Mondo Agricolo n. 9 (2018)

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MACROSCENARI PREZZI • DOPO BREXIT • SPIGHE VERDI • LADRI DI GPS • SYNGENTA AGRICOLTURA 4.0 • DNA FRUMENTO LATTE BIO • ZOO-INNOVA • VOLTI DEL LATTE • CLASS ACTION SELVATICI • SCULTRICE RURALE • DONNAGRICOLTURA TOUR

Cremona: passerella zootecnica

Coltivazione canapa, Storia di Confagricoltura: Agricoltura sociale: indispensabile fare associazione più longeva terzo bando assegnerà chiarezza normativa raccontata in un libro 120 mila euro Anno LXIX - n. 9 - SETTEMBRE 2018 - TAR. R.o.c. - Poste Italiane spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1 Comma 1 Aut. C/Rm/18/2012 Periodico di Tecnica, Economia e Politica Agraria - 1 copia euro 3 - Autorizz. Trib. di Roma n. 1662 del 22/06/1950 - Editrice Sepe - 00186 Roma - Corso Vittorio Emanuele II, 101



L’ E D I T O R I A L E nnn

Non c’è crescita senza innovazione

L

o scenario economico internazionale appare sempre più complesso: la compagine europea agitata da correnti spesso marcatamente divergenti, la problematica gestione dei flussi migratori, l’imminente scadenza della Brexit, sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono all’attuale criticità. A rendere ancor più difficili le relazioni internazionali ci sono anche le crescenti tensioni commerciali di questi ultimi mesi. Ad una prima lettura dei fatti si direbbe che, in questo quadro, gli Stati Uniti stiano applicando una politica meramente protezionistica che miri a tutelare i propri interessi. In realtà i dazi Usa, imposti dapprima su alluminio e acciaio, poi estesi ad altri prodotti, sottintendono ad una strategia precisa e più profonda e sono serviti per aprire altri fronti di negoziazione a livello internazionale. Sarebbe riduttivo infatti ignorare le linee strategiche statunitensi che, tra le altre cose, hanno previsto lo stanziamento di 12 miliardi di dollari a sostegno degli agricoltori americani fortemente penalizzati dai dazi imposti da Cina, Canada e dalla stessa UE, in risposta alle tariffe daziarie americane. Sicuramente Trump mira a ridurre il disavanzo commerciale statunitense e a favorire le proprie produzioni. Ma non c’è solo questo, piuttosto un disegno più ampio. Una nuova attenzione per l’agricoltura (lo stanziamento di fondi a sostegno degli agricoltori ne è prova tangibile), la ricerca di nuovi sbocchi commerciali, il conseguimento della digitalizzazione dei processi produttivi e l’introduzione dell’innovazione tecnologica in agricoltura e quindi l’adoperarsi per fare arrivare la banda larga anche nelle zone rurali, preziose per la crescita di competitività di un Paese. Questi stessi obiettivi sono parte integrante anche della nostra visione e il nostro impegno per il loro raggiungimento è massimo. Perché non si può essere presenti sulla scena internazionale senza quell’innovazione che oggi è fondamentale per essere competitivi. E l’agricoltura non può essere tagliata fuori da quel processo di digitalizzazione che sta investendo i principali settori produttivi. Adesso, alla vigilia della riforma della PAC, a pochi mesi dalle elezioni europee, si deve tener conto di questo e puntare - con misure ad hoc - sull’agroalimentare italiano, settore strategico per lo sviluppo del sistema Paese. Massimiliano Giansanti SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 3


SOMMARIO L’EDITORIALE Non c’è crescita senza innovazione Massimiliano Giansanti................. 3 APERTURA ITALIA Non spegnere la luce sul ponte Andrea Sampietro........................ 6

In copertina il quadro “Camminare sul mondo” di Giampaolo Atzeni

PRIMO PIANO RAPPRESENTANZA Rilanciare la canapa Gaetano Menna........................... 8

Direttore responsabile Gabriella Bechi Coordinatore responsabile Gaetano Menna

La sfida del latte bio Anna Gagliardi.........................

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ATTUALITÀ INTERNAZIONALIZZAZIONE Brindisi a Nuova Zelanda Gabriella Bechi......................... 37 Macroscenari Lodovico Fiano.........................

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SPECIALE CEREALI AUTUNNO VERNINI Il DNA del frumento Claudio Costantino .................... 44 Analisi di mercato Silvia Piconcelli ........................

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ATTUALITÀ SINDACATO Diffida alla Regione Roberta Strappaghetti.................

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Editrice Sepe Presidente Diana Theodoli Pallini Direzione, Redazione e Amministrazione Corso Vittorio Emanuele II 101, 00186 Roma Tel. +39.06.6852329 mondo.agricolo@confagricoltura.it Abbonamento annuo Testata associata all’USPI

Italia, Euro 30,00 Conto corr. postale n.33755000 Intestato a: Sepe - Mondo Agricolo, Roma Autorizzazione Tribunale di Roma, n. 1662 del 22/06/1950 Pubblicità

La carica dei 31 Anna Gagliardi.........................

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Agricoltura sociale: terzo bando Elisabetta Tufarelli.....................

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Storia della Confagricoltura Gaetano Menna.........................

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UNCAI NOTIZIE ATTUALITÀ INNOVAZIONE L’agricoltura del futuro Gaetano Menna.........................

Edagricole - New Business Media srl Piazza Galileo Galilei 6, 40123 Bologna Tel. +39 051.6575.822 Fax +39 051.6575.853 pubblicita.edagricole@newbusinessmedia.it Ufficio Traffico Tel. +39 051.6575.842 impianti.edagricole@newbusinessmedia.it Stampa e diffusione a cura di New Business Media srl Via Eritrea 21, 20157 Milano Stampa: Litorama spa - Milano

SPECIALE FIERE ZOOTECNICHE L’ombelico del mondo Claudio Costantino....................

Le news dei contoterzisti.................................. 33

22 Rubriche

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Mappamondo Francia latte. . . . . . . . . 42 EPS Class action. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48 Organizzazione Lamezia. . . . . . . . . . . 50 Enapra Formazione Lazio. . . . . . . . . . 56 Over 65 Automobile Onlus. . . . . . . . . . 58 Agriturismo Terranova. . . . . . . . . . . . . 60 Buono a sapersi Scultrice. . . . . . . . . . 64

Confagricoltura

@Confagricoltura

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APER T UR A I TALI A

Non spegnere la luce sul ponte La tragedia di Genova e il dolore per le vittime. Necessario ricostruire in fretta e bene: il crollo del ponte Morandi ha tagliato in due la naturale via stradale per l’export di Andrea Sampietro direttore Confagricoltura Liguria

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ifficilmente avrei pensato di scrivere un articolo per il nostro Mondo Agricolo su un qualcosa che mi ha davvero “toccato” da vicino. Se non fosse stato, infatti, per una fortuita serie di coincidenze positive, insieme alla mia famiglia sarei transitato intorno a quelle maledette 11 e 37 del 14 agosto 2018 su quello che per tutti noi genovesi è, o meglio era, semplicemente “il Ponte”. Si potrebbe chiedersi subito, nel leggere questo mio pezzo, dove lo stesso voglia arrivare, che cosa lo stesso voglia trasmettere. Sarebbe certamente più facile “partire” con un più “formalmente corretto” incipit su ciò che quel crollo rappresenta e rappresente-

rà chissà fino a quando, in termini di disagio, danno economico e quant’altro non solo per Genova e la Liguria, ma per l’intero Paese. Ci ritornerò certamente su ciò, ma credo sia giusto prima di tutto contestualizzare, a livello di sentimento, e quindi di cuore, più che di ragione, e quindi lavoro, ciò che questo crollo è stato per noi genovesi. Ognuno di noi, infatti, poteva essere su quel ponte, perché quel ponte era Genova, le sue tortuosità, la sua logistica strappata al mare, la via di tutti i giorni, l’ultima immagine di quando partivi da casa tua, per lavoro o vacanza e la prima immagine al rientro, quella che ti faceva dire “ben ritornato a casa”. Ecco in questo fiume sentimenta-


Non lasciare nell’insicurezza la laboriosa comunità le va collocato il danno più grande, l’insicurezza che ha generato in una comunità forte e laboriosa quel qualcosa che nessuno potrebbe immaginare accadesse. Siamo nel 2018 e crolla un ponte? Ma chi se lo immaginerebbe mai. Dicevo: comunità forte e laboriosa che certamente ha, da sempre, saputo cavarsela da sola, non a caso Genova si è liberata da sola dei tedeschi al termine della seconda guerra mondiale e ha sempre saputo reagire a tutte le infinite alluvioni che l’hanno flagellata. Ma

qui è diverso, qui non si tratta di fango da spalare e macchine da ricomprare. Qui è qualcosa di più grosso ancorché lungo solo 1.800 metri. Qui si è spezzato un ponte e spezzato quel coraggio tutto marinaro di chi affronta la vita da sempre “in direzione ostinata e contraria” come cantava Faber. Abbiamo quindi bisogno, questa volta si, che le luci sul ponte non si spengano, fino a quando si riaccenderanno le 43 “pensate” da Renzo Piano per onorare le 43 innocenti vittime di un crollo simbolo dell’Italia logisticamente allo sbando. Non spegnerà certo la luce, quella luce, Confagricoltura, qui come altrove (e grazie a tutti per la vicinanza fin da subito in questa tragedia), perché quel ponte crollato non ha diviso solo il Levante ed il Ponente di Genova, le due riviere della Liguria ma l’asse tirrenico, ovvero quel cordone che costeggia tutto il Tirreno, sale su su fino a Genova per poi svoltare verso la Francia e la Spagna. Dicevamo il danno economico ed il disagio per l’Italia intera. Perché? Su quel ponte ogni anno transitavano 25 milioni e mezzo di veicoli, di cui la metà fatta di mezzi di trasporto (fonte Autostrade), merce di ogni tipo, non solo le aromatiche ed i fiori di Albenga e di Sanremo, ma anche vino ed olio del Ponente e tutto ciò che da est andava ad ovest e viceversa. Quel ponte era il naturale collegamento della parte padana del Paese con il maggiore porto italiano, da dove ogni anno parte l’80% dell’agroalimentare che via nave lascia l’Italia alla volta dei mercati emergenti, del sud est asiatico come dell’America. Quel ponte, crollando, ha tagliato in due la naturale via stradale per l’esportazione verso Francia, Spagna e Portogallo. Quindi un danno, enorme, per tutta l’agricoltura e l’agroalimentare italiano. Senza dimenticare che a livello autostradale il “by pass” è attuato con un aggravio di oltre

200 Km necessari a percorrere la A 26 da ovest verso est, prendere la bretella di Novi per ridiscendere sulla A 7 e ricongiungersi per proseguire verso la Toscana, alla A 12. Il tutto comporta, secondo le stime da noi fatte in Federazione, che un bilico che trasporti 20 carrelli di piante in vaso dal Ponente ligure fino alla Toscana, costa mediamente 1.200/1.500 euro in più, oltre ad impiegare circa 2 ore in più rispetto all’abituale tragitto che passava su Ponte Morandi. Senza contare l’impatto anche sul massimale di ore di guida che un camionista può accumulare. Quali scenari? Indubbiamente la speranza di noi tutti è quella che, una volta tanto, si faccia in Italia quello che non si è quasi mai visto, ovvero si attui una ricostruzione di qualità, in tempi ragionevoli, se non rapidi, senza beghe e contenziosi di sorta. Sarà così? Nei primi giorni dopo il crollo, superata l’emergenza, pareva fosse possibile, oggi, ad un mese di distanza dal crollo sono e siamo pervasi da quello scetticismo tutto genovese e ligure che speriamo tale rimanga sulla carta. Ma non basta. Occorre che queste drammatica esperienza sia di monito per chi deve gestire e manutendere una rete viaria, e spesso ferroviaria, vecchia, acciaccata e mal pensata. Occorre che si ripensi ad un sistema Paese che veda lo sviluppo del trasporto anche su ferro e su mare, con la famosa rete delle autostrade del mare, occorre non aver più indugio nell’affermare che non solo per la Liguria, ma per l’intero Paese, il Terzo Valico come la “Gronda” sono imprescindibili. Occorre farlo e farlo bene. E per sperare che ciò accada occorre non spegnere la luce sul ponte. Non facciamolo, sarebbe il peggior modo per onorare la memoria di 43 vittime, di cui oltre 30 più giovani di me, di cui una, purtroppo, mia amica. Genova si piega ma non si spezza, specie se non spegniamo le luci. nnn SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 7


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

Rilanciare la canapa

Convegno a Roma sulle opportunitĂ della coltivazione. Chiarezza normativa, sviluppo della ricerca, aggregazione, distretti di bioeconomia di Gaetano Menna

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«V

ogliamo parlare delle opportunità che la coltivazione della canapa può dare all’agricoltura e delle tante novità connesse e vogliamo aiutare i nostri agricoltori ad organizzarsi». Lo ha detto la componente di giunta di Confagricoltura, responsabile del “Tavolo Innovazione”, Diana Theodoli Pallini aprendo i lavori del convegno “Canapa industriale: storia, opportunità e criticità attuali, prospettive future” - organizzato a Roma e moderato dalla conduttrice del programma tv “Matrix” Greta Mauro - a cui hanno preso parte rappresentanti del mondo della produzione e della trasformazione, ricercatori e Istituzioni. Con la legge n. 242 del 2 dicembre 2016 recante “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” si è cercato di dare nuovo impulso alla produzione permettendo la libera coltivazione delle varietà indicate nel Catalogo comune delle specie di piante agricole di cui è consentita la coltivazione/ commercializzazione nei territori dell’Unione europea. Nel caso specifico della canapa, le varietà previste sono caratterizzate da valori di delta-9-tetraidrocannabinolo1 (THC) inferiori allo 0.2%, che non rientrano pertanto tra quelle a cui si applicano le disposizioni sugli stupefacenti e sulle sostanze psicotrope che in Italia sono disciplinati dal DPR 9 ottobre 1990, n. 309. «Abbiamo una buona legge, ma - ha osservato Theodoli Pallini mancano passaggi normativi importanti che facciano chiarezza su determinati aspetti». Come nel caso degli alimenti a base di canapa (oli e farine e loro derivati), per i quali non sono stati definiti i livelli massimi di residui di THC ammessi, che dovrebbero essere stabiliti con un decreto del ministero della Salute che l’Organizzazione degli imprenditori agricoli si augura venga emanato al più presto. O in quello delle proprie-

Presentato dossier per includere l’olio di CBD tra i novel food tà nutraceutiche del cannabidiolo (CBD) che, contrariamente al THC, non ha effetto psicoattivo e che, tra i suoi potenziali effetti terapeutici, esercita un’azione antiossidante, antinfiammatoria, anticonvulsivante. Sebbene gli effetti benefici del CBD siano stati confermati da vari studi clinici pubblicati sulle più importanti riviste del settore, in Italia il percorso per arrivare ad un suo utilizzo come nutraceutico è tutto da fare, anche se il ministero della Salute ha presentato un dossier per includere l’olio di CBD tra i novel

food, facendolo così rientrare negli alimenti e non nella farmaceutica. «Per uno sviluppo equilibrato e dalle basi solide occorre integrare i diversi segmenti produttivi in distretti di bioeconomia agricola attraverso l’aggregazione degli agricoltori, dei fornitori di servizi, dell’agroalimentare e dell’agroindustria», ha sottolineato Massimo Borrelli, coordinatore Gruppo di lavoro canapa della Federazione nazionale di prodotto Bioeconomia, prodotti e processi innovativi di Confagricoltura. Tra le questioni su cui serve chiarezza normativa c’è quella che ri-

Diana Theodoli Pallini

CIRCOLARE MINISTERIALE ESTREMAMENTE RESTRITTIVA

Il ministero dell’Interno, a fine luglio, ha diramato una circolare concernente “Aspetti giuridico-operativi connessi al fenomeno della commercializzazione delle infiorescenze della canapa tessile a basso tenore di THC e relazioni con la normativa sugli stupefacenti”. La circolare - diretta a fornire prioritariamente indicazioni sulla commercializzazione di infiorescenze per consumo personale attraverso il fumo o altra analoga modalità di assunzione in rapporto alla normativa sugli stupefacenti - contiene interpretazioni della legge 242/16 e della circolare del Mipaaf 5059 del 23 maggio 2018 estremamente restrittive che rischiano di creare notevoli problemi all’intero settore. SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 9


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

Disciplinare di Confagri Cia e Federcanapa dedicato a infiorescenze guarda le infiorescenze che - pur non essendo citate espressamente dalla legge n. 242 del 2016 né tra le finalità della coltura, né tra i suoi possibili usi - rientrano nell’ambito delle coltivazioni destinate al florovivaismo, purché tali prodotti derivino da una delle varietà ammesse. Con la circolare del 21 maggio 2018 è stato fatto un primo passo molto importante per il riconoscimento delle infiorescenze, che rappresentano il punto più delicato della legge, ma resta ancora da chiarire come possono essere utilizzate. È stato quindi annunciato che Confagricoltura, Cia e Federcanapa hanno varato un disciplinare di produzione dedicato all’infiorescenza di canapa coltivata in Italia, che definisce le buone pratiche di produzione e gestione della filiera, partendo dal seme, dalle aree di produzione, dalla gestione del suolo e dall’irrigazione fino al prodotto finale che sarà tutelato da un marchio che si sta perfezionando. Si pensa pure di coinvolgere il sistema dei controlli; «il mondo agricolo è aperto al confronto, non ha timori, chiede più comunicazione con le forze dell’ordine». Per Ivan Nardone di Cia Agricoltori «la legge 242 è una buona legge, che ha permesso agli agricoltori di incrociare un mercato molto interessante, da ciò la necessità di fare chiarezza». «Il disciplinare ha commentato Giacomo Bulleri, avvocato, coordinatore del testo va visto come punto di arrivo ma anche di partenza, ha la funzione di garantire le richieste della legge e di colmarne le lacune, standardizzando le procedure, così da dare certezze a chi vuole investire in questa coltura».«La canapa - ha aggiunto Borrelli - va immessa sul mercato per questo la legge non può dare solo regole di coltivazione. Con il codice di autodisciplina stiamo facendo quello che negli 10 | MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2018

anni ‘80 è stato fatto per il biologico e che successivamente è stato recepito dal legislatore». Riguardo all’uso delle infiorescenze Beppe Croce, presidente di Federcanapa, ha fatto presente che «ci sono già le regole per il florovivaismo, come per il fumo e per la cosmetica, mentre l’impedimento riguarda il food, perché la legge parla di semi e non dà regole sul contenuto di THC negli alimenti»; ha quindi chiesto «la liberalizzazione della concessione, ora in esclusiva, per le sementi, per creare una filiera italiana e ridurre la forte dipendenza dall’estero». «Per stabilire cosa si può fare con “altre parti” della pianta bisogna

aprire una riflessione con altri ministeri più competenti, oltre a quello delle Politiche agricole - ha dichiarato l’on. Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura della Camera -. Stiamo facendo un percorso nuovo che fino a qualche anno fa era impensabile, facciamolo bene». «Per migliorare la legge esistente e creare reali opportunità per gli agricoltori vogliamo proporre un tavolo di filiera al quale partecipino anche gli altri ministeri, la ricerca e i rappresentanti dei produttori e di tutte le categorie coinvolte – ha aggiunto Pietro Gasparri, dirigente del ministero delle Politiche agricole -. Bisogna incentivare la


Aprire ai privati produzione di cannabis ad uso terapeutico

ricerca e la meccanizzazione». Anche Gianpaolo Grassi del CREA ha rilevato la necessità di «aumentare la ricerca, in particolare per l’individuazione di nuove varietà di piante, con caratteristiche diverse da quelle attualmente esistenti e depositate in catalogo». Si pensa a nuove varietà di canapa maggiormente rispondenti alle nuove esigenze industriali e di mercato e, in funzione delle nuove varietà, devono essere anche valutate le tecniche agronomiche più adatte ed affinate le macchine per la raccolta in relazione ai diversi impieghi. Tra i temi dibattuti durante il convegno anche quello di aprire ai

privati la possibilità di produrre cannabis ad uso terapeutico. Le aziende agricole sono pronte ad organizzare specifiche filiere tracciate e controllate per soddisfare la domanda crescente del sistema sanitario nazionale. La ministra della Salute Giulia Grillo sembra aver accolto le richieste di Confagricoltura emerse nel convegno, quando a fine luglio ha annunciato che verrà bandita una manifestazione di interesse per una partnership pubblico-privata, per aumentare la produzione della cannabis terapeutica in Italia. Va ricordato, a questo proposito, che oggi i quantitativi di cannabis distribuiti dalle farmacie sono

ancora insufficienti a soddisfare la domanda nazionale da parte dei pazienti; provengono prevalentemente dall’Olanda e dalla Germania e solo in piccola parte da produzioni nazionali, oggi affidate esclusivamente all’Istituto Chimico Farmaceutico militare di Firenze. Nel corso del dibattito l’on. Giuditta Pini della Commissione Affari sociali della Camera, esprimendo disappunto per alcuni esempi di cattiva informazione sui prodotti a base di canapa, ha detto che «bisogna trattare la cannabis medica come un qualsiasi altro farmaco». «Non deve essere un tabù produrre cannabis per fini terapeutici, di cui siamo deficitarii - ha detto Theodoli Pallini -. I produttori agricoli, che già coltivano canapa industriale (coltivazioni con THC inferiore allo 0,2%) hanno tutte le competenze organizzative ed agronomiche per farlo». C’è stata la testimonianza dell’imprenditrice Ornella Palladino, presidente di “Salute Sativa”, azienda Italiana che si occupa di canapa dalla semina alla commercializzazione, passando dalla lavorazione dei suoi semi. «Anche se il settore è in fortissima espansione - ha fatto presente nel suo intervento - sono troppe le difficoltà ad investire in questa coltivazione, nonostante le opportunità imprenditoriali che offre, per le leggi lacunose che determinano “zone grigie”. Lacune e incertezze frenano lo sviluppo». In chiusura gli interventi di due giovani agricoltori - Claudio Previatello, florovivaista veneto, e Giovanni Gioia, cerealicoltore siciliano - che hanno raccontato esperienze ed aspettative. Il primo ha sollecitato «leggi chiare, semplici e dirette», il secondo ha chiesto «ricerca varietale specifica per il Meridione e percorsi di collaborazione di filiera». nnn SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 11


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

FEE e Confagri hanno assegnato le bandiere “Spighe Verdi” a comuni e borghi rurali attenti a territorio e sostenibilità di Anna Gagliardi

La carica dei 31

H

anno appena tre anni di vita, ma crescono insieme al numero dei Comuni che se le sono aggiudicate: sono le Spighe Verdi, il corrispondente delle Bandiere Blu per le città di mare, nate per volontà della FEE - Foundation for Environmental Education - in collaborazione con Confagricoltura, e che si sviluppano attraverso un percorso di coinvolgimento dei Comuni attenti alle politiche di gestione sostenibile del territorio. Il riconoscimento si rinnova ogni anno e viene assegnato se l’impegno delle amministrazioni in questa direzione è costante. Alla terza edizione della cerimonia di consegna delle Spighe Verdi, svoltasi a luglio nella sede del ministero dei Beni Culturali, ha partecipato una folta rappresentanza dei trentuno Comuni italiani premiati per il 2018. Alla prima edizione erano appena tredici. Si tratta di realtà rurali, borghi e piccole città che hanno messo in atto e condiviso strategie di intervento capaci di giovare all’ambiente e alla qualità della vita. Dalla raccolta differenziata alle piste ciclabili, dall’agricoltura innovativa all’assetto urbanistico,

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dalla valorizzazione del patrimonio naturalistico alla ricezione turistica, dall’accessibilità all’animazione culturale: elementi che sono anche alcuni degli indicatori che guidano il programma Spighe Verdi, suscettibili di variazioni in un’ottica di continuo miglioramento e coinvolgimento delle amministrazioni comunali. L’opinione pubblica nel corso de-

gli anni è diventata sempre più sensibile a questi temi, grazie agli effetti reali che politiche attente e mirate possono generare a favore di un territorio, dei suoi abitanti e dei suoi fruitori. In questo ambito l’agricoltura svolge un ruolo di primo piano, in particolare se le aziende agricole e le Istituzioni locali condividono gli obiettivi della conservazione del paesag-


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Mazza: «Spighe Verdi valorizza ruralità anche in ottica occupazionale» gio e della valorizzazione delle produzioni tipiche locali. Non è un caso che tra le Spighe Verdi figurino molte località celebri per le eccellenze enogastronomiche

o per essere meta turistica d’élite. “Sovente si tratta di Comuni che hanno fatto della sostenibilità la loro grande occasione e dell’agricoltura il settore da cui far partire la rivoluzione culturale”, sottolinea il direttore generale di Confagricoltura Francesco Postorino, evidenziando come Spighe Verdi possa rappresentare una svolta, anche in termini di marketing e

comunicazione, per le realtà finora poco conosciute. Una carta importate da giocare sul tavolo della competitività territoriale, così come in oltre trent’anni di vita hanno fatto i Comuni Bandiere Blu. “Spighe Verdi - aggiunge il presidente di FEE Italia Claudio Mazza - si sta dimostrando un efficace strumento di valorizzazione del SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 13


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

Postorino: «L’agricoltura settore da cui far partire la rivoluzione culturale»

Mazza e Postorino

nostro patrimonio rurale, ricco di risorse naturali e culturali, anche in un’ottica di occupazione”. Affinché il programma raggiunga il massimo del risultato, sono necessari due elementi essenziali: la volontà dell’amministrazione comunale di iniziare un percorso di miglioramento e la partecipazione della comunità e delle imprese, in particolar modo quelle agricole, alla sua realizzazione. Per portare i Comuni rurali alla graduale adozione del processo, FEE Italia ha condiviso con Confagricoltura una griglia di una settantina di indicatori suddivisi in sedici sezioni, in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità. Le candidature si aprono ad inizio anno attraverso la piattaforma web del sito www. spigheverdi.net, dopodiché FEE provvede ad inviare il questionario alle amministrazioni che si sono iscritte, iniziando così il percorso. Una commissione composta da enti e istituzioni valuta le candidature e assegna le Spighe Verdi ai Comuni più virtuosi che, nella cerimonia ufficiale di pre14 | MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2018

miazione, riceveranno la grande bandiera azzurra con l’emblema della spiga da issare con orgoglio sul proprio territorio. La procedura è stata messa a punto in base allo schema UNIEN ISO 9001-2015 e, nella fase di valutazione, ha visto il contributo di Confagricoltura e di un gruppo

di lavoro composto da rappresentanti del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del Turismo, del ministero per i Beni e le Attività culturali, del Comando Unità Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri, dell’ISPRA e del CNR. Tra i sostenitori di FEE Italia figura anche Japan Tobacco International che, dallo scorso anno, si è impegnata nella realizzazione del progetto “JTI Clean Way”: un viaggio a tappe all’insegna della sostenibilità ambientale per mettere in connessione Comuni certificati Bandiera Blu e Spighe Verdi, condividendo e valorizzando le azioni green portate avanti dalle comunità locali. nnn

COMUNI “SPIGHE VERDI 2018” PIEMONTE

Alba (Cuneo)

LIGURIA Lavagna (Genova) VENETO TOSCANA

Calalzo di Cadore (Belluno), Caorle (Venezia), Montagnana (Padova) Castellina in Chianti (Siena), Bibbona, Castagneto Carducci (Livorno), Fiesole (Firenze), Massa Marittima (Grosseto)

MARCHE

Mondolfo (Pesaro-Urbino), Esanatoglia, Matelica, Montecassiano (Macerata), Grottammare (Ascoli Piceno), Numana (Ancona)

UMBRIA

Montefalco (Perugia)

ABRUZZO LAZIO CAMPANIA

Giulianova, Tortoreto (Teramo) Canale Monterano (Roma), Gaeta (Latina) Massa Lubrense (Napoli), Agropoli, Ascea, Pisciotta, Positano (Salerno)

PUGLIA Castellaneta (Taranto), Carovigno, Ostuni (Brindisi) CALABRIA SICILIA

Trebisacce (Cosenza) Ragusa


Promotori Confagri e Onlus Senior. Tre premi da 40 mila euro e otto borse di studio universitarie ai migliori progetti aziendali di Elisabetta Tufarelli

“L’

agricoltura, nella sua dimensione etica, unisce l’attenzione alle persone all’attività economica ed imprenditoriale. L’inclusione sociale è importante anche per il nostro settore. Perciò occorre sostenere l’agricoltura sociale, incoraggiando e accompagnando lo sviluppo di attività imprenditoriali capaci di coniugare sostenibilità e innovazione”. Lo ha messo in evidenza il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti in occasione della premiazione della scorsa edizione del concorso “Coltiviamo agricoltura sociale”. E questo è anche l’obiettivo della terza edizione del bando “Coltiviamo agricoltura sociale” indetto da Confagricoltura e Onlus Senior-L’Età della Saggezza, con Intesa Sanpaolo e la partecipazione attiva della Rete Fattorie Sociali, in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata. In palio ci sono 120 mila euro divisi in tre premi, da 40 mila euro ciascuno, che andranno ai migliori progetti presentati da imprendi tori agricoli singoli o associati e cooperative sociali, anche attraverso partenariati con altre associazioni. Oltre ai premi in denaro, saranno destinate ai vincitori otto borse di studio per partecipare al

Agricoltura sociale: terzo bando “Master online in Agricoltura Sociale” presso l’Università di Roma Tor Vergata. Confagricoltura punta molto sulla formazione e accompagna le aziende associate nel percorso di acquisizione delle competenze necessarie a chi si occupa di agricoltura sociale. I progetti che intendono partecipare al terzo bando dovranno riguardare minori e giovani in situazione di disagio sociale, anziani, disabili, immigrati dotati dello stato di rifugiati o richiedenti asilo e dovranno essere presentati entro il prossimo 15 ottobre. In Italia sono quasi 4 mila le realtà rurali che si occupano di portatori di handicap, rifugiati, detenuti, minori in comunità, anziani, dando lavoro a più di 35 mila addetti. Da Nord a Sud questo tipo di agricoltura viene declinata in diversi modi, che rispettano le esigenze sociali e del territorio, ma tutte con un denominatore comune: coinvolgere le

“fasce deboli” della società all’interno di quanto stabilito dalla legge 141/2015 sull’agricoltura sociale, portando un beneficio reale all’intera società. “Questo bando -

Coop Giuseppe Garibaldi SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 15


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

Apicoltura Capone

Santori: «Onlus Senior per lo sviluppo delle potenzialità del settore»

Con Intesa Sanpaolo Rete Fattorie Sociali e Università Tor Vergata ha rimarcato il presidente di Rete Fattorie Sociali Marco Berardo Di Stefano - non solo è una bella opportunità, ma è stato ideato tenendo conto delle reali esigenze di chi vuole sviluppare attività di agricoltura sociale e vuole rappresentare un fattivo contributo a progetti particolarmente innovativi. Questo tipo di agricoltura è una risposta concreta ai bisogni crescenti della popolazione in termini educativi e di produzione agricola sostenibile, collegando l’aspetto sociale, con quello economico e ambientale, in termini di offerta di servizi socio-sanitari e socio-lavorativi, permettendo così a molte persone di riappropriarsi del proprio ruolo professionale nella società”. “La nostra Onlus Senior-L’Età della Saggezza, con Confagricoltura e i partner ha ricordato il segretario generale Angelo Santori - attraverso questa iniziativa intende affiancare imprenditori e cooperative agricole e sociali nello sviluppo delle poVivaio Villanova

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tenzialità del settore”. D’altronde le aziende premiate nelle scorse edizioni tutte hanno dietro storie interessanti che parlano di solidarietà, di lavoro, di inclusione e di diritti. Il premio della prima edizione è andato alla cooperativa agricola Barikama, per “Verdure e yogurt in bici: un incontro di culture tra città e campagna”, grazie all’idea di produrre alimenti di qualità consegnati direttamente a domicilio in bicicletta (con attenzione anche ai vuoti a perdere che vengono ritirati). BariKama opera all’interno dell’azienda agricola Casale di Martignano degli Eredi Ferrazza e ha messo insieme Suleman, Aboubakar, Cheikh, Sidiki, Modibo, Ismael e Saydou,

che vengono da Mali, Senegal, Benin, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea; poi c’è Mauro, romano, con la Sindrome di Asperger. Alla prima edizione hanno concorso 107 progetti che sono stati votati sul web da 35 mila persone e scelti da una giuria di esperti. Quello di Barikama è stato considerato il progetto più innovativo perché capace, attraverso l’autogestione delle attività e la collaborazione tra migranti africani e disabili italiani con diagnosi di autismo, di ridurre il disagio, l’isolamento e favorire l’inserimento sociale e lavorativo. Per la seconda edizione, dotata di un budget di 120 mila euro e che ha previsto un premio speciale per le aree terremotate, hanno partecipato più di 100 progetti. Sono risultate vincitrici tre fattorie sociali attive in Lazio, Puglia e Marche. Premiata la cooperativa sociale Giuseppe Garibaldi di Roma, che è riuscita ad allestire un banco ambulante per far conoscere l’autismo e aumentare la consapevolezza dei cittadini verso questa disabilità. La vincita ha consentito a questi ragazzi con gravi disabilità di stare sul mer-


Cooperativa Barikama

di queste aree, attraverso attività agricole, reinserendo persone con disabilità cognitive e individui provati dagli eventi sismici. “Dietro la produzione del cibo - ha sottolineato il presidente Giansanti - ci sono sempre storie che vanno raccontate. In particolar modo vanno rivelate quelle di coloro che utilizzano il settore

economico agricolo anche come strumento sociale, per inserire nel ciclo produttivo chi vive momenti, storie o situazioni difficili. È per questo che Confagricoltura, da alcuni anni, premia quelle aziende che hanno dimostrato di poter portare avanti progetti che promuovono il ruolo sociale dell’agricoltura”. nnn

cato, aiutandoli a superare le loro difficoltà. È stato apprezzato pure il progetto dell’Azienda Agricola Vivaio Villanova di Foggia, che ha permesso a chi soffre di un disagio sociale o disabilità di seguire un percorso di inclusione lavorativa, con il supporto di teONLINE IL BANDO 2018 rapie complementari, come l’orto Il bando “Coltiviamo agricoltura sociale” Edizione di aiuto, in collaborazione con 2018 di Confagricoltura e Onlus Senior Età della équipe multidisciplinari struttuSaggezza è scaricabile dall’apposito sito www.coltirate, formate da pedagogisti, eduviamoagricolturasociale.it. Sul sito in questione c’è catori, psicologi, psicoterapeuti e anche il modulo per la presentazione dei progetti. agricoltori anziani del territorio. Per partecipare, seguire attentamente le istruzioni L’azienda agricola sociale Capoindicate nel bando. Termine ultimo per l’invio delle candidature il 15 ottobre. Posne, che si è aggiudicata la seziosono partecipare: imprenditori agricoli; cooperative sociali; forme di associazione ne dedicata alle zone del cratere, fra questi soggetti e altri attori del terzo settore, come specificato nel bando. ha contribuito alla ricostruzione SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 17


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

Storia della Confagricoltura

Arcangelo Mafrici presenta il suo saggio dedicato alla più longeva delle Organizzazioni agricole italiane di G. Menna e O. Perricone

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i intitola “Storia della Confagricoltura” (Gangemi Editore, luglio 2018, 160 pp., 20 euro) il saggio dedicato alla più longeva delle Organizzazioni sindacali italiane. A realizzarlo è Arcangelo Mafrici, un’intera vita in Confagricoltura e, per dieci anni, suo direttore generale (dal 1990 al 1999). Cessata l’esperienza confederale, nel XXI secolo, ha svolto un’intensa attività saggistica, pubblicando più di 15 volumi, tra cui “Globalizzazione agricola e libertà di mercato” giunto alla terza edizione. Il nuovo testo arriva in libreria in un momento particolare: nel 2019 si celebreranno i 70 anni della costituzione dell’attuale Confederazione Generale dell’Agricol-

«Utilità didattica per far apprendere finalmente la “storia”» tura Italiana, avvenuta nel 1949, e della presente testata giornalistica, suo organo di informazione. Dott. Mafrici, Le rifaccio la domanda che lei ha posto a se stesso a pag. 142 del libro: «A che cosa serve la storia? Ha un’utilità pratica?». Quindi le chiedo: perché un libro sulla Confagricoltura? Per rispondere mi viene in mente il saggio “Apologia della storia” dello studioso francese Marc Bloch in cui si sostiene che la storiografia


degli agricoltori associati e per i na. Più antica della Confindustria corsi di formazione interni all’Or- e della CGIL, entrambe del 1906. Risalendo alla fine dell’Ottocento, ganizzazione. l’Organizzazione degli agricoltori Lei ha scritto, nell’introduzione, italiani nacque liberale in politica che la storia della Confagricol- e liberista in economia; moderna tura «è lunga complessa ed ar- lobby, che ha fornito (e fornisce) alla politica la propria expertise, ticolata»… Sì, la storia confederale è talmente con la conoscenza, non solo teoarticolata che ci sono voluti più di rica ma anche pratica, delle condimille pagine per il volume del prof. zioni e delle reali esigenze dell’aSandro Rogari, “La Confagricoltura gricoltura. nella storia d’Italia”, edito nel 1999, che fu voluto fortissimamente pro- Sempre nella parte I c’è pure la prio da me, allora direttore gene- sezione dedicata al dopoguerra rale della Confederazione. Con il ed alla nascita della Repubblica. mio testo ho voluto sintetizzarla L’immediato secondo dopoguerincisivamente (in un pocket di 160 ra e gli anni Cinquanta del secolo pagine) ed arrivare fino ai giorni scorso, quando la Confagricoltura rinasce e si afferma come l’Organostri, all’oggi. nizzazione delle aziende agricole Nella parte I del volume ha par- più produttive, è un periodo diflato pure delle origini dell’Or- ficilissimo (in cui non ha più la ganizzazione. Le prime associa- prestigiosa sede di Palazzo Marzioni agricole nazionali di fine gherita, che deteneva dal 1929 e Ottocento ebbero la natura di che diviene poi sede dell’Ambasciata degli Stati Uniti). Ma sono gruppi di pressione… È assodato che la Confagricoltura, anche anni esaltanti per il sindache discende dalla Società degli calismo agricolo. In quel periodo Agricoltori Italiani (SAI) del 1895, operano in qualità di direttore è la più antica e longeva organiz- generale, due uomini di navigata zazione di rappresentanza italia- esperienza: Alberto Donini (194448) e Antonio Zappi Recordati (1949-1962). Di questi due importanti protagonisti, in questa sede, Palazzo Della Valle mi piace ricordare il volto meno analizza “il passato in funzione del presente e il presente in funzione del passato”. In questo contesto il recupero della “memoria collettiva” diventa un punto di riflessione importante per ogni società, che da una migliore conoscenza del passato potrà meglio risolvere i problemi del presente. Sottolineare da dove veniamo serve a comprendere con più chiarezza dove vogliamo andare. Questo vale anche per Confagricoltura. In questo senso il mio libro ha anche una valenza didattica, nasce per far apprendere finalmente la “storia” di Confagricoltura anche a dirigenti, direttori, associati ed a tutti i dipendenti centrali e territoriali. Sotto il profilo dell’utilità pratica il libro può servire pure per la sindacalizzazione SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 19


PRIMO PI ANO R APPRE SEN TANZ A

perché colma un vuoto. Quanto è difficile scrivere di fatti accaduti recentemente o in accadimento? La storia di Confagricoltura curata dal prof. Rogari è del 1999 e chiaramente si ferma a quegli anni. La seconda parte del mio libro, che faccio iniziare dal 1992, è dedicata al periodo storico più recente, dall’implosione dell’Unione sovietica alla globalizzazione, alla seconda Repubblica, all’Europa, arrivando fino ai giorni nostri. È stato difficile scrivere quelle pagine, non solo perché la contemporaneità, inevitabilmente, sfocia nell’attualità e rischia di ridursi a cronaca; ma anche perché, in qualche misura, io ne sono stato compartecipe. Tra le figure eminenti della storia confederale, senza fare torto a nessuno, vorrei assolutamente ricordare Alfredo Diana, Rinaldo Chidichimo e poi Giandomenico Serra, Stefano Wallner, Giuseppe Gioia.

Arcangelo Mafrici

noto. Donini è anche un autore di drammi e commedie rappresentate da primarie compagnie teatrali e scrive libretti d’opera per Ottorino Respighi. Zappi Recordati è un appassionato apicoltore e scrive sull’argomento decine di pubblicazioni di indubbio valore scientifico. È doveroso ricordare pure la figura di Alfonso Gaetani, presidente di Confagricoltura per ben 17 anni (1952-1969) con grande competenza e prestigio. A mio avviso la parte II del saggio è la più succulenta, anche 20 | MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2018

Parlando dell’oggi, ha riportato un passaggio del presidente Giansanti all’assemblea confederale del luglio 2017 sul ruolo centrale della rappresentanza. «Queste parole - ha ricordato - sono state seguite dal rilancio della funzione lobbistica e dell’expertise confederali». Da almeno un ventennio il ruolo di rappresentanza dei corpi sociali intermedi è in crisi. La globalizzazione e le moderne tecnologie della comunicazione, da un lato hanno determinato una generale complicazione dell’agire umano nella società, nella politica e nell’economia; dall’altro hanno creato, nei governi e nei decisori pubblici, la tentazione - che io credo illusoria - di rapportarsi direttamente con i cittadini, i lavoratori, gli operatori economici, gli imprenditori. Il rischio, per la rappresentanza economica, non è tanto quello di venire bypassati ed emarginati, perché in tal caso saremmo di fronte a un corporativismo ingenuo e perdente. Il grande pericolo che si corre è il tentativo di semplificare la realtà e la sottovalutazione della

Archivio Centrale Stato ha acquisito documenti dal 1945 al 2000 complessità delle politiche pubbliche settoriali, per quanto ci riguarda, la politica agricola. Fa bene il presidente Giansanti (coadiuvato dal direttore generale Postorino) a rilanciare la funzione del pressing e dell’expertise confederale, consolidando i rapporti sindacali con i migliori Think-tank, come Farm Europe, Agrinsieme, Agronetwork, Nomisma. Sempre in chiusura ha ricordato come nel DNA di Confagricoltura ci sia soprattutto il “territorio”. Il rapporto con le strutture regionali e provinciali non va assolutamente sottovalutato (come forse è stato fatto in alcune occasioni del recente passato), è cruciale. Anche per questo e per ricordarne il ruolo determinante che svolgono, ho riportato i nominativi di “Confagricoltura 2018”, indicando tutti i presidenti ed i direttori delle strutture territoriali di Confagricoltura. L’Organizzazione è fatta di uomini; di dirigenti responsabili, attivi e partecipi. È fatta di intelligenze e passioni. Nella veste di storico della Confagricoltura, ha qualche rimpianto e/o qualcosa di cui compiacersi? Come sindacalista agricolo indebitamente prestato al mestiere di studioso ho il grande rammarico della mancanza dell’archivio storico confederale dalle origini fino alla seconda guerra mondiale. Purtroppo, a causa degli eventi bellici, andò disperso; l’abbiamo cercato persino negli Stati Uniti e non c’è speranza di ricomporlo neppure in parte. Memore di ciò, ha fatto bene la Confagricoltura a donare il suo archivio - dal 1945 alla fine del secolo - all’Archivio Centrale dello Stato, che ha definito la documentazione confederale di alto valore storiografico. nnn



AT T U ALI TÀ INNOVA ZIONE

A colloquio con Riccardo Vanelli di Syngenta per il rilancio dell’agricoltura 4.0 di Gaetano Menna

L’agricoltura del futuro

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o slogan di Syngenta è una vera e propria dichiarazione d’intenti: “Bringing plant potential to life” (sviluppare il potenziale delle piante al servizio della vita). La profonda esperienza di tecnologie in sementi e agrofarmaci permette alla multinazionale di occupare una posizione unica nel settore agricolo, promuovendo congeniali soluzioni integrate e innovative. Ora sta facendo passi avanti significativi per (ri)lanciare “Agricoltura 4.0”, anche con acquisizioni strategiche. Ne parliamo con Riccardo Vanelli, Commercial Unit Head Italy di Syngenta. Riccardo Vanelli

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Dott. Vanelli, come vede l’agricoltura del futuro? Syngenta si prepara al futuro che è già presente; quello di un modello di agricoltura che deve essere, allo stesso tempo, produttiva e sostenibile. In quest’ottica si muove il “The Good Growth Plan di Syngenta”, un piano ambizioso di impegni che abbiamo assunto da quattro anni, per rispondere alle sfide globali del settore primario, come quella di aumentare la resa delle colture e garantire una produzione in grado di sfamare la popolazione mondiale che sarà di 2 miliardi di persone entro il 2050, utilizzando le risorse in maniera più efficiente. Con il The Good Growth Plan, Syngenta ha definito sei impegni fissan-


do gli obiettivi da conseguire entro il 2020: rendere le colture “App-business” e software più efficienti, preservare i terreper l’agricoltura digitale ni agricoli, favorire lo sviluppo e importanti acquisizioni della biodiversità, aumentare la competitività, contribuire alla sicurezza delle persone e prendersi cura di ogni singolo lavo- delle avversità). “Run-off Tool” è un’applicazione diagnostiratore. ca, studiata e messa a punto da Syngenta che permette di Quanto conta l’innovazione? È strategica per lo sviluppo con- formulare una diagnosi del ritinuo di soluzioni destinate al schio di ruscellamento, basata comparto agricolo. Complessi- sull’analisi di apposite mappe vamente Syngenta investe oltre e caratteristiche specifiche dei 1,4 miliardi di dollari in ricer- diversi appezzamenti azienca e sviluppo, coinvolgendo 5 dali. Nel settore vitivinicolo è mila ricercatori presso 5 centri attivo il software “eMat”, che di ricerca e numerose stazioni - sulla base dei programmi di sperimentali in tutto il mondo. protezione aziendali - incrocia Sono più di 400 le università, gli i profili residuali con le legislaistituti ed i centri di ricerca pri- zioni sui Limiti Massimi di Revati a livello mondiale con cui sidui (LMR) nei vari Paesi del mondo. Da evidenziare poi due collaboriamo attivamente. acquisizioni da parte di SynL’agricoltura 4.0 è una priori- genta: Strider, società brasiliana di Agritech focalizzata su tà per Syngenta? Assolutamente sì. Lo sviluppo soluzioni digitali innovative per tecnologico in chiave di agri- la gestione delle informazioni coltura “intelligente” (smart) è aziendali; FarmShots, che è un fondamentale. Stiamo operando sistema di acquisizione di imnel mix tra precision farming e magini satellitari su cloud sviInternet of things, proponendo luppato in Caroline del Nord, una serie di “App-business” e per analizzare lo stato di software per l’agricoltura digi- salute delle piante. tale, tra cui: nel settore cerealicolo “Geofolia”, il software Qual è la strategia che per la tracciabilità della filiera l’azienda, a livello glodel frumento, che suggerisce le bale, sta implemencorrette tempistiche per i trat- tando per essere tamenti e le fertilizzazioni, il competitiva e supmonitoraggio delle operazioni portare gli agricoldi campo e l’allineamento con tori? E in Italia? i protocolli di coltivazione; per Vogliamo essere paril settore maidicolo c’è “Opti- te attiva della filiera Mais”, per tutte le operazioni agro-alimentare ed colturali di precision farming avere un ruolo non nel comparto maidicolo. “Cle- solo di fornitore di arAg” è l’applicazione per ge- mezzi ma, soprattutstire le operazioni agronomiche to, di partner, in pridel mais. “Bluleaf®-Tomato” è mis degli agricoltori l’App studiata per il pomodoro che sono gli interlo(con Blu-Meteo, per l’elabora- cutori più diretti ed zione dei dati meteorologici; importanti da questo Blu-Agro, per la geo-referenzia- punto di vista. L’ozione; Blu-Irri e Blu-Nutri, per biettivo che ci preil fabbisogno idrico-nutriziona- figgiamo è di andare le; Blu-Fito per il monitoraggio al di là della sempli-

ce relazione commerciale che, come azienda sul mercato, dobbiamo ovviamente espletare, per instaurare un rapporto diretto e proficuo con gli agricoltori, che va in una direzione ben precisa, che è quella di rendere le produzioni agricole migliori nella qualità e sempre più competitive e sostenibili. Vediamo per i nostri tecnici un ruolo di veri e propri consulenti in campo; sono tutti agronomi che parlano la lingua degli agricoltori e possono capire le esigenze, anche tecnologiche, che hanno e quindi dare risposte e proposte che vanno nella direzione indicata. nnn

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SPECIALE FIERE ZOOTECNICHE

Dal 24 al 27 ottobre Cremona capitale internazionale dell’allevamento, del latte, della genetica e dell’innovazione. I “village” per approfondire di Claudio Costantino

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al 24 al 27 ottobre a Cremona si terranno le “Fiere zootecniche internazionali”. Nel contesto, la “Fiera del Bovino da Latte” che è uno dei principali eventi mondiali per il comparto: un appuntamento imprescindibile per gli operatori professionali del settore e per le aziende che producono impianti e servizi. Non a caso la manifestazione fieristica si svolge a Cremona, zona che ha la più alta concentrazione di grandi allevamenti e di industrie per la trasformazione. Il comprensorio è al centro del sistema agro-zootecnico più importante d’Europa, in grado di produrre il 23% dei bovini da latte italiani ed il 44% del latte italiano. La kermesse richiama ogni anno i migliori marchi del settore a livello mondiale (800 durante la scorsa edizione), presentando così ai visitatori professionali una vetrina specializzata di altissima qualità sia sul fronte dei prodotti, sia su quello dei servizi. A Cremona,

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L’ombelico del Il 52% dei visitatori della manifestazione è titolare d’azienda infatti, si incontrano gli allevatori alla ricerca delle soluzioni più adeguate per la loro azienda. La manifestazione costituisce anche il migliore mercato per la genetica internazionale: la Mo-

stra della razza Frisona, durante la quale oltre 400 campionesse si sfidano in quello che è considerato uno dei ring zootecnici più rinomati al mondo, offre la rappresentazione plastica dell’eccellenza raggiunta dai processi di miglioramento genetico. All’interno degli spazi fieristici vengono riservati spazi-focus a quattro specifiche tematiche (innovazioni lattiero-casearie, agro-zootecnia biologica, novità


l mondo CONVEGNO “MILK.IT”

Si terrà il 25 ottobre alle ore 10 il quarto convegno nazionale sul mondo del latte, “Milk.it”. Il convegno tecnico - organizzato da AITA (Associazione italiana tecnologi alimentari) e CremonaFiere - è rivolto agli operatori attenti allo sviluppo delle potenzialità del settore caseario in una logica multisciplinare in grado di offrire soluzioni per nuove opportunità di reddito. Sotto i riflettori ci saranno temi centrali come benessere animale e produzione casearia, innovazione, made in Italy, qualità e formazione. Un appuntamento di aggiornamento tecnico-scientifico in sintonia con le istanze del mercato e di alto profilo grazie al supporto dei migliori esperti in circolazione. SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 25


SPECIALE FIERE ZOOTECNICHE

Nel ring la sfida delle campionesse di razza Frisona in ambito tecnologico, energie rinnovabili da fonte agricola) per uno sguardo approfondito sulle nuove frontiere del settore “Milk Village”, presente per il quarto anno consecutivo alle Fiere Zootecniche, è un’area speciale dedicata alle innovazioni tecniche e tecnologiche nel settore lattierocaseario con interessanti spunti proposti agli operatori professionali per sviluppare nuovi business. “Bio Village” ha debuttato nel 2016 alle Fiere Zootecniche Internazionali ed ospita spazi in cui gli espositori presentano particolari soluzioni e sistemi per l’agricoltura e l’allevamento bio. “Techno Village” - attiva per il terzo anno consecutivo - è l’area pensata per rispondere all’esigenza delle aziende espositrici di illustrare nel migliore dei modi le novità tecniche e le soluzioni più innovative ed efficienti nel campo dell’agricoltura e della zootecnia. “Bioenergy Village” è lo spazio 26 | MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2018


Spazi-focus su biologico, innovazioni, tecnologie ed energie rinnovabili che le Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona dedicano al confronto professionale per lo sviluppo di una filiera integrata e sostenibile per la produzione di bioprodotti: un corner specifico riservato alla presentazione delle ultime novità del settore e alla discussione delle azioni strategiche per la valorizzazione delle filiere bioenergetiche. Il 52% degli operatori che visitano la manifestazione è titolare d’azienda. Questo significa che la Fiera Internazionale del Bovino da Latte è il posto ideale per incontrare i leader del settore e i decisori delle più grandi aziende italiane del comparto. nnn ASSESSORE ROLFI ALLA LIBERA

L’assessore all’Agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi è stato ospite della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi. Lo hanno ricevuto il presidente, Renzo Nolli, insieme al comitato di presidenza e al direttore Paolo Zoni. I tre principali argomenti affrontati sono stati: la carenza delle risorse idriche, il prezzo del latte alla stalla ritornato prepotentemente di attualità e la questione della invasione della cimice asiatica e più in generale della difesa delle colture. Altri temi toccati: l’anticipo della Pac e le risorse del PSR; la lotta a nutrie e cinghiali. Molto apprezzato l’approccio di Rolfi alla collaborazione e all’apertura di un dialogo franco e costruttivo. SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 27


SPECIALE FIERE ZOOTECNICHE

La sfida del latte bio L’interesse dei consumatori spinge a rilanciare il comparto. L’esperienza del presidente di Confagri Torino Tommaso Visca di Anna Gagliardi

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ugli scaffali della grande distribuzione il latte biologico rappresenta appena una piccola quota del totale, ma le vendite registrano ogni anno una crescita percentuale a due cifre, in linea con quanto accade per tutto il settore bio. L’interesse dei consumatori spinge pertanto gli agricoltori più sensibili a cogliere questa opportunità, guardando al futuro e sfruttando anche le risorse messe a disposizione dai programmi regionali di sviluppo rurale. Produrre latte biologico è una sfida. La scelta comporta investimenti specifici e un approccio mentale innovativo rispetto alle tradizionali forme di conduzione

di un allevamento: l’alimentazione degli animali e la loro cura, le strutture, gli spazi, la raccolta del latte, il rapporto con l’industria e il mercato richiedono da un lato attenzioni particolari, dall’altro chiari accordi commerciali. Il Piemonte è la quarta regione produttrice di latte in Italia - dopo Lombardia, Emilia Romagna e Veneto - ma la più celebre per i formaggi DOP: una risorsa capace di attirare turisti gourmet alla ricerca di sapori unici, fortemente legati al territorio. Una delle zone più rinomate per l’attività lattiero-casearia è Carmagnola, un comune della cintura di Torino, al confine con la provincia di Cuneo. Qui si trova Cervirola, l’azienda agricola di Tommaso


Abbinare il paddock ai pascoli nei prati migliora salute bovini l’inizio della conversione per la produzione di latte biologico, ma il processo era già iniziato per le coltivazioni. “Non è stata una vera e propria rivoluzione, - afferma Visca - semmai la naturale conseguenza di un iter che ci aveva già portato ad evitare le monocolture e ad effettuare la rotazione nei campi. Certo il passo verso il bio è stato comunque importante”. Se non altro per due motivi: il primo perché ancora oggi gli allevamenti bio sono una nicchia veramente ridotta - in Piemonte sono circa l’1% - e poi perché la scelta è avvenuta in un momento in cui c’erano forti tensioni con l’industria per il prezzo del latte al ribasso; il comparto iniziava ad essere in sofferenza a causa di remunerazioni troppo esigue rispetto ai costi di produzione e si stavano verificando cali di consumo. Decidere di passare al biologico in quel momento storico avrebbe potuto significare fare un salto nel buio, con il miraggio di spuntare prezzi più elevati in futuro, ma senza alcuna certezza, Visca, allevatore trentottenne da pochi mesi presidente di Confagricoltura Torino e da tre anni presidente della cooperativa Lait Service, attiva nella commercializzazione del latte piemontese e nell’erogazione di servizi alle stalle. È anche al vertice dell’Associazione Produttori Latte Piemonte. Cervirola vanta una lunga storia: oggi è condotta da Tommaso insieme al fratello Valerio (di poco più giovane) e ai genitori, e dal 2017 è interamente certificata bio. Il quadro si compone di 450 i capi bovini, di cui circa 200 in lattazione e 65 ettari di terreni in proprietà (più altri in affitto) in cui viene coltivato il foraggio per l’alimentazione degli animali. La svolta è avvenuta nel 2014, con SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 29


SPECIALE FIERE ZOOTECNICHE

Il benessere degli animali è elevato, con lattazione direttamente dalle madri

se non quella di una produzione quantitativamente inferiore. Il tempo ha premiato il coraggio e le soddisfazioni oggi non mancano, anche se Visca rimane con i piedi per terra: “Il mercato - spiega - è delicato: poche aziende trasformano il latte bio e occorre avere una rete di rapporti e accordi commerciali solidi”. In Piemonte il latte biologico oggi è quotato circa 52 centesimi al litro rispetto ai 36-38 di quello convenzionale: una bella differenza, che ripaga comunque dei minori quantitativi prodotti. Un capo in un allevamento biologico produce infatti dai 26 ai 29 litri al giorno, mentre una produzione convenzionale si attesta sui 30 - 35. In Cervirola i prodotti per l’alimentazione dei bovini provengono dai campi coltivati dalla famiglia Visca e consistono in erba medica, trifoglio, fieno di prato, mais di secondo raccolto, orzo, veccia e sorgo: una dieta che si basa su una consistente razione 30 | MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2018

di foraggi che fa sì che l’animale non abbia più bisogno di vitamine extra. “Nel tempo abbiamo incrociato la Frisona con altre razze - spiega Tommaso - e abbiamo ottenuto capi meno esigenti dal punto di vista dell’alimentazione. Oggi i nostri campi per metà forniscono proteine con l’erba medica e il trifoglio, e per l’altra metà sono fonte di amido attraverso il mais e l’orzo, e di fibra, con il sorgo e i prati”. Il benessere degli animali è elevato, ad iniziare da quelli più giovani, che godono di una lattazione naturale, direttamente dalle madri. Anche gli spazi aziendali devono essere adeguati e garantire, ad esempio, il pascolamento oltre il paddock, nei prati. Questi fattori contribuiscono a generare un migliore

stato di salute dei bovini, che in questo modo allungano anche il ciclo di vita produttiva in condizioni sanitarie ottimali. Inoltre non si usano prodotti chimici, a beneficio di tutti, in primo luogo per l’agricoltore e l’ambiente. Guardando al futuro, il pensiero di Visca si allarga al mercato: “Da un lato occorre informare meglio il consumatore sulle caratteristiche del latte biologico e sul lavoro che c’è dietro a un prezzo più elevato allo scaffale; dall’altro - aggiunge - il comparto necessita di una struttura merceologica più organizzata, ad iniziare dalla logistica, dalla raccolta e dalla consegna. La cooperativa Lait Service è attiva proprio nella collocazione del prodotto e nella mediazione con i caseifici, ma va oltre, acquistando attrezzature per un uso condiviso tra le stalle, anche le più piccole, che in questo modo possono risparmiare sui costi di gestione”. nnn

Tommaso Visca


Zoo-innovazione

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a Porto Mantovano, in provincia di Mantova, c’è un’azienda modello nella quale sono impegnati sei nuclei familiari. “Quella di mio nonno è stata la prima generazione - ci spiega l’imprenditore associato Fiiaf, Manuel Lugli - poi sono arrivati mio padre Ivano e i suoi fratelli Walter e Massimo; la terza generazione, oltre a me e mio fratello Alessandro, è costituita da mio cugino Nicola”. L’azienda, tutta accorpata, si estende per 400 ettari. “Abbiamo 750 frisone in lattazione e 800 bovini da carne - mette in evidenza Manuel -. Oltre alle colture per l’alimentazione del bestiame abbiamo una settantina di ettari a riso vialone nano che conferiamo alle riserie della zona per la lavorazione”. Nelle terre dei Gonzaga, non tutti lo sanno, il riso viene coltivato fin dal Cinquecento e l’azienda è veramente scenografica, formata da un’ampia corte colonica anti-

ca nella quale da un lato ci sono le abitazioni padronali e altri fab- L’impresa familiare bricati e, più distanti, le stalle. Il latte, (si prevede quest’anno di di Manuel Lugli, produrne 8.000 tonnellate), va associata a Fiiaf, alla Latteria Sociale di Mantova e viene inserito nel circuito del Gra- è attenta na Padano, mentre la carne (i capi a nuove tecnologie, vengono regolarmente importati dalla Francia e poi ingrassati) vie- multifunzionalità ne conferita a differenti macelli. e benessere animale “Cerchiamo di diversificare il più possibile il business aziendale, puntando sulla multifunzionalità di Elisabetta Tufarelli - precisa - e produciamo anche agroenergie. L’azienda, infatti, è dotata di un impianto di biogas da 250 kilowatt, alimentato prevalentemente dal liquame bovino e, in piccolissima parte, da insilato di mais. Ci siamo anche dotati di un impianto fotovoltaico da 508 kilowatt, che abbiamo posto sui tetti delle stalle. Il fotovoltaico genera l’energia pulita per il fabbisogno dell’azienda, fornendo il calore per scaldare l’acqua ed essiccare i foraggi. Entrambi ci permettono di SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 31


SPECIALE FIERE ZOOTECNICHE

L’allevamento convive perfettamente con rispetto e salvaguardia ambientale integrare anche il nostro reddito”. L’imprenditore lombardo, associato alla federazione che riunisce le imprese familiari di Confagricoltura, e la sua famiglia sono la dimostrazione di come sia possibile far convivere perfettamente gli allevamenti zootecnici con il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente. In pratica qui nulla viene lasciato al caso. L’impresa familiare Lugli non solo è multifunzionale, ma anche attenta alle nuove tecnologie. “Il contesto allevatoriale - rimarca Manuel - è oggi molto complesso e il nostro settore, negli ultimi 15 anni, ha cambiato radicalmente il proprio modo di essere. Siamo convinti che l’unione faccia la forza e tutti, qui in azienda, riuniamo gli sforzi per il successo della nostra impresa. Abbiamo scelto un percorso di innovazione costante, che ci ha portato a investire parecchio, ma è una opzione doverosa 32 | MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2018

per chi vuole crescere: abbiamo otto robot di mungitura, che ci hanno permesso di raggiungere un alto livello di automazione”. Multifunzionalità, però, è anche una declinazione del benessere animale. “Il comfort dei bovini, infatti, è una delle nostre priorità. Non si tratta soltanto di un obbligo etico - osserva - ma di un impegno che ci permette di raggiungere e mantenere performance produttive costanti nel tempo”. L’impresa occupa undici collaboratori: nove fissi e due stagionali.

Manuel Lugli

Sfide future? “Dal canto nostro conclude - continueremo la strada intrapresa verso l’innovazione. Certo ci piacerebbe che le attività imprenditoriali agricole italiane venissero raccontate ai consumatori, sensibilizzando i cittadini sul ruolo dell’agricoltura sia come produttrice di cibo, un concetto troppo spesso sottovalutato, sia come imprese che mantengono e preservano il territorio”. nnn


L’A P E R T UR A

Attenti ai ladri di GPS

L’antenna gialla è facilmente individuabile e in Francia si registra un furto al giorno. Mentre in Italia crescono le truffe online

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n Francia se ne ruba uno al giorno, secondo le statistiche del ministero dell’interno d’Oltralpe. Il furto dei Gps per la guida automatica sta sostituendo quello dei trattori. Rimuovere l’antennina gialla è, infatti, decisamente più facile e veloce. Secondo quanto ha raccontato a Le Figaro il responsabile della gendarmeria dell’Aisne, regione francese al confine con il Belgio, i ladri rivendono i Gps rubati soprattutto in Ucraina. Per rubare il Gps i ladri rompono i vetri del trattore, staccano i fili elettrici, tagliano il tetto della cabina di guida dove si trova l’alloggiamento dei comandi satellitari e l’antenna. Un “lavoro” che con mani esperte si completa in dieci minuti. Contro questi delinquenti, gli agricoltori francesi si sono organizzati segnalando sui social network la presenza di vetture “sospette”, espediente che ha già portato all’arresto di una banda.

Anche perché il danno è molto più elevato del solo costo del Gps (che può arrivare a più di 20mila euro), considerate le riparazioni alla cabina e il fermo del mezzo per diversi giorni. TRUFFE ONLINE E in Italia? Da noi i ladri si concentrano su agrofarmaci, attrezzature, prodotti agricoli, gasolio. Un bottino che nel 2017 ha fruttato 300 milioni di euro. Non solo. L’Unione Nazionale Commercianti Macchine Agricole - Unacma segnala che da un paio di anni compaiono e scompaiono da internet siti truffa che propongono inesistenti mezzi agricoli chiedendo acconti o saldi in anticipo. C’è anche una prima denuncia alle autorità giudiziaria contro una persona che si spacciava sul web per rivenditore di un noto costruttore di trattori. Il dossier è aperto, con Unacma al lavoro per raccogliere altre segnalazioni di truffe online. nnn

UNCAI L’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici ed Industriali rappresenta e tutela su tutto il territorio nazionale imprenditori che lavorano per conto terzi nel settore agricolo e industriale. Presidente: Aproniano Tassinari www.contoterzisti.it

Ricordando Sergio Marchionne

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n grande manager che portò la sua attenzione alla qualità totale e all’innovazione anche nelle macchine al servizio dell’agricoltura”, con queste parole il presidente dei Contoterzisti Uncai Aproniano Tassinari ricorda Sergio Marchionne. “Strategia e lungimiranza, capacità di creare valore e intrecciare alleanze strategiche sono alcune delle qualità di un manager filosofo che ha saputo potenziare il Gruppo, garantendogli prestigio internazionale. La cultura aziendale sulla quale ha voluto e saputo puntare permetterà a Cnh e Fca di raccogliere nuovi successi negli anni a venire”, prosegue Tassinari che, per capire e apprezzare l’uomo Sergio Marchionne, consiglia di riascoltare il suo intervento del 2013 alla Bocconi, facilmente recuperabile su Internet. nnn SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | I


I fratelli Merlin, Stefano, Damiano e Marco

Tractor driver

Damiano Merlin, il contoterzista al servizio di 300 piccoli agricoltori veneti: “Essere di parola e insegnare ai giovani come usare il trattore sono i migliori modi per garantire un futuro alla professione”

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carica 3146 cavalli su 1200 ettari. La media di 2,6 cv/ha significa equilibrio aziendale per una realtà, quella del padovano, caratterizzata soprattutto da aziende agricole di piccole dimensioni. “Ho 300 clienti da Monselice a Rovigo. Soprattutto aziende di 3 o 4 ettari, solo una manciata sono di medie dimensioni e una sola supera i 100 ettari”, spiega Damiano Merlin, consigliere Uncai e presidente di Apiumai Padova. Con i fratelli Stefano e Marco fa il contoterzista puro avvalendosi di 4 mietitrebbie, 11 trattori, una macchina semovente e un escavatore. Un quarto fratello più giovane fa il jolly in azienda. “Poi altri due operai e gli stagionali a seconda del lavoro. Non ho mai usato i vaucher”.

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Cosa significa avere 300 clienti? Significa essere di parola. Se diciamo che domani veniamo a raccogliere il grano, l’agricoltore può essere sicuro che “domani” non diventerà “dopodomani” o fra quattro giorni. Poi le lavorazioni devono essere fatte a regola d’arte.

schemi e rotazioni. Se a fine anno non diamo reddito, i piccoli agricoltori chiudono. Con 3 o 4 ettari di terreno non si mantiene una famiglia. I figli hanno già trovato lavoro altrove.

L’affidamento completo dei terreni è un grosso impegno anParola di contoterzista, non di che per il terzista. Sì, ma ci permette di programmare marinaio… A inizio stagione facciamo due gli investimenti in nuovi macchiconti la fiducia ci lega all’agricol- nari con qualche certezza in più. tore e decidiamo insieme cosa seminare. Per esempio per la semi- Il padovano è caratterizzato da na autunnale stiamo guardando una fitta maglia di aziende agricon molto interesse al pisello pro- cole e di contoterzisti e ogni teico come alternativa al grano. anno c’è sempre qualcuno che Richiede meno trattamenti e in smette. secondo raccolto permette di se- Per fare questo mestiere occorminare soia o il classico radicchio. re metterci tanta professionalità Un buon contoterzista deve, infat- e aggiornarsi di continuo. Vedo ti, saper fare anche questo, variare molti che si improvvisano con-


resse o superficialità per la parte meccanica. Il risultato è che oggi molti trattoristi sembrano presi in piazza, tanto lavorano alla carlona. Questo mi fa essere poco ottimista per il futuro del mestiere del trattorista.

toterzisti. Acquistano un trattore di ultima generazione e sono convinti di avere tutto quello che occorre. Invece il mestiere dell’agromeccanico richiede anni di esperienza.

ta però che vadano in tilt appena si accende una luce rosa o gialla sul cruscotto. Oppure prendono il 270 cv per seminare e il piccolo da 90 cv per arare e chiedono le ferie tra giugno e agosto!

Più dell’ultimo trattore cosa serve? Occorre conoscere bene la macchina che si ha sotto i piedi. Questo è possibile solo se si fa una manutenzione giornaliera del mezzo. Vedo tanti giovani frequentare i nostri corsi per il patentino da trattorista pensando che l’elettronica sia il cuore del loro futuro mestiere. Ed è così. Capi-

Mancano i fondamentali del mestiere... Occorre approfondire la parte meccanica del mezzo per capire l’elettronica di bordo. Da quando, in collaborazione con Tiziana Schiavo, abbiamo iniziato i corsi per il patentino agricolo sono passati più di 400 aspiranti trattoristi di tutte le età e solo tra i più giovani ho riscontrato disinte-

Sedili riscaldati e ammortizzati, condizionatore in cabina, segnalatori luminosi, sensori, joystick. Il trattore assomiglia sempre più alla playstation... Una volta la macchina era più spartana e molto meno precisa, ma bastava una pinza, un martello e un fil di ferro per tornare a casa se si fermava. Oggi ogni mezzo è diverso dall’altro e non ci si può improvvisare una volta a bordo. Ho alcuni trattori della stessa marca dove una leva identica svolge funzioni diverse. Quale futuro vede per il lavoro di trattorista? Tutti noi abbiamo visto i prototipi di trattori senza cabina. È questo il futuro? Forse fra una quindicina d’anni. Oggi però il mio compito di imprenditore è anche quello di rendere più sicuro e consapevole l’uso dei mezzi agricoli, appassionare di più i giovani e portare reddito a tutti gli agricoltori, anche quelli piccoli. nnn

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Perché serve Consorzio di Trinciatori

Il modello della sharing economy per impegnare di più e meglio le trince. Con questo obiettivo Uncai progetta di sperimentare un consorzio di trinciatori lombardi

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na trincia, un trattore con lama, un trattore in trincea e tre trattori con rimorchio: un cantiere per trinciare e insilare in fossa il mais piuttosto che il frumento o l’erba può arrivare a costare un milione di euro. Cifra che un contoterzista potrebbe ammortizzare in sei anni, sennonché il sottoutilizzo dei mezzi messi in campo non permette di ripagarsi le macchine in meno di dieci. Infatti, per giustificare economicamente l’acquisto di una trincia occorre che questa lavori per oltre 150.000 euro all’anno, asticella che solo pochi contoterzisti riescono a superare. Il problema del suo sottoutilizzo è soprattutto organizzativo. I trinciatori hanno la possibilità di capovolgere la situazione. Occorre, come si dice, fare sharing economy, ossia collaborare per “consumare” le trince con più efficienza ed efficacia. Proprio per utilizzare meglio i mezzi agricoli impegnati nelle operazioni di trinciatura, Uncai ha intenzione di lavorare alla realizzazione di un Consorzio di Trinciatori Lombardi. Per ora si sono detti disponibili alcuni terzisti delle province di Milano, Lodi, Brescia e Mantova per una sperimentazione che vede tra i soggetti interessati l’Osservatorio Smart AgriFood - del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Brescia - e le associazioni di categoria locali, da Apima a Confagricoltura. L’obiettivo è far lavorare meglio

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e per più ore le trince, capaci di generare un’economia di oltre 10 milioni di euro all’anno nella sola provincia di Lodi, dove sono 65. Con il consorzio i contoterzisti puntano a incrementare i cantieri di trinciatura e la qualità del servizio offerto alle aziende agricole, alle stalle e ai biodigestori, ma anche ad essere garantiti nel loro lavoro. A loro volta gli agricoltori disporranno di una piattaforma informatica attraverso la quale prenotare il trinciatore disponibile più vicino nel giorno desiderato. Non solo, il consorzio intenderà promuovere nuovi servizi per le aziende agricole zootecniche.

Il progetto, raccolto subito dal presidente Uncai Aproniano Tassinari, vuole coinvolgere il maggior numero di trinciatori lombardi. Gli aspetti da mettere a fuoco non mancano (per esempio il rapporto tra tariffe e distanza di percorrenza), ma il coinvolgimento dell’Osservatorio Smart AgriFood serve proprio a trovare una soluzione intelligente a tutto: fornire un nuovo servizio a valore aggiunto all’agricoltore, garantendogli prestazioni di qualità e risparmio di costi, che generi al contempo maggiore sostenibilità per i contoterzisti grazie all’ottimizzazione del parco macchine. nnn


AT T U ALI TÀ IN T ER N A ZION ALIZ Z A ZIONE

Giansanti riceve il ministro O’Connor. In primo piano il negoziato con l’Unione europea e l’export enoico di Gabriella Bechi

O’ Connor e Giansanti

Brindisi a Nuova Zelanda

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i è svolto in un clima di grande cordialità e condivisione l’incontro tra il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e il componente di giunta con delega all’internazionalizzazione Giordano Emo Capodilista con il ministro dell’Agricoltura, della Sicurezza alimentare, dello Sviluppo rurale, del Commercio e dello Sviluppo dell’export della Nuova Zelanda Hon Damien O’Connor, accompagnato a Palazzo della Valle dall’ambasciatore della Nuova Zelanda in Italia Patrick John Rata. Al centro dell’incontro i rapporti di collaborazione tra i due Paesi, inseriti in un contesto più ampio di scambio di conoscenze tra i produttori nel mercato globale, per affermare il ruolo di protagonista dell’agricoltura e garantire in futuro cibo in quantità e qualità.

La sfida della globalizzazione si può vincere solo in un mercato in cui lo scambio delle merci sia il più aperto possibile, ma garantito da regole certe, condizione fondamentale per la sussistenza delle imprese ed il loro sviluppo economico. Su questo c’è stata ampia convergenza di opinioni tra il presidente Giansanti ed il ministro O’Connor. E, di fronte allo stallo del WTO, la via degli accordi bilaterali è considerata la migliore da percorrere, ancor più in un periodo delicato come questo in cui emergono in modo sempre più concreto politiche ed azioni di carattere protezionistico davvero preoccupanti per le imprese ed i cittadini. Grande attenzione, dunque, per i negoziati tra l’Unione Europea e la Nuova Zelanda e tra l’Unione Europea e l’Australia che si sono aperti nel giugno scorso con l’obiettivo commerciale della UE di abbattere le barriere, tarif-

farie e non tariffarie, ed eliminare gli ostacoli agli scambi, con una conseguente più ampia liberalizzazione. Per l’Italia, in particolare, gli interessi di maggiore portata nell’ambito del negoziato con la Nuova Zelanda riguardano la liberalizzazione del mercato vitivinicolo, che sconta dazi ed accise con importi notevoli, ed il riconoscimento delle denominazioni agroalimentari europee. Qualità, valorizzazione delle produzioni, sostenibilità, ricerca, innovazione, digitalizzazione. Obiettivi condivisi dal presidente di Confagricoltura e dal ministro della Nuova Zelanda, un paese piccolo ma con un sistema agroalimentare strutturato e fortemente orientato all’export (latte vaccino, carni bovine, ovine e kiwi), che guarda con grande interesse all’Europa. Per questo tra i temi trattati nel corso dell’incontro anche la Brexit e la riforma della Pac. nnn SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 37


AT T U ALI TÀ IN T ER N A ZION ALIZ Z A ZIONE

Macroscenari Rapporto della Commissione UE sulle prospettive produttive fino al 2030. Dati utili per riflettere, ma da valutare con cautela di Lodovico Fiano 38 | MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2018

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ella delicata fase di transizione della politica agricola comune occorre riflettere sui macroscenari, per impostare la programmazione in ciascuna area produttiva. In quest’ottica è utile il “Rapporto annuale della Commissione UE sulle prospettive a medio termine per l’Agricoltura Europea” che rappresenta le prospettive dell’UE Agricola fino al 2030, sulla base di una serie specifica di ipotesi macroeconomiche;

esse sono il risultato di un’ampia consultazione con esperti di mercato, ma presuppongono condizioni meteorologiche normali, un andamento costante nei rendimenti agricoli ed un’assenza di crisi dei mercati derivanti, per esempio, da problemi relativi alla sicurezza alimentare o dall’impatto ambientale. In realtà è probabile che i mercati siano molto più volatili di quello che è stato preventivato. Queste proiezioni, pertanto, possono essere considerate solo uno


dei possibili percorsi futuri e più che una previsione corrispondono alla tendenza media che i mercati agricoli dovrebbero seguire in un dato contesto macroeconomico, che è plausibile al momento dell’analisi, ma non certa. Le previsioni macroeconomiche sono condizionate anche e soprattutto dall’acuirsi delle tensioni geopolitiche, da condizioni finanziarie più rigide, da una politica più restrittiva degli Stati Uniti o di altri importanti attori internazionali, nonché da un processo di globalizzazione non governato attraverso opportuni interventi di temperamento.

Proiezioni per impostare la programmazione produttiva fino al 2030 Particolare attenzione viene data all’incertezza che circonda alcuni importanti fattori macroeconomici (PIL, deflatore del PIL, indice dei prezzi al consumo, tasso di cambio e prezzo del petrolio). Conseguentemente, nel Rapporto, viene eseguita un’analisi sistemica che, riproducendo per il futuro una parte dell’incertezza del passato, adotta coefficienti di variabilità attorno ad

una linea di base plausibile, con indicazioni grafiche che ne rappresentano il potenziale impatto sulle proiezioni. Ma sono troppe le variabili, le situazioni imprevedibili che possono indirizzare diversamente i prezzi ed i risultati produttivi. In particolare, si presuppone che il prezzo del petrolio Brent salirà entro il 2030 a 90 USD/barile. La grande incertezza correlata ad una situazione internazionale complessa e di grande rischio non esclude però che il prezzo nel 2030 possa situarsi tra i 49 e 124 USD il barile. Si ipotizza, inoltre, che il tasso di cambio €/USD

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AT T U ALI TÀ IN T ER N A ZION ALIZ Z A ZIONE

Previsti prezzi a ribasso, però vi sono tante variabili che possono mutare i risultati si apprezzerà moderatamente raggiungendo 1,23 USD entro il 2030. L’andamento dei tassi di cambio è condizionato, però, oltreché dalla incertezza delle condizioni macroeconomiche, dal recente inasprimento della politica monetaria statunitense, legato oltretutto alla imprevedibilità delle decisioni presidenziali Agli inizi del 2018, per un arco di tempo che sembra limitato, l’Euro, dopo essersi stabilizzato ad un tasso di cambio

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nel 2017 molto vicino alla parità, ha toccato il picco da tre anni di 1,25 USD. Al momento attuale il rapporto di cambio dell’euro si è pressoché stabilizzato ad un valore di circa 1,17 USD ed esprime un equilibrato contemperamento tra un idoneo sostegno dei nostri flussi in esportazione e la copertura del nostro fabbisogno energetico. Dal 1999, anno di nascita della moneta unica, le fluttuazioni nel cambio sono state frequenti ed anche molto rilevanti, da un minimo di 0,83 USD nel 2001 ad un massimo nel 2008 di 1,60 USD, un livello di apprezzamento che, se riconfermato, verrebbe ad incidere pesantemente sui nostri

flussi in esportazione. Le preoccupazioni derivano oltretutto dalla rapidità negli spostamenti che non consentono alle imprese di dotarsi di una necessaria copertura finanziaria e di adattare i prezzi di smercio. Insomma le analisi di macroscenario del Rapporto della Commissione UE sono importanti e possano aiutare a capire dove si sta andando. Purtroppo sembra evidente che il mercato mondiale tenda da tempo a stabilizzarsi ad un livello di prezzi bassi, la cui persistenza, nella costanza dei rendimenti colturali e degli attuali equilibri macroeconomici, si stima possa perdurare almeno per oltre un decennio. nnn


Agroalimentare dopo la Brexit

A rischio le denominazioni d’origine sul mercato britannico

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meno di un anno dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, non è stato ancora raggiunto un accordo sulle regole per un periodo transitorio dopo il 29 marzo 2019, data fissata per la Brexit. Intanto a Bruxelles il responsabile dei negoziati per la Commissione europea, Michel Barnier, ha detto che, tra le questioni che restano da risolvere, ci sono pure quelle del riconoscimento e della tutela delle denominazioni d’origine dei prodotti agro-alimentari sul mercato britannico dopo la Brexit. In un documento che la Commissione

Europea ha inviato agli Stati membri sul tema della proprietà intellettuale è stato rimarcato che non esiste nell’ordinamento giuridico del Regno Unito una normativa specifica in materia di protezione delle designazioni geografiche; così come per le altre indicazioni dell’Unione riferite ai prodotti agricoli. In sostanza, in assenza di un accordo, il riconoscimento e la tutela delle denominazioni d’origine non sarebbero garantiti sul mercato del Regno Unito dopo la Brexit. Come indicato da Barnier, la delegazione britannica vorrebbe riportare la questione nel contesto del negoziato sulle future relazioni tra Ue e Regno Unito. Ad avviso di Confagricoltura è una posizione che va respinta considerando l’importanza che riveste il mercato britannico per il made in Italy agro-alimentare e per i nostri prodotti di punta a denominazione geografica. Le esportazioni di settore su questo mercato ammontano a circa 3,5 miliardi di euro e la

metà del valore è dato dalle vendite di vini e prodotti ortofrutticoli. Con tutta probabilità la riunione del Consiglio Europeo, in programma nel prossimo mese di ottobre, sarà fondamentale per mettere a punto la posizione finale dell’Unione, in vista dei passaggi finali del negoziato con il Regno Unito che dovrà concludersi, al più tardi, all’inizio di novembre per consentire in tempo utile le ratifiche parlamentari dello schema di intesa. L’auspicio del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti è che la questione della piena tutela delle denominazioni di origine continui ad essere tenuta dal governo nella massima considerazione. In quest’ottica la Confederazione fa pieno affidamento sull’azione dei ministri Moavero e Centinaio per la ricerca di una soluzione adeguata ai legittimi interessi e alle potenzialità del sistema agro-alimentare italiano. (M. M.) nnn SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 41


M APPAMONDO

di Jordan Nash

In Francia sul brik la foto dell’allevatore metà va agli allevatori. Sulla confezione è riportato il nome e la foto dell’agricoltore. Il progetto è andato ancora meglio del previsto: si contava su 5 milioni di confezioni vendute, ma il 17 agosto la cifra era già raddoppiata. I 400 allevatori che consegnano alla latteria ricevono lo stesso prezzo di 330 euro per 1000 litri. La differenza di 11 centesimi, dovuta agli agricoltori dell’organizzazione dei produttori, viene pagata su un fondo e quindi ridistribuita una volta all’anno, in proporzione alle loro consegne totali. “Al di là dei numeri, vediamo anche un vero riconoscimento del rande successo, nostro lavoro da parte in Francia, per del grande pubblico”, ha “Gli allevatori vi detto Valery Cheneau, ringraziano”, il nuovo presidente della OP. Il brik di latte del gruppo progetto ha avuto tanto francese Intermarché successo che da luglio prodotto dalla Op Saint- “Gli agricoltori ringraPère d’Agromousquetai- ziano” è stato allargato res, nella Loira Atlantica. anche al burro e InterLanciato a febbraio marché intende svilup2018, promettendo “tra- pare il marchio anche sparenza sulla distribusu altri latticini, panna zione del prezzo”, il litro e burro, mentre sono in di latte parzialmente corso valutazioni anche scremato viene venduto per carne di maiale e a 0,88 euro, di cui la manzo.

Sulla confezione si sottolinea che la metà del prezzo va al produttore

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PREZZI IN CALO PER LA COOP AUSTRALIANA

Fonterra, la cooperativa australiana e neozeolandese, ha tagliato la sua previsione di pagamento del latte per la stagione in corso di 25 centesimi a causa della crescente offerta globale. La produzione in Nord America e in Europa è in aumento, mentre la domanda in Asia e in Medio Oriente sta rallentando. I prezzi dei prodotti lattiero-caseari nelle aste globali, che si tengono due volte al mese, hanno raggiunto il loro livello più basso in otto mesi. Per l’amministratore delegato, Miles Hurrell, il recente indebolimento del dollaro neozelandese compenserà in parte i prezzi più deboli, ma gli agricoltori devono avere una visione realistica delle condizioni. “Le previsioni del prezzo del latte saranno frustranti per i nostri agricoltori - ha detto - ma è importante informarli sui fatti in modo che possano prendere decisioni ponderate nella loro aziende”. “MOON MILK” PIACE AGLI AMERICANI

Il “Moon milk” ha conquistato gli Stati Uniti. La bevanda viene dalla medicina ayurvedica di tradizione millenaria ed ha proprietà importanti. Oltre ad essere un potente antistress, è un rimedio naturale per una moltitudine di malanni, che vanno dai dolori alle articolazioni a quelli mestruali, passando per le infiammazioni alla gola e alle vie respiratorie, fino all’insonnia. Il “Latte di luna”, ultima frontiera

del benessere, oltre al latte vaccino contiene miele e un mix di spezie orientali, che apportano all’organismo una serie di benefici decisamente sorprendenti. Un modo senza dubbio originale per rilanciare, almeno negli Usa, il consumo di latte.


Scoperto in Egitto il formaggio antico IN RUSSIA CRESCE PRODUZIONE DI LATTE E FORMAGGI

Secondo il ministero dell’Agricoltura russo, la produzione di latte del Paese potrebbe raggiungere 31,63 milioni di tonnellate entro la fine dell’anno.”Nei primi sette mesi del 2018, la crescita della produzione di latte è stata di circa l’1,3%. Se il tasso attuale viene mantenuto fino alla fine dell’anno, ci aspettiamo una raccolta di latte di 31,63 milioni di tonnellate”. Lo ha affermato Vladimir Skvortsov, direttore del dipartimento dell’industria agroalimentare del ministero dell’Agricoltura. E, in effetti, dopo l’embargo, i russi si sono ingegnati. L’intera produzione agricola è aumentata del 5%

Trovato a Saqqara il formaggio di 3200 anni fa. Studi di Università di Catania e Cairo

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n Egitto è stato scoperto il formaggio più e moltissimi dei formaggi antico del mondo: ha che prima erano importati ben 3.200 anni ed è provengono prodotti localmendotto da un mix di latte te, con un aumento, nel di pecora, capra e mucca 2017, del 5,2%. A parere ed ha rivelato le abitudidel ministro dell’Agricoltura ni alimentari di questo Dmitry Patrushev, già nei Paese. La notizia arriva prossimi 6/8 anni i produtdalla pubblicazione sulla tori potrebbero soddisfare rivista ”Analytical Chemila domanda interna per il 90%: “Quello dell’allevastry”, di una ricerca commento da latte - ha detto - è piuta dall’Università di il settore agricolo a più alto Catania in collaboraziopotenziale di crescita”. ne con quella del Cairo. Il residuo di formaggio, una “massa solidificata ACCORDO USA-MESSICO ANTI CANADA biancastra” è stata scoLo scorso 27 agosto il perta in un’anfora duranpresidente degli Stati te gli scavi della tomba Uniti Donald Trump e di un alto funzionario il presidente messicano a Saqqara, a sud del Enrique Peña Nieto hanno Cairo e la certezza che annunciato un accordo si trattasse di formaggio commerciale che esclude è arrivata dopo indagini il Canada. Poco dopo averlo comunicato, il presidente “proteomiche” effettuate USA ha dichiarato che il Canada impone tariffe quasi dal gruppo di ricerca del del 300% su alcuni prodotti caseari americani e che gli Dipartimento di Scienze Stati Uniti non lo accetteranno più. Il fatto ha causato Chimiche dell’Ateneo forte incertezza in molti produttori di latte canadesi. catanese. Lo studio, Gli Stati Uniti vogliono il libero scambio per i prodotti intitolato “Proteomic caseari, eliminando tutte le barriere tariffarie e i sussidi Analyses on an Ancient canadesi.

Egyptian Cheese and Biomolecular Evidence of Brucellosis”, ha anche permesso di tracciare una sequenza peptidica attribuibile ad un batterio, il Brucella melitensis responsabile della brucellosi, ed ha confermato come la malattia infettiva - che colpisce prevalentemente i bovini e che, nell’uomo, può causare febbre, sudorazione e un generale stato di malessere - fosse diffusa già nell’Antico Egitto. SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 43


SPECIALE CERE ALI AUTUNNO VERNINI

Il DNA del frumento Duecento scienziati hanno messo a punto mappatura completa del genoma del grano tenero

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l Dna contiene le informazioni che regolano le funzioni necessarie per il ciclo vitale di ogni essere vivente. Nel caso delle piante coltivate, queste funzioni controllano anche importanti caratteri agronomici che sono oggetto di selezione, quali l’epoca di fioritura, la resistenza a malattie e a stress ambientali, la potenzialità produttiva, la qualità molitoria e gli aspetti nutrizionali. Poiché i caratteri che rendono una varietà diversa dall’altra sono basati su differenze, più o meno marcate, del loro Dna, è eviden-

te l’interesse a conoscere meglio, tramite il sequenziamento, il Dna delle piante coltivate. Fino a pochi anni fa, le conoscenze sui genomi delle piante coltivate erano limitate e talmente frammentarie da non avere conseguenze pratiche di grande rilievo. Ora la ricerca ha fatto passi da gigante e si opera in reti internazionali. L’International Wheat Genome Sequencing Consortium (IWGSC) ha pubblicato ora sulla rivista internazionale “Science” la descrizione dettagliata del genoma del frumento tenero. L’articolo scien-


Frumento: dalla ricerca internazionale varietà più resistenti e produttive tifico - realizzato da oltre 200 scienziati, appartenenti a 73 istituti di ricerca in 20 Paesi, tra cui per l’Italia il Crea - descrive il genoma della varietà di riferimento per il frumento tenero, Chinese Spring. La sequenza genomica del Dna dei 21 cromosomi del frumento tenero, risultato di una ricerca internazionale durata 13 anni, è di altissima qualità, la più alta mai ottenuta fino a oggi per questa specie. La sequenza del genoma di riferimento, ora completata, fornisce ai breeder nuovi e potenti strumenti per affrontare le sfide che attendono l’agricoltura nei prossimi decenni. Essi, infatti, saranno in grado di identificare più rapidamente i geni e gli elementi regolatori responsabili dei caratteri agronomici complessi come la resa, la qualità dei cereali, la resistenza alle malattie fungine e la tolleranza agli stress abiotici e così produrre varietà più competitive e resistenti. «La sequenza del genoma del frumento tenero ci permette di guardare all’interno del suo motore - dichiara il professore all’Università di Melbourne e AgriBio Research Fellow Rudi Appels - quello che vediamo è meravigliosamente assemblato per consentire da una RICERCA SUL GRANO DURO COORDINATA DALL’ITALIA

A Bologna - dal 19 al 21 settembre - al congresso scientifico internazionale “From seed to pasta” è stata presentata in anteprima la sequenza del genoma del grano duro. ll lavoro del consorzio internazionale di ricercatori è coordinato da Luigi Cattivelli, direttore del Crea Genomica. Ha spiegato il ricercatore: «Detto molto semplicemente abbiamo preso il Dna del frumento duro, lo abbiamo spezzettato, sequenziato e rimesso tutto assieme. Quello che dobbiamo fare adesso è andare alla ricerca dei geni nel genoma e scrivere di fianco ad ogni pezzo del Dna a cosa serve. Questo è il lavoro che faremo nei prossimi mesi e massimo in due anni completeremo il lavoro». Conoscendo i geni del frumento si potranno avere, ad esempio, piante resistenti alla fusariosi della spiga, uno dei flagelli dei cerealicoltori e migliorare la resistenza all’allettamento. SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 45


SPECIALE CERE ALI AUTUNNO VERNINI

di essere coltivata nelle zone del pianeta con clima temperato. Il gruppo di ricerca del Crea, coordinato da Luigi Cattivelli, direttore del Crea Genomica e Bioinformatica, ha capitalizzato l’esperienza accumulata in due decenni di lavoro su questo argomento e ha identificato i geni Cbf nel nuovo genoma, un risultato che consentirà una miglior comprensione dei meccanismi di adattamento ai cambiamenti climatici. «Le nuove conoscenze sul genoma del frumento tenero ed il fatto che il CREA sia parte di questa iniziativa - afferma Cattivelli - possono fornire l’occasione per rivitalizzare il comparto tramite collaborazioni pubblico-private che consentano di trasferire le più avanzate conoscenze genomiche in nuove varietà resistenti alle malattie, più efficienti nell’uso delle risorse e più produttive. Un’azione indispensabile per un’agricoltura nazionale sostenibile e capace di produrre alimenti di qualità»”. Tanto per avere un’idea della situazione della coltura che fornisce il prodotto base per il pane, la pizza e l’industria dolciaria, la produzione nazionale di frumento tenero, che nei primi anni 70 era di circa 7 milioni di tonnellate, è oggi dimezzata con una produzione compresa tra 3,0 e 3,5 milioni di tonnellate, un quantitativo che copre meno del 50% del fabbisogno nazionale. (Cl. Cos.) nnn parte la variazione e l’adattamento ai diversi ambienti attraverso la selezione, e dall’altra una sufficiente stabilità per mantenere le strutture di base per la sopravvivenza in svariate condizioni climatiche». La disponibilità della sequenza genomica di riferimento di alta qualità darà un grande impulso al miglioramento del frumento nei prossimi decenni, con benefici simili a quelli già osservati per mais e riso, dopo che le rispettive sequenze di riferimento sono state prodotte. Il Crea ha contribuito all’annotazione manuale del genoma del 46 | MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2018

frumento (cioè il riconoscimento dei singoli geni all’interno dei 15 miliardi di basi dell’intero genoma) attraverso la propria esperienza nello studio della resistenza delle piante al freddo, riconosciuta a livello internazionale. Alcune specie, e tra queste il grano tenero, possono sopravvivere fino a -20 °C, nel caso di alcune varietà di frumento. Questa caratteristica dipende da una particolare famiglia di geni denominati Cbf che conferiscono alla pianta la capacità di vivere a temperature di molti gradi sotto lo zero, con un enorme impatto sulla sua possibilità


Produzioni italiane di frumento aumentate marginalmente rispetto alla scorsa campagna di Silvia Piconcelli

Analisi di mercato

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a direzione economica di Confagricoltura ha effettuato, agli inizi di settembre, l’analisi del mercato del frumento. Si evince che il bilancio mondiale è caratterizzato da una diminuzione delle produzioni riscontrabile, con percentuali diverse, in tutti i Paesi maggiori produttori, controbilanciata da un lieve aumento globale dei consumi e degli scambi. L’andamento climatico è stato penalizzante nel Centro-Nord Europa. Le brusche revisioni al ribasso in Europa centrale e in Francia sono state controbilanciate da forti revisioni al rialzo nell’Europa sud orientale. Le forti piogge nell’Italia meridionale, in Tunisia e in alcune parti della regione balcanica, in Romania, Bulgaria, Ucraina e Bielorussia non hanno avuto un impatto negativo significativo sulle colture. Nei Paesi oltre oceano, Canada in primis, non si sono avute av-

versità atmosferiche tali da ridurre le produzioni, così come è avvenuto negli Stati Uniti a causa della siccità; condizioni invece stabili in Canada, Russia, Kazakhistan e Argentina, con leggeri aumenti di produzione. Si riscontrano andamenti molto volatili dei mercati finanziari (futures) con impennate sui prezzi e trend in crescita dovuti alla minore produzione di frumento tenero in Europa e ingenti tagli delle previsioni delle rese. Per quanto riguarda la situazione degli scambi a livello mondiale, si evince come ci sia stata una contrazione delle esportazioni dell’Argentina verso i paesi asiatici (-12%) e un aumento verso i paesi africani (+19%), così come avvenuto per l’Europa che ha subito una forte contrazione dell’export nei confronti dell’Asia (-40%). I Paesi che hanno incrementato le loro esportazioni di grano sono stati il Kazakhstan nei confronti di

Europa (+86%) e Africa (+196%), così come la Russia e l’Ucraina. I prezzi all’esportazione indicano dalle principali piazze un trend in aumento. Negli ultimi mesi del 2018 i quantitativi di frumento duro importati in Italia dal Canada non sono ingenti, anche se il prezzo è in aumento. Per il frumento tenero importato in Italia dall’Europa i quantitativi hanno un andamento più volatile e indicano un trend in aumento sulle quantità. Per quanto riguarda l’Italia si registrano stock iniziali di frumento tenero per 650.000 t e di duro per 1.000000 t; le produzioni sono pari a 4.212,768 t per il duro e 2.753,697 t per il tenero. Le importazioni totali sono pari a 1860,268 t per il duro e a 6.144,691 t per il tenero, a fronte di consumi pari a 2.981,729 t per il duro e pari 8.267,564 t per il tenero. Le esportazioni totali si attestano, invece, a 2.822,090 t per il frumento duro e a 544,663 t per il tenero. Le produzioni italiane sono aumentate marginalmente sia per il frumento tenero, sia per il duro rispetto alla precedente campagna; è aumentata di circa il 2,7% la superficie investita a tenero. Per quanto riguarda i prezzi del frumento duro nel nostro Paese si attestano su valori più bassi rispetto alla campagna precedente e quelli del tenero, pur restando bassi, segnano un trend in aumento. nnn SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 47


EPS Ente Protezione Selvaggina di Landolfo di Napoli

AGRICOLTORI VOGLIONO METTERE IN MORA LA P.A.

Class action per i selvatici Il problema dei danni provocati dalla fauna selvatica e riselvatichita - anche a causa della mancata gestione da parte pubblica - negli ultimi anni è in esponenziale e intollerabile aumento. È un problema di indennizzi - che pur importanti, dovuti e necessari - sono del tutto inadeguati e tardivi, tanto da indurre la maggioranza dei danneggiati a non presentare neppure la richiesta di risarcimento; ma soprattutto si tratta di un problema produttivo che condiziona pesantemente, limita e mina gli indirizzi e le conseguenti scelte imprenditoriali delle aziende agricole. Di fronte al perdurare dell’inaccettabile stato di cose le imprese agricole appaiono decise a non cedere procedendo pure, come di recente avvenuto in Umbria, a diffidare l’amministrazione pubblica ed in particolare le Regioni affinché predisponga piani di contenimento della fauna selvatica e di riduzione delle specie dannose, adeguati con le caratteristiche ambientali e produttive dei territori. Spingono quindi ad andare oltre affidandosi, se

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necessario, a tutti gli strumenti giuridici disponibili, non ultimo quello di una class action. In più occasioni, evidenziando la gravità della situazione ed i pericoli che da essa ne possono derivare - non solo per l’attività produttiva ma anche per la salute e l’incolumità della popolazione - sono ormai all’ordine del giorno le notizie di incidenti, sovente anche gravi, provocati dagli ungulati sulle strade di tutta la penisola. Invano sono state richieste a Regioni e Provincie nuove mappature del territorio, visto che quelle esistenti, poche e rare, sono datate e quindi non in linea con le mutate condizioni delle diverse zone del Paese e con le esigenze degli imprenditori agricoli e della popolazione. Una situazione questa che ormai si prolunga da troppo tempo in modo inaccettabile e che è motivo di grave disagio per la popolazione tutta, ma anche oggetto di inadempimenti agli obblighi di legge, con il conseguente teatrino dei tentativi di discarico e rimpallo di responsabilità tra le varie amministrazioni locali e nazionali. Sicuramente l’attuale situazione giuridica, figlia pure delle modifiche apportate al titolo V della Costituzione, che vede intrecciarsi competenze e responsabilità nazionali, regionali, provinciali e locali non è d’aiuto a sciogliere l’intricata matassa. E dire che gli

strumenti per modificare questo stato di cose esistono e potrebbero essere facilmente ufficializzati. Si veda ad esempio il “piano lupo” in stato di impasse in Conferenza Stato Regioni. A sottolineare la rilevanza e l’importanza dell’argomento giova evidenziare l’interesse recentemente riposto dalle istituzioni europee (EFSA, EREN) e nazionali (CNSA - Consiglio Nazionale della Sicurezza Alimentare), sul problema della diffusione in Europa di malattie in conseguenza all’eccessiva e non controllata presenza di grandi carnivori e ungulati. In particolare, a livello europeo, in occasione di più recenti incontri del gruppo rischi emergenti costituito nel 2009 quale supporto allo “Scientific Committee and Emerging Risks Unit” dell’Autorità europea della sicurezza alimentare - è stato evidenziato come i danni causati dalla fauna selvatica siano un chiaro segnale della perdita dell’equilibrio naturale e, di conseguenza, dell’aumento del rischio che le malattie animali possano essere trasmesse in altre zone europee attraverso gli spostamenti degli animali selvatici. In tali occasioni particolare attenzione è stata posta sui rischi che corrono le produzioni di qualità (le DOP dei prosciutti di Parma e S. Daniele, per esempio) di cui tanto si discute, con accordi sovrannazionali che potrebbero bloccare le esportazioni e provocare irreversibili perdite economiche se non si blocca la diffusione delle malattie provocate dalla fauna selvatica.


AT T U ALI TÀ SIND A C AT O

Azione legale di Confagri Umbria per il mancato contenimento della fauna selvatica. Rossi: «Imprenditori lesi nei loro diritti di proprietà ed iniziativa economica» di Roberta Strappaghetti

Diffida alla Regione

C

onfagricoltura Umbria dice basta a quello che il suo presidente, Fabio Rossi, ha definito “un grave inadempimento agli obblighi previsti dalla legge regionale sul controllo e sulla selezione della fauna selvatica ed inselvatichita, al fine di prevenire i danni al patrimonio agricolo forestale e i rischi di natura sanitaria, da parte degli enti preposti, Regione dell’Umbria ed in passato anche Province di Perugia e Terni”. Per questo, l’associazione degli agricoltori - avvalendosi della consulenza degli avvocati Gustavo Visentini ed Enrico Tonelli - ha deciso di inviare la diffida alla Regione affinché quest’ultima predisponga, senza indugio, piani finalizzati alla riduzione delle specie dannose sul territorio regionale. L’azione è stata presentata nel corso di una conferenza stampa. “È ora che i soggetti competenti pongano in atto quanto prevede la legge regionale 17/2009 - ha sostenuto Rossi - perché i danni provocati

dai cinghiali, nutrie, storni e corvidi sono sempre di più, mentre gli indennizzi risultano sempre più inadeguati sotto tutti i punti di vista”. La mappatura del territorio regionale è totalmente inadeguata alla situazione attuale, prevedendo, semplicemente, la suddivisione del territorio stesso in zone vocate o non vocate alla caccia al cinghiale. Si ritiene che, in questo modo, siano lesi ingiustamente gli interessi degli imprenditori agricoli umbri, nel diritto di proprietà e di iniziativa economica che la Costituzione italiana tutela. La legge regionale 17/2009 prevede che siano individuate aree nelle quali la presenza di alcune specie, quali appunto cinghiali, nutrie, storni e corvidi sia da ritenere incompatibile con l’ecosistema. Le Province avrebbero dovuto anche predisporre annualmente dei piani per la riduzione delle specie dannose, in modo da renderne la presenza compatibile con le caratteristiche ambientali, le esigenze di gestione del patrimonio zootecnico, la

tutela del suolo e delle produzioni zoo-agro-forestali e la prevenzione del rischio sanitario, presentando, peraltro, ogni 31 dicembre, alla giunta regionale una relazione illustrativa dei risultati raggiunti. “Non risulta, invece, che quanto previsto sia stato fatto dagli uffici preposti - hanno spiegato gli avvocati -. È noto che anche la Pubblica amministrazione, nella propria azione, deve ottemperare al principio del ‘neminem laedere’ e laddove omette colpevolmente le doverose regole di diligenza e perizia è responsabile dei danni ingiusti provocati, in questo caso, alla collettività degli imprenditori agricoli umbri”. “Peraltro - hanno proseguito i legali - gli indennizzi attualmente praticati tengono conto solo dei danni alle colture, in misura illegittimamente parziale, e non, invece, di altri tipi di danni estremamente gravi e pericolosi per l’ambiente e il territorio, come quelli provocati dalla fauna selvatica agli argini dei fossi, ai corsi d’acqua, ai fiumi e laghi e al regime delle acque in genere”. La finalità di Confagricoltura Umbria è, dunque, quella di tutelare gli interessi degli imprenditori agricoli associati, riservandosi il ricorso ad azioni giurisdizionali per ottenere il risarcimento dei danni ingiustamente subiti e di quelli che dovessero verificarsi a causa dell’illegittimo comportamento della pubblica amministrazione. nnn SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 49


ORGANIZZ A ZIONE E TERRITORIO VENEZIA NETWORK DIGITALE

È nata una collaborazione tra Abaco spa e Confagricoltura Venezia per permettere agli agricoltori di avvalersi delle migliori tecnologie, per poter operare con efficacia, efficienza e in rapidità. Attraverso questa convenzione si realizzerà un grande network professionale per l’agricoltura. L’accordo prevede, tra l’altro, la formazione dei tecnici di Confagricoltura sull’utilizzo dei principali strumenti tecnologici e digitali per la gestione delle diverse attività d’impresa, tra cui il monitoraggio delle condizioni campi, per ottimizzare al massimo gli interventi, dall’irrigazione alla concimazione. Il network “SITI4farmer” consentirà di avere accesso alle più avanzate tecnologie per governare le attività in campo, anche attraverso l’applicazione per tablet e smartphone (“SITI4land”). Gli imprenditori associati a Confagricoltura potranno adoperare i servizi digitali di Agricoltura 4.0, dedicati alla conoscenza del territorio, alla pianificazione e al controllo in campo, oltre a usufruire di informazioni cartografiche e a indici di supporto per la gestione dell’azienda e delle attività agricole. 50 | MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2018

di Elisabetta Tufarelli

STATTI ALL’INCONTRO CON IL MINISTRO

Centinaio a Lamezia

«La visita del ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio è un importante segnale di attenzione verso una regione che, come è noto, lega buona parte della sua realtà e del suo destino economico e occupazionale proprio al sistema agricolo». Lo ha detto il presidente regionale di Confagricoltura Calabria, Alberto Statti, nel corso dell’incontro avvenuto a Lamezia Terme, nella sede dell’Op Coppi, organizzazione ortofrutticoli e agrumari. «Al ministro - ha aggiunto - chiediamo scelte chiare su temi particolarmente avvertiti dagli agricoltori calabresi e lo facciamo con la forza e l’autorevolezza di Confagricoltura, che rappresenta le eccellenze produttive della nostra regione. C’è la questione dei pagamenti paralizzati da un sistema informatico che non funziona e da una burocrazia estenuante. Le imprese chiedono più velocità, più certezze e un aiuto concreto per raggiungere anche l’obiettivo della ristrutturazione finanziaria. Siamo lieti di questo primo, iniziale, confronto con chi oggi ha la responsabilità di governare un settore centrale per l’economia nazionale». Il ministro Centinaio, nella prima tappa della sua visita ha sottolineato: «La Calabria, come altre realtà italiane, è l’essenza del ministero ddelle Politiche agricole e del Turismo, l’agricoltura che serve al turismo e il turismo che serve all’agricoltu-

ra. Onestamente ho poca conoscenza della Calabria agricola. Sono di Pavia e nella mia città è presente una grossa comunità calabrese. Quando sono diventato ministro gli amici di origini calabresi mi hanno insegnato a conoscere meglio questa regione. Il mio obiettivo è quello di tornare spesso qui perché voglio dare le risposte che l’agricoltura e il turismo meritano». Da parte sua il vicepresidente nazionale di Confagricoltura, Nicola Cilento, ha messo in risalto la necessità di difendere a denti stretti il budget europeo per l’agricoltura nazionale. Sul proposito di avviare il tavolo tecnico ed istituzionale per correggere quanto disposto dalla legge 199 sul caporalato «la condizione attuale - ha detto - è più che paradossale, abbiamo una norma nata con il giusto e condivisibile intento di contrastare lo sfruttamento del lavoro in agricoltura, ma che equipara una semplice infrazione, una risibile dimenticanza ad un reato vero e proprio». Il presidente Statti, al termine dell’incontro, ha consegnato al ministro a nome di Confagricoltura Calabria un completo ed articolato documento, chiedendo anche interventi normativi che consentano di risolvere o attenuare il gravoso problema della fauna selvatica: «Oggi - ha concluso centinaia di aziende sono devastate dai cinghiali, è un’emergenza del tutto fuori controllo».


CONVEGNO ALLA MILLENARIA DI GONZAGA

Come cambia la Pac

Tutto esaurito per il convegno “2021: la Pac cambia”, organizzato da Confagricoltura Mantova in occasione della Fiera Millenaria di Gonzaga. «La scelta del tema - ha detto il presidente di Confagricoltura Mantova e vicepresidente nazionale Matteo Lasagna, in apertura dei lavori - non è stata casuale. Tra poco più di un anno, infatti, l’attuale riforma Pac scadrà e andremo incontro a profondi cambiamenti, non sempre migliorativi per le nostre aziende». Tra i relatori il professor Ermanno Comegna, economista agrario e uno tra i massimi esperti nazionali di politiche agrarie. «A causa del regime di convergenza interna - ha spiegato con chiarezza il professor al numeroso pubblico presente - il nuovo regime dei pagamenti diretti penalizzerà le aziende della pianura Padana, tra cui quelle mantovane. Il motivo? Si andrà incontro a un livellamento dei finanziamenti verso la media nazionale. Le imprese mantovane, avendo contributi superiori, si vedranno tagliare, temo, di almeno il 20% i fondi nel periodo 2021-2026». Secondo i dati previsionali raccolti da Confagricoltura Mantova e illustrati dal vicedirettore Massimo Battisti, ciò significherà per la provincia di Mantova una perdita di più di tre milioni di euro all’anno sugli aiuti diretti. Altra complicazio-

ne, con la quale si dovrà imparare a convivere, sarà il principio del pagamento redistributivo obbligatorio: «Non è altro che un modo - ha chiarito Comegna - per togliere fondi alle aziende medio-grandi in favore di quelle di piccole dimensioni. Faccio un esempio pratico. L’importo per il pagamento redistributivo verrà prelevato da un determinato numero di ettari e redistribuito, poi, sugli stessi ettari. È chiaro che un’azienda da 100 ettari, se il prelievo ad esempio sarà su 10 ettari, verrà fortemente penalizzata, mentre una piccola ne beneficerà, ma occorre sottolineare che, certamente,non sono le piccole aziende a creare il reddito principale del settore». Quali soluzioni dunque all’orizzonte? «Questa riforma - ha proseguito - esige che da subito si attivi un negoziato politico a livello europeo, come si è d’altronde sempre fatto sin qui. Con esso, è prioritario che parta anche un confronto politico costruttivo a livello nazionale. Da qui a 14 mesi l’Italia dovrà presentare il piano strategico Pac, con decisioni chiare su ogni misura». Il professor Comegna ha concluso: «Questa partita è ancora tutta da giocare. Le organizzazioni, Confagricoltura in primis, dal canto loro si sono già mosse, facendo sentire la loro voce».

ROVIGO FERRARI IN CAMPO

La Ferrari e Confagricoltura Rovigo insieme per un binomio di eccellenza nel Delta. La scuderia Ferrari Club Abano Terme e Confagricoltura Rovigo hanno presentato le colture e l’enogastronomia del Delta del Po. Partendo da Adria quaranta Ferrari hanno raggiunto l’azienda agricola Uccellatori a Ca’ Vendramin di Taglio di Po. Il direttore provinciale, Massimo Chiarelli e Marco Uccellatori hanno presentato ai partecipanti al raduno le produzioni aziendali. Il gruppo ha visitato la riseria e ha degustato i prodotti delle aziende associate a Confagricoltura. Marco Uccellatori ha presentato il progetto multifunzionale dell’azienda che opera nel rispetto dell’ambiente, con metodi tendenti al residuo zero, e trasforma alcune produzioni locali, gestendo anche un agriturismo. «Il connubio Confagricoltura e Scuderia Ferrari Club - ha detto Stefano Casalini presidente di Rovigo - è sinonimo di eccellenza e bellezza. Ha permesso ai nostri ospiti di apprezzare le bellezze naturalistiche del nostro Delta Del Po». SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 51


CAMPI ROSA

di Elisabetta Tufarelli

“DONNAGRICOLTURA TOUR” TORNA IN EMILIA ROMAGNA

Imprenditrici on the road zia di Santa Cecilia della Croara, complesso architettonico proclamato monumento messaggero di una cultura di pace dall’Unesco. «Tra la prima e la seconda tappa emilianoromagnola del tour - dichiara la presidente di Confagricoltura Donna Emilia Romagna, Rosanna Scipioni c’è un forte legame, Torna in Emilia Romagna il tour che parla di donne energiche e delle imprenditrici di Confagrideterminate, di produzioni legate al coltura Donna, con tappa presso territorio, di eccellenza dei prodotti la Tenuta Santa Cecilia Vigneti e rispetto per l’ambiente». Soddidella Croara, sulle prime colline sfatta la presidente di Confagricolbolognesi, dove Nicoletta Madritura Donna, Gabriella Poli: «Uscire gali produce vino bio da oltre dieci nostre aziende ci permette di mianni. «Il territorio - spiega l’imgliorare ulteriormente e rafforzare prenditrice - vanta storicamente ancor più lo spirito di appartenenza una vocazione per la viticoltura, alla nostra organizzazione. Ci riemgrazie al suolo (definito “terre dei pie di orgoglio toccare con mano il gessi e sabbie gialle”) e al microcli- patrimonio agricolo di tradizione e ma favorevole». Nel pomeriggio le innovazione costruito dalle imprenagricoltrici hanno ammirato l’Abba- ditrici». (Barbara Bertuzzi)

FONTANA ROSA per notti in rosé, alla sua prima edizione ad Acqui Terme. Un evento tutto al femminile per coniugare la promozione dei vini con quello dei diritti delle donne. In Piazza della Bollente “il salotto” con la partecipazione dell’esperta di galateo Barbara Ronchi della Rocca, con Michela Marenco, la presidente di Confagricoltura Donna della provincia di Alessandria, Annalisa Vittore, presidente dell’Enoteca Regionale di Acqui Terme, e Gianpaola Baldi, Consorzio Tutela Brachetto d’Acqui Docg. 52 | MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2018

SFUMATURE DI ROSA

«Se la materia grigia fosse un po’ più rosa, il mondo avrebbe le idee meno nere». E’ partito così l’evento “6 sfumature di rosa”, organizzato da Confagricoltura Mantova in occasione della Millenaria di Gonzaga. Sei importanti testimonianze di imprenditrici (Francesca Lorenzi, Giuseppina Bevilacqua, Laura Dalledonne, Sara Pasetto, Veronica Alberti e Francesca Petrocchi) per l’agricoltura al femminile che cresce. I numeri della Camera di commercio, lo confermano. Nel 2017 le imprese femminili locali nel complesso sono arrivate a quota 8.355 unità con Mantova che si conferma al top in Lombardia, assieme a Sondrio e Pavia. Il settore agricolo ha un’importanza preminente: in provincia sono 1.488 le aziende al femminile, secondo settore dopo commercio all’ingrosso e al dettaglio. «I numeri sono importanti - ha sottolineato Giuseppina Bevilacqua, vicepresidente di Confagricoltura Donna Lombardia - ma dobbiamo sottolineare che i dati ufficiali si riferiscono soltanto alla titolarità delle imprese e non tengono conto della figura del coadiuvante».


Nuova stagione: Anga riparte dall’innovazione

L

a ripresa, dopo le vacanze, è iniziata alla grande mico e tecnologico G. Maggiolini di Parabiago (MI), per i giovani di Confagricoltura. Molte le attività con l’ Anga, sono i veri e propri protagonisti della digià realizzate o in cantiere per i prossimi mesi. vulgazione scientifica. L’innovazione - che porta anche La collaborazione con Timac Agro Italia, cominciata benefici all’agricoltura e alla sostenibilità - è divencon il Convegno Quadri, prosegue a livello nazionale tato ormai un ’must’ imprescindibile per le moderne e sul territorio, con incontri dedicati all’innovazione. aziende agricole, quelle determinate a crescere; ed ocIl comitato di presidenza corre diffondere adeguaed i vincitori del contest tamente la conoscenza IL C O M M E N T O “Anga fa 60” hanno pardell’innovazione. Novità Molto abbiamo fatto per tecipato all’interessante anche al Ceja (Consiglio crescere e far aumentare, viaggio studio a Saint europeo dei giovani agrisul territorio, i numeri e Malo per visitare il Cencoltori) con sette nuovi la consapevolezza di far tro di ricerca mondiale rappresentanti nei gruppi parte di Confagricoltura. per l’innovazione del CMI di dialogo civile, che hanCertamente, soprattutto Groupe Roullier, ma non no il compito di assistere in un’associazione giovasolo. L’occasione ha perla Commissione contrinile, il ricambio è veloce e messo di vedere, tra l’albuendo a mantenere un il comitato di presidenza tro, l’ importante salone dialogo continuativo sulè consapevole che occorre a stare costantemente professionale internaziole questioni relative alla ‘sul pezzo’ senza improvvisare, ma seguendo pasnale zootecnico dedicato politica agricola comune so passo le direttive che ci siamo dati e che il terai protagonisti della zooe allo sviluppo rurale, in ritorio ha condiviso. Fondamentale, in tal senso, il tecnia. I giovani di Confaparticolare per le misure nostro progetto formativo che partirà il prossimo gricoltura partecipano al che Bruxelles riterrà di gennaio. Non sono momenti facili per le nostre progetto di divulgazione dover adottare. Infine, va aziende agricole: siamo alla vigilia della nuova scientifica finanziato dal ricordato che si è alla vigiPac (tra 14 mesi l’Italia dovrà presentare il piano strategico) e lo scenario mondiale tra dazi e instaMIUR, “L’Hortus dell’inlia del prossimo Intersud, bilità dei mercati desta qualche preoccupazione. novazione: dal Campo la riunione degli associaIl nostro mercato è il mondo e, soprattutto come alla Rete”. La Fondazione ti dell’Italia meridionale, giovani e come imprenditori, abbiamo il dovere Sviluppo Ca’ Granda di che si terrà il 5 ottobre. di essere pratici e non guardare al futuro con pesMilano è l’ente promotoInfine, va sottolineato che simismo, ma avanzando proposte concrete per re, il Consiglio Nazionale sono già in cantiere i prosl’agricoltura che vogliamo. Sono questi gli argodelle Ricerche (CNR) è il simi corsi di formazione menti che affronteremo nelle prossime riunioni. coordinatore scientifico, per i giovani imprenditoRaffaele Maiorano mentre l’Istituto Superiori, la cui partenza è previPresidente Nazionale Anga re V.F. Pareto di Miano sta con l’anno nuovo. el’Istituto tecnico econoElisabetta Tufarelli SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 53


BRESCIA

FORMARE I GIOVANI AGRICOLTORI

Academy provinciale

Stage all’estero

Parte da ottobre la terza edizione dell’Academy Anga di Brescia. Ciascun percorso formativo si connota per la didattica attiva e coinvolgente che privilegia l’apprendimento concreto e facilmente trasferibile alla propria realtà lavorativa. A seconda della specificità e degli input forniti dai docenti sono organizzati esercitazioni, discussioni di casi reali, roleplaying, risposte a quesiti e ricerca di soluzioni applicative. Focus del programma di quest’anno sono l’inglese, l’uso di Excel, la contabilità analitica e i costi orari, l’analisi di redditività, il costing di prodotto e la finanza d’impresa. Le lezioni si tengono nella sede di Confagricoltura Brescia, in via Creta 50. “Questa iniziativa è stato pensata - come ha messo in evidenza il presidente di Anga provinciale, Giovanni Grazioli - proprio per fornire agli imprenditori agricoli di domani la ‘cassetta degli attrezzi’ necessaria per muoversi all’interno di un mondo sempre più complesso”. Per le informazioni contattare l’ufficio formazione di Confagricoltura Brescia. 54 | MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2018

Dall’agronomo al coltivatore biologico, dal florovivaista all’esperto in progettazione di giardini o piante officinali, alle professioni ambientali. L’ottimizzazione delle risorse della terra ha fatto nascere nuove specializzazioni, senza abbandonare i settori più tradizionali come la viticoltura e gli allevamenti. I giovani di Confagricoltura, da anni, offrono l’opportunità di tirocini formativi pratici ‘hands on’. Si tratta di stage, non di lavoro, e sono pensati per giovani agricoltori, studenti di agraria, enologi, laureati in scienze forestali, con esperienza pratica certificata nel settore richiesto. Sono esperienze quasi “a costo zero”, ciò significa che si è retribuiti per il tirocinio e la retribuzione copre in parte i vari costi, che devono comunque essere anticipati: viaggio, iscrizione (100 euro), visto, spese amministrative dell’organizzazione ospitante e assicurazione. Per lo stage in Australia si tratta di tirocini vitivinicoli e bisogna aver esperienza almeno di una vendemmia, oltre a conoscere bene l’inglese e avere meno di 30 anni. Occorre iscriversi entro ottobre. Per chi è interes-

sato a lavorare nel settore del vino è un’occasione da cogliere al volo che può cominciare, indifferentemente, nei primi mesi dell’anno a seconda della collocazione dei vigneti e del clima: nelle zone più calde la vendemmia può iniziare anche a gennaio, nelle zone più fredde, invece, a marzo. Per gli Usa l’offerta è vastissima. Dalla viticoltura negli stati di Washington, Oregon e California all’esperienza nelle campagne di raccolta, dal Texas al Nord Dakota, con colture miste e allevamenti di bovini da carne. E poi ancora esperienza nella produzione, trasformazione o managment in aziende lattiero casearie in Iowa, Michigan, North Dakota e Minnesota, oppure nella costruzione e manutenzione di campi da golf (Washington, Oregon and California). Ma anche esperienze nella ricerca applicata sugli alberi da frutto: gestione delle colture, calore, stress e valutazione dei portainnesti (Washington), o sul grano di qualità destinato all’industria (Oregon). Ambizioso è il programma in collaborazione con l’US Forest Service, che presenta opportunità di lavorare al censimento nazionale delle risorse forestali americane (Washington, Oregon, California), ma anche a programmi di educazione ambientale nella catena delle Cascades del Nord (Washington), alla gestione del suolo pubblico alla pianificazione e vendita di legname (Washington). Negli Usa si può lavorare per un periodo che va da 3 a 18 mesi. Per partecipare, oltre alla conoscenza dell’inglese, serve un anno di esperienza pratica, se si è laureati da meno di 12 mesi, o di 2 anni se laureati da più tempo. È necessario, inoltre, avere almeno 20 anni. Per informazioni scrivere a anga@confagricoltura.it.


CONCORSO FOTOGRAFICO GIOVANI AGRICOLTORI DI MANTOVA

Trebbiatura vista dal drone Lo scatto migliore del “Concorso Giovane Terra” è quello della trebbiatura fotografata con il drone. Con la seconda edizione sono stati oltre 1.700 i voti arrivati alla competizione fotografica, organizzata dai giovani di Confagricoltura Mantova in occasione della Fiera Millenaria. Quest’anno la scelta di affidarsi a una votazione digitale ha allargato molto il bacino di coloro che hanno espresso le loro preferenze: «Tra le foto arrivate abbiamo selezionato 22 scatti - ha spiegato Andrea Carlini, presidente dell’Anga di Mantova - offrendo la possibilità di scegliere, tramite Facebook e Instagram, quella preferita, che poteva essere votata

anche con la tradizionale maniera cartacea, direttamente al Village Confagricoltura». C’è stato grande riscontro per l’iniziativa anche sui social: su Facebook sono stati 1.425 i “mi piace” totali sulle foto, mentre su Instagram si è superata la quota di 205 like. A vincere, con un totale di 358 voti, è stata la foto di Francesco Bianchini che, con l’ausilio di un drone, è riuscito ad immortalare dall’alto una fase della trebbiatura alle spalle di Villa Favorita, nella zona di Porto Mantovano. Come premio gli è stato consegnato un buono da 150 euro in stampe fotografiche, da utilizzare nella tipografia Manfredini di Mantova. Al secondo posto,

con 206 voti, si è piazzata Simona Giorcelli, che ha proposto una foto in bianco e nero raffigurante un trattore al lavoro all’interno di una risaia. A lei è andata in premio una cena per due persone nell’agriturismo Fenilnovo di Soave. Medaglia di bronzo per Daniele Bianchera, con lo scatto di un irrigatore attraversato dall’arcobaleno (167 voti) e che è stato premiato con un cesto di prodotti.

SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 55


FORMAZIONE

ENAPRA PER LO SVILUPPO PROFESSIONALE

Formare nel Lazio In queste pagine sono indicate le opportunità di formazione gratuita offerte da Enapra attraverso il finanziamento del PSR Lazio 2014/2020. Cominciamo con il dire che i corsi aperti - a cui è possibile iscriversi da subito - sono di due tipologie: corsi per IAP (imprenditore agricolo professionale) della durata di 150 ore complessive che prevedono il superamento di un esame finale SEDE

Viterbo

Rieti

Roma

Latina

Frosinone

per il conseguimento della qualifica professionale e corsi di tipo “dimostrativo” sui temi dell’innovazione sociale, della gestione del rischio e per la coltivazione e la produzione delle piante officinali, dell’olio e dell’olivo della durata complessiva di 25 ore o di 50 ore (per il solo corso delle piante officinali), al termine dei quali Enapra rilascia un attestato di frequenza. I requisiti

TIPOLOGIA CORSO

PRIMO GIORNO DI CORSO

Nuova olivicoltura e olio extra vergine di oliva (prima edizione)

05/10/2018

Nuova olivicoltura e olio extra vergine di oliva (seconda edizione)

da definire

Impresa agricola per l’innovazione sociale (prima edizione)

11/10/2018

Impresa agricola per l’innovazione sociale (seconda edizione)

da definire

Impresa agricola per l’innovazione sociale (prima edizione)

08/10/2018

Impresa agricola per l’innovazione sociale (seconda edizione)

da definire

Nuova olivicoltura e olio extra vergine di oliva (prima edizione)

28/09/2018

Nuova olivicoltura e olio extra vergine di oliva (seconda edizione)

da definire

Impresa agricola per l’innovazione sociale (prima edizione)

12/11/2018

Impresa agricola per l’innovazione sociale (seconda edizione)

da definire

La gestione del rischio in agricoltura (prima edizione)

09/11/2018

La gestione del rischio in agricoltura (seconda edizione)

da definire

IAP 1 A (giovani agricoltori che hanno presentato domanda 6.1)

02/10/2018

IAP 1 A (giovani agricoltori che hanno presentato domanda 6.1)

22/11/2018

Produzione e trasformazione delle piante officinali

20/09/2018

Nuova olivicoltura e olio extra vergine di oliva (prima edizione)

10/10/2018

Nuova olivicoltura e olio extra vergine di oliva (seconda edizione)

10/10/2018

Impresa agricola per l’innovazione sociale (prima edizione)

29/11/2018

Impresa agricola per l’innovazione sociale(seconda edizione)

da definire

IAP 1 A (giovani agricoltori che hanno presentato domanda 6.1)

avviato 14/09/2018

Produzione e trasformazione delle piante officinali

avviato 04/09/2018

Nuova olivicoltura e olio extra vergine di oliva (prima edizione)

06/11/2018

Nuova olivicoltura e olio extra vergine di oliva (seconda edizione)

da definire

Impresa agricola per l’innovazione sociale (prima edizione)

11/12/2018

Impresa agricola per l’innovazione sociale (seconda edizione)

da definire

IAP 1 B

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richiesti ai destinatari sono diversi a seconda che si voglia partecipare ad attività formative tradizionali oppure alle cosiddette azioni dimostrative. Per tutti sono necessari: la residenza nel territorio della regione Lazio, l’assolvimento dell’obbligo scolastico e il compimento della maggiore età; per i cittadini stranieri occorre pure la capacità di comprensione della lingua italiana parlata e scritta e il possesso di regolare permesso di soggiorno. In più per i corsi IAP i candidati non devono aver compiuto il 41° anno di età al momento della presentazione della domanda di ammissione. I percorsi IAP sono due: alla tipologia “A” possono partecipare i giovani agricoltori che abbiano presentato domanda sulla misura 6.1 del PSR Lazio programmazione 2014/2020, ossia la misura del primo insediamento; alla tipologia “B” possono partecipare i giovani agricoltori anche se non hanno presentato domanda di primo insediamento. Alle azioni dimostrative, invece, possono partecipare: persone fisiche (CD, IAP, ecc.) che operano nel settore agricolo, forestale, agroalimentare e nella gestione del territorio; persone fisiche che abbiano la qualifica di coadiuvanti di imprese agricole, i dipendenti di imprese, nonché i tecnici pubblici e privati ed altri attori economici, le cui imprese di riferimento rientrano nel campo delle piccole e medie imprese aventi sede le-


FORMAZIONE

gale e operativa nelle zone rurali come individuate nel documento di programmazione dello sviluppo rurale del Lazio. Entrambe le tipologie di corsi sono disponibili in tutte le province del Lazio. Enapra ha iniziato a dare attuazione ai corsi a valere sulla Misura 1 della Regione Lazio, sottomisure 1.1 e 1.2, alla fine dello scorso mese di giugno con l’avvio del primo corso di piante officinali a Roma presso la comunità montana di Segni. A breve partiranno i corsi IAP, 1B di Latina e il corso IAP, 1A di Frosinone. Consigliamo di consultare il sito Internet: www. enapra.it in cui è disponibile l’elenco aggiornato dei corsi attivi e il relativo modulo di adesione da inviare a info@enapra.it entro la scadenza indicata online. Antonella Torzillo

Parola chiave del mese: PSR Il PSR (programma di sviluppo rurale) è il principale strumento operativo di programmazione e finanziamento per gli interventi nel settore agricolo, forestale e rurale sul territorio regionale. Attraverso l’operato delle Regioni, infatti, il PSR permette a ogni Stato membro dell’Unione Europea di utilizzare le risorse economiche che l’Unione stessa mette a disposizione in ambito agricolo e rurale. Le priorità strategiche del PSR regionale sono rappresentate dalla somma tra le strategie nazionali e le informazioni dedotte da una approfondita analisi dei fabbisogni derivanti dal territorio. Il PSR è dunque la traduzione in attività concrete di queste strategie declinate secondo le esigenze di un determinato territorio regionale. Nello specifico, in questi ultimi anni la programmazione della politica di Sviluppo Rurale si è inserita nell’ambito dell’attuazione della cosiddetta “Strategia Europa 2020” alla quale ciascun PSR deve contribuire per favorire una crescita economica nell’Unione europea intelligente, sostenibile e inclusiva e fondata sul raggiungimento di cinque traguardi di miglioramento in tema di: occupazione, istruzione, riduzione della povertà, lotta ai cambiamenti climatici ed energia.

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OVER 65

di Elisabetta Tufarelli

Auto donata a Carpi

Confagricoltura Modena ha donato, grazie anche ai contributi del 5 per mille della propria onlus “L’età della saggezza”, un’automobile per il trasporto di anziani e disabili all’associazione ‘Anziani in Rete’ di Carpi. L’associazione di volontariato ha ringraziato Confagricoltura e tutti coloro che hanno offerto un contributo, attraverso una cena organizzata nei giorni scorsi a Carpi, presso la sede del centro Bruno Losi, che ospita anche il gruppo volontari di quartiere “il Ponte”. Oltre alla presidente dell’associazione Isabella Giovanardi, tra i nu-

merosi intervenuti l’assessore comunale alle Politiche sociali Daniela Depietri, Ada Menozzi del coordinamento provinciale ANCESCAO (associazione nazionale centri sociali, comitati anziani e orti) e Primo Lugli, presidente del centro sociale Anziani ‘Bruno Losi’. “Ogni anno cerchiamo di rivolgere il nostro aiuto ad associazioni che si distinguano sul territorio per impegno e dedizione. Siamo orgogliosi di poter portare il nostro contributo ad una realtà come la vostra, a disposizione di coloro che hanno più bisogno”, ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Modena Gianfranco Corradi presente alla serata assieme al presidente di ANPA provinciale Riccardo Ragazzi. ‘Anziani in Rete’ collabora attivamente con i servizi sociali del comune di Carpi per fornire aiuto alle fasce di cittadini più deboli: dal trasporto, a momenti aggregativi e culturali, al disbrigo di piccole commissioni.

MEZZO MILIONE DI ITALIANI OVER 60 vive all’estero, secondo alcuni sondaggi; ciò per la minor pressione fiscale ed i vantaggi economici. Nonostante ciò, a livello nazionale, nel secondo semestre del 2017, gli over 64 hanno rappresentato una discreta fetta delle compravendite immobiliari. Il 60,1% degli over 64 ha acquistato la casa principale, un buon 20,6% ha investito per mettere a reddito, il 9,7% ha comprato la casa vacanza ed il 9,2% ha acquistato casa per i figli. Aumentano anche, visto il perdurare della crisi, le vendite di nuda proprietà soprattutto per i grandi tagli. 58 | MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2018

SENIOR IN VIAGGIO

Come e dove vanno in vacanza i senior? Il 61% degli over 60 utilizza un’APP per gestire spostamenti, prenotare hotel o visite a musei, parchi o altre attrazioni. Due turisti senior su dieci partecipano a viaggi organizzati da enti, Cral o associazioni e il 49% va da solo. Vacanze più frequenti, fuori stagione e in media più lunghe. Molti anziani desiderano viaggiare ed esplorare il mondo. Per riuscire a coniugare la voglia di avventura con la necessità del comfort e della comodità, la vacanza in crociera è la più gettonata perché permette di assaporare nuovi orizzonti, senza però rinunciare al relax. Ma non solo. Interesse suscita Interrail, il pass per viaggiare su quasi tutti i treni in Europa con accesso a 37 compagnie ferroviarie e traghetti in 30 Paesi. Se nel 1972, a 22 anni si era già considerati troppo vecchi per fare l’Interrail, oggi non è più così. Con il “pass senior” numerosi over 65 partono per le mete europee.


Curarsi con il teatro ZUCCHERO E MEMORIA

Lo zucchero migliora la memoria negli anziani, rendendoli più motivati a svolgere compiti difficili. Lo rimarca uno studio dell’Università di Warwick, che ha dimostrato come l’aumento dei livelli di zucchero nel sangue renda anche gli anziani più felici durante lo svolgimento di un compito. La ricerca ha interessato un campione di giovani (di età compresa tra i 18 e i 27 anni) e di anziani (di età compresa tra i 65 e gli 82 anni). Ad alcuni è stata somministrata una bevanda contenente una piccola quantità di glucosio, ad altri un placebo ed è stato richiesto di svolgere vari compiti di memoria. I ricercatori hanno misurato i livelli di coinvolgimento, il punteggio di memoria, l’umore e la percezione dello sforzo. E’ stato così rilevato che l’aumento di energia dato da una bevanda a base di glucosio può aiutare ad impegnarsi più duramente. Per i partecipanti anziani erano significativamente migliorati anche la memoria e l’umore.

Dalla pratica teatrale, alla danza, ai quadri: l’arte può essere considerata una terapia per le persone affette da Parkinson e migliora la loro qualità di vita. La ricerca, iniziata nel 2008 dal neurologo Nicola Modugno, ha aperto le porte a un percorso interessante per il trattamento della malattia. Confrontando i dati dei pazienti prima e dopo l’esperienza teatrale, i ricercatori hanno osservato miglioramenti importanti nelle sfere affettiva e ed emotiva (depressione, apatia, stigma, benessere emotivo). I pazienti impegnati nel teatro hanno sperimentato anche un miglioramento nella qualità del sonno e qualche piccolo progresso nella velocità di lettura e nella capacità di comunicare. Non solo teatro. Il progetto Dance Well - movimento e ricerca per Parkinson - avviato a Bassano del Grappa, nel 2013, evidenzia l’importanza di danzare in luoghi d’arte per

attivare diverse aree cerebrali. «Tutto è partito dall’idea, confermata da ricerche scientifiche, che la danza contemporanea può aiutare i pazienti con il Parkinson a migliorare le loro capacità di movimento e, in definitiva, la loro qualità di vita”, ha osservato Daniele Volpe, direttore del Dipartimento di Neuroriabilitazione di Villa Margherita ad Arcugnano (Vicenza), che fa parte del Fresco Parkinson Institute. I corsi “Dance well”, oltre che a Bassano verranno attivati a Firenze (Palazzo Strozzi), Roma (Palazzo delle Esposizioni) e Venezia (Teatro la Fenice).

PREVENIRE LE MALATTIE con lo sport: lo ha dimostrato una ricerca australiana. Gli anziani che fanno esercizio fisico hanno un rischio più ridotto di sviluppare malattie croniche rispetto a chi mantiene una vita sedentaria. I ricercatori del Westmead Institute for Medical Research hanno seguito per 10 anni 1.500 adulti con più di 50 anni. Chi si si impegnava in attività fisica intensa aveva una protezione due volte maggiore da ictus, malattie cardiache, angina, cancro e diabete. Dopo dieci anni di analisi è stata notata anche una maggiore forma fisica e mentale. Attualmente l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda almeno 150 minuti di camminata veloce o 75 minuti di corsa a settimana. Lo studio australiano, pubblicato su Scientific Reports, invece suggerisce una quota superiore. SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 59


AGRITURISMO

di Anna Gagliardi

LE CASCINE RIBONI A TERRANOVA (LODI)

Domeniche di carta

L

e origini antiche, il prezioso archivio di documenti e la struttura architettonica dell’azienda agricola confermano che ci troviamo di fronte a una realtà imprenditoriale solida, che di generazione in generazione, dal 1756, è arrivata ad oggi con un bagaglio di profonde conoscenze della storia, del territorio e delle sue potenzialità. Ma non basta: gli attuali titolari, Carlo e Paola Vailati Riboni, sono riusciti a rendere “Le Cascine Riboni” di Terranova dei Passerini, in provincia di Lodi, uno dei migliori esempi italiani di multifunzio-

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nalità in ambito agricolo. Non soltanto quindi coltivazioni e allevamento, ma anche agriturismo (ristorazione), fattoria didattica, fattoria sociale, ecomuseo, centro privato di pesca. In Lombardia, nel Lodigiano, le imprese del settore primario sono storicamente prevalentemente a indirizzo cerealicolo - zootecnico. Le Cascine Riboni, con il terzo millennio, hanno spostato il proprio core business su diverse attività, svecchiando il modello di agricoltura tradizionale e perlustrando nuove forme di coltivazioni e di acco-

glienza. Sui 48 ettari di proprietà troviamo quindi orticole a pieno campo, meloni e angurie (queste ultime nella varierà Prestige senza semi), asparagi, fragole, girasole (nella varietà Alto Oleico, prediletta dagli chef per la frittura), cereali per insilato e pascoli a rotazione per il bestiame. Attualmente sono presenti trenta vacche nutrici, una scrofa e sei suinetti, oltre alle galline allevate a terra. Tutte le produzioni aziendali, da quest’anno, sono certificate biologiche. Le orticole bio vengono commercializzate in Italia e all’estero: sono molto apprezzate in particolare in Germania e in Nord Europa. Dal 2015 l’azienda è fattoria sociale erogativa e inclusiva, in linea con quanto riconosciuto dalla Regione Lombardia (nel primo caso si tratta di realtà organizzate in cui il soggetto debole è fruitore e beneficiario dei servizi forniti dalla fattoria stessa senza contribuire al processo produttivo agricolo; nel secondo caso, invece, il soggetto debole è considerato elemento del processo produttivo e trova spazio nell’attività aziendale attraverso assunzioni, tirocini, formazione professionale). “Siamo appena agli inizi della trasformazione della nostra azienda - spiega Paola Vailati Riboni -. Siamo convinti che dobbiamo guardare al


futuro, variare i nostri prodotti e non stare fermi. Certo è difficile, e la burocrazia è un ostacolo enorme, ma noi ci crediamo e andiamo avanti”. Anche il concetto di agriturismo qui è poliedrico: il servizio di ristorazione funziona esclusivamente su prenotazione, per piccoli gruppi con cui si concorda il menu e ad ognuno dei quali viene messa a disposizione una sala intera della struttura, in modo che gli ospiti si sentano davvero a casa. Nei fine settimana primaverili ed estivi, inoltre, funziona anche l’agri-griglieria con i salumi realizzati con i suini allevati in cascina e una vasta proposta di carni bovine, hamburger, anche di pollo, e antipasti a base di verdure. C’è poi il laghetto di pesca di proprietà creato per il ripopolamento ittico. Si tratta di un centro privato di pesca di 28mila metri quadrati, con un’isola centrale: gli ospiti possono pescare, anche senza licenza, tinche, lucci e persico, le specie tipiche della zona. L’attività legata alla parte gastro-

nomica è coordinata dal titolare Carlo Vailati Riboni e contempla anche la trasformazione e il confezionamento di alcuni prodotti aziendali, tanto che il ristorante è di fatto un laboratorio polifunzionale. Le Cascine Riboni vendono le loro creazioni direttamente in azienda, nella bottega che trova spazio nell’antica cantina, ma vengono soprattutto forniti alcuni negozi di vicinato, gruppi di acquisto solidale e un “Alveare che dice sì” a Lodi. Grandi soddisfazioni provengono dall’attività di fattoria didattica, sviluppata con le scuole d’infanzia e primarie, ma fruibile LE CASCINE RIBONI

via Cascine dei Passerini, 25 Terranova dei Passerini (Lodi) cell: 337.282658 / 335.8074306 email: info@lecascineriboni.it www.lecascineriboni.it

anche da istituti di secondo grado che vogliano approfondire nozioni storico-paesaggistiche, di economia agraria e di architettura, grazie al vasto archivio dei documenti di famiglia, riconosciuto ufficialmente dal ministero dei Beni Culturali. Il prossimo 7 ottobre, in occasione delle “Domeniche di carta 2018” in cui biblioteche e archivi di interesse storico si aprono al pubblico in tutta Italia, sarà possibile conoscere la documentazione di oltre trecento anni di economia, agricoltura, politica e sociologia del territorio. Tra le curiosità conservate nell’archivio Riboni troviamo alcune cartine antiche relative alla rete dei canali di irrigazione disegnate su cotone e lunghe 15 metri, annali degli ingegneri, disegni di importanti opere di architettura tra cui un originale con la facciata del Duomo di Milano, testi di tecnica casearia, la ricostruzione delle varie figure di lavoratori agricoli (ce ne sono ben 54 nell’archivio) e tantissimi altri documenti e curiosità. SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 61


VINO

di Gabriella Bechi

FRECCIANERA NATURE DI FRATELLI BERLUCCHI

Il gusto dell’arte

S

iamo nel cuore della Franciacorta, dove nasce il “Franciacorta”, primo e unico brut italiano prodotto esclusivamente con la rifermentazione in bottiglia ad aver ottenuto dal 1995 la Denominazione di origine controllata e garantita (Docg), identificato unicamente con il nome della regione geografica, limitata e definita nei suoi confini, dove crescono le sue vigne e hanno sede i suoi produttori. A Borgonato di Cortefranca sorge l’azienda Fratelli Berlucchi, un’antica tradizione familiare tramandata attraverso gli anni che vede oggi alla guida l’ultima generazione, capitanata da Tilli Rizzo. Manager vincente, bella, sportiva, originale, sofisticata Tilli è la figlia di Pia Donata Berlucchi, anima storica della Fratelli Berlucchi, attuale presidente, dopo esserne stata per 40

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anni amministratore delegato, amatissima dall’Associazione nazionale Donne del Vino, di cui è stata presidente dal 2003 al 2009. Settanta ettari di vigneti, dai quali arriva la materia prima dei vini: Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Nero, ma anche Cabernet e Merlot destinati ai tradizionali rossi. Vigneti antichi, dai vecchi e cari nomi “Fontanella”, “La Palazzina”, Tre Camini”, “Casa delle Colonne”, ormai reimpiantati secondo le più attuali tecniche vitivinicole, tutti trattati da più di venti anni in “coltura ecoambientale” senza uso di sostante nocive, secondo una proposta dell’Unione Europea per il rispetto dell’ambiente, con cespugli di rose fiorite in testata. Quattrocentomila le bot-

tiglie prodotte ogni anno, distribuite su tutto il territorio nazionale e per il 15% destinate all’estero (Giappone, Usa, Londra, Norvegia e Belgio). L’azienda è un antico borgo del 1500-1600 all’interno del quale si svolgono tutte le attività. Le cantine sono state ricavate nei vecchi edifici e sono state ingrandite nel corso degli anni lasciando intatte le strutture. Durante i lavori sono stati scoperti numerosi affreschi del ‘500, che erano stati nel tempo ricoperti di calce. Ripuliti e tornati ai loro colori originari, senza alcun intervento di restauro, oggi rendono unica la cantina di Fratelli Berlucchi. “Freccianera Collection” è l’ultimo progetto portato avanti da Tilli, con cui ha voluto rinnovare l’immagine degli storici Franciacorta. Iniziato con il Franciacorta Brut Millesimato 2007 prodotto in serie limitata, oggi è diventato una famiglia: Freccianera Brut, Freccianera Rosè, Freccianera Satèn e Freccianera Nature. Tra questi si distingue il Freccianera Nature Millesimato 2013, da uve Chardonnay 85% e Pinot Nero 15%, rifermentazione in bottiglia, 45 mesi sui lieviti. Colore giallo con riflessi verdognoli, spuma abbondante, pérlage molto fine e intenso. Profumo di lievito, naturalmente gradevole e con leggera nota speziata. Sapore secco, pieno, armonico. Versatile negli abbinamenti. Accompagna piacevolmente antipasti importanti e secondo di pesce. Consigliabile anche a tutto pasto.


CAMPONESCHI A ROMA

Salotto rinascimentale

S

e si dice Piazza Farnese a Roma, si dice Ambasciata di Francia e “Camponeschi”. Ristorante da oltre trent’anni suggestivo punto d’incontro del jet set internazionale e della capitale, che ha lasciato il segno nel campo dell’alta cucina, del buon vino e soprattutto dell’accoglienza raffinata e discreta. L’avventura dei Camponeschi nel mondo della ristorazione romana inizia negli anni ‘30 con Tommaso e continua negli anni ‘50 con suo figlio Marino, che apre insieme al padre e ai fratelli Benito e Rosa, uno dei ristoranti più gettonati della Dolce Vita “Il piccolo mondo”, frequentato da tutti gli attori più famosi. Gli anni ‘80 segnano l’ingresso della terza generazione: Alessandro, attuale titolare, cresciuto nel ristorante del padre e con la passione per questo lavoro apre “Camponeschi” in piazza Farnese, rendendolo un salotto elegante ed esclusivo. Sulla scia della tradizione de “Il Piccolo mondo”, nei decenni qui si sono succeduti i personaggi più in vista del secolo, da Al Gore a Shimon Perez a Michail Gorbaciov, per arrivare alle star di Hollywood e della musica pop, agli attori e artisti più famosi. Sei diverse sale in stile rinascimentale curate dall’architetto Marina Camponeschi, rendono omaggio, con i propri nomi, a Roma e ad alcune delle famiglie che l’hanno resa grande nei secoli. Nella bella stagione un riparato spazio all’aperto permette agli ospiti di mangiare nella bellissima piazza. Uno stile a cui

la famiglia è rimasta fedele negli anni, riconoscibile nella cucina, nel servizio e nell’ospitalità, nella clientela. Alla base di tutto la cultura per il cibo che, per Alessandro, non è solo nutrimento: “È gusto, tradizione, emozione, un elemento imprescindibile per tracciare le coordinate di una società”. Una cucina, dunque - affidata a Luciano La Torre, fedele collaboratore, come tutti coloro che lavorano con Alessandro - tradizionale, ma anche innovativa, con piatti “storici”, che uniscono Roma al Mediterraneo, prevalentemente a base di pesce. Minimo comune denominatore le materie prime: eccellenti, selezionate dopo un’attenta ricerca prevalentemente nel panorama regionale. Il pesce arriva dalle aste di Anzio e Civitavecchia, gli ortaggi dall’agro pontino. Non un menu, ma tanti menu a seconda delle stagioni. E non la solita suddivisione, ma una ridefinizione dei piatti tra Antipasti, Primi, Piatti della tradizione romana, Piatti di mezzo e contorni, Secondi di Pesce, Secondi di Carne e inoltre Formaggi e Dessert. E sul dulcis in fundo niente di prestabilito, ma solo i dolci del giorno, appena realizzati dallo chef, o uno dei dessert prepa-

rati espressi dal team di sala, guidato da Costantino Rossi e Anwar Sifeddine, come la crepes o, specie in inverno, lo zabaione con un tocco di Marsala. Più di 400 le etichette in carta, divise per zona geografica, con una buona selezione internazionale, proposte anche nel Wine Bar a fianco del ristorante, inaugurato nel 2003 e legato al mondo della cultura e dell’arte. Punto di ritrovo all’ora dell’ aperitivo per storici habitué. Ristorante Camponeschi Piazza Farnese 50, Roma

C APE S ANTE CON FUNGHI PORCINI

Con il Freccianera Nature di Fratelli Berlucchi, Alessandro Camponeschi propone Capesante su letto di funghi porcini

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BUONO A SAPERSI

A FERRARA OMAGGIO ALL’ARTISTA GUIDETTI GIACOMELLI

La scultrice rurale

N

ella campagna ferrarese, presso il MAF (Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese) di San Bartolomeo in Bosco, si è svolto un incontro conviviale dal titolo “Pittura, scultura e danze popolari si incontrano al MAF”. La scultrice Mirella Guidetti Giacomelli, da sempre associata a Confagricoltura Ferrara, ha presentato alcune sue opere nate dall’inossidabile affetto che la lega alla campagna ferrarese. Il Centro di Documentazione ha visto la luce all’inizio degli anni ‘80, dopo decenni di ricerca effettuati da Guido Scaramagli, agricoltore e appassionato raccoglitore di oggetti e testimonianze della cultura e del lavoro contadino ferrarese. Opera in stretta collaborazione con il Centro Etnografico del Comune di Ferrara, esempio di connubio virtuoso fra pubblico e privato. Il Museo, cassaforte della tradizione agricola ferrarese e punto di congiunzione fra passato e presente, conserva oggetti, attrezzi e macchine riconducibili ad un arco temporale che va dalla fine

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dell’800 a metà del secolo scorso. Il testimone del MAF è ora in mano a Pier Carlo Scaramagli, presidente di Confagricoltura Ferrara, che ne custodisce con cura tradizioni e valori. Ben 30 mila gli oggetti conservati ed oltre 5 mila i visitatori all’anno, secondo Museo di storia contadina in Emilia Romagna per numero di reperti. Oltre alla biblioteca specializzata nella storia di agricoltura con più di 10 mila volumi, una sala ospita studiosi e visitatori per convegni e stage. E proprio in questo contesto immerso nel verde, si è tenuto l’incontro dedicato a Mirella Guidetti Giacomelli e presentato dalla scrittrice Gina Nalini Montanari, che ha curato molte pubblicazioni dell’artista, fra le quali la biografia “L’anima di un’artista” edizioni Faust. Mirella Guidetti Giacomelli, donna e scultrice, pittrice, medaglista per la Zecca di Stato, illustratrice, creatrice di gioielli... ma anche imprenditrice agricola. E, proprio a lei, durante l’incontro è stato chiesto come riuscisse a conciliare queste attività così apparentemente diverse fra loro:

“Scultura e campagna si compenetrano, non riuscirei a creare ciò che faccio senza il contatto stretto e diretto con la mia terra. La grande energia che mi trasmette la campagna, la vista dei campi sempre diversi in ogni periodo dell’anno, testimonianza del ciclo della vita che ritorna, rinnovano in me entusiasmo e creatività”. L’artista inizia la sua attività di scultrice nel 1975 dopo un periodo di intensa sperimentazione durante il quale saggia, con pazienti tentativi e ricerche, i vari procedimenti tecnici fino ad impadronirsi appieno del mezzo scultoreo e delle sue possibilità di restituzione dei volumi, delle forme e della luce. Temi distintivi della produzione artistica di Mirella Guidetti Giacomelli sono la maternità, la Corte Estense, il Sacro, la campagna ferrarese che interpreta con l’utilizzo di diversi materiali tra cui il bronzo, l’alluminio, la terracotta ferrarese e il legno. Ha esposto in Italia, Austria, Croazia, Svizzera, Russia, Cina, Belgio, Stati Uniti, Romania, Francia, Israele; numerose sono le personali dell’artista presso Istituti di Cultura Italiana e Gallerie d’Arte e le sue ope-


Pier Carlo Scaramagli presidente Confagri Ferrara, Mirella Guidetti Giacomelli, Antonio Compostella direttore generale AULSS Rovigo

re scultoree figurano in musei, chiese e parchi pubblici, con un occhio di riguardo verso gli spazi espositivi del “suo” territorio. L’arte di Mirella Guidetti Giacomelli nasce da un’insopprimibile esigenza di esprimersi, le sue figu-

re imponenti e silenziose emanano messaggi forti e diretti di chi vuole pensare ad un mondo con regole chiare, un luogo più giusto dove possa finalmente vincere il migliore. Ecco giustificata la creazione del Gioco degli Scacchi

SINTESI UTOPICA DELLA VITA

È recente la retrospettiva delle opere di Mirella Guidetti Giacomelli presso il salone d’onore del Palazzo Ducale di Ferrara. Ha osservato il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani: «Mirella Guidetti è oggi un’affermata scultrice ferrarese, un’artista che attraverso le sue creazioni ha sviluppato un rapporto solido e costante con le istituzioni e con i luoghi rappresentativi della nostra città; la figura femminile, il mondo contadino e l’ambiente padano ferrarese sono temi che si intrecciano con le protagoniste dell’ambiente cortese, nobildonne estensi, ritratte dietro grate lignee appartenute a povere case di campagna. Quasi a invocare una sintesi utopica tra due dimensioni della vita che nulla sembrano avere in comune, avvicinate, fino a compenetrarsi, dall’energico impianto plastico della scultrice che, per sua storia personale e culturale, a entrambi questi mondi è intimamente legata».

“Antico Arcano”, opera monumentale in ferro, bronzo e alluminio recentemente donata dall’autrice all’Ospedale Santa Maria delle Misericordia di Rovigo. La donazione rientra nell’ambito del progetto “Arte e Scienza in Ospedale” della Fondazione Renzo Melotti con il Patrocinio del ministero dei Beni culturali, del ministero della Sanità, della Regione Veneto. Nell’affollato incontro al MAF- Mondo Agricolo Ferrarese, Gina Nalini e Mirella Guidetti, entrambe prime donne della cultura ferrarese, grazie al loro storico sodalizio hanno permesso ai presenti di assistere ad un interessantissimo “Trebbo artistico” dal sapore vero e poetico. Al termine tutti gli intervenuti si sono spostati all’esterno per una rappresentazione di antiche danze tradizionali seguite da un ricco buffet con prodotti tipici del territorio ferrarese. Leonora Guerrini SETTEMBRE 2018 | MONDO AGRICOLO | 65


CAMPI SONORI

di Gaetano Menna

IL CANTO LIBERO DI EDOARDO DE ANGELIS

Il coraggio di Galileo doardo De Angelis ha fatto la stoE ria della canzone d’autore. “Il cantautore necessario” era il titolo del suo album-dedica ai colleghi. Ora diventa il nome di una label, che nasce come casa delle nuove leve musicali. A inaugurare il progetto discografico è lo stesso De Angelis con il CD “nuoveCanzoni” (distribuito da G.T. Music di Antonino Destra). Con questo disco, festeggia i 50 anni di attività musicale (aveva esordito nel maggio 1968, al Cordino a Roma, in uno spettacolo intitolato “Il Manicomizio”). Propone undici inediti (più una bonus track strumentale), che si tuffano nell’attualità e nei sentimenti. Momento clou è il brano “Padre nostro”, preghiera laica, gri-

Il cantautore necessario Una label per la nuova canzone d’autore

do lacerante per il fenomeno epocale e doloroso delle migrazioni. Canta a “Galileo”, specchiandosi nell’uomo che non rinuncia alle sue idee. Altro segno d’amore è “Anna è un nome bellissimo”, accomunando donne coraggiose come Anna Magnani e Anna Frank. Trae ispirazione anche da “Gefunden” di Goethe (“Scegli il nome di un fiore”). Le nuove canzoni si muovono sul confine tra realtà e fantasia e il filo che le unisce è quello del tempo che passa (“Il tempo sconosciuto”, “Sponde”): l’artista sente di essere nell’età in cui ci si volta indietro a guardare se qualcuno ha raccolto le parole seminate.

IL DISCO DI PAOLO GIANOLIO

Inattese presenze

Seminatore di note

La nascita di un figlio porta gioia e speranza ma anche timori. Al neonato che dorme il padre canta: «Vivi i tuoi sogni che la vita ha inizio da lì». Il cantautore vicentino Davide Peron pubblica il suo suggestivo quinto album in studio, “Inattesi” (New Model Label/Ululati dall’underground). L’inattesa presenza di un figlio (la vita che si tramanda) è musa ispiratrice di un CD sognante e poetico. Peron, in altre occasioni ha scritto canzoni di impegno sociale, come “La pallottola” che è l’inno dell’associazione di Don Ciotti, come il progetto dedicato alla prima guerra mondiale, come le musiche per gli spettacoli teatrali dell’attrice Eleonora Fontana. L’arrivo del figlio indirizza a una visione più intimistica, spinge all’accoglienza, sollecita ad aprirsi al nuovo (“Abbiamo pensato a giocare”). «Anche chi non è aspettato - racconta l’artista - ha diritto di essere compreso e merita di ricevere dignità». Sette le canzoni proposte contro i rumori, le grida, i frastuoni della vita; con il canto che si conclude inaspettatamente nel silenzio consolatore.

A

l fianco di Claudio Baglioni - nel suo ultimo tour “Al Centro”, così come sul palco del Festival di Sanremo - c’è sempre lui, il fido chitarrista, arrangiatore, direttore musicale. Paolo Gianolio è un eccezionale e talentuoso chitarrista che ha collaborato, oltre che con Baglioni, con artisti del calibro di Vasco, Mina, Ramazzotti, Bocelli, Vanoni, Pausini e tanti altri. Il suo ultimo disco solista “Euritmia” (Videoradio di Beppe Aleo) è molto particolare. Propone nove brani, di cui cinque cantati, in cui si tuffa nelle personali passioni musicali ma anche nella canzone d’autore (dimostrando come sia anche un valido vocalist). Il titolo ci ricorda i ritmi della natura che, nella sua essenza, ha il movimento. L’energia naturale si rispecchia ora nel sound. Brani intensi, sofisticati, costruiti superbamente, che sono in armonia con l’universo. Gianolio ha dichiarato di essere «un agricoltore della musica a cui piace seminare le note e raccoglierle quando sono mature». I frutti raccolti ora, con generosità, sono davvero solari, golosi e nutrienti. 66 | MONDO AGRICOLO | SETTEMBRE 2018




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