Mondo agricolo n.1

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L’ E D I T O R I A L E

L’anno della ripresa

I

l 2016 è l’anno in cui raccogliere l’eredità di Expo: per parte nostra, inizieremo con il consolidare collaborazioni e partnership strategiche, avviate durante l’Esposizione universale e proseguiremo con i progetti avviati nei mesi scorsi. Osserviamo, con piacere, che l’azione di Governo ha tenuto nella giusta considerazione il settore agroalimentare, come dimostra anche la Legge di Stabilità in cui abbiamo raggiunto traguardi importanti, l’abolizione dell’Imu prima fra tutti. Il premier Renzi, tra l’altro, ha detto che vuole trasformare il Mipaaf in “ministero per l’Agroalimentare”, per sottolineare come la crescita del Paese non possa prescindere dall’agroalimentare. È una proposta che avevamo formulato nel 2013 in occasione della presentazione di uno studio sull’agronetwork realizzato con l’Università Luiss Guido Carli. L’importante però non sarà solo cambiare la denominazione, ma anche la fisionomia del dicastero, per farlo essere un hub, un centro nevralgico per lo sviluppo. L’attenzione all’agricoltura ed all’agroalimentare costituisce il punto da cui ripartire, c’è bisogno però di uno sforzo in più per la sburocratizzazione dei processi e per l’innovazione tecnologica e digitale. Questa è la direzione verso cui andare. Noi l’abbiamo già intrapresa, chiedendo maggiori tutele per il lavoro agricolo, sia in termini di incentivi per la stabilizzazione dei rapporti occupazionali anche nel nostro settore, sia in termini di sanzioni severe per quelle imprese che commettono illeciti; creando occasioni, sistemi e reti che valorizzino le capacità dei nostri produttori e le loro possibilità di crescita; supportando le imprese in percorsi di innovazione e di internazionalizzazione. L’agroalimentare italiano non può essere realmente competitivo in un contesto in cui c’è ancora tanto da fare sul fronte delle semplificazioni, in cui ancora il percorso di un’impresa che vuole affacciarsi ai mercati internazionali è tortuoso e pieno di ostacoli burocratici, in cui l’innovazione non è strutturale. Alcuni passi sono stati fatti, ad esempio con il collegato ambientale, che introduce misure incentivanti per modelli di sviluppo sostenibili; ed ancora con lo stanziamento – previsto dalla Legge di Stabilità - di 21 milioni per la ricerca sul digitale e la biogenetica applicati all’agricoltura. Ma il percorso da compiere è ancora lungo. Per efficientare i processi, ridurre i costi di produzione e l’impatto di certi processi sull’ambiente, per aumentare la produttività in maniera sostenibile, non si può prescindere dall’innovazione, che consente di fare tutto questo e di restare competitivi in uno scenario sempre più evoluto. Occorre agire quindi sia sul fronte delle infrastrutture pubbliche, come per la banda larga, sia sul percorso di crescita delle singole imprese. In questo contesto ed alla vigilia di riforme costituzionali decisive per il Paese noi ci siamo, a fianco delle imprese, per fornire loro strumenti, supporto e professionalità adeguati, perché il 2016 sia veramente l’anno della ripresa. Mario Guidi

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Serafini, deve animali si trasformano in piante, le piante in animali, le rocce in case, coinvolgendo in questo fantastico miracolo anche l’uomo. Coerentemente con questo sentimento, Luigi Serafini, iscritto all’Università La Sapienza, si lasciò affascinare dall’architettura organica, in contrapposizione a quella razionale. Una branca dell'architettura moderna, nata in America negli anni’70 e che ha avuto come caposcuola

Ad Expo l’installazione con Persefone, la dea della fertilità della terra Frank Lloyd Wright, che promuove l’armonia tra l'uomo e la natura e la creazione di un nuovo sistema in equilibrio, un organismo unico tra ambiente costruito e ambiente naturale, attraverso l'integrazione degli

“I’m an Egg - Centric”. Installazione con materiale misto esposta a Siena, al Complesso museale di S. Maria della Scala nel 2004

elementi artificiali propri dell'uomo (costruzioni, arredi) con quelli naturali del contesto ambientale. Suo maestro il grande architetto italiano Paolo Soleri, famoso per aver inventato il concetto di “arcologia”, GENNAIO 2016| MONDO AGRICOLO |25







tuato senza utilizzo di prodotti chimici di sintesi. “Nachiro” ha una particolarità fondamentale di cui pregiarsi: la materia prima è di provenienza esclusivamente aziendale, frutto della selezione delle migliori olive di cultivar Ogliarola leccese, Cellina di Nardò e Leccino, e i processi di trasformazione avvengono tutti all’interno della struttura agricola. La coltivazione degli oliveti, la raccolta delle olive, la molitura e la conservazione dell’olio sono curate personalmente e con dedizione assoluta da Pantaleo, agronomo, specialista in olivicolture ed elaiotecnica. La raccolta avviene esclusivamente dall’al-

L’ulivo millenario

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