Focus n. 316 - Febbraio 2019

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22 GENNAIO 2019 FEBBRAIO 2019 € 3,90 IN ITALIA

SPAZIO A CACCIA DI RIFIUTI IN ORBITA

pag. 18

Mensile: Austria, Belgio, Francia, Lussemburgo, Portogallo (cont.), Spagna € 7,00 / MC, Côte d’Azur € 7,10 / Germania € 10,00 / UK £ 8,50 / Svizzera Chf 8,90 – C.T. Chf 8,40 / USA $ 12,00. Poste Italiane / Spedizione in A.P. D.L. 353-03 art. 1, Comma 1 / Verona CMP

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REALIZZARE SE STESSI: CHE COSA DICE LA SCIENZA

CE L’HO FATTA! Vita digitale

INTERNET COMPIE 50 ANNI (E NON LI SENTE)

pag. 48

Animali

PERCHÉ L’UOMO È IL MIGLIOR AMICO DEL CAVALLO

pag. 102

ESERCIZIO, GENI, AMBIENTE, PERSEVERANZA E... FORTUNA: GLI ULTIMI STUDI SVELANO I 5 FATTORI DEL SUCCESSO

pag. 85

Scienza

UNA NUOVA TEORIA PER VIAGGIARE NEL TEMPO

pag. 124


www.focus.it

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FEBBRAIO 2019

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Uccelli nelle foto del premio della Audubon Society

Scoprire e capire il mondo L’invito alla lettura del direttore

Che cos’è il successo? Chi lo ottiene è più bravo degli altri? E che cosa serve davvero per raggiungerlo? Sono domande legittime e se ve le siete poste non siete necessariamente degli “arrivisti”. È normale avere delle aspirazioni. Le nostre, per esempio, sono di darvi ogni mese un numero di Focus più interessante del precedente. Jacopo Loredan

5 LA REALTÀ AUMENTATA DI FOCUS In pratica

Immagini a 360°, modelli 3D, filmati spettacolari...

85 CE L’HO FATTA! Dossier

18 COLPA DELLA SPAZZATURA SPAZIALE

86 COSTRUIRSI IL SUCCESSO

24 IL FIORE DEL MALE

92 IL GUAIO DI ESSERE FAMOSI

Spazio

La Terra è circondata da una nuvola di 20mila frammenti di ogni tipo. Un pericolo da disinnescare.

Comportamento

La cattiveria può manifestarsi in molti modi. Ma tutti i malvagi, in fondo, hanno lo stesso tipo di personalità.

30 SINFONIA DI PIUME

36 I CUSTODI DELLA LUCE

42 HITLER E L’ATOMICA

48 50 ANNI DI INTERNET

50 MALATI DI DECIBEL

58 VITE INCREDIBILI

Animali

Per raggiungere i propri obiettivi servono i geni giusti, autodisciplina e un pizzico di fortuna. Il successo ha un lato negativo: la notorietà. Non è facile gestirla perché dà dipendenza.

96 TANTI MODI DI ESSERE “PRIMI”

Il successo in Occidente coincide con fama e denaro, in Oriente è più prestigio e condivisione.

Le immagini più belle di un premio dedicato agli uccelli.

Tecnologia

Siamo entrati nella sala controllo che porta l’elettricità a quasi tutta l’Italia.

Storia

Storia della bomba che il Führer non ebbe mai: tra eroi, spionaggi e un pizzico di fortuna (per noi).

Inquinamento acustico

50

Vita digitale

Nel 1969, i computer di Stanford e Ucla vennero connessi per creare una tecnologia rivoluzionaria.

Salute

Viviamo nel rumore. Come possiamo difenderci?

Storia

Guerre, naufragi, esecuzioni: non è facile uscirne vivi. Ma c’è chi è sfuggito a un destino segnato.

6 | Focus Febbraio 2018

15

L’intervista a un fisiologo che studia l’ibernazione (per l’uomo)


RUBRICHE

144

3 La buona notizia

56 Come funziona

80 Motori

8 Flash

15 L’intervista

100 Visioni dal futuro

17 In numeri

118 Osservatorio

12

Licheni: quello che non ti aspetteresti

I diversi volti del freddo e del ghiaccio

SEZIONI 75 Prisma 112 Domande & Risposte 151 MyFocus

64

Scienza

ISOLATI

Viaggio nei luoghi più “sigillati” e remoti del Pianeta.

70 C’È CHI DICE NO Comportamento

156 Relax 158 Giochi 161 Mondo Focus

77

Il Mago di Oz è un... influencer

Niente rifiuti, ferie, sesso... Le scelte di chi vive “senza”.

102 PERCHÉ SIAMO A CAVALLO

Antropologia

Come è nato e si è evoluto un rapporto speciale.

108 IL SELFIE MAGICO

Tecnologia

Nelle foto con il telefonino non vi piacete? Oggi ci sono incredibili app per essere tutti più belli (e finti).

120 CI VUOLE IMMAGINAZIONE

Scienza

130

È la base per l’evoluzione umana, l’arte e la scienza.

124 A SPASSO NEL TEMPO

Scienza

Ideato un nuovo modo per viaggiare nel passato...

130 È SOLO... INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Società

Robot e nuovi supercomputer non ci sostituiranno. Anzi, ci aiuteranno a risolvere i problemi del Pianeta.

134 DENTRO LE SUPERSPEZIE

Alimentazione

Curcuma, zenzero e ginseng sono un rimedio per molti disturbi (si dice). Ma è vero?

138 CORRI, SPARA, UCCIDI

Tecnologia

I videogiochi istigano alla violenza e sono un pericolo? Ecco che cosa dice la scienza.

144 L’UNIONE FA LA FORZA

Non dobbiamo temere i computer

Natura

I licheni: pionieri che colonizzano le terre per primi.

In copertina: foto Shutterstock.

18

I detriti in orbita aumentano. Ecco le proposte per rimediare

Ci trovi anche su:

Febbraio 2018 Focus | 7


Copyright Esa/Nasa

Spazio

COLPITO. Il segno lasciato da un micrometeorite (forse un frammento di satellite) sul vetro della Cupola, il modulo panoramico da cui gli astronauti della Stazione spaziale internazionale osservano il cosmo. Ha un diametro di 7 cm.

TUTTA COLPA DELLA

SPAZZATURA

SPAZIALE


La Terra è circondata da una nuvola di 20mila frammenti di ogni dimensione, da quelle di una goccia a quelle di un Tir. Un pericolo da disinnescare.

I

n orbita sopra le nostre teste c’è una grande “nuvola” composta non solo dai satelliti in attività ma soprattutto da quelli che hanno finito la loro vita operativa, stadi di razzi, oggetti persi dagli astronauti durante le attività extraveicolari e, soprattutto, una grandissima quantità di detriti provenienti da lanci falliti e scontri casuali tra questi oggetti sempre più abbondanti. È la “spazzatura spaziale” o space junk, che rende sempre più pericoloso l’utilizzo dello spazio attorno al nostro Pianeta per i satelliti e... per gli astronauti (v. foto a sinistra). PULIZIA IN ORBITA. La soluzione? Po-

trebbe essere uno “spazzino spaziale”. Come quello che hanno pensato al Surrey Space Centre dell’Università del Surrey a Guildford, in Inghilterra, dove è stata progettata la missione RemoveDEBRIS: un prototipo di satellite è stato lanciato lo scorso aprile a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX, ha raggiunto la Stazione spaziale internazionale e da lì è stato messo in orbita. Lo scorso settembre, ha effettuato con successo il primo test di cattura di un detrito con una rete che, appesantendolo, lo porterà a perdere lentamente quota fino a raggiungere la parte più densa dell’atmosfera e a bruciare per l’attrito con l’aria (v. foto e realtà aumentata alla prossima pagina). Prima che questo accada, la missione continuerà anche nei primi mesi del 2019 con lo studio di altre soluzioni. Dapprima è prevista la simulazione del-

la cattura di un detrito con un arpione collegato con un cavo al satellite, come se fosse una baleniera a caccia di balene. Poi sarà il satellite stesso a trasformarsi in rifiuto spaziale, aprendo una vela che lo rallenterà a causa della resistenza aerodinamica prodotta dalla tenue atmosfera comunque presente alla quota in cui orbita, fino a farlo abbassare e bruciare. Un’idea aggiuntiva per limitare il problema del sovraffollamento delle orbite più basse, infatti, potrebbe essere quella di dotare ogni satellite presente in quella fascia di vele di questo tipo, da aprire al termine della loro missione, in modo da farli disintegrare nell’impatto con l’atmosfera. A MIGLIAIA. La missione RemoveDE-

BRIS, cofinanziata al 50 per cento dalla Commissione Europea, «è una dimostrazione in orbita di varie tecnologie per la rimozione di grossi detriti nello spazio», spiega l’ingegnere italiano Giuseppe Aglietti, direttore del Surrey Space Centre, a capo del progetto. «D’altra parte, in orbita attorno alla Terra ci sono oltre 7.000 tonnellate di detriti, le cui dimensioni variano da piccolissimi frammenti, come scaglie di vernice, a interi satelliti grandi come un autobus che pesano diverse tonnellate. Questi detriti orbitano a velocità di vari chilometri al secondo, e sono quindi in grado di produrre danni significativi in caso di collisione con un satellite operativo». Al momento, in orbita si contano oltre

20mila oggetti creati dall’uomo, fra satelliti attivi – che costituiscono solo il 5% del totale –, satelliti inattivi e frammenti di varia dimensione e natura (considerando solo quelli visibili e quindi tracciabili; in realtà si stima che il numero totale arrivi a diversi milioni). Ma i rifiuti spaziali sono destinati ad aumentare a dismisura nei prossimi anni, se aziende come SpaceX porteranno avanti i loro progetti di costellazioni di migliaia di satelliti per telecomunicazioni. Proprio SpaceX, infatti, ha ottenuto a novembre scorso il primo via libera dalla Federal Communications Commission (Fcc) statunitense per il lancio in orbita bassa dei primi 4.425 satelliti Starlink, con cui avviare un progetto di connettività Internet satellitare a livello mondiale (v. Focus n° 315). E anche altre aziende sono intenzionate a percorrere strade simili. PERICOLI AMBULANTI. Un traffico del

genere va controllato, perché, nonostante in apparenza sopra le nostre teste ci sia un enorme spazio disponibile, in realtà le collisioni fra oggetti in orbita sono molto più frequenti di quanto si possa immaginare. Tanto che anche gli astronauti a bordo della Stazione spaziale internazionale (Iss) si sono trovati spesso costretti a effettuare manovre di innalzamento o abbassamento dell’orbita per evitare l’impatto con pericolosi “proiettili spaziali” vaganti. Ma è possibile ridurre o, meglio ancora, eliminare questi rischi? «Un primo passo è quello di evitare esplosioni in orbita, assicurandosi che nei satelliti inattivi o nei lanciatori non più utilizzati non ci sia energia residua (per esempio combustibile o batterie)», spiega Francesca Letizia, Space Debris Engineer dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), che opera presso lo European Space Operations Centre (Esoc) di Darmstadt, in Germania.

Febbraio 2019 Focus | 19


Salute

MALATI DI DECIBEL

Vuoi ascoltare il rumore di Hong Kong e di altre localitĂ ? Inquadra la pagina con la app di Focus... e alza il volume del tuo smartphone SCARICA LA APP (INFO A PAGINA 5)

An Rong Xu/The New York Times/Contrasto

Viviamo in mezzo al rumore e la salute ne risente. Come possiamo difenderci?


ASSORDATI E CONTENTI. Una via di Mong Kok, zona centrale di Hong Kong.

IN SINTESI • In Europa l’inquinamento acustico è una minaccia ambientale seconda solo allo smog • I rumori molesti possono causare stress e calo dell’udito. Ma possono aumentare anche il rischio di infarto e persino l’incidenza del diabete • Il mal di rumore provoca circa 43.000 ricoveri all’anno nella sola Europa


DOSSIER

T

utti lo cercano, tutti lo vorrebbero. Oggi sembra a portata di mano per chiunque, ma poi sfugge e pochi arrivano ad acchiapparlo per davvero. Non solo: spesso abbiamo l’impressione che chi ci riesce non se lo sia poi tanto meritato, o che comunque molti personaggi di successo in fondo non siano diversi da chiunque altro (o addirittura che si tratti di persone che, sulla carta, non avrebbero avuto i numeri per ottenerlo). Anche perché è difficile dire che cosa sia il successo: per tanti corrisponde alla fama, per moltissimi significa fare soldi a palate, per altri ancora mettere a frutto i propri talenti personali a prescindere dal conto in banca. Il successo ha tante facce, insomma, alcune perfino oscure (vedi articolo seguente), ma si può di sicu-

ro definirlo come riuscire a raggiungere i propri obiettivi, indipendentemente dal fatto che si tratti di traguardi più o meno ambiziosi. Ma esiste una strada maestra per riuscire nella vita? Anche la scienza ha provato a rispondere a questa domanda, cercando di scovare quali fattori si associno ai “trionfi” più facilmente misurabili, come i buoni risultati a scuola o sul lavoro, una carriera al top o la ricchezza personale. Scoprendo che i mattoni necessari a questa costruzione sono tanti, dal carattere alla famiglia di provenienza, dal patrimonio genetico alla fortuna. EREDITÀ E CERVELLO. Iniziamo con

un dato: il successo dipende in buona parte dai geni che ci troviamo in sorte alla nascita. Uno studio condotto dal

King’s College di Londra su un gruppo di seimila gemelli (Twins Early Development Study) ha dimostrato che il Dna influenza per circa il 50 per cento i risultati ottenuti all’università e pure l’accesso a un ateneo più o meno prestigioso. Emily Smith-Woolley, la genetista comportamentale che ha guidato lo studio, ha precisato che non si sa però quali siano i “geni del successo”; è plausibile che siano legati almeno in parte a come è costruito il nostro cervello, visto che le persone con una buona riuscita nella vita hanno connessioni cerebrali tre volte più numerose e attive rispetto a chi non ha raggiunto altrettanti traguardi. Lo provano i dati raccolti attraverso un celebre studio Usa, lo Human Connectome Project, che raccoglie le “fotografie” ottenute con la risonanza magnetica

COME SI COSTRUISCE IL

Riuscire nella vita significa raggiungere i propri obiettivi. Ma come? Bisogna avere i geni giusti, ma anche autodisciplina e un pizzico di fortuna.


ESSERE CURIOSI. Ecco forse perché an­

che interessi e curiosità portano verso il successo: un lungo studio, condotto dal­ l’Università del Michigan su circa 6.200 bimbi (l’Early Childhood Longitudinal Study), ha dimostrato che essere curiosi serve anche ad annullare lo svantaggio

di essere nati per esempio in una fami­ glia disagiata, portando a ottenere ottimi risultati a scuola. Anche avere buone re­ lazioni con gli altri porta a riuscire nella vita: «Fin dall’infanzia chi sta bene con i propri pari non viene messo ai mar­ gini e ha quindi più accesso a risorse e informazioni. Diventa così anche più ottimista, si sente utile agli altri», dice Guido Alessandri del Dipartimento di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma. Stare in gruppo insegna inoltre a essere adattabili, ma dà anche il corag­ gio di “lanciarsi” di più. Così i successi arrivano più facilmente: un esperimen­ to condotto dallo University College di Londra attraverso kickstarter.com, la piattaforma online per finanziare le idee più creative, ha dimostrato che un suc­ cesso tira l’altro perché i fondi vanno

Che cosa faresti per avere successo? Dai il massimo o scegli il relax? Inquadra la pagina con la app di Focus e fai nostro test SCARICA LA APP (INFO A PAGINA 5)

Shutterstock

dell’architettura interna del cervello di centinaia di persone. Risultato: le regio­ ni associate alla memoria, all’immagina­ zione, alla socievolezza e al ragionamen­ to “parlano” molto di più fra loro, anche quando il cervello è a riposo. C’è di buono che una mente disegnata per il successo può sì essere ereditata, ma può pure es­ sere allenata stimolando continuamen­ te l’intelletto: le connessioni cerebrali infatti si possono creare mantenendo attivi i neuroni.


Antropologia

PERCHÉ SIAMO A CAVALLO Ci ha dato la sua dote più preziosa: la velocità. Ci ha permesso di conquistare terre. E di vincere battaglie. Ecco come è nato e si è evoluto un rapporto speciale.

R

iccardo III, appiedato in battaglia, per riavere un indispensabile destriero avrebbe dato tutto: “Un cavallo, un cavallo, il mio regno per un cavallo!” è tra i versi più celebri del dramma di William Shakespeare. L’imperatore romano Caligola, riportano storici dell’epoca come Svetonio e Cassio Dione, avrebbe persino voluto fare console il suo equino preferito, Incitatus (ma, pare, era una fake news di allora...). E i reali di ogni epoca – a parte quella più recente – hanno scelto di farsi raffigurare fieramente in sella. Insomma, il cavallo non è davvero un animale qualsiasi, per noi umani. La relazione tra uomini ed equini dura da circa 6.000 anni, ed è speciale. Perché ha dato al sapiens una velocità non umana, lo ha aiutato a dominare le altre specie, lo ha accompagnato negli spostamenti e nella conquista di altre terre... o delle terre degli altri. Quella che ci lega al moderno cavallo (Equus ferus caballus) è una relazione intrecciata sulle steppe euroasiatiche meno di sei millenni fa. Prima, i cavalli selvatici erano una preda per l’uomo, che li cacciava per nutrirsene. Poi, confermano gli studi più recenti, una popolazione comincia a cambiare tutto: sono i Botai, stanziati nell’attuale Kazakistan. «Le prime testimonianze di cavalli addomesticati risalgono al 3500 a.C.», racconta Alan K. Outram, archeologo e paleoeconomista dell’Università di Exeter (Regno Unito). «All’inizio, questo animale è ancora solo una fonte di cibo: si mangia carne di cavallo e si mungono le giumente. Ma si comincia a cavalcare alcuni esemplari, anche se solo per pascolare il resto del branco. All’epoca, le popolazioni di cavalli selvatici erano al collasso: difficile che i Botai si limitassero a cacciarli». CARNE E LATTE. Di questo primo contatto raccontano i reperti archeologici: negli

insediamenti botai sono stati ritrovati denti e mascelle equine già con i segni di un morso, abbondanti resti di letame, frammenti di vasi ancora unti di latte di cavalla. I cavalli moderni non discendono però da quelli dei Botai, che invece, secondo uno studio internazionale del 2018, sono gli antenati dei cavalli di Przewalski: una


Dal piccolo pony al possente cavallo da tiro: inquadra la pagina e scopri come l’uomo ha “cambiato” i cavalli

TUTTO COMINCIA QUI. L’allenamento di un fantino e di un cavallo da corsa in Kazakistan: in questa zona dell’Asia è stato domesticato il cavallo.

National Geographic/Getty Images

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Scienza

Te

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A spasso nel o

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Ideato (grazie alla Relatività generale di Einstein) un nuovo modo per viaggiare nel passato... Funzionerà?

124 | Focus Febbraio 2019

V

iaggiare indietro nel tempo è possibile: non è il lancio di un nuovo film di fantascienza, ma il risultato di una ricerca scientifica condotta da Caroline Mallary, dottoranda in Fisica alla University of Massachusetts a Dartmouth (Usa), insieme al suo docente Gaurav Khanna. C’è da crederci? Forse. Di certo, lo studio si basa sulla teoria della Relatività generale di Albert Einstein, che da più di un secolo continua a regalarci sorprese. Tante sue previsioni, considerate inizialmente solo curiosità matematiche (come l’esistenza dei buchi neri o delle onde gravitazionali), si sono poi dimostrate vere. Chissà allora che un giorno non incontreremo un viaggiatore del tempo, che magari ci racconterà come l’idea di Mallary gli abbia consentito di raggiungerci dal futuro.

EFFETTI SPECIALI. In realtà, il fatto che la Teoria della

Relatività – con la sua idea rivoluzionaria di un tempo e di uno spazio “flessibili” – consenta almeno in linea di principio i viaggi nel tempo è cosa ormai risaputa. Secondo la Relatività generale, infatti, il tempo scorre più lentamente per chi si trova in un campo gravitazionale più intenso. Per esempio, in pianura il tempo misurato dall’orologio che abbiamo al polso rallenta rispetto a quando siamo in montagna, perché siamo più vicini al centro


Getty Images

TUTTO Ăˆ RELATIVO. Con la sua concezione di un tempo flessibile, la RelativitĂ rende possibili i viaggi nel tempo.


SocietĂ

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CHI HA PAURA DEL CYBORG? Le macchine saranno presto piĂš intelligenti di noi, ma questo non deve fare paura, secondo molti studiosi del settore.


Robot e nuovi supercomputer di sicuro non ci sostituiranno. Anzi, ci aiuteranno a risolvere i problemi del Pianeta. Parola di scienziati.

Ma è solo... Intelligenza artificiale


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