VOLUME 1 • cap. 15
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UNITÀ
Il Basso Medioevo dei poteri universali La lettura
La morte di Federico Barbarossa
Nel seguente brano a parlare è Federico II, imperatore del Sacro romano impero dal 1195 al 1250. Nelle sue parole di bambino facciamo la conoscenza di un altro incredibile protagonista di questa Unità: Federico Barbarossa, anche lui imperatore, che morì in una delle Crociate, le cruente spedizioni militari con cui la Chiesa cercò di riconquistare Gerusalemme.
«F
ederico, così mi hanno chiamato. Era il nome di mio nonno, detto anche il Barbarossa, vincitore di mille battaglie e morto quattro anni prima della mia nascita, mentre guadava il piccolo fiume Saleph per raggiungere la Terrasanta. Sembra che mio nonno sia affogato nelle acque di quel ruscello che a malapena gli arrivavano ai fianchi. Il peso dell’armatura lo aveva trascinato via senza che nessuno, tra i suoi mille e più armigeri, riuscisse a salvarlo. Per un guerriero come lui una morte simile era inconcepibile, né la poteva accettare la mia casata. Era un’onta troppo grande. Per questo mi hanno sempre raccontato una storia diversa. Non era morto, dicevano, ma dormiva con i suoi cavalieri in una caverna nelle lontane montagne di Kyffhäuser e la sua barba, rossa come il fuoco, era cresciuta così tanto da aver compiuto due volte il giro del tavolo di fronte al quale sedeva. Al terzo giro, concludevano i miei tutori con un sussurro e strabuzzavo gli occhi, si sarebbe risvegliato e con tutti i cavalieri al seguito sarebbe finalmente entrato vincitore a Gerusalemme.
WRW Svolgi il laboratorio di lettura con il metodo Writing and Reading Workshop a fine Unità (pp. 320-321). Troverai anche altri testi di narrativa nell’antologia digitale!
Marzio Bartoloni, Federico. L’avventura di un re, San Paolo Ragazzi 2020
La linea del tempo
CHIESA E IMPERO
1000
1050
962 L’imperatore Ottone I di Sassonia si attribuisce il diritto di nominare i vescovi
1 075 Dictatus papae di Gregorio VII: inizia la Lotta per le investiture
1100
1095 Bando della Prima crociata LOT T E T R A PA PATO E 1 077 Enrico IV a Canossa
248
1150
1122 Concordato di Worms: finisce la Lotta per le investiture
10/11/23 18:28
• Bacheca interdisciplinare sul Basso Medioevo
Il contesto Che cosa sono le Crociate?
→ Scoprilo nel Capitolo 17 Gli uomini e le donne del Basso Medioevo sono profondamente religiosi e il desiderio di cancellare i loro peccati porta molti di loro a compiere pellegrinaggi nei Luoghi Santi, come Roma, Gerusalemme e Santiago, in Spagna. Da una religiosità fatta di fede, paura del Giudizio divino, odio contro gli “infedeli” nasce l’idea di “crociata”, una parola che deriva dalla croce cucita sul petto dei cavalieri inviati a strappare Gerusalemme ai musulmani.
Che cosa si intende per potere universale?
→ Scoprilo nei Capitoli 18 e 19 Papato e Impero si scontrano per ottenere il potere universale, cioè l’insieme del potere temporale (che riguarda il territorio) e del potere spirituale(che riguarda il governo delle anime). La contesa si concretizza nella lotta per le investiture e nel sostegno del papa ai Comuni lombardi contro l’imperatore Federico Barbarossa. Altri importanti protagonisti di questo scontro sono il papa Innocenzo III e l’imperatore Federico II, acerrimi nemici.
1200
O T T O
1250
C R O C I A T E
I M P E R O P E R I L P OT E R E U N I V E R S A L E 1 208 Crociata di Innocenzo III contro gli albigesi 1176 Battaglia di Legnano 1167 Giuramento di Pontida
249
1 250 Morte di Federico II
1237 Federico II sconfigge i Comuni a Cortenuova
1300
1350
1 270 Ultima crociata A S S O L U T I S M O
1266 Battaglia di Benevento
P O N T I F I C I O
1309 Il Papato ad Avignone
1231 Le Costituzioni di Melfi regolano lo Stato normanno
10/11/23 18:28
Storia e ambiente
Il fenomeno dell’urbanesimo l’apertura di sezione
Per chi viveva abitualmente in campagna, l’arrivo in città era un momento ricco di aspettative e timori, di esaltanti novità e opportunità. Anche questo aspetto contribuì all’urbanesimo. Un’aria di libertà e un’atmosfera vivace
NOI FACCIAMO LA STORIA
Secondo un proverbio tedesco medievale, «l’aria della città rende liberi». Che cosa significa? Bisogna tenere presente che nel Medioevo i contadini erano sottoposti agli obblighi del sistema feudale: per loro, trasferirsi in città significava superare finalmente tali vincoli, cioè conquistare la libertà. Sicuramente le città, nel ripopolarsi, sprigionavano una vivacità che nelle campagne era inimmaginabile. Nei mercati si si vendevano e si acquistavano alimenti di ogni tipo. Le botteghe offrivano prodotti sempre più raffinati e preziosi. Per le vie predicatori, saltimbanchi, giullari entusiasmavano e intrattenevano la folla. Arrivavano e circolavano rapidamente le notizie di ciò che capitava nel mondo.
Il fenomeno dell’urbanesimo si è diffuso prima nei Paesi occidentali e poi anche nei Paesi in via di sviluppo: attualmente più della metà della popolazione mondiale vive in città.
Opportunità e problemi
ORA TOCCA A TE! → Anche oggi, come nel Medioevo,
Le città erano percepite come luoghi di svariate opportunità lavorative, ciascuna delle quali rappresentava l’occasione per emanciparsi dalla dura vita nei campi. In realtà, anche nei centri urbani i problemi erano molti: le condizioni abitative erano disagevoli; la criminalità era più diffusa; era frequente il pericolo di incendi; se non si aveva un lavoro, non c’era la garanzia di un orto con cui sostentarsi. Tante persone quindi finivano per vivere in miseria, eppure non si sentivano più vittime di un sistema crudele e ingiusto. L’«aria della città» garantiva, se non proprio il benessere, almeno la speranza di poterlo raggiungere. Fu questa speranza ad alimentare la rinascita delle città europee nell’XI e nel XII secolo.
le città sono contraddistinte sia da opportunità sia da problemi. A coppie, scegliete uno dei seguenti temi connessi all’urbanesimo: • slums (o bidonvilles) nelle metropoli del mondo; • le metropoli italiane ed europee più inquinate; • lo spopolamento delle aree rurali in Europa. Svolgete una ricerca sul tema scelto ed esponetela alla classe attraverso una presentazione orale accompagnata da fotografie.
Guarda il video La città
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10/11/23 13:35
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Borghesi e Comuni Le città dopo l’Anno Mille si animano di mercati, botteghe artigiane, nuove abitazioni. Per istruire la borghesia, nascono università e scuole, come la Scuola medica salernitana.
Salto nel tempo
La medicina è femmina
Ascolto il podcast Inquadra il QR Code per ascoltare il podcast e conoscere la storia di Trotula e della Scuola medica di Salerno.
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I Comuni dell’Italia centro-settentrionale
La carta di scenario Bellinzona
Gravedona Feltre Bassano
Belluno
I luoghi e il tempo
Bergamo Como Vicenza Brescia Milano Novara Treviso Ivrea Crema Verona Venezia Vercelli Pavia Torino Lodi Cremona Mantova Padova Tortona Asti Piacenza Alba Alessandria Ferrara Parma Reggio Genova Savona Bologna Imola Ravenna Noli Albenga
Cervia Faenza Massa Forlì Rimini Pistoia Prato Cesena Lucca Firenze Pisa Empoli S. Miniato Arezzo Siena Gubbio Volterra
Mar Ligure
Montepulciano Chiusi Orvieto
Mar Adriatico
Perugia Assisi
Viterbo Principali comuni Territori formalmente sotto la sovranità dell’Impero romano germanico
Mar Tirre no
Roma
Accedi all’Atlante digitale HUB Maps per: • c onfrontare la carta dei Comuni con una carta fisica dell’Italia centrosettentrionale; • c ostruire sul quaderno una tabella in cui inserire i Comuni a seconda della loro posizione (pianura, collina, montagna, costa tirrenica, costa adriatica).
Stato della Chiesa
• I Comuni nascono soprattutto in Italia centro-settentrionale, all’interno sia dei territori formalmente sotto la sovranità dell’Impero sia di quelli controllati dallo Stato della Chiesa. • Tra i primi Comuni ci sono Brescia, Cremona, Milano, Asti, Genova, Parma, Modena, Bologna e, al centro, Firenze, Lucca, Pisa, Siena, Viterbo.
La linea del tempo 1158 L’Università di Bologna viene riconosciuta dall’imperatore romano-germanico 1000
1100 Fine dell’XI secolo Nascono i Comuni
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Primi anni del XII secolo Nei Comuni il potere è amministrato da un podestà
1200
1300 Metà del XIII secolo Si affermano i Comuni del Popolo
La domanda-chiave → Come nascono i Comuni? ↘R ispondi a p. 228
1 Città, borghi e borghesi I centri urbani europei degli anni intorno al Mille facevano parte dei feudi di conti, marchesi, baroni e vescovi. I mercanti e gli artigiani che cominciavano ad affluire dalle campagne continuavano quindi a sottostare al potere del signore del feudo, al quale nelle città si aggiungeva quello del vescovo. A quel tempo, infatti, si chiamava città (dal latino civitas) solo il centro dotato di una chiesa cattedrale e di un palazzo vescovile; un centro abitato e fortificato, ma privo di questi requisiti, si chiamava borgo (dal tedesco Burg). Quando le città vescovili cominciarono a riempirsi di artigiani e di mercanti, molti non trovarono posto all’interno delle mura e si costruirono case e botteghe subito fuori dalle loro porte, creando appunto un “borgo” esterno alla città vera e propria e costituito solo dalle strutture necessarie alle attività economiche. Da questo nome, i suoi abitanti furono chiamati borghesi, un termine che identificava una categoria ancora non ben definita di mercanti e artigiani, collocata al di sotto della nobiltà e del clero, ma al di sopra dei contadini delle campagne. I due poteri, quelli del signore feudale e del vescovo, godevano nella città degli stessi privilegi feudali previsti per le campagne, i diritti di banno: imponevano le corvées, incassavano pedaggi su chi varcava le porte delle mura, prelevavano tasse sulle merci che entravano e uscivano e avevano il “diritto di taglia”, che consisteva nel recarsi in una bottega e nel portarne via tutto ciò che volevano.
Il Medioevo fu anche il periodo delle grandi cattedrali, come il Duomo di Modena (nella foto), la cui costruzione inizia alla fine dell’XI secolo. L’urbanesimo, infatti, portava in città un numero sempre maggiore di gente e si presentò così l’esigenza di costruire chiese di grandi dimensioni, dove tante persone potessero riunirsi intorno al vescovo.
Le mura venivano erette non solo come difesa, ma anche come filtro per i mercanti che dovevano pagare il dazio per le loro merci. Inoltre, alimentavano l’orgoglio cittadino.
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UNITÀ 4
2 Nascono i Comuni Guarda il video Tra le vie di una città medievale
Appena presero coscienza della loro forza economica, i borghesi cominciarono a non sopportare più quei privilegi feudali che i loro avi contadini avevano subìto per secoli. Essi avevano due vantaggi rispetto a chi era rimasto nelle campagne: • non erano più analfabeti, ma avevano una solida cultura tecnica, economica e giuridica; • non vivevano sparsi in campagne deserte e piccoli villaggi, ma in luoghi affollati di gente con gli stessi problemi. Vivendo l’uno vicino all’altro, i borghesi si conoscevano tutti e potevano discutere dei comuni interessi nelle taverne o in seno alle corporazioni. Fecero le loro critiche e formularono dei piani: serviva molto denaro, ma c’era bisogno anche di una forza armata in grado di battere le truppe del signore feudale. Questa forza armata esisteva ed era stata creata dai feudatari stessi. Per tutto l’Alto Medioevo, infatti, il signore del feudo aveva preteso per le sue “guerre di primavera” dei contingenti di uomini delle città, i quali alla fine avevano costituito una categoria di cavalieri cittadini che in Italia venivano chiamati Milizia (dal latino milites, “soldati”). Grazie al loro addestramento e al diritto di portare armi, costoro si erano arricchiti razziando villaggi e castelli o chiedendo riscatti, avevano fondato potenti casate e si erano costruiti nelle città numerose e alte torri, spesso una torre per ciascuno dei loro figli. I borghesi si allearono con questa Milizia cittadina, che si occupò anche di addestrarli militarmente, e si riunirono in Comune, cioè in un’associazione armata di reciproca solidarietà, nella quale si entrava con un giuramento solenne. Ormai erano decisi a battersi fino alla morte per un duplice “comune” obiettivo: difendere la propria autonomia da ogni attacco esterno e dare alla città organismi di autogoverno che la rendessero pacifica al suo interno.
Leggo l’immagine La Milizia cittadina La Milizia cittadina si era arricchita facendo razzie
1
nei villaggi e attaccando i castelli. Nel Basso Medioevo si allea con i borghesi per riunirsi in Comune.
1 I cavalieri armati della Milizia cittadina.
2 I fanti della nuova borghesia.
2
3 Le torri erano il simbolo del potere delle famiglie, tra loro rivali.
4 Per liberare i prigionieri del castello, la Milizia chiederà in cambio un riscatto in denaro.
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3
4
LABORATORIO
Parole nella Storia
I borghesi: da intraprendenti a conformisti 1 Le origini
2 Un ceto sempre più ricco
“Borghese” deriva da “borgo”, un nuovo agglomerato vicino alla città vecchia, a ridosso delle mura, dove furono insediate nuove attività. Gli abitanti del borgo esercitavano mestieri e professioni come il mercante o l’artigiano. Col tempo, il borgo fu inglobato dalle mura e i suoi abitanti divennero cittadini.
Nel corso del XVI e del XVII secolo, la borghesia acquisì sempre più potere economico grazie all’espansione del commercio, e all’industrializzazione nascente. Le rivoluzioni agricole e industriali del XVIII secolo contribuirono inoltre a determinare per questo ceto sociale una crescita sempre maggiore.
del termine
3 Dopo le Rivoluzioni
4 Borghesi e proletari
Le Rivoluzioni americana e francese del XVIII secolo segnarono il trionfo definitivo della borghesia. Nell’Ottocento i borghesi dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti erano la classe sociale più ricca e più potente.
Alla fine dell’Ottocento la parola “borghesi” divenne l’opposto della parola “proletari”, che definiva gli operai delle fabbriche, in lotta contro il “padronato” costituito appunto dall’alta borghesia. È però dai primi del Novecento che la parola “borghese” comincia ad assumere per la prima volta un significato negativo, indicando ristrettezza mentale e conformismo.
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UNITÀ 4
3 I Comuni in Europa Le parole della storia Libertà Nel corso dei secoli la parola “libertà” si arricchirà di nuovi significati che non aveva ancora nel Medioevo e si articolerà in quei preziosi e irrinunciabili diritti individuali (libertà di opinione, di parola e di stampa, libertà religiosa ed economica) su cui oggi si basano le Costituzioni di moltissimi Paesi, compreso il nostro.
Fu questo il primo passo verso la nascita dei Comuni, che sorsero tra la fine dell’XI e la fine del XIII secolo. Questa forma di autogoverno cittadino si affermò con notevoli differenze prima nell’Italia centro-settentrionale, poi nelle Fiandre, in Germania centro-meridionale e in Francia, infine in altri Paesi europei, come Inghilterra, Spagna e Portogallo. Fuori dall’Italia, le città che divennero Comuni erano sorte perlopiù attorno a porti e mercati nei territori che appartenevano ai re o ai grandi signori. Questi centri, abitati soprattutto da artigiani e mercanti, ottennero nel tempo autonomia in campo economico grazie alle concessioni ufficiali dei signori locali, le cosiddette “carte di libertà”. Le più importanti erano: libertà dalle “taglie” signorili; libertà di amministrare in proprio la giustizia, senza sottostare a quella feudale; libertà di battere moneta; libertà di ampliare le mura cittadine per includervi i borghi e difenderli.
4 I Comuni in Italia Nell’Italia centro-settentrionale, invece, le città che diventarono Comuni erano nella maggior parte dei casi di origine più antica e si affermarono perché il potere dell’imperatore era più debole e i gruppi di cittadini che assistevano il vescovo nell’amministrazione della città (cavalieri, ricchi mercanti, giudici ed esperti di diritto) avevano acquisito sempre maggiore autonomia. L’altra differenza tra i Comuni italiani e quelli europei era data dalla presenza in città di un vero e proprio miscuglio di classi sociali: i borghesi, come artigiani e mercanti, vivevano fianco a fianco con l’aristocrazia dei cavalieri (la Milizia) e gli uomini di cultura, come letterati, giudici e notai. Una storia diversa ebbero i centri dell’Italia meridionale. Anche qui diverse importanti città (come Napoli, Salerno e Amalfi) ambivano a una certa autonomia, ma lo sviluppo di Comuni autonomi fu ostacolato dalla presenza dei Normanni, che avevano dato vita a un forte Stato centralizzato. Per avere un’idea di quanto rapidamente si affermarono i Comuni, considera che alla fine dell’XI secolo in Italia le città autonome erano poco più di dieci; prima che finisse il XIII secolo erano più di cento.
✓
Ora rispondo
→ C ome nascono i Comuni?
Faccio il punto con la mappa
Procedo con metodo
Completa la mappa con le informazioni mancanti.
Ripercorri il testo dei paragrafi 3-4 e sottolinea:
lavorano come artigiani mercanti o .................................... vivono fuori
I BORGHESI
mura dalle ....................................
pagano tasse signore al .................................... non sono analfabeti, ma hanno cultura una solida ....................................
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• in azzurro i territori e i luoghi geografici; • in verde i fattori che favoriscono la nascita dei Comuni; • in giallo i fattori che ostacolano nascita dei Comuni.
Tiro le fila Rispondi oralmente alla domanda-chiave, cercando di utilizzare tutte le parole-chiave suggerite sotto. città • libertà • milizia • autogoverno • sviluppo
Le fonti
LABORATORIO La moda del Basso Medioevo Il Basso Medioevo amò i colori sgargianti che fecero la fortuna dei tintori. Inoltre, a mano a mano che si allargavano i consumi di lusso, nasceva la moda e i sarti acquistavano una clientela sempre più numerosa ed esigente, che andava a provare i capi direttamente in bottega. c
...........
LAVORO CON LE FONTI
→ Osserva e attribuisci correttamente
a ciascuna immagine la sua didascalia.
a.. A mano a mano che si allargavano i consumi di lusso, nasceva la moda e i sarti acquistavano una clientela sempre più numerosa ed esigente. b..Nel Basso Medioevo cominciò a diffondersi la moda dei colori sgargianti, che fece la fortuna dei tintori. Questi usavano lunghi pali per mescolare la stoffa nel bagno di tintura per produrre le stoffe colorate. c.. I nobili e i ricchi, uomini e donne, vestivano con mantelli di tessuti pregiati e riccamente decorati e portavano copricapi dalle fogge originali.
→ Mettiti nei panni di uno dei personaggi
raffigurati nelle immagini e racconta: chi sei; qual è il tuo ruolo rispetto al tema della moda; che cosa stai facendo.
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b ...........
............................................................................................ ............................................................................................ ............................................................................................ ............................................................................................
a ........... 2
La domanda-chiave → Come cambiano i Comuni? ↘R ispondi a p. 232
5 Le istituzioni garantiscono l’autogoverno Le parole della storia Arti maggiori e Arti minori A Firenze le Arti si dividevano così:
• Arti maggiori: giudici e notai, mercanti, lanaioli, setaioli, medici e speziali, pellicciai e da ultimo banchieri. • Arti minori: macellai, calzolai, fabbri, maestri di pietra e legno, osti, armaioli, fornai, cuoiai, albergatori.
I Comuni si diedero un’organizzazione politica che garantisse la loro autonomia e l’armonia tra i cittadini. Nei Comuni italiani, il potere esecutivo (far rispettare le leggi) e giudiziario (giudicare le infrazioni nei tribunali) furono affidati a esponenti dell’aristocrazia che vennero chiamati “consoli” (come nell’antica Roma) e che furono due in alcuni Comuni, molti di più in altri. Il potere legislativo (fare le leggi) fu delegato invece a due Consigli. • Il Consiglio maggiore, chiamato anche Parlamento, era un’assemblea formata da tutti i cittadini che godevano dei diritti di cittadinanza. Per poter partecipare al potere comune, infatti, bisognava essere maggiorenni, maschi, pagare una tassa di ammissione, possedere una casa. In pratica i membri del Consiglio maggiore si indentificavano con i membri della Milizia. • Il Consiglio minore era ristretto ai membri più ricchi e autorevoli del Parlamento. In questo modo i Comuni divennero delle vere e proprie città-Stato.
6 Il podestà riporta la pace nei Comuni
Un particolare dell’affresco Allegoria del Buon Governo, di Ambrogio Lorenzetti, ritrae i rappresentanti del “popolo grasso”: i cavalieri, i mercanti e gli artigiani più ricchi, gli esperti di Diritto, il vescovo e i feudatari che si erano trasferiti in città.
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In Italia, i Comuni retti dai consoli erano Comuni oligarchici, cioè “governati da pochi”, come dimostra il fatto che il Consiglio maggiore era formato solo dalla Milizia, che rappresentava il 10-15% della popolazione. Intanto, però, non soltanto il popolo diventava più numeroso, ma lo stesso gruppo dirigente si allargava ai mercanti e agli artigiani di successo. Ben presto si costituirono due fazioni politiche, l’una avversaria dell’altra: • i membri del Popolo grasso (in alcuni Comuni detti anche Magnati), riuniti nelle corporazioni delle Arti maggiori; • i membri del Popolo minuto (detti anche Popolani), riuniti nelle corporazioni delle Arti minori. Nei primi anni del XII secolo, la Milizia cominciò però a mostrarsi inefficiente: le grandi famiglie erano ormai divise da rivalità insanabili e le loro bande armate scorrazzavano per le strade tendendosi agguati sanguinosi e spesso, dall’alto delle torri,
Borghesi e Comuni
le catapulte gettavano contro le torri rivali proiettili incendiari che finivano per dar fuoco a interi quartieri. Contro questa arroganza insostenibile, che metteva in pericolo la vita dei cittadini e nuoceva all’artigianato e ai commerci, insorse l’intero popolo, che riuscì a imporre la sostituzione dei consoli con un podestà. Questo nuovo magistrato aveva la caratteristica di essere un forestiero, cioè di provenire da un altro Comune, quindi di essere al di sopra delle faide locali. A questa persona – esperta di diritto e che in genere restava in carica un anno – venne conferita la potestas, ovvero l’“autorità”, che comportava il potere esecutivo e il potere giudiziario ma non quello legislativo, che restava nelle mani dei Consigli. Egli poteva inoltre agire in piena libertà per riportare la pace, servendosi dei seguiti armati che lo accompagnavano, anche a costo di emettere sentenze severissime contro i più facinorosi.
Comune oligarchico al Comune 7 Dal democratico
15
COMUNE OLIGARCHICO
diventa
governato da: - consoli - Consigli
COMUNE DEMOCRATICO
governato da: - podestà - Consigli - capitano del Popolo
Sebbene i podestà fossero spesso alleati dei Magnati, il periodo dei loro governi coincise con un’epoca di grandi vittorie dei Popolani. Essi, infatti, affiancarono al podestà il capitano del Popolo, anch’esso forestiero, che aveva il compito di controllare minuziosamente l’operato del collega, impedendogli di favorire gli interessi dei Magnati e intervenendo anche a favore di singoli membri del Popolo minuto, soprattutto in tema di giustizia e di processi. Grazie al capitano e ad altre iniziative politiche, i Popolani riuscirono a contrastare lo strapotere del Popolo grasso e a far approvare una serie di norme che accrebbero il loro peso in seno ai Consigli. Verso la metà del XIII secolo, il processo era compiuto e il Comune aveva assunto una struttura democratica, anche se va ricordato che dalla vita politica erano esclusi le donne, gli stranieri, gli ebrei, i musulmani e i poveri. Il periodo dei governi democratici segnò l’epoca d’oro delle autonomie cittadine. In quegli stessi anni alcuni Comuni cambiarono il proprio nome in Repubblica. La grande esperienza dei Comuni democratici durò cinquanta, al massimo settanta anni. Nei primi decenni del XIV secolo le lotte tra le fazioni ripresero e le organizzazioni comunali si indebolirono preannunciando nuove forme di governo.
Forziere del mugnaio Vorresti sollevare il mio coperchio e dare una sbirciatina all’interno, eh? Non credere che sia tanto facile! Sono un forziere, in pratica una cassaforte, e so fare il mio lavoro. Per aprire la mia serratura servono ben due chiavi, custodite da due diversi maestri artigiani. Io proteggo il “tesoretto” dei fornai e dei mugnai di Bolzano: il denaro, gli oggetti preziosi e i documenti importanti, come il libro della corporazione e le liste dei suoi membri. Sono stata decorata accuratamente. Vedi la ruota e il cuore? La prima rappresenta la ruota di un mulino; il secondo un bretzel, un tipo di pane salato molto amato in queste terre.
PAROLA OGGETTI
LA AGLI
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UNITÀ 4
8 La creazione delle università Un’altra importante eredità dei Comuni medievali sono le università, quegli istituti di studi superiori indirizzati alla didattica e alla ricerca, ai quali ancora oggi si accede dopo un corso di studi di tredici anni, dalla scuola primaria all’esame di Stato. La più antica università europea potrebbe essere quella di Salerno, che forse era attiva già nel X secolo, ma, se vogliamo certezze, è Bologna a rivendicare con autorevolezza il primato. L’Università di Bologna fu fondata per iniziativa di un gruppo di studenti di Diritto, che inizialmente si riunivano a casa del loro “maestro”, Irnerio, massimo interprete e commentatore del Codice di Giustiniano. Nel 1158 l’imperatore del Sacro romano impero la riconobbe ufficialmente concedendole libertà e privilegi (il diritto di non pagare tasse, libertà di insegnamento, indipendenza dal vescovo della città ecc.). Ben presto a Salerno, famosa per la sua scuola di Medicina, si affiancarono Padova e Montpellier, anch’esse specializzate nell’arte medica, mentre Bologna diventava il tempio del Diritto. Intanto nascevano le università di Parigi e Oxford, famose per la Teologia e la Filosofia. Nel 1300 in Europa vi erano già almeno venti università. Come i Comuni, anche le università dovettero ricorrere alle armi per difendere la propria autonomia dai vescovi e dai sovrani, che più volte tentarono di assoggettarle per farne uno strumento di propaganda dei propri interessi. Vinte tutte le battaglie, esse divennero un vero e proprio terzo potere, il potere della cultura, che si affiancò a quelli della Chiesa e dello Stato. Un prestigioso maestro tiene lezione ai docenti di un’università.
Guarda il video Mali antichi, antichi rimedi
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Ora rispondo
LA SCUOLA MEDICA SALERNITANA Sotto i Normanni crebbe in autorità e prestigio la più grande Scuola medica medievale, celebre in tutta Europa: la Scuola salernitana. I contemporanei dicevano che era stata fondata da quattro maestri: un arabo, un greco, un latino, un ebreo. Anche se si trattava di una leggenda, la storia ha un fondo di verità, perché a Salerno sotto la protezione normanna si fuse effettivamente la sapienza medica di queste quattro grandi civiltà.
→ C ome cambiano i Comuni?
Procedo con metodo
Tiro le fila
Sul modello di p. 8, costruisci la mappa del paragrafo 6, considerando che:
Completa il testo e usalo come traccia per rispondere alla domanda-chiave.
• le parole in giallo sono i concetti; • le parole in azzurro sono le espressioni che connettono i concetti.
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In un primo momento, i Comuni si organizzano politicamente in modo autonomo, affidando i poteri a tutti i cittadini, in misura diversa in base classe sociale di appartenenza. Nel tempo, il governo dei consoli alla ........................ forestiero , mentre i ........................ Popolani è sostituito dal podestà, un magistrato ........................ acquisiscono un ruolo più influente nella vita politica.
• Ascolta l’audiosintesi • Scarica la sintesi in 7 lingue
I punti essenziali del capitolo 1 LA NASCITA DELLA BORGHESIA Durante il Basso Medioevo la città è un centro abitato con una chiesa cattedrale e un palazzo vescovile. Con l’aumento della popolazione, artigiani e commercianti si stabiliscono fuori dalle mura. All’esterno della città i mercanti costruiscono magazzini e case e li difendono con nuove mura. Queste zone vengono chiamate “borghi” e i loro abitanti “borghesi”. Nasce così la borghesia, una categoria ancora non ben definita di mercanti e artigiani, collocata al di sotto della nobiltà e del clero, ma al di sopra dei contadini delle campagne.
2 LA FORMAZIONE DEI COMUNI I signori feudali hanno molti diritti sulle città; questi diritti però danneggiano i commerci. I borghesi perciò si alleano con la Milizia cittadina, che è una forza armata, sconfiggono i signori feudali e fondano il Comune. I primi Comuni nascono nell’Italia centro-settentrionale. Poi i borghesi ottengono dai signori le libertà necessarie a svolgere i loro affari: libertà di amministrare la giustizia; libertà di battere moneta; libertà di ampliare le mura cittadine per includervi i borghi e difenderli.
• • •
3 IL GOVERNO DEI COMUNI
All’interno del Comune il potere esecutivo (far rispettare le leggi) e il potere giudiziario (giudicare i crimini nei tribunali) vengono affidati ai consoli. Il potere legislativo (fare le leggi) viene dato a due Consigli: il Consiglio maggiore (chiamato anche Parlamento), formato dai cittadini con diritto di cittadinanza (in pratica, la Milizia); il Consiglio minore, formato dai membri più ricchi del Parlamento.
• •
QUANDO? Basso Medioevo Nel ....................................................
CHE COSA? i borghi Nascono .......................................
CHI? borghesi I ....................................
CHE COSA? il Comune Fondano ....................................
e ottengono le libertà PERCHÉ? diritti feudali I ..................................................
danneggiano i commerci
QUANDO?
Metà del XIII secolo CHE COSA?
I Comuni diventano democratici ..................................................
PERCHÉ? Capitano del Popolo Il ..................................................
affianca il podestà
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I Comuni diventano così città-Stato e sono oligarchici (cioè governati da pochi), infatti il Consiglio maggiore è formato solo dalla Milizia. Col passare del tempo, la parte più ricca della popolazione (“Popolo grasso”) aumenta il suo potere sulla massa dei cittadini più poveri (“Popolo minuto”). Allora iniziano lotte interne per il potere e rivolte contro la Milizia. Per evitare i conflitti, i Comuni chiamano una persona esterna a governare: il podestà. Attorno alla metà del XIII secolo, il capitano del Popolo affianca il podestà e i Comuni diventano democratici.
4 LE UNIVERSITÀ
In questo periodo nascono le prime università. La più antica è quella di Bologna. È nata per volere di un gruppo di studenti di Diritto che inizialmente si riunivano a casa del loro maestro. Nel 1158 l’imperatore riconosce ufficialmente l’Università di Bologna e le concede libertà di insegnamento. Altre università importanti si trovano a Salerno, Padova e Montpellier. Nel 1300 in Europa ci sono circa venti università. Anche le università devono usare le armi per difendere la propria autonomia dai vescovi e dai sovrani. Le università diventano il terzo potere: il potere della cultura.
PAROLE-CHIAVE
borghesi • Milizia cittadina • Comune • consoli • Consigli • podestà • capitano del Popolo • università 234
CHE COSA?
Nascono le prime università e diventano il potere della cultura ...............................................................
QUANDO? • DOVE? 1158 , Nel ....................... Bologna a .....................................................
La mappa di sintesi
Ripassa con la mappa modificabile
Nel Basso Medioevo la città cambia prima
quando
è cinta da mura e fa parte del feudo di un signore
si libera da alcuni obblighi verso i signori
poi
fuori dalle mura nasce il borgo
I borghesi si alleano alla Milizia cittadina
NASCE IL COMUNE I cittadini si dividono in
Popolo grasso, che prende le decisioni importanti
Popolo minuto, escluso dal potere
ci sono lotte interne e rivolte quindi OBIETTIVO INTERROGAZIONE 1. Che cos’è il borgo? 2. Chi fonda il Comune? 3. Come si divide il popolo all’interno del Comune? 4. Chi è il podestà? 5. Da chi viene affiancato? 6. Qual è la prima università?
i Comuni decidono di dare il potere al podestà e poi anche al capitano del Popolo quindi i Comuni diventano democratici 235
Mille , artigiani e mercanti cominciaIntorno all’anno ................... campagne verso i centri urbani. vano ad affluire dalle ............................... A quel tempo si chiamava città solo il centro dotato di una chiesa cattedrale palazzo vescovile ; un ................................................ e di un ........................................... borgo , centro privo di questi requisiti si chiamava ............................... e quando cominciò a essere abitato da coloro che non trovavano spazio dentro le mura cittadine, questi ultimi presero il borghesi nome di ............................... .
2. Indica quali tra le seguenti affermazioni possono essere riferite ai Comuni. a. Nacquero dal desiderio dei borghesi di avere maggiore libertà.
X
b. Rafforzarono il sistema dei privilegi feudali.
PARAGRAFO 5
1. Completa il seguente brano.
c. Furono imposti dall’alto ai cittadini.
PARAGRAFI 3-4
dei cittadini.
X
X
CONSIGLIO MAGGIORE
X
CONSIGLIO MINORE
X
5. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). a. I Comuni oligarchici erano quelli retti dai consoli
e amministrati dalla maggior parte degli abitanti. V XF
b. Il Popolo grasso era formato dal gruppo
delle Arti maggiori. per sostituire i consoli.
e. Il Capitano del popolo fu affiancato ai consoli
X
3. Rispondi alle seguenti domande. a. Quando e dove nacquero i primi Comuni? Nacquero tra la fine dell’XI e la fine del XIII secolo nell’Italia centro............................................................................................................. settentrionale, nelle Fiandre, nella Germania centro-meridionale ............................................................................................................. e............................................................................................................. in Francia.
X F V V X F
d. Il podestà era una figura richiesta dal popolo
X
per guidarli nel governo della città.
PARAGRAFI 7-8
f. Prevedevano organismi per l’autogoverno
POTERE POTERE POTERE ESECUTIVO GIUDIZIARIO LEGISLATIVO
c. Il Popolo minuto era costituito dagli esponenti
più ignorante. e Milizia cittadina.
quale potere esercitava ciascuna istituzione comunale.
dirigente e dai mercanti e artigiani di successo.
d. Furono espressione di una società sempre e. Ebbero origine da un’alleanza tra borghesia
4. Completa la seguente tabella, indicando con una crocetta
CONSOLI
PARAGRAFI 6-7
PARAGRAFO 2
PARAGRAFO 1
Le conoscenze e le competenze
.............................................................................................................
b. Per quale motivo i Comuni si diffusero nell’Italia
V X F V X F
6. Completa le seguenti frasi, scegliendo l’alternativa corretta. a. L’Università di Bologna acque su iniziativa di un gruppo di studenti n di medicina. X fu riconosciuta ufficialmente dall’imperatore del Sacro romano Impero.
b. Le scuole di Salerno, Padova e Montpellier
centro-settentrionale prima che in altre zone?
X erano specializzate nell’arte medica.
Perché nell’Italia centro-settentrionale il potere dell’imperatore .............................................................................................................
erano guidate da maestri arabi.
era più debole e i gruppi di cittadini che assistevano il vescovo .............................................................................................................
c. Vescovi e sovrani tentarono di
nell’amministrazione della città avevano acquisito sempre maggiore ............................................................................................................. autonomia. .............................................................................................................
imporre tasse agli studenti universitari. X assoggettare le università ai propri interessi.
c. Che cosa ostacolò, invece, la diffusione dei Comuni La presenza dei Normanni che avevano dato vita a un forte Stato ............................................................................................................. centralizzato. ............................................................................................................. ............................................................................................................. .............................................................................................................
d. Quali libertà ottennero i Comuni?
La libertà dalle “taglie” signorili, la libertà di amministrare la giustizia, ............................................................................................................. di battere moneta e di ampliare le mura cittadine. ............................................................................................................. ............................................................................................................. .............................................................................................................
236
RICAPITOLIAMO
nell’Italia meridionale?
7. Completa il seguente testo. borghi I borghesi, inizialmente abitanti dei ................................. esterni alla città, forti della loro istruzione e del loro potere econoprivilegi/diritti di banno mico, si organizzarono per opporsi ai ........................................... del signore feudale e del vescovo. Si allearono quindi con Milizia la ................................ dei cavalieri cittadini e si riunirono nel Comune ....................................... , un’associazione armata di reciproca solidarietà. Raggiunsero così l’obiettivo di una maggiore libertà autonomia di governo. ............................ e ............................
Verifica per la classe con Moduli Google
e. Scrivete un breve testo descrittivo dal titolo “A passeggio
Interpretare le immagini
per…”, parlando dei luoghi come sono ora e dei monumenti che è possibile incontrare lungo il percorso da voi individuato.
8. A pprofondisci il fenomeno della nascita delle università, attraverso l’interpretazione di una miniatura medievale e una ricerca on line.
f. Lo scopo della vostra descrizione sarà quello di guidare il turista alla scoperta dell’antica città comunale, attraverso una piacevole passeggiata nel centro storico.
a. Rileggi il paragrafo 8, dedicato alla nascita e allo sviluppo delle università in Italia e in Europa, poi osserva con attenzione questa immagine e scrivi sul quaderno una didascalia che ne spieghi il contenuto. università nominate nel testo (o un’altra università italiana di antica fondazione). Fate una ricerca in Internet per scoprire quali fossero le discipline insegnate prevalentemente alla sua nascita, l’epoca in cui fu ufficialmente riconosciuta dalle autorità cittadine, se è dotata di uno statuto antico, se vi hanno insegnato personaggi illustri.
PARAGRAFI 1-4
b. Dividetevi in piccoli gruppi e scegliete una delle
GUIDA ALL’ESPOSIZIONE 1. Illustra il percorso compiuto dai borghesi a partire dalla formazione dei borghi fino alla conquista delle “libertà”. Scaletta: • La sottomissione di mercanti e artigiani al potere del signore feudale e del vescovo • L’insediamento nei borghi • La richiesta dei diritti di banno nelle città • La ribellione contro i privilegi feudali • L’associazione del Comune, tra borghesi e Milizia • Gli obiettivi del Comune: difesa contro gli attacchi esterni e organismi di autogoverno • Le libertà ottenute dai Comuni
Come cominciare:
PARAGRAFI 5-7
“I centri urbani europei degli anni intorno al Mille facevano tutti parte dei feudi di conti, marchesi, baroni e vescovi...”
Storytelling 9. “ A passeggio per…”: scrivi una breve guida ai principali monumenti di un Comune medievale da pubblicare in un sito di viaggi.
c. Tracciate sulla mappa un percorso che passi per le vie che ospitano tali monumenti.
d. Fate una ricerca in Internet per trovare le informazioni principali sugli edifici scelti.
PARAGRAFO 8
monumenti di età comunale ancora presenti nel centro storico.
Scaletta: • I poteri esecutivo, giudiziario e legislativo nei Comuni italiani • Arti maggiori e Arti minori • Le opposte fazioni di Magnati e Popolani • Rivalità fra le grandi famiglie • Dal console al podestà: le ragioni del cambiamento e i poteri del podestà • Figura e compiti del capitano del Popolo “I Comuni si diedero un’organizzazione politica che garantisse l’autonomia e l’armonia tra i cittadini...”
a. Divisi in piccoli gruppi, scegliete uno dei maggiori
b. Stampate una mappa della città e individuate i maggiori
istituzione oligarchica a istituzione democratica.
Come cominciare:
Organizza così le fasi del lavoro. Comuni medievali italiani (potete aiutarvi consultando la carta di pagina 224).
2. Spiega in che modo il Comune si trasformò da
3. Parla della nascita delle università. Scaletta: • Che cosa sono le università • Dove e quando nascono le prime università • La lotta delle università per affermare la propria autonomia
Come cominciare: “Un importante fenomeno che si verifica in età comunale è la nascita delle prime università...”
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La storia con il WRW
LABORATORIO MARZIO BARTOLONI
La nascita di un imperatore
Scarica il brano integrale e ascolta la lettura espressiva
Nel seguente brano riprende la parola il giovane Federico II, che hai incontrato all’inizio di questa Unità. Qui racconta le circostanze eccezionali della sua nascita, avvenuta pubblicamente per assicurare la sua legittima aspirazione al trono imperiale.
Sono nato sotto una tenda piantata in tutta fretta nella piazza di Jesi nella gelida mattina del 26 dicembre 1194. Non c’era stato tempo per trovare una sistemazione migliore. Le doglie a mia madre erano arrivate all’improvviso e la corte aveva deciso che quella fosse la soluzione più semplice e veloce. Qualcuno disse che la mia nascita assomigliava tanto a un’altra, avvenuta oltre mille anni prima in una grotta vicino a Betlemme, quando una giovane donna aveva partorito un figlio che gli era stato annunciato da un angelo sceso dal cielo. Di miracoloso, nel mio caso, c’era il fatto che mia madre, Costanza d’Altavilla, regina un po’ in disgrazia del nobile popolo dei Normanni, mi avesse concepito in un’età molto avanzata. Un’età in cui si diventava nonne e non certo puerpere. Per zittire le malelingue, mio padre, Enrico Hohenstaufen, imperatore del Sacro romano impero, aveva dato ordine che il parto avvenisse in piazza, in modo che tutta la cittadinanza potesse assistervi. Tale decisione non bastò a fugare i dubbi e, per giorni, gli abitanti di Jesi si arrovellarono formulando le ipotesi più assurde sulle mie origini. Nessuno avrebbe osato contraddire la parola di un imperatore. Eppure ci fu chi sostenne, a bassa voce va detto, che fossi stato concepito grazie a chissà quale maleficio. Da tempo si annunciava l’avvento di un anticristo, di una immonda bestia a sette teste pronta a stritolare il mondo tra i suoi artigli. Ero forse io, si bisbigliava, il mostro che avrebbe condannato tutti alle tenebre? Ma quando alla fine venni alla luce in mezzo al trambusto della piazza, i numerosi testimoni accorsi ad assistere a un parto tanto eccezionale non poterono far altro che prendere atto della mia banale normalità. Ero esattamente come tutti i lattanti che si erano visti da quelle parti, eccenzion fatta per una folta e disordinata chioma biondo rame, che rafforzò per qualche tempo la teoria che in realtà fossi figlio del mercante di carni, il quale, come me, sfoggiava una bella capigliatura tra il dorato e il rossiccio. Il siniscalco di Jesi mise tutti a tacere proclamando l’avvento di una nuova èra in cui io, stupore del mondo, avrei condotto l’umanità verso la gloria e la prosperità unendo sotto la mia corona il Nord e il Sud delle terre allora conosciute. Con il mio regno, diceva, si sarebbero avverate le profezie sull’arrivo di un nuovo messia che avrebbe riportato la pace tra le tante anime perse – e spesso in guerra fra loro – della cristianità. Quei discorsi a me certo non interessavano e, con mia grande soddisfazione, il latte cominciò a zampillare copioso dal seno di mia madre Costanza. Sfortunatamente lo assaporai per poco tempo. Dopo qualche giorno, costretta dai suoi impegni di regina, mia madre tornò a Palermo, e mi lasciò nelle mani amorevoli della sua amica fedele, la duchessa di Spoleto, e ai seni pieni di latte delle balie. Mio padre Enrico non mi vide neppure, preso com’era dalle sue mille battaglie. Del resto bisognava difendere due corone: quella del Regno di Sicilia, ereditata da mia madre dai valorosi Normanni che, scesi dal profondo Nord, avevano scoperto le dolcezze e i profumi del Sud Italia; e quella ancora più pesante del Sacro romano impero che gli Hohenstaufen, gli svevi scesi dal loro castello sopra il monte Stauden dalla lontana Germania, avevano conquistato con la forza della spada. Marzio Bartoloni, L’avventura di un re, San Paolo ragazzi 2020
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MINILESSON • IL RITRATTO DEL PERSONAGGIO Connessione Quando leggiamo una storia incontriamo diversi personaggi. Un lettore strategico riesce a raccogliere le informazioni dal testo per farne un ritratto.
Insegnamento e modeling Il libro che leggiamo e la storia che racconta forniscono una serie di informazioni che ci consentono di creare nella nostra immaginazione il ritratto dei personaggi del racconto. Le informazioni sono sparse qua e là e possono essere di tanti tipi: carattere del personaggio, informazioni sulla sua vita, aneddoti, ricordi, dubbi, conflitti, emozioni che vive; ma anche persone che incontra e fanno parte della sua vita, difficoltà, nemici; come cambia e si evolve nella storia, come affronta le situazioni. Un buon lettore annota le informazioni (sia esplicite sia implicite) sul personaggio e tutto ciò che gli può essere utile per conoscerlo a fondo.
Coinvolgimento attivo Leggi il capitolo del libro su Federico II o ascoltalo. Pensa a ciò che hai imparato sull’imperatore nel manuale e a ciò che hai appreso invece dal racconto narrativo. Completa poi il seguente organizzatore grafico. Ti aiuterà a tracciare un ritratto completo del personaggio.
Cosa conosci del personaggio?
Problemi del personaggio
..............................................................................
(dubbi, dilemmi, situazioni difficili...) .............................................................................. .............................................................................. ..............................................................................
IL PERSONAGGIO
..............................................................................
(disegna il tuo ritratto di Federico)
Di lui si dice che...
..............................................................................
..............................................................................
Persone importanti nella sua vita .............................................................................. .............................................................................. ..............................................................................
.............................................................................. ..................................................
Nome del personaggio
Ritratto del personaggio (utilizza aggettivi e parole del testo) .............................................................................. ..............................................................................
Taccuino dello storico Pensa al ritratto che hai tracciato. Che cosa ancora non sai e vorresti sapere di Federico II? Se lo incontrassi, che domande vorresti fargli? Stendi una lista di domande.
La mia antologia digitale Inquadra il QR Code per leggere altri brani di narrativa sui temi affrontati in questa Unità.
• V. Cercenà, Un incontro fra culture • S. Vis, La penitenza di Enrico IV • T. Buongiorno, C. Frugoni, La povertà dei frati francescani • C.M. Russo, Un’infanzia “multiculturale”
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VOLUME 2 • cap. 4 Quadro di civiltà
Quadri di civiltà
Quadri di civiltà 56
4 Le civiltà precolombiane Leggi la graphic novel e scopri, attraverso gli occhi della protagonista, uno degli aspetti più cruenti della civiltà degli Inca: il rituale capacocha.
Salto nel tempo
Un sacrificio crudele
Le civiltà precolombiane
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HISTORYtelling Nella graphic novel che hai letto viene raccontato uno degli aspetti più controversi delle civiltà amerinde. Sfogliando le pagine che seguono, scoprirai che quelle precolombiane erano civiltà raffinate e affascinanti.
→ In coppia, realizzate uno slideshow di testi e immagini per raccontare una civiltà precolombiana.
1. Leggete il capitolo e scegliete la civiltà precolombiana che vi ha più colpito. Poi inquadrate il QR Code e consultate la bacheca padlet. 2. Organizzate le informazioni raccolte in temi specifici (cultura, organizzazione sociale, economia). 3. Abbinate a ogni immagine una didascalia. Ora dovrete solo montare il vostro slideshow e presentarlo alla classe!
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Quadri di civiltà
1 Ambienti diversi... Cominciamo con il collocare le civiltà precolombiane nel loro ambiente naturale. Aztechi, Maya e Inca vivevano in un clima tropicale che crea immense foreste pluviali, ma anche zone desertiche, laghi di sale e paludi. I precolombiani avevano agito sulla natura a seconda delle caratteristiche dei rispettivi territori. Gli Aztechi dell’Altopiano messicano avevano dovuto bonificare le paludi e costruire la loro città su isolotti collegati da ponti; i Maya dello Yucatán, per coltivare il mais e costruire i loro centri urbani, avevano lottato con la foresta che, in pochi mesi di incuria, riesce a ricoprire interamente una piramide alta 50 metri rendendola invisibile; gli Inca del Perù, stanziati sulle Ande, erano diventati esperti di “ingegneria delle vette” e avevano costruito città a 4000 metri di altezza. Gli Aztechi vivevano nel fresco, i Maya nel caldo umido, gli Inca nel freddo.
2
... ma elementi comuni in lingua, arte e scrittura
Le culture precolombiane presentavano notevoli diversità, ma avevano anche forti tratti comuni che le distinguevano da tutti gli altri popoli americani del Sud e del Nord. Per esempio, tutte parlavano lingue La città di Machu Picchu era costruita a quasi 2500 metri tra le vette ma era approvvigionata attraverso ben otto strade che la collegavano alla pianura, ricca di campi e di pascoli. Si popolava e si spopolava a seconda degli anni e delle stagioni e ospitava dalle 300 alle 1100 persone.
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derivate da un unico ceppo originario, tutte eseguivano sacrifici umani e costruivano templi in cima a ripide piramidi o a terrazzamenti del terreno e anche la loro arte presenta molte analogie. Dei tre popoli, tuttavia, solo i Maya e gli Aztechi possedevano la scrittura, anche se studiosi odierni tentano di interpretare come scrittura il sistema inca di annotare i conti con corde annodate. Molti dei testi maya e aztechi furono bruciati dagli Spagnoli come opere diaboliche, ma altri si sono conservati insieme con le iscrizioni su pietra e ora, grazie alla decifrazione di entrambe le scritture, siamo in grado di leggerli tutti. Un altro elemento che accomunava le civiltà precolombiane e le distingueva dalle civiltà europee e asiatiche più antiche era che non conoscevano la lavorazione del ferro, non avevano inventato la ruota e non avevano mai usato il loro bestiame come animali da lavoro. Queste somiglianze, come si è scoperto di recente, sono dovute al fatto che Maya, Aztechi e Inca derivavano tutti da una civiltà precedente, la civiltà olmeca sviluppatasi tra il XV e il XII secolo a.C., la quale, per il suo prestigio e la sua capacità di influenzare tutte le civiltà posteriori della zona, viene chiamata dagli storici “civiltà orizzonte”.
Le civiltà precolombiane
4
3 L’organizzazione sociale Le società precolombiane avevano una struttura piramidale con al vertice un re divino, sotto al quale stava una categoria potentissima di sacerdoti, depositari delle tecniche della scrittura (dove essa era conosciuta) e arbitri, attraverso il loro rapporto con gli dèi, di tutte le decisioni vitali della comunità; seguivano i nobili, che erano anche guerrieri e mercanti, gli uomini liberi e gli schiavi (che non esistevano però nella società inca).
Re divino
Sacerdoti
Nobili: guerrieri-mercanti
Uomini liberi
Schiavi
Leggo la carta
Le civiltà precolombiane
O C EAN O
Santiago de Cuba
PAC IF IC O
Mar delle Antille
Guadalajara Michoacán Mexico Oaxaca
O C EAN O PAC IF IC O
Aztechi Inca
OCEANO ATLANTICO
Santa Fe de Bogotà
Golfo del Messico
Maya
Quito Merida
Chiapas
Trujillo
Pernambuco
Guatemala
Cuzco
Bahia
Quando arriva Colombo, in America centrale e meridionale si sono sviluppate solo poche civiltà basate su forme di agricoltura sedentaria. Le regioni abitate da queste civiltà sono quelle più popolate. Le miniere d’oro e d’argento sono concentrate soprattutto nei territori abitati dagli Inca, nelle montagne delle Ande.
Potosì
Oro Argento Zucchero
Asunción Córdoba de Tucumán
Patata Tabacco
Santiago
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Quadri di civiltà
La capitale Tenochtitlán, la capitale azteca riprodotta qui sotto, era costruita su una serie di isole in mezzo a una laguna salata ed era collegata alla terraferma da ponti e strade costruite su pali. “Venezia!” aveva esclamato Cortés vedendola per la prima volta. Le abitazioni e i giardini si snodavano intorno a centinaia di templi costruiti su ripide piramidi tronche e su tutto dominava il Templo Mayor (chiamato così dagli Spagnoli), che per gli Aztechi rappresentava il centro del mondo e il quinto albero della Creazione. Descrivendo la città nelle sue lettere all’imperatore Carlo V, il conquistador diceva: “È grande come Siviglia o Cordova [allora le maggiori città spagnole, con 70 000 abitanti], una piazza è il doppio dell’intera città di Salamanca e le piramidi sono alte quanto la torre della cattedrale di Siviglia”.
Dalla capitale, l’imperatore Montezùma dominava un territorio immenso, attraverso molti messaggeri che facevano eseguire ovunque i suoi ordini; alla capitale, a sua volta, affluivano i prodotti di tutta l’America centrale. Li fornivano i ricchi mercanti aztechi, padroni di vere e proprie “compagnie commerciali”, e venivano esposti nei mercati, affollatissimi, che riempivano le spaziose piazze della città.
7 I Maya I Maya erano il popolo più antico tra quelli che nel Cinquecento abitavano l’America centrale. Anche tra loro la religione permeava ogni aspetto della vita quotidiana pubblica e privata e anch’essi avevano una folla di dèi, dal dio della Pioggia a quelli del Vento, del Mais, della Guerra, della Morte, ai quali sacrificavano animali e uomini, ma solo in casi del tutto eccezionali. Essi credevano nella vita oltre la morte. In particolare, credevano che le anime transitassero in un “Inframondo”, scuro e umido, formato da nove livelli sovrapposti, il primo dei quali era la superficie terrestre. Collegato all’Inframondo era il “primo albero del mondo”, che offriva un contatto fra i morti e i vivi.
I castighi I codici spagnoli ci hanno lasciato una serie di testimonianze impressionanti sulla crudeltà delle pene che venivano inflitte dai popoli precolombiani ai colpevoli di qualche delitto. Quelle qui riprodotte sono solo alcune delle tante punizioni che la fantasia dei giudici aveva escogitato per dissuadere i sudditi dall’infrangere la legge.
Uno strangolamento
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Una bastonatura
Le civiltà precolombiane
Come altri elementi della cultura maya, anche le credenze relative al “primo albero del mondo” si intrecciarono nel tempo con il portato dei colonizzatori europei, in questo caso con l’albero la cui mela fu mangiata da Eva secondo la tradizione cristiana.
Grandi astronomi I sacerdoti maya erano i depositari del sapere ed erano astronomi dalle capacità stupefacenti. Avevano conoscenze approfondite sui cicli della Luna e sui movimenti dell’intero sistema solare. Nelle loro tavole astrono-
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miche avevano trattato ampiamente il problema delle eclissi. Sapevano che la Stella polare indica il Nord, avevano ricostruito le costellazioni dello zodiaco e veneravano la Via Lattea, che chiamavano “Strada bianca”. Costruivano i loro calendari, basati sulle stagioni dell’agricoltura, con un’esattezza sorprendente. Padroneggiavano l’aritmetica, usavano il sistema decimale e avevano scoperto lo zero molti secoli prima degli Arabi. Naturalmente, le osservazioni degli astri non erano fini a se stesse. Servivano a scrutare il futuro, a interpretare i prodigi e a consigliare i re sull’amministrazione del potere.
Tra storia e matematica
INTERDISCIPLINARITÀ Calcoli matematici e astronomici I popoli precolombiani avevano conoscenze matematiche e astronomiche molto avanzate. È famosissimo, per esempio, il calendario azteco o Pietra del Sole, un monolite del diametro di circa 3 metri decorato con cerchi concentrici e raffigurazioni degli astri. La Pietra aveva molteplici significati, da quelli astronomici a quelli religiosi. Dal canto loro, gli Inca avevano un sistema di misurazione matematica assai preciso, basato su uno strumento particolare, la yupana: questa era una sorta di scatola formata da scomparti in cui venivano inseriti e spostati sassolini o semi, come in una specie di abaco. Ancora oggi si dibatte sul corretto uso di questo oggetto. I Maya erano i più esperti in fatto di osservazioni astronomiche. La costruzione chiamata El Caracol (la chiocciola), che si trova nell’odierno Stato del Belize, era sorprendentemente simile a un moderno osservatorio: una piattaforma rettangolare sormontata da un edificio a cupola, con aperture in corrispondenza della posizione che il Sole occupava durante gli equinozi.
Calendario azteco (Pietra del Sole).
La yupana.
El Caracol.
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Quadri di civiltà
8 Gli Inca Potremmo chiamare gli Inca “il popolo delle nuvole”. Essi vissero tra le montagne in città prodigiose e bellissime, costruite a 4000 e più metri d’altezza, apparentemente isolate tra le vette ma in realtà collegate da centinaia di ponti sospesi su abissi da vertigine e da 16 000 chilometri di strade impervie, ma lastricate. Lo sterminato territorio del loro Impero – che non comprendeva solo il Perù, ma anche l’Ecuador, la Bolivia e buona parte del Cile – era costellato di centri urbani, ognuno dei quali aveva le sue piramidi-tempio decorate di sculture e dipinte a vivaci colori. Vi erano Tiahuanàco, la capitale, Cuzco, la città dei commerci, e tante altre. Particolarmente affascinante il piccolo ma elegantissimo centro di Machu Picchu, costruito intorno al 1450 da un imperatore e abitato dalle famiglie più prestigiose dell’Impero.
La società e il potere I nobili erano mercanti e guerrieri e rappresentavano una categoria pericolosa. Essi, infatti, erano tutti parenti del sovrano in vario grado, per cui ogni volta che si profilava l’imminenza di una successione al trono, le fazioni che sostenevano l’uno o l’altro pretendente scendevano in lotta per appropriarsi del titolo imperiale, proprio come succedeva nelle corti europee. La terra dell’Impero era divisa in distretti corrispondenti ai clan, cioè ai gruppi tribali che avevano un antenato comune. In ogni distretto un terzo dei prodotti restava al clan; un terzo era destinato all’Inti, il Sole, e quindi ai
sacerdoti e ai luoghi di culto; un terzo andava all’inca, l’imperatore, e serviva al palazzo reale, alla costruzione di grandi opere edilizie e alle spese di guerra.
Le tecniche Gli Inca, come molti altri popoli precolombiani, erano agricoltori e allevatori. Come per i Maya, il loro alimento base era il mais che cresceva anche a grandi altezze su suoli resi fertili con il guano, un potente fertilizzante prodotto dagli escrementi degli uccelli marini che nidificavano sulle coste rocciose dell’Oceano Pacifico. Gli animali su cui la società inca basava il suo benessere erano il lama, il guanaco e la vigogna, tutti appartenenti alla famiglia dei cammelli, abili sulle montagne quanto i loro parenti africani e asiatici lo sono nel deserto. Il lama trasportava i carichi e dava il latte, il guanaco forniva una lana calda e ruvida mentre quella della vigogna era morbidissima e destinata ai nobili. Gli artigiani inca producevano oggetti di terracotta, di pietra e di pietre preziose, ma erano insuperabili come orefici, come del resto era ovvio, dato che le viscere delle loro montagne erano ricchissime di filoni d’oro e d’argento. Quando li scoprirono, gli Spagnoli vi si gettarono con avidità, lasciando stupefatti i nativi che ritenevano l’oro meno prezioso delle piume di uccelli rari, simbolo del potere imperiale. La medicina era a base di erbe e l’esame dei loro scheletri rivela un uso esperto della chirurgia, capace di sanare le fratture e di trapanare il cranio per estrarre un tumore. Quanto all’edilizia, basta osservare i resti delle loro città, delle strade e dei ponti per ammirarne sapienza e audacia.
L’alimentazione Nei territori del Centro e del Sudamerica crescevano piante alimentari ancora sconosciute agli Europei, ma destinate a diventare alimenti basilari della loro nutrizione: il mais, i pomodori, i fagioli, le zucche, il cacao e le patate, le quali, verso la fine del Seicento, salvarono i popoli del Nordeuropa dalle carestie essendo molto più resistenti del grano alle gelate. Un cibo essenziale per i popoli dei Paesi caldi fu il chili (si pronuncia cili), ovvero il peperoncino, che aiuta a digerire e disinfetta l’intestino. Nei secoli successivi alla scoperta dell’America si diffuse in tutte le nazioni cristiane e arabe del Mediterraneo e ne fu poi selezionata una variante dolce, il peperone. Che cosa mangiavano i precolombiani? I loro pranzi, a base di mais, erano arricchiti dalla caccia-
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Zucche
Pomodori Mais Fagioli
gione (lepri, fagiani, anatre) e da carni di animali come le scimmie e i cani. Il menu dei popoli che abitavano le coste comprendeva anche salmoni e molluschi. Si cibavano inoltre di fichi d’India, zucche, cetrioli, batate o patate dolci, ma anche di bisce e serpenti d’acqua e di un cibo considerato prelibato: le formiche (molto più grandi e numerose delle nostre e altamente nutrienti).
Le civiltà precolombiane
Mummie... e ancora sacrifici umani Gli Inca, essendo convinti che, attraverso gli sciamani, si potesse continuare a parlare con i morti, mummificavano i corpi dei defunti di rango per conservarli. Avvolgevano le salme nel cotone, riempivano le tombe di sabbia per renderle più asciutte e le affidavano al clima secco delle zone più rocciose delle montagne. A Túpac Amaru, un sobborgo urbano a pochi chilometri da Lima, è stato scoperto un enorme cimitero con migliaia di mummie, presso il sito archeologico di Puruchuco. Tra queste, la mummia di un re è stata ritrovata ancora ben conservata: era avvolta in 135 chili di cotone grezzo e conteneva i suoi simboli regali (conchiglie, piume, la mazza e la fionda del guerriero). Gli Inca, in occasione di importanti eventi, come la morte dell’imperatore, compivano sacrifici di bambini
LABORATORIO
Tra storia e geografia
su montagne a oltre 6000 metri di altitudine (rito della capacocha): dalle analisi chimiche eseguite sulle loro mummie, si è scoperto che i bambini per mesi prima del sacrificio erano stati nutriti con una dieta molto ricca e storditi con dosi massicce di birra di mais e droghe (foglie di coca).
Una maschera funeraria inca.
Le strade degli Inca
Quito
Tumbes
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Con gli occhi della storia
Tomebamba
Gli Inca avevano realizzato una complessa rete stradale che collegava le loro città, attraversando l’impervio territorio montuoso delle Ande; il suo tracciato infatti si stendeva anche a oltre 4000 metri d’altitudine. La più importante strada era il Camino Real.
Cajamarca
Jauja
Machu Picchu Cuzco
Hatun Colla
OCEANO PACIFICO
Chuqiyapu
Pica
Camino Real Strada costiera Collegamenti
Tupiza
Tucumán
Con gli occhi della geografia La Cordigliera delle Ande è una catena montuosa dell’America meridionale che si estende da Nord a Sud seguendo il profilo della costa occidentale. Si tratta di montagne molto alte, con un’elevazione media di 4000 metri sul livello del mare. La cima più alta è l’Aconcagua (6959 m s.l.m.).
Confini di Stato attuali Santiago
Su HUB Maps individuate i territori dove si sviluppava il tracciato delle vie di comunicazione inca e quali Stati odierni attraversava.
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VOLUME 3 • cap. 1
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La Seconda rivoluzione industriale Tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 la produzione industriale si trasforma. Nuove invenzioni e fonti d’energia, nonché i progressi nella chimica e nella medicina, sono destinati a cambiare per sempre la vita delle persone.
QUANDO IL RADIO VENNE SCOPERTO NESSUNO SAPEVA CHE SI SAREBBE RIVELATO UTILE NEGLI OSPEDALI. ERA UN LAVORO DI PURA SCIENZA. E QUESTA È LA PROVA CHE IL LAVORO SCIENTIFICO DEVE ESSERE SVOLTO PER SE STESSO E POI C’ È SEMPRE LA PROBABILITÀ CHE UNA SCOPERTA SCIENTIFICA POSSA DIVENTARE UN BENEFICIO PER L’UMANITÀ. Marie Curie, chimica e fisica polacca
Ascolto il podcast Inquadra il QR Code per ascoltare il podcast sulla storia della scienziata polacca Marie Curie, che con la scoperta del radio e del polonio vinse il suo secondo Premio Nobel, aprendo la strada alle moderne applicazioni di questi elementi chimici all’industria e alla medicina.
La carta di scenario
Le aree carbonifere e industriali in Europa
Aree industriali Aree carbonifere Siderurgia Metallurgia Industria tessile Industria chimica
Amburgo
Londra
I luoghi e il tempo
Berlino O C EA NO A T LA NT IC O
Parigi
Monaco
Vienna
Zurigo Lione Milano Marsiglia Barcellona Napoli
MAR MEDITERRANEO
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• Le maggiori aree industriali di metà Ottocento si sviluppano attorno alle aree carbonifere, principalmente in Inghilterra e in Europa centrale.
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individuare i maggiori giacimenti di risorse non rinnovabili;
•
scoprire dove si trovano le più grandi centrali idroelettriche.
• I settori industriali più attivi sono la siderurgia, la metallurgia, l’industria tessile e chimica. • Il Italia l’unica area industriale significativa è quella che sorge attorno a Milano, mentre a Napoli è presente l’industria tessile.
La linea del tempo 1869 Inaugurazione del Canale di Suez
1873 Inizia la Lunga depressione
1885 Louis Pasteur scopre il vaccino contro la rabbia
1850
1900 1870 Inizia la Seconda rivoluzione industriale
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1880 Edison brevetta la lampadina
1895 Marconi inventa il telegrafo senza fili
La domanda-chiave → Come nasce la Seconda Rivoluzione industriale? ↘R ispondi a p. 9
1 Il taglio del Canale di Suez Dal punto di vista economico gli anni dal 1815 (caduta di Napoleone) al 1870 erano stati sostanzialmente anni di pace per il mondo occidentale, interrotti soltanto in Italia dalle guerre per il Risorgimento e in Germania da quelle per l’unificazione. Ciò aveva significato un grande sviluppo economico in quasi tutte le nazioni, con una conseguente crescita demografica che aveva fornito la manodopera necessaria all’industria. Questa crescita era stata accompagnata da un nuovo urbanesimo, che aveva determinato l’allargamento delle città con la creazione di ampie periferie e aveva affiancato ai centri tradizionali come Parigi, Berlino, Londra, Istanbul centri come New York e Chicago. Durante gli anni di prosperità era stata anche compiuta una gigantesca impresa che aveva enormemente favorito i commerci mondiali soprattutto a vantaggio dell’Impero britannico: si trattava del taglio del Canale di Suez, iniziato nel 1859 e ufficialmente terminato nel 1869, che permetteva alle navi di transitare dall’Europa all’Africa orientale e di lì all’India e alla Cina senza circumnavigare l’Africa.
Questo dipinto, dovuto al pennello di Jean Béraud, è del 1899. Raffigura quindi uno dei grandiosi viali chiamati boulevards che, pochi anni prima, erano stati aperti da un grande architetto, il barone Georges Haussmann, sventrando gli antichi vicoli medievali di Parigi.
2 La “Lunga depressione” del 1873 La tendenza positiva si arrestò bruscamente nel 1873, quando una complessa serie di fenomeni verificatisi simultaneamente portò al collasso l’economia mondiale. Il 1873 è considerato infatti una delle date periodizzanti della storia. Segnò l’inizio della cosiddetta “grande crisi di fine secolo”, nota anche come “Lunga depressione”, che durò fino al 1890-1900 (a seconda dei luoghi). Le cause principali furono: • il crollo della produzione europea di cereali, in gran parte dovuto a un peggioramento del clima; • il fatto che contemporaneamente l’Europa fu invasa dal grano americano venduto a prezzi bassissimi: ciò impedì ai grandi e piccoli proprietari terrieri europei di rifarsi del calo della produzione aumentando i prezzi; • la scoperta che le industrie avevano prodotto troppo rispetto alla domanda del mercato e che i magazzini erano stracolmi di merci invendute; ciò aveva determinato una crisi di sovrapproduzione, un tipo di crisi tra le più temibili del sistema capitalistico. Negli Stati Uniti, per esempio, la quantità di investimenti destinati alla costruzione di ferrovie si rivelò eccessiva, per cui rotaie, legname, vagoni, pezzi per le locomotive non
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L’apertura del Canale di Suez
Londra
EUROPA
Con gli occhi della storia
ASIA
Canale di Suez
La carta mostra lo straordinario risparmio di tempo che si otteneva per andare via mare dall’Europa all’Asia attraverso il Canale di Suez rispetto al sistema precedente, che imponeva di circumnavigare l’Africa. Per millenni, infatti, le navi che salpavano dall’Europa non potevano navigare verso Oriente attraverso il Mar Rosso, perché Asia e Africa erano unite dall’Istmo di Suez. Solo negli anni Cinquanta dell’Ottocento un’équipe formata da tecnici italiani e francesi riuscì a promuovere una società per il taglio di un canale.
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AFRICA
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Tra storia e geografia
LABORATORIO
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INDIANO
Rotta con circumnavigazione dell’Africa Tratta attraverso il Canale di Suez
Lago M
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Porto Said
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Con gli occhi della geografia
Mar Mediterraneo
L’Istmo di Suez era una lingua di terra sabbiosa e rocciosa lunga 164 km, a ovest della Penisola del Sinai, in Egitto. Nell’Ottocento, con l’apertura del Canale di Suez, l’uomo modificò profondamente la geografia del territorio: Mar Mediterraneo e Mar Rosso furono messi in comunicazione scavando un percorso navigabile laddove prima c’era la terra.
ISRAELE GIORDANIA ARABIA SAUDITA
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Canale di Suez
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Grande Lago Amaro
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Percorso del Canale
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Piccolo Lago Amaro
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Golfo di Suez
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osservare l’area dal satellite con la geolocalizzazione.
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scoprire quali rotte commerciali transitano oggi dal Canale di Suez;
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La Seconda rivoluzione industriale
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trovarono più acquirenti e si ammucchiarono nei magazzini facendo crollare i profitti delle fabbriche. In Gran Bretagna si verificò, invece, un crollo delle esportazioni. In Germania rallentò lo sviluppo della siderurgia, che aveva corso molto in seguito alla vittoria sulla Francia nella Guerra franco-prussiana (1870); mentre la Francia, sconfitta, fu piegata dal pagamento dei debiti di guerra che doveva alla Germania per risarcirla delle spese belliche sostenute. L’Italia scontò la sua arretratezza tecnologica, che la costrinse ad acquistare macchine industriali dall’estero, producendo quindi a costi non competitivi.
dalla crisi 3 L’uscita e la Seconda rivoluzione industriale Il capitalismo mostrò tuttavia di sapersi rinnovare, prima di tutto abbandonando il liberismo, che vuole che il mercato dei privati sia libero da interventi dello Stato, e imboccando la strada del protezionismo che, tassando i prodotti esteri, favoriva le industrie nazionali. Ma il mondo occidentale non uscì dalla crisi solo grazie a questo rimedio; a esso infatti si affiancò la mobilitazione di centinaia di ingegni che trasformarono dalle fondamenta le regole tradizionali della produzione, scoprirono nuove fonti di energia, inventarono nuovi prodotti e impressero un cambiamento radicale alla stessa vita quotidiana. Tutti costoro furono gli autori di una svolta storica nota come Seconda rivoluzione industriale. La Seconda rivoluzione industriale rappresentò dunque la seconda fase dello sviluppo dell’industria basata sulle macchine ed ebbe una serie di caratteristiche che la distinsero nettamente dalla Prima: • vide la fine del primato dell’Inghilterra; • segnò l’ascesa della Germania e degli Stati Uniti; • si basò su due nuove fonti di energia: l’elettricità e il petrolio, che sostituirono il vapore; • mentre la Prima rivoluzione industriale aveva agito sostanzialmente sulla produzione tessile, la Seconda, a seguito di scoperte scientifiche di portata storica, creò anche una quantità di oggetti e ritrovati che trasformarono la vita quotidiana delle famiglie. Essa cominciò intorno al 1870 e proseguì fino al 1945.
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Ora rispondo
Una caricatura della situazione economica ai tempi della grande crisi: la bicicletta ha come ruote un dollaro d’oro e uno d’argento, ma le viti che le assicurano al telaio stanno per cedere e il ciclista cadrà a terra.
→ C ome nasce la Seconda Rivoluzione industriale?
Faccio il punto con la mappa Usa le domande per elaborare una mappa sulla base dell’esempio fornito e usala come traccia per rispondere oralmente alla domanda-chiave. Protezionismo • In che modo influì sulla fine della crisi di sovrapproduzione?
Nuove fonti di energia • Quali erano? Quale fonte di energia sostituirono?
Importanti scoperte scientifiche • Quali effetti ebbero sulla vita delle persone? Perché?
SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
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La domanda-chiave → Qual è il ruolo delle nuove fonti d’energia? ↘R ispondi a p. 12
4 Perno dell’industria è l’elettricità
Manifesto pubblicitario del 1895 realizzato dall’artista Lucien Lefevre.
Gli effetti più sensazionali di questa nuova fase dell’industrializzazione furono prodotti dall’utilizzo dell’elettricità, una nuova forma di energia che, come si disse a quei tempi, si può “accendere e spegnere” a proprio piacimento. L’elettricità era studiata almeno dal XVI secolo, ma fu solo nel corso del Settecento che gli scienziati riuscirono a conoscerla meglio. Un passo decisivo fu compiuto da Alessandro Volta, che nel 1799 realizzò il primo generatore in grado di produrre corrente elettrica: la pila. Tuttavia, l’elettricità poté essere applicata all’industria solo a partire dal 1860, l’anno in cui Antonio Pacinotti inventò la dinamo, una macchina che trasforma il lavoro meccanico in energia elettrica (per esempio, pedalando su una bicicletta permette di accendere la sua lampadina). L’elettricità permise a breve distanza l’invenzione del telefono, ideato nel 1871 dall’italiano Antonio Meucci (al quale però l’americano Graham Bell rubò il brevetto), e del fonografo, inventato negli Stati Uniti da Thomas Alva Edison nel 1876. Nel 1880 Edison brevettò la lampadina a incandescenza, che consentì di illuminare le fabbriche e interi quartieri urbani. La svolta avvenne però qualche anno dopo, quando fu costruita la prima centrale elettrica trasformando in elettricità l’energia creata dalle cascate del Niagara. Queste centrali potevano risolvere i problemi energetici dei Paesi poveri di carbone; in Italia si diffusero inizialmente al Centro, poi in Piemonte e Lombardia. Esse fornirono energia alle macchine industriali e rivoluzionarono i mezzi di trasporto elettrificando prima le tramvie urbane, poi le linee ferroviarie.
al telegrafo senza fili 5 Dall’elettricità e ai raggi X La scoperta dell’elettricità e delle onde elettromagnetiche aprì le porte a numerose invenzioni mai immaginate prima. Grazie a essa Marconi contribuì all’invenzione della radio (a sinistra), mentre in medicina i misteriosi raggi X riuscivano a fotografare lo scheletro umano (a destra).
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Già dal 1844 le comunicazioni erano diventate rapidissime grazie al telegrafo, che trasmetteva segnali a distanza attraverso cavi elettrici. Lo aveva inventato qualche anno prima l’americano Samuel Morse, autore anche del codice usato con questo strumento e costituito da una serie di segnali brevi e lunghi battuti da un trasmettitore e simboleggiati su carta, rispettivamente, da un punto e da una linea: associandoli in vario modo, essi formavano lettere e numeri. Il problema era però che per collegare i diversi punti del mondo occorrevano migliaia di chilometri di cavi. Solo quello dall’America all’Europa era lungo 4000 km circa e attraversava l’intero Oceano Atlantico.
La Seconda rivoluzione industriale
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Le ricerche sull’elettricità condussero i fisici della seconda metà dell’Ottocento a scoprire che, oltre alla corrente incanalata nei fili per produrre luce ed energia, esistono onde elettriche invisibili che trasportano l’elettricità nello spazio: le onde elettromagnetiche. Da questa scoperta derivarono due grandi invenzioni. Nel 1895 l’italiano Guglielmo Marconi riuscì a usare le onde elettromagnetiche come “veicolo” per trasportare un segnale: esattamente la lettera S che aprì l’era del telegrafo senza fili, capace di trasmettere segnali dovunque, da qualsiasi punto della Terra. In base allo stesso principio, molto tempo dopo Marconi inventò la radio, che usava le onde non per trasportare brevi segnali ma la voce umana e ogni altro genere di suono. Nello stesso anno 1895, un fisico tedesco, Wilhelm Conrad Röntgen, scoprì, tra le onde elettromagnetiche, un’onda misteriosa che aveva la proprietà di attraversare i muri e anche il corpo umano. Isolò così i raggi X (chiamati in questo modo proprio a causa della loro natura misteriosa) con cui si fecero le prime radiografie.
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Il petrolio: un’altra fonte di energia per l’industria
Intorno al 1880, negli Stati Uniti e in Russia iniziò su larga scala l’estrazione del petrolio, il combustibile destinato a sostituire il carbone come fonte di energia. Un suo derivato, la benzina, permise lo sviluppo del motore a scoppio che nel 1885 azionò la prima automobile (che aveva solo tre ruote) costruita in Germania da Karl Friedrich Benz. Negli stessi anni, ancora in Germania, Rudolf Diesel metteva a punto il motore a gasolio. Grazie al motore a scoppio, negli Stati Uniti i fratelli Wright riuscirono nel 1903 a far decollare il primo aeroplano, cioè il primo veicolo capace di volare pur essendo più pesante dell’aria.
Leggo l’immagine
Benzina e motore a scoppio nelle automobili
Negli ultimi anni dell’Ottocento, l’invenzione del motore a scoppio permise di costruire la prima automobile. 1 Per guidare l’automobile, prima dell’invenzione del volante nel 1900, si usava un “timone” che azionava le ruote anteriori. 2 Le sospensioni erano costituite
da molle elastiche, come nelle vetture a cavalli.
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3 Il motore delle prime automobili
era posteriore; andava a benzina.
4 Gli pneumatici furono inventati nel 1845: erano dei tubi di caucciù, gonfiabili con aria e incollati nel cerchione. Nel 1891 i fratelli michelin crearono gli pneumatici odierni.
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LABORATORIO
Le fonti
UNITÀ 1
Il ritratto fotografico Nel 1839 viene ufficialmente presentato a Parigi il dagherrotipo, messo a punto dall’artista, chimico e fisico francese Louis Daguerre. L’immagine desiderata appariva riprodotta su una lastra di vetro argentata in seguito all’esposizione ai vapori di sodio. Il dagherrotipo si diffuse rapidamente in tutta Europa e negli Stati Uniti in tutte le classi sociali, perché era nitido, poco costoso e consentiva di portare con sé un ritratto dei propri cari.
1. Dagherrotipo del 1840 circa Il dagherrotipo consentiva di conservare in casa o di portare con sé, come in questo caso, un ritratto dei propri cari.
3. Un gruppo di fratelli e sorelle americani, 1850 circa Questa fotografia è stata scattata nello studio di un fotografo. In questi casi, i soggetti del ritratto dovevano rimanere immobili per l’intera durata dell’esposizione, altrimenti l’immagine sarebbe risultata sfocata. Di solito venivano utilizzati sostegni come supporti per la testa e le spalle per mantenere il soggetto in posizione.
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LAVORO CON LE FONTI
→ Osserva le immagini e leggi le didascalie.
Poi rispondi in un breve testo scritto alle seguenti domande. a. Osserva la foto 1. In base alla tua esperienza, questo uso della fotografia si è conservato fino a oggi? Perché? b. Osserva la foto 2. Secondo te perché c. la fotografa ha scelto di non “mettere a fuoco” il soggetto raffigurato? Qual è l’effetto di questa scelta? d. Metti a confronto le foto 3 e 4: le due famiglie ritratte appartengono a due classi sociali diverse? Rifletti sull’ambientazione, l’abbigliamento dei soggetti ritratti e la composizione della foto.
2. Julia Margaret Cameron, stampa all’albume raffigurante Julia Jackson Duckworth, 1867 La fotografa britannica Julia Margaret Cameron fu la prima a sperimentare la tecnica della “sfocatura”, cioè l’immagine non è del tutto a fuoco.
4. Famiglia afroamericana negli Stati Uniti, 1868 circa Nel XIX secolo, i ritratti fotografici all’aperto erano meno comuni rispetto a quelli realizzati in studio. Il tempo di posa era relativamente più breve, ma comunque di molto più lungo rispetto a quello della fotografia del secolo successivo.
La Seconda rivoluzione industriale
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alla chimica 11 Grazie nasce la medicina moderna Risultati strabilianti furono ottenuti dalla chimica nel campo della ricerca biologica e quindi in quello della medicina. Da tempo, per “isolare” i microrganismi portatori di malattie allo scopo di vederli meglio al microscopio, i biologi usavano i coloranti naturali (in mancanza d’altro, si accontentavano addirittura del vino rosso). Con l’invenzione dell’anilina, essi ebbero finalmente a portata di mano un colorante molto più efficace con il quale, tra il 1882 e il 1884, il tedesco Robert Koch individuò i bacilli della tubercolosi e del colera. Nel 1885 il medico francese Louis Pasteur scoprì a sua volta il vaccino contro la rabbia, una malattia provocata dai morsi dei cani e delle volpi. Il successo ottenuto dalle vaccinazioni di Pasteur ebbe il merito di favorire anche la diffusione del vaccino contro il vaiolo, che era stato messo a punto nel 1794 dal medico inglese Edward Jenner, ma che non aveva mai trovato applicazione su larga scala perché a quei tempi era ancora troppo alta la diffidenza dei medici e delle famiglie.
Le parole della medicina Vaccino I vaccini inducono
la produzione di anticorpi, per conferire l’immunità contro alcune malattie infettive. Il termine significa “di vacca”: infatti il vaccino contro il vaiolo di Jenner fu ottenuto inoculando ai pazienti il pus che conteneva il virus del vaiolo di mucca.
12 Si scoprono e si utilizzano nuovi farmaci Ugualmente importanti al fine di alleviare le sofferenze umane furono le scoperte della chimica nel campo dei farmaci. Durante tutta la storia dell’uomo, chiunque avesse subito un’operazione chirurgica l’aveva dovuta affrontare da sveglio, provando dolori inimmaginabili oggi. Alla fine dell’Ottocento, la scoperta degli effetti calmanti dell’etere sul sistema nervoso, effettuata nel Settecento, fu applicata all’anestesia chirurgica e questo consentì ai medici di addormentare i pazienti che dovevano sottoporsi a un intervento chirurgico. Contemporaneamente fu sintetizzato il bromuro, una sostanza impiegata come calmante in una serie di malattie nervose. La scoperta ebbe un altissimo valore sociale perché consentì di tenere in casa molti malati che, fino a quel momento, venivano internati in ospedali simili a carceri. Sul fronte della cura di altri disturbi, come il mal di testa e l’influenza, nel 1875 si incominciò a utilizzare l’aspirina in funzione antifebbrile. Quindi furono scoperte sostanze per curare alcune gravi malattie di cuore. Nello stesso anno, la scoperta del Ddt, un potente insetticida, consentì progressi decisivi nella lotta contro le zanzare portatrici di malaria. L’impiego massiccio del Ddt ebbe tuttavia pesanti ricadute sull’ambiente.
chimica al servizio 13 La dell’industria alimentare I progressi della chimica permisero di sviluppare anche l’industria alimentare. Pasteur, lo scopritore del vaccino contro la rabbia, dimostrò che la fermentazione di molte sostanze avviene a causa di alcuni germi e mise a punto un procedimento per conservare prodotti alimentari (come, per esempio, il latte) che, dal suo nome, fu chiamato “pastorizzazione”.
Verso la fine dell’Ottocento l’igiene entrò anche negli ospedali. Prima i medici non avevano il camice, non usavano i guanti di gomma, non sterilizzavano i ferri e le siringhe.
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Altre ricerche vennero dedicate poi ai processi di congelamento che furono applicati su larga scala alle carni bovine e, successivamente, alle verdure. Da ultimo seguì l’inscatolamento dei prodotti alimentari in contenitori di latta a chiusura ermetica, utilissimi per la carne, ma anche per molte varietà di legumi, verdura e frutta. Gli Stati Uniti si impadronirono subito di questo mercato e divennero i maggiori esportatori di scatolame, utilizzando la carne degli animali allevati nei giganteschi ranch del Texas e macellati a Chicago, la “più grande macelleria del mondo”. Il procedimento fu utilizzato anche da altri Paesi, tra i quali l’Italia, che cominciò a esportare pesche sciroppate, pomodori, fagioli e piselli in scatola.
14 I prodotti della Seconda rivoluzione industriale ebbero successo anche grazie a un nuovo mezzo di comunicazione: la pubblicità. Questa pubblicità vuole indicare che la Coca-Cola può essere apprezzata anche dalle signore eleganti.
PAROLA OGGETTI
LA AGLI
Una svolta nella svolta: la rivoluzione alimentare
La pastorizzazione, la diffusione degli alimenti in scatola, l’uso di vagoni frigoriferi per il trasporto delle carni e delle verdure, abbinati all’enorme estensione ormai raggiunta dalla rete ferroviaria e navale nei Paesi più avanzati, rappresentarono una grande svolta nell’alimentazione. Dall’antichità fino alle soglie del Novecento, solo i cereali, l’olio, il vino e le spezie avevano potuto affrontare viaggi lunghi qualche mese. Adesso, invece, anche i cibi più deperibili potevano essere trasportati a grande distanza. Ciò significò: • l’apertura di nuovi mercati con conseguenti grandi guadagni per i produttori; • la salvezza per le popolazioni colpite da carestie; • maggiori possibilità di sopravvivenza per i bambini, spesso denutriti perché nella loro zona scarseggiava il latte o intossicati perché era infetto; • una maggiore varietà di alimentazione (frutta e verdure provenienti dalle zone a clima mediterraneo, per esempio, entrarono allora per la prima volta nei ristoranti e nelle case borghesi di Inghilterra, Russia e Paesi scandinavi).
Cibo in scatola: conservare, trasportare e… mangiare È una semplice scatola di latta, ma anche il simbolo di una rivoluzione dei costumi. Brevettate nel 1810, le lattine fanno la loro comparsa nei negozi intorno al 1830. Il primo cliente su larga scala è l’esercito: il cibo in scatola, che si trasporta facilmente e si conserva a lungo, è l’ideale per nutrire soldati, marinai ed esploratori del Polo Nord. In Italia, la prima fabbrica di conserve (piselli in scatola) viene fondata a Torino da Francesco Cirio nel 1856. La produzione di conserve avrà un boom durante la Prima guerra mondiale. L’uso delle scatolette passerà poi dal fronte alle tavole di tutta Italia. Sono i contenitori ideali: leggere, pratiche e riutilizzabili, possono conservare qualunque alimento, perché la latta non altera il sapore dei cibi. E possono essere personalizzate con disegni e slogan diversi per ciascun marchio. In tempo di guerra, raffigurano eroi risorgimentali, famose battaglie e motti di incitamento ai soldati. È il caso della scatoletta che vedi in foto; riesci a leggere la scritta? “Avanti Savoia!” Era il grido di guerra dei soldati italiani, che andavano all’assalto nel nome della casa regnante. Ricorda che, fino al 1946, l’Italia è stata una monarchia!
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La Seconda rivoluzione industriale
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15 Si scopre l’importanza dell’igiene Il nuovo spirito scientifico e la grande fiducia nel progresso alimentata da tanti successi indussero medici e ricercatori a ripensare l’intero atteggiamento nei confronti della salute e a liberarsi da quel miscuglio di tradizioni popolari, esperienza pratica e superstizione che lo aveva caratterizzato fino a quel momento. Si affermarono allora le teorie degli igienisti, che analizzavano le condizioni ambientali in cui si diffondevano più frequentemente le malattie e che applicavano alle loro indagini una nuova disciplina, la statistica. Essi dimostrarono, per esempio, che il numero degli ammalati di colera e di tubercolosi aumentava vertiginosamente dove le acque di scarico scorrevano a cielo aperto per le strade dei luoghi abitati e che le malattie si concentravano nei quartieri operai, sovraffollati e privi di servizi igienici. Ottennero così da diversi governi che si costruissero fogne coperte e si portasse l’acqua corrente anche nelle abitazioni più povere.
Le parole della scienza Statistica Disciplina che
studia con metodo matematico i fenomeni che interessano le grandi collettività di individui, confrontandoli con altri fenomeni.
16 Diminuiscono le morti dovute al parto Nello stesso periodo un medico ungherese sconfisse la febbre puerperale, un’infezione che causava la morte di un’altissima percentuale di partorienti. Egli si era accorto che nel suo ospedale i medici si recavano direttamente dalla sala di anatomia, dove dissezionavano i cadaveri, alla sala-parto, dove assistevano le puerpere, e perciò trasmettevano loro tutti i germi della putrefazione. Si limitò quindi a collocare una bacinella contenente acqua clorata (un disinfettante) nel corridoio che collegava le due sale e a obbligare i suoi colleghi a lavarsi accuratamente le mani. Quest’imposizione suscitò molte proteste ma, statistiche alla mano, si poté dimostrare che, con questa semplice norma igienica, la percentuale di decessi in ospedale veniva quasi totalmente abbattuta. La lotta proseguì poi nelle case, dove i parti erano affidati a donne che fungevano da ostetriche pur non avendo altra preparazione che l’esperienza. Un contributo alla diminuzione della mortalità infantile fu fornito inoltre dall’invenzione dell’incubatrice, la culla riscaldata per i bambini nati prematuri.
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Ora rispondo
→ Q uali conseguenze ha il progresso chimico?
Procedo con metodo
Mi oriento sul futuro
Scrivi la causa che determina ciascuna delle situazioni descritte nelle seguenti affermazioni.
Come hai visto in questo Capitolo, le scoperte scientifiche o di nuovi materiali offrono nuove opportunità di studio e di lavoro. In coppia, dovrete individuare profili professionali che si sono affermati in seguito ai più recenti progressi nella scienza e nella tecnologia. Procedete così:
• L’alluminio trova numerose applicazioni. È un metallo leggerissimo e molto versatile
• I tessuti artificiali sono più richiesti di quelli naturali. Derivati dalla cellulosa, i tessuti artificiali sono più economici
• Molte patologie sono curate per la prima volta. I progressi nella chimica consentono di elaborare vaccini e farmaci più efficaci
• Svolgete una ricerca in rete e individuate il profilo professionale da approfondire. • Informatevi sul percorso di studi (superiori, universitari, master ecc.) e su eventuali open day sulla materia. • Realizzate una presentazione multimediale per illustrare il lavoro svolto alla classe.
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Educazione civica
L’importanza delle risorse energetiche Due fattori chiave della seconda rivoluzione industriale sono l’uso dell’elettricità come forma di energia e l’estrazione del petrolio destinato a essere utilizzato come combustibile. Oggi ci si interroga soprattutto sulla sostenibilità del consumo di energia da parte degli esseri umani e ci si domanda quali effetti ha ciascuna fonte di energia.
NOI FACCIAMO LA STORIA
Gli effetti negativi del carbone. La protesta di Chibeze
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n Africa, circa 600 milioni di persone non hanno ancora accesso stabile alla rete elettrica, e le interruzioni di corrente avvengono quotidianamente. Nel 2013, il governo del mio Paese, il Ghana, iniziò le consultazioni per la costruzione di una centrale a carbone, da realizzare nel distretto di Ekumfi, una comunità di pescatori sulla costa centrale. In ottica strettamente economica, il carbone costa poco. Vanno considerati però l’inquinamento delle falde acquifere, le polveri sottili, le esalazioni di zolfo e mercurio che avrebbero comportato un enorme
rischio sanitario e ambientale. Contattammo le comunità locali dialogando con gli anziani, i capi, le associazioni di donne, le reti giovanili, domandando se disponevano delle informazioni necessarie. Li mettemmo al corrente degli effetti negativi del carbone in altri Paesi. Alla campagna contro la centrale a carbone, inoltre, unimmo la necessità di fonti di energia rinnovabile. Il governo del Ghana scelse di rinunciare alla costruzione della centrale, conoscendo le nostre preoccupazioni e quelle delle comunità locali.
ORA TOCCA A TE! → Chibeze Ezekiel è un attivista ambientale del Ghana e nel 2020 ha vinto il premio Goldman Environmental per aver fermato il progetto di costruzione di una centrale a carbone. Anche tu puoi informarti sulla politica energetica e sulle fonti di energia del nostro Paese: evitare ogni spreco è utile a ottenere un risparmio economico e a ridurre il proprio impatto ambientale. In coppia confrontate le vostre abitudini e stilate una lista di regole per consumare in modo più efficiente. 18
Guarda il video Le migrazioni oggi
La crisi energetica attuale Il 2022 è stato un anno segnato da una importante crisi energetica in Europa, anche per la guerra in Ucraina (con la conseguente riduzione di forniture di gas naturale dalla Russia). Ma ormai da decenni l’approvvigionamento energetico rappresenta una preoccupazione su scala globale. L’Obiettivo 7 dell’Agenda 2030 riguarda proprio la necessità di «assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni». In molte parti del mondo, invece, l’energia non è garantita con regolarità o è molto inquinante. In vari Paesi, può accadere che per lunghi periodi non si trovino carburanti e che l’energia elettrica venga razionata (cioè sia disponibile solo per poche ore al giorno). Le conseguenze sono gravi: è difficile conservare gli alimenti, scaldare le case, spostarsi.
Le risorse non rinnovabili Le ragioni delle crisi energetiche sono nei costi delle risorse energetiche e in altri ostacoli alla loro diffusione ed erogazione. Ma le cause più profonde consistono nel fatto che consumiamo troppo e che ricaviamo l’energia soprattutto da fonti non rinnovabili (carbone, gas naturale, petrolio ecc.): fin dagli anni Settanta del
Le parole dell’energia Fonti non rinnovabili Le risorse energetiche che si esauriscono.
Novecento è risultato chiaro il sovrasfruttamento del pianeta da parte della specie umana. Tuttavia, a livello globale, il consumo di energia attinge ancora per oltre l’80% da risorse non rinnovabili. Inoltre, attualmente la produzione di energia ha un forte impatto sull’ambiente: l’utilizzo di carbone, gas naturale e petrolio è molto dannoso per gli ecosistemi e il clima.
La transizione energetica Come risposta a queste problematiche, molti Stati cercando di compiere una transizione energetica verso fonti rinnovabili (eolica, solare, idroelettrica, geotermica, derivante dalle biomasse ecc.) e a basse emissioni. Infatti, è fondamentale non solo ricavare energia da risorse che non si possono esaurire, ma anche farlo in modo meno inquinante possibile. Oltre a queste decisioni politiche, contano anche le scelte dei cittadini: vari movimenti promuovono manifestazioni per limitare l’inquinamento, perseguire la neutralità carbonica, sensibilizzare verso le questioni ambientali; molte persone fanno della sostenibilità e dell’ecologia un’abitudine quotidiana; alcuni gruppi si organizzano in comunità energetiche per condividere energia prodotta da fonti rinnovabili. Un ragazzo indossa una maschera antigas durante uno sciopero per il clima organizzato a Torino dal movimento “Fridays for Future” per chiedere misure urgenti e azioni concrete per combattere il cambiamento climatico e il riscaldamento globale.
Fonti rinnovabili Le risorse
energetiche che non si esauriscono perché dipendono da fenomeni fisici, e dunque si reintegrano naturalmente.
Biomassa Materia organica,
di origine vegetale o animale, che non ha subito un processo di fossilizzazione.
Neutralità carbonica
Il raggiungimento di un equilibrio tra le emissioni e l’assorbimento di carbonio.
Donne riempiono le loro carriole per un carico di carbone gratuito in una miniera nella municipalità di Emalahleni, in Sudafrica, dove si trova il Duvha Power Station, la centrale a carbone di Eskom (azienda sudafricana di servizi pubblici).
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I punti essenziali del capitolo 1 LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Intorno al 1870 inizia la Seconda rivoluzione industriale, che dura fino al 1945. In questo periodo la produzione industriale si trasforma profondamente e si fanno moltissime importanti invenzioni. La Seconda rivoluzione industriale avviene soprattutto in Germania e negli Stati Uniti, si basa su nuove fonti di energia (l’elettricità e il petrolio) e cambia la vita quotidiana delle persone. Le invenzioni più importanti realizzate grazie all’uso dell’elettricità sono:
Ö la dinamo (di Pacinotti), uno strumento che trasforma il movimento in energia; Ö il telefono (di Meucci); Ö il fonografo (di Edison), uno strumento che registra e riproduce i suoni; Ö il telegrafo senza fili, che trasmette messaggi da qualsiasi punto della Terra, e la radio (di Marconi); Ö la lampadina (di Edison).
QUANDO?
Dal 1870 al 1945 DOVE?
Germania e Stati Uniti CHE COSA?
Seconda rivoluzione ; nuove industriale fonti di energia (elettricità e petrolio) e invenzioni.
2 IL PETROLIO E L’ACCIAIO Intorno al 1880 gli Stati Uniti e la Russia iniziano a estrarre il petrolio, che viene usato come fonte di energia. Dal petrolio si ricava la benzina, che fa funzionare il motore a scoppio. Grazie a questo motore, Benz costruisce la prima automobile. Nel 1903 viene fatto volare il primo aeroplano dai fratelli Wright, negli Stati Uniti. Inoltre, si inventa un procedimento chimico per fare l’acciaio in modo meno costoso rispetto al passato. L’acciaio viene usato per le rotaie delle ferrovie, per le navi da guerra, per attrezzi di uso domestico e soprattutto per costruire ponti ed edifici altissimi.
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CHI? CHE COSA?
Benz, l’automobile CHI? CHE COSA? I fratelli Wright
, l’aereo
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3 I PROGRESSI DELLA CHIMICA I progressi della chimica sono molto importanti per la Seconda rivoluzione industriale. Attraverso nuovi procedimenti chimici si ottengono l’alluminio (un metallo molto leggero), la dinamite (un esplosivo), i coloranti e i tessuti artificiali. Grazie alla chimica nasce anche la fotografia. In Francia, i fratelli Lumière inventano il cinematografo. Anche nella medicina vengono fatte importanti scoperte. Grazie alla chimica:
Ö si scoprono le cause di alcune malattie e si cerca di trovare una cura per guarirle; Ö si inventano nuovi farmaci (come l’aspirina). I progressi della chimica permettono di sviluppare anche l’industria alimentare. Pasteur trova un modo per conservare il cibo; si inizia a congelare e a inscatolare gli alimenti, che così possono essere conservati a lungo e trasportati da un punto all’altro della Terra. Di conseguenza le persone possono mangiare meglio e affrontare le carestie.
PERCHÈ?
Progressi della chimica CHE COSA?
Alluminio, dinamite , i coloranti e i tessuti ; fotografia artificiali e cinematografo ; scoperte nella medicina; sviluppo dell’industria alimentare
4 L’IMPORTANZA DELL’IGIENE La scienza fa capire che l’igiene è molto importante per la salute. Grazie alla statistica, gli igienisti dimostrano che gli ammalati di colera e di tubercolosi sono più numerosi dove ci sono fogne all’aperto e nei luoghi sporchi, senza servizi igienici, e dove vivono tante persone. Si capisce così l’importanza dell’acqua corrente e di fogne chiuse. Una maggiore attenzione all’igiene fa diminuire le morti delle donne che partoriscono.
PERCHÈ?
Maggiore attenzione alla igiene CHI?
Meno donne muoiono dopo il parto
PAROLE CHIAVE
Seconda rivoluzione industriale • invenzioni • elettricità • petrolio • automobile • aeroplano • acciaio • chimica • industria alimentare • igiene 21
La mappa di sintesi
Ripassa con la mappa modificabile
Tra il 1870 e il 1945, soprattutto in Germania e negli Stati Uniti avviene
LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE in cui si fanno importanti invenzioni
si utilizzano nuove fonti di energia
la chimica fa molti progressi
si capisce l’importanza dell’igiene per la salute
tra cui
in particolare
e viene applicata
per cui
ô la dinamo ô il telefono ô il telegrafo senza fili ô la radio ô la lampadina
ô il petrolio e l’elettricità sostituiscono il vapore ô si costruiscono centrali idroelettriche
ô alla lavorazione dell’acciaio ô all’industria ô al settore tessile ô alla medicina ô al settore alimentare
ô la statistica è applicata alla medicina ô diminuiscono le morti per parto
cambia la vita quotidiana delle persone
OBIETTIVO INTERROGAZIONE 1. Che cosa succede durante la Seconda rivoluzione industriale? 2. Quali invenzioni vengono fatte durante la Seconda rivoluzione industriale?
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3. Che cosa si ottiene dal petrolio? 4. A che cosa viene applicata la chimica? 5. Per che cosa è importante l’igiene?
1815-1870: anni di pace in Occidente crescita demografica
PARAGRAFI 4-5
allargamento delle città
2. Indica con una crocetta le cause della crisi economica del 1873.
PARAGRAFI 8-9
a. Crollo della produzione europea di cereali b. Competitività del grano american c. Mancanza di stabilità politica d. Sovrapproduzione industriale e. Crollo delle esportazioni f. Carenza di manodopera g. Debiti di guerra h. Epidemia i. Arretratezza tecnologica
La Seconda rivoluzione industriale Quando
1870-1945
Dove si realizza soprattutto
Germania e Stati Uniti
Principali fonti energetiche
Elettricità e petrolio
Dove si manifestano i principali effetti
Nella vita quotidiana delle famiglie
4. Associa ciascun inventore alla sua invenzione. a. il fonografo b. la dinamo c. il telefono d. la pila e. radio f. telegrafo
5. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).
fonte energetica.
V F V F
PARAGRAFI 13-14
PARAGRAFO 6
1. d ; 2. b ; 3. c ; 4. a ; 5. f ; 6. e
a. L’estrazione del petrolio su larga scala inizia nel 1880. b. Il petrolio sostituisce il carbone come
V F V F V F
6. Completa il seguente testo scegliendo l’alternativa corretta. L’acciaio si ottiene dalla fusione/separazione di ferro e carbonio. La scoperta di un nuovo procedimento chimico di produzione ne fa aumentare/calare i costi. È stato uno dei prodotti maggiormente/meno impiegati durante la Seconda rivoluzione industriale. L’acciaio inossidabile si ottiene aggiungendo alla lega di ferro e carbonio anche il rame/cromo.
7. Indica con una crocetta la risposta corretta. a. Che cosa decide di fare Alfred Nobel con i cospicui proventi dell’invenzione della dinamite? Istituisce un premio annuale per i migliori uomini di cultura del mondo Finanzia la costruzione di nuove industrie Lascia un’ingente eredità ai suoi discendenti di quale settore industriale? Siderurgico Meccanico Tessile
3. Completa la seguente tabella.
1. Alessandro Volta 2. Antonio Pacinotti 3. Antonio Meucci 4. Thomas Edison 5. Samuel Morse 6. Guglielmo Marconi
V F
b. La produzione dell’anilina rivoluziona la produzione
PARAGRAFO 10
PARAGRAFO 3
PARAGRAFO 2
più disponibilità di manodopera per l’industria
PARAGRAFO 7
prosperità economica
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c. La benzina è un derivato del carbone. d. La prima automobile è stata costruita in Francia. e. Rudolf Diesel ha inventato il motore a gasolio. f. Nel 1903 decolla il primo aeroplano.
1. Completa il seguente schema.
PARAGRAFI 11-12
PARAGRAFO 1
Le conoscenze e le competenze
8. Utilizzando le seguenti parole, spiega oralmente il principio scoperto da Edison che ha consentito l’invenzione del cinema. sedici immagini • pellicola cinematografica • movimento • occhio • discontinuità
9. Associa ciascun prodotto chimico al suo utilizzo. 1. etere 2. bromuro 3. aspirina 4. Ddt 5. anilina
a. colorante b. anestesia chirurgica c. calmante per il sistema nervoso
d. funzione antifebbrile e. insetticida
1. b ; 2. c ; 3. d ; 4. e ; 5. a
10. Riassumi sul quaderno i paragrafi 13 e 14 (massimo 50 parole), per illustrare cause e conseguenze della svolta nell’alimentazione avvenuta con la Seconda rivoluzione industriale.
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GUIDA ALL’ESPOSIZIONE
a. Di che cosa si occupano gli igienisti? Analizzano le condizioni ambientali in cui si diffondono più frequentemente le malattie.
b. Che cosa sono riusciti a dimostrare grazie alla statistica? Il numero degli ammalati di colera e di tubercolosi aumentava dove le acque di scarico scorrevano a cielo aperto e l’ambiente era sovraffollato e privo di servizi igienici.
PARAGRAFI 1-3
PARAGRAFI 15-16
11. Rispondi alle seguenti domande.
c. In che modo i medici riuscirono a sconfiggere la febbre puerperale? Obbligando i medici che seguivano i parti a lavarsi accuratamente le mani con acqua clorata.
metalli o da un metallo e un altro elemento
c. vaccino: farmaco che induce la produzione di anticorpi,
PARAGRAFI 4-7
RICAPITOLIAMO
oralmente perché sono importanti nella Seconda rivoluzione industriale.
b. lega: un materiale ottenuto dalla fusione di due o più
per conferire l’immunità contro alcune malattie infettive
d. statistica: disciplina che studia i fenomeni che interessano le grandi collettività di individui, confrontandoli con altri
Storytelling
– Quanto durarono i lavori? – Perché si è deciso di tagliare l’istmo? – I tecnici italiani con chi hanno collaborato per realizzare questa impresa? –Q uanti km di navigazione ha consentito di risparmiare il taglio dell’istmo di Suez?
c. Adesso lavora con l’immaginazione e fai esprimere il tuo personaggio l’entusiasmo di partecipare a un’impresa di tale portata storica e lo sconforto provato nei momenti più complessi dell’impresa.
d. Leggete in classe i vostri testi e scegliete il più efficace, che potreste infine mettere in scena in forma di monologo.
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2. Illustra le innovazioni dovute all’utilizzo dell’elettricità e del petrolio. Scaletta: • Quando e come l’elettricità fu applicata all’industria? • Quali furono le principali invenzioni legate all’elettricità? • Perché la costruzione delle centrali elettriche fu determinante? • Come cambiarono i trasporti dopo l’estrazione su larga scala del petrolio?
“Gli effetti più sensazionali della Seconda rivoluzione industriale furono determinati dall’utilizzo dell’elettricità...” PARAGRAFI 8-16
che ha partecipato all’impresa del taglio del Canale di Suez. Fatti raccontare com’è andata.
personaggio i seguenti aspetti dell’impresa ingegneristica:
• Che cosa s’intende per “Seconda rivoluzione industriale”? • In quale arco temporale si estende? • Quali Stati ne furono protagonisti? • Quali furono le fonti energetiche utilizzate? • Quali fattori la differenziano dalla Prima rivoluzione industriale?
Come cominciare:
13. Immagina di incontrare uno degli ingegneri italiani
Organizza così le fasi del lavoro: a. Rileggi il paragrafo 1 e la scheda di pag. xxx b. Inizia a scrivere il testo, facendo spiegare al tuo
Scaletta:
“Nella seconda metà dell’Ottocento, l’Occidente inizia uno straordinario periodo di sviluppo economico e tecnologico che gli storici definiscono Seconda rivoluzione industriale...”
12. Scrivi una definizione dei seguenti termini, poi spiega
esteri, favorisce le industrie nazionali
rivoluzione industriale.
Come cominciare:
Le parole della storia
a. protezionismo: teoria economica che, tassando i prodotti
1. Spiega gli aspetti che caratterizzarono la Seconda
3. Spiega come le nuove scoperte della chimica cambiarono l’industria e la vita quotidiana delle persone. Scaletta: • Quali scoperte della chimica ebbero grande impatto sull’industria? • Perché le scoperte chimiche ebbero un forte impatto sulla medicina? • Quali farmaci furono inventati? • Che cosa si intende per “rivoluzione alimentare”? • Come si arrivò a comprendere l’importanza dell’igiene per la salute delle persone?
Come cominciare: “Nella Seconda rivoluzione industriale rivestì grande importanza lo sviluppo della chimica, una scienza che ebbe ampie applicazioni in ambito industriale...”