3 minute read
GLI INSETTI HANNO UN CERVELLO SIMILE AL NOSTRO?
Sì, più di quanto si pensi, nonostante sia assai più piccolo e semplice: mosche e moscerini della frutta hanno circa 200mila neuroni, gli umani ben 86 miliardi, tuttavia un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Zoologia dell’Università di Cambridge, in Inghilterra, ha mappato le connessioni neuronali del moscerino della frutta e scoperto che sono parecchio più complesse del previsto.
MEMORIA. I neuroni degli insetti, meno specializzati rispetto a quelli umani e più “multitasking”, conferiscono a questi animali alcune caratteristiche cognitive simili alle nostre, rendendo il loro cervellino molto efficiente: i mo-
IL LORO È PIÙ SEMPLICE, MA NON COSÌ DIVERSO, GRAZIE A UN ANTENATO COMUNE.
scerini hanno una memoria a breve termine, riescono ad anticipare e prevedere quello che accadrà, sentono il dolore e riescono anche a fermarsi e pensare prima di agire (cosa che a non tutti gli umani riesce). Inoltre sentono la fame e il sonno, proprio come noi, e condividiamo meccanismi genetici coinvolti nelle aree cerebrali che controllano il comportamento, al punto che alcuni ricercatori si chiedono se abbiano una forma di coscienza. Difficile rispondere, ma pare che dobbiamo le tante somiglianze con il cervello degli insetti a un antenato comune che risalirebbe a mezzo miliardo di anni fa. E.M.
PARENTI
Lo sguardo “alieno” di una mosca: il nostro antenato comune è di mezzo miliardo di anni fa.
Sembrerebbe il brusco risveglio da un brutto sogno, quello filmato da alcuni scienziati in un laboratorio di New York. Sotto osservazione era un polpo chiamato Costello, che in varie occasioni, svegliatosi di soprassalto, ha iniziato a dimenarsi assumendo un atteggiamento definito “predatorio” o “antipredatorio”. Secondo l’esperto di comportamenti animali Eric Angel Ramos, la condotta di Costello potrebbe essere la reazione istintiva a un incubo. Trauma. D’altronde, all’esemplare di Octopus insularis, i traumi da rivivere non mancherebbero, considerando che in uno scontro con un’altra creatura marina ha perso buona parte di due tentacoli e subìto danni a un terzo. Il cefalopode è stato ripreso in quattro filmati mentre, addormentato, mostrava all’improvviso comportamenti bizzarri come rapidi cambiamenti del colore mimetico, movimenti irregolari e spruzzi di inchiostro. Si tratterebbe di azioni simili a quelle innescate dallo stress naturale, tuttavia i ricercatori sono cauti nello spiegare questi comportamenti anomali: lo studio ha infatti riguardato solo un soggetto, che potrebbe essere stato spaventato da altri fattori o semplicemente aver mostrato segnali di senescenza. R.M.
L’ hard piace di più ai ragazzi o agli adulti?
Agli adulti. Secondo un sondaggio dell’American Perspectives Survey, il 57% degli uomini di età compresa tra 30 e 49 anni aveva guardato materiale pornografico nell’ultimo mese. La percentuale fra i giovani si fermava al 44% e negli anziani al 26%. Nei giovani, però, la pornografia può diventare una sostituzione dei rapporti fisici reali, il che finisce a volte per deprimere invece di stimolare. Siti pornografici. Da una ricerca dell’Istituto di endocrinologia e andrologia dell’Università di Padova sulle conseguenze della frequentazione assidua di siti pornografici di 4mila volontari (2mila adulti e 2mila ragazzi) emerge una profonda differenza nell’effetto della pornografia su adulti e giovani. Nei più grandi, la ricerca della sessualità in Internet esprime una volontaria ricerca del piacere, mentre nei ragazzi diventa una sostituzione, che riduce i rapporti fisici e può sfociare in patologia (dipendenza ossessiva nel 10% dei casi, anoressia sessuale nel 25% e disfunzioni erettili) e risultare deprimente. M Z.
Che effetto fa fare la spesa in coppia?
Induce a comprare di più e a lasciarsi andare all’acquisto di cibi sfiziosi, come biscotti o patatine. Un campione di coppie ha scelto cosa acquistare in un negozio online di prodotti alimentari predisposto appositamente dall’ESCP Business School di Berlino. I partecipanti sono stati assegnati a due condizioni: metà ha fatto la spesa in coppia mentre gli altri sono stati separati dal partner e hanno deciso individualmente cosa mettere nel carrello.
Complici. Da soli, i partecipanti hanno comprato in media otto prodotti. In coppia, hanno speso decisamente di più, raggiungendo una media di 20 prodotti. Ben nove di questi 12 articoli “extra” erano ipercalorici o, in generale, poco salutari.
Pare insomma che i partner si lascino andare all’euforia dell’acquisto e che si spalleggino nello sgarrare, anziché controllarsi e incoraggiarsi a vicenda a un’alimentazione sana. Del resto, uno studio della Virginia State University riporta che spesa e shopping in coppia non vengono scelti solo per ragioni pratiche ma anche per il piacere di farli insieme. M.Z.
I turisti spaziali potranno fare sesso in orbita?
Forse, ma sarebbe meglio non provarci, soprattutto se lo scopo è quello di concepire un figlio a 80-100 km di altitudine, senza gravità né schermatura contro le radiazioni ionizzanti. Uno studio pubblicato sul portale scientifico Zenodo, e condotto da un team di scienziati di Stati Uniti, Paesi Bassi, Regno Unito e Austria, ha esplorato i rischi dell’attività sessuale nello spazio, suggerendo alle compagnie che nei prossimi anni organizzeranno i viaggi in orbita di preparare una liberatoria che li sollevi dalle responsabilità in caso di infortuni o malattie.
Rischi spaziali. In verità, a preoccupare non sono solo le acrobazie alle quali i focosi amanti sarebbero costretti per copulare in assenza di gravità, ma anche i rischi per la salute della futura prole. Mancano, infatti, studi circa gli effetti delle radiazioni in tali circostanze, con il rischio che il feto sviluppi malattie o malformazioni. È sconsigliato, infine, l’uso dei contraccettivi, poiché non ne è certificata l’efficacia nello spazio. S .V.