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ELIE SAAB: MILLE E UNA CASA / 1001 HOUSES

LookINg AROUND anniversary

Un nuovo progetto di interior design e un allestimento d’autore DIECI ANNI DI VITRAHAUS per il Loft di un immaginario inquilino celebrano l’anniversario dell’iconico edificio di Herzog & de Meuron

Forse perché le sue forme simboleggiano l’archetipo stesso della casa, l’edificio progettato dallo studio svizzero è uno dei più amati tra i brani di architettura contemporanea che compongono quel museo diffuso, a cielo aperto, che è il Vitra Campus di Weil am Rhein. Visitata in un decennio da 3,5 milioni di persone, VitraHaus è andata oltre al suo ruolo di flagship store, diventando luogo di ospitalità, cultura, vendita, sperimentazione, svago, comunicazione. Per celebrare il decimo anniversario, afferma Till Weber, creative director VitraHaus, “abbiamo voluto creare

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1. L’ESTERNO DELLA VITRAHAUS A WEIL AM RHEIN, PROGETTATA DA HERZOG & DE MEURON. 2. ADAM CHARLAP HYMAN, AUTORE DELL’ALLESTIMENTO DEL VITRAHAUS LOFT, 2020. 3.4. SCORCI DEL NUOVO ALLESTIMENTO DEL LOFT.

un'inedita esperienza immersiva nel mondo Vitra, usare questi spazi che si sovrappongono e interagiscono, con angolature diverse e viste strepitose sull’esterno, in un modo nuovo, ritmato, fresco”. Il café al piano terra cambia così volto, ispirandosi alle forme e ai colori di Alexander Girard, e poco lontano si apre l’Interior Studio, un nuovo spazio di consulenza e ispirazione. Nei tre piani superiori, l’esposizione di prodotto si articola in modo fluido ma diversificato: per tipologia, per suggestioni di ambientazione – dove i classici si mescolano ai contemporanei – per autore. O ancora per colpi di scena

allestitivi, come l’installazione dinamica di una sorta di ruota panoramica composta da scocche colorate della Eames Chair, sedia che è possibile vedere assemblare dal vivo, per comprendere l’unicità estetica, tecnica e produttiva di un’icona del design. Percorrendo la scala che connette i quattro piani, le cui pareti sono animate da un murale continuo che narra da storia dell’azienda, si arriva al Loft, la vera sorpresa della nuova VitraHaus. Il nuovo interno d’autore, creato per un ipotetico abitante dell’ultimo piano dell’edificio, reca la firma (dopo quelle di Ilse Crawford, India Mahdavi e Raw Edges) di Charlap Hyman & Herrero, uno studio multidisciplinare di architettura, arte e design con sede a New York City e Los Angeles. Il suo co-fondatore, Adam Charlap Hyman, spiega: “abbiamo immaginato un interno domestico allegro, esuberante e ponderato, che si articola fluidamente in diversi ambienti: living, dining, studio, stanza da letto, terrazzo. Nel living un grande tappeto verde (come le pareti, ndr) funge da tunnel visivo verso le splendide colline circostanti, e al suo centro troneggia un enorme cuscino. È un omaggio a uno dei miei progetti di interior preferiti, l’ultimo piano di Palazzo Pucci a Firenze di Gae Aulenti”. E non è il solo. Tutto il Loft è un gioco di suggestioni, metafore, citazioni letterarie, artistiche e cinematografiche, da Antonioni a Godard, da Cocteau a Piranesi, “le cui stampe, che abbiamo appeso alle pareti, rimandano al carattere manierista di questo edificio”. “L’impressione”, continua il progettista, “è quella di trovarsi nella casa di un collezionista, dove il design di Vitra dialoga con tantissimi dettagli, in una tensione continua tra vecchio e nuovo, interno ed esterno, alto e basso, decorazione e modernità, reale e immaginario”. Progettare il Loft, conclude Charlap Hyman, è “fare un meraviglioso salto in un’architettura

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1. 2. 3. ALCUNI AMBIENTI DEL NUOVO ALLESTIMENTO GENERALE DELLA VITRAHAUS, REALIZZATO SU CONCEPT DI TILL WEBER, CREATIVE DIRECTOR VITRAHAUS, E DELLA STYLIST CONNIE HÜSSER.

che, con la sua forma archetipa di casa, si presta a una sorta di contemplazione sul significato stesso di casa. Siamo grandi ammiratori di Herzog & de Meuron: abbiamo cercato di essere estremamente sensibili all’architettura e di trovare modi stimolanti con cui giocarci. Spero che il nostro allestimento sia una rispettosa e allegra integrazione alla loro opera”. ■

Katrin Cosseta

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