrare il potere dei sovrani delle

Monarchie assolute e della Chiesa. La musica assume carattere di grandiosità.

AUDIOSINTESI

� I principali centri della musica barocca sono l’Italia (Firenze e Venezia), la Francia, la Germania e l’Inghilterra.

La musica è composta e suonata nelle corti. Si aprono anche teatri pubblici a pagamento.

● CHI I principali protagonisti della musica barocca sono:

� Claudio Monteverdi e Francesca Caccini a Firenze, per il Melodramma;

� Antonio Vivaldi a Venezia, per i Concerti solisti;

� Johann Sebastian Bach in Germania, con le forme del Concerto grosso, della Cantata e della Fuga;

� Georg Friedrich Händel in Inghilterra, per gli Oratori.

● CHE COSA Accanto alla musica strumentale da camera (nelle corti) e alla musica sacra (nelle chiese) ora troviamo anche la musica teatrale (nei teatri).

Le forme che nascono o si diffondono in questo periodo sono:

� il Melodramma, una storia raccontata in musica con l’aiuto di scenografie e costumi. Ha origine a Firenze presso la Camerata dei Bardi;

� l’Oratorio, opera cantata e suonata a tema religioso;

� il Concerto grosso: due gruppi di strumenti dialogano fra loro;

� il Concerto solista: uno strumento solista dialoga con l’orchestra.

MUSICOGRAMMA

Johann Sebastian Bach • Minuetto n. 1 in Sol Maggiore

Ascolta questo facile Minuetto di Johann Sebastian Bach, tratto da una raccolta di piccoli pezzi che lui e la moglie Anna Magdalena erano soliti suonare insieme ai numerosi figli.

USB B-166

STRUMENTI

Il violino

Sviluppato nella sua forma definitiva alla fine del Cinquecento a Cremona, è lo strumento più importante della musica barocca.

Gli strumenti a fiato

Nelle orchestre barocche si distinguono la dulciana, antenata del fagotto moderno, e il serpentone, inventato per accompagnare con il suo suono grave i cori sacri.

Il clavicembalo e l’organo

Il clavicembalo è uno strumento a corde pizzicate molto diffuso nel Barocco. Sarà sostituito nell’Ottocento dal pianoforte. L’organo, utilizzato fin dal Medioevo, nel Seicento ha un notevole sviluppo tecnico.

AUTORI E FORME

MUSICA TEATRALE

Vocale e strumentale

� Monodia accompagnata: melodia cantata accompagnata da uno strumento.

� Melodramma: storia raccontata in musica.

Claudio Monteverdi (1567-1643)

Il più grande compositore di Melodrammi del Seicento.

Francesca Caccini (1587-1641)

Prima donna nella storia a comporre un Melodramma di successo.

Strumentale

� Sonata da camera: due o più strumenti e basso continuo.

� Concerto solista: uno strumento solista dialoga con l’orchestra.

� Concerto grosso: due gruppi di strumenti (concertino e ripieno) dialogano fra loro.

Antonio Vivaldi (1678-1741)

Grande virtuoso del violino, contribuisce all’affermazione del Concerto solista. La sua musica è rimasta quasi sconosciuta fino a metà del Novecento.

Strumentale polifonica

� Fuga, Toccata, Suite: composizioni a più voci per organo o clavicembalo. Vocale polifonica

� Cantata sacra: composizione vocale e strumentale, senza narrazione.

� Oratorio: opera che racconta storie religiose.

Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Porta alla massima perfezione le vecchie forme polifoniche, come la Fuga.

Georg Friedrich Händel (1685-1759)

È ricordato soprattutto per i suoi grandiosi Oratori.

MUSICA SACRA
MUSICA DA CAMERA

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