LE CONSEGUENZE DELLA GUERRA • BANDO AGRISOCIALE I PROTAGONISTI • FRUCLASS UN RATING PER IL GRANO • PROGETTI TRANSIZIONE DIGITALE • PAC DA RIFARE • FIERAGRICOLA A VERONA • TORNA VINITALY •
CARLO FERRO, PRESIDENTE ICE, RACCONTA IL PADIGLIONE ITALIA ALL’EXPO DUBAI (PAG. 20)
Agricoltura, le nuove sfide globali Anno LXXIII - n. 3 - MARZO 2022 - TAR. R.o.c. - Poste Italiane spa - Periodico di Tecnica, Economia e Politica Agraria - 1 copia euro 3 Autorizz. Trib. di Roma n. 1662 del 22/06/1950 - Editrice Confagri Consult - 00186 Roma - Corso Vittorio Emanuele II, 101
La
collaborazione, il motore
per accelerare
l’innovazione
In Syngenta crediamo che la collaborazione sia lo strumento più potente per portare l’innovazione nelle mani di tutti. Siamo da sempre impegnati a costruire una fitta rete di accordi con tutti i partner della filiera agroalimentare per generare un impatto migliore sulla vita di milioni di agricoltori e per rendere l’agricoltura più resiliente, più sicura e più sostenibile. Perché noi sappiamo che solo uniti si va più lontano.
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L’ E D I T O R I A L E nnn
D
La guerra frena la ripartenza
opo due anni di stop a causa del Covid tornano le fiere: tutti gli eventi rinviati a inizio anno sono stati riprogrammati entro il primo semestre. E Confagricoltura ha aderito con fiducia alle più importanti manifestazioni dell’agroalimentare. Purtroppo il clima di incertezza generato dalla guerra in Ucraina non aiuta il settore, già duramente provato dalla pandemia, ma l’adesione degli espositori agli eventi dei prossimi mesi, e anche a quelli che si sono tenuti a inizio anno, dimostra la voglia degli operatori di voltare pagina. Fieragricola, a Verona, si è chiusa con 68.000 visitatori e le richieste di partecipazione a Vinitaly, che aprirà i battenti il 10 di aprile, sono superiori alle disponibilità della Fiera. L’agroalimentare made in Italy ha superato la ‘prova Covid’, con un valore, nel 2020, di 522 miliardi di euro, che rappresentano il 15% di quello italiano, e classificandosi primo in Europa per valore aggiunto. L’export ha raggiunto il traguardo dei 50 miliardi di euro, con una crescita dell’11% rispetto al 2020 e del 14% rispetto al 2019. Dati incoraggianti che alimentano la voglia di ripartenza delle imprese, che però oggi temono gli effetti della guerra sull’economia italiana ed europea. Il conflitto potrebbe durare a lungo, ma anche se si trovasse un compromesso temporaneo, le conseguenze sarebbero comunque pesanti. Non si tratta solo delle ripercussioni sull’export verso la Russia, che comunque per l’agroalimentare rappresenta un valore di 740 milioni di euro, ovvero più del 10% del fatturato totale dell’Italia verso questo Paese. L’effetto immediato è stato l’aumento delle materie prime, che ha dato un’ulteriore spinta all’inflazione. Contro una stima del 2% di qualche settimana fa, stabile in zona euro per i prossimi cinque anni, siamo ora al 3%, mentre la previsione a un anno è del 5%. Inoltre, con l’aumento dei prezzi delle materie prime un rallentamento dell’economia nella seconda parte dell’anno è più che prevedibile. Il tutto con una sempre maggiore pressione sui conti pubblici. Questo scenario richiede una grande capacità strategica dell’Europa, a cominciare dall’impegno, immediato e in una prospettiva a lungo termine, per migliorare la sicurezza alimentare e ridurre la dipendenza dalle importazioni di prodotti agricoli, aumentando, in particolare, la produzione di cereali e semi oleosi, ed eliminando i vincoli che ne limitano le potenzialità. A tale riguardo dai capi di Stato e di governo della UE, riuniti a Versailles il 10 e 11 marzo scorsi, è giunta l’indicazione di modificare gli indirizzi della politica agricola comune, che Confagricoltura ha sempre sostenuto inadeguati proprio sul fronte della sicurezza alimentare, assai prima che il conflitto facesse emergere il problema in tutta la sua gravità. Centrare questo traguardo non comporta l’accantonamento degli obiettivi di neutralità climatica, in cui l’Italia, tra l’altro, è in ottima posizione. C’è poi il tema della politica energetica. Non sappiamo se una eventuale escalation della guerra comporterà sanzioni più dure, ma anche se ciò non dovesse avvenire l’Europa dovrà, comunque, rivedere la sua strategia per ridurre la sua dipendenza dalla Russia, attraverso la diversificazione degli approvvigionamenti, un aumento della capacità di stoccaggio, politiche di conversione verso le rinnovabili, di contenimento della domanda e di protezione dei consumatori. Tutte azioni che vanno intraprese a livello europeo, perché l’interconnessione dei mercati è ormai tale che le ripercussioni si riflettono su tutta l’eurozona, e che necessitano di adeguati strumenti di politica economica. Per questo oggi più che mai l’Unione europea ha bisogno di coesione. La stessa coesione che ha dimostrato nel condannare la brutale aggressione all’Ucraina e nell’accoglienza di milioni di persone in fuga dalla guerra. Massimiliano Giansanti
MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 3
SOMMARIO
L’EDITORIALE La guerra frena la ripartenza Massimiliano Giansanti................. 3
La fiera che parla al mondo Gabriella Bechi .........................
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FOCUS VINO Il Cancer Plan UE “scagiona” il vino Anna Gagliardi .........................
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La pandemia non ferma il B2B Gabriella Bechi .........................
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FOCUS OLIO Olio Campania, Igp sempre più vicina Elisabetta Tufarelli ....................
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Caraville, bio per scelta Elisabetta Tufarelli ....................
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COPERTINA CRISI UCRAINA Le conseguenze della guerra Gabriella Bechi ........................... 5
Direttore responsabile Gabriella Bechi Coordinatore responsabile Francesco Bellizzi Editrice Confagri Consult
PRIMO PIANO AGRICOLTURA SOCIALE I frutti più preziosi Gabriella Bechi ........................... 8
Presidente Diana Theodoli Pallini Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II 101, 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it Abbonamento annuo Italia, Euro 30,00 Conto corr. postale n. 33755000 Intestato a: Confagri Consult - Mondo Agricolo, Roma Autorizzazione Tribunale di Roma, n. 1662 del 22/06/1950 ROC 34051 del 24/03/2020 Pubblicità
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I progetti vincitori Gabriella Bechi ......................... ATTUALITÀ EUROPA L’agricoltura europea è online Daniele Rossi e Francesca Marino.... ATTUALITÀ RAPPRESENTANZA Un rating per il grano Francesco Bellizzi ......................
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Rubriche
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EPS Danni animali selvatici. . . . . . . . . 47 Organizzazione Siccità e costi. . . . . . . . . 48
SPECIALE FIERE Dubai racconta l’Italia Carlo Ferro..............................
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Il mercato che verrà Francesco Bellizzi ......................
27
L’essenziale delle piccole api Raffaele Cirone.........................
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ANGA Nostra idea di futuro . . . . . . . . . 50 Enapra Fiiaf riparte. . . . . . . . . . . . . . . . 54 Over65 Adotta un gatto.. . . . . . . . . . . . 58 Agriturismo Villa Feriani. . . . . . . . . . . . 60 Vino Villa Bucci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
COPERTINA CRISI UCR AINA
Le conseguenze della guerra
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li effetti del conflitto tra Russia e Ucraina sull’intero tessuto economico nazionale ed europeo preoccupano fortemente Confagricoltura. A partire dall’aumento dei costi di produzione e di quelli delle materie prime. I prezzi del gas e del petrolio continuano a salire con pesanti ripercussioni sulle bollette energetiche delle aziende. La metà del mais importato dalla Ue arriva dall’Ucraina che, lo scorso anno di questi tempi, ne esportava circa 3,5 milioni di tonnellate al mese. Nel momento in cui scriviamo i movimenti sono bloccati ed è, dunque, destinato a salire il costo per l’alimentazione del bestiame, che già alla fine dello scorso anno ha fatto registrare un rialzo del 30%. È tutto il mercato internazionale dei cereali ad essere sotto pressione. I future relativi al grano sono saliti in un giorno del 6%. Argentina e Brasile
stimano una forte contrazione dei raccolti per la carenza di piogge e la Cina ha autorizzato la ripresa delle importazioni di grano dal- Gas, petrolio, mais e grano la Federazione Russa bloccate da sono voci di prezzo tempo per ragioni fitosanitarie. Sono molti i Paesi terzi dipendenti destinate a salire ancora. da Ucraina e Federazione Russia. Tutelare il La situazione è particolarmente delicata nell’area del Mediterra- potenziale produttivo neo dove, dai dati disponibili, ri- nazionale e sulta che le scorte utilizzabili coprano il fabbisogno solo fino alla ripensare le prossima estate. Nel caso della scelte energetiche Tunisia, ad esempio, gli acquisti di grano ucraino e russo incidono tradizionalmente per quasi il 60% sul totale delle importazioni di settore. Nel 2021 il grano rac- di Gabriella Bechi colto in Ucraina ha coperto il 30% dell’import totale dell’Egitto. Inoltre, dall’inizio di febbraio le autorità di Mosca hanno bloccato le esportazioni di nitrato di ammonio, che è utilizzato per la produzione di fertilizzanti, fino ad aprile. E nei giorni scorsi il miMARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 5
COPERTINA CRISI UCR AINA
Giansanti: “Cereali e semi oleosi sono diventati asset strategici”
nistero dell’Industria e del Commercio della Russia ha raccomandato agli operatori di sospendere le esportazioni di fertilizzanti. Le conseguenze possono essere particolarmente pesanti sul piano della disponibilità e dei prezzi, con il rischio di una contrazione dei raccolti. La Federazione Russa produce 50 milioni di tonnellate di fertilizzanti, circa il 15% dell’intera produzione mondiale. E l’Unione europea e il Brasile sono i principali acquirenti. La situazione non sembra destinata a migliorare, con le novità di questi giorni che vedono alcuni Paesi che stanno attivando misure di limitazione alla libera circolazione delle merci. Il governo ungherese aveva deciso di sospendere le esportazioni di grano per assicurare i rifornimenti interni (anche se ora le ha riaperte) e la Bulgaria ha stabilito di aumentare per precauzione gli stock pubblici di cereali per un ammontare di 1,5 milioni di 6 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2022
tonnellate. L’Argentina ha bloccato l’export di farine e olio di soia. È ovvio che, a seguito dei drammatici avvenimenti in corso in Ucraina, i mercati internazionali delle principali materie prime agricole siano sotto pressione, ma per Confagricoltura vanno respinte le iniziative nazionali unilaterali attraverso un coordinamento europeo. “I segnali che arrivano dai mercati - afferma il presidente Massimiliano Giansanti - sono chia-
rissimi. Cereali e semi oleosi sono diventati un asset strategico, come il gas ed il petrolio, ma con una sostanziale differenza: nell’Unione europea abbiamo il potenziale per aumentare rapidamente la produzione agricola e di gestire anche questa difficilissima situazione. Serve però un coordinamento della Commissione, alla quale spetta il compito di assicurare il regolare funzionamento del mercato unico”. Per questo per il presidente Giansanti va respinto qualsiasi tentativo di protezionismo alimentare tra gli Stati membri dell’Unione. L’auspicio del presidente di Confagricoltura è che la crisi in Ucraina si risolva il più rapidamente possibile al tavolo negoziale. “Dagli eventi in atto emerge comunque la necessità di verificare se le scelte fatte sulla nuova Pac siano idonee a salvaguardare la capacità produttiva europea e l’efficienza delle imprese che producono per il mercato - ha detto -. L’agroalimentare è il primo settore produttivo del nostro Paese. È necessario, quindi, sostenere le produzioni con specifici e rapidi interventi che assicurino la tenuta della competitività delle imprese, in particolare quelle zootecniche. È altrettanto urgente tutelare il potenziale produttivo nazionale,
Va respinto ogni tentativo di protezionismo alimentare tra gli Stati della UE specificatamente per il comparto seminativi, cominciando con il togliere i limiti di coltivazione dei terreni italiani (parliamo di circa un milione di terreni, il 10% della superficie agricola nazionale, in virtù della vecchia Pac), per arrivare velocemente ad un piano di rilancio delle produzioni di grano tenero, mais e semi oleosi, perché la produzione italiana negli ultimi due anni è scesa sotto il 50% del fabbisogno”. Inoltre, ha concluso il presidende della Confederazinoe, “vanno ripensate le scelte europee e nazionali in campo energetico. Nell’immediato penso ad una soluzione per contingentare i prezzi dell’energia del mondo agroalimentare lungo tutta la filiera e alla rimozione dei limiti allo sviluppo delle energie rinnovabili”. nnn
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IL VALORE DEGLI SCAMBI ITALIA-RUSSIA
Tra i Paesi dell’Ue l’Italia è al quarto posto per il valore delle esportazioni sui mercati della Russia e dell’Ucraina: sulla base dei dati dell’ufficio studi di Confagricoltura nel periodo gennaio-novembre 2021 ha venduto prodotti per complessivi 6,9 miliardi di euro, in calo del 4,9% rispetto al 2019, e ne ha importati per 12,6 miliardi di euro, di cui il 64% è costituito da petrolio e gas naturale. Le esportazioni verso la Russia rappresentano l’1,5% di quelle totali. Per quanto riguarda l’Ucraina le vendite di made in Italy nel 2021 ammontavano a 2,1 miliardi di euro, in crescita del 20,6% rispetto al 2019.Tra conflitto in Ucraina e sanzioni alla Russia sarà grave l’impatto anche sulle piccole imprese, soprattutto alimentari, moda, mobili, legno, metalli, che vendono in Russia prodotti per 2,6 miliardi di euro, pari al 34,9% delle nostre esportazioni nel Paese. Tra i prodotti italiani più apprezzati a Mosca vi sono macchinari e apparecchiature: nel 2021 ne abbiamo esportati per 2,147 miliardi di euro. Seguono la moda per 1,3 miliardi di euro, i prodotti chimici per 720 milioni di euro, i beni alimentari e bevande per 740 milioni di euro. Il vino, già inserito nel nuovo pacchetto di sanzioni varato dal Consiglio UE, è il principale prodotto esportato con 135 milioni di euro (+ 14% rispetto al 2019), ma che diventano 345 milioni se si considerano le “triangolazioni” con altri Paesi. Rischiano, dunque, di ripetersi le gravi conseguenze economiche derivanti dal conflitto russo-ucraino scoppiato nel 2014 con la crisi di Crimea che, tra il 2013 e il 2021, ha fatto calare del 22,2% l’export europeo verso Mosca, con una maggiore penalizzazione dell’Italia (-28,5%). Le sanzioni varate dalla UE riguardano anche la Bielorussia, che ha deciso il blocco delle importazioni di prodotti agroalimentari dagli Stati membri. Sono già crollate le esportazioni di mele e pere dall’Unione. MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 7
P R I M O P I A N O A G R I C O LT U R A S O C I A L E
Con i premi di quest’anno, le risorse stanziate con il bando di Confagricoltura, con la Senior l’età della saggezza Onlus e Reale Fundation, raggiungono quota 720mila euro
di Gabriella Bechi
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esta edizione per il bando ‘Coltiviamo agricoltura sociale’ con i tre bellissimi progetti di integrazione premiati, Grow-up, AS.IN.O e Il Testamento dell’ortolano. Storie di aziende agricole che sanno guardare avanti, che trovano nel territorio in cui operano e nella collettività che ci vive la ragione stessa del loro modo di fare impresa. Nato nel 2016 da un’idea di Confagricoltura, Onlus Senior - L’Età della Saggezza e Rete Fattorie Sociali, il bando “Coltiviamo agricoltura sociale” ha visto una progressiva espansione, sia per il numero e il livello qualitativo crescente dei progetti presentati, sia per l’ampliamento della platea dei beneficiari, che spazia dai bambini agli anziani, dai portatori di handicap ai disoccupati, fino ai detenuti. Ed ha potuto contare nella collaborazione di Reale Fundation e dell’Un i ve r s i t à M. Giansanti di Tor Ver-
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I frutti più L’agricoltura sociale in Italia coinvolge 3.500 aziende e 38mila lavoratori gata. La piattaforma web “Coltiviamo agricoltura sociale” ha registrato quasi 2 milioni di visualizzazioni e 250mila accessi. Segno inequivocabile che l’agricoltura sociale è in forte espansione, segue il cambiamento del concetto di welfare in atto nel Paese, suscita sempre più attenzione da parte dei giovani e diventa sempre più innovativa. “Confagricoltura, prima di altri, ha creduto nelle opportunità dell’agricoltura sociale - ricorda il presidente Massimiliano Giansanti - attivandosi da subito con gli interlocutori politici ed istituzionali. Fare agricoltura sociale significa fare innovazione nel welfare, dare slancio ad rete virtuosa di professionalità, fornendo un nuovo modello di assistenza, di offerta di
servizi sociali, per la salute, il benessere e il reinserimento. Abbiamo risposto in questo modo alle necessità della società, addirittura prevedendone i cambiamenti. Sono orgoglioso - aggiunge - di premiare, anche in questa edizione, iniziative così interessanti, che creano opportunità, rimettono al centro l’individuo, sviluppano occupazione, senza perdere di vista il prodotto di qualità, l’innovazione e la sostenibilità economica dell’impresa”. “Il mondo agricolo continua a svolgere un ruolo di rilievo nell’economia italiana e Reale Foundation, la fondazione corporate di Reale Group, sostiene con convinzione questa iniziativa, il cui obiettivo coniuga bene innovazioA. Santori ne sociale
preziosi e inclusione socio-economica commenta di direttore generale di Reale mutua Luca Filippone -. Siamo orgogliosi di lavorare con un partner di eccellenza come Confagricoltura al fine di partecipare alla generazione di impatti positivi, misurabili e intenzionali, in linea con i valori della mutualità che da sempre guidano il nostro modo di fare impresa. L’attenzione all’ambiente, la tutela della salute, l’inclusione socio-economica, sono le strategie delle nostre due realtà, che insieme intendono valorizzare iniziative che premiano comportamenti virtuosi, favorendo la creazione di ecosistemi valoriali ed efficaci, strumenti essenziali per rispondere alle grandi sfide globali presenti e future”. Oltre 3.500 aziende agricole, 38.000 addetti, quasi 300 milioni di fatturato. Sono questi i numeri dell’agricoltura sociale in Italia, diventata oggi un vero e proprio welfare verde che offre supporto,
I progetti premiati sono Grow-up, AS.IN.O e Il Testamento dell’ortolano riabilitazione e reinserimento sociale alle persone più fragili. “Con questa edizione di Coltiviamo agricoltura sociale - commenta Angelo Santori, presidente della Senior L’Età della Saggezza Onlus - le risorse stanziate in sei anni raggiungono quota 720mila euro. È un traguardo importante che ci rende profondamente orgogliosi. Sostenere economicamente le migliori proposte nel campo dell’agricoltura sociale vuol dire arricchire i prodotti e i servizi offerti dall’agricoltura di ulteriori e importanL. Filippone ti valori,
che vanno dalla difesa della salute al miglioramento della qualità della vita e della persona; dalla creazione di beni comuni per la collettività al mantenimento di un tessuto sociale vitale nelle aree interne del Paese, meno servite. Ricordare quanto l’agricoltura sia utile per accompagnare le persone svantaggiate attraverso percorsi di reinserimento nella vita sociale è l’obiettivo che perseguiamo con convinzione dal primo anno del bando”. A ciascuno dei tre vincitori sono stati assegnati 40mila euro e una borsa di studio per partecipare al master di Agricoltura Sociale organizzato dall’Università di Roma Tor Vergata, “Proprio perché - evidenzia Andrea De Dominicis, professore dell’ateneo romano - si punta molto sulla formazione per accompagnare le aziende associate nel percorso di acquisizione delle competenze necessarie per chi si occupa di agricoltura sociale”. nnn MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 9
P R I M O P I A N O A G R I C O LT U R A S O C I A L E
L’Orto magico
La coop L’Orto Magico, l’azienda Bearesi e la startup Grow Up sono le tre realtà premiate dal nostro bando Coltiviamo Agricoltura Sociale di Gabriella Bechi
L
a cooperativa sociale L’Orto Magico nasce nel 2010 per offrire servizi alla persona nell’ambito dell’agricoltura sociale. Siamo nella Capitale, nel Parco della Marcigliana, a due passi dal Grande raccordo anulare, ma già immersi nell’agro romano. La cooperativa conduce circa due ettari di terreno coltivati ad orto e offre i suoi servizi a persone giovani e adulte con grave disagio psichico che, accompagnati degli operatori sociali, vengono aiutate a partecipare a numerose attività, prima fra tutte la gestione dell’orto, ma anche mansioni domestiche, come la cura della casa, la preparazione dei pasti, che vengono consumati convivialmente, e piccole attività di bricolage. Il prodotto è destinato al consumo interno, a gruppi di acquisto solidali e a numerose altre realtà che sostengono il lavoro della cooperativa. “Negli anni abbiamo capito che la campagna e il lavoro manuale a contatto con la terra è la cura migliore per queste persone
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I progetti Con AS.IN.O. l’orto diventa un luogo dove affrontare il disagio psichico meno fortunate di noi - spiega il responsabile della coop, Tiziano Cardini - e abbiamo così deciso di porre l’agricoltura al centro del nostro lavoro. Mettere a disposizione uno spazio accogliente ed inclusivo nel quale coltivare non soltanto ortaggi, ma anche e soprattutto relazioni sociali, è quindi la finalità principale del nostro operato. E in questa direzione si muovevano, prima della pandemia, anche i nostri ‘agri soggiorni’ nella penisola sorrentina, pensati in collaborazione con due aziende agricole amiche, Terre Alte di Sorrrento e l’Olivara, dove portavamo i ragazzi per la raccolta di arance e limoni”. Il progetto che la cooperativa
ha presentato per la sesta edizione del bando Coltiviamo agricoltura sociale si chiama AS.IN.O. (acronimo di Assistente Informatico per Orticoltura) e nasce dalla necessità di superare alcune criticità riscontrate nel corso del lavoro quotidiano con i ragazzi. Si tratta di un ausilio informatico accessibile da qualsiasi dispositivo con connessione internet, con un’interfaccia grafica user friendly, semplice e intuitiva, pensata appositamente per utenti con disabilità cognitiva. AS.IN.O, ad esempio, è in grado di mandare le informazioni raccolte dai sensori nell’orto in forma comprensibile e propositiva, consente di annotare le azioni svolte e restituisce un diario digitale; può mandare foto e generare messaggi di alert, dando la possibilità di condividere con altre persone quanto fatto nel lavoro quotidiano nella fat-
Azienda Bearesi
vincitori toria e di rimanere in contatto con gli altri utenti anche al termine dell’attività. Il progetto prevede anche la realizzazione di due banchi per orto orizzontale rialzato, al fine di garantire maggiore fruibilità e autonomia nello svolgimento delle attività, e l’organizzazione di un convegno finale per la divulgazione dei risultati. Ha ricevuto il premio per l’innovazionedella proposta, basata sulla ricerca e lo sviluppo di soluzioni tecnologiche a supporto dei processi di riabilitazione; la sua chiarezza e completezza nel promuovere azioni finalizzate al miglior avvicinamento tra utenti disabili, famiglie, agricoltura sociale e tecnologie. La storia dell’azienda Bearesi fonda le sue origini negli anni Quaranta. Nata come ditta di produzione orticola, si dedica ben presto alla floricoltura per poi trovare il suo definiti-
Il Testamento di Tito punta alla rinascita degli orti lungo nell’isola Serafini sul fiume Po vo orientamento nello studio e nella realizzazione di aree verdi. Alla guida dell’azienda c’è, insieme alla moglie Manuela, Guido Bearesi, figlio del fondatore, Dante, grande studioso di agricoltura e botanica e appassionato di giardinaggio. Oltre ad essere specializzata nella progettazione di giardini, l’azienda ospita un ricco vivaio, dove è possibile rifornirsi di tutte le principali specie florovivaistiche per arredare con gusto ed eleganza qualsiasi area verde, sia pubblica che privata. I Bearesi non si sono fermati qui e spinti dal desiderio di condividere la tradizione e la passione per il giardinaggio, hanno intrapreso una nuova
avventura. “In una vecchia serra in disuso - spiega Manuela Bearesi - abbiamo inaugurato La Casa del Giardiniere, uno spazio espositivo permanente dove sono raccolti oggetti e strumenti collezionati sapientemente da mio suocero. Il passo successivo è stato aprire l’azienda alla collettività con progetti didattici, percorsi naturalistici per adulti e bambini, laboratori pratici, corsi di arte floreale e figurativa, sperimentazioni culinarie, cene e attività all’aperto”. Dall’apertura al territorio e alle persone che lo abitano, il passo verso l’agricoltura sociale è stato breve. La partecipazione al bando indetto dalla Onlus di Confagricoltura con il progetto Il Testamento dell’Ortolano, risultato poi tra i premiati, è servita da stimolo per continuare in questa direzione in maniera più strutturata. Il progetto promuove la rinascita degli orti privati che hanno storicamente connotato tutte le abitazioni della piccola isola fluviale Serafini, a metà del corso del fiume Po, il cui valore culturale è stato minacciato da un progressivo abbandono della pratica di autoproduzione, a causa delle condizioni fisiche e mentali degli anziani proprietari, ulteriormente aggravate dall’emergenza sanitaria. In questo senso la pratica agricola viene concepita come attività sociale mediante un supporto reciproco tra gli anziani del paese e un giovane disoccupato under 35, che si occuperà della cura e manutenzione degli orti e al tempo stesso riceverà una formazione diretta dai proprietari che gli trasmetteranno esperienza e conoscenza. Il Testamento dell’Ortolano ha ricevuto il premio per l’impegno diretto alla tutela dei valori identitari e culturali del luogo, allo scambio intergenerazionale, attraverso MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 11
P R I M O P I A N O A G R I C O LT U R A S O C I A L E
il quale gli anziani trasmettono il proprio sapere e la propria esperienza al giovane in situazione di disagio, giovando di contatti umani e socializzazione, nonché di aiuto nella cura dell’orto, e favorendo, allo stesso tempo, l’avvicinamento dei giovani al settore agricolo e ad un impiego lavorativo. Una storica cascina di origine seicentesca in uno dei polmoni verdi della periferia industriale di Torino, Mirafiori Sud (sede storica della Fiat), oggi uno dei quartieri più vivaci della città. L’innovativa tecnica di agricoltura urbana dell’acquaponica; una rete di organizzazioni sociali impegnate da anni sul territorio; e un team di giovani agricoltori e entusiasti imprenditori sociali. Sono questi gli ingredienti di Grow Up, l’azienda agricola costituita in forma di startup innovativa a vocazione sociale da Costanza Bernardi, Valentina Zangirolami e Nicolas Di Piazza. Sono questi tre under 30 con la passione per l’agricoltura e le nuove tecnologie e il desiderio di condividerle con la comunità, gli autori dell’omonimo progetto premiato dal bando di Confagricoltura come modello di agricoltura urbana che rispetta l’ambiente, produce e commercializza prodotti biologici, anima la comunità locale e offre occasioni di inserimento lavorativo e integrazione a ragazzi emarginati. “Anni fa siamo stati affascinati dall’acquaponica, una tipologia di agricoltura mista ad allevamento basata su una combinazione di acquacoltura e coltivazione idroponica, per il suo alto livello sostenibilità - spiegano a Mondo Agricolo -. In un sistema acquaponico, infatti, l’acqua delle vasche per acquacoltura viene pompata in quelle idroponiche, in modo tale che le piante che vi si trovano possano filtrarla sottraendo diverse sostanze di scarto dei pesci, traendone con12 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2022
Grow Up, come avvicinare i torinesi all’agricoltura con le serre di acquaponica temporaneamente nutrimento”. I tre ragazzi studiano, si informano e finalmente trovano in affitto una cascina dismessa, la Cassotti Balbo: un comprensorio agricolo di circa 1 ettaro e mezzo con tre edifici da ristrutturare che, pur essendo completamente immerso nel tessuto urbano, ha mantenuto nei secoli la propria originaria conformazione. I lavori sono in corso per convertirlo a centro di agricoltura urbana multifunzionale, con serre di colture acquaponiche, un agriturismo, un agricampeggio, una fattoria didattica e laboratori. La struttura ospiterà attività di formazione, percorsi d’inserimento lavorativo, social housing per giovani in difficoltà, disoccupati, donne vittime di violenza, migranti. A questo comprensorio, si è aggiunta recentemente la cascina Ainana, nel comune di Pinerolo. La vittoria del bando Coltiviamo Agricoltura Sociale - il primo a cui la start up partecipa - è solo un piccolo passo verso un un progetto molto ambizioso. Ma proprio per questo Costanza ne va fiera (“Non lo scorderò mai”, commenta al telefono). Grow up ha ricevuto il premio per la sua capacità di disegnare percorsi innovativi di welfare in un’area periferica di una grande città. Riuscendo, attraverso la costituzione di una rete di partner qualificati, a dare un contributo al recupero identitario della comunità nella dimensione ambientale, agricola e della green economy. Avvicinando ed educando i ragazzi a questi valori attraverso la fattoria didattica ed offrendo a categorie di giovani in difficoltà una possibilità di reinserimento attivo nella società. nnn
AT T U ALI TÀ EUROPA
L’agricoltura europea è online
I progetti Quantifarm e Trustyfood puntano a migliorare le prestazioni di sostenibilità Esg, al tracciamento e all’autenticazione delle catene produttive
di Daniele Rossi e Francesca Marino
AT T U ALI TÀ EUROPA
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onfagricoltura, oltre a promuovere l’ambiziosa piattaforma digitale HubFarm, è partner di due nuovi progetti europei di ricerca in ambito Horizon relativi all’innovazione digitale in agricoltura. Si tratta di Quantifarm e TrustyFood, entrambi avviati il 1° marzo 2022 per un impegno triennale. Gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati da una grande manifestazione di interesse e da investimenti nell’utilizzo delle tecnologie digitali in agricoltura. Nonostante i numerosi vantaggi previsti dall’utilizzo dei dati e dalle tecnologie digitali, l’effettiva adozione è stata finora lenta e limitata per una serie di motivi: la mancanza di basi culturali e conoscenze; il sistema dei dati insufficiente e lacunoso; il loro impatto incerto sulle condizioni di vita reale; vantaggi poco percepiti; interoperabilità ancora lontana; alcuni impedimenti sociali, come ad esempio gli atteggiamenti comportamentali degli stessi agricoltori. Il primo dei due progetti della Confederazione, il QuantiFarm, si concentra sulla diffusione delle tecnologie digitali in agricoltura (DAT) per migliorare le prestazioni di sostenibilità economica, ambientale, sociale (Esg) e la competitività del settore primario, attraverso lo sviluppo di prodotti innovativi, strumenti, servizi e indicazioni per gli agricoltori, i loro advisors e assistenti tecnici, i policy makers. Il progetto analizzerà anche i comportamenti di tutte le parti interessate, inclusi gli agricoltori, con l’obiettivo di comprendere le motivazioni e il processo decisionale per la selezione e l’utilizzo dei dati. QuantiFarm costruirà le attività
I due progetti rientrano nella misura Horizon Europe 14 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2022
del progetto intorno a 30 test case (TC) in oltre 20 Paesi, in 10 (delle 11) regioni biogeografiche di tutta Europa, abbracciando molteplici contesti geopolitici e finanziari e un’ampia varietà di agricoltori con esigenze, culture, genere e situazioni diverse. Tutti i 30 TC si svolgono in aziende agricole di diversi tipi, dimensioni, proprietà e condizioni operative di sette produzioni che coprono seminativi, frutta, ortaggi, carne, latticini, apicoltura ed acquacoltura, avvalendosi dei metodi biologico, convenzionale ed integrato. La gamma di tecnologie utilizzate è molto vasta: si va dai satelliti a droni, sensori prossimali (inclusi dispositivi IoT), meteo stazioni, robot, macchine strumentali, sistemi di localizzazione degli animali, mungitura automatica, sistemi e anche applicazioni di intelligenza artificiale. Tale approfondita analisi consentirà la progettazione di un Toolkit che permetterà una visione realistica del funziona-
Cresce l’interesse per le nuove tecnologie digitali, ma l’adozione è lenta mento degli strumenti digitali. Il Toolkit inoltre sarà di supporto nei processi decisionali degli agricoltori per progettare misure efficienti e faciliterà l’adozione delle tecnologie digitali in agricoltura. I risultati saranno poi indirizzati a sviluppare le capacità e conoscenze dei soggetti coinvolti nei processi di innovazione digitale: infatti il progetto prevede anche un’attività specifica di ampia diffusione e trasferimento di conoscenze dei risultati in un contesto esteso a tutti i portatori di interesse nel mercato del digitale. Quantifarm comprende 32 partner, 12 dei quali in rappresentanza di agricoltori ed advisors/assistenti tecnici, sotto il coordinamento degli agricoltori e delle agrocooperative greche di GAIA (Grant Agreement UE 101059700).
TrustyFood punta a favorire le applicazioni della blockchain technology Il secondo progetto, TrustyFood, sviluppa percorsi innovativi per le attività di Ricerca & Innovazione (R&I) rivolte alla tracciabilità ed autenticità delle diverse food chain, promettendo di contribuire ad una transizione rapida verso catene di approvvigionamento più sostenibili, tracciabili e trasparenti, al fine di preservare l’ambiente, aumentarne la resilienza e trasferire maggiori informazioni e fiducia al consumatore finale. Questo progetto europeo coinvolge quattordici partner - sotto il coordinamento della italiana Tecnoalimenti ScpA, nata circa 30 anni fa come spin off tecnologico di Federalimentare (Confindustria) - per promuovere l’applicazione della tecnologia blockchain nel settore agroalimentare (Grant Agreement UE 101060534).
Il programma di ricerca proposto dal consorzio vuole sostenere la Strategic Research Agenda facendo luce sull’attuale quadro parziale e frammentato delle applicazioni della blockchain technology (BCT) nel settore agroalimentare, chiarendo i benefici e le opportunità che può offrire agli stakeholders lungo tutta la catena alimentare, ma fornendo ad ognuno di loro lo strumento più adatto per un’attuazione rapida, facile ed efficace nel proprio campo di utilizzo. Il progetto identifica vari modelli di business, mappando e valutando i casi d’uso esistenti, attuali e futuri, per l’applicazione BCT. TrustyFood mira anche ad avere un impatto economico attraverso la promozione di uno sviluppo sostenibile a sostegno del New European Green Deal, riducendo oneri amministrativi e costi di transazione, identificando strumenti e metodologie basati sulla BCT.
QuantiFarm analizza la diffusione delle DAT in agricoltura Le azioni previste nel progetto dovranno avere un forte impatto sui mercati, aumentando la competitività dei produttori, creando nuovi posti di lavoro e nuove opportunità di carriera. Potenzialmente, la BCT è uno strumento efficace per affrontare alcuni dei problemi reali legati alle diverse filiere agroalimentari: può favorire la trasparenza, la verificabilità e l’immutabilità dei dati, semplificando la condivisione delle informazioni tra le varie entità/operatori della supply chain spesso appartenenti a distinte funzioni e ruoli aziendali. In questo modo tracciabilità, autenticità e l’origine dei prodotti delle filiere potranno essere sostenute davanti al consumatore, ricostruendo l’intero ciclo di vita. nnn MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 15
AT T U ALI TÀ R AP P R E SEN TANZ A
Un rating per il grano La filiera può crescere con la qualità. In tre anni, Fruclass ha dimostrato che è possibile con dati condivisi e intelligenza artificiale di Francesco Bellizzi
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U
n rating del grano italiano legato alla qualità è possibile. Lo dimostra il triennio di sperimentazione di Fruclass, il sistema ideato dall’Università degli studi della Tuscia insieme alla filiera grano duro-pasta. I risultati della ricerca sui raccolti del 2019, 2020 e 2021 sono stati presentati a Palazzo della Valle da Emanuele Blasi, docente di Economia e Politica agraria all’Università della Tuscia e coordinatore del gruppo di ricerca che ha lavorato alla piattaforma di analisi di Fruclass. Presenti tutti gli stakeholders del settore. “L’obiettivo era caratterizzare le soglie di qualità del prodotto con sistemi di analisi automatizzati e aiutare a scrivere linee guida per disciplinari e contratti - ha spiegato il docente -. La piattaforma si basa sul principio della condivisione dei dati da parte di tutti gli attori della filiera, a partire dagli stoccatori. Le loro informazioni su quantità e caratteristiche del grano raccolto vengono processate da un’intelligenza artificiale dotata di machine learning”. La macchina impara e migliora la propria
La ricerca dimostra una crescita qualitativa dei raccolti di grano italiano analisi con il tempo e permette previsioni basate su statistiche. Il primo passo è stato la presentazione del progetto ai silos che avevano manifestato l’interesse a partecipare; successivamente è stato stretto un accordo di tutela per lo scambio di dati sensibili con l’Unitus. Al primo anno di sperimentazione di Fruclass, il 2019, hanno partecipato otto province, permettendo il censimento qualitativo di 77 mila tonnellate di grano, pari a 4700 conferimenti nei centri di stoccaggio. Uno spicchio della produzione annuale di grano italiana, che si aggira sulla media dei 4 milioni di tonnellate, ma quanto basta ai fini della ricerca. Nel 2020 le province sono diventate 20 e le tonnellate di grano analizzato sono salite 156mila. Bassa la presenza di dati provenienti dal Sud Italia, complice l’epidemia. “Siamo riusciti comunque ad allargare l’indagine alla Sicilia - ha detto
Fruclass studia i dati dei centri di stoccaggio e ne ricava statistiche e modelli predittivi
applicazioni solo sul fronte degli accordi tra produttori, stoccatori e trasformatori. È possibile anche ricavare informazioni su cui definire polizze assicurative o per modelli di gestione del rischio”. Avere prodotti tracciati e certificati, inoltre, permetterebbe alla filiera italiana di approcciarsi ai mercati con una massa critica maggiore da poter spendere nella stipula dei contratti. nnn
nel 2020, le condizioni climatiche hanno avuto effetti positivi sul livello di proteine presente, in particolare nel grano contrattualizzato”. Un miglioramento proseguito nel 2021 con un 66% di qualità per il grano fuori contratto, e oltre l’80% per quello sotto contratto. Quando si parla di matematica e intelligenza artificiale è difficile dire quali siano i limiti delle analisi possibili. Le variabili da aggiungere all’analisi della macchina sono tante, come la tecnica di coltivazione e i disciplinari. “Allora, perché non immaginare contratti di filiera basati su queste analisi - ha proseguito Emanuele Blasi -? I risvolti sono il responsabile del progetto -. Il tantissimi. L’analisi puntuale del primo passo è stato la definizio- raccolto e dei fattori che hanno Emanuele Blasi ne della soglia minima di qualità concorso alla produzione non ha che il prodotto deve avere: il 13% in riferimento al grado proteico, g FRUCLASS CONVINCE TUTTO L’AGROALIMENTARE E ANCHE LA POLITICA e il 78% per il peso specifico. Il 57,8% dei raccolti comunicati Il progetto di Fruclass sembra convincere tutti i protagonisti della filiera. Per Massimiliano nel 2020 ha raggiunto un livello Giansanti può avere risvolti importanti per il comparto. “Bisogna lavorare sui semi italiani, siaqualitativo soddisfacente - ha ag- mo ancora troppo dipendenti dall’estero - ha commentato il presidente di Confagricoltura -. giunto - e il 2021 ha confermato Fruclass rafforzerà la produzione nazionale migliorandone anche la sostenibilità ambientale”. l’andamento positivo sul fronte Soddisfatte dai risultati tutte le sigle che hanno sostenuto il progetto insieme a Confadella qualità raggiungendo quo- gricoltura: Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Assosementi, Cia, Compag, Copagri, ta 68%”. L’analisi è andata più a Italmopa e i pastai dell’Unione italiana food. Per Giorgio Mercuri, presidente dell’alleanza fondo con la creazione di sotto- delle coop, lo studio “deve essere supportato dalle istituzioni e messo a sistema, come stracategorie di qualità del prodotto. tegia per l’intero settore”. Avere strumenti di analisi che consigliano come intervenire sulle Altro aspetto interessante sono le produzioni future è un’idea che piace anche ai grandi trasformatori della materia prima, differenze tra il prodotto oggetto come Barilla. “L’evoluzione del gusto e la spinta di altri mercati insidiano produzione itadi contratto di filiera e quello sen- liana - ha detto Paolo Barilla, vicepresidente anche dell’Unione italiana food -. Possiamo za contratto. “Nel 2020, il 42% del migliorare la qualità dei prodotti e diversificarli in base alla destinazione. La ristorazione raccolto non coperto da accordi e il delivery, ad esempio, chiedono caratteristiche diverse. Un accordo di filiera in questo di filiera ha raggiunto, secondo il senso è una grande occasione offerta dalla ricerca”. Fatta salva la necessaria “competizione nostro studio, un livello di quali- tra le parti nelle trattative sul contratto”, ha aggiunto il numero due del gruppo industriale. tà soddisfacente - ha illustrato il Positivo anche il giudizio della politica, rappresentata dal docente dell’Unitus -. La produpresidente della commissione Agricoltura della Camera, zione contrattualizzata, invece, Filippo Gallinella e da Gian Marco Centinaio, sottosegreha raggiunto il 76%”. Questa clastario alle Politiche agricole. “La conoscenza del dato persificazione si basa su molte variamette alle imprese di intervenire sull’annata successiva bili, come il meteo, calcolato in correggendo eventuali errori. Questo vuol dire molto nel tempo reale, in relazione al ciclo confronto con una concorrenza globale”, ha detto il depudella pianta, e tenendo presente tato M5S. Fruclass è una “risposta concreta alla domanda le variazioni che subisce da terridi crescita del settore e a quella dei consumatori, che votorio a territorio. “Abbiamo così gliono sempre di più materie prime e prodotti Made in Paolo Barilla scoperto che, sia nel 2019 che Italy certificati”, ha commentato Centinaio. MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 17
M APPAMONDO
di Elisabetta Tufarelli
Francia, uno “scudo alimentare” contro il conflitto russo
L’
invasione dell’Ucraina mette in pericolo la sicurezza alimentare mondiale. “Nel mediterraneo, moltissimi Paesi dipendono dall’export di grano russo e ucraino. Va evitata nei prossimi 12-18 mesi una crisi agroalimentare”. Lo ha detto il ministro francese dell’Agricoltura,
Julien Denormandie (in foto, fonte: Kikimedia Commons) rassicurando i cittadini sulla solidità del settore. Il ministro ha ricordato che la Francia dipende scarsamente dall’import di grano russo o ucraino e ha ribadito l’arrivo di un “piano di resilienza” da parte del governo di Parigi a so-
stegno dell’agricoltura nazionale. “Attendiamo che l’Ue ci autorizzi a produrre sulle terre congelate per motivi ambientali”, ha commentato la presidente dell’Fnsea e del Copa, Christiane Lambert, che ha aggiunto: “Il governo russo usa la sicurezza alimentare come arma, serve uno scudo
di protezione. Come per l’energia, in agricoltura crediamo possibile rafforzare la nostra autonomia continuando a fare progressi sulla sostenibilità. La nostra agricoltura va riarmata per affrontare allo stesso tempo due grandi crisi: la guerra in Ucraina e il cambiamento climatico”.
ANCHE LA CINA PIANGE
IL CANADA INVESTE IN AGRICOLTURA DI PRECISIONE
L’impennata dei prezzi delle materie prime agricole a causa dell’invasione russa in Ucraina colpisce direttamente la Cina. Lo scrive il britannico Financial Times, secondo cui l’aumento del costo di fertilizzanti e dell’energia potrebbe mettere sotto pressione la crescita economica nazionale. Pechino è infatti fortemente dipendente dalle importazioni ucraine: nel 2021 ha importato 28 milioni di tonnellate di cereali, più del doppio rispetto al 2020. Anche la soia viene importata per rispondere all’80% del domanda interna.
L’agricoltura di precisione aiuta gli agricoltori canadesi a gestire meglio le operazioni e diventare più efficienti. AgriInnovate fornisce contributi per progetti che accelerano la commercializzazione, l’adozione di prodotti, tecnologie, processi o servizi innovativi per aumentare competitività e sostenibilità del settore. Il ministro dell’Agricoltura, Marie-Claude Bibeau (in foto, credits: The Canadian Press), ha annunciato 875.000 dollari a Ukko Agro Inc. per supportare lo sviluppo di una piattaforma di analisi che aiuti a controllare meglio malattie e insetti nelle colture.
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Piano di emergenza spagnolo per l’import Ue
I
l conflitto in Europa continua a produrre i suoi effetti sulle politiche europee. Il ministro spagnolo dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione, Luis Planas, ha avanzato una serie di richieste all’Ue per adattare le attuali regole ai problemi che la guerra commerciale tra Russia e Comunità europea
ha iniziato a produrre. Planas ha chiesto di rendere più flessibili i requisiti di importazione del mais, di altri cereali e semi oleosi e di allentare, temporaneamente, i requisiti sull’uso di prodotti fitosanitari e di organismi geneticamente modificati. E ancora: adattare gli aiuti diretti della Pac al nuovo
scenario aumentando la quota di ettari destinati alla produzione di cereali; mobilitare il meccanismo Ue di preparazione e risposta alle crisi alimentari e coinvolgere FAO e G20 per assicurare i flussi commerciali internazionali. Pedro Barato, presidente dell’associazione dei Giovani agricoltori
spagnoli Asaja, è intervenuto sul piano proposto dal ministro definendo l’aggressione della Russia contro l’Ucraina un atto che “esacerba una situazione che vedeva già alti costi di produzione, carenza di materie prime e volatilità del mercato. Alcuni regolamenti europei dovrebbero essere riconsiderati”.
LA GERMANIA RIAPRE IL TAVOLO SULLA PAC
“MILCK” DOVRÀ CAMBIARE NOME
Le evoluzioni della guerra russa in Ucraina stanno rendendo necessaria la ridiscussione dei contenuti della Pac. Ne è convinta l’Associazione degli agricoltori tedeschi (Dbv), preoccupata per l’impatto della potenziale carenza di fertilizzanti sui raccolti in Germania e nell’Ue. “Occorre ripensare la politica estera e di sicurezza - ha detto il presidente della Dbv, Joachim Rukwied - oltre alle nostre catene di acquisto e di logistica. L’attenzione deve essere rivolta alla sicurezza di approvvigionamento di energia, materie prime e cibo”.
Sconfitta per la startup The Hempany di Stoccarda: la nuova bevanda alla canapa non potrà essere chiamata “Milck”. L’agenzia centrale per la concorrenza ha sostenuto che la parola inventata “Milck” era composta dalla parola tedesca “Milch” e dalla parola inglese “Milk” e quindi violava la protezione dell’etichettatura Ue per i prodotti lattiero-caseari. Il tribunale distrettuale ha seguito questo ragionamento: nell’Ue solo i prodotti di origine animale possono essere etichettati come “latte” o “prodotto lattiero-caseario”. Anche il “latte vegetale” non è consentito dalle norme dell’UE. MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 19
EXPO DUBAI
L’Ice ha portato all’Expo degli Emirati il nuovo made in Italy, che sostiene le esportazioni con l’e-commerce e la tracciabilità
di Carlo Ferro Presidente di Ice Agenzia
Dubai racco
Quindici collettivi italiani in fiera, 500 aziende tra gli espositori, di cui 100 presenti ai seminari del lungo calendario di Expo Dubai. Sono alcuni risultati della missione dell’agenzia Ice all’Esposizione universale in corso negli Emirati Arabi, evento che ha visto tra i protagonisti anche il settore primario. Il suo presidente, Carlo Ferro, firma questo contributo per Mondo Agricolo e Confagricoltura, associazione che ha voluto a Dubai invitando il presidenteMassimiliano Giansanti ad uno dei Talk dedicati a innovazione e produzione agricola.
S
econdo i più recenti dati Eurostat le esportazioni agroalimentari dall’Italia verso gli Emirati nel 2021 sono cresciute del 17,2% attestandosi a 297 milioni di euro e avvicinandosi ai livelli pre-Covid (-1,5% rispetto al 2019). Meno bene rispetto all’eccellente performance nell’anno dell’export agroalimentare totale. Alla soddisfazione per i risultati raggiunti, si accompagna una consapevolezza legata agli scenari geopolitici globali, la cui crescente complessità è sotto gli occhi di tutti. Già prima dei 20 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2022
drammatici eventi in corso, la realtà dei mercati post pandemia poneva le imprese italiane vecchie e nuove davanti a sfide competitive che richiedono, soprattutto per le Pmi, processi di evoluzione in uno scenario internazionale dominato da cambiamenti strutturali, come l’evoluzione digitale e sostenibile. In questo contesto Expo Dubai rappresenta un’importante opportunità per tradurre la ripresa dell’export in un elemento strutturale. Come? Puntando su innovazione, digitale, sostenibilità,
parole chiave che guideranno la collaborazione strategica tra gli Emirati e il resto del mondo nel prossimo futuro, anche per l’agroalimentare. Qui l’Italia ha un indubbio vantaggio sui mercati internazionali, che deriva dalla combinazione tra ricchezza del nostro territorio in termini di colture, biodiversità, e stato dell’arte nelle tecnologie di “agricoltura 4.0”. In questo scenario serve quindi visione per capire dove si stanno spostando i megatrend. Il Sistema Paese è a fianco del-
nta l’Italia
le imprese e il PNRR è un’occasione unica per accompagnarle verso le transizioni gemelle, digitale e green e, quindi, un’occasione unica per lo sviluppo del nostro export. Noi di Ice, nel nostro piccolo ruolo, facciamo la nostra parte attraverso 19 nuove azioni a supporto delle imprese, 19 servizi che tre anni fa non esistevano nei campi del digitale, dell’e-commerce, della formazione, della protezione del made in Italy e della lotta all’Italian sounding. A Expo Dubai, oltre alla partecipazione alle fie-
re di settore da parte di 80 aziende italiane dell’agroalimentare, abbiamo presentato queste opportunità in due Innovation Talk su Organic Food e Agroindustria sostenibile, con la partecipazione di 31 buyer provenienti da 11 Paesi. Un’esposizione universale è anche una grande occasione per creare rapporti che vadano oltre. Qualche settimana fa abbiamo ospitato il ministro Abdulla bin Touq Al Marri, con la sua delegazione, per un tour nel nostro Paese attraverso sei cluster, 15
Carlo Ferro
settori industriali, 40 imprese e cinque Università. Nell’insieme, trovo un grande apprezzamento per l’Italia da parte di un Paese giovane come gli Emirati, per il connubio fra profonde radici nella scienza, nell’accademia, nella storia industriale, e una forte spinta all’innovazione. Anche per le tecniche e i prodotti agroalimentari. E questo è il miglior attestato di eccellenza per il nostro made in Italy per costruirne il futuro. nnn MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 21
EXPO DUBAI
Il modello HubFarm sbarca negli Emirati Agroenergie e utilizzo dei dati sono stati i temi toccati da Massimiliano Giansanti al seminario organizzato dall’agenzia Ice sulle nuove tecnologie nell’agricoltura italiana di Francesco Bellizzi
I
l settore primario non dovrà essere capace soltanto di rispondere alla crescente domanda globale di cibo e di materie prime per industria e costruzioni. Agricoltura e silvicoltura sono chiamate anche a svolgere un ruolo importante nel settore energetico. È il messaggio che il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha lanciato con il suo intervento al seminario “Italian technologies for sustainable agricolture an circular economy”, organizzato all’Esposizione universale di Dubai dall’agenzia Ice in collaborazio-
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ne con il ministero degli Affari Eesteri e con il commissariato generale dell’Italia per Expo Dubai 2020. L’incontro si è svolto all’interno del padiglione italiano dell’Expo, un grande spazio nel quale sono esposte le migliori produzioni del made in Italy e che, dall’apertura della grande fiera l’1 ottobre scorso alla seconda settimana di gennaio 2022, ha fatto registrare 800.000 presenze. “Si deve innovare e competere sui mercati internazionali con produzioni di alta qualità, attente al loro impatto sull’ambiente. Oggi la tecnologia - ha proseguito Giansanti - ci permette di preservare la fertilità dei terreni e di intervenire sulla quantità di carbonio immesso in atmosfera. Un’economia circolare è possibile e i nuovi strumenti dell’agricoltura di precisione lo dimostrano”. Il seminario dell’Ice è stato anche l’occasione per illustrare il progetto HubFarm, come esempio di applicazione concreta dei Big Data. Forte del know-how di Microsoft, la piattaforma in costruzione consentirà di semplificare i processi burocratici e di espandere l’analisi dei dati relativi alle produzioni agricole. Ne deriveranno servizi fatti su misura delle necessità della singola azienda per intervenire in modo puntuale sulle
L’Italia vince la sfida Dubai. Il nostro padiglione tra i più visitati fasi dei processi produttivi, di cui si potrà certificare la tracciabilità attraverso la tecnologia della blockchain. “L’agricoltura italiana si muove nel contesto economico nazionale ed europeo con lo sguardo rivolto alle opportunità offerte dai mercati asiatici - ha concluso presidente di Confagricoltura -. Hubfarm sarà l’ecosistema digitale di una filiera che coinvolge operatori agricoli, incubatori tecnologici e i settori della ricerca e della logistica”. Dubai è una sfida che l’Italia sta vincendo. Nei primi tre mesi di Expo, il padiglione del Bel paese è stato infatti il più visitato insieme a quelli dell’Arabia Saudita, della Francia, del Belgio e del Giappone. Il Merchant Acquirer di Expo 2020 ha analizzato le transazioni che sono state eseguite nei padiglioni e ha scoperto che, nel mese di dicembre, la spesa sostenuta da visitatori internazionali ha rappresentato il 42% della spesa totale, con un aumento del 34% rispetto a ottobre. Gli acquisti hanno riguardato in particolare bevande e cibo (58%). nnn
La poesia del lavoro in un corto d’autore
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l claim dell’Italia a Expo Dubai, “La bellezza unisce le persone”, è il tema suggestivo che il regista premio Oscar, Gabriele Salvatores, ha usato per raccontare la poesia del lavoro nel cortometraggio, realizzato con Indiana Productions in occasione dell’Esposizione universale in corso negli Emirati. La pellicola, che racconta i paesaggi dello Stivale e l’ingegno del suo popolo, viene proiettata dal primo ottobre scorso in due diverse sezioni del Padiglione italiano: il Belvedere, in cui si possono ammirare proiezioni a 360 gradi dei paesaggi e dei luoghi più suggestivi; e il Saper fare, dove uno schermo di 100 metri quadrati mostra ai visitatori il meglio dell’agroalimentare, dell’artigianato, della meccanica, del design, del restauro, della ristorazione, dell’ospitalità, con un’attenzione anche all’innovazione tecnologica. Il film nasce da un’idea del direttore artistico del Padiglione
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Italia, Davide Rampello, ed è un raffinato omaggio al saper fare italiano, alle molteplici capacità dei nostri imprenditori e lavoratori di concretizzare la bellezza. Salvatores racconta le capacità sartoriali che rendono unico il made in Italy, sia che si parli di una pagnotta di Altamura o di un gioiello di Bulgari, oppure, un vestito di Ferragamo. Trenta minuti lirici girati rigorosamente in bianco e nero, che danno spazio alle emozioni. Lo sguardo del regista propone un Paese che sa utilizzare le tecnologie ma non dimentica le sue tradizioni e radici. Il corto racconta anche il processo di automazione in corso nel nei settori produttivi del Paese, ma dietro le innovazioni e le tecnologie c’è sempre l’essere umano, il loro creatore. Salvatores fa visita anche all’imprenditore agricolo siciliano Alberto Agosta, e lo riprende mentre passeggia nei campi di grano duro, in compagnia dei suoi cani,
FEUDO MONDELLO EMBLEMA DEL “SAPER FARE” ITALIANO
L’azienda agricola e il pastificio nell’incontaminata Valle del Belice nel Sud della Sicilia che appaiono nel corto girato da Gabriele Salvatores per Expo Dubai, sono quelle di Alberto Agosta e dei suoi tre cugini. Si tratta di Feudo Mondello, un’azienda che si estende su 270 ettari a grano duro, ceci, legumi, sulla e foraggere e che rende tracciabili le sue produzioni di pasta a ciclo chiuso, dal chicco allo spaghetto. Il prodotto, commercializzato nel punto vendita aziendale, è presente online ed è esportato in molti Paesi, dall’Australia al Giappone, alla Corea del Sud. L’impresa è davvero una perfetta ambasciatrice del ‘saper fare’.
Salvatores con la troupe nei campi di Feudo Mondello
Per Expo Dubai, il premio Oscar Gabriele Salvatores racconta il made in Italy con un cortometraggio raffinato e romantico di Gaetano Menna
per controllare la maturazione delle spighe. Un riconoscimento per la qualità dei suoi grani aziendali, destinati a diventare un prodotto eccezionale, realizzato dal pastificio attivo all’interno dell’azienda. La macinazione a pietra, la trafilatura al bronzo e la lenta essiccazione a bassa temperatura danno alla pasta il colore dorato, il profumo e il sapore unico del grano duro isolano. Nel film si parla di tanti prodotti agricoli di alta qualità, dal formaggio grana alla mozzarella di bufala, dal vino all’olio extravergine, fino all’acquacoltura. Quanta bellezza e quanta capacità produttiva è racchiusa nel made in Italy? Uno straordinario messaggio sul palcoscenico Expo. nnn MARZO 2022| MONDO AGRICOLO | 23
FIER AGRICOL A
Resilienza e proattività sono gli strumenti che il settore primario ha proposto a Verona per reagire alla difficile fase che stiamo vivendo
di Francesco Bellizzi
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ati, dati e ancora dati. Oltre allo sforzo organizzativo, che ha riportato in presenza uno dei più importanti eventi fieristici italiani, l’altra lezione che ci lascia Fieragricola Verona 2022 è l’aggiornamento tecnologico in corso nel settore primario. Anche sui padiglioni di Veronafiere spa - fresca di una ricapitalizzazione da 30 milioni di cui 18 del Comune - soffiava il vento della guerra russa in Ucraina. La consapevolezza della gravità della situazione si respirava tra gli oltre 500 stand allestiti e ha permeato gli interventi
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La lezione dei 150 convegni in programma. Inevitabile, davanti ad un conflitto che coinvolge direttamente il Vecchio Continente e che, dal punto di vista meramente economico, va ad aggiungersi al peso
Gli stand allestiti sono stati 500 e 150 i convegni in programma dell’iper inflazione, scatenata dal Covid-19. Resilienza e proattività sono le qualità che l’agricoltura ha mostrato nei quattro giorni di fiera. Due caratteristiche che, non a caso, sono alla base delle tecnologie che stanno accompagnando l’Italia nella transizione sostenuta dal Next Generation Eu e dal Piano Nazionale di Ripresa e (appunto) Resilienza. Dal carbon farming, all’agricoltura di precisione, dalla produzione di energia alla riduzione del consumo di farmaci veterinari, fino ai servizi agromeccanici. Tutto oggi passa attraverso modelli di analisi, non solo per il monitoraggio dei processi, ma anche per una predizione statistica e attendibile del futuro.
Gli allevatori dell’Oicb si sono confrontati sulle novità introdotte dagli ecoschemi
di Verona Consapevoli di questa carica innovativa sono gli allevatori dell’Organizzazione interprofessionale della carne bovina (Oicb) che a Fieragricola si sono confrontati sulle novità introdotte dagli ecoschemi, contenuti nella nuova Pac. Convinti della necessità dell’uso delle nuove tecnologie
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anche i contoterzisti dell’Uncai che, non a caso, puntano molto sulla formazione di nuove competenze. Tecnologia per nuovi modelli produttivi, sostenibili ed efficienti: un obiettivo non facile da raggiungere, anche perché ci si confronta con temi inediti, come quello del carbon farming,
che ha come obiettivo europeo raggiungere le 5 tonnellate di carbonio risparmiate all’atmosfera entro il 2030. Nascerà un vero e proprio mercato dedicato alle quote di carbonio trattenuto nel terreno. La loro certificazione è il problema che si sta affrontando oggi e che a Verona ha visto ricercatori, imprese e istituzioni a confronto in un convegno organizzato da Confagricoltura. La chiave è in un bene che le aziende hanno al loro interno e che incrementano di giorno in giorno. Parliamo dei dati: numeri che tracciano ogni passaggio produttivo e permettono previsioni attendibili, su cui pianificare investimenti anche di lungo periodo. Il messaggio partito dai padiglioni di Fieragricola è rivolto ai decisori, alla politica nazionale e europea, perché accelerino il passo sulla creazione degli strumenti (norme, decreti attuativi…) necessari per mettere in moto la complessa macchina della transizione ecologica, condivisa con il Next Generation Eu. nnn
ALBO PROFESSIONALE E TECNOLOGIE, LE PRIORITÀ DELL’AGENDA UNCAI
La figura del contoterzista agricolo è tra quelle maggiormente coinvolte dalla transizione digitale in corso. In quanto fornitori di servizi agromeccanici e tecnologici, questi imprenditori devono fare i conti con la nuova frontiera dell’industrializzazione del settore primario: la raccolta e la trasmissione di dati. Ne è consapevole Uncai, l’associazione che rappresenta la categoria che, in occasione di Fieragricola ha organizzato una tavola rotonda, trasmessa e condotta in streaming da Agrilinea Tv. “C’è un ricambio generazionale in corso ed è testimoniato dall’aumento delle aziende agricole che fatturano”, ha spiegato Marco Miserocchi, country manager di Topcon per l’Italia, tra i principali gruppi di soluzioni tecnologiche per agricoltura di precisione. Con la crescita della dimensione delle imprese cresce anche la loro domanda di servizi e “il contoterzista, da semplice erogatore di forniture meccaniche, diventa vero e proprio partner dell’agricoltore”. Cambiano, quindi, anche gli accordi economici che “non si basano più su un corrispettivo per ettaro - ha aggiunto Miserocchi- ma su una collaborazione, che va dalla fase della semina a quella del raccolto, fino ad arrivare alla sua certificazione”. I contoterzisti hanno un ruolo fondamentale nella catena produttiva agricola. “Senza di loro gli agricoltori non potrebbero accedere a quei servizi e strumenti troppo costosi da gestire in house - ha detto il responsabile delle politiche agromeccaniche di Confagricoltura, Donato Rossi -. In questo senso, il contoterzista diventa una sorta di ente certificatore che, oltre al lavoro meccanico, si deve occupare della trasmissione dei dati derivanti da queste operazioni. Ovviamente tutto questo è possibile nel momento in cui ci sono infrastrutture digitali adeguate”. MARZO 2022| MONDO AGRICOLO | 25
FIER AGRICOL A
Tutto da rifare L’onda lunga della guerra: la Pac è da aggiornare. Confagricoltura aveva ribadito dal palco della GranGuardia
di Anna Gagliardi
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on la nuova Pac, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2023, è stato chiesto alle imprese agricole di accrescere la sostenibilità ambientale, migliorare la tutela delle risorse naturali e la biodiversità. Le risorse finanziarie a disposizione, però, sono state ridotte”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, al Summit internazionale dedicato alla Politica agricola comune e al Green Deal Ue, che si è svolto a Palazzo della Gran Guardia a Verona, a Fieragricola 2022. Una giornata di lavori per celebrare l’anniversario dei sessanta anni dalla prima Pac, ma già con la preoccupazione per la guerra in Ucraina e le ripercussioni anche sul settore agroalimentare. Prova ne è che pochi giorni fa, l’11 marzo, dai capi di Stato e di governo della Ue riuniti a
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Giansanti: “Gli agricoltori devono poter usare tutto il potenziale produttivo” marcato il presidente Giansanti ci sono i temi della reciprocità e del multilateralismo: noi ci siamo sempre espressi a favore di una vera reciprocità anche all’interno della Ue, dove purtroppo le condizioni in cui gli agricoltori operano non sono le stesse, e ancora meno rispetto ai Paesi Terzi”. A Verona sono emersi altri temi chiave, oltre a sostenibilità e innovazione: autosufficienza alimentare e potenziale produttivo, concetti che oggi, a oltre tre settimane dallo scoppio della guerra, sono diventate di estrema attualità. E proprio da Versailles, con riferimento ai drammatici avvenimenti in corso in Ucraina, i capi di Stato e di governo hanno invitato la Commissione a presentare rapidamente un pacchetto di proposte per reagire all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e per affrontare il tema della sicurezza alimentare a livello globale. Secondo il presidente Macron, che ha promosso la riunione informale del Consiglio Europeo, serve una nuova strategia alimentare della Ue, anche per evitare situazioni di vera e propria carestia nell’arco di 12-18 mesi, a partire dal continente africano. “A questo punto - incalza Giansanti - va data agli agricoltori europei la possibilità di utilizzare tutto il potenziale produttivo, eliminando i vincoli che frenano, in particolare, la produzione di cereali e semi oleosi”. nnn
Versalilles, è giunta l’indicazione di modificare gli indirizzi della Politica comune 2023/2027 per concentrare maggiori risorse sulla sicurezza alimentare e ridurre la dipendenza dalle importazioni. E, in particolare, deve salire la produzione di proteine vegetali. Ma il primo marzo, giorno del Summit internazionale, questa posizione non poteva ancora emergere nella sua chiarezza, fermandosi piuttosto all’evidenza che la Pac, così com’è, si presenta già vecchia o per lo meno non consona al panorama mondiale che sta cambiando a una velocità sempre maggiore. A Confagricoltura è stato riconosciuto il merito di averlo detto prima di altri, andando controcorrente e portando numeri e tabelle a supporto della tesi. “Abbiamo prodotto uno studio d’impatto - commenta Giansanti -. Il settore agricolo italiano ne uscirà danneggiato. Con il taglio delle risorse del 15%, minori trasferimenti, la convergenza interna… pochissimi sono i settori che ne usciranno indenni, tutti perderemo qualcosa”. Confagricoltura ha sempre sostenuto, durante Il palco del Summit su Pac e Green Deal Ue a Verona il negoziato sulla riforma della Pac, che non si stesse andando nella giusta direzione. Molte le dichiarazioni di stampo ideologico e poche le valutazioni d’impatto. “Poi - ha ri-
Come calcolare e certificare il carbonio trattenuto nel terreno? Il dibattito si apre a Verona con il convegno di Confagricoltura di Francesco Bellizzi
“E
ntro fine anno la Commissione Europea presenterà una proposta normativa per regolamentare il mercato del carbon farming. Dobbiamo arrivare alla tracciabilità delle quote di carbonio e alla certificazione”. Con questa rassicurazione di Andrea Vettori, componente del Gabinetto del commissario all’Ambiente Ue, è iniziato il convegno di Confagricoltura a Fieragricola di Verona sul futuro mercato del carbon farming. Gli sforzi si stanno concentrando sulla ricerca di parametri oggettivi su cui basare il calcolo dell’elemento chimico, tra i maggiori responsabili del riscaldamento climatico. Lavoro non facile, se si pensa a quanto possano variare le caratteristiche del suolo nella geografia nazionale. Inoltre, questo non è l’unico scoglio da superare. Come ha sottolineato Francesco Morari, professore ordinario dell’Università di Padova, “il carbon farming richiede tempo. I nostri studi dimostrano che sono necessari anni per registrare differenze nella quantità di
Vettori (Comm. Ue): “Sono in arrivo le regole sullo scambio di certificati”
Il mercato che verrà carbonio presente nel terreno”. Il Crea ha in corso quattro progetti che studiano sia le caratteristiche delle emissioni in atmosfera del mondo agricolo, sia le dinamiche dello stoccaggio del C6. “Ne ricaveremo modelli per il calcolo della sua persistenza e della sua volatilità - ha spiegato Alessandra Pesce, dirigente dell’ente -. Il passo successivo sarà la quantificazione del valore dei certificati che, abbiamo appurato, nella silvicoltura è più facile rispetto agli altri comparti”. Più che di agricoltura conservativa, per Michele Pisante, professore ordinario dell’Università di Teramo, “si deve parlare di agricoltura rigenerativa. Il settore primario ha già dimostrato di essere tra le attività produttive meno impattanti sull’ambiente - ha detto -. Dal 1990 al 2019 abbiamo registrato una riduzione annua delle emissioni, passate da 10,1 a 8 gigawatt”. Il concetto di rigenerazione è fondamentale anche per fare fronte alla flessione degli ettari produttivi che, dal 2019 ad oggi, sono passati da 9,7 milioni a 8,9 (- 800mila ettari). “Anche da questo dipende l’aumento della dipendenza dell’Italia dalle importazioni”, ha commentato il docente. Tale distorsione, quella di un Paese a vocazione agricola che vede progressivamente erodere le sue col-
Pisante (UniTe): “I dati sono essenziali e al momento scarseggiano” tivazioni, può essere combattuta solo se si ha contezza di quanto accade. “Il problema principale è che si discute di carbon farming senza i dati necessari per la sua realizzazione - ha commentato Pisante ricollegandosi al discorso della dirigente del Crea -. Eppure, queste informazioni sono fondamentali per ottenere previsioni che permettano di pianificare sul medio-lungo periodo”. Il progetto che l’Università di Teramo sta portando avanti su 760mila ettari di seminativi nella regione Puglia potrebbe portare ad un modello applicabile su larga scala. “Lo sviluppo del carbon farming avrà implicazioni importanti ha commentato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. A partire da quelle sul reddito degli imprenditori, che sarà generato non più soltanto dalla produzione di cibo, ma anche da quella di energia e dalla quantità di carbonio che le imprese saranno capaci di trattenere nel suolo. Per questo motivo, il settore primario - ha aggiunto - avrà un grande peso nella complessiva strategia nazionale Net Zero”. nnn MARZO 2022| MONDO AGRICOLO | 27
FIER AGRICOL A
Il domani è solare Convegno dei Giovani di Confagricoltura sulle opportunità del fotovoltaico di Paola Castello
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ell’attuale contesto di forte innalzamento dei prezzi di energia elettrica e gas, in cui si inseriscono le politiche climatiche europee, diventano più che mai attuali le misure a sostegno della produzione di energia rinnovabile. Importanti risorse sono previste per la crescita del solare fotovoltaico in ambito agricolo, con l’obiettivo di farne un elemento di competitività per le imprese. È quanto è emerso dal convegno “Agricoltura Solare: quali sfide per i giovani imprenditori agricoli”, organizzato dai Giovani di Confagricoltura - Anga, a Fieragricola. Hanno aperto i lavori il presidente di Confagricoltura Verona, Alberto De Togni e il presidente di Anga Veneto, Piergiovanni Ferrarese. La responsabile per le politiche per il clima ed energia di Confagricoltura, Roberta Papili, ha fatto il punto sulle tipologie di fotovoltaico finanziate dal PNNR e sui nuovi regimi di incentivazione-
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contenuti nel decreto legislativo sulle rinnovabili (il 199/2021 con cui è stata recepita la direttiva Ue 2001/2018). Sui finanziamenti previsti dal PNRR hanno discusso Andrea Falsirollo, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona e Stefano Amaducci, professore del dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Sostenibili dell’Università Cattolica di Piacenza. A parlare dei vantaggi di questa fonte di energia, sulla base delle sperimentazioni fatte dalla sua società, è stato Alessandro Reboldi, direttore tecnico di Red Tec, che ha rimarcato la reale integrazione che può esserci fra produzione energetica e attività agricola. Massimo Sorrentino, responsabile business de-
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velopment di Rec (Enel X Italy), ha parlato del nuovo ruolo attivo che il consumatore svolge oggi e di come possa diventare produttore lui stesso di energia. Attraverso una simulazione di una comunità energetica (realizzata con la collaborazione di un’azienda veronese), il manager ha illustrato la fattibilità dei sistemi di autoconsumo collettivo. “Sul fronte delle rinnovabili - ha concluso il presidente Anga, Francesco Mastrandrea - gli agricoltori possono svolgere un ruolo chiave. La sfida dell’agrovoltaico è aperta. La speranza è che, attraverso ricerca e innovazione, si aprano opportunità di crescita sostenibile per incrementare il reddito e ridurre l’impronta carbonica delle filiere agroalimentari”. nnn
PNRR, TUTTE LE MISURE PREVISTE
Parco Agrisolare, Sviluppo Agro-voltaico e Comunità energetiche, sono le tre misure della Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica) del PNNR che finanzieranno la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici entro il 2026. Per la misura Parco Agrisolare sono stati stanziati 1,5 miliardi. L’emanazione del bando è attesa entro la prossima primavera. L’obiettivo è installare 4,3 milioni di metri quadri di pannelli entro il 2026 su edifici e fabbricati agricoli ed agroindustriali. Stando alle indicazioni fornite dal Mipaaf a fine 2021, nell’ambito di una specifica consultazione pubblica sulla misura, l’orientamento è quello di finanziare impianti di potenza fino a 300 KW per un ammontare massimo di spesa, per singolo beneficiario, di 250mila euro. L’incentivo in conto capitale è previsto fino ad un massimo del 65% con un incremento massimo del 25% per l’imprenditoria giovanile. Per la misura Sviluppo Agrovoltaico sono invece previsti 1,1 miliardi, parte in conto finanziamento e parte in conto capitale. L’obiettivo, entro il 2026, è l’installazione di 1,04 gigawatt di potenza fotovoltaica mediante soluzioni di impianti innovativi realizzati su terreni agricoli e sollevati da terra così da garantire la piena integrazione tra produzione di energia e attività agricola e/o zootecnica. Il bando è ancora allo stato embrionale. Altri 2,2 miliardi in prestiti agevolati sono previsti per la realizzazione di comunità per l’energia rinnovabile. La misura è in attesa del relativo bando.
Il sogno della città-vivaio Il Libro Bianco del Verde sbarca alla più importante manifestazione del garden in Italia. Confagricoltura e Assoverde presentano i Parchi della Salute
di Elisabetta Tufarelli
“L
a corretta cura del verde è un impegno che chiede professionalità, quella professionalità che ritroviamo tra i nostri soci”. Lo ha detto Rosi Sgaravatti, presidente di Assoverde a Myplant & Garden, una delle più importanti fiere italiane di orto-florovivaismo, garden e paesaggio. In occasione dell’evento, Assoverde e Confagricoltura hanno presentato il focus che il Libro Bianco del Verde 2021 dedica al rapporto tra salute e verde con un progetto che usa l’analisi dei dati per orientare la pianificazione di interventi di riqualificazione urbana che verranno chiamati Parchi della Salute. “Il tema ambientale è importante. È necessario che l’uomo di oggi
torni ad un’alleanza con la natura nella quale vive. È un rapporto straordinario, che abbiamo dimenticato e dobbiamo ricostruire come eredità da lasciare ai nostri bambini, il futuro del nostro Paese”, ha aggiunto Sgaravatti. In stretta collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (per rimarcare la connessione tra salute e verde) e con il Crea, i Parchi della Salute coinvolgeranno medici, docenti universitari, ricercatori, progettisti e tecnici, per migliorare ancora la qualità degli interventi, valorizzando le competenze di chi opera in questo settore. Le attività si amplieranno anche al mondo della scuola con percorsi educativi strutturati e articolati secondo le diverse età. Riportare la natura nelle città, preservare le aree verdi del Paese, sottolineandone il valore e l’importante legame con la salute e il benessere fisico e mentale è infatti l’obiettivo del Libro Bianco del Verde. “Proseguiamo questo grande progetto per mettere in rete competenze e conoscen-
L’analisi dei dati permetterà interventi progettati sulle reali esigenze dei cittadini ze - ha detto il vicepresidente di Confagricoltura, Matteo Lasagna -. L’obiettivo è creare Parchi della Salute in cui si svolgerà una sperimentazione innovativa. L’analisi dei dati relativi ai modi e ai tempi con cui la cittadinanza fruisce degli spazi pubblici, aiuterà a pianificare interventi di riqualificazione urbana, come, ad esempio aree verdi e parchi attrezzati. Siamo pronti a contribuire a questo ambizioso progetto”, ha chiosato Lasagna. L’evento milanese ha radunato un nutrito parterre. Sono intervenuti: il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana; Carlo Gaudio, presidente del Crea; Girolamo Sirchia coordinatore della Cabina di regia LBV-Focus 2022 dell’Isa e già ministro della Salute; Elena Grandi, assessore al Verde del Comune di Milano; Sabrina Diamanti presidente del Consiglio nazionale dottori agronomi e forestali; Mario Braga, presidente del Collegio nazionale Periti Agrari e Periti agrari laureati; Luca Repossi, presidente della sezione florovivaistica di Confagricoltura Lombardia; Stefania Pisanti, segretario nazionale di Assoverde e Sofia Aquaro Collegio nazionale Agrotecnici e Agrotecnici laureati. nnn MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 29
APIMELL
L’essenziale delle picc
L’Apimell si conferma “Fiera internazionale”: in mostra il miglior Made in Italy di un settore in forte evoluzione. Convegno FAI sulle nuove sfide per l’apicoltura di Raffaele Cirone
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L’
apicoltura non si è mai fermata, neanche quando l’Italia era ancora divisa in zone rosse e regioni colorate: il settore che ronza, durante la pandemia, è stato tra i primi ad essere classificato “essenziale”, visti i preziosi servizi ecosistemici che le api svolgono garantendo l’impollinazione delle colture e disponibilità di prodotti alimentari - miele, polline e pappa reale - dall’elevato valore nutrizionale. Ed è grazie a questa “patente” di insostituibile servizio alla collettività che gli apicoltori italiani - che secondo l’ultimo censimento del Ministero della salute sono 67.229, con un patrimonio che ormai supera i 2 milioni di alveari e ci colloca al 3° posto su scala europea - hanno continuato a muoversi liberamente
quando il resto del mondo si è fermato. Con l’allentamento delle misure sanitarie si è gradualmente rimesso in moto, inoltre, anche il calendario degli eventi ed è con la riapertura dell’Apimell, promossa ed ospitata ogni anno dall’Expo di Piacenza nel primo fine settimana di marzo, che il sistema fieristico può dirsi finalmente ripartito. Un evento che, in epoca pre-Covid, raggiungeva le 35 mila presenze italiane e straniere e che, in un crescente successo di gradimento, si è andato evolvendo da fiera nazionale, qual era agli esordi, a Fiera di rilievo internazionale certificata tale dal Ministero dello Sviluppo Economico e secondo i canoni di Accredia. Non sorprende, dunque che quest’anno la ripartenza sia stata in salita visto che, secondo l’En-
ole api
te fieristico piacentino, sono stati registrati solo 20 mila ingressi, mancanza di pubblico che gli organizzatori attribuiscono nell’ordine all’obbligo di Green Pass rafforzato, all’aumento del costo della vita e dei carburanti, all’in-
tensificarsi del conflitto RussiaUcraina. Coloro che non si sono fatti scoraggiare dai fattori esterni, sono stati partecipi però di un’offerta densa di attività, eventi collaterali, incontri di aggiornamento professionale e vivaci quanto indispensabili scambi di notizie e dati su un comparto che nel 2021 ha scontato una delle peggiori annate produttive degli ultimi cinquant’anni. Ora dunque si lavora per la ripresa, per ridefinire il volto di un settore che ha gran voglia di riscattare se stesso: non a caso è stato questo il taglio del convegno nazionale promosso dalla FAI-Federazione Apicoltori Italiani, in collaborazione con MIC-Miele in Cooperativa e APAP-Associazione Provinciale Apicoltori Piacentini. Hanno siglato un “Patto per l’Apicoltura italiana”, impegnandosi al dialogo con gli agricoltori perché mediante le api si intensifichi il percorso della loro sostenibilità, alla costituzione di una filiera certificata del miele e dei prodotti apistici italiani ottenuti con api italiane, al presidio nelle sedi Istituzionali nazionali ed europee per far sì che le normative di settore e i relativi finanziamenti vadano nella direzione che la fase critica giustamente richiede. L’Apimell di Piacenza, con i suoi
Italia al terzo posto in Europa: i nostri alveari aumentano di anno in anno 38 anni di ormai acclarata maturità, resta così il punto di riferimento per tutti gli addetti ai lavori di un mondo davvero peculiare oltre che essenziale. L’area espositiva è l’altro motivo di forte attrazione della Fiera: oltre 100 espositori, provenienti da tutta Italia e da diversi Paesi stranieri (Austria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Israele, Polonia, Romania, Serbia, Slovenia, Turchia, Ungheria) rappresentano il riflesso autentico di dove e come si stia proiettando l’apicoltura. L’innovazione tecnologica ne fa uno dei settori di maggior utilizzo di sistemi digitali per il controllo da remoto dell’attività delle api negli alveari: servono alla misurazione costante dei parametri vitali e del benessere di questi insetti operosi che no, non hanno nessuna intenzione di estinguersi e che, proprio grazie ad eventi come l’Apimell, trovano un numero crescente di addetti ai lavori pronti a partire per fare delle api prima una produzione da autoconsumo, subito dopo un mestiere difficile ma ancora appagante e socialmente utile. nnn
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AGRIUMBRIA
La Confederazione partecipa alla fiera con vari seminari e con la presentazione di un software innovativo per la gestione dei sistemi irrigui
Irrigazione “in
di Roberta Strappaghetti
D
opo “Anteprima Agriumbria” di settembre, torna l’edizione tradizionale della mostra nazionale di agricoltura, zootecnia e alimentazione in programma a Umbriafiere di Bastia Umbra da venerdì 1° aprile a domenica 3 aprile. Confagricoltura Umbria sarà presente con il suo presidente, Fabio Rossi, e un stand multimediale nel padiglione 7, sede di vari seminari, luogo di confronto sui progetti avviati e punto di riferimento per ricevere informazioni utili sulle attività fieristiche. I convegni inizieranno il primo aprile alle 11 nella sala Europa del centro fieristico, con l’incontro dedicato al progetto “MIDAR, Modello Innovativo per la Distribuzione dell’Acqua Irrigua”, finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale per l’Umbria 2014-2020 Misura 16. Il controllo degli input in agricoltura svolge un ruolo importante per il futuro dei settori produttivi primari. Ciò è vero sotto molteplici aspetti. Prima di tutto per quanto riguarda l’accesso, necessariamente misurato, alle risorse naturali reso ulteriormente critico dai cambiamenti climatici. Senza dimenticare l’aspetto della sostenibilità ambientale ed economica
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dei prodotti agricoli. Al di là delle colture coinvolte nel progetto (importanti e rappresentative per superficie, per uso della risorsa idrica e anche per rilevanza economica) il progetto produce metodi, strumenti e risultati facilmente estendibili a tutte le colture, in primis quelle più rappresentative della produzione agricoltura della regione Umbra. In collaborazione con Istituti di ricerca e partners tecnici, verrà illustrato il progetto e i primi risultati delle sperimentazioni sul campo. Verrà presentata la
DSS Irrigazione, la piattaforma sviluppata che propone un modello di bilancio idrologico che permette di monitorare l’andamento dei lavori irrigui in tempo reale, e di svolgere una stima previsionale del fabbisogno stagionale di singolo appezzamento. Un servizio molto utile reso possibile dall’uso massivo dei dati caratteristici (colturali, pedo-idrologici e stazione climatica di riferimento). Nel pomeriggio, alle 15 sempre in sala Europa, si proseguirà con l’incontro dedicato al mon-
telligente”
Fabio Rossi presidente Confagircoltura Umbria
do dei contoterzisti. Si discuterà della moderna agricoltura che richiede una meccanizzazione sempre più dotata di tecnologia. Innovazione, agricoltura di precisione, sicurezza e salvaguardia dell’ambiente sono, infatti, le parole d’ordine per l’attuale settore della meccanizzazione. Inoltre, per far fronte ai requisiti previsti dagli incentivi di “Agricoltura 4.0”, saranno oggetto di approfondimento le procedure per lo
scambio dati e l’impiego di software per la loro consultazione, analisi e archiviazione. Si cambia pagina sabato 2 aprile con il focus delle 14,30 in sala Maschiella, sul settore zootecnico che affronterà le direttrici per lo sviluppo del comparto tra crisi ed opportunità. La zootecnia è, infatti, una parte essenziale del settore primario in termini economici, ambientali, e di corretta e piena gestione del territo-
rio rurale. L’incontro inizierà con i temi relativi al miglioramento genetico e accelerazione sul miglioramento delle razze grazie all’introduzione di nuove metodologie di selezione e sarà anche l’occasione per fare il punto sulle nuove associazioni, nate in seno a Confagricoltura. Verrà poi presentata Frisitali, nuova associazione nazionale Frisona (con 11.289 capi, rappresenta quasi il 21% della popolazione bovina umbra): una “rivoluzione” nel comparto che punta ad un sistema di allevamento moderno, efficiente, proiettato nel futuro, pensato per tutti. Frisitali e per raccoglie le istanze degli operatori e del CRIBOC, il Coordinamento Italiano Razze Bovine da Carne che rappresenta degli allevatori di bovini da carne di razza Chianina, Romagnola, Marchigiana, Maremmana, Podolica, Charolaise e Limousine. Nello stato di crisi generale, che sta colpendo molti settori dell’economia e, sicuramente, alcune parti dell’agricoltura, si stanno registrando nuovi e diffusi elementi di malessere che si sommano alla contrazione dei consumi e all’erosione in corso della redditività delle imprese agricole. In una situazione mondiale di grande difficoltà purtroppo si assiste a fenomeni speculativi che, toccando ciclicamente ogni genere di materia prima, questa volta stanno producendo danni economici e grave preoccupazione nel comparto zootecnico. Il convegno sarà quindi l’occasione anche per parlare pure dell’importanza del sistema allevatoriale che va sostenuto e rilanciato in tutte le sue espressioni. Di questo ne parlerà Angelo Fiscarelli, il presidente di Ismea, insieme ad esperti di politiche agricole. nnn MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 33
V I N I TA LY
La fiera che parla Vinitaly ritorna con un grande slancio internazionale. Ice e Veronafiere investono nel brand fieristico anche con un progetto itinerante
di Gabriella Bechi
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on più di 4mila aziende espositrici ritorna, dal 10 al 13 aprile, Vinitaly, alla sua 54esima edizione, registrando il tutto esaurito. Nella campagna già avviata, sono 60 i Paesi coinvolti dal programma di promozione, comunicazione e inco-
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ming targato dalla Spa fieristica e da Ice Agenzia. I due soggetti condividono, oltre a un investimento complessivo di 3 milioni euro, anche la selezione di una business list composta da 500 top buyer provenienti da tutto il mondo. A cui si aggiungeranno migliaia di operatori nazionali e internazionali, dall’Europa agli Stati Uniti, da Singapore al Giappone, dall’Eurasia fino ai mercati emergenti africani. “Stiamo riscontrando un alto tasso di fiducia e di aspettativa, sia da parte degli operatori internazionali, sia delle aziende espositrici - commenta il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani a Mondo Agricolo -. Abbiamo già l’adesione di delegazioni che coprono le aree di Canada e Usa, con particolare riguardo a Midwest, West Coast e Texas. Senza dimenticare Singapore, Malaysia e per l’Europa geografica, Regno Unito, paesi Scandinavi, Danimarca, Paesi Bassi, Germania, Svizzera; insieme ad alcuni tra i Paesi più interessanti dell’Est Europa,
come la Polonia. Inoltre, stiamo lavorando con il ministero degli Affari esteri per creare un corridoio specifico con il Giappone che favorisca la presenza degli operatori del Sol Levante”. Veronafiere sta ricevendo riscontri molto positivi dalla regione eurasiatica e da quelle piazze potenzialmente interessate al vino tricolore che erano in stand by a causa delle limitazioni della pandemia. “Inoltre - aggiunge il dg - in questi giorni abbiamo chiuso un accordo di collaborazione strategica con alcune aziende espositrici per l’attuazione di un ulteriore piano straordinario di incoming dal valore di 1 milione di euro”. Tra le iniziative di quest’anno anche i roadshow di Vinitaly, con tappe estere organizzate in sinergia con Ice e il ministero degli Affari esteri. Un’opportunità per il brand fieristico per promuovere “Italy is simply extraordinary: Be IT”, la campagna dedicata al vino attiva da novembre scorso su 26 mercati target per il made in Italy. Il
Dal 10 al 13 aprile sono attese a Verona 4mila aziende espositrici
al mondo progetto viaggerà tra Shenzhen e New York, da Londra a Monaco di Baviera, fino a Chengdu, dove si chiuderà il tour promozionale, in vista della manifestazione scaligera. Il Vinitaly si svolgerà in contemporanea a Enolitech, Salone internazionale delle tecnologie
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per la produzione di vino olio e birra e a Sol&Agrifood, rassegna dedicata all’agroalimentare di qualità. Molte le aree tematiche: International wine hall, dedicata alle produzioni internazionali (padiglione 1); Vinitaly Bio, salone riservato al vino biologico certificato prodotto in Ita-
lia e all’estero (padiglione F); Vinitaly Tasting - The DoctorWine Selection, evento-degustazione nel padiglione 10. Nel padiglione H si svolgerà Vinitaly Disign, Accessori e complementi per ristorazione e sommellerie. Micro Mega Wines - Micro Size, Mega Quality (padiglione F) è invece la nuova iniziativa che Vinitaly e Jan D’Agata hanno dedicato alle aziende con piccole produzioni da vitigni autoctoni e internazionali ad alto tasso qualitativo. Mixology è l’area che ospita produttori specializzati del mondo dei cocktail con uno spazio dedicato alle masterclass. Dalla promozione ai nuovi trend sui mercati internazionali, dall’analisi delle vendite nelle insegne della grande distribuzione fino alle strategie di comunicazione e di marketing-mix, i temi che saranno affrontanti nel corso degli incontri che animeranno le quattro giornate della manifestazione. nnn
TORNA ANCHE OPERAWINE CON LE SUE 130 MIGLIORI BOTTIGLIE
Per Wine Spectator sono i 130 migliori vini d’Italia, testimoni della diversità e dell’autenticità del vino tricolore sul mercato americano e saranno i protagonisti dell’11ª edizione di OperaWine 2022. La super degustazione è in programma sabato 9 aprile alle ex Gallerie Mercatali e, come da tradizione, fa da anteprima a Vinitaly. La lista dei 130 produttori portabandiera (per la gran parte soci di Confagricoltura), selezionati in rappresentanza di tutte le regioni italiane dalla più importante rivista enoica degli States (nonché la più influente al mondo) è stata presentata l’8 marzo a New York. La conferenza stampa, partecipata anche dagli operatori professionali statunitensi, è stata organizzata nell’ambito del roadshow di promozione e incoming del 54° Salone internazionale dei vini e distillati. Gli Stati Uniti sono sempre più mercato di riferimento per i Paesi produttori; la domanda Usa - come rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly - nel 2021 ha azzerato l’effetto prodotto dal Covid con gli interessi, grazie a un incremento delle importazioni complessive a valore del 26% sul 2020, ma anche del 14% rispetto all’anno pre-pandemico 2019. In questo contesto l’Italia si conferma, assieme alla Francia, produttore di riferimento, con quasi 1/3 del mercato di vini di importazione e un balzo a valore del 18%, a 2,26 miliardi di dollari. Sul podio della classifica regionale, la Toscana guida la squadra enoica di OperaWine 2022 con 36 produttori, seguita da Piemonte (20) e Veneto (19). A dominare, nelle valutazioni di Wine Spectator, sono i rossi, con 97 etichette in degustazione il 9 aprile a Verona. Tra queste primeggiano le denominazioni di Barolo (15), Brunello (13), Amarone e Chianti Classico entrambe a quota 9. Completano il super tasting dell’Italia enoica 22 vini bianchi, 9 sparkling e 2 vini dolci/ passiti. Da Nord a Sud, sono nove le cantine new entry di OperaWine 2022, mentre sono 21 le ‘all timer’ ossia presenti dalla prima edizione del 2012. MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 35
V I N I TA LY
Lo stand di Confagricoltura al prossimo Vinitaly sarà un viaggio tra le migliori produzioni regionali con degustazioni, seminari e importanti collaborazioni
di Gabriella Bechi
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onfagricoltura torna a Vinitaly con uno spazio più ampio degli anni passati, più comodo e funzionale, personalizzato anche all’esterno con il logo, dunque ben visibile, nella tensostruttura Hall Area D, Stand E2-E3/ F2-F3 -C4-D4 nei pressi dell’ingresso San Zeno, per dare la possibilità ad un numero sempre maggiore di aziende di essere presenti e partecipare attivamente ai numerosi eventi che si susseguiranno nella quattro giorni della manifestazione. Filo conduttore scelto per quest’anno dalla Confederazione è “Pane e vino”, un abbinamento storico (potremmo azzardare, ancestrale) che affonda le sue radici in antiche tradizioni regionali e che conferma il legame indissolubile tra due alimenti unici per vivere una vita salutare e piena di sapori. A questo tema sarà dedicato l’evento organizzato domenica, alle 14,30, in collaborazione con la Santa Sede, con la par-
Pane e Vi
Le iniziative dello stand saranno trasmesse anche in diretta streaming tecipazione di monsignor Carlo Maria Polvani, sottosegretario al dicastero della Cultura, con delega al “Cortile dei Gentili”, luogo d’incontro e confronto sui grandi temi che interessano la società moderna. Nei grandi spazi dello stand, ogni giorno, verranno preparati pane, focacce e pizze dai mastri fornai del gruppo Grande Impero, una delle realtà più affermate
Monsignore Carlo Maria Polvani sottosegretario al dicastero della Cultura della Santa Sede. 36 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2022
nel mondo della panificazione a livello nazionale, che si contraddistingue per l’artigianalità e la qualità dei suoi prodotti. Saranno approfonditi i temi tecnici le tendenze che Confagricoltura esaminerà, anche successivamente, per consolidare il posizionamento del vino nel life style italiano. La fortunata esperienza della Galleria delle Regioni sarà replicata, con il suo lungo percorso attraverso i vini dei vari territori, con bottiglie in esposizione, accompagnate da una breve descrizione dei vitigni regionali: vitigni e vini più rappresentativi, denominazioni geografiche, superfici, caratteristiche orografiche. Al centro, il bar, dove potranno essere assaggiati i vini della Galle-
Confagricoltura al Vinitaly Special Edition di ottobre
Torna la Galleria delle Regioni con un fitto calendario di degustazioni
no d’Italia
di tutta Italia, ma anche partner come Reale Mutua e Credit Agricole, associazioni vicine al mondo confederale, tra cui la Fai (la Federazione apicoltori italiani). E ancora: i Consorzi di produttori, le Università e gli enti di ricerca con cui l’associazione imprenditoriale collabora su progetti condivisi. Molti anche gli ospiti attesi: rappresentanti delle Istituzioni italiane ed europee, come la delegazione dei membri del parlamento europeo dell’European Food Forum. Visto il successo dell’esperienza di Vinitaly Special edition di ottobre verranno, inoltre, organizzati incontri di business per le aziende che vorranno presentare i loro vini a buyer selezionati dalla Fiera, dedicando anche a queste iniziative una parte dello stand su appuntamenti prefissati. nnn
La Galleria delle Regioni
Il tema “Pane e Vino” è anche al centro di un evento, organizzato con la Santa Sede ria. Un’ampia sala attrezzata sarà a disposizione dei seminari organizzati dalle cantine. Un impianto audio-video diffuso proietterà le iniziative dello stand, che potranno essere seguite anche in diretta streaming dalla home page del sito Confagricoltura.it, che verrà aggiornato con approfondimenti e interviste realizzate in fiera. Il calendario delle iniziative seguirà lo schema degli anni passati: piccoli eventi, approfondimenti, seminari e degustazioni, che vedranno protagoniste le Unioni MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 37
FOCUS VINO
Il Cancer Plan Ue scagiona il vino L’Europarlemento aggiusta il tiro sul consumo di alcol e introduce la distinzione tra uso moderato e abuso di Anna Gagliardi
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L’
Europarlamento, in seduta plenaria, il 17 febbraio scorso ha votato il Rapporto Beca, il Beating Cancer Plan. Il documento era stato presentato dalla Commissione Ue e riguarda il rafforzamento delle strategie dell’Europa nella lotta ai tumori. Il Rapporto, pur contenendo elementi importanti nella strategia di contrasto al cancro e di accesso alle cure, aveva un approccio antiscientifico in relazione al consumo di alcol, non distinguendo tra uso moderato e abuso. Seguendo tale approccio, si sarebbe unicamente penalizzato pesantemente un intero settore economico che rappresenta invece un’eccellenza per qualità della produzione, storia, cultura, ed è volano di sviluppo di turi-
Con gli emendamenti di Dorfmann e De Castro cancellato l’alert salute in etichetta smo e occupazione. Nel testo votato, invece, sono stati inseriti alcuni emendamenti, proposti dagli onorevoli Dorfmann e De Castro, che hanno permesso di fare distinzione tra abuso e consumo moderato di alcol e di cancellare la richiesta di alert salute in etichetta, sostituiti da indicazioni sul bere con moderazione. La Relazione Beca, infatti, non riportava la parola “nocivo” prima di “consumo” di alcol, termine che esisteva nel testo della Commissione; proponeva l’inserimento in etichetta di pesanti
Castellucci: “Scongiurati gli effetti negativi sui mercati esteri”
‘health warnings’ e chiedeva il divieto di sponsorizzazione totale dell’alcol in relazione alle attività sportive. Con gli emendamenti passati si è evitato quindi di dare ai consumatori informazioni errate che avrebbero condannato il vino a bevanda alcolica dannosa tout court per la salute. “Ha prevalso il buon senso - commenta il presidente della Fnp Vino di Confagricoltura, Federico Castellucci - e, soprattutto, non si compromette il futuro del mondo del vino e il suo sviluppo sui mercati internazionali. Era fondamentale distinguere tra uso e abuso di alcol, poiché si riconosce il principio che non sono pericolosi i singoli prodotti, ma la quantità che ne viene assunta”. Il sospiro di sollievo è arrivato
unanime da tutta la filiera vitivinicola italiana e, in generale, dal settore agroalimentare. Il consumo moderato di vino è sempre stato un fattore caratterizzante della dieta mediterranea, che nel 2010 è stata riconosciuta dall’Unesco Patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Il presidente di Confagricoltura Giansanti parla infatti di “riconoscimento della validità della dieta mediterranea per uno stile di vita sano e una corretta alimentazione” e aggiunge: “È anche una vittoria contro il Nutriscore, un modello di etichettatura nutrizionale che va totalmente ripensato e che esce sconfitto da questo voto. Auspichiamo che ora si possa continuare a lavorare insieme per la lotta contro il cancro senza demonizzare il consumo consapevole di vino e delle altre bevande alcoliche”. La proposta bocciata inserita nel Rapporto Beca portava la firma di Serge Hercberg, uno degli ideatori del sistema di etichettatura Nutriscore per “bollare”, di fatto, come pericolose per la salute tutte le bevande alcooliche, anche se la presenza di alcool è ridotta, attribuendo loro la lettera “F” nera nel Nutriscore. Tale sistema di etichettatura fronte pacco, come è stato più volte sostenuto e argomentato da Confagricoltura anche nelle sedi istituzionali, rischia di danneggiare tutti i nostri migliori prodotti e l’intero Made in Italy, disinformando le persone con la classificazione degli alimenti sulla base di un algoritmo che ignora completamente le quantità normalmente consumate. La misura in cui il vino e le altre bevande alcoliche possono costituire un fattore di rischio dipende in modo significativo non solo dalla modalità, dalla quan-
tità e dalla qualità del prodotto assunto, ma anche dalla predisposizione genetica e dal modello dietetico in cui vengono consumate le bevande alcoliche. Se si è vinta la battaglia, la guerra è tuttavia ancora in corso. La Commissione Ue, infatti, ha avviato una revisione della politica di promozione con una proposta che verrà poi inviata agli Stati membri e al Parlamento. A quanto si apprende, si ipotizzano tagli alla cosiddetta “promozione orizzontale”, cioè quella che riguarda tutti i prodotti agricoli e non soltanto il vino. Sul tema l’Italia ha firmato un documento, proposto dalla Polonia e discusso nel Consiglio Agricolo Ue a Bruxelles, in cui si chiede di mantenere l’attuale impostazione della politica di promozione, senza scartare specifici prodotti, quali, ad esempio, il vino e le carni rosse. Un altro punto, infine, che preoccupa il comparto vinicolo è l’aumento della tassazione, giudicato importante per le finalità della lotta al cancro. Entro l’anno in corso è prevista una revisione generale delle misure di tassazione per vino e alcol. Non si conoscono ancora le proposte specifiche della Commissione europea, ma si teme che possa essere introdotta una modifica all’attuale situazione. nnn Federico Castellucci presidente Fnp Vino
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FOCUS VINO
Continuano gli incontri tra cantine italiane e buyer internazionali con le degustazioni via Zoom
di Gabriella Bechi
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ono ripresi gli incontri B2B organizzati da Confagricoltura nell’ambito dell’OCM per la promozione dei vini italiani nei Paesi extra Ue che, per il protrarsi della pandemia, non si sono potuti svolgere in presenza. Da qui la decisione di utilizzare Zoom, l’applicazione per videochiamate flessibile e facile, per mettere in diretto contatto le cantine con gli operatori esteri: importatori, distributori, agenti commerciali, ristoratori, enoteche, giornalisti e wine educator. I mercati scelti sono stati due, particolarmente interessanti per-
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La pandemia ché ampiamente consolidati per l’Italia del vino: gli Stati Uniti e il Regno Unito. Tre gli eventi realizzati. Folta la presenza delle aziende provenienti da tutta Italia iscritte agli incontri, a dimostrazione della validità di questa formula. Gli appuntamenti sono stati condotti in collaborazione con ‘DoctorWine’ by Daniele Cer-
nilli, che ha guidato le degustazioni dei vini, precedentemente inviati all’estero. Per la campionatura è stata preferito l’uso delle vignon: da ogni bottiglia da 750 ml si fanno 14 vignon da 50ml cad., quindi da 2 bottiglie si contano 28 scatole campioni. Obiettivo di questi incontri è offrire alle aziende nuove opportu-
LE AZIENDE PARTECIPANTI
Adriano Gigante, Corno di Rosazzo (UD) - Amalasunta-Fattoria di Celle, Pistoia - Barone Ricasoli, Gaiole in Chianti (SI) - Bocale, Madonna della Stella (PG) - Bosio, Santo Stefano Belbo (CN) - Cantina Ricchi, Monzambano (MN) - Cantina UvaMatris, Sala Monferrato (AL) - Cantine Bonacchi, Quarrata (PT) Cantine Iorio, Torrecuso (BN) -Carpineta Fontalpino, Castelnuovo Berardenga (SI) - Carus, Firenze - Casadei, Suvereto (LI) - Casale della Ioria, Anagni (FR) Cincinnato, Cori (LT) - Cobue, Pozzolengo (BS) - Colmello di Grotta, Mainizza (GO) - Il Sosso, Licignano (AR) - Isola Augusta, Palazzolo dello Stella (UD) - La Casaccia, Cella Monte (AL) - Le Vie Angarano, Bassano del Grappa (VI) - Marchesi Mazzei, Fonterutuli (SI) - Marisa Cuomo, Furore (SA) - Pitticco, Prepotto (UD) - Querciabella, Greve in Chianti (FI) - Tenuta Il Palazzo, Arezzo - Tenute Ambrogio e Giovanni Folonari, Greve in Chianti (FI) - Tenute Falezza, Verona -Tenute Prosit, Pantelleria (TP) - Vinea Domini, Marino (RM) - Zorutti, Delegna del Collio (GO). 40 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2022
non ferma il B2B Tre incontri: uno con il Regno Unito e due con gli Usa nità di mercato, sia nei Paesi in cui la presenza del vino italiano è consolidata e i consumatori sono interessati alle novità delle cantine, sia in quelli in cui si aprono nuovi sbocchi di mercato e opportunità di business. Le esportazioni di vino italiano hanno superato 5,8 miliardi di euro nei primi dieci mesi del 2021, con +13,2% rispetto allo stesso periodo del 2020 e +10% rispetto al 2019. Negli Stati Uniti, primo mercato extra UE delle produzioni vinicole italiane, le vendite hanno raggiunto 1,46 miliardi di euro, +20% rispetto al 2020 e +14% sul 2019. Il Regno Unito, che dopo la Brexit è a tutti gli effetti un Paese terzo, rimane stabile al terzo posto nelle esportazioni di vino italiano, dopo la Germania e gli USA. nnn
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DOCTORWINE, AL SECOLO DANIELE CERNILLI
Daniele Cernilli è un critico enologico di fama internazionale. Conosciuto con il nickname DoctorWine, nel 2011 fa ha creato l’omonimo web magazine dove mette a frutto la sua più che trentennale esperienza. Giornalista e critico di vini, è stato cofondatore del Gambero Rosso nel 1986, curatore della guida Vini d’Italia per 24 edizioni, direttore del magazine Gambero Rosso, personaggio televisivo alla guida del Gambero Rosso Channel, oltre che collaboratore di diverse testate nazionali specializzate e non. Attualmente è direttore responsabile anche della rivista L’Assaggiatore dell’Onav - Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino, conferenziere e docente ai corsi professionali di degustazione e analisi sensoriale. È autore del libro I racconti (e i consigli) di DoctorWine Einaudi 2014; Vitigni del mondo - in collaborazione con Dario Cappelloni; Memorie di un assaggiatore di vino - Einaudi 2006. Dal 2012 è degustatore ufficiale al concorso Decanter Wine World Award (DWWA). Nel 2015 è stato selezionato per far parte del Wine Writers’ Hall of Fame della Wine Media Guild di New York e più volte è stato incluso nella classifica della rivista inglese Decanter tra le 50 persone più influenti nel mondo del vino (2007-2008-2009). Dal 2019 è chairman di 5stars - The Book di Vinitaly International. MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 41
FOCUS OLIO
Olio Campania, Igp sempre più vicina Per la prima volta, le cinque provincie si sono messe in rete per raggiungere lo stesso obiettivo
di Elisabetta Tufarelli
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er il riconoscimento del marchio Igp all’Olio Campania manca solo l’ok da Bruxelles. “Siamo a metà strada dell’iter e contiamo di avere l’assegnazione fra qualche mese”, spiega a Mondo Agricolo Antonio Casazza, vicepresidente del comitato promotore per la richiesta dell’Indicazione Geografica Protetta e presidente di Confagricoltura e di Agriturist Benevento. D’altronde, è stata proprio l’Organizzazione degli imprenditori agricoli la prima a sostenere il progetto impegnandosi nella definizione del disciplinare e nella preparazione della documentazione per l’istanza. “È un’iniziativa importante - continua Casazza - non solo perché per la prima volta mette in rete tutte le cinque province campane con lo
stesso obiettivo, ma anche perché mette in risalto l’eccellenza dei nostri prodotti valorizzando l’intero territorio. L’olivicoltura regionale, oltre che un’importante fonte di reddito per le popolazioni locali, è riconosciuta a livello internazionale per il valore del suo olio extra vergine di oliva”. L’olio della Campania si distingue per le note fruttate nelle quali è sempre possibile riconoscere mandorla, carciofo e pomodoro, unitamente alle equilibrate caratteristiche di amaro e di piccante, che contribuiscono a garantire il suo apprezzamento e la sua riconoscibilità tra i consumatori, sempre più esigenti in termini di qualità. Secondo il disciplinare Igp, il prodotto deve essere ottenuto dalle varietà Asprinia, Caiazzana, Carpellese, Frantoio, Leccino, Leccio del
Casazza: “Siamo a metà strada dell’iter e contiamo di avere l’assegnazione fra qualche mese”
Corno, Marinese, Minucciola, Nostrale, Ogliarola campana, Ortice, Ortolana, Pisciottana, Racioppella, Ravece, Rotondella, Salella, Sessana, Tonda. Queste varietà possono essere usate singolarmente o insieme, miscelate ad altre varietà nel limite del 15%. L’olio Campania Igp, proprio grazie alle tecniche di produzione, alle caratteristiche pedoclimatiche e all’interazione tra i genotipi varietali storicamente acclimatati, si contraddistingue per la sua particolare specificità di fruttato di oliva con un’intensità medio-alta, accompagnata da una percezione di “amaro” e “piccante” in linea con la concentrazione di polifenoli totali. “La nostra regione è da sempre fortemente vocata alla coltivazione dell’olivo - ricorda il presidente di Confagricoltura Campania,
“Oltre a rappresentare una risorsa importante e sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale, gli olivi - dice Casazza - contraddistinguono il nostro paesaggio regionale dal Cilento al Sannio, nella penisola Sorrentina e in gran parte delle province di Salerno, Avellino e Caserta. Le favorevoli condizioni pedoclimatiche della Campania, negli ultimi duemila anni, hanno favorito la diffusione dell’olivo sul nostri territorio e l’Indicazione Geografica Protetta porterà vantaggi a tutti: produttori, industriali e consumatori. Non è un caso che da 15 promotori iniziali oggi contiamo 300 adesioni”. I tempi per il riconoscimento del marchio Igp per l’olio extravergine prodotto in Campania, dopo un lungo iter partito nel 2016, sono ormai maturi. “Questo riconoscimento - conclude Marzano - oltre a rappresentare un attestato all’impegno ed alla reputazione di tanti olivicoltori della nostra regione, distinguerebbe Fabrizio Marzano - e la reputa- l’eccellenza del nostro olio, già zione della denominazione Olio conosciuto ed apprezzato anche nnn Campania poggia su radici anti- all’estero”. che, testimoniate da reperti storici fanno risalire la sua produAntonio Casazza zione addirittura al VI-VII secolo comitato promotore Igp a.C. E questo legame tra il nostro territorio, l’olivo, l’olio e la cultura resta tutt’oggi molto forte”. La Campania, con il 6% circa del totale della superficie nazionale olivetata e un patrimonio olivicolo di oltre 8,5 milioni di piante, si colloca al quinto posto nella graduatoria delle regioni italiane e vanta cinque prodotti Dop. La produzione media supera i 2.800.000 quintali di olive, rappresentando circa l’8% di quella nazionale, con oscillazioni anche notevoli in relazione all’andamento climatico annuale e alle avversità parassitarie. MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 43
FOCUS OLIO
L’extravergine prodotto da Chiara Nicolini è un Dop Sabina, che affonda le radici in una storia secolare
di Elisabetta Tufarelli
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iamo in provincia di Rieti, a Montopoli nel Lazio, dove si trova l’impresa familiare che produce olio biologico Dop Sabina. Questo è un territorio caratterizzato dalla presenza di uliveti secolari, e conosciuto per l’eccellente qualità del suo olio di oliva, la cui produzione risale all’epoca di Numa Pompilio. Nell’azienda Caraville, nome che deriva da quello di una vicina sorgente d’acqua, ci accoglie Chiara Nicolini che, insieme alla madre Agnese Menichelli e al figlio Paolo Bartolini, guida l’attività, con un forte orientamento verso l’olivicoltura biologica. “Siamo produttori di olio evo da cinque generazioni - racconta Chiara - e il nostro obiettivo è quello di mantenere saldi i valori della tradizione olearia del nostro territorio. Mia madre già più di 25 anni fa, appena subentrata nell’azienda dei nonni, decise di convertirsi alla produzione biologica. Fu un’antesignana, in controtendenza
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Caraville, bio Gli ulivi hanno un’età che va dai pochi anni a più di 100 con i tempi, in cui si mirava alla quantità. E cominciò a trattare gli ulivi in maniera naturale”. L’adozione di pratiche agricole biologiche contribuisce, infatti, a preservare la fertilità dei suoli e la biodiversità. “Questo ci permette di fronteggiare, contemporaneamente, la mitigazione dei cambiamenti climatici e la tutela dell’ambiente”, aggiunge Chiara. L’olio extravergine d’oliva Caraville non è solo il
condimento mediterraneo per eccellenza, ma è anche frutto di passione e competenze, che si affinano con il passare del tempo. Il territorio in cui viene prodotto è unico, un vero e proprio spettacolo in cui la natura si unisce alla storia. “I nostri ulivi - prosegue l’imprenditrice - si adagiano sui resti di un’antica Villa Romana appartenuta a Scipione l’Emiliano. Qui l’olivicoltura rappresenta il settore principale”. Il sistema di raccolta delle olive è semiautomatico o a brucatura manuale. “Tutte le fasi di produzione dell’olio biologico Dop Sabina sono caratterizzate da
Nicolini: “Produciamo olio evo da cinque generazioni”
Chiara Nicolini titolare dell’azienda Caraville
per scelta una particolare accuratezza e attenzione per ottenere un prodotto d’eccellenza. Per questo - spiega Nicolini - monitoriamo direttamente l’intero ciclo: dalla coltivazione delle piante, alla molitura in un frantoio di fiducia, fino all’imbottigliamento, che curiamo direttamente”. Gli alberi di olivo hanno un’età variabile che va dai pochi anni a più di 100. Ad occuparsi della parte agronomica sono direttamente Agnese e Paolo, mentre Chiara cura l’amministrazione. “Da noi si può dire che la coltivazione abbia completamente saltato una generazione: la mia. Mia madre e mio figlio lavora-
no insieme in campagna e, nel pieno rispetto del rapporto tra l’uomo e l’ambiente, seguono minuziosamente i criteri più rigidi dell’agricoltura biologica. Il nostro olio è un prodotto di altissima qualità destinato a consumatori esigenti, attenti a coniugare il gusto con la salute”. L’olio extravergine d’oliva della Sabina ha ottenuto la Dop nel 1996 e Caraville, come recita il disciplinare, è ricavato da olive Carboncella, Frantoio, Leccino, Raja e Olivastro. È caratterizzato da un colore dorato-verde di media intensità, e da note fruttate di oliva e altra frutta. Al gusto è mediamente piccante,
Una foto di repertorio della madre di Chiara, Agnese Menichelli, con lei inizia la produzione bio
leggermente astringente, con media persistenza aromatica e con un retrogusto di carciofo con note di mandorle amare. L’azienda familiare, che è anche inserita nel circuito “Strada dell’Olio e dei prodotti tipici della Sabina”, si estende per 15 ettari e, oltre ai 9 olivetati, produce ortaggi e noci. Progetti futuri? “Tanti - conclude Chiara Nicolini - a partire dall’impianto di 500 nuove piante d’olivo delle varietà previste dalla Dop. Paolo vuole anche iniziare la coltivazione di noccioli con spore di tartufo, per produrre contemporaneamente nocciole di qualità e tartufi”. nnn MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 45
EPS Ente Produttori Selvaggina di Landolfo di Napoli
DANNI DA ANIMALI SELVATICI
L’ombra degli aiuti di Stato sui rimborsi In Commissione europea proseguirà fino al 31 marzo 2022 la consultazione online degli stakeholder per la raccolta delle osservazioni sulla proposta di revisione delle norme Ue in materia di aiuti di Stato nei settori agricolo, forestale e della pesca per il periodo 2014-2020. Successivamente, i testi delle nuove norme saranno oggetto di discussione in almeno due riunioni tra l’organo esecutivo di Bruxelles e gli Stati membri. La prima si terrà subito dopo il periodo di consultazione pubblica; la seconda, invece, dopo il riesame delle proposte di modifica alla luce dei contributi ricevuti da tutti i soggetti interessati. In questa occasione ci limitiamo ad analizzare e a osservare quanto riportato al punto 1.2.1.5 in merito a quelli che la Commissione definisce “aiuti” - ma che forse sarebbe più giusto definire “indennizzi” - finalizzati a compensare i danni causati dagli animali protetti allo stato selvatico. In via preliminare, ci preme sottolineare due passaggi, evidenziando, per entrambi, la profonda contrarietà per come l’argomento viene affrontato. Oltre alla scelta non condivisibile del termine “aiuti”, vale la pena rilevare l’impropria limitazione del riconoscimento dei danni soltanto a quelli procurati da animali appartenenti alle specie protette, escludendo invece le non protette. Come se i danni delle seconde non avessero effetti parimenti negativi sui conti economici delle aziende. Tra le origini di questo controsenso c’è la difformità della legislazione italiana rispetto a quella degli altri Paesi
Ue nel definire la fauna selvatica come proprietà indisponibile dello Stato. Tale attribuzione riconosce allo Stato italiano sia l’onere dell’integrale risarcimento dei danni, sia la competenza su eventuali modifiche normative. Alla luce di ciò appare inconcepibile la diversificazione tra fauna protetta e non protetta, dato che si rischia di lasciare i danni creati dalla seconda categoria senza alcun risarcimento. In più occasioni abbiamo portato all’attenzione del governo nazionale tali incongruenze, già presenti negli orientamenti europei 2014/2021, poi prorogati causa Covid al 2022. Segnalazioni che non hanno ricevuto la giusta considerazione da parte dei decisori. Davanti alla riproposizione delle stesse storture all’interno delle ipotesi di modifica della normativa, non si può che sollecitare nuovamente a porvi rimedio. A tal proposito ricordiamo come, sull’onda delle manifestazioni promosse dalle rappresentanze sindacali delle imprese agricole,
il Mipaaf propose l’adozione di un decreto che avrebbe potuto, anche se soltanto parzialmente, sciogliere tali nodi. Peccato che quella proposta sia rimasta tale, dato che il testo è stato riposto in qualche cassetto della direzione generale, dove è rimasto fino ad oggi. Ora che la Commissione europea torna sull’argomento è necessario intervenire e occorre che le parti coinvolte - prime fra tutte le Organizzazioni - formulino le loro osservazioni. Perché, così com’è concepita, la proposta non può essere assolutamente accolta. Occorre che il governo si renda finalmente portavoce delle necessità della produzione e che ribadisca in sede europea che ciò di cui si sta parlando sono veri e propri risarcimenti, e non aiuti, dato che sono originati da elementi esterni alla responsabilità delle imprese. Riconoscendo l’accezione di “aiuti” si rischia concretamente che finiscano sotto la mannaia della vietatissima alterazione della concorrenza.
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ORGANIZZ A ZIONE E TERRITORIO ROVIGO BALLANI ELETTO PRESIDENTE
È Lauro Ballani il nuovo presidente di Confagricoltura Rovigo. Con una solida esperienza sindacale, è già da anni vicepresidente nella giunta esecutiva di Confagricoltura Rovigo, come nel Consorzio di Bonifica Adige Po. In passato ha ricoperto vari incarichi a livello provinciale nella Federazione impresa familiare di Confagricoltura ed è stato vicepresidente del Consorzio di difesa rodigino. Conduce un’azienda a Polesella, con produzione di seminativi. “Diversi comparti sono in difficoltà nella nostra provincia, a partire dalla frutticoltura e dall’avicoltura - ha sottolineato Ballani -. Alcuni temi vanno seguiti con attenzione nel prossimo futuro: l’aggregazione delle aziende, lo sviluppo di filiere produttive con trasformazione in loco, il rispetto del territorio con lo sviluppo della bonifica, la riduzione dei costi aziendali e - ha concluso - in agenda ci sono ancora il Parco del Delta del Po e le proposte di estrazione del gas metano in Alto Adriatico”. 48 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2022
di Alessandra Porro
IL POMODORO DA INDUSTRIA A TOMATO WORLD
Passanti: “Siccità e costi sono i nemici della filiera”
Riflettori accesi sul pomodoro da industria, protagonista del Tomato World di Piacenza, che ha visto la presenza del presidente della Federazione nazionale di prodotto di Confagricoltura, Massimo Passanti. L’edizione del ventennale di Tomato World ha confermato l’importanza dell’appuntamento, sia dal punto di vista tecnico che informativo, per questo importante comparto dell’agricoltura italiana, ulteriormente cresciuto nel 2021, con una produzione complessiva vicina ai sei milioni di tonnellate. Un risultato che consolida l’Italia nella posizione di secondo produttore a livello mondiale, davanti a Stati Uniti e Cina. Importante è anche il ruolo che il distretto piacentino svolge come primo produttore del Nord Italia e secondo a livello nazionale. Cinque i convegni tematici programmati dagli organizzatori, che hanno contribuito a far luce e ad analizzare (alla vigilia dell’accordo sul prezzo per la nuova stagione), le dinamiche economiche in corso, i nuovi scenari del mercato, le tecniche colturali e le prospettive aperte dalla transizione eco-
logica. “La filiera del pomodoro da industria è una di quelle che traina il made in Italy e contribuisce alla bilancia commerciale - ha sottolineato Massimo Passanti -. Esportiamo il 58% dei trasformati e siamo il secondo produttore mondiale. Gli imprenditori agricoli sono una parte di questa filiera. La produzione media del distretto del Nord si attesta a 717,89 quintali/ettaro, lo scorso anno si sono prodotti mediamente 800 quintali in una campagna meteorologicamente perfetta”. Riflettendo sulle oggettive difficoltà della trattativa nazionale per il contratto 2022, Passanti ha sottolineato che “le premesse per questa campagna sono le scarse riserve idriche e un aumento vertiginoso dei costi di produzione ad ettaro di 1.200 euro, per un costo globale attuale calcolato attorno a 8.200 euro. Considerando la resa media produttiva - ha aggiunto il presidente della Federazione nazionale di prodotto di Confagricoltura - andiamo a 105 euro a tonnellata solo per la copertura dei costi. A questi ora vanno ad aggiungersi anche quelli energetici”.
LE NUOVE REGOLE CONTRO IL COREBO DELLE QUERCE
Mele: “Una moratoria per trovare soluzioni migliori”
“Per contenere e contrastare la diffusione del Corebo delle querce, il coleottero che attacca le sugherete scavando cunicoli nella corteccia e deprezzandone il valore fino al 70%, è necessario intervenire a monte con strumenti di prevenzione”. Così il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele, commenta la nuova norma nazionale, approvata con un emendamento alla legge di Bilancio, che prevede la bollitura del sughero prima della sua movimentazione extra regionale. Un trattamento mirato a contrastare la diffusione del coleottero e che sta creando un dibattito forte all’interno del comparto. “Bisogna intervenire in modo sinergico e integrato: dai trattamenti biologici degli alberi alla cura di bosco e sottobosco; dalle trappole con esca o con feromoni all’uso di insetti predatori - prosegue critico Mele -. L’idea del trattamento termico per debellare le larve è una soluzione a posteriori che non risolve il problema e non tutela la qualità del sughero, così come stanno dimostrando i pochi studi disponibili”. Come associazione di categoria, Confagricoltura propone alla po-
litica di sostenere una moratoria sull’entrata in vigore della nuova norma. Una finestra che permetterebbe da un lato un maggior confronto tra gli operatori, grandi e piccoli, del settore su possibili modifiche alla legge e, dall’altro, un raggiungimento di risultati più affidabili sul piano della ricerca scientifica, per la quale occorre investire di più. “Sul piano economico - ha precisato Mele - è necessario fare tutte le valutazioni necessarie a garantire le regole del libero mercato evitando che i grandi, con maggiori strumenti finanziari, possano sopraffare gli imprenditori più piccoli e condizionare quindi i prezzi nei confronti dei proprietari delle piante”. La politica locale si è attivata per capire quale sia la soluzione migliore per superare un’emergenza che rischia di mettere a repentaglio la ripresa della filiera dopo decenni di tragica congiuntura. Fino al 2017 era rarissimo trovare questo coleottero in Sardegna. Le rilevazioni sul campo segnalano un aumento della sua presenza soprattutto in Gallura: Tempio e Calangianus, fino ad arrivare a Berchidda e Aggius.
TOSCANA MARCHIONNE È IL NUOVO DIRETTORE
Portare la sua esperienza internazionale al servizio delle imprese agricole regionali e aiutarle a vincere la sfida dell’agricoltura 4.0 contenuta nel PNRR: sono gli obiettivi del nuovo direttore di Confagricoltura Toscana, Alessandro Marchionne. “Credo - ha detto - che la nostra possa essere una regione protagonista del rilancio postpandemia. Non tutti i territori hanno questa varietà di colture, una ricchezza che può coniugarsi con la spinta all’innovazione”. Marchionne ha alle spalle 30 anni di esperienza nella conduzione di aziende del settore tra le più importanti d’Italia come Genagricola del gruppo Generali, di cui dal 2014 è stato amministratore delegato e direttore generale. Ha ricoperto le stesse cariche in Agricola S. Felice del gruppo Allianz ed è stato direttore vendite e marketing di Galbani. “Fondamentale collaborare con le sedi provinciali di Confagricoltura, che possono essere le vere protagoniste del cambiamento, rendendo la Toscana un modello organizzativo del settore”, ha sottolineato Marchionne. MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 49
a cura di Paola Castello
Giovani di Confagricoltura
LA GRANDE OCCASIONE DEI 6,8 MILIARDI CHE IL PNRR DEDICA ALL’AGROALIMENTARE
Dall’Europa risorse e strumenti per la nostra idea di futuro Da quando la presidente della Commissione europea Von der Leyen, all’inizio della pandemia, ha annunciato un grande piano di aiuti contro la crisi che ha colpito cittadini e imprese, i giovani imprenditori agricoli e non solo loro, hanno nutrito forti aspettative verso questa iniziativa messa in campo dall’Ue. Speranze alimentate dalla natura stessa di questo piano che, già dal nome, Next Generation Eu, sottolinea una grande attenzione verso il tessuto imprenditoriale e verso le nuove generazioni. Le aspettative hanno trovato conferma negli strumenti previsti, utili non solo al sostegno delle attività produttive, ma per restituire ai giovani imprenditori agricoli un Paese innovativo e rinnovato, capace di combattere alcuni dei principali ostacoli allo sviluppo delle nostre imprese: il ritardo tecnologico delle zone rurali; lo spopolamento dei borghi; i forti limiti nella logistica delle aree interne e delle grandi direttrici nazionali. La mole di interventi privati e pubblici, come si evince dal Piano presentato dal governo, è imponente e volta al rafforzamento delle aziende all’interno della catena del valore, rimarcando la loro centralità nella tenuta del Sistema Paese, sia con le loro produzioni, sia con il contributo energetico che possono fornire. Il PNRR assegna 6,8 miliardi di euro ai progetti del settore agroalimentare: dalla meccanizzazione ai contratti di filiera, dall’irrigazione allo sviluppo del Parco Agrisolare, dalla logistica allo sviluppo del biogas e del biometano. È quindi forte il messaggio del Piano sul ruolo chiave che il settore primario ha anche sul fronte ambiente grazie alla centralità agroenergetica. Si tratta di una forte spinta a incentivare le aziende ad essere autonome dal punto di vista energetico, facendo delle aree rurali le protagoniste di un processo virtuoso. Questo è un approccio che ci galvanizza, perché la tendenza dei giovani imprenditori agricoli ad investire è forte, così come è forte la voglia di sovvertire uno storytelling datato dell’azienda agricola quale luogo bucolico, che non corrisponde a realtà e che è lontano dalle necessità a cui dobbiamo far fronte. Le azioni a cui daranno seguito i ministeri di riferimento, per lo sviluppo delle filiere e delle agroenergie, saranno di supporto agli obiettivi che ci siamo posti. La nostra Associazione è pronta a fare da portavoce e guida per tutti i giovani associati che vogliano pensare in grande in un momento in cui tutte le componenti della società sono chiamate a fare la propria parte.
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Francesco Mastrandrea Presidente Nazionale Anga
LA RESILIENZA DELLE CANTINE CONTRO PANDEMIA E GUERRA
Dominese nuova presidente
Giannozzi (Anga Firenze) “I costi frenano la crescita”
È Simonetta Dominese la neopresidente di Anga Venezia. Trentaduenne, titolare insieme alla sorella Valentina dell’azienda viticola Colli di San Giorgio, che produce uve destinate a Prosecco Doc su circa 110 ettari, situati tra il comune di Torre di Mosto e quelli di Caorle ed Eraclea. Simonetta, affiancata dai vicepresidenti Sebastiano Billotto e Vittorio Mazzarotto, ha ricostituito Anga Venezia alla fine del 2021. “La neonata sezione - racconta - si propone di consolidare il gruppo creatosi e di ampliare la base associativa per diventare punto di riferimento per i giovani agricoltori della provincia e valorizzarne le imprese”. Tra gli altri obiettivi, anche quello di incentivare la condivisione di conoscenza e know how tra i giovani imprenditori non solo della provincia, ma anche di quelle limitrofe. Sono in programma vari incontri con le realtà imprenditoriali del territorio, per condividere le best practice e le innovazioni delle aziende più all’avanguardia.
Come sta vivendo il settore vitivinicolo italiano questa nuova fase, che vede il picco pandemico ormai alle spalle? Lo abbiamo chiesto a Bernardo Giannozzi, presidente di Anga Firenze e delegato Anga nella FNP vitivinicola di Confagricoltura. Si sentono ancora gli effetti della pandemia sul comparto. Per i produttori di vino i problemi sono stati principalmente di natura produttiva, come ad esempio la mancanza di manodopera qualificata e l’incertezza sui piani di investimento di nuovi impianti. Per chi, oltre a produrre commercializza, le difficoltà sono dipese soprattutto dalla chiusura del canale Ho.Re.Ca., in Italia e nei Paesi Ue ed extra Ue. A questo si sono aggiunti ritardi nelle forniture e, nell’ultimo periodo, l’aumento dei prezzi di alcune materie prime. Tuttavia, per quelli che lavorano con la Gdo si è registrato un aumento sia dei volumi di produzione e sia del fatturato. Qual è l’andamento del canale Ho.Re.Ca. e quali sono le sue ripercussioni sul comparto? Come detto, la chiusura dell’Ho.Re.Ca nel periodo più acuto della pandemia ha portato a mancati introiti. A rallentare oggi la ripresa sono ancora incertezza e timori da parte dei consumatori. Sicuramente con la pandemia è cambiato il modo di approcciarsi all’acquisto del vino: si è ricreata una certa distanza fra consumatore e produttore, sono stati privilegiati gli acquisti on line e in Gdo. Anche se, con la ripartenza delle fiere, nel giro di poco tempo, si dovrebbe ristabilire un rapporto più stretto fra produttore e consumatore che è stato il focus marketing di questi ultimi anni. Costi energetici e produttivi sono schizzati alle stelle, quali sono le conseguenze sul settore vino? Come tutti i settori anche quello vitivinicolo risente dell’aumento dei prezzi delle materie energetiche; le maggiori ripercussioni si hanno soprattutto sulle forniture di materiali essenziali, quali tappi, bottiglie, etc… I più colpiti sono coloro che trasformano e vendono. Quali sono le prospettive del settore? Il settore annovera grandi imprenditori, anche per questo negli anni il “Vigneto Italia” è cresciuto in qualità e quantità. Ma i problemi non mancano e non si può pensare di lasciarli tutti sulle spalle dei viticoltori. La politica da un lato e la ricerca e l’innovazione dall’altro, hanno il compito di accompagnare le imprese verso il rinnovamento. La guerra in Ucraina, inoltre, avrà sicuramente ripercussioni anche sui mercati, soprattutto per quel concerne i prezzi delle materie prime. Per questo motivo il settore primario deve essere tutelato e messo nelle condizioni di essere più competitivo.
Giovani di Confagricoltura
CAMBIO AL VERTICE DI ANGA VENEZIA
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Giovani di Confagricoltura
WE ARE AGRIFUTURE, LA NUOVA CAMPAGNA ASSOCIATIVA 2022
Unirsi all’Anga per affrontare il presente… e il futuro È partita la nuova campagna associativa dei Giovani di Confagricoltura. Il claim scelto è “We are Agrifuture, oggi e domani” per riportare l’attenzione sulle persone e su una prospettiva temporale che affonda le radici nel presente per potersi meglio orientare verso il futuro. La nuova finanza, la sfida della transizione ecologica e della neutralità climatica, il carbon farming, la riforma della Pac, il PNRR e il Green New Deal: sono questi i temi cruciali per le imprese agricole. Entrare nei Giovani di Confagricoltura significa essere impegnati su queste questioni e fare rete insieme ad altri imprenditori per portare le comuni istanze sui tavoli dei decisori politici. Associarsi all’Anga equivale anche ad entrare a far parte di una realtà dinamica che è luogo di scambio, confronto e crescita.
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“Un investimento sul futuro non può prescindere dall’innovazione, dal coinvolgimento nelle decisioni, dalla rappresentanza - ricorda il presidente Francesco Mastrandrea -. Su questi temi ci confrontiamo dando agli associati il supporto necessario, anche attraverso attività di formazione, partnership con enti di ricerca, atenei, aziende leader nel campo dell’Agricoltura 4.0 e startup innovative”. “L’Anga - conclude Mastrandrea - forma gli imprenditori agricoli e la classe dirigente di domani, mettendo i suoi soci nelle condizioni di percorrere la strada di un’agricoltura giovane e innovativa, sostenibile e competitiva su tutti i fronti”. Per associarsi scrivere ad anga@confagricoltura.it o rivolgersi alla sede Anga della propria provincia.
CAMPI ROSA
di Elisabetta Tufarelli
L’IMPRENDITRICE DI EBOLI È LA NUOVA PRESIDENTE
Lucia Rinaldi alla guida delle Donne campane
È nata Confagricoltura Donna Campania. La sua presidente è Lucia Rinaldi, imprenditrice di Eboli, in provincia di Salerno, dove produce IV gamma: rucola, insalatina e spinacino. Lucia, dopo un decennio di attività svolta nel no profit, ha iniziato questa avventura insieme alle due sorelle e una socia esterna al marchio Rucolapiù, con il quale producono (sono le prime nella Piana del Sele) Pesto di rucola Igp. Lucia Rinaldi (in foto con Fabrizio Marzano, presidente di FederCampania) è laureata in Scienze Politiche con master in Economia dello Sviluppo. “Sono madre di quattro figli - rac-
conta - e orgogliosa di rappresentare le imprenditrici in agricoltura che hanno sempre lavorato in silenzio”. Essere impegnata in un’azienda tutta femminile è sicuramente una grande sfida e una grande opportunità. “Vogliamo far sentire le nostre esigenze - prosegue Rinaldi - laddove si parla di politiche di genere e diffondere tutto quello che a livello comunitario, nazionale, regionale e provinciale ci è rivolto. Credo molto nelle capacità femminili, nella solidarietà che sappiamo esprimere per far sentire la nostra voce e affrontare i cambiamenti, il progresso e l’innovazione”.
PECORINO SALUTARE
Angela Saba, presidente della federazione nazionale Ovicaprina di Confagricoltura, è stata premiata dal settimanale “Terra e Vita” in occasione di Fieragricola, nella sezione Produzioni agricole alternative e sostenibili per la categoria imprenditoria femminile. Saba ha ricevuto il riconoscimento per essere riuscita - si legge nella motivazione - a mettere in campo determinazione, ricerca, innovazione e antichi saperi per produrre dal latte delle sue pecore un pecorino sperimentale salutare, in grado di combattere il colesterolo “cattivo”. Il latte crudo viene trasformato nel caseificio aziendale senza l’ausilio di fermenti chimici, grazie ad una particolare alimentazione degli animali a base anche di lino estruso che aumenta gli acidi grassi. L’imprenditrice grossetana conduce un’azienda di 43 ettari, dedicati al pascolo di 300 pecore e 20 capre.
LA FOTOGRAFIA SCATTATA DALL’OSSERVATORIO PER L’IMPRENDITORIA FEMMINILE di Unioncamere-InfoCamere mostra qualche piccolo passo avanti compiuto dalle donne al vertice: si sono aggiunte 8.602 posizioni (+0,88%) dal 2020 al 2021. Ma sono soprattutto i settori a maggior partecipazione femminile ad aver pagato il conto più salato della pandemia. Primo tra tutti il Commercio, che conta quasi 6.300 imprese guidate da donne in meno; poi l’agricoltura (circa 3.500 in meno) e il manifatturiero (circa 1.500 in meno). MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 53
FORMAZIONE
di Antonella Torzillo
INCONTRO PER DIRIGENTI E ASSOCIATI ORGANIZZATO DA CONFAGRICOLTURA ACADEMY
Fiiaf riparte in presenza da Milano
Innovazione e digitalizzazione in agricoltura: strumenti e progetti. È questo il tema scelto per riprendere le sue attività di formazione in presenza dalla Fiiaf - Impresa familiare coltivatrice di Confagricoltura. L’incontro, che si è svolto a Milano presso la sede di Confagricoltura Lombardia e in contemporanea online, ha visto la partecipazione di numerosi dirigenti e associati sia dell’Impresa Familiare, sia di Confagricoltura Donna, che ha aderito all’iniziativa. Fiiaf, con il supporto di Enapra, da qualche anno ha intrapreso una costante attività formativa di approfondimento sulle opportunità e sugli strumenti a sostegno dello sviluppo delle imprese familiari, della loro competitività e della loro sostenibilità economica, ambientale e sociale delle stesse. “L’innovazione e i contributi della ricerca, insieme, rappresentano un percorso strate54 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2022
gico per migliorare l’efficienza aziendale nelle strutture, negli strumenti tecnologi e nella gestione dei processi produttivi”, ha detto il presidente Carlo Lasagna in apertura dei lavori. L’intero programma si è sviluppato in linea con questo approccio. Le attività sono iniziate nel pomeriggio del 23 febbraio con la
testimonianza di Luca Travaglini, socio di Planet Farm, che ha raccontato l’agricoltura verticale, illustrando la case history aziendale. La giornata successiva è iniziata con una sessione sull’agricoltura di precisione e i suoi benefici per lo sviluppo delle produzioni agricole curata da Alessandro Pantano, dell’area Sviluppo sostenibile della Confederazione e Andrea Zampolli (Confagricoltura Mantova). I lavori sono proseguiti con l’intervento di Chiara Corbo, direttrice dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano e dell’Università di Brescia, che ha presentato una sintesi dei trend della digitalizzazione in agricoltura, con un focus sul ruolo e una presentazione di alcune tra le più interessanti start up del settore. Tra i partecipanti anche Andrea Cruciani, ceo della start up Agricolus, che ha illustrato un’esperienza di semplificazione e valorizzazione del lavoro in
FORMAZIONE
Il credito di imposta per la Formazione 4.0 campo attraverso processi innovativi e nuovi trovati tecnologici. Il gruppo di lavoro e il presidente Fiiaf, Carlo Lasagna, sono stati accolti dal presidente di Confagricoltura Lombardia, Riccardo Crotti, cha espresso apprezzamento per gli argomenti del corso e per aver scelto la sede regionale della Confederazione per il ritorno in presenza, dopo il distanziamento sociale causato dalla pandemia. Uno sforzo organizzativo che ha visto impegnato Carlo Rosati, segretario nazionale Fiiaf, insieme allo staff dell’ufficio e al personale di FederLombardia. A dare il benvenuto agli imprenditori anche il direttore di FederLombardia, Stefano Zuliani. Ai lavori di Milano del 23 e 24 febbraio 2022 è intervenuto anche il presidente di Enapra, Luca Brondelli di Brondello, che ha voluto evidenziare che la collaborazione tra l’associazione dell’impresa familiare coltivatrice e l’ente di formazione di Confagricoltura. Un lavoro portato avanti dall’Academy confederale, che nel nuovo programma dedica spazio anche ai dirigenti eletti dell’Organizzazione, con un’opportunità di aggiornamento e approfondimento su temi di grande attualità agricola-sindacale. Lasagna e Brondelli hanno confermato la proficua collaborazione attivata negli ultimi anni annunciando le prossime attività formative, con appuntamenti su temi quali l’e-commerce, incentivi e finanziamenti per gli investimenti in innovazione tecnologica nel settore primario.
La legge di Bilancio 2022 conferma il bonus formazione 4.0 fino al 31/12/22. In sostanza la norma riconosce un credito di imposta sulle spese affrontate per la formazione finalizzata all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica digitale. Si tratta di un’interessante opportunità che rientra nella disciplina degli incentivi fiscali collegati al “Piano nazionale Impresa 4.0” assai utile per quelle aziende che hanno avviato, o stanno per avviare, azioni di ristrutturazione digitale della propria organizzazione. Dalla
lettura della norma si ritiene che tra i beneficiari siano da annoverare anche le Unioni e le società di servizi del sistema Confagricoltura. Con la circolare n.16386 del 16 febbraio 2022 l’area amministrazione e Politiche fiscali di Confagricoltura ed Enapra l’ente di formazione di Confagricoltura (e anche soggetto formatore riconosciuto dalla legge) hanno inviato alle sedi territoriali tutti gli approfondimenti della norma. Per ulteriori chiarimenti e/o valutazione di fattibilità invitiamo i colleghi delle sedi territoriali a fare riferimento ai competenti uffici nazionali.
Corso di aggiornamento Foragri Il prossimo 8 e 9 marzo Enapra parteciperà al consueto incontro per gli enti attuatori organizzato periodicamente dal Foragri (Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua in Agricoltura). L’incontro sarà dedicato al processo di IVC (Individuazione-Validazione-Certificazione) degli apprendimen-
ti acquisiti; i lavori avranno carattere pratico/dimostrativo con esercitazioni, lavori di gruppo, presentazione di buone pratiche. MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 55
PATRONATO
di Elisabetta Tufarelli
L’ANNO DI VOLONTARIATO PER I GIOVANI È QUASI GIUNTO AL TERMINE
Servizio civile universale, un’opportunità di crescita
Sta per concludersi l’esperienza dei giovani volontari, dai 18 ai 28 anni, che hanno scelto il Patronato Enapa per svolgere il Servizio civile universale. In particolare, i progetti in cui sono impegnati fino a fine maggio prossimo, hanno l’obiettivo di contrastare la fragilità socioeconomica e l’isolamento, soprattutto delle categorie più deboli. “È un’esperienza importante e con forte valore umano per questi ragazzi che hanno la fortuna di viverla - sottolinea il direttore del Patronato di Confagricoltura, Roberto Caponi -. Hanno fatto questa scelta spinti dalla solidarietà. Questo anno di esperienza presso le nostre sedi, che permette lo stretto contatto con le esigenze reali di assistenza e tutela dei diritti dei cittadini, li arricchirà personalmente e professionalmente”. L’attività dei Patronati, quello di Confagricoltura è stato istituito nel 1992, è stata ancora più preziosa in questi anni di pandemia. Milioni di cittadini hanno potuto usufruire di un’assistenza professionale per i servizi, come, ad esempio, i sussidi per la disoccupazione, i bonus Covid, gli assegni familiari, le pratiche per la pensione e le varie misure di contrasto alla povertà e alle conseguenze sociali generate dal virus. Così per la prossima tor56 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2022
nata del Servizio civile universale, che inizierà a giugno, sono arrivate ben 281 candidature per 198 posizioni in 50 sedi Enapa sul territorio nazionale. Ogni progetto avrà una durata di dodici mesi, con un impegno giornaliero di cinque ore, per un totale di 25 ore settimanali e i volontari percepiranno un contributo mensile di 444,30 euro al mese. Le opportunità con il Patronato di Confagricoltura spaziano dal digitale (sviluppo nelle aree interne e terremotate del centro Italia, la rigenerazione sociale attraverso l’agricoltura), ai diritti del cittadino per il rilancio della coesione sociale; dalla resilienza contro le disuguaglianze nell’Italia Sud, isole comprese, alla terza età nelle regioni italiane del medio e basso Adriatico, fino alla promozione dei diritti degli anziani nel Nord Italia. “Per questo secondo anno di attività - conclude Carlo Rosati, che si è impegnato per il progetto - siamo nella fase di avvio delle selezioni. Aver aderito al Servizio civile ha richiesto un iter complesso dal punto di vista organizzativo, ma essere riusciti a soddisfare tante richieste, addirittura superiori alla disponibilità, è una grande soddisfazione per tutto lo staff del patronato Enapa, che si è attivato a livello nazionale e territoriale”.
DA ORISTANO A UDINE, LA VOCE DEI GIOVANI VOLONTARI
“È stato bello mettersi in gioco” Per capire meglio il significato di questa ‘avventu- A Udine, Cecilia Magnami, dopo la triennale in ra’ umana all’Enapa, abbiamo interpellato i diret- servizio sociale, ha preso un anno di tempo per ti interessati. Pierpaolo Bertolusso, 24 anni, una capire se proseguire, o meno, gli studi. “Oltre al laurea in scienze politiche, svolge il servizio civile progetto anziani è stato molto utile - dice - capire universale nella sede nazionale e racconta: “Sen- il funzionamento pratico del Patronato. Ho avuto tivo parlare di questa opportunità così mi sono l’occasione di confrontarmi con diverse persone deciso a fare domanda anche io. È stata una bella ed esigenze. Farò tesoro di questa esperienza che esperienza, un’occasione per mettermi al servizio mi ha permesso di raccogliere le idee per il futuro della comunità”. Insieme a lui c’è anche la ven- e decidere di proseguire gli studi con la magistratottenne ucraina, Olga Koval. “Provengo da stu- le a Bologna sul diritto di ricerca sociale”. di umanistici e mi interessava conoscere questo “È un’opportunità con un valore concreto e formondo. Mi è piaciuto mettermi in gioco in questa mativo per i ragazzi e di supporto per la nostra esperienza. Acquisisco un’importante formazio- attività - aggiunge Umberto Daneluzzi, responsane da diversi punti di vista e sono di supporto bile Enapa a Udine -. Un’esperienza interessanall’attività che svolgono i dipendenti del Patrona- te e positiva che intendiamo ripetere”. Concorda to - aggiunge Olga -. Sto imparando molto, questo Angela Minutiello, responsabile del Patronato di periodo mi arricchisce e favorisce la mia crescita Confagricoltura a Potenza: “Quest’anno abbiamo personale e professionale”. svolto un lavoro importante sul territorio. Vincen“Il servizio civile è un’ottima opportunità per i zo è molto collaborativo e non potevo chiedere ragazzi che svolgono l’attività e per il Patronato di meglio”. che ha possibilità di far crescere le professiona- “Vorrei ripetere questa esperienza anche in futuro lità ‘in casa’ - commenta responsabile dell’ufficio - commenta il ventisettenne Vincenzo Rocco De Enapa di Oristano, Franco Caria -. I giovani sono Leonardis -. Ho imparato tanto e acquisito consaoccupati nel loro progetto e, contemporaneamen- pevolezza sull’importanza della funzione di conte, imparano come si svolge l’attività di un ente sulenza e informazione che svolgiamo”. previdenziale”. Lo conferma Roberta Pinna, 21 anni, che svolge il servizio presso questa sede: “È molto interessante - dice - non solo dal punto di vista formativo. Sto imparando a rapportarmi e ad assistere le persone anziane, materia di questo progetto. Ho anche l’occasione di confrontarmi con diverse prestazioni, come la maternità, la disoccupazione, le pratiche pensionistiche. Mi piace molto perché è un’attività affine ai miei studi in scienze umane”. Olga Koval e Pierpaolo Bertolusso MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 57
OVER 65
di Elisabetta Tufarelli
Alla ricerca di una vita migliore? Adotta un gatto
Prendere un gatto per amico aumenta il benessere psicofisico degli over 65. Numerosi studi hanno rilevato come la sua presenza contribuisca a ridurre l’ipertensione e contrasti solitudine e depressione. Chi sta accanto ad un micio supera più facilmente un lutto rispetto a chi non ce l’ha e ha meno possibilità di cadere in depressione. Le fusa riducono lo stress, tranquillizzano e rilassano. Uno studio della Mayo Clinical Proceedings, infatti, sottolinea come i proprietari di questo felino dormano in maniera più tranquilla e serena. Per gli anziani,
poi, è un vero toccasana. I ricercatori dell’American Journal of Cardiology sostengono che chi ha un gatto può vedere la propria aspettativa di vita crescere di un anno. Una terza ricerca, a cura del Journal of the American Geriatric Society, ha dimostrato come gli over 70 che convivono con un micio siano più responsabili, oltre ad avere più stimoli nel portare a termine le loro attività quotidiane, come alzarsi dal letto, lavarsi, vestirsi, prepararsi da mangiare, uscire fuori all’aria aperta per fare una passeggiata e andare a dormire presto.
TUMORI, RIPROGRAMMARE LE CELLULE
Una ricerca americana dimostra che la vita può essere allungata del 30% grazie alla riprogrammazione delle cellule. Per la prima volta è stata provata un’inversione del processo naturale d’invecchiamento facendo tornare allo stato embrionale le cellule adulte. Per scongiurare la formazione di tumori gli scienziati hanno integrato il cocktail con un antibiotico a largo spettro. Il risultato è stato incoraggiante: sia i topi, sia le cellule umane in provetta hanno mostrato segni di ringiovanimento, ovvero l’assenza di disfunzioni molecolari associate all’età.
PULIRE CASA MANTIENE IN FORMA ANCHE LA MEMORIA. I lavori domestici favoriscono l’agilità fisica, riducendo il rischio di cadute. Una ricerca del Singapore Institute of Technology ne rimarca i benefici. I partecipanti all’esperimento sono stati divisi in due fasce di età (21-64 anni e 65-90 anni) e in base alla velocità dei loro spostamenti e alla rapidità con cui si alzavano dalla sedia, è stata valutato il loro stato fisico. I risultati sono chiari: i lavori leggeri, come spolverare e stirare, e quelli più pesanti, come lavare i pavimenti o cambiare le lenzuola, contribuiscono a mantenere l’allenamento fisico e mentale, soprattutto tra i 65 e i 90 anni. 58 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2022
CAMMINARE ALLONTANA IL RISCHIO DI INFARTI
Non è mai troppo tardi. Ogni età è buona per iniziare a muoversi e fare una regolare attività fisica. I vantaggi sono enormi anche per chi ha più di 70 anni. Camminare a passo veloce può diventare un vero e proprio salvacondotto per prevenire l’infarto e lo scompenso cardiaco. Una ricerca dell’Università di Padova, pubblicata su Heart, rivela che venti minuti di esercizio da moderato a vigoroso ogni giorno, già tra i 70 e i 75 anni, possono allontanare lo spettro di problemi al cuore per gli over 80.
Aspettativa di vita, buone notizie per gli abitudinari
Il medico e ricercatore svedese specializzato in salute pubblica, Bertil Marklund, ha condotto uno studio secondo cui dalle abitudini di tutti i giorni dipenderebbe almeno il 75% della durata della vita, rispetto al 25% di incidenza del fattore genetico. Lo dice anche una ricerca americana, secondo la quale, 10 piccoli gesti aiuterebbero a guadagnare ben 10 anni. Un’attività fisica costante riduce il rischio di almeno 40 malattie diverse. Inoltre, rallentando, riducendo le aspettative e ritagliando del tempo per noi stessi si combatte lo stress. Dormire è fondamentale e la media da mantenere è di almeno 7 ore per notte.
L’esposizione ai raggi solari per 15/20 minuti al giorno garantisce il giusto apporto di vitamina D e, rafforzando il sistema immunitario, contribuisce a ridurre il livello di infiammazione. Occorre privilegiare i cibi ricchi di antiossidanti, come quelli con livelli elevati di Omega 3 e Omega 6, a basso indice glicemico, fibre e probiotici. È bene bere un giusto quantitativo d’acqua, circa 2 litri. Il caffè ha un effetto positivo sull’organismo e anche un bicchiere di vino al giorno. Mantenere un peso ideale è fondamentale, così come controllare l’igiene orale. Infine occorrono ottimismo e una buona vita relazionale.
LA LOTTA ALL’ALZHEIMER PASSA DAGLI OCCHI. Gli occhi, già durante la mezza età, potrebbero svelare chi svilupperà l’Alzheimer. Lo riporta uno studio dell’Università di Otago, in Nuova Zelanda. Secondo i ricercatori una foto della retina già a 45 anni può predire chi soffrirà della forma più comune di demenza. Già in passato altri studi sul tema avevano dimostrato come lo stato di salute della retina di una persona anziana sia lo specchio della salute del cervello. MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 59
AGRITURISMO
di Elisabetta Tufarelli
VILLA FERIANI A MONTEGALDA, IN PROVINCIA DI VICENZA
Un gioiello tra alberi da frutta e Dolomiti
“C
i dedichiamo con amore e passione al nostro lavoro. Trenta anni fa mio marito Giovanni ha preso in mano i terreni di famiglia ed ha iniziato l’attività agricola”. Esordisce così Giulia che, insieme al marito, conduce Villa Feriani, una bellissima realtà a metà strada tra Vicenza e Padova, in località Montegalda. “Oltre ai seminativi e ai vigneti abbiamo alberi da frutta e coltiviamo ortaggi in serra. Oggi l’azienda agricola e l’agriturismo sono parti integranti della nostra vita”, spiega. L’agriturismo, in una tipica corte veneta a ferro di cavallo, si sviluppa come un vero e proprio borgo di campagna, ma
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elegante e ricercato, con un’offerta di numerosi servizi. Nata nel 2018, Villa Feriani ha due camere indipendenti e due appartamenti, per un totale di 10 posti letto a disposizione degli ospiti. Poco distante sorge la villa dove si trovano gli uffici amministrativi e l’abitazione della famiglia. Raffinatezza e natura si sposano perfettamente permettendo di dimenticare traffico e rumori cittadini, che vengono sostituiti dal profumo della lavanda e dal frinire di grilli e cicale. Questo agriturismo è davvero il posto ideale per farsi coccolare: ai bordi della grande piscina, con ricche prime colazioni a base di prodotti
provenienti dall’azienda agricola, o semplicemente passeggiando nel parco circostante. La struttura è un mix perfetto di antico e moderno con una minuziosa attenzione per i dettagli, il che permettere agli ospiti di vivere un’esperienza di completo relax e di godere delle vicinanze a mete turistiche d’arte, come Vicenza, Verona, Padova, Venezia e le famose ville palladiane. Nei dintorni, molti sono i luoghi d’interesse naturalistico: oltre ai colli Berici, ci sono gli Euganei; e non troppo lontane, le Dolomiti insieme alle Prealpi Venete e Abano Terme. Per gli appassionati delle due ruote sono numerosi i tragitti da sperimentare lungo l’argine del fiume Bacchiglione: da Montegalda verso Cervarese e Padova; da Longare, attraversando Costozza, Lumignano, Montegalda e Colzè; oppure i 15 chilometri
di pista ciclabile che portano a Vicenza. I bikers provetti possono cimentarsi, invece, nel percorso hard, che tocca Longare, i Colli Berici, la Strada bianca di Santa Tecla, San Rocco, Longara, Debba e Colzè. “L’attività agrituristica - commenta l’imprenditrice - sta andando abbastanza bene. La pandemia, in un certo senso, ha spinto verso le vacanze all’aria aperta, con meno folla e grandi spazi a disposizione. I nostri ospiti sono prevalentemente stranieri. Nel 2020 si parlava esclusivamente francese, il 2021 è stato appannaggio dei nord europei e quest’anno siamo già esauriti da giugno a settembre tra americani, australiani e nord europei, che hanno prenotato online”. Un agriturismo non può essere tale senza l’azienda agricola. “Siamo convinti che la natura e il suo equilibrio siano essen-
ziali per ottenere cibi genuini - racconta Giulia -. Un valore assoluto in cui crediamo profondamente e che si ritrova poi nei nostri prodotti fatti a mano da noi, come le farine, le polente, le conserve, gli insaccati, le verdure sott’olio e i nostri vini”. Uno spaccio aziendale, aperto da giugno 2015, accoglie le diverse preparazioni, che seguono il ritmo delle stagioni. I vini prodotti, VILLA FERIANI
Via Borgo, 16 36047 Montegalda VI Telefono: 347 083 3891 e-mail: info@villaferiani.it web: https://www.villaferiani.it/
vinificati e imbottigliati da una vicina cantina, sono prosecco Doc, Chardonnay e Cabernet taglio Merlot. A Villa Feriani si allevano anche galline, faraone, maiali e cinghiali. Il ristorante può ospitare fino a 30 persone e offre piatti tipici con prodotti aziendali. Molto apprezzata la cucina, con ricette a base di erbette di campo, come tarassaco, bruscandoli e carlini, con cui vengono realizzati crespelle, frittate e pasticci, dalla sopressa veneta con la zucca sott’olio, al cotechino in panbrioche allo stinco di maiale. “I dolci - conclude Giulia Feriani - sono a base della nostra frutta, come la panna cotta con salsa di fragole o la meringata, sempre con fragole. Il nostro ristorante è aperto per gruppi e piccole cerimonie da 15 a 30 persone e, per i nostri ospiti, organizziamo anche corsi di cucina”. MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 61
VINO
di Gabriella Bechi
VILLA BUCCI 2017, CASTELLI DI JESI, VERDICCHIO RISERVA D.O.C.G. CLASSICO
Alla ricerca dell’unicità
L’
innovazione è sempre stata al centro dei pensieri di Ampelio Bucci da quando nel 1950, ancora adolescente, iniziò ad occuparsi dell’impresa di famiglia (370 ettari, di cui 200 in pianura e il resto in media pianura e collina). L’azienda era tutta a mezzadria, ma già dagli inizi anni ‘60, Ampelio decise di liberare gradatamente tutti i terreni, lasciando le case ai contadini, creando così una delle prime realtà imprenditoriali. In quegli anni viveva a Milano, dove studiava alla Bocconi, e nei fine settimana andava nelle Marche per seguire l’azienda, destinata prevalentemente a cereali, grano duro e tenero, mais e barbabietola da zucchero. Dopo laurea, Ampelio inizia a lavorare, prima come dipendente, poi come consulente, in aziende internazionali del Made in Italy della moda e del design acquisendo grande esperienza del nuovo marketing basato sulla qualità, sui concetti del bello e del buono. Intanto si stava facendo largo sul mercato una nuova immagine dei vini ita-
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liani e così pensa di mettere a frutto le sue competenze in questo settore. “Sulla base di indicazioni di amici della Borgogna - racconta - effettuai con Assam l’analisi di tutti i nostri terreni collinari alla ricerca di uno adatto a grandi vini bianchi. Dopo aver individuato sette aree privilegiate per un totale di 27 ettari e dopo aver a lungo pensato se scegliere di piantare Chardonnay o il nostro Verdicchio, tra il 1974 al 1980, per amore della mia terra, piantai sei vigneti di Verdicchio: la sfida era migliorarne la qualità e l’immagine, puntando sull’unicità”. Nel 1978, Ampelio Bucci acquistò l’unica vigna della valle del fiume Misa già vecchia di 15 anni con l’obiettivo di selezionare cloni ‘originali’ e ‘meticci’. “Oggi abbiamo un nostro vivaio, i cui cloni vengono utilizzati in oltre il 40 % delle viti”. Alla fine del 1997 inizia il percor-
so biologico certificato che oggi è completato da 25 anni e che ha portato anche a numerose innovazioni in vigna. Recentemente sono stati sperimentate tecniche particolari per abbassare la gradazione alcolica dei vini, che oggi è scesa a 13 gradi. Ma per Ampelio Bucci innovare oggi significa soprattutto spostarsi verso la sostenibilità e l’economia circolare: Reuse, Reduce, Recicle. La produzione attuale è di 150.000/200.00 bottiglie, di cui il 40% viene esportato in 25 Paesi del mondo. Due le tipologie di Verdicchio: un vino dell’annata, il Bucci Classico e una riserva, Villa Bucci. Un marchio punto di riferimento per questa varietà, che ha ottenuto moltissimi riconoscimenti, l’ultimo dei quali viene dal celebre magazine Usa “Wine Enthusiast” che, nella classifica 2021, incorona l’annata 2019 del Bucci Classico primo vino bianco del mondo. Ma il fiore all’occhiello dell’azienda resta il Villa Bucci. Da uve 100% Verdicchio proveniente solo da “vecchie vigne” (40 e 50 anni), affinato per un anno/ un anno e mezzo in botti di Rovere di Slavonia da 50 e 75 hl. e almeno un anno in bottiglia, è un bianco con caratteristiche da “rosso”. Colore paglierino brillante ed intenso con riflessi verdolini, il naso è complesso, imponente, elegante in cui si avvertono: nocciola, miele, spezie, pietra focaia; in bocca è pieno, armonico, equilibrato e persistente.
MADONNINA DEL PESCATORE DI MORENO CEDRONI A SENIGALLIA (AN)
Dove la sperimentazione non si ferma
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avanti il mare e l’interminabile spiaggia di Marzocca nel comune di Senigallia, in provincia di Ancona, dietro le verdi e accoglienti colline marchigiane, nei dintorni città e paesi ricchi di arte e di storia. É qui che sorge la Madonnina del Pescatore, l’attività più longeva (nata nel 1984) di Moreno Cedroni, uno degli chef italiani più innovativi della cucina internazionale. Un luogo dove la tradizione abbraccia la sperimentazione, un palco dove non ci si ferma mai, teatro di un’arte culinaria dinamica ed eternamente giovane. Perché questa è la filosofia di Moreno Cedroni, autodidatta, con la passione per la cucina, curioso e geniale. La sua attività inizia proprio qui, alla Madonnina del Pescatore, ma la sete di nuove esperienze lo portano presto a frequentare corsi, fare stage (fondamentale per il suo percorso quello da Ferran Adrià), girare il mondo per conoscere le tradizioni culinarie di altri Paesi, assaggiare sapori diversi. Sperimentare, unire la cucina mediterranea a quelle di altri Paesi, utilizzare tecniche nuove era l’obiettivo di allora e rimane quello di oggi. Anche se i riconoscimenti sono arrivati presto: nel 1996 la prima stella Michelin e nel 2006 la seconda. Ma la fervida mente di Cedroni non si è mai fermata: nel 2000, nella baia di Portonovo, oasi incontaminata del parco del Conero, apre Il Clandestino, punto di riferimento per gli
amanti del crudo. Una palafitta, simbolo di una grande avventura gastronomica: la riforma di un piatto famoso, il sushi, qui diventato susci, utilizzando non solo i quattro cinque ingredienti classici, ma tutti quelli della cucina mediterranea. Nel 2003 nasce la prima salumeria ittica, Anikò: un chiosco che propone uno street food di qualità e, contestualmente, l’Officina Cedroni, un laboratorio sperimentale dove vengono prodotti salumi e conserve di pesce, marmellate, confetture, sughi ed altri prodotti selezionati e confezionati. Nel 2021 inizia la costruzione di un orto marino di fronte alla Madonnina del Pescatore: un progetto che riporta in vita il paesaggio CUORE DI POLPO
Con il Villa Bucci 2017 della cantina Bucci, Moreno Cedroni consiglia il Cuore di polpo: polpo, cuore di vitello, mascarpone, mostarda, senape e quinoa fritta
del lungomare di Senigallia degli anni ’60, che fornirà anche erbe aromatiche al ristorante. L’architettura e l’ambientazione del locale, progettato da Fabio Ceccarelli, riflettono una modernità essenziale, flessibile e attenta al servizio, curato impeccabilmente dalla “padrona di casa”, la moglie Mariella. La cucina, che si avvale della preziosa collaborazione del sous chef Luca Abbadir, è incentrata per lo più sul pesce, ma non mancano i patti a base di carne. Tre i menù: Ricordi d’Infanzia, Mariella e Luca e Moreno...no pesce. Superba la carta dei vini curata dallo stesso Cedroni e da Silvia Tessi, con le Marche sempre in vetrina, anche con annate storiche, etichette nazionali e molte francesi. Tanti anche i libri scritti da Moreno Cedroni: dal primo “Sushi & Susci” nel 2001, a “Multipli di venti” in cui racconta i primi vent’anni della sua carriera; da “Maionese di fragole”, il primo libro di narrativa con consigli di educazione alimentare per bambini, fino a “Susci più che mai”. “Per mettere nero su bianco il mio percorso”, dice Cedroni. Via Lungomare Italia 11, Senigallia (AN). MARZO 2022 | MONDO AGRICOLO | 63
BUONO A SAPERSI
di Gaetano Menna
SAGGIO SU ANTROPOLOGIA E FONTI VISIVE
Emigranti cineasti
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el fenomeno migratorio italiano negli Stati Uniti, a cavallo tra ‘800 e ‘900, abbiamo una visione ben rappresentata dalla famosa canzone “Lacreme napulitane”, scritta da Libero Bovio nel 1925. Il testo è una lettera riadattata di un emigrante alla madre (“pe’ nuje ca ‘nce chiagnimmo/ ‘o cielo ‘e Napule/ comme e’ amaro stu pane”). C’è anche un’altra faccia della migrazione, quella di chi è riuscito ad affermarsi, a dimostrare il proprio talento imprenditoriale e che, di fatto, ha creato il
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primo ponte di collegamento del made in Italy con l’America. Alberto Baldi - direttore del Museo antropologico multimediale dell’Università di Napoli e della rivista “EtnoAntropologia” - ha da tempo rivolto un’attenzione particolare alle fonti visive colte in una prospettiva antropologica. Baldi pubblica ora l’approfondito saggio Emigranti cineasti. Regie di un successo. Basilicata-
STORIA DI RISCATTO E RINASCITA
“L’orrore e la bellezza. Storia di una storia” (AnimaMundi Edizioni) è l’autobiografia di Davide Cerullo. Un bambino nato nella periferia di Napoli negli anni ‘70, con la delinquenza come orizzonte di ogni giornata. Scrive di lui Erri De Luca, che firma la prefazione del volume: “Cresciuto nel quartiere della droga, dal fondo di prigione ha trovato il suo nome scritto nella Bibbia: Davide! Ha staccato di nascosto le pagine, le ha lette e da lì è cominciata una persona nuova”. 64 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2022
America, 1900-1950” (Squilibri Editore, libro+DVD); oltre al DVD allegato sono stati resi fruibili ulteriori materiali video tramite QR Code. L’antropologo ha approfondito, in particolare, come vennero raccontate le storie di successo degli emigranti lucani; i mezzi impiegati furono il simbolo di una modernità tecnologica che consentì più efficaci documentazioni proto-multimediali. Da qui l’impiego di apparecchi fotografici, cineprese e proiettori, in associazione a grammofoni a tromba e ad altri strumenti musicali per un’appropriata colonna sonora. Quei filmati raccontarono le nuove e scintillanti esistenze negli Stati Uniti, da proiettare a congiunti e amici in occasione di ritorni, sapientemente orchestrati, ai Paesi d’origine ed alimentarono il sogno americano.
BUONO A SAPERSI
IL MISTERO SI NASCONDE PURE NELLA FILASTROCCA
Magica poesia profeta. Pensiamo alle Sibille che davano i loro responsi in versi, aggrovigliandoli in
Nerone fu l’allievo di Seneca, Teodorico si giovò di Boezio e Michele Scotto fu l’assistente di Federico II. Ma volendo cercare in tempi più vicini, magia e superstizione stettero sempre accanto ai troni ed alle sedi dei potenti, da Napoleone a Hitler. L’autore si sofferma anche su quelle formule che spesso i bimbi ripetono a memoria, enigmi che come “Ambarabà, ciccì coccò” solo a pochi che, all’apparenza, sembra era consentito nonsense. Soffermiamoci però di penetrare. sui suoi versi “quattro vecchie Magia e poesia sul sofà/ una fila, una taglia…”, spesso si uninon è difficile riconoscere in vano al potere; loro le Parche o le Moire che accanto ad un filano e tagliano le vite umane; sovrano, ad per cui, nella filastrocca, non si avvero particolare ed af- un tiranno, ad un dittatore, si sta parlando di cose infantili, fascinante il corposo sag- trovava un mago, un genio, un ma dell’esistenza e del destigio “Magia e poesia” saggio, uno stregone. In queno. In chiusura del volume tra storia, leggenda e letteratura sto caso Merlino fu il mentore il “Dizionarietto magico”, da - dello studioso Carlo Lapucci, ed il consigliere d’Artù, come ‘Alchimia’ a ‘Versipelle’ (colui che inaugura la collana “Notabi- Nestore lo fu di Agamennone; che cambia pelle, ovvero il lia” di Graphe.it Edizioni. L’auSaul ebbe Samuele, Erode aveva licantropo). tore ha suddiviso il suo libro in i suoi maghi e, storicamente, due parti. La prima è dedicata ai “maghi poeti” (da Medea alle g LE CASE DEL SOLDATO Sibille, da San Cipriano a Nicholas Flamel, senza dimentica- Irene Guerrini e Marco Pluviano studiano da decenni la storia re Nostradamus e Cagliostro); la della prima metà del Novecento; pubblicano ora il saggio “Le seconda ai grandi “poeti maghi” case del soldato” (Gaspari Editore di Udine). Esse furono istitui(Virgilio e Dante in primis). te, anche al fronte, con il contributo determinante dei cappellani La magia era anche poesia e militari. Crebbero costantemente nel numero e nella qualità e spesso, nella stessa persona, quantità dei servizi offerti ai combattenti. Lo scopo di questa grande convergenza di sforzi fu la gestione in sicurezza del tempo libero e del morale dei combattenti. si trovavano sia il vate, sia il
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CAMPI SONORI
di Gaetano Menna
DISCO DI MARCO MASONI
Onirica memoria
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on ci era sfuggita sui social la foto dell’incontro tra Marco Masoni (il leader dei Germinale, storica band del neoprog degli anni ‘90) e Matthias Scheller (discografico illuminato che, con la label AMS Records, crea davvero un prezioso ponte tra gli anni ‘70 e l’oggi). Dal loro incontro è nato il secondo pregevole CD solista di Masoni, “Il vero è nella memoria e nella fantasia”; un titolo che sintetizza bene il senso del nuovo lavoro, che si nutre di rimembranze e sguardi Fellini, un sognatore onirici. Il brano-manifesto - dia- «Il sogno è la cosa logo su “Artemidoro, Fellini ed i più reale che esista»
CANTI GRANDI E MICRO
Gargarismi
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redici canzoni ed otto microcanzoni che durano meno dei gargarismi (dai 18 ai 39 secondi). In realtà il titolo del nuovo CD, “Gargarismi” (Storie di Note. fr), del cantaingegnere e polistrumentista Gigi Marras è l’anagramma del nome dell’autore (v. la cover). I brani - suonati con i Bufobaldi (acronimo con le sillabe iniziali dei nomi dei musicisti Busu, Fois, Baldino) - sono nati in pieno lockdown, come sfogo, reazione ed evasione alla situazione in atto; nella canzone “Una chitarra piccola piccola” ha spiegato bene il senso di inquietudine di quei momenti bui (“una canzone piccola piccola/ con grandi cose da raccontare/ ma il nero confonde, ci ruba la memoria/ e le pagine di questa storia”). La gran parte dei micro brani sono dei trailer, cioè anticipazioni di canzoni dei prossimi CD. Ad aprire il disco “Non ho voglia di studiare”, che - nella versione trailer del CD precedente - ha spopolato nei video dei giovani utenti del social media Tik Tok.
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sogni” - traccia la rotta (con una citazione felliniana, “il sogno è la cosa più reale che esista”). Una lunga suite ci ricorda poi lo scorrere del tempo, che però fa da collante (“il tempo rassoda e indurisce”); la traccia “La primavera” parla di rinascita che, nonostante tutto, trabocca nella vita. Il disco è riflessivo, stimolante e coinvolgente, con un sound variegato, a cavallo tra ballate acustiche e sonorità folk-prog, con una particolare rilettura del Lucio Battisti del dopo Mogol (Madre Pennuta, dall’album Don Giovanni) e con omaggi a Umberto Eco e Carlo Striano. È stato stampato nel curato formato CD papersleeve, come un LP gatefold in miniatura.
Imenotteri e cosmi Echi, citazioni, intuizioni… il nuovo vinile del cantautore lecchese Nico Maraja “Imenotteri e cosmi” (Noteum) si snoda nel particolare gioco dei rimandi. I dieci brani inediti proposti nascono da mere suggestioni, intuizioni, evocazioni di canzoni storiche e non solo. E così “In un dipinto di blu” nasce pensando a Volare di Modugno, Nessun dorma della Turandot di Puccini ed ai voli nel blu delle tele del pittore Chagall. Il brano “Ad olio” prende spunto da Acquarello di Toquinho; l’idea della canzone “Priscilla” viene da Maria di West Side Story; “Io che amo mille cose” ribalta il concetto del brano di Endrigo (Io che amo solo te). Quella realizzata da Maraja è senz’altro un’operazione raffinata e colta; va detto però che ha una sua coerenza, una sua unicità e conquista all’ascolto. Dalla canzone cult Il Mondo di Fontana, l’illuminazione per la title track, in cui canta: “La terra gira attorno ad un asse un po’ scomposto, scompone tutto e poi rimette tutto a posto”. Ed è proprio così.
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