Le misure di Le Corbusier / The measures of Le Corbusier

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Spazio & Società Anno XVIII n. 76 1996 Ottobre-Dicembre / October-December Trimestrale edito da A quarterly published by Gangemi Editore Piazza San Pantaleo 4 00184 Roma Te!. 06/6872774 Fax 06/68806189 Registrazione presso il Tribunale di Milano - n. 208 del 10 maggio 1978 Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana (USPI) Direttore responsabile Giancarlo De Carlo Direzione e redazione 20145 Milano - Via Pier Capponi, 13 Te!. 02/435582 Fax 02/48194667 Prezzo di un numero: Lit. 15.000 AbbonamentilSubscriptions: Spazio e Società, Via Pier Capponi, 13 - 20145 Milano Te!. 02/48011832 Fax 02/48194667 Conto corrente postale n. 24159204 Abbonamento annuo (4 numeri) Italia: Lit. 50.000 estero: Lit. 100.000 Coordinamento vendite e distribuzione in libreria: Arnoldo Mondadori - Milano Distribuzione in edicola: Dipress s.r.!. Milano Distributore estero: Sole Agent for Distribution and Subscriptions Abroad: A.I.E. - Agenzia Italiana di Esposizione S.p.A. Via Manzoni, 12 20089 Rozzano (MI) Te!. 02/5/612575 - Fax 02/57612608 Telex 315367 aiem-i Stampa: Steg, Tarquinia

Questo

numero

Editore/Publisher

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Gangemi Editore, Roma

Giancarlo De Carlo

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Vice direttore/Deputy

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Redazione/Editorial

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Nicolò Ceccarelli Mauro Manfrin

Daniele Brandolino

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è pubblicato

artistica/Art

Editor

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Peter Blundell Jones, Great Britain Georges Descombes, Switzerland Antonio DiMambro, SA Per Olaf Fjeld, Norway Naomi Miller, USA Luciana Miotto, France Juhani Pallasmaa, Finland Ruben O. Pesci, Argentina Athinà Savvidu, Greece Hugo Segawa, Brazil

Grafica/Graphics

Giovanni Galli

Mauro Manfrin

Traduzioni/Translations

Editing

Giovanna Glauber Richard Sadleir Benedict Zucchi

Marco Abate

grazie anche

al contributo

della San Marco Laterizi


Ottobre-Dicembre/ October-December

1996

In copertina Il teatro Les BoufTes du Nord durante il Mahabharata The BoufTes du Nord during the Mahabharata (Photo: George Meran)

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G.D.C.

Dopo Istanbul

After Istanbul

8

Andrew Todd

Rinascite quotidiane L'architettura dell'International Centre for Theatrical Creation di Peter Brook

Everyday Resuscitations The Architectural (Euvre ofPeter Brook's International Centre for Theatrical Creation

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Mats Olofgors

Il progetto "Hògar" Sculture di materiale di scavo di Mats Olotgors e Hans Peterson

Project "Hògar" The Formation of Sculptures from Excavated Material by Artists Mats Olofgors and Hans Peterson

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Mauro Moriconi

Le misure di Le Corbusier

The Measures of Le Corbusier

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Giancarlo De Carlo

Della modestia in architettura

On Modesty in Architecture A Seminary at La Tourette

DOCUMENTVDOCUMENTS

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PG.Raman

Una serena diffusione di luce Il tempio indù di Londra

A Quiet Diffusion of Light The Hindu Temple in London

58

Peter Howard, Elena Webster

Architettura come arte della costruzione Biblioteca a Cork, de Blacam & Meagher

Towards Architecture as a Constructive Art A New Library in Cork by de Blacam & Meagher Architects

72

Giovanni Caprioglio

Due opere recenti

Two Recent Works

80

Kim Seok Chul, Franco Mancuso

Padiglione

The Korean Pavilion at the Biennale Giardini

90

Ann M Pendleton-Jullian

Casa a Tenerife, Canarie

House for Tenerife, the Canary Islands, Spain

99.

Nicolò Ceccarelli

Underground

Underground

della Corea a Venezia

2

L1BRI/BOOKS Recensioni di Heres Jedece

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Mauro Moriconi

LE MISURE DI LE CORBUSIER ----~--------~--------------------.~.

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The Measures of Le Corbusier "On 30 December 1951, seated in a corner of a little restaurant on the Còte d'Azur, I sketched the design of a 'Iittle holiday home' as a birthday present for my wife. I built it the following year on the edge of a wave-beaten cliff. This drawing (mine) was don e in threequarters of an hour. It was definitive. Nothing was changed l. ..1 Thanks to the Modulor, the procedure was perfectly sound." (Le Corbusier) The drawings for the cabanon consist of a summary indication of useful objects and measurements. The striking fact is the precision of these measurements. Le

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Corbusier did not write "a metre and a half", as any builder might do. He wrote 1.13 m, or 2.26 metres, and this exactness was the result of a recherche patiente, of careful study. The conventional wisdom of recent decades would have it that the Modern Movement was an attempt to wipe the sIate clean and start from scratch, an approach that turned artistic development into an evolutionary scheme: the present sweeps away the old, making it irrelevant. This attitude, which is certainly to be found in some avantgarde schools, is a massive obstacle to understanding Le Corbusier. True, his idea of architecture expresses a

"Il 30 dicembre 1951, sull'angolo di un piccolo ristorante della Costa Azzurra, ho disegnato, per fame un . regalo a mia moglie nel giorno del suo compleanno, il progetto di una 'piccola casa per le vacanze' che costruii l'anno dopo sul bordo di uno scoglio battuto daiflutti: Questo progetto (il mio) è statofatto in tre quarti d'ora, È definitivo, Nulla è stato cambiato. [. ..] Grazie al Modulor, la sicurezza del procedimentofu totale. " Le Corbusier' Se si analizzano i disegni del cabanon ci si rende conto che essi sono costituiti da una indicazione sommaria di oggetti d'uso e da misure, Il primo dato che salta agli occhi è la precisione di queste misure. Le Corbusier non dice un metro e dieci, come potrebbe fare un qualsiasi operatore edile. Egli dice 1,13 m, oppure 2,26 m. Questa precisione nasce da un lungo lavoro, una recherche patiente. L'idea egemone negli ultimi decenni è che il movimento moderno rappresenti lo sforzo di giungere a una tabula rasa del rapporto con il passato. Una progettualità che ponga, nel discorso artistico, una teoria evoluzionistica: l'attuale spazza via l'antico, lo supera e lo rende inadeguato. Tale idea, che è senza dubbio verifica bile in alcune tendenze dell'avanguardia, ostacola prepotentemente la comprensione della teoria di Le Corbusier.

drive towards technological progress which has to be furthered wherever possible, but at the same time it transcends the merely contemporary. The contemporary condition is accepted in toto. not as a reversal of the past but as the affirmation of an originaI and timelessly recurring unity. The ultimate aim of the architectural project lies outside any time scheme. And this is so far a fact that it can be left quite simply to the aesthetic of engineering, doing without any stylistic frame of reference and foregoing a/l the tricks of Beaux-Arts architecture! If one fails to grasp this intent Le Cotbusier's arguments seem contradictory and elusive. In the chapter titled Les Tracés Régulateurs in Vers une architecture, Le Corbusier took a decisive step forward in his research into the


Nella sua idea di architettura, da unaparte c'è una spinta verso il progressotecnologico che deve essere assecondato ovunque sia possibile, dall'altra,però, c'è il trascendimento dellamera attualità. La condizione contemporanea è accettata completamente non in quanto rovesciamento del passato, main quanto riaffermazione di un'unità originaria che ritorna senza tempo. Il fine ultimo del progetto architettonico è collocato al di fuori del datotemporale. Lo è a tal punto che esso può abbandonarsi tout court all'estetica dell'ingegnere, può fare a meno di qualsiasi riferimento stilistico,può rinunciare a tutti i trucchi dell'architettura dell'Ecole des Beaux-Arts! Se non si capisce questo intento ilsuo discorso risulta contraddittorio e inafferrabile. el capitolo "Les tracés régulateurs" di Vers une architecture Le Corbusier fa un passo decisivo nella sua ricerca dell'origine dell'edificare, del punto zero. Mostrando il Tempio primitivo, cheè una ricostruzione idealizzata di un santuario, egli vuole dichiarare come i primi solchi sul terreno, le prime corde tese, le prime pietre posate, impongano un ordinerazionale alla natura. "Misurare. Dividere in quantità ritmiche, animate da un soffio uguale, fare passare ovunque il rapporto unitario e

origins of building, of the starting point. 8y showing the Primitive Tempie, an idealized reconstruction of a shrine, he meant to demonstrate that the first marks scored on the ground, the first cords tensed, the first stones laid,imposed a rational order on nature. "Measure. Divide into rhythmical quantities animated by a single spirit; diffuse everywhere the subtle unified proportion; balance; resolve theequation." Measurement represents the limits of control within which it is possible to work. Beyond these limits there yawns primordial chaos, the imponderable, the forest. The struggle against chaos is repeated in every founding act of architecture. The primitive tempIe served to introduce what he cal/ed the tracé régulateur. The

sottile, equilibrare, risolvere l'equazione.?" La misura rappresenta il limite del dominio in cui è possibile operare. Al di là di questo limite si apre il caos primigenio, l'imponderabile, laforesta. La lotta contro il caos si ripete in ogni atto fondativo dell'architettura. Il tempio primitivo serve a introdurre quello che egli chiama il

tracciato regolatore. I disegni delle due facciate gemelle della casa Ozenfant, pubblicati in Vers une architecture, mostrano un esempio di tale strumento concettuale. ei tracciati relativi a questo edificio, similmente ad altri coevi, Le Corbusier procede secondo una se-

rie di diagonali parallele che indicano dei rapporti simili. Per esempio nella facciata disegnata a destra egli indica con le lettere lB, 2B e 3B una serie di tali ricorrenze. Egli cerca di allacciare una relazione tra le parti e il tutto: la forma della porta d'ingresso uguale a quella dell'intera facciata. Come giunga a tali diagonali non è invece spiegato. Analizzando le immagini si può presumere che il punto di partenza sia quello di due rettangoli eguali (vedi figura schema a). L'indicazione che Le Corbusier fornisce, la scritta moyenne proportionnelle, è riferita alla linea inferiore dellafenetre en longueur che divide in due entrambe le facciate.

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drawings of the twin façades of the Ozenfant House, published in Vers une architecture, exemplify this conceptual instrument. In the basic schemes for this building, like others from the same period, Le Corbusier proceeded by a series of paral/el diagonals indicating similar relationships. For instance, in the façade drawn on the right he used the symbols 18, 28 and 38 to indicate a series of recurrences of this kind. He sought to create a relationship between the parts and the whole: the form of the entrance door is the same as that of the entire façade. However, he failed to explain how these diagonals were achieved. Analysing the images, we can conjecture that his starting point must have beeti two equal rectangles (see figure scheme a). Le Corbusier's indications, the words

moyenne proportionnelle, refer to the lower line of the fenètre en longueur that divides both façades in two. In the lower part we can make out a rectangle similar to the originaI one. This line divides the whole height of the figure into two parts, of which the greater is a proportional mean between the lesser and the whole. If then the upper part is, as it seems to be, a square, we can say that this 1923 project already presents the golden rectangle. This conjecture seems reasonable since we know that Le Corbusier was already familiar with the concept of the nombre d'or in the early years of his work. Seeking to retrace the geometrica I construction using a pair of compasses, one can conjecture a series of operations that gradual/y

1 Le Corbusier, frontespizio dell'articolo Tracés Régulateurs, cit., p. 563. 2 Tempio primitivo da Vers une architecture, cit., p. 54-55.

1 Le Corbusier, title·page of the article Tracés Régulateurs, cit., p. 563. 2 Primitive tempie from Vers une architecture, cit., pp. 54-55.

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AfauroAforiconi

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3 Le Corbusier, appunti sulla proporzione aurea, da Lesvoyages d'Aliemagne

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Camets (4 voli. e 1 vol. con trascrizioni), edizione a cura di Giuliano Gresleri, Milano/Paris, Electa/Fondation Le Corbusier, vol. 4 foglio 8. 3 Le Corbusier, notes on the golden ratio,

(romLes voyages d'Aliemagne

- Carnets

edited by Giuliano Gresleri, Milan/Paris, Electa/Fondation

Le

Corbusier, vol. 4 sheet 8.

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make the initial scheme more complex until it embraces the most minute details. However, the description would have to be lengthy because the operations that take piace on the drawing board are not always straightforward or devoid of a margin of variation. For instance, the two originai rectangles do not correspond precisely to the volumes of the two façades. This produces the first difference between the right hand façade where the difference is equal to the space of a cornice and the left hand one, where it forms part of a more complex interplay of rectangles: the far edge fal/s in the middle of the vertical window (scheme bl. The tracé régulateur is only an instrument to enable measurements to be checked much more rapidly than by analytical calculation. It is a device created to yield recurrent proportions

ella parte inferiore si può riconoscere un rettangolo simile a quello di partenza. Quella linea seziona l'intera altezza in due parti di cui la maggiore è media proporzionale tra la minore e il tutto. Se poi la parte superiore è un quadrato, come sembra, si può affermare che già in questo progetto del 1923 è presente il rettangolo aureo. Tale ipotesi non sembra azzardata in quanto è documentabile che Le Corbusier conosceva il concetto del nombre d'or già dai primi anni di attività. Cercando di ripercorrere la costruzione geometrica, con il compasso alla mano, si possono ipotizzare una serie di operazioni che via via rendono complesso lo schema iniziale fino ad arrivare ai dettagli minuti. La descrizione però sarebbe lunga, perché sul tavolo da disegno avvengono operazioni non sempre lineari e non prive di un margine di approssimazione. Per esempio i due rettangoli di partenza non corrispondono perfettamente agli ingombri delle due facciate. Ciò produce una prima differenza tra la facciata destra, ove lo scarto corrisponde allo spazio di una cornice e quella sinistra dove invece viene a far parte di un gioco più complesso di rettangoli: il lato estremo viene a cadere nella mezzeria della finestra verticale (schema b). Il tracciato regolatore è solo uno strumento che permette il control-

lo delle misure, molto più rapidamente di quanto potrebbe fare un calcolo analitico. E un meccanismo creato per giungere alla ricorrenza di proporzioni e, se funziona, dà luogo a infiniti sviluppi. È come nel gioco degli scacchi dove un numero limitato di regole dà luogo a infinite partite. Attraverso l'assenza di misure residue si raggiunge la satisfaction de l'esprit. Questo stato di grazia non riguarda solo la parvenza, ciò che si vede. È il riflesso profondo di una ricerca del senso del costruire. Per il progetto del Mondaneum Le Corbusier pubblica un tracciato regolatore a scala territoriale. Una facile critica potrebbe essere che solo una eccezionale vista aerea rivelerebbe i rapporti formali; lo sforzo compiuto risulterebbe inutile. La proporzione, però, non è solamente una strada per compiacere la vista. Essa svolge, in prima istanza, un ruolo di organizzazione delle misure e, solo in secondo luogo l'ordine diventa un fatto percepibile. Uacustica visuale, come la chiama Le Corbusier, è il risultato del rigore compositivo e non viceversa. L'armonia visiva è un effetto dell'ordine e non una causa. Fare confusione su questo punto significa ancora andare incontro a un totale fraintendimento degli intenti di Le Corbusier. La battaglia che Le Corbusier

and, if it works, it generates endless developments. In this it is rather like chess, where a limited number of rules give rise to an infinite number of games. The absence of residua I measurements results in satisfaction de l'esprit. This state of grace derives not just from appearances, from what can be seen. It is a profound reflection of his search for the significance of building. For the Mondaneum project Le Corbusier published a tracé régulateur on a territorial scale. A facile criticism might c1aim that since only an exceptional aerial view could pick up the formai relationships, al/ the effort would be pointless. But proportion is more than just a way of pleasing the eye. In the first piace it has a role in organizing measurements, and this order may only

become perceptible at a later stage. What Le Corbusier cal/ed "visual ecoustics" is the result of compositional rigour: visual harmony is the effect of order and not its cause. Confusion on this point means completely misunderstanding Le Corbusier's purposes. The end of the war seems to have markeda turning point in Le Corbusier's concept of proportion. At this time he seems to have decided that the tracé régulateur was no longer adequate. Why? Probably he realised that this way of achieving proportion had a limited scope for diffusion. There exists no tracé régulateur for the Maison Domino, nor for the other industrial/y built homes. This doesn't mean they are not careful/y proportioned: simply he gave up speaking about the subject. Le Corbusier's well-known interest in


LE CORBUSIER porta avanti per la proporzione sembra avere un punto di svolta alla fine della seconda guerra mondiale. Aun certo punto i tracciati regolatori non bastano più. Perché? Probabilmente Le Corbusier si accorge che quella strada alla proporzione ha possibilità limitate di diffusione. Non esiste, infatti, alcun tracciato regolatore per la Maison Domino, né per le altre case in serie. Ciò non significa che esse non sianoproporzionate: semplicemente rinunciava a parlarne. L'interesse, ben noto, di Le Corbusier per questo tipo di problemi lo spinse a trovare in questo ambito una soluzione al problema. Il problema poteva porsi in tali termini: cercare un sistema che raggiungesse il doppio scopo di essere efficiente per la standardizzazione ed essere l'occasione per una nuova affermazione dell'antico significato della proporzione. Nella realizzazione di questo progettoLe Corbusier incontra due nemici. Da una parte un nemico manifestato, dall'altra uno deliberatamente taciuto. Da una parte il nemico rappresentato dai sistemi che si stavano sperimentando all'interno delle istituzioni ufficiali, i sistemi di normalizzazione. Tali sistemi fanno riferimento alle serie dei cosiddetti numeri normali.Lo scopo di tali numeri è quellodifacilitare il più possibile le ope-

4 Casa Ozenfant, Parigi, 1923; schemi interpretativi

a eb

(disegni dell'a.). 5 Casa Ozenfant, Parigi, 1923; schema interpretativo

c (disegno

dell'a.); tracciato regolatore di Le Corbusier (d) da Vers une architecture, cit.,

p.62. ;'

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prob/ems of this kind /ed him to find a solution to the problem. The problem itself could be statedin these terms: how to find a system that wou/d attain the twofold aim of being efficient for standardization and provide an opportunity for a new affirmation of the old significance of proportion. /n carrying out this project, Le Corbusier encounteredtwo enemies, one out in the open, theother concealed. The first was the enemy represented by the French systems of normalisation then being devised by official institutions. They made use of the so-cal/ed nombresnormales. The aim of these standard va/ueswas to facilitate as far as possible the a/gebraic operations necessary in technical ca/cu/ations(the four basic operations but also powers,radicals and multiplications by rr).

Le Corbusier openly declared his aversion for the series issued by ANFOR (Association Française de Normalisation), a scheme he was invited to contribute to. What he couldn't stand about the ANFOR system was that it drew on an approach that was very distant from architecture. The problem of standardizing units of measurement used for buildings was not a foremost concern of the people who devised the nombres normales. The results they were inevitably to produce are now universal/y recognized, but Le Corbusier had predicted them right from the start. By seeking to bring architectural considerations into the debate he hoped to transform a serious threat into a great opportunity. The second enemy hardly emerges from Le Corbusier's own declarations. It was a subtly

antagonistic current within that broad movement of thought now cal/ed the Modern Movement. Within the CIAM, Le Corbusier had already fought his battle against an over-simplified idea of the future, reaching its climax in the polemics against Karel Teige. Since then positions within the Modern Movement seemed to have softened. It appears that he avoided the kind of harsh criticism of other modern architects which he reserved for other figures. But this comment, which Le Corbusier once let slip, shows clearly that he did not approve of the American experiments of Gropius and Wachsmann: "I arrived too late to take part in the game of these friends. The problem remains open: Wachsmann has adopted a standard as a kind of grid regulated on the single module of a

4 Ozenfant house, Paris, 1923; interpretive diagrams a e b (drawings by the author). 5 Ozenfant house, Paris, 1923; interpretive diagram c (drawing by the author); Le Corbusier's tracé regulateur

(d) from

Vers une architecture,

cit., p. 62.

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razioni algebriche necessarie nei calcoli tecnici (le quattro operazioni fondamentali, ma anche potenze e radicali, moltiplicazioni per n). Le Corbusier dichiara apertamente la sua avversione verso le serie per l'edilizia dell'ANFOR (As-

da Tracés Régulateurs,

sociation Française de Normalisation), al progetto delle quali era

cit.,p.21.

stato invitato a lavorare.'

Ciò che

egli non può accettare nel sistema dell'ANFOR è che questo nasca da un approccio lontano dal mondo dell'architettura. Il problema dell'unità delle misure dell'edificio non è minimamente preso in considerazione da chi progetta i numeri normali. Il risultato che questi sistemi avrebbero dato, che oggi è riconosciuto unanimemente, era sta-

6 Le Corbusier,

square. Traditional Japanese architects have created stunning houses through the centuries on a far more refined module: the tatarni." These studies of modular coordination drew on projects from the pre-war years, like Weissenhof's experimental houses at Stuttgart. Apparently the orthogonal grid was meant to be the vehicle or instrument by which they measured the parts of the building through what they cal/ed the module. The significance taken on the word module was completely different from the older significance of the term. The following definition by Wachsmann is ambiguous to say the least: "The module is the fundamental abstract unit of a value of measurement tbst, together with multiplications, subtractions or divisions, determines numerical/y the geometrical

system of an imagined modular order. " The truth is that it was the imagined geometrica I system that determined conceptual/y the module, and not vice versa. This system, the orthogonal grid, did not coincide, despite the use of a word with as long a history as "moduie" with the ancient significance of proportion. Le Corbusier realized this and decided to combat the orthogonal grid on its own grounds. He cal/ed his own project the Modul-or (Module -section d'or) to indicate with a hint of polemic the objective he was aiming at. His grille des proportions a grid which was not a grid was put forward as a network of relationships to facilitate both the choice of effective measurements and of correspondences between the forms of a building: a harmonious

6 Le Corbusier, Mondaneum, Ginevra, 1933,pianta con tracciati di Le Corbusier,

Mondaneum, Geneva, 1933,pian with Le Corbusier

tsvout,

from Tracés Régulateurs, cit.,p.21.

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to previsto fin dall'inizio da Le Corbusier. Egli ha cercato introducendo nel dibattito le ragioni dell'architettura di trasformare una situazione potenzialmente molto pericolosa in una grande occasione. Il secondo nemico quasi non appare nelle dichiarazioni di Le Corbusier. È una corrente velatamente antagonista interna a quella

measurement on a human scale universally applicable to mechanical architecture! The Modulor is a system of measurements, a book, an object and ali these things put together. Appearances apart, the Modulor is meant as an open-ended system. It consists not so much of a sequence of measurements as of a conceptual dimension. It is defined as an instrument: "Outil à pIacer sur la table à dessin à c6té du compas." Like a pair of compasses it serves to check proportions. He was aware that its success depended on its being reinterpreted every time it was applied (this was true of al/ other users as wel/ as himself). This is why the two books he published were very different in approach from a technical manual: they provided a key to the reconsid-


LE CORBUSIER grande corrente di pensiero che viene indicata come movimento moderno. All'interno dei Ciam Le Corbusier aveva già combattuto una battaglia contro un'idea semplicistica di funzione, raggiungendo un punto di culmine nella polemica con Karel Teige. Da allora le posizioni all'interno del movimento moderno sembrano stemperarsi. Sembra che egli evitil'atteggiamento di aspra criticaverso altri architetti moderni, che riserva ad altri interlocutori. Ma quando a Le Corbusier sfugge un: "arrivavo troppo tardi per partecipare al gioco di questi amici. Il problema rimane aperto: Wachsmann ha adottato uno standard a mo' di scacchiera regolato sul modulo unico di un quadrato. I giapponesi della tradizione hannocostruito, durante i secoli, le loro stupende case di legno su un modulo sicuramente più raffinato: il tatami",' appare chiaro che non condivideva gli esperimenti americani di Gropius e Wachsmann. Talistudi sulla coordinazione modulare, riprendono progetti di prima della guerra, come le case sperimentali al Weissenhof di Stoccarda. Apparentemente il reticolo ortogonale è il veicolo, lo strumento, per misurare le parti dell'edificio attraverso quello che viene chiamato modulo. Il valore che la parola modulo assume si distacca com-

pletamente dal significato antico che il termine aveva. Una definizione come quella di Wachsmann: "il modulo è l'unità astratta fondamentale di un valore di misura che, con moltiplicazioni, sottrazioni o divisioni, determina numericamente il sistema geometrico di un ordine modulare immagìnato",' appare quanto meno ambigua. In realtà è il sistema geometrico immaginato a determinare concettualmente il modulo, e non viceversa. Tale sistema, il reticolo ortogonale, non coincide affatto, nonostante l'uso di una parola antica come modulo, con il significato antico di proporzione. Le Corbusier avverte ciò e decide di combattere il reticolo ortogonale sul suo stesso terreno. Il suo progetto verrà chiamato infatti Modul-or (modulo - section d'or) per indicare, con un'impercettibile polemica, l'obiettivo che si propone. La sua grille des proportions un reticolo che non è un reticolo si propone come rete di relazioni che facilitino sia la scelta di misure efficienti che le corrispondenze tra le forme dell'edificio. Una misura armonica su scala umana universalmente applica bile all'architettura e alla meccanica! Il Modulor è un sistema di misure, un libro, un oggetto e tutte queste cose messe insieme. Aldi là delle apparenze il Modulor

vuole essere un sistema aperto. on è costituito tanto da una sequenza di misure quanto dalla dimensione concettuale. Esso viene definito come uno strumento: "Outil à placer sur la table à dessin à coté du compas". Come il compasso esso serve a controllare la proporzione. Le Corbusier è cosciente che le possibilità di successo del suo strumento sussistono solamente se esso viene interpretato ogni volta che si mette in atto (ciò vale tanto per i supposti utenti quanto per lui stesso). Ecco perché i due libri che pubblica assumono una fisionomia assai diversa da un manuale tecnico: essi forniscono la chiave per riconsiderare ipotesi scartate e, quindi, per ripercorrere l'intero processo in maniera inedita. Gli altri sistemi di standardizzazione nascono da una convenzione che assume efficacia quanto più viene accettata impersonalmente. Ciò è coerente perché l'obiettivo della coordinazione modulare non è quello di creare relazioni significative tra le misure ma di evitare quel problema per concentrarsi sui mille e uno problemi di natura pragmatica. Wachsmann afferma: "I problemi della forma hanno un'importanza secondaria, perché sul piano scientifico, tecnico, economico e sociologico cominciano a svilupparsi le forze determinanti del nuovo ordinamento."

eration of discarded hypotheses and hence to retrace the whole process in an unprecedented fashion. The other systems of standardization were based on a convention that grew more effective the more widely and impersonally they were applied. This was perfectly consistent, because the objective of modular coordination was not to create significant ratios between meesurements but to avoid this problem and concentrate on a thousand and one problems of a pragmatic nature. As Wachsmann wrote: "Ttie problems of form are secondary. It is on the scientific, technical, economie and sociological piane that the decisive forces of the new order aredeveloping". The artistic significance of space was a question that the individuai architect can

choose to tackle or ignare, a different issue. Though alien to any kind of formalism, Le Corbusier took a different path. The significance of building rests on the existential significance of space; only by following this principle can one find a solution to contingent problems; only a breakthrough at the start will overcome the obstacles created by the incongruities of the commonplace. There is no sense in distinguishing an artistic significance from a technical one in architecture. The Modulor is a key that gives access to this principle. How is the Modulor meant to be used? The games shown in the text are a laboratory in which to experiment in vitro with the formai relationships between the two series. In these schemes Le Corbusier rediscovers and develops the correspondences on which he had worked

before the war. His work on the tracés régulateurs was not wasted, while the Modulor was never presented as an alternative to it. Whenever Le Corbusier used the numerical series he immediately thought of the patterns they could form and no longer needed to draw a tracé because he had fully assimilated the fundamental relationships. The Unité d'habitation was the first project in which the instrument was given a trial. The starting point for the proportions was clearly the celi: "The fundamental element of the Marseille Unité: the square (in the façadeJ containing a family. This is a significant product of the Modulor." But it was more than just the façade. The cross-section of the celi has a ratio of 2.26 x 3.66 m, a golden rectangle on which ali the partitions


auroAforiconi

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Il significato artistico dello spazio sarà una questione che il singolo architetto potrà o non potrà affrontare, una questione altra. Le Corbusier, seppure lontano da ogni sorta di formalismo, percorre una strada opposta. Il senso del costruire poggia sul significato esistenziale dello spazio; soltanto perseguendo questo principio si può cercare una soluzione ai problemi contingenti; solo un semplice scatto all'origine scioglierebbe gli ostacoli prodotti dalle incongruenze del luogo comune. Non ha senso distinguere un significato artistico da uno tecnico nell'architettura.

Il Modular è una chiave per accedere a quel principio. Come viene usato il Modular? I giochi mostrati nel testo sono un laboratorio in cui sperimentare in vitra le relazioni formali tra le due serie. In questi schemi Le Corbusier ritrova e sviluppa le corrispondenze su cui aveva lavorato nell'anteguerra. L'esperienza dei tracciati regolatori non è perduta né il Modular è mai presentato come alternativa. Quando Le Corbusier usa le serie numeriche pensa immediatamente alle figure che esse possono creare, e non ha più bisogno di disegnare alcun tracciato perché ha

completamente assimilato le relazioni fondamentali. L'Unité d'abitation è il primo progetto in cui lo strumento viene sperimentato. Il punto di partenza per il proporzionamento è senza dubbio la cellula. "L'elemento fondamentale dell'Unitè di Marsiglia: il quadrato (in facciata) contenente una famiglia. Questo è un prodotto significativo del Modulor.m Ma non è solo una questione di facciata. La sezione trasversale della cellula ha un rapporto di 2,26 x 3,66 m, un rettangolo aureo su cui si impostano tutte le partizioni dell'appartamento (vedi schema a). Inoltre lo spazio a doppia altezza ha una sezione dove il doppio quadrato ha un ruolo primario (schema b). Altre figure non sono riconducibili a un'unica forma ma sono il prodotto di un'aggregazione di misure fondamentali (schema c). Per l'intera Unité: "Sono bastate quindici misure. Quindici." Con quindici misure si possono controllare tutte le misure che sono incalcolabili. Non è rintracciabile alcun tracciato regolato re di Le Corbusier nelle case Jaoul, ma sarebbe facile disegnarne uno. Esso potrebbe essere sovrapposto sia al prospetto che alla sezione. Infatti in queste case il prospetto altro non è che una sezione speciale. Ogni pianta è impostata su un

of the home unit are based (see figure scheme a). Moreover the double height of the space has a section in which the double square plays a primary part (scheme b). The other figures cannot be related to a single form but are the outcome of an aggregate of fundamental measurements (schemec). For the Unité as a whole: "Just fifteen measurements were enough. Fiiteen!" With fifteen measurements one can control ali measurements that are incalculable. No tracé régulateur by Le Corbusier can be found for the Jaoul Houses, but it would be easy to draw one. It could be superimposed on both elevation and section, since the elevation is simply a special section. Each pIan is based on a rectangle produced

by summing the square plus a golden rectangle. The distances between the three load-bearing walls are 2.26 and 3.66 m, while the height of the impost of the vaults measures 2.26 m: hence the cross-section is based on the golden rectangle and a square. The fixed furniture is subjected to the same rules as the façade, in a process moving from the generaI to the particular and vice versa. The design of the system denominated "brevet 226x226x226 used for the Roq and Rob projects may look like a contradictory concession to the Cartesian grido In reality it represents Le Corbusier's last attempt to take a stand against it. The sole constructional element, repeated in three directions perpendicular to each other, defines a cubic grido But the choice of 2.26 m as

the measurement makes this grid interact with the harmonic measurements ofthe Modulor. The basic square breaks down into ratios of the same kind as in the games. In fact the squared grid no longer appears in the minor elements while in plans and elevations it becomes barely recognizable. In the last analysis the grid is absorbed into the proportional space. Ali this is worlds away from Wachsmann's module! Proportion is no obstacle to the varietas which emerges in Le Corbusier's work, with a range of formaI inventions that may well make his experiments look contradictory. Unlike the Jaoul homes, the Ronchamp chapel seems to have been designed throughout as hand-drawn forms whose proportions are judged by the eye alone. But Le Corbusier warned against any

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7 Le Corbusier, Modulor

e piede-pollice da Ronchamp - CEuvre de Notre-dame du Haut, Stuttgart, Verlag Gerd Hatje, 1957, p. 122.

7 Le Corbusier, Modulor and foot-inch in Ronchamp - CEuvre de Notre-dame du Haut, Stuttgart, Verlag Gerd Hatje, 1957, p. 122.

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LE CORBUSIER rettangolo ottenibile sommando un quadrato più un rettangolo aureo. Le distanze tra i tre muri portanti sono 2,26 e 3,66 m, mentre l'altezza all'imposta delle volte misura 2,26m; quindi la sezione trasversale è impostata su un rettangolo aureo e un quadrato. il mobilio fisso è assoggettato allestesse regole della facciata. C'è un processo che muove dal generale al particolare e viceversa. Il progetto del sistema denominato "breve t 226 x 226 x 226"'utilizzatoper i progetti di Roq et Rob può apparire come una contraddittoriaconcessione al reticolo cartesiano. In realtà esso rappresenta il tentativo più estremo di Le Corbusier di contrapporvisi. n muco elemento costruttivo, ripetutoin tre direzioni perpendicolari, definisce una maglia cubica. Peròla scelta della misura m 2,26 fainteragire tale reticolo con le misurearmoniche del Modulor. Il quadrato di base è scomposto coni rapporti dello stesso tipo dei giochi. Infatti la maglia quadrata nonappare più negli elementi minorimentre nelle piante e nelle prospettivediventa appena riconoscibile.In ultima analisi il reticolo viene assorbito dallo spazio proporzionale. Quanta differenza con il modulodiWachsmann! Laproporzione non è un ostacolo allavarietas che nell'opera di Le

Corbusier si afferma con una quantità di invenzioni formali che può far sembrare la sua ricerca contraddittoria. A differenza delle maisons Jaoul, la Chapelle a Ronchamp sembra completamente progettata con forme disegnate a mano libera e proporzionate a occhio. Le Corbusier mette in guardia da una simile ipotesi dicendo: "Modulor ovunque. lo sfido il visitatore a mettere, a caso, le dimensioni alle differenti parti dell'edificìo.:" In questo edificio egli traspone realmente in architettura le sue esperienze pittoriche e scultoree. I due campi artistici sono sempre visti come due mondi affini che hanno in comune lo stesso linguaggio geometrico. Del resto egli dichiara ripetutamente che il suo interesse per i tracciati regola tori si sviluppa contemporaneamente nelle prime case come nei primi quadri. Laforma libera si imposta su un tracciato logico altrettanto rigoroso della forma rettangolare. La differenza sta nel gesto della mano. Tracciando il segno o plasmando la materia si sperimenta, in maniera immediata, quel limite tra ordine e caos che con riga e compasso si esperisce con freddo distacco. Mentre il pittore gestisce personalmente l'intero processo dell'opera l'architetto deve concertare una mol-

titudine di individualità attraverso indicazioni precise. Nel muro sud questo concetto assume una presenza fisica: la struttura portante in c.a. nascosta dall'intonaco bianco lega, come un tracciato regolatore, il succedersi delle bucature. A Ronchamp Le Corbusier getta un ponte tra le arti in maniera estrema. "Volumi curvi governati da generatrici rettilìnee."? Non una forma libera all'interno di un insieme strutturato, come avviene in quasi tutti gli altri progetti, ma una struttura di proporzioni all'interno di mi. dispiegarsi imprevedibile delle superfici.

suchconjecture: "Modular everywhere. I defy thevisitor to link the different dimensions and differentparts of the building by chance. " Here he really converted his experience withpainting and sculpture into architecture. He always saw the two artistic fields as kindred worlds sharing the same geometrical /anguage. And he repeatedly stated that he developedhis interest for tracés régulateurs at thesame time in both his earliest houses and hisear/iestpaintings. Free form has been here imposed on a tracé as rigorous as the rectangular formo The differencelies in the gesture of the hand. When tracinga line or shaping matter he experienced with great immediacy that same boundary between order and chaos that he had experienced with cold detachment while using

ruler and compasses. While the painter personally controls the whole process of his work, the architect has to concert the efforts of a multitude of individuals through precise instructions. In the south wall this concept acquires a physical presence: the reinforced concrete loadbearing structure, concealed under the white plasterwork, unifies the succession of apertures like a kind oftracé régulateur. At Ronchamp Le Corbusier built a bridge of an extreme kind between the arts: "Curved volumes governed by rectilinear generatrices. " Not a free form within a structured system, as is the case in nearly ali his other projects, but a structure of proportions within an unpredictable development of surfaces. Le Corbusiet's researches form both a

centraI phase of 20th century architecture and an absolute exception. On the one hand he has been, indisputab/y, one of the most influential contemporary architects, and on the other he is unique among the great masters in having made a theory of proportions a fundamental to his work. Even a cursory acquaintance with theories of architecture from antiquity to the threshold of the En/ightenment shows that proportion has always been, if not the staple, at least one of the fundamentals of the discipline. Modernity, however, seems to have abandoned the subject, treating it as best as a curiosity or even completely denying it any value. Le Corbusier, with great imagination, resurrected it in two stages. First by following the path exp/ored by Viollet-Ie-Duc and

8

8 Le Corbusier, giochi con il Modulor, da il Modulor, cit., p. 39. Unité d'habitation, schemi interpretativi a, b, c (disegni dell'a.).

8 Le Corbusier, Modulor games from Modulor, cit.,p.39. Unité d'habitation, interpretive

diagrams a,

b, c (drawings by the author).

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AfauroAforiconi

9 Maisons Jaoul, schema interpretativo sovrapposto a pianta da CEuvre complete, op. cit. IO Le Corbusier, Chapelle a Ronchamp, prospetto del muro sud sovrapposto a struttura in c.a. IlLe Corbusier, brevet 226 x 226

x 226,

da Le Corbusier et Pierre Janneret, CEuvre complète (a cura di

W. Boesinger

e O. Stonorov), Ziuicn, Verlag iiit Architektur Artemis, 1937·1966.

12 Le Corbusier, Roq et Rob, schizzi d'interno, da Le Corbusier et Pierre Janneret, CEuvre complète (a cura di W. Boesinger

e O. Stonorov), Zurich, Verlag fur Architektur Artemis, 1937·1966.

9 Maisons Jaoul, interpretive diagram overlaid on pIan CEuvre complète,

cit.

IO Le Cotbusiet, Chapelle at Ronchamp, sauth wall elevation overlaid an

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La ricerca di Le Corbusier rappresenta contemporaneamente un momento centrale e un'eccezione assoluta per l'architettura del ovecento. Da una parte è, indiscutibilmente, uno dei più influenti autori contemporanei, dall'altra è quello, unico tra i grandi maestri, che fa della teoria della proporzione un elemento fondativo del suo operare. Anche una conoscenza approssimativa delle teorie dell'architettura, dall'antichità alle porte dell'Illuminismo, rivela come la proporzione abbia rappresentato, se non il primo, uno dei nodi fondamentali della disciplina. La modernità invece sembra aver abbandonato l'argomento relegandolo, nei migliori dei casi, nell'ambito delle curiosità oppure negandone completamente la validità. Le Corbusier compie con grande immaginazione una resurrezione in due tempi. In primo luogo, seguendo la via aperta da Viollet-le-Duc, ripropone la proporzione privandola delle connotazioni metafisiche e cosmologiche dei sistemi antichi. Facendo ciò la mette al riparo dalle critiche più violente di cui era stata oggetto. "Il tracciato regolatore [...] non ha nulla di mistico, né di religioso; c'è semplicemente una rettificazione, una purificazione delle intenzioni dell'artista, dell'architetto."!

I tracciati regolatori rappresentano una via razionale al rapporto significativo delle misure. Un rapporto lontano tanto dalla proporzione del mondo romantico quanto dal reticolo di marca durandìana. La teoria della proporzione viene quindi posta su un piano scientifico, trasmissibile e intelligibile. In secondo luogo rìconsidera l'intero problema in rapporto alla produzione industriale. Il Modulor rappresenta un contenìmento ragionato di misure, combìnabili secondo un ampio spettro di possibilità. Mentre l'architetto più imprevedibile del Novecento mostra con la sua opera che la proporzione non è il mondo sterile dei numeri, il teorico non si limita a vagheggiare un'idea ma scende nei dettagli del problema. Ne scrive quando può e lascia un patrimonio esteso. Durante la sua vita compie un lavoro enorme per giungere a questo risultato. La storia dell'architettura, fatte le dovute eccezioni," non è stata in grado di rilevarne la portata probabilmente per motivi molto più profondi di quanto possa apparire. Sotto quest'ottica diventa palese il motivo per cui Le Corbusier appare così fiero nel mostrare la sua minuscola casa di vacanza, che viene pubblicata nell'opera completa assieme a progetti enormemente più grandi.

Note 2 (La parole est aua: Boulogne sur Mer, l1architecture d'aujourd'hui, 1955 (trad, il. Milano, Mazzotta, 1974, p, 239). 'Le Corbusier, Vers une architecture, Paris, Crés, 1923 (trad. il. a cura di P. Cerri, P. Nicolin e C. Fioronì, Milano, 1973, p. 130). , Le Corbusier, Le Modular. Essai SUl' une mesure harmonique l'echelle humaine applicable uniuersellement à l'architecture et la mécanique, Boulogne sur Mer, L'architecture d'aujourd'hui, 1948 (trad. il. Milano, Mazzotta, 1974, pp. 31-32, 34, 40). 4 Le Corbusier, Il Modular, cit., p. 52. s K. Wachsmann, Wendep unki in Bauen, Wiesbaden, Otto Krausskopf, 1959 (trad. il. Una svolta nelle costruzioni, Milano, Il Saggiato re, 1960, p. 55). 6 K. Wachsmann, Wendepunkt ..., cit. p. 47. 7 Le Corbusier, L'Atelier de la recherche patiente, Paris, Vincent Fréal, 1960 (trad. il. La mia opera, TorinQ,]91inghieri, 1961,p.159.L'élémentjon· damental de l'Unité de Marseille: le carré (enfaçade) contenant unefamilte. C'est un produit significati! du Modular (trad. il. dell'a.). 8 Le Corbusier Il Modular, cit., p. 138. 9 Le Corbusier,Ronchamp, Stuttgart, 1957, p. 118: Modular partout. le défie le uisiteur de mettre spontainement des chiffres dimensionnels SUl' les diuerses parties de l'édifice (trad. il. dell'a.). IO fbidem, p. 119. De volumes courbes réglés par des génératrices rectilignes (trad. il. dell'a.) 11 Le Corbusier et Pierre Jeanneret, Tracés Régulateurs, in "L'Architecture Vivante", numero monografico Le Corbusier et Pierre Jeanneret - deuxième série, 1929, pp. 12-13. Le tracé régulateur [...] nya ici ni mystique ni mistère: ily a simplement une rectification, une épuraiion des intentions que le plasticien a mis dans san ceuure (trad. il. dell'a.). "Una rara eccezione è il saggio di R. Wittkower, Il Modulor (Sulle tracce di Le Corbusier, Arsenale, Venezia, 1989, pp. 18-19) che presenta una penetrante lettura dello studio di Le Corbusier, l

Le Corbusier,

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presenting proportion stripped of the metaphysical and cosmological connotations of the ancient systems. In this way he protected it from the most violent criticisms it had been subjectedto. "There is nothing mystic or religious about thetracé régulateur; it is simply a rectification, a purification of the intentions of the artist, of the architect." The tracés are a rational guide to a significant relationship between measurements. This relationship is worlds away from the

Romantic concept of proportion or Durand's grido The theory of proportion is thus placed on a scientific pIane, intelligible and transmissible. Second, Le Corbusier reconsidered the whole problem in terms of industriaI production. The Modulor was a reasoned set of measurements, lending itself to a wide range of combinations. While the 20th century's most unpredictable architect showed in his work that proportion is not a sterile world of numbers, the theorist did not limit himself to setting out an idea but went

into the details. He wrote about it whenever he could and has left a substantiallegacy. During his life he worked enormously hard to achieve ali this. The history of architecture, with exceptions, has failed to reveal the full scope of this work, probably for deeper reasons than at first appear. But this helps explain why Le Corbusier seems to have been so proud of showing off his tiny holiday home, published in his collected works together with immensely greater projects.

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