Capitolo campione - Scenari dal mondo (Umanistica SS2)

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1 M ETODO G EOG RAFICO

E. Meli A. Franceschini

Attività sugli strumenti: immagini, carte, dati ATTUALITÀ E AG E N DA 2030

Le grandi questioni dell’oggi con aggiornamenti nel Libro dinamico VIAGG I D I U N TRAVE L B LOGG E R

Scenari dal mondo Italia Europa

Video per scoprire le meraviglie del mondo H U B MAPS

Cartografia digitale e interattiva

EMANUELE MELI ANNA FRANCESCHINI

1 A. MONDADORI SCUOLA

ITALIA EUROPA

979122040848_Scenari_dal_mondo_vol1.indd 3

26/10/23 21:35


TEMA 5 L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ

Iniziamo Iniziamoda… da…

Una fotografia La fotografia vuole denunciare il problema della desertificazione delle paludi mesopotamiche (Iraq): si tratta di una delle più grandi zone umide al mondo, pesantemente minacciata dalla siccità e dall’inquinamento. Secondo gli esperti delle Nazioni Unite, queste paludi sono andate in gran parte perdute a causa delle numerose dighe costruite a monte, che sfruttano le acque dei fiumi Tigri ed Eufrate per l’irrigazione e l’elettricità.

• Che cosa ti sorprende di questa immagine? • Secondo te, quali sono le cause della desertificazione dell’Iraq? • Per approfondire il tema, guarda il fotodocumentario realizzato da Un ponte per, un’organizzazione che lavora in Iraq per promuovere la cooperazione allo sviluppo: http://q3.hubscuola.it/nixj.

78 · TEMA 5 · L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ


GLOSSARIO IN 7 LINGUE

Economia e lavoro

Un’esperienza Negli oceani si sono formate delle isole di plastica che, messe insieme, formerebbero un’area più estesa del Nord America. L’artista Maria Cristina Finucci ha avuto l’idea di presentare questo accumulo di plastica come se fosse un vero e proprio Stato. È nato così il progetto Wasteland (in inglese, “terra della spazzatura”), che comprende una serie di “azioni artistiche” (installazioni, mostre ecc.) finalizzate a far conoscere in tutto il mondo questo Stato immaginario composto da rifiuti. Finucci lo ha chiamato Garbage Patch State, lo ha dotato di una bandiera, di una costituzione, di un’anagrafe e persino di un’ambasciata.

Un personaggio

Un concetto

Aditya Mukarji aveva tredici anni quando, nella sua casa di Gurugram (India), vide in un documentario due veterinari che cercavano di rimuovere una cannuccia di plastica dal naso di una tartaruga. Profondamente colpito, si chiese: «Che cosa posso fare per contrastare tutto questo?». Così entrò a far parte di Chintan, un’organizzazione non governativa che si occupa di promuovere il riciclo dei rifiuti e inviò decine di lettere ad alberghi e ristoranti della capitale indiana, illustrando le alternative ecologiche all’uso di stoviglie in plastica. In meno di un anno sparirono circa 1 milione di cannucce di plastica. Un numero che oggi è arrivato a più di 25 milioni. • Che cosa pensi della storia di Aditya? • Che cosa ti ha colpito di più di questa vicenda? • E tu quanti rifiuti di plastica produci? • Approfondisci la questione della plastica in mare visitando la pagina del WWF dedicata a questo argomento.

• Consulta in Rete il sito ufficiale dell’iniziativa http://q3.hubscuola.it/xvtt. Secondo te, qual è lo scopo di Maria Cristina Finucci? • Eri a conoscenza dell’esistenza delle “isole di plastica”?

«Trasformare le nostre economie lineari in economie circolari offrirebbe un’ancora di salvezza per limitare il più possibile le nostre emissioni di gas serra. Inoltre, potrebbe portare alla creazione di 1,8 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2040». Sono le parole di Olga Algayerova, Segretario esecutivo della Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE), che si occupa di favorire la cooperazione economica e lo sviluppo sostenibile, suggerendo possibili soluzioni ai problemi economici e ambientali degli Stati europei. Una di queste soluzioni è l’economia circolare: rendere il sistema produttivo più efficiente, ridurre al minimo i rifiuti e riutilizzare beni e materiali.

• Hai mai sentito parlare dell’economia circolare? • Di che cosa si tratta? Scrivi una definizione, poi modificala quando avrai terminato lo studio del Tema 5.

L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ · TEMA 5 · 79


1.

Economia lineare ed economia circolare: due modelli a confronto Che cos’è e come funziona l’economia lineare?

scono nella pattumiera, andando ad aumentare la massa di rifiuti che affolla le discariche. Intanto, la popolazione mondiale aumenta e con essa la domanda di prodotti. Le risorse grezze scarseggiano ed estrarle è un processo inquinante che richiede sempre più energia.

L’attuale sistema economico si basa sul consumo e può essere riassunto così: «estrai, produci, utilizza e getta». È un sistema produttivo in cui le risorse estratte sono sempre “nuove” e i prodotti gettati (i rifiuti) sono in gran parte non riutilizzabili. Allo stesso modo, le merci acquistate invecchiano presto, vengono superate da articoli più alla moda, più veloci, più leggeri, più economici e quindi fini-

I consumi dell’economia lineare Questo sistema consuma una quantità enorme di energia e di risorse. Pensa, infatti, alle materie prime necessarie per produrre, confezionare e trasportare un bene come una maglietta o una bibita in lattina. Oltre ai combustibili fossili impiegati nella produzione industriale, dobbiamo considerare le risorse utilizzate per alimentare le attività del settore terziario, come il commercio e i trasporti, e i loro effetti sugli ecosistemi. Gli esperti prevedono che, continuando con gli attuali ritmi di consumo, entro il 2050 avremo prelevato cinque volte la quantità di risorse che utilizziamo oggi. Per produrre una t-shirt di cotone dal peso di 250 grammi si emettono nell’atmosfera 10 chili di CO2 e si consumano circa 2700 litri di acqua (pari a quanto una persona beve in quasi 4 anni). A questo calcolo vanno aggiunte le risorse per il confezionamento, il trasporto e lo smaltimento.

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80 · TEMA 5 · L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ

2023

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1983

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1979

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1981

• Quando è caduto l’Earth Overshoot Day nell’anno della tua nascita?

1975

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1,7 Terre

1971 - 2023

Dicembre Novembre Ottobre Settembre Agosto Luglio Giugno Maggio Aprile Marzo Febbraio Gennaio 1977

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Earth Overshoot Day

1 Terra

1971

» Osserva il grafico, che mostra l’Earth Overshoot Day (“Giorno del debito ecologico”), cioè il giorno in cui l’umanità termina le risorse naturali che la Terra riesce a produrre in un anno, nel periodo 1971-2023. • A parte alcune oscillazioni, nel complesso che cosa puoi osservare sulla data in cui cade il giorno del debito ecologico?

Giorno del debito ecologico

1973

LEGGI IL GRAFICO

(fonte: http://q3.hubscuola.it/p6lr)


La produzione di rifiuti A tutto questo si aggiunge il peso dei rifiuti, che ammontano ogni anno a circa 2,5 miliardi di tonnellate, una quota in aumento a causa dell’incremento della popolazione mondiale, dell’urbanizzazione e della crescita economica di molti Stati. Questa enorme quantità di rifiuti, oltre che un grande spreco di risorse, rappresenta anche un grave problema ambientale: soltanto il 20% dei rifiuti viene riciclato, la maggior parte finisce nelle discariche o, nei casi peggiori, viene bruciata a cielo aperto, come avviene in molti Paesi poveri. Un caso particolarmente drammatico è rappresentato dai rifiuti di plastica che stanno invadendo mari e corsi d’acqua, devastando gli ecosistemi e portando alla morte migliaia di animali. Anche gli e-waste, cioè i rifiuti elettronici (vecchi tablet, computer, cellulari, tostapane, televisori ecc.) rappresentano un caso emblematico dell’inefficienza dell’economia lineare. Ogni anno in tutto il mondo se ne producono oltre 40 milioni di tonnellate, e in Italia circa 18 kg per abitante. Solo il 15% circa viene riciclato con metodi efficienti e sicuri per l’ambiente.

I rifiuti nel mondo

I RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) vanno conferiti nelle isole ecologiche comunali, per poi essere inviati a impianti di trattamento che evitano la dispersione di sostanze inquinanti nell’ambiente.

LEGGI LA CARTA » Osserva il planisfero e svolgi gli esercizi. • In quali continenti si produce la maggior parte dei rifiuti mondiali? .............................................................................................................................................................................................................................................

• Scrivi sul quaderno una classifica dei dieci Paesi che producono la maggior quantità di rifiuti al mondo. • Confronta i dati della mappa con quelli del sito Waste Atlas (http://q3.hubscuola.it/fre7). Spunta la casella “Country Data” e scegli un Paese sulla mappa. Quindi leggi il primo e il terzo punto dell’elenco che comparirà sullo schermo: indicano rispettivamente le tonnellate di rifiuti prodotte nel Paese ogni anno per kmq e i chilogrammi di rifiuti prodotti all’anno da ciascun cittadino.

> 2,50

1,5 - 1,99

0,5 - 0,99

2,0 - 2,49

1,0 - 1,49

0,0 - 0,49

Dato non disponibile

(fonte: “Economist”, 2012)

L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ · TEMA 5 · 81


Economia lineare Estrazione di risorse Estrazione di risorse

Produzione

Distribuzione

Consumo

Produzione

Distribuzione

Consumo

Economia circolare Progett

residui

GEOGRAFIA & ECONOMIA

ECONOMIA CIRCOLARE ECONOMIA CIRCOLARE

ri u C o n s u m o, u s o , t il i z z o, r i p a r az i o n e ri u C o n s u m o, u s o , t il i z z o, r i p a r az i o n e

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Materie Prime

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st

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Materie Prime

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Per mettere in atto un sistema economico sostenibile, riveste una particolare importanza il concetto di “circolarità”. Se osserviamo la vita in natura, notiamo che ogni cosa ha valore e persino quelli che noi definiremmo “rifiuti” assumono un ruolo importantissimo. Per fare un esempio, in un bosco, le foglie ingiallite e cadute per terra non costituiscono materiale di scarto, ma svolgono un ruolo fondamentale in quanto, grazie agli organismi decompositori, vengono trasformate in nutrimento per le piante e aumentano la fertilità del terreno. Analogamente, l’economia circolare si basa sulla condivisione, il prestito, il riutilizzo, la riparazione, il ricondizionamento e il riciclo. Gli articoli già immessi sul mercato sono utilizzati il più a lungo possibile e i rifiuti veri e propri sono ridotti al minimo. Nella logica dell’economia circolare, i prodotti vengono da subito progettati prevedendo la destinazione che dovranno avere una volta diventati rifiuti: sono pensati per durare a lungo ed essere riammodernati, aggiustati, ripa-

rati nelle diverse componenti e, infine, riciclati in ogni parte, esattamente il contrario di quanto avviene con i prodotti dell’economia lineare.

Rici Rici clo clo

La circolarità, un’idea che viene dalla natura

Di

st

EDUCAZIONE FINANZIARIA

I vantaggi dell’economia circolare Oltre a ridurre il consumo di risorse, l’inquinamento e le emissioni di gas serra, il passaggio a

un’economia circolare comporterebbe altri importanti vantaggi. Innanzitutto, i consumatori avrebbero prodotti di maggiore qualità pensati per durare e non più soggetti all’obsolescenza programmata (un processo pianificato dalle aziende che fa in modo che un prodotto si rompa dopo un certo numero di utilizzi per spingere il consumatore a comprare continuamente nuovi prodotti). In secondo luogo, si creerebbero nuovi posti di lavoro nell’ambi-

to della ricerca e dello sviluppo, ma anche in nuovi settori relativi alla raccolta, al recupero, al ricondizionamento e al riciclo dei prodotti. Infine, impiegando materiali usati e non più nuovi, si avrebbe un enorme risparmio economico che, nella sola Europa, arriverebbe fino a 630 miliardi di euro l’anno (23% della spesa attuale) nel caso dei beni di consumo durevoli, e fino a 700 miliardi di dollari (20% della spesa attuale) nel caso di beni come cibo, bevande, tessuti, confezioni.

Magliette realizzate con bottiglie di plastica riciclata per il lancio di una campagna per sensibilizzare l’opinione pubblica sui 15 milioni di bottiglie di plastica utilizzate ogni giorno nel Regno Unito.

82 · TEMA 5 · L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ


L’acqua: una risorsa fondamentale

2.

Una risorsa limitata Come abbiamo visto, l’acqua ricopre, sotto varie forme, la maggior parte della superficie del nostro pianeta. Tuttavia, soltanto una minima parte di essa è acqua dolce (circa il 3%) e una parte ancora più piccola è accessibile agli esseri umani. L’acqua è dunque una risorsa limitata e non distribuita in maniera uniforme su tutto il pianeta. Ma l’eccessivo prelievo, l’inquinamento e gli effetti dei cambiamenti climatici la stanno rendendo scarsa anche nelle aree del mondo in cui, in passato, era abbondante. In alcune regioni, infatti, il deserto conquista sempre più spazio, i periodi di siccità diventano più lunghi e preoccupanti, alcuni fiumi e torrenti si prosciugano e altri diventano inutilizzabili a causa degli scarichi industriali. Attualmente sono 2,1 miliardi le persone che non hanno a disposizione acqua sicura. Due terzi della popolazione mondiale soffre di scarsità d’acqua per almeno un mese all’anno e 700 milioni di persone potrebbero essere costrette a lasciare le loro case entro il 2030 a causa di questo problema. Queste difficoltà riguardano anche i Paesi industrializzati.

L’eccessivo prelievo di acqua Dagli anni Sessanta del Novecento il consumo di acqua è cresciuto a ritmi frenetici principalmente per due motivi: l’incremento demografico e l’industrializzazione. Negli ultimi due secoli la popolazione mondiale è passata da 1 miliardo di abitanti agli attuali 8 miliardi ( Tema 2, p. 30), Il lago Keepit, in Australia, dove la siccità ha prosciugato molte riserve d’acqua.

con una sempre maggiore richiesta di acqua per bere, lavarsi, cucinare e coltivare la terra. Molto dispendiosa è la produzione della carne: gli allevamenti bovini e suini richiedono infatti una quantità di acqua di molto superiore a quella necessaria per la coltivazione dei vegetali. Inoltre, le industrie utilizzano l’acqua sia come materia prima sia per lavare e raffreddare gli impianti. Il risultato è che attualmente circa il 70% dell’acqua estratta da fiumi, laghi e falde acquifere viene impiegato per irrigare i campi coltivati, il 20% per usi industriali e il 10% per utilizzi domestici.

CHE COS’È L’IMPRONTA IDRICA Ogni italiano usa quotidianamente 380 litri d’acqua solo per scopi domestici, ma se a questa quantità aggiungiamo l’acqua impiegata per produrre cibo e vestiti arriviamo a circa 6300 litri al giorno. Una quantità enorme che, moltiplicata per i giorni dell’anno, raggiunge oltre 2.300.000 litri consumati annualmente a testa. La quantità di acqua usata, direttamente o indirettamente, da ciascun individuo prende il nome di impronta idrica, cioè il “peso” che ognuno esercita sulle fonti d’acqua del pianeta. Se consideriamo la quantità d’acqua mediamente consumata da un abitante della Terra (che è di circa 1,2 milioni di litri all’anno), noteremo che l’Italia è uno dei Paesi che ne impiega di più. Paese

Litri al giorno per abitante

Emirati Arabi Uniti

8600

Stati Uniti

7800

Canada

6400

Australia

6300

Italia

6300

Brasile

5600

Russia

5100

Giappone

3800

India

3000

Cina

2900

TEMA 5 · 83


L’accesso all’acqua Se nella maggior parte dei Paesi ricchi per avere acqua potabile basta aprire il rubinetto o tirare lo sciacquone, in alcune regioni dell’Africa la mancanza di infrastrutture costringe ogni giorno milioni di donne e migliaia di bambini a percorrere lunghi tragitti a piedi per rifornirsi d’acqua: si tratta di viaggi stancanti e pericolosi che costano tempo e fatica. Questo avviene non solo in Paesi dove l’acqua scarseggia, come il Burkina Faso o l’Eritrea, ma anche in Stati con una grande disponibilità idrica, come il Congo, dove su 80 milioni di abitanti meno della metà dispone di acqua potabile. Donne Masai trasportano acqua al loro villaggio in Kenya. Le donne e i bambini africani camminano spesso per lunghe distanze attraverso la savana per trasportare pesanti contenitori d’acqua.

Le ragioni della disuguaglianza Tutto ciò si verifica perché la spesa pubblica destinata all’acqua e ai servizi igienici è spesso scarsa o insufficiente. Nei Paesi più poveri, per esempio, agli investimenti a sostegno del sistema idrico spesso si preferiscono spese in altri settori, come quello militare: in Etiopia il budget destinato alla difesa è 10 volte superiore allo stanziamento dei fondi destinati all’acqua e in Pakistan è di 47 volte superiore. A questi problemi si aggiungono le condizioni di povertà e discriminazione in cui sono costretti miliardi di persone. A volte, chi non possiede acqua pulita non ha neppure una casa, un terreno, un pozzo, oppure è messo ai margini della società. Infine, anche la guerra può essere una causa di scarsità idrica, perché i combattimenti possono scoppiare vicino a fonti d’acqua limitandone l’uso.

Acqua potabile e inquinamento Non è sufficiente che l’acqua sia abbondante e accessibile, ma è necessario anche che sia pulita e priva di sostanze inquinanti. Purtroppo, per molti anni, laghi e fiumi sono stati utilizzati per sversare senza attenzione i rifiuti prodotti dalle città e dalle industrie. Questo ha danneggiato sia gli ecosistemi fluviali e lacustri sia le persone che li utilizzano. Col tempo, nei Paesi industrializzati si è fatta sempre più attenzione alla gestione delle acque reflue (cioè le acque di scarico) e si sono impiegati sistemi di filtraggio in grado di depurarle prima di immetterle nell’ambiente naturale. Tuttavia, ancora oggi molti Stati non possiedono tecnologie adeguate per il trattamento delle acque di scarico oppure non svolgono controlli sull’operato di industrie e aziende agricole. I principali inquinanti dei corsi d’acqua, infatti, non sono solo gli scarichi industriali e cittadini, ma anche le sostanze chimiche impiegate in agricoltura come pesticidi e fertilizzanti. Un’altra grande minaccia ai fiumi e ai laghi (oltre che agli oceani) è rappresentata dalla plastica: ogni giorno un’enorme quantità di bottiglie, buste, contenitori ecc. viene irresponsabilmente dispersa nell’ambiente. La guerra iniziata in Yemen nel 2015 ha portato alla distruzione di infrastrutture idriche e alla diffusione di malattie legate all’acqua. Oggi 2 milioni di bambini yemeniti soffrono di malnutrizione per la mancanza di acqua potabile.

84 · TEMA 5 · L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ


Il controllo dell’“oro blu”

corso del fiume a monte ne sfruttino le risorse al punto da ridurre le disponibilità di acqua per i Paesi che si trovano a valle. Le tensioni internazionali per il controllo di questa fondamentale risorsa (che in molti ormai chiamano “oro blu”) rischiano di diventare sempre più forti. La Banca Mondiale ha stimato che nel mondo vi siano ben 507 conflitti legati al controllo di fiumi e laghi.

Kofi Annan, ex segretario generale dell’ONU, ha previsto che il controllo dei corsi d’acqua sarà tra le principali cause delle guerre del XXI secolo. In effetti, quasi la metà della popolazione mondiale dipende da risorse fluviali transfrontaliere, cioè che attraversano Paesi diversi. In questi casi può accadere che il Paese o i Paesi che controllano il

La disponibilità di acqua dolce

EUROPA

8,52 km3

34%

26% ASIA

36,13 km3

32% AMERICA SETTENTRIONALE E CENTRALE 16,32 km3

36% AMERICA MERIDIONALE 28,43 km3

35% AFRICA

Disponibilità teorica giornaliera di acqua dolce per abitante (migliaia di litri) Oltre 25 da 12 a 25

11,57 km3 MONDO

24%

106,35 km3

Da 3 a 12 Meno di 3 Dati non disponibili Conflitti per l’acqua

31%

OCEANIA

logotipo + marchio

anchora, milano

HUB MAPS

Disponibilità teorica giornalieradi acqua dolce per abitante (migliaia di litri) Oltre 25 Meno di 3 da 12 a 25 Dati non disponibili Da 3 a 12

5,38 km3

Flusso teorico totale giornaliero di acqua dolce (in km3⁄giorno) e percentuale utilizzabile

MAPS

Conflitti per l’acqua

Consulta la carta e svolgi le attività collegate.

RICERCA E PERSONALIZZA » A partire dagli anni Sessanta del Novecento, la crescente domanda idrica ha spinto molti governi a costruire grandi dighe per sfruttare le acque di fiumi e laghi. Spesso queste costruzioni hanno causato danni all’ambiente e alle persone. Leggi gli esempi e svolgi una ricerca su un caso a tua scelta da esporre alla classe. • India: tra il 1974 e il 1992 i laghi artificiali realizzati hanno comportato l’allagamento di decine e decine di villaggi, costringendo almeno 20 milioni di persone a trasferirsi. • Ex Unione Sovietica: le dighe e i canali realizzati dagli anni Sessanta sugli affluenti del lago d’Aral hanno portato al suo prosciugamento. • Etiopia: una serie di dighe costruite sul fiume Omo ha costretto migliaia di persone a lasciare le proprie terre. • Cina meridionale: la costruzione della diga di Yunnan ha ridotto la portata del fiume Mekong, comportando gravi danni alla pesca in Cambogia, alla produzione di riso in Vietnam e al turismo in Laos.

Una imponente diga sul fiume Mekong, in Cina.

COMPETENZA DIGITALE

L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ · TEMA 5 · 85


3.

Il fracking è una tecnica estrattiva di petrolio e gas naturale che provoca delle fratture negli strati rocciosi profondi. È estremamente dannosa per l’ambiente.

Le risorse minerarie e le fonti energetiche Le risorse della Terra non sono infinite Gli esseri umani per soddisfare i propri bisogni utilizzano le risorse della Terra, trasformandole attraverso le proprie attività. Come hai letto ( Tema 4, p. 62), tramite l’agricoltura e l’allevamento ci procuriamo gli alimenti per nutrirci. Esistono poi numerose altre risorse naturali dalle quali otteniamo gli oggetti che usiamo ogni giorno, l’energia che ci occorre per riscaldarci, per far funzionare i mezzi di trasporto, per alimentare i dispositivi elettrici. Con il passare del tempo e con i progressi della scienza e della tecnologia, il consumo di queste risorse è cresciuto. Tuttavia, le risorse non sono infinite. A metà degli anni Settanta del Novecento, a causa di alcuni avvenimenti politici internazionali e in seguito ad alcuni studi scientifici, ci si rese conto che molte delle risorse naturali utilizzate fino a quel momento stavano terminando. Inoltre, i danni causati dall’inquinamento iniziarono a essere evidenti e sorsero le prime organizzazioni ambientaliste. Per questi motivi si iniziò a parlare di modificare le modalità di produzione e consumo finché, alcuni anni dopo, non fu introdotto il concetto di “sviluppo sostenibile”, ovvero uno sviluppo in grado di garantire i nostri bisogni di oggi senza compromettere quelli delle generazioni future.

VIDEO

Le risorse energetiche

Le risorse minerarie Le materie prime per ogni tipo di produzione industriale sono le risorse del sottosuolo, che vengono generalmente divise in due gruppi: • i minerali metalliferi, da cui si estraggono i metalli, come ferro, mercurio, rame, zinco, piombo, nichel, oro e molti altri; • i minerali o combustibili fossili: il carbone, che viene bruciato soprattutto per alimentare le grandi centrali elettriche; il petrolio, usato nelle centrali ma anche nell’industria e per l’alimentazione delle automobili; il gas naturale, sfruttato nelle centrali e per il riscaldamento domestico. Tra le fonti di energia vi è anche l’uranio, che viene utilizzato come combustibile nelle centrali nucleari. Le risorse del sottosuolo non sono distribuite in maniera uniforme sul pianeta. I minerali metalliferi più utili – dai quali si estraggono ferro, rame e alluminio – si trovano in abbondanza nelle regioni comprese fra i Tropici. Invece i metalli preziosi, come l’oro e l’argento, e i metalli rari, come il nichel, il vanadio e il tungsteno, sono concentrati soprattutto nella fascia temperata dell’emisfero australe. I combustibili fossili (petrolio, carbone e gas naturale) si trovano perlopiù nella fascia temperata dell’emisfero boreale. Una miniera di rame a cielo aperto a Salt Lake City, negli Stati Uniti.

86 · TEMA 5 · L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ


LEGGI LA CARTA

Le risorse energetiche nel mondo

» Osserva la carta e svolgi le attività. • In quale emisfero è concentrata la maggior parte dei giacimenti di carbone?

OCEANO

..................................................................................................................

• Confronta con un planisfero politico e per ogni continente indica dove si trovano le aree di estrazione del petrolio e del gas naturale.

PAC I F I CO

OCEANO AT L A N T I CO

OCEANO INDIANO

OCEANO

Carbone

Uranio

Petrolio

Aree di estrazione di petrolio e gas naturale

Gas naturale

PAC I F I CO

logotipo + marchio

I combustibili fossili sono risorse non rinnovabili I consumi energetici aumentano sempre più ed è certo che nei prossimi decenni la maggior parte dell’energia necessaria verrà ricavata ancora dai combustibili fossili. Questa risorsa non è però infinita e anzi molti studiosi ritengono che i giacimenti di carbone, petrolio e gas naturale siano addirittura destinati a esaurirsi entro la fine del nostro secolo. Il problema è che, per rigenerarsi, queste risorse hanno bisogno di un periodo di tempo lunghissimo. I giacimenti di combustibili fossili, infatti, si creano nel sottosuolo con il lento deposito di enormi masse di materiale organico (resti di animali e vegetali), che si accumulano, si compattano e infine si trasformano in molecole ricche di energia. Affinché questa trasformazione si compia sono necessari milioni di anni. Ecco perché i combustibili fossili sono considerati risorse non rinnovabili.

Volontari puliscono le coste dal petrolio dopo il naufragio di una petroliera nei pressi delle isole Mauritius, nell’Oceano Indiano.

anchora, milano

HUB MAPS MAPS

Consulta la carta e svolgi le attività collegate.

I combustibili fossili e l’impatto sull’ambiente Oltre a essere scarse e in via di esaurimento, le fonti di energia non rinnovabile hanno un impatto molto negativo sull’ambiente naturale. La combustione di petrolio, carbone e gas necessaria per sprigionare energia produce una quantità di emissioni molto pericolose per la salute umana e aumenta l’effetto serra, il fenomeno che è alla base del global warming ( Tema 1, p. 16).

Ci sono anche altri rischi connessi con i processi di estrazione e il trasporto. Per esempio, le trivellazioni dei fondali marini, necessarie per estrarre il petrolio, distruggono interi ecosistemi, mentre gli incidenti alle grandi petroliere che trasportano il greggio sono frequenti e hanno spesso conseguenze disastrose per decenni.

L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ · TEMA 5 · 87


FOCUS LESSICO LE ENERGIE RINNOVABILI

4.

Le alternative ai combustibili fossili Le fonti di energia rinnovabile A differenza dei combustibili fossili, le fonti rinnovabili non sono soggette a esaurimento, in quanto sfruttano fenomeni naturali. Esse sono impiegate in vari settori, dalla produzione di energia elettrica al riscaldamento, dai trasporti all’agricoltura. Anche sulla spinta degli accordi internazionali (come gli Accordi di Parigi e l’Agenda 2030 Tema 1, p. 16), Stati come Svezia, Danimarca e Germania hanno compiuto grandi passi avanti in questa direzione, puntando in particolare sul solare e sull’eolico. Anche l’Italia rientra fra i Paesi virtuosi: le energie rinnovabili, infatti, coprono il 17% del consumo energetico nazionale. Bisogna comunque tenere presente che “energia rinnovabile” non è sinonimo di “energia pulita”. Pur non producendo la stessa quantità di emissioni inquinanti dei combustibili fossili, anche l’energia derivante da fonti rinnovabili ha un impatto sull’ambiente naturale. Ad esempio, nella costruzione di torri eoliche per lo sfruttamento del vento o nella creazione di un parco fotovoltaico per l’utilizzo del calore del Sole, è necessario considerare con grande attenzione gli effetti che queste infrastrutture hanno sul paesaggio e sull’equilibrio dell’ecosistema.

Energia solare : deriva dal calore del Sole. Energia eolica: è generata dalla forza del vento. Energia idroelettrica: deriva dalle correnti dei corsi d’acqua. Energia geotermica: sfrutta il calore presente nel sottosuolo.

L’energia nucleare L’energia nucleare viene prodotta a partire dall’uranio 235, un elemento presente in alcune rocce terrestri, e dunque può essere ritenuta un’alternativa ai combustibili fossili, ma non può essere considerata una fonte di energia rinnovabile. Questo perché l’uranio è comunque una risorsa destinata a esaurirsi. Per ottenere l’energia nucleare si utilizza il processo di fissione, ovvero si rompe il nucleo dell’atomo di uranio in modo che questo si divida in nuclei più piccoli, liberando energia. Il problema principale di questa fonte di energia è rappresentato dalle scorie radioattive che si producono durante la fissione: si tratta di residui estremamente pericolosi sia per l’ambiente sia per la salute umana e il cui smaltimento è praticamente impossibile. Per perdere la loro radioattività, infatti, queste scorie hanno bisogno di migliaia di anni. Vi è anche il nodo della sicurezza delle centrali nucleari perché, come già successo in passato, per esempio a Chernobyl in Ucraina nel 1986 e a Fukushima in Giappone nel 2011, un incidente presso queste strutture può portare a conseguenze disastrose. Vista aerea della centrale solare Gemasolar a Fuentes de Andalusia, in Spagna.

Un parco eolico in Abruzzo.

88 · TEMA 5 · L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ


LEGGI IL GRAFICO

Le fonti energetiche nel mondo (1971-2020)

» Osserva il grafico e rispondi alle domande. • A partire dagli anni 2000, la produzione di energia a bassa emissione di carbonio (CO2) è aumentata o diminuita?

50% Energia a bassa emissione di carbonio (nucleare + rinnovabili)

40%

Carbone Nucleare

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• Che cosa puoi notare riguardo all’energia prodotta dal carbone? .............................................................................................................................................

• Nell’ultimo decennio quali forme di energia rinnovabile sono in aumento? .............................................................................................................................................

• Osservando il grafico, prova a descrivere l’andamento della produzione di energia nucleare negli ultimi cinquant’anni.

30%

Solare Eolico

20%

Altre rinnovabili 10%

0% 1971

1980

1990

2000

2010

2020

(fonte: IEA 2020)

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GEOGRAFIA & ECONOMIA I green jobs Secondo il rapporto 2020 di IRENA (International Renewable Energy Agency) circa 11,5 milioni di lavoratori nel mondo si dedicano a green jobs, cioè ad attività legate alla sostenibilità, un numero in crescita rispetto ai valori degli anni precedenti. Un green job unisce alle competenze tecniche anche una sensibilità nuova verso i temi della tutela ambientale, dell’efficienza energetica e dell’economia circolare. Questi lavori sono concentrati in Cina, Stati Uniti e Unione Europea e riguardano soprattutto il settore delle energie Ingegneri nei pressi di una centrale solare.

rinnovabili. Il settore fotovoltaico impegna il 33% del totale di questi lavoratori. Entro il 2050 il settore delle energie rinnovabili produrrà oltre 40 milioni di posti di lavoro, quattro volte quelli di oggi. L’ambito energetico, infatti, è quello dove è più evidente la nascita di nuove figure professionali. Basti pensare ai data scientists e agli informatici occupati nella digitalizzazione degli impianti di generazione o agli ingegneri specializzati in efficienza energetica o ancora a chi si occupa della ricerca di nuovi materiali ecosostenibili per l’edilizia. Ingegnere impegnato nella progettazione di pannelli solari.

L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ · TEMA 5 · 89


FOCUS LESSICO

5.

Bruxelles, 2020: il commissario europeo per il Green Deal Frans Timmermans con il commissario europeo per l’energia Kadri Simson durante una conferenza stampa.

La transizione energetica L’obiettivo “emissioni nette zero” Per riuscire a contenere i danni dei cambiamenti climatici è fondamentale raggiungere il traguardo “emissioni nette zero” entro il 2050. Ciò significa che entro la metà del secolo i Paesi del mondo dovranno azzerare le emissioni di gas serra in tutti i settori in cui sarà possibile farlo, sostituendo l’energia prodotta dai combustibili fossili con quella prodotta da fonti rinnovabili e a bassa emissione di CO2. Questa trasformazione prende il nome di transizione energetica. Attualmente 93 Paesi del mondo hanno annunciato la propria intenzione di raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nette entro il 2050 e 21 di essi si sono impegnati formalmente in piani di transizione energetica. Tra questi c’è anche l’Unione Europea, che alla fine del 2019 ha lanciato il Green Deal Europeo (o Patto Verde Europeo). Affinché questi impegni vengano rispettati è necessario che gli Stati investano maggiormente nelle energie rinnovabili, ma anche che si sviluppino forme di energia sperimentali come l’idrogeno, che avrebbe il vantaggio di poter essere immagazzinato e conservato praticamente ovunque, cosa impossibile con l’energia elettrica generata da eolico e fotovoltaico. Però l’idrogeno non si trova puro in natura e allo stato attuale le lavorazioni per ottenerlo da acqua, gas naturale o petrolio sono ancora molto costose e in alcuni casi dannose per l’ambiente.

Emissioni nette: il termine si riferisce alla differenza fra le emissioni prodotte e quelle assorbite in maniera naturale o meccanica. Alcuni settori, come l’agricoltura, l’edilizia e l’aviazione, saranno difficili da “de-carbonizzare”, cioè continueranno a emettere CO2 e altri gas che alterano il clima anche dopo il 2050. Pertanto, è fondamentale che queste emissioni residue vengano assorbite aumentando il numero dei cosiddetti “pozzi di assorbimento” (in primo luogo, le foreste) e sviluppando tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2.

L’efficienza energetica degli edifici e la mobilità La transizione energetica riguarderà molti aspetti della vita quotidiana, dai trasporti al riscaldamento, dal lavoro al modo di vivere la città. Un aspetto fondamentale sarà l’efficientamento energetico degli edifici. In Europa gli edifici pubblici e privati sono i principali responsabili dei consumi di energia (40% del totale) ed emettono il 36% dei gas serra perché, in molti casi, sono alimentati da combustibili fossili. L’80% dei consumi energetici delle famiglie deriva da riscaldamento, aria condizionata e utilizzo domestico di acqua calda.

L’AGENZIA INTERNAZIONALE DELL’ENERGIA L’AIE (Agenzia Internazionale dell’Energia; IEA, International Energy Agency in inglese) è un’organizzazione che fa capo all’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). Venne creata nel 1974 per coordinare una risposta comune a gravi interruzioni nella fornitura di petrolio, ma negli anni ha ampliato i suoi compiti. Oggi opera anche come istituto di ricerca internazionale sui temi della politica energetica e dell’impatto ambientale delle fonti di energia, raccomanda politiche che migliorino l’affidabilità, l’accessibilità e la sostenibilità dell’energia. Dal 2015, l’AIE ha aperto le porte ai principali Paesi emergenti per espandere il suo impatto globale e migliorare la cooperazione.

World Energy Outlook Ogni anno l’AIE pubblica il rapporto World Energy Outlookche analizza le dinamiche del mercato energetico nel mondo e ne prevede gli scenari futuri. Lo puoi consultare sul sito http://q3.hubscuola.it/retn.

90 · TEMA 5 · L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ


La riduzione delle emissioni dipenderà quindi dalle scelte che si faranno nella costruzione e nella ristrutturazione degli edifici. Oggi sono sempre di più gli Stati che stanno aggiornando i loro regolamenti sulle prestazioni energetiche degli edifici per adeguarli alle nuove tecnologie, ridurre i consumi e puntare sull’uso di fonti rinnovabili. Anche la mobilità dovrà essere completamente rivista a partire dalla sostituzione dei veicoli a combustione interna con veicoli elettrici. Questo significa che fra un decennio la maggior parte delle auto di nuova produzione dovranno essere alimentate a batteria e sostituiranno gradualmente le auto tradizionali ancora in circolazione.

Investimenti in energia pulita 2015-2030 2,5 Economie avanzate Cina

2

Economie in via di sviluppo

1,5

1

Il mondo davanti alla crisi energetica La fragilità di un sistema basato sulla dipendenza dai combustibili fossili si è resa evidente anche in seguito alla crisi energetica iniziata nel 2022. Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia (che è il maggiore esportatore di combustibili fossili al mondo), infatti, molti Paesi dell’Occidente hanno emanato pesanti sanzioni economiche e politiche contro Mosca che, per tutta risposta, ha ridotto le forniture di gas naturale all’Europa. Questo ha provocato in vari Stati un significativo aumento delle bollette del gas e dell’energia elettrica a cui i governi dei Paesi ricchi hanno risposto stanziando ingenti quantità di denaro a sostegno dei propri cittadini. La crisi energetica ha fatto aumentare anche il prezzo dei beni di consumo, alimentando il fenomeno dell’inflazione e aggravando l’insicurezza alimentare dei Paesi in via di sviluppo. È probabile che più di 70 milioni di persone che hanno recentemente ottenuto l’accesso all’elettricità perderanno la capacità di pagarla. I governi hanno risposto in maniera differente a questa emergenza: da un lato hanno stipulato accordi con Paesi pro­duttori di combustibili fossili, aumentato la pro­pria produzione di energia da petrolio e carbone ed esteso il ciclo di vita delle centrali nucleari, facendo presagire una battuta d’arresto nella transizione ecologica; dall’altro, però, hanno dato impulso agli investimenti sulle energie rinnovabili, consapevoli della vulnerabilità dell’attuale sistema.

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2015

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2021

2030

(fonte: World Energy Outlook)

LEGGI IL GRAFICO » Osserva il grafico e rispondi alle domande. • Tra 2015 e 2021 in quale area gli investimenti sono rimasti pressoché invariati? .................................................................................................................................................................................................................. • Che cosa dovrebbe accadere nel 2030? ..................................................................................................................................................................................................................................................

Installare pannelli fotovoltaici e pompe di calore al posto delle caldaie a gas può migliorare l’efficienza energetica.

L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ · TEMA 5 · 91


Agenda 2030

Un mondo più sostenibile Contrastare ilL’impegno riscaldamento su energia ed economia globale La questione energetica, la gestione delle risor Le cause del riscaldamento globale se e il modello di produzione sono di cruciale I cambiamenti sempreeinfluenzaimportanza perclimatici il futurohanno dell’umanità della sua to profondamente la storiaPer dell’umanità: periodi sopravvivenza sul pianeta. questo, attraverso più caldi o presi più freddi determinavano l’entità dei gli impegni nell’Agenda 2030, gli Stati memraccolti, migrazione popoli e lo svilupbri delle la Nazioni Unitedisi interi sono proposti una serie po e la decadenza di alcune civiltà. La di obiettivi che puntano a rendere piùtemperatuefficiente ra media del Pianeta dal 1880 a ed oggi è cresciuta di la produzione e più sostenibile equa la crescita 0,85 °C, un valore in grado di causare danni enoreconomica. mi. Questo aumento repentino è dovuto alle attività soprattutto quelle legate all’utilizzo Oumane, biettivo 6 Acquaapulita e servizi di combustibili fossili, come carbone, petrolio e gas igienico-sanitari

ti nocivi, provocati dai fumi da combustione che si generano in ambienti chiusi, rappresentano un grave pericolo per la salute. naturale: le fabbriche, i mezzi di trasporto, l’enerÈ perciò: giafondamentale elettrica, il riscaldamento. •Lafornire energia tutta laecittadinanza e fare in combustione di acarbone petrolio, rilasciando che essa sia pulitanell’atmosfera, e sicura; gasmodo e sostanze inquinanti determi•napromuovere investimenti nelle infrastrutture il cosiddetto “riscaldamento globale” (in inglese energetiche nelle tecnologie rinnovabili; global warming)e perché aumenta delle fortemente e con •gravi sostenere i Paesi l’“effetto in via di sviluppo attraverso la conseguenze serra”, un fenomeno di cooperazione per sé naturale internazionale e senza il quale laper vitapermettere sulla Terra loro diimpossibile ammodernare le tecnologie energetiche sarebbe (senza di esso la temperatura più obsolete. media del pianeta si aggirerebbe attorno ai –18 °C anziché 15 °C).

Nel 2010 le Nazioni Unite hanno riconosciuto che «il diritto ad acqua sicura e pulita da bere è un diritto umano essenziale per il pieno godimento della vita e di tutti gli altri diritti umani». Per questi motivi l’Obiettivo 6 dell’Agenda 2030 punta proprio a garantire a tutti non solo acqua potabile ma anche strutture igienico-sanitarie adeguate. Per portare a termine questo obiettivo sarà necessario: • ridurre l’inquinamento e il rilascio di prodotti chimici e scorie pericolose; • migliorare il trattamento delle acque reflue e aumentare il reimpiego sicuro dell’acqua; • contrastare i cambiamenti climatici, la deforestazione e la desertificazione; • investire maggiori risorse per migliorare la rete di trasporto idrico, eliminando le perdite e portando acqua e servizi igienici dove attualmente non ci sono; • aumentare l’efficienza nell’utilizzo dell’acqua in ogni settore.

biettivo 7 Energia pulita O e accessibile L’accesso all’energia è una questione fondamentale nel futuro del mondo. Almeno 3 miliardi di persone non hanno a disposizione fonti energetiche adeguate ai propri bisogni. In alcuni Paesi c’è ancora chi vive senza elettricità o non può permettersi di riscaldare la propria abitazione, oppure utilizza forme di energia tradizionali (carbone, legna da ardere, escrementi di animali essiccati), i cui effet-

Fornire elettricità alle aree rurali dell’Africa grazie a piccoli impianti fotovoltaici può portare notevoli vantaggi alle popolazioni, permettendo di limitare l’uso di cherosene, nocivo per la salute.

92 · TEMA 5 · L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ

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Guarda i video per scoprire gli Obiettivi l’obiettivo 6, 7, 8 e 13 12 dell‘AGENDA 2030

Obiettivo 12 Consumo e produzione responsabili Il tema dell’energia è strettamente legato ai temi della produzione e dei consumi, che devono essere ripensati per assicurare una crescita economica sostenibile a tutti i Paesi, soprattutto a quelli in via di sviluppo. Significa che i nuovi modelli produttivi dovranno essere rispettosi dell’ambiente e delle sue risorse e favorire l’equità sociale. Per farlo bisognerà: • innovare i sistemi produttivi, favorendo il passaggio a un’economia circolare, basata sul riutilizzo anziché sullo spreco, puntando a “fare di più e meglio con meno”, riducendo l’inquinamento e migliorando così la qualità della vita di tutti i cittadini; • incoraggiare la creatività e la crescita delle piccole-medie imprese, favorendo anche l’accesso al credito; • ripensare gli stili di consumo diffondendo presso i cittadini “buone pratiche” volte a limitare gli sprechi e introducendo nelle case tecnologie per l’efficientamento energetico.

biettivo 8 Lavoro dignitoso O e crescita economica Il tema della produzione si intreccia con quello del lavoro e della lotta alla povertà: circa la metà della popolazione mondiale vive ancora con l’equivalente di due dollari al giorno e, in molti Paesi, avere un lavoro non garantisce la possibilità di sottrarsi alla povertà. Inoltre, molto spesso al lavoro si associano varie forme di sfruttamento. Una crescita economica sostenibile richiede di: • creare condizioni che permettano alle persone di avere posti di lavoro di qualità che stimolino le economie e al tempo stesso non danneggino l’ambiente; in altre parole, è necessario che produzione e rispetto dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente vadano di pari passo; • adottare politiche economiche e sociali tese a offrire opportunità e condizioni di lavoro dignitose per l’intera popolazione in età lavorativa e promuovere azioni volte alla totale eliminazione della povertà e dei rischi ambientali legati alle attività produttive.

Se tutta la popolazione mondiale utilizzasse lampadine a risparmio energetico, si risparmierebbero 120 miliardi di dollari all’anno.

RICERCA E PERSONALIZZA » Per mettere in atto la transizione ecologica è necessario che tutti i cittadini siano ben informati sull’impatto ambientale dei propri stili di consumo. • Selezionate uno degli aspetti presenti in queste pagine e approfondite l’argomento con una ricerca in Rete, indicando quali comportamenti ognuno può mettere in atto per raggiungere gli obiettivi. • Con le informazioni raccolte elaborate un quiz di 10 domande da sottoporre ad amici e parenti per verificare la loro conoscenza su argomenti come economia circolare, rifiuti, consumo di acqua, energia e transizione energetica. • Confrontate il vostro questionario con quello di compagni e compagne che hanno scelto il vostro stesso argomento e compilate un questionario comune con le domande che vi sembrano più utili. • Procedete con le interviste. • Quando avrete raccolto un numero congruo di dati, provate a realizzare dei grafici (areogrammi, istogrammi, ideogrammi…) per presentare i risultati alla classe. COMPETENZA DIGITALE

L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ · TEMA 5 · 93


PERCORSO INCLUSIONE MAPPA

MAPPA PERSONALIZZABILE SVILUPPO SOSTENIBILE

favorisce il passaggio da ECONOMIA LINEARE estrai, produci, utilizza e getta

a ECONOMIA CIRCOLARE condividi, utilizza, presta, riutilizza, ripara, ricondiziona, ricicla

per favorire un migliore uso delle Producono l’aumento dell’effetto serra e i cambiamenti climatici

RISORSE

che possono essere

MINERALI O COMBUSTIBILI FOSSILI (gas naturale, petrolio, carbone)

MINERALI METALLIFERI

FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE

sono

SOLE (energia solare)

VENTO (energia eolica)

CALORE DEL SOTTOSUOLO (energia geotermica)

Non si esauriscono ma si rinnovano continuamente

CORSI D’ACQUA (energia idroelettrica)

da preferire per la

94 · TEMA 5 · L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ

TRANSIZIONE ENERGETICA


SINTESI

AUDIO

Economia lineare ed economia circolare

PAROLE DA RICORDARE

L’attuale sistema produttivo, che prende il nome di economia lineare, si basa sul consumo e può essere riassunto così: «estrai, produci, utilizza e getta». Questo sistema comporta una quantità enorme di energia, di risorse e di rifiuti, perciò rappresenta un grave problema ambientale. L’economia circolare, che si ispira ai cicli della natura, è invece legata a uno sviluppo più sostenibile, basato sui concetti di condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo.

sviluppo sostenibile: sviluppo capace di soddisfare i bisogni ma anche di garantire le risorse alle generazioni future. combustibili fossili: petrolio, carbone e gas naturale; sono fonti non rinnovabili. transizione energetica: passaggio da un modello di produzione di energia che sfrutta principalmente combustibili fossili, molto inquinanti, a un modello che sfrutta fonti di energia rinnovabili e meno inquinanti.

L’acqua: una risorsa fondamentale L’acqua è una risorsa limitata e non è distribuita in maniera uniforme sul pianeta. L’eccessivo prelievo, l’inquinamento e gli effetti dei cambiamenti climatici la stanno rendendo scarsa anche nelle aree del mondo in cui, in passato, era abbondante. In alcune regioni il deserto conquista sempre più spazio, i periodi di siccità diventano più lunghi, alcuni fiumi e torrenti si prosciugano e altri diventano inutilizzabili per l’inquinamento. In alcune aree le infrastrutture mancano e non è garantito l’accesso all’acqua. Data l’importanza di questa risorsa, che viene infatti chiamata “oro blu”, spesso il controllo dell’acqua è motivo di conflitto tra Stati.

Desertificazione in Iraq.

Risorse ed energia Per soddisfare i propri bisogni, gli esseri umani utilizzano le risorse della Terra e le trasformano. I consumi energetici sono in crescita e dipendono soprattutto dai combustibili fossili, che creano problemi all’ambiente perché la loro combustione produce anidride carbonica che peggiora l’effetto serra, alla base del riscaldamento globale. L’obiettivo è quello di raggiungere “emissioni nette zero” entro il 2050, cioè azzerare le emissioni di gas serra, sviluppando l’uso di energie rinnovabili che sfruttano fenomeni naturali (vento, sole…). Questo cambiamento, detto transizione energetica, riguarderà molti aspetti della vita quotidiana, dai trasporti al riscaldamento degli edifici, dal lavoro al modo di vivere: il sistema economico dovrà adeguarsi a un modello di produzione più sostenibile, dal punto di vista ambientale e anche sociale.

L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ · TEMA 5 · 95


Verifica le conoscenze Verifica per la classe con Moduli Google 1 Completa la tabella sui due modelli di economia inserendo

i termini qui proposti. Fai attenzione, un termine può essere ripetuto due volte. distribuzione • materie prime • rifiuto • riciclo • progettazione • produzione • raccolta differenziata • estrazione di risorse • produzione e riproduzione • consumo • consumo e riutilizzo • rifiuti residui Economia lineare

Economia circolare

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2 Indica se le affermazioni sono vere (V) o false (F).

Correggi poi le affermazioni false sul quaderno. a. L’acqua dolce, risorsa limitata, ricopre solo il 3% del pianeta Terra. b. Solo il 3% dell’acqua presente sulla Terra è dolce. c. Il 20% dell’acqua di fiumi, laghi e falde acquifere è utilizzata per l’agricoltura. d. In molte regioni dell’Africa la mancanza di infrastrutture è alla base della crisi idrica. e. La possibilità o impossibilità di accedere all’acqua è una forma di disuguaglianza. f. Secondo la Banca Mondiale, il numero di guerre dovute al controllo dell’acqua è irrisorio.

corrette poste sulla destra. a. Il traguardo che molti Paesi del mondo stanno cercando di raggiungere entro il 2050 per contenere i danni del cambiamento climatico

1. Diversificazione dell’approvvigionamento energetico

b. Piano di transizione energetica

2. Efficientamento energetico

c. Strategia per diminuire i consumi di energia negli edifici pubblici e privati

3. Emissioni nette zero

d. Politica che prevede la non dipendenza dai combustibili fossili da un solo Paese

4. Patto verde europeo

6 Completa il testo con parole tue. Segui i suggerimenti

V V

F F

V

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3 Completa la tabella indicando se le seguenti risorse sono

rinnovabili o non rinnovabili. petrolio • uranio • vento • carbone • Sole • gas naturale Rinnovabili

Non rinnovabili

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4 Completa sul quaderno le seguenti affermazioni sulle fonti

energetiche. a. Le fonti rinnovabili non sono… b. Stati come Svezia, Danimarca e Germania stanno… c. Purtroppo, anche l’energia rinnovabile ha… d. L’energia nucleare viene prodotta… e. Il principale problema dell’energia nucleare è…

5 Leggi le frasi sulla sinistra e collegale alle definizioni

tra parentesi. La transizione energetica riguarderà molti aspetti della vita quotidiana: (indica quali) .................................................................................. .................................................................................... Un aspetto fondamentale sarà l’efficientamento energetico degli edifici: (descrivi i consumi di energia degli edifici in Europa con qualche dato numerico) .......................................................................................... ............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................. La fragilità di un sistema basato sulla dipendenza dai combustibili fossili si è resa evidente (indica quale evento del 2022 ha causato una crisi energetica e descrivine gli effetti) ........................... ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ 7 Scrivi sul quaderno le definizioni dei seguenti termini.

• circolarità • prodotti ricondizionati • acqua dolce • siccità • giacimento • global warming • fonte rinnovabile • scoria radioattiva • gas serra • approvvigionamento energetico • emissioni nette zero

96 · TEMA 5 · L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ


Sviluppa le competenze

ORIENTAMENTO

Scarica le domande che ti aiuteranno a compilare il tuo e-portfolio: analizza le competenze sviluppate, i tuoi punti di forza e di debolezza.

1 COMPRENDI UN TESTO Leggi la seguente nota intitolata

3 PER IL RIEPILOGO ORALE

Cos’è Wasteland, redatta dall’artista Maria Cristina Finucci (vedi introduzione al Tema), e rispondi alle successive domande. Wasteland è un’opera concepita per creare quella immagine concreta che mancava al Garbage Patch così da poterne più facilmente comunicare l’esistenza. Per questo ho costruito un apparato semantico verosimile come, tra le molte cose, la realizzazione della sua bandiera, di una anagrafe, una sua mitologia, un portale web ecc., non trascurando di inserire anche elementi semplici come per esempio le cartoline postali. Una finzione, dunque, strutturata però per svelare una verità che altrimenti sarebbe rimasta celata. Già dopo le prime tappe, i media internazionali si sono occupati diffusamente di questa mia azione. È infatti essenziale ai fini della mia ricerca condividere idee che vengano dall’esterno, lavorare in sinergia con studenti e giovani in generale affinché si ritengano essi stessi partecipi di un’opera condivisa.

Ripercorri il contenuto del Tema 5 seguendo le domande guida. Annota sul quaderno solo le parole più importanti delle tue risposte orali (scegli quelle più significative per te) e poi usale come traccia per organizzare un discorso. a. In che cosa consiste l’economia lineare e quali danni comporta per l’ambiente? ( Lezione 1) b. Che cos’è l’economia circolare? Quali benefici genera per l’ambiente? ( Lezione 1) c. In che modo l’accesso all’acqua potabile è una forma di disuguaglianza? ( Lezione 2) d. Che cosa sono i combustibili fossili? Per quale motivo si sta cercando di non dipendere da essi? ( Lezione 3) e. Che cosa sono le fonti di energia rinnovabile? Perché non sempre l’energia rinnovabile è “pulita”? ( Lezione 4) f. Quali sono i rischi e i benefici dell’energia nucleare? ( Lezione 4) g. Quali obiettivi concreti si stanno dando i Paesi del mondo per ridurre le emissioni di gas serra? ( Lezione 5)

(da www.garbagepatchstate.org/)

a. Che cos’è il Garbage Patch? b. Qual è il fine dell’opera Wasteland? c. Che cosa pensi dell’iniziativa?

4 COMPITO DI REALTÀ P ROGETTARE UN’OPERA FATTA

DI MATERIALE RICICLABILE Obiettivo Approfondire la tematica del riciclo realizzando un manufatto con oggetti destinati allo scarto.

2 LEGGI UN GRAFICO Osserva il grafico e rifletti:

qual è la situazione dell’efficienza energetica delle abitazioni in Italia? La maggior parte degli edifici in Italia rientra nelle classi energetiche ............. e ............. , per una percentuale pari rispettivamente al ........................ e al ........................ . Nonostante presentino un’efficienza migliore, anche le abitazioni di classe ............. ed ............. costituiscono insieme una percentuale piuttosto alta, pari al ........................ del totale. Possiamo dunque concludere che le abitazioni con un migliore impatto ambientale siano quelle di classe ............. , ............. e ............. , che rappresentano tuttavia una fetta minoritaria dell’attuale mercato immobiliare. (da Gea Withub)

L’EFFICIENZA ENERGETICA DELLE ABITAZIONI

Quota di edifici residenziali in Italia dalla classe meno efficiente (G) a quella più efficiente 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%

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Fasi del compito a. Scegli un prodotto d’uso quotidiano realizzato con materiali riciclabili. L’insegnante ti mostrerà qualche esempio, se non hai le idee chiare. b. Scegli un materiale di riciclo (facile da rimediare e non pericoloso da maneggiare, come ad esempio le bottiglie di plastica, il cartone delle confezioni, indumenti non più utilizzabili o altro) e comincia a progettare la tua opera (disegnala, prendi appunti su come assemblarla). Se lavori in coppia con un compagno e una compagna, condividete i vostri appunti per arrivare a un’idea comune. c. Il docente monitorerà il vostro lavoro, dando suggerimenti o apportando modifiche laddove il progetto appare irrealizzabile. Prodotto finale La classe consegnerà al docente i manufatti realizzati, eventualmente allestendo una mostra sui banchi dell’aula. Il docente potrà porre dunque alcune domande: quanto è stato complicato procurarsi il materiale riciclabile utilizzato per il compito? Quali difficoltà sono state riscontrate? Il risultato ottenuto è soddisfacente?

L’ECONOMIA SI INTRECCIA ALLA SOSTENIBILITÀ · TEMA 5 · 97


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L’Africa si estende su un territorio pari al 20% delle terre emerse. Da nord a sud il continente si allunga per circa 8000 chilometri, mentre di poco inferiore è la sua larghezza massima. È il continente di più antica formazione e il terzo per estensione dopo Asia e Americhe. È anche la terra dei vasti spazi, con paesaggi unici per la loro bellezza, che hanno costituito la culla dell’umanità.


La Rift Valley attraversa il Kenya, dove ospita il Kilimangiaro, la più importante e alta montagna dell’Africa.

Paesaggi e climi L’Africa alterna paesaggi molto diversi: dallo smisurato deserto del Sahara alle estese foreste equatoriali, ai grandi parchi naturali dove vivono elefanti, leoni, rinoceronti… La Rift Valley, una spaccatura della crosta terrestre lunga circa 5000 chilometri, ne attraversa la parte sud-orientale. L’equatore divide il continente in due parti, quindi il suo territorio è per l’80% all’interno della fascia intertropicale.

Popolazione L’Africa ha più di un miliardo di abitanti, numerose etnie e una densità molto bassa. L’urbanizzazione è molto cresciuta negli ultimi anni con la presenza di grandi metropoli, ai cui margini si sono formate estese baraccopoli.

Economia Con l’economia ancora arretrata e poco sviluppata, l’Africa deve fronteggiare il problema di una povertà diffusa. Accanto all’agricoltura di sussistenza vi sono estese piantagioni i cui prodotti sono però destinati all’esportazione. Pur essendo l’Africa ricchissima di risorse minerarie, queste sono spesso sfruttate da multinazionali straniere i cui profitti non ritornano sul territorio.

Cultura Dal punto di vista culturale possiamo individuare due Afriche, quella del Nord, dove è nata la civiltà egizia e si sono diffuse le culture araba e musulmana, e quella del Centro-Sud, in cui si sono sviluppate svariate culture e dove, accanto al cristianesimo, è presente ancora l’animismo. L’Africa ha risentito del contatto con la cultura dei Paesi occidentali che l’hanno colonizzata: oggi, accanto alle lingue locali, si parlano inglese, francese, portoghese e in parte italiano. L’Africa ha una grande varietà etnica e culturale: a sinistra, una donna di etnia sudanese (Africa centrale); a destra, una donna della tribù Himba (Namibia).

IMMAGINE INTERATTIVA

Approfondisci le caratteristiche del continente.

UNITÀ 2 · AFRICA · 189


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Nell’immensa pianura alluvionale del delta dell’Okavango in Botswana, vivono molte specie minacciate: ghepardi, rinoceronti ed elefanti.

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LEGGI LA CARTA » Osserva la carta e rispondi alle domande. • Qual è la principale catena montuosa della regione a sud? ...................................................................................................................... • In quale oceano si trova la più grande isola dell’Africa? Come si chiama? ...........................................................................................................................................................................

• Dove si trova il Deserto del Kalahari? ...........................................................................................................................................................................


1.

Territorio e ambienti

Vasti altopiani ed estesi deserti L’Africa meridionale è circondata a est dall’Oceano Atlantico e a ovest dall’Oceano Indiano. Il suo territorio è composto da una serie di vasti altopiani con un’altitudine media di 1000 metri. Ai bordi sorgono alcuni rilievi montuosi, i più importanti dei quali sono i monti dei Draghi, a sudest, che sfiorano i 3500 metri. Le pianure si concentrano soprattutto lunga la costa orientale. Nella regione si trovano due ampi deserti: il grande deserto di sabbie rosse del Kalahari e, parallelo alla costa occidentale, il più piccolo Deserto del Namib.

Una regione ricca d’acqua Nella regione si trovano molti fiumi. I più importanti sono: lo Zambesi (quarto fiume dell’Africa, lungo 2660 km) e il Limpopo, che si gettano nell’Oceano Indiano, e l’Orange, che sfocia nell’Oceano Atlantico. Nel loro percorso sono interrotti da rapide e cascate, fra cui le più note e spettacolari sono le cascate Vittoria, al confine fra Zambia e Zimbabwe. A nord-est, nella parte più meridionale della Rift Valley, si trova il lago Malawi (o lago Niassa), che è il terzo lago più esteso del continente. Le cascate Vittoria, lungo il corso del fiume Zambesi: hanno un salto di 108 metri, il doppio delle cascate del Niagara.

Il deserto del Namib, in Namibia.

Alcuni Stati sono delle isole L’Africa meridionale comprende quattordici Stati, quattro dei quali – Madagascar, Seychelles, Mauritius e Comore – sono isole e arcipelaghi dell’Oceano Indiano. Con una superficie di 591.000 kmq (quasi il doppio dell’Italia), il Madagascar è l’isola più grande dell’Africa, percorsa da nord a sud da una lunga catena montuosa di origine vulcanica. Grazie ai venti umidi portati dall’oceano, sull’isola è presente una rigogliosa foresta pluviale che un tempo ricopriva l’intero Madagascar ma che oggi, a causa delle attività umane, ne occupa solo la parte orientale.

Il clima Il clima varia molto all’interno della regione. La parte nordoccidentale è coperta dalla savana ed è caratterizzata da un clima subtropicale secco, che diventa arido nelle aree desertiche. A est il clima è influenzato dai venti provenienti dall’Oceano Indiano, carichi di umidità, mentre nell’esile pianura costiera dell’estremità meridionale del continente si trova una regione a clima mediterraneo.


AFRICA meridionale

2.

Popolazione, storia, cultura Nella regione vivono oltre 200 milioni di abitanti L’Africa meridionale è abitata da più di 200 milioni di persone, distribuite in modo disomogeneo sul territorio. La densità media è la più alta del continente (in media 132,55 ab./kmq) ma cambia da Paese a Paese, raggiungendo livelli più elevati nelle isole. Il tasso di fertilità è alto (in media 3,4 figli per donna), soprattutto nei Paesi più vicini all’equatore (Angola, Zambia, Malawi e Mozambico), mentre si riduce scendendo verso sud. La popolazione perciò continua a crescere in tutta la regione, ma meno velocemente rispetto ai Paesi dell’Africa centrale. Negli Stati orientali la popolazione vive per lo più in aree rurali, mentre in quelli occidentali oltre la metà vive in zone urbane. Le città più popolose si trovano in Sudafrica (Durban, Johannesburg e Città del Capo), Angola (Luanda) e Zambia (Lusaka).

La diffusione dell’AIDS Le condizioni di vita sono migliori rispetto al resto della regione: la mortalità infantile è più bassa e l’aspettativa di vita un po’ più alta (64,2 anni). Tuttavia, la situazione è comunque molto lontana da quella degli Stati economicamente sviluppati. Un enorme problema è rappresentato dall’AIDS, una malattia causata dal virus HIV, che colpisce in media 3,14 persone ogni mille abitanti (nel resto dell’Africa la media è inferiore a una persona ogni mille). Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dei 25,7 milioni di malati di AIDS nel mondo, più di 15 milioni si trovano in Africa e oltre la metà vive nei Paesi della regione meridionale. Le più colpite sono le giovani donne a causa di povertà, discriminazione e violenza di genere. Tuttavia, grazie a campagne di prevenzione e a una maggiore diffusione dei farmaci, la situazione è molto migliorata rispetto al passato e il tasso di nuove infezioni sta calando sensibilmente.

Un ambulatorio per il test gratuito dell’HIV in Africa.

Harare, la capitale dello Zimbabwe.

210 · UNITÀ 2 · AFRICA


La presenza dei discendenti europei Prima della colonizzazione europea, l’Africa meridionale era abitata da boscimani e ottentotti, cui si aggiunsero in seguito i bantu. Con l’inizio della colonizzazione europea, il clima mite della regione favorì l’insediamento di inglesi, olandesi, francesi e tedeschi, i cui discendenti fanno ormai parte della popolazione di Sudafrica, Namibia e Zimbabwe. Dal punto di vista religioso, ai culti animistici si affiancano il cristianesimo cattolico e protestante diffuso dai colonizzatori e missionari europei.

Un’indipendenza raggiunta tardi I Paesi della regione sono stati a lungo dominati da Regno Unito, Portogallo e Germania e hanno raggiunto l’indipendenza tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Novanta del Novecento, quindi più tardi rispetto alla maggior parte degli Stati africani. In ordine di tempo, gli ultimi a raggiungere la piena autonomia sono stati lo Zimbabwe (1980) e la Namibia (1990), che dipendeva dal Sudafrica. Il dominio coloniale è stato spesso segnato da profonda violenza. Particolarmente grave fu il genocidio subito nel 1905 dai popoli herero e namaqua, in Namibia, per opera dei colonizzatori tedeschi.

Namibiani neri e bianchi in coda l’8 novembre 1989 per votare alle prime elezioni nel processo di indipendenza della Namibia.

Anche l’Angola ha una storia drammatica: raggiunta l’indipendenza nel 1975 dopo un lungo conflitto con il Portogallo, è stata sconvolta da una guerra civile terminata solo nel 2002. Infine, in Sudafrica e Namibia è stato a lungo in vigore l’apartheid, una rigida divisione fra cittadini bianchi e cittadini neri che privava questi ultimi di qualsiasi diritto ( Scenari dal mondo, p. 220). I boscimani sono tribù di cacciatoriraccoglitori e vivono fra Botswana, Namibia, Sudafrica e Angola. Oggi la loro sopravvivenza è minacciata dall’industria estrattiva dei diamanti, che spesso li costringe a lasciare le loro terre.

UNITÀ 2 · AFRICA MERIDIONALE · 211


AFRICA meridionale

3.

Economia Risorse del sottosuolo e agricoltura di piantagione Nonostante l’Africa meridionale sia ricchissima di risorse minerarie (diamanti, oro, rame, amianto ecc.) la povertà è molto diffusa e le disuguaglianze molto accentuate. Situazioni particolarmente gravi sono quelle del Mozambico, del Lesotho e del Madagascar, che sono agli ultimi posti nella classifica dell’Indice di Sviluppo Umano (ISU). Come altri Paesi della regione, negli ultimi anni questi Stati hanno conosciuto un peggioramento a causa della pandemia di Covid-19. Quasi dappertutto la gestione delle risorse è in mano a multinazionali straniere oppure a grosse aziende sudafricane sviluppatesi durante il periodo dell’apartheid, che realizzano alti profitti impiegando lavoratori locali sottopagati.

Il Sudafrica è la prima economia della regione

Operai intenti alla lucidatura dei diamanti in una fabbrica a Gaborone, in Botswana.

L’economia più ricca della regione è quella del Sudafrica, che è anche la seconda potenza economica africana dopo la Nigeria. Particolarmente importante è l’estrazione dell’oro, di cui il Paese è fra i primi esportatori mondiali. Gran parte di questo metallo viene venduto a Cina e Stati Uniti. Nonostante la presenza di questa risorsa, il tasso di disoccupazione è fra i più alti della regione e il divario fra la condizione dei neri e quella dei bianchi è molto accentuato. Ancora oggi, nel Sudafrica

212 · UNITÀ 2 · AFRICA

la comunità bianca, che rappresenta meno dell’8% della popolazione, detiene oltre il 70% della terra. La seconda economia della regione è l’Angola. Questo Paese dipende fortemente dall’esportazione di petrolio, principalmente in Cina, ma tutti gli altri settori sono fortemente arretrati.

L’economia del Botswana cresce più velocemente Il Botswana è fra i primi produttori mondiali di diamanti. L’industria più sviluppata è quella legata al taglio e alla ripulitura della pietra preziosa ma questo rende l’economia poco diversificata. Ciononostante, negli ultimi decenni il Paese ha conosciuto una fortissima crescita, dovuta anche a un’efficiente organizzazione statale che, a differenza della maggior parte dei Paesi africani, non risente del problema della corruzione. Anche per questo il Paese è chiamato “Svizzera d’Africa”.

Il turismo Un’altra importante risorsa della regione è il turismo che è particolarmente sviluppato negli arcipelaghi di Mauritius e Seychelles, famose per le loro spiagge, ed è in crescita in Madagascar. Infine, attirano molti visitatori anche i parchi naturali di Sudafrica, Namibia e Botswana. Spiaggia con alle spalle la montagna Le Morne Brabant nell’isola di Mauritius.


PERCORSO INCLUSIONE SINTESI Africa meridionale

AUDIO

Stati L’Africa meridionale comprende quattordici Stati, quattro dei quali – Madagascar, Seychelles, Mauritius e Comore – sono isole e arcipelaghi dell’Oceano Indiano.

Territorio e clima La parte continentale è costituita da un vasto altopiano circondato da rilievi. Il clima varia molto all’interno della regione. La parte nord-occidentale è coperta dalla savana ed è caratterizzata da un clima subtropicale secco, che diventa arido nelle aree desertiche. A est il clima è influenzato dai venti provenienti dall’Oceano Indiano, carichi di umidità, mentre nell’esile pianura costiera dell’estremità meridionale del continente si trova una regione a clima mediterraneo.

Oceano Atlantico

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Popolazione, storia, cultura La regione è abitata da oltre 200 milioni di persone. Il tasso di fertilità è alto. Le città più grandi si trovano in Sudafrica, dove convivono diverse etnie, di cui alcune di origine europea. Nell’Africa meridionale è ancora molto diffuso l’AIDS.

Economia L’economia della regione è legata alla ricchezza delle risorse, che però spesso sono controllate da multinazionali straniere. Gran parte della popolazione lavora nel primario, ma il settore è in mano ad aziende straniere che praticano un’agricoltura di piantagione. Il Sudafrica è il Paese più ricco.

Il deserto del Namib, in Namibia.

UNITÀ 2 · AFRICA MERIDIONALE · 213


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Sudafrica

Consulta la carta e svolgi le attività collegate.

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Superficie 1.220.813 kmq Popolazione 60.142.978 ab. Densità 49 ab./kmq Capitale Pretoria (capitale amministrativa), Città del Capo (capitale legislativa), Bloemfontein (capitale giudiziaria) Governo Repubblica Religione Protestanti (71,2%), cattolici (6,8%), musulmani (1,6%), induisti (1%), non religiosi/ atei (12,3%), altre religioni (7,1%) Lingua Afrikaans, inglese, isiNdebele, isiXhosa, isiZulu, sePedi, seSotho, seTswana, siSwati, tshivenda, xitsonga (ufficiali) Moneta Rand sudafricano PIL/ab. 6.950 $ annui ISU 109° posto su 191

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LEGGI LA CARTA » Osserva la carta e svolgi le attività. • Individua sulla carta il tropico che attraversa il Paese. ..........................................................................................................................

• Quale piccolo Stato è compreso all’interno del territorio del Sudafrica? ..........................................................................................................................

• Leggi la tabella: che cosa puoi osservare in merito alle lingue ufficiali? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

L’altopiano del Great Escarpment.

214 · UNITÀ 2 · AFRICA


1.

Territorio e ambienti L’estremo lembo del continente Il Sudafrica (o Repubblica Sudafricana) è bagnato dagli Oceani Atlantico a ovest e Indiano a est. Confina a nord con il Botswana e lo Zimbabwe, a nord-ovest con la Namibia e a nord-est con il Mozambico e l’Eswatini (ex Swaziland). Include all’interno del suo territorio lo Stato del Lesotho. Il Paese è costituito da un vasto altopiano di origini molto antiche, che si innalza avvicinandosi alla costa. A ovest si trova la Great Escarpment

VIDEO

Il Sudafrica

(“Grande scarpata”), ai cui piedi si stende una stretta fascia pianeggiante. A sud-est l’altopiano è separato dal mare dai monti dei Draghi, una catena montuosa lunga circa 1000 km le cui cime più elevate sfiorano i 3500 metri. Il Paese è attraversato dal fiume Orange e dai suoi pochi affluenti (tra i quali il Vaal), la cui portata è molto irregolare. Hanno un corso breve i fiumi che nascono dalla Great Escarpment e dai monti dei Draghi e che si gettano nell’Oceano Indiano.

I monti dei Draghi attraversano la parte orientale del Sudafrica. Lungo i fianchi di questa catena montuosa vi sono molte aree naturali protette.

Il clima favorisce l’insediamento umano Il clima è in genere subtropicale e varia da regione a regione, a seconda dell’altitudine e dell’influsso delle correnti oceaniche. La regione orientale, esposta alla corrente calda del Mozambico, è più calda e piovosa. La piovosità si riduce procedendo verso ovest e verso nord: il clima diventa arido e si susseguono savana, steppa e deserto. La costa meridionale gode di un clima mediterraneo. L’unica regione inadatta all’insediamento umano è quella che si affaccia sul Deserto del Kalahari. In Sudafrica la varietà di ambienti naturali favorisce una straordinaria ricchezza della fauna: ci sono oltre 200 specie di mammiferi e un numero ancora superiore di specie di uccelli.

Nella parte più meridionale del Sudafrica prevale una vegetazione di tipo mediterraneo.

UNITÀ 2 · SUDAFRICA · 215


Sudafrica

2.

Popolazione, storia e cultura La “Nazione arcobaleno” Per la sua varietà etnica, il Sudafrica è chiamato Rainbow Nation (“Nazione arcobaleno”). Il nome è usato dall’inizio degli anni Novanta del Novecento, quando ha avuto fine il regime segregazionista dell’apartheid ( Scenari dal mondo, p. 220). La popolazione sudafricana è per l’80,8% costituita da etnie della famiglia bantu. I bianchi (7,8%) discendono dai colonizzatori inglesi, tedeschi e soprattutto olandesi. Questi ultimi, detti afrikaner o boeri (dall’olandese boer, “contadino”), giunsero nella regione nel XVII secolo e fondarono Città del Capo. Poco più consistente (8,8%) è il gruppo dei coloured, nati dall’incrocio tra neri, bianchi e asiatici. Una piccola parte (2,6%) è inf ine di origine asiatica. La popolazione vive prevalentemente (67,4%) nelle città, nelle cui periferie si estendono le povere township abitate dai neri. I centri più popolosi sono Johannesburg (4,4 milioni di ab.), Città del Capo (3,2 milioni di ab.), Durban (3,4 milioni di ab.), Germiston (3,2 milioni di ab.) e Pretoria (2,9 milioni di ab.).

Il Sudafrica è chiamato Nazione arcobaleno.

Città del Capo, la capitale legislativa del Sudafrica, è la più antica città del Paese, fondata nel 1652, ed è la terza come numero di abitanti.

LEGGI LA CARTA

La popolazione in Sudafrica

» Osserva la carta e sottolinea le alternative corrette. • La popolazione si concentra in particolare nella regione orientale / occidentale e lungo le coste meridionali /settentrionali, dove sorge la capitale legislativa del Sudafrica, ossia Pretoria / Città del Capo. Densità media (ab./kmq) meno di 10 da 10 a 25 da 25 a 50

Polokwane

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Città principali

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oltre 3 milioni di abitanti da 1 milione a 3 milioni altre città importanti

Durban

da 50 a 100 oltre 100

CITTÀ DEL CAPO

East London

Port Elizabeth

216 · UNITÀ 2 · AFRICA


La disuguaglianza fra bianchi e neri continua Oggi il Sudafrica è ancora un Paese che vive fortissime disuguaglianze. Nel 2018, infatti, la World Bank l’ha definito «il Paese più iniquo del mondo». Il divario tra ricchi e poveri è enorme: più del 60% delle entrate del Paese vanno al 10% più ricco, mentre milioni di persone vivono al di sotto della soglia di povertà. La disoccupazione è molto alta e riguarda quasi esclusivamente la popolazione nera. La tensione sociale rimane elevata e gli episodi di violenza sono molto numerosi, fomentati dall’aumento delle disparità economiche e dalle iniquità sociali che continuano a esistere, nonostante l’apartheid sia stato abolito da quasi vent’anni.

Gli zulu sono il gruppo etnico più numeroso in Sudafrica: circa 11 milioni di persone. Il loro nome significa “gente del cielo”.

GEOGRAFIA & STORIA La colonizzazione del Sudafrica Fin dai tempi più remoti, i territori sudafricani sono stati abitati dai boscimani, un antico popolo di cacciatori-agricoltori. La loro cultura rimase tecnologicamente arretrata rispetto a quella europea, anche a causa dell’isolamento e dei pochi contatti con altri popoli. Intorno al XV-XVI secolo, in coincidenza con l’arrivo dei primi europei, si spostarono in questi territori anche

popolazioni bantu che migrarono da nord. Da quando, nel 1487, il navigatore portoghese Bartolomeo Diaz doppiò il Capo di Buona Speranza, le navi commerciali europee poterono raggiungere le Indie via mare; nell’area sorsero così i primi insediamenti olandesi (XVII secolo). In seguito, la regione attirò l’interesse anche del Regno Unito, con cui gli olandesi entrarono presto in contrasto. Le due guerre anglo-boere (1880-1881

e 1899-1902), combattute tra inglesi e coloni olandesi, portarono alla supremazia britannica nel Sudafrica. Nel 1910 nacque l’Unione Sudafricana; nel 1948 venne avviata la costruzione del regime segregazionista dell’apartheid, un complesso sistema di leggi e di divieti che separava nettamente la vita dei cittadini bianchi da quella dei cittadini neri. Questo terribile regime di segregazione durò fino al 1992, quando il movimento guidato da Nelson Mandela riuscì a farlo abolire.

Un episodio della Seconda guerra boera. Le due guerre boere portarono alla supremazia britannica in Sudafrica nel XIX secolo.

UNITÀ 2 · SUDAFRICA · 217


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Sudafrica

3. HUB MAPS

Consulta la carta “L’economia in Sudafrica” e svolgi le attività collegate.

Economia Il Paese più avanzato dell’Africa Il Sudafrica è il Paese africano più ricco e industrializzato (dal 2001 fa parte dei BRICS, con Brasile, Russia, India e Cina; sono Paesi con un’alta crescita del PIL), ma l’eredità dell’apartheid si fa sentire, soprattutto nella diseguale suddivisione delle ricchezze tra bianchi e neri. Tra questi ultimi sono diffusi disoccupazione, povertà, analfabetismo, malattie (come l’AIDS), e la speranza di vita è ancora molto bassa. anchora, milano

L’agricoltura è moderna e produttiva MAPS

Una moderna agricoltura fornisce raccolti abbondanti di ortaggi e frutta (notevole la produzione di uva, alla base di una rinomata produzione di vini) nella fascia costiera, e di cereali, canna da zucchero, tabacco, arachidi, girasole e cotone nelle piantagioni dell’interno. Le aziende agricole più moderne appartengono alla minoranza bianca o a imprese straniere. Uno dei problemi che il governo sudafricano sta affrontando è proprio quello della concentrazione delle terre, che penalizza la popolazione nera; il governo

Forza lavoro per settore (%) Primario

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Sudafrica

5,7% 4,1%

Italia 20,7% 26,6%

Terziario

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LEGGI IL GRAFICO » Osserva il grafico e rispondi alle domande. • È corretto dire che in Sudafrica la percentuale di occupati nel settore agricolo è molto bassa? .................................................................................................................. • Quale settore impiega la maggior parte della forza lavoro del Sudafrica? ........................................................................................................................................................................................... • L’industria occupa più lavoratori in Italia o in Sudafrica? ..............................................................................................................................................................................................................................................

218 · UNITÀ 2 · AFRICA

Un vigneto nelle colline sudafricane.

ha per questo avviato un processo di redistribuzione, che tuttavia procede a rilento. Molto sviluppato è anche l’allevamento di bovini e di ovini; la pesca, praticata nelle fredde acque dell’Atlantico meridionale, è particolarmente redditizia. Si pratica l’allevamento ovino, in particolare quello della capra d’angora, la cui lana è molto pregiata.

Il sottosuolo è ricco di risorse minerarie Il Paese è ricco di giacimenti minerari ed è tra i primi produttori di platino, oro, argento, diamanti, cromo, manganese e carbone. L’estrazione dei minerali è controllata da compagnie locali private e da multinazionali straniere. L’industria è molto articolata e nel Paese operano fabbriche di diverso tipo, tra le quali spiccano quelle siderurgiche e meccaniche (automobilistiche, navali e aeronautiche). Importanti i comparti chimico, tessile e della raffinazione del petrolio.

I parchi naturali richiamano moltissimi turisti Il terziario è il settore più sviluppato e impiega il 73,6% degli occupati. Sono fiorenti il commercio, le attività finanziarie e bancarie. La posizione del Sudafrica ha limitato a lungo il turismo, che tuttavia negli ultimi anni ha conosciuto un grande incremento. Il Paese possiede un ricco patrimonio naturale: molti i parchi nazionali, tra i quali il Kruger National Park e l’iSimangaliso Wetland Park. Sono molto frequentate dai turisti la regione del Capo e quella dei monti dei Draghi.


O TI O AN

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ST E F

In viaggio con il TRAVEL BLOGGER Ho scattato questa foto durante un safari in Sudafrica, nel cuore del Kruger Park. Il ghepardo era poco distante dal nostro fuoristrada.

UN SAFARI NEL KRUGER PARK A un tratto, nel mezzo del parco naturale del Kruger, il rumore del fuoristrada che esplora la savana sparisce. Il ranger ha visto qualcosa muoversi. Il ranger vi sussurra: «Eccolo lì, lo vedi?». Voi non vedete niente, lui, però, vede benissimo voi. È un ghepardo, con la sua pelle dorata a macchie nere, e se volesse, potrebbe accelerare fino a 110 km/h per saltarvi addosso; ma non lo fa, vi osserva, come voi osservate lui.

DIGITAL STORYTELLING Prosegui il racconto di STEFANO TIOZZO nel video: scoprirai molto di più!


Scenari dal mondo

Il regime di apartheid in Sudafrica Che cosa significa “apartheid” “Apartheid” significa separazione in lingua afrikaans, la lingua dei bianchi discendenti dai coloni olandesi del Sudafrica. Il termine indica il regime razzista e segregazionista in vigore nel Paese dal 1948 al 1994, anno della vittoria del National Party. La minoranza bianca (circa il 21% della popolazione) deteneva l’intero potere politico ed economico, mentre la maggioranza di colore era confinata nei ghetti e nei territori meno fertili (chiamati bantustan); i neri non avevano diritto di voto ed erano vietati i matrimoni e le relazioni sessuali “interraziali”. Gradualmente, la maggioranza nera cominciò a protestare e ribellarsi contro la situazione, sia con proteste pacifiche sia con la lotta armata, proposta dal partito African National Congress (AFN) e dalla sua ala militare, l’Umkhonto we Sizwe (che significa “lancia della nazione” in lingua africana xhosa), che ebbe tra i fondatori anche Nelson Mandela. A volte alcune proteste nacquero pacificamente, come quella del 1976 nel ghetto di Soweto (periferia di Johannesburg), ma sfociarono in un massacro da parte della polizia.

TESTO 1 All’inizio del giugno 1961, dopo una lunga e tormentata valutazione della situazione sudafricana, io e alcuni colleghi giungemmo alla conclusione che, poiché la violenza nel Paese era ormai inevitabile, sarebbe stato irrealistico e sbagliato per i leader africani continuare a predicare la pace e la non violenza in un momento in cui il governo rispondeva con la forza alle nostre richieste pacifiche. Non fu facile giungere a questa conclusione. Fu soltanto quando ogni altra strada si era dimostrata impraticabile, quando tutti i canali di protesta pacifica ci erano stati preclusi, che venne presa la decisione di adottare forme violente di lotta politica e di costituire l’Umkhonto we Sizwe. Lo facemmo non perché desiderassimo arrivare a questo, ma soltanto perché il governo non ci aveva lasciato altra scelta. (dal discorso di Nelson Mandela I’m prepared to die pronunciato contro la corte di giustizia sudafricana, che nel 1963 lo accusò di terrorismo e alto tradimento)

220 · UNITÀ 2 · AFRICA

La protesta dei neri nel ghetto di Soweto, 17 giugno 1976.

TESTO 2 Il 30 aprile 1976 gli studenti della Orlando West Junior School di Soweto entrarono in sciopero e il loro rifiuto di andare a scuola si estese a molte altre scuole superiori e college. Le loro richieste non riguardavano solo l’abolizione delle lezioni in afrikaans, in quanto lo studio dell’afrikaans sarebbe andato a scapito dell’inglese, una lingua che significava nuove opportunità per loro in patria e all’estero, ma anche il fatto che volevano essere trattati allo stesso modo dei loro coetanei bianchi. Quel giorno gli studenti furono sostenuti dal Movimento della Coscienza Nera, un’organizzazione anti-apartheid fondata dall’attivista Steve Biko a metà degli anni Sessanta con il chiaro intento di colmare il vuoto politico che si era creato dopo l’incarcerazione dei leader dell’African National Congress (ANC) e del Pan-African Congress. […] Gli scontri tra polizia e manifestanti si protrassero fino alle prime ore del mattino. Secondo il bilancio ufficiale, quel giorno furono uccisi 23 studenti, ma la realtà fu molto diversa. Il bilancio finale delle vittime raggiunse le 700 unità, anche se secondo alcune fonti potrebbe arrivare a mille. (da J.M. Sadurni, La rivolta di Soweto: i giovani contro la segregazione razziale, “Storica National Geographic”, 16/6/2023)


La risposta della comunità internazionale

TESTO 3

Il regime razzista del Paese nel tempo venne condannato anche dalla comunità internazionale che sottopose il Sudafrica a sanzioni che ne danneggiarono l’economia. Significative, in questo senso, furono anche le misure di boicottaggio delle Olimpiadi tra gli anni Sessanta e Settanta. Il Sudafrica venne infatti escluso dai Giochi di Tokyo 1964 e di Città del Messico 1968, per arrivare nel 1970 all’espulsione del Comitato olimpico sudafricano: si trattava di vere e proprie sanzioni prese a livello multilaterale. Il Paese venne reintegrato nel movimento olimpico solo con i Giochi di Barcellona 1992, dopo l’avvio del processo di democratizzazione interna e la liberazione di Nelson Mandela.

La fine dell’apartheid e la transizione democratica Proprio le sanzioni furono fondamentali nel guidare il cambio di mentalità delle élite bianche del Sudafrica: dopo la scarcerazione di Mandela nel 1990, l’ultimo presidente bianco, Frederik Willem de Klerk, promosse infatti un referendum il 17 marzo 1992 per chiedere l’approvazione delle riforme che stavano demolendo la segregazione. Queste portarono al Sudafrica democratico odierno, una “nazione arcobaleno”, che rispetta cioè tutte le etnie che la compongono (malgrado alcune difficoltà).

Il 17 marzo, gli elettori bianchi vennero infine chiamati alle urne. […] La domanda a cui bisognava rispondere era: “Sostieni il proseguimento del processo di riforma che il Presidente ha iniziato il 2 febbraio del 1990 e che è volto a dare una nuova costituzione attraverso un processo di negoziazione?”. […] In tutto votarono 2,8 milioni di aventi diritto, più di quanti si fossero mai recati alle urne negli anni precedenti. Di questi, il 68,7% – pari a circa 1,9 milioni di persone – si espresse a favore dell’apertura del governo e diede a de Klerk il mandato che cercava. […] La fine dell’apartheid fu il risultato di un processo lungo ma, per convenzione, viene fatta coincidere con il 27 aprile del 1994, giorno in cui si svolsero le prime elezioni libere e aperte a tutta la popolazione nella storia del Sudafrica. In quell’occasione, il Partito nazionale venne sconfitto dall’AFN e Mandela divenne il primo presidente nero del Paese. L’anno prima de Klerk e Mandela avevano ricevuto il premio Nobel per la Pace per i loro sforzi volti a perseguire una transizione democratica. (adattato da Sudafrica, 30 anni fa il referendum che aprì la strada alla fine dell’apartheid, “Sky Tg 24”, 17/5/2022)

LEGGI I DOCUMENTI 1. Leggi il TESTO 1 : perché Mandela divenne favorevole alla lotta armata? 2. Leggi il TESTO 2 : perché gli studenti di Soweto protestarono anche per l’uso dell’afrikaans nelle loro scuole? 3. Quale data segna la fine dell’apartheid secondo il TESTO 3 ? Quando ricevettero il premio Nobel Mandela e de Klerk? Con quale motivazione?

RICERCA E PERSONALIZZA

Nelson Mandela e Frederik Willem de Klerk ricevono il premio Nobel per la Pace nel 1993.

1. Mandela inizialmente fu ideatore di una protesta pacifica per i diritti dei neri, ma poi scelse la lotta armata. Svolgi una ricerca in Rete su questa figura fondamentale per la storia sudafricana e illustra in una presentazione o in un breve video le vicende principali del suo percorso politico e di vita.

UNITÀ 2 · SUDAFRICA · Scenari dal mondo · 221


PERCORSO INCLUSIONE MAPPA

MAPPA PERSONALIZZABILE

Territorio e climi

SINTESI MULTILINGUE

IL SUDAFRICA è costituito da

ha

UNA FASCIA COSTIERA PIANEGGIANTE

UN VASTO ALTOPIANO

UN CLIMA

IN GENERE: subtropicale

circondato da

A SUD: mediterraneo

RILIEVI Great Escarpment e monti dei Draghi

ALL’INTERNO: arido

Popolazione ed economia è

IL SUDAFRICA

LO STATO PIÙ RICCO DELL’AFRICA

UNA POPOLAZIONE COMPOSTA DA MOLTE ETNIE

ATTIVITÀ ECONOMICHE

SETTORE PRIMARIO AGRICOLTURA: avanzata. Prodotti principali: ortaggi, frutta e prodotti per l’esportazione (cereali, tabacco, arachidi ecc.)

222 · UNITÀ 2 · AFRICA

ha

SETTORE SECONDARIO INDUSTRIE siderurgiche e meccaniche SETTORE TERZIARIO COMMERCIO, FINANZA E TURISMO: molto sviluppati

NERI: bantu, 80,8% BIANCHI: discendenti dei coloni europei, 7,8% COLOURED: incrocio tra bianchi, neri e asiatici 8,8%

L’APARTHEID era il sistema che teneva divisi bianchi e neri fino agli anni Novanta del Novecento


AFRICA MERIDIONALE E SUDAFRICA

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1 PER IL RIEPILOGO ORALE

1 Completa con i termini corretti.

a. Altopiani e deserti: la regione dell’Africa meridionale è caratterizzata dalla presenza di molti altopiani, ai bordi dei quali sorgono alcuni rilievi montuosi, come i .................................................... Nella regione sono anche presenti due ampi deserti, il ....................................................... e il ........................................................ b. Corsi e bacini d’acqua: nella regione ci sono molti fiumi, tra cui lo ......................................, il ...................................... e l’ ....................................... Nel loro percorso sono interrotti da cascate, tra cui le ........................................................ c. Isole: dei quattordici Stati dell’Africa meridionale quattro sono insulari; la più grande è il ........................................................ d. Popolazione: la regione ha la densità di popolazione più ................. del continente. 2 Completa le seguenti affermazioni.

a. Questa regione soffre la povertà e le disuguaglianze sociali nonostante sia molto ricca di ...................................................... b. Agli ultimi posti nella classifica ISU troviamo ............................................. ............................................................... c. Il Paese con l’economia più ricca, anche grazie all’estrazione dell’oro, è il ...................................................... d. Il Botswana sta vivendo una crescita economica vigorosa grazie alla produzione di ...................................................... e a un’efficiente ................................................................. e. In questa regione, il turismo si concentra soprattutto ............................................................................................................ 3 Completa le seguenti affermazioni sul Sudafrica inserendo

correttamente i termini elencati. afrikaner • Rainbow Nation • industrializzato • bantu • più iniquo • apartheid a. Il Sudafrica è chiamato ................................................... per la sua varietà etnica; ha assunto questo nome dopo la fine del regime segregazionista dell’................................................... b. La popolazione è composta all’80,8% da etnie della famiglia ..................... I bianchi sono il 7,8% e discendono dai colonizzatori europei, tra cui c’erano gli olandesi, detti ......................... o boeri. c. Nel 2018, il Sudafrica è stato definito “il Paese .................................. del mondo”, perché il 60% della ricchezza appartiene al 10% della popolazione. d. Il Sudafrica è il Paese più ................................................... e più ricco dell’Africa meridionale. e. Il Paese possiede molti ................................................................. come il Kruger National Park.

Ripercorri le lezioni su Africa meridionale e Sudafrica seguendo le domande guida. Annota le tue risposte sul quaderno, poi ripeti una volta con il quaderno aperto e un’altra con il quaderno chiuso. Se ci sono parti del discorso che fatichi a ricordare, prova a riscrivere le risposte. AFRICA MERIDIONALE a. Come è caratterizzato il territorio dell’Africa meridionale? ( Lezione 1) b. Come si differenzia il clima all’interno della regione? ( Lezione 1) c. Qual è la densità di popolazione di questa area? ( Lezione 2) d. Perché si può dire che questa regione ha avuto una storia tormentata? ( Lezione 2) e. Descrivi la ricchezza mineraria dei Paesi dell’Africa meridionale. ( Lezione 3) f. Dove si è sviluppato maggiormente il turismo in questa regione? ( Lezione 3) SUDAFRICA g. Quali sono le caratteristiche territoriali del Sudafrica? ( Lezione 1) h. Per quale motivo il Sudafrica è detto “Nazione arcobaleno”? ( Lezione 2) i. Quali sono state le conseguenze della fine dell’apartheid? ( Lezione 2) l. Quale importanza ha per l’economia del Sudafrica il settore terziario? ( Lezione 3)

2 COMPITO DI REALTÀ C AMPAGNA SOCIAL

Obiettivo Ideare, progettare e realizzare una campagna social di sensibilizzazione riguardante la situazione dei diritti umani nell’Africa meridionale. Fasi del compito a. Dopo che l’insegnante avrà chiarito il significato di “diritti umani” e avrà mostrato i principali siti da cui è possibile attingere informazioni corrette e aggiornate (come il CeSPI, l’Osservatorio dei diritti umani; Amnesty International e altri), dividetevi in coppie. b. Ogni coppia deve scegliere quale social o format ha in mente di utilizzare e quale diritto fondamentale approfondire. c. Iniziate il lavoro di ricerca scegliendo uno Stato, raccogliendo e selezionando le informazioni, che dovranno essere corredate da immagini significative. Prodotto finale Quando consegnerete i lavori all’insegnante, ogni coppia dovrà mostrare il proprio format alla classe. I lavori più significativi potranno essere pubblicati sul sito della scuola.

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