Focus n. 320 - Giugno 2019

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Mensile: Austria, Belgio, Francia, Lussemburgo, Portogallo (cont.), Spagna € 7,00 / MC, Côte d’Azur € 7,10 / Canada CAD 12,00 / Germania  € 10,00 / Svizzera Chf 8,90 – C.T. Chf 8,40 / USA $ 12,00. Poste Italiane / Spedizione in A.P. D.L. 353-03 art. 1, Comma 1 / Verona CMP

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320

21 MAGGIO 2019 GIUGNO 2019 € 3,90 IN ITALIA

MISSIONE ASTEROIDI CACCIA NELLO SPAZIO AI MINERALI PREZIOSI

DOPO NOTRE-DAME L’ALTA TECNOLOGIA CONTRO GLI INCENDI

AFFASCINA, INTRIGA, SPAVENTA. E LE ULTIME SCOPERTE CONFERMANO LA SUA STRAORDINARIETÀ

T-REX I SEGRETI DEL DINOSAURO INVINCIBILE

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320 GIUGNO 2019

www.focus.it

Scoprire e capire il mondo 8 PRISMA 10 Il caro estinto 13 I numeri 17 Cogli l’etimo 18 La foto sonora 20 Quattro domande 25 Il gioco dei perché 28 Le bacche di goji

18

I segreti delle voci dei rapaci notturni

È vero, l’aglio migliora la memoria

17

dossier Il divo preistorico 34 UN RE TIRANNO

Affascina, intriga, spaventa. Perché è una delle creature più micidiali che siano mai esistite. Tutti i segreti del T. Rex.

40

Non tutti gli incontri con il T. Rex finivano male

40 IL MONDO PERDUTO

C’era una volta un pianeta caldo come una serra popolato da mega erbivori e rettili volanti. Qui c’era anche lui, il più temibile, a seminare il panico.

46 L’ASTEROIDE STERMINATORE

Una brutta giornata di 66 milioni di anni fa segnò la fine dei dinosauri. Così gli scienziati l’hanno ricostruita.

52 QUANTO SMOG ABBIAMO IN CORPO

59 E ORA CERCHIAMO I BUCHI BIANCHI

64 IN POSA SUL PALO

salute

Ogni anno l’inquinamento atmosferico miete milioni di vittime. Ecco tutti i danni che provoca.

scienza

La prima foto di un buco nero ha conquistato i media. Ma per il fisico Carlo Rovelli siamo solo all’inizio.

animali

Basta piantare un legno nei campi per vedere uccelli di ogni tipo che vi si posano.

In copertina: Shutterstock(2) - The New York Times/Contrasto - Reuters/Contrasto.

76

Siamo la specie animale che si guarda di più negli occhi Focus | 3


70 POMPIERI HI-TECH

76 SEX APPEAL

82 INSIEME PER SALVARE IL PIANETA

88 SE NON CI FOSSERO LE ALPI...

96 OBIETTIVO SICUREZZA

Robot a prova di fiamma, visori a infrarossi, respiratori... mai come oggi la tecnologia viene in aiuto dei vigili del fuoco.

Perché alcune parti del corpo ci piacciono più di altre.

iniziative

Scienza, tecnologia, natura e animali. Il nostro ambiente è il protagonista della prima tappa di Focus Live, il festival di Focus: a Genova due giorni di incontri e laboratori per scoprire come possiamo rendere il mondo migliore.

storia

... sarebbe un’altra Italia. Forse oggi parleremmo tutti tedesco, avremmo problemi idrici anche al Nord e in tutta la Penisola farebbe più freddo.

tecnologia

Le auto del prossimo futuro avranno mille strumenti per salvare guidatori e pedoni. E molte decisioni le prenderanno in autonomia.

spazio

Per la prima volta nella storia, una sonda bombarda un asteroide per studiarne l’interno. E un’altra proverà a deviarne l’orbita. Per svelare i misteri del cosmo. E cercare metalli preziosi.

108 LE NUOVE PEPITE TERRESTRI

115

I moscerini conoscono i piaceri del sesso. E si ubriacano se non ne fanno

126 HOBBY SAPIENS

scienza

Disprosio, neodimio, europio... Elementi chimici dai nomi astrusi che sono presenti in tutti gli oggetti tecnologici moderni. Difficili da estrarre e quasi tutti “cinesi”.

ESSERE UGUALI... 120 CIMAPIACE NON TROPPO

Lo smog è più letale del fumo di sigaretta

comportamento

102 A CACCIA DI PEPITE SPAZIALI

52

tecnologia

RUBRICHE

7 L’oblò 94 Tipi italiani 114 Domande & Risposte 134 A confronto 149 MyFocus 154 Giochi 160 Cartellone

4 | Focus

Una passione può diventare mestiere, ma anche gioco. Un gioco altamente specializzato che noi chiamiamo passatempo anche se è molto di più.

LEONARDO SUPERÒ 138 EIL L’ALUNNO SUO MAESTRO

comportamento

Le ricerche ci dicono che a un livellamento generale preferiamo le differenze economiche. Purché uno se le sia davvero meritate.

curiosità

arte

Quando se ne accorse, Andrea del Verrocchio rinunciò alla pittura. Ma i due artisti si influenzarono a vicenda ancora per molto.

144 CHE COSA INSEGNA IL VENTO

intervista

Il velista Giovanni Soldini racconta il rapporto speciale con il suo compagno di vita.

114

Perché gli orientali hanno gli occhi a mandorla?

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PRISMA

SONORO

LE VOCI DELLA NOTTE È bellissimo, il barbagianni: peccato che così bene come in questa foto non sia frequente vederlo. Spesso invece, col suo piumaggio candido, appare nel buio solo come un bianco fantasma, tanto che in passato ciò gli ha dato la fama di portatore di sventure. Eppure non fa che cacciare topi e altri roditori, localizzandoli con l’udito fine (il “disco facciale” di penne funziona come una parabola per raccogliere i suoni e dirigerli verso le orecchie) e piombando su di loro con un volo silenzioso. Vive anche vicino all’uomo, e fa il nido in fienili o chiese. Per notare la sua presenza, e quella di altri rapaci notturni, il modo migliore è ascoltare: potete sentire la voce del barbagianni e di altri signori della notte con la realtà aumentata di Focus. (G.C.)

18 | Focus


Tim Flach/Getty Images - Audio: Tony Archer, Marco Dragonetti (www.birdsongs.it), Robin Fifield

AUDIO

RICONOSCI IL VERSO DI QUESTI RAPACI NOTTURNI INQUADRA LA PAGINA CON LA APP INFO A PAGINA 5


dossier La macchina perfetta

Si pensa che l’adulto avesse piume sottili sulla testa. Gli occhi, grandi come pompelmi, garantivano una vista molto migliore di quanto si pensasse.

I denti posteriori erano fitti, lunghi fino a 30 centimetri, come l’altezza di questa pagina, e ricurvi come le banane.

Grazie ai forti muscoli, il morso era potentissimo.

Le braccia erano molto corte e probabilmente non servivano a nulla.

I denti sulla punta del muso erano piccoli e adatti a strappare.

UN RE

TIRA 34 | Focus


Il divo preistorico

È C’era una lieve copertura di piume sulla coda.

un divo, protagonista di film, libri, videogiochi, serie televisive. Un’icona, citata da intellettuali e saggisti. È il cattivo della saga di Jurassic Park, protagonista nei romanzi di fantascienza Quintaglio Ascension Trilogy di Robert Sawyer. Fa capolino nelle discussioni pubbliche, quando è necessario apostrofare qualcuno come particolarmente brutale. Non si tratta di un attore o del solito influencer di YouTube, ma del Tyrannosaurus rex. La superstar dei dinosauri. Così presente nell’immaginario collettivo che l’American Museum of Natural History di New York gli ha dedicato una gigantesca mostra, aperta l’11 marzo 2019 e che chiuderà i battenti il 9 agosto 2020, che riassume e presenta tutto quello che la scienza sa del T. rex. Che non sia solo la scienza a occuparsene lo dimostra il fatto che di recente un fossile è finito su eBay per la modica cifra di 2,95 milioni di dollari: chi può, si piazza così un cucciolo di tirannosauro in salotto (nonostante le proteste dei paleontologi). «Negli ultimi dieci-vent’anni ci sono state moltissime scoperte su questa specie, che hanno arricchito e a volte rivoluzionato quello che sappiamo. E non solo sul tirannosauro, ma anche sull’ambiente dove viveva, e soprattutto sui suoi antenati», spiega Mark Norell, responsabile della sezione di paleontologia dell’American Museum of Natural History.

Le zampe posteriori erano lunghe e muscolose. A reggere tutto il peso dell’animale erano tre dita massicce dotate di artigli.

Merito soprattutto della grande quantità di fossili che abbiamo: oltre cinquanta scheletri di T. rex, alcuni quasi completi, che ne hanno fatto uno degli animali preistorici più conosciuti. UN ANIMALE DIFFERENTE Fino a qualche decennio fa, il tirannosauro era considerato un rettile lento e ottuso, con la lunga coda che si trascinava per terra e il cervello poco più grande di una nocciolina. Secondo alcune interpretazioni al massimo poteva nutrirsi di carogne. Ora però, grazie a una serie di progetti di ricerca innovativi che vanno dalla crescita ossea alla biomeccanica, siamo in grado di ricostruire un ritratto più fedele di questa enorme macchina di distruzione. Era infatti il superpredatore del Nord America Occidentale (vedi il prossimo articolo), sicuramente uno dei più potenti del pianeta, e le sue caratteristiche erano evolute per seminare il terrore. La parte che colpisce di più è la grande testa, costituita da ossa forti, con parecchi “fori” che ne alleggerivano il peso senza indebolirne la resistenza agli stress scatenati dai morsi. Aveva più o meno le dimensioni di una Smart; soltanto il cranio misurava circa un metro e mezzo dalla punta del muso all’orecchio. Le mascelle erano armate da una cinquantina di denti conici robusti, appuntiti e leggermente ricurvi verso l’interno: il tirannosauro non masticava le prede, ma ne staccava la carne a pezzi. Un gruppo di ricercatori ne ha ricostruito digitalmente la mascella, basandosi su caratteristiche muscolari dei lontani parenti di oggi, come uccelli

Affascina, intriga, spaventa. Perché è una delle creature più micidiali che siano mai esistite. A New York lo si celebra con una mostra spettacolare. Tutti i segreti del T. rex.

NNO

di Marco Ferrari

Focus | 35


salute

Quanto abbiamo in corpo L’inquinamento atmosferico miete milioni di vittime e colpisce ogni organo del corpo.

I

di Chiara Palmerini

l 3 dicembre 1930, nella valle del fiume Mosa, in Belgio, gli ospedali furono subissati da chiamate di persone colte da sintomi gravi e improvvisi: non riuscivano a respirare, avevano tosse, mal di gola, dolori al petto, vomito. Nell’arco di ventiquattro ore, in sessanta morirono. Come si capì in seguito, in quell’inizio di inverno, l’assenza di vento e l’inversione termica, che favorisce la nebbia e il ristagno dell’umidità, aveva contribuito a intrappolare vicino al suolo, a portata di naso e polmoni, i fumi venefici delle fabbriche della zona, all’epoca una delle più industrializzate d’Europa. Una storia quasi identica si verificò nel 1948 a Donora (Usa), sede di acciaierie e fabbriche di zinco, dove morirono una ventina di persone, e alcune migliaia si sentirono male. E poi ancora nel 1952 a Londra, dove le vittime del Grande Smog, che colpì la città tra il 5 e il 9 dicembre, si stima siano state diverse migliaia. KILLER MICROSCOPICI Fu subito chiaro, in quegli anni, che responsabile di quelle nebbie mortali era l’inquinamento. Oggi il killer è meno visibile, non sempre si nasconde nella nebbia, ma continua a mietere un numero impressionante di vittime. Soprattutto, non colpisce solo dove ci si aspetterebbe (i polmoni), ma danneggia il corpo e la salute in modi del tutto inaspettati. «Non si tratta, come a volte si pensa, di una semplice anticipazione di eventi che ci sarebbero comunque stati», osserva Paolo Crosignani, epidemiologo a lungo ricercatore all’Istituto dei tumori di Milano. «Sono morti che, se non ci fosse stato l’inquinamento, sarebbero state evitate». Un po’ come è 52 | Focus


IN SINTESI • L’inquinamento atmosferico è più letale del fumo delle sigarette. • Oltre ad asma e bronchiti, è responsabile di infarti, ictus e ipertensione. Ed è legato a demenze e Alzheimer. • Nei bambini compromette lo sviluppo del cervello.

SENSIBILIZZAZIONE Per protestare contro l’inquinamento, l’artista tedesco Martin Nothhelfer pedala per le strade di Monaco con la sua bicicletta che espelle fumo se la qualità dell’aria è pessima.

9

Epa/Ap

MILIONI DI PERSONE MUOIONO OGNI ANNO PER L’INQUINAMENTO DELL’ARIA


tecnologia

Pompieri hi-tech

Robot a prova di fiamma, visori a infrarossi, respiratori... Mai come oggi la tecnologia viene in aiuto dei vigili del fuoco. Che affrontano prove durissime per salvarci. di Riccardo Oldani


Reuters/Contrasto

Erwan Thepault/Bspp

EROE DI METALLO A sinistra, Colossus, il robot pompiere che ha dato il contributo più importante allo spegnimento dell’incendio di Notre-Dame (sopra), entrando in un ambiente inaccessibile all’uomo per via della temperatura elevatissima (800 °C).


spazio

A CACCIA DI

PEPITE

SPAZIALI Nasa/The New York Times/Contrasto

di Vito Tartamella


VIDEO

Per la prima volta nella storia, una sonda bombarda un asteroide per studiarne l’interno. E un’altra proverà a deviarne l’orbita. Per svelare i misteri del cosmo. E cercare metalli preziosi.

I

Thomas Appéré/Jaxa

l velivolo sorvola il bersaglio, un terreno scuro e sassoso. A 500 metri di quota, inquadra l’area e sgancia la bomba. L’ordigno, un cilindro di 2 kg, cade lentamente, mentre il velivolo si allontana per non essere investito dai detriti. A 20 metri dal suolo, nel silenzio si accende un lampo di luce: il timer ha innescato l’esplosione. Il proiettile schizza contro il terreno a 7.200 km orari, sollevando una nuvola di polvere. Quando si dirada, mostra un cratere. L’insolito bombardamento è avvenuto lo scorso 5 aprile alle 4:36 del mattino. A 316 milioni di km di distanza dalla Terra. Il bersaglio, infatti, era Ryugu, un asteroide a forma di diamante, del diametro di 870 metri. Se fosse poggiato accanto al grattacielo più alto del mondo, il Burj Khalifa di Dubai, 160 piani, sarebbe più alto di 50 metri. L’operazione, seguita da una videocamera flottante, è stata trasmessa in mondovisione su Twitter: era la prima volta che un asteroide veniva bombardato. Nelle prossime settimane il velivolo – la sonda Hayabusa2 della Jaxa, l’agenzia spaziale giapponese – toccherà il suolo di Ryugu con un corno d’acciaio: i suoi uncini raccoglieranno campioni del terreno, per portarli sulla Terra nel 2020, quando la sonda atterrerà in Australia. La missione sarà un successo se riuscirà a portare almeno 1 grammo di questo corpo celeste. Dopo 6 anni dal lancio e un investimento di 134 milioni di euro.

GIGANTE MEtROPOLITANO Nel fotomontaggio, come apparirebbe l’asteroide Ryugu se fosse poggiato su New York. Il suo diametro è di 870 metri. Nella pagina a lato, Ryugu inquadrato da vicino.

LA SONDA HAYABUSA2 SULL’ASTEROIDE RYUGU INQUADRA LA PAGINA CON LA APP INFO A PAGINA 5

MISSIONI RIVOLUZIONARIE È un momento storico per l’esplorazione di questi misteriosi massi spaziali, sui quali siamo riusciti ad atterrare per la prima volta solo 18 anni fa. E non è l’unico successo: all’inizio dell’anno, la sonda New Horizons della Nasa si è avvicinata a MU69, l’asteroide più lontano mai incontrato da un veicolo spaziale. Largo 31 km, a forma di caciotta, orbita oltre Plutone: più di 43 volte la distanza Terra-Sole. I dati di questo sorvolo impiegheranno 20 mesi per arrivarci. E nei prossimi 7 anni sono attese altre 4 missioni che sveleranno i segreti di questi fossili del Sistema solare. La sonda OsirisRex della Nasa sta sorvolando l’asteroide Bennu: l’anno prossimo raccoglierà dei campioni usando un braccio meccanico. Costo della missione: 878 milioni di euro. Nel 2022 la Nasa farà schiantare la sonda Dart sull’asteroide Didymoon, 163 metri di diametro, a 21.600 km orari, modificando così la sua orbita. Per la prima volta, l’uomo proverà ad alterare la dinamica di un oggetto spaziale: se un asteroide minaccerà la Terra (come quello che cancellò i dinosauri), sapremo come deviarlo. E nel 2026 la sonda Hera dell’Esa andrà a studiare il cratere prodotto dall’impatto. Nello stesso anno un’altra sonda della Nasa raggiungerà per la prima volta un asteroide ricco di metalli, Psyche. Ma perché tanti sforzi per recuperare materiale da una roccia che orbita nello spazio interplanetario? Perché gli asteroidi sono i mattoni da cui è nato il Sistema solare: studiarli significa «fare un viaggio alle nostre origini: sono i testimoni incontaminati di un’epoca lontanissima», dice Monica Lazzarin, docente di astrofisica del Sistema solare all’Università di Padova. «Gli asteroidi sono ciò che resta del disco protoplanetario, la nube di gas e polveri che 4,5 miliardi di anni fa ruotava intorno al Sole appena nato. Conoscerne la composizione può svelarci come si sono formati i pianeti e la vita. Gli asteroidi più vicini sono rocce simili a quelle terrestri; i più lontani sono fatti per lo più di ghiaccio, silicati e materiali carbonacei. I corpi più remoti sono le comete, fatte di ghiaccio d’acqua, biossido di carbonio, metano, ammoniaca. Essendo più lontane dal Sole, hanno congelato diversi materiali organici come gli amminoacidi, che forse hanno portato sulla Terra i semi per la vita». SCOPERTI NEL 1801, RAGGIUNTI NEL 2001 Un mistero che resiste: degli asteroidi non sappiamo molto. Il primo, Cerere (un bestione ampio 975 km), fu scoperto solo nel 1801 dall’astronomo valtellinese Giuseppe Piazzi, che all’inizio lo scambiò per una stella “con luce debole”. Da allora ne sono

Focus | 103


intervista

il «Q

Giovanni Soldini

Che cosa insegna

vento «È energia. Qualcosa che ha a che fare con l’animo umano e che avrà a che fare sempre di più con le fonti rinnovabili». Il velista parla del suo compagno di vita.

uando penso al vento, la prima parola che mi viene in mente è freschezza. Ciò che rende gradevole la vita. Freschezza, certo, ma anche energia. Una specie di benzina utile che ti permette di muoverti, di andare lontano». È il suo ingrediente preferito. Con il vento, Giovanni Soldini attraversa i mari del mondo da una vita, stabilisce record, consuma azzardi e traguardi, seguendo un’aspirazione che non arretra, lo spinge a partire in continuazione, adesso che di anni ne ha 53, come allora, quando era un bambino mosso da un formidabile desiderio di indipendenza. Vele issate, gonfiate, strappate; la prua che taglia e batte, nodi per miglia, per chilometri, una sfida infinita. Basta guardarlo: sono disegnate dal vento le sue rughe, gli occhi; è nel vento che si muove, che fatica e gode. Calli sulle mani, aria tra i capelli, anche quando si ferma dentro un porto, a Sarzana dove abita, a Milano

144 | Focus

di Giorgio Terruzzi

dove è nato. E se cerca nella memoria una prima spinta, un primo movimento, compare una immagine nitida e certa, al pari di una rotta del destino. «Penso di aver avuto sette anni, forse meno. Estate e vacanze sul Lago Maggiore. C’era una piccola barca, la osservavo e la desideravo, ero preso da una precoce, fortissima attrazione perché l’idea di trasformarla in un mezzo di trasporto solo mio mi elettrizzava da matti. A quell’età, da solo, non puoi fare quasi nulla. Invece, così ero già in viaggio, libero, indipendente. Una esplorazione magica, una sensazione meravigliosa». “Sentire” il vento cosa significa esattamente? È una esperienza che ha a che fare con i cinque sensi, tutti. Intanto il vento lo vedi, attraversa l’orizzonte, cambia il panorama, ogni previsione, i tuoi programmi. E lo senti, lo senti sempre: nelle orecchie, sulla pelle. Genera una sorta di equilibrio da proteggere e conservare. Se stai in mezzo al mare, ti permette di

annusare la terra anche quando non vedi altro che acqua e onde. Preannuncia una costa. È una questione di odore. E, di solito, la terra, trasportata dal vento, puzza. Poi capita che il vento manchi… Eh, capita eccome. E tocca aspettare, qualche volta pregare. Anche se è raro che manchi del tutto. In ogni caso tocca fare con quello che hai. Se vai in barca impari a non buttare mai via niente, a cominciare proprio dal vento. E quando invece è forte, fortissimo, una furia? Stessa cosa, bisogna trovare un modo per conviverci, per gestirlo, accettando anche di essere in balìa del vento. Qualche volta fa proprio impressione. Penso che non ci sia un limite, una misura massima descrivibile. Qualche mese fa il mio trimarano era ormeggiato a La Spezia, strapazzato da un vento a 90 nodi. La barca sembrava stesse filando in una burrasca anche se era ferma, all’ancora. Ho girato un breve filmato, chi lo ha guardato era convinto stessi navigando chissà dove


DA SOLO Giovanni Soldini, 53 anni, è noto soprattutto per le sue navigazioni in solitaria: cosÏ ha compiuto due volte il giro del mondo.


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