ENERGIA VERDE: BIOGAS O FOTOVOLTAICO? • GREEN GENERATION • TRATTORI: SAMURAI TRA I FILARI • VINITALY: ALLA CONQUISTA DEL MERCATO RUSSO • FEDERAZIONI DI PRODOTTO VINO E OLIO • VINSALUT E DIETA MEDITERRANEA
L’ E D I T O R I A L E
Rappresentanza, fiducia, responsabilità
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e imprese, i lavoratori, i cittadini continuano a dimostrare insofferenza. E sofferenza. Tra gli altri, l’accesso al credito continua a rappresentare un pesante e grave ostacolo alla crescita. Nodo cruciale per la vita delle imprese, ancor più delicato in questo momento di recessione economica. Il nostro settore, grazie all’impegno che quotidianamente profondiamo, continua a reggere, ma la sofferenza è ancora evidente. Schiacciato tra ostacoli alla crescita ed instabilità istituzionale, quello del credito è un problema da affrontare con solerzia. Gli istituti di credito concedono sempre più difficilmente prestiti, facendolo a condizioni più rigide ed a fronte di garanzie sempre maggiori: è il cosiddetto credit crunch, per il quale urge trovare soluzioni. Con gli Istituti di credito abbiamo intensificato le occasioni di confronto e collaborazione tramite, ad esempio, accordi siglati con interlocutori importanti del settore, oltre ad intrattenere un dialogo sempre più stretto con l’ABI, il cui attuale Presidente conosce da vicino le difficoltà del mondo imprenditoriale agricolo. Come Confederazione abbiamo poi dedicato al credito anche uno dei suoi progetti strategici, per consentire alle strutture territoriali di offrire servizi innovativi ed ottimizzare i rapporti con gli istituti bancari. Ed intendiamo proseguire su questa strada, aspettandoci che le Istituzioni possano presto aiutarci nella ripresa. A fare da sfondo, infatti, permane un assetto politico che stenta a prendere forma. Il lavoro svolto dai “saggi” non ha condotto purtroppo a toni più distesi ed protrarsi di questo stallo non può che nuocere all'Italia. In questa fase così difficile e complessa su fronti molteplici, la collaborazione, il fare rete, diventa fondamentale. Uniti possiamo tentare di ingranare una marcia in più per affrontare la crisi. Deve esistere necessariamente un momento propositivo in cui ciascuno possa garantire il contributo che è chiamato o può permettersi di assicurare. Anche e soprattutto in condizioni letteralmente critiche. È in questa direzione che va la nostra prossima Academy del 24 aprile, che ruoterà attorno a tre parole chiave: rappresentanza, fiducia e responsabilità. Ciò a partire proprio dalla riflessione sull'esito elettorale, sullo stato delle imprese e sull’azione dei corpi intermedi. Sul ruolo, dunque, che possiamo e dobbiamo rivestire. Ora più che mai, in una fase storica in cui ogni solido punto di riferimento può essere prezioso e determinante per la risalita, dobbiamo farci trovare puntuali a quello che ha tutte le sembianze di un appuntamento con la storia. Mario Guidi
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SOMMARIO L’EDITORIALE Rappresentanza, fiducia, responsabilità Mario Guidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Wine Credit Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
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Partnership con BNL un anno dopo Felice Nencioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
APERTURA DENTRO LA CRISI L’agroalimentare e le riforme istituzionali Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
L’ombrello Ismea per le imprese Giorgio Venceslai . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
Esito elettorale, imprese e corpi intermedi Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
FOCUS BIOENERGIE Green Generation Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
ATTUALITÀ EUROPA Le incognite della Pac Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
ZOOM VINITALY-SOL Alla conquista del mercato russo Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
Direttore responsabile GABRIELLA BECHI Coordinatore di Redazione GAETANO MENNA Editrice Sepe Presidente DIANA THEODOLI PALLINI Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II, 101 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it
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ATTUALITÀ INNOVAZIONE Vinsalut e dieta mediterranea Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44
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Rubriche L’INTERVISTA ANTONIO PATUELLI «Occorre guardare avanti, con l’ottimismo della volontà» Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
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Mappamondo Spagna crisi ........58 Organizzazione Agrigento .........64 Anga Università .................67
PRIMO PIANO CREDITO Sconfiggi Il mostro del crunch Fabio Tracagni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
Campi rosa Dibattito ..............70
Migliorare il rapporto banca-impresa Roberto Sonzini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
Vino Tenuta di Ghizzano ...........78
Over 60 Cud ....................72 Formazione Birra ................75
Buono a sapersi Insalate .........80
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APERTURA DENTRO LA CRISI
L’agroalimentare e le riforme istituzionali I “saggi” nominati da Napolitano propongono un bicameralismo “imperfetto”. Suggerita una diversificata attenzione parlamentare all’agroindustria. Ma quello che preoccupa sono i 50 giorni di inerzia del dopo-voto di Gaetano Menna
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“saggi” hanno finito il loro lavoro e hanno consegnato il risultato al Presidente della Repubblica. Pagine e pagine di "riflessioni" e "proposte" sulle riforme, sulla giustizia e sull'economia. Ha suscitato qualche sconcerto ed allarme la proposta di ridurre a 9 le Commissioni della Camera; facendo sparire, tra l’altro, quella Agricoltura e prevedendo la “Commissione Attività economiche e produttive, innovazione e tecnologie”. La proposta va inquadrata nel ragionamento complessivo dei saggi che propongono un nuovo bicameralismo “imperfetto”, con soli 480 eletti a Montecitorio e trasformando il Senato nella “Camera delle Regioni” composta da 120 eletti dai Consigli regionali. A Palazzo Madama dovrebbe essere operativa, a loro avviso, la Commissione “Agricoltura e produzione agroalimentare”. Ai saggi, Agrinsieme (il coordinamento tra le forze del mondo agricolo e cooperativo) aveva inviato un documento che ribadiva l’importanza che oggi rappresenta il sistema agroalimentare che, compreso l’indotto, vale il 17 % del Pil italiano, garantisce occupazione a oltre 3 milio-
Siamo nell’immobilismo, senza nessuno che tiri fuori il Paese dalle sabbie mobili ni di lavoratori e rappresenta quasi il 10% dell’export del nostro Paese. Per questa ragione - si affermava nel documento - è decisivo creare un ministero per lo Sviluppo dell’Agricoltura e dell’Agroalimentare, in grado di promuovere strategie agroindustriali e sanitarie, con una visione internazionale del comparto. Tutto sommato, quello prefigurato dai saggi, ci sembra uno scenario in linea con la visione di Confagricoltura e di Agrinsieme dello sviluppo integrato, inter-settoriale, ed in rete del settore primario. Non dimentichia-
ma. Per inciso, ci sembra giusto che le tematiche agricole (e agroalimentari) i saggi le abbiano affidate al Senato-Camera delle Regioni; d’altronde sono gli enti regionali ad avere competenze specifiche in materia agricola. Quello che preoccupa davvero Confagricoltura, e Agrinsieme, è che, dopo il voto, siamo trascorsi più di 50 giorni di inerzia totale, senza avere un nuovo Esecutivo, una stabilità parlamentare e governativa. Si è rimasti nell’immobilismo assoluto, senza nessuno che tiri fuori il Paese dalle sabbie mobili della crisi (o che almeno ci provi). Confagricoltura e Agrinsieme lo hanno detto in tutte le occasioni possibili, prima e dopo la consultazione elettorale; lo hanno ribadito nei colloqui con Bersani, quando era incaricato premier, e con le varie forze politiche: c’è bisogno di governo, di scelte politiche coraggiose; servono politiche per lo sviluppo, la competitività, il lavoro. E non va dimenticato che, per il settore agricolo, è un momento ancor più delicato e decisivo, con i triloghi, in corso a livello europeo, sulla riforma della politica agricola comune. Tutto il resto, avrebbe detto Califano, è noia. Incontro dei saggi con il Presidente Napolitano
Saggi all’opera: il gruppo di lavoro in materia istituzionale nel corso della riunione in una delle sale di studio presso l’Archivio Storico nel Palazzo Sant’Andrea
mo che, in materia (nell’incontro confederale “Alimenta il Pil”) ci si è spinti in là proponendo, a partire da quello agricolo, dicasteri con una funzione diversa e nuova, che facciano da “snodo”. Il Mipaaf che andrebbe rinnovato – nella visione confederale - come un hub e con competenze ampliate sull’agroindustria, sarebbe il giusto interlocutore della Commissione proposta per Palazzo MadaAPRILE 2013| MONDO AGRICOLO |9
APERTURA DENTRO LA CRISI
Esito elettorale, imprese e corpi intermedi
Confagricoltura Academy il 24 aprile si interroga su cosa si sta muovendo nella società italiana, nel dopo-voto. L’azione sindacale a fronte di una nuova cultura di protesta
di Elisabetta Tufarelli
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due mesi dalle elezioni Confagricoltura s’interroga e interroga, con una riflessione a tutto tondo, su rappresentanza, responsabilità e fiducia, partendo dall’esito elettorale, allargandosi alle imprese ed ai corpi intermedi. Questa terza edizione dell’ Academy - in programma il 24 aprile presso la sala convegni di Palazzo Altieri (sede dell’Abi) - intende, appunto, partire dallo studio e dall’analisi dei problemi ‘di contesto’ in cui operano le imprese per proporre soluzioni che possano accelerare il superamento di una fase complessa come quella attuale. D’altronde il "Porcellum" ha fornito all'Italia un quadro politico di diffi-
cile ricomposizione, e così il Paese rischia lo stallo. Cresce l’insofferenza e la preoccupazione di tutti i cittadini, dei lavoratori e degli imprenditori. È difficile immaginare una grande coalizione, o un'intesa tra Berlusconi e Monti, o il Pd che trova il dialogo con Grillo, o il M5S che confronta le proprie idee con quelle del Cavaliere. Più realistico credere che agli italiani toccherà tornare alle urne. Mentre il Parlamento si accinge (al momento in cui scriviamo) ad eleggere il nuovo capo dello Stato ed i mercati non aspettano.Ad oggi non possiamo, comunque vada, che prefigurare una situazione instabile: per durata, per capacità di decisione e scelta, per campo di azione. La crisi continuerebbe con un Governo che intervenisse decisa-
mente, figuriamoci con la situazione che si delinea. In cima all’agenda oggi ci sono taglio ai costi della politica, anticorruzione, conflitto di interessi, riforma elettorale, riforme istituzionali. I temi economici riguardano per ora, prioritariamente, reddito di cittadinanza, green economy, revisione del mercato del lavoro: difficile dire quando si riprenderà a lavorare su imprese, crescita, economia reale, fisco, e in quali termini. Consideriamo la eventuale restituzione dei debiti della P.A. di fatto un atto dovuto, non una misura per la crescita. E anche il lavoro dei “saggi” nominati dal Presidente della Repubblica (v. articolo a pag. 8, ndr) non potrà che indicare questi (ed altri temi), ma quanto potrà addentrarsi nei dettagli delle soluzioni possibili? Servirà la loro ricognizione a far ripartire il Paese? L’Academy di Confagricoltura offre
Professori, studiosi, giornalisti e imprenditori di fronte ai macro-fenomeni in atto un confronto con specialisti. I relatori, professori, studiosi, giornalisti e imprenditori di altre categorie, esamineranno il quadro d’assieme, confrontandosi con i movimenti della società, di fronte ai macro-fenomeni in atto (crisi economica, crisi politico-istituzionale, prospettive imprenditoriali), per capire le conseguenze per una Organizzazione di rappresentanza. Quali saranno le possibili evoluzioni per i sistemi di rappresentanza? C’è probabilità di perdere spazi e incisività, anche perché ai vincoli esterni già presenti con il governo Monti si aggiungono i vincoli politici che qualunque soluzione avrà,
pur volendo intervenire. Dobbiamo prepararci ad essere presi comunque di mira dalla “voglia” di disintermediazione e a sostenere il confronto su interventi distanti dalle nostre richieste? Certo è che la rappresentanza resta l’unico collegamento e tramite tra territorio, imprese, comunità sociali e qualunque forma di governo, con maggiore significatività e radicamento. Le organizzazioni intermedie - al contrario dei partiti e delle istituzioni intermedie (con le Province sempre più marginali, le Regioni in difficoltà finanziarie e i Comuni bloccati dal patto di stabilità) diventano l’unico collante, anche se meno incidenti nel processo decisionale legislativo e amministrativo. Da ciò la necessità di pensare al riposizionamento dei soggetti dellarappresentanza in modo decisivo.
A T T U A L I TÀ E U R O P A
Le incognite della Pac
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Si avviano i triloghi sulla riforma della politica agricola comune. Incontro di Agrinsieme, con De Castro e La Via, sulle priorità del mondo agricolo e cooperativo di Gaetano Menna
L’
11 aprile si è avviata la fase dei triloghi (tra Parlamento, Consiglio Ue e Commissione esecutiva) sulla riforma della Pac, che dovrebbe concludersi il 20 giugno. Si tratta di riunioni tecnico/politiche che affronteranno, punto per punto, i regolamenti di riforma, cercando di “chiudere” più punti possibili prima della maratona finale, in programma in occasione del Consiglio agricolo di giugno a Lussemburgo. In vista dei triloghi, davanti ad una folta platea di imprenditori, cooperatori e dirigenti delle Organizzazioni che compongono Agrinsieme (Confagricoltura, Cia, Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital) si è svolto un seminario di approfondimento sulla riforma della Pac con gli europarlamentari Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura, e Giovanni La Via, relatore della proposta di regolamento su finanziamento e monitoraggio della politica agricola comune. «Questa Pac nasce male, disorientata rispetto ai problemi ed ai bisogni delle aziende - ha affermato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi -. Semi-
A T T U A L I TÀ E U R O P A
nari come questo sono esattamente il motivo per cui è nato Agrinsieme; per riflettere e leggere i bisogni del futuro». «L’importante ora – ha aggiunto è individuare un giusto equilibrio tra il nord e il sud dell’Europa.Va contrastata una Pac “nordicizzata”, che è lo specchio di una certa politica economica-finanziaria che poi si sintetizza nello spread». «No money, no vote – ha detto, dal canto suo, La Via, collegando i temi del bilancio Ue e della riforma della Pac Fin quando non conosceremo le risorse destinate alla politica agricola non potremo chiudere alcuno accordo». «Si prospettano tre mesi di intenso lavoro, in cui bisogna lavorare insieme – ha aggiunto De Castro -. Il singolo ministro o la singola organizzazione in questa fase contano poco. Sono finiti i tempi in cui si correva da soli». A tal proposito ha preso come esempio la Francia con il ministro dell’Agricoltura Le Foll che ha messo in14| MONDO AGRICOLO |APRILE 2013
la definizione di produttore attivo, professionale e rivolto al mercato ed il sostegno ai piccoli agricoltori. Quindi sul greening, dove l’obiettivo è far coesistere le corrette pratiche agronomiche per la tutela dell’ecosistesieme 13 paesi (tra cui l’Italia) per so- ma ed il mantenimento dei livelli prostenere la proposta del Parlamento eu- duttivi, essenziali per rispondere alla ropeo di prevedere una percentuale crescente domanda mondiale di prodel 15% per gli aiuti accoppiati, legati dotti agricoli. Rispetto alle misure di ai livelli di produzione od al numero mercato ed al “secondo pilastro” l’atdei capi animali. tenzione è rivolta all’ottenimento di Nel corso del seminario sono state il- adeguati strumenti di politica agricolustrate le priorità negoziali di Agrin- la settoriale e di promozione dello sieme. L’obiettivo è di aprire all’inseri- sviluppo delle aree rurali; e, sopratmento dei giovani in agricoltura e di tutto, di sostegno all’aggregazione a favorire la crescita delle imprese, sen- favore di organizzazioni dei produtza penalizzare i produttori storici. Cre- tori “attive”, finalizzate alla commerscita che si potrà ottenere non solo cializzazione della produzione dei con strumenti di mercato adeguati, propri soci. Tra le priorità individuama anche rafforzando ulteriormente te, infine, la semplificazione amminitutte le misure che favoriscono l’equi- strativa ed il rafforzamento di tutte le librio domanda-offerta, la salvaguardia misure che riguardano la gestione e la crescita del reddito degli operato- del rischio, quali assicurazioni e fondi ri. Si punta poi al giusto equilibrio tra mutualistici.
Guidi: «Politiche disorientate rispetto ai problemi concreti ed ai bisogni delle aziende»
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L’ I N T E R V I S TA A N T O N I O P A T U E L L I
Antonio Patuelli presidente dell’Associazione Bancaria Italiana
«Occorre guardare avanti, con l’ottimismo della volontà»
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Antonio Patuelli, banchiere ed imprenditore agricolo, neopresidente di Abi: «Stiamo lavorando, d’intesa con le associazioni di rappresentanza, per un mix di misure dirette a dare sia respiro finanziario alle aziende in difficoltà, sia soluzioni innovative per le imprese che possono trainare la ripresa» di Gabriella Bechi
residente, in un momento di effettiva recessione, il settore agricolo presenta dati congiunturali che destano minore preoccupazione rispetto ad altri comparti produttivi, con voci, come l’export, che sono in positiva crescita. Ciò nonostante, le imprese agricole trovano, al pari delle altre, forti difficoltà nell’accesso al credito da parte delle banche. Quali sono le ragioni di questa chiusura? Oggi i finanziamenti all’agricoltura ammontano a 44 miliardi di euro. Rispetto ad un anno fa sono aumentati di circa lo 0,4%. E’ evidente che si tratta di un incremento minimo, soprattutto se raffrontato ai ritmi di crescita dei crediti all’agricoltura antecedente alla crisi. È vero, d’altra parte, che il complesso dei finanziamenti alle imprese alla stessa data si è contratto del 3%. Quindi, non è vero che c’è un atteggiamento di chiusura delle banche rispetto al credito all’agricoltura ma si può affermare, dati alla mano, che questo settore ha minori difficoltà di accesso al credito rispetto ad altri nel
quadro di una congiuntura economica particolarmente negativa. Per l’agricoltura vale lo stesso ragionamento che per tutti gli altri settori produttivi. La contrazione della domanda di nuovi finanziamenti è fisiologica in una situazione di crisi economica quale quella che stiamo attraversando e spiega gran parte della riduzione dei volumi di credito nel nostro Paese. Al netto di questa contrazione, è evidente che il settore bancario vive un momento particolarmente complesso: anzitutto si presentano problemi nella raccolta, in particolare, sui mercati internazionali: nel solo 2012, o meglio da febbraio 2012 a febbraio 2013, questa tipologia di raccolta è diminuita dell’13%, con una minore disponibilità per le banche di 50 miliardi di euro. La crisi ha, inoltre, determinato un peggioramento dei rating delle imprese affidate e, in generale, degli attivi nel portafoglio delle banche; ciò comporta, a parità di volumi di impiego, l’incremento delle esigenze di capitalizzazione per le banche ai fini del rispetto delle normative e, quindi, l’aumento dei costi operativi. Infine, la crisi che stiamo attraversando rende evidentemente più prudenti le banche nella concessione del credito: le sofferenze bancarie hanno infatti superato, a gennaio, i 126,15 miliardi (+18,8% riAPRILE 2013 | MONDO AGRICOLO | 17
L’ I N T E R V I S TA A N T O N I O P A T U E L L I
Cosa pensa dell’eliminazione fatta negli anni ‘90 delle sezioni speciali di credito agrario delle banche e delle conseguenze negative che tale soppressione ha avuto in tema di accesso al credito e di condizioni creditizie per le imprese del settore primario? Il Testo Unico Bancario del ’93 ha despecializzato l’attività bancaria, sia dal punto di vista temporale, sia operativo ed istituzionale dell’offerta, introducendo nel nostro Paese il modello di “banca universale”, ovvero prevedendo la possibilità che una banca possa (ma non debba) ampliare la propria offerta all’intera gamma dei servizi bancari, senza distinzione tra operazioni a breve e a lungo termine. L’obiettivo, in buona parte raggiunto, era quello di favorire una crescita della concorrenza tra le banche, anche attraverso il superamento di modelli operativi legati eccessivamente alla tradizione dei diversi comparti di attività. In questo quadro, nel settore agricolo la despecializzazione bancaria ha fatto molto bene e ha consentito alle banche di fare evolvere la propria offerta di servizi a questa particolare tipologia di impresa, in linea con quella che è stata l’evoluzione del settore primario, sempre più integrato con l’intera filiera della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Tutto ciò, in alcuni casi, ha portato allo sviluppo di imprese che seguono sempre più logiche di natura industriale.
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La despecializzazione bancaria ha fatto molto bene e ha consentito alle banche di fare evolvere la propria offerta di servizi. Non deve e non può significare deprofessionalizzazione e, quindi, minore attenzione alle peculiarità del comparto agricolo
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spetto a dodici mesi prima). Sicuramente un elemento di cui bisogna tener conto nella concessione del credito. Riteniamo che ormai la ripresa possa essere vicina e il settore bancario è pronto a sostenere finanziariamente le imprese, fra cui, quelle del comparto primario su cui ritengo che bisogna puntare per il rilancio della nostra economia. D’altra parte, non potrebbe essere diversamente considerato che il 60% del bilancio delle banche è realizzato con l’attività creditizia in favore di imprese e famiglie.
Riterrebbe utile per l’agricoltura, e soprattutto possibile, una ricostruzione del sistema di credito agrario? La despecializzazione bancaria non deve e non può significare deprofessionalizzazione e, quindi, una minore attenzione a quelle che sono le peculiarità del comparto agricolo. Le banche che hanno deciso di puntare strategicamente su questo settore non solo hanno mantenuto le risorse professionali preesistenti, ma le hanno ulteriormente sviluppate, dotandosi di competenze specifiche e uti-
Le regole sul credito di Basilea hanno imposto l’applicazione di sistemi di rating per la valutazione delle imprese ed il rilascio dei finanziamenti. Le imprese agricole operano in un settore che non può essere valutato sulla base dei parametri di altri. Molte banche dicono di aver iniziato ad attrezzarsi con sistemi interni di valutazione focalizzati sul settore primario, ma in realtà continuano a muoversi nel campo dei finanziamenti all’agricoltura con le vecchie logiche basate sulla patrimonializzazione dell’azienda. L’Abi non potrebbe farsi promotrice, utilizzando eventualmente risorse pubbliche, di un’iniziativa volta a costruire sistemi di valutazione delle aziende agricole che siano al contempo semplici e utilizzabili da tutte le banche in maniera omogenea, ma anche trasparenti per le imprese? Nell’ambito di tale iniziativa si potrebbe ipotizzare un rapporto di collaborazione con le Organizzazioni agricole?
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La prospettiva di un rating specifico per l’agricoltura è fattibile, soprattutto per le banche che strategicamente puntano su questo settore . Un contributo importante può venire dalle associazioni di rappresentanza per i dati sulle performance
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lizzando anche esperienze esterne come quelle degli agronomi. Con riferimento alla questione relativa al “credito agrario”, molte volte si fa confusione: si prende il dato relativo al credito agrario per determinare come è cambiato nel tempo il livello di attività del settore bancario nel comparto. Si arriva, quindi, alla conclusione che c’è stata una sostanziale riduzione dell’impegno del settore. Nulla di meno corrispondente alla realtà. Oggi le banche finanziano con tecniche e strumenti molto diversificati, che non sono necessariamente riconducibili al solo credito agrario ex articolo 43 del Testo unico bancario. Non credo sia una buona idea tornare al passato. Occorre guardare avanti con l’ottimismo della volontà e consapevoli che oggi abbiamo un settore bancario molto più capace di vent’anni fa di assistere le imprese agricole nell’affrontare le nuove sfide del mercato.
I sistemi di rating bancario prendono in considerazione informazioni di tipo quantitativo e qualitativo sulle imprese affidate.Va da sé che le informazioni di tipo qualitativo, in particolare, sono specifiche dell’impresa e del settore di appartenenza della stessa. Quindi, in ogni caso, esiste una valutazione delle imprese operanti nel settore primario. È, d’altra parte, interesse delle banche affinare ulteriormente i propri sistemi di rating, considerando con sempre maggiore attenzione tutti i diversi elementi che contribuiscono a spiegare il rischio di credito. La prospettiva di un rating specifico per l’agricoltura è fattibile soprattutto per le banche che strategicamente puntano su questo settore. Da quanto mi risulta, già alcune banche l’hanno adottato.Su questo fronte un contributo importante lo possono dare anche le associazioni di rappresentanza delle imprese del mondo agricolo, in quanto elaborano statistiche robuste sulla performance dell’agricoltura nel nostro Paese, sulla base delle quali le banche possono poi costruire modelli di rating in grado di spiegare effettivamente il rischio di credito delle imprese affidate. Meno giuridicamente fattibile mi sembra invece l’ipotesi che l’Abi possa farsi promotrice di un’iniziativa volta a costruire sistemi di valutazione delle aziende agricole utilizzabili da tutte le banche in maniera
omogenea. E questo perché i criteri con i quali una banca costruisce il proprio sistema di rating è un po’ il suo “segreto industriale” su cui basa la propria capacità di valutare correttamente le imprese con prospettive di sviluppo rispetto a quelle che non saranno in grado di rimborsare il debito. Immaginare di costruire un sistema di rating valido per tutti finirebbe per uccidere la concorrenza tra le banche con un danno per le imprese agricole e per il sistema economico nel suo complesso. Certamente l’Abi può promuovere una maggiore attenzione al comparto e una più ampia diffusione delle informazioni, statistiche e non, che lo riguardano. In quest’ottica, abbiamo collaborato anche con Ismea per la definizione di uno schema di Business Plan in favore delle imprese agricole per ridurre le asimmetrie informative tra impresa agricola e banche. Ciò con l’obiettivo di standardizzazione e condivisione delle informazioni contenute, oltreché del sostegno agli imprenditori agricoli nel fornire informazioni utili sia alla Regione – per la valutazione delle domande di agevolazione – sia alle banche – per la concessione del finanziamento bancario, nonché all’Ismea – per il rilascio della garanzia.Il Business Plan, inoltre, può essere utile ad inserirsi
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L’ I N T E R V I S TA A N T O N I O P A T U E L L I
nei Programmi Operativi regionali della prossima programmazione dei fondi comunitari 2014–2020; naturalmente nulla impedisce che tutto ciò venga fatto anche in collaborazione con le associazioni imprenditoriali maggiormente rappresentative del settore. Come Confagricoltura abbiamo da tempo richiesto una riforma della garanzia sussidiaria, quella che un tempo era gestita dal Fondo interbancario di Garanzia (FIG) ed oggi da Ismea, che aveva l’effettiva funzione di agevolare le imprese agricole nell’accesso ai finanziamenti, e che oggi, anche a causa degli importanti incrementi in termini di commissioni stabiliti recentemente, ha perso queste caratteristiche. In pratica un finanziamento agrario, proprio a causa dei costi di tale garanzia, risulta essere più oneroso rispetto ad un’operazione simile di natura non agraria. Come potrebbe essere corretto questo importante strumento, anche per renderlo rispondente alle regole di Basilea? La garanzia sussidiaria di Ismea risulta, in effetti, ormai anacronistica e non più rispondente alle attuali innovazioni di mercato e regolamentari. Il concetto di mutualità, nato nel lontano 1961, appare oggi sperequativo so20 | MONDO AGRICOLO | APRILE 2013
prattutto se riferito a finanziamenti che non godono di agevolazioni pubbliche. Ad oggi, l’applicazione di una trattenuta obbligatoria ex lege potrebbe trovare rispondenza solo nel caso di operazioni di credito agevolato, dove la contribuzione al Fondo può essere più gradita dai beneficiari del finanziamento. Tuttavia, il credito agevolato al settore rappresenta ormai una componente limitata; la maggior parte delle operazioni di finanziamento si svolge infatti a tassi di mercato. Con particolare riferimento, invece, alla natura della copertura rilasciata, in un’ottica strettamente tecnica, la garanzia sussidiaria non appare più in grado di favorire l’accesso al credito. L’esperienza dimostra che tale copertura non migliora significativamente le condizioni dì finanziamento e non riduce le garanzie richieste dalla banca. Siamo perfettamente d’accordo con Confagricoltura. Abbiamo fatto presente la questione, a più riprese, al ministero per le Politiche Agricole e ad Ismea e avevamo con quest’ultima anche concordato delle possibili soluzioni. Purtroppo non abbiamo ancora raggiunto l’obbiettivo. Con la firma congiunta di Abi e Organizzazioni imprenditoriali, compresa Confagricoltura, nel febbraio 2012 sono state approntate delle misure creditizie a favore delle PMI. Pochi, però, sono gli
interventi di effettivo interesse per le imprese agricole, con la sola eccezione dell’allungamento delle scadenze delle operazioni a breve di conduzione. Il protocollo, che è stato fra l’altro prorogato di recente a fine giugno 2013, prevede la definizione di nuovi interventi da affiancare a quelli attuali. Cosa intendete proporre? Perché non prevedere una sorta di “Plafond di investimenti”, sulla falsariga di quanto già previsto con provvista agevolata dalla Cassa depositi e prestiti, ma specificatamente destinato alle imprese agricole? L’Accordo che l’Abi ha sottoscritto nel 2012 con le principali associazioni di rappresentanza delle imprese prevede una serie di misure trasversali ai diversi settori e, quindi, anche all’agricoltura. L’attenzione è stata quella di non escludere nessuna impresa; per questo abbiamo ritenuto di inserire una norma specifica relativa alle imprese agricole, in quanto – anche su indicazione delle associazioni agricole – c’eravamo resi conto che alcune misure non si attagliavano alle caratteristiche di questo settore. Per quanto riguarda il nuovo Accordo, stiamo lavorando d’intesa con le parti per individuare un mix di misure che continui a dare respiro finanziario alle imprese in difficoltà e proponga soluzioni innovative per quelle imprese che invece possono trainare la ripresa della nostra economia. Il “Plafond Investimenti” è un’iniziativa che il settore bancario ha già messo in campo e consente alle imprese di ottenere finanziamenti a condizioni di particolare favore per realizzare nuovi investimenti. Le domande di finanziamento potranno essere presentate entro il 31 dicembre di quest’anno. Per come è stata congeniata l’iniziativa, le imprese agricole possono già oggi far ricorso a questo strumento senza che siano previste particolari modifiche. Ovviamente siamo sempre disponibili a discutere eventuali miglioramenti anche con le associazioni di impresa.
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PRIMO PIANO CREDITO
Sconfiggi il mostro del crunch
I Credit Crunch Monsters, dell'artista di strada Ronzo, sono sculture di draghetti che sgranocchiano monete da una sterlina. Appaiono nelle periferie londinesi.
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In discesa le erogazioni dei finanziamenti di medio e lungo termine alle aziende del primario, scese di quasi 300 milioni di euro. Impossibili gli investimenti. E il settore si indebolisce di Fabio Tracagni
“c
redit crunch” è un termine anglosassone entrato oramai nel lessico comune. Giornali e televisioni ne parlano. Ne discutono gli stessi attori del mondo economico e finanziario. Con questa definizione si vuole intendere la stretta del credito operata dagli istituti bancari nei confronti della loro clientela: in pratica le banche fanno meno prestiti, o meglio li concedono a condizioni più rigide, aumentando i tassi o chiedendo più garanzie. Ciò avviene a seguito di direttive delle banche centrali, al fine di raffreddare l'espansione ed evitare il rischio inflazione; ma può nascere - come sta succedendo oggi - dalla preoccupazione delle banche nei riguardi della solvibilità di coloro a cui prestano i soldi. I primi segnali di “credit crunch” si sono avuti a fine 2008 e sono via via cresciuti con la crisi finanziaria che ha avuto come evento principe il fallimento della Lehman Brothers; oggi - i dati sul credito della Banca d’Italia lo stanno certificando - la stretta crediti-
Serve un piano organico di lungo respiro che faccia ripartire il credito e l’economia
Banksy, noto artista di strada e writer inglese dipinge topi giganti con una scritta che fa il verso ad una celebre esclamazione di Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena: “Se non hanno pane, che mangino brioche!”.
zia è un “male” che le imprese di tutti i settori produttivi stanno vivendo giornalmente. Anche se le condizioni del credito nel corso del 2012 hanno beneficiato della graduale rimozione dei vincoli di liquidità che hanno gravato sulle banche italiane, grazie soprattutto alle politiche messe in atto dalla FED, oggi l'offerta di finanziamenti continua ad essere in frenata. La ragione è essenzialmente da ricercare nella recessione produttiva in atto. Da parte delle banche vi è poi un atteggiamento di ulteriore prudenza a fronte di un deterioramento dei loro bilanci, appesantiti dalla crescita delle posizioni creditizie in sofferenza. I crediti incagliati o non pagati in effetti, sono aumentati in misura significativa. Le sofferenze lorde sono in questi ultimi anni cresciute, attestandosi a gennaio 2013 a quota 126,1 miliardi di euro, cioè 1,2 miliardi in più rispetto a dicembre 2012 e più 18,8 miliardi rispetto a gennaio 2012, che percentualmente significa un incremento annuo di circa il 17,5%. La stretta creditizia ha interessato tut-
ti: famiglie e imprese, indipendentemente dalla loro grandezza (piccole, medie o grandi) e dalla loro allocazione (Nord, Centro e Sud), anche se con intensità diverse, ma non di molto. Solo gli impieghi creditizi all’agricoltura hanno evidenziato un piccolo saldo positivo di crescita; tutti gli altri settori presentano differenze percentuali negative rispetto ad un anno fa. Probabilmente il settore agricolo ha beneficiato di una maggiore fiducia da parte delle banche, grazie ai dati congiunturali che destano minore preoccupazione rispetto ad altri comparti produttivi. Ciò nonostante le imprese operanti in agricoltura hanno trovato nel corso del 2012 ed in questo scorcio del 2013, al pari di quelle di altri settori più in crisi, forti difficoltà nell’accesso al credito da parte degli istituti bancari. Nello specifico gli impieghi creditizi destinati all’agricoltura sono cresciuti in un anno di circa 200 milioni di euro per complessivi 43,7 miliardi di euro, con leggeri aumenti nelle regioni settentrionali, mentre il Sud ed il Centro hanno evidenziato flessioni, APRILE 2013| MONDO AGRICOLO |23
PRIMO PIANO CREDITO
anche se lievi. Si ricorda che l’agricoltura copre una quota sul totale degli impieghi creditizi del 4,6% contro il 54,4% delle attività manifatturiere, il 19,1% dei finanziamenti al commercio, il 17,4% del comparto delle costruzioni ed il 4,4% delle attività residuali. E’, purtroppo, da registrare per il settore agricolo un segnale negativo: la discesa delle erogazioni dei finanziamenti oltre al breve termine, che sono scese di quasi 300 milioni di euro in un anno. E’ da ricordarsi che il calo delle operazioni di medio e lungo termine, solitamente destinate agli investimenti, significa anche che la struttura finanziaria delle aziende del comparto si sta indebolendo. Le statistiche fornite da Abi su dati della Banca d’Italia, sempre a febbraio 2013, evidenziano un leggero assestamento degli interessi sui finanziamenti (il tasso sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,76%, cioè 3 centesimi al di sotto del mese precedente e meno 42 punti base ri-
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sul fronte dei rapporti banca e im-
Gli agricoltori devono migliorare presa. Da parte delle aziende agricoil dialogo con gli istituti creditizi le, o meglio degli imprenditori, è nechiarendo la patrimonializzazione cessario migliorare il dialogo con gli
istituti creditizi. Questo significa anche lavorare sui punti critici dei prospetto a febbraio 2012). In effetti in pri bilanci, al fine di metterli in magagricoltura, si è assistito in un anno, giore trasparenza, e cioè sulla patriad una crescita del costo dei finan- monializzazione dell’impresa quasi ziamenti nei termini indicati (circa sempre di difficile valutazione da par50 punti), anche se vi è una perce- te di terzi, sull’elevato grado di “confuzione concreta che il livello dei tassi sione/sovrapposizione” tra patrimosulle operazioni agricole sia ben su- nio aziendale e patrimonio personale, periore a quello medio indicato dal- sulla scarsa significatività e trasparenl’Associazione bancaria. za dei dati trasmessi alla banca sulla siLo stesso ministro Catania in una sua tuazione economica, patrimoniale e fiintervista lo ha denunciato in termini nanziaria. Su questi fronti l’Organizzachiari, proponendo anche “l’avvio di zione professionale potrebbe essere un piano organico di lungo respiro di molto aiuto. Su questa linea Confache faccia ripartire il credito e l’eco- gricoltura sta lavorando, nella considenomia”. Probabilmente non è assolu- razione che i maggiori fattori di ritamente possibile un ritorno al credi- schio in agricoltura sono legati non to agrario nell’impostazione prevista solo all'andamento della domanda indal legislatore nel 1928 e applicata fi- terna, ma anche ad un miglior accesno alla riforma della legge bancaria so al credito. Senza risorse sono imdegli anni novanta, ma qualcosa cer- possibili gli investimenti e quindi ogni tamente può essere fatto, soprattutto possibilità di sviluppo e crescita.
PRIMO PIANO CREDITO
Migliorare il rapporto banca-impresa Progetto di Confagricoltura, per mettere le strutture territoriali nelle condizioni di erogare servizi innovativi e più vantaggiosi per le aziende
di Roberto Sonzini direttore Confagricoltura Novara project leader del “Progetto Credito”
I
n questi ultimi anni stiamo assistendo ad una crisi economicofinanziaria e a una stretta creditizia che impone quale conseguenza un freno allo sviluppo e alla crescita delle imprese. In questo contesto osserviamo il vuoto esistente tra la domanda dell’azienda agricola di essere aiutata nel proprio sviluppo in un momento così delica-
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to e il sistema bancario che, pur avendo una potenziale disponibilità liquida, ha altresì forti resistenze ad erogare le risorse, anche a causa dei rischi che andrebbe ad assumersi nell’attuale contesto di incertezza economica. La crisi di liquidità e la difficoltà di accesso al credito a medio e lungo termine stanno obbligando le imprese agricole a ripensare il pro-
prio modello di businnes, che deve essere più manageriale che aperto al mercato. Questi fatti hanno quindi fatto emergere la necessità in Confagricoltura di un progetto finalizzato a costruire un percorso per mettere le unioni in condizioni di erogare ai soci servizi innovativi sul fronte del credito. Il gruppo di lavoro appositamente co-
Figure professionalizzate capaci di ordinare al meglio i fabbisogni dell’associato
n
PROROGA DELL’AVVISO COMUNE
Con la sottoscrizione, il 21 marzo 2013, dell’accordo da parte dell’ABI e di Confagricoltura, Confindustria, stituito presenterà a breve il “project Confcommercio e le altre ascharter”,ovvero il documento che sociazioni imprenditoriali, consente di chiarire a tutti gli attori già firmatarie del protocollo cosa devono fare e cosa possono “Nuove misure per il credito alle PMI” aspettarsi le imprese agricole dal pro- del 28 febbraio 2012, è stato formalizzato lo slittamento al 30 giugno 2013 dei getto. In sintesi si cercherà di miglio- termini di presentazione agli istituti bancari delle domande da parte delle picrare la relazione tra banca e impresa, cole e medie imprese, anche agricole, per la concessione degli interventi sul creattraverso un nuovo servizio, che dito previsti nell’accordo richiamato, meglio conosciuto come “Avviso comune”. permetterà alle aziende associate di L’accordo prevede: la sospensione per 12 mesi della quota capitale delle rate dei ottenere da parte delle banche diver- mutui e delle operazioni di leasing applicabile a tutti i finanziamenti a medio e si vantaggi, tra cui un contatto diret- lungo termine, compresi quelli agevolati; e ai canoni delle operazioni di leasing to, un miglior grado di conoscenza e “immobiliare” e “mobiliare”. In quest’ultimo caso la sospensione è ridotta a 6 tempi di risposta certi. Il modello mesi. Per l’ottenimento di tale misura è necessario che i mutui siano in essere aloperativo che il gruppo di lavoro sta la data della firma dell’accordo (febbraio 2012) e non abbiano già beneficiato di predisponendo si baserà su alcuni analoghi interventi sospensivi previsti dagli accordi del 2009 e 2011. fondamentali principi. Più in par- L’allungamento delle scadenze dei prestiti di anticipazione su crediti certi ed ticolare il servizio dovrà es- esigibili (270 giorni) e dei prestiti agrari di conduzione (120 gg.). sere erogato tramite figure Il prolungamento della durata dei mutui oggetto di sospensione di un periodo operative attente, profes- di 2 anni per i mutui chirografari e di 3 per quelli ipotecari o per quelli gasionalizzate e capaci di rantiti dal Fondo di Garanzia per PMI o da Ismea. Anche per questa misura le operazioni ammissibili devono risultare in essere alla data del 28 febbraio 2012 e non aver beneficiato in precedenza di un analogo intervento di allungamento. La concessione di finanziamenti bancari per operazioni di aumento di capitale. I beneficiari degli interventi sono le PMI operanti in Italia appartenenti a tutti i settori, comprese quindi quelle agricole, che, al momento della presentazione della domanda, sono "in bonis", non devono cioè avere posizioni debitorie classificate dalla banca come "sofferenze" o “partite incagliate" o "esposizioni scadute/sconfinanti" da oltre 90 giorni, né procedure esecutive in corso. Come in passato le misure sulla base di una richiesta dell’impresa, sono concesse dalle banche senza alcuna forma di automatismo. Questo significa che la banca a presentazione di una domanda avvia l’iter di valutazione ed è tenuta a fornire una risposta di norma entro tempo limitato (30 giorni lavorativi). Con la proroga è stato anche rinnovato l’impegno delle associazioni firmatarie di inserire nuove misure sul credito per le imprese, che, però, sono ancora da costruire e dovrebbero essere, come auspicato da tutti, oggetto di un prossimo protocollo. (Fabio Tracagni)
ordinare al meglio i fabbisogni dell’associato e predisporre le soluzioni ottimali per l’accesso al credito. Diventando così parte integrante del processo decisionale dell’azienda in grado di fornire consulenza su come assumere i profitti, fare scelte economiche e finanziarie, ottimizzare i flussi monetari, sfruttare ogni opportunità di mercato, realizzare ricerche
di marketing. Un ruolo rilevante lo rivestiranno i Consorzi di Garanzia Fidi che rappresentano una importante realtà per il sistema economico nazionale, rivestendo una particolare funzione creditizia, attraverso il rilascio di garanzie che agevolano le imprese nell’ottenimento di affidamenti bancari. Il modello opererà, inoltre, attraverso
una progettazione ed elaborazione di un adeguato sistema informativo contabile di valutazione del merito creditizio, oltre che ad un periodico report di controllo di gestione ed una accurata valutazione del risultato con personale e unità organizzative dedicate a gestire in modo personalizzato le caratteristiche delle imprese agricole e delle loro attività. APRILE 2013| MONDO AGRICOLO |27
PRIMO PIANO CREDITO
Wine Credit
Al Vinitaly presentato il progetto Unicredit International per il vino. Siglato l’accordo per consolidare e sostenere la crescita delle PMI del settore
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l Vinitaly l’amministratore delegato di UniCredit Federico Ghizzoni, ed il country chairman Italy della Gruppo Gabriele Piccini, hanno presentato “UniCredit International per il vino”. Si tratta del progetto della Banca che mette a disposizione delle PMI del settore vitivinicolo un’offerta dedicata di servizi a supporto del processo di internazionalizzazione. Le Organizzazioni agricole hanno quindi sottoscritto un accordo
A
con UniCredit (per Confagricoltura erano presenti il presidente Mario Guidi, il componente di giunta delegato per il credito Massimiliano Giansanti ed il direttore generale Luigi Mastrobuono), per affiancare l’Istituto di credito nel cogliere le esigenze specifiche del settore vitivinicolo e nel promuovere prodotti, servizi e iniziative volti a valorizzare il vino italiano all’estero.Diminuiscono i consumi in Italia, a fronte di un mercato in continua espansione nel resto del mondo. Un business alla portata anche delle pic-
cipale obiettivo quello di consolidare e sostenere la crescita del sistema vitivinicolo, con particolare riferimento alle produzioni Igt, Doc, Docg e degli spumanti, valorizzandone le tradizioni e le potenzialità innovative. Ciò consentirà anche di favorire la crescita e la qualificazione dell’occupazione in Italia e di promuovere ulteriormente all’estero le eccellenze italiane, valorizzando anche la capacità attrattiva del territorio nazionale (enoturismo). “UniCredit International per il Vino” nasce nel filone di “UniCredit per l’Italia”, l’iniziativa lanciata lo scorso anno dalla Banca per mettere a disposizione degli imprenditori italiani una serie di iniziative di sostegno nei percorsi di investimento e innovazione. In particolare, il progetto si propone di accompagnare le imprese stesse sui mercati esteri con un modello di servizio dedicato, facendo leva sulla presenza internazionale delle banche del Gruppo. È così che è nato “UniCredit International”, grazie al quale la Banca ha già accompagnato oltre 8 mila aziende italiane verso mercati esteri. In continuità con queste iniziative, UniCredit intende, mettere a disposizione delle Pmi del settore vitivinicolo una serie di servizi a supporto della crescita dell’operatività sui mercati esteri. L’obiettivo è quello di supportare le imprese vitivinicole a maggior potenziale di crescita delle esportazioni, con finanziamenti per investimenti funzionali al potenziamento del loro
Previste forme di finanziamento, prodotti e servizi a supporto dell’operatività delle aziende business internazionale. A questo fine la Banca collaborerà con Confagricoltura per individuare aziende eccellenti della filiera vitivinicola, con solide basi ed elevato potenziale di crescita internazionale, nonché alla valutazione dei piani di sviluppo della loro attività estera e alla definizione delle soluzioni di supporto più adeguate. Inoltre, UniCredit curerà, a beneficio delle imprese del comparto vitivinicolo, la realizzazione di iniziative di B2B con buyer stranieri, missioni estere e iniziative di orientamento e formazione per le imprese, finalizzate ad accrescere le competenze di manager e imprenditori per lo sviluppo delle esportazioni . La Banca, da ultimo, ha predisposto un’offerta di prodotti dedicata, denominata offerta “WineCredit”, che si compone di forme di finanziamento e di altri prodotti e servizi a supporto dell’operatività delle aziende del settore. Dai finanziamenti per le attrezzature e per gli impianti dei vigneti, agli anticipi su vendite e acquisti di prodotti agroalimentari; dal supporto alle spese per la promozione all’estero, alle fidejussioni per gli anticipi dei contributi comunitari O.c.m vino. (E. T.)
cole e medie aziende export-oriented. «Confagricoltura sta sviluppando una strategia per l’internazionalizzazione per recuperare valore - ha dichiarato Guidi -. I dati sulle esportazioni ci dicono che il futuro del vino italiano è sempre più fuori dei confini nazionali. Il che significa che non è più il tempo dei vini a ‘chilometri zero', ma di etichette che abbiano il giusto posizionamento sugli scaffali della distribuzione internazionale. L’accordo con Unicredit è in linea’ con i nostri obiettivi». L’accordo siglato ha come prinAPRILE 2013| MONDO AGRICOLO |29
PRIMO PIANO CREDITO
Partnership con BNL un anno dopo Prosegue il rapporto di collaborazione con Confagricoltura. La Banca ha sviluppato un nuovo sistema integrato di prodotti e servizi pensati per gli agricoltori di Felice Nencioni specialista agrario di BNL gruppo BNP PARIBAS
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d un anno dalla sigla dell’accordo di partnership tra BNL e Confagricoltura, dopo una prima fase di rodaggio, il rapporto di collaborazione si è ulteriormente rafforzato con continui scambi di informazioni che hanno consentito, e consentono, di mettere a fattor comune le specifiche competenze, di altissima qualità, che ognuno ha nel proprio campo. BNL – che quest’anno celebra i 100 anni - è storicamente vicina alle esigenze finanziarie e di servizio delle aziende agrarie. La Banca, infatti, ha sviluppato un nuovo sistema integrato di prodotti e servizi distintivi pensati appositamente per soddisfare le particolari esigenze di tutti gli imprenditori che operano nel settore dell’agricoltura con particolare attenzione all’ innovazione tecnologica, l’internazionalizzazione, le reti d’impresa, le energie rinnovabili. Alle aziende che vogliono migliorare la loro ca-
A
pacità produttiva, migliorare l’efficienza e la competitività, BNL offre la sua competenza nel mondo agrario, per garantire sempre il massimo supporto nella scelta delle migliori soluzioni finanziarie. Tutti i prodotti e servizi puntano a rispondere alle esigenze finanziarie sia di breve che di medio e lungo termine e godono dei valori e dell’esperienza accumulata da BNL, da sempre la Banca di riferimento del
Consulenza specifica per la costituzione di reti d’impresa settore. Per facilitare l’internazionalizzazione e l’export, si offre inoltre consulenza specifica per la costituzione di reti d’impresa, in modo da facilitare l’accesso ai mercati esteri alle azien-
de, che da sole, non ne avrebbero la forza. L’appartenenza ad un gruppo internazionale come quello di BNP Paribas consente a BNL di offrire alle aziende, che vogliono crescere sui mercati internazionali, il supporto della rete estera del gruppo. A quelle invece, che vogliono affrancarsi dal costo della bolletta energetica ed integrare il loro reddito, l’istituto di credito offre un pacchetto
di prodotti dedicati e la consulenza per finanziare la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili quali, biomasse, eolico, fotovoltaico ed idroelettrico. Infine, per i possessori dei titoli Pac che vogliono monetizzare immediatamente il premio, è disponibile il prodotto dedicato “Anticipo contributi” a condizioni di particolare favore per tutti gli associati a Confa gricoltura. APRILE 2013| MONDO AGRICOLO |31
PRIMO PIANO CREDITO
L’ombrello Ismea per le imprese
Nel primo trimestre le domande di fideiussioni sui finanziamenti alle imprese agricole sono cresciute dell’82%, in netta controtendenza con le restrizioni del credito di Giorgio Venceslai Dirigente Responsabile SGFA
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l primo trimestre del 2013 si chiude con un nuovo record di richieste pervenute alla SGFA (Società di Gestione Fondi per l'agroalimentare) per l’accesso alla garanzia a prima richiesta. La SGFA, società al 100% di proprietà dell’Ismea, gestisce sia il fondo di garanzia sussidiaria, sia quello di garanzia a prima richiesta, entrambi con garanzia di ultima istanza da parte dello Stato. La garanzia a prima richiesta – concretamente operativa dal 2008 – è uno strumento di non aiuto (l’imprenditore paga quindi una commissione definita sulla base di rigorosi criteri di mercato autorizzati dall’Unione Europea) che opera con la finalità di ridurre il rischio in capo alla banca erogante e la necessità di patrimonio di vigilanza della stessa (per la quota di finanziamento garantita). Questo, oltre a costituire un elemento di facilitazione per l’accesso al credito, implica la possibilità, per l’impresa, di conseguire una riduzione dello spread applicato dalla banca sull’operazione garantita. Tornando ai numeri, nel corso del periodo gennaio – marzo 2013, le richieste di garanzia pervenute alla SGFA sono state pari, complessivamente, a 36 milioni di euro, facendo registrare un APRILE 2013| MONDO AGRICOLO |33
PRIMO PIANO CREDITO
+34% rispetto al trimestre precedente ed un +82% rispetto allo stesso trimestre dell’anno 2012; in evidente controtendenza rispetto alla complessiva restrizione del credito all’agricoltura registrata dal fondo di garanzia sussidiaria negli anni 2011 e 2012. Ad oggi, sono pervenute richieste per circa 266 milioni di euro, che si sono tradotte in circa 100 milioni di euro, tra esposizioni efficaci e quelle in fase di perfezionamento. I tempi di risposta degli uffici SGFA si aggirano attorno ai quindici giorni complessivi, mentre il tempo di completamento di una richiesta (tra invio ed eventuali integrazioni di informazioni richieste dalla SGFA alla banca) si attesta tra i trenta ed i quaranta giorni. Diversi sono i tempi di efficacia della garanzia. La banca ha fino a sei mesi di tempo per erogare il finanziamento una volta che l’imprenditore ha accettato la garanzia. Attualmente, se si tiene conto delle garanzie non respinte dalla SGFA, il primato regionale spetta alla Lombardia, con un valore di circa 21 milioni di euro, seguita dalla Puglia a 18 milioni di euro, dalla Sicilia (13 milioni) e dal Piemonte (12 milioni).Vengono poi tutte
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possono praticare una riduzione dello spread applicato all’operazione garantita. Tale riduzione – è stato rilevato nel corso dell’operatività SGFA – si attesta, nella media a circa l’1,5% di sconto rispetto al tasso finito. Occorre le altre regioni, più o meno distanzia- considerare che la riduzione praticata te. Nella sostanza, dunque, il prodotto dalle banche dipende principalmente SGFA è ormai presente sull’intero ter- dal tasso di partenza. In caso di tassi ritorio nazionale. già strutturalmente bassi, la riduzione Il costo della garanzia non è fisso. È è inferiore rispetto ad altri casi. strettamente connesso al rischio che La commissione dovuta alla SGFA dela SGFA rileva mediante i propri mo- ve essere liquidata in unica soluzione delli di rating. Le analisi del portafoglio o – dall’aprile del 2012 – in forma raindicano una media di commissione teizzata (per i finanziamenti da cinque annua sul valore della garanzia intor- anni in su di durata e per commissiono allo 0,93%. Questa percentuale va ni di importo elevato). applicata al valore dell’esposizione Sempre dall’aprile del 2012, la SGFA che, in relazione al progredire del- può fornire la propria garanzia anche l’ammortamento, decresce per tutta sulle operazioni a breve termine. Che la durata del finanziamento. si aggiungono alle finalità tradizionali È interessante rilevare che il valore per l’agricoltura già presenti tra le opmedio sopra indicato si riferisce all’in- portunità di garanzia SGFA (miglioratero portafoglio SGFA, che compren- mento fondiario, commercializzaziode anche le start-up, alle quali si appli- ne di prodotti, acquisto macchine, beca un’aliquota di rischio medio alta. Se stiame, attrezzature, innovazione tecsi concentra l’analisi sulle sole impre- nologica, acquisto immobili…). se tradizionali, si osserva che il costo Dal 2012 è prevista per i giovani la medio della garanzia si attesta attorno possibilità (nell’ambito del de minimis allo 0,7%. A fronte di questa commis- disponibile) di uno sconto fino a sione, le banche, come anticipato, 7.500 euro sul costo della commissione per effetto di uno stanziamento dell’Osservatorio Imprenditoria Giovanile in Agricoltura (OIGA) di oltre quattro milioni di euro. Sulla scorta del successo registrato da questa iniziativa, sono state previste due altre forme di agevolazione, di cui la prima destinata al settore zootecnico e la seconda, destinata a quello oleicolo. Sempre nel medesimo quadro agevolativo (regime de minimis) e sempre nell’ambito della disponibilità de minimis del singolo imprenditore. La garanzia, che può essere richiesta per il tramite delle banche, degli organismi di garanzia convenzionati o degli utenti autorizzati dalla SGFA, è gestita da un portale informatico che riduce il passaggio di documenti cartacei e che consente agli utenti abilitati di individuare, in ogni momento, la posizione della pratica e il suo stato nell’ambito del flusso di lavoro della SGFA.
Un portale informatico gestisce la garanzia riducendo documenti
FOCUS BIOENERGIE
Energia verde: biogas o fotovoltaico? Il V Conto Energia ha rivoluzionato il sistema delle tariffe incentivanti e le aziende agricole devono valutare le soluzioni più convenienti
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C
i sono due modalità diverse di produrre energia rinnovabile: impianti fotovoltaici o biogas. Nel mondo agrozootecnico non devono essere visti concorrenti tra loro, bensì alternativi, se non complementari. Parte da questa considerazione la chiacchierata a Cremona con Paolo Rossi, ricercatore del Crpa (Centro ricerche produzioni animali) di Reggio Emilia per approfondire un tema molto attuale che, all’indomani del-
l’applicazione del V Conto Energia, ha subito variazioni di rilievo. «Prima di decidere quale tipo di impianto realizzare nella propria azienda – spiega – l’agricoltore o l’allevatore devono stabilire, attraverso un progetto, qual è la scelta più opportuna per la sua realtà imprenditoriale e da lì valutare l’investimento che intende affrontare, a cui consegue il relativo costo di gestione: più oneroso un impianto di biogas e molto meno uno fotovoltaico. Fino a un paio d’anni fa quando in pratica era in vi-
Diminuisce del 44% il costo del fotovoltaico, ma il biogas produce cinque volte tanto un impianto fotovoltaico può lavorare senza che un addetto preposto se ne occupi». Negli ultimi anni in Italia si è registrato un vero e proprio boom di impianti fotovoltaici installati, soprattutto in ambito agricolo. «In riferimento alla fine del 2011 – puntualizza Rossi in occasione dell’ultima edizione di “BioEnergy” – i MW di potenza allacciati alla rete erano 12.800 per una produzione totale di energia pari a 10.800GW. Diverso il discorso per il biogas che, va detto, registra una produzione superiore di energia rispetto al fotovoltaico con un rapporto, mediamente, di 5 a 1. In ogni caso, sono significativi i numeri scaturiti da una nostra recente indagine: gli 89MW di potenza installata in impianti alimentati con deiezioni animali hanno prodotto 362GW». Intanto l’introduzione del V Conto Energia, avvenuta alla fine di agosto dello scorso anno, ha in buona parte rivoluzionato il sistema delle tariffe incentivanti e il plafond di 6miliardi e 700 milioni di euro previsto, che non
era mai stato adottato nei Conti energia precedenti, è ormai quasi del tutto esaurito. «Così – osserva ancora Rossi – con questo provvedimento è stato in pratica modificato il meccanismo di incentivazione che finora era basato sul riconoscimento di una tariffa rispetto all’energia prodotta dall’impianto». Il V Conto energia stabilisce una quota omnicomprensiva per l’energia netta che viene immessa in rete e una tariffa premio per quella utilizzata per autoconsumo. Non solo, rispetto a prima le tariffe hanno subito un calo del 45% e molto probabilmente si andrà verso un sistema che eliminerà quasi completamente gli incentivi». La fine delle tariffe incentivanti potrebbe demotivare chi intende installare un impianto fotovoltaico. «È una probabilità – conclude il ricercatore del Crpa – perché l’investimento potrebbe non risultare conveniente. Se però, come molti esperti affermano, nel giro di una decina d’anni il costo dell’energia fossile dovesse quadruplicare, la convenienza di aver realizzato un impianto fotovoltaico sarebbe assicurata. Senza dimenticare i benefici che verrebbero prodotti per l’ambiente». R. M. A.
gore il secondo Conto energia, in un’azienda zootecnica dove era stato installato un impianto fotovoltaico con una potenza oscillante tra i 70 e i 100KW, il costo variava dai 3.200 ai 3.600euro/KW. Oggi, a parità di impianto e con l’entrata in vigore del V Conto energia, non si superano i 2.000euro/KW. Inoltre, a differenza di un impianto di biogas, che proprio per le sue caratteristiche richiede la presenza costante di una persona preparata in grado di intervenire per fronteggiare qualsiasi inconveniente, APRILE 2013 | MONDO AGRICOLO | 37
FOCUS BIOENERGIE
Trattore del futuro disegnato da Paul Prithu per la smart agricoltura ed alimentato ad idrogeno
Green Generation Presentato il docu-film di Sergio Malatesta sul cambiamento di mentalità per costruire il domani sostenibile di Gaetano Menna 38| MONDO AGRICOLO |MARZO 2013
È
stato presentato presso la Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma il progetto del docu-film “Green Generation” di cui è autore e regista Sergio Malatesta. Sceneggiatore di numerosi film e coautore del
programma tv di Raiuno “Linea Verde”, il documentario lo sta realizzando con la collaborazione del responsabile Energia dell’Università La Sapienza, Livio De Santoli. Nell’incontro è stato pure proiettato il promo della pellicola. C’è l’occhio di una piccola telecamera che osserva e
registra. Segue la vita che scorre: filma i rifiuti e interroga sul loro riciclo, intervista sulle energie rinnovabili, sullo sviluppo sostenibile e sollecita un nuovo approccio mentale al problema dell’ambiente, propone l’utilizzo di una nuova energia come l’idrogeno, prodotto al 100% da
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PERCORSO DIDATTICO
«Grow the Future, protagonisti oggi dell’agricoltura di domani»
fonti rinnovabili. Soprattutto cerca di dare una risposta all’interrogativo: “Salvare il pianeta dal surriscaldamento è possibile?”. Prodotto da Giorgio Ginori per Maiora Film (e co-prodotto da Rai Cinema) “Green Generation” sarà al centro di una rassegna prevista a Roma, a luglio all’Isola Tiberina (nell’ambito del consueto appuntamento dell’“Isola del cinema” di cui Ginori è il direttore artistico). Si tratta dell’evento "Isola Zero", una settimana interamente dedicata all’ambiente. «Stiamo lavorando per coinvolgere possibili partner e aziende green che vorranno partecipare durante la settimana dedicata all’ambiente – ha detto il produttore cinematografico - Vogliamo, infatti, rendere l’Isola Tiberina energeticamente sostenibile, attraverso la realizzazione di pannelli solari che producano energia per la grande arena all’aperto che ogni anno accoglie migliaia di spettatori; stiamo studiando poi iniziative per la raccolta differenziata». Nella kermesse si prevedono dibattiti, aperitivi rigo-
Ezio Veggia Il vicepresidente di Confagricoltura all’incontro dell’Università La Sapienza di Roma
rosamente bio, sfilate ecomoda e proiezioni di pellicole di “cinema sostenibile”, come “Re della Terra Selvaggia” che ha avuto quattro nomination Oscar. “Il mio lavoro – ha affermato Malatesta - ha lo scopo di chiarire le idee ed informare sulle numerose opportunità di applicazione delle energie rinnovabili”. Nel corso dell’incontro alla Facoltà di Architettura ha tenuto un’articolata relazione anche il vicepresidente di Confagricoltura Ezio Veggia che ha ribadito come il settore primario non sia “brown” (con il termine brown si intendono tutte quelle tecnologie e procedure che impattano sull’ambiente), ma in tutto e per tutto green. «Di brown, in agricoltura, c’è solo la terra. Il nostro è un settore che è, e vuole essere sempre più, rispettoso dell’ambiente e sostenibile. Il produttore agricolo è il primo custode del territorio».
yngenta ha lanciato S “Grow the future - Protagonisti oggi dell'agricoltura di domani”, un percorso didattico rivolto agli studenti degli istituti tecnici del settore tecnologico e quelli professionali per l'agricoltura e lo sviluppo rurale nato per spingere i ragazzi a confrontarsi sul rapporto tra agricoltura e ambiente, stimolandone la produzione di idee innovative. Il progetto, unico nel suo genere, è incentrato sul comparto agricolo italiano, con un focus sulle quattro diverse colture – frumento, vite, pomodoro e mais – in una prospettiva di Agricoltura Responsabile™ attraverso alcune schede didattiche disponibili sul sito www.growthefuture.it. Le classi che vorranno aderire all’iniziativa, dopo aver approfondito le schede didattiche, dovranno progettarne una nuova (secondo lo schema appreso: descrizionesfide-soluzioni) mantenendo gli elementi chiave
di una Agricoltura Responsabile™ e proponendo idee e soluzioni per la gestione della coltura. Una Giuria di esperti Syngenta, al termine dell’anno scolastico, esaminerà gli elaborati e, in base ai criteri di originalità, credibilità e coerenza con il percorso, sceglierà i 3 migliori progetti che vinceranno dei buoni spendibili per l’acquisto di materiale didattico. Inoltre, per l’anno scolastico 2013/2014 Syngenta offre la possibilità di fornire alle classi un proprio tecnico che organizzerà una lezione su un tema o una coltura a richiesta secondo la modalità della “formazione on demand”. Attraverso questa iniziativa, Syngenta vuole incoraggiare questi ragazzi, che costituiscono la prossima generazione di agricoltori, imprenditori e consumatori, a sviluppare idee che possano veramente fare la differenza. Per maggiori informazioni www.growthefuture.it.
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Alla conquista del mercato russo
Servizio fotografico al Vinitaly di Roberto Ciani Bassetti
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50 aziende produttrici di vino ed olio hanno partecipato al progetto di internazionalizzazione di Confagricoltura al Vinitaly. Serrati incontri di affari con 10 buyer di Mosca di Gabriella Bechi
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inquanta aziende produttrici di vino e di olio hanno partecipato quest’anno al progetto di internazionalizzazione di Confagricoltura al Vinitaly. Un appuntamento “storico”, che ha visto la nostra Organizzazione impegnata fin dalla sua prima partecipazione alla manifestazione, nel 2006, e che complessivamente ha coinvolto oltre 350 aziende, 100 operatori provenienti dalle più svariate parti del mondo, per un totale di quasi 2000 incontri d’affari. Il Paese di riferimento quest’anno era la Russia e, per affrontare un mercato tanto promettente, quanto difficile, Confagricoltura si è avvalsa della collaborazione di Unicredit, da tempo impegnata in attività di internazionalizzazione a favore di aziende del comparto agroalimentare, del turismo, della moda, dell’arredamento e della meccanica - forte anche della presenza in oltre 50 Paesi nel mondo con filiali e banche di proprietà, specie nell’est europeo - che ha selezionato dieci importatori provenienti dall’area di Mosca. Cinque per il vino, uno esclusivamente per l’olio d’oliva, gli altri per entrambi i comparti. Due giorni di incontri serrati con i produttori nello stand di Confagricoltura e uno presso gli spazi delle singole aziende. APRILE 2013| MONDO AGRICOLO |41
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prezzo aumenta fino 5 volte, a causa di dazi, passaggi e tasse”. Affermazioni che sembrano in contrasto con la diminuzione della nostre esportazioni registrata nell’ultimo anno, che l’importatore spiega così: “E’ stato creato in Russia una sorta di ministero ‘dell’alcol’, con lo scopo di mettere ordine nelle importazioni di vino e birra e nella concessione delle licenze, che ha rallentato fortemente il flusso regolare. Credo che tutto si sistemerà presto”. Concorda sul grande interesse dei russi per il nostro Paese, Saraliev Apti Akhmedovich, direttore della “Saraliev Ie”, azienda di commercio all’ingrosso di prodotti alimentari a Mosca. Mario Guidi è intervenuto in diretta da Vinitaly “L’Italia ha un grande fascino nel no«A Mosca c’ è un consumo a Radio Due Decanter sulla qualità del made stro Paese – dice – per le sue bellezin Italy, rimarcando l'importante sforzo abituale di vino, puntando ze naturali, il clima, i suoi prodotti alidelle aziende di Confagricoltura volto a coniugare mentari, la moda. Ed effettivamente sul prodotto di fascia media» tradizione e tecnologia. tutto quello che ho provato è molto buono. Non solo il vino, ma anche l’oDagli importatori abbiamo raccolto vini, vere opere d’arte, e vini ottimi lio, il pane e tante altre cose. Penso giudizi e sensazioni molto utili, per ca- con il giusto rapporto qualità/prezzo. che ci sia un buon futuro per i vini pire le nuove tendenze di questo mer- E siccome il modo di bere in Russia italiani, soprattutto per quelli di facato in continua evoluzione. sta cambiando, penso di trovare in Ita- scia media di mercato, destinata prinOleg Petrovich Gordeev, direttore lia quello che cerco”. cipalmente alla grande distribuzione, esecutivo di “Cjsc Interpodukt - 96” - Non più solo vodka, dunque, come che guarda con sempre maggiore inazienda specializzata nella distribuzio- qualcuno continua a pensare. I russi, teresse a questo prodotto”. ne di bevande alcoliche di alta qualità, come ci hanno confermato tutti i Oltre al vino, anche l’olio è un prodotche opera sul mercato russo dal 1996 buyer con cui abbiamo parlato, bevo- to di grande appeal in Russia. Andrey - partecipa per la prima volta ad un no vino.Al ristorante, ma anche a casa. Nikolaevich Zhuravlev, lavora come progetto di internazionalizzazione in In tutti i supermercati e negozi delle responsabile delle importazioni di Italia perché vuole ampliare la gamma città più importanti si può comprare “Bahetle” (che in russo vuol dire Felidei suoi prodotti, finora circoscritta a vino. E molti sono anche gli appassio- ce), azienda proprietaria di 25 punti Francia, Spagna, Portogallo e Cile.“C’è nati, con belle cantine personali.“Ne- di vendita di prodotti di alta qualità e un crescente interesse in Russia per i gli ultimi quindici anni – dice Oleg Pe- ricercatezze (oltre 40.000 da ogni parprodotti italiani e per la cucina del vo- trovich – si è formata una classe media te del mondo), distribuiti sul territorio stro Paese – spiega l’importatore, che che può permettersi di acquistare una nazionale. Partecipa al progetto di incollabora con grandi supermercati, bottiglia ad un giusto prezzo, per que- ternazionalizzazione di Confagricoltunegozi e ristoranti e che ha tra i suoi sto da prodotto riservato ad un’elite, il ra, in collaborazione con Unicredit, clienti produttori di fama mondiale -. vino si è trasformato a prodotto di esclusivamente per conoscere e asPer questo ho deciso di importare an- consumo abituale. Ed è per questo saggiare i nostri oli.“In Russia – spiega che i vini italiani che, a differenza di che servono vini di fascia media, che è - non esiste una cultura dell’olio delquelli di altri Paesi, offrono una gam- quello che io sto cercando qui al Vini- l’oliva. Non lo coltiviamo, e fino a poma straordinaria. Ho assaggiato grandi taly. Senza dimenticare che da noi il co tempo fa era conosciuto solo per le 42| MONDO AGRICOLO |APRILE 2013
sue proprietà terapeutiche. Così per anni è stato considerato come un medicinale, molto costoso, usato dalle persone particolarmente attente alla loro salute o per i bambini. Con l’inizio delle importazioni e con il diffondersi della cultura italiana, grazie anche ai numerosi ristoranti del vostro Paese che sono nati in Russia, le cose sono cambiate, ma c’è ancora molto da fare. L’olio extravergine d’oliva è ancora destinato ad un pubblico molto selezionato, soprattutto ristoranti e stranieri che vivono nel nostro Paese”. “I russi, ancora oggi, lo considerano un prodotto d’elite, da non usare per cucinare, ma solo per condire a crudo e in abbinamento a piatti della dieta mediterranea. Anche per i suoi costi, che ancora sono molto elevati. Anche se ci sono molte differenze tra oli commerciali, principalmente spagnoli, il cui prezzo si aggira intorno ai 5 euro (per la bottiglia da mezzo litro,che è quella normalmente venduta), oli italiani di media qualità, che stanno intorno ai 9 euro, fino ai pregiati Dop che possono arrivare fino a
L’olio extravergine destinato ad un pubblico selezionato soprattutto ristoranti e stranieri 50 euro. Questo nonostante le procedure d’importazione siano molto più semplici di quelle del vino”. “Ho assaggiato molte cose interessanti – continua Andrey Nikolaevich – e con cinque aziende credo possano esserci buone prospettive di collaborazione. In generale posso dire che gli oli italiani spesso hanno un gusto troppo forte e piccante che non piace ai miei connazionali, che preferiscono sapori più delicati”. Soddisfatte anche le aziende che hanno preso parte al progetto.“La Russia è mercato importante, ma molto difficile – dice il presidente di Confagricoltura Calabria Alberto Statti, produttore di vino e olio -. Abbiamo avuto qualche contatto interessante, soprattutto per l’olio extra vergine, che ci auguriamo vada a buon fine. Ho partecipato nelle edizioni precedenti
e trovo queste iniziative veramente molto utili”. Tra le aziende iscritte anche Cantina La Vis, importate realtà sul mercato vitivinicolo nazionale, con sette aziende dislocate in Trentino, Alto Adige e Toscana.“E’ la prima volta che partecipiamo ad un progetto di internazionalizzazione nell’ambito del Vinitaly - dice Marco Raengo, direttore Marketing e Comunicazione -. Abbiamo colto questa opportunità perché da pochi mesi abbiamo deciso, con una risorsa umana dedicata, di puntare di più sul mercato russo. Potendo offrire una gamma di prodotti veramente molto ampia e differenziata, abbiamo capito che per noi ci sono grosse opportunità. Se posso dare un consiglio, si dovrebbe fare una selezione più accurata dei buyer, in relazione alle specificità aziendali. Un piccolo produttore di olio non può avere le stesse necessità di un’azienda come la nostra da milioni di bottiglie di vino. E l’interlocutore straniero deve essere selezionato sulla base di queste necessità”
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Vinsalut e dieta mediterranea Il vino, ottenuto con le giuste tecniche e abbinato ai piatti tipici della tradizione, fa bene alla salute. I risultati di uno studio del CRA di Conegliano e dell’Università di Tor Vergata di Roma di Gabriella Bechi
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a premessa è ovvia, ma non dobbiamo stancarci di ripeterla. L’abuso di alcol è fortemente dannoso alla salute, provoca ogni anno migliaia di vittime nel nostro Paese ed è un fenomeno sociale preoccupante tra gli adolescenti. Ma è altrettanto vero che si fa spesso troppa confusione tra vino, superalcoli e binge drinks, dimenticando che nel vino sono contenute anche sostanze nutrizionali e salutari e che, nel bere, sono fondamentali anche abitudini e comportamenti. Un tempo non troppo lontano l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandava il consumo di vino. Oggi non è più così. Ma il vino fa ancora bene alla salute? E soprattutto è possibile concentrare i componenti salutari che si trovano nei vini? C'è una differenza fra una coltivazione e l'altra per la nostra salute? Quale effetti ha il consumo di vino sui nostri geni, durante i pasti e fuori di essi? Queste domande hanno trovato risposta nei risultati, inediti, di uno studio (non a caso denominato “Vinsalut”) condotto dal CRA vitivinicolo di Conegliano insieme alla Sezione di Nutrizione Umana dell'Università degli Studi di Tor Vergata di Roma, presentato al Vinitaly nello
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stand di Confagricoltura. “Si tratta di uno studio che ha destato l’interesse della nostra Organizzazione – ha detto il presidente della Federazione vitivinicola della Confagricoltura Pistoni – perché dimostra, in modo scientifico, che il vino non solo non fa male alla salute, ma che, anzi, se fatto bene, bevuto in modo moderato e abbinato a determinati alimenti, è salutare. E questo, per noi che il vino lo facciamo e che lo abbiamo sempre considerato un prodotto della terra, legato alla nostra cultura, è un dato importante”. Lo studio ha individuato alcuni modelli di interventi nel vigneto, fino ad ora limitati ad esperienze sperimentali, che hanno consentito di aggiungere al vino un nuovo valore qualitativo, legato al potere salutistico di alcuni
composti presenti naturalmente nell’uva, di cui si può indurre una maggior sintesi naturale. “Abbiamo utilizzato – ha spiegato Diego Tommasi del CRA di Conegliano pratiche virtuose, sia in vigna sia in cantina, per ottenere una maggiore concentrazione di micronutrienti nell'uva. La sperimentazione si è basata su potature più povere e meno elaborate delle tecniche classiche, sulla riduzione e sulla sospensione delle concimazioni azotate e sull'uso di antiparassitari diversi, che stimolino la sintesi dei componenti salutari del vino. Quindi sono state analizzate le uve ottenute e messe confronto con quelle lavorate con metodi tradizionali, con un’attenzione particolare ai macro e micro componenti responsabili della qualità organolettica e a quelli legati
Pratiche virtuose per una maggiore concentrazione di micronutrienti nell'uva alle proprietà salutistiche. Poi, in fase di vinificazione, sono stati provati protocolli che permettano di conservare al massimo i valori salutistici del prodotto di partenza. I vini ottenuti con queste pratiche sono risultati più salutari, consentendo peraltro anche una possibile riduzione dell'apporto di solfiti”. Lo studio ha anche esaminato gli effetti fisiologici sull'uomo legati all'assunzione di vino, rilevando enormi differenze, non più trascurabili in futuro, fra consumo a digiuno o durante un pasto. E non un pasto qualsiasi, ma
a base di nostri prodotti più tipici, quelli della dieta mediterranea. “Abbiamo confrontato i diversi effetti del consumo dei vini sull’organismo umano in abbinamento a vari alimenti - ha detto uno degli autori dello studio, il dottor Alberto Carraro dell’Università degli studi di Tor Vergata -. Alcuni cibi, infatti, sono in grado di attivare geni che portano a detossificare l'organismo. Se poi questi alimenti vengono accompagnati a vini più ricchi di micronutrienti salutari il risultato è migliore.” In conclusione, bere poco, scegliendo buoni vini ottenuti con le giuste tecniche; sorseggiare non a digiuno, ma accompagnando il bicchiere ad un bel piatto di pasta, cereali, verdura e frutta - le pietanze tipiche della nostra dieta mediterranea - fa bene alla salute. APRILE 2013| MONDO AGRICOLO |45
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da sinistra: Dorfmann, Guidi e Pistoni
Bacco irremovibile Riunione della Federazione Vitivinicola, con Dorfmann e Guidi. Pistoni: «Diritti di impianto questione cruciale che non ammette cedimenti. Non danneggiamo un comparto che garantisce ricchezza ed occupazione» 46| MONDO AGRICOLO |APRILE 2013
l futuro dei diritti di impianto vitivinicoli costituisce una questione strategica che riguarda uno dei comparti chiave della nostra agricoltura e da affrontare con grande attenzione nell'ambito del negoziato della riforma della PAC verso il 2020. Lo ha ribadito la Federazione nazionale Vitivinicola, che si è riunita a Verona, al Vinitaly 2013.Ai lavori, presieduti da Piergiovanni Pistoni, sono intervenuti anche il presidente confederale Mario Guidi ed il componente della Com-
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missione Agricoltura del Parlamento Europeo Herbert Dorfmann, che è relatore del progetto di modifica del Regolamento (CE) n. 1234/2007 in ordine al regime di pagamento unico e al sostegno ai viticoltori. «Non sono concesse disattenzioni per uno strumento di politica di settore essenziale per un comparto che garantisce ricchezza ed occupazione al Paese e che non possiamo mettere a repentaglio – ha detto Pistoni -. Siamo sempre più convinti che l'attuale sistema dei diritti di impianto sia
quello che consente di gestire al meglio il potenziale vitivinicolo, come ritiene anche il Parlamento europeo, e che ogni cambiamento rispetto a questa baseline debba essere attentamente valutato in quanto a possibili conseguenze sulle capacità produttive del settore e sul reddito dei vitivinicoltori». Lo scenario negoziale vede da un lato l'ipotesi del Parlamento europeo di una proroga dell'attuale sistema sino al 2030 e, dall'altro lato, la posizione di compromesso del Consiglio UE che già prefigura un sistema di "autorizzazioni” a termine, che sostituirebbe dal 2019 l'attuale regime basato sui diritti, prevedendo un possibile aumento dei nuovi vigneti sino all'uno per cento l'anno e con una liberalizzazione degli investimenti a partire dal 2024. Non possiamo cedere alla liberalizzazione delle produzioni perché abbiamo assolutamente bisogno di una re-
golamentazione del potenziale rispetto al mercato ha stigmatizzato la Federazione Vitivinicola - e dobbiamo valutare con ogni cautela tutte le possibili ripercussioni derivanti da un eventuale superamento dell'attuale regime. Occorre poi porre la massima attenzione all’aumento degli investimenti consentiti e alla gestione regionale delle autorizzazioni. Altrettanta attenzione va poi posta ai meccanismi di accesso, che devono garantire un’equilibrata gestione dell'offerta e l'espansione delle produzioni per le imprese che vogliono crescere ed investire in nuovi impianti vitati. Pur comprendendo le difficoltà del negoziato comunitario, queste istanze vanno prese tutte in serie considerazione nel seguito del-
la trattativa. Perché, come ha osservato Guidi, «deve essere chiaro che ogni allentamento può mettere a repentaglio uno dei comparti di punta per l'agricoltura e per l'export nazionali». (R. M. A.)
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Si scivola sull’olio Riunione della Federazione Olivicola. Rossi: «I ricavi diminuiscono con la pressione dei competitor, in primo luogo la Spagna, che porta ad un livellamento dei prezzi verso il basso»
nche l’olio extravergine d’oliva punta con decisione sull’export. È emerso nel corso della riunione della Federazione Nazionale Olivicola, presieduta da Donato Rossi (a cui è intervenuto anche il presidente confederale Mario Guidi), che si è svolta a Verona in fiera. Il set-
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tore olivicolo – come ha evidenziato Ismea nell’incontro di approfondimento – registra nel 2012 ancora un aumento dell’export in quantità ed in valore ed un saldo commerciale positivo per il secondo anno consecutivo. Inoltre, quest’anno si è verificata una contrazione delle produzio-
Donato Rossi
ni interne, a fronte invece di una crescita produttiva, non solo nei Paesi del bacino del Mediterraneo, ma anche in altre aree con condizioni pedoclimatiche favorevoli (Sud America, Australia, ecc.). Da un lato i ricavi diminuiscono con la pressione dei competitor, in primo luogo la Spagna, che porta ad un tendenziale livellamento dei prezzi verso il basso; dall’altro però, vi sono costi di produzione in aumento.“Un mix pericoloso – sottolinea il presidente Guidi – che pone molte aziende fuori mercato ed a rischio chiusura”. C’è anche da rilevare – come è stato sottolineato da Unicredit – un aumento del consumo mondiale di olio. La ‘Grande Italia dell’Olio’, quella competitiva che punta sul prodotto di qualità – osserva Guidi – è alla conquista o al consolidamento dei mercati esteri più promettenti, come quello della Russia dove (specie a Mosca e San Pietroburgo che da sole contano un bacino di 15 milioni di abitanti) c’è un’espansione della rete commerciale della GDO. “È sempre più urgente avviare l’attività di promozione dell’olio extravergine d’oliva italiano nel mondo e dare sostegno alle iniziative di marketing, prima collettive e poi di impresa – rileva Donato Rossi –. Da parte nostra siamo impegnati a favorire il contatto degli imprenditori olivicoli con gli operatori esteri”. Non è mancata poi una riflessione sul Sol (Salone internazionale dell’olio d’oliva), che si svolge, sempre a Verona, in contemporanea con il Vinitaly, anche quest’anno è passato in secondo piano, schiacciato dallo straordinario e meritato successo della rassegna vitivinicola.Appare, quindi, necessario pensare o ad una diversa data per la manifestazione olivicola o allo spostamento in un’altra città. Lo hanno ribadito in un comunicato congiunto Confagricoltura e Cia:“Il Sol sembra il ‘fratello povero’ del Vinitaly, con poca promozione e visibilità. E così l’olio d’oliva, prodotto strategico non ha quella ribalta che certamente merita”. (R. M. A.)
Assofrantoi: servizi per l’export Il presidente dell’Associazione Pier Luigi Silvestri: «Puntiamo su attività innovative per rilanciare efficacemente il made in Italy nel mondo»
di l’iniziativa della “carta d’identità degli oli” che, grazie alla metodologia della “calorimetria” messa a punto dal Cnr di Pisa, permette di individuare la provenienza esatta dell’olio che si trova dentro una bottiglia. Ogni territorio ha il suo grafico, una sorta di documento di riconoscimento del prodotto. Al termine della presentazione, presso lo stand di Confagricoltura, c’è stata una degustazione, guidata dal capo panel Alfredo Marasciulo, di dieci fra i 60 oli extravergini che hanno una propria carta d’identità, abbinati a differenti tipi di pane. (R. M. A.)
Pier Luigi Silvestri
“A
ssofrantoi Servizi è il nostro innovativo sistema di consulenza, per promuovere all’estero sempre più l’eccellenza dell’olio extravergine italiano”. Lo ha detto Pier Luigi Silvestri, presidente dell’ Associazione frantoi oleari italiani (Assofrantoi) e vicepresidente di Confagricoltura Viterbo-Rieti, presentando al Sol l’ultima novità dell’organizzazione dei frantoiani. Dopo la scommessa sulla “Filiera 2.0” e il lancio di Asso.Frant.O.I. Mobile, l’app gratuita per smartphone che indirizza il consumatore ad un approccio nuovo verso il mondo dell’olio, Assofrantoi propone questo nuovo servizio, che permette ai tecnici del settore di formarsi e di approfondire le normative agro-alimentari dei diversi Paesi. Nonostante i problemi e le difficoltà, c’è un’Italia di successo, creativa e ammirata nel mondo. Assofrantoi intende cogliere le occasioni offerte da questo
momento di crisi e guardare al futuro con gli occhi aperti, percorrendo nuove strade imprenditoriali. “L’export è fondamentale per il nostro olio – spiega Silvestri - ma occorre essere costantemente aggiornati sulle legislazioni alimentari in continua evoluzione e di difficile interpretazione, conoscere le convenzioni su analisi chimico-fisiche ed organolettiche, nonché sui materiali di confezionamento e imballaggio”. Il nuovo sistema di consulenza completa e globale è realizzato in collaborazione con FoodLex, team di professionisti specializzati, da anni impegnati nel campo agro-alimentare, con sedi sul territorio nazionale a Bari (Gravina), Roma e Bologna e internazionali: Parigi, Berlino, Tokyo, Shangai, New York e San Paolo. L’obiettivo è rafforzare la competitività delle imprese associate puntando ad una sempre maggiore sinergia, e mantenendo un costante occhio di riguardo alle problematiche ambientali anche attraverso i contratti di rete. Presentata quin-
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BARBIERI: «CONDISCO MASTERCHEF»
Bruno Barbieri - il famoso cuoco pluristellato, giudice del popolare programma tv "MasterChef Italia” - è stato ospite dello stand di Confagricoltura al Vinitaly-Sol, come testimone dell'eccellenza del nostro olio extravergine d'oliva. "Tutta la mia vita gastronomica è stata accompagnata dall'olio d'oliva. Ed era arrivato il momento di avere un olio ufficiale della nostra trasmissione - ha detto -. Mi sono rivolto ad un olivicoltore a cui mi lega un'amicizia decennale, Carlo Gradassi, produttore storico in una regione che, per quanto riguarda l'olio extravergine d'oliva, a mio parere sintetizza meglio la straordinaria varietà italiana, l'Umbria". E' nato così ‘Terre francescane’, l'olio di MasterChef, creato in tre tipologie diverse, verde per le verdure, rosso per la carne, blu per il pesce. Tutto rigorosamente Umbria Dop, con mix di differenti cultivar. Con Bruno Barbieri ed il produttore Carlo Gradassi c'era anche l'assessore all'Agricoltura della regione Umbria, Fernanda Cecchini. APRILE 2013| MONDO AGRICOLO |49
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Giovani oggi, grandi domani
– ha messo in evidenza Nicola Motolese, presidente dell’Anga -. Ci serviva un modo per valorizzare questo nostro patrimonio di ricchezza, varietà e qualità”. Prima di entrare sulle questioni vive della riforma della Pac, Guidi e Motolese: in particolare sulle misure relative al«C’è un patrimonio produttivo l’insediamento ed al prepensionamento, il direttore Area Economica e orientato all’export» Centro Studi dell’Organizzazione, Vincenzo Lenucci si è soffermato suldi Elisabetta Tufarelli deale ‘gran finale’ della ‘Grande Italia le iniziative al Vinitaly, ed ha spiegato del vino e dell’olio’ di Confagricoltura, come la scelta sia stata di dare un tavalorizzando i settori vitivinicolo ed glio utile a tutti gli avvenimenti di ‘Caolivicolo che rappresentano una fetta sa Confagricoltura’. I nostri produttoiovani oggi, importante dell’economia del Paese, ri giocano con buone performance grandi doma- in termini di produzione e di impatto in casa, ma sono capaci di vincere soni”, il consueto sociale. prattutto in trasferta. Palma Esposito, appuntamento “Non ci aspettavamo tanto successo, responsabile per i settori vino e olio, dell’Anga al Vi- ma ci ha fatto piacere. La nostra ‘car- ha parlato delle misure per la promonitaly–Sol, è ta dei vini e degli oli’ è un’idea in cui zione e gli investimenti in azienda stato un vero successo. L’aperitivo è crediamo molto. Abbiamo produttori previsti dal nuovo programma naziostato diverso dalle classiche degusta- importanti, che fanno ottimi vini e oli nale di sostegno vino (PNS); per l’olio
Appuntamento Anga a Verona. Presentato il prototipo della “Carta degli oli e dei vini” degli imprenditori “under 40” associati
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zioni, ed è diventato l’occasione per presentare il prototipo della ‘carta degli oli e dei vini’ degli imprenditori ‘under 40’ associati. E si è rivelato così l’i-
ha illustrato le norme per l’etichettatura e commercializzazione ed il progetto dell’olio ‘Alta Qualità’. Ha raccontato la sua esperienza Francesco Cirelli, che conduce ad Atri l’unica cantina abruzzese che fermenta il vino nelle anfore di terracotta da ottocento litri (realizzate da un giovane artista fiorentino), invece che le classiche botti in acciaio, legno o cemento. E poi i prodotti e le storie di Giovanni Ederle di Verona, Silvia Gardina di Padova, Andrea Peri di Brescia, Chiara Falciani di Firenze, Bernardo Barberani di Orvieto, Raffaele M. Maiorano di Crotone, Luca Bini di Firenze, Ugo Bagedda di Olbia-Tempio, Elio Perciaccante di Cosenza, Antonella Ferrara di Taranto, Giuliano Conforti di Cosenza, Diana Lenzi di Siena e Raffaello Tocci di Cosenza."Ci sono grandi opportunità per voi giovani - ha detto Mario Guidi, intervenendo all’in-
Da sinistra: l’assessore Nardoni, Guidi e Motolese
contro - purché ci si renda conto che l'agricoltura è cambiata. Il mercato nazionale è maturo e saturo ed i nostri orizzonti devono allagarsi verso l'Europa e oltre. Non possiamo più permetterci di essere piccoli, dobbiamo metterci in rete, uscire dalla dipendenza del sistema pubblico e avvici-
narci al più ampio sistema agroindustriale. I giovani imprenditori agricoli devono proiettarsi in questo scenario, dove tecnologia, web e marketing avranno un ruolo essenziale. L'iniziativa della ‘carta dei vini e degli oli’ che presentate oggi va in questa direzione”. Anche il nuovo assessore all'Agricoltura della Regione Puglia e coordinatore degli assessori regionali, Fabrizio Nardoni, ha promesso di dedicare attenzione ai giovani: “Mi impegno a discutere al più presto di un piano strategico per l'agricoltura”. L’appuntamento dell’Anga è stato capace di conquistare tutti i palati, sottolineando le due passioni che crescono a ritmi vertiginosi, quella dei giovani che s’impegnano in agricoltura e quella dei consumatori di tutto il mondo, in particolare dell’ Est, per l’olio extravergine e il vino ‘made in Italy’.
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Il trinciato nella rete Sinergie di filiera: nasce “Biogas Attack” progetto agroindustriale a network, che mira a fornire agli agricoltori una nuova soluzione integrata per incrementare le rese di mais da trinciato per impianti biogas di Claudio Pietraforte
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enetica di ultima generazione abbinata a tecniche di semina e di trinciatura innovative, efficienti e redditizie. Nasce così, nell’ottica delle sinergie di filiera e della piena integrazione tra competenze diverse, un progetto mirato a fornire agli agricoltori italiani una nuova soluzione per incrementare le rese produttive di mais da trinciato da destinare agli im-
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pianti di biogas. L’iniziativa, come è stato spiegato nel corso della presentazione alla stampa organizzata lo scorso marzo presso l’azienda agricola Cazzola di Salizzole nel Veronese, si avvale della semina a file binate: una tecnica che permette di aumentare le rese, a parità di superficie col-
mente adatto all’alta densità; Matermacc, la ditta che ha costruito la seminatrice MS Twin specificatamente destinata alla semina a file binate, e New Holland, che con la nuova trinciacaricatrice FR garantisce il monitoraggio in continuo della sostanza secca. Il target è rappresentato attualmente da un’ottantina di aziende agricole Genetica di ultima generazione con impianto di biogas che insieme abbinata a tecniche di semina rappresentano il 10% della superficie coltivata a mais e il 30% del trinciato e di trinciatura innovative di mais prodotto in Italia. Ognuna di esse ha messo a disposizione del protivata, incrementando il numero di getto una superficie di 10 ettari sui piante per ettaro. Disponendo dell’i- quali verrà effettuata la sperimentabrido di mais adatto si può arrivare fi- zione con la collaborazione di 5 conno a 10 piante per metro quadrato toterzisti, che rappresentano l’eccelche, grazie alla distribuzione a quin- lenza dell’intero areale maidicolo del conce (nell’ambito della bina i semi nord Italia.Poiché il nuovo modo di non vengono deposti in parallelo ma fare trinciato punta ad essere, a partia quinconce ossia sfalsati), godranno re dal 2014, una soluzione disponiciascuna di un maggiore spazio utile, bile per tutti gli agricoltori italiani, a garanzia di un utilizzo più razionale durante l’estate di quest’anno, nel pedi acqua, luce ed elementi nutritivi. riodo della trinciatura saranno orgaPresentato con il nome di “Biogas At- nizzate delle giornate in campo per tack”, il progetto vede in prima fila condividere i risultati ottenuti, che Dekalb, marchio storico del gruppo saranno poi divulgati nel corso delMonsanto, che ha messo a disposi- l’autunno attraverso un piano di cozione un ibrido di mais particolar- municazione dedicato.
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Samurai tra i filari
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Il nome del guerriero giapponese letteralmente significa “colui che serve”. Ecco i trattori specializzati per vigneti e frutteti sono sempre più utili: potenti, efficienti, polifunzionali. Un noto marchio dedica ai lottatori ronin una delle nuove macchine più versatili di Barbara Mengozzi
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imensioni contenute, forme arrotondate, profilo ribassato, passo corto e raggio di sterzata molto ridotto. Sono alcune delle caratteristiche salienti dei trattori specializzati per il vigneto e il frutteto, che puntano ad assicurare a questa tipologia di macchine una grande manovrabilità tra i filari e la capacità di entrare in spazi di solito molto ristretti senza danneggiare piante in fiore o frutti. Oggi, inoltre, i mezzi integralmente progettati per l’impiego in vigna vengono realizzati dalle case costruttrici sempre più all’insegna dell’efficienza e della polifunzionalità, proponendo sul mercato trattrici incrementate nella potenza, contraddistinte da trasmissioni meccaniche con molteplici combinazioni di rapporti, doppia trazione e notevole portata idraulica con elevato numero di distributori variamente collocati per offrire, oltre ad una maggiore stabilità al vi-
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Gli specializzati rendono possibile la meccanizzazione in toto del vigneto ticoltore spesso costretto a lavorare su terreni in forte pendenza, l’utilizzo di parecchie attrezzature, anche pesanti, che rendono possibile la meccanizzazione in toto del vigneto. È possibile in tal modo eseguire in tempi rapidi lavorazioni del terreno, concimazione, diserbo e tutte le operazioni sul verde, compresi i trattamenti di difesa fitosanitaria. Si tratta infine di macchine dotate di una vera e propria cabina di pilotaggio, con aria condizionata e insonorizzazioni, in grado di garantire all’operatore ergonomia, comfort e tutti i sistemi di sicurezza. Apre questa carrellata, che fa seguito a quella proposta nello scorso numero di “Mondo Agricolo”, la nuova generazione di uno specialista per eccellen-
za, il Landini Rex. La gamma, completamente rinnovata nell’estetica e nei contenuti tecnici, è composta oggi da 7 modelli con potenze comprese tra i 68 e i 110 cavalli e viene presentata con tre diversi tipi di trasmissione e con differenti soluzioni di assali anteriori e posteriori, quindi con varie dimensioni di passo e carreggiata che la suddividono nelle versioni F (frutteto stretto), GE (frutteto basso) e GT (frutteto largo). Oltre alle nuove motorizzazioni Perkins a 3 e 4 cilindri turbo aftercooler emissionate Tier 3, i recenti upgrade riguardano l’ottimizzazione dell’innesto della Pto, la regolazione della sensibilità del sollevatore più precisa, la disponibilità di un sollevatore e Pto frontali e le nuove dotazioni idrauliche. Provvista delle stesse caratteristiche tecniche, la gamma specialistica McCormick, contrassegnata dalla lettera F, viene proposta nelle versioni frutteto stretto (F), frutteto basso (GE) e frutteto largo (XL). Passando ad un autentico specialista del lavoro in vigna come il Rex 90 V, progettato per il vigneto stretto e con potenza di 83 cavalli, va prima di tutto evidenziato il basso baricentro che ne permette
l’impiego tra i filari in piena sicurezza. Tra le principali prerogative di questo trattore spiccano, inoltre, il cambio modulare che consente di ottenere fino a 32 marce av+16 rm con superriduttore, la frenatura integrale sulle 4 ruote, l’angolo di sterzata di 55° e un sollevatore posteriore dalla capacità di 2.600 kg. La cabina infine, dotata di riscaldamento, aria condizionata e filtri a carboni attivi, è stata studiata per garantire una pressurizzazione adeguata in ambienti contaminati da anticrittogamici. Si chiama Ronin, come i samurai rimasti senza padrone, la più recente novità McCormick F90N specialistica di casa Goldoni: una serie di trattori molto versatili – lanciata a Fieragricola 2012 e finalista nella categoria degli Si garantisce all’operatore specializzati al Tractor of the year ergonomia, comfort 2013 – formata all’inizio dai modelli e tutti i sistemi di sicurezza 40 e 50, azionati da motori Lombardini Tier 3A raffreddati ad acqua con po-
Landini nuovo Rex 80
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produttività. Il raggio minimo di volta è di 3,1 metri e l’allestimento del Ronin con attrezzature specifiche, come il tosaprato ventrale, permette di metterne in luce la flessibilità e la multifunzionalità, requisiti che rendono questo trattore adatto ai più svariati impieghi, in campagna e in giardino.Altra interessante novità per vigneto e frutteto della scuderia Goldoni è il modello snodato Cluster 70SN+, mosso da un potente motore a 3 cilindri Turbo intercooler da 66 cavalli Tier 3A e provvisto di una nuova trasmissione 16+16, dotata di inversore Fast Reverse 100% meccanico, e di frizione indipendente della Pto posteriore. Nell’ambito degli specializzati una categoria a sé è costituita dai trattori isodiametrici, la cui peculiarità è quella di avere ruote anteriori e poAntonio Carraro In evidenza gli isodiametrici in alto SRH9800 steriori dello stesso diametro. L’isocon ruote anteriori e posteriori in basso TGF 9800 diametrico SRH 9800 di Antonio Cardello stesso diametro raro si segnala per un concept nuovo e singolare in quanto abbina la tratenze rispettivamente di 38 e 48 ca- tegrale sospesa su ammortizzatori sili- smissione idrostatica al telaio articovalli, ai quali, dopo il debutto all’ulti- conici a viscosità variabile), i Ronin lato a carreggiata stretta (minimo 1 ma edizione dell’Eima, si sono aggiun- sfoggiano un design accattivante co- metro) e alla guida reversibile, moti i nuovi modelli 45 e 55 che monta- niugato ad una trasmissione meccani- strandosi particolarmente adatto a lano motori Perkins 403D, da 40 cavalli, ca 12+12+4 con inversore sincroniz- vorare negli spazi ristretti. In evidene 404D, da 48 cavalli. Disponibili sia zato e dispositivo Fast Reverse che, za, tra i dispositivi, l’Electronic Speed nella versione cabinata sia in quella grazie alle sue ulteriori 4 retromarce Control che permette di gestire eletRollBar (entrambe con piattaforma in- veloci, facilita le manovre e aumenta la tronicamente la velocità, i giri motore e la Pto anche nei dislivelli conferendo estrema precisione ed omogeneità nell’esecuzione dei trattamenti con fitosanitari, senza dispersioni di materiali chimici. Profilo particolarmente filante e assetto basso identificano un altro modello di punta della Antonio Carraro, il TGF 9800, le cui ruote anteriori, di raggio inferiore, determinano volte molto contenute intorno ai filari.Azionato da un motore da 87 cavalli 4 cilindri turbo (a masse controrotanti con sistema di iniezione ed Egr a controllo elettronico) e munito di sollevamento anteriore a 6 prese idrauliche, il TGF 9800 è configurabile con numerose combinazioni di pneumatici (ben 16) per ottenere le versioni più personalizzate e può essere allestito con due diverse cabine. 56| MONDO AGRICOLO |APRILE 2013
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MAPPAMONDO di Elisabetta Tufarelli
In Spagna raddoppia il tasso d’insolvenza Nella penisola iberica, raddoppia il tasso di insolvenza delle aziende agricole a causa della crisi
da circa 26 miliardi del 2008 a 20,85 miliardi alla fine del 2012. Questa situazione – ad avviso dell’Organizzazione agricola iberica mette in evidenza l'inefficacia delle misure approvate dal governo per superare la crisi, per cui si chiede un piano specifico
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LA PIÛ GRANDE CENTRALE ELETTRICA IN AFRICA
Quando le palme diventano troppo grandi, sono inutilizzabili. Perché non tagliarle e usarle per produrre energia? L’idea è venuta alla società ivoriana Biokala, che produrrà energia elettrica proprio da tronchi e foglie di palma da olio. Nel 2015, se tutto andrà come previsto, Costa d'Avorio avrà la più grande centrale africana di produzione di energia elettrica da biomassa. Il progetto Biovea prevede la costruzione e l'esercizio di un impianto di 42 MW in Aboisso, un centinaio di chilometri a est di Abidjan. Si calcola che più di 300.000 tonnellate di biomassa saranno utilizzati da Biokala per la produzione di circa 288 GWh di energia elettrica da immettere nella rete nazionale. Il progetto avrà un costo di circa 40 milioni di dollari. LE MONDE: I FRANCESI NON CONOSCONO LE RINNOVABILI
n Spagna il tasso di insolvenza nel settore agricolo è quasi raddoppiato, da 4,08% del 2010 a 8,55% nel terzo trimestre del 2012; in volume, circa 1,783 miliardi di euro. Per l’Organizzazione spagnola “Upa” (Unione dei sindacati degli agricoltori) la cifra riflette l'evoluzione negativa del settore agricolo: nel 2006 questo tasso era solo dell'1,26%. I prestiti sono diminuiti
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per il settore, che preveda meccanismi per rifinanziare il debito e promuovere la stabilità economica delle aziende agricole. In particolare, il comparto sollecita un istituto finanziario o un ramo specifico all'interno degli attuali strumenti pubblici, per incanalare l'accesso ai finanziamenti e indirizzare l'attività agricola verso la trasformazione e la commercializzazione.
I francesi sono a favore delle energie rinnovabili, ma sono in gran parte ignari di cosa siano effettivamente. È questo il risultato di un sondaggio condotto da Ipsos per l' “Associazione Energie Rinnovabili”, pubblicato da ‘Le Monde’ in occasione dell’annuale World Review. Il costo è visto come il principale ostacolo al loro sviluppo. Dai dati emerge che circa il 68% degli intervistati è favorevole al-
l’istallazione dell’impianto eolico nel proprio comune, ma solo il 45% accetterebbe che fosse nel proprio campo visivo. L’avversione è minore per i pannelli solari, ammessi dall’82% del campione. Energia idraulica e marina, geotermica, biomasse e bioenergie sono decisamente meno conosciute e il compostaggio fa parte delle energie rinnovabili per l’81% dei francesi intervistati.
Nigeria agricola teleconnessa il proprio "portafoglio elettronico", per effettuare transazioni via sms. Per il presidente nigeriano Goodluck Jonathan: “L'agricoltura moderna richiede un flusso costante di informazioni tra produttori e fornitori”. La metà dei telefoni cellulari sarà riservata alle donne, che rappresentano circa il 70% della manodopera del settore.
Gli agricoltori saranno dotati di cellulari. Manovra elettorale? Una cosa è certa: nei campi nigeriani c’è l’esigenza di rinnovare l’attività e di investire in comunicazione a Nigeria distribuirà 10 milioni di telefoni cellulari agli agricoltori con l’obiettivo di frenare la povertà della popolazione rurale. L’agricoltura, nel Paese, è uno dei pilastri economici: rappresenta il 40% del Pil e occupa circa 80 milioni di abitanti. Il provvedimento del governo mira a migliorare la sicurezza alimentare del paese più popolato dell’Africa. L'operazione richiederà anche l'installazione di ripetitori nelle zone rurali, per consentire la comunicazione. Il ministro dell'Agricoltura,Akinwumi Adesina, ha detto che l'acquisto di questi telefoni sarebbe
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stato finanziato da una apposita tassa, mentre per il Segretario Generale dell’opposizione All Nigeria Peoples Party (ANPP),Tumsa Tijani, si tratta di una strategia indiretta per raccogliere voti dell’elettorato rurale nelle prossime elezioni presidenziali del 2015. Il Paese batte tutti i record in termini di diffusione dei cellulari, ma se 110 milioni di nigeriani ne possiedono uno, ci sono molti agricoltori che ne sono sprovvisti. Anche lo sviluppo dei pagamenti attraverso cellulare è in rapida crescita e il governo della Nigeria, lo scorso anno, ha lanciato
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LA PROTESTA-DONAZIONE DEGLI AGRICOLTORI GRECI
Continua l’ originale protesta degli agricoltori greci che distribuiscono gratuitamente frutta e verdura a famiglie, pensionati e disoccupati. Recentemente l’ hanno fatto nel cuore di Atene, davanti al ministero dell’Agricoltura, donando in questa occasione oltre 50 tonnellate di prodotti delle campagne. Sono stati consegnati anche volantini con le proposte che gli agricoltori fanno al governo. I produttori chiedono di abbassare del 50% i prezzi del carburante per macchine agricole e di ridurre i contributi per le assicurazioni agricole, di annullare l’obbligatorietà di dichiarare quali sono i prodotti che coltivano, di abbassare dal 23% al 6% le tasse su macchine e attrezzature e di ridurre l’Iva sui prodotti agricoli a vantaggio dei consumatori. Inoltre, insistono nel chiedere che i principi su cui si basa la politica agricola greca siano modificati e chiedono che venga risolto il problema dei prezzi all’origine troppo bassi. APRILE 2013| MONDO AGRICOLO | 59
A T T U A L I TÀ T E R R I T O R I O
Il re della cucina si sposa ai prodotti tipici del vercellese
Città del riso: habitat, cultura e business di Elisabetta Tufarelli
Paolo Carrà presidente di Confagri Vercelli: i visitatori della mostra hanno la possibilità di conoscere meglio il territorio e, magari, visitare le aziende 60| MONDO AGRICOLO |APRILE 2013
on tutti sanno che Vercelli, in collaborazione con la collezione Peggy Guggenheim, ospita importanti mostre. In un contesto di esposizione straordinario, quello dell’ ‘Arca’, l'ex Chiesa gotica di San Marco, capolavori provenienti da New York e da Venezia, anno dopo anno stupiscono ed ammaliano i visitatori. Il tema di que-
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st'anno è stato “Gli anni Sessanta delle collezioni Guggenheim: oltre l'informale verso la pop art”. Più di 50 capolavori dell’arte europea e americana degli anni Sessanta, rappresentativi dei grandi protagonisti di questa straordinaria stagione, da Robert Rauschenberg a Jean Dubuffet, da Cy Twombly a Frank Stella e Andy Warhol, sono stati presentati a Vercelli per la prima volta, al di fuori del museo di Venezia. Ed insieme alle celebri opere, residenti e turisti, grazie a Confagricoltura, hanno potuto ammirare e portarsi a casa i capolavori agroalimentari del territorio, come vino e riso. La ‘Città del riso’ è diventata così, una sorta di mostra nella mostra, ricca di novità per offrire ai visitatori un’altra cosa da ricordare. “Abbiamo voluto promuovere la cultura del nostro territorio, che è quella agricola – spiega Paolo Carrà, presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella e dell’Ente Risi –. Ora i visitatori della mostra hanno la possibilità di conoscere meglio il nostro territorio a partire dai prodotti e, magari, anche visitare le nostre aziende agricole”. Il posto d’onore nella ‘Città del riso’ va, ovviamente, al cereale che viene presentato nelle diverse varietà, ma anche ai suoi derivati come prodotti di bellezza, pasta e dolci di riso, preparazioni gluten free. C’è anche un ‘panissa kit’ per preparare il re della cucina vercellese, un ‘risotto’ (Arborio, Baldo o Maratelli) con cipolla, vino rosso Barbera, salame della Duja, sale e pepe; ci sono anche vini Doc e Docg del Gattinarese e della Serra d’Ivrea. Ma non solo. Grazie all’accordo tra Confagricoltura Vercelli e Biella e l’Ufficio Scolastico territoriale della Provincia di Vercelli, all’interno dello store, c’è anche una mini riseria che mostra, in modo didattico e pensato per le scuole, le diverse fasi della lavorazione del riso.
Elogio della carne Convegno promosso dall’azienda Maccarese. Non va demonizzato un alimento fondamentale per i suoi apporti nutritivi
no, specializzato nell’allevamento confinato degli animali da ingrasso – ha detto Carlo Angelo Sgoifo Rossi del Dipartimento scienze veterinarie per la salute dell’Università di Milano - dà un prodotto con ottime caratteristiche organolettiche e di tenerezza, permettendo una verifica giornaliera sulla salute e il benessere degli animali”.“L’aldi Daniele Mezzogori levamento italiano è l’eccellenza del sistema di controllo europeo – ha osual è l’importanza della carne servato Romano Marabelli, capo diparrossa nell’alimentazione uma- timento per la sanità pubblica veterina? Lo ha chiarito la tavola ro- naria del ministero della Salute -. Protonda su “Verità nude, crude... bollite, prio negli anni dello scandalo della grigliate e stracotte sull'alimento più BSE, il nostro metodo è stato preso cocontroverso della cultura occidentale: me riferimento da tutti i Paesi europei la Carne Rossa”, organizzato dalla Mac- ed è alla base dell’attuale sistema di carese Spa.“Il sistema produttivo italia- controllo. Questa tecnica, però, non si
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sposa con quella di allevamento estremamente rurale, che a torto e troppo spesso viene mostrata come ideale per genuinità e salubrità”. Per Pietro Migliaccio, presidente della Società italiana di Scienza dell’alimentazione, la carne rossa non va demonizzata; come tutti gli alimenti, non bisogna farne abuso, ma la sua assunzione garantisce un ottimo stato di salute anche per tutti i macro e microelementi contenuti: ferro, zinco, vitamine del gruppo B. Occorre quindi dare informazioni chiare al consumatore, per evitare che sia vittima di pubblicità ingannevoli.
A T T U A L I TÀ T E R R I T O R I O
La protesta del dopo alluvione «Abbiamo il diritto di fare impresa», dice Vivarelli Colonna presidente di Confagri Grosseto nella giornata di mobilitazione di Elisabetta Tufarelli 62| MONDO AGRICOLO |APRILE 2013
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a Maremma, nello scorso novembre, è stata colpita da un’alluvione, causato da un’innaturale quantità di piogge concentrate in poche ore, che hanno provocato l’esondazione del fiume Albegna e dei suoi affluenti. I danni sono stati ingenti e sono ancora visibili nelle campagne
e nei centri abitati, in particolare quello di Albinia, una frazione di Orbetello”. Lo ha sottolineato Antonfrancesco Vivarelli Colonna, presidente di Confagricoltura Grosseto, facendo il punto della situazione per Mondo Agricolo. “Dei 110 milioni stanziati dal decreto Monti, solo 52 sono destinati alla provincia di Grosseto e, di questi, il 25% alla popolazione e alle imprese non
Dai fondi stanziati restano fuori le aziende agricole le più disastrate dall’evento agricole – spiega Vivarelli Colonna-. Paradossalmente restano fuori le imprese agricole, le più colpite dall’evento, sia per i danni diretti a immobili e attrezzature, sia per quelli ai campi, per le mancate semine, per gli ingenti costi di ripristino e per la perdita del reddito che, probabilmente, durerà almeno un biennio”. La popolazione alluvionata della zona di AlbiniaMarsiliana ha manifestato lo scorso 25 marzo e il presidente di Confagricoltura Grosseto è stato il portavoce delle 13 associazioni di categoria locali. “Abbiamo il diritto di fare impresa e occorre che gli interventi siano modulati sulle reali esigenze degli imprenditori e delle persone colpite, non imponendo ‘pacchetti preconfezionati’ – ha spiegato -. Serve flessibilità nelle linee creditizie, il rifinanziamento del fondo di solidarietà nazionale, con una legge speciale che destini stanziamenti diretti alla regione Toscana, una politica pluriennale di salvaguardia, la messa in sicurezza e la valorizzazione territoriale”. Attualmente gli unici fondi destinati all’agricoltura sono quelli messi a disposizione dalla Regione Toscana: 6 milioni per tutta la Regione, di cui 3,8 per la zona colpita, a fronte degli oltre 70 milioni di danni accertati.“Serve subito un sostegno concreto. E’ strettamente necessaria e urgente la fiscalizzazione degli oneri contributivi e previdenziali (Imu, Irpef, Inps). Fiscalizzazione, non sospensione, perché - ha detto Vivarelli Colonna non possiamo pagare tra pochi mesi e con gli interessi su quello che non versiamo ora! Serve anche la moratoria delle rate dei mutui, perché le aziende che non possono produrre, né ora, né molto probabilmente l’anno prossimo, non hanno i redditi per poterle pagare”. Mi chiedo: vogliamo aiutare la imprese o affossarle completamente?
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di Elisabetta Tufarelli
AGRIGENTO: GUIDI, CIGLIA, NATOLI E MASTROBUONO
Come rispondere alla crisi
Il comitato direttivo di Confagricoltura Lombardia ha eletto Antonio Boselli alla presidenza. Il neopresidente, che guida anche gli imprenditori agricoli di Milano, Lodi, Monza Brianza ed è il rappresentante dell’organizzazione per Expo 2015, conduce con il fratello un’azienda ad indirizzo lattiero-caseario di circa 110 ettari a Pieve Fissiraga, in cui è presente anche un impianto per la produzione di biogas.
BRONDELLI DI BRONDELLO AD ALESSANDRIA
Luca Brondelli di Brondello, che conduce l’azienda agricola e agrituristica “Tenuta di Guazzaura”, a Serralunga di Crea, è il nuovo presidente di Alessandria. Nel suo mandato è affiancato da tre vicepresidenti: Maurizio Stringa titolare dell’azienda agricola “Montebruno” di Castellar Guidobono , Franco Priarone di “Podere la Rossa” e Giuseppe Alferano che gestisce la “Cascina Torre di Frugarolo”. 64| MONDO AGRICOLO | APRILE 2013
Numerosi gli interventi, in un susseguirsi rapido di imprenditori, politici, rappresentanti sindacali all’Assemblea di Confagricoltura Agrigento. I produttori hanno sottolineato come, per rispondere alla crisi, occorra l'ampliamento dei mercati di sbocco. “Sui quali - ha detto l’imprenditore vitivinicolo Diego Planeta - si deve andare con un brand sempre più identitario e riconoscibile, che esprima i valori del territorio”. Valore, a parere di Rosario Marchese Ragona: “Che è costretto a fare i conti con le difficoltà che frenano lo sviluppo, in primis la burocrazia e le logistica, carente specialmente in quest'area geografica”. L'assessore all'Agricoltura della Regione Sicilia, Dario Cartabellotta, ha disegnato il programma della legislatura regionale, puntando a rafforzare le filiere produttive che caratterizzano il prodotto ‘made in Sicilia’. Gli hanno fatto eco Michele Cimino, deputato regionale, Tonino Mosca, neo deputato nazionale, Angelo Capodicasa, parlamentare: “Occuparsi dei problemi concreti, fare sinergia, rendere efficiente ed orientare la produzione verso i criteri dello sviluppo”, queste le
indicazioni. All'intervento di Paolo Giglia, che ha evidenziato il fondamentale contributo di Confagricoltura Agrigento nella rappresentanza e nel servizio alle imprese, ha fatto seguito quello del direttore generale di Confagricoltura Luigi Mastrobuono, che ha ricordato come la crisi economica abbia radicalmente cambiato le regole del gioco; le imprese oggi sono chiamate a pensare in termini di più intensa aggregazione, di ristrutturazione dei costi, di maggiore produttività e di internazionalizzazione. “Dire che bisogna ripartire dall’agricoltura non è uno slogan, è un’esigenza strategica del Paese”; lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi. Per il presidente si avverte l'esigenza di un più importante raccordo tra imprese dei diversi settori e Confagricoltura, per affiancare in modo sempre più mirato, l'attività di relazione con le istituzioni e i servizi, con la costruzione di opportunità economiche. A parere del presidente di Confagricoltura Sicilia, Francesco Natoli, quelli evidenziati sono temi da leggere anche nel quadro regionale, che ora dovrà pianificare i corretti strumenti di intervento.
CONFAGRICOLTURA CUNEO A “FRUTTINFIORE”
L’eccellenza alimentare in vetrina Confagricoltura Cuneo anche quest’anno ha partecipato a Fruttinfiore a Lagnasco, kermesse giunta all’XI edizione. E lo ha fatto da protagonista, con uno stand istituzionale e promuovendo l’eccellenza delle aziende agricole associate di settore. Lo spazio fieristico, posizionato proprio nel cuore della rassegna, è diventato un polo di attrazione, tanto che il personale dell’associazione è stato occupatissimo a rispondere ai tanti quesiti tecnici e non, che hanno contribuito a far conoscere sempre di più l’organizzazione degli imprenditori agricoli. Come già nelle passate edizioni, Confagricoltura in questo modo è riuscita a creare un punto d’incontro con i numerosi appassionati che hanno letteralmente invaso la prestigiosa kermesse nazionale. La presenza a “Fruttintavola”, lo spazio dedicato ai più golosi, ha visto la partecipazione di numerose
aziende associate, di punta del settore. “Collaboriamo sempre attivamente e volentieri con l’organizzazione dell’evento. Siamo convinti che iniziative come questa rappresentino un’importante vetrina per i nostri associati e per i loro prodotti d’eccellenza – commenta Marco Bruna,
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A S S O C I A Z I O N E N A Z I O N A L E G I O V A N I A G R I C O LT O R I
Boom di iscrizioni agli istituti tecnici e università di agraria I GIOVANI SCOMMETTONO SUL SETTORE PRIMARIO, CONVINTI CHE FORNISCA INTERESSANTI OPPORTUNITÀ LAVORATIVE E DI CRESCITA
agricoltura è trendy. C’è voglia d’impresa, così come agrarie +33,9 e Scienze della ristorazione arriva addirittura a si sente forte la spinta verso la campagna, l’aspira- un + 66,9%. Il primato spetta a Reggio Calabria, dove Scienzione a ritmi diversi con maggiore ‘qualità della vita’ ze e Tecnologie alimentari segnano + 50%, + 56% Scienze e e a contatto con la natura. Allora perché non provare a di- Tecnologie agrarie e + 61% Scienze Forestali e Ambientali. E’ ventare imprenditore agricolo? Questo devono essersi detto questa l’ulteriore conferma che si prospetta un futuro agrimigliaia di giovani italiani alle prese, in questa fase di crisi, colo per l’Italia? I segnali sono molti.Secondo una ricerca del Censis, dal 40 al 70 per cencon la scelta della scuola suI L C O M M E N T O to dei figli degli imprenditoperiore e della facoltà uniri di Confagricoltura rimane versitaria. Tant’è che si sono Dopo decenni di politiche per il a gestire l’azienda. Questa registrati aumenti record ricambio generazionale – primi insepercentuale cresce, seguendelle iscrizioni agli istituti diamenti, subentri, prepensionamenti, do la solidità economica delprofessionali e tecnici di pacchetti e contentini vari – le imprese l’impresa. Poi in agricoltura agraria. E i ragazzi che scelagricole con un titolare al di sotto dei 35 si continua ad assumere: imgono le facoltà di Agraria anni sono ancora troppo poche, meno piegati, quadri e dirigenti socontinuano a crescere. Un del 3%. Dall’altro lato cresce a tutto no cresciuti del 3,6%. Seconvero e proprio boom che sutondo la voglia di agricoltura. Le performance delle giovani do un recente sondaggio, efpera anche il 60%, completaimprese sono ottime: hanno, in media, il 40% di reddito in più fettuato da Wine News su 29 mente in controtendenza ridelle altre. Verrebbe spontaneo chiedersi cosa avremmo potuto fare se ci fosse stata una vera politica pro giovani e se, cantine top, ben il 70%, nel spetto agli altri indirizzi unifinalmente, si decidesse di puntare decisamente sull’agricoltura 2012, ha assunto nuovo perversitari. I dipartimenti (ex e sull’agroalimentare per uscire dalla crisi. Puntare sui giovani sonale. Molte opportunità facoltà) di Agraria sono così significa investire sul futuro dell’Italia. Andrebbero fatte scelte vengono anche dalla green diventati delle vere superdecise, importanti, forti, quelle che un tempo facevano gli economy dove, grazie alle star tra i giovani. Ecco qualstatisti, invece, abbiamo assistito al peggio di quello che la nuove tecnologie, numeroche esempio: a Torino tra politica potesse fare. Nonostante questo clima, noi se aziende sono alla ricerca Scienze Forestali e Ambienimprenditori continuiamo a cercare di migliorare, innovare, far di personale laureato e ditali, Tecnologie Alimentari e crescere le nostre aziende perché oltre a sentirlo da dentro, plomato, con varie qualifiViticoltura ed Enologia l’aucrediamo che il futuro possa essere diverso. che professionali: nel 2012 mento medio è di circa il Nicola Motolese ben il 38,2% delle assunzio32%; a Milano, AgrotecnoloPresidente Nazionale Anga ni è stato ‘verde’. gie per l’ambiente segna un + 16,7, Scienze e Tecnologie Elisabetta Tufarelli
L’
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RETE RURALE
INIZIATIVE FORMATIVE DI ANGA GROSSETO
Un network post corso
“X Farm”: giovani per i giovani
Un'indagine della Rete Rurale Nazionale sui fabbisogni di formazione dei giovani imprenditori agricoli evidenzia l'esigenza di strutturare un adeguato network post corsi professionalizzanti, per mantenere e far fruttare i contatti professionali acquisiti. Si rileva un interesse spiccato, oltre che per l'aggiornamento sulle tecniche e i processi di produzione, per gli aspetti della commercializzazione dei prodotti e delle normative di settore. Inoltre, i giovani optano per corsi o stage intensivi, brevi, di due o tre giorni, magari più frequenti. L'indagine è stata condotta su un campione stratificato su base regionale di 800 imprenditori agricoli che hanno usufruito di un premio di primo insediamento, sia nell'attuale programmazione (2007-2013), sia in quella passata (2000-2006). Lo studio ha riguardato sia i corsi "professionalizzanti", previsti per i giovani privi della sufficiente esperienza in azienda (come richiesto dalla regolamentazione comunitaria per l'accesso al premio di primo insediamento), sia altri momenti di formazione, sia un eventuale percorso di formazione continua. 68 | MONDO AGRICOLO |APRILE 2013
Prosegue il programma sulla imprenditorialità, che coinvolge gli studenti dell’agrario e del professionale turistico alberghiero. Per il secondo anno consecutivo Confagricoltura e Anga Grosseto con l’ISIS Leopoldo II di Lorena danno vita a “XFarm – La nascita di un’impresa”, l’ambizioso progetto che coinvolge gli studenti del IV anno del Tecnico Agrario e del Professionale Turistico Alberghiero. L’obiettivo è fornire un supporto attivo agli studenti durante il loro percorso di studi, per innestare il processo di integrazione tra mondo della scuola e quello delle professioni. Rispetto all’edizione dello scorso anno, il progetto prevede un terzo momento. Ai già consolidati incontri seminariali tematici divulgativi e al concorso progettuale imprenditoriale (quest’anno concretizzato nella realizzazione di uno schema di “progetto integrato di filiera” innovativo che comprende tutte le fasi della produzione e commercializzazione), si aggiungono gli stage aziendali di alter-
nanza scuola – lavoro. Il primo incontro ha visto per protagonisti i giovani dell’Anga, ‘Giovani per i giovani’ e i progetti che stanno portando avanti, tra i quali la creazione di un caseificio per la produzione della mozzarella maremmana di bufala, realizzato da Guido Pallini, neo presidente Anga, e l’esperienza, ormai avviata, di un birrificio artigianale messo in piedi dal vice presidente Francesco Neri, per utilizzare l’orzo prodotto nell’azienda San Ottaviano. E’ anche in dirittura di arrivo il concorso progettuale imprenditoriale con i ragazzi del V anno, avviato già nel 2012, che si concluderà alla fine di maggio, centrato sulla progettazione di una impresa agricola innovativa, capace di coniugare e declinare gli aspetti dell’agricoltura integrata e della valorizzazione delle produzioni locali. Confagricoltura concederà, ai progetti vincitori, sei borse di studio per complessivi 2.000 euro, da assegnare ai primi tre progetti classificati di ogni specializzazione.
GRANDE SUCCESSO PER LA KERMESSE DI ANGA IMPERIA
Floranga sempre più vincente Floranga 2013 si è conclusa registrando un entusiastico successo. Più di 1500 visitatori sono stati letteralmente affascinati dalle opere naturali esposte all’ex scalo merci di Ospedaletti. Un’esplosione di colori, profumi, suoni e sapori ha incantato chi entrava. Cristina Armato, vicepresidente dell’Anga Imperia ha offerto in assaggio l’olio extravergine taggiasco e le olive in salamoia. Ai visitatori i giovani hanno saputo offrire l’opportunità di vedere le meraviglie che producono gli imprenditori agricoli. Delizioso e fuori dall’ordinario il percorso alla mostra accompagnato dalle dolci melodie di un’arpa e dalle meravigliose
foto del concorso “carpe photom”. Tutto è stato studiato attentamente e realizzato nei minimi particolari, con l’obiettivo di interessare il visitatore, facendolo rapire dalle immagini, dai suoni, dai colori.
Una manifestazione non solo da ammirare, ma anche da gustare, con i sapori tipici liguri: olio, pesto, olive, formaggi e vino. L’intuizione vincente dei giovani imprenditori imperiesi è stata anche la capacità di unire la cultura e ‘le arti’ con l’agricoltura (oltre l’arpa i commenti della scrittrice Cristiana Carbone e la mostra fotografica), con l’obiettivo di stimolare emozioni e fantasia. Floranga, attualmente è l’unica manifestazione floricola per i produttori della provincia di Imperia e costituisce dunque un'ottima occasione per esporre i propri prodotti e per entrare in contatto con altre aziende.
CAMPI ROSA di Elisabetta Tufarelli
Marina Di Muzio sulle donne che resistono
Il contributo qualitativo delle donne al sistema economico nazionale è fondamentale in termini di innovazione e creatività. Le imprese femminili sfidano la crisi dimostrando, anche in momenti difficili come gli attuali, di coniugare la sfida del mercato, con il rispetto dell'ambiente e la qualità della vita.“Dopo il settore del commercio è quello dell’ agricoltura a rappresentare la quota più cospicua di imprese gestite da donne”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Donna, Marina Di Muzio, intervenendo alla tavola rotonda: “Donne che resistono” che si è tenuta a Roma, nella sede dell’Ufficio d’informazione del Parlamento europeo, con le rappresentanti di Confindustria, Confcommercio e Confapi. Dai dati dell’Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Unioncamere si evidenzia che nel nostro Paese praticamente una azienda su quattro è
“rosa”, in aumento di 7 mila unità rispetto al 2011; in l’agricoltura le imprese condotte da donne, dati Unioncamere 2012, sono quasi una su tre. “Le nostre sono imprese che variano, dall'attività produttiva alla multifunzionalità, che si organizzano e fanno rete – sottolinea Di Muzio -. Tutelano l'ambiente rurale, mantengono integri il territorio ed il paesaggio, conservano il patrimonio naturale e la biodiversità, sono custodi delle tradizioni e producono cibo sano”. Le imprenditrici agricole sono, a parere del presidente di Confagricoltura Donna, vere e proprie “donne che resistono”. Infatti, diminuiscono di numero, ma affrontano con determinazione la difficilissima congiuntura attuale.“Per poter continuare a resistere e, come auspico, a crescere, abbiamo bisogno soprattutto di creare strumenti di conciliazione tra vita professionale, familiare e personale – rimarca Di Muzio -. Ma occorre anche una fiscalità che faciliti le imprese ‘rosa’ e le assunzioni e una sburocratizzazione del settore; tutto questo, però, diventa impossibile senza uno sviluppo delle aree rurali e dei servizi sociali, sanitari e scolastici. Va anche incrementata l’occupazione femminile, favorito l'ingresso delle donne nei luoghi decisionali e garantita l’opportunità di una formazione omogenea sul territorio”.
PAOLA GRANATA, presidente di Confagricoltura Donna Calabria, ha partecipato al convegno organizzato dal Rotary club Cosenza Telesio, dal titolo "L'elogio della Restanza" . “I giovani in Calabria non solo possono restare, ma anche ritornare, forti del bagaglio acquisito ‘fuori’. Lo dimostrano le tante eccellenze calabresi, molte agricole, che sono i migliori testimonial di ‘Io ce l’ho fatta’. L’agricoltura e l’indotto hanno bisogno di capitale umano che può sviluppare la nostra economia che ha proprio nel territorio, nei prodotti tipici e nel turismo, anche agricolo il proprio valore aggiunto”. Lo ha detto Paola Granata, vicepresidente di Confagricoltura Donna a proposito dell’iniziativa, nata con l’obiettivo di favorire lo scambio d' idee tra chi opera a vario titolo sul territorio calabrese e gli studenti che si stanno per affacciare nel mondo del lavoro e dell’università. Gli interrogativi comuni a tanti giovani del Sud, sono: “Cosa posso fare in questa terra? cosa ci faccio qui?”. Saranno spunto di riflessione per gli studenti prossimi al Diploma. 70| MONDO AGRICOLO |APRILE 2013
TAVOLO IMPRENDITORIA FEMMINILE Con il decreto firmato dal ministro Passera è stato istituzionalizzato il Tavolo sull'imprenditoria femminile presso il ministero dello Sviluppo economico. Gabriella Poli, presidente di Confagricoltura Donna Lombardia, è delegata al Coordinamento Donne d’Impresa, costituito dalle articolazioni femminili di dodici Organizzazioni di rappresentanza dell’agricoltura, dell’artigianato, del com-mercio-turismo-servizi, della cooperazione e della piccola e media industria. Particolare attenzione verrà data alle misure che stimolano l’impresa, come l’accesso al credito, la cultura dell’imprenditorialità e l’innovazione. Nonostante il rilevante contributo dell’imprenditoria femminile al sistema Paese e la sostanziale tenuta nella dinamica anagrafica durante l'attuale periodo di crisi, alle aziende femminili vengono richieste garanzie particolarmente onerose da parte degli istituti di credito, a fronte di tassi di interesse più elevati sugli scoperti di conto corrente (come evidenziato dalla Relazione Annuale del 2011 di Banca d'Italia). “Confagricoltura Donna apprezza la disponibilità del ministro per aver dato immediato seguito alla richiesta di istituire il tavolo permanente per l’imprenditoria femminile - ha commentato Gabriella Poli -. Il dinamismo femminile è stato premiato con questo importante passo che rafforza il ruolo delle imprenditrici nelle politiche di sviluppo per il Paese.
A T T U A L I T À DA L L E I M P R E S E
RIVOLUZIONARIO SISTEMA DI PICCOLA TAGLIA CONTAINERIZZATO
Schmack Biogas ha installato il primo impianto EUCOmpact italiano Genzone (PV) Schmack Biogas ha installato il primo impianto biogas EUCOmpact in Italia. Si tratta di un impianto da 75 kW, realizzato per la Arioli & Sangalli Società Agricola, azienda che possedeva già in proprio un impianto da 365 kW, oltre ad essere socia in un impianto da 999 kW, entrambi realizzati da Schmack.EUCOmpact è il rivoluzionario sistema di impianto biogas di piccola taglia completamente containerizzato. Basato sulla consolidata tecnologia Schmack, EUCOmpact si adatta, grazie alla sua flessibilità, alle specifiche esigenze di ogni azienda, non soltanto per quel che riguarda le superfici disponibili, ma anche per le biomasse a disposizione. L’installazione di EUCOmpact non ha comportato, per l’azienda che lo ha scelto, la realizzazione di grandi opere, né una lunga fase di attrezzaggio o di av-
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viamento. L’impianto infatti arriva completamente allestito dalla fabbrica dove viene realizzato, testato e pronto per la messa in servizio. I tecnici di Schmack Biogas si sono occupati di installarlo, raccordando le componenti tra di loro, e di avviarlo biologicamente. In particolare, l’impianto di Genzone è costituito da tre container: due fermentatori, uno da 97 ed uno da 150 m3 (nella gamma esistono anche i fermentatori da 200 m3, particolarmente adatti all’utilizzo con deiezioni animali), ed un modulo All In One, contenente il cogeneratore MAN da 75 kW (le altre taglie disponibili sono quelle da 50, 64 e 100 kW) ed i sistemi di controllo e gestione dell’impianto.
I fermentatori derivano dal fermentatore EUCO®, che l’azienda sviluppa sin dalla propria nascita, nel 1995: si tratta di un fermentatore con flusso a pistone, caratterizzato dalla forma particolare: non un tradizionale digestore circolare, ma un parallelepipedo. Un agitatore ad aspo percorre il fermentatore in tutta la sua lunghezza, garantendo in questo modo sia una miscelazione costante delle biomasse che un’uniforme distribuzione del calore, fattori necessari per assicurare le migliori condizioni ai batteri metanigeni. Il maggior vantaggio dei fermentatori dell’EUCOmpact è la certezza che la biomassa resterà nell’impianto un tempo definito, perché
forzata a percorrere la vasca in tutta la sua lunghezza: si sfrutta così tutto il potenziale della biomassa. All’interno del container All In One sono alloggiati il cogeneratore, l’impianto di pompaggio e quello di riscaldamento dei fermentatori, oltre che gli attacchi per le utenze esterne (il calore prodotto viene infatti utilizzato nelle vicine stalle suine); vi si trovano inoltre i quadri di controllo e gestione dell’impianto, consultabili anche da un comodo touch-screen posto esternamente. L’impianto è alimentato principalmente da liquami suini e sottoprodotti di lavorazioni agroindustriali quali buccette di pomodoro, borlande di grano e farinaccio di riso, con una piccola integrazione di insilato di mais, ed è in grado di produrre energia elettrica pari al fabbisogno annuo di oltre 150 famiglie.
OVER 60
di Elisabetta Tufarelli
Pensionati: Cud anche al patronato
Il Patronato Enapa di Confagricoltura informa che è ora possibile richiedere gratuitamente il Cud presso i propri uffici e recapiti. L'Inps, infatti, ha precisato che anche i patronati (oltre ai Caf) possono rilasciare questi certificati ai pensionati e ai cittadini che ne fanno richiesta. Effettivamente, si pretendeva dai pensionati italiani uno sforzo informatico che creava innumerevoli difficoltà, come dimostrano i dati diffusi dall’Inps. A poco meno di un mese dall’avvio dell’operazione di distribuzione multicanale del Cud, infatti, i pensionati avevano ritirato, a livello nazionale, circa 13 milioni di certificati, dei quali solo 2,5 milioni sono stati scaricati direttamente dal sito istituzionale dell’Istituto nazionale di previdenza sociale. Quasi un milione sono stati inviati per posta su richiesta avanzata dagli interessati o dai loro parenti, al numero verde 800 434320; 800 mila sono stati ritirati presso le sedi Inps sul territorio; 8,5 milioni distribuiti dagli intermediari; altri 300mila sono stati inviati per gli altri canali (posta certificata, sportelli postali aderenti a Reti Amiche, sportelli mobili Inps). Insomma, alla resa 72| MONDO AGRICOLO | APRILE 2013
dei conti, poco più del 20% ha usato direttamente internet. Una preoccupazione in più per gli ‘over 65’, che Enapa fin dal primo momento ha avversato, ritenendola non praticabile per chi non è più giovane, forse anche disabile o senza parenti, costretto dalla ‘spending review’ a trasformarsi all’improvviso, magari a novant’anni, in esperto informatico, dotato di pc e capace di accedere con il Pin al sito dell’Inps per richiedere la certificazione.Le nuove modalità all’insegna del risparmio non sono semplici, anche se si decide di usare la procedura attraverso l’alternativo numero verde. Il patronato Enapa ha messo in campo immediatamente tutte le forze, anche rafforzando i volontari, con l’obiettivo di aiutare gli anziani nella richiesta dei Cud. Per evitare le file alla vigilia della scadenza della dichiarazione del prossimo giugno, il Sindacato Pensionati di Confagricoltura invita a muoversi per tempo rivolgendosi al patronato. L’Enapa, con le sue 244 sedi e 410 recapiti è presente in maniera omogenea sul territorio. Per trovare l’ufficio di appartenenza www.enapa.it o consultare la Pagine gialle.
CENSIS SU WELFARE E MEZZOGIORNO Nel Rapporto dedicato alla Crisi sociale del Mezzogiorno, il Censis evidenzia il divario dei servizi sanitari e come nel Sud il carico assistenziale ricada soprattutto sulle famiglie, in particolare sulle donne. Il modello di welfare familiare è in pericolo per la contrazione della dimensione delle famiglie e per la crisi. L'assistenza sanitaria e la capacità di far fronte alle esigenze di una popolazione sempre più longeva è, infatti, influenzato da fattori economici e sociali. Il rapporto del Censis si sofferma sulla perdita dei posti di lavoro e sulla fuga dei giovani verso aree italiane ed europee con più opportunità. L’Italia, confrontata con l’Europa, ha rilevanti diseguaglianze territoriali: nel 2012 la flessione del prodotto è stata del 3,5% al Sud e del 2,2% nel resto del Paese. Il 26% delle famiglie residenti è materialmente povero rispetto alla media nazionale. Ma non è solo una questione di soldi. Il prolungato immobilismo strutturale crea conseguenze negative: tra il 2007 e il 2012 la popolazione dei giovani fra 19 e 35 anni si è ridotta di più di 400.000 unità, mentre c’è un incremento della longevità e della popolazione anziana over 65 (+ 1,1%). Di questo passo, nel 2030, la popolazione anziana sarà aumentata di oltre il 35% e raddoppierà la popolazione dei non autosufficienti.
L’ATTIVITÀ FISICA REGOLARE migliora le capacità cognitive e consente al cervello di rimanere in forma più a lungo. Lo ribadisce il “King’s College” di Londra. Non è l’intensità dell’attività sportiva, ma la sua regolarità a garantire risultati a lungo termine, come dire che la costanza premia. Non è mai troppo tardi per iniziare: è sufficiente che tra i 19 e i 64 anni si facciano perlomeno 150 minuti settimanali di attività fisica, cioè poco più di 20 minuti al giorno. Chi non ha mai fatto sport può iniziare in modo graduale. La conferma arriva da un’altra ricerca realizzata nel 2012 dal Montreal Heart Institute. Un gruppo di 50enni sedentari e sovrappeso sono stati sottoposti ad allenamento di media intensità per 2 volte alla settimana. L’esercizio fisico ha reso il cervello più brillante e migliorato memoria e lucidità e i processi mentali sono stati più veloci. Il maggiore afflusso di ossigeno al cervello ha anche influito positivamente sulle capacità cognitive e migliorato l’umore. Inoltre, 150 minuti di allenamento di tipo moderato-forte a settimana, svolto per 4 mesi, hanno migliorato cuore, colesterolo, pressione e peso. Il movimento aiuta a prevenire diverse malattie, tra cui il diabete. Il Diabetes Prevention Study ha dimostrato che per prevenire questa patologia è sufficiente camminare 150 minuti alla settimana. E due studi italiani delle Università di Perugia e de 'La Sapienza' di Roma dimostrano che l'esercizio fisico aiuta anche a trattare le persone già affette. CARREFOUR TAGLIA L'IVA
In tutti i 1.204 punti vendita al dettaglio del gruppo Carrefour il taglio dell’Iva per over 65 e famiglie numerose nei reparti del ‘fresco’. Circa il 65% dei prodotti alimentari normalmente acquistati da una famiglia italiana in macelleria, pescheria, frutta, verdura, salumi, formaggi, pane fresco, avrà un taglio del 4% o del 10%, a seconda della categoria merceologica dell'alimento. Per richiedere la tessera che dà diritto agli sconti, gli ‘over 65’ dovranno presentare la propria carta d’identità al banco accoglienza di uno dei punti di vendita Carrefour.
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ANALISI ISMEA DIFFUSA IN OCCASIONE DEL VINITALY
Per i vini Dop e Igp un fatturato alla produzione di 2,3 miliardi di euro na produzione che U supera i 29 milioni di ettolitri e un fatturato all’o-
rigine di oltre i 2,3 miliardi di euro. Questi i principali numeri del comparto dei 521 vini Dop e Igp italiani che Ismea ha diffuso al Vinitaly, nell’ambito di un seminario dedicato alla struttura produttiva e all’andamento del mercato dei vini a riconoscimento comunitario. I dati strutturali, riferiti al 2011, provengono dalla consueta indagine che l’Istituto svolge annualmente sul territorio e che si è arricchita da quest’anno anche della stima sulla valorizzazione alla cantina del vino sfuso. Il fatturato ex-fabrica e iva esclusa dei vini in cisterna, stimato anche grazie alla capillare rete di rilevazione dei prezzi all’origine, risulta nel 2011 di circa un miliardo e mezzo di euro per il segmento dei vini Dop, di 800 milioni di euro per i vini Igp e di 500 milioni di euro per i vini comuni, arrivando a un giro d’affari complessivo all’origine di 2,8 miliardi. Relativamente alla produzione, le elaborazioni Ismea indicano un quantitativo potenziale (uva prodotta denunciata per coefficiente di resa in vinificazione) di circa 15 mi-
lioni di ettolitri di vino Dop e 14 milioni per gli Igp nel 2011, che insieme rappresentano oltre due terzi dell’intera produzione di vino italiana, che si attesta nell’anno in esame a 43 milioni di ettolitri. Rispetto al 2010, la produzione del comparto ha accusato un calo dell’1,4% peraltro associabile ai soli Igp - molto più contenuto del -8,6% rilevato per l’intera produzione italiana di vino. Le prime dieci denominazioni Dop rappresentano quasi il 44% della produzione potenziale, con le prime 5 (Prosecco, Asti, Montepulciano d’Abruzzo, Chianti e Valpolicella) che da sole sfiorano il 30%. In termini territoriali, Veneto, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Abruzzo e Trentino Alto Adige coprono oltre il 75% della produzione. Ugualmente, tra le Igp, le
prime dieci denominazioni rappresentano oltre il 73% della produzione potenziale, con una concentrazione di oltre l’80% in Veneto, Emilia Romagna, Sicilia, Puglia e Friuli Venezia Giulia. Relativamente al mercato, il 2012, sulla scia di un 2011 già all’insegna di incrementi a due cifre dei prezzi alla produzione, è stato caratterizzato da ulteriori e rilevanti aumenti durante tutto l’arco dell’anno con un’impennata in concomitanza con l’inizio della vendemmia. A fine anno, l’indice Ismea dei listini all’origine segna un +33% sul 2011 per l’intero settore (dopo il +20% sul 2010), risultato di un +40% per i vini comuni e Igp e di un +14% per i vini Dop. Determinante la minore produzione della campagna in corso che ha spinto l’offerta ad applicare prezzi sensibil-
mente più alti rispetto all’anno precedente. Per quanto concerne la domanda interna, in un contesto di generale flessione degli acquisti che non risparmia neanche il settore alimentare, la spesa per i vini ha tenuto, registrando nel canale domestico un aumento dell’1% sul 2011. Nonostante le perdite in volume, le vendite di vini presso la Grande distribuzione hanno, infatti, segnato un incremento in valore che risulta superiore al 3% per i vini comuni e raggiunge il 2% per i vini Dop e Igp. Solo per gli spumanti la flessione dei volumi acquistati è stata accompagnata anche da un decremento della spesa corrispettiva (-2,4%). Se il mercato interno mostra comunque segnali di debolezza, è dall’estero che provengono le maggiori soddisfazione per le cantine italiane. È cresciuto nel 2012 il giro d'affari legato all'export del vino tricolore (4,7 miliardi di euro, in aumento del 6,5% rispetto al 2011) con un incremento di oltre il 4% per vini fermi Dop, di quasi il 7% per gli Igp, mentre sfiora il 14% la progressione in valore degli spumanti.
FORMAZIONE di Roberto Bianchi
CORSI ENAPRA DI FORMAZIONE PILOTA PER LA PERONI
A scuola di birra Birra Peroni è un marchio storico dell’industria agroalimentare italiana, ben radicato nel territorio con tre stabilimenti a Roma, Padova e Bari. Non sono molti, però, che gustandosi una fresca bottiglia di birra o guardando passare le immagini pubblicitarie, collegano il prodotto birra all’agricoltura, diversamente da chi consuma vino, che ben sa che il vino si produce con l’uva, prodotto dalla terra agricola. Eppure, anche la produzione di birra è collegata direttamente e strettamente all’agricoltura: le materie prime, da cui si ricava la bevanda, sono coltivate sui nostri campi di orzo e mais, le quali (come per il vino) attraverso un processo di fermentazione danno vita alla bevanda che ha anch’essa millenni di storia e tradizione. I collegamenti di birra Peroni con l’agricoltura sono quindi strettissimi e senza di essi non si potrebbe produrre la famosa birra. Le 50.000 tonnellate di orzo che ogni anno servono alla società sono prodotte da circa 1.600 aziende agricole del centro Italia. Sul versante mais l’azienda, in collaborazione con l’Unità di Ricerca per la Maiscoltura di Bergamo, ha dato vita alla varietà Nostrano Peroni di cui la produzione di sementi è affidata a 80-100 aziende agricole del nord Italia. Ecco perché all’interno del programma di sostenibilità delle proprie attività che da qualche anno l’azienda ha avviato (con significativi risparmi energetici e nell’utilizzo dell’acqua), si vuole sviluppare e migliorare i rapporti con
i fornitori agricoli di materie prime aiutandoli ad aumentare la loro capacità imprenditoriale con un occhio particolare alla sostenibilità delle loro attività. Da qui nasce la collaborazione con Enapra a cui è stato affidato il compito di progettare e realizzare due corsi di formazione pilota rivolti a due gruppi di agricoltori con meno di 40 anni che consegnano l’orzo all’azienda. I corsi si svolgeranno presso le sedi di Confagricoltura a Perugia ed Avezzano (AQ) e si svilupperanno in quattro giornate affrontando
tematiche che vanno dalla Contabilità aziendale e Business Plan, alla Fiscalità in agricoltura, ai PSR ed ai rapporti con il sistema bancario. Da tempo orientata al contenimento e alla riduzione degli impatti ambientali derivanti dall’attività agricola e industriale, Birra Peroni ha inserito nel programma del corso vari approfondimenti sulla gestione ecosostenibile delle risorse, con tecniche di risparmio energetico e idrico, e utilizzo di energie rinnovabili. L’intenzione è quella di allargare successivamente le attività ad un numero maggiore di aziende agricole che forniscono materie prime a Birra Peroni. «Il nostro è - afferma Federico Sannella, direttore relazioni esterne della società uno degli importanti progetti che mettiamo in campo per lo sviluppo e il supporto all’imprenditorialità della nostra filiera, che ci colloca tra le aziende che credono concretamente nell’Italia». APRILE 2013| MONDO AGRICOLO |75
AGRITURISMO di Giorgio Lo Surdo
MOLTE LE CRITICHE AL NUOVO PROVVEDIMENTO REGIONALE
Correzioni in vista per la legge del Veneto La recente legge sull’agriturismo della Regione Veneto (legge regionale 10 agosto 2012, n. 28, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della regione, n. 67 del 17 agosto 2012) è stata oggetto di molte critiche da parte delle Organizzazioni di categoria ed in particolare di AgrituristConfagricoltura Veneto. Ebbene, qualcosa che non andava effettivamente c’era, tant’è che l’assessore all’Agricoltura, Franco Manzato ha ottenuto
l’approvazione in giunta di un disegno di legge che prevede modifiche ed integrazioni alla precedente normativa. Il provvedimento, descritto da Manzato come un “necessario tagliando finalizzato a superare le problematicità operative e le contraddittorietà normative e procedurali
“Franciacortando”: arte sulla Strada del Vino Quella del Franciacorta è una Strada del Vino che funziona bene: sito internet (www.franciacorta.net) ricco di informazioni sui vini, gli altri prodotti tipici dell’agricoltura, le attrattive e l’ospitalità del territorio, ben visibile sui motori di ricerca, tradotto in inglese e tedesco; iniziative di “animazione” che richiamano turisti e visitatori giornalieri con l’obiettivo di incrementare la vendita del prestigioso spumante Docg e degli altri vini Doc della zona, oltre che gli ospiti di ristoranti, alberghi e agriturismi. Una indagine di Città del Vino e Censis Servizi di qualche anno fa, indica la Strada del Franciacorta come una delle meglio organizzate d’Italia. Coerente con queste premesse, è la manifestazione “Franciacortando 2013”, in programma da venerdì 31 maggio a domenica 2 giugno, che propone eventi pittorici, teatrali, cinematografici, fotografici, escursionistici (in bicicletta e a cavallo), enogastronomici e divertimento per i bambini. Al centro di tutto, le cantine e gli agriturismi, con l’offerta di degustazioni guidate, laboratori sulla conoscenza dei prodotti tipici, menu a tema. Informazioni su “Franciacortando 2013”, oltre che su internet, si possono avere telefonando alla segreteria della Strada al n. 030.7760870.
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riscontrate e segnalate anche dagli imprenditori interessati e dalle loro organizzazioni", si compone di sei articoli che dettano nuove disposizioni sui servizi che rientrano nell’attività agrituristica, sui limiti per la somministrazione di pasti e bevande, sulla macellazione in azienda delle carni, sulle procedure di autorizzazione dell’attività e le sanzioni nei casi di irregolarità. La norma più importante corregge un evidente errore contenuto nella legge 28/2012: la dimenticanza delle “attività ricreative, culturali, didattiche, sociali, di pratica sportiva, nonchè escursionistiche e di ippoturismo” fra quelle consentite alle aziende agrituristiche, purché “finalizzate alla valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale”. Resta, nel ddl approvato dalla giunta, l’inesattezza di definizione di tali attività, descritte come “attività e servizi
complementari”, quando, in realtà non sono complementari, visto che si possono svolgere, in linea con quanto stabilisce anche la legge-quadro statale, a prescindere dall’offerta di alloggio, campeggio e ristorazione. Cambiano i limiti previsti per l’attività di somministrazione di pasti e bevande: il numero massimo di posti a sedere è fissato a quota ottanta, con l’aggiunta di un “tetto” di dodicimila cinquecento pasti l’anno. In precedenza, per tale attività, erano previsti regimi differenziati (80 posti a sedere per attività svolta 160 giorni l’anno, 60 posti a sedere per attività svolta 210 giorni l’anno, senza limite al numero complessivo dei pasti serviti). La macellazione di carni in azienda, ai soli fini della somministrazione nel ristorante e della vendita diretta, viene limitata al pollame, ai lagomorfi (e non logomorfi come scritto nel provvedimento) e alla piccola selvaggina; non è più consentito macellare in azienda, sia pure nel limite di dieci capi, suini, ovini e caprini. I lagomorfi, per chi non lo sapesse, sono conigli, lepri e simili. Tuttavia, utilizzando un locale aziendale opportunamente attrezzato, si possono sezionare anche capi grossi prodotti in azienda e macellati in uno stabilimento esterno autorizzato allo scopo. Scompare (misteriosamente) l’obbligo di comunicare i prezzi massimi dei servizi di ospitalità, salvo poi prevedere l’obbligo, per alloggi e campeggio, di “esporre il cartellino contenente il prezzo massimo del pernottamento e dei servizi ad esso collegati”. Ora la parola passa al Consiglio regionale, per le necessarie rifiniture e l’approvazione definitiva.
VINO di Barbara Mengozzi
TENUTA DI GHIZZANO
Lo stile di Ginevra Ci sono vini benemeriti che hanno aperto una strada ad altre cantine e sono diventati nel tempo un punto di riferimento per il loro comprensorio vitivinicolo. Tra questi, partorito nel 1985, il Veneroso, primo grande rosso in bottiglia della Tenuta di Ghizzano in quel di Peccioli: un blend di Sangiovese e Cabernet Sauvignon maturato in piccoli fusti, arrivato allora a dimostrare eloquentemente le possibilità enologiche della terra di Pisa. Ghizzano, adagiato sulle dolci colline dell’entroterra pisano, è un piccolo borgo medievale praticamente intatto e ricco di fascino. I Venerosi Pesciolini, uno dei più illustri casati toscani legati al mondo del vino, misero piede qui nel 1370 e da allora la Tenuta di Ghizzano – estesa oggi su 350 ettari, di cui 20 a vigneto – è rimasta sempre nelle mani dei suoi fondatori. Ad avviare il nuovo corso dell’azienda, appunto negli anni ’80, fu il conte Pierfrancesco Venerosi Pesciolini, determinato a raccogliere la sfida del vino di qualità e così convinto di poter contare su un terroir di tutto rispetto da decidere, andando controcorrente, di investire in vigna e in cantina per spiccare il grande salto ed affrontare a testa alta anche un mercato internazionale. Ma la nascita del Veneroso era solo l’inizio di un percorso di miglioramento incessante per la Tenuta di Ghizzano, 78| MONDO AGRICOLO | APRILE 2013
oggi guidata con piglio sicuro dalla figlia del conte Ginevra, che dirige tutte le operazioni, in cantina e anche tra i filari. Sotto la sua regia ha preso crescente impulso il nuovo piano di impianti che ha rivoluzionato le vigne aziendali, con densità elevatissime e logiche produttive estremamente severe in nome dell’eccellenza. Il tutto in un’ottica di rispetto totale del territorio, operando da oltre dieci anni secondo i principi dell’agricoltura biologica (dal 2008 con certificazione dell’ente Suolo e Salute) e seguendo a partire dal 2006 i dettami della biodinamica. Dal 2001, poi, ha preso il via l’attività agrituristica, ristrutturando con cura e fedeltà allo spirito rurale alcune case poderali, ciascuna munita di proprio spazio verde e propria piscina, arredandole con mobili di famiglia e dotandole di ogni comfort per offrire un’ospitalità “calorosa” ma comunque all’insegna della qualità e della raffinatezza.
Molto in questa splendida realtà delle Colline Pisane si deve alle consulenze di grandi nomi dell’enologia nazionale, ma con il crescere dell’esperienza di campo le scelte di Ginevra Venerosi Pesciolini sono divenute sempre più determinanti per i vini della Tenuta, contraddistinti dal frutto maturo e dal legno ben integrato, oltre che dalla marcata impronta naturale. E se spicca con prepotenza l’altro gioiello della cantina, il Nambrot, il complesso uvaggio di Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot con cui si è voluto marciare sul versante dell’innovazione (senza però mai tradire i tratti distintivi impressi da queste morbide colline), il ruolo di etichetta simbolo dell’azienda spetta ancora al Veneroso, che con gli anni ha acquistato ulteriore classe, personalità e lustro, espressione sempre puntuale delle caratteristiche del terroir di appartenenza soprattutto grazie a quell’eleganza che è la vera cifra stilistica dei vini proposti dalla Tenuta di Ghizzano. Il Sangiovese, che sui terreni aziendali a tessitura sabbioso-argillosa assimila, coniugate alla potenza, particolari mineralità e dolcezza di tannini, è ora protagonista assoluto (70%) nel Veneroso, che fermenta su lieviti indigeni e trascorre 16 mesi ad affinare in botte regalando un vino dal colore rosso rubino intenso, straordinariamente ricco di profumi fruttati e speziati. In bocca è caldo, rotondo e vellutato, pieno e corposo, con un finale lungo e persistente. Un trionfo di armonia.
MARINA DI BIBBONA
La baracca dello Zazzeri Si arriva attraverso una piccola strada sterrata e dal di fuori appare come una semplice “baracca” di legno installata sulla sabbia di un ameno lembo di spiaggia abbracciata dalla magnifica distesa di pini che da Bibbona segue la costa livornese fino a Cecina. All’interno impera il buon gusto, in un accogliente salone arredato in stile navale, con un bel parquet marrone scuro e due pareti fatte di ampie vetrate con bellissima vista mare per “immergersi” nei profumi di acqua e sale. Location favolosa, quella del celebre locale La Pineta di Marina di Bibbona, annoverato tra i migliori ristoranti di pesce della Toscana, fregiato da una stella Michelin ed indirizzo per veri intenditori del gusto. All’atmosfera decisa-
mente particolare (specie in inverno) si sommano un servizio premuroso senza essere invadente, una carta dei vini ultravariegata con aperture al mondo e soprattutto il carisma e la perizia dello chef e patron della Pineta Luciano Zazzeri. Una vita trascorsa a contatto con il mare, tra barche e reti, e dietro al prestigioso ristorante sulla spiaggia di Bibbona, attività di famiglia nata negli anni ‘60 con i suoi genitori e adesso condotta insieme ai figli Andrea, sommelier, e Daniele, aiuto cuoco. Oggi Zazzeri è conosciuto e apprezzato in Italia e all’estero, ma ha mantenuto intatto il suo animo di pescatore che conosce il buon pesce e
sa usarlo con maestria, così come non sono cambiate la curiosità e la visione della sua cucina, impostata su una classicità che punta moltissimo sulla eccellente qualità e freschezza della materia prima. Basti dire che ancora oggi tre barche di proprietà assicurano sempre al ristorante un pescato appena tratto dal suo ambiente, cosicché il menu varia a seconda di quanto restituito dal mare, in sposalizio con i prodotti di stagione.Quanto alla specialità da abbinare al Veneroso, Luciano Zazzeri non ha dubbi: i suoi deliziosi paccheri (v. foto) con polpo novello, capperi di Pantelleria, pomodorini e origano.
BUONO A SAPERSI...
14° VOLUME DELLA COLLANA COLTURA&CULTURA COORDINATO DA GULLINO
Insalate d’autore È dedicato a “Le insalate”, il 14esimo volume della collana Coltura&Cultura, promossa da Bayer CropScience per valorizzare le grandi colture italiane, il cui coordinamento scientifico è di Maria Lodovica Gullino. Un consistente sforzo editoriale – 600 pagine riccamente illustrate – che, per la prima volta, ha messo insieme i contributi di 67 tra i maggiori esperti di insalate del nostro Paese. Risultato, una rassegna completa di ogni aspetto relativo a lattughe, radicchio, cicorie e affini, dalla botanica alla coltivazione fino all’utilizzazione e ai mercati, senza dimenticarne la storia, i paesaggi, le presenze nell’arte, le ricette, la percezione dei consumatori. Il volume è stato presentato a Napoli in occasione della fiera Agrosud. Dopo Magis vino e Magis uva da tavola, ora è il turno di Magis IV gamma, il terzo innovativo progetto di sostenibilità tramite il quale Bayer CropScience vuole rinsaldare la collaborazione tra produttori e mondo della ricerca anche nella filiera delle insalate. «Non è un caso il fatto che la presentazione del volume coincida con il 150° anniversario di Bayer – ha sottolineato Karina von Detten, amministratore delegato di Bayer CropScience in Italia –. Siamo infatti riusciti a restare leader per tanto tempo perché abbiamo sempre voluto crescere insieme ai nostri clienti, ascoltandone i bisogni e fornendo loro le soluzioni più innovative. Questo è avvenuto anche nelle 80| MONDO AGRICOLO | APRILE 2013
Le insalate Collana Coltura&Cultura di Bayer CropScience. Coordinamento scientifico Maria Lodovica Gullino pagg.600, euro 69
insalate, e il volume si propone di far conoscere a tutti la realtà di uno dei maggiori successi dell’agricoltura italiana degli ultimi anni». Nell’intero comparto di queste orticole da foglia lo Stivale vanta il titolo di primo produttore in Europa ed è al terzo posto a livello globale (dopo Cina e Stati Uniti), mentre gli italiani si confermano i più grandi consumatori di insalate al mondo. Un alimento da sempre considerato “povero” ma che in pochi anni ha saputo trasformarsi in prodotto ad alto valore aggiunto, soprattutto grazie all’introduzione della quarta gamma che ha integrato le sue pre-
ziose caratteristiche nutrizionali con un servizio di praticità, risparmio di tempo in cucina e un più lungo tempo di conservazione, per un fatturato annuo salito in Italia a circa 900 milioni di euro. Ma, come ha spiegato la professoressa Maria Lodovica Gullino, di Agroinnova, Università di Torino, coordinatrice scientifica del volume, «per portare sulla nostra tavola insalate tagliate, lavate e imbustate sono state necessarie innovazioni avanzatissime nella selezione delle varietà, coltivazione, difesa, tecniche post raccolta e conservazione che hanno coinvolto ricercatori e produttori. Il frutto di questa collaborazione è una produzione molto sofisticata e di grandissima qualità, oltre che fra le più sicure e sostenibili». E l’innovazione vera, che paga, è quella nei fatti, ha concluso Paola Sidoti, Business & Marketing Communications Manager di Bayer CropScience in Italia: «Crediamo fortemente in questo e lavoriamo ogni giorno per offrire ai nostri clienti il meglio, non solo prodotti validi per la difesa delle insalate, ma anche servizi, progetti e comunicazione». Barbara Mengozzi
LE EMOZIONI CHE SUSCITANO I CAPOLAVORI DELLA NATURA
Come le piante parlano ai nostri sensi Elogio della Natura: ogni vegetale è un piccolo capolavoro in miniatura, unico per foggia, dimensione e colore. Paola Cerana, giornalista e scrittrice è affascinata dalle meraviglie della vita. Il suo libro “Il linguaggio segreto dei cereali” (Agra Editrice, 2012, 127 pagg., 18 euro) è un vero e proprio viaggio nell’universo vegetale. In un orto – racconta – non esiste una pesca, un fico, una foglia di lattuga, di cavolo o un pomodoro identico all’altro. Piante, fiori, frutta e ortaggi non sono solo alimenti, o elementi decorativi, ma qualcosa di
più; sono arte, cultura, storia, filosofia. L’autrice si lascia trasportare dalle emozioni e, passeggiando nel giardino o nell’orto dell’incanto, qua e là ammira e raccoglie vegetali a lei particolarmente cari; essi richiamano alla memoria le muse ispiratrici dei grandi personaggi della cultura che, nei secoli, ne hanno interpretato, con il proprio talento, il linguaggio estetico e simbolico. Si pensi ad esempio all’arte pittorica. È sufficiente un nome per comprendere l’impatto del simbolismo vegetale nell’immaginario umano: Caravag-
gio, con le sue splendide nature che sembrano tutt’altro che morte. E che dire poi dell’arte fiamminga e degli antropomorfismi dell’Arcimboldo? Coltivare un orto – annota Paola Cerana – non nutre solo il corpo ma anche lo spirito. È come recuperare ogni giorno l’intima collaborazione con la terra. (G. M.)
A T T U A L I T À DA L L E I M P R E S E
SOLUZIONI SU MISURA PER LE IMPRESE AGRICOLE Tessari Energia: servizio a 360° essari Energia rappresenta da decenni un marchio di primo piano nel settore dell’energia. La storia, l’esperienza, maturata in un settore in continua evoluzione, il know how acquisito hanno portato l’Azienda a scelte mirate e orientate alla ricerca della soddisfazione totale della Clientela. Tessari Energia si pone al fianco dell’Imprenditore Agricolo per assisterlo e accompagnarlo sia nella scelta dell’investimento appropriato che nella gestione quotidiana dell’impianto. La conoscenza delle esigenze del Cliente maturata in oltre 60 anni di attività consente di proporre soluzioni su misura, concepite e realizzate in funzione delle specifiche necessità di ogni impresa agricola, di elevata qualità, attraverso l’utilizzo di materiali e fornitori di altissimo pro-
T
filo – Man e Motortech tra gli altri – e flessibilità: un esempio la modularità degli impianti (1MWe=3x360kWe) che consente la continuità di funzionamento dell’impianto anche in caso di fermo tecnico. E l’acquisto, ancorché rilevante, non è che la prima e nemmeno la più importante delle scelte che l’Imprenditore dovrà affrontare: il raggiungimento degli obiettivi prefissati con l’investimento iniziale passa
attraverso una corretta ed economica gestione. Ed è con la progettazione, fin dalla nascita del nuovo impianto, che Tessari Energia inizia a pensare ad una gestione facile ed economica: è lo stesso progettista a preoccuparsi di affrontare e risolvere tutti gli eventuali problemi relativi alla futura manutenzione per facilitare il compito del titolare/gestore del nuovo impianto. Di altissimo livello, infine, risulta il puntuale servizio di assistenza postvendita, con programmi di manutenzione indirizzati alle peculiari esigenze dell’utenza svolti da personale altamente qualificato. Un’assistenza resa ulteriormente efficace dall’introduzione di un servizio web di monitoraggio remoto, con gestione personalizzabile e specifica per ogni impianto.
CAMPI SONORI di Gaetano Menna
CONCERTO GROSSO N. 3 DEL MAESTRO BACALOV
I LUOGHI DELL’UTOPIA
Stefano Battaglia New Trolls: il nuovo capitolo racconta al piano dell’opera cult tra rock e barocco le città invisibili Erano 37 anni che i fans dei New Trolls attendevano il terzo capitolo di “Concerto Crosso”, la grande opera rock-sinfonica – con le due suite del 1971 e 1976 - che aveva composto per la band genovese il compositore argentino Luis Bacalov (premio oscar per la colonna sonora de “Il Postino) . Ora è uscito “Concerto Grosso n. 3” (Immaginifica by Aereostella) de “La Leggenda dei New Trolls” ed è l’evento progressive più importante del 2013. La band appare nella eccezionale formazione composta dai quattro storici elementi: Gianni Belleno (batteria, voce, cori), Giorgio D’Adamo (basso), Vittorio De Scalzi (piano, flauto, tastiere, programmazione computer, voce) e Nico Di Palo (tastiere, voce, chitarra), accompagnati da Andrea Maddalone (chitarre, cori) e Francesco Bellia (basso, cori). Tredici tracce dal suono raffinato, lirico e allo stesso tempo
potente. Le musiche di cinque brani della tracklist sono state composte da Bacalov con testi scritti dai componenti storici della band, mentre i restanti brani hanno testi e musiche composte interamente da “La Leggenda New Trolls”. Già dalla cover si comprende l’omaggio a Venezia, confermato da titoli dei brani come “Oh Venice” e “Storm in Venice“. “Like Ophelia” è invece dedicato al personaggio dell’Amleto. La seconda parte del disco è una serie di “dediche”. Questi i titoli: “Per chi combatte per noi“, “Per Freddie“, “Per tutti i bambini del mondo“, “Per lui“, “Per amore“, “Per chi non capisce“… Il brano “Per Nico” è invece un omaggio sentito, della band, a Di Palo il compagno d’avventura che porta i segni del tragico incidente automobilistico del 15 gennaio 1998, ma la cui voce era, ed è, l’inconfondibile marchio di fabbrica del gruppo.
Il prog che nasce nelle campagne ferraresi Quello dei “Marchesi Scamorza” è un progetto musicale che nasce nelle campagne del Ferrarese, che abbraccia i suoni degli anni ’70. Un nome originale quello della band che vuole far comprendere l’obiettivo di nobilitare il suono “popular”. Il loro album di esordio “La sposa nel tempo” (Flow Double H Records) esplora le varie anime del progressive italiano, tra elettrico e acustico, sinfonico e mediterraneo. I componenti del gruppo, molto bravi e preparati, hanno bene a mente la lezione di Premiata Forneria Marconi, Banco del Mutuo Soccorso, Orme, Goblin, Quella Vecchia Locanda, Metamorfosi, Locanda delle fate , Biglietto per l’inferno. «Abbiamo esperienze e ascolti diversi che – dicono i musicisti fondiamo in un’unica visione musicale». Hanno debuttato come cover band, poi sono passati alla ricerca di un percorso personale, con la particolarità di testi in lingua italiana che giudicano più congeniale al loro progetto. Dopo la pubblicazione del disco si sono dedicati al videoclip del brano “Autunno”. 82| MONDO AGRICOLO | APRILE 2013
Stefano Battaglia, pianista senza frontiere, si affaccia alla torre di Babele delle diversità dei linguaggi musicali e riesce a trovare una miracolosa sintesi in un percorso che non è jazz, non è classica, ma è ricerca complessiva, dell’armonia, della melodia, dell’eufonia. Pianista di livello mondiale, con una formazione accademica, ha svolto vent’anni di rigorosa ricerca musicale, di introspezione e profondità espressiva. Il nuovo disco del “Stefano Battaglia Trio” con Salvatore Maiore al contrabbasso e Roberto Dani alla batteria - si intitola “Songways” (ECM) ed è un nuovo viaggio alla scoperta dei luoghi invisibili. Ad essi aveva dedicato un primo disco, “The river of Anyder”; è andato così bene che la casa discografica lo ha spinto a realizzare presto il nuovo capitolo e non è escluso un terzo album, dal momento che ha già composto una quarantina di nuovi brani. La title track, ispirata alle città fantastiche di Calvino, è una composizione molto bella, che maggiormente si allontana dal discorso organico dell’album, per essere più delle altre jazzistica. Dediche a Euphonia, l’utopica città-conservatorio di Hector Berlioz; Mildendo capitale del regno di Lilliput de “I viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift; Ismaro la città del ritorno; Armonia capitale di Utopia; Vondervotteimittis immaginata da Poe nel suo “Il diavolo nel campanile”; Babele; Abdias il centro desertico dello scrittore austriaco Adalbert Stifter; Perla, l’abitato delle angosce… «La scelta di usare come evocazioni dei non-luoghi, per lo più città irreali, mi consente – ci dice l’artista l’uso dell’immaginario, dell’illusorio, le influenze sono più sottili e immateriali, ciò che le abita sono figure paradigmatiche, luoghi dell’immaginazione, non di rado luoghi impossibili e misteriosi, proprio come talvolta è la musica». Colpisce il suono, che alterna armonia e ritmo, avvalendosi di strumenti non sofisticati e senza sovrastrutture. Un ritorno alla semplicità.